Chiesa Di Santa Maria in Via Lata
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CHIESA DI SANTA MARIA IN VIA LATA La struttura primitiva risale al 687, periodo del pontificato di Sergio I, ed era costituita da una diaconia su preesistenti strutture del V secolo. Secondo la tradizione nella diaconia vennero ospitati Pietro e Paolo e gli evangelisti Giovanni e Luca. Demolita nel 1491 venne ricostruita con interventi che si protrassero per tutto il 1500, e successivamente rinnovata dal 1639 da Cosimo Fanzago in occasione dell'anno santo del 1650. La facciata barocca è opera di Pietro Da Cortona [1658-62] con due ordini corinzi che si aprono nel portico e nella sovrastante loggia con serliana. Durante i lavori di scavo per le fondamenta della facciata della chiesa, nel 1658, furono rinvenuti dei locali sotterranei: il luogo dove si trovava la cappella originaria, a sua volta posta sui resti della casa romana dove secondo la tradizione l’apostolo Paolo aveva soggiornato. Pietro da Cortona provvide all’accurato restauro di questa chiesa sotterranea, e la sua attenzione e cura si svolse nel generale grande interesse che gli antichi luoghi sacri suscitavano negli ambienti religiosi e colti dell’epoca. Da una porta a sinistra dell’atrio si accede alla chiesa inferiore composta di sei vani coperti a botte disposti su due file parallele e orientati trasversalmente alla chiesa superiore; cinque di essi furono, tra il 1658 e il 1661, recuperati e resi accessibili dopo il restauro e la loro decorazione da parte del maestro che dovette affrontare molti problemi nel loro adattamento. Le antiche volte romane dovevano essere rispettate, pertanto non era possibile creare un collegamento con il pavimento della chiesa superiore. Si trattava inoltre questa volta non della memoria di un martire (come era accaduto per la chiesa dei Ss. Luca e Martina) ma della casa di San Paolo, dove gli apostoli si erano riuniti in preghiera in un oratorio domestico. L’architetto quindi suggerisce l’ideale connessione tra i due livelli mediante il raccordo rappresentato dal vestibolo della chiesa superiore (dove il maestro pone la tomba dell’antico promotore della ricostruzione della chiesa, Atanasio Ridolfi) e dalle due scale che da esso si dipartono, verso i locali sotterranei, dai lati brevi del portico. Il cortonese inoltre crea – modificando il significato di ogni ambiente – un vero e proprio percorso sotterraneo che giunge al vano centrale, la cappella, l’unico luogo ricco di marmi policromi, mentre la presenza di materiali decorativi più poveri sottolinea la gradualità del percorso. L'elegante campanile è opera di Martino Longhi il Vecchio. [1580] L'interno è suddiviso in tre navate, scandite da dodici colonne rosse di diaspro siciliano. Le navate laterali hanno due altari ciascuna e volta a crociera. Lungo la navata destra nel primo altare “Martirio di S. Andrea” di Giacinto Brandi. [1685] nel secondo altare “S. Giuseppe e i Ss. Nicola e Biagio” di Giuseppe Ghezzi. Nella cappella a destra dell'abside è collocato il ciborio di alabastro e lapislazzuli. Sull' altare maggiore, attribuito al Bernini, [1636] tavola del XII secolo raffigurante la “Madonna Advocata”. Nella cappella a sinistra dell'abside “Madonna con Bambino e i Santi Ciriaco e Caterina” di Giovanni Odazzi. All'interno le tombe di Giuseppe Napoleone e di Zenaide Bonaparte. Alla navata sinistra secondo altare con “San Paolo battezza Sabina e i figli” di Pier Leone Ghezzi; nel primo altare “Madonna e santi” di Pietro de Pietri Apertura: messe dalle 17 alle 22, i festivi dalle 10 alle 12, il pomeriggio dalle 18 alle 21 Dove: Via del Corso 306 Come arrivare: bus 64 da Repubblica fino a Piazza Venezia. Da qui si percorre Via del Corso. La chiesa è dopo circa cento metri sulla sinistra 1 .