Ernesto Bozzano Fonte: ARMENIA (1996)
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1 TABLE OF CONTENTS Table of Contents.................................................................................2 Parte prima......................................................................................7 Introduzione....................................................................................7 2 - Messaggi medianici tra viventi trasmessi per ausilio di entità di defunti................................................................................................15 CONCLUSIONI................................................................................42 3 - Esperienze medianiche ed eventi di morte nei loro rapporti coi fenomeni d’infestazione....................................................................50 4 - Di un recente caso impressionante di “materializzazione”..........84 2 COPYRIGHT QUESTO E-BOOK: TITOLO: I morti ritornano AUTORE: Bozzano, Ernesto (09/01/1862 - 24/06/1943) TRADUTTORE: CURATORE: NOTE: Gastone De Boni [NON INSERITE PER DIRITTI SU COPYRIGHT] DIRITTI D'AUTORE: no TRATTO DA: I morti ritornano di Ernesto Bozzano Fonte: ARMENIA (1996) ALLA EDIZIONE ELETTRONICA HANNO CONTRIBUITO: Giancarlo Santi - [email protected] REVISIONE: Giancarlo Santi (VE) - http://vitadopovita.jimdo.com/ PUBBLICATO DA: Giancarlo Santi - [email protected] 3 INDICE Prefazione di G. De Boni [NON INSERITA PER DIRITTI SU COPYRIGHT] Introduzione Parte Prima 1 – Manifestazioni importanti ed apparizioni in forma dei defunti 2 – Messaggi medianici tra viventi trasmessi per ausilio di entità di defunti Conclusioni Parte Seconda 3 – Esperienze medianiche ed eventi di morte nei loro rapporti coi fenomeni d’infestazione 4 – Di un recente caso impressionante di “materializzazione”. 4 INTRODUZIONE Nell’anno 1936, per iniziativa del “Consiglio Direttivo del Congresso Internazionale Spiritualista” da tenersi a Glasgow nel settembre del 1937, io fui invitato a inviare al Congresso stesso un riassunto dell’opera mia intorno al tema: «Animismo o Spiritismo? Quale tra i due spiega il complesso dei fatti?». Si trattava pertanto di riassumere la maggior parte dell’opera mia di quarant’anni, ma il tema mi parve subito teoricamente molto importante. Accolsi l’invito, ed a suo tempo inviai un lungo lavoro di sintesi generale sul tema in discorso, lavoro che fu pubblicato in due edizioni: Inglese ed Italiana, ed ebbe per titolo la formula con cui mi si propose il tema: «Animismo o Spiritismo? Quale tra i due spiega il complesso dei fatti?» Ora penso sia opportuno rammentare tale circostanza ai lettori della presente monografia, e ciò in quanto nella medesima essi ritroveranno alcuni casi da me riportati nell’opera di sintesi citata, la quale, come tale, doveva contenere esempi ricavati da tutte le monografie da me riassunte nell’opera stessa. D’altra parte non era consigliabile che nel ripubblicare “aggiornata” la monografia in cui si contenevano i casi in discorso, io li sopprimessi, ciò che ne avrebbe seriamente compromesso l’efficacia dimostrativa, in quanto i casi stessi erano tra i più suggestivi in sostegno della tesi propugnata. Comunque, trattandosi di soli quattro casi, l’inconveniente è di poco conto, mentre mi sono adoperato ad attenuarlo completandone i commenti. L'Autore 5 Parte prima 1 - Manifestazioni importanti, e apparizioni in forma dei defunti Introduzione Dal punto di vista delle prove d’identificazione spiritica scientificamente intese, è da osservare che i casi meritevoli di appartenere a tale designazione esistono praticamente in numero imponente ed esuberante, e gli avversari irriducibili della sopravvivenza umana, avevano in questi ultimi tempi attenuate notevolmente le loro insistenze nel far valere contro i casi stessi talune loro ipotesi favorite a latitudini sconfinate, e ciò in quanto tali ipotesi, oltre ad essere gratuite e inverosimili, risultavano ugualmente imponenti a spiegare il complesso della casistica in esame; ciò che disorientava e rendeva meno aggressivi i loro propugnatori. Sennonché recentemente vennero proposte tre nuove ipotesi naturalistiche, due delle quali consistono in rifacimenti di altre ipotesi antiche abbandonate, ma di cui ora si valgono con crescente fiducia gli oppositori, tanto più che ad esse viene conferita una certa efficacia teorica dalla circostanza che tra i cultori d’indagini psichiche generalmente si ammette, o si presuppone, o si sottintende che, in ultima analisi, sia vero che la dimostrazione scientifica dell’esistenza e sopravvivenza dello spirito umano, dipenda esclusivamente dai ragguagli d’identificazione personale che i defunti comunicanti sono in grado di fornire intorno alle vicende della loro esistenza terrena; presupposto sbagliato, il quale porge il destro agli oppositori di farsi forti delle nuove ipotesi, tanto più che le medesime appariscono per loro natura inconfutabili in quanto sono indimostrabili. Si aggiunga che in questi ultimi tempi intervenne un incidente inatteso, il quale valse a conferire ulteriore efficacia a tale erronea limitazione teorica imposta all’interpretazione scientifica dei casi d’identificazione spiritica, e tale incidente l’ha fornito 6 involontariamente agli oppositori il dottor Alexis Carrel, l’eminente fisiologo nord-americano, sempre così circospetto ed assennato nel formulare giudizi. Nondimeno, questa volta egli espresse in proposito un’opinione corrispondente a quella qui riprovata, prendendo le mosse dall’esistenza delle facoltà di “chiaroveggenza nel presente, nel passato e nel futuro”, facoltà ch’egli riconosce per dimostrate, dimodoché è tratto ad osservare quanto segue: «I chiaroveggenti non percepiscono soltanto gli eventi lontani nello spazio, ma quelli altresì lontani nel tempo, sia che si tratti del passato o del futuro. Essi, insomma, appariscono liberi di vagabondare a piacimento attraverso lo spazio ed il tempo. Tutto ciò sembra indicare l’esistenza di un principio psichico capace di evolvere all’infuori dei limiti assegnati alle funzioni psicologiche scientificamente intese... Ora vi è un gruppo di manifestazioni del genere che per gli specializzati nelle indagini spiritiche assumono il valore di prove della sopravvivenza dello spirito umano, e ciò in quanto il medium, allorché in apparenza è “controllato” dallo spirito di un defunto, si dimostra capace di rivelare ragguagli personali noti soltanto a quest’ultimo, la cui veridicità risulta poi convalidata in base a laboriose indagini... Queste manifestazioni, poste in rilievo dagli spiritisti, risultano invero molto suggestive ed importanti, ma la loro interpretazione rimane ancora dubbia, visto che non esistono segreti per le facoltà chiaroveggenti dei medium. Ne deriva che per il momento non sembra possibile distinguere tra la sopravvivenza di un “principio psichico”, e il fenomeno medianico della “chiaroveggenza”». Come si vede, anche il sommo fisiologo citato incoglie nell’errore di presupporre che le prove d’identificazione spiritica dipendano esclusivamente dai ragguagli personali che i defunti pervengono a fornire; ciò che dal punto di vista scientifico, e in causa della chiaroveggenza dei medium, non potrebbe – in linea di massima - bastare per l’identificazione personale dei defunti. Così stando le cose, urge provare sulla base dei fatti l’erroneità di tale restrizione teorica applicata alla disamina dei casi d’identificazione spiritica, ed è quanto mi propongo di fare nel 7 presente lavoro, citando un numero adeguato di casi appartenenti a graduazioni fenomeniche svariate, e in cui l’identificazione dei defunti non dipende affatto dai ragguagli strettamente personali forniti sul proprio conto, ragguagli che per quanto importanti, risultano soltanto complementari nei processi d’identificazione scientificamente intesi, laddove i dati risolutivi in tal senso risultano di natura radicalmente diversa, e ben sovente obbiettiva. * * * Ciò premesso, occorre spiegare anzitutto in che consistano le tre ipotesi naturalistiche proposte recentemente a spiegazione dei casi in esame. Quanto alla prima di siffatte ipotesi, me ne sbrigherò in un paragrafo, poiché non si tratta precisamente di un’ipotesi, bensì di un’obbiezione metafisica, e come tale in eterno indimostrabile. Tale sofistica obbiezione consiste nell’affermare trionfalmente che per quanto copiosi risultino i ragguagli forniti sul loro conto dai sedicenti defunti comunicanti, tali ragguagli non assumeranno mai valore di “prove assolute” in dimostrazione che chi li fornisce sia precisamente il defunto sopravvissuto alla morte del corpo; il che - secondo il criterio degli oppositori - equivale ad affermare che non si perverrà mai a dimostrare scientificamente la sopravvivenza dello spirito umano. Rammento in proposito che lo scrivente ebbe già occasione di rilevare ripetute volte - e ciò in accordo con Sir Oliver Lodge, col professor Bergson, col prof. Driesch, col prof. Morselli -, quanto antiscientifica, quanto superficiale ed assurda risulti tale argomentazione degli oppositori, i quali ignorano, o fingono d’ignorare che noi medesimi, povere “individualità condizionate”, esistiamo nel relativo, e nulla quindi ci sarà mai dato di poter affermare in termini di assoluta certezza. Ne deriva che in materia di prove scientifiche in dimostrazione della sopravvivenza, noi dovremo saggiamente appagarci di quelle che umanamente possono ottenersi applicando ai 8 casi d’identificazione spiritica i metodi scientifici dell’analisi comparata e della convergenza delle prove, metodi che valsero a edificare il Tempio imponente dello scibile umano, con tutte le ipotesi, con tutte le teorie, con tutte