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2° Quaderno 06/2014 Iris -PT Iris di Kolibris – Poetry in Translation Moira Egan, Zinaida Gippius, Grossegger, Gertrude Inger Christensen, Zehra Çirak,Milo De Angelis, Attila F. Balázs, Ruth Behar, Nguyen Chi Trung, Patrick McGuinness, Dylan Thomas, Trilussa Testi di

Attila F. Balázs, Ruth Behar, Nguyen Chi Trung, Inger Christensen, Zehra Çirak, Milo De Angelis, Moira Egan, Zinaida Gippius, Gertrude Grossegger, Patrick McGuinness, Dylan Thomas, Trilussa

Hanno collaborato

Damiano Abeni, Bruno Berni, Alessandro Canzian, Chiara De Luca, Paola Del Zoppo, Arben Dedja, Anna Lombardo, Eliza Macadan, Sergio Puglisi, Giorgia Sensi, Andrea Sirotti, Gray Sutherland, Eva Taylor, Karin Helena Vikström Indice

Iris di Kolibris – Poetry in Translation Secondo quaderno, giugno 2014

Patrick McGuinness. Traduzione di Giorgia Sensi 7 Trilussa. Traduzione di Arben Dedja 29 Nguyen Chi Trung. Traduzione di Anna Lombardo 51 Zehra Çirak. Traduzione di Eva Taylor 67 Moira Egan. Traduzione di Damiano Abeni 79 Zinaida Gippius. Traduzione di Sergio Puglisi 97 Ruth Behar. A cura di Chiara De Luca 135 Attila F. Balázs. Traduzione di Eliza Macadan 197 Gertrude Grossegger. Traduzione di Paola Del Zoppo 209 Rossella Pompeo. Inediti 221 Tradurre Inger Christensen. Di Bruno Berni 243 Dylan Thomas. Traduzione di Andrea Sirotti 255 Milo De Angelis. Traduzioni di K. H.Vikström 263 Milo De Angelis. Traduzioni di Eliza Macadan 285 Milo De Angelis. Traduzioni di Gray Sutherland 307

5 Patrick McGuinness

da

L’età della sedia vuota

Il Ponte del Sale, 2011 traduzione di Giorgia Sensi Patrick McGuinness è nato in Tunisia nel 1968 da madre belga di lingua francese e padre inglese – scrive in inglese ma considera il francese ‘quasi’ la sua lingua madre, è professore di francese e letterature comparate all’Università di Oxford, e Fellow di St. Anne’s College. McGuinness, perfettamente consapevole di essere il ri- sultato di diverse nazionalità, ora vive a Caernarfon, nel Galles settentrionale, e parla anche gallese. Saggista e critico, collabora a “The London Review of Books” e al “Times Literary Supplement”. Della sua prima raccolta poetica, The Canals of Mars (Carcanet, 2004), è uscita una versione italiana, I canali di Marte (traduzione e cura di Giorgia Sensi, Mobydick, Faenza). Il suo pamphlet, 19th Century Blues (Smith/ Doorstop Books, 2007) è stato vincitore di The Poetry Business Book & Pamphlet Competition 2006. Per le edizioni Carcanet ha curato Collected Poems (2005) e Diaries, Letters and Recollections (2009) della poetessa gallese Lynette Roberts.

La sua seconda raccolta poetica, Jilted City, è uscita pres- so Carcanet nel 2010 e la relativa versione italiana L’età della sedia vuota, cura e traduzione di Giorgia Sensi, è pubblicata dalle edizioni Il Ponte del Sale, Rovigo, 2011. Il suo primo romanzo, The Last One Hundred Days, am- bientato in Romania negli ultimi cento giorni del regime

9 di Ceausesçu, è uscito nel maggio 2011. È stato incluso nella ‘long list’ del Man Booker Prize 2011 e ha ricevuto il Wales Book of the Year Award nel 2012.

Nel marzo di quest’anno è uscito un suo memoir, Other People’s Countries: a Journey into Memory, Jonathan Cape, London, 2014.

Nel 2009, Patrick McGuinness è stato nominato Che- valier dans l’Ordre des Palmes Académiques dal governo francese per meriti verso la cultura francese.

Links: www.patrickmcguinness.org.uk www.en.wikipedia.org.wiki/Patrick_McGuinness

Qui si propongono alcune poesie tratte da Jilted City, Carcanet, Manchester, 2010 nella traduzione di Giorgia Sensi, da L’età della sedia vuota, Il ponte del sale, Rovigo, 2011

10 The Age of the Empty Chair L’età della sedia vuota

In Monet’s The Beach at Trouville, it is week one of the Ne La spiaggia a Trouville di Monet è la prima settimana della guerra Franco-Prussian war. franco-prussiana. The chair lodges in the sand between two women. One reads, the La sedia è sulla sabbia tra due donne. Una legge, l’altra other ha il viso rivolto alla spiaggia che si svuota. La sedia non è di nessuno, points her face at the emptying beach. The chair belongs to no one, è una sedia trovata, una trouvaille, e non c’è una sedia in più it is a found chair, a trouvaille, and there is not one chair too many ma una persona in meno. Una bandiera ritta sull’asta segnala but one sitter too few. A flag rigid on its pole indicates un muoversi dell’aria, o qualcosa di più, e le onde frante, a swelling in the air, or something stronger, and the rent waves, delicati tumulti di spuma e pizzo, sono lontane cugine della rivoluzione, delicate turmoils of spume and lace, are distant cousins of the legata al flusso e riflusso da cui si rompe, e in cui di nuovo irrompe. revolution, bound into the ebb and flow it breaks free of, then breaks back into. C’è sabbia nel dipinto; il luogo si fonde con la sua fattura, e perfino le pennellate replicano i picchi dell’acqua quando prendono There is sand in the paint; the place is mixed into its making, and even the brushstrokes replicate the water’s peaks as they take la luce: tetti alla rinfusa su un orizzonte urbano, scoppi nel sole. La sedia suggerisce tutto ciò che si può suggerire sul cambiamento, the light: rooves pell-mell across a city skyline, flashpoints in the sun. ma vi rimane The chair suggests all that can be suggested about change, but it remains distaccata: così come una vela suggerisce il vento; come una conchiglia registra apart from it: the way a sail suggests the wind; the way a shell holds il suono delle onde proprio mentre le onde le girano intorno. a recording of the waves even as the waves turn around it.

12 13 The Shape of Nothing Happening La forma del nulla che succede

Dust knows the places we have forgotten, or we never see, La polvere conosce i posti che noi abbiamo scordato, o non marking out the margins of our world: the window ledge’s vediamo mai cracked paint, the bevelled edges of a doorframe, segna i margini del nostro mondo: la vernice screpolata the dado rails, the skirting boards, stifling the emphatic del davanzale, gli spigoli smussati di uno stipite di porta, i listelli dello zoccolo, i battiscopa; attutisce gli angoli corners of our world. It fills the gulf behind the sofa, that small domestic void that stands for losing and forgetting, acuti del nostro mondo. Riempie il vuoto dietro al divano, or for finding once again. It stands for things quel piccolo spazio domestico che incarna il perdere e il dimenticare, that outlive their necessity, for us busily outliving o il ritrovare. Incarna le cose che sopravvivono alla loro funzione, noi stessi che sopravviviamo industriosi ours – particles slow dancing in a shaft of light shedding the excess that each day we renew. alla nostra – particelle che danzano lente in un raggio di luce, Its tininess is a feat of scale, but it cannot disappear. che scartano l’eccedenza che ogni giorno noi rinnoviamo. It is the shape of nothing, the shape of nothing happening, La sua piccolezza è un trionfo di proporzioni, ma non può sparire. E’ la forma del nulla, la forma del nulla che succede, and of nothing’s impossibility; matter worrying away at trying not to be, and being all the while; reminding us e dell’impossibilità del nulla; materia che si affanna there are no absolutes, that all is graded on the scale, nel tentativo di non essere, e che sempre è; che ci ricorda that all is incremental, deciduous, and undecided. che non esistono assoluti, che tutto è graduato su una scala, che tutto è relativo, caduco, e in sospeso.

14 15 French Il francese

Teaching it to my children I think of it now as my mother’s Insegnandolo ai miei bambini lo penso ora come la lingua tongue if not, any more, my mother-tongue. It’s freighted di mia madre se non, non più, la mia lingua madre. È gravato with a kind of loss; hers, mine, and what she lost as she passed da una sorta di perdita; la sua, la mia, e da ciò che lei ha perduto it on to me, continents away from where she started: nel passarlo a me, lontano continenti da dove era partita: shot through with gaps, mothballed and moth- bucherellato, tenuto nel tarmicida eppur mangiato dalle tarme, eaten at once, the smell of preservation neck and neck l’odore della conservazione testa a testa con l’odore with the smell of death. Lying for years in the cellar, della morte. Lasciato per anni in cantina, it fattened up, grew milky, slow, echoed in my mouth ingrassato, fattosi lattiginoso, lento, mi echeggiava in bocca as in a tunnel of its own disuse. come in un tunnel ormai in disuso.

Then, like drinking Poi, come il bere from the source, came our annual summers in Bouillon, alla fonte, vennero ogni anno le nostre estati a Bouillon, where our Belgitude rose up in us like the damp dove la nostra belgitudine risaliva dentro di noi come l’umidità behind the wallpaper in the house that stayed unused dietro la carta da parati nella casa che restava disabitata nine months out of twelve: its empty rooms, nove mesi su dodici: le sue stanze vuote, lost cupboards, the stored-up junk piled up so long gli armadi trascurati, la paccottiglia ammucchiata per tanto tempo che ogni oggetto dimenticato era incastrato in quello vicino, that each forgotten item now dovetailed into the next, una perfetta carpenteria dell’abbandono; era la lingua a perfect carpentry of abandonment; it was the tongue e il solco di parole non più usate, vita in sospeso, pronta ad alzarsi and groove of unused words, life in suspension, ready to rise di nuovo come un mulinello di polvere dietro una porta che si chiude. again like dust in the backdraft from a closing door. C’è qualcosa in lei quando la uso qui che evoca There’s something in it when I use it here brings back quei momenti quando, giocando, facevo un salto in casa per far pipì those moments when, mid-play, I’d nip indoors for a piss o per un panino e quando tornavo fuori gli altri or for a sandwich and when I came back out the other bambini non c’erano più, il cortile era vuoto, i giocattoli children were all gone, the courtyard empty, the toys riposti nelle scatole e il cielo già con le striature della sera;

16 17 back in their boxes and the sky already crossed with evening; evoca la consapevolezza, sempre sbagliata ma sempre brings back the knowledge, always wrong but always knowledge, consapevolezza, that there would never be another time than this, che non ci sarebbe mai più stato un altro momento così, this ending-tainted perpetuity. questa perpetuità inficiata da una fine.

Now my children taste it, Ora lo assaporano i miei figli, the empty-courtyard French I used to speak; il francese del cortile vuoto che parlavo io; they push their tongues along the language spingono la lingua lungo la Lingua and as I hear their words snag I hear my own again e mentre sento incagliarsi le loro parole sento di nuovo le mie and wake from that recurrent dream in which e mi sveglio da quel sogno ricorrente nel quale I’m always waking up, and break off that aborted mi sveglio sempre, e interrompo quella prima riga first line of my story which I’m always starting: abortita della mia storia che mi ostino a incominciare: that I’m much younger and still Belgian. che sono molto più giovane e ancora belga.

18 19 [Untitled] [Senza titolo]

after notes by Rilke da appunti di Rilke

As Venetian glass Come il vetro veneziano from the moment it is born dal momento in cui nasce knows this shade of grey conosce questa tonalità di grigio the uncertain light that catches it la luce incerta che lo colpisce so your gentle hands così le tue mani gentili knew in advance sapevano in anticipo they were the scales that weighed di essere la bilancia che pesava the fullest of our hours. le più piene delle nostre ore.

20 21 XIV Bouillon XIV Bouillon

No train has stopped here since the ’50s, but it remains I treni non si fermano più qui dagli anni cinquanta, ma rimane in all the ways that count my stop. It still says Gare a tutti gli effetti la mia fermata. C’è ancora scritto Gare above the arch, the guichet’s glass has stayed unbroken, sopra la volta, il vetro del guichet è ancora intatto, the tracks are gone but there’s a kind of stitching le rotaie non ci sono più ma c’è una specie di cucitura in the ground, parallel scars where grass shrinks nel terreno, cicatrici parallele dove l’erba stenta back from growing. Then, kerbside vertigo: a crescere. Poi, la vertigine del marciapiede: that two-foot drop from platform-edge into quel salto di oltre mezzo metro dal bordo del binario the next arrival, its endlessly suspended service, dentro l’arrivo successivo, il servizio perpetuamente sospeso, and a few (never so aptly named as here, now) e qualche (mai come in questo caso nome più adatto) * railway sleepers, hold all I’ve ever known, in miniature, traversina dormiente, detengono tutto ciò che io abbia mai saputo, of the world’s speed and its solidity, a delirium of lost in miniatura, footing followed by the knowledge that there was nowhere della velocità e solidità del mondo, un delirio di perdita d’equilibrio seguito dalla consapevolezza che più in là further I could fall. This is still the quartier de la gare, where the rain comes down like credits on an old film, di così non avrei potuto cadere. Questo è ancora il quartier de la gare, a roll-call of lost professions: slate-cutter, gamekeeper, dove la pioggia scende come i titoli di un vecchio film, un appello di professioni perdute: tagliatore d’ardesia, guardacaccia, sommelier, market-gardener, butcher’s boy, seamstress, blacksmith, breeder of rabbits and dole queue flâneur… sommelier, orticoltore, garzone di bottega, sartina, the last being my grandfather, tempering each day to a fine point fabbro, allevatore di conigli e flâneur d’ufficio di collocamento… quest’ultimo mio nonno, che ogni giornata la affilava on the soft anvil of his idleness. Artisan du temps libre he called himself, artisan of the empty hours: sulla molle incudine della sua inattività. Artisan du temps libre

22 23 filling his days of worklessness in the Café de la Gare, si definiva,artigiano delle ore vuote: e riempiva le sue giornate di inoperosità al Café de la Gare, then hollowing out his nights in the Hotel de la Gare; he never made his mark on anything and yet I see him everywhere. e le sue nottate le svuotava all’Hotel de la Gare; non ha mai lasciato la sua impronta su nulla eppure lo vedo ovunque.

* railway sleepers, in italiano traversine, l’implicazione contenuta nella parola inglese sleeper va perduta in italiano.

24 25 My Mother Mia madre

How I think about her now is how È così che penso a lei ora, come a thought is said to cross the mind: si dice di un pensiero che attraversa la mente: like a bird’s shadow as it flies, come l’ombra di un uccello mentre vola, dragging its span in darkness along the ground. che nel buio trascina per terra l’apertura delle ali.

Da L’età della sedia vuota, cura e traduzione di Giorgia Sensi, Il ponte del sale, Rovigo, 2011 Titolo originale Jilted City, Patrick McGuinness, Carca- net, Manchester, 2010

26 27 Trilussa traduzione in albanese di Arben Dedja Er cinto de castità Brezi i dlirësisë

Ho letto spesso che la gente antica Të parët tanë, me ç’kam lexuar shpesh, pe’ conserva’ la donna casta e pura ta kishin gruan të panjollë, të dlirë je metteva una spece de cintura i vinin një si brez, mesin përfshirë, pe’ sarva’ l’onestà senza fatica. t’ia mbronin nderin pa i dalë në shesh.

Qualunque amante, ner lascia’ l’amica, Dhe çdo dashnor, tek linte një mikeshë, je la chiudeva co’ ‘sta seratura... veç kur me kyç ia kyçte mirë e mirë… Che gente scema! che caricatura! si derë!… Ç’karikaturë për t’u shkrirë! Che marfidati, Iddio li benedica! Falna Zot! Kaq mosbesues të jesh!

Oggi che semo gente più morale Tani, që m’i moralshëm është njeriu, ‘Ste cose nun succedeno, per via këto marifete s’ndodhin më sepse Che la femmina è onesta ar naturale. femra e ka namuzin vetvetiu.

Ma se però ce fusse ancora st’uso Po sikur prapë, ama, ky ligj të shkonte, come farebbe Mariettina mia Marjeta ime si t’ia bënte se, Pe’ ricordasse l’urtimo ch’ha chiuso? i fundit që ia kyçi të kujtonte.

30 31 L’ uguajanza Barazia

Fissato ne l’idea de l’uguajanza Brumosur me idenë e barazisë un Gallo scrisse all’Aquila: – Compagna, një Gjel i shkroi Shqiponjës: – Meqë ti, siccome te ne stai su la montagna shoqja Shqiponjë, majë malit rri bisogna che abbolimo ‘sta distanza: kësaj distance duhet t’i vëmë vizë: perchè nun è nè giusto nè civile se nuk është as e drejtë e as njerëzore ch’io stia fra la monnezza d’un cortile, që unë të rri majë plehu në oborr, ma sarebbe più commodo e più bello po do ish më e bukur, m’e volitur de vive’ ner medesimo livello. – të rronim në nivel të barabitur. –

L’Aquila je rispose: – Caro mio, I shkroi Shqiponja: – I dashuri këndez, accetto volentieri la proposta: dhe unë bashkohem me propozimin tënd: volemo fa’ amicizzia? So’ disposta: kërkon njësoj të bëhemi? Punë me mënd: ma nun pretenne’ che m’abbassi io. veç mos kujto se do jem unë që zbres. Se te senti la forza necessaria N’e ndjefsh veten të fortë, more trim, spalanca l’ale e viettene per aria: shpalosi krahët e eja fluturim: se nun t’abbasta l’anima de fallo në mos paç zemër e për udhe ngel io seguito a fa’ l’Aquila e tu er Gallo. unë po vazhdoj të jem Shqipe, ti ji Gjel. –

– Che superbia che cià! Chi sarà mai! – Bah, ç’angërdufe! Si bëka kështu! – – disse er Gallo seccato de la cosa — tha Gjeli zbehur cazë në fytyrë. Lei nun se vô abbassà’! Brutt’ambizziosa! – Nuk do të zbresë! Ambicioze e ndyrë! L’ommini, in questo qui, so’ mejo assai. Njerëzit, për kësi punësh, janë ku e ku. Conosco, infatti, un nobbile romano Për shembull, njoh unë një fisnik roman che a casa se dà l’aria d’un sovrano: që në shtëpi të vet mbahet sovran: ma se je serve la democrazzia por kur demokracia i duhet, more lassa er palazzo e corre all’osteria. ç’e lë pallatin e vrap në pijetore.

32 33 Er nemico Armiku

Un Cane Lupo, ch’era stato messo Një Qen Ujk, që e kishin vënë rojë de guardia a li cancelli d’una villa, n’kangjellat e një vile, sapo binte tutta la notte stava a fa’ bubbù. nata veç kur ia niste me gam-gum. Perfino se la strada era tranquilla Bile edhe kur rruga s’pipëtinte e nun passava un’anima: lo stesso! se nuk kalonte shpirt i gjallë: njësoj! Nu’ la finiva più! nuk dinte tjetër punë!

Una Cagnola d’un villino accosto E pyeti një Kone e vilës ngjitur: je chiese: – Ma perché sveji la gente – Po pse, xhanëm, e vë tellallin kot e dài l’allarme quanno nun c’è gnente? dhe zgjon njerëzinë për hiçmosgjë? – I thotë: Dice: – Lo faccio pe’ nun perde er posto. – E bëj mos humbas vendin si papritur. Der resto, cara mia, Le që, moj bukuroshe, spesso er nemmico è l’ombra che se crea armiku shpesh është hija që krijohet pe’ conserva’ un’idea: një Ide të mos rrëzohet: nun ce mica bisogno che ce sia t’jetë apo jo pastaj është punë boshe.

34 35 La giraffa e l’elefante Elefanti dhe Gjirafa

Cara Giraffa, – disse l’Elefante – – Gjirafë e dashur, unë kam njohur plot de bestie buffe n’ho incontrate assai: kafshë qesharake – Elefanti tha, – ma co’ quer collo mai! Pari un gigante! po ti ngjan një hata! Ç’qafë, mos o Zot! Ndonjëherë më duket se Quasi me fa l’effetto çdo ditë që kalon ch’ogni giorno che passa pak më të gjatë ta le… – te ne cresce un pezzetto... – – Është e natyrshme të më rritet qafa La Giraffa rispose: – È naturale! kur rri duke pritur e kërkuar Er collo me s’allunga a mano Paqen universale – u gjegj Gjirafa, – a mano aspettanno la Pace universale që unë gjithnjë që larg e kam dalluar… ch’ho intraveduto sempre da lontano... – Qenka ironi e fatit! – psherëtiu È l’ironia der caso e der destino! – kokëulur Elefanti. – Ç’rastësi! sospirò l’Elefante persuaso – Mua më rritet hunda se do ti Invece, a me, me s’è allungato er naso vajta e pashë nga fare afër, i ziu. perché l’ho vista troppo da vicino.

36 37 Attila Atila

Attila, er Re più berbero e feroce, Atila, Mbret mizor edhe barbar, strillava sempre: - Dove passo io gjithnjë gërthiste: – Ku shkel hapi im nun nasce più nemmeno un filo d’erba: nuk mbiu kurrë asnjë fije bar: so’ er Fraggello d’Iddio!- i Zotit jam Ndëshkim! –

Ma, a l’amichi, diceva: - Devo insiste Por miqve u thoshte: – Më duhet të ngulmoj su l’affare dell’erba perché spesso ke kjo puna e barit se shpeshherë me so’ venuti, doppo le conquiste, pas çdo pushtimi, kur kthej sytë shikoj troppi somari a presso të më qepen pas gomerë.

38 39 Fedeltà Besnikëri

– Ciò avuto sei padroni in vita mia: – – Gjer sot në gjashtë padronë kam punuar: diceva un Cane a un Micio – e giurerei – i thosh Qeni një Daci – e, për flamur, d’esse stato fedele a tutti e sei, besnik me ta kam qenë bile dhe kur perfino a chi m’ha detto: Passa via! “thyej qafën!” ndonjëherë më kanë mallkuar.

– Per me nun c’è nessuna diferenza: Për mua s’ka as më të voglën vlerë qualunque sia padrone, o bello o brutto, në është padroni i mirë apo i lig, bono o cattivo, l’ubbidisco in tutto i bukur a shëmtirë: i bindem, pikë; con una spece de riconoscenza... dhe për shumë gjëra ïa di për nder…

– È una bella virtù la gratitudine: – Mirënjohja është virtyt që zbukuron ma, francamente, – j’arispose er Micio – po, drejt ta themi, – u gjegj Daci me frymëzim – quello d’esse fedele è un sacrificio... besnikëria qenka vetëflijim… – Macché! – je disse er Cane – – Ç’ne vetëflijim! – tha Qeni – është zakon... è un’abbitudine...

40 41 Li sbafatori de la gloria Lavdia qyl

Un’Aquila reale Shqiponja mbretërore s’era trovata, doppo una vittoria, gjeti një grusht me morra mu nën ijë, un fottio de pidocchi sotto l’ale. teksa nga lufta kthehej me fitore. Allora disse a Giove: - O sommo Dio! – O i madhi Zot! – Jovit atëhere i tha, – se, come spero, passerò a la Storia, n’u futsha, siç shpresoj, në Histori, nun ricordà chi c’era ar fianco mio... bëj të harrohen cilët kam përkrah…

42 43 Un Conijo coraggioso Lepuri guximtar

– Tu sei lo specchio de la perfezzione. – – Ti Ynëzot, je vetë përsosmëria diceveno le bestie ar Re Leone — – Luanit Mbret i thoshte kafshëria. –

In tutto quer che dichi e quer che fai Fjalët dhe veprat se ç’të paskan hije ciazzecchi sempre e nun te sbaji mai. – kurrë nuk gabon, gjithnjë pikës i bie. –

Er Leone ruggì, smosse la coda Luani tundi bishtin edhe tha e disse: – Fra ‘sta gente che me loda me bulërimë: – Në tërë këta rob, nuk ka se c’è, per caso, quarche bestia amica xhanëm, një që lëvdata s’di: një mik pronta a famme una critica, lo dica. i gatshëm të më bëjë qoftë një kritikë.

Me so’ scocciato ormai d’esse perfetto! U lodha me “përsosmërinë vetë”! Coraggio! Su! Trovateme un difetto! Hë de! O burra! Gjemëni të metë!

– Io te lo dico... – se n’uscì un Conijo – – Me leje! – foli Lepuri. – Këtë punë, ma solamente da lontano un mijo: nga një orë larg, po deshët, e bëj unë:

– forse un difetto te lo riconosco, ta gjeta një të metë me çel e mbyll, ma te lo strillo quanno sto ner bosco... – por po e them më mirë thellë në pyll… –

E je lo disse tanto mai distante Thirri vërtet, por nga aq larg sa zëri che la voce se perse fra le piante. pemë më pemë humbi e u tret i tëri.

44 45 Favole Përralla…

Pe’ conto mio la favola più corta Për hesap tim, përralla më e shkurtër è quella che se chiama Gioventù: është ajo që ja thonë Rini: perché... c’era una vorta... sepse…na ish njëherë… e adesso non c’è più. dhe s’është më tani.

E la più lunga? E’ quella de la Vita: Më e gjata? Përralla e Jetës: kësisoj la sento raccontà da che sto ar monno, dëgjova ta rrëfejnë qysh kur kam lerë, e un giorno, forse, cascherò dar sonno dhe një ditë, ndoshta, gjumi do më zerë prima che sia finita... para se të mbarojë…

46 47 Questione de razza Çështje race

Che cane buffo! E dove l’hai trovato? – Ç’qen qesharak! Po nga e ke sajuar? – Er vecchio me rispose: “È brutto assai Dhe plaku tha: – Më do me dhembshuri: ma nun me lassa mai, s’è affezzionato.” kurrë vetëm nuk më la, ndonëse i shëmtuar. L’unica compagnia che m’è rimasta Nga miqtë dikur që pata, më ka mbetur fra tanti amichi è stò lupetto nero, për shok veç ky zog ujku, qimezi, nun è de razza è vero, ma mè fedele e basta. që me besnikëri më ndjek, ndonëse i gjetur. Io nun faccio questione de colore, Unë as që merrem hiç me çështje ngjyre: l’azzioni bone e belle vengheno su dar core, veprat që të lartojnë nga zemra, prej natyre, sotto qualunque pelle. nën çdo lëkurë, burojnë.

Trilussa (1871 – 1950) Trilussa (1871 – 1950)

48 49 Nguyen Chi Trung

da Venti

Samuele Editore giugno 2014, collana Scilla prefazione di Zingonia Zingone postfazione di Anna Lombardo traduzione di Anna Lombardo Nell’autunno del 1992, in una notte di temporale e circondato dal ruggito del vento, il poeta si rinchiude in un brivido e si domanda come il suono della morte viva nel vento. L’immaginazione galoppa e Nguyen Chi Trung rovista viscere e mente; i luoghi dove la concretezza dei suoi studi matematici si contrappone all’astrattezza di quelli filosofici. Trova echi della più antica filosofia indiana (Brāhmaṇa), in cui “il soffio e il vento” sono il cardine della vita. Ma soprattutto il rimbombo della teoria astrofisica del Big Bang. A tratti nel cielo convulso scorge un movimento di astri. Movimento che sposta l’aria e con essa il destino della materia, nell’universo che è “un gas caldissimo di particelle elementari in rapida espansione.” Espansione, moto d’aria, vento. E l’uomo, anche lui materia, resta in balìa dei venti.Polvere, Nuvole, Pioggia e Luce solare, sono altri titoli di poemetti composti da questo religioso senza religione che si domanda cosa significhi veramente l’esi- stenza umana. Attraverso una serie d’interrogativi, Venti induce all’introspezione. Sono domande fondamentali, filosofiche, rivolte a capire il perché, il come, il quando, il da dove e il verso dove dell’uomo e di tutto ciò che lo circonda. È crudele ma possibile che l’uomo nasca e muoia su questa terra, senza mai trascendere; o forse la sua tra- scendenza sta nella trasformazione in altri elementi della materia, come la polvere che viene spazzata via dal vento.

dalla prefazione di Zingonia Zingone

53 comprensione della nostra stessa vita, e vanno, vengono, scoperchiano il male e il bene, sono capaci di rendere le Venti di Nguyen Chi Trung non avvisano nessuna gocce d’acqua visibili, e rivelano a noi stessi , alla nostra redenzione, nessun cambiamento. Il loro soffiare passa immaginazione, che mai pensa, che non è soltanto il nostro alto sopra la nostra desolazione, i dolori e la miseria, e dolore a sostenerci ma che anche noi sosteniamo il dolore. soprattutto la non cura che il mondo stesso ci sollecita, nel suo andare sempre uguale. Portatori di un grido che dalla postfazione di Anna Lombardo non richiama nessuno ma solo grida, nell’equilibrio balle- rino della nostra esistenza. I versi di Nguyen Chi Trung possono, a ben ragione, dirsi esistenziali, perché è di noi che parlano, riflettono, e l’impatto con questo domandare non è immediato e intelligibile ma, proprio per questo, riescono ad attirarci in un vortice di immagini, metafore che si intersecano con il dolore del momento, riportandoci alle domande. La separazione, la sempre uguale esistenza che riemerge come diversa, e quindi apparentemente nuo- va, è lì a tenerci continuamente al passo. I Venti indicano una altezza alla quale non siamo più abituati, e alla quale il poeta si rivolge per riprendere in mano la bellezza e la forza della poesia. L’essere umano, come ci canta Nguyen Chi Trung, è fatto di poesia. Lo è davvero? Perché non ascoltarlo, allora? Che senso ha la vita senza questo sguardo poetico sul mondo, sui noi stessi, sui dolori continui che comunque sono a noi innati? Imparare a lasciare andare le cose, nell’incipit avverte il poeta, le cose che riempiono come zavorra il nostro modo di vivere, lasciare al carbone e alla cenere/con dovuta devozione, tutto il superfluo dei nostri rottami, pare il suo invito. Questi Venti sentiti come forza originaria, sono al di sopra di tutto, sono oltre la

54 55 Incontro con Nguyen Chi Trung che sanno dare una consonanza a chi li osserva. Solo un’altra volta nella mia vita mi è capitato di provare que- di Alessandro Canzian sta sensazione: quando sono andato a trovare Zanzotto a casa sua, scavalcando un giardino decisamente malcurato, pochi mesi prima che morisse. Occhi vivi, quelli dei poeti. Ho conosciuto Nguyen Chi Trung a Roma, la sera prima Occhi di parole. di Ritratti di Poesia 2014 (l’ottava, bellissima edizione Nguyen Chi Trung è stato con me una persona estrema- al Tempio di Adriano). A dire il vero io ero un po’ perso mente dolce. Parlavamo in inglese, io un inglese stentato essendo la prima volta che partecipavo a questa manife- di cui continuavo a chiedere scusa e lui rassicurava dicendo stazione. Ero arrivato a Roma alle 16, poi alle 17.30 da No no your english is good. Una gentilezza sorridente quella tutta un’altra parte della città avevo tenuto un laboratorio di Nguyen Chi Trung. Durante la cena abbiamo parlato di poesia con la carissima Sonia Gentili (officinapoesia), della cena, molto banalmente, del viaggio per arrivare a poi tornato in albergo stavo cercando di capire dove do- Roma, di lavoro, e della poesia. E lì mi ha colpito una sua vevo andare a mangiare. Fuori dall’albergo ho intravisto frase: ho aspettato 35 anni prima di pubblicare. Una frase un volto noto, un volto passato per Pordenonelegge, e ho potente, importante, una frase che ha dentro 35 anni di conosciuto Omar Ghiani, altro ottimo poeta. Così insieme lavoro e alla fine il riconoscimento d’essere uno dei massimi ci siamo trovati in questo ristorante romano dove in uno poeti esistenti. Massimi, più grandi, eppure in un corpo stesso tavolo si parlava italiano, inglese, francese, arabo. così minuto e gentile. Con la consapevolezza che si sarebbero potute parlare anche altre lingue. Il giorno dopo l’ho sentito leggere le sue poesie, e devo Nguyen Chi Trung era un uomo minuto, sorridente, specificare che l’ho sentito, non solo ascoltato. Perchè le decisamente stempiato che mi sedeva davanti. Non par- poesie di Nguyen Chi Trung si fanno sentire sulla pelle, lava italiano, ma essendo evidentemente anche lui un po’ nella carne, non solo nelle orecchie. Una lingua a me perso cercava di intrattenere con me, che gli stavo davanti, incomprensibile il vietnamita, ma densa di musicalità, di un minimo di dialogo che desse ragione a quella cena. O ritmo, di sonorità aeree quanto gravi. La poesia di Ngu- perlomeno togliesse ad essa la noia. Non sapevo ancora yen Chi Trung è esistenzialista anche se lui stesso rifiuta di avere davanti il più grande poeta vietnamita vivente. tale definizione, perchè le definizioni rischiano di essere Quello che mi ha colpito di lui è stato il sorriso, minuto limitanti, prigionie. Nguyen Chi Trung parla di esistenza, eppure aperto, e gli occhi da studioso. Da poeta. Occhi di natura, di universo, di vita. Nguyen Chi Trung parla

56 57 di saggezza. Quando ha finito di leggere ho dovuto, ho sfumatura di bellezza e armonia, di nostalgia. Il tutto dovuto, andare ad abbracciare questo poeta. Non perchè mentre una poetessa francese, dall’altro lato del tavolo, si fossi banalmente commosso, anzi, non lo ero affatto. Ma sbracciava perchè credo pensava gli stessi dando fastidio perchè avevo provato un senso di fratellanza, di vicinanza (mentre lui, sempre più dolce, mi rassicurava I want to alle sue parole (che scorrevano in uno schermo in italiano). stay here, with you). Avevo sentito di essere di fronte a un maestro. E i maestri Ho lasciato Roma con un regalo prezioso, un libriccino vanno abbracciati. di poche pagine fatto di semplice carta e inchiostro ma che Poi nella stessa giornata, quando il mio inglese ha co- contiene le poesie tradotte in inglese di Nguyen Chi Trung, minciato a farsi un po’ più coraggioso, abbiamo parlato di e una sua piccola dedica in grafia precisa, delicata, quasi Dio (lui non crede in Dio), del problema principale degli disegnata. Una vera calligrafia. Una poesia che lascia senza esseri umani (lui dice che è il sovraffollamento del mondo fiato per il peso delle parole, per le due tensioni enormi che che porta all’esaurimento di ogni risorsa), del libro come sa creare: da una parte musica, armonia, ritmo, dall’altra opera a sé stante rispetto all’autore, della poesia come gravità dell’affondo nella vita, della verità comunicata. Le potenziale bellezza e salvezza. medesime tensioni che il poeta stesso vive ed esprime. Come La giornata è poi continuata freneticamente nei ritmi di ho detto è infatti un uomo estremamente sorridente, dal Ritratti di Poesia, fino a sera quando ho avuto l’occasione sorriso morbido e piacevole, ma che quando legge diventa di parlare di nuovo con lui. Il mio inglese, complice anche serio, non cupo ma preciso, severo. Alla mia domanda su un ottimo vino e l’ottima compagnia che nel secondo gior- questa trasformazione ha risposto: perchè è così la poesia no cominciavo a conoscere un po’ di più (oltre a vecchie conoscenze quali Lello Voce, Luigia Sorrentino, Maria Grazia Calandrone), si faceva man mano più discorsivo, o forse semplicemente non badavo più agli errori che facevo (in particolar modo allo sbigottimento negli occhi di Nguyen Chi Trung quando non capiva se intendevo realmente today o tomorrow). E lì abbiamo parlato di famiglia, della mia famiglia, della sua famiglia, di fratelli, di differenze, della solitudine del poeta, della distanza del poeta. Una solitudine e una distanza che nei suoi occhi perdevano l’occidentale senso di dolore per acquisire una

58 59 Nota su Nguyen Chi Trung 1.

Nato in una città sulla costa nel Vietnam del sud, è cresciuto Venti del cielo, che il cielo separate, a Saigon. Negli anni sessanta, grazie ad una borsa di studio, del cielo che stanotte sarà strappato si reca in Germania per studiare filosofia, matematica e non a causa d’un essere umano meccanica applicata. Ha lavorato come ingegnere fino al vuoto ancora di passato. 1996. Vive attualmente a Stoccarda e fa lo scrittore. Scrive Si sono smarrite per sempre sia in tedesco sia in vietnamita ed è traduttore di poesia quelle vite vicinissime all’arte? in lingua vietnamita. Ha partecipato a numerosi festival Vicinissime come il fiume al pescatore, internazionali. Nel 2013 è uscita una raccolta dei suoi testi la foresta al suo guardiano... poetici a Saigon in sette volumi. Lo spazio del Qui e dell’Ora è senza gratitudine, senza considerazione alcuna. Dalle origini la terra porta il suo dolore, lo porta? Lo deve.

60 61 8. 16.

Venti oltre il corpo vacillante Venti che trapassate gli spazi del vuoto, passando accanto alle immobili colonne blu che è dovunque dall’inizio della vita, degli occhi, con l’ombra fissa un tempo in villaggi anonimi, d’un ricordo senza fine. Quando. protetti da foreste senza fine, Quando sapremo di questo Quando. in città stracolme ora di sfortuna, Oh memoria, come raffiche di venti rinchiusi nella pancia del maiale. vaghi oltre vicinanze e lontananze Il cuore è una pietra umana e lasci la tragedia indietro. logorata. E questo dire Solitamente qui nella parola. è da un’ulteriore pietra dorata che è indistruttibile come la parola.

62 63 35. 45.

Venti, potreste spazzare via l’amore Venti, voi siete uno e lo stesso vento e il concetto dell’amore totalmente che abita due luoghi che si dipartono e per sempre dal regno degli esseri umani? l’uno dall’altro, Cosi che la parte più intima che sono inerenti alle zone vicine e lontane, del cuore non debba più andare della conoscenza e dell’ignoranza, in cerca di se stessa. della verità e della non-verità. È l’essere umano poetico? La vita deve indietreggiare davanti alla poesia? O signora del cuore! O la poesia adesso davanti alla vita? Il sangue del cuore è cosa effimera, No, ogni nostra vita non è unica, una superficialità impallidita, è solo vita stessa. Non considerarla un momento svaporato. come unica, ciò che possiedi, La parola è rimasta indietro. Noi tutti gettalo ai venti, siamo un serbatoio di transizione. lascia che sia effimero e sia dimenticato. L’unicità della vita sta soltanto nella parola che scrivi.

64 65 Zehra Çirak traduzione di Eva Taylor La poeta Zehra Çirak nasce nel 1960 a Istanbul, nel 1963 arriva in Germania, a Karlsruhe. L’intenzione del padre, era di stare per un anno in Germania e guadagnare molto in breve tempo, ma le cose vanno diversamente, perché non torna in Turchia, la famiglia si stabilisce in Germania. Dal 1982 Çirak vive e lavora a Berlino, in stretta relazione, personale e artistica, con il pittore e scultore Jürgen Walter. Zehra Çirak inizia a scrivere da adolescente. Questo nella cultura turca succede spesso, come racconta in un’intervista del 2001 (Langner 2001): “Si cantano canzoni, si suona musica o si scrivono poesie, donne e uomini. Molti uomini cominciano a scrivere poesie quando vanno militari”. Nel 1987 esce il primo volume di poesie di Zehra Çirak Flugfänger [Gli accalappiavoli], nel 1991 Vogel auf dem Rücken eines Elefanten [Uccello in groppa a un elefante] e nel 1994 Fremde Flügel auf eigener Schulter [Ala estranea sulla propria spalla]; seguono nel 2000 Leibesübungen [Esercizi a corpo libero] e l’ultimo presentato durante la fiera del libro di Francoforte nel 2008 In Bewegung, Gedichte und Prosaminiaturen [In movimento, poesie e miniature in prosa]. Con Jürgen Walter nel 2007 elabora un progetto multimediale, uscito in DVD+CD, Die Kunst der Wissenschaft [L’arte della scienza]; testi su oggetti di Jürgen Walter, film a cura di Harald Ortlieb, con testi in tedesco e inglese su CD). Der Geruch von Glück [L’odore

69 della gioia], racconti, Verlag Hans Schiler, 2011. Çirak è stata insignita di numerosi premi, tra cui si ricordano il premio Adelbert von Chamisso-opera prima (1989), il Friedrich Hölderlin-opera prima (1993) e il premio Adelbert von Chamisso (2001). In Italia ha ricevuto nel 2005 a Olbia il premio di poesia Amistade.

70 Mit den Augen eines anderen Con gli occhi di un altro

So zu sehen wie der Nachbar Vedere così come il vicino wenn er an seinem Fenster steht quando sta alla finestra di casa sua zu hören, was er lauschen kann sentire cosa può arrivare al suo orecchio sozusagen wie er zu sein insomma essere come lui mit dem gleichen Hund spazieren gehen uscire con lo stesso cane mit der gleichen Frau zu schlafen dormire con la stessa donna seine Angst vor mir zu haben avere la sua paura di me und keine Angst vor ihm e nemmeno un po’ di lui dem jeden Tag aus dem Weg zu gehen ogni giorno schivarlo und die Tür leise zu schließen e chiudere piano la porta an solchen Tagen wie er zu sein in giorni così essere come lui mit den Augen eines anderen con gli occhi di un altro.

72 73 Für J. Per J.

Es ist Winter È inverno und ich lege dir Kirschen auf den Mund e poggio delle ciliegie sulla bocca tua Kirschen sagst du gibt es heutzutage ciliegie dici oggi si trovano jederzeit fast überall ovunque quasi sempre aber diese Kirschen sind meine beiden Augen ma queste ciliegie sono gii occhi miei die sich aus Traurigkeit kirschrot geweint rosse ciliegie di lacrime di tristezza traurig weil sie dir nicht tief genug tristi perché non guardano al/in fondo ins Herz geschaut al tuo cuore

Es ist Frühling È primavera und ich pflücke dir roten Mohn e ti raccolgo il papavero rosso obwohl wir wissen roten Mohn den kann man ma sappiamo: il papavero si può kaufen in jeder Jahreszeit comprare in ogni stagione aber dieser rote Mohn ist mein Mund ma questo papavero è la mia bocca der aus Scham sich gerötet arrossita di vergogna und dir schon so viel Böses gesagt che ti ha detto tante cose brutte

Es ist Sommer È estate und die Sonne scheint nicht e il sole non splende aber sie kann gebucht werden auf Zeit auf Ort ma lo si può affittare a tempo in certi posti und ich lege mich ganz heiß auf deine Haut e mi sdraio caldissima sulla tua pelle heiß weil ich glühe vor Wut und aus Freude calda, perché ardo di rabbia e gioia dass ich dich nicht schon viel früher gefunden per non averti trovato prima und dass ich dich hab überhaupt e per averti trovato comunque

Es ist Herbst È autunno

74 75 unsere Lieblingszeit zum aneinander reiben il nostro tempo preferito per strofinarci mal funken wir wie Feuersteine a volte sfavilliamo come pietre focaie mal fallen wir wie Blätter aus einem Buch a volte cadiamo come fogli da un libro aber wir sind zusammen darin geschrieben ma siamo scritti insieme lì dentro die meiste Zeit und beim Schweben von jetzt und hier quasi tutto il tempo e librandoci da ora da qui

76 77 Moira Egan Strange Botany/Botanica arcana

Pequod 2014

traduzione di Damiano Abeni Opuntia littoralis Opuntia littoralis

I’d never even tasted Non ne avevo mai assaggiato one before I met him, but uno prima di incontrare lui, ma it was August in era agosto a Malta and they were Malta e li si vedeva everywhere, standing like fences ovunque, come recinzioni between houses, growing tra le case, folti beyond the city walls, oltre le mura della città,

in the fields behind ruined nei campi dietro le rovine temples of cultures so long di templi di culture sepolte buried we’re not sure da così tanto tempo che non si sa which gods they worshipped, che dèi venerassero but see in their fertility ma di cui vediamo nelle statuette figurines a love of delle dee della fertilità un vero fleshiness, of the ripe, amore per il carnale, il maturo,

not unlike the succulence non diverso dalla succulenza of these plants, in fact, whose di queste piante, in verità, le cui roots dig deep into radici affondano desert soil, finding nel suolo desertico, trovano water and sustenance even acqua e nutrimento perfino in the harshest climates, nel clima più inospitale, the generosity con una generosità

also to bear fruit. I watch tale da fruttificare. Lo guardo as he reaches carefully mentre cauto si protende

80 81 over a barbed wire oltre il filo spinato, tautology of tautologia della fence, protecting his hands with layers recinzione, proteggendosi le mani of newspaper, and plucks con fogli di giornale, e stacca four spiky bright red pears. quattro frutti aculeati, rosso brillante.

At home he lays them gently A casa li dispone con cura on the table, takes a fork sulla tavola, prende una forchetta and spears one, then cuts e ne infilza uno, poi incide the outer layer lo strato esterno e away, one practiced motion, one stacca, con un’unica mossa misurata, intact, still-spiny peel. la buccia, ancora irta di spine, intatta.

He slices it, offers me Taglia il frutto, me ne offre a piece, the yellowish flesh un pezzo, la polpa giallastra only slightly sweet, d’una vaga dolcezza, and the small black seeds, colma di piccoli semi neri, perfectly round, seem to be safe perfettamente tondi, pare inerme and so I swallow, and così lo mando giù, e ask him for another. gliene chiedo un altro.

82 83 Persea americana Persea americana

From our perch on the palazzo’s Dall’alto dei gradini di pietra stone steps, we peer in the dark del palazzo, scrutiamo l’oscuro garden to figure giardino per capire out the trees. My Virgil che alberi ci sono. Il mio Virgilio of Botany is pointing della Botanica indica out the sights to neophyte me. i più notevoli, a me neofita. That one’s an avocado, he says, Quello è un avocado, dice, do you see? That’s the tallest vedi? È il più alto avocado avocado I’ve ever seen! Its leaves, che abbia mai visto! Le foglie, oversized slices of black tagli sovradimensionati di giada jade, shimmy in the breeze. nera, palpitano alla brezza.

I tell him that I used to grow Gli dico che una volta crescevo avocados and other avocado e altre plants when I was young. piante, da ragazzina. Then one traumatic day, Poi, un giorno sconvolgente, Mom’s awful boyfriend’s awful l’orribile cane dell’orribile uomo dog broke into my room and ate di mia madre è penetrato in camera mia all of my plants. There went every e mi ha mangiato tutte le piante. Con loro moment of pride in my green è scomparso ogni momento d’orgoglio dal mio thumb, and my heart pollice verde, e la mia passione to garden. And it’s true, per il giardinaggio. Ed è vero, I haven’t kept a single da allora non ho più tenuto plant in my house since then. nemmeno una pianta in casa mia.

84 85 At the market in Testaccio, Al mercato di Testaccio, we squeeze the avocados tastiamo gli avocado to find one that’s ripe per trovarne uno abbastanza enough for lunch today. maturo per il pranzo di oggi. I find a good one, heavy Ne trovo uno buono, soffice and soft. I’ll bet this is the size e denso. Scommetto che in media of the average human heart, I say. il cuore umano è grande così, dico. We’re so hungry by the time Abbiamo così tanta fame quando we get home that arriviamo a casa we can’t wait for the pasta. che non riusciamo ad aspettare la pasta. Precise as a surgeon, he Preciso come un chirurgo, lui cleaves the creamy green right fende il verde cremoso giusto down the middle, removes the pit. nel mezzo, leva il nocciolo. Do you want to try your skills Vuoi riprovare a fare as a gardener la brava again? he asks. Maybe. giardiniera? mi domanda. Forse. I’m always amazed at how Resto sempre stupita da quanto delicious the avocado sia squisito l’avocado is prepared like this: cut in half, each preparato così: tagliato così, ogni side creates a natural bowl metà crea una coppa naturale into which you in cui si versa pour olive oil, lemon olio d’oliva, succo juice, some salt. I never knew di limone, un po’ di sale. Non l’avevo mai it could be this simple. saputo che potesse essere tanto semplice.

86 87 Pelargonium graveolens Pelargonium graveolens

It’s not just that he knows the name Non è solo che sa il nome in Latin of every plant latino di ogni pianta we come across, its che incontriamo, e usual habitat, l’habitat ideale, the things it needs to thrive. quello che serve a farle crescere bene.

It’s that he pays attention È che fa attenzione to the less conspicuous agli elementi meno elements, passing right evidenti, trascurando, over the fuchsia blooms, ad esempio, i fiori for example, to see color fucsia, per vedere if the leaves harbor parasites, se ci sono parassiti sulle foglie, whether the soil’s properly se il terriccio è umido moist or dry. It’s the way come si deve, o secco. È il modo in cui he bends down, as if in si china, come veneration, takes hold in venerazione, tocca of the pelargonium’s deep il verde profondo, il velluto green, crushed-velvet leaves and strokes crespo delle foglie di pelargonio e toglie a handful of fragrance loro una carezza di from them. I can’t decide profumo. Non so decidermi if it smells more like sage se odora più di salvia or thyme, but we’re in agreement o timo, ma siamo d’accordo that someone needs to bottle che qualcuno dovrebbe imbottigliarlo

88 89 it and sell it as e venderlo come il più the sexiest yet most sensuale e il più innocent scent ever. innocente aroma mai esistito.

Still fragrant with it, he guides me Ancora colmo della sua fragranza, mi guida down the path. I’m beginning lungo il sentiero. Comincio to understand how he a capire come abbia spent all his tenderness speso tutta la sua tenerezza before I came along. prima che arrivassi io.

90 91 Quercus suber Quercus suber

It’s an acquirable skill, È una cosa che si impara, opening wine bottles aprire il vino with the grown-up corkscrew, con il cavatappi degli adulti, the kind sommeliers and maîtres quello che sommeliers e maîtres d’ sport about as if in holsters, d’ sfoggiano in una specie di fondina, weapons at the ready: come un’arma con il colpo in canna: seductive, sophisticated, seducente, sofisticato, nothing here black and white nulla di nero su bianco qui, but their well-pressed uniforms. tranne le loro divise ben stirate.

On the road to L’Agnata, Sulla strada per L’Agnata, wending your hairpin way incuneandoti a tornanti toward the interior, nell’interno, you start to see them, denuded le cominci a vedere, denudate from the waist down yet still beautiful, dalla cinta in giù ma sempre belle, a rich, muddy umber un’intensa terra d’ombra below the incision, upper sotto l’incisione, e le sezioni sections still decorous- superiori ancora decorosamente ly clothed in darkish gray bark. vestite di corteccia grigio-scura.

Angled and sexy, they sport Scomposte e sensuali, ruzzano and cavort as if cor- e corvettano come strette seted (a still chorus in un bustino (quasi un immobile of trees though they be). They under- corpo di ballo). Capiscono, stand on some maenad level that they con il senso delle Menadi, have been stripped bare by their di essere state messe a nudo

92 93 corkmakers, even, who will press dai loro sugherai, perfino, che presseranno and lathe, press and label e torniranno, presseranno e marchieranno their superficies into corks. la loro superficie fino a trasformarle in tappi.

How satisfying, that sound, Che appagamento quello schiocco, a good cork making its un tappo ben fatto exit from a worthy che si sfila da una bottiglia bottle. Our waitress today is di valore. La cameriera che oggi even less adept at opening si occupa di noi è anche meno brava than I (though I have been di me a stappare (anche se io practicing, practicing, and skills ho fatto tanto tanto allenamento, are learned through practice, yes?) e l’allenamento rende migliori, no?). She retreats to the kitchen. Lei ripara in cucina.

These oaks live a century, Queste querce vivono un secolo, they say, or even more, si dice, o anche più, and that the harvesting e quel raccolto, si dice, non fa does not harm the tree. Imagine male alla pianta. Immaginatevi having your skin stripped down every di venire del tutto scorticati ogni nine to twelve years to make nove-dodici anni per fare something useful, something to hold qualcosa di utile, qualcosa che contenga Beauty and (if it’s true, Bellezza e (se in vino veritas in vino veritas) Truth. è vero) Verità.

94 95 Zinaida Gippius a cura di Sergio Puglisi Zinaida Gippius (8 novembre 1869, Belëv, Impero Russo – 9 settembre 1945, Parigi, Francia)

Poetessa poco nota in italia, Zinaida Gippius è stata una delle voci più valide del decadentismo russo e moglie del filosofo e scrittore Dmitrij Merežkovkij. Figura carica di fascino, creò attorno a sé un’aura di mistero, guadagnan- dosi appellativi come “madonna decadente”, “silfide”, “satanessa”, “diavolessa bianca”, indossando talvolta abiti maschili e conciandosi con vestiti e accessori stravaganti per l’epoca (famoso l’occhialino, suo inseparabile fetic- cio). I suoi versi si fecero subito notare per l’eleganza, ma al contempo per una freddezza e una crudeltà prettamente virili, caratteristiche che le furono contestate soprattutto dalle colleghe poetesse, come anche la scelta di esprimersi nei componimenti al maschile. Alcuni suoi versi fecero immediatamente scandalo come la famosa riga “Ma io mi amo, come amo Dio”. Oltre che poetessa Zinaida Gippius è stata anche autri- ce di prosa (di qualità inferiore rispetto alla produzione poetica), memorie e articoli di critica. Manifestò un feroce astio nei confronti della rivolu- zione, in seguito alla quale emigrò a Parigi insieme al marito e smise di rivolgere la parola a Blok, di cui prima era amica, quando questi si lasciò ammaliare dai fumi dei moti rivoluzionari.

99 Sotto lo pseudonimo di Anton Krajnij, è stata uno dei critici più feroci dell’emigrazione russa a Parigi e proba- bilmente uno dei più odiati (Esenin in persona le dedicò un articolo ricco di epiteti poco cordiali). Angustiata dalla morte del marito, non riuscì a trovare pace fino al giorno in cui lei stessa si spense, quattro anni dopo la morte di lui.

100 ПОСВЯЩЕНИЕ DEDICA

Небеса унылы и низки, I cieli sono tristi e opprimenti, Но я знаю — дух мой высок. Ma so che alto è il mio spirito. Мы с тобою так странно близки, Io e te – così stranamente simili, И каждый из нас одинок. Eppure ognuno di noi è solo.

Беспощадна моя дорога, Impietosa la mia strada, Она меня к смерти ведет. A morte certa essa mi condurrà. Но люблю я себя, как Бога, — Ma io mi amo, come amo Dio, — Любовь мою душу спасет. E l’amore mi salverà l’anima.

Если я на пути устану, Se lungo la via mi stancherò, Начну малодушно роптать, Comincerò coi miei vili mormorii, Если я на себя восстану Se mi opporrò a me stesso И счастья осмелюсь желать, — E oserò desiderare la felicità, —

Не покинь меня без возврата Non abbandonarmi qui per sempre В туманные, трудные дни. Negli ardui e nebbiosi giorni. Умоляю, слабого брата Ti supplico, consola, abbi pietà Утешь, пожалей, обмани. E inganna il fratello debole.. Мы с тобою единственно близки, Io e te – così singolarmente vicini, Мы оба идем на восток. Entrambi ci muoviamo verso oriente. Небеса злорадны и низки, E i cieli con empia gioia ci opprimono, Но я верю — дух наш высок. Ma ho fiducia — alto è il nostro spirito. 1894 1894

102 103 БЕССИЛЬЕ DEBOLEZZA

Смотрю на море жадными очами, Guardo il mare con occhi avidi, К земле прикованный, на берегу... Rassegnato alla terra, sulla costa... Стою над пропастью — над небесами, — Sto di fronte a un precipizio — sopra il cielo, — И улететь к лазури не могу. Senza poter volare verso il cielo.

Не ведаю, восстать иль покориться, Non so se ribellarmi o rassegnarmi, Нет смелости ни умереть, ни жить... Non ho il coraggio di vivere o morire... Мне близок Бог — но не могу молиться, Dio mi è vicino — ma pregar non posso, Хочу любви — и не могу любить. Voglio l’amore — senza poter amare.

Я к солнцу, к солнцу руки простираю Al sole, al sole tendo le mie mani И вижу полог бледных облаков... E vedo una cortina di pallide nuvole... Мне кажется, что истину я знаю — Mi sembra di conoscere la verità — И только для нее не знаю слов. Senza saperla esprimere a parole.

1893 1893

104 105 БОГИНЯ DEA

Что мне делать с тайной лунной? Che farmene di un mistero lunare? С тайной неба бледно-синей, Del mistero di un cielo azzurro, С этой музыкой бесструнной, Di questa musica priva di strumenti, Со сверкающей пустыней? Di un deserto accecante? Я гляжу в нее — мне мало, Lo fisso — per me è poco, Я люблю — мне не довольно... Lo amo — ma non sono soddisfatto... Лунный луч язвит, как жало, — Un raggio lunare mi ferisce, quale sferza, — Остро, холодно и больно. Tagliente, freddo e doloroso. Я в лучах блестяще-властных E nei raggi dal brillio intenso Умираю от бессилья... Muoio, colto dalla debolezza... Ах, когда б из нитей ясных Ah, se potessi da questi Мог соткать я крылья, крылья! Chiari fili intesser delle ali! О, Астарта! Я прославлю O, Astarte! Rendo onore Власть твою без лицемерья, Al tuo potere senza ipocrisia, Дай мне крылья! Я расправлю Donami ali! Spiegherò Их сияющие перья, Le loro piume scintillanti, В сине-пламенное море In un mare di fiamme blu Кинусь в жадном изумленьи, Mi getterò nell’avida meraviglia, Задохнусь в его просторе, Soffocherò nella sua vastità, Утону в его забвеньи... Annegherò nel suo oblio... 1902 1902

106 107 БОЖЬЯ ТВАРЬ CREATURA DI DIO

Per il Diavolo, Signore, io ti prego! За Дьявола Тебя молю, Anch’egli è una tua creazione. Господь! И он — Твое созданье. Per questo io amo il Diavolo, Я Дьявола за то люблю, Perché in esso rivedo il mio dolore. Что вижу в нем — мое страданье. Tra lotte e tormenti, egli tesse Борясь и мучаясь, он сеть Con cura la sua rete... Свою заботливо сплетает... E non posso non provar pietà И не могу я не жалеть Di chi, come me, — soffre. Того, кто, как и я, — страдает. Quando risorgerà la nostra carne Когда восстанет наша плоть Nella Tua corte, per la ricompensa, В Твоем суде, для воздаянья, O, Signore, liberalo О, отпусти ему, Господь, Dalla sua follia — per il dolore. Его безумство — за страданье. 1902 1902

108 109 ОТРАДА GIOIA

Мой друг, меня сомненья не тревожат. Amico mio, i dubbi non mi affliggono. Я смерти близость чувствовал давно. Da tempo avverto la vicinanza della morte. В могиле, там, куда меня положат, So che lì, nella tomba, dove mi poseranno, Я знаю, сыро, душно и темно. Sarà umido, soffocante e buio.

Но не в земле — я буду здесь, с тобою, Ma non in terra — io sarò qui con te, В дыханьи ветра, в солнечных лучах, Nel respiro del vento, nei raggi di sole, Я буду в море бледною волною Sarò nel mare pallida onda И облачною тенью в небесах. E nei cieli ombra di nuvola.

И будет мне чужда земная сладость E la dolcezza terrestre ignorerò И даже сердцу милая печаль, Persino il cuore sconoscerà la cara malinconia, Как чужды звездам счастие и радость... Così come le stelle ignorano gioia e felicità... Но мне сознанья моего не жаль, Ma non rimpiango i miei sensi,

Покоя жду... Душа моя устала... Attendo il riposo... L’anima mia è stanca... Зовет к себе меня природа-мать... La madre terra mi chiama a sé... И так легко, и тяжесть жизни спала... E con leggerezza, il peso della vita si è affievolito... О, милый друг, отрадно умирать! O, caro amico, che gioia morire!

1889 1889

110 111 ЦВЕТЫ НОЧИ I FIORI DELLA NOTTE

O, non credete all’ora notturna! О, ночному часу не верьте! Essa è colma di malvagia beltà. Он исполнен злой красоты. In quest’ora la gente è vicina alla morte, В этот час люди близки к смерти, Solo i fiori sono stranamente vivi. Только странно живы цветы. Scure, calde, silenziose pareti, Темны, теплы тихие стены, E un camino da tempo spento... И давно камин без огня... E io attendo che i fiori mi tradiscano, — И я жду от цветов измены, — I fiori mi odiano. Ненавидят цветы меня. Tra di essi ho caldo, sono inquieto, Среди них мне жарко, тревожно, Il loro aroma è soffocante e ardito, — Аромат их душен и смел, — Ma sfuggire loro è impossibile, Но уйти от них невозможно, Né si può scappare ai loro strali. Но нельзя избежать их стрел. La luce della sera getta raggi, Свет вечерний лучи бросает Attraverso la seta sanguigna, sulle foglie... Сквозь кровавый шелк на листы... Il corpo prende dolcemente vita, Тело нежное оживает, I fiori malvagi si sono destati. Пробудились злые цветы. Da un gichero velenoso ritmiche С ядовитого арума мерно Cadono gocce sul tappeto... Капли падают на ковер... Tutto è misterioso, tutto è insincero... Всё таинственно, всё неверно... E una silenziosa disputa mi appare. И мне тихий чудится спор. Rumoreggiano, si muovono, respirano, Шелестят, шевелятся, дышат, Come nemici mi seguono.

112 113 Как враги, за мною следят. Sanno, sentono tutto ciò che penso Всё, что думаю, — знают, слышат E avvelenarmi vogliono. И меня отравить хотят. O, non credete all’ora notturna! О, часу ночному не верьте! Fuggite la malvagia beltà. Берегитесь злой красоты. In quest’ora siamo tutti più vicini alla morte, В этот час мы всех ближе к смерти, Soltanto i fiori sono vivi. Только живы одни цветы. 18 1894

114 115 ИДИ ЗА МНОЙ SEGUIMI

Полуувядших лилий аромат L’aroma di gigli semi-appassiti Мои мечтанья легкие туманит. Annebbia le mie fantasie leggere. Мне лилии о смерти говорят, I gigli mi parlano di morte, О времени, когда меня не станет. Del tempo in cui non ci sarò più.

Мир — успокоенной душе моей. Pace — per la mia anima placata. Ничто ее не радует, не ранит. Nulla la ferisce o le dà gioia. Не забывай моих последних дней, Non scordarti degli ultimi miei giorni, Пойми меня, когда меня не станет. Ricordami, quando non ci sarò più.

Я знаю, друг, дорога недлинна, Amico mio, so che la strada è breve И скоро тело бедное устанет. E presto il povero corpo si stancherà. Но ведаю: любовь, как смерть, сильна. Ma so che l’amore, come la morte, è forte. Люби меня, когда меня не станет. Amami, quando non ci sarò più.

Мне чудится таинственный обет... Mi appare un voto misterioso... И, ведаю, он сердца не обманет, — E so che non ingannerà il cuore, — Забвения тебе в разлуке нет! Non c’è oblio per te nel distacco! Иди за мной, когда меня не станет. Seguimi, quando non ci sarò più. 1895 1895

116 117 К ПРУДУ VERSO LO STAGNO

Non giudicarmi, cerca di capire: Не осуждай меня, пойми: Io non ti voglio certo offendere, Я не хочу тебя обидеть, Ma odiare mi fa troppo male, — Но слишком больно ненавидеть, — Io non so vivere con la gente. Я не умею жить с людьми. E so che in mezzo a loro soffocherò. И знаю, с ними — задохнусь. Io – del tutto diverso, di un’altra fede. Я весь иной, я чуждой веры. Le loro pietose carezze, le grigie liti... Их ласки жалки, ссоры серы... Lasciami! Mi fanno paura. Пусти меня! Я их боюсь. Io stesso non so dov’è che andrò. Не знаю сам, куда пойду. Sono ovunque, sono troppi... Они везде, их слишком много... Scenderò per una stradina in pendenza Спущусь тропинкою отлогой Verso uno stagno da tempo placatosi. К давно затихшему пруду. Sono anche qui — mi volterò, Они и тут — но отвернусь, Non guarderò le loro orme, Следов их наблюдать не стану, Vi sia l’inganno — ne sarò felice... Пускай обман — я рад обману... Alla solitudine mi abbandonerò. Уединенью предаюсь. Un’acqua più diafana del vetro. Вода прозрачнее стекла. Con arbusti di sorbo in superficie. Над ней и в ней кусты рябины. Inspiro la fragranza del pallido limo... Вдыхаю запах бледной тины... L’acqua muta è morta, Вода немая умерла, E immobile è il silenzioso stagno... И неподвижен тихий пруд... Ma non mi fido del silenzio,

118 119 Но тишине не доверяю, E l’anima di nuovo trema, — so И вновь душа трепещет, — знаю, Che anche qui mi troveranno. Они меня и здесь найдут. E odo qualcuno sussurrarmi: И слышу, кто-то шепчет мне: «Presto, presto! La solitudine, «Скорей, скорей! Уединенье, L’oblio, la liberazione — Забвение, освобожденье — Li troverai là sotto... sul fondo... sul fondo...» Лишь там... внизу... на дне... на дне...» 1895 1895

120 121 КРИК L’URLO

Изнемогаю от усталости, Crollo, preda della stanchezza, Душа изранена, в крови... L’anima ferita, colma di sangue... Ужели нет над нами жалости, Davvero non c’è per noi pietà, Ужель над нами нет любви? Davvero non c’è per noi amore?

Мы исполняем волю строгую, Adempiamo a una volontà severa, Как тени, тихо, без следа, Quali ombre, in silenzio, senza traccia, Неумолимою дорогою Lungo una strada implacabile Идем — неведомо куда. Camminiamo — senza sapere dove.

И ноша жизни, ноша крестная, E il fardello della vita, della croce, Чем далее, тем тяжелей... Più si avanza e più si fa grave... И ждет кончина неизвестная E una fine ignota ci attende У вечно запертых дверей. Presso porte in eterno chiuse.

Без ропота, без удивления Senza un mormorio, senza stupore Мы делаем, что хочет Бог. Facciamo la volontà di Dio. Он создал нас без вдохновения Egli ci creò privo di ispirazione И полюбить, создав, не мог. E una volta creati non poté amarci. Мы падаем, толпа бессильная, Cadiamo, quale debole massa, Бессильно веря в чудеса, Credendo debolmente nei miracoli, А сверху, как плита могильная, E dall’alto, quale lastra funebre, Слепые давят небеса. Ciechi, i cieli ci opprimono. 1896 1896

122 123 ЛЮБОВЬ — ОДНА L’AMORE È UNO

Единый раз вскипает пеной Un’unica volta la schiuma ribolle И рассыпается волна. E si spande l’onda. Не может сердце жить изменой, Il cuore non può vivere di tradimento, Измены нет: любовь — одна. Il tradimento non c’è: l’amore è uno.

Мы негодуем, иль играем, Ci indigniamo, oppure giochiamo, Иль лжем — но в сердце тишина. O ancora mentiamo — ma col silenzio nel cuore. Мы никогда не изменяем: Noi non tradiamo mai: Душа одна — любовь одна. Se l’anima è una — l’amore è uno.

Однообразно и пустынно, Monotona e deserta, Однообразием сильна, Forte della sua monotonia, Проходит жизнь... И в жизни длинной La vita passa... E in una lunga vita Любовь одна, всегда одна. L’amore è sempre e solo uno.

Лишь в неизменном — бесконечность, Solo nell’immutato c’è infinito, Лишь в постоянном глубина. Solo nel perpetuo c’è profondità. И дальше путь, и ближе вечность, E più si avanza, più l’eternità è vicina И всё ясней: любовь одна. E tutto è più chiaro: l’amore è uno. Любви мы платим нашей кровью, Paghiamo l’amore col nostro stesso sangue, Но верная душа — верна, Ma l’anima fedele rimane tale, И любим мы одной любовью... E amiamo di un unico amore... Любовь одна, как смерть одна. L’amore è uno, una è anche la morte. 1896 1896

124 125 ВОДОСКАТ LA CASCATA

А. А. Блоку A A. Blok

Душа моя угрюмая, угрозная, La mia anima è tetra, minacciosa, Живет в оковах слов. Legata da ceppi fatti di parole. Я — черная вода, пенноморозная, Sono acqua nera, dalla schiuma gelida, Меж льдяных берегов. Tra coste di ghiaccio.

Ты с бедной человеческою нежностью Con la povera gentilezza umana Не подходи ко мне. Non avvicinarti a me. Душа мечтает с вещей безудержностью L’anima sogna con saggia impetuosità О снеговом огне. Un fuoco di neve.

И если в мглистости души, в иглистости E se nella foschia dell’anima, nella spinosità Не видишь своего, — Non scorgerai quel fuoco, — То от тебя ее кипящей льдистости Significa che il suo ribollio ghiacciato Не нужно ничего. Non serve a nulla.

1905 1905

126 127 ДО ДНА FINO IN FONDO

Тебя приветствую, моё поражение, Ti porgo i miei omaggi, mia sconfitta, тебя и победу я люблю равно; Te e la vittoria amo in egual misura; на дне моей гордости лежит смирение, Al fondo del mio orgoglio sta l’umiltà, и радость, и боль — всегда одно. E dolore e gioia sono sempre una cosa sola. Над водами, стихнувшими в безмятежности Sulle acque, pregne della quiete вечера ясного, — всё бродит туман; Della sera luminosa, — vaga la nebbia; в последней жестокости — есть бездонность нежности, Nell’ultima crudeltà troverai l’infinito della gentilezza, и в Божией правде — Божий обман. E nella verità divina — il divino inganno.

Люблю я отчаяние мое безмерное, Amo la mia immensa disperazione, нам радость в последней капле дана. A noi della felicità l’ultima goccia. И только одно здесь я знаю верное: E un’unica cosa so per certo: надо всякую чашу пить — до дна. Bisogna vuotare il calice — fino in fondo.

1901 1901

128 129 ОБЕ ENTRAMBE

За гранью смерти ее я встречу, Oltre la soglia della morte la incontrerò, Ее, единую, ее, любимую. Lei, l’unica, lei, l’amata. И ей, как в детстве, на зов отвечу E al suo richiamo, come nell’infanzia, risponderò С любовью первою, — неисцелимою. Con un primo amore, con un amore incurabile.

Ее ли сердцем не угадаю? Non capirò col cuore che è lei? В ней жизнь последняя и бесконечная. In essa vi è l’ultima vita, quella senza fine. Сквозь облик милый — тебя узнаю, Tramite il dolce sembiante —riconoscerò, Тебя, Заступница, тебя, Предвечная... Te, la Protettrice, te, l’Eterna...

130 131 Давно печали я не знаю, Da molto non conosco tristezza, И слез давно уже не лью. E già da tempo non verso lacrime. Я никому не помогаю, Nego a chiunque il mio aiuto Да никого и не люблю. E il mio amore.

Любить людей — сам будешь в горе. Se amerai la gente — sarai tu a soffrire. Всех не утешишь всё равно. Non consolerai comunque tutti. Мир — не бездонное ли море? Non è forse il mondo un mare infinito? О мире я забыл давно. Già da tempo io l’ho dimenticato.

Я на печаль смотрю с улыбкой, Alla tristezza guardo con un sorriso, От жалоб я храню себя. E dai lamenti mi preservo. Я прожил жизнь мою в ошибках, Ho passato una vita nell’errore, Но человека не любя. Ma senza mai amare l’uomo.

Зато печали я не знаю, Per questo non conosco tristezza, Я слез моих давно не лью. Da tempo io lacrime non verso. Я никому не помогаю, Nego a chiunque il mio aiuto И никого я не люблю. Ed il mio amore.

132 133 Ruth Behar a cura di Chiara De Luca 1) “Un’isola chiamata casa. Ritorno alla ebrai- ca”

La personalità artistica di Ruth Behar è molto comples- sa, nata al crocevia di lingue e di culture, segnata di viaggi e peregrinazioni, alimentata dall’insaziabile curiosità per la ricchezza espressiva dell’alterità, dall’inesausto deside- rio di conoscere le proprie origini, risalire alla sorgente della propria esperienza, al crocevia tra passato e presen- te. Antropologa, scrittrice, poetessa, regista di documentari e approfondimenti culturali, Ruth Behar è nata all’Ava- na, Cuba, il 12 novembre del 1956, sotto la brutale dit- tatura di Fulgencio Batista. La madre Rebecca (Glinsky) Behar era figlia di ebrei Ashkenazi immigrati a Cuba dalla Polonia e dalla Russia; il padre, Alberto Behar, era figlio di ebrei Sefarditi immigrati a Cuba dalla Turchia, le cui radici affondavano nella Spagna nel XV secolo, dove nel 1942 la monarchia aveva fatto espellere in massa gli ebrei per motivi religiosi. A Cuba il padre di Ruth Behar lavorava come contabi- le. La madre dava occasionalmente una mano ai genitori nella loro merceria, ma per la maggior parte del tempo stava a casa a occuparsi dei figli, Ruth e il fratello minore Maurice, detto Mori, che è ora un insegnante e musicista jazz. Il 1 gennaio del 1959, le guerrillas guidate da rovesciarono il regime Batista e Cuba fu trasfor- mata in uno stato comunista. Inizialmente, i genitori di Ruth Behar supportarono la rivoluzione, poiché, almeno

137 in prima istanza, erano nella posizione di beneficiarne la lingua spagnola, che era quella parlata da sempre nella positivamente. Ma quando le proprietà furono privatiz- sua famiglia. zate e i nonni di Ruth persero il negozio, i Behar iniziaro- Anche l’educazione superiore e universitaria di Ruth si no a sentirsi seriamente minacciati. Nel 1961 la famiglia svolse in lingua inglese. Nel 1974 la madre, la iscrisse al Behar lasciò Cuba. Per un anno vissero in un kibbuz in prestigioso College of Letters della Wysleyan University Israele, per poi trasferirsi nella sezione ebrea del quartiere di Middleton, Connecticut, assecondando il desiderio newyorkese di Queens. Ruth Behar racconta che all’ini- della figlia e contro la volontà del padre, che avrebbe vo- zio i loro vicini, sentendoli parlare in spagnolo, credeva- luto s’iscrivesse al Queens College di New York. Ruth no fossero portoricani. Poi, dopo aver scoperto che così Behar si laureò nel 1977, per poi seguire il programma non era, le chiedevano come si potesse essere cubani ed di studi antropologici destinato ai laureati presso la Prin- ebrei allo stesso tempo. In seguito la piccola comunità di ceton University, New Jersey, dove ottenne un M.A. nel ebrei cubani newyorkesi crebbe, fino a inglobare parte 1981 e un P.h.D in Antropologia nel 1983. del quartiere di Brooklin. Si formò una comunità pe- Pochi mesi prima, Ruth e il marito, antropologo e tra- culiare, unica, in cui tutti parlavano spagnolo, mangia- duttore, si erano trasferiti a Mexiquitic, una cittadina del vano cibi cubani, danzavano balli cubani, osservando al Messico, dove per i successivi due anni Ruth condusse contempo i riti ebraici. Ruth Behar ricorda come fosse ricerche su una giovane donna accusata di stregoneria molto difficile trovare una simile combinazione altro- durante il periodo della Inquisizione messicana. In se- ve. In seguito anche diversi amici dei genitori di Ruth li guito, per diversi anni, Ruth lavorò tra il Messico e gli raggiunsero nella nuova piccola comunità newyorkese, e Stati Uniti, nell’ambito del programma di postdottarato così fecero anche i nonni materni, le zie, gli zii, i nipoti della Johns Hopkins Univeristy di Baltimora, Messico, e i cugini di Ruth. fino alla sua nomina a professore associato all’Università A nove anni, Ruth Behar si ruppe una gamba in un del Michigan. Da allora Ruth Behar è tornata sempre più incidente stradale e fu costretta a passare un anno a let- spesso a Cuba, per cercare di capire e raccontare cosa nel to, immobilizzata da un busto che le avvolgeva tutto il frattempo era successo agli ebrei rimasti nella loro ma- corpo, per impedire che la gamba sana crescesse più di drepatria, verso i quali aveva provato una forte curiosità quella ferita. Durante quell’anno, ricevette lezioni priva- fin da bambina. te da un insegnante, che la avvicinò alla letteratura di lin- gua inglese. L’inglese sarebbe poi divenuto la lingua della scrittura per Ruth, nonostante non abbia mai rinnegato

138 139 1.1) Bibliografia le sue poesie e i suoi scritti narrativi. Sue opere sono sta- te pubblicate in Telling Stories: An Anthology for Writers Tra le numerose opere di Ruth Behar ricordiamo The [Raccontando storie: Un’antologia per scrittori]; King Presence of the Past in a Spanish Village [La presenza del David’s Harp: Autobiographical Essays by Jewish Latin passato in un villaggio spagnolo]; Translated Woman: American Writers [L’arpa di Re David: Saggi autobio- Crossing the Border with Esperanza’s Story [Una donna grafici di scrittori ebrei latino-americani]; Taking Root: tradotta: Varcando i confini con la storia di Esperanza], Narratives of Jewish Women in Latin America [Radican- libro-intervista segnalato dal «New York Times» come dosi: Scritture di autrici ebree dell’America Latina]; Bur- Libro dell’anno, in cui Ruth Behar racconta la storia di nt Sugar/Caña Quemada: Contemporary Cuban Poetry in una venditrice ambulante messicana, Esperanza Hernán- English and Spanish [Caramello: Poesia cubana contem- dez; The Vulnerable Observer: Anthropology That Breaks poranea in inglese e in spagnolo]; The Whole Island: Six Your Heart [L’osservatore vulnerabile: Antropologia che Decades of Cuban Poetry, a Bilingual Anthology [L’intera ti spezza il cuore]; An Island Called Home: Returning isola: Sei decenni di poesia cubana, antologia bilingue]; to Jewish Cuba [Un’isola chiamata casa: ritorno alla Telling to Live: Latina Feminist Testimonios [Raccontando Cuba ebraica]; e Traveling Heavy: A Memoir in between per vivere: Testimonianze femministe dall’America Lati- Journeys. [Viaggiando pesanti: un memoir tra un viag- na]; Sephardic-American Voices: Two Hundred Years of a gio e l’altro]. È inoltre co-curatrice di Women Writing Literary Legacy [Voci sefardite americane: Due secoli di Culture [La cultura della scrittura di genere], curatrice eredità letteraria], e la Norton Anthology of Latino Lite- di Bridges to Cuba/Puentes a Cuba [Ponti per Cuba], e rature. co-curatrice di The Portable Island: Cubans at Home in Molte delle poesie di Ruth Behar sono state pubblicate the World [L’isola portatile: cubani cittadini del mondo]. in edizione bilingue spagnolo-inglese da Ediciones Vigía, Il suo documentario Adio Kerida/Goodbye Dear Love: A una piccola casa editrice artigianale di Matanzas, Cuba. Cuban Sephardic Journey [Addio amore mio: un viaggio nella Cuba sefardita], distribuito da Women Make Mo- 1.2.) Premi e riconoscimenti vies, è stato proiettato in occasione di numerosi festival in tutto il mondo. Tra i numerosi premi e riconoscimenti che le sono sta- ti attribuiti ricordiamo l’Excellence in Education Award Oltre che come studiosa dalle idee provocatorie e come [premio all’eccellenza in campo educativo] e un D’Arms scrittrice, Ruth Behar è conosciuta anche per i suoi saggi, Faculty Award for Distinguished Graduate Mentoring in

140 141 the Humanities [premio per il suo lavoro di tutor con i laureandi in area umanistica], entrambi assegnati a Ruth Behar dall’Università del Michigan. Le sono inoltre state assegnate una John Simon Guggenheim Fellowship, una Fulbright Senior Fellowship; ha ricevuto un Breaking the Glass Ceiling Award dal Museo Ebraico della Florida e un dottorato ad honorem in Lettere dallo Hebrew Union College, istituto ebraico di Religione. Ruth Behar è stata invitata a parlare della sua opera pres- so numerose università e in occasione di eventi pubblici negli Stati Uniti, in Canada, Argentina, Messico, Cuba, Spagna, Finlandia, Israele, Italia, Irlanda, Polonia, Inghil- terra, nei Paesi Bassi, in Giappone e in Nuova Zelanda.

Il sito di Ruth Behar è: http://www.ruthbehar.com/

© Rolando Estévez

142 2) Nota di Rolando Estévez, 2001 2) Note by Rolando Estévez, 2001

Ruth Behar è nata a L’Avana, Cuba. Attualmente risie- de negli Stati Uniti. È poetessa, fotografa e professoressa Ruth Behar was born in , Cuba. She curren- di Antropologia all’Università del Michigan. tly resides in the . Poet, photographer, and Con Everything I Kept [Tutto quel che ho serbato], Professor of Anthropology at the . Ruth Behar s’inserisce nel canone in crescita della scrit- With Everything I Kept, Ruth Behar inserts herself into tura femminile cubana, al di là di ogni divisione circo- the expanding canon of Cuban women’s writing, beyond stanziale e di ogni confine geografico ed emozionale. any circumstantial divisions or the geographic and emo- In debito con le più importanti poetesse dell’America tional borders. Latina e soprattutto con Dulce María Loynaz, Ruth Be- Indebted to the most important women poets of Latin har porta la poesia in quelle sottilissime falde che forma- America and especially to Dulce María Loynaz, Ruth Be- no l’individualità. har takes poetry to the extremely subtle zones that form Nel dipanarsi di questo libro, la Behar crea un discor- individuality. so lirico unico, che si esprime talvolta in parole, talvolta Over the course of this book she creates a unique lyri- in silenzi, in cui testi si congiungono con altri testi per cal discourse, expressing it at times in words and at times formare la storia di una donna in viaggio attraverso le into silences, in which texts link up with other texts to acque. Ora c’è l’oceano, che media e separa. Ora c’è tutta form the history of a woman on a voyage across the wa- l’acqua, in grado di dare nuova vita a qualunque raccol- ters. Here is the ocean, separating and mediating. And to, di ripulire qualunque sporcizia, e perfino d’inondare here is all the water, able to give new life to any harvest, e abbattere qualunque diga. clean away any grime, and even flood and bring down A una prima lettura, queste poesie sembrano riferirsi every dam. a una comune storia d’amore, ma non appena appaiono On a first reading, these poems seem aimed at a com- le fitte pioggie e i temporali dell’estate, una storia diversa mon story of love, but once the subtle rains and the comincia ad affiorare: la storia di una vita segnata dai storms of summer appear a different story becomes per- viaggi verso il Sé, in cui l’altro – gli altri – appaiono come ceptible, the story of a life marked by voyages toward the le sole possibili estensioni della poesia dell’autrice e della self, in which the other—the others—appear as the only sua vita stessa. possible extensions of the author’s poetry and of her life itself.

144 145 3) “Con una lingua biforcata”: Sulla poesia di Ruth Behar di Chiara De Luca

Forse è stato in fondo un bene che i professori di Ruth Behar l’avessero scoraggiata dal continuare a scrivere, di- cendole che non sarebbe mai stata una poetessa. E che Ruth fosse una studentessa tanto docile e ubbidiente da seguirli alla lettera, smettendo di scrivere per timore di offendere le Muse con la s-ua lingua ancora acerba, an- cora non del tutto sua. La miopia dei suoi professori, la loro supponenza, ha certamente provocato molto dolore in quella giovane che tanto amava la poesia, l’ha precipi- tata nel silenzio, le ha mozzato la lingua. Ma il suo amore per la scrittura era troppo grande per estinguersi, la sua anima troppo aperta per cedere al silenzio, che l’umile, ostinato lavorio sul linguaggio ha mutato in parola anco- ra più piena. Il silenzio è infatti il luogo in cui la poesia affonda le sue radici e le nutre nel buio. Umiltà e silenzio sono an- che ra gli elementi che accomunano Ruth Behar a Dulce María Loynaz, grande poetessa cubana cui Ruth ha de- dicato le poesie di Everything I kept/Todo lo que guardé. Nonostante il grande successo riscosso dalla sua opera prima, infatti, la Loynaz la trascurò per anni, avvertendo l’inconsistenza dei propri sforzi poetici di fronte ai gran- di sommovimenti generati nella sua terra dalla Rivolu-

147 zione cubana. ra. I fiori le insegnano a donare gioiosamente il miele alle L’umiltà che caratterizza la scrittura e la persona di api che si posano sul loro calice, le insegnano ad aprirsi Ruth Behar è probabilmente nata anche da quel tempe- al sole e a richiudersi quando fa buio. La magnificenza stivo giudizio impietoso, che ha trovato terreno fertile in del mare le fa percepire tutta la sua “smallness”, paro- uno spirito già incline al dubbio e alla messa in discus- la splendida, intraducibile in un solo vocabolo italiano sione di se stesso, inducendola a piegare la testa, per poi o spagnolo. Non è la “piccolezza”, parola ormai carica rialzarla e chiamare a raccolta tutte le proprie risorse di di implicazioni morali negative che qui non sono, non vita e di esperienza e tutte le proprie energie creative per è un’attitudine infantile, perché la poetessa ha perduto andare avanti, per crescere e per migliorarsi. E l’umilta è nel dolore la gioiosa innocenza dello sguardo vergine sul anche radice della profonda capacità di porsi in ascolto mondo. La smallness indica un’essenza e una fertile con- che caratterizza sia le scritture documentaristiche e le in- sapevolezza (della propria finitezza, anche), indica l’essere dagini sociologiche e antropologiche condotte da Ruth piccoli, il sapersi fare piccoli. È comprendere il deside- Behar, sia la sua scrittura creativa e la poesia stessa. Ruth rio di una bimba che, di fronte alla grande abbondanza Behar è una donna che descrive la realtà standoci den- di mango a disposizione, desidera una semplice mela e tro. Nulla è per lei insignificante, nulla passa inosserva- nient’altro, fino ad accogliere la lezione della piccola. Ed to al suo sguardo, nulla scorre senza lasciare un segno, è ciò che fa la Behar nelle sue interviste e nei suoi re- un’impronta come una parola che sporca il bianco e vìola portage, facendosi da parte, lasciando che siano le parole l’immobilità del silenzio, fosse pure l’impronta di fango degli altri a raccontare, a mettersi in scena al centro del lasciata dalle mani del nonno sull’asciugamano del figlio proscenio del foglio, a espandersi come il mare. Perché neonato. Anche quell’impronta parla, dice delle mani af- nulla possiamo possedere. Anche custodire non implica fondate nella terra fredda del Michigan, della vita che possedere, bensì significa serbare qualcosa – un ricordo, ostinatamente germoglia e si rigenera a dispetto dell’esi- una voce, uno sguardo – per restituirlo intatto, a se stessi, stere della morte. al tempo. Perché nulla del passato ci appartiene, se non il Per Ruth Behar ogni cosa, ogni albero, ogni fiore, ogni ricordo che ne abbiamo e le sensazioni da esso generate. insetto le parla, le dice qualcosa della vita e della sua stes- Una foto sbiadisce, non contiene la materia del ricordo, sa storia. L’albero, fermo nel suo cammino verso il cielo, così come la conchiglia non contiene il canto delle onde, le insegna che ciò che conta è andare avanti, anche quan- l’odore del mare. Portarsi in esilio le chiavi della propria do l’inverno ti spoglia, anche quando ti sembra di aver casa non consente di abitarla. Solo la memoria può ser- dimenticato come si rimettono le foglie, come ci si ripa- barne i colori, i profumi. Così come la patria è il luogo

148 149 che ci portiamo dentro, paesaggio interiore in continuo interscambio con il reale. Tornare indietro con la mente nel passato è rincasare, far vivere il ricordo nel presente è appartenere.

150 Cartolina

Mia cara amica,

Io ho le foglie dell’autunno. Tu hai l’azzurro del mare. Io ho le strade larghe e spaventose del mondo. Tu hai le vie distrutte della nostra isola di lacrime. Io ho la paura di un agnello e una riguera di lupi. Tu hai il coraggio di un guerriero samurai. Io ho argento e acciaio; ho una casa troppo grande per me e un calendario in cui sono segnati i giorni in cui non ci sarò; ho domanie domani; ho tutto. Tu hai lo sguardo dei tuoi occhi...

Ruth Behar

© Rolando Estévez

153 Ruth Behar

Everything I Kept: Poems in Prose

Todo lo que guardé: Poemas en prosa

Tutto ciò che ho serbato. Prose poetiche

traduzione di Chiara De Luca A Note to the Reader

The Cuban poet Dulce María Loynaz was born on December 10, 1902. She died on April 27, 1997. The daughter of an illustrious general who fought for Cuban independence, she lived the last decades of her life in a Havana mansion of faded elegance. In the garden encir- cling the mansion she left behind a statue of a headless woman. Dulce María’s volume of prose poems, Poemas sin nombre [Nameless Poems], was published in 1953. Acclaimed at first, it was soon forgotten, even, it seemed, by Dulce María herself, who feared her work had become irrelevant in the wake of the historical transformations wrought by the Cuban revolution. Representing the will to live, to persist to the end of the century and wherever it takes us, Dulce María is now inspiring a young ge- neration of Cuban poets, both on the island and in the diaspora. My own poems, Everything I Kept/Todo lo que guardé, written with desperate haste in the last months of my 39th year and in the first days after turning forty, owe their inspiration to Dulce María Loynaz. She had the kindness to receive me at her home, several times, at five in the afternoon, the sacred hour at which a Spa- nish bullfighter fell to his death in a poem immortalized by Federico García Lorca. Dulce María was nearly blind but lucid. Often, she asked me to read my timid poems Segue nota introduttiva bilingue inglese/spagnolo di Ruth aloud to her. There is no greater gift than being heard by Behar, con la traduzione italiana di Chiara De Luca a poet you love, a poet who has moved you to want to

157 be a poet. I wrote these poems in honor of Dulce María’s Una Nota Para La Lectora o El Lector 94th birthday, as my gift to her, and as a way to call a cease-fire on my war with my own life and with time itself. I was privileged to be able to read several of these La poeta cubana Dulce María Loynaz nació el 10 de poems on December 10, 1996 at the last public event diciembre de 1902. Murio el 27 de abril de 1997. Hija held in honor of Dulce María, a symposium in Havana de un general ilustre que luchó por la independencia de celebrating her work and resilience. I was born in Cuba, Cuba, vivió en La Habana en una mansión de una ele- but raised in the United States. I was educated in English gancia apagada. La mansión está rodeada por un jardin, and I write in English, but the language spoken at home donde hay una estatua de una mujer sin cabeza. El libro by my immigrant family has always been Spanish. In re- de poemas en prosa de Dulce María, Poemas sin nombre, cent years I have begun to travel back and forth to Cuba se publicó en 1953. Al principio la obra fue aclamada, and have found myself needing to translate my poems pero después se fue olvidando, incluso, parecía, por la into Spanish for my friends on the island, who have so misma Dulce María, que temía que su obra se hubiera warmly encouraged my efforts. But Spanish comes to me vuelto irrelevante a partir de las transformaciones históri- from a yet more distant past, from my Sephardic ance- cas puestas en marcha por la revolución cubana. Repre- stors who refused to stop speaking the language of those sentando el deseo de vivir, de persistir hasta el fin del who exiled them. These poems, which also exist in my siglo y hasta donde nos lleve, Dulce María ahora inspira a own Spanish translations, are the work of a woman who una generación de poetas cubanos y cubanas, tanto en la speaks with a forked tongue, a woman whose English is isla como en la diaspora. Estos poemas míos, Everything I haunted by Spanish. Kept/Todo lo que guardé, escritos con una prisa desespera- da en los últimos meses de mis treinta y nueve años y en los primeros días de mis cuarenta, le deben su inspiración a Dulce María Loynaz. Ella tuvó la gentileza de recibir- me en su casa, varias veces, a las cinco de la tarde, en la hora sagrada que murió el torero español que inmortali- za Federico García Lorca. Dulce María estaba casi ciega pero lúcida. A veces me pedía que le leyera en voz alta mis versos tímidos. No hay regalo mejor que una poeta admirada, quien te ha hecho querer ser poeta tambien, te

158 159 escuche. Escribí estos poemas en honor de Dulce María Una nota per La Lettrice o Il Lettore cuando cumplió los noventa y cuatro años. Son un regalo para ella y tambien para mí, que quiero cesar la guerra que llevo contra mi propia vida y el tiempo mismo. Tuve La poetessa cubana Dulce María Loynaz nacque il 10 el privilegio de leer varios de estos poemas el 10 de dici- dicembre del 1902 e morì il 27 aprile del 1997. Figlia embre de 1996 en el último evento público que se hizo di un illustre generale che combattè per l’indipendenza para Dulce María Loynaz, en un simposio en homenaje cubana, visse gli ultimi decenni della sua vita all’Avana, a ella en La Habana, donde se celebró su obra y su resi- in una villa elegantemente decadente. Nel giardino che stencia. Yo nací en Cuba, pero fui criada en Estados Uni- la circondava, la Loynaz lasciò la statua di una donna dos. Me educaron en inglés y escribo en inglés, aunque senza testa. Il volume di prose poetiche di Dulce María, el idioma que habla mi familia de emigrantes es siempre Poemas sin nombre [Poesie senza nome], fu pubblicato español. Pero en los últimos años he viajado varias veces nel 1953. Inizialmente celebrato, fu ben presto dimen- a Cuba y he tenido que traducir mis poemas al español ticato, perfino, almeno così sembra, dalla stessa Dulce para mis amigos y amigas en Cuba, que me han brindado María, che temeva che la sua opera fosse divenuta irrile- su cariñoso apoyo. Pero el español me viene de un pasado vante a seguito delle trasformazioni storiche indotte dalla más lejano todavía, de mis ancestros sefardíes, que se ne- rivoluzione cubana. Simbolo del desiderio di vivere e di garon a dejar de hablar el idioma de los que los exiliaron. resistere fino alla fine del secolo e ovunque esso ci voglia Estos poemas, en inglés y español, son traducciones de si portare, Dulce María costituisce ora una fonte d’ispira- mismos, la obra de una mujer que habla con una lengua zione per la nuova generazione di poeti cubani, che siano partida, una mujer que carga con fantasmas del español rimasti nell’isola o che siano emigrati. Anche le mie poe- en su inglés y con fantasmas del inglés en su español. sie di Everything I Kept/Todo lo que guardé [Tutto ciò che ho serbato], scritte in con una disperata urgenza durante gli ultimi mesi del mio trentanovesimo anno e nei primi giorni del mio quarantesimo, devono la loro ispirazione a Dulce María Loynaz. Dulce María era stata così gentile da ricevermi a casa sua, per molte volte, alle cinque del pomeriggio, l’ora sacra in cui cadde ferito a morte un torero spagnolo immortalato in una poesia di Federico García Lorca. Dulce María era quasi cieca ma lucida.

160 161 Spesso mi chiedeva di leggerle ad alta voce le mie umili poesie. Non c’è dono più grande dell’ascolto da parte di un poeta che ami, un poeta che ha fatto nascere in te il desiderio di esserlo a tua volta. Ho scritto queste poesie in onore del novantaquattresimo compleanno di Dulce María. Furono un dono per lei e un modo per invocare una tregua dalla mia guerra con la mia vita e con il tem- Todo lo que guardé se me hizo polvo; todo lo que escondí, po stesso. Ebbi il privilegio di leggere molte delle poesie de mis ojos lo escondí, y de mi propia vida. di Everything I Kept/Todo lo que guardé il 10 dicem- bre del 1996, in occasione dell’ultimo evento pubblico Everything I kept turned to dust; everything I hid, I hid tenutosi in onore di Dulce María, un simposio svoltosi from my eyes and from my own life. all’Avana per celebrare la sua opera e la sua resistenza. Io sono nata a Cuba, ma cresciuta negli Stati Uniti. Sono Tutto ciò che ho serbato si è mutato in polvere; tutto ciò stata istruita in lingua inglese, ma la lingua parlata a casa che ho celato l’ho celato ai miei occhi e alla mia vita stes- nostra, nell’ambito della mia famiglia di immigranti è sempre stata lo spagnolo. Negli ultimi anni, ho comin- sa. ciato a fare avanti e indietro da Cuba e ho avvertito in me la necessità di tradurre le mie poesie in spagnolo per Dulce María Loynaz gli amici rimasti sull’isola, che hanno tanto caldamente “Poema LV”da Poemas sin nombre incoraggiato i miei sforzi. Ma lo spagnolo mi viene da un passato ancora più distante, dai miei antenati sefarditi, che rifiutarono di smettere di parlare la lingua di coloro che li avevano esiliati. Queste poesie, che perciò esistono nella mia auto traduzione in spagnolo, sono l’opera di una donna che parla con una lingua biforcata, una don- na il cui inglese è infestato dai fantasmi del suo spagnolo e il cui spagnolo è infestato dai fantasmi del suo inglese.

162 Garden

I passed a garden yesterday. It was planted with every kind of flower. It was flourishing, every leaf joyously green, every flower open to the light. I slowed down to look. And I remembered that my own garden had gone dry because I forgot to water it. At the beginning of Giardino spring I planted sunflowers and geraniums. When they wilted, I stopped looking at them. Ieri ho attraversato un giardino in cui crescevano ogni That is how I have lived my life: I refuse to see the genere di fiori. Era in pieno rigoglio, ogni sua foglia things I abandoned, the things I let die. gioiosamente verde, ogni fiore spalancato alla luce. Rallentai per osservare. E mi ricordai che il mio giardi- no era seccato perché avevo dimenticato di annaffiarlo. All’inizio della primavera avevo piantato gerani e giraso- li. Quando erano appassiti avevo smesso di guardarli. È così che ho vissuto la mia vita: ho rifiutato di vedere le cose che avevo abbandonato, le cose che avevo lasciato morire.

Jardín

Ayer pasé por un jardín plantado con toda clase de flores. Florecía ese jardín, cada hoja alegremente verde, cada flor abierta a la luz. Me detuve a mirar. Y recordé que mi jar- dín se había secado porque olvidé regarlo. Al comienzo de la primavera planté girasoles y geranios. Cuando se marchitaron, no los miré más. Así he vivido mi vida: me niego a ver las cosas que abandoné, las cosas que dejé morir.

164 165 Tree

There is a tree outside my window. It is indifferent to my gaze, my thoughts, my worries about never having enough time. It loses its leaves in the fall and regains them in the spring. It spends all winter in quiet mourning. In the summer the cicadas shout in its ears. No matter what I am feeling, the tree is there outside my window, steady on its path toward the sky. Albero How grateful I am for this tree which asks for no- thing from me but that I notice its indifference. C’è un albero davanti alla mia finestra. È indifferente al mio sguardo, ai miei pensieri, alle mie ansie di non avere mai tempo a sufficienza. Lui perde le foglie in autunno e le ritrova in primavera. Trascorre l’intero inverno in un quieto cordoglio. In estate le cicale gli gridano alle orecchie. Qualunque cosa io provi, l’albero è la fuori, davanti alla mia finestra, inamovibile sul suo cammino verso il cielo. Arbol E quanto sono grata a quest’albero che altro non mi chiede se non di accorgermi della sua indifferenza. Hay un árbol detrás de mi ventana. Es indiferente a mi mirada, mis pensamientos, mis preocupaciones por el tiempo que se escurre. Pierde sus hojas en el otoño y las recupera en la primavera. Pasa todo el invierno en su luto quieto. En el verano las cigarras gritan en sus oídos. No importa lo que siento, el arbol esta allí detrás de mi ven- tana, firme en su camino hacia el cielo. Cuánto agradezco este árbol que sólo me pide tener en cuenta su indiferencia.

166 167 Obedient Student

I was such an obedient student that when my teachers told me I wouldn’t make a good poet, I stopped writing. I adored words more than anything else in the world and preferred to cut out my tongue than to insult the Muses with my sickly and impoverished language. That is why these poems are so timid: like the invalid who rises from her bed after a long convalescence and walks Studentessa obbediente embracing the walls. Ero una studentessa talmente obbediente che quando i miei insegnati mi dissero che non sarei stata una buona poetessa smisi di scrivere. Adoravo le parole più d’ogni altra cosa al mondo e preferii tagliarmi la lingua piutto- sto che offendere le Muse con il mio idioma malaticcio e depauperato. È il motivo per cui queste mie poesie sono tanto timide: come la donna inferma che si alza dal letto dopo una lunga convalescenza e cammina Alumna Obediente abbracciando le pareti.

Fui una alumna tan obediente que cuando mis profeso- res me dijeron que no llegaría a ser una buena poeta, dejé de escribir. Adoraba las palabras más que a cualquier otra cosa en el mundo y preferí cortarme la lengua que insul- tar a las Musas con mi lenguaje enfermizo y empobreci- do. Es por eso que estos poemas son tan tímidos: como la inválida que se levanta de su cama después de una larga convalescencia y camina abrazándose a las paredes.

168 169 The Sea Il mare

I spent several months living next to the sea. I awoke Ho trascorso molti mesi vivendo vicino al mare. Mi to the song of the waves. I fell asleep to the song of the svegliavo al canto delle onde. Mi addormentavo al canto waves. Every afternoon I would collect seashells and delle onde. Ogni pomeriggio raccoglievo conchiglie e bring them home. By the end of my stay I had a little le portavo a casa. Alla fine del mio soggiorno avevo una mountain of seashells. I promised myself that one day I piccola montagna di conchiglie. Promisi a me stessa che would return all those seashells to the beach. They were un giorno avrei riportato tutte quelle conchiglie alla no more mine to keep than is the air I breathe or the spiaggia. Non avevo il diritto di tenerle più di quanto earth below my feet. But when it was time to pack up non abbia il diritto di tenere l’aria che respiro o il suolo and go, I found that I couldn’t bear to give back a single che calpesto. Ma quando fu il momento di fare i bagagli seashell. Each was beautiful to me, each felt like a caress per partire scoprii che non avrei sopportato di restituire in my hands, each, I thought, would serve to remind neppure una singola conchiglia. Ognuna di esse era bel- me of the song of the waves. So I packed them all and la per me, ognuna aveva il tocco di una carezza sui miei took them with me. palmi, ognuna, pensavo, sarebbe servita a ricordarmi il Now I am far away from the ocean and those canto delle onde. Allora le impacchettai tutte e le portai seashells are still packed. I haven’t looked at them or via con me. touched them again. They were not mine to keep, but Ora vivo molto lontano dal mare e quelle conchiglie I kept them anyway. Now I cannot return them to the sono ancora impacchettate. Non le ho mai più guardate beach. And all I want is to forget the song of the waves. né toccate. Non avevo il diritto di tenerle, ma lo avevo fatto comunque. Ora non potevo restituirle alla spiag- gia. E l’unica cosa che voglio è dimenticare il canto delle onde.

170 171 El Mar

Pasé varios meses viviendo junto al mar. Me despertaba con la canción de las olas. Me dormía con la canción de las olas. Cada tarde recogía conchas y las traía a casa. Al final de mi estancia tenía una pequeña montaña de con- chas. Prometí que un día devolvería todas las conchas a la playa. No eran mías para guardarlas, como no lo es el aire que respiro, ni la tierra bajo mis pies. Pero cuan- do llegó el momento de hacer las maletas para irme, descubrí que no podía deshacerme ni de una sola. Cada concha me parecía bella, cada una era caricia en mis manos, cada una, creía, me iba a recordar la canción de las olas. Entonces las guardé todas y las llevé conmigo. Ahora vivo lejos del mar y esas conchas todavía están guardadas. No las he vuelto a mirar o palpar. No eran mías para guardar y las guardé de todas formas. Ahora no las puedo devolver a la playa. Y lo único que quiero es olvidarme de la canción de las olas.

172 Fears Paure

I have so many fears: of the night, of growing old, of Ho così tante paure: della notte, d’invecchiare, di vedere seeing those I have loved fall ill or die, of my own death. le persone che amo ammalasi o morire, della mia stessa Those are normal fears, of course. But I also have stranger morte. Queste sono paure normali, certo. Ma ho anche fears: of my heart pounding too quickly; of unexpectedly paure più strane: che il mio cuore batta troppo rapida- going blind and not finding my way home; of losing my mente; di diventare cieca all’improvviso e non ritrovare memory before I find the time to write the stories still più la strada di casa; di perdere la memoria prima di tro- dormant in me; of cold winters which will never end. vare il tempo di scrivere le storie assopite dentro di me; I am also afraid to get wet in the rain, to stand on my di gelidi inverni senza fine. Ho anche paura di bagnar- head, to run down staircases. And police, soldiers, and mi sotto la pioggia, di stare in equilibrio sulla testa, di immigration officers terrify me. Yes, I am full of fears. If correre già per le scale. E sono terrorizzata da poliziotti, you took them away, I would be weightless and free. You militari e funzionari dell’immigrazione. Sì, sono piena di would see me dance like a dry brown leaf and then I’d paure. Se me le togliessero di dosso, sarei libera e priva di blow away in the autumn wind. peso. Mi vedreste danzare come una foglia appassita per volarmene poi via nel vento d’autunno.

174 175 Miedos

Tengo tantos miedos: de la noche, de envejecer, de ver a los que he querido, enfermar o morir, de mi propia muerte. Son miedos normales, por supuesto. Pero tengo miedos más raros: de que mi corazón se ponga a latir de- masiado rápido; de volverme ciega de repente y no poder llegar a casa; de perder mi memoria antes de encontrar el tiempo de escribir los cuentos dormidos dentro de mí; de inviernos fríos que jamás terminan. Tambien tengo miedo a mojarme en la lluvia, a pararme de cabeza, a ba- jar las escaleras de prisa. Y los policías, los soldados, y los oficiales de inmigración me espantan. Sí, estoy repleta de miedos. Si me los quitaran, no pesaría nada y sería libre. Me verías bailar como una hoja parda, seca, y después me soplaría el viento del otoño.

176 Footprints Impronte

Dear grandfather in your grave, remember when my Oh caro nonno che sei nella tua tomba, ricordi quando beloved boy was born? You came for the circumcision è nato il mio figlio adorato? Sei venuto per la cerimonia in joy that your first granddaughter had the good sense della circoncisione, felice che la tua prima nipote avesse to produce a son. I was happy you were happy. My love avuto il buon senso di mettere al mondo un maschio. for you was primitive, unable to doubt, earnest as the Io ero felice che tu lo fossi. L’amore che provavo per te last leaf on a late November maple. The wounds of my era primitivo, incapace di dubbio, onesto come l’ultima labor healed as you tucked tired geraniums into cold foglia d’acero a fine novembre. Le ferite del parto gua- beds of Michigan soil. Even the muddy footprints you rirono quando piantasti i miei gerani stanchi nei freddi left on the baby blue bathroom rug were odes to life, letti preparati per loro dalla terra del Michigan. Perfino sweet reproaches to time, smears of eternity. le impronte di fango che in bagno lasciasti sull’asciuga- mano azzurro del neonato sembravano un’ode alla vita, dolci rimproveri al tempo, macchie d’eternità.

Huellas

Querido abuelo que estás en tu tumba, ¿te acuerdas de cuando nació mi hermoso niño? Viniste a la circuncisión contento porque tu primera nieta tuvo la inteligencia de producir un hijo varón. Yo estaba alegre porque tú estabas alegre. Mi amor por ti era primitivo, incapaz de dudas, honesto como la última hoja de un arce a finales de noviembre. Las heridas de mi parto sanaron mientras tú acunabas mis cansados geranios en sus camas frías de la tierra de Michigan. Y hasta las huellas de fango que dejaste en la alfombrita azul del baño eran odas a la vida, un reproche dulce al tiempo, manchas de eternidad.

178 179 Prayer Preghiera

This happens to me often, too often: I am on my way Questo mi succede spesso, troppo spesso: sono sulla via home, driving down familiar streets, only a few blocks di casa, guido lungo strade familiari, solo pochi caseggia- to go, and out of nowhere a merciless hand comes and ti ancora da passare e dal nulla spunta una mano che mi grips my heart and wrings it dry. I tremble. Fog clouds afferra il cuore e lo stringe fino a prosciugarlo. Tremo. my eyes. I am no longer sure if I am awake or drea- Nebbia mi rannuvola gli occhi. Non so più per certo se ming. If I die, who will find me? All I can do is pray: sono sveglia o sto sognando. Se muoio chi mi troverà? Let me return home, I am almost there, please.... L’unica cosa che posso fare è pregare: Lasciami tornare a I don’t know why this happens. What I know is that, casa, ci sono quasi, per favore.... so far, my prayers have been answered. Hardly brea- Non so perché accada. L’unica cosa che so è che, fi- thing I reach my house. And when I open the door, I nora, le mie preghiere sono state esaudite. Respirando a hear many keys clanging, the keys my ancestors stub- stento, arrivo a casa. E quando apro la porta, sento molte bornly took with them to their exile. chiavi tintinnare, sono le chiavi che i miei antenati han- no stupidamente portato con sé in esilio.

180 181 Rezo

Esto me pasa con frecuencia, con demasiada frecuencia: Voy camino a casa, manejando por calles conocidas, fal- tan solamente unas pocas cuadras, y de no sé dónde viene una mano despiadada y agarra mi corazón y lo exprime hasta dejarlo seco. Tiemblo. Una neblina tapa mis ojos. No puedo saber ya si estoy despierta o soñando. Si me muero, ¿quién me encontrará? Lo único que puedo hacer es rezar: Déjame volver a casa, ya casi llego, por favor.... No sé por qué me pasa esto. Sólo sé que, por ahora, mi rezo ha sido contestado. Dejando casi de respirar llego a mi casa. Al abrir la puerta, oigo el ruido de tantas llaves, las llaves que mis antepasados neciamente llevaron con ellos a su exilio.

182 Apples Mele

I regret many things, but none so much as the time Molte sono le cose per cui provo rammarico, ma mai I refused to buy the five red apples for little Amanda in tanto come per quella volta che rifiutai di comprare le Cuba. The apples were very expensive, it is true. Terribly cinque mele rosse per la piccola Amanda a Cuba. Le mele expensive, even though they had a few bruises. They were erano molto care, è vero. Terribilmente care, nonostan- for sale in dollars and only I could buy them for her. I te avessero qualche ammaccatura. Erano in vendita in thought: Why does she want apples when it is the mango dollari e solo io avrei potuto comprarle per lei. Pensai: season and everywhere there are plump, juicy, big, yellow Perché mai vuole delle mele quando è la stagione del mangos falling from the trees? But she wanted apples, mango e dagli alberi pendono ovunque grandi manghi the ordinary fruit of cold northern lands. And I would gialli turgidi e succosi? Ma lei voleva le mele, frutti tipici not buy them for her. delle fredde terre del Nord. E io ho voluto comprargliele. Now it is autumn here and apples are everywhere. Adesso qui è autunno e ci sono mele ovunque. Ma io But I long for mangos. ho tanta voglia di mango. How sour are the apples that would have made little Come sono amare le mele che avrebbero reso la pic- Amanda so happy. cola Amanda tanto felice.

184 185 Manzanas

Arrepentida estoy de muchas cosas, pero de ninguna tanto como de aquella vez que me negué a comprarle en Cuba las cinco manzanas rojas a Amandita. Las man- zanas eran muy caras, es cierto. Terriblemente caras, a pesar de estar un poco estropeadas. Estaban a la venta en dólares y sólo yo podía comprarlas. Pensé: ¿Por qué quiere manzanas cuando es la época del mango y en todas partes hay gordos, jugosos, grandes, amarillos mangos cayéndose de las matas? Pero ella quería manza- nas, la fruta ordinaria de las tierras frías del norte. Y yo no las quise comprar. Ahora estamos en otoño y hay manzanas por todas partes. Pero yo añoro los mangos. Qué agrias son las manzanas que hubieran hecho a Amandita tan feliz.

186 Small Piccola

I am near the ocean again. Each day I say, I must go, Sono di nuovo vicino al mare. Ogni giorno dico, devo I must hear the waves, I must go taste the salt. But every andare, devo sentire le onde, devo andare ad assaggiare il day something keeps me from the beach. I come close, sale. Ma ogni giorno qualcosa mi trattiene dal raggiun- closer, and then, as if possessed, I turn back. gere la spiaggia. Mi avvicino, mi avvicino sempre di più, For years you protected me. e poi, come fossi posseduta, torno indietro. And now here you have me--a woman who can’t go Per anni mi hai protetta. E ora eccomi a te—una to the ocean alone.... donna che non sa andare al mare da sola.... This woman, she wants to be taken by the hand. Questa donna vuole che qualcuno la prenda per She wants to be told to make a sand castle. mano. And she wants to be held when the waves break and Vuole che qualcuno le dica di fare un castello di sab- devour her castle. bia. Then what she wants is to cry. E vuole che qualcuno la stringa quando le onde di- To cry and to be loved for her smallness. struggeranno e divoreranno il suo castello. Poi quello che vuole è gridare. Gridare ed essere ama- ta per il suo essere piccola.

188 189 Pequeña

Otra vez estoy cerca del mar. Cada día digo, tengo que ir, tengo que escuchar las olas, tengo que tragar sal. Pero cada día algo me detiene y no llego a la playa. Me acer- co, más y más, y como si estuviera poseída, retrocedo. Por años me protegías. Y ahora aquí me tienes--una mujer que sola no puede ir al mar. Esta mujer, quiere que la lleven de la mano. Quiere que le digan que haga un castillo de arena. Y quiere que la abracen cuando las olas rompan y devoren su castillo. Despues quiere llorar. Llorar y que la amen por ser pequeña.

190 Fortunate Fortunata

I thought I would never hear a bird sing again. I Pensai che non avrei mai più sentito il canto di un uccel- thought the trees would forget how to grow leaves. The lo. Pensai che gli alberi avrebbero dimenticato come met- winter was too long. Too silent. The house fell dark and tere le foglie. L’inverno era stato troppo freddo. Troppo I could no longer tell the day from the night. I was cer- silenzioso. La casa era piombata nell’oscurità e non ero tain our love had died. I wept and wept. I filled a box più in grado di distinguere il giorno dalla notte. Ero certa with my tears. They shone like pearls that once lived in che il nostro amore fosse morto. Piansi e piansi. Le mie the ocean. lacrime riempirono una scatola. Brillavano come perle Today all the windows are open. Since dawn the che un tempo avevano saputo come nuotare nel mare. birds have been singing deliriously. The trees have Oggi tutte le finestre sono aperte. Dall’alba si sente il turned crazy green. I can smell the flowers in my garden canto delirante degli uccelli. Gli alberi sono impazziti di yielding their honey to the bees. verde. Sento l’odore dei fiori del mio giadino che offrono I never wanted a garden-- il miele alle api. I did not plant the flowers, I do not know the names Non ho mai voluto un giardino—non sono stata io a of the birds or the trees, yet their wild pleasure is not piantare i fiori, non conosco i nomi degli uccelli o degli withheld from me. alberi, però non mi si nega il loro furioso piacere. How fortunate is the world that it does not depend Com’è fortunato questo mondo a non dipendere dal- on my will. How fortunate am I that you keep watering la mia volontà. Come sono fortunata che tu continui a the stem of our love, even when it withers, even when it innaffiare lo stelo del nostro amore, anche quando appas- has nothing to give. sisce, anche quando non ha nulla da dare.

192 193 Afortunada

Pensé que nunca más escucharía un pájaro cantar. Pensé que los árboles olvidarían cómo echar sus hojas. El in- vierno fué demasiado largo y demasiado silencioso. La casa se hizo oscura y no podía distinguir entre el día y la noche. Estaba segura que nuestro amor había muerto. Lloré y lloré. Llené una caja con mis lágrimas. Brillaban como perlas que una vez vivieron en el mar. Hoy todas las ventanas están abiertas. Desde el ama- necer los pájaros cantan delirantes. Los arboles están lo- camente verdes. Puedo oler las flores en mi jardín, rin- diendo su miel a las abejas. Nunca quise un jardín-- Yo no sembré las flores, yo no conozco los nombres de los pájaros o los arboles, pero su placer feroz no se me niega.

194 Attila F. Balázs traduzione di Eliza Macadan Poveste Storia au venit au adunat sono venuti hanno raccolto clopotele le campane din ele-au făcut tunuri ne hanno fatto cannoni au adus apoi clopote hanno portato poi delle campane făcute din tunuri fatte dai cannoni le-au pus în tunurile taciturne le hanno messe nei cannoni taciturni au revenit au adunat sono ritornati hanno raccolto clopotele le campane au uitat să le mai toarne si sono dimenticati di fonderle iarași – di nuovo

198 199 În culise Dietro le quinte ceea ce nu rostește nimeni: e orfan quello che nessuno dice: è orfano topindu-se ca orice abur colorat sciogliendosi come qualsiasi vapore colorato în cerul ce se pleacă nel cielo che si china sau pierde-se în lume o si perde nel mondo verb scris pe scîndurile trenului de marfă: verbo scritto sulle stecche del treno merci: o derizorie dîră în istoria una irrisoria scia nella storia umană umana rătăcit vestigiu: e lucru de-aievea sau smarrito vestigio: corporea cosa oppure nălucire a imaginației inganno della fantasia în expansiune de polip? in espansione da polipo? străin cu chipul vlăguit printre decoruri ponosite: estraneo col viso consunto fra squallide scenografie își caută febril o viață, cerca febbrilmente una vita, a lui, mortal de suplă sua, mortalmente duttile iar dacă n-o găsește, o îmbracă e se non la trova, indossa quella di un altro come un pe-a altuia ca orfan orfano cu părinții încă în viață con i genitori ancora in vita numai în ce nu ne putem ascunde este veșnic solo quanto è chimerico rimane eterno trăit poate să fie totul: moarte vissuto può essere tutto: morte arătătorul stă? sau se rotește, cu el, lumea? l’indice sta? oppure gira, con lui, il mondo?

200 201 Cavalerii goi I cavalieri nudi ce-a mai rămas din noi cos’è rimasto di noi din cavalerii zilelor banale cavalieri dei giorni banali date cu fard tinti di cipria ce plini de noi sărbătoream come festeggiavamo arroganti tot felul de pierdute bătălii ogni sorta di battaglia persa pe cînd precum baloanele umflate mentre come palloni gonfiati pocneau de pizmă-nvingătorii noștri? scoppiavano di livore i vincitori? ce-a mai rămas din noi cutezătorii cos’è rimasto di noi impavidi ce umbrele lăsatu-ni-le-am che le nostre ombre le abbiamo lasciate de izbeliște incompiute noaptea-ntorcîndu-se însă hoțiș di notte tornando però furtivamente încît pe-amprour la trezire così che in tarda mattinata al risveglio ne aciuam în picoteala lor călduță? ci accucciavamo nel loro caldo sonno? noi ce-am crezut că dacă suntem – este și cuvînt noi poveri illusi che se siamo – c’è pure la parola iar prin acesta suntem și vom fi – e con essa siamo e saremo – pășim prin coridoare albe în afara ci avviamo per bianchi corridoi fuori a tot ce este timp da tutto ciò che tempo è căci visurile ne-au fost șterse poiché i sogni ce li hanno cancellati în vreme ce dormeam mentre dormivamo și-n pragul noii zile all’alba del nuovo giorno ne tot privim năuc continuiamo a guardarci storditi unul pe celaălalt și laolaltă: l’un l’altro e assieme: ce-a mai rămas din noi? cos’è rimasto mai di noi?

202 203 Iubirea poetului L’amore del poeta

Cu tine fac ce face primăvara Con te faccio quel che fa la primavera cu pomul de cireș - col ciliegio – spune poetul – dice il poeta – fructe de pădure frutti di bosco alune și săruturi îți culeg noccioline e baci raccolgo per te fata nu spune nimic la ragazza non dice nulla privește și surîde guarda e sorride surîde și privește sorride e guarda cu ochi galeș și alunecos con occhio languido e sfuggente admirativ și cu regrete con ammirazione e rimpianti numai atît: privește și surîde solo questo: guarda e sorride ca o mamă ca o soră come una madre come una sorella ca o curvă ca o stewardesă come una puttana come una hostess ca un sub care pămîntul mișcă come una sotto la quale la terra si muove ca una în care se mișcă ceva come una dentro cui si muove qualcosa și mîine sau poimîine e domani o dopodomani și ieri și alaltăieri e ieri e l’altroieri în patul altuia se-ntinde nel letto di un altro si sdraia plictisită și nerușinată annoiata e svergognata ca zdrențuită de furtună come sbrindellato dalla tempesta o creangă albă de cireș un ramo bianco di ciliegio

204 205 Luăm un ceai, darling? Prendiamo un tè, darling? nuanțe de albastru printre blocuri sfumature di blu fra i palazzi fereastra aruncă o ochead-n la finestra lancia un’occhiata neverosimila lumină nell’inverosimile luce din încăperea ce miroase a vanilie della stanza che odora di vaniglia doamna evadată dintr-o pînză la donna evasa da un dipinto a lui Monet di Monet răsfoiește un jurnal de modă sfoglia un giornale di moda totu-i de altfel ca-ntr-un film plictisitor tutto è come in un film noioso numai zgomote de fond lovesc timpanul solo rumori di fondo colpiscono il timpano nici brizele nu flutură perdeaua neanche le brezze ondeggiano la tenda nu-s mucuri în scrumiera de argint niente mozziconi di sigarette nel posacenere d’argento pianul cu coadă cu capacul larg deschis il pianoforte a coda con la cassa spalancata asemenea unui pește uriaș stă să înghită come un pesce gigantesco sta per inghiottire statuia patinată de bronz, albastrul din la statua patinata di bronzo, il blu del rama ferestrei a trecut în gri telaio della finestra è divenuto grigio oglinda-mi întoarce compasiv privirea lo specchio mi rivolge benigno lo sguardo luăm un ceai, darlimg? prendiamo un tè, darling?

206 207 Gertrude Grossegger traduzione di Paola Del Zoppo natura morta Natura morta in testaccio und hinter dem schlachthof a testaccio e dietro il mattatoio sind die leeren stühle gestanden le sedie vuote stavano in gruppen und wenige einzeln a gruppi e poche solitarie ich habe keine menschen gesehen non ho visto nessuno aber sie sind noch wie anwesend gewesen ma erano come presenti dann bin ich auf die vielen kleider gestoßen poi arrivo tra i molti vestiti im schlachthof mattatoio nel mattatoio bei der ausstellung exit von christian boltanski alla mostra exit di christian boltanski mäntel und kostüme und anzüge cappotti e costumi e vestiti auf kleiderhaken appesi alle grucce und aus den kleidern sind stimmen gekommen e dai vestiti venivano voci und die kleider sind plötzlich wie menschen gewesen e d’improvviso i vestiti erano persone und sie haben etwas gesagt e dicevano qualcosa dann sind sie wieder verstummt poi tacevano di nuovo und neben dem schlachthof e accanto al mattatoio und hinter dem zaun sind die alten e dietro al recinto c’erano i vecchi die frauen die männer gewesen le donne gli uomini sie sind unter sonnenschirmen gesessen seduti sotto l’ombrellone sie haben geschaut und mit den fingern gespielt hanno alzato lo sguardo e con le dita suonavano und manche hat man hinausgeführt e alcuni li portavano fuori in ihren stühlen in ihren rollstühlen nelle sedie nelle sedie a rotelle und vorne hingestellt e li mettevano fuori in die sonne gestellt li mettevano fuori al sole

210 211 sonntag domenica in der via dei delfini bin ich stehen geblieben nella via dei delfini mi sono fermata die gasse hat mich dazu gezwungen mi ci ha costretto la strada sie ist eng gewesen und angeräumt che era stretta e organizzata es sind mir keine menschen begegnet non ho incontrato nessuno ich habe auch keine gehört né ho sentito nessuno es ist totenstill gewesen c’era un silenzio mortale ich bin mitten im ghetto gestanden stavo al centro del ghetto und bin vom rad abgestiegen e sono scesa dalla bicicletta und habe es geschoben e l’ho spinta die holztore sind morsch gewesen i portoni di legno erano marci und die holznägel angesprungen e i chiodi saltati und ihre köpfe ausgeschlagen e le teste tagliate via und geschnitzte muster sind über den torbögen e sugli architravi le trame intagliate zu einem großen zusammengelaufen si fondono in un unico tratto und dann sind sie wieder ausgelaufen e poi si riseparano und jedes muster ist für sich allein weitergelaufen e ogni trama continua a muoversi per sé auf dem schild sind zeichen gewesen sul cartello segni che sie haben wie buchstaben ausgesehen somigliavano a lettere wie namen und abgewittert und unleserlich come nomi e rovinati e illegibili eine schrift hat sich eingebrannt gehabt una scritta era incisa a fuoco sie ist nur mehr wenig vorhanden gewesen era solo meno presente und hat trotzdem herausgeleuchtet e comunque spiccava die pflastersteine sind uneben gewesen le lastre di pietra erano irregolari ich habe mich bemüht leise aufzutreten mi sono sforzata di muovermi silenziosa an den toren sind schwarze müllsäcke gelehnt appoggiate ai portoni c’erano sacchi neri di immondizia wie wächter haben sie ausgesehen und müde sembravano guardiani e stanchi und eingenickt und in sich zusammengeknickt e rannicchiati e piegati

212 213 dann habe ich kaltes metall auf meinem bein gespürt poi ho sentito del metalo freddo sulla gamba ich bin an eine der gasflaschen gestoßen avevo urtato una delle bombole del gas und dass sie mir aufgelauert hat habe ich gedacht e ho pensato che mi avesse lambito und dass sie mich hat erschrecken wollen e che volesse spaventarmi und ich bin haut an haut mit den geistern gestanden e di essere pelle a pelle con i fantasmi ich habe mich nicht gerührt non mi sono mossa dann haben sich die gasflaschen bewegt poi le bombole si sono mosse und die müllsäcke haben sich aufgerichtet e i sacchi si sono drizzati sie haben gesichter bekommen und haben geredet ecco che avevano un viso e parlavano ihre stimmen sind immer lauter geworden le voci sempre più alte sie haben auf mich eingeredet mi hanno interpellato und es hat mich hin und her gerissen e mi tiravano da una voce all’altra von einer stimme zur anderen volevo nascondermi da quelle voci ich habe mich vor diesen stimmen verstecken wollen e scappare da quella via muta und ich habe aus dieser stummen gasse laufen wollen ma la via si faceva più e più lunga aber die gasse ist immer länger und länger geworden volevo muovermi ich habe gehen wollen ma non riuscivo ad andare avanti und bin nicht weitergekommen

214 215 fluss fiume sie sind vor mir gestanden und haben gestarrt stavano davanti a me e guardavano fissi sie haben in mein gesicht gestarrt mi guardavano fissi in viso dann ist mein gesicht starr geworden poi il mio viso si è fissato sie haben nichts gesagt non hanno detto niente ich bin weiter gegangen und sie haben mir nachgerufen ho proseguito e mi hanno chiamato buon giorno haben sie mir nachgerufen BUON GIORNO chiamavano und warum hast du nicht buon giorno gesagt e perché hai detto buon giorno haben sie in ihre stimme gelegt hanno messo nella voce und du bist in meine nähe gegangen e mi hai camminato vicino und du hast mein revier betreten e sei entrato nella mia visuale so hat ihr buon giorno geklungen così suonava il buongiorno sie haben meinen gruß eingefordert hanno preteso il saluto sie sind aufrecht gewesen im sitzen oder im stehen ritti seduti o in piedi und stolz und durchdringend e fieri e penetranti und sie haben mir angst gemacht e mi hanno fatto paura und ich habe mich gefragt e mi sono chiesta was sie gedacht haben und gesagt cosa abbiano detto o chiesto und was ihr gesicht hergezeigt hat e cosa mostrava il loro viso und was sie geheim gehalten haben und wohin sie e cosa tenevano segreto e dove stavano andando gegangen sind di giorno e fino a tardi la notte e fino al mattino presto tagsüber und bis spät in die nacht und bis in den frühen e chi fossero morgen und wer sie gewesen sind

216 217 boden terra ich habe sie liegen sehen auf dem boden l’ho vista lì stesa per terra und nackt ist sie gewesen ed era nuda die beine hat sie angezogen gehabt aveva le gambe al petto das foto ist langzeitbelichtet gewesen la foto ad alta esposizione sie hat verschiedene kauerstellungen mostrava diverse am alten tonziegelboden ausgeführt composizioni sull’antico pavimento di cotto der körper ist eins gewesen mit dem boden il corpo era tutt’uno con la terra er hat mich an die vielen skulpturen in der stadt erinnert mi ricordò le molte sculture in città und wie er aus dem boden herausgekommen ist e di come spuntava lui dal pavimento die nackte haut auf dem nackten boden hat mich berührt la pelle nuda sul nudo pavimento mi ha commosso der boden hat risse und sprünge gehabt il pavimento con crepe e spaccature und das bodenmuster ist unterbrochen gewesen e il disegno del pavimento interrotto und wie diese risse im boden entstanden sind e come quelle crepe si erano fatte und wie sie den boden einzigartig gemacht haben e come hanno reso il pavimento eccezionale und wie reizvoll sie gewesen sind und wie weh sie getan e come erano attraenti e come hanno fatto male haben ho sentito freddo a guardare la donna nuda ich habe kälte gespürt beim anblick der nackten frau e mi sono venute in mente foto di campi di battaglia e und mir sind fotos von kriegsschauplätzen eingefallen torture und folter e come rimangono crepe per terra e nel corpo und wie die risse im boden geblieben sind und im körper

218 219 Gertrude Grossegger, nata a Knittelfeld in Austria, ha studiato a Graz e vive a Eichkögl. Scrive lirica, teatro e prosa.

Pubblicazioni: es blieb was sie sah, Gedichte und Bilder, Verlag Bibliothek der Provinz, 2003 lebensabschnittspartnerin, Anthologie “Grazer Tagebuch”, Steir. Verlagsg., 2004 im fluss, Gedichte, Verlag Bibliothek der Provinz, 2004 Rossella Pompeo so stumm sind die fische nicht, Prosa, Verlag Leykam, Graz, 2006 Une idée de la vie / Un’idea della vita auf den berg, Anthologie “flash”, Steir. Verlagsg., 2007 rauschen, Anthologie “rausch.zu.stände”, Edition Kürbis, inediti 2007 saxa rubra saxa alba, Gedichte und Bilder, Verlag Biblio- thek der Provinz, 2008 wie lautet stille, Spuren.Lese, Regionale 08 hier außer mir. Gedichte, Graz: Edition Keiper, 2013

Numerose sue pubblicazioni sono state accolte in riviste, giornali e per la televisione austriaca (Lichtungen, Ma- nuskripte, Ostragehege, Sterz) und im ORF.

Premi: Literaturpreis “Theater im Kürbis”, Wies 2001; Borsa di studio a Roma del cancellierato austriaco (2004 e 2006), Borsa di lavoro del Cancellierato nel 2005, Premio Min- na Kautsky nel 2005.

220 Le même soupir du pré Lo stesso sospiro del prato

Le même soupir du pré Lo stesso sospiro del prato celui qui fait grandir quello che fa crescere des forêts d’âmes delle foreste d’anime

Le même ruisseau où Lo stesso ruscello les larmes du monde dove le lacrime del mondo se sont faites nuages si son fatte nuvole

Le même instant où Lo stesso istante in cui tout est prêt, la nouvelle vie tutto è pronto, la nuova vita peut commencer può iniziare

Le start le via le on peut le faire L’inizio il via il si può fare sans s’arrêter senza arrestarsi aux doutes di fronte ai dubbi

La même lumière La stessa luce que celui venu di colui venuto au monde al mondo

222 223 Le petit matin L’alba sul mio palmo

Le petit matin L’alba sul mio palmo sur ma paume il papavero arrossa sulle nubi

le coquelicot rougit le farfalle mute sur les nuages attraverso la luce

les papillons muets danzano con le ali rotte à travers l’éclairage hanno rischiato la morte

dansent les ailes brisées ora il cielo le bacia on voulait les tuer scompaiono volando ancora più in alto

maintenant le ciel les a embrassées dove chiunque non può che ammirarle elles s’envolent plus haut

où le monde ne peut que les admirer

224 225 Je viens d’où ? Da dove vengo?

Je viens d’où ? Da dove vengo? Mamadou ? Mamadou? Je l’ai oublié L’ho dimenticato Je viens d’où ? Da dove vengo? Barbe-Bleue ? Barbablù? Je ne le rappelle plus Non lo so più Qu’est-ce qu’ils regardent tes yeux ? Cosa guardano i tuoi occhi? Est-ce qu’ils te servent encore ou non ? Ti servono ancora o no? Et tes si belles lèvres ? E le tue labbra così belle Ont la chaleur du Sud Conservano il calore del Sud Des étoffes pleines de poussière et de couleurs Delle stoffe polverose e colorate De sable d’or Di sabbia d’oro Où près de toi chaque matin un lion Dove al tuo fianco ogni mattino un leone Te léchait le visage pour le laver Ti leccava il volto per lavartelo Et tes mains ? Qu’est-ce qu’elles renferment ? E le tue mani? Cosa racchiudono? Pas légumes ou bois ni un perroquet Non legumi o legno ne’ un pappagallo Elles renferment un téléphone mobile Esse racchiudono un telefono cellulare Elles jouent à la chasse : le lion affamé doit manger les Giocano alla caccia: il leone affamato deve mangiare i petits animaux piccoli animali

226 227 Elle est dans le reflet È nel riflesso

Elle est E’ nel riflesso dans le reflet du jour del giorno la mia anima mon âme gioca sempre il joue toujours il mio angelo mon ange sullo schermo pensoso sur l’écran pensive sul sogno di un ubriaco sur le rêve d’un ivre provo umanità je ressens de l’humanité essa si è abbigliata elle s’est habillée per la gran serata pour la grande soirée i miei invitati, le lacrime mes invités les larmes sono già preparate sont dejà préparées attendono in piedi elle attendent debout sotto la sfera delle mie palpebre sous la sphère des mes paupières pronte come sono prêtes comme elles sont a far traspirare la mia vita à faire transpirer ma vie

228 229 On nous détache d’un endroit parfois Ci si distacca da un luogo talvolta

On nous détache d’un endroit - parfois Ci si distacca da un luogo - talvolta on nous sent ailleurs ci si sente altrove la clarté de la vie nous échappe - parfois la chiarezza della vita ci sfugge - talvolta en nous détachant on nous retouche distaccandoci ci si ricontatta l’intimité est dans nos coeurs où - parfois l’intimità è nei nostri cuori dove - talvolta la liberté la libertà s’éclaire s’illumina

230 231 Être à la fois humains Essere a un tempo umani

Être à la fois humains Essere a un tempo umani pas être du tout non essere del tutto ne cesser pas jamais d’être non cessare mai di essere oublier il faut oublier sans vide dimenticare bisogna dimenticare senza vuoto remplir recouvrir dépasser riempire ricoprire superare ni foi ni justice ni judge ni forêt ni auberge né fede né giustizia né giudice né foresta né locanda l’intimité rendue plus jamais perdue l’intimità resa mai più perduta l’instant où on s’engage de s’améliorer l’instante in cui ci si impegna a essere migliori l’instant où on s’engage de s’améliorer l’instante in cui ci si impegna a essere migliori l’amélioration échoue il miglioramento fallisce

232 233 Sauf toi, moi Salvo te, io

Sauf toi, moi Salvo te, io je t’en supplie, redonne-nous ti prego, ridonaci i giorni, les jours, les incertitudes me moquent le incertezze si prendono gioco di me redonne-nous l’attente restituiscici l’attesa bien secrète ben riposta Seule à nous la clé de nous Solo nostra la chiave di noi

234 235 La fleur étoilée nous regarde Il fiore stellato ci guarda

La fleur étoilée nous regarde Il fiore stellato ci guarda elle nous donne paix dandoci pace Les yeux qui nous habitent Gli occhi che ci abitano vous donnent de l’amour vi donano amore L’histoire du monde nous vit La storia del mondo ci vive Vite vite on est près d’être avalés Presto presto si sta per essere inghiottiti

236 237 Ciel empereur Tu n’as pas l’air romain son mouvement son abîme

Ciel de Vienne Seule une couleur ne te touche pas dont l’azur Ciel de nuages sereins couleur pastel A l’élégance de l’impératrice De gracieux papillons volètent avec joie

Ciel de Vienne Poésie écrite en 2013 De tes plumes jaunissent les genêts refleurissent Les amours naissent sur Terre parmi nous et font rajeunir

Ciel de Vienne Orné d’une paix austère tu ne nous donnes pas tes cris Tu es le petit morceau d’un chemin infini

Ciel de Vienne Là-bas l’Europe s’obscurcit Mais ton regard est bienveillant tu ne mens pas

Ciel de Vienne Tes plumes tes yeux tes soupirs brunissent au soleil Tu t’est fait tout d’or et toi dévisage notre regard avec noblesse

Ciel de Vienne Tu danses une douce valse Imagine-toi la vie qui se déroule sous nos pas La lenteur qui nous conduit vers l’au-delà

Ciel de Vienne

238 239 Rossella Pompeo nasce ad Anagni e vive a Roma. Si dell’arte. laurea in Diritto Internazionale presso l’Università La Durante gli studi di regia cinematografica ha realizzato Sapienza di Roma, studia presso l’Université Libre de il cortometraggio: Le mani antiche ed ha avuto modo Bruxelles e si specializza in regia e sceneggiatura cinema- di conoscere il regista di origini rumene Bogdan Dreyer tografiche alla Libera Università del Cinema di Roma. Dumitresku per il quale ha curato l’adattamento poetico Lavora presso la casa editrice ALPES e collabora con altre della sceneggiatura del film: A Farewell to Fools nel cui case editrici romane. cast appaiono gli attori: Elsa Morante, Gérard Depardieu Sin dall’infanzia ha mostrato una particolare passione e Harvey Keitel. per la cultura francese essendo stata cresciuta dalla madre Nel 2012 ha ideato e condotto il laboratorio di poesia: con un compagno di origini franco-inglesi e avendo tra- La poesia come via al Volturno crocevia presso il Cinema scorso gran parte delle sue vacanze natalizie ed estive ad Volturno di Roma destinato per lo più alle etnie differen- Amiens nel Nord della Francia e a Brighton. Da questo ti da quella italiana data la dislocazione del Volturno nei forte legame affettivo maturato oltreché con le persone pressi della stazione Termini e con la finalità di indagare anche con i luoghi, sono nate delle poesie scritte diret- un territorio poetico nuovo e talvolta oscuro agli stessi tamente in lingua francese contenute nella sua raccolta partecipanti. d’esordio: Oltre il muro le cose, Manni Editori e di re- Per una conoscenza più approfondita della sua opera let- cente ripubblicate sul sito di poesia francese: Recours au teraria vi invitiamo a visitare il suo blog: Il Grandangolo Poèmes http://www.recoursaupoeme.fr/po%C3%A8tes/ http://rossellapompeo.wordpress.com/ rossella-pompeo Ha pubblicato la raccolta di 22 racconti: Roma è come Asmara, Zona Editrice ed è stata selezionata dalla RCS Libri come migliore scrittrice esordiente. Ha collaborato con il Prof. Filippo Bettini alle iniziative poetiche dell’Associazione Allegorein ed è stata poetessa del Festival Mediterranea. Ha scritto sulle pagine culturali del quotidiano “Libe- razione” e collabora con: Reti di Dedalus, Rivista Let- teraria del Sindacato Nazionale Scrittori; Philosophe- ma, bimestrale di filosofia e BTA Bollettino Telematico

240 241 Tradurre Inger Christensen di Bruno Berni Tradurre poesia non è mai un atto banale, richiede – più che la prosa − la capacità (almeno il tentativo) di lasciarsi scivolare in un testo, indossarlo, esplorarlo a occhi chiusi, percepirlo sulla pelle, sentirlo fin dentro allo stomaco, provare persino il dolore che lo sostiene. Per poi spogliar- si di nuovo e, conservandone traccia sull’anima, tenere lontano il mondo e cucire un nuovo testo, ancora a occhi chiusi, con altri materiali, ma un testo che dia a chi lo indossa le stesse sensazioni provate. Forse è così, tradurre poesia. O forse no.

Tradurre la poesia di Inger Christensen è anche altro, un’esperienza non facile perché ogni singola parte − in una produzione in versi che, raccolta in un volume col suo volto in copertina, non arriva a cinquecento pagine (ma pesa come un gruppo marmoreo) − appare come elemento di una costruzione infinita di mattoni che rega- lano fino in fondo il loro vero senso solo se posti pazien- temente l’uno accanto all’altro. Una sfida affascinante e irrinunciabile.

È passato molto tempo da quando la Valle delle farfalle si è posata leggera sulla mia scrivania. Persino la scrivania è cambiata, almeno un paio di volte, ma il testo è ancora lì, quindici pagine. Tutto è iniziato con la folle visione

245 che sia facile impresa tradurre una corona di sonetti, lo to che si è accesa la luce, mi sono guardato allo spec- schema descritto nella maniera più chiara dal Crescim- chio dicendomi profeticamente ciò che solo anni dopo beni nei suoi Comentarj: una serie di quattordici sonetti altri avrebbero compreso già al primo incontro: “Sei un in cui il verso finale di ciascuno rappresenta l’iniziale del deficiente”. Una corona di sonetti va tessuta al contra- successivo, in un legame circolare cui fa da corona un rio. Come tradurre un giallo partendo dalla fine, come quindicesimo sonetto che contiene in sé i quattordici se solo sapendo il nome dell’assassino si riuscisse a rico- versi iniziali. In preda al male comune ai traduttori – struirne la trama. Un’esistenza in retromarcia, ciò che nel leggere un testo con la mente che già vola alle impunture mondo reale non è concesso, ma sulla carta magari anche che risolveranno quella difficile piega, affinché il resto sì. E così via a limare il quindicesimo sonetto, e con quel della stoffa scorra liscio sotto la mano – in preda a quel lavoro alla fine tutti i primi e gli ultimi versi sono pronti, male la lettura del primo sonetto concedeva speranze di in uno schema che tesse la trama di una tela sulla quale poter riprodurre la partitura. ricamare il resto.

È un gioco complesso, scovare una chiave che apra la “Ma perché devi farla in rima?” mi chiese Inger Chri- possibilità di arrivare alla fine senza perdere del tutto la stensen una sera. Eravamo a casa di amici comuni, a cena faccia, trovare i segreti nascosti tra le righe, quelli che da Morten, in una Copenaghen immersa nel freddo in- hanno permesso all’autore quel ricamo di versi e che vernale, e le avevo appena confessato che la corona di so- permetteranno al traduttore di cavarsela senza rompere netti era lì che lentamente avanzava, che l’avrei comple- troppo gli schemi. Capire le strategie e le pieghe del te- tata, ma con calma, perché duecentodieci versi rimati in sto che mi permettono uno spazio di manovra, anche se quel modo chiedono tempo. “Devo farla in rima perché lieve. Il primo sonetto si è scritto da solo, riproducendo sono sonetti e io sono italiano, mi sembra motivo suffi- – spero – la musica dell’originale, alzando un po’ il tono ciente”, risposi, “devo farla in rima perché tu componi – ma non è che in danese il sonetto sia un genere basso −, strutture disposte intorno a un progetto, e quel progetto rispettando le rime, al punto che i primi versi erano già devo rispettarlo”. “Ci metterai troppo tempo, ma se arri- sotto il testo, bastava grattare con quel male comune e la vi alla fine verrò a leggerla io in italiano”. musica cambiava lingua. Il secondo è arrivato con qual- che affanno in più, ma alla fine era pronto anche quello. Era una promessa capace di alimentare il lavoro. Già pochi mesi dopo era in Italia, Inger Christensen, per fare È stato a quel punto che ho capito, è stato a quel pun- letture. Non era completa, la corona di sonetti, l’accor-

246 247 do non poteva essere rispettato, perciò Inger leggeva in danese, io in italiano. A Napoli il primo sonetto usciva dalla porta di Treves e si diffondeva in piazza Plebiscito, e chi l’ha sentita leggere non se la dimenticherà. A Roma le Scale d’acqua tornavano alla lingua in cui erano state vissute, tradotte per lei, per quella serata, pubblicate solo qualche anno più tardi. Lette in questa città per la prima volta dopo quarant’anni, sulla terrazza del Circolo Scan- dinavo, alla Lungara, mentre il sole calava e in lontanan- za il traffico del Lungotevere sembrava fermarsi in ascolto di quella voce mormorante: “Piazza Campitelli, piazza Nicosia, piazza Colonna”.

Certa gente dovrebbe essere immortale, altra gente no. È questa la differenza, ma non è mai così. Pochi mesi dopo, il 2 gennaio del 2009, Inger Christensen se n’è andata a 74 anni, fermando il mio lavoro: non aveva più senso portarlo a compimento. “Ci metterai troppo tem- po”, e aveva ragione. C’è voluto qualche anno, ma poi ho capito che tanto immortale lo era, e che comunque un debito lo avevo, qualche anno per decidere di ripren- dere in mano la tela e completare il ricamo. Un lavoro che non può avere scadenze, ma che solo se sottomesso ai rigori di un contratto può sperare di trovare il flusso necessario per essere portato a termine, e il momento è arrivato. Certe cose richiedono forse una folle visione, l’incoscienza del sedicenne che segue l’istinto. A me im- porta di più che la testa del traduttore maturo – se c’è − serva invece per pagare finalmente il mio debito a Inger.

248 I I

De stiger op, planetens sommerfugle Salgono, le farfalle del pianeta, som farvestøv fra jordens varme krop, come pigmento dal calor del suolo, zinnober, okker, guld og fosforgule, cinabro, ocra, oro e giallo creta, en sværm af kemisk grundstof løftet op. di chimici elementi emerso stuolo.

Er dette vingeflimmer kun en stime È questo batter d’ali un’adunata af lyspartikler i et indbildt syn? di particelle di luce in un miraggio? Er det min barndoms drømte sommertime È dell’infanzia l’estate già sognata splintret som i tidsforskudte lyn? rifratta come in differito raggio?

Nej, det er lysets engel, som kan male No, è l’angelo di luce che dipinge sig selv som sort Apollo mnemosyne, se stesso come Apollo mnemosyne, som ildfugl, poppelfugl og svalehale. come papilio, macaone e sfinge.

Jeg ser dem med min slørede fornuft Le vedo con la mente mia malsana som lette fjer i varmedisens dyne come piume nella bruma di calura i Brajcinodalens middagshede luft. a Brajčino nell’afa meridiana.

250 251 XV XV

De stiger op, planetens sommerfugle Salgono le farfalle del pianeta, i Brajcinodalens middagshede luft, a Brajčino nell’afa meridiana, op fra den underjordisk bitre hule, dall’aspra sotterranea segreta som bjergbuskadset dækker med sin duft. che di profumo inonda oggi la piana.

Som blåfugl, admiral og sørgekåbe, Come atalanta, antiopa ed erato som påfugløje flagrer de omkring come argo azzurro svolazzano qua e là og foregøgler universets tåbe e s’illude lo sciocco del creato et liv der ikke dør som ingenting. con una vita che la morte non vedrà.

Hvem er det der fortryller dette møde Chi è colui che incanta tal convegno med strejf af sjælefred og søde løgne con sprazzi di quiete e dolci inganni og sommersyner af forsvundne døde? e di morti scomparsi gran disegno?

Mit øre svarer med sin døve ringen: Il mio orecchio risponde pigramente: Det er døden som med egne øjne è morte che con occhi senza affanni ser dig an fra sommerfuglevingen. da quell’ala ti studia attentamente.

252 253 Dylan Thomas “Fern Hill/Il colle delle felci”

Traduzione di Andrea Sirotti FERN HILL IL COLLE DELLE FELCI

Now as I was young and easy under the apple boughs Ora ero giovane e semplice sotto i rami del melo About the lilting house and happy as the grass was green, presso la casa sonora e felice come l’erba era verde, The night above the dingle starry, la notte sulla vallata radiosa di stelle, Time let me hail and climb il tempo mi faceva esultare Golden in the heydays of his eyes, e arrampicare d’oro nel rigoglio dei suoi occhi, And honoured among wagons I was prince of the apple towns e venerato tra i carri ero principe delle città di mele And once below a time I lordly had the trees and leaves e cerunavolta io, il signore, che alberi e foglie Trail with daisies and barley faceva scendere con orzo e margherite Down the rivers of the windfall light. giù per i fiumi di luce donati dal vento.

And as I was green and carefree, famous among the barns E com’ero verde e spensierato, famoso nei granai, About the happy yard and singing as the farm was home, nell’aia felice, cantando ché la fattoria era casa, In the sun that is young once only, nel sole che è solo una volta giovane, Time let me play and be il tempo mi faceva giocare Golden in the mercy of his means, e essere d’oro nella grazia dei suoi mezzi, And green and golden I was huntsman and herdsman, the calves ed ero verde e d’oro, cacciatore e pastore, i vitelli Sang to my horn, the foxes on the hills barked clear and cold, cantavano al mio corno, le volpi sui colli latravano nitide e fredde, And the sabbath rang slowly e il sabba risuonava lento In the pebbles of the holy streams. sui sassi dei sacri torrenti.

All the sun long it was running, it was lovely, the hay E per tutto il sole erano corse, era bello, e i campi Fields high as the house, the tunes from the chimneys, it was air di fieno alti come la casa, i canti dei camini, era aria And playing, lovely and watery e gioco, bello e acqueo And fire green as grass. e fuoco verde come l’erba. E a notte, sotto le semplici stelle And nightly under the simple stars

256 257 As I rode to sleep the owls were bearing the farm away, mentre cavalcavo nel sonno le civette portavano via la casa, All the moon long I heard, blessed among stables, the nightjars e per tutta la luna sentivo, beato fra le stalle, i caprimulghi Flying with the ricks, and the horses che volavano coi mucchi di fieno, e i cavalli Flashing into the dark. che balenavano nel buio.

And then to awake, and the farm, like a wanderer white E poi svegliarsi, e la fattoria, come un viandante bianco With the dew, come back, the cock on his shoulder: it was all di rugiada, tornava col gallo in spalla: tutto era Shining, it was Adam and maiden splendente, era Adamo e vergine, The sky gathered again il cielo si componeva ancora And the sun grew round that very day. e il sole cresceva tondo proprio quel giorno. So it must have been after the birth of the simple light così dev’essere stato dopo la nascita della luce semplice In the first, spinning place, the spellbound horses walking warm nel primo spazio roteante, gli incantati cavalli caldi al passo Out of the whinnying green stable fuori dalla verde stalla nitrente On to the fields of praise. sopra i campi della lode.

And honoured among foxes and pheasants by the gay house E venerato fra le volpi e i fagiani presso la casa felice Under the new made clouds and happy as the heart was long, sotto le nuove nuvole e gioioso per tutto il tempo del cuore, In the sun born over and over, nel sole che sorge in eterno, I ran my heedless ways, percorsi le mie strade spensierate, My wishes raced through the house high hay i miei desideri correvano per il fieno alto come la casa And nothing I cared, at my sky blue trades, that time allows e nulla m’importava, nei miei traffici azzurro-cielo, che il tempo In all his tuneful turning so few and such morning songs permette Before the children green and golden in tutte le sonore svolte solo poche canzoni del mattino Follow him out of grace. prima che i bimbi verdi e d’oro lo seguano senza più grazia. Nothing I cared, in the lamb white days, that time would take me Up to swallow thronged loft by the shadow of my hand, Non m’importava, nei giorni bianco-agnello, che il tempo In the moon that is always rising, m’avrebbe condotto su nel solaio fitto di rondini per l’ombra della mia mano, Nor that riding to sleep

258 259 I should hear him fly with the high fields nella luna che sempre sta sorgendo, And wake to the farm forever fled from the childless land. né che cavalcando nel sonno Oh as I was young and easy in the mercy of his means, l’avrei udito volare insieme ai campi alti Time held me green and dying e mi sarei svegliato nella fattoria scomparsa per sempre dalla terra Though I sang in my chains like the sea. senza prole. Oh quando ero giovane e semplice nella grazia dei suoi mezzi, verde e morente mi trattenne il tempo benché cantassi nelle mie catene, come il mare.

260 261 Milo De Angelis da Tema dell’addio

Mondadori 2004 traduzione in svedese di Karin Helena Vikström Contare i secondi, i vagoni dell’Eurostar, vederti Räkna sekunderna, vagnarna på Eurostar, se dig scendere dal numero nove, il carrello, il sorriso, stiga ner ur nummer nio, väskan, leendet, il batticuore, la notizia, la grande notizia. hjärtklappningen, nyheten, den stora nyheten. Questo è avvenuto, nel 1990. È avvenuto, certamente Detta har hänt, 1990. Det har hänt, visst è avvenuto. E prima ancora, il tuffo nel Ticino, har det hänt. Och tidigare ändå, hoppet ner i Ticino, mentre il pallone scompariva. È avvenuto. medan bollen gled iväg. Det har hänt. Abbiamo visto l’aperto e il nascosto di un attimo. Vi har sett det öppna och det fördolda i ett ögonblick. Le fate tornavano negli alloggi popolari, l’uragano Feerna återvände till hyreskasernerna, orkanen riempiva un cielo allucinato. Ogni cosa era lì, tornade upp sig på en hotfull himmel. Var sak fanns där, deserta e piena, per noi che attendiamo. övergiven och full, för oss som väntar.

264 265 Milano era asfalto, asfalto liquefatto. Nel deserto Milano var asfalt, flytande asfalt. I en trädgårds di un giardino avvenne la carezza, la penombra avskildhet kom smekningen till, halvskuggans addolcita che invase le foglie, ora senza giudizio, sötma som intog bladen, timme utan fördömande, spazio assoluto di una lacrima. Un istante absolut utrymme för en tår. Ett ögonblick in equilibrio tra due nomi avanzò verso di noi, i balans mellan två namn närmade sig oss, si fece luminoso, si posò respirando sul petto, det lyste upp, placerade sig andandes på bröstet, sulla grande presenza sconosciuta. Morire fu quello på den stora okända närvaron. Att dö var detta sbriciolarsi delle linee, noi lì e il gesto ovunque, söndersmulande av linjerna, vi där och gesten var som noi dispersi nelle supreme tensioni dell’estate, helst, noi tra le ossa e l’essenza della terra. vi utspridda bland sommarens yttersta spänning, vi bland benresterna och jordens essens.

266 267 Non è più dato. Il pianto che si trasformava Det är inte längre möjligt. Gråten som gick över in un ridere impazzito, le notti passate i ett tokskratt, nätterna tillbringade på språng correndo in Via Crescenzago, inseguendo il neon längs Via Crescenzago, jagandes neonskylten till di un’edicola. Non è più dato. Non è più nostro en tidningskiosk. Det är inte längre möjligt. Den är ej il batticuore di aspettare mezzanotte, aspettarla längre vår finché mezzanotte entra nel suo vero tumulto, hjärtklappningen i väntan på midnatt, invänta den nella frenesia di tutte le ore, di tutte le ore. till dess att midnatt går in i sitt verkliga tumult, Non è più dato. Uno solo è il tempo, una sola i alla timmars, alla timmars frenesi. la morte, poche le ossessioni, poche Det är inte längre möjligt. Bara en är tiden, bara en le notti d’amore, pochi i baci, poche le strade döden, få är besattenheterna, få är che portano fuori di noi, poche le poesie. kärleksnätterna, få är kyssarna, få är vägarna som bär iväg ut från oss, få är dikterna.

268 269 Tutto era già in cammino. Da allora a qui. Tutto Allt var redan igång. Från den stunden och hit. All il tempo, luminoso, sfiorava le labbra. Tutti tid, lysande, nuddade vid läpparna. Alla i respiri si riunivano nella collana. Le ombre andetagen förenades i halsbandet. Lambrates di Lambrate chiusero la porta. Tutta la stanza, skuggor stängde igen dörren. Hela rummet, assorta, diventò il primo battito. Il nero uppslukat, blev till det första hjärtslaget. Det svarta dei tuoi capelli contro il giallo dell’ultimo raggio. i ditt hår mot det gula i den sista solstrålen. Da allora a qui. Era il primo giorno dell’estate. Från den stunden och hit. Det var sommarens första dag. Il silenzio ci riempiva la fronte, Tutto era Tystnaden uppfyllde våra pannor. Allt var già in cammino, da allora, tutto era qui, unico redan igång, från den stunden, var allt här, unikt e perduto, nostro e remoto, ardente. Tutto chiedeva och förlorat, vårt och avlägset, brännande. Allt bad di essere atteso, tornare nel suo vero nome. om att få stanna upp, att få återvända till sitt verkliga namn.

270 271 Non c’era più tempo. La camera era entrata in una fiala. Det fanns inte längre tid. Rummet hade glidit in i en Non era più dato spartire l’essenza. Non avevi ampull. più la collana. Non avevi più tempo. Il tempo era una Det var inte längre möjligt sprida ut essensen. Du hade luce inte marina tra le persiane, una festa di sorelle, längre halsbandet. Du hade inte längre tid. Tiden var ett la ferita, l’acqua alla gola, Villa Litta. Non c’era sken più giorno. L’ombra della terra riempiva gli occhi från havet mellan jalusierna, en systerfest, con la paura dei colori scomparsi. Ogni molecola såret, hjärtat i halsgropen, Villa Litta. Det fanns ej era in attesa. Abbiamo guardato il rammendo längre dag. Jordens skugga fyllde ögonen delle mani. Non c’era più luce. Ancora una volta med de förlorade färgernas rädsla. Var molekyl ci stanno chiamando, giudicati da una stella fissa. var i spänd förväntan. Vi hade sett hur händerna tråcklades ihop. Det fanns inte längre ljus. Återigen kallar de på oss, dömda av en fix-stjärna.

272 273 Nell’estate del tempo umano, nell’ultima estate, Under människoålderns sommar, under den sista c’erano tutte le strade. La Prenestina sommaren, con le sue tangenziali raggiungeva il mare fanns där alla vägar. Prenestina di Taranto vecchia e i giardini di Porta Venezia, med sina tillfarter nådde fram till havet geografia di unioni insperate, tempo che non si perde, vid Taranto vecchia och Porta Venezias trädgårdar, tutte le strade, tutti gli amori immersi in uno solo geografi av oväntade unioner, tid som man inte förlorar, e rinati, tutti i passi davanti al portone, gli sguardi alla vägarna, alla kärlekarna nedsänkta i en enda sul citofono, tutte le voci, gli accenti, le sillabe, och återfödda, alla stegen framför porten, blickarna tu che uscivi sorridente con il tuo colbacco på porttelefonen, alla rösterna, accenterna, stavelserna, e camminavi decisa verso un autobus. du som kom ut leende i din stora skinnmössa och gick med bestämda steg mot en buss.

274 275 C’è stato un compleanno, all’inizio, certamente. Det var en födelsedag, i början, helt säkert. Cinque candeline azzurre, i parenti mai visti, Fem små himmelsblå ljus, släktingarna man aldrig sett, gli evviva. C’è stato, quello c’è stato. hurraropen. Det har varit, detta har varit. Il quindicesimo fu in Monferrato, ricordo, Den femtonde var i Monferrato, minns jag, con Luisella e Cristiana, il torneo di lotta sul Po, med Luisella och Cristiana, turneringen på floden Po, il corpo vinto, il seno intravisto. È stato lì. den besegrade kroppen, bröstet som skymtades. Det var Nel misterioso tumulto si formava un’ossatura, il senso där. delle ore troncate. Tutto era più vicino al sangue I det gåtfulla tumultet formades en struktur, känslan che all’arcobaleno. C’è stato. C’è stato. Gli occhi av de stympade timmarna. Allt var närmare blodet cercavano, nella materia inquieta, un’incisione. än regnbågen. Det har varit. Det har varit. Ögonen Nel viso invecchiato di una donna, il mondo letade, i den oroliga massan, efter en skåra. intero appassiva. Poi, in una paladina, rinasceva. Latte I en kvinnas åldrade ansikte, skrumpnade hela e croce. Via degli smarriti. Compito scritto. världen. Sedan, in en kvinnlig riddares, återföddes den. Mjölk och kors. De förlorades väg. Läxan nedskriven.

276 277 In te si radunano tutte le morti, tutti I dig förenas alla dödar, allt i vetri spezzati, le pagine secche, gli squilibri det krossade glaset, de torra sidorna, tankens del pensiero, si radunano in te, colpevole obalans, de förenas i dig, skyldig di tutte le morti, incompiuta e colpevole, till alla dödar, ofullbordad och skyldig, nella veglia di tutte le madri, nella tua i alla mödrars vaka, i din immobile. Si radunano lì, nelle tue orörliga. De förenas där, i dina deboli mani. Sono morte le mele di questo mercato, veka händer. Denna marknads äpplen är döda, queste poesie tornano nella loro grammatica, dessa dikter återvänder till sin grammatik, nella stanza dell’albergo, nella baracca till hotellrummet, till baracken di ciò che non si unisce, anime senza sosta, i det som inte förenas, själar utan uppehåll, labbra invecchiate, scorza strappata al tronco. åldrade läppar, bark nedriven från stammen. Sono morte. Si radunano lì. Hanno sbagliato, De är döda. De samlas där. De misslyckades, hanno sbagliato l’operazione. de misslyckades med operationen.

278 279 Il luogo era immobile, la parola scura. Era quello Platsen var orörlig, ordet mörkt. Denna var il luogo stabilito. Addio memoria di notti den fastställda platsen. Adjö minne av lucenti, addio grande sorriso. Il luogo era lì. strålande nätter, adjö stora leende. Platsen var där. Respirare fu un buio di persiane, uno stare primitivo. Att andas var ett jalusi-mörker, ett primitivt tillstånd. Silenzio e deserto si scambiavano volto e noi Tystnad och övergivenhet bytte skepnad och vi parlavamo a una lampada. Il luogo era quello. I tram talade till en lampa. Platsen var denna. Spårvagnarna passavano radi. Venere ritornava nella sua baracca. passerade sällan. Venus återvände till sin barack. Dalla gola guerriera si staccavano episodi. Non abbiamo Ur krigarstrupen kom lösryckta episoder. Vi sa inte detto più niente. Il luogo era quello. Era lì längre något. Platsen var denna. Det var där che stavi morendo. du skulle dö.

280 281 Affogano le nazioni, crollano le torri, un caos Nationerna drunknar, tornen rasar, ett kaos di lingue e colori, traumi e nuovi amori, av språk och färger, trauman och nya kärlekar, entra alla Bovisasca, spazza via il novecento intar Bovisasca, sopar bort nittonhundratalets della solitudine maestra, del nostro verso stora ensamhet från vår rad sospeso nel vuoto. Altre donne si aggirano upphängd i intet. Andra kvinnor rör sig tra gli scarti del mercato, nella nuova miseria bland skräpet från marknaden, i den nya misären di questo istante. Io siedo al caffè sottocasa, av detta ögonblick. Jag sitter på kaféet framför huset, guardo il paesaggio che fu di Sironi, in un solitario betraktar det som var Sironis landskap, en ödslig dodici agosto, inizio a convocare le ombre. tolfte augusti, jag börjar ta in skuggorna.

Rivedo mio padre in una città di mare, un brezza Jag återser min far i en stad vid havet, en fläkt di Belle Epoque e un sorriso sperduto di ragazzo. av La Belle Epoque och ett vilset pojkleende. E poi Paoletta che sul tatami trovò la vittoria Och sedan Paoletta som triumferade på tatamimattan a tre secondi dalla fine. E Roberta tre sekunder från slutet. Och Roberta che ha dedicato la sua vita. E Giovanna, som har dedikerat sitt liv. Och Giovanna in un silenzio di ospedali, quando il tempo i en sjukhustystnad, när tiden rivela i suoi grandi paradigmi. avslöjar sina stora paradigmer.

”Torneranno vivi gli amori tenebrosi ”De återvänder levande, de dunkla kärlekarna che in mezzo agli anni lasciarono som mitt under åren lämnade kvar una spina, torneranno, torneranno luminosi.” en tagg, de återvänder, de återvänder strålande.”

282 283 Milo De Angelis da Tema dell’addio

Mondadori 2004 traduzione in rumeno di Eliza Macadan Contare i secondi, i vagoni dell’Eurostar, vederti Să număr secundele, vagoanele Eurostarului, să te văd scendere dal numero nove, il carrello, il sorriso, coborînd din numărul nouă, căruciorul, surîsul, il batticuore, la notizia, la grande notizia. emoția, vestea, vestea cea mare. Questo è avvenuto, nel 1990. È avvenuto, certamente Asta s-a întîmplat, în 1990. S-a întîmplat, sigur è avvenuto. E prima ancora, il tuffo nel Ticino, s-a întîmplat. Și înainte de asta, scufundarea în Ticino, mentre il pallone scompariva. È avvenuto. în timp ce mingea dispărea. S-a întîmplat. Abbiamo visto l’aperto e il nascosto di un attimo. Am văzut accesibilul și invizibilul unei clipe. Le fate tornavano negli alloggi popolari, l’uragano Zînele se întorceau în cămine, uraganul riempiva un cielo allucinato. Ogni cosa era lì, umplea un cer halucinant. Fiecare lucru era acolo, deserta e piena, per noi che attendiamo. gol și plin, pentru noi cei care așteptăm.

286 287 Milano era asfalto, asfalto liquefatto. Nel deserto Milano era asfalt, asfalt lichefiat. În golul di un giardino avvenne la carezza, la penombra unei grădini a fost mîngîierea, penumbra addolcita che invase le foglie, ora senza giudizio, blîndă care a invadat frunzele, ora fără judecată, spazio assoluto di una lacrima. Un istante spațiul absolut al unei lacrimi. O clipă in equilibrio tra due nomi avanzò verso di noi, în echilibru între două nume înainta către noi, si fece luminoso, si posò respirando sul petto, se făcea luminoasă, se odihnea pe piept, sulla grande presenza sconosciuta. Morire fu quello pe marea prezență neștiută. Să mori a fost acea sbriciolarsi delle linee, noi lì e il gesto ovunque, sfărîmare a liniilor, noi acolo și gestul peste tot, noi dispersi nelle supreme tensioni dell’estate, noi rătăciți în tensiunile absolute ale verii, noi tra le ossa e l’essenza della terra. noi între oasele și esența pămîntului.

288 289 Non è più dato. Il pianto che si trasformava Nu mai e dat. Plînsul care se transforma in un ridere impazzito, le notti passate într-un rîs nebun, nopțile petrecute correndo in Via Crescenzago, inseguendo il neon alergînd pe strada Crescenzago, urmărind neonul di un’edicola. Non è più dato. Non è più nostro unui chioșc de ziare. Nu mai e dat. Nu mai e a noastră il batticuore di aspettare mezzanotte, aspettarla emoția așteptînd miezul nopții, așteptîndu-l finché mezzanotte entra nel suo vero tumulto, pînă cînd intră în tumultul său adevărat, nella frenesia di tutte le ore, di tutte le ore. în frenezia tuturor orelor, tuturor orelor. Non è più dato. Uno solo è il tempo, una sola Nu mai e dat. Unul singur e timpul, una singură la morte, poche le ossessioni, poche moartea, puține obsesiile, puține le notti d’amore, pochi i baci, poche le strade nopțile de amor, puține săruturile, puține drumurile che portano fuori di noi, poche le poesie. care duc în afara noastră, puține poeziile.

290 291 Tutto era già in cammino. Da allora a qui. Tutto Totul era deja în mers. De atunci pînă aici. Tot il tempo, luminoso, sfiorava le labbra. Tutti timpul, luminos, atingea buzele. Toate i respiri si riunivano nella collana. Le ombre amînările se uneau într-un colier. Umbrele di Lambrate chiusero la porta. Tutta la stanza, din Lambrate au închis ușa. Toată camera, assorta, diventò il primo battito. Il nero îngîndurată, a devenit primul tremur. Negrul dei tuoi capelli contro il giallo dell’ultimo raggio. părului tău în fața galbenului din ultima rază. Da allora a qui. Era il primo giorno dell’estate. De atunci pînă aici. Era prima zi de vară. Il silenzio ci riempiva la fronte, Tutto era Tăcerea ne umplea fruntea. Totul era già in cammino, da allora, tutto era qui, unico deja în mers, de atunci, totul era aici, unic e perduto, nostro e remoto, ardente. Tutto chiedeva și pierdut, al nostru și trecut, incontrolabil. Totul cerea di essere atteso, tornare nel suo vero nome. să fie așteptat, să se întoarcă la numele său adevărat.

292 293 Non c’era più tempo. La camera era entrata in una fiala. Nu mai era timp. Camera intrase într-o sticluță. Non era più dato spartire l’essenza. Non avevi Nu mai era dat să împărțim esența. Nu mai aveai più la collana. Non avevi più tempo. Il tempo era una colierul. Nu mai aveai timp. Timpul era o lumină luce marină printre storuri, o petrecere de surori, marina tra le persiane, una festa di sorelle, rana, apa la gît, Vila Litta. Nu mai era la ferita, l’acqua alla gola, Villa Litta. Non c’era zi. Umbra pămîntului umplea ochii più giorno. L’ombra della terra riempiva gli occhi cu spaima culorilor dispărute. Fiecare moleculă con la paura dei colori scomparsi. Ogni molecola era în așteptare. Am privit amîndoi peticirea era in attesa. Abbiamo guardato il rammendo mîinilor. Nu mai era lumină. Ne strigă delle mani. Non c’era più luce. Ancora una volta încă o dată, judecați de o stea fixă. ci stanno chiamando, giudicati da una stella fissa.

294 295 Nell’estate del tempo umano, nell’ultima estate, În vara timpului omenesc, în ultima vară, c’erano tutte le strade. La Prenestina erau toate străzile. Prenestina con le sue tangenziali raggiungeva il mare cu centurile ei ocolitoare ajungea la mare di Taranto vecchia e i giardini di Porta Venezia, în vechiul Taranto și la grădinile de la Porta Venezia, geografia di unioni insperate, tempo che non si perde, geografie de legături nesperate, timp ce nu se pierde, tutte le strade, tutti gli amori immersi in uno solo toate străzile, toate iubirile scufundate în una singură e rinati, tutti i passi davanti al portone, gli sguardi și renăscute, toți pașii în fața intrării, privirile sul citofono, tutte le voci, gli accenti, le sillabe, pe interfon, toate vocile, accentele, silabele, tu che uscivi sorridente con il tuo colbacco tu care ieșeai zîmbitoare cu căciula ta e camminavi decisa verso un autobus. și mergeai hotărîtă spre un autobuz.

296 297 C’è stato un compleanno, all’inizio, certamente. A fost o aniversare, la început, desigur. Cinque candeline azzurre, i parenti mai visti, Cinci lumînări albastre, rude niciodată văzute, gli evviva. C’è stato, quello c’è stato. urările. A fost, asta a fost. Il quindicesimo fu in Monferrato, ricordo, A cinsprezecea a fost la Monferrato, mi-amintesc, con Luisella e Cristiana, il torneo di lotta sul Po, Cu Luisella și Cristiana, turneul de luptă pe Pad, il corpo vinto, il seno intravisto. È stato lì. corpul învins, sînul întrezărit. A fost acolo. Nel misterioso tumulto si formava un’ossatura, il senso În tumultul misterios se forma o osatură, sensul delle ore troncate. Tutto era più vicino al sangue orelor mutilate. Totul era mai aproape de sîngele che all’arcobaleno. C’è stato. C’è stato. Gli occhi curcubeului. A fost. A fost. Ochii cercavano, nella materia inquieta, un’incisione. căutau, în materia neliniștită, o tăietură. Nel viso invecchiato di una donna, il mondo În chipul îmbătrînit al unei femei, lumea intero appassiva. Poi, in una paladina, rinasceva. Latte întreagă se ofilea. Pe urmă, o apostoliță, renăștea. Lapte e croce. Via degli smarriti. Compito scritto. și cruce. Calea celor pierduți. Datorie scrisă.

298 299 In te si radunano tutte le morti, tutti În tine se adună toate morțile, toate i vetri spezzati, le pagine secche, gli squilibri geamurile crăpate, paginile uscate, dezechilibrele del pensiero, si radunano in te, colpevole gîndirii, se adună în tine, vinovată di tutte le morti, incompiuta e colpevole, de toate morțile, neîmplinită și vinovată, nella veglia di tutte le madri, nella tua în veghea tuturor mamelor, în a ta immobile. Si radunano lì, nelle tue nemișcată. Se adună acolo, în mîinile tale deboli mani. Sono morte le mele di questo mercato, slăbite. Au murit merele din această piață, queste poesie tornano nella loro grammatica, aceste poezii se întorc în gramatica lor, nella stanza dell’albergo, nella baracca în camera de hotel, în baraca di ciò che non si unisce, anime senza sosta, a ceea ce nu se împreunează, suflete fără odihnă, labbra invecchiate, scorza strappata al tronco. buze îmbătrînite, scoarță jupuită de pe trunchi. Sono morte. Si radunano lì. Hanno sbagliato, Au murit. Se adună acolo. Au greșit, hanno sbagliato l’operazione. nu le-a ieșit socoteala.

300 301 Il luogo era immobile, la parola scura. Era quello Locul era nemișcat, cuvîntul întunecat. Acela era il luogo stabilito. Addio memoria di notti locul stabilit. Adio amintire de nopți lucenti, addio grande sorriso. Il luogo era lì. senine, adio zîmbet larg. Locul era acolo. Respirare fu un buio di persiane, uno stare primitivo. Să respiri era un întuneric de storuri, o așteptare Silenzio e deserto si scambiavano volto e noi primordială. parlavamo a una lampada. Il luogo era quello. I tram Tăcere și gol își shimbau între ele înfățișarea și noi passavano radi. Venere ritornava nella sua baracca. vorbeam la lumina unui bec. Locul era acela. Tramvaiele Dalla gola guerriera si staccavano episodi. Non abbiamo treceau rare. Venera se întorcea în baraca ei. detto più niente. Il luogo era quello. Era lì Din tocurile războinice se desprindeau bucăți. Nu am che stavi morendo. mai spus nimic. Locul era acela. Acolo mureai.

302 303 Affogano le nazioni, crollano le torri, un caos Se scufundă națiuni, cad turnuri, un haos di lingue e colori, traumi e nuovi amori, de limbi și culori, traume și amoruri noi, entra alla Bovisasca, spazza via il novecento intră pe Bovisasca, alungă secolul douăzeci della solitudine maestra, del nostro verso al singurătății absolute, al versului nostru sospeso nel vuoto. Altre donne si aggirano suspendat în gol. Alte femei ocolesc tra gli scarti del mercato, nella nuova miseria resturile din piață, în mizeria nouă di questo istante. Io siedo al caffè sottocasa, a acestei clipe. Eu stau în cafeneaua de la parter, guardo il paesaggio che fu di Sironi, in un solitario privesc un peisaj de Sironi, într-un doisprezece august dodici agosto, inizio a convocare le ombre. solitar, încep să convoc umbrele.

Rivedo mio padre in una città di mare, un brezza Îl revăd pe tatăl meu într-un oraș de mare, o briză di Belle Epoque e un sorriso sperduto di ragazzo. de Belle Epoque și un surîs confuz de băiețandru. E poi Paoletta che sul tatami trovò la vittoria Pe urmă Paoletta care pe tatami a cîștigat a tre secondi dalla fine. E Roberta cu trei secunde înainte de final. Și Roberta che ha dedicato la sua vita. E Giovanna, care și-a dăruit viața. Și Giovanna, in un silenzio di ospedali, quando il tempo într-o tăcere de spitale, cînd timpul își rivela i suoi grandi paradigmi. revelează marile paradigme. “Se vor întoarce vii iubirile tenebroase ”Torneranno vivi gli amori tenebrosi care în mijlocul anilor au lăsat che in mezzo agli anni lasciarono o durere profundă, se vor întoarce, se vor întoarce una spina, torneranno, torneranno luminosi.” luminoase”.

304 305 Milo De Angelis

da

Going out into courtyard dark

Mondadori, 2010

traduzione di Gray Sutherland Nessuno riposa. Il ragazzo No-one is resting. The kid con la fronte squarciata sul marciapiede with his forehead shredded on the sidewalk sente il fischio degli dei, un vortice hears the gods whistling, a stadium da stadio che lo sveglia whirlwind that awakens him ai confini della città on the outskirts of the city e lo solleva. Ma anche tu and lifts him up. But you too sentirai nella stanza sigillata in the sealed room you will smell alzarsi un antico profumo di benzina an old fragrance rise, of gasoline e volerai sul cortile and you will fly to the courtyard dove uno sconosciuto si sporge where a stranger is leaning out dal balcone con l’asfalto nelle mani. from a balcony with asphalt in his hands.

308 309 È qui, in un angolo della stanza, scocca Here in a corner of the room she aims la sua freccia negli anni, nei nostri anni, her arrows at the years, our years, e vacilla. L’ho conosciuta. È una furia and wavers. I knew her once. She is a fury che scende verso l’oscuro e dilaga who goes down toward the dark and spreads tra i muri passeggeri e sgretolati among fleeting walls, crumbling walls dove ognuno è solo il suo andarsene, where each person is his leaving, nothing more, il piede franato sulla riva, lo stormo delle frasi his foot slipping down the bank, massed phrases che cadono cieche da una volta. tumbling blindly from before.

310 311 Vicina all’anima è la linea verticale. Close to the soul rises the vertical line. Il pomeriggio ci portò suburbani in un canto, Afternoon brought us suburbanites to a song l’attimo divenne nudità the moment became Greek nakedness e potenza greca del finale: siamo i supplici potency of the final: we are the remaining rimasti ad ascoltare, il cielo che nasce pleas begging to be heard, heaven being born in ognuno di noi, pattuglia di ragazzi in each of us, we the platoon of kids innamorati del numero giusto, in love with the right number, la bella epopea, il peso mortale di un pallone. heroic outcomes, the fatal weight of a football.

312 313 Ciò che vedo mi fu consegnato That which I see was handed to me da un respiro fratello e nemico by a brotherly, hostile breath fino a quel teatro sgomento out to that theater of dismay dove abbiamo preso la parola, where we took the floor, our words tra l’allegria dei papaveri wavering from the poppies’ joy e la rovina celeste. Era to celestial ruin. It was una frase che, penetrando a phrase that penetrating nella ferita più buia, la fa sua, into the darkest wound makes it its own, la guarisce, l’aggrava, la sposa heals, worsens, weds it era il talismano the very talisman it was stesso del nulla, quando divampa of nothing when in the vastness nel grande paese di Milano of Milan it flares up, warming e riscalda milioni di fantasmi. fantasms by the millions.

314 315 Ecco l’acrobata della notte, il corpo And here it is, night’s acrobat, senza nulla, un’incisione a body lacking everything, an incision nell’aria, un puro scoccare in the air, a pure darting di fosfori: gettò il suo smeraldo of phosphors: it tossed its emerald all’ultima fortuna, si avvicinò ai sepolti, to its last chance, drew close to the buried, indicò a ciascuno la strada. La terra appartiene showed each one the path. The earth belongs a chi l’ha abbandonata. to who has abandoned it.

316 317 L’infinito appare nel poco, The infinite appears in the diminutive come l’ultima nota di un grido like the last note of a cry mentre si dilegua. L’attimo ci insegue. as it fades away. The instant pursues us. Cosa ho amato? Forse quell’aria, What have I loved? Perhaps the space, due centimetri, tra il corpo e l’asticella, barely an inch wide, between the body and the crossbar, che dà luce a ogni applauso. O quel soffio that brings light to all applause. Or the breath invisibile sull’albero the invisible breath on the tree dove sorride fanciulla e non ha fine. where a girl smiles and has no end. E quei feriti di un’antica gara And the injuries from an old competition che trovarono in questo bar that will find in this bar un interno musicale. Poi basta. Poi inner music. Enough. And then la parola che presenta se stessa, the word that presents itself, l’interminabile parola data. the unending given word.

318 319 È così. La memoria That’s how it is. A man’s di un uomo era solamente questa memory was only this manciata di sillabe. Solo loro handful of syllables. They alone ritornano dalle cantine return from the cellars abitate per niente where nothing lives e sono puntuali, sono and they are on time, they are scagliate oltre le rocce, bisbigliano flung beyond the rocks, whispering parole esterrefatte, sono un battere etherized words, a beating di ali protese e fedeli of wings outstretched, true a un ordine oscuro. Adesso tu to some obscure order. And now devi tradurre. you have to translate.

320 321 Non rispondono all’appello, sono They don’t answer when called, they’re dispersi ai bordi della terra, hanno lost at the edges of the earth, know il segreto della linea che trema, sono usciti the secret of the line that trembles, have sprung dalle vene dell’essere amato e ora from the veins of the beloved one and now potete vederli, di sera, verso le tangenziali you can see them, evenings, out toward the freeway chiedere silenzio con un dito sulle labbra. calling for silence, a finger on their lips.

322 323 Transita nelle case popolari Among the projects, the council flats la stessa forma destinata the same intended form passes si intreccia alle dita e le fa sue... wraps itself around fingers, takes them over... scende il mercurio del termometro, tutto in the thermometer the mercury falls, everything riprende il proprio caos, returns to its own state of chaos, si ferma la bocca mouths shut sul punto di parlare, si aprono gli occhi at the very point of speaking, and the eyes della tuffatrice con la testa spaccata... of the diver with her head split open...

324 325 Abbiamo scritto per un mandato We wrote for a mandate certo come il nostro smarrimento, as sure as our being lost eravamo lì, in un fervore di ceneri, we were there in a fervour of ashes murati vivi, mentre una foiba scendeva walled up alive while a doline sank nella bocca, sigillava tutte le parole date, into our mouths, sealing up all the given words la corsa dei momenti, la morte vista in giro... the rushing moments, death seen around...... così giunse la notte umana, nel tempo ... thus came the night of man, in a time delle sillabe tronche, così il vero of broken-off syllables, and thus the true inizio di ogni cosa. beginning of all things.

326 327 Strada dei tormenti, l’amore insiste. Street of torment, love insists. Restammo vicino al passaggio a livello. We stayed close to the level crossing. Tu perdevi i tuoi cieli. Come rispondere You lost your skies. How is one to respond all’immenso? Eravamo una frazione della voce, to the immense? We were a fraction of the voice, sillabe disperse. Blocchi di partenza. Scacco scattered syllables. Starting blocks. Breathing... del respiro. L’estate affondò nell’asfalto. check. Summer sank into the asphalt. Solo ora, come un grido, mi raggiunge. Only now it reaches me, like a cry.

Distruzione, tu mi hai generato. Destruction, you have begotten me.

328 329 Fermalo. Il portone sta fuggendo. Devi Stop it. The door is getting away. You need guardare. È la solitudine dell’uomo, to look. It is the solitude of man, il suo unico quartiere. Devi guardare. his only quarters. You have to look. Il citofono è acceso. Il gesto si aggrava. The intercom is on, the gesture becoming harsher. Lassù brucia ancora quella giovane donna, That young woman is still burning down there, ti nomina nel sonno. Il pianto she calls your name in your sleep. You vi ha chiamati. Tutti e due. have been called by weeping. Both of you. Così soli, adesso, nell’imminenza. So now in imminence you are alone.

330 331 Inchiostro nero Black ink

La vita esce dal quaderno Life emerges this morning a righe, stamattina, svolge i pensieri, from your exercise book, develops thoughts, supera i ponti, getta le sillabe crosses bridges, throws syllables in un fiume di acque lunari e di ragazze into a stream of lunar waters and girls disperate per un corpo da niente desperate for a trivial body un cenno delle labbra, a wink of the lips una tenerezza protesa nel vuoto. a tender gesture extended in the void.

332 333 Cum più ablativo Cum plus the ablative

Il nostro pensiero cercava la carne Our thinking sought the flesh nel guizzo del pallone e nell’estasi del prato, in flash of ball and ecstasy of field luci dello scatto, legni colpiti, case lights of the sprint, wood struck, houses aperte al primo sguardo, aveva il volto open at first glance, had summer’s nudo dell’estate, di ogni estate. Cosa avvenne bare face, every summer’s. What became of it lo ignoro. Non siamo tornati mai più. I do not know. We never returned.

334 335 Voci Voices

I I

Ci frastorna questa furia di voci, foglie It bothers us, this frenzy of voices, leaves nello spazio tra due corpi, antiche in the space between two bodies, old camere d’albergo cadono in cortile hotel rooms fall in the courtyard come una frazione di noi like a fraction of ourselves e noi cominciamo la parafrasi. and we start on the paraphrase.

336 337 II II

... allora mi chiamò un drappello ... then a squad of lonely souls di anime sole... scostarono le tende bisbigliando, called me... moving the curtains whispering, si avvicinarono alle grandi vetrate del tempo... they drew close to the great panes of time... una salmodia di numeri e vento... quello fu l’atto a psalmody of numbers and wind... that was the act ... il solo atto consentito...... the only act allowed... quell’andarsene dei cortili nel buio... the way courtyards drift off into the dark

338 339 V V si spezza il tempo, si oscura time breaks up, the landscape il paesaggio, noi ci siamo persi darkens, and we have lost our way tra i gessetti di una stanza... among the pieces of chalk in a room...... questa voce dimezzata ... this voice now cut in half era la nostra... era la parola was once our own... was the word cancellata dal documento, la sete deleted from the document, the longing che cerca il suo cammino, il raggiro seeking its way, the trickery dei ricordi... era il drastico of memory... it was the sudden inizio di un amore... beginning of love...

340 341 VI VI insegnatemi il cammino, voi che siete teach me the path, you who have stati morti, attingete la nostra been dead, draw our truth up verità dal pozzo sigillato, staccatevi dal tempo from the sealed well, step out of time e portateci oltre le tragiche colonne and bear us beyond the tragic pillars tra i fari dei camion e un piumino between truck headlights and an eiderdown getteremo le più alte we shall throw the loftiest astrazioni in un sussulto di fiammiferi, abstractions in a tremor of matches, torneremo a casa, vi diremo. we shall return home, we shall tell you.

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