Artur Rubinstein Anna Moffo
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PREMIO “UNA VITA NELLA MUSICA,, A ARTUR RUBINSTEIN OMAGGIO A VENEZIA DI DANIEL BARENBOIM E DI ANNA MOFFO Associazione OMAGGIO A VENEZIA 7“/ 10’ MANIFESTAZIONE PREMIO “UNA VITA NELLA MUSICA,, A ARTUR RUBINSTEIN OMAGGIO A VENEZIA DI DANIEL BARENBOIM E DI ANNA MOFFO TEATRO LA FENICE 31 Agosto / 1-2-4 Settembre 1979 - ore 21 TEATRO LA FENICE Venerdì 31 Agosto 1979 - ore 21 (MANIFESTAZIONE N. 7) Premio “Una vita nella musica,, ad Artur Rubinstein Prima assegnazione per il 1979 a cura di « Omaggio a Venezia » (fondatori e organizzatori del Premio Uto Ughi e Bruno Tosi) con la collaborazione dei maggiori critici musicali europei ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA OMAGGIO A VENEZIA IN ONORE DI ARTUR RUBINSTEIN PROGRAMMA DONIZETTI - Sonata in do minore per flauto VERDI - Arie dalla « Traviata » (per flauto) SEVERINO GAZZELLONI (flauto) LUIGI ZANARDI (pianoforte) MOZART - Divertimento K 138 in fa maggiore ORCHESTRA DA CAMERA DELL’ACCADEMIA DI S. CECILIA MOZART - Adagio e Rondò K 373 SARASATE - Zingaresca UTO UGHI (violino) CHOPIN Scherzo n. 2 Notturno op. 15 n. 1 EMANUEL AX (pianoforte) MOZART Don Giovanni »: Deh vieni alla finestra RUGGERO RAIMONDI (basso) MOZART - Alleluia da « Exultate, Jubilate » ROSSINI - « La promessa » ANNA MOFFO ( soprano ) ORCHESTRA DA CAMERA DELL’ACCADEMIA DI SANTA CECILIA Direttore ETTORE GRACIS ARTUR RUBINSTEIN Concerti per pianoforte e orchestra: « UNA VITA NELLA MUSICA » quello di Schumann e entrambi i due di Alfredo Mandelli di Chopin (anche qui: chi conosce le musiche, etcetera, vedi sopra, più che mai). Artur Rubinstein che, uscito dalla sala Artur Rubinstein, ancora ultraottan grande del Conservatorio di Milano do tenne, che sembra mettere in repertorio ve provava il pianoforte per un concer altra musica, secondo molti a lui non to, gira per i corridoi, sbuca in un’aula congeniale perché « di poco effetto », si ferma zitto zitto ad ascoltare un’al- come le Sonate di Schubert, e che le lieva che studia sotto la guida del suo interpreta con una freschezza poetica insegnante, e quando lei smette di suo da ventenne, mai udita prima. nare fa simpatici commenti. Arthur Artur Rubinstein sempre ultraottan Rubinstein che, circondato da ascolta tenne, che per due sere di seguito, alle tori fin sul palco, apre un programma nove meno dieci esatte, esce tutto solo di recital, a mani fredde, col Preludio, dall’Hotel Continental con soprabito, corale fuga di Franck (chi conosce il cappello nero, una piccola borsa sotto pezzo e sa come si suona il pianoforte il braccio, passa davanti alla Scala dove capirà che cosa intendo dire), senza al sta entrando un mare di gente, e si di tra tensione che un lievissimo vibrar rige verso la porta degli artisti per an delle dita. dare a farsi il suo récital; e che, saputo Artur Rubinstein dopo il quinto di un « buco » imprevisto nella stagio « bis », e la gente che da mezz’ora con ne sinfonica, si offre di suonare lui una tinua a chiedergli: « De Falla, De Fal sera in più, e lo fa con un programmone la »; lui con l’aria gnorri e una faccia tutto diverso dove campeggia un Car- divertitissima, « . .Ma bastava dir naval di Schumann fantasmagorico, da lo! », attacca finalmente la bramata mandare in visibilio Schumann, Hoff- Danza del fuoco (e delle mani). mann e tutti i kreisleriani romantici. Artur Rubinstein sessantenne, coi due Artur Rubinstein che, a novant’anni figli sui dieci anni, che suona per loro appena compiuti, davanti a duemila e guarda il minore affrontare la tastiera. persone gioca con l’op. 31 n. 3 di Bee Artur Rubinstein settantacinquenne thoven, ringiovanisce i Phantasiestùcke che riappare sul palcoscenico della Sca di Schumann, disegna tranquillo, ele la, a concerto finito, quando già i fac gante e ironico i V al se s nobles et senti chini stanno spingendo via il pianoforte mentale s di Ravel, una delle composi e che, accontentando i più scatenati in zioni più tremende per la memoria, con vocatori del sesto o settimo « bis » tutte quelle alterazioni, roba che di so (sono lassù al sesto piano, vulgo log lito nei suoi programmi non compariva. gione, ipervulgo piccionaia), recupera Artur Rubinstein che, dopo concerto la panchetta, si risiede davanti ai suoi ( quel concerto ) tiene banco come al so tre metri di Steinway rimasto per tra lito fino alle tre di mattina, scambiando verso, e suona un’ennesimo nonnulla di battute col suo « pupillo » Maurizio grosso calibro tipo Grande Valse, o Po Pollini; perché gli piace suonare e gli lonaise in la bemolle. Sempre divertitis piace vivere. « En somme, j’aime simo. tout », aveva scritto una volta, nel rias Artur Rubinstein ottantenne che, sumere questo suo amore per la vita. uscendo di trotto sul palco del « Co Aveva anche soggiunto: « Una sola co munale » di Firenze per suonare, sem sa non mi piace, ed è scrivere ... ». Ma bra quasi contrariato perché non ci sono col tempo la sua generosità verso tutto gradini da salire e scendere con un agile non se la sentì di escludere quest’altra balzo. unica attività, ed ecco uscire i libri con Artur Rubinstein ultraottantenne che le sue memorie. in una sola serata a Ginevra suona tre Proprio qui, nell’amore per la vita, è il segreto di questa carriera incredibile, di ARTUR RUBINSTEIN questa giovinezza musicale e umana rin « A LIFE IN MUSIC » novata fin verso il traguardo del secolo. by Alfredo Mandelli Quella di Rubinstein è prima di tutto una stupenda lezione di vita. Di lì, oltre che alle doti facilmente im This is Artur Rubinstein who an leav maginabili, nasce la sua musicalità sem ing the concert hall of the Milan Con pre viva, il suo dominio del pianoforte, servatory where he has been practising la qualità rotonda e calda, la potenza e for a concert, wanders into a room la dolcezza del suono pianistico, il where a pupil is studying with her gusto lievemente estroso e sempre mu teacher, and then after listening in sicalissimo delle sue « ottave basse » silence, says a few encouraging words. aggiunte, dei suoi ritocchi in Chopin; Artur Rubinstein, who surrounded by non per niente sono i grammatici aridi, listeners right up to the stage, opens a i rompiscatole, quelli che ci trovano da recital, with cold hands, by playing ridire. Franck’s « Preludio, corale fuga » (any Il piacere di farsi un po’ pregare a con ones who knows this piece and who cedere il « bis » preferito, il piacere di knows how to play the piano will essere in mezzo alla folla felice, il pia understand hat I mean), with no other cere di abitare a New York o a Parigi, sign of tension then a slight quivering di suonare in tutto il mondo, di amare of the fingers. Venezia, di fare musica d’assieme, di in And another time after the fifth encore, cidere, ancora a novant’anni, dischi co with a crowd who for half an hour have me se fosse la prima volta, di conoscere been crying « De Falla, De Falla », with a memoria montagne di musica pianisti a look, of « but you only had to ask...» ca e non: quella di Artur Rubinstein on his beaming face, he finally strikes è una vita probabilmente unica; è up the desired «Danza del fuoco» giusto che sia una città unica com’è Ve (« Dance of fire » - and of the hands!). nezia, a rendergli omaggio; e non è sol Artur Rubinstein at sixty with two tanto « vita nella musica », ma musica young children of about ten, plays for nella vita. them and watches the youngest con front the keyboard. At seventy-five he reappears on the stage of the Scala theatre and at the end of the concert, when they are already pushing the piano away, to sa tisfy the wildest admirers up in the gods calling for the sixth or seventh encore, he takes back the stool, sits down again at his three metre Steinway now half-way across the stage, and plays for the umpteenth time a trifling masterpiece like the « Grande Valse » or « Polonaise in A minor», always enjoying himself immensely. The eighty year old pianist sprinting out on to the stage of the Teatro Co- munale in Florence to play, seems almost disappointed that there are no steps to run up and down. And at eighty plus, one evening in Geneva, he parforms three concertos for piano and orchestra by Schumann and Chopin (anyone who knows the binstein’s life is above all a lesson in pieces . .). living. At over eighty he is still adding to his From here, as well as from his natural repertoire new works such as Schubert’s gifts, comes his lively musical sensibi sonatas, the choice of which is criticized lity, his mastery of the piano; the full, by some for being too unimpressive, warm quality, the power and sweet but which he interprets with the poetic ness of his playing, the musical inven freshness of twenty year old, never tiveness of his « bass octaves , personal heard before. additions to Chopin. The rigid theore On two successive evenings, at exactly ticians, the bores are those who criticize ten to nine the eighty year old pianist him. For the pleasure of letting oneself goes out alone or the Hotel Continental be persuaded to concede a favourite in overcoat and black hat with a small encore, the pleasure of being in the brief-case under his arm, walks past the midst of a happy crowd, of living in entrance to the Scala where a sea of New York or Paris, of playing all over people are surgung in, to the stage the world, of loving Venice, of per door, to go in and give his recital.