Tra Curiosità E Storia: La Provincia Di Pavia Dall'a Alla Z
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Tra curiosità e storia: la Provincia di Pavia dall’A alla Z Progetto n° 3 realizzato dagli alunni delle cl. 1^ C, 2^ C, 2^ F e 3^ C , e coordinato dalle Prof.sse Marenghi Annamaria e Cremaschi Maddalena a.s. 2012/13 Scuola Secondaria di 1° grado “F. Crispi di Pieve Porto Morone Istituto Comprensivo di Chignolo Po Dirigente : Dott.ssa Lanati Loredana 1 Dopo i progetti: “Progetti per riflettere”, realizzato nell’a.s.2007/08, “Detti dialettali della cultura contadina pievese”, realizzato nell’a.s.2008/09, “Filastrocche contadine” ; realizzato nell’a.s.2009/10, “Leggende pievesi”, realizzato nell’a.s.2010/11, “Leggende pavesi”, realizzato nell’a.s.2011/12, quest’anno, continuando il nostro lavoro di ricerca sulle storie locali, abbiamo rivolto l’attenzione alle leggende su tutta la provincia di Pavia, con “Tra curiosità e storia: la Provincia di Pavia dall’A alla Z”. 2 Qualche notizia sui nostri paesi ALBUZZANO Dal latino Albutius, considerato il fondatore del borgo, citato nel 969, come appartenente al monastero di S. Salvatore di Pavia; dopo la battaglia di Pavia, subì varie dominazioni: francese, spagnola, austriaca, fino alla nascita del Regno d’Italia. Personaggi illustri Cesare Angelini Nato ad Albuzzano nel 1886, fu sacerdote, educatore, poeta e scrittore rinomato ed incisivo; fu segretario del vescovo di Cesena, cappellano militare durante la 1^ guerra mondiale, rettore del Collegio Borromeo di Pavia dal 1939 al 1961; morì nel 1976. Fu uno studioso del Manzoni e tra le sue opere ricordiamo Il dono del Manzoni, Invito al Manzoni. I tosati della Madonna Un tempo, nel giorno della festa del patrono, si portavano i bambini dal barbiere perché fossero rapati a zero; gli abitanti pensavano che la rasatura portasse fortuna. Per tradizione religiosa era la Madonna della parrocchia a portare fortuna; quando il vescovo Angelo Peruzzi, nel 1576, si recò in visita nel paese, il parroco gli riferì che nel giorno della Madonna le madri facevano radere i figli e il vescovo, ritenendo ciò una superstizione, ordinò di sospendere quell’abitudine. La tradizione della tosatura risalirebbe ai Longobardi: il taglio dei capelli e della barba erano simboli di alleanza e di sottomissione. Desiderio, ultimo re longobardo inviò un suo figlio alla corte carolingia di Pipino il Breve con la testa rapata, in segno di resa e di pace. ARENA PO Il toponimo, in dialetto Réina, è un derivato da arena, ”sabbia,” giustificabile per la vicinanza dell'abitato al fiume Po. Arena: il reperto preistorico! Grazie ad Arena Po l'Italia vanta, dal 1993, il suo primo reperto di animale preistorico: un pleisosauro, grosso rettile marino. Per Arena Po non si tratta del primo ritrovamento perché, nella zona, è stato portato alla luce di tutto: scheletri di elefanti, di ippopotami e perfino un cranio di femmina di megacero, un enorme cervo. 3 La leggenda del vino Buttafuoco Si racconta che durante la 2^ Guerra d’Indipendenza (1859), una divisione austriaca di marinai fu inviata nei pressi di Arena Po, con il compito di traghettare i soldati da una riva all'altra del Po. Quando fu deciso di spostarli sotto il comando delle truppe di terra, i marinai, non contenti della nuova destinazione, si nascosero in una cantina tra le colline sopra Stradella e lì si ubriacarono col vino rosso. Pochi mesi dopo, la marina austro-ungarica varò una nave chiamata Buttafuoco; il tipo di vino che i marinai avevano bevuto si chiamò allora Buttafuoco. BADIA PAVESE Fino al 1928 era denominata Caselle Badia, da cui il nome Casè o Casel ancora usato, ma il comune è citato anche solo come Badia. Possiede origini molto antiche e sono state portate alla luce tombe di età protovillanoviana; il nome del borgo è spesso citato in documenti d'età medioevale, feudale e comunale. BELGIOIOSO Nel 1377 era Castro Zojoso, indicante un luogo di villeggiatura, un castello, riserva di caccia dei Barbiano e poi dei Belgioioso. Il paese è citato per la prima volta nell'età comunale. Nel XIV sec. Galeazzo II Visconti edificò il castello ( è attribuito a lui) e l'acquedotto; mancano però documenti attestanti l’anno di fondazione. Nel 1431 divenne feudo di Alberico da Barbiano, nel 1475 fu affidato a Ercole d'Este e nel 1524, dopo un breve periodo di governo di Vespasiano Colonna ritornò, nel 1536, alla famiglia Barbiano che prese il nome del paese, Belgioioso. Nel 1769 il feudo divenne principato e nel 1700 furono aggiunti al castello altre costruzioni, ma con stili diversi. Presso il castello furono ospitati il re francese Francesco I nel 1525 (per una notte, quando fu fatto prigioniero dopo la battaglia di Pavia) e nei secoli successivi gli scrittori Giuseppe Parini e Ugo Foscolo. I Brusacrist Belgioioso: il nome del paese fa pensare a cose belle e gioiose, ma il soprannome dei suoi abitanti, al contrario, è spaventoso e terribile: “ i brusa Crist”. Il motivo di questo risale a un fatto accaduto molti anni fa, quando già vi era l'usanza di baciare il volto di Cristo morto in croce, esposto nel giorno del Venerdì Santo. A Belgioioso, prima della processione, nello scurolo ( la cripta sotto l'altare maggiore) la folla era in fila in attesa di baciare il Cristo; vi era un giovanotto dai lunghi e folti capelli, di cui si vantava. Giunto il suo turno, si inginocchiò devotamente, ma s'inchinò troppo e, al momento di rialzarsi, la lunga capigliatura restò impigliata nella croce. Il giovane cercò in ogni modo di liberarla, ma senza riuscirci; sembrava trattenuto come in una morsa tra le dita delle mani di Cristo. Ogni tentativo di liberarsi fu vano, così come inutile fu l’aiuto dei presenti, silenziosi e stupiti per quanto accadeva; i capelli sembravano ingarbugliarsi ancora di più! L'unica soluzione fu quella di tagliarli! Il giovane, disperato per aver perso, come il biblico Sansone, quella che lui considerava la sua ricchezza e la sua bellezza, trasformò subito in ira e odio contro il crocifisso la sua devozione e, come un pazzo, urlando e piangendo, corse fuori dalla chiesa e per tutta la notte diede fuoco ad ogni crocifisso che 4 trovava nelle chiese, nelle piazze, in ogni angolo. Da quel giorno gli abitanti di Belgioioso sono chiamati “Brusacrist”. La Madonnina del Morone A circa duecento metri dal centro di Belgioioso, si trova una piccola chiesa, ora chiusa ai devoti perché pericolante. A essa è legata un'antica tradizione in onore della ”Madonnina del Morone”, che prende origine da un episodio accaduto molti secoli fa. In una calda sera d'agosto, terminati i lavori nei campi, dei contadini stavano ritornando alle loro case, quando furono abbagliati da una luce improvvisa che filtrava attraverso le foglie di un gelso (in dialetto muron). Grande fu il loro stupore quando, al centro della luce videro apparire la figura di Sant'Anna con in braccio sua figlia, la Madonna bambina. Qualche tempo dopo, sul luogo della visione fu costruita la chiesetta dedicata proprio a Maria Nascente. Un precedente primitivo affresco, fatto eseguire dai paesani su un muretto vicino al gelso, per ricordare l'episodio, fu inglobato nell'edificio sacro, diventandone la pala d'altare. Proprio in onore di Maria Nascente, che si festeggia l'8 settembre, fu introdotta l’usanza, rimasta fino agli anni Ottanta del XX sec., di battezzare lì i neonati in questo giorno; la cerimonia che si svolgeva a settembre coincideva con la festa per la Madonna. Nei secoli la chiesetta fu abbellita e restaurata; alla fine del Seicento ciò avvenne per opera dei conti Barbiano e intorno al 1980, a cura della famiglia Melzi d'Eril, che ne è ancora proprietaria. Fino al 2003, prima che l'edificio religioso fosse dichiarato inagibile, vi si svolgeva anche una novena. Personaggi illustri Cristina di Belgioioso Durante il Risorgimento, nel 1859, in Lombardia, anche le donne ebbero parte attiva nella seconda guerra d'Indipendenza: si occuparono dei numerosi soldati feriti nelle varie battaglie. Esse soccorsero ben 125.000 soldati, rimasti feriti e ammalatisi dopo le varie battaglie di Montebello, Magenta, San Martino, Solferino, curandoli a Pavia, Milano, Brescia e Mantova. Molte donne poi morirono, contagiate da malattie infettive, durante il loro lavoro amorevole di cura ed assistenza. Da ricordare è Cristina Trivulzi Principessa di Belgioioso che si prodigò, spinta da ideali umanitari, con altre donne, per aiutare, curare ed alleviare la sofferenza di tanti soldati. Fu amica di Anita Garibaldi ed insieme curarono i feriti di guerra. Il fantasma della principessa Cristina Si racconta che, nel parco del castello, di notte, si aggiri il fantasma della principessa Cristina di Belgioioso, la quale ebbe una vita travagliata e fu invidiata della gente, per la sua bellezza, per la sua libertà. Si innamorò del suo segretario, Gaetano, con il quale andò a vivere nella villa di Locate, ma quando l’uomo morì di tubercolosi, Cristina volle imbalsamarlo e lo nascose in una stanza del castello di Belgioioso. La ragazza morì nel 1871 e fu sepolta a Locate, in una tomba di marmo, riaperta dopo 50 anni, ma essa non conteneva il suo corpo, che fu poi ritrovato in una tomba anonima, poco distante da quella del giovane: il corpo era intatto, ma subito si dissolse. Il fantasma di Cristina e di Gaetano sono stati visti da molti testimoni aggirarsi, mano nella mano, di notte, nel castello. BEREGUARDO In dialetto Balguart, richiama Belriguardo, unavilla estense o altri centri; il nome fu dato dai Visconti. Il castello fu edificato da Luchino Visconti (1292-1349) come roccaforte, con una vasta riserva di caccia; fu implicato in numerosi avvenimenti bellici e passò a varie famiglie, poi all’Ospedale di Milano, per divenire infine patrimonio del comune di Bereguardo.