n. 386 30 novembre 2017

OKUBICA Dopo i test di Yas Marina con la Williams tutto lascia pensare ad un rientro in pianta stabile del pilota polacco in F.1. L’unico ostacolo è il russo Sergey Sirotkin FORMULA 1 Test a Barcellona

Registrazione al tribunale Civile di Bologna con il numero 4/06 del 30/04/2003

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Com’era

CON LA CONCLUSIONE DEI TEST #F1 DI YAS MARINA È FINITA L'ERA DELLE MONOPOSTO "LIBERE". DAL 2018 TUTTE LE MONOPOSTO MONTERANNO IL FAMIGERATO HALO

4 HA Come sarà

ALO5 FORMULA 1 Il personaggio

6 Kubica, il sogno diventa realtà?

KUBICA AVRÀ LA POSSIBILITÀ DI PROVARE LA WILLIAMS FW40 DOPO IL GP DI ABU DHABI NEI TEST COLLETTIVI PIRELLI. UN SEGNALE MOLTO IMPORTANTE LANCIATO DAL TEAM INGLESE CHE NELLA LISTA HA ANCHE WEHRLEIN, KVYAT, DI RESTA E ANCHE SIROTKIN

Massimo Costa veniva montato un nuovo treno di pneumatici soft, media, hard e super hard. Non si è guardato ai tempi, mentre nel secondo E’ stato il test più importante dell’anno quello che Robert Ku- giorno si è cercata la prestazione. Kubica ha preso la Williams bica ha sostenuto a Yas Marina il martedì e il mercoledì succes- dalle mani di Sergey Sirotkin verso le 16 e con neanche due sivi al GP di Abu Dhabi. Per la prima volta, il polacco ha potuto ore a disposizione, si è lanciato in pista sfruttando le gomme guidare la Williams FW40 2017 e tornare a confrontarsi con gli supersoft, ultrasoft e hypersoft. All’ultimo tentativo con le altri colleghi. Dopo le prove con la monoposto del 2014 sui cir- hyper, Robert ha sensibilmente abbassato i propri riferimenti cuiti di Silverstone e Budapest, che Paddy Lowe ha definito ec- cronometri, sei decimi, concludendo settimo assoluto e risul- cellenti, Kubica ha svolto un intenso programma di lavoro il tando (a parità di gomme) un decimo più rapido di Lance Stroll primo giorno provando le varie mescole dure versione 2018 che era sceso in pista il martedì pomeriggio. Come Kubica. Una della Pirelli. Il polacco ha definito molto produttivo quanto prestazione notevole dunque quella del polacco che ha rice- fatto e non era certo facile fornire le indicazioni, le reazioni, vuto i complimenti da Lowe per la grande professionalità mo- della FW40 che non aveva mai guidato prima ogni qualvolta gli strata.

7 FORMULA 1 Il personaggio

Lowe loda anche prire il budget necessario e firmare Kubica, la stessa Wil- liams si sta adoperando per convincere i suoi attuali spon- il lavoro di Sirotkin sor ad aumentare il finanziamento accordato in precedenza. Ma l’ingegnere britannico ex Mercedes non ha potuto esi- mersi dall’esaltare la prova di Sirotkin. Il russo, quest’anno Tutti gli indizi tester per Renault, ha lasciato il costruttore francese ca- pendo che non vi è un futuro per lui e si è buttato sulla Wil- portano a Kubica liams spinto dalla SMP Racing che lo finanzia. Sirotkin con gomme soft ha girato soltanto mezzo secondo più lenta- Insomma, tutti gli indizi portano a Kubica anche se la pre- mente di Kubica e appena quattro decimi sopra il crono di stazione di Sirotkin ha in un certo senso preoccupato il Stroll. Una prestazione che ha messo in difficoltà la Williams, polacco. Del resto, il russo era stato più veloce di Kubica nel senso che probabilmente non si aspettavano che il russo con la Renault 2012 quando si sono trovati sulla stessa fosse così incisivo. Kubica rimane la priorità assoluta per la pista, ma va detto che Robert era appena rientrato su una Williams. Nico Rosberg, campione del mondo F.1 2016 e da vettura di F.1. Hanno perso appeal i nomi di Pascal We- poche settimane manager del polacco, si sta impegnando hrlein, che dovrebbe così uscire dalla F.1 con direzione per consentire al suo amico (fin dai tempi del karting) di DTM o Super Formula giapponese, Daniil Kvyat e Paul Di rientrare in F.1. Non manca l’appoggio dello sponsor Lotos Resta. Non va dimenticato Luca Ghiotto che lo scorso che ha finanziato Kubica in passato e nel Mondiale Rally, ma agosto aveva stupito tutti, Lowe in testa, per i 161 giri serve qualcosa di più per controbattere a SMP. Che dopo effettuati nel test collettivo di Budapest e per la preci- la prova di Sirotkin spingerà ancora di più sull’acceleratore sione delle indicazioni tecniche fornite. L’augurio è che per far sì che il team diretto da Claire Williams si convinca l’italiano possa essere preso in considerazione per un a prendere lui come pilota ufficiale. Per permettere di co- ruolo di tester.

8 9 FORMULA 1 Il ritorno

10 ALFA ROMEO Ragione e sentimento IL BISCIONE SI RIAFFACCIA, TENTATORE E UN PO' INGANNATORE, NEL CIRCUS DELLA F.1 E IL MONDO DELLE CORSE SI DIVIDE COME AI TEMPI DI SENNA E PROST. INSOMMA, L’ALFA ROMEO CHE RITORNA È IL BRAND CHE CREA UN'ATMOSFERA: ARROVENTATA

Stefano Semeraro nato italiano RGT non è stato certo un successo, anzi, si è rivelato un fallimento, abortito già dopo un anno, che rischia di trasfor- «E' una buffonata», dicono scandalizzati i puristi, che nell'appicci- marsi in un boomerang per il famoso brand – perché se sotto alle care lo storico marchio Alfa Romeo su un altro motore vedono solo cartelle stampa non c'è nulla, come sotto i vestiti delle modelle un tradimento della Vecchia Patria di Tazio Nuvolari e del Drake, la raccontate in un famoso film, l'effetto sorpresa evapora in fretta. svendita di una leggenda. E che non hanno tutti i torti, se ci limi- Se invece rimettere L'Alfa in copertina, per ora come marchio, do- tiamo all'ottica tradizionale. mani con più sostanza, è solo la prima di una una serie di mosse «L'accordo con Sauber F.1 Team è un passo significativo nella rico- non improvvisate, ma pensate anche in vista delle novità a cui la struzione del marchio Alfa Romeo - sostiene invece chi dell'opera- F.1 sotto la gestione della Liberty Media sta andando incontro, il zione è l'artefice primo, ovvero il Presidente della Ferrari sergio discorso cambia. Marchionne - e restituisce al campionato uno dei marchi che hanno Per ora la nuova gestione molto yankee del Circus e le strategie di fatto la storia di questo sport». In una versione certo molto annac- Maranello sono in rotta di collisione, anche e soprattutto per que- quata, quasi solubile dal punto di vista sportivo, ma è anche vero stione di danè. Ma se un domani davvero si riducessero i budget e che i tempi oggi cambiano velocemente e che il futuro, ormai, non ci fosse spazio per team nuovi o satelliti di quelli già esistenti a costi sembra più quello di un tempo. più che sostenibili, con motori meno complessi, una strategia di L'Alfa in F.1 ha vinto i primi due Mondiali, nel 1950 e nel 1951 comunicazione diversa, un mercato diverso, allora il progetto Alfa con Farina e Fangio, poi è tornata come costruttore per una potrebbe evolversi in maniera più convincente. manciata di anni fra il 1979 e l'85 dopo aver fornito come moto- Le corse di un tempo erano di sicuro più fascinose, più intriganti. rista McLaren, Brabham, Osella e Ligier dal 1961 al 1988. Nel Forse più belle. Ma i tempi di Nuvolari e Farina non torneranno mai 2018 sarà partner della Sauber in una maniera del tutto diversa, più. Chi non ama lo sport business di oggi – tutto lo sport, non solo e per dare un giudizio equilibrato, di testa e non di pancia, sul- quello motoristico – per protestare ha un mezzo semplice: spe- l'operazione, bisogna aspettare come si svilupperà nei fatti que- gnere la tv, non comprare biglietti per lo stadio, disertare i circuiti. sta collaborazione. Se andrà oltre, come pare, alla produzione Ma siamo sicuri che i più giovani la pensino così? di decalcomanie e merchandishing con il Biscione stampato Chi deve vendere automobili ha obiettivi, esigenze diverse, a volte sopra. Se agevolerà il processo di trasformazione della Sauber purtroppo lontane da chi ha nostalgia – anche giustificata – di un in Junior Team Ferrari, se aiuterà un pilota italiano – Giovinazzi? mondo più duro e puro (ammesso che sia mai esistito, attenzione). - a tornare in pianta stabile in Formula 1. E se domani un maghetto dei videogiochi italiano, ma anche co- Il marketing può essere il Diavolo o l'Acqua Santa, dipende come reano, texano o norvegese, porterà un'Alfa virtuale a vincere il lo si maneggia. A puro titolo esemplificativo il lancio tanto strom- Mondiale 3.0 maneggiando una consolle, e la FCA venderà più au- bazzato dell’Abarth 124 Rally, con tanto di creazione del campio- tomobili, Marchionne il sacrilego, in fondo, avrà avuto ragione.

11 FORMULA 1 Stella futura

12 “Sono al posto giusto”

VANDOORNE RACCONTA LA DIFFICILE STAGIONE 2017 CON LA MCLAREN- HONDA, MA È MOLTO OTTIMISTA PER IL FUTURO. IL BELGA SI RACCONTA ED È CONVINTO CHE LA SQUADRA DI WOKING TORNERÀ A RECITARE UN RUOLO DA PROTAGONISTA ASSOLUTO

13 FORMULA 1 Stella futura

Jacopo Rubino ranze e aspirazioni. Quando ti sei reso conto che le tue ambi- zioni sarebbero state messe duramente alla prova quest'anno? Debuttare in Formula 1 con la McLaren, un sogno. Nel 2007 un Eric Boullier ha ammesso di aver cominciato a pensare che il certo Lewis Hamilton si giocò il Mondiale fino all'ultima gara, 2017 sarebbe stato difficile durante i test invernali... Stoffel Vandoorne non ha certo potuto fare lo stesso: la MCL32 «La vedo in questo modo: durante tutta la mia carriera ho do- e la sua power unit Honda non erano all'altezza di certi traguardi. vuto convivere con la pressione. Non ho mai avuto risorse per- Ma nella sua prima stagione completa in Formula 1, dopo l'esor- sonali sufficienti per avanzare nei campionati minori e sono stato dio assoluto in Bahrain nel 2016, il pilota belga ha dimostrato ta- aiutato agli inizi dalla Federazione belga, che mi ha sempre detto lento e forza d'animo riuscendo passo dopo passo a far piuttosto chiaramente che avrei dovuto vincere i titoli per otte- emergere il proprio valore. Più che nei risultati sul campo, con nere i premi in denaro. Fallire per me non è mai stata una possi- tre arrivi in zona punti (due volte settimo, a Sepang e Suzuka), la bilità. Con tutti i problemi che abbiamo incontrato quest'anno misura di Stoffel sta nell'aver saputo tenere testa a un mostro non mi sono mai sentito traumatizzato, anzi, ho voluto affrontare sacro come Fernando Alonso. E il passaggio della McLaren ai le avversità per ottenere i migliori risultati possibili e imparare motori Renault per il 2018 costituisce la speranza di poter com- qualcosa da ogni giro in macchina. Anche se varie circostanze piere un importante salto in avanti sulla griglia, come raccontato hanno ridotto il mio chilometraggio. In realtà credo che il con- in questa intervista rilasciata a Formula1.com. cetto di stagione da rookie sia un po' sopravvalutato. Quando arriviamo in Formula 1 abbiamo tutti diversi anni di corse alle Stoffel, una stagione da rookie normalmente è tempo di spe- spalle, e le ambizioni sono quelle di sempre: se non hai successo

14 nelle serie inferiori, non puoi essere in F.1». è stato detto che cambierà con questo passaggio? «Ad essere sincero, non ho avuto grandi spiegazioni fino a que- Cosa conservi di positivo dal 2017? sto momento. Certamente il team è concentrato al 100 per «Mi sono comportato bene in confronto a Fernando. Sì, i risultati cento sul pacchetto del prossimo anno, e tutto ciò che ho sentito in gara non sono stati quelli che ci aspettavamo, ma avere un fin qui è positivo. La vettura non verrà rivoluzionata, anche se si compagno così forte è un valore aggiunto nel paddock». tratta di un grosso cambiamento. Quello che abbiamo visto dalla Renault è incoraggiante, osservando i risultati della Red Bull, le Essere soddisfatti di un arrivo in top ten, ovviamente, è qual- loro vittorie e i podi. Sì, questo ci mette sotto pressione, ma è cosa di ben lontano dalle ambizioni della McLaren. I trionfi del pressione positiva perché avremo una pietra di paragone». passato ti aiutano però a essere ottimista? «La McLaren rimane ancora uno dei più grandi team in Formula La McLaren ha annunciato come collaudatore. Si 1. È vero che gli ultimi anni non rispecchiano questo, ma sap- formerà uno strano trio: un 36enne come Alonso, un 25enne piamo tutti quale sia stato il fattore limitate. Stiamo cambiando, come te, un 18enne come Lando che ha la metà degli anni di e ci saranno tante altre novità nel 2018. Stiamo lavorando sodo Fernando. Come funzionerà? per riportare la squadra sulla strada giusta, e ci torneremo! So «Non sembra normale? Fernando è un due volte campione del di essere all'altezza, che questo è per me il posto giusto». mondo, io ho vinto in diverse categorie, e Lando è un astro na- scente. Non è questa la vecchia filosofia McLaren? Una specie La McLaren utilizzerà la power unit Renault nel 2018. Cosa ti di ritorno al futuro…».

15 FORMULA 1 L’addio

Grazie Felipe

MASSA HA DETTO DEFINITIVAMENTE STOP CHIUDENDO LA SUA LUNGA CARRIERA NEL MONDIALE CON IL GP DI ABU DHABI. PER LUI SI PROSPETTA UN FUTURO NELLA FIA E MAGARI UN IMPEGNO DA PILOTA NELLA FORMULA E

Jacopo Rubino decina di secondi. Più forte dell'incidente di Budapest, nel 2009, ancora ferrarista per altre quattro stagioni, ma all'om- Da Melbourne 2002 sono 272 presenze in Formula 1. Impos- bra della scomoda figura di Fernando Alonso. Rinato in Wil- sibile non sentire la mancanza di Felipe Massa, quando a liams, dove si è tolto le ultime soddisfazioni della carriera, per marzo non lo rivedremo in griglia, o nel paddock accompa- poi decidere di ritirarsi a fine 2016 dando vita a un commo- gnato dalla moglie Raffaella e dal piccolo Felipinho. Debut- vente saluto sotto la pioggia di Interlagos. Massa è stato tutto tante veloce agli inizi con la Sauber, ma anche criticato per questo, lo avevamo scritto anche dodici mesi fa. E ora c'è il qualche pasticcio. Fido scudiero di al deja vu, perché il brasiliano, richiamato in inverno dal team di momento della sua promozione in Ferrari, con i primi successi Grove per guidare la macchina lasciata libera da Valtteri Bot- e le prime pole. Leale compagno di Kimi Raikkonen nel 2007, tas (a sua volta volato in Mercedes per sostituire Nico Ro- permettendo al finlandese di far suo il Mondiale, e meravi- sberg), ha salutato sul serio dopo una stagione extra da glioso sconfitto nel 2008, quando è stato campione per una aggiungere al curriculum.

16 17 FORMULA 1 L’addio

Una stagione che ormai da diverse settimane sta valutando e valuterà (anche in pista) altri candidati come Robert Kubica, Paul Di Resta, forse vissuta Pascal Wehrlein e Sergey Sirotkin, forse persino Daniil Kvyat. a testa alta Colleghi ai quali, probabilmente, il navigato paulista si sentiva e si sente superiore. Ecco così la decisione di chiudere l'avven- La Williams voleva un nome d'esperienza per affrontare il cam- tura, ma senza alcuna vena polemica: «Sono orgoglioso di tutto bio di regolamenti e per fare da chioccia a Lance Stroll, op- ciò che ho ho conquistato, di questi 16 anni e di tutte le splen- tando per l'usato sicuro. Una mossa azzeccata, si direbbe: dide gare, delle persone incontrate nel paddock, di essermi Felipe ha chiuso tredici Gran Premi in zona punti, ha spremuto misurato con i più forti», ha sottolineato. «Ad essere onesto, una vettura che non si è rivelata un cavallo di razza ed è stata sono fortunato ad avere avuto tutto questo dalla vita». piuttosto incostante. Sulla lunga distanza il confronto a parità di motore con la Force India è stato infatti impietoso. Non è Formula E per il futuro? un caso, forse, che i due migliori piazzamenti di Felipe siano stati i sesti posti ottenuti in Australia e Bahrain, nelle fasi iniziali Forse anche del campionato. La grande occasione poteva essere forse un ruolo nella FIA quella di Baku, ma un problema tecnico lo ha costretto al ritiro mentre Stroll centrava un clamoroso podio. Peccato, ma Massa Ma Felipe non ha perso l'amore per la sfida, e in futuro lo ve- si congeda a testa alta con due ottimi GP disputati nella sua dremo quasi sicuramente in altre categorie. La Formula E è San Paolo e a Yas Marina, giocandosela con l'ex compagno l'ipotesi principale, dopo aver già provato a marzo la vettura Alonso. di casa Jaguar. Il debutto nella serie elettrica non sarà cosa im- mediata (l'edizione 2017-2018 parte questo weekend da Hong Competitivo anche Kong), magari si concretizzerà l'anno prossimo dopo aver rica- ricato le batterie. Letteralmente. E all'orizzonte si profila pure nell'ultimo GP un ruolo istituzionale: Jean Todt, a cui è legato da un rapporto ad Abu Dhabi di affetto sincero e di lunga data tanto che poi il figlio Nicolas lo ha gestito nel ruolo di manger («è come il mio secondo fi- «La corsa è stata positiva, ho lottato dall'inizio fino alla fine. glio», ha detto il presidente FIA), lo vorrebbe all'interno della Purtroppo abbiamo perso la posizione al cambio gomme, ma FIA. La federazione brasiliana punta ad averlo come proprio in generale sono molto contento», ha raccontato infatti dopo rappresentante presso il Consiglio Mondiale. C'è tanta carne aver tagliato il traguardo. Già al termine delle qualifiche, chiuse al fuoco. Magari un gustoso churrasco, per restare in tema. entrando Q3, nelle parole traspirava la soddisfazione: «Termi- nare con buone prestazioni è un bel modo di ritirarsi. Sto ti- rando fuori il meglio da me stesso, sono al top della mia competitività. Sarebbe fantastico raccogliere qualche punto, voglio divertirmi e non ho nulla da perdere». Insomma, ad Abu Dhabi è andata come voleva lui e non gli si potrà certo dare del bollito, come forse è stato etichettato troppo spesso al cre- puscolo della permanenza a Maranello. Felipe poteva restare? Ma la Williams valuta altri piloti

In fondo è un segnale anche alla stessa Williams, perché il so- spetto è che Felipe un altro anno nel Circus se lo sarebbe fatto volentieri, a certe condizioni. «Sì, stiamo parlando con la squa- dra. Voglio sentirmi importante, sentire che posso contribuire. Se non sarà possibile preferirò fare altre cose», diceva soltanto lo scorso settembre. Massa ha poi esternato pubblicamente di non gradire troppo l'atteggiamento della scuderia britannica,

18 19 FORMULA 1 Alla scoperta di...

20 Stroll «Voglio fermare il tempo»

Stefano Semeraro

Dopo Max Verstappen, Lance Stroll è stato il più giovane a correre in Formula 1, ma di lui si è parlato soprattutto per i soldi di papà Lawrence, miliardario canadese che certo hanno contribuito a rendere più soft la sua carriera, ma che non stanno con lui nell'abitacolo. Ha vinto nelle , ha vinto la F.3 Europea e la Formula 4 italiana con la Prema, ha bruciato tutte le tappe. Il conto in banca può servire a trovare più facilmente un sedile comodo e veloce, il resto deve mettercelo lui. Quest'anno a neanche 19 anni è salito sul podio in Azerbaigian: di nuovo il se- condo più giovane a riuscirci – e con una Williams di oggi - il più giovane a farlo nel suo primo anno nel Circus. L'unico quest'anno a salire la scaletta senza essere sceso da una Mercedes, da una Ferrari o da una Red Bull. Non male, no? La Williams ad Abu Dhabi ha testato Robert Kubica perché vuole mettergli a fianco un pilota esperto, ma più un uomo squadra che non un veterano arrazzato come Felipe Massa, che quest'anno se l'è quasi sempre messo dietro in qualifica. Sembrano così svegli, così smart, così veloci i baby piloti che arrivano in Formula 1. Così adulti. In- vece, quasi sempre, più che di soldi e di complimenti hanno bisogno di tempo: per crescere. Intanto vediamo come se la cava con le domande, Lance che forse domani sarà un campione

21 FORMULA 1 Alla scoperta di...

A parte guidare una macchina di F.1 L'ultima volta che ti sei arrabbiato dav- qual è il tuo divertimento preferito? vero? «Un sacco di cose: la mountain bike, fare «Cerco sempre di essere rilassato». surf e giocare a golf» Quale superpotere preferiresti avere: Quale film ti ha fatto piangere? essere capace di volare o di diventare «Il Pianista, diretto da Roman Polanski, invisibile? che parla di un musicista che cerca di so- «Volare! Chi mai vorrebbe essere invisi- pravvivere nel ghetto di Varsavia» bile?».

Che cosa ti spaventa? Canti nella doccia? «La risposta credo sia abbastanza co- «Ascolto musica quando faccio la doccia, mune: i serpenti». in genere del pop leggero. A volte canto qualcosa di Drake». Qual è l'ultimo libro che hai letto? «Rafa, l'autobiografia di Rafael Nadal. Credi all'amore a prima vista? Gran personaggio». «No»

Che cosa dicevano di te gli insegnanti? Qual è il lato peggiore di essere fa- «Che ero timido!». mosi? «La mancanza di privacy». Quali sono i tuoi piaceri proibiti? «Non ne ho: nulla da nascondere» Qual è la domanda più strana che ti hanno fatto? Collezioni qualcosa? «Be', questa di sicuro è una di quelle!» «Trofei e vittorie in campionato» Se potessi invitare tre persone a cena, Che cosa ti manca di più quando vive o morte, chi inviteresti? viaggi? «I miei migliori amici». «Il tempo con i miei amici e la mia fami- glia» A parte la F.1, che cosa ti dà grande soddisfazione? Il tuo peggior acquisto qual è stato? «Sciare in Alaska» «Un pessimo paio di mutande» Che cosa ti piaceva dell'essere bam- La tua domenica ideale senza le corse? bino? «Impigrirmi sul divano in buona compa- «Non avere responsabilità» gnia, guardando una partita di football americano. Sono un fan dei New York Una cosa da fare assolutamente nella Giants» vita? «Visitare Montreal». L'errore più imbarazzante che hai com- messo? Esprimi un desiderio. «Non mi viene in mente niente». «Fermare il tempo giusto per un giorno»

22 23 FORMULA 1 La curiosità

24 AAA cercasi Junior per Marko

DOPO ANNI DI TOTALE AFFOLLAMENTO, IMPROVVISAMENTE IL PROGRAMMA GIOVANI RED BULL CHE A OGGI HA ALLEVATO 67 RAGAZZI, SI È TROVATO COME SVUOTATO COSTRINGENDO MARKO A DOVERE RECUPERARE HARTLEY, GIUBILATO NEL 2010. RIPERCORRIAMO LA STORIA DELLA “SCUOLA” PORTATA AVANTI CON PIGLIO DITTATORIALE, MA CHE HA DATO NON POCHI FRUTTI, DAL BRACCIO DESTRO DI MATESCHITZ

25 FORMULA 1 La curiosità

Jacopo Rubino

Li abbiamo contati: 67 piloti, praticamente un esercito. O se volete dargli un nome, . Nato nel 2001, il programma giovani della multinazionale austriaca ha soste- nuto da allora una miriade di aspiranti star della Formula 1. La scelta più azzeccata? Ad oggi, senza dubbio, Sebastian Vettel: il tedesco ha centrato la prima (e unica) vittoria della Toro Rosso in uno storico Gran Premio d'Italia 2008 e poi quattro titoli iridati con la scuderia principale. L'apripista fu invece Christian Klien, il primo ad essere lanciato nella categoria re- gina: era il 2004, Klien fu piazzato alla Jaguar e l'anno se- guente fu, assieme al veterano , il primo alfiere Red Bull Racing. E poi, ci sono stati anche il nostro Vi- tantonio Liuzzi, Scott Speed, Sebastien Buemi, Jaime Alguer- suari, Daniel Ricciardo, Jean-Eric Vergne, Daniil Kvyat, Carlos Sainz Jr, Max Verstappen e, ultimi in lista, Pierre Gasly e Bren- don Hartley. Sono gli altri drivers che la galassia Red Bull ha proiettato nel Circus: 13 su 67, circa il 19 per cento. È da con- siderarsi una buona media? Helmut Marko anima dello Junior Team

Bisognerebbe chiederlo a Helmut Marko, il braccio destro del magnate Dietrich Mateschitz, che di questa struttura è anima e corpo: di fatto, colui che può cambiare il destino sportivo di molti ragazzi, nel bene o nel male. La sua figura ha assunto nel tempo contorni sempre più temibili, una sorta di tagliatore di teste. O vinci, o sei fuori. In tanti ne hanno fatto le spese, ma di sicuro a Marko non può essere discussa la competenza: era amico di infanzia di Jochen Rindt, è stato lui stesso pilota, anche in F.1, ha vinto una 24 Ore di Le Mans, conserverà in eterno il record sul giro alla Targa Florio, ha gestito una propria porto economico, aiuta a trovare un sedile nei team più com- scuderia tra F.3 e F.3000, e mettiamoci pure che già a 24 anni petitivi dei vari campionati, un programma di allenamento e di aveva una laurea in legge. «Io vengo da Graz, lui (Mateschitz) preparazione da seguire. In cambio, bisogna fare risultati, o di- da Murztal, un paesino ad una sessantina di chilometri. È sem- mostrare di avere il giusto potenziale. Il quid per scoprirsi in pre stato appassionato di corse, ma quando ci siamo incontrati fenomeni e per sapersela cavare nelle difficoltà. la prima volta non aveva le risorse per costruire qualcosa. Poi, la Red Bull è diventata sempre più grande ed è stato naturale Tanti i piloti scartati, unire le forze», raccontava il talent scout ormai più famoso del motorsport in una vecchia intervista al quotidiano The Guar- anche di talento dian. A margine di quel 19 per cento che ce l'ha fatta, dicevamo, ne esiste un altro 71 molto più nascosto al grande pubblico. Alcuni Dopo i trionfi di Vettel piloti hanno resistito lo spazio di una stagione, lasciando poche Red Bull ancora più esigente tracce dietro di sé, ma alcune esclusioni furono eclatanti: le più famose, forse, sono state quelle di Adrian Zaugg, di Michael «Prima creammo lo junior team, una chance incredibile per i Ammermuller, di Neel Jani, Robert Wickens e dello stesso Har- giovani piloti. Poi dovevamo portarli da qualche parte e lo step tley. Gente che, in ogni caso, ha saputo nel tempo trovare la successivo fu comprare una scuderia di Formula 1. Abbiamo propria strada, con successi e soddisfazioni in altre categorie. capito che essere in F.1 è una cosa, ma essere un vincente è Semplicemente, in quel momento non stavano soddisfando gli completamente diverso. E abbiamo cambiato approccio». La standard del severo Marko. Che vuole tutto e subito, senza chiave fu, forse, l'ascesa fulminante di Vettel. Da allora, la Red aspettare. E a volte ama spiazzare: lo ha fatto con l'ingaggio- Bull non si è accontentata soltanto di portare facce nuove in lampo di Verstappen nel 2014 (con la promessa della F.1 pochi F.1, ma ha voluto addestrare una generazione di leader. «Più li mesi dopo), o quando in barba alle apparenti gerarchie preferì coccoli, peggio è. Devono sopravvivere», sostiene da sempre lanciare in Toro Rosso il russo Kvyat, a discapito del bravo por- Marko sui corridori in erba, giustificando in poche parole me- toghese Antonio Felix da Costa. Kvyat che, poi, è stato a sua todi ritenuti spesso brutali. Il gioco vale la candela? Si direbbe volta vittima di questo spietato meccanismo quando sembrava di sì, per chi lo accetta: ai suoi prescelti Red Bull offre un sup- ormai aver raggiunto il vertice della scalata.

26 Marko con Verstappen e Ricciardo

Brendon Hartley ha ritrovato un sedile alla Toro Rosso

27 FORMULA 1 La curiosità

Nel 2006 e 2007 19 piloti a contratto!

Il Red Bull Junior Team insomma è meritocrazia, seppur priva di sconti, ma non filantropia. A un certo punto il programma è diventato così esteso da avere sotto contratto 19 piloti con- temporaneamente sparsi per il globo: era il biennio 2006-2007, impressionante. E per un certo periodo esisteva addirittura una sorta di filiera americana, pensata per scovare negli USA una futura stella. Ed è così che venne dato spazio a Scott Speed, poi alfiere Toro Rosso. Nel complesso, una filosofia totalmente opposta rispetto alle iniziative analoghe dell'epoca, come quelle di Renault, Toyota o McLaren, molto più mirate nell'in- gaggio dei rispettivi pupilli. Fu questo il modo in cui, ad esem- pio, è stato “allevato” Lewis Hamilton. Ma quell'abbondanza si è esaurita da parecchio anche per il Red Bull Junior Team , con una riduzione del budget che ha portato ad un significativo dimagrimento: nel 2015 erano appena tre i firmati, ossia Callum Ilott, Dean Stoneman e Pierre Gasly. Un netto contrasto per- sino rispetto al 2011, quando pur di dare una chance imme- diata a Ricciardo la Red Bull “noleggiò” uno dei sedili della HRT. C'erano più piloti che volanti da assegnare. Del resto, per lo stesso motivo nel 2005 venne acquistata la Minardi e trasfor- mata in Toro Rosso. Tre gli italiani e una sola ragazza

Tre sono stati gli italiani passati di qui: oltre a Liuzzi, nel 2004 dominatore nell'ultima edizione della F.3000 Internazionale, si tratta del romano Edoardo Piscopo e di Mirko Bortolotti, re- Lynn l'unico pilota clutato fresco di uscita dall'accademia Ferrari. Il trentino corse nel 2009 nella neonata Formula 2 low-cost voluta dalla FIA, a voler uscire dal programma conquistò una gara a Brno, guidò anche la Toro Rosso nei test a Jerez. Ma il matrimonio terminò lì. In questa immensa schiera, Almeno ufficialmente, inoltre, c'è un solo coraggioso che ha stranamente, la Red Bull ha invece avuto una sola ragazza: Beit- scelto volontariamente di spogliarsi dei colori Red Bull: Alex ske Visser, fortissima nel karting, che nel 2013 esordì in mono- Lynn. L'inglese nel 2014 dominò la GP3 nel suo unico anno da posto nell'ADAC Formel Masters tedesca. Non incise, e Marko “torello”, ma sbocchi in F.1 a breve termine non ce ne sareb- la scartò in fretta. bero stati. «Vi dispiacerebbe se guardassi altrove?», fu la sua domanda al boss. Ecco il via libera e l'accordo da collaudatore Williams. Lynn titolare in Formula 1 non è riuscito ad esserlo, ma sta costruendo una bella carriera da professionista tra For- mula E ed endurance: è fresco il suo annuncio da pilota factory nel 2014 Aston Martin nella classe GTE. campione GP3 Nello Junior Team 2017 fuori Kari, emerge Ticktum

In questa stagione, oltre a Gasly parcheggiato nella Super For- mula giapponese dopo il titolo GP2 e poi lanciato in F.1 al posto di Kvyat, la Red Bull ha sostenuto le carriere dello statu- nitense Neil Verhagen (poco convincente), di Richard Verschoor (già mattatore tra F4 NEZ e spagnola), di e Dan Tick- tum. Kari, finlandese, era stato arruolato nel 2016 per affron- tare la F.3 europea, e nel 2017 ha esordito in GP3. Ma in estate si era deciso di scaricarlo: da allora ha tirato fuori le sue pre- stazioni migliori, chiudendo la stagione con la vittoria di gara 2 ad Abu Dhabi. Solo casualità, o c'è una spiegazione più pro- fonda? Quanto meno, gli sarà di aiuto per proseguire sulle pro- prie gambe. Chi bisogna tenere d'occhio, invece, è l'emergente

28 Tom Blomqvist, Carlos Sainz Jr., Beitske Visser, Antonio Felix da Costa, Daniil Kvyat e Callan O´Keeff, la nidiata dello Junior Red Bull Racing 2013 in posa a Spielberg

Ticktum, che ha appena scritto il suo nome nell'albo d'oro del mitico Gran Premio di Macao con un rocambolesco epilogo. E bene ha fatto anche entrando a giochi iniziati nella GP3. Il 2017 è stato per lui l'anno del rientro definitivo alle competizioni, dopo la clamorosa squalifica di 24 mesi (poi dimezzata) che gli venne comminata dalla Federazione del Regno Unito per una follia compiuta nella British F4 a Silverstone: dieci sorpassi in regime di safety-car per andare addosso a un avversario come vendetta. Nonostante ciò, la stoffa si vedeva e il solito Marko ha voluto puntare su di lui senza preconcetti. A quanto pare, potrebbe averci visto giusto. Il vuoto di quest'anno che ha rilanciato Hartley

Ma la filiera Red Bull di recente ha mostrato di vivere una fase di debolezza: nel rimescolare la line-up Toro Rosso, liberando Carlos Sainz verso la Renault e scegliendo di appiedare Kvyat, oltre a Gasly non ci sarebbe stato nessun rookie da portare su- bito in Formula 1. È stato così ripescato a sorpresa Hartley, messo fuori in pieno 2010 quando militava in Formula Renault 3.5. Un colpo allora quasi da KO per neozelandese, che si è però reinventato con una bacheca che oggi possono vantare in pochi: due Mondiali Endurance e una 24 Ore di Le Mans gui- dando la Porsche. Con sette anni di ritardo, Hartley (rimasto sempre in ottimi rapporti con Marko) ha avuto l'occasione di debuttare nel Circus. Non aveva smesso di sperarci. E nel 2018 disputerà l'intero campionato, quando sembrava vicino a mi- grare nella IndyCar. È una lezione per gli altri esclusi: con Hel- Daniel Ticktum mut Marko, mai dire mai. 29 FORMULA 1 La storia Le sfide impossibili

IL CIRCUITO YAS MARINA DI ABU DHABI È DA QUALCHE ANNO LA TAPPA FINALE DEL MONDIALE. IL MASSIMO DELL’ADRENALINA LA SI È VISSUTA NEL 2010 E NEL 2016 QUANDO IL TITOLO IRIDATO SI È ASSEGNATO NON SENZA EMOZIONI SUL CIRCUITO NATO NEL DESERTO

30 Carlo Baffi alla ripartenza Vettel allunga. Nelle retrovie Alonso è quarto seguito da Webber che forzando il ritmo urta leggermente Il recente Gran Premio di Abu Dhabi che ha chiuso il Cam- il guard-rail con la posteriore destra. Un contatto che co- pionato Mondiale di F.1 2017, non passerà certo alla storia stringe l’australiano a riparare ai box nel corso dell’11° pas- per aver regalato emozioni. Sorpassi quasi zero, con le due saggio, mentre lo spagnolo si ferma 4 giri dopo. Vettel Frecce d’argento in testa dall’inizio alla fine. Ma nella storia, intanto prosegue la sua marcia, aumentando il vantaggio sui questo GP, giunto alla sua ottava edizione, per tre volte è ri- diretti rivali. Alonso, pur rientrando davanti a Webber, si sultato decisivo per l’assegnazione del titolo iridato. Par- trova imbottigliato dietro alla Renault del russo Vitaly Petrov. tiamo dal 2010, quando sul tracciato di Yas Marina, il Circus Quando termina il valzer dei pit-stop, Vettel è sempre leader, fa capolino con questa classifica: Fernando Alonso su Ferrari mentre Alonso non riuscendo ad avere lo spunto per passare a quota 246 e i due piloti della Red Bull Renault Mark Web- Petrov intuisce che il titolo gli è ormai sfuggito. Taglierà il ber e Sebastian Vettel, rispettivamente a 238 e 231. Que- traguardo settimo, davanti all’altro deluso, Webber. A far st’ultimo scatta bene dalla pole davanti ad Hamilton e festa è dunque Vettel che si impone davanti al duo McLaren- Button, che supera Alonso partito col terzo tempo. Segue Mercedes formato da Hamilton e Button. Il tedesco diviene Webber, 5° in qualifica. Complice in brutto incidente tra così il più giovane campione del mondo della storia: a 23 Schumacher e Liuzzi, entra la safety car già al primo giro ed anni, 4 mesi e 11 giorni.

Alonso imbottigliato a Yas Marina dietro alla Renault di Vitaly Petrov

31 FORMULA 1 La storia

Quel duello feroce riecco i due portacolori del team anglo-tedesco giocarsi nuo- vamente il mondiale a Yas Marina. Questa volta però il capo- tra Rosberg e Hamilton classifica è Rosberg con 367 punti, mentre Hamilton lo segue a quota 355. Ovviamente la prima fila è monopolizzata dai Passano quattro stagioni ed ecco che le dune di Abu Dhabi due contendenti con l’inglese, autore della pole, che allo spe- sono il teatro dello scontro finale dei due alfieri delle Frecce gnimento delle luci prende la testa. Il tedesco dal canto suo d’Argento: Lewis Hamilton e Nico Rosberg. E’ il giusto epi- cerca di limitare al massimo i rischi e punta ad una gara di logo di una stagione dominata dalla Mercedes. Hamilton contenimento. Lotta prima con Verstappen e poi con Ric- vanta 334 lunghezze all’attivo contro le 317 di Rosberg, ma ciardo, mantenendo la seconda piazza. Hamilton allora tenta con la regola del doppio punteggio, Nico nutre ancora qual- il tutto per tutto; rallenta vistosamente nel finale, facendo av- che speranza, visto che parte dalla pole. Al via invece viene vicinare Rosberg, che a sua volta si ritrova negli specchietti bruciato dal rivale inglese che inizia a dettare il ritmo. Tutto sia Vettel che Verstappen. La speranza di Lewis è che il rivali resta invariato dopo le prime soste, quand’ecco il colpo di superino Nico e gli tolgano i punti vitali. Ma anche questa scena alla 24^ tornata. Rosberg rallenta e via radio lamenta strategia, criticata da parecchi, non sortisce gli effetti sperati un calo di potenza: è l’inizio della fine. Mentre Lewis s’invola e così, Hamilton deve cedere lo scettro iridato al suo accer- verso la sua seconda corona iridata, Nico viene superato rimo rivale. Non mancheranno le battute al veleno del britan- prima da Massa, poi dall’altra Williams di Bottas, per poi finire nico all’indirizzo di Rosberg, che replicherà annunciando fuori dalla zona punti. Alla fine sarà solo 14°. Passano due sta- l’improvviso ritiro dalle competizioni, negando così la rivincita gioni con la Mercedes sempre nel ruolo di dominatrice e all’avversario.

Nel 2014, dopo il duello in pista, Nico Rosberg omaggia il compagno Hamilton

32 Nel 2016, si rovesciano i ruoli: a far festa è Rosberg

33 FORMULA 2 Il campione

34 Il principino Charles

LECLERC È IL PRIMO PILOTA DEL PRINCIPATO DI MONACO A BRILLARE NEL MONDO DEL MOTORSPORT. LA VITTORIA ROBOANTE NELLA F.2 HA AUMENTATO LA CONSIDERAZIONE NEI SUOI CONFRONTI DEL MONDO DELLA F.1 E IL POSTO IN SAUBER PER IL 2018 È SUO. SCOPRIAMO CHI È E COME SI È FATTO LARGO NELLE FORMULE

35 FORMULA 2 Il campione

Massimo Costa L’anno eccezionale in Formula 2 con sette vittorie, otto pole di cui sei consecutive è stato minato dalla improvvisa morte Ogni anno una categoria diversa. Sempre un passo in avanti. del padre che non ha però minato il carattere e la volontà di Sempre con ottimi risultati e soltanto un paio di volte ha solo Charles. Anzi, la sua determinazione è ulteriormente aumen- sfiorato l’obiettivo di conquistare il campionato da rookie. tata e l’interesse del mondo della F.1 per lui è stato totale. Charles Leclerc un predestinato? Con le spalle ben coperte da Todt, Leclerc Non c’è ombra di dubbio sul fatto ha superato in casa Ferrari quello che appa- che la risposta sia positiva. Vice riva l’ostacolo più grande, la presenza di campione della F.Renault ALPS nel Giovinazzi. Ancora non si conoscono le 2014, quando ha debuttato nel scelte finali della Sauber per l’assegnazione mondo delle monoposto arrivando dei sedili 2018, ma lui ha trovato l’auto- dal karting. Quarto nel FIA F.3 strada giusta che lo ha portato a Hinwil. Gio- 2015, campione della GP3 nel vinazzi invece, deve battersi con Marcus 2016, campione della Formula 2 Ericsson, vicino alla riconferma. Giunto nel questa stagione. Pilota Sauber nel Mondiale F.1, Leclerc inesorabilmente sarà Mondiale F.1 2018, anche se non è costretto a mettere da parte l’abitudine di ancora stato ufficializzato. Una car- essere subito protagonista assoluto nelle riera perfettamente costruita, un serie che affronta per la prima volta. Con la gradino dopo l’altro, come va fatto Sauber non si potrà fare più di tanto, anche per formare nel migliore dei modi se si ritiene che il prossimo anno il team sviz- un pilota. Tutto questo è stato reso zero possa compiere un bel salto di qualità. possibile grazie al supporto fonda- Sarà un anno di apprendistato importante e mentale del management di Nico- chissà che non sia lui nel 2019 a prendersi il las Todt. Il figlio del presidente FIA sedile della Ferrari che verrà lasciata libera si fece convincere dal compianto da Kimi Raikkonen. Jules Bianchi sulle qualità di quel giovanissimo ragazzo di Monte-Carlo che nel karting era un portento. “E’ più bravo di me”, gli disse con umiltà Bianchi, “non fartelo scappare”. E così è stato anche perché Leclerc, nonostante sia cittadino del Principato di Monaco, non ap- partiene a una famiglia facoltosa, ma normale. Una famiglia che non avrebbe mai potuto finanziare la carriera del figlio nella scalata verso la F.1. Todt gli ha trovato i finanziamenti necessari per farlo correre prima con Fortec, poi con Van Amersfoort, infine con la sua ART e con la Prema. Leclerc grazie al suo modo gentile di porsi, di non tirarsi mai indietro per un autografo o a una domanda dei giornalisti, si è fatto ben volere da tutti. E tuttora, che è quasi un pilota di F.1, non riesce a non essere diverso da se stesso. E speriamo che rimanga così… Ha fatto tabula rasa degli italiani della FDA

Un altro passo fondamentale nella sua carriera è stato l’in- gresso nel Ferrari Driver Academy avvenuto dopo la stagione nel FIA F.3. Leclerc dal 2015 è entrato a far parte della fami- glia di Maranello e in breve ha sbaragliato il campo. Dispiace dirlo, ma Charles ha di fatto “eliminato” Raffaele Marciello, Antonio Fuoco e forse anche Antonio Giovinazzi. Quando ar- riva lui, fa tabula rasa. Salendo rapidamente sulle monoposto di F.1 legate al cavallino: la stessa Ferrari, la Sauber, la Haas.

36 37 FORMULA E Luc Filippi

38 “Una serie coinvolgente”

IL PILOTA ITALIANO EX GP2 E INDYCAR SARÀ AL VIA QUESTO FINE SETTIMANA DELLA PRIMA TAPPA DEL CAMPIONATO CHE SI TERRÀ A HONG KONG DOVE DIFENDERÀ I COLORI DELLA NIO

39 FORMULA E Luc Filippi

Massimo Costa personale sia tecnico e tutto è andato per il meglio”.

Parte questo fine settimana, nella suggestiva Hong Kong, il Avevi seguito le precedenti stagioni della Formula E, te ne eri quarto campionato di Formula E. Una serie che vinto lo scettici- fatta una idea di come fosse la serie? smo iniziale, sta iniziando a coinvolgere sempre più i grandi co- “Sì, ma devo essere sincero: all’inizio non pensavo che la serie struttori, le televisioni, i media in generale. Manca ancora il potesse crescere in questa maniera e che vi arrivasse così un ele- grande pubblico, ma per ora l’importante è dare solidità alla ca- vato numero di costruttori. Invece, così è stato, il livello dei team tegoria. La presenza di piloti importanti, ha permesso alla For- e dei piloti si è alzato e la categoria è divenuta molto interessante. mula E di aumentare la qualità, oltre che tecnica anche puramente Ho allora pensato che potesse essere il posto ideale per me”. sportivo agonistica. Nel campionato 2017/2018 vi sarà Luca Fi- lippi, in forza al team NIO. Assieme ad rappre- Hai definitivamente abbandonato la possibilità di correre in In- senteranno l’Italia dopo i precedenti non felici del team Trulli con dycar? lo stesso ex pilota di F.1 Jarno che ha faticato non poco per via “La Indy è una categoria che amo moltissimo, è bella sportiva- di un mezzo rivelatosi inadeguato. Il tricolore è stato portato nella mente parlando, ma ha un grosso limite: non ha molti piloti pro- Formula E anche da Vitantonio Liuzzi e Michela Cerruti nella prima fessionisti dal punto di vista economico e questo rimane un limite. stagione della serie elettrica, anche loro legati alle sfortune del Per i piloti diventa difficile guardare alla Indycar se non vi sono team Trulli. Ora le cose sono completamente diverse. Filippi corre sponsor alle spalle interessati al mercato americano. Non credo per la squadra che fino allo scorso campionato si chiamava Nex- che farà parte del mio futuro, ma non escludo che possano capi- Tev e vinse il primo titolo con Nelson Piquet. Gran protagonista tare delle occasioni spot perché nella Indycar succede e in tal caso della GP2 tra il 2006 e il 2010 nonché in Indycar tra il 2013 e il mi divertirebbe anche riprovare a disputare qualche gara. Ma ri- 2016, il 32enne piemontese parte con l’intento di lasciare il segno. peto, non sarà il mio obiettivo principale”.

Come è nata la possibilità di correre in Formula E con NIO? Quando hai effettuato i primi test con la vettura della NIO che “Tutto è nato questa estate. La NIO si è trovata con un posto li- impressioni hai tratto. Ti è sembrato di tornare “indietro” con- bero e cercava un pilota dalle caratteristiche giuste, con un profilo siderando la poca potenza? tecnico elevato. Hanno provato alcuni piloti e il mio test è andato “Quando ho provato per la prima volta la monoposto di Formula molto bene. Sin da subito si è creato un buon rapporto sia a livello E ho subito capito che si trattava di una vettura molto tecnica, 40 Hai ritrovato diversi altri piloti con i quali avevi combattuto in GP2 e in altre serie. Piloti che con varie fortune o sfortune hanno tentato la via della F.1, come è capitato anche a te, ma ora sono professionisti in toto in F.E. Ti pare strano tutto que- sto, te lo saresti mai aspettato? “E’ bello avere ritrovato alcuni dei piloti che ho affrontato anni fa. Non è strano ritrovarli e sono contento di essere in questa rosa di pochi fortunati, ma anche bravi nell’avere tenuto duro in questi anni superando momenti difficili”.

Correre soltanto su tracciati cittadini non è un po’ un limite? E forse anche poco attrattivo per un pilota che magari vuole esprimersi in contesti meno finti? “Per me è una grande cosa che si corra nelle città, ho sempre amato Montecarlo e anche quello di Valencia. In Indycar ho corso sui cittadini ed è divertente. Il contesto non è finto, anzi, è molto tecnico. L’asfalto cambia, non si possono fare errori e poi il mo- tore elettrico che ha un forte legame dal punto di vista urbano ha senso che si corra in città perché si riducono fortemente i con- sumi. Temo invece che se la Formula E corresse in circuiti perma- nenti si creino gare più noiose invece nei cittadini cii sono sempre corse incerte e combattute”.

difficile da guidare perché è diversa da tutto il resto che c’è nel motorsport. Le gomme sono intagliate, hanno un profilo quasi stradale, c’è poco carico aerodinamico perché deve essere effi- ciente e avere poca resistenza all’avanzamento. Certo, ha meno potenza, ma ha una grande coppia, e questo non significa che sia più facile da guidare. Ci sono vetture che hanno poca potenza e sono difficilissime, come per esempio le F.3. E devo dire che questa particolarità rende anche le gare molto equilibrate. Co- munque nell’elettrico non sono pochi 200 kilowatt, sappiamo che la macchina del campionato 2018/2019 sarà ancora più potente, con una maggior durata delle batterie, e con lo sviluppo tecno- logico si tenderà a migliorare sempre più questi aspetti”.

Pensi che la Formula E possa essere il futuro del motorsport o Quali sono gli obiettivi stagionali del team NIO? che rimarrà comunque una valida alternativa alle classiche ca- “E’ quello di essere nei primi dieci nella classifica piloti e nei primi tegorie del motorsport? cinque nella classifica team. Non sarà facile considerano l’alto li- “Credo che la Formula E sarà un campionato di altissimo livello vello dei costruttori presenti. Però, la struttura sta crescendo, tec- nel futuro delle corse. Non penso che l’interesse sia quello di so- nicamente è il secondo anno che la NIO corre e anche se le stituire il motorsport tradizionale, ma quello di creare una alter- persone hanno esperienza, mi aspetto una grande crescita”. nativa che possa avvicinare la gente all’elettrico cercando di far conoscere la nuova tecnologia che proponiamo. Gli sviluppi tec- In questi anni, a parte la prima stagione, vi è stata una superio- nici nella Formula E sono incredibili, c’è tanto da scoprire, come rità di Renault e Audi? Verrà interrotta o pensi che prosegui- fosse il motore termico negli anni Sessanta quando ogni mese si ranno nel loro dominio? trovavano nuove vie da esplorare. Siamo agli albori e questo “Rimangono favoriti Audi e Renault, ma non è detto perché bi- rende molto interessante il lavoro che si fa nei team con gli inge- sogna vedere se DS ha fatto dei passi in avanti, noi potremmo gneri, con i simulatori, cercando di capire prima degli altri quelle essere interessanti, Andretti BMW prima o poi emergeranno e che possono essere le innovazioni. E’ tutto molto coinvolgente”. direi che la battaglia è tutta da scoprire”. 41 NASCAR Il fatto

42 Stock Donald MAI COME AVVENUTO IN NELLA SERIE AMERICANA PIÙ POPOLARE, UN CAMPIONATO AUTOMOBILISTICO SI ERA STRETTAMENTE LEGATO ALLA POLITICA. IL RISULTATO POTREBBE PERÒ ESSERE UN BOOMERANG...

Marco Cortesi stranieri vadano a “rubare le donne e il lavoro”. Fin qua, nulla di particolarmente allarmante, in un epoca in cui l’idiozia di Che la NASCAR sia sempre stata il serbatoio catalizzatore di massa spopola e arriva a vette ben superiori (“sette” alimen- un certo modo di vivere, e di essere americani, è cosa ben tari, anti vaccini e radicali di vario genere). Va però da sé che nota. In buona sostanza è anche la ragione del successo di un politico scaltro e senza scrupoli come Donald Trump abbia tutta la categoria. La demografica più forte vede protagoniste trovato nello “zoccolo duro” dei fan delle Stock-Car una ri- persone preziosissime per i vari brand coinvolti. Persone sorsa eccellente. A onor del vero, già ci era riuscito George adulte e mature, dal discreto reddito, e portate a spenderlo W. Bush, che aveva a suo favore anche il supporto di una forte in quello che a loro piace. Magari, persone di scolarizzazione componente religiosa. Ma quello che è successo con Trump è e cultura non altissima. In altre parole, gente che compra senza andato oltre. Dalla NASCAR è arrivato un vero e proprio en- farsi troppe domande ciò che viene proposto da “offerenti” dorsement, con l’obiettivo non solo di “convogliare” chi già in linea coi propri ideali. Che non hanno bisogno di sapere: il più o meno era da quella parte, ma anche di spostare elettori. sogno di ogni marketer. Tra queste persone, si possono tro- Il supporto espresso dal Presidente Brian France è suonato vare persone convinte che Barack Obama sia un pericoloso più o meno come “Se sei con noi, sai per chi votare”. Si è trat- terrorista, che il cambiamento climatico sia una balla per co- tato di una affirmative action, un atto concreto, non semplice- stringerli a cambiare le loro preziosissime abitudini, che gli mente di opinione.

43 NASCAR Il fatto

Se la Nascar fa propaganda pro Trump

E l’utilizzo della serie come arma politica è emerso chiaramente nelle polemiche montate ad arte contro gli sportivi che si inginoc- chiavano durante l’inno nazionale per il sostegno delle cause del- l’uguaglianza razziale. Tacciati di “non rispetto” dei valori nazionali da un campionato sportivo intero - senza per altro chiaramente spiegare né come né perché mancassero di rispetto. L’intento era semplicemente quello di sposare una linea, senza argomentare. Seminare rabbia e odio: dopotutto, oggi funziona benissimo. Certo è che mai un’organizzazione sportiva era diventata uno strumento di propaganda politica a questo livello, fatti salvi regimi antidemo- cratici vari. E le connivenze tra società calcistiche italiane e ultras politicizzati, o i giochi (per noi) carnevaleschi di Kim Jong Un fanno quasi sorridere per la loro ingenuità. A sinistra, Donald Trump e i piloti NASCAR in una foto del 2004

Il doppio gioco politico di Earnhardt

Fa specie che perfino l’idolo numero uno di quel pubblico si sia sentito chiamato in causa e abbia voluto far sentire la sua voce. Dopo tutto, più volte Dale Earnhardt Jr. aveva lasciato trasparire le sue idee progressiste. O meglio, sensate. Peccato che, proba- bilmente per non tirarsi addosso le polemiche, o per non venir meno alla sua immagine (i violenti dopotutto sono bravissimi a tra- sformarsi in vittime) il risultato sia stato un tweet in stile bipartisan (una volta si diceva cerchiobottista) che si è prestato ad ogni tipo di interpretazione. Un peccato, considerando che, oltre ad essere uno dei pochi personaggi a poter fare davvero la differenza, Ear- nhardt fosse anche praticamente a fine carriera. L’ingerenza extra sportiva ha lasciato insoddisfazione

Alla fine, la commercializzazione a livelli sempre più capillari, con regole nate come strumento di marketing, può essere anche posi- tiva se riesce a produrre più spettacolo senza stravolgere i risultati sportivi, pur avendo altri fattori negativi, l’ingerenza politica nello sport in vago stile nordcoreano lascia tanta insoddisfazione. E l’ha lasciata ancor di più in patria. Se è vero che “quel tipo” di spetta- tore è preponderante, la ghettizzazione può avere effetti nefasti in un periodo per economico non facile. E non si può non pensare a come l’IndyCar abbia sempre fatto della maggiore apertura men- tale uno dei suoi punti di forza e, sfruttando l’attenzione al senso più puro del racing, possa giocare una carta importante, quasi da serie sportivo-garantista. 44 45 MONDIALE RALLY Le pagelle di fine anno

46 MALCOLM X DA ORMAI UNA VENTINA D’ANNI SEMPRE PRESENTE NEL MONDIALE RALLY CON VETTURE GESTITE NELLA SUA SPLENDIDA FACTORY DI COCKERMOUTH, IL BOSS DELLA M-SPORT HA COMPIUTO NEL 2017 UN VERO MIRACOLO SPORTIVO, AGGIUDICANDOSI ENTRAMBI I TROFEI IRIDATI: QUELLO PILOTI CON OGIER E QUELLO COSTRUTTORI. E RIUSCENDO A TRATTENERE IL CINQUE VOLTE CAMPIONE DEL MONDO ANCHE NEL 2018 È PROPRIO WILSON A MERITARSI IL VOTO PIÙ ALTO

47 MONDIALE RALLY Le pagelle di fine anno

A cura di Marco Minghetti

10 Malcolm Wilson L’apoteosi l’ha raggiunta in Galles quando, a pochi chilometri dalla sua factory, si è appuntato sul petto anche l’ultima me- daglia che mancava ad una carriera inimitabile, e l’abbraccio a occhi lucidi a Seb Ogier è l’immagine che rimarrà scolpita nei libri di storia. Unico a portare al successo tre piloti nella sta- gione iridata dei rallies, il boss di M-Sport è il vero numero uno del Mondiale appena andato in archivio. 10 WRC Plus Osteggiate a destra e a sinistra nel giorno della presentazione, le potenti vetture di ultimissima generazione hanno invece su- perato a pienissimi voti la prova della strada. Certo molto me- rito è da ascrivere ad una generazione di piloti di altissimo profilo, ma gare così serrate ed incerte erano tanti anni che non si vedevano sul palcoscenico iridato. 9,5 Sébastien Ogier Rimasto appiedato, alla pari di Mikkelsen e Latvala, dall’improv- viso arresto dei programmi Volkswagen a fine 2016, il pilota francese ha sfogliato in fretta i pochi petali della margherita, andando ad occupare il sediolo di una Fiesta Wrc by M-Sport. Matrimonio consumato in fretta e furia con una strepitosa vit- toria a Monte-Carlo e, mai come questa volta, è stato proprio il caso di dire rally-che-vale-una-stagione. Da quella domenica 22 gennaio in avanti, infatti, il francese ha dovuto stringere i denti e solo grazie a tutta la sua classe, vincendo soltanto un’al- tra volta in Portogallo, ha messo le mani da campionissimo quel è il suo quinto titolo iridato. Il dieci pieno che si sarebbe meri- tato, viene però abbassato di mezzo punto per l’insistenza con cui, più di una volta, si è presentato davanti ai microfoni per criticare la sua auto. Riuscisse nell’impresa di ripetersi anche nel 2018 è già pronta la lode con bacio accademico… 9 Ott Tanak Due volte sul podio nel 2016, il trentenne pilota estone que- st’anno ha messo la freccia ed ha svoltato deciso. Compagno di banco di un primo della classe come Seb Ogier, il pupillo di Markko Martin si è addirittura permesso il lusso di pareggiare i conti in fatto di vittorie con il pluridecorato francese. Con otto presenze sul podio Tanak ha lottato fine alla fine per il ruolo di vicecampione, guadagnandosi anche la chiamata di Tommi Ma- kinen in Toyota dove, in breve tempo, di questo passo po- trebbe anche ritagliarsi il ruolo di prima guida. Sébastien Ogier

48 49 MONDIALE RALLY Le pagelle di fine anno

Thierry Neuville

50 8 Thierry Neuville Con cinque vittorie, il belga di casa Hyundai è in assoluto il plu- rivittorioso dell’anno. A macchiare lo score, purtroppo, ci sono i due errori da matita rossa del Monte-Carlo e della Svezia che, di fatto, lo hanno subito messo in una difficile posizione anche nei confronti del team. Neuville si è poi ripreso alla grande ed a tratti è parso davvero imprendibile per chiunque. Lo atten- diamo nel 2018 per una stagione che potrebbe rivelarsi deci- siva per la sua carriera 8 Michel Nandan e Tommi Makinen Ok, probabilmente le Hyundai che escono dall’atelier di Alze- nau sono più performanti delle biancorosse Toyota preparate nei pressi du Puuppala nella Factory di Tommi Makinen. Difficile però immaginare subito le Yaris preparate in Finlandia così pronte a buttarsi a capofitto e lottare quasi ad armi pari con la concorrenza. E viste anche alcune lacune che in qualche occa- sione hanno mostrate le coreane vien d’obbligo assegnare lo stesso trattamento ai due bravi manager. 7,5 Elfyn Evans Correre con le gomme Dmack può essere a seconda dei punti di vista anche un vantaggio, di sicuro il gallese figlio d’arte ci ha messo tanto del suo e, sfuggita la vittoria d’un soffio in Ar- gentina, sulle strade di casa è stato imprendibile per chiunque osasse avvicinarsi. La promozione sul campo all’interno di M- Sport è arrivata di conseguenza. 7 Esapekka Lappi Una delle vere sorprese della stagione. Arrivato da numero uno del WRC2 il giovane finlandese con lo sguardo da Tin Tin si è subito guadagnato l’attenzione degli astanti, riuscendo persino a sbalordire con il perentorio successo raccolto tra le native betulle del Finland Rally, a dimostrazione di un talento davvero cristallino. 6,5 Jari-Matti Latvala L’algido finlandese continua imperterrito, anno dopo anno, a mostrare luci e ombre e non può essere la vittoria ottenuta in Svezia a fargli meritare un voto più alto. Anzi, sono errori come quello della Power Stage a rimanere indelebili nella mente di appassionati e addetti ai lavori. Oramai trentaduenne Latvala somiglia sempre più ad un talento che non sboccerà mai. 6,5 Andreas Mikkelsen Voto di stima per il giovane norvegese amato anche, e soprat- tutto dal gentil sesso. Irraggiungibile per chiunque nell’inizio di stagione affrontato con la Skoda Fabia nel WRC2, approdato poi con Citroen e Hyundai ad una WRC Plus Mikkelsen non ha mai dato l’impressione di essere quel fenomeno da molti indi- cato. Da rivedere nel 2018 quando avrà a disposizione una sta- gione intera con la stessa auto per mostrare il suo potenziale.

51 MONDIALE RALLY Le pagelle di fine anno

6+ Craig Breen La scelta di affidargli una Citroen C3 WRC ufficiale non aveva trovato tanti sostenitori. In realtà l’irlandese, con ancora molti limiti legati anche alla scarsa esperienza, con sei quinti posti è stato il pilota Citroen più continuo, salvando un bilancio che poteva essere davvero molto ma molto più magro. 6 Juho Hanninen Prima parte di stagione da quattro e seconda da otto. Così viene facile usare l’aritmetica per un salomonico stiracchiato sei per l’ex campione IRC ed Europeo che molto probabil- mente avrà salutato la compagnia iridata con l’uscita di strada del Galles. Difficile ritrovare sedili a 36 anni con la concorrenza dei giorni d’oggi. 6 Dani Sordo Come per Hanninen ma a stagione invertita per lo spagnolo della Hyundai che, partito con due promettenti quarti posti e due podi in Corsica e Portogallo è poi pian piano scivolato verso l’anonimato con un finale di stagione davvero imbaraz- zante. 5 Kris Meeke Davvero un peccato dover scendere sotto la sufficienza per un protagonista come Meeke, forse il pilota del mondiale con la punta di velocità più alta. Peccato che altrettanto alta sia la percentuale che riguarda gli errori, il cui apice è quello com- messo nella SuperSpeciale d’apertura del Rally di Germania. Croce e delizia, nella storia rimarranno comunque le due vitto- rie in Messico e Catalunya, anche se è la prima raccolta nelle Americhe il miglior manifesto del nordirlandese pupillo di McRae. E non può essere un caso… 5 Hayden Paddon Sul trentenne neozelandese pesa il macigno che dovuto por- tarsi appresso dopo lo sfortunato incidente del Monte-Carlo. Una banale divagazione trasformatasi, non per colpa sua, in tragedia. I podii arrivati in Polonia e in Australia non sono suf- ficienti a fargli guadagnare un voto migliore. Parzialmente boc- ciato alla pari di Sordo, con lo spagnolo dovrà dividersi la terza i20 WRC presente in gara. 4 Stéphane Lefebvre Per potersi guadagnare un assoluto il francese della Citroen ha dovuto essere al via del rally nazionale Le Béthunois… Nelle gare iridate è stato a tratti quasi impresentabile. 4 Yves Matton Nei rally come in altre specialità l’allenatore vive di luce riflessa dei risultati conseguiti. Ed quasi imbarazzante dover giudicare il condottiero dell’armata che doveva, a furor di popolo, fare a pezzi gli avversari. La realtà, la triste realtà. è che la C3 WRC è stata la peggior auto del lotto, e la chiamata di soccorso fatta a Sébastien Loeb testimonia il mare agitato in cui si è ritrovato a nuotare il boss del team biancorosso. Tutta da verificare anche la mossa di assoldare Mikkelsen per qualche gara con conseguente appiedamento forzato di Meeke.

52 Jari-Matti Latvala

53 www.automotoracing.it