COMUNE DI GOSALDO Provincia Di BELLUNO

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COMUNE DI GOSALDO Provincia Di BELLUNO REG. DEL. Nr. 40 / 2013 COMUNE DI GOSALDO Provincia di BELLUNO VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE ADUNANZA STRAORDINARIA DI PRIMA CONVOCAZIONE IN SEDUTA PUBBLICA OGGETTO: PRESA D’ATTO DEL RISULTATO REFERENDARIO DI RICHIESTA DI DISTACCO E AGGREGAZIONE DEL COMUNE DA UNA REGIONE AD UN’ALTRA, IN BASE ALL’ARTICOLO 132 DELLA COSTITUZIONE, SVOLTOSI IN DATA 10-11 FEBBRAIO 2013, A SOSTEGNO DEI COMUNI CHE INTENDONO PERSEGUIRE LA MEDESIMA INIZIATIVA. L’anno duemilatredici, il giorno diciassette del mese di settembre alle ore 19.00, nella residenza municipale, con inviti diramati in data utile, si è riunito il Consiglio Comunale. Eseguito l’appello risultano: N. COGNOME E NOME Presenti Assenti 1 DALLE FESTE Giocondo Sindaco XX 2 BRESSAN Giovanni Pietro Consigliere XX 3 MONESTIER Florestano Consigliere XX 4 REN Federica Consigliere XX 5 MARCON Caterina Consigliere XX 6 PONGAN Mirco Consigliere XX 7 RECH Omar Consigliere XX 8 RENON Giuseppe Consigliere XX 9 MARCON Ivan Consigliere XX 10 DE MARCO Angelo Consigliere XX 11 SERAFINI Giorgio Consigliere XX 12 MASOCH Matteo Consigliere XX 13 DAL DON Samuele Consigliere XX Partecipa alla seduta il dott. Mauro GIAVI - Segretario Comunale. Il Sig. Giocondo Dalle Feste, nella sua qualità di Sindaco, assume la presidenza e, constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta ed invita il Consiglio a discutere e deliberare sull’oggetto sopraindicato, compreso nell’ordine del giorno dell’odierna adunanza. REG. ALBO Nr. Il sottoscritto Messo Comunale attesta, ai sensi dell’art. 124 D.Lgs 267/2000, che copia della presente deliberazione è stata pubblicata all’albo pretorio on-line del Comune in data odierna, per rimanervi 15 (quindici) giorni consecutivi. Li IL MESSO COMUNALE Riccardo Dal Don Il Sindaco illustra la proposta all’ordine del giorno; Pertanto, IL CONSIGLIO COMUNALE Rilevato che tra il 2005 ed il 2008, in 7 Comuni bellunesi si sono svolti dei referendum per il distacco dal Veneto e l’aggregazione ad una diversa Regione, con il passaggio dei territori alla Provincia di Bolzano (Cortina d’Ampezzo, Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana), alla Provincia di Trento (Lamon, Sovramonte, Taibon Agordino), alla Provincia di Udine (Sappada); Rilevato che il 10 e l’11 febbraio 2013, in altri 7 Comuni bellunesi (Rocca Pietore, Falcade, Canale d’Agordo, Gosaldo, Feltre, Cesiomaggiore, Arsiè) si sono svolte consultazioni popolari sul medesimo tema per l’aggregazione ad una diversa Regione, senza raggiungere il quorum richiesto per la validità referendaria in cinque casi – in tal senso ritenendo che il quorum sarebbe stato raggiunto se non ci fosse stato il peso in negativo degli iscritti all’AIRE; Rilevato che in data 21 e 22 aprile 2013 si è svolta analoga consultazione nei Comuni di Taibon Agordino per il passaggio alla Regione Trentino Alto Adige e di Pieve di Cadore per il passaggio alla Regione Friuli Venezia Giulia, con avvenuto raggiungimento del quorum per il primo dei Comuni citati; Rilevato che altri 3 Comuni (Comelico Superiore, Rivamonte Agordino, Voltago Agordino) hanno manifestato l’intenzione di inviare richiesta alla Corte di Cassazione per lo svolgimento di analogo referendum per il distacco dal Veneto e l’aggregazione ad una diversa Regione; Rilevato che in altri 9 Comuni (Auronzo di Cadore, Lozzo di Cadore, Lorenzago di Cadore, Domegge di Cadore, Perarolo di Cadore, San Vito di Cadore, Borca di Cadore, Vodo di Cadore, Danta di Cadore) è stata completata o è in fase di svolgimento la raccolta delle firme per chiedere ai rispettivi Consigli Comunali l’indizione del referendum citato; Rilevato che in altri 3 Comuni (Agordo, Vallada Agordina, Cencenighe Agordino), non direttamente confinanti con Regioni a statuto speciale, sono nati dei comitati spontanei di raccolta firme intesi a chiedere al proprio Comune una delibera di condivisione e di appoggio dell’iniziativa popolare dei comuni che hanno celebrato o celebreranno il referendum; Preso atto che le iniziative referendarie sono risultate legali e si sono svolte nel rispetto dell’articolo 132, comma 2, della Costituzione italiana e della L. 25 maggio 1970, articoli 41 e seguenti; Considerato che: - La Provincia di Belluno è commissariata da oltre un anno, con conseguente impedimento a celebrare libere e democratiche elezioni – fatto da cui deriva il ricorso pendente presso il TAR del Lazio da parte di 19 cittadini della stessa Provincia contro quello che è ritenuto un sopruso, - Il ricorso al referendum è rimasto l’unico strumento istituzionalmente utilizzabile per manifestare il gravissimo disagio delle comunità bellunesi in ambito economico e sociale, reso evidente dalle dinamiche demografiche disgregatrici e dalla veloce riduzione delle attività produttive di valore aggiunto - restando lo strumento legittimo e pacifico; - In tutte le deliberazioni dei Comuni “referendari” si fa riferimento alla necessità del riconoscimento della specificità dell’intero territorio montano dolomitico e della costituzione di un’unica Regione Dolomiti; - La Provincia di Belluno è l’unica in Italia alla quale lo Statuto Regionale abbia attribuito uno status di specialità - L.R. 17 aprile 2012, n.1, articolo 15, “La Regione, ferma la salvaguardia delle esigenze di carattere unitario, conferisce con legge alla Provincia di Belluno, in considerazione della specificità del suo territorio transfrontaliero ed interamente montano nonché abitato da significative minoranze linguistiche, forme e condizioni particolari di autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria, in particolare in materia di politiche transfrontaliere, minoranze linguistiche, governo del territorio, risorse idriche ed energetiche, viabilità e trasporti, sostegno e promozione delle attività economiche, agricoltura e turismo. La Provincia di Belluno, d’intesa con le autonomie locali, in attuazione dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza e sulla base di appositi accordi, provvede a sua volta a conferire ai comuni o alle loro forme associative quelle funzioni amministrative che non richiedono l’esercizio unitario a livello provinciale.” - cui non è ancora stata data attuazione né sono state istruite la legge applicativa ed i decreti attuativi, ritenendolo comunque utile ma non sufficiente alle esigenze di un territorio complesso; - La Provincia di Belluno ospita una popolazione di lingua ladina avente riferimenti storici e linguistici affini a quelli delle popolazioni ladine insediate nel territorio delle attuali Province autonome di Bolzano (Val Gardena e Val Badia) e di Trento (Val di Fassa). Per questa popolazione, che ha rilevante dimensione territoriale e demografica (1.860 KM quadrati e 58.880 residenti, pari al 51% del territorio provinciale ed al 28% della popolazione residente in Provincia) è stata affermata – con deliberazioni di 39 Consigli Comunali, in recepimento della L. 482/1999 – l’appartenenza all’area ladina, cui si aggiunge per alcuni Comuni l’inserimento negli statuti di analoga dichiarazione di appartenenza, in base alla L. 241/1990); si ritiene che, diversamente dalle Province autonome, la minoranza ladina non abbia adeguata tutela nel bellunese, con violazione dell’articolo 6 della Costituzione e dell’articolo 2 della L. 482/1999; - Le Comunità della Provincia di Belluno appartengono alla regione delle Dolomiti, hanno diverse storie e diverse appartenenze alla cultura veneta, ladina, tedesca e cimbra, e tali appartenenze impediscono l’eliminazione della Provincia o di qualsiasi altro ente elettivo di primo grado dotato di sovranità, quale elemento che tiene insieme le Comunità e le tutela contro l’omologazione, in tal senso il destino più ragionevole per queste popolazioni è di vedere riconosciuta la loro autonomia, nell’ambito di una ridefinizione degli assetti amministrativi locali, con la nascita di una provincia autonoma inserita nella regione Dolomiti, dotata di adeguati strumenti di autogoverno virtuoso e responsabile, in accordo con le Regioni del Veneto, del Trentino Alto Adige, del Friuli Venezia Giulia, nonché del confinante Stato Austriaco; Rilevato che sulla proposta di cui alla presente deliberazione non sono stati espressi pareri, ai sensi dell'art. 49, comma 1, del D.Lgs. 18.08.2000, n. 267, in quanto trattasi di deliberato con contenuto politico e programmatico; Con voti favorevoli n. 11, astenuti n. 2 (Consiglieri Giorgio Serafini e Matteo Masoch), espressi in forma palese per alzata di mano, DELIBERA 1. di prendere atto della volontà di distacco del Comune di Gosaldo dalla Regione del Veneto, con passaggio alla Regione Trentino Alto Adige, espressa dalla maggioranza dei cittadini che si sono recati alle urne gli scorsi 10 e 11 febbraio 2013, che evidenzia l’appartenenza della locale comunità alla più vasta comunità alpina, rendendo ineludibile trovare una soluzione per la specificità della “montagna bellunese”; 2. di prendere atto che alcuni Comuni hanno utilizzato lo strumento referendario per manifestare il gravissimo disagio sociale ed economico che colpisce le comunità residenti nei loro territori; 3. di prendere atto che vi è la necessità che la Provincia di Belluno, o qualsiasi altro ente amministrativo che si andrà a costituire, mantenga lo status di ente locale elettivo dotato di piena autonomia per esercitare le competenze attualmente previste dallo Statuto della Regione del Veneto – comprese quelle in ambito sanitario; 4. di prendere atto di come sia quanto mai urgente avanzare richiesta al Consiglio Regionale del Veneto di dare rapida attuazione all’articolo 15 del proprio
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