Associazione Nazionale Alpini - Sezione di

Como - Anno XLII - Gennaio-Marzo 2016 - Numero 1 Numero 1 - Anno XLII - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46), art. 1, comma 2, DCB 1, comma Como n° 46), art. in L. 27/02/2004 (conv. 353/2003 - D.L. postale in abbonamento - Spedizione SpA Italiane 1 - Anno XLII - Poste Numero

Baradèll, l’origine del nome Nel calendario degli eventi associativi ci sono degli appuntamenti

a cui tutti gli Alpini dovrebbero partecipare Enrico C olzani Foto Raduno sezionale , 12 giugno 2016

Il programma completo delle manifestazioni organizzate per celebrare l’evento sarà pubblicato sul sito internet sezionale www.alpinicomo.it SOMMARIO

Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Como

Como - Anno XLII - Gennaio-Marzo 2016 - Numero 1 In questo numero

Numero 1 - Anno XLII - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46), art. 1, comma 2, DCB 1, comma Como n° 46), art. in L. 27/02/2004 (conv. 353/2003 - D.L. postale in abbonamento - Spedizione SpA Italiane 1 - Anno XLII - Poste Numero EDITORIALE Baradèll, l’origine del nome Il nuovo volto del Baradèll 2 in copertina La torre del Baradèll dal DIRETTORE (Foto Mario Ghielmetti) L’eterno desiderio della stampa 3 Como - Anno XLII - Numero 1 Gennaio-Marzo 2016 una volta all’anno Associazione Nazionale Alpini Sezione di Como L’assemblea dei Delegati 4 Via Zezio, 53 - 22100 Como (CO) www.alpinicomo.it le medaglie d’oro [email protected] Teresio Olivelli: difensore dei deboli Direttore responsabile 6 Piergiorgio Pedretti [email protected] simbolo e metamorfosi Redazione Una farfalla per Teresio 9 Enrico Bianchi, Enrico Gaffuri, Mario Ghielmetti, Carlo Pedraglio, Flavio Pedretti don carlo gnocchi

Progetto grafico e impaginazione Amis, ve racumandi la mia baracca 10 QG Project 73° anniversario Stampa Bieffe SpA Industria Grafica Nikolajewka, c’eravamo anche noi 12 Via Mariano Guzzini, 38 62019 Recanati (MC) battaglione “val d’intelvi” Registrazione al Tribunale di Como n. 21 del 7/10/1976. La battaglia dei ghiacciai 18 Poste Italiane SpA - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46), art. 1, comma 2, DCB Como rovine storiche

Hanno collaborato a questo numero Ul Baradèll 24 Gionata Ballabio, Enrico Bianchi, Marco Bravi, Paola Canepa, sport Silvio Colagrande, Flaminio Colombo, Pietro Dassiè, Mario Dotti, Gigliola Foglia, Alpiniadi 2016 27 Mosè Frighi, Enrico Gaffuri, Mario Ghielmetti, Gaetano Maroni, Sergio Masciadri, Massimiliano Molteni, Carlo Pedraglio, il nucleo Flavio Pedretti, Piergiorgio Pedretti, Italo Resmini, Emanuele Roncoroni, Notizie dalla Protezione Civile 28 Luigi Scollo, Tiziano Tavecchio

Notizie dai Gruppi Alpini di: Albate, , , tanto di cappello , Bellagio, , Cantù, , , , Lurago d’Erba, , , Notizie alpine intra moenia ed extra moenia 30 , Ponte Lambro, Parè, San Bartolomeo Val , San Pietro Sovera, Comasco

Foto presepi dei Gruppi di: Albate, Binago, , natale 2015 Brenna, , -, , Casasco d’Intelvi, Caslino d’Erba, Lanzo Presepi 34 d’Intelvi, Lurago d’Erba, , Moltrasio, , Santa Maria Rezzonico, , dalla penna dei gruppi Fatti col cappello alpino 36 Alpinisti col cappello Chicco Tettamanti, Gianangelo Franchina 44 il libro A colpo sicuro 46 EDITORIALE Il nuovo volto del Baradèll Nuova redazione e nuova veste grafica

di Chicco Gaffuri

cinque anni dallo scorso cambiamento, che tri occasionali, che di volta in volta saranno presentati aveva messo in campo un nuovo direttore ai lettori con un profilo professionale e associativo. e nuovi collaboratori, il nostro periodico af- Ma non è tutto, perché si è pensato di dare al Bara- fronta un’altra modifica. dèll un segno di cambiamento anche nella sua veste CapitaA a volte che la sintonia tra editore e direttore (per grafica. Dall’attuale formato si passerà a quello che si usare anche un pò impropriamente una terminologia chiama Uni A4, ovvero delle dimensioni di 21 x 29,7 da giornalismo professionale) scricchioli e che si decida cm. Si è scelto di introdurre questo cambiamento per imboccare altre strade, pur con molto rincrescimento, rendere il giornale più comodo da maneggiare e per al solo scopo di non provocare danni all’Associazione. uniformarlo alla gran parte delle altre testate della Da qui la decisione appunto di cambiare percorso, con stampa verde e delle riviste in genere. nuovi compagni di viaggio e su strade diverse. Si apre quindi un nuovo ciclo per il nostro Baradèll, sen- Il Baradèll si rinnova e la sua direzione è stata affidata za dimenticare la riconoscenza che dobbiamo a chi l’ha a un Alpino del Gruppo di Albate, Piergiorgio Pedretti, diretto, curato e realizzato sino a ora. È giusto ricor- che si dichiara orgogliosamente un vecio del battaglio- dare e sottolineare che, indipendentemente dai punti ne Tirano. Anche Piergiorgio ha una storia associativa di vista che non coincidevano più, la scorsa “squadra di riguardo, con i suoi oltre quarant’anni di iscrizione e di Redazione” ha profuso grande impegno e capacità con un importante impegno nel suo Gruppo. Tra le sue non comuni, riscuotendo importanti successi, come il tante passioni c’è proprio quella per l’informazione a secondo premio della stampa alpina. Grazie ai vecchi, mezzo stampa e sino ad oggi si è dedicato alla realizza- quindi, tanti auguri ai nuovi e, soprattutto, lunga vita al zione del periodico di Gruppo, il I Alpinn del Munt Goi. Baradèll, perché continui a essere il giornale degli Alpi- Ha accettato con entusiasmo l’incarico di Direttore ni comaschi. Partiamo dunque con un giornale nuovo, del Baradèll e si è dichiarato onorato di essere stato per raccontare storie vecchie che ci accompagneranno scelto tra i nostri settemila iscritti. Non ho alcun dub- per tutto l’anno. Sono storie vecchie che ci stanno mol- bio che si dedicherà con il massimo dell’impegno a to a cuore, storie di cui continuiamo a far memoria. questo nuovo lavoro e gli auguro di affrontarlo con Sono diverse le ricorrenze di quest’anno. È il centena- grande passione, traendone belle soddisfazioni. Esse- rio della morte della nostra M.O.V.M. Corrado Venini re al timone di una barca che entra nelle case di tutti e del sanguinoso combattimento del “Val d’Intelvi” i soci non è cosa da poco; vuol dire orientare il modo sulle nevi dell’Adamello. Sono passati 70 anni dalla di fare informazione e, un po’ alla volta, conoscere nel nascita della Repubblica Italiana e 60 dalla morte del dettaglio tutto il tessuto della Sezione; vuol dire sco- Beato don Carlo Gnocchi. E poi, Teresio Olivelli, altra prire un mondo e presentarlo ai tanti lettori. nostra M.O.V.M., è stato proclamato Venerabile. Scendono in campo anche nuovi collaboratori, che si Ecco, le pagine del Baradèll dedicheranno molta atten- dedicheranno a temi specifici. Collaboratori fissi e al- zione a questi temi. Buona lettura.

Partiamo dunque Enrico Gaffuri, ‘‘ Alpino del “Susa”, con un giornale nuovo presidente dal 2011 della sezione di Como per raccontare dell’Associazione Nazionale Alpini. storie vecchie ’’

2 gennaio-marzo 2016 DAl direttore L’eterno desiderio della stampa Agli Alpini piace ancora la carta stampata

di Piergiorgio Pedretti

iviamo nell’era dell’informatica e dei gruppi. Ne nasce un naturale desi- multimediale, della ipertestua- derio di far conoscere il proprio operato lità e di tutte quelle forme di utilizzando tutti i modi possibili ivi com- comunicazione che rendono presa la carta stampata; sia perché l’età l’uomoV sempre più dipendente dalla tec- media aumenta e scoraggia l’uso della nologia di cellulari sofisticati, di tablet tecnologia, ma sopratuttto perché non è e smartphone capaci di connettere in pensabile di eliminare quella bellissima un istante il mondo intero, per parlare abitudine di inumidire di saliva il dito di tutto con tutti, per inviare messaggi, indice e stimolare la curiosità voltando foto, filmati, musica e tutto ciò di cui la le pagine di un giornale una dopo l’altra. nostra vita – si dice – non può più fare a E così siamo giunti a parlare del Baradèll meno. Provate a salire su un treno o sulla che da molti anni è il giornale della sezio- metropolitana: rimarrete stupiti dal nu- ne Ana di Como. Da qualche settimana il mero di persone che, mentre si lasciano presidente Enrico Gaffuri ha scelto di affi- trasportare, non fanno che ticchettare dare a me la direzione e io mi sono sentito senza sosta su quei marchingegni per lan- in dovere di accettare non per fare carrie- ciare messaggi a chissà chi e chissà dove, ra, ma per spirito di servizio in virtù dei dimenticando la realtà attorno a sé per quarantasette anni di appartenenza a que- chiudersi nel mondo virtuale contenuto Piergiorgio Pedretti, Alpino del “Tirano”, sta associazione unica al mondo cui devo nella scatoletta tecnologica. socio Ana da 47 anni. gratitudine per ciò che ho vissuto di bello, anzi, di strepitosamente bello, soprattutto Nel passato era normale intrecciare di- appaga appieno questo desiderio. Dopo nel mio Gruppo di Albate per il quale, nel scorsi sul treno; chi di noi non ricorda le le incisioni rupestri, risalenti al paleoliti- settembre dell’anno 2000, ho inventato il chiacchierate durante i viaggi della licenza co superiore, circa 30.000-40.000 anni fa, giornale I Alpinn del Munt Goi. (troppo pochi peraltro…), soprattutto sul- la prima scrittura conosciuta che si possa C’è una cosa che mi preme fra tutte: un le lunghe percorrenze? Era sufficiente un: considerare tale è stata quella cuneiforme giornale non può chiamarsi tale se non è “scusi lei fuma?”, oppure il rallentamento dei Sumeri nel 3000 a.C e successivamen- la voce – o meglio la penna – dell’entità o un arresto inaspettato del treno per “en- te, fino a circa il 1000 a.C., quella dei gero- che rappresenta; è giornale quando espri- trare in comunicazione” col vicino e par- glifici della civiltà egiziana. me il pensiero di tutti gli appartenenti che lare del più e del meno fino alla raggiunta Ma si tratta di scritture fine a se stesse, possono raccontare, utilizzando la carta destinazione. Adesso che possiamo con- senza la possibilità di ricopiatura e di stampata, le innumerevoli diversità che, di netterci con il mondo intero in una fra- diffusione. Per questo occorre attendere gruppo in gruppo, di paese in paese, sono zione di secondo, l’abitudine a colloquiare il XIII secolo con il lavoro certosino degli una delle magnifiche ricchezze che con- con l’uso delle corde vocali guardando in amanuensi per poi arrivare al 23 febbraio traddistinguono gli alpini. faccia l’interlocutore per rendere ancora 1455, quando Johannes Gutemberg por- E allora L’eterno desiderio della stampa rag- più personale il messaggio, è diventata ta a termine la prima copia della Bibbia giungerà la sua piena soddisfazione quan- una modalità fuori dal tempo. con la tecnica dei caratteri mobili di sua do i settemila alpini di Como, sfogliando La tecnologia in quanto tale non è affatto invenzione. Da quel giorno la diffusione il Baradèll, si riconosceranno in quel “gior- diseducativa, anzi; ma è il suo uso forsen- della stampa è cresciuta in modo espo- nale di famiglia” che essi stessi avranno nato che riduce l’uomo alla sudditanza; le nenziale fino alla nostra epoca nella quale contribuito a riempire di storia e di vita. nuove generazioni, che vivono continua- alcuni quotidiani nazionali raggiungono E allora… avanti tutti insieme! mente immerse nel mondo virtuale rischia- tirature di 400.000 copie giornaliere. no di lasciarsi attanagliare dalla solitudine. Questa breve sintesi aiuta a capire che l’u- Non posso concludere questo primo ar- so della carta stampata non è tramontato ticolo di fondo senza ringraziare i miei Chiediamoci allora se esiste un’alterna- nonostante la crescita iperbolica dell’in- predecessori e le rispettive redazioni. E tiva a questo pericolo oppure se l’uomo formatica: è L’eterno desiderio della stampa siccome ogni tanto mi piace scrivere uti- è destinato a diventarne sempre più che spinge l’uomo a scrivere affinchè altri lizzando il linguaggio della caserma, mi schiavo. C’è la risposta: è indispensabi- possano leggerne il pensiero. riferisco a mio “nonno” Cesare di Dato e le ritornare alla scrittura, a quella sco- mio “padre” Achille Gregori. Entrambi, perta antichissima che ha cambiato la E questo desiderio ha contagiato nel tem- con competenza e passione, sono stati vita dell’uomo. Egli ha sempre sentito po anche gli Alpini le cui vicende, inizia- capaci di elevare il Baradèll fra le migliori l’innato bisogno di trasmettere la cono- te nel 1872, passate attraverso guerre e testate sezionali. Merito loro se il sotto- scenza e ha capito, fin dai primordi, che sacrifici sovrumani, continuano oggi in scritto successore troverà la strada un po’ la rappresentazione grafica del pensiero tempo di pace con le attività delle sezioni più agevole. Grazie!

gennaio-marzo 2016 3 UNA VOLTA ALL’ANNO L’assemblea dei Delegati La relazione della vita associativa della Sezione nel 2015 Foto Mario Ghielmetti Foto

di Piergiorgio Pedretti Gruppo Ana di Solbiate con sette Alpini. La lavori a Villa Carlotta; la solidarietà alpina; relazione è proseguita ricordando i tre im- l’unità di Protezione Civile; i rapporti con il portanti anniversari del 2015: il centena- Centro Studi Nazionale; i mezzi di comuni- omenica 13 marzo 2016 s’è rio dell’entrata dell’Italia nella prima guerra cazione; il giornale Baradèll che a fine 2015 svolta l’assemblea dei Delegati mondiale, i settant’anni dalla fine della se- ha avuto il cambio del direttore; i giornali della sezione Ana di Como, alla conda e il 95° anniversario di costituzione di Gruppo; l’attività della segreteria che il quale hanno partecipato 250 della sezione Ana di Como. Presidente ha chiamato “la sala macchina Ddelegati di cui 27 con delega. Erano rap- Per brevità di spazio è impossibile ricordare della Sezione”. presentati 106 Gruppi dei 124 apparte- in modo esauriente tutte le attività. Fra le Ha preso poi la parola il tesoriere Pietro Re nenti alla Sezione con 18 Gruppi assenti. più importanti l’Adunata nazionale a L’A- che ha elencato le voci di bilancio. Al ter- Le assenze obbligano a una riflessione: quila, il Raduno sezionale a Como, il Radu- mine è stata data la parola agli ospiti. E a l’assemblea è tra i momenti associativi più no in ricordo del battaglione Val d’Intelvi, questo punto è doveroso riportare alcune importanti e non si dovrebbe “marinare”. arricchito dall’inaugurazione della chiesetta importanti riflessioni scaturite. Il sindaco Occorre sin d’ora che i responsabili dei di san Zeno alla quale ha partecipato anche di Como dott. Mario Lucini ha ringraziato Gruppi assenti si impegnino a non perde- monsignor Diego Coletti vescovo di Como; gli Alpini per tutto quanto fanno e faranno re quella del 2017. il raduno Interarma, il raduno di Raggrup- per la comunità; ha fatto sperare che verrà Dopo la nomina del presidente e del segre- pamento a Busto Arsizio nel quale ha sfila- rinnovata la convenzione per la manuten- tario – rispettivamente gli Alpini Giulio Za- to, per iniziativa della nostra sezione e per zione del sentiero intitolato a padre Giovan notta ed Emanuele Roncoroni – ha preso la la prima volta, una squadretta costituita Battista Pigato e del Parco Rimembranze parola il presidente sezionale Enrico Gaffu- dai soci aggregati con lo striscione «Siamo i situato appena sotto al Castello Baradello. ri che, prima di dare lettura della relazione migliori amici degli Alpini»; il Cisa tenutosi Il dottor Corrado Conforto Galli, in rappre- morale per l’anno 2015, ha ricordato uno a a Como a fine ottobre, evento importantis- sentanza del prefetto di Como, ha ricorda- uno i reduci “andati avanti” e ha ringraziato simo a livello nazionale che ha visto la par- to i vincoli di amicizia che la Prefettura le autorità e gli amici presenti. Di seguito, tecipazione di oltre 200 referenti; la santa mantiene con gli Alpini; ha apprezzato la con il supporto d’immagini, Gaffuri ha Messa sezionale, avvenimento speciale nel loro organizzazione autogestita, la stima passato in rassegna gli eventi e le attività 2015 perché celebrata dal vescovo mon- incondizionata verso l’Ana, che per molti dell’anno trascorso a partire dalla forza as- signor Diego Coletti; la colletta del Banco rappresenta la parte migliore della società, sociativa che conta all’incirca 7.000 iscritti. Alimentare diventata ormai un appunta- è un esempio per le nuove generazioni. Il “Premio sveglia” per il maggior numero mento irrinunciabile; altri eventi sezionali Il consigliere regionale Franco Dotti, non di Alpini nuovi iscritti è stato assegnato al e di Gruppo, le attività verso le scuole, i Alpino, ex sindaco di Argegno, ha ricordato

4 gennaio-marzo 2016 I Delegati onorano il Tricolore e il Vessillo all’inizio dell’assemblea. Nella pagina accanto, il tavolo delle autorità: da sinistra il dottor Mario Lucini, Adriano Crugnola, Renzo Gatti, Enrico Gaffuri, Giulio Zanotta, Enrico Bianchi e il revisore dei conti

Foto Mario Ghielmetti Foto Elio Monti. l’invito di suo papà, capogruppo, che prima coloro che abbiano salvaguardato, aiutato, esempio, i personalismi individuali e di di morire gli ha raccomandò i “suoi” Alpini. accresciuto la Patria, è assegnata in cielo Gruppo. È un dovere di tutti gli iscritti, a Quindi è intervenuta la dott.ssa Maria Rita una sede ben determinata dove, nella beati- qualsiasi livello di responsabilità associati- Livio, presidente della Provincia di Como, tudine, possano godere di una vita eterna». va essi siano inseriti. moglie e sorella di Alpini. «Voi – ha detto Da ultimo ha preso la parola il direttore ge- Ed è significativo concludere questa breve – fate tutto col cuore e potete essere nomi- nerale dell’Ana Adriano Crugnola il quale, relazione dedicata all’assemblea annuale nati rappresentanti della generosità; siete cogliendo spunto dalla relazione morale del ricordando l’ultima parte della relazione sempre presenti in prima fila, godete di un presidente sezionale Gaffuri, ha messo in morale del presidente Enrico Gaffuri. legame che vi unisce per tutta la vita; guai guardia i presenti da un pericolo che pur- «Ci sono tante ragioni per non dimenticare se non ci foste! Siete custodi della memoria troppo si sta insinuando nell’Associazione. il passato, tante ragioni per far memoria e e orizzonte per la gioventù». Lo “spirito di Corpo” che nell’anno 1919 qui voglio citare uno splendido aforisma Maria Rita ha poi proseguito dicendo che è stato il motore della nascita dell’Ana, ri- dell’amico Gaetano Morelli, capogruppo di anche in ambito amministrativo ci sono schia di essere contagiato da una società in che dice testualmente “Fare memo- molte persone oneste che hanno a cuore – decadenza che non riconosce, se già non ha ria non è conservare la cenere, ma trasmet- come gli Alpini – il bene ; e i sindaci perso, i più importanti valori morali. tere la fiamma”. Rappresenta la migliore che hanno la fortuna di sfilare nelle adunate È indispensabile convertire lo “spirito di sintesi di tutto ciò in cui sosteniamo di sono per questo oggetto di stima e di sim- Corpo” in “spirito associativo” per fare credere. Se fare memoria si limitasse al te- patia; ma un solo giorno di gloria è poco se quadrato contro una realtà attuale che ri- nere in serbo un ricordo, servirebbe a ben rapportato al periodo di responsabilità! Ha schia di vanificare i nostri ideali e pertanto poco, anzi, a nulla; sarebbe proprio come poi voluto fare un omaggio “classico” alla richiede vigilanza forte e continua. conservare in una scatola la cenere di un generosità degli Alpini, recitando una pas- Il futuro associativo, al di là del numero de- fuoco ormai spento. Tutt’altra cosa è invece so di Cicerone tratto dal Somnium Scipionis, gli iscritti, sarà tanto più certo quanto più tenere accesa la fiamma, permettere al fuo- 5-6,13: «Omnibus, qui patriam conserva- sarà profonda la convinzione che occorre co di continuare ad ardere, di continuare verint, adiuverint, auxerint, certum esse lavorare avendo come unico obiettivo il a trasmettere il suo calore, perché quella è in caelo definitum locum, ubi beati aevo bene dell’Associazione, abbandonando i la sua funzione. Noi abbiamo il dovere di sempiterno fruantur» che significa «A tutti comportamenti che non aiutano quali, per essere letteralmente i fuochisti dei valori dell’alpinità, dobbiamo fare tutto il possibi- le e l’impossibile affinché il calore dei nostri Incarichi di responsabilità ideali continui a propagarsi nelle nuove ge- nerazioni. Parecchi anni fa, abbiamo fatto uando si punta con lo sguardo in alto nell’Ana, si intuisce che la via di una un giuramento di fedeltà alla Patria. persona investita di cariche di responsabilità è oscura e solitaria, ed è Q Un giuramento mai dimenticato, che con- illuminata (a volte) da altri uomini con cariche di responsabilità, che spesso sono tinuiamo a interpretare quotidianamente in contrasto. È una via avara di ringraziamenti, ma piena di critiche e recriminazioni con le nostre attuali armi, che sono l’im- da parte della “truppa”. La presidente della Provincia, dott.ssa Maria Rita Livio, pegno, la volontà, la laboriosità, lo spirito ha voluto ricordare tale concetto nell’assemblea dei Delegati 2016: «è bello che di servizio e, soprattutto, il cuore, con una almeno una volta all’anno, all’Adunata nazionale degli Alpini, i sindaci e le persone penna alpina ben piantata in profondità. con cariche di rappresentanza ricevano un applauso per i servigi forniti. Questa Se metteremo in campo queste armi, il “soddisfazione”, dà la carica ad andare avanti». Allontanando ora da me l’invito fuoco non si spegnerà mai e avremo qual- a false adulazioni, osservo che il rovescio della medaglia per tali persone, sia che certezza in più di aver tenuto fede al l’emergere per l’ultima azione errata intrapresa, dimenticandosi troppo in fretta giuramento e di aver fatto tutto il possibile dei rimanenti 364 giorni di servizio, svolti con dovere e coscienza. per lasciare a figli e nipoti un’Italia un po’ Stefano Danieli migliore. Viva l’Italia, viva gli Alpini!»

gennaio-marzo 2016 5 le medaglie d’oro Difensore dei deboli La parabola umana e cristiana del Venerabile Teresio Olivelli

di Gigliola Foglia

La sua vita era degli altri... In mezzo al deserto creato dalla ferocia umana [...] fu consolatore, fu angelo di bon- tà, perché fu un giusto”. “Così l’allora vescovo di Como monsignor Alessandro Macchi già a pochi mesi dalla morte sintetizzava l’animo e la parabola umana di Teresio Olivelli, lo scorso dicem- bre proclamato Venerabile dalla Chiesa che ne ha riconosciuto “l’eroicità delle virtù”. Nasce il 7 gennaio 1916 a Bellagio ed è battezzato dallo zio don Rocco Inver- nizzi che lì era viceparroco, ma presto i genitori tornano nella terra d’origine, la Lomellina. Teresio tuttavia frequenterà assiduamente lo zio, diventato arciprete di , non solo per... remare sul lago e scalare le vicine montagne lariane, ma per chiedergli consiglio su quale for- mazione intraprendere. Si iscriverà a giu- risprudenza nell’intenzione di difendere i deboli, perché questa è sempre stata la sua vocazione, fin da quando aiutava a scuo- la i compagni meno dotati o proteggeva quelli scherniti perché ebrei; diventerà ben presto rettore del collegio Ghislieri e poi assistente universitario. Tutto ciò senza trascurare la preghiera, le visite ai malati, l’attività nell’Azione Cattolica e in parrocchia. In ogni occasione dà la sua te- stimonianza di fede, perfino nell’apparen- te adesione al Fascismo che invece Teresio voleva tentare di cambiare dall’interno: esemplare la sua contestatissima vittoria ai Littoriali, sorta di Olimpiadi della cultu- ra fascista, sostenendo anziché la superio- La famiglia rità della razza ariana la grandezza civile Olivelli e spirituale dell’italianità quale erede di a Tremezzo Roma, dell’Umanesimo, della Cristianità. nell’estate del 1935. All’entrata in guerra dell’Italia non sop- Da sinistra: porta che a combattere debbano andare i genitori, solo i ragazzi delle classi sociali più umili, Teresio, lo zio e per non abbandonarli parte volontario monsignor come sottotenente della Divisione Tri- Invernizzi dentina; conforta i compagni, li fa pregare e il fratello e cantare... e durante la tragica ritirata di Carlettore. Russia non pochi si salveranno perché da Sopra, Teresio in divisa lui materialmente trasportati sulle spalle. da ufficiale Rientrato in Italia “Olivelli si schiera con dell’Artiglieria chi sogna libertà, giustizia e pace. Si ri- alpina nel bella, ma per amore, mentre tutt’intorno marzo 1943. è la stagione dell’odio... vuole una nuova patria, ricostruita e pacificata” spiega il Postulatore della Causa di Beatificazione.

6 gennaio-marzo 2016 Teresio Olivelli Partecipa alla Resistenza da italiano e da escursionista cristiano, fonda il giornale clandestino Il sulle Dolomiti Ribelle e scrive la Preghiera del Ribelle per occidentali, amore: “Signore facci liberi”. Durante la verso il Sassolungo latitanza visiterà più volte lo zio a Tre- e il Sassopiatto, mezzo, dove i genitori possono recarsi a 21-30 agosto incontrarlo senza destare sospetti. dell’anno 1937. Arrestato a Milano per la delazione sotto tortura di un compagno, che disperato si affretterà a informarne don Inverniz- zi, finirà nel lager di Flossenburg e poi di Hersbruck dove ancora si prodigherà per i deboli e i malati, cedendo perfino la sua misera razione di cibo e interponen- dosi fisicamente tra gli aguzzini e i com- pagni perseguitati. “I nazisti lo odiano e lo picchiano continuamente, perché con un sorriso, una parola, un gesto d’amore indebolisce la loro sistematica azione di annientamento fisico e morale dei prigio- nieri... Muore sotto le percosse dei carce- rieri il 17 gennaio 1945, una manciata di giorni prima che la guerra finalmente fi- nisse, senza poter vedere l’alba della nuo- va patria che ha contribuito a realizzare”. Il corpo viene cremato, le ceneri disper- La celebrazione di Teresio Olivelli a Bellagio se: è un santo senza reliquie, a eccezione dei... peli della barba a cui aveva dovuto ggi, Epifania di Gesù, a Bellagio si è com- rinunciare arruolandosi e che aveva invia- Omemorato un evento per noi Alpini partico- to scherzosamente alla famiglia. La fama larmente importante: cento anni fa, esattamente della sua santità risuona già in quel lager: il 7 gennaio 1916, nasceva a Bellagio Teresio Oli- “È morto un santo. Ha dato la vita per noi” velli, dal 15 dicembre scorso Venerabile Servo di dicono i compagni, molti dei quali testi- Dio, nonché medaglia d’oro che onora il nostro monieranno al processo di beatificazione vessillo sezionale. insieme a cittadini lariani e vigevanesi che Il Gruppo Ana di Bellagio, con in testa il capo- l’avevano conosciuto. Dopo la Liberazione gruppo Pescialli ha voluto celebrarne il ricordo questa fama si diffonderà tra gli Alpini, i con la deposizione di una co- reduci, l’Azione Cattolica e nel mondo re- rona d’alloro sulla lapide po- La lapide sulla sistenziale; già lo zio don Rocco con le sue casa natia di sta sulla parete della casa na- ultime forze comincerà a raccogliere i do- Teresio Olivelli. tia, antistante la bella chiesa cumenti su questa vita straordinaria. Sotto, un La causa di beatificazione, promossa dal- di san Giacomo. Presenti all’e- momento della vento, oltre a un buon nume- celebrazione. la Diocesi di Vigevano nella quale Olivelli ro di Alpini schierati sotto il risiedeva con la famiglia, si aprirà uffi- Vessillo, il sovraintendente cialmente nel 1986; l’inchiesta diocesana dei Carabinieri maresciallo si chiude nel 1989 e gli atti processuali Paparella e le associazio- vengono trasferiti a Roma, dove tre anni ni d’arma dei Bersaglieri e dopo se ne darà convalida giuridica. La dell’Artiglieria. Positio super vita, virtutibus, fama sancti- A coronamento della ceri- tatis viene data alle stampe nel dicembre monia la santa Messa cele- 2010, si tratta di 1.650 densissime pagine brata dal parroco don Renzo di documentazioni, testimonianze e ana- Denti, conclusa con la “Pre- lisi raccolte dai vari relatori e postulatori ghiera dell’Alpino” recitata a succedutisi negli anni, in particolare da memoria dall’Alpino Teofilo. monsignor Paolo Rizzi, vigevanese ora alla Segreteria di Stato Vaticana. Dopo Foto Mario Tacchi - AfT - Bellagio la richiesta di chiarimenti su qualche

gennaio-marzo 2016 7 aspetto controverso della vita di Olivelli da parte dei consultori teologi, viene dato La celebrazione di Teresio Olivelli a Vigevano giudizio positivo sull’esercizio delle virtù a un grado eroico, giudizio ratificato dal omenica 10 gennaio anche nel duomo di Santo Padre il 14 dicembre 2015. DVigevano si è celebrata una santa Messa Domenica 10 gennaio 2016 dopo la com- per ricordare il sottotenente e Venerabile Servo memorazione mattutina a Tremezzo vie- di Dio Teresio Olivelli, una delle medaglie d’O- ne celebrata nel pomeriggio nel duomo di ro al Valor Militare presenti sul nostro vessillo. Vigevano una santa Messa di ringrazia- Cerimonia che ha dato avvio alle diverse ma- mento per questo raggiunto traguardo e nifestazioni che si svolgeranno quest’anno per come apertura dell’anno centenario della ricordare 100 anni della nascita e la nomina di nascita. Presiedeva la celebrazione il car- “Venerabile” sancita con bolla papale datata 14 dinale Angelo Amato. Durante l’offerto- dicembre. Oltre a sei vessilli sezionali, presen- rio, all’altare circondato dai gagliardetti te alla cerimonia anche una rappresentanza di degli Alpini un nipote e una pronipote di Tremezzo e di Trezzo d’Adda. A concelebrare la Olivelli porteranno le specie eucaristiche, santa Messa, presieduta dal cardinale Angelo il parroco di Bellagio don Renzo Denti la Amato, il parroco di Bellagio don Renzo Denti e copia del certificato di nascita e battesi- monsignore Paolo Rizzi, postulatore della causa mo di Olivelli, il postulatore monsignor La foto ricordo della Olivelli. Ha voluto rendere omaggio al “Vene- Rizzi una copia della ponderosa inchiesta, celebrazione in piazza rabile” anche l’ex deportato Venanzio Gibillini, e il compagno di prigionia Venanzio Gi- Ducale a Vigevano. compagno di prigionia di Olivelli. billini un cucchiaio ricavato da un pezzo di metallo, da loro usato nel lager dove gli aguzzini costringevano i prigionieri a razione di Venerabilità alla Beatificazione Non è stata una forzatura, anzi è stato mangiare come bestie da un’unica ciotola. occorre un miracolo (cioè una guarigione relativamente semplice per il postulatore Il cardinale Amato e l’anziano ex-depor- scientificamente inspiegabile) ottenuto ricavare dagli scritti di Olivelli una “Via tato si sono intrattenuti svariati minuti a per intercessione del Venerabile, e quindi Crucis” per i venerdì di Quaresima, da cui parlare fitto fitto, abbracciati. un secondo miracolo per dichiararlo San- traspare appunto l’imitazione del Divino A Gibillini e ad altri compagni di prigionia to. Nel caso del martirio dimostrato, non Maestro nell’amore e nel sacrificio per i ancora viventi si sta rivolgendo monsignor occorre miracolo in quanto è considerato fratelli (a cura di Paolo Rizzi, Via Crucis Rizzi per un supplemento d’indagine che esso stesso miracolo. Si stanno portando con Teresio Olivelli, Libreria Editrice Va- possa eventualmente portare al riconosci- avanti entrambe le strade (virtù eroiche e ticana). Inoltre subito dopo Pasqua sarà mento del martirio in odium fidei: è infatti martirio in odio alla fede). disponibile una nuova pubblicazione di fuori di dubbio che Olivelli sia stato ucciso Di sicuro Olivelli, già da decenni chiama- Renzo e Domenico Agasso jr, Il difensore in odio alla sua opera di carità (ispiratagli to “il Beato dalla penna nera”, è un fulgido dei deboli. La straordinaria storia d’amo- dalla fortissima fede), ma era stato arre- esempio da seguire per le nuove genera- re del Venerabile Teresio Olivelli, Edizioni stato come oppositore politico e non in zioni, per l’impegno civile e per la capacità San Paolo, che verrà presentata sabato 9 quanto cattolico. Per giungere dalla dichia- di amare e di sacrificarsi per gli altri. aprile a Vigevano.

La celebrazione di Teresio Olivelli a Tremezzo

Tremezzo, come con- particolare rilevanza perché sezione Enrico Gaffuri con ribelle” (scritta dallo stes- Asuetudine, si è celebra- l’Alpino Teresio Olivelli è quattro consiglieri, undici so Olivelli nel 1944 assieme ta nella chiesa parrocchiale stato proclamato “Venera- gagliardetti e una trentina al partigiano Carlo Bianchi una santa Messa a ricordo bile Servo di Dio” da decreto di Alpini. Il parroco don Luca durante l’impegno della Re- di Teresio Olivelli che, nella Papale del 14 dicembre 2015. Giansante nell’omelia ha ri- sistenza). propria infanzia, ha avuto Gli Alpini comaschi che lo cordato le doti di cristiano di Molto toccante la comme- lunghe frequentazioni in onorano con una medaglia Olivelli, misericordioso con morazione civile tenuta dal paese, presso l’allora par- d’oro presente sul vessillo i più deboli fino a difender- sindaco di ono- roco don Rocco Invernizzi sezionale hanno partecipato li col sacrificio della propria revole Mauro Guerra, che suo zio materno. Quest’an- in massa alla celebrazione. vita. All’esterno della chiesa ha toccato brevemente tutti no la celebrazione ha avuto Presenti il presidente della è stata letta la “Preghiera del i periodi della intensissima seppur breve vita di Teresio, Il monumento dalla adesione al Fascismo che ricorda il “giovane” alla partecipazione alla se- Teresio e la conda guerra mondiale come cerimonia sottotenente di Artiglieria sul sagrato alpina e alla Resistenza e antistante attività partigiana fino al sa- la chiesa. crificio nel terribile campo di sterminio di Hersbruck il 17 gennaio 1945, alla giovanis- sima età di ventinove anni.

8 gennaio-marzo 2016 SIMBOLO E METAMORFOSI Una farfalla per Teresio Nell’ultima pagina del nostro giornale

di Tiziano Tavecchio le torture e le angherie aggrap- pandosi al Suo amore infinito. Un uomo che nell’infermeria di un la- in dai tempi antichi, presso le civil- ger, trova il tempo di scrivere, sul suo tà più famose, la farfalla è sempre taccuino delle citazioni, le parole di stata ritenuta l’animale simbolico Sant’Ignazio di Loyola: “Agire come se per eccellenza. tutto dipendesse da noi, pregare come FLo spirito, nelle credenze popola- ri, era concepito come una farfalla che, dopo la morte, esala dal corpo umano per raggiungere un grado di se tutto dipendesse da Dio”. perfezione trascendente. Fu proprio la ritirata di Russia a Nel simbolo della farfalla si ritrova cambiare Teresio – come ci rac- per questo un’affinità segreta, un conta Aldo Cazzullo, nel suo li- dialogo spirituale tra il mondo visi- bro Possa il mio sangue servire, – a bile e quello invisibile, soprannatu- fargli compiere quella metamor- rale: una magica terra di mezzo tra fosi, trasformazione e rinascita, un istante del tempo che svanisce che gli ha permesso di volare e l’eternità. come una farfalla, immagine leg- gera e profonda, sull’orrore tetro Il poeta drammaturgo, scrittore della guerra e sulle sofferenze dei e filosofo indiano Rabindranath compagni. Tagore, premio Nobel per la let- È un mutamento estremista, teratura, ebbe a dire “La farfalla una conversione radicale quella non conta gli anni, ma vive gli che trasforma Teresio. È un vita- attimi, per questo il suo breve lismo sferzante quello che attra- tempo le basta”. versa le sue membra, un attacca- Ecco perché abbiamo pensato mento alla vita che segna sempre all’immagine della farfalla per la direzione, che lo porta ad agire raccontare brevemente la storia con passione e determinazione. di Teresio. Da questo ardore, politico e re- Teresio Olivelli è un uomo. Un ligioso, sgorgano le parole della uomo che ha vissuto meno di Preghiera del ribelle e quelle degli trent’anni. appunti scritti nel ’43 quando La brevità della sua esistenza trascorre le feste di Natale a Tre- non gli ha impedito di vivere mezzo, sul lago di Como, nella una vita intensa, di testimo- casa dello zio arciprete: “La no- niare i grandi valori della sua stra reazione è fatta di dolore e personalità: identità, senso di fierezza: non potevamo credere appartenenza, carità e fraterni- che l’Italia dei nostri padri, […] tà cristiana. Teresio ha insegna- quest’Italia per la quale abbiamo to, diretto il collegio Ghislieri combattuto e pianto potesse ca- dell’università di Pavia, è stato dere così in basso”. un attivista del Regime, è partito Per questa nostra Italia, forse volontario per la Russia, sottote- caduta oggi ancora più in basso, nente dell’Artiglieria alpina nella sentiamo l’urgenza di stringere Divisione Julia, ha conosciuto Teresio dodicenne e da giovane con il distintivo tra le mani le sue parole, come guerra e deportazione. dell’Azione Cattolica. Sopra, il dipinto di Augusto Colombo un tesoro prezioso, provare Teresio crede in Dio e crede negli “Teresio Olivelli nel lager di Hersbruck” del 1957. umilmente a dar loro nuova vita uomini: la relazione con gli altri ogni giorno e quindi trasmetter- lo risana e genera in lui una fra- le ai giovani. ternità mistica che sa guardare La sua breve esistenza Teresio Olivelli è una Medaglia alla grandezza sacra del prossi- non gli ha impedito d’Oro al Valor Militare per la Pa- mo, che sa scoprire Dio in ogni tria, un Venerabile per la Chiesa essere umano, che sa sopportare di vivere una vita intensa di Dio.

gennaio-marzo 2016 9 DON CARLO GNOCCHI Amis, ve racumandi la mia baracca Pensieri sessant’anni dopo la sua morte

di Silvio Colagrande

ono trascorsi già sessant’anni da quel 29 febbraio del 1956, eppu- re a me sembra soltanto ieri. Ho ancora impresso nella mente quei Smomenti sotto un enorme lampada della sala operatoria dell’Istituto Oftalmico di Milano: c’era un medico accanto a me che mi prese il braccio per farmi l’anestesia e mi chiese di contare fino a cento. Non credo di esserci arrivato: quando mi sono risvegliato sentivo la tensione delle ben- de sulla fronte e sugli occhi e qualcosa di pesante intorno a tutta la testa che mi impediva ogni movimento. Da quel giorno la mia vita ha preso un’al- tra piega ed è iniziato un dialogo mio, Sopra, il beato don Carlo Gnocchi interiore sempre rivolto a don Carlo che con uno dei suoi bambini. immaginavo di vedere sullo sfondo di A destra, don Carlo celebra quei lembi di cielo che lui definiva “mat- una santa Messa in Russia. tutini e ventosi di primavera”, con il sor- Sotto, la scultura realizzata dall’Alpino riso che avevo conosciuto alla Rotonda Giorgio Bernasconi di Azzate (VA) nell’ottobre del 1954. Questo dialogo si “Nel 60° del dono delle cornee è sviluppato costantemente nel tempo con sentimenti di profonda gratitudine e religiosa venerazione” Silvio Colagrande. ed è vivo ancora oggi perché rappresenta il mio modo di vivere le riflessioni sugli avvenimenti, i sentimenti e le scelte del mio percorso di vita. Quando vado a fagli visita al Santuario ricchire quel legame che la sua cornea sono contento di rivederlo fisicamente, ha reso anche materialmente palpabile ma rimango un po’ pensieroso perché nell’intento di rispondere agli insegna- sul quel viso manca il suo limpido sorri- menti ricevuti da quella cultura educa- so: allora ce lo metto io con la mia mente tiva che lui aveva saputo trasferire nelle perché solo così è davvero lui. E poi non attività a favore dei suoi ragazzi. posso fare a meno di notare i suoi piedi: Non ho mai dimenticato che le cose più sono quelli che lo hanno sostenuto du- importanti e più significative si realizzano rante la drammatica marcia di ritirata nelle nostre azioni quotidiane perché è in dalla Russia per riportarlo in Italia per- quei momenti che si manifesta concreta- ché si realizzasse quell’opera di carità così mente il nostro credere e la nostra capa- fortemente desiderata e sognata in quei cità di dare attenzione agli altri. terribili momenti. La vita trova per ciascuno di noi motivo Ho sempre considerato bello e significati- di arricchimento e di crescita se la sap- vo il percorso della mia vita, nonostante piano costruire giorno per giorno, come molti momenti di difficoltà: bello perché lui insegnava a fare: il suo esempio è un ho potuto vivere pienamente quel senso riferimento fondamentale da ogni punto di sicurezza e forza che mi deriva dalla di vista e, come diceva lui, si tratta di fare consapevolezza di essere sempre accom- una costruzione, come se fosse una casa pagnato dalla sua protezione. mettendo mattone dopo mattone. Sono certo che anche le scelte fatte per prio vicino a Villa Vaccari di Bindella di I suoi pensieri su come guardare la soffe- costituire la mia famiglia fanno parte di Erba. Don Carlo gli chiese di andare con renza rappresentano qualcosa di profon- questa sua vicinanza: ho sposato la figlia lui alla Rotonda di perché aveva damente cristiano e sfociano in una fede dell’Alpino d’Africa, come lui lo apostrofa- bisogno di un uomo di fiducia per la ma- genuina e luminosa: è la guida sempre va scherzosamente. Don Carlo la chiama- nutenzione della casa: Ambrogio lo segui presente nella sua vita. È la sua fede che va trapulin quando entrava nella cascina senza chiedergli nulla. gli fa vedere Gesù nei bambini sofferenti; dove Ambrogio viveva e lavorava: era pro- Ho cercato sempre di mantenere e ar- è la sua fede che gli permette di contem-

10 gennaio-marzo 2016 teri fasci: in ordine cronologico terrestre i suoi alunni del Gonzaga, I suoi Alpini, i suoi orfani, i suoi mutilatini e i suoi po- liomielitici. Infine si sono aggiunti tutti i donatori di organi e tessuti che hanno raccolto lo spirito innovatore della più elevata solidarietà umana con la dona- zione delle sue cornee infrangendo ogni resistenza e remora delle regole sociali del 1956. Tante sono state le manifestazioni e le iniziative che hanno contribuito a dif- fondere il suo profilo e ad arricchire quel filo di collegamento: è stato un percorso pieno di condivisioni, di approfondi- menti e di arricchimento delle menti e dei cuori di tutti coloro che hanno capito quanto la sua figura rappresenta per tut- ti gli uomini. Gli Alpini hanno creato una catena di so- lidarietà grande e sempre vigile e pronta a rispondere a tutte le situazioni di bisogno nel nome di quel cappellano che è diven- tato il beato di tutte le sezioni e di tutti i gruppi. Quanto rispondente alla realtà è il Un Alpino porta sulle spalle un mutilatino ai funerali di don Carlo Gnocchi a Milano loro motto: “onoriamo i morti aiutando i l’1 marzo 1956, celebrati dall’arcivescovo Giovanni Battista Montini, poi Papa Paolo VI. vivi”. Questo spirito è diventato contagio- so e continua a diffondersi, rispondendo pienamente a quello che diceva il Beato: plare il divino nell’umanità e nelle azioni Le migliaia di ragazzi che hanno cono- “il bene è contagioso”. Nell’espressione quotidiane considerando il comporta- sciuto lui o comunque hanno fatto espe- alpinità è racchiuso tutto quel mondo del mento delle persone come azione che rienza nei suoi collegi sanno bene quan- pensiero, dei sentimenti, delle emozioni, esprime contestualmente la spiritualità to è stata significata per la loro vita la delle aspirazioni di soldati rudi ma sensi- nella materialità. costante e tenace ricerca di se stessi per bili, abituati alle fatiche ma sempre con La sofferenza rappresenta una compo- dare senso e conquistare tappe significati- il cuore teso a cercare la spiritualità che nente della vita avvolta in quella miste- ve nel percorso della loro intravvedono lassù alzan- riosità della ‘carità soprannaturale’ come vita. Le difficoltà causate do gli occhi verso il cielo lui dice nell’ultima pagina di Pedagogia del dalle limitazioni fisiche Don Carlo quando arrivano in vetta. dolore innocente: è da qui che l’uomo trae dovevano costituire uno Forse è per questa ragio- le risorse più profonde per manifestare il sprone ulteriore all’im- considerava ne che hanno portato la meglio di sé e cimentarsi nelle imprese pegno e a non arrendersi reliquia del Beato fino a più difficili e più elevate. Lui ha cercato di mai perché in ogni caso la carità 4.610 metri del Monte far capire anche a noi ragazzi che questa esiste una opportunità l’elemento Rosa: da lassù anche don era la via per rendere significativa e vera per ognuno. Carlo accorcia le distan- la nostra vita. Anche gli orfani che don fondamentale ze con noi e può guar- La carità che lui considera l’elemento fon- Carlo aveva accolto ad darci dall’alto donandoci damentale della vita cristiana confluisce e Arosio, all’Istituto Gran- della vita la sua vicinanza. diventa una cosa sola con la fede. di Invalidi l’8 dicembre Il dono delle cornee ha co- Quanto avrebbe ancora da dirci su quella del 1945, ricordano in cristiana struito nel tempo un pode- “restaurazione della persona umana” così maniera lucidissima roso percorso di solidarietà attuale e urgente necessità nella società quanto lui manifestasse loro tenerezza e nello stesso tempo un fertile terreno di odierna, dilaniata globalmente da conflit- e nello stesso tempo la fermezza dell’e- cultura della donazioni di organi e tessuti. ti, odio, egoismi. ducatore consapevole di dover essere la Le associazioni Aido costituiscono un rife- Ai giovani darebbe ancora la più alta guida guida, il riferimento che desse sicurezza e rimento territoriale capillare per diffondere educativa accompagnandoli verso quella sprone a crescere. Domenica 14 febbraio questa cultura: hanno raggiunto dei traguar- costruzione della propria personalità at- si sono ritrovati in 8 ad Arosio per prega- di importanti contribuendo incisivamente a traverso la ricerca in se stessi delle motiva- re ancora una volta nella stessa cappella dare fiato al quel profetico gesto. zioni più profonde da dare alle loro scelte dove don Carlo celebrava la santa Messa I progressi scientifici hanno consentito di vita. Farebbe capire loro che le opinioni e dove loro avevano ricevuto dalla sue di intrecciare il pensiero di don Carlo di massa precostituite non portano da mani la Prima Comunione. in Pedagogia del dolore innocente: “l’ine- nessuna parte e rifugiarsi nell’anonimato Se proviamo a immaginare che ci sia un sausto travaglio della scienza” si è unito dei social appiattisce soltanto il loro pen- filo che unisce il cielo e i suoi santi con alle “multiformi opere della solidarietà siero e le loro aspirazioni verso un’autenti- noi ancora sulla terra, dovremmo consta- umana” donando vita e fede nella “cari- ca costruzione della loro personalità. tare che il beato Carlo Gnocchi ne ha in- tà soprannaturale”.

gennaio-marzo 2016 11 73° ANNIVERSARIO Nikolajewka, c’eravamo anche noi A tener viva la memoria

“Non si sapeva più da quanti giorni si andava così, come naufraghi in un mare di neve” (Mario Rigoni Stern, Aspettando l’alba).

12 gennaio-marzo 2016 di Enrico Gaffuri che ti sostiene e ti fa credere ciecamente in di Nikolajewka, non dimenticano e non ac- una mano che la provvidenza ti tenderà, cettano nemmeno che gli altri possano far- per rivedere casa, la mamma, la moglie o lo. E al nome di Nikolajewka accomunano er come la intendo io, quella di la morosa, magari stando seduti davanti al tutte le altre vicende di guerra, perché tut- Nikolajewka non è la commemora- fuoco di un camino. Un fuoco simbolo di te hanno la stessa dignità. Il ricordo vivo, zione di un’azione militare, quan- calore per l’anima, ma anche per il corpo e passato di generazione in generazione, è tunque molto importante, cruenta forse quel solo pensiero riusciva a tenere a l’unica speranza di creare un futuro un po’ Pe, oltretutto, vittoriosa. bada il gelo, quello cattivo, sempre pronto più vivibile. E noi continuiamo, testardi La Nikolajewka che vedo io è un monu- a cancellare ogni speranza. Anzi, più che come muli, a incontrare i giovani, a parlar mento agli aspetti più umani della vicenda; un monumento, Nikolajewka rappresenta loro di sacrificio e di dovere, perché ben monumento alla caparbietà con cui quegli un altare, perché è lì che si compiono i sa- pochi altri affrontano questi temi. Con- uomini fecero il possibile e l’impossibile crifici più nobili e in quella circostanza se tinuiamo a portare ai ragazzi il racconto per tornare a casa; monumento al senso ne compirono tanti, troppi. delle sofferenze, delle angosce, del dolore, del dovere, alla disciplina e alla generosi- Gli Alpini ogni anno, un po’ ovunque, por- perché è proprio da quelle situazioni che tà di chi sa bene di essere in procinto di tano quei ricordi proprio sull’altare e vi si saltan fuori prepotentemente i sentimenti compiere un gesto, forse l’ultimo, necessa- stringono intorno, come facevano i loro più preziosi. Come cantava De André, “dai rio a se stesso, ma anche a molti altri. Un vecchi prima di andare in battaglia. Gli Al- diamanti non nasce niente, dal letame na- monumento alla fede più profonda, quella pini di oggi, caparbi quanto lo erano quelli scono i fior…”.

gennaio-marzo 2016 13 Nikolajewka a Rodero Fiaccole nella notte per ricordare Viva testimonianza per coloro che non tornarono

Che il Signor fermi la guerra”: il canto del coro alpino Valbertina di Abbiate Guazzone, un pezzo struggente in dialetto friulano, ha suggellato il tema “della pace, sfondo al ricordo della battaglia di Nikolajewka, organizzato dai Gruppi Ana della zona Prealpi ovest a Rodero. E il gruppo di Rodero, ultimo nato della sezio- ne di Como, benché fresco di costituzione, ha lavorato con tale passione e tale abne- gazione da suscitare tutta l’ammirazione dei presenti, un migliaio, Alpini e no: “Così giovani, come Gruppo e così bravi. – ha detto Silvano Miglioretto, responsabile di zona – Hanno assorbito subito lo spirito e il rimbombo del tamburo: ogni tocco, alpino anche nelle cerimonie”. sembrava un requiem per la gioventù Uno spirito che in nessuna delle tredi- perduta e una carezza per chi ricorda e ci commemorazioni precedenti ha mai dice “Mai più la guerra”. avuto cedimenti. Nel piccolo paese ai La pace: un tema che non è stato uffi- confini tra le province di Como e di Va- cialmente proclamato, ma è risuonato rese ha raggiunto però un apice, forse nei discorsi e ha fatto da sfondo a una per la complicità del tramonto invernale ricorrenza celebrata mentre è in corso arrossato dal sole che ha lasciato il po- “la terza guerra mondiale a pezzi”, come sto a un’enorme luna piena, forse per dice Papa Francesco. In particolare, è sta- la suggestione del nucleo abitato che to il tema dell’omelia, durante la Messa L’artistico pannello ligneo che ogni anno ha accolto le decorazioni, le bandiere e celebrata dal parroco, don Alfonso, che accompagna la cerimonia nella zona i vessilli, le fiaccole nella notte, il corteo ha rievocato il grido di Paolo VI all’as- Prealpi ovest. In alto a destra, l’uscita silenzioso scandito dalle letture, le note semblea dell’Onu: “Mai più la guerra” e del Vessillo al termine della cerimonia. della fanfara alpina di ha detto che la pace si afferma solo con

Rodero: non solo Alpini l termine della bella po’ naif rappresenta dei Nelle strutture di “ci ha rivolto un Acerimonia commemora- bambini che giocano tra i “Agorà 97” sono sorriso”; questo tiva del 73° anniversario di fiori di un prato e, sopra di amorevolmente gesto ci ha riem- Nikolajewka, tenutasi a Ro- essi, un altro bimbo, alato a assistiti da per- pito di enorme dero sabato 23 gennaio, an- mo’ di angelo, diretto verso sonale altamente tristezza, quasi cora sorridenti per la buona il cielo: “Ecco – ci spiega specializzato che disperazione, tale riuscita della manifestazio- don Angelo – quello con le trasmette loro, oltre alle da farci affiorare le lacrime, ne, don Angelo ci invita a ali rappresenta il destino cure mediche poco più che scese poi senza vergogna. visitare una delle case di cui vanno incontro i bambi- palliative, anche tanto af- Un plauso senza limite alle “Agorà 97”, associazione ni che ospitiamo in questa e fetto e calore come se fos- persone (professionisti e cui la zona Prealpi ovest in altre nostre case”. sero in un ambiente familia- volontari) che si dedicano quest’anno ha devoluto l’a- Si tratta di poveri esserini, re, cercando di trasformare al lavoro in queste struttu- bituale offerta economica. alcuni poco più che neo- la corsia in salotto di casa re molto impegnative anche Appena entrati nella “Casa nati, con scarsissime pos- anche nei piccoli partico- dal punto di vista morale e di Gabri“, una delle cinque sibilità di sopravvivenza lari, come per esempio ve- un invito a tutti gli Alpini gestite dall’associazione, il perché affetti da malattie stendoli come se stessero affinché approfondiscano sorriso ancora presente sui rarissime o da malforma- giocando. Gli occhi di una (sul sito internet) le finali- nostri volti ha lasciato spa- zioni congenite incurabili, bambina un po’ meno as- tà di questa associazione zio a una mestizia profonda. per lo più nutriti con sondi- sopita degli altri ospiti ci e dimostrino, nei limiti del Sul muro a lato dell’ingres- ni gastrici e aiutati persino hanno fissati a lungo, una possibile, la loro vicinanza. so un sintetico dipinto un nella respirazione. manina sollevata a fatica Enrico Bianchi

14 gennaio-marzo 2016 A margine della commemorazione di Nikolajewka a Rodero del 23 gennaio 2016

l corteo di sabato 23 gennaio a Rodero era preceduto da uno striscione con la Iscritta “Per non dimenticare...”. Ma non dimenticare che cosa? Perché ricordare fatti avvenuti 73 anni fa? Einstein ha detto che due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana. Riguardo all’universo Einstein aveva ancora dei dubbi... L’invito è proprio a riflettere su questo. La storia ha tristemente insegnato che l’umanità poco impara dai suoi errori. Cent’anni fa tre cugini, lo zar Nicola II di Russia, il kaiser Guglielmo II di Germa- nia e re Giorgio V d’Inghilterra, che regnano sui tre grandi imperi europei del tempo, stanchi della “Belle Epoque”, decidono di litigare tra di loro, e prenden- do spunto dall’attentato di Sarajevo, scatenano la prima guerra mondiale che i nostri nonni sono stati costretti a combattere. I malumori, i malcontenti, i mugugni e gli errori commessi negli accordi e nella spartizione dei territori al termine del conflitto hanno portato dopo poco più di vent’anni alla seconda guerra mondiale, combattuta dai nostri padri. Per seguire i deliri hitleriani, molti sono stati mandati in Russia, in mezzo alla neve e al gelo, con ai piedi semplici e inadeguati scarponcelli chiodati. I nostri incolpevoli e ignari contadini si sono trovati di fronte gli altrettanto incolpevoli contadini russi. Il 26 gennaio del 1943 gli Alpini e gli altri soldati italiani combattono l’ultima battaglia a Nikolajewka per rompere l’accerchia- Gli Alpini rendono onori alle sette mento, da cui prende avvio, per pochi, il ritorno in Italia; è l’inizio della fine del Medaglie d’Oro del vessillo e ai Caduti. Fascismo e del Nazismo. Poi siamo arrivati noi, nati nell’immediato dopoguerra, che, grazie agli incredibili sacrifici dei nostri nonni e padri, possiamo ritenerci la generazione più fortunata con il direttore generale dell’Ana Adria- che mai sia esistita sulla Terra: non abbiamo conosciuto da vicino la guerra; no Crugnola e altre Penne Nere, ha poi abbiamo visto e vissuto tutte le trasformazioni e gli sviluppi che hanno carat- visitato una delle case dell’associazione terizzato la seconda parte che gestisce comunità per minori e per del secolo scorso. Tutto adulti, anche con gravissime disabilità. È questo senza nessun me- la “Casa di Gabri”, ne sono rimasti molto rito da parte nostra. colpiti. In seguito, il capogruppo Gaeta- Oggi però la “stupidità no Morelli ha scritto una lettera in cui ha umana”, per la verità mai premesso che il paese ha fatto una bella del tutto sopita, sta cer- figura, ha elogiato i suoi Alpini per l’im- cando di riaffiorare e di pegno, ha scherzato su qualche innocua riprendere il sopravvento. défaillance e ha aggiunto: “Il ricordo di Prima che sia troppo tar- Nikolajewka dovrebbe servire a riflettere di, crediamo l’unico ri- sull’infinita stupidità umana, alla quale si medio sia quello di “non contrappone, per fortuna, l’infinita bon- dimenticare”, ovvero non tà, che rimane sempre in secondo piano”. abbassare mai la guar- E l’infinito eroismo, l’infinita tenacia Anche sullo striscione spicca il nome dia e tenere sempre vivi i legati a Nikolajewka sono stati ricor- che significa memoria. grandi valori che ci sono dati dal presidente Enrico Gaffuri che stati tramandati. In fondo condivide la necessità di continuare a sono gli insegnamenti del Cristianesimo, che gli Alpini hanno fatti propri, e che “montare la guardia” perché nessun va- sono di tutti gli uomini. lore vada perduto, perché prevalga sem- pre il senso il dovere, “fatto vangelo dai Gruppo Alpini Rodero nostri Caduti” ha detto e ha ringraziato i numerosi sindaci presenti, mai così numerosi, le autorità civili e militari, le la pace, alimentata dalla misericordia, sopraffatti valori come la dignità uma- associazioni, “perché testimoniano la dalla carità e dai sacrifici personali. na e l’accoglienza”. Ancora una volta, gli sensibilità verso gli Alpini e i valori in E mentre si onorano i Caduti per la pace, Alpini hanno espresso nel concreto uno cui gli Alpini credono”. la libertà, la Patria, il loro coraggio, il dei valori che li animano, la solidarietà: Ancora una volta, in nome di Nikolajew- loro sacrificio, “è necessario montare an- i Gruppi Ana della zona Prealpi hanno ka, lo spirito alpino ha avvolto un terri- cora la guardia”: è il pensiero di Attilio raccolto offerte per l’associazione “Ago- torio e la sua gente, anche nella convi- Epistolio, sindaco di Rodero e Alpino. rà 97” di Rodero, “perché opera in modo vialità finale, un modo per stare insieme, “Montare la guardia – ha proseguito nel stupendo sul nostro territorio”, è la mo- come in una casa. Come in una famiglia saluto ufficiale – affinché non vengano tivazione. Il presidente Enrico Gaffuri, dove tutti sono tornati.

gennaio-marzo 2016 15 Nikolajewka a MADESIMO La lunga marcia Provare a percepire ciò che avvenne

di Tiziano Tavecchio mi ha portato, con la mente e il cuore, tra gli Alpini in Russia. A percorrere con loro un tratto di pista, compatire la loro trage- … Ho ancora nelle orecchie e sin den- dia, condividere la volontà e la speranza tro il cervello il rumore della neve che che li sosteneva in quel tentativo dispe- crocchiava sotto le scarpe…” (Mario rato di ritornare alla baita, di raggiungere Rigoni Stern, Il sergente nella neve). la salvezza. “L’oscurità era scesa anche sulle distese In alto al pendio ci attendeva la statua innevate della valle Spluga, in quella sera d’oro della Madonna. Volgendo lo sguar- di sabato 13 febbraio. Al segnale, gli Al- do all’indietro, nel buio si scorgevano solo pini che erano dentro il rifugio avevano le ombre degli Alpini, che procedevano raggiunto, sullo spiazzo, quelli che già vi disordinate sulla neve. La nostra Nikola- erano adunati, pronti per la partenza. La jewka era ormai raggiunta. lunga marcia, nel ricordo della ritirata di Il cielo si era coperto, non si vedevano le Russia, aveva inizio, nel silenzio che av- stelle. Forse poco dopo la neve avrebbe volgeva tutto e tutti. coperto le impronte lasciate dal nostro Qualcosa di più di una commemorazione, passaggio. Nel nostro cuore però ne sa- un’immedesimazione dei sensi di chi non rebbe rimasta impressa la traccia indele- vuole limitarsi solo a capire, ma provare a bile per sempre. percepire, in parte, ciò che avvenne. Proprio per perpetuare la memoria di Quella sera, infatti, non c’era il rischio Nikolajewka, l’Alpino Aldo Maero ha ide- di congelamento per i feroci trenta gradi ato e coordinato La lunga marcia che da sottozero della steppa russa. Quella sera, qualche anno si svolge a Madesimo, tra i nostri piedi non erano pezzi di ghiaccio, la località “I Larici” e la statua di Nostra fasciati con strisce e involti in coperte, ma Signora d’Europa a Campodolcino. calzavano scarponi in goretex e vibram Nel primo pomeriggio, nel centro abita- perfettamente impermeabili. Non indos- to della nota località alpina, aveva avuto savamo uniformi fatiscenti, non rischia- luogo la parte ufficiale della manifesta- vamo continuamente di cadere, colpiti dal zione organizzata dalle sezioni Ana di fuoco nemico. Sapevamo perfettamente Colico, Como, Lecco e Valtellinese; gradita che la nostra prova dopo qualche ora sa- quest’anno anche la presenza della sezio- rebbe terminata, senza ripetersi il giorno ne di Milano. successivo o quello dopo ancora. Dopo una breve sfilata, nel largo antistan- Eppure il lento procedere in un ambiente te alla chiesa parrocchiale, si è svolta la severo, in un silenzio quasi religioso, sen- cerimonia dell’alzabandiera con il canto za avvertire chi ti camminasse accanto, dell’“Inno degli Italiani” e la resa degli onori ai Caduti, accompagnate dalle note della fanfara alpina sezionale di Olgiate La Madonna d’Europa, Comasco. L’alpino Lorenzo Ceolin, del faro della memoria Gruppo Ana di Solbiate Comasco, ha nella notte di Madesimo. donato per l’occasione, alla comunità di Sopra, Alpini di cinque Madesimo, una scultura in legno. sezioni insieme per Nikolajewka. Per gli interventi delle autorità, ha preso la parola Adriano Martinucci capogrup- po Ana di Chiavenna e vicepresidente sezionale di zona, seguito dal sindaco di Madesimo Franco Masanti e infine Gianfranco Giambelli, presidente della Sezione Ana Valtellinese. La santa Messa vigiliare la prima dome- nica di Quaresima è stata celebrata, nella chiesa parrocchiale, da don Pierantonio Larmi, parroco di , per tutti amichevolmente don Sergente. Nel ricordo di tutti quei giovani che in Russia sono restati.

16 gennaio-marzo 2016 Nikolajewka a COLICO Nikolajewka AL SACRO MONTE C’era anche Sul percorso il presidente Favero della Via Crucis

olico, con una giornata tipicamente invernale, ha accolto gli CAlpini che hanno voluto rendere omaggio ai Caduti di Niko- lajewka. La pioggia, insistente e continua, non ha però influito sulla manifestazione, che si è svolta regolarmente come da pro- gramma. Il raduno è stato onorato dalla presenza del presidente nazionale Sebastiano Favero che ha tenuto la commemorazione ufficiale sul tema molto attuale della cultura. Ha ricordato in ogni caso, con la forza che gli è abituale, che senza una vera identità di popolo anche la cultura serve a poco. Il vescovo emerito di Lodi, monsignor Giuseppe Merisi, ha cele- brato la Messa e proposto l’omelia. Presenti dieci vessilli sezionali tra i quali quello di Como, portato e scortato da Alpini moltrasini. I gagliardetti dei Gruppi Ana comaschi erano abbastanza numerosi. Mario Dotti, Gruppo Ana Moltrasio In attesa della partenza, con gli amici, il generale C.A. Giorgio Battisti, Adriano Crugnola il Vessillo e il nostro presidente.

na commemorazione di Nikolajewka, diventata ormai tra- Udizionale, è quella che si celebra al Sacro Monte di Varese, percorrendo a piedi tutta la salita dalla città al santuario. La strada che ospita le cappelle della Via Crucis. Manifestazione molto partecipata, perché particolarmente suggestiva, al buio, con le fiaccole accese, in salita e con una bella veduta della città sul fondo. Strada facendo, si recitano preghiere e si ascoltano i brani che raccontano l’impresa degli Alpini a Nikolajewka. Come al solito, c’era il vessillo comasco, con alcuni gagliardetti dei nostri Gruppi e parecchi Alpini. La cerimonia è stata im- preziosita dalla presenza del generale di C.A. Giorgio Battisti, ora comandante per la “Formazione e la Dottrina” dell’Esercito, e del colonnello Marco Schinzari, comandante del Ce.Doc. di Como. Bella la serata, quasi calda, e molto bella la celebrazione Sfila il reparto in armi. della Messa, cui ha fatto seguito la commemorazione ufficiale Sotto, immagini di un momento semplice, ma di grande intensità. da parte del Generale. Al termine, cena nella bellissima e ospi- tale sede della sezione di Varese. Nikolajewka a LENNO All’abbazia dell’Acquafredda

omenica 31 gennaio il Gruppo di DLenno ha organizzato per il quaran- tacinquesimo anno una santa Messa in ricordo dei veci che sono andati avanti nella terribile battaglia del 26 gennaio 1943 a Nikolajewka. La bella giornata, quasi primaverile, ha favorito l’afflusso di molti gagliardetti e molti Alpini. La Sezione era presente con il vessillo scor- tato dal Presidente, da due vicepresiden- cui sono seguiti gli interventi del capo- semplice e molto seguita e partecipata ti e diversi consiglieri. Ritrovo presso gruppo Vittorio Zerboni, del sindaco da parte di tutti i presenti; apprezzatis- la cappella, restaurata dagli Alpini, in onorevole Mauro Guerra e del presiden- sima e toccante l’omelia. località abbazia dell’Acquafredda, resa te Enrico Gaffuri. Un grazie a tutti gli Alpini del Gruppo degli onori al Vessillo e alzabandiera a Don Attilio ha officiato una santa Messa per la perfetta organizzazione.

gennaio-marzo 2016 17 Battaglione “val d’intelVI” La battaglia dei ghiacciai Stampa-Pedretti privata collezione Foto

Nella neve fino al ginocchio, salgono verso il sacrificio e la gloria.

di Luigi Scollo muratori e artigiani. Data la vicinanza La storia del con la Svizzera, non pochi erano quelli battaglione Alpini che, prima del richiamo alle armi, faceva- ra le unità che presero parte alla no anche il contrabbandiere e che quindi Val d’Intelvi dalla prima guerra mondiale, il batta- erano esperti e allenati marciatori usi a glione Alpini Val d’Intelvi ha un portare in spalla le pesanti bricolle ossia sua costituzione posto particolare specialmente i pacchi di merce di contrabbando. Il bat- Ta Como e provincia. Se infatti vi furono taglione fu costituito a Morbegno il 15 al 27 aprile 1916, due brigate di fanteria che portavano il febbraio 1915, presso il deposito del 5° pochi giorni prima nome di “Como” (23° e 24° reggimento) e reggimento Alpini su un comando, affi- “Lario” (233° e 234°), esse tuttavia furo- dato al tenente colonnello Lorenzo Barco, del tragico attacco no reclutate su base nazionale e, a parte tre compagnie Alpini (244, 245 e 247) e il nome, pochi legami ebbero col territo- una sezione mitragliatrici su due armi. Il ai passi di Folgorida rio. Diverso il caso del “Val d’intelvi” che, battaglione ebbe come distintivo la nap- secondo una prassi consolidata all’epoca pina bianca. e delle Tòpette nelle nostre truppe da monta- Il “Val d’intelvi” era uno dei ventisei bat- gna, era formato col sistema taglioni “valle” di Milizia Territoriale, mo- del reclutamento regio- bilitati per 40 giorni per fronteggiare il nale. Gli Alpini prove- periodo di crisi seguito allo scoppio della nivano in gran parte guerra nel 1914. Forte di circa 800 uomi- dalla provincia di ni, il battaglione svolse l’addestramento Como, allora com- di reparto in Valtellina, accantonato nella prendente anche chiesa di san Carlo a Talamona. Di quei l’attuale provincia giorni abbiamo un ricordo di Francesco di Lecco oltre a un Porro di Caslino d’Erba, sottufficiale fu- nutrito numero di riere della 247. Racconta di una scappata valtellinesi, berga- domenicale a casa veramente rocambo- maschi, bresciani e lesca: in treno da Talamona a Mandello alcuni abruzzesi: era- Lario (chiuso nella ritirata della carrozza no contadini, pastori, per non pagare il biglietto), poi in barca

18 gennaio-marzo 2016 Gli Alpini del Val d’Intelvi, ormai divenuti esperti e coriacei combattenti, forse meditavano sulla loro sorte in quell’ambiente così estremo dove il sopravvivere era già una cosa da eroi

Foto collezione privata Stampa-Pedretti privata collezione Foto da Mandello a Onno e poi a piedi per Val- brona, , Scarenna, Caslino e Castel- marte per rivedere la madre e la moglie. Il ritorno in senso opposto nel tardo pome- riggio dello stesso giorno per rientrare, Foto archivio Alberto Redaelli archivio Foto puntuale alle 20 a Talamona (F. Porro, Il vecio alpino racconta, pagg. 28-30). Con la fine del periodo di addestramento, le spe- ranze dei richiamati di essere congedati e mandati a casa vennero troncate dal tenente colonnello Barco che comunicò a tutto il battaglione il trattenimento in servizio a tempo indeterminato e l’invio sul lago di Garda nella zona di Gargnano. Dopo un paio di settimane dall’entrata in guerra, il “Val d’Intelvi”, fu spostato in Val Camonica, dove venne inquadrato nella 5a Divisione. Da Edolo risalì la valle dell’Oglio verso la zona del Passo del Tonale. Qui il batta- glione svolse azioni di appoggio all’attac- co del 9 giugno del battaglione Morbegno del 5° Alpini sui Monticelli e alternò ad azioni in linea sul monte Redival, lavori di rafforzamento e costruzione di ricove- ri, trincee e camminamenti sul Tornale. Nel mese di luglio 1915 il capitano Val- secchi, il sottotenente Giorgio Murari e quattordici alpini della 247 scalarono una delle vette del massiccio dell’Adamello, alta 2.721 metri e la battezzarono Punta Intelvi. Il 30 ottobre, la 244 e parte del- la 247 attaccarono nella zona dei Mon- ticelli, ma malgrado gli sforzi e il valore dimostrato, l’attacco non portò a risultati. Il resto dell’autunno fu passato svolgen- do massacranti corvé per mandare in linea i rifornimenti. Si giunse così al 13 dicembre quando una valanga colpì un centinaio di alpini del “Morbegno” e del “Val d’Intelvi” che sta- vano svolgendo una corvé per trasportare in quota materiali e munizioni sulle po- stazioni avanzate. La corvé era composta da Alpini sorteggiati per la licenza natali- zia e che, terminato quel servizio, sareb- bero partiti per raggiungere le loro case.

Dall’alto: primavera del 1915. Richiamati del battaglione Val d’Intelvi partono in battello da Como verso la Valtellina; una Maxim in dotazione alla sezione mitragliatrici del battaglione; Alpini del battaglione Val d’Intelvi al rifugio Garibaldi pochi giorni prima dell’attacco del 30 aprile 1916.

gennaio-marzo 2016 19 Foto collezione privata Stampa-Pedretti privata collezione Foto

Due fotografie degli anni Trenta: sopra, un bambino marcia al passo, sulle note della fanfara alpina. Sotto, bella immagine del battaglione Val d’Intelvi in marcia. Foto collezione privata Stampa-Pedretti privata collezione Foto

20 gennaio-marzo 2016 Foto archivio Alberto Redaelli archivio Foto

Una postazione di mitragliatrice Maxim Mod. 1908 calibro 6,5 mm in alta quota. Sono ben visibili lo spegnifiamma davanti al manicotto di raffreddamento della canna e il lungo ritto d’alzo.

Il tragico bilancio fu di 27 morti e di una Lobbia per arrivare alla testata della Val di dell’azione venne affidata al colonnello quarantina di feriti. Agli inizi del 1916 Genova, con temperature che scendevano Carlo Giordana, comandante del 4° reg- il battaglione venne inviato nella zona di notte a 30° sotto zero. gimento Alpini e delle truppe dislocate in dell’Ortles, a nord del Passo del Tonale. L’azione, concepita come una serie di at- Val Camonica. Il comando italiano, dopo aver provato tacchi successivi, aveva come traguardi Il colonnello Giordana era un ufficiale pie- inutilmente a prendere il passo per affac- intermedi la catena centrale del massiccio montese, ambizioso e determinato che si ciarsi in Val Vermiglio, cercò di consegui- dell’Adamello (Lobbia Alta, Cresta della era già distinto nel settore dell’Alto Ison- re lo stesso risultato agendo in alta quota Croce, Dosson di Genova), quella orien- zo. Su di lui vi sono giudizi contrastan- attraverso la cosiddetta regione dei ghiac- tale (Crozzon di Folgorida, Passo di Folgo- ti: mentre l’onorevole Leonida Bissolati, ciai. Si trattava di operare in inverno ad rida, Passo delle Tòpette) e infine le cime che si arruolò volontario nel battaglione altezze tra i 2.800 e i 3.200 metri attra- in testata della Val di Genova (Crozzon di alpini Val Baltea, ne traccia un ritratto versando le vedrette del Mandrone e della Lares e Corno di Cavento). La direzione molto positivo, altri ufficiali del 5° Alpini

Presentazione della ristampa del libro a Lanzo d’Intelvi

ieci anni fa venne pub- to Redaelli, dal titolo Fratel- 27 febbraio al Palalanzo di sono state intervallate da Dblicato il libro scritto li. Domani sarà comandata... Lanzo d’Intelvi. canti eseguiti dal coro alpi- dall’Alpino bresciano Alber- una grande azione… che Il consigliere di zona, Ago- no Sandro Marelli del Grup- racconta la storia del batta- stino Peduzzi ha fatto gli po di . La glione Alpini Val d’Intelvi: la onori di casa ringraziando le cerimonia è terminata con sua costituzione, la parteci- autorità presenti, i consiglie- il canto sul battaglione Val pazione alla prima e alla se- ri sezionali e gli Alpini. Ai d’Intelvi il cui testo è stato conda guerra mondiale fino saluti del sindaco di Lanzo ritrovato dagli Alpini di Ca- al definitivo scioglimento. Enrico Manzoni e del nostro slino d’Erba e successiva- Col passare del tempo il li- presidente Enrico Gaffuri, mente musicato dal maestro bro è andato in esaurimen- ha fatto seguito la presenta- Davide Benzoni, direttore to. In occasione dell’anni- zione da parte del generale del coro Marelli. versario del 2016 è stata dei Bersaglieri Luigi Scollo. La seconda presentazione realizzata una ristampa che La letture di brani tratti dal del libro è in programma a ha richiesto l’organizzazione libro da parte del consigliere Temù e a Ponte di Legno in di alcune presentazioni. Tiziano Tavecchio e dell’Al- Val Camonica, il prossimo La prima si è tenuta sabato pino Costantino Canevali, 30 aprile.

La presentazione, il pubblico e il coro Sandro Marelli di Fino Mornasco.

Foto Mario Ghielmetti

gennaio-marzo 2016 21 Uno spettacolo d’incanto, se a far da sfondo non fosse la guerra. Foto collezione privata Stampa-Pedretti privata collezione Foto

Sul prossimo‘‘ numero, le memorabili giornate dell’attacco ai passi di Folgorida e delle Tòpette e la storia del Battaglione nel secondo conflitto mondiale ’’ Fratelli. Domani vi sarà comandata… una grande azione…

el centenario del sacrificio del batta- 82). All’inizio di primavera, il Nglione Valle Intelvi, 30 aprile 1916, la 12 aprile 1916, il plotone scia- sezione di Como ha promosso una spe- tori del battaglione Val d’Intel- dizione in Val Camonica per la dovuta vi affluito al rifugio Garibaldi commemorazione dell’unico battaglione attaccò insieme ad altri reparti Alpini lariano-comasco. Non andremo la catena centrale dell’Adamello nei veri e propri teatri delle battaglie, ci impossessandosi del passo della accontenteremo delle vicinanze, a fondo Lobbia Alta. Conseguiti gli obiet- valle. Al mattino del 30 aprile ci trovere- tivi iniziali, gli italiani si riorga- mo davanti al museo della guerra bianca nizzarono per estendere la con- a Temù e dopo l’alzabandiera renderemo quista alla catena orientale. Dal gli onori ai Caduti ricordando la loro 14 al 17 aprile il battaglione Val grande azione. Proprio davanti al Mu- d’Intelvi lasciò l’Ortles-Cevedale, seo, gli Alpini camuni hanno innalzato scese a valle e risalì il versante una stele per ricordare i Caduti del meridionale verso l’Adamello e il Battaglione e un monumento dedicato rifugio Garibaldi. Sull’Ortles ven- all’Alpino Intelvese. Il sindaco di Temù ne lasciata la 247^ compagnia che Roberto Menici e il presidente del Mu- rimase sulle posizioni di Ercavallo. seo Walter Belotti sono lieti di acco- Giunto al rifugio Garibaldi, il bat- gliere gli Alpini comaschi e nell’occa- taglione da pochi giorni agli ordini sione faciliteranno la visita al museo; del maggiore Antonio Ferrari, si ri- un’occasione da non perdere. La se- congiunse con il plotone esploratori zione Valcamonica sarà presente con e il 21 aprile fu inviato sulla linea vessillo e gagliardetti per condividere con noi la memoria del che dalla catena occidentale, a nord, Battaglione. Al pomeriggio saremo attesi a Ponte di Legno. Il sindaco Aurelia si allungava sino a quella centrale a sud Sandrini ci consentirà di accedere all’aula consiliare per presentare il libro di del rifugio Garibaldi. Il 27 aprile tornò al Alberto Redaelli Fratelli. Domani vi sarà comandata… una grande azione… rifugio e si preparò a tornare in azione. La prima vera occasione per far conoscere il libro oltre i confini della nostra Gli Alpini del Val d’Intelvi, ormai divenuti sezione. Nell’approssimarsi del centenario, la sezione di Como ha provveduto esperti e coriacei combattenti forse medi- alla ristampa del libro andato esaurito. Ricordare le tragiche vicende vissute tavano sulla loro sorte in quell’ambiente dagli Alpini nelle battaglie in alta quota, oltre al doveroso ricordo dei tanti così estremo dove il sopravvivere era già caduti, per dare la possibilità ai nostri ragazzi di comprendere il sacrificio di una cosa da eroi. Di retorica ne facevano un’intera generazione. Sarà con noi il coro Ana Sandro Marelli di Fino Mornasco poca, abituati com’erano alla dura scuola che presenterà l’inno del battaglione Val d’Intelvi; musica e armonizzazione della montagna: le cose quando andavano del maestro Davide Benzoni, Alpino. Un particolare ringraziamento a Edoardo fatte, venivano fatte con calma determi- Nonelli di Ponte di Legno. nazione, magari tirando qualche moccolo Mosè Frighi che, sotto la naja, è sempre tirato a fin di bene. Da loro ben presto la Nazione e la guerra avrebbero preteso ulteriori e più ardui sacrifici. ne riconoscono le doti di coraggio, mo- tribunale militare con l’accusa di codar- tivazione e determinazione, ma a esse dia. Al processo, tenutosi a Kamno, nelle Le fotografie del battaglione “Val d’Intelvi” associano la durezza di carattere, l’insen- immediate retrovie, il presidente del tri- della collezione privata Stampa-Pedretti pre- sibilità per le perdite e la caparbietà nel bunale militare ritenne tutti gli imputati senti in questo articolo non sono contempo- voler raggiungere l’obiettivo a ogni costo. non colpevoli e li mandò assolti. Appena ranee dei fatti descritti. Come ricorda il tenente Bonaldi del 5° Al- giunto col suo reggimento sull’Adamello, pini, “Giordana fu un geniale e valoroso nel febbraio 1916, Giordana si mise subi- comandante al quale obbedimmo sempre, to al lavoro, con la feroce determinazione ma non amammo mai”. In effetti, le im- che lo contraddistingueva, per preparare Bibliografia prese del 4° Alpini sul Mrzli e sul Vodil la nuova azione. E. Scala, Storia delle fanterie italiane - Vol. nell’ottobre 1915, gettano una luce poco Il Colonnello si recava spessissimo in li- VIII - Gli Alpini, Regionale, Roma, 1955. benigna sul comportamento tenuto dal nea per accertarsi della situazione e per A. Redaelli, Fratelli. Domani sarà coman- colonnello Giordana. studiare il terreno. Le sue visite non data… una grande azione..., Poligrafica, Durante gli attacchi succedutisi per dieci erano certamente amichevoli: giunto in Brescia, 2015. giorni, i battaglioni Exilles, Susa, Cividale ispezione a una compagnia del 5° Alpini F. Porro, Il vecio alpino racconta, Walmar, e Val Natisone riuscirono a occupare par- apostrofò gli ufficiali con le seguenti pa- Brescia, 2012. te dei trinceramenti austriaci del Mrzli role: “Finora siete stati qui a far la guar- G. Alliney, Mrzli Vhr, una montagna in e del Vodil a costo di gravi perdite. Non dia all’Adamello, ma con me si muta tono, guerra, Nordpress, Chiari, 2000. soddisfatto del risultato, il colonnello perché la cuccagna è finita!” (G. Alliney, G. Grazzini, L’epopea degli Alpini, Monda- Giordana deferì gli ufficiali superstiti al Mrzli Vhr, una montagna in guerra, pag. dori, Milano, 1968.

gennaio-marzo 2016 23 rovine storiche

Ul Baradèll Il castello di Como che diede nome al nostro giornale

di Carlo Pedraglio Storici di ogni epoca si sono sforzati di ovvio che sia lì, la guardi senza pensarci chiarire il più possibile la storia di questo troppo, fermo al semaforo di Camerlata, monumento. Fra tutte le definizioni, quel- poi riparti. “Prima o poi ci vado”, pensi. aradèll è il nome del nostro gior- la che mi sembra più adatta è “sentinella Ovviamente, in passato le motivazioni nale, ma è anche una voce dialet- di pietra”, che dà bene l’idea della posizio- della sua esistenza erano tutt’altre: po- tale, insieme a ul castèl, che sta ne e della funzione del Baradello. A dire il sizione strategica, con ampia vista, mili- per Castello Baradello. Cioè la tor- vero, una sentinella dovrebbe essere più tarmente importante per il controllo del- Bre medievale di Como, sulla cima dell’ulti- defilata, dovrebbe vedere senza essere vi- le vie di accesso alla città e al lago. Ma... mo colle a sud della catena che dal lago va sta, mentre la torre è così evidente! chi controllava chi? Nel tempo, da lassù i verso la pianura. Oggi queste colline sono Dal lago la si vede laggiù, ultima figura Comensi controllarono l’arrivo dei Reti e un parco naturale regionale, la Spina Ver- prima della pianura; a Como Borghi e a dei Romani, i quali a loro volta controlla- de, con il Baradello come simbolo. Camerlata è lì, sopra la testa; scendendo rono le incursioni dei Barbari; i Bizantini “La prima torre sgangherata che scorsi in da Lora è ad altezza d’occhi; da Garzola e controllarono i Goti, anche se un vero e cima alla montagna posta a guardia del le vedi giù; arrivando da sud ti proprio castello ancora non c’era. In se- lago, mi si stampò dinanzi agli occhi come avvisa che sei a Como. guito i Comaschi medievali controllarono un faro di pace, di riposo, di freschi oriz- Oggi questo ci dice che la sua posizione è i Milanesi; Federico Barbarossa controllò zonti”. È una frase dello scrittore Giovanni centrale, panoramica, turisticamente evi- la Lega Lombarda; i ghibellini Rusca, con Verga, uno fra i tanti testi scritti sulla torre dente e piacevole. Stranamente, però, non i Visconti, controllarono i guelfi Torriani e e sul castello. Beh, dispiace un pò per quel è tra i monumenti più visitati, neppure Vittani (e per controllare meglio alzarono sgangherata, ma nel tempo la torre ha avu- dai Comaschi. Come tutte le cose che ci la torre fino a ventotto metri di altezza). to infatti momenti di abbandono e rovina. sono da... sempre, quasi non ci fai caso: è Nel XVI secolo gli Spagnoli controllaro-

24 gennaio-marzo 2016 Ecco una prima scoperta: a pochi metri dalla torre c’è altro da vedere o, meglio, da interpretare perché si tratta di rovine

Foto Enrico Colzani Enrico Foto poco conservate in alzato. Troviamo la cappella di San Nicola, con navata e ab- side, per un totale di circa 5 metri per 3, con i muri direttamente sulla roccia. Vi- cino una casa-torre quadrangolare, una cisterna trapezoidale a cielo aperto. C’è anche una cisterna coperta con volta, vicinissima alla torre. Ancora ambienti per alloggio dei soldati, magazzini, forno e una macina di epoca viscontea. Appena fuori dalla porta della cinta, quel che resta di una palazzina detta del Barbarossa e mura seminascoste tra la vegetazione. Resta comunque la torre il monumento più visibile e visitabile, in estate anche circondata da animazioni in costume medievale. Siamo a 432 metri s/m, sulla cima della collina che i Celti chiamavano bar (luogo elevato) e del (piccolo) e che i Bizantini nel 604 chiamavano castrum Baractelia. Da lì siamo arrivati al nostro Baradello. Diverso ma simile il nome, diverso ma simile l’edificio. Ciò che gli antichi Comensi e i Romani

La prima torre sgangherata che scorsi in cima alla montagna posta a guardia del lago...

no i Francesi (e per evitare di consegnare vedevano sulla cima del Baradello era un loro il castello, lo distrussero). Nel 1848 castelliere, l’antenato del castello di oggi: i patrioti del Risorgimento sventolarono un recinto costruito con grosse pietre, il Tricolore dalla torre controllando la ri- sfruttando al massimo la morfologia del tirata degli Austriaci; durante la seconda terreno, dove trovare rifugio in caso di guerra mondiale i Bersaglieri osservatori pericolo portandosi appresso gli animali. dell’antiaerea controllarono i voli degli Al- La funzione principale era quella militare, leati. Come si dice... carico di storia! quale elemento di una difesa organizzata

© Augusto Santini - Foto Digital Discount Como Santini - Foto © Augusto Proviamo a salire la collina: da San Rocco su vasta scala. Quando i Romani conqui- per via Castel Baradello, con un percorso starono Como (la Comum Oppidum nel agevole o con la scorciatoia della Salita 196 a.C.) dichiararono di aver sottomesso degli Alpini; da piazza Camerlata con una ventotto castelli: c’era anche il Baradello? rampa e un sentiero più ripidi passando Un balzo più avanti nel tempo, fino al VI per l’ex parco delle Rimembranze. Salendo secolo d.C., quando i Bizantini fortifica- si sentono ancora, fino alla prima curva, rono il nuovo confine contro i barbari, i rumori della città, poi traffico, sirene e che ormai avevano superato il limes pre- ferrovia scompaiono e la vista si allarga. cedente, quello a nord, in Germania. Qui Il gruppo del Monte Rosa fa da sfondo Comunque, poche decine di minuti per il Baradello è di sicuro presente nella li- al Baradello. In apertura, arrivare al punto di ristoro della baita nea difensiva, citato fra l’Isola Comacina e la torre del Baradello e lo stupendo Baradèll e da lì ancora meno per entrare Castelseprio (VA). Una ragnatela di punti panorama della città di Como. dentro la cinta muraria. difensivi minori lo circondava: allora le

gennaio-marzo 2016 25 Personaggi in costume per la rievocazione storica. A destra, la “torre recinta”. © Augusto Santini - Immagilario © Augusto comunicazioni erano soprattutto visive e non si poteva essere troppo distanti. Per esempio, dal Baradello si comunicava con la torre in cima al colle di . Ancora un balzo in avanti e siamo al pe- riodo storico che ha lasciato ciò che vedia- mo oggi: il periodo medievale dei Comu- ni, XII e XIII secolo. Il vecchio castelliere si trasforma in un castello per volere di Federico Barbarossa, che vi soggiornò nel 1159 e 1160. Secondo gli storici, meglio la definizione di “torre recinta”, cioè una torre di circa 8 metri di lato con una altezza intorno ai 20, centro di tutto il sistema difensi- Enzo Pifferi Foto Enzo Pifferi Foto vo, circondata da un perimetro di mura irregolare, che segue l’andamento del ter- gicamente, la visse anche Napo Torriani, mo, nei secoli, agli studi e alle ricerche sul reno e protegge alloggi, magazzini, forni vinto in battaglia dai Visconti nel 1277, campo di storici e archeologi. Uno fra i e cisterne. Sotto la Signoria dei Visconti, catturato e portato prigioniero al Bara- tanti, l’architetto Luigi Mario Belloni, do- la torre cresce di importanza e viene so- dello. Sì, ma fuori, appeso in una gabbia cente universitario, studioso e... Alpino! praelevata fino a circa 30 metri. di legno esposto ai quattro venti. Vi morì Negli anni 1971-1978 intraprende una I segni del sopralzo, a ben guardare le pa- dopo mesi di sofferenze. notevole campagna archeologica, con reti, si vedono ancora. Oggi siamo a metri Il castello continua la sua vita con alti e risultati consistenti. Dopo di lui ancora 8,20 per 8.35 di pianta, con spessore del bassi fino al 1527, quando il Governatore scavi e ricerche da parte dei Musei Civici muro alla base di metri 1,5 e un’altezza di spagnolo di Milano ne ordina il disarmo. di Como, con mezzi e metodi sempre più metri 28,50. Troppo pericoloso lasciarlo ai Francesi: moderni e la manutenzione da parte del La specifica funzione difensiva impediva meglio che il castello non lo abbia nessu- Parco Spina Verde. di avere un accesso comodo a livello del no. Dall’agosto 1527 il castello scompare: C’è ancora qualcosa da trovare? Il Ba- terreno e oggi come allora si entra nel- gli Spagnoli distruggono gli ambienti in- radello ha ancora qualcosa da dirci? Sì, la torre salendo una scala esterna fino torno alla torre che però resta, diroccata, soprattutto cercando nel bosco intorno all’ingresso nella parete, a circa 10 metri nonostante tutto. alla torre, un bosco di castagni (pochi) e dal suolo. La differenza è che, allora, la Diventerà proprietà privata nel 1773 con robinie (molte). La robinia, appunto: una scala era a pioli, per poterla togliere in successivi passaggi di mano fino al 1927, pianta americana che è arrivata dopo la caso di difesa e... restavi chiuso dentro, quando il Comune di Como riceve il tutto distruzione del castello e ha coperto come inavvicinabile. Tale situazione di so- in eredità da Teresa Rimoldi. un mantello tutto ciò che ha trovato. spensione a mezza altezza, ben più tra- Tutto ciò che sappiamo oggi lo dobbia- Che c’è sotto, ancora da scoprire?

26 gennaio-marzo 2016 SPORT Alpiniadi 2016 Le Olimpiadi invernali degli Alpini a Bormio

di Massimiliano Molteni

el corso dell’ultima settimana del mese di febbraio si sono di- sputate le Alpiniadi invernali 2016. Si tratta della seconda Nedizione delle Olimpiadi invernali degli Alpini, organizzata con grande maestria dalla neonata sezione Valtellinese. Nel pomeriggio di giovedì 25 febbraio, la cerimonia di apertura dei giochi, con l’alzabandiera, gli onori ai Caduti, la sfila- ta per le vie di Bormio e l’accensione del tripode con la fiaccola olimpica, in una In posa per piazza Cavour gremita da tanti Alpini la foto ricordo. rappresentati dai rispettivi vessilli se- zionali e naturalmente anche dal labaro tura, c’è stata anche l’ultima apparizione Nell’ultima giornata di competizioni do- nazionale. La sezione di Como capitanata dei vessilli delle sezioni di Sondrio e di menica 28 febbraio si è svolto l’81° Cam- dal presidente sezionale Enrico Gaffuri Tirano e la benedizione del nuovo vessillo pionato nazionale Ana di sci di fondo sulla e dal vicepresidente Enrico Bianchi, era della sezione Valtellinese. pista Viola in Valdidentro località Isolaccia rappresentata da un buon numero di at- Nella soleggiata giornata di venerdì 26 a e ben nove atleti sono stati iscritti a que- leti, nonostante la giornata feriale, tutti Santa Caterina Valfurva sono iniziate le sta competizione. schierati con la tuta del gruppo sportivo. competizioni con il 39° Campionato Nazio- Durante il pomeriggio di domenica presso Nell’occasione, durante gli eventi di aper- nale Ana di sci alpinismo dedicato ai “Ca- il centro polifunzionale di Bormio si sono duti del San Matteo”. La sezione di Como è svolte le premiazioni e la cerimonia di stata ottimamente rappresentata con l’affia- chiusura delle Alpiniadi 2016. Grande successo tata coppia Corbellini-Pertusini, che si sono La sezione di Como è stata ottimamente alla gara di MTB classificati al 39° posto su 138 coppie. rappresentata dai 27 atleti iscritti e nelle Nella mattina di sabato 27 febbraio in rispettive classifiche per sezioni dei cam- l Cisa ha portato fortuna anche ai Valdidentro località Isolaccia si è disputa- pionati è così risultata classificata: Inostri atleti. Infatti domenica 25 ta la prima prova di biathlon per Alpini: ottobre i nostri rappresentanti han- la Commissione sport nazionale Ana ha . Sci Alpinismo 15° no ottenuto la medaglia d’argento ai intenzione di istituire una nuova prova su 26 sezioni classificate campionati nazionali Ana di mountain di Campionato nazionale per questo tipo . Biathlon 20° bike organiz- di disciplina sportiva che unisce lo sci di su 29 sezioni classificate zati per la pri- fondo ed il tiro a segno. Tre Alpini della . Sci Slalom 14° ma volta dalla sezione di Como si sono cimentati in que- su 39 sezioni classificate Sede naziona- sta prova ovvero: Fulvio Gaffuri, Martino . Sci di fondo 19° le. Su un per- Maglia e Daniele Perego. Un plauso par- su 37 sezioni classificate corso di 20 ticolare in quanto si sono confrontati in chilometri e questa disciplina pur non avendo mai par- Nella speciale classifica finale la sezione di un dislivello di tecipato a una competizione del genere. Como si è classificata 22° su 48 sezioni. poco inferiore Nel pomeriggio ed in notturna si è dispu- Un ringraziamento particolare a tutti co- ai mille metri, tato il 50° Campionato nazionale Ana di loro che hanno permesso il conseguimen- tracciato dai slalom gigante dedicato agli “Azzurri nel- to di questo positivo risultato. responsabili la Grande Guerra”, a Bormio sulla parte Prossimi appuntamenti sportivi: della sezione finale della pista Stelvio, teatro della di- - in ambito sezionale la gara di tiro a se- di Bergamo a San Pellegrino Terme, scesa libera di Coppa del mondo. L’elevato gno l’8-9-10 aprile presso il poligono del il nostro concorrente, l’Alpino Davi- numero di concorrenti iscritti a questa tiro a segno nazionale di Como (dove il de Dinale si è laureato vicecampione competizione obbliga gli organizzatori primo fine settimana di ottobre si svol- Ana. Complimenti da tutti gli Alpini ad apprestare due tracciati di gara: nell’at- gerà il 47° Campionato nazionale di tiro comaschi e soprattutto dal presi- tuale edizione si è preferito utilizzare una a segno con carabina e il 33° Campionato dente nazionale, Sebastiano Favero, sola pista e disputare la gare in due fasi di- Nazionale di tiro a segno con pistola); presente al momento della proclama- stinte e non in contemporanea. In questa - in ambito nazionale 1 maggio Campio- zione. Grazie Davide. disciplina sportiva tredici erano gli atleti nato nazionale Ana di mountain bike a iscritti per la sezione di Como. Boves in provincia di Cuneo.

gennaio-marzo 2016 27 il nucleo Notizie dalla Protezione Civile Le attività svolte dai nostri volontari

di Paola Canepa

primi mesi di ogni anno sono dedi- cati al bilancio delle attività svolte nell’anno passato e alla program- mazione di quelle da effettuare nel Inuovo anno. Il 2015 si è chiuso con un totale di oltre 8.600 ore di attività svolte dai nostri volontari e suddivisi tra diverse tipologie di intervento. L’attività che ha richiesto l’impegno mag- giore è la manutenzione del magazzino e delle attrezzature in carico alla Protezione Civile (oltre 2.800 ore) alle quali vanno aggiunte 280 ore di manutenzione alla caserma De Cristoforis che ospita il ma- gazzino di PC. A seguire, oltre 1.100 ore di attività sono state svolte nell’ambito della convenzione tra la Protezione Civile Ana sezione di Como e il Comune di Lu- rate Caccivio nel cui territorio gli inter-

La Protezione Civile durante l’esercitazione idrogeologica a Endine Gaiano.

venti svolti consistono, prima di tutto, Caserma, sono stati preparati 65 bancali. nella manutenzione di aree verdi (taglio Nell’ambito dell’intervento “Emergenza alberi e ramaglie). Tale tipo di attività è Freddo” i volontari Ana svolgono l’acco- molto ricorrente tra gli interventi del- glienza e l’assistenza delle persone senza la nostra PC. L’anno passato ci ha visti fissa dimora presso il dormitorio predi- impegnati anche presso il Seminario, il sposto al Centro Cardinal Ferrari di Como parco delle Rimem- collaborando con tut- branze e il sentiero È in grado te le altre realtà di vo- padre Pigato a Como, lontariato presenti in nel Comune di di intervenire città. e nel corso del campo È importante ricor- pre-Adunata all’Aqui- in tempi brevi dare anche che l’As- la. Ulteriori impegni sociazione Nazionale si ripetono a cadenza nei casi di Alpini è una delle annuale; tra questi si emergenza per associazioni di volon- annoverano la parte- tariato facenti parte cipazione alla Colletta soccorrere della Colonna Mobile Alimentare, l’ultimo Regionale (Cmr) lom- sabato di novembre, e le popolazioni barda che è costituita il progetto “Emergenza da uomini, mezzi e Freddo” che inizia il 1° colpite, allestendo attrezzature ed è in dicembre di ogni anno campi di grado di intervenire e si chiude il 31 marzo in tempi brevi in casi dell’anno successivo. accoglienza di emergenza per soc- Per quanto riguarda la correre le popolazioni Colletta Alimentare, la nostra Protezione colpite allestendo campi di accoglienza, Civile si occupa di partecipare alla raccol- ma non solo. Nel nostro territorio, fre- ta delle scatole di cibo preparate presso i quentemente interessato da fenomeni di I 65 bancali di cibo che la nostra punti vendita e alla pallettizzazione delle dissesto idrogeologico, la Cmr interviene Protezione Civile ha preparato stesse in bancali suddivisi per tipologia anche in seguito a eventi di questo tipo grazie al risultato della raccolta di alimento; nel corso dell’ultima Collet- occupandosi di svuotamento di edifici durante l’ultima Colletta Alimentare. ta, presso il punto di pallettizzazione in allagati, taglio e rimozione di piante e

28 gennaio-marzo 2016 Nemmeno il gelo ferma i volontari Annuale incontro con i volontari abato 23 gennaio di buon mattino, nonostante la temperatura veramente Srigida, una grande squadra della nostra Unità di Protezione Civile era l 5 dicembre si è svolto l’annuale già al lavoro per la potatura della piante sul piazzale della caserma De Iincontro con i volontari della no- Cristoforis. La convenzione stipulata con l’Esercito prevede che a fronte stra Protezione Civile. Quest’anno dell’ospitalità offerta sia nostro dovere provvedere alla manutenzione del piccola rivoluzione nel programma verde della caserma stessa. della manifestazione, infatti per la Anche il nuovo colonnello comandante è rimasto impressionato dall’effi- prima volta e giustamente, nell’oc- cienza dei nostri volontari, sembrava di essere in una fabbrica con lavoro a casione della loro festa hanno catena: chi su trabattelli tagliava con motoseghe i rami alti, chi dal basso con lunghe pertiche ad aria tagliava i rami bassi, chi sistemava e tagliava in una misura perfettamente uguale i rami caduti, chi con un apposito mar- chingegno componeva le fascine uguali e infine chi puliva la zona di lavoro. L’attività è continuata anche nei giorni successivi, essendo molte le piante. Bravi e un grazie da tutti i settemila Alpini comaschi.

voluto fare i “festeggiati” e non hanno dovuto “sgobbare” come sempre. Riunione presso la sede dell’Ance, ancora una volta messa gentilmente a disposizione, inter- venti di ringraziamento del nostro presidente e del consulente avvo- cato Carozzi. Commovente l’ad- dio per raggiunti limiti di età, con consegna di diploma e medaglia, al volontario Adamo Mancassola detto Damin. Quindi celebrazione della santa Messa presso la chiesa di sant’A- gata e per infine trasferimento all’agriturismo Sant’Anna di Eupi- lio per la meritata cena. Un ringraziamento a tutti i vo- lontari per l’impegno profuso per l’Associazione durante l’anno. Grazie, grazie! pulizia dal fango. Con la Cmr, alcuni no- a Expo 2015. Per quanto riguarda invece che e pratiche necessarie a intervenire al stri volontari hanno partecipato nel 2015 il proseguo dell’anno in corso è prevista meglio, a seguito di eventi di dissesto all’operazione “Lambro Pulito” (per la l’organizzazione di un corso idrogeolo- idrogeologico; corsi ed esercitazioni come pulizia degli argini del fiume in Comune gico e la partecipazione all’esercitazione questo vengono organizzati allo scopo di di Milano per prevenire le esondazioni), di PC del secondo raggruppamento che rispondere al principio di prevenzione che all’esercitazione idrogeologica a Endine quest’anno si terrà a Darfo Boario Terme si esplica, secondo la normativa vigente Gaiano (per testare i tempi e le capacità di a giugno. Il corso idrogeologico, invece, è in materia di Protezione Civile, anche for- intervento della Cmr) e lo scorso febbraio organizzato dalla nostra Unità di PC ed è mando volontari sempre più preparati a all’allestimento del campo a Filago per la rivolto ai volontari che hanno già seguito contribuire attivamente in situazioni di giornata organizzata da Regione Lombar- il corso base di Protezione Civile. L’obiet- emergenza senza mettere a repentaglio la dia per ringraziare i volontari intervenuti tivo del corso è fornire le nozioni teori- propria incolumità.

gennaio-marzo 2016 29 Tanto di cappello Notizie alpine intra moenia ed extra moenia

Santa Barbara con i pompieri La nostra bandiera sul balcone dell’Ance  Giovedì 3 dicembre il vessillo se- zionale, scortato dal nostro “Nando”,  Oggi 4 Novembre sul balcone del era presente alla santa Messa che si è palazzo Ance in via Briantea 6 si è tenuta presso la caserma dei Pompie- vista sventolare la “nostra” bandie- ri per la celebrazione della festività di ra d’Italia. Infatti in occasione della Santa Barbara. Caserma aperta tutto celebrazione del 4 Novembre, coin- il giorno per le visite dei cittadini. Alle cidente con l’ultima giornata di aper- 17 grande folla con moltissimi bambi- tura della mostra, abbiamo appunto ni per assistere alle dimostrazioni che hanno suscitato vivo interesse. Alle “prestato” la bandiera in segno di 18 alla presenza di moltissime autori- Santa Messa per il 60° profonda riconoscenza per quanto ha tà civili e di associazioni, S.E. il vesco- anniversario della morte fatto per noi l’Associazione Naziona- vo Diego Coletti ha officiato la santa di don Carlo Gnocchi le Costruttori Edili di Como. Grazie Messa. di cuore. abato 27 febbraio alle ore S10.30 nel santuario del beato don Gnocchi presso il centro Irccs Celebrazione della festa “S. Maria Nascente” di Milano, del 4 Novembre in città l’arcivescovo della diocesi di Mila- no cardinale Angelo Scola ha pre-  Mercoledì 4 novembre celebrazio- sieduto e concelebrato una santa ne presso il monumento ai Caduti Messa in ricordo del beato. Come a Como. Sono intervenute tutte le facilmente ipotizzabile, il santua- autorità civili e miliari e i rappresen- rio era gremito da molti fedeli e tanti delle associazioni d’arma. Orga- da pazienti dell’istituto; rilevante nizzazione affidata agli amici militari anche la presenza di autorità civi- della caserma De Cristoforis con alla Aspettando nella notte li e militari. Presenti, compreso il l’anniversario della Vittoria nostro, sette vessilli sezionali tra i quali spiccava quello della sezio-  Martedì 3 novembre è stata orga- ne Alpi Apuane di Massa Carrara. nizzata una serata con l’intento di Presenti anche ventitre gagliar- trascorrere la vigilia della Vittoria in detti tra i quali quelli di Cantù, compagnia, con racconti e letture. Como Centro e Moltrasio. Il servi- Ritrovo ad Albate presso la nuova zio d’ordine è stato curato in ma- piazza del Tricolore e quindi partenza niera impeccabile dagli Alpini del per la baita Monte Goi, dove i cuochi Gruppo Milano Centro. Terminata hanno allestito un ottimo menù a base la celebrazione l’Arcivescovo si è di trippa alla vicentina e “polenta un- intrattenuto volentieri con pazien- cia”. Serata, sebbene purtroppo per ti e fedeli. Non era una cerimonia pochi, molto ben riuscita e terminata alpina e quindi non è stata letta con racconti dello scrittore e amico la nostra preghiera: comunque un Maurizio Casarola. “peccato”. testa il nuovo comandante col. Marco Appuntamento da riproporre. Mario Dotti Schinzari e il ten.col. alpino Claudio Lucarelli e curata in ogni piccolo par- ticolare. Molto apprezzato dal Coman- dante l’intervento dei ragazzi, nostri amici, della scuola “Venini”, che han- no cantato l’inno nazionale con tutti i presenti. Dopo la lettura del bollettino di guerra, interventi di S.E. il prefetto, Bruno Corda, del comandante Schin- zari e del sindaco Lucini. Ancora una volta da sottolineare, forse per la gior- nata lavorativa, la pochissima parteci- pazione della popolazione.

30 gennaio-marzo 2016 Concerto di Natale della onori di casa sono stati fatti dal vice- che il prefetto S.E. Bruno Corda e il Banda Baradello a Villa Olmo presidente Bianchi, dal capogruppo sindaco di Como dott. Mario Lucini Alessandro e dal brillante organizza- che, con la loro presenza, hanno vo-  Martedì 15 dicembre ha avuto luogo tore Nando. A conclusione sono stati luto ricordare il sacrificio dei Fanti il concerto di Natale ,”il concerto del- consegnati attestati di benemerenza del 67° reggimento. Deposizione di la solidarietà”. Per il tredicesimo anno per il profondo attaccamento dimo- una corona alla lapide, in ricordo del la Banda Baradello, l’Ana sezione di strato in tanti anni di appartenenza reggimento, all’esterno della caserma, Como e la Famiglia Comasca hanno all’Ana ai fratelli Romano e a Imperio quindi alzabandiera e deposizione di organizzato presso Villa Olmo questo Cantaluppi. una corona per tutti i Caduti. Molto evento a favore della Piccola Casa apprezzato il picchetto militare agli Ozanam. Gli interventi del vicepresi- ordini del nuovo comandante il col. dente della Famiglia Comasca, del pre- Commemorazione della Marco Schinzari. A conclusione tra- sidente della Casa Ozanam e del no- battaglia di Montelungo sferimento nella sala del vecchio cir- stro presidente sono stati improntati colo, trasformato per l’occasione, con alla solidarietà, ricordando ancora una  Mercoledì 9 dicembre la sezione ottimo gusto, in una sala conferen- volta la figura del compianto presiden- provinciale di Como dell’Associazio- ze per una breve ricostruzione della te della Famiglia Comasca, Piercesare ne Nazionale del Fante ha organizza- Battaglia e presentazione del Calen- Bordoli. Anche quest’anno la Banda to, presso la caserma De Cristoforis, dEsercito 2016, quest’anno dedica- Baradello, diretta dal maestro Ettore una cerimonia per la celebrazione del to agli eroi della Grande Guerra. La Anzani, ha dato il massimo eseguendo 72° anniversario della battaglia di manifestazione è stata apprezzata da alla perfezione i brani in programma. Montelungo. Molte le insegne del- tutti grazie alla sapiente regia curata Una nota particolarmente positiva per le associazioni d’arma, tra le quali il dall’Alpino ten.col. Claudio Lucarelli. la banda è l’inserimento nella compa- nostro vessillo. Molte anche le au- gine musicale di alcuni giovani stru- torità civili e militari, tra queste an- Il cappello alpino del generale Ettore Formento

 Sul cappello, sul cappello che noi portiamo... Bastano poche righe per motivare il gesto con cui, in una serata di gio- ioso ritrovo in sede sezionale per lo scambio tradizionale degli auguri di Natale, ho presentato ai tantissimi Alpini, amici e familiari convenuti, il mentisti che fanno ben sperare per il futuro. Molto apprezzato, specialmen- L’amica Maria Castelli in visita alla Sezione te dagli Alpini, l’esecuzione del nostro Inno, il “Trentatre”. Un fuori program- hi non ricorda con affetto e rico- ma, chiesto dal nostro presidente, ma Cnoscenza quel: ”… da Como è tut- gradito a tutti, “L’Inno d’Italia”. A con- to…?” che chiudeva i servizi di Maria clusione tutti a gustare il “vin brulé” Castelli per lo storico “Gazzettino preparato dai volontari della nostra Padano” quando le notizie trasmesse Protezione Civile. provenivano dal cuore prima ancora che dalla penna ed erano introdotte dall’inconfondibile e zufolante cinguet- Auguri in sede tio dell’uccellino lombardo? Dal 1 agosto 2012 Maria è in pensione e per una serie di circostanze, prima fra  Anche quest’anno l’Alpino del tutte l’aver vissuto con una “Penna Nera” in famiglia ed inoltre per la splendida Gruppo di Como Centro, Nando, ha amicizia che intrattiene con il Gruppo di dove risiede, è affettuosamente organizzato, martedì 15 dicembre, una legata agli alpini. Ecco perché nella serata del 26 febbraio scorso ha accettato piacevolissima se- di far visita alla Sezione su invito del Presidente Enrico Gaffuri e del Direttore rata presso i locali del giornale “Baradèll” Piergiorgio Pedretti. È stato un momento piacevolissimo della sezione, per all’insegna della cordialità, dell’amicizia. gli auguri di Nata- Nel corso del colloquio, ricco di spunti di riflessione e di simpatiche battute, è le. Gli intervenuti anche emersa l’idea di un doveroso articolo sulle mogli degli alpini per ringraziar- alla piccola festa le della pazienza, del sostegno e spesso anche dei consigli che non raramente si sono stati allietati permettono di dare ai mariti notoriamente poco avvezzi all’ascolto e più portati da canti accompa- all’azione. Al termine il Direttore del Baradèll ha fatto omaggio a Maria del libro gnati da una fisar- “Alpini ad Albate – 85 Anni di Storia - 40 Anni di Presenza” mentre uno stupendo monica e da tanto mazzo di girasoli offerto dalla Sezione ha suggellato la bellissima serata. buon umore. Gli

gennaio-marzo 2016 31 Tanto di cappello cappello dell’Alpino generale Ettore da parte del novantottenne, Meda- Formento. glia d’Argento al Valore Miltare, gen. Il cappello, per desiderio della vedo- Morena, in piazza Duomo allocuzio- va, è stato donato alla sezione di ni dei rappresentanti del Comune e Como per essere collocato vicino della Provincia e del Presidente della ad altri significativi ricordi alpini. sezione di Milano. Sfilata fino a piaz- Aggiungo che, insieme al cappello za Sant’Ambrogio per render onore ai del Generale Formento e Caduti e deporre una corona al sa- di altri già esposti, ven- crario. Alle 12.00 scioglimento e tutti gano idealmente collo- per le vie di Milano. cati tutti i cappelli portati con onore dagli amici alpini Colletta alimentare andati avanti. Italo Resmini  Sabato 28 novembre, ore 20.00. Si iniziato la collaborazione con l’Eser- stanno chiudendo i punti di raccolta, cito, dapprima organizzando mostre, non si conoscono ancora i risultati incontri, presentazioni di libri e in Annuale santa Messa però è doveroso un grandissimo rin- seguito, con il successore il col. Ar- in Duomo a Milano graziamento a tutti coloro, e sono ve- tigliere da montagna Marco Tesolin, ramente tanti, che hanno contribuito trasferendo presso la caserma stessa  La santa Messa della Sezione di alla perfetta riuscita della giornata. la nostra Unità di Protezione Civile. È Milano, voluta nel lontano 1955 da Grazie a tutti! nata così una profonda amicizia con il Peppino Prisco, è diventata ormai Domenica 29 novembre ore 09,30. col. Pietrangeli e per questo abbiamo la Messa nazionale di Natale, infat- Anche quest’anno possiamo archi- seguito la sua carriera anche dopo il ti anche quest’anno ben 49 vessilli, viare la Giornata della Colletta, bel- suo trasferimento in qualità di Capo 295 gagliardetti e moltissimi Alpini lissima, ricca di fatti ed esperienze. di Stato Maggiore presso il Comando si sono ritrovati in piazza Duomo per Abbiamo raccolto una buona quan- Militare Esercito Lombardia a Milano. partecipare alla santa Messa, a ricor- Martedì 15 dicembre eravamo presenti do di tutti gli Alpini “andati avanti”. alla cerimonia di saluto, presso il salo- Dopo l’ammassamento in piazza del- ne Radetzky di palazzo Cusani, per il la Scala, la fanfara della Brigata al- suo prossimo pensionamento. Lo rin- pina Taurinense e il corpo musicale graziamo ancora per la profonda ami- di Cassano D’Adda hanno aperto la cizia; sicuramente ci saranno nuove sfilata in cui, oltre ai vessilli sezio- occasioni di incontro! nali, scortati dai rispettivi presidenti Ciao Mariolino da Gubbio. e ai gagliardetti, hanno preso posto anche i numerosi gonfaloni accompa- gnati dai sindaci e le insegne delle Te Deum ringraziamento altre associazioni. Trasferimento in con S.E. il Vescovo piazza Duomo per la resa degli onori ai gonfaloni del Comune di Milano, tità di generi alimentari che saranno  Anche il 31 dicembre dello scorso della Provincia e della Regione e del utilizzate per chi ne ha bisogno. anno, all’uscita dal duomo di Como labaro nazionale scortato dal presi- Risultato 2016: 149 tonnellate (-4% dopo il “Te Deum” di ringraziamen- dente Favero e dal comandante delle vs 2015). Grazie a tutti per la colla- to, i fedeli sono stati accolti con un Truppe Alpine, gen. Bonato. Tra le borazione e per l’impegno profuso, festoso e caldo “vin brulé” preparato autorità militari, presente anche l’a- ancora una volta il nostro apporto è dagli Alpini del Gruppo Como Cen- mico, gen. Battisti. Dopo La santa stato determinante. Grazie ancora. tro col supporto della nostra Prote- Messa terminata con la commovente Mosè Frighi zione Civile sezionale. La cittadinan- recita della “Preghiera dell’Alpino” za ha particolarmente apprezzato Saluti all’amico colonnello Mario Pietrangeli

 Il colonello Mario Pietrangeli del genio ferrovieri, giunto a Como nell’ottobre del 2010, ha lasciato il comando della caserma De Cristofo- ris nell’ottobre del 2013. Durante la sua permanenza a Como ha cercato di far “rivivere” la caserma, con l’ap- poggio di tutte le associazioni. Una delle prime ad approfittare di questa occasione è stata la nostra che ha

32 gennaio-marzo 2016 tanto che in breve tempo si è dato scolari stessi. A conclusione non po- sud, la seconda nel 2014 con il periplo fondo a tutto quanto preparato. Da teva mancare una superba “nutellata” dell’Italia, Sardegna e Sicilia comprese sottolineare la graditissima parteci- preparata dalla “brigata” del Gruppo e la terza da Chiavenna a Trapani lungo pazione del ns. vescovo mons. Diego di Monte Olimpino. la dorsale appenninica, questa toccherà Coletti e del sindaco di Como dott. tutte le 110 città italiane con province. Mario Lucini. L’impresa sarà seguita dalla stampa e da TV nazionali e internazionali, com- presi diversi programmi di Rai Uno, La scuola Venini Rai Community Italiani nel mondo, “Il alla caserma De Cristoforis mondo insieme” di Licia Colò e Radio Vaticana. Durante le sfide precedenti  Gli alunni della scuola “Venini” ha incontrato moltissimi Alpini che lo hanno partecipato con noi alla cele- hanno ospitato e rincuorato. Per que- brazione del 4 Novembre; in quell’oc- sto nuovo impegno, che terminerà il 24 casione il nuovo comandante della ottobre giorno del suo 83° compleanno, caserma De Cristoforis, il col. Marco starà in viaggio sette mesi e avrà anco- Schinzari ha invitato la scolaresca ad Gli Alpini e le scuole ra bisogno del nostro supporto. I valori andare a trovarlo in caserma. Le in- che ispirano Alessandro sono l’amore segnanti hanno colto la palla al balzo  A completamento dell’impegno della per lo sport, la forza di volontà, la te- accettando l’invito, infatti martedì 24 sezione di Como per l’accoglienza dei nacia, uno stile sano di vita, valori che novembre abbiamo accompagnato congressisti del Cisa, il Gruppo Ana praticamente dovrebbero avere tutti gli una sessantina di scolari in caserma. di Mariano Comense ha replicato, nei Alpini. Saremo ad attenderlo il giorno Lo staff del colonnello ha preparato la locali messi a disposizione dall’Asso- 25 aprile quando farà tappa a Como: visita in ogni particolare. A ricevere ciazione Nazionale Costruttori Edili passeremo in sua compagnia momen- la comitiva tutto il personale disponi- di Como, uno stralcio della loro bella ti di serenità dimostrandogli la nostra bile; trasferimento in aula “breafing” mostra sulla Grande Guerra. E consi- partecipazione al suo impegno. dove, dopo la presentazione del co- derato l’impegno profuso nell’allesti- mento si è pensato di aprire la mostra anche al pubblico esterno allungando- Ciao, Teodoro ne la durata. L’idea è stata premiante in quanto, nell’arco di una ventina di gior-  Una sera, Ago- ni, oltre a qualche cittadino, abbiamo stino Peduzzi, con- avuto la graditissima visita di nume- sigliere di riferi- rose scolaresche di Como e dintorni. mento per i Gruppi Piacevolissimo è stato l’intrattenimen- della Valle Intelvi, to dei ragazzini in quanto quasi tutti ha accompagnato hanno dimostrato grande interesse e in Sezione a Como molta attenzione alle spiegazioni e agli alcuni Alpini del oggetti in esposizione. Ovviamente Gruppo di . l’ha fatta da padrone “L’Ippopotamo”, Agostino aveva tra le mani la foto di un copia in scala 1:2 del cannone (tutt’o- ragazzo, Teodoro. Teodoro Soldati, 15 ra presente in originale sul ghiacciaio anni, giovane promessa dello sport ita- dell’Adamello) ma anche molta curio- liano, campione nazionale di golf under sità per la bicicletta dei Bersaglieri, 16, era morto l’estate dell’anno scorso a messa a disposizione dall’amico gene- causa di una malattia fulminante. Suo rale dei Bersaglieri Luigi Scollo. Come nonno, l’Alpino Nello, è un socio del lo- sempre la Sezione dedica molta atten- cale Gruppo Ana. La sezione di Como, zione ai giovani, con la speranza di ri- dalle pagine del Baradèll, partecipa il uscire a spiegare loro l’inutile ferocia dolore della sua famiglia e delle perso- delle guerre e seminare l’amore per la ne che lo hanno amato. Ciao Teodoro. nostra maltrattata Patria Italia. mandante, il ten.col. Alpino Clau- Enrico Bianchi dio Lucarelli ha presentato con dei Elisa è tornata in paradiso filmati le varie attività dell’Esercito Italiano e di nuovo il comandante ha La quarta sfida  La piccola Elisa di due anni, figlia risposto alle innumerevoli curiosità. dell’Alpino paracadutista dell’Alpino Luca e Chiara Bettiga, è Di seguito sul piazzale della Caser- Alessandro Bellière tornata in paradiso. Era malata dalla ma si è proceduto all’alzabandiera nascita e il Signore ha voluto che tor- con il canto dell’Inno d’Italia, quindi  L’Alpino paracadutista Alessandro nasse fra gli angeli dai quali era partita visita al sacrario e agli archivi. Qui, Bellière, classe 1933, affronterà una nuo- per incontrare mamma e papà. La se- con grande sorpresa dei ragazzi, si è va sfida. Dopo la prima impresa che av- zione di Como e gli Alpini del Gruppo proceduto alla ricerca dei fogli matri- venne nel 2013 da Ispica, il Comune più di Dongo sono fraternamente vicini ai colari di alcuni militari, genitori degli a nord d’Italia, a Porto Palo, quello più a suoi familiari.

gennaio-marzo 2016 33 NATALE 2015 Presepi È sempre bello riportare nelle pagine del Baradèll le foto dei presepi realizzati nelle sedi dei Gruppi. Per il prossimo santo Natale la redazione lancia un invito: un presepio in ogni sede alpina Albate Binago

Brenna Bizzarone Bulgarograsso

Capiago Intimiano Caglio-Rezzago Casasco d’Intelvi 34 gennaio-marzo 2016 Lanzo d’Intelvi Caslino d’Erba Lurago d’Erba

Moltrasio Menaggio Ponna

Sormano 35S. Set-Ott Maria 2014 Rezzonico Turate gennaio-marzo 2016 35 Dalla penna dei Gruppi Fatti col cappello alpino

GRUPPO DI ALBATE Croazia o dispersi in tanti parti del mondo. Successivamente alle ore 11.00 presso la biblioteca di Como il secondo momen- Giornata del ricordo to con i saluti delle autorità e consegna delle onorificenze. Da parte del Gruppo Ana di Albate il ringraziamento al presiden- elebrata il 10 febbraio 2016 la “Giornata del Ricordo”, che te Perini per il dono del Tricolore e per il suo grande impegno Cvuole commemorare i martiri delle foibe e gli esuli istria- nel tenere vivo questo ricordo. ni, giuliani e dalmati, introdotta dalla legge n. 92 del 30 mar- Avremo sempre più bisogno di questi uomini, che hanno vis- zo 2004. suto l’esilio dalla propria terra e le violenze sulla popolazione, Alla cerimonia, organizzata dal Comune di Como con la col- colpevole solo di essere italiani. laborazione dal Comitato dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Como, hanno dato il loro patrocinio il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, la Re- gione Lombardia e la Provincia di Como. Presenti il prefetto dottor Sergio Corda, il dottor Marcello Iantorno in rappresen- tanza del Sindaco di Como. Moltissime le associazioni d’arma presenti con le loro insegne e in particolare il labaro dell’Asso- ciazione Combattenti e Reduci provinciale. Erano presenti anche rappresentanti dei Carabinieri, Polizia di Stato, Vigili Urbani di Como e due classi di alunni dell’I- stituto comprensivo di Albate accompagnati dal direttore didattico prof. Giuliano Fontana e una classe dell’Istituto Pessina di Como. La cerimonia, iniziata con l’alzabandiera, è proseguita con l’onore a tutti i martiri delle foibe. Due giova- ni allieve, Daniele e Martina, hanno consegnato il Tricolore, donato dall’Associazione Venezia Giulia, Dalmazia, all’Alpino Andrea Ricetti che verrà issato al monumento di Trecallo in occasione del festa nazionale del “2 Giugno”. La deposizione Zaini alpini per la solidarietà della corona ai Caduti è stata accompagnata dalle autorità e da Elena e Manuela Chiavelli, nipoti del maresciallo di P.S. el corso dell’ultima seduta del 2013 Aurelio Chiavelli fucilato a Grobnico nel maggio del 1945, già Nil Consiglio direttivo del Gruppo di collaboratore del questore Palatucci ucciso a Dacau dopo aver Albate ha deciso di intraprendere una salvato tanti ebrei dallo sterminio. nuova attività per continuare quella de- Il vicario di Albate don Alessandro Casartelli, ha impartito la gli “Zaini alpini per la solidarietà”, nata benedizione alla targa, quale lapide che ricorda gli infoibati, nella primavera del 2001 in occasione trucidati e dispersi, civili e militari che ancor oggi non hanno dell’Adunata nazionale di Genova. Al- un segno cristiano sulle loro tombe. Il canto del “Va’ pensie- lora si trattava di un’iniziativa a favore ro”, dal Nabucco di Giuseppe Verdi, ha chiuso la prima par- dell’Africa con l’invito a raccogliere materiale ad te delle celebrazioni. Con questo canto, da oltre cento anni, uso didattico-scolastico. Anche il Gruppo di Albate partecipò gli esuli dalmati e successivamente quelli giuliani intendono consegnando il ricavato alla sezione Ana di Como per l’invio a “piangere” la loro Patria perduta similmente agli ebrei in esi- destinazione. Avvenne poi che gli “Zaini alpini” abbiano dato lio a Babilonia. È l’inno cantato dalle comunità degli istriani, nome ad altre opere di solidarietà come quando fu inviato fiumani e dalmati esuli in Patria e quelle ancora in Slovenia e materiale didattico per le scuole in Afghanistan tramite i re- parti militari impegnati nelle missioni di pace. Nel caso indicato dal titolo si tratta di dare il cibo a chi non riesce a procurarselo perché la crisi economica persistente aumenta la povertà e il numero di famiglie bisognose. Sono notizie che leggiamo quotidianamente sulle stampa ma che possiamo anche verificare di persona. Un esempio fra tanti arriva dalla mense cittadine nelle quali è in costante aumento il numero di persone che chiedono un piatto per sopravvivere, non sapendo in quale altro modo procurarselo. L’ idea nata nel 2013 consiste nel continuare l’ attività della Colletta Ali- mentare in forma ridotta “di quartiere”; gli alpini di Albate si sono chiesti come far fronte a questo crescente bisogno, unendosi alle altre associazioni del territorio. Dopo attenta scelta, è stata contattata la Conferenza San Vincenzo di Alba- te nella persona della responsabile Maria Adele Noseda per

36 gennaio-marzo 2016 conoscere direttamente quali fossero le reali esigenze; è giusto delle scuole, il locale Corpo musicale Santa Cecilia, con il sup- ricordare che la Conferenza San Vincenzo è partner ufficiale porto degli Alpini, ha tenuto un concerto con musiche di quel nella giornata della Colletta Alimentare che si tiene ogni anno tempo. I ragazzi della scuola primaria hanno accompagnato nell’ultimo sabato di novembre. gli Alpini nel momento dell’ingresso, sventolando tanti tri- Di comune accordo è stato deciso che gli Alpini avrebbero fat- colori. Durante il concerto, Alpini e ragazzi hanno letto bra- to la spesa dei generi alimentari indicati di volta in volta dalla ni e lettere dal fronte, intervallando la musica. Particolare il San Vincenzo; si tratta generalmente di olio d’oliva, scatola- “quadretto” tenutosi durante lo spettacolo. Il Sindaco ha reso me e zucchero. Da qualche mese agli Alpini sono affiancati pubblico un gesto civico effettuato da Luca Sala, un ragazzo alcuni ragazzi delle scuole medie che si occupano del confe- che ha ritrovato un portafoglio e lo ha consegnato in Comune zionamento dei pacchi da consegnare alle famiglie, nel pieno senza alcuna esitazione. Giusto il pubblico riconoscimento di rispetto dell’anonimato. fronte ai compagni di scuola, genitori e cittadini che, dopo la “Serviens in spe” – servire nella speranza – è il motto della consegna di una pergamena, gli hanno tributato un lungo ap- Società di san Vincenzo de Paoli. Anche il Gruppo di Albate, plauso. In chiusura di serata il capogruppo Angelo quindi, cerca di “servire nella speranza” per dare un piccolo ma ha consegnato alla locale banda il ricavato della precedente importante aiuto ai crescenti bisogni della comunità. L’attività serata con il Coro Monte Colmenacco quale sostegno alla con- si svolge ormai dal 2014 con ritmi regolari. Il Gruppo è lieto di tinua disponibilità per il paese e al fianco del Gruppo. accogliere altri volontari che manifestino lo stesso desiderio di Gli Alpini sono pronti per i prossimi impegni, a partire dalla compiere piccoli gesti che diventano grande aiuto. manutenzione dei sentieri e degli spazi pubblici, applicazione Flavio Pedretti del principio “aiutare i vivi ricordando i morti”.

gruppo di ALBAVILLA GRUPPO DI ARGEGNO

Albavilla per la memoria Argegno, quel cielo di Lombardia…

ra le attività del Gruppo Ana di Albavilla da tempo trova Fspazio l’impegno per la memoria storica e il coinvolgimen- to delle scuole. Anche per questo, agli inizi di novembre, per ricordare i cento anni dell’inizio della Grande Guerra e la gior- nata dell’unità nazionale, gli Alpini hanno allestito una mo- stra in uno dei luoghi più particolari del paese dall’originale nome “ul crot dal boeucc”, tipico ambiente costruito attorno a una grotta naturale un tempo adibita alla conservazione di cibi. Al suo interno sono state collocate foto inerenti la pri- ma guerra mondiale messe a disposizione dall’Associazione Cimeetrincee, materiali usati nelle zone di guerra provenienti dalla collezione privata dell’erbese Marco Rizzi e divise d’e- poca conservate da Giovanni Bartolomea. La mostra è stata inaugurata il 7 novembre alla presenza del sindaco dott.ssa Giuliana Castelnuovo e del presidente sezionale Enrico Gaffu- Quel cielo di Lombardia, così bello quando è bello, così ri. Cerimonia semplice ma ricca d’intensità che ha dato inizio “splendido, così in pace…”. Probabilmente Alessandro Man- alle numerose visite susseguitesi per l’intera settimana. Fra zoni, quando scrisse questa frase nei Promessi Sposi, aveva queste le scuole locali e la scuola media Puecher di Erba. La in mente giornate come quella del 6 marzo 2016, quando agli sera dello stesso giorno al teatro della Rosa si è tenuto lo spet- Alpini convenuti ad Argegno per il 90° del gruppo locale, si è tacolo teatrale dal titolo “La Tregua” monologo imperniato su presentato un panorama mozzafiato, che ha contribuito a ren- vicende della Grande Guerra che ha coinvolto il folto pubblico dere indimenticabile la splendida giornata nel borgo lacustre. presente. Per completare il ricordo degli eventi di cento anni Breve ma emotivamente intensa la sfilata, come sempre do- fa e rendere onore ai Caduti, il 13 novembre, nella palestra vrebbe essere: le vie interne del paese con il loro fascino fat- to di pietre, portoni antichi, ponti romani, hanno aggiunto bellezza alla gioiosa festa alpina. Al monumento dei Caduti, appena suonata l’ultima nota del “Silenzio”, Guerino “Nino” Valli, capogruppo e amabile affabulatore, in grado di tenere inchiodata per ore un’intera Brigata alpina, estrae dal suo cap- pello il discorso della vita: un discorso di cinque minuti di rara bellezza, di straordinario significato. Guerino si chiede, con gli occhi lucidi colmi di lago, di monti e di neve, se i fondatori del Gruppo di Argegno quel 30 giugno 1926, avessero pensato che 90 anni dopo altri Alpini fossero ancora lì a raccogliere il loro testimone. E fissa la storia del Gruppo ricordando i Capigrup- po, gli Alpini combattenti delle guerre in tutto il mondo, gli Al- pini della Protezione Civile, gli Alpini andati avanti. E sembra di vederli spuntare nella neve tutt’attorno, metafora perenne dell’alpinità. Il giovane sindaco Roberto De Angeli ha parole di

gennaio-marzo 2016 37 Dalla penna dei Gruppi sincera familiarità per gli Alpini, li ricorda per nome, li ringra- zia per la presenza generosa e costante nella storia di Argegno. Il presidente Enrico Gaffuri irrompe da par suo nella cerimo- nia, prolungando l’applauso a Guerino Valli, che trascina con la sua simpatia tutto il Gruppo, sempre presente per le attività della Sezione, che ci sia da lavorare in cucina, con la Protezione Civile o in altri servizi. Ricorda lo storico capogruppo Carletto Dotti, oggi idealmente presente col figlio Francesco, consiglie- re regionale e grande amico degli Alpini. Ma Argegno è anche la prima tappa dell’annata alpina della sezione di Como, e allo- ra l’abilità oratoria del Presidente si lancia in un’improvvisata conferenza stampa, con l’entusiasmo ispirato dallo scenario da cartolina. Sarà l’anno del 60° anniversario della morte del beato don Carlo Gnocchi, della beatificazione di Teresio Olivel- li, medaglia d’oro sul vessillo sezionale, di tanti altri appunta- menti alpini. Nella successiva santa Messa il parroco don Ren- zo Gabuzzi, dedica con sensibile delicatezza l’omelia agli Alpini ebrei hanno pensato di andare a trovare un testimone di parte di Argegno, per 90 anni presenti nella vita civile e religiosa del della tragedia. Un Alpino testimone, che abita a Inverigo; è borgo con generosa testimonianza dei propri valori. C’è spazio Arturo Bignucolo, classe 1924, ben conosciuto per essere sta- per il gran finale della colonna sonora della giornata, a cura to consigliere sezionale referente per i Gruppi della sua zona. dell’ottima Fanfara alpina di Asso, mentre viene servito un Quella di Arturo è una storia piuttosto unica. Tre fratelli Alpi- rinfresco di raffinata abbondanza, preparato dalle capaci mani ni, due dei quali gemelli, Arturo e Bruno, Giovanni invece era locali, nel padiglione a lago, che così cattura l’ultima fotogra- maggiore di qualche anno. Tre fratelli catturati l’8 settembre fia dello splendido paesaggio di giornata. Come ha ricordato 1943 dai tedeschi e deportati in campo di concentramento a Tiziano Tavecchio, gran cerimoniere sezionale ormai invidiato Konigsberg, in Prussia. anche da Buckingam Palace, agli inizi del ’900 ad Argegno ven- Fortunatamente, i tre fratelli sarebbero poi riusciti a tornare ne costruita la prima filovia d’Italia, che risaliva allora la Valle a casa, Bruno in pessime condizioni. Il campo in cui si trovava Intelvi. La sezione di Como riparte allora proprio da Argegno Arturo era diviso in due parti, una delle quali ospitava prigio- per un gran 2016, salendo idealmente sulle carrozze d’allora. nieri ebrei. E fu solo sul finire della guerra, con l’avanzata dei Se il buon giorno si vede dal mattino… russi e la fuga dei tedeschi, che i prigionieri militari riuscirono Emanuele Roncoroni ad aprire un varco nella recinzione che divideva il campo e ad arrivare alle baracche degli ebrei. Arturo e un suo amico furono i primi a andarci raggiungerle e rendersi conto della GRUPPO DI AROSIO situazione in cui si trovavano quei poveri relitti umani. Anco- ra oggi, quando ne parla, gli si inumidiscono gli occhi e non I ricordi del vecio Arturo riesce a raccontare tutto quello che ha visto. Gli studenti sono andati a casa sua, l’hanno intervistato e giovani studenti di quarta e quinta della scuola elementa- filmato. Arturo è stato molto bravo a raccontare la sua espe- Ire di Arosio sono stati registi di un incontro speciale per rienza, senza entrare in particolari che avrebbero impressio- la “Giornata della memoria”. Per ricordare lo sterminio degli nato i ragazzi. E così, la sera del 27 febbraio, nell’auditorium di

La prima filovia d’Italia

a filovia della Val d’In- Lungo il tragitto erano pre- attivata il 4 luglio 1909; il reperirono i capitali neces- Ltelvi fu un effimero e viste le seguenti fermate: progetto prevedeva di pro- sari. Dopo la Grande Guer- pionieristico impianto fi- Argegno, Muronico, Dizza- lungare la linea fino a Lan- ra si riuscì a prolungare la loviario, che dal 1909 al sco, Castiglione, San Fede- zo d’Intelvi dove si sarebbe linea fino a Pellio portando 1922 collegò i paesi della le, Capria (garage), Pellio. raggiunta la funicolare per la lunghezza totale della Val d’Intelvi con il centro La prima tratta, da Arge- Santa Margherita ma anche tratta a 10 chilometri, ma abitato di Argegno. Fu re- gno alla località Capria fu per questo progetto non si nel 1922 la filovia, onerosa alizzata dopo il fallimento e già obsoleta, fu soppres- del progetto di una ferro- sa e sostituita da un’autoli- via a scartamento ridotto, nea da Como a Lanzo. per la quale non si riusci- rono a reperire i finanzia- menti necessari. La filovia Bibliografia: fu costruita dalla Società Adriano Betti Carboncini, Anonima Filovie della Valle Binari ai laghi, Salò, d’Intelvi, controllata dalla Editrice Trasporti su Rotaie, STE di Milano, promotrice 1992, pp. 180-185, dell’impianto. ISBN 88-85068-16-2.

38 gennaio-marzo 2016 Arosio gremito di pubblico, gli studenti hanno presentato un tero incasso è stato devoluto alla Casa Anziani, convenzionata programma, alternando tratti dell’intervista a letture di brani con il comune di Binago. L’Amministrazione ha voluto parte- sull’argomento. Ci sono poi stati interventi da parte del sin- cipare alla donazione contribuendo con il ricavato del cenone daco dott.ssa Alessandra Pozzoli, grande amica degli Alpini, di Capodanno tenuto presso la palestra di Binago. sempre presente alle Adunate nazionali, e del Presidente di Il capogruppo Gaetano Maroni Sezione, presente con numerosi Alpini e col Vessillo. Grande serata e grande emozione per Arturo Bignucolo, che forse ha ricevuto il più importante riconoscimento per le sof- GRUPPO DI CANTÙ ferenze patite a vent’anni. Messa alla “Rotonda”

GRUPPO DI BELLAGIO omenica 24 gennaio 2016, alle ore 10.30, è stata celebrata Duna santa Messa presso il centro “Santa Maria alla Rotonda” In visita alla sezione Australia di Inverigo - Fondazione Don Gnocchi. Organizzata dal Grup- po Ana di Cantù ha però visto la presenza di sei gagliardetti e del vessillo della sezione di Como, i consiglieri Flaminio Colom- bo e Mario Ghielmetti, il cerimoniere sezionale Tiziano Tavec- chio. Animatore dei canti, che hanno accompagnato la liturgia, il “Famoso Coro” di Cantù diretto dal maestro e Alpino Paolo Maspero. La Messa alla Rotonda è un appuntamento annuale irrinunciabile nei giorni immediatamente vicini al 26 gennaio, anniversario di Nikolajewka. La tradizione ebbe inizio anni or- sono dai veci Alpini di Cantù in ricordo degli amici rimasti in Russia, del maggiore Spazzi e di tutti gli Alpini andati avanti. È anche un modo per segnalare la vicinanza alla “baracca” di don Carlo ancor più nel 2016 in cui ricorre il 60° della sua morte. Al termine una bella foto di gruppo con l’onore di avere con noi Al- pini una reliquia di don Carlo conservata alla Rotonda e inserita in una statuetta rappresentante don Gnocchi e i suoi mutilatini.

Alpino Claudio Sancassani, del Gruppo Ana di Bellagio, in L’ vacanza a Perth in Australia, è stato ricevuto, nel pome- riggio di domenica 13 febbraio, da Roberto Puntel presidente della sezione Australia, nella sede di Perth, dove già era in visi- ta il vicepresidente della sezione di Padova. A fare gli onori di casa, insieme al Presidente, sua moglie e altri cinque Alpini, dei quali due pimpanti veci di 88 anni; con loro Claudio Sancassa- ni ha passato due ore in allegra compagnia, un po’ di birra e li- monata e 40 gradi di temperatura, però ventilata. Un piacere e un onore incontrare, a così tanti chilometri di distanza da casa, questi italiani con una marcia in più... Alpini per l’appunto.

GRUPPO DI BINAGO GRUPPO DI castelmarte Una carrozzina per gli anziani La tregua di Natale

l Gruppo Ana di Binago, in collaborazione con l’Ammini- arco Continanza si esibirà, sabato 7 maggio 2016, alle Istrazione comunale e l’Associazione 4F Fàm, Fùm, Frècc e More 20.30, all’oratorio san Giovanni Bosco di Castelmar- Fàstidi ha donato alla Casa Anziani di Uggiate Trevano una te, nel monologo La tregua di Natale, testo e regia di Giuseppe carrozzina basculante ad auto spinta. Bello, scene di Laura Clerici, produzione Anfiteatro. Tutto era nato con la distribuzione di cioccolata calda a Nata- Si tratta di un episodio realmente accaduto nella prima guer- le, dopo la Messa di mezzanotte, come augurio natalizio. L’in- ra mondiale, che potremmo definire una stupenda fiaba sul Natale. Durante l’inverno del 1914 (l’Italia non era ancora entrata in guerra), nelle Fiandre, ai confini tra la Francia e il Belgio, i soldati inglesi e quelli tedeschi erano in stallo, in una logorante guerra di posizione combattuta in trincea in situa- zioni disumane, con assalti quotidiani nei quali molti perde- vano la vita nel tentativo di strappare qualche metro al nemi- co. Furono proprio queste terribili condizioni che portarono i soldati a scambiarsi dapprima piccoli favori che rendessero la vita meno impossibile, come non aprire il fuoco durante i pasti, sfidando l’accusa di tradimento. Nessuno poteva im-

gennaio-marzo 2016 39 Dalla penna dei Gruppi maginare quello che sarebbe accaduto poi, la vigilia di Natale. tabile “Signore delle cime”. Una nutrita partecipazione di pub- Per entrambi gli schieramenti, assieme agli ordini per i quali blico, con gli Alpini di , Como e paesi limitrofi i combattimenti non dovevano essere interrotti per nessun e quasi tutti quelli grandatesi, ha assistito all’evento. motivo, erano arrivati anche i pacchi dono che contenevano Anche il sindaco di Grandate, dott.ssa Monica Luraschi, ha dolci, liquori, tabacco, alberelli natalizi e candele. voluto essere presente. Quella sera i tedeschi addobbarono le loro trincee e, mentre Pietro Dassiè si scambiavano gli auguri, un soldato intonò la suggestiva Stille nacht. Prima si fece silenzio poi, uno alla volta, tutti i soldati tedeschi cominciarono a cantare, a loro si associaro- GRUPPO DI lenno no i soldati inglesi che intonarono la stessa canzone. Canta- rono a lungo, ognuno nella propria lingua e ognuno al riparo Medaglia d’oro di grappling nella propria postazione. Ma questa fiaba meravigliosa non è finita. I soldati uscirono alpino Simone Sel- dalle trincee, si salutarono, si fecero dei doni, mostrarono le L’ le del Gruppo Ana foto delle rispettive fidanzate, mogli, figli e madri, mangiaro- di Lenno, atleta del no insieme scambiandosi il cibo. Seppellirono i morti. Suona- “Hakuryu Team” di Tre- rono anche le cornamuse… mezzina in occasione L’evento è organizzato dal Gruppo Ana di Castelmarte dell’ottava Coppa Italia nell’ambito delle manifestazioni per ricordare i cent’anni della di grappling, stile di lot- Grande Guerra; inoltre rientra nel programma degli avveni- ta il cui scopo è portare menti del Raduno sezionale che si svolgerà a Ponte Lambro a terra l’avversario e co- domenica 11 giugno. Il Raduno sezionale è infatti organizzato stringerlo alla resa con dal Gruppo Ana di Ponte Lambro con la collaborazione dei una tecnica di sottomis- Gruppi Ana di Castelmarte e Caslino d’Erba. sione, organizzato dalla Federazione Italiana di Grappling (FIGMNA), GRUPPO DI GRANDATE ha conquistato per il se- condo anno consecutivo l’oro per la categoria 84 kg, classe A. Concerto per il nuovo parroco Vivissimi complimenti. Gruppo Ana Lenno

GRUPPO DI LURAGO D’ERBA Onori al carabiniere Antonio Taibi

n accordo alla bozza di protocollo “Dulce et decorum est pro Ipatria mori”, siglata con le associazioni d’arma per la comme- morazione dei Caduti, domenica mattina 31 gennaio 2016, alle ore 08,30 presso il Parco delle Rimembranze di Lurago d’Erba, si è svolta la cerimonia di commemorazione del maresciallo dei Carabinieri Antonio Taibi, vittima del dovere, vilmente assassi- nato a Carrara la mattina di mercoledì 27 gennaio 2016. abato 23 gennaio 2016, presso l’oratorio Piergiorgio Fras- Flaminio Colombo Ssati di Grandate, il coro Ana Marelli di Fino Mornasco ha regalato alla popolazione e al suo nuovo parroco, don Roberto Pandolfi, un’esibizione ricca di emozioni e di vera alpinità. GRUPPO DI mariano comense Tutto è iniziato l’ottobre dell’anno prima quando don Roberto aveva manifestato la gioia di entrare a far parte di una comu- W le maestre di nità dove era presente un Gruppo di Alpini. In particolare, aveva espresso al capogruppo Emilio Marchini, il desiderio di uando le maestre elementari hanno grande sensibilità, esser accolto con i canti degli Alpini. Qparlare ai bambini delle nostre passioni e contagiarli di- Don Roberto ha respirato in famiglia i valori della nostra venta veramente un gioco da ragazzi. Sono gli stessi bambini tradizione: i canti, l’amore per la montagna, l’allegria, lo a portarti sui sentieri che avevi intenzione di percorrere e si spirito di sacrificio, la solidarietà. Suo padre Orazio, andato cammina insieme, con naturalezza, fianco a fianco. avanti tempo fa, era un Alpino, socio storico del Gruppo di Per lo spettacolo di fine anno, le insegnanti delle scuole di Ca- Montano Lucino. Nel corso della sua esibizione il Coro Ana rugo hanno affrontato il tema della Grande Guerra, facendo Sandro Marelli ha proposto un ampio repertorio di canti della interpretare agli alunni l’opera teatrale “La tregua di Natale”, tradizione alpina e popolare, in particolare “Stelutis Alpinis” e adattata all’età dei bambini che la dovevano recitare. Si tratta di il ricordo della battaglia di Nikolajewka con “L’ultima notte”. un fatto realmente accaduto quella notte di Natale in cui nelle Molto apprezzato il brano “Carezze” composto dal maestro trincee italiane e austriache, che si trovavano a brevissima di- Davide Benzoni e per concludere il doppio bis con “Il testa- stanza, si decise di sospendere le ostilità e fare veramente Na- mento del capitano” su richiesta di don Roberto e l’intramon- tale, proprio come se si fosse stati in pace. Ma le Maestre non

40 gennaio-marzo 2016 a Merano, nel coro della brigata alpina Orobica, ha trovato finalmente casa. Sino a sabato 12 dicembre, infatti, i coristi provenienti dalle province di Como, Varese, Bergamo, Mila- no, Pavia, dalla Val Seriana, dalla Valle d’Intelvi e dal Piemon- te si trovavano settimanalmente presso la sede del Gruppo di per le prove. Ora, grazie agli Alpini di Mariano che all’interno della loro sede hanno deciso di accogliere il gruppo di ex militari, essi hanno una loro casa, un luogo dove raccontare la propria sto- ria e esporre i numerosi cimeli raccolti in 30 anni di concerti. si sono limitate a scrivere e far imparare i copioni, a preparare i costumi e a dirigere le prove. L’aspetto più importante è stato quello far entrare gli alunni nel clima della Grande Guerra, fa- cendo cogliere bene il significato delle tante sofferenze patite in trincea e la necessità di tenerne viva la memoria. Gli alunni hanno colto in qualche modo quanto sia stata orribile la guerra. Lo si è capito bene fin dal il primo dei due incontri con tutti i bambini. Incontro durante il quale sono stati chiamati gli al- pini di Mariano Comense a proiettare filmati d’epoca e altri contemporanei. Filmati che comunque presentavano la figura dell’Alpino come uomo diverso dagli altri, per la forza fisica, per lo spirito di sopportazione e di adattamento, per la volon- tà di ferro. Tra un filmato e l’altro, un po’ di racconti storici fatti dagli Alpini, con una serie di domande da parte dei bam- bini, che, pur nella loro semplicità, hanno dimostrato di aver GRUPPO DI moltrasio assorbito bene l’attenta preparazione delle Maestre. Maestre, che continuo a scrivere con la M maiuscola, per una ragione Due eventi di grande rilievo precisa: lo meritano, per la sensibilità con cui hanno presen- tato ai bambini un argomento “da grandi”. E i bambini non di- rande festa per il Gruppo di Moltrasio lo scorso 17 gen- menticheranno facilmente quanto sia stato doloroso e faticoso Gnaio 2016 in occasione dell’assemblea annuale tenutasi costruire un’Italia libera, democratica e in pace. Un importante presso la sede del CAI sezione di Moltrasio. contributo alla formazione dei buoni cittadini di domani. Due sono stati i motivi che hanno dato risalto all’evento: il Chicco ringraziamento sincero e affettuoso al capogruppo Gianmario Porro, classe 1924, che per 46 anni filati ha guidato il Gruppo Gemellaggio con coro alpino Orobica e ha deciso di lasciare l’incarico a causa dei suoi 91 anni porta- ti peraltro alla grande; l’elezione del più giovane Mario Dotti a l Coro Alpino Orobica, fondato da don Bruno Pontaldo a capogruppo che di anni ne ha un po’ meno, solo 72. IVarese nel 1987 in occasione del primo raduno dei conge- Due capigruppo, due “rocce”: Giammario Porro per la sua ca- dati che tra il 1978 e il 1987 hanno svolto servizio militare pacità di salire l’Adamello come un Alpino ventenne; Mario Dotti per la sua presenza non solo di “stazza”, ma soprattutto per le molte doti positive di cui è dotato quali simpatia, sag- Nozze d’oro a Mariano Comense gezza, appartenenza associativa di lunga data e soprattutto di Pierluigi e Cornelia Fumagalli la capacità di farsi voler bene. Insomma, il Gruppo di Moltra- sio continua a essere affidato ad Alpini in gamba. Alpino Pierluigi Fuma- All’importante avvenimento erano presenti alcune “autorità L’ galli, revisore dei conti alpine”: il direttore generale dell’Ana Adriano Crugnola e il della Sezione di Como, “a furia” di contare è giunto con la gentile consorte Cor- nelia al traguardo di 50 anni di matrimonio. A porgere gli auguri sono i figli Roberto e Giulio, il fratello Sergio, Ar- tigliere Alpino ed ex segreta- rio del Gruppo con la moglie Laura. A loro si uniscono tutti gli alpini del Gruppo di Mariano Comense, il presi- dente della sezione di Como con il Consiglio direttivo e la redazione del Baradèll. Auguri e … avanti!!

gennaio-marzo 2016 41 Dalla penna dei Gruppi consigliere di sezione referente Flavio Pedretti. Crugnola ha quali armi di vario tipo, avanzi di proiettili d’artiglieria, bombe usato parole di riconoscenza verso Gianmario da parte di tut- disattivate, vari oggetti adatti ai diversi usi, fotografie originali ta l’Associazione e gli ha consegnato una targa raffigurante del tempo (non riproduzioni), fra le quali alcune con immagini un gruppo di Alpini che avanza faticosamente nella bufera, di Francesco Baracca e Gabriele D’Annunzio con i loro aerei. dono del presidente nazionale Sebastiano Favero. Parecchi di questi reperti concessi da istituzioni, collezioni- Il consigliere referente Pedretti Flavio ha ricordato che sti e privati, sono stati portati a Mozzate direttamente dalla Gianmario nel corso del suo mandato è stato un sicuro riferi- zona del Monte Grappa da due soci originari di Seren del mento per i giovani sia all’interno del Gruppo, sia nell’attività Grappa. Materiale interessante e molto apprezzato dai visi- nella sezione CAI di Moltrasio. tatori, rappresentativo degli eventi accaduti in quei luoghi, È stato inoltre capofila di molti lavori di tutela del territorio ove imperversò la guerra. moltrasino quali il rispristino delle vasche di abbeveraggio Oltre a quanto collegato alla manifestazione, la mostra è stata alla fonte Acquèra, la posa della Croce e dell’altare al “Doss visitata delle scuole locali con grande interesse dei ragazzi che di Mort” in ricordo della peste del 1630, la ristrutturazione hanno ricavato importanti insegnamenti attraverso la presa di della nevera e della “Casa dell’Alpigiano” all’Alpe di Moltrasio. visione del materiale e le descrizioni fornite dagli Alpini. Gianmario ha capito bene che la principale funzione di un Ancora una volta gli Alpini hanno saputo coinvolgere la loro Gruppo Ana è quella di essere a servizio della comunità di comunità nel riproporre la memoria, in particolare con le appartenenza. informazioni ai ragazzi che hanno dimostrato gratitudine. Al termine della cerimonia Gianmario Porro è stato nomina- to capogruppo onorario, poi ha ricevuto per mano dei suoi Alpini la riproduzione di una penna alpina in oro e una targa GRUPPO DI ponte lambro che esprime tutto l’affetto che si è meritato. Restauro dei monumenti ai Caduti Associazione Nazionale Alpini - Gruppo di Moltrasio 1969-2015. A Gianmario Porro. li Alpini di Ponte Lambro, dopo l’assegnazione del Ra- Due date che racchiudono il tuo amore e il tuo impegno per il no- Gduno sezionale 2016 stabilita dal Consiglio di Sezione, stro gruppo. Pensiamo di conoscerti abbastanza bene e quindi non hanno deciso di restaurare i monumenti ai Caduti posti nel useremo parole altisonanti per esprimerti tutto il nostro affetto e territorio comunale, per lasciare un segno del passaggio di la nostra riconoscenza. Ricevi da noi tutti un grazie grande quanto tanti Alpini che ogni anno si ritrovano principalmente per la montagna più alta che hai salito o che avresti voluto salire ricordare chi si è sacrificato per la Patria. I tuoi Alpini - Moltrasio 17 gennaio 2016 Oggetto del primo intervento, iniziato a settembre e termi- nato prima della festa nazionale del 4 Novembre, è stato il Al neo capogruppo Mario Dotti gli auguri di buon lavoro. monumento dedicato ai Caduti della prima guerra mondiale, Gli Alpini del Gruppo di Moltrasio opera risalente all’anno 1923. Il monumento versava in totale abbandono da oltre quindici anni, ricoperto da vegetazione infestante, con le sculture ro- GRUPPO DI MOZZATE vinate e la targa illeggibile. Sono servite otto settimane di lavoro per ripulire il monu- Mozzate ricorda la Grande Guerra mento. I lavori hanno riguardato il completo restauro, la riverniciatura, la pulizia e reincisione della targa comme- a sede del Gruppo di Mozzate, situata nella “Casa del morativa, ripresa con caratteri e scritte seguendo i metodi LCombattente, è stata il punto principale di ritrovo della originali. Il monumento, tornato all’antico splendore come manifestazione indetta per celebrare la festa nazionale del 4 i nostri Caduti meritano, è stato riconsegnato alla cittadi- Novembre. Autorità locali e cittadinanza sono stati ospitati nanza il 4 novembre, dopo la commemorazione avvenuta dagli Alpini per le cerimonie commemorative. A queste sono davanti a oltre 400 alunni della scuola secondaria e prima- seguite le visite alla mostra allestita dagli Alpini in ricordo ria. A febbraio inizierà il restauro del secondo monumento dei cento anni dall’inizio della Grande Guerra. che sarà portato a termine prima del Raduno sezionale. Nella sede sono stati esposti reperti di particolare importanza Marco Bravi

42 gennaio-marzo 2016 GRUPPO DI PARÈ GRUPPO DI SAN bartolomeo Tarcisio Colombo è andato avanti La croce al pizzo di Gino

o scorso 7 gennaio 2016 un Alpino di grandissima leva- Ltura morale e associativa ha raggiunto quella piccola por- zione del “Paradiso di Cantore” destinata alle penne nere del Gruppo di Parè. Con questo pensiero del cuore vogliamo ricordare Tarcisio Colombo, classe 1932, uno dei fondatori del Gruppo e, per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di lavorarci insieme, un maestro, una guida sicura, un grande esempio di alpinità. Di quell’alpinità genuina, serena e concreta allo stesso tempo, che fa sussurrare alla gente: “ma come fanno gli Alpini a esse- re sempre così uniti e così profondamente convinti nel loro modo di comportarsi”. Beh, noi l’abbiamo la risposta: quando un Gruppo ha la fortuna di avere al proprio interno un Alpino come Tarcisio che, in tutti gli anni della sua appartenenza as- sociativa, ha sempre lavorato con la “passione del cuore”, con li Alpini del Gruppo di San Bartolomeo Val Cavargna han- le armi della pazienza, della serenità e della mitezza; quando Gno sistemato la grande croce posta sulla vetta del Pizzo di un Alpino riesce a coniugare queste tre virtù e farne un unico Gino. Lavori effettuati durante l’estate che hanno coinvolto metodo di comportamento è destinato a diventare guida e ri- un buon numero di iscritti. La foto è stata scattata il 30 agosto ferimento morale per tutti. 2015, a lavori quasi ultimati. E così è stato per Tarcisio, ex metalmeccanico, uomo di gran- de fede cristiana che esprimeva nel coro della parrocchia; persona fine, precisa, quan- GRUPPO DI San pietro sovera do necessario anche ottimo cuoco; sempre impegnato af- Un altro Reduce nel paradiso di Cantore finchè tutte le scelte operati- ve e le decisioni prese all’in- avide Lanfranconi, Reduce di Russia e dalla prigionia in terno nel Gruppo andassero DGermania, ha raggiunto il paradiso di Cantore. Il ricordo a buon fine, per il bene degli delle sue vicissitudini e dell’appartenenza all’Associazione ri- Alpini di Parè, dell’Associa- marranno sempre nei nostri cuori. zione. In occasione dei vari eventi del Gruppo era solito telefonare agli incaricati per- GRUPPO DI solbiate comasco ché si ricordassero dell’impe- gno preso e della puntualità Don Bruno e la sezione di Teramo indispensabile. Manifestava il suo profondo abato 12 dicembre 2015 è stata, per il Gruppo di Solbiate, spirito comunitario dicendo Suna giornata molto intensa. Gli amici Alpini della sezione di che la sede del Gruppo dove- Teramo sono venuti in Lombardia per partecipare alla Messa di va essere aperta a tutti, senza Natale in duomo a Milano. Gli abruzzesi hanno visitato il Sacro distinzione alcuna, convinto Monte di Varese e pranzato presso la sede degli Alpini solbiatesi. che, se è vero che non tutti Nel pomeriggio, visita speciale del direttore de L’Alpino don Bru- portano la penna, è altret- no Fasani venuto appositamente a Como per intervistare l’arti- tanto vero che chi ha avuto sta locale, l’Alpino Lorenzo Ceolin, autore di suggestivi lavori in questa fortuna, ha il dovere legno, tra cui i pannelli che sfilano nelle cerimonie commemo- di condividerla. rative di Nikolajewka e di san Maurizio della zona Prealpi ovest. Non ha mai aspirato alla carica di capogruppo; ma nel 1997 dovette accettare “a furor di popolo” quella di vicecapogruppo che mantenne fino alla sua scomparsa. E questa sua naturale attitudine alla rinuncia delle cariche as- sociative dimostra quanto Tarcisio fosse convinto che l’Alpino è e rimane tale anche senza aspirare ai gradi superiori. Ricordare tutti i particolari della sua vita di uomo e di Alpino necessiterebbe di troppo spazio. Solo un pensiero conclusi- vo; adesso tocca a noi rimasti operare nel suo ricordo affin- ché il meraviglioso esempio che Tarcisio ha lasciato diventi strada da percorrere non solo per gli Alpini di Parè, ma per tutti quelli che hanno conosciuto il suo splendido modo di affrontare la vita. Gli Alpini del Gruppo di Parè

gennaio-marzo 2016 43 Alpinisti col cappello Chicco Tettamanti Aveva ripercorso la via della ritirata

di Sergio Masciadri cime”. Tutto questo in un silenzio irreale. nord del Monviso, alla salita dell’Illima- E mentre tutto ciò accadeva, mi tornava ni, una montagna di 6.640 metri nella alla mente le serata in cui gli Alpini di Al- Bolivia nord occidentale dove, raggiunta uel martedì primo dicembre bate hanno presentato il libro che racco- la vetta, Chicco si è messo in testa l’inse- del 2015, sul sagrato della glie la storia del Gruppo locale. Pagine di parabile cappello alpino e ha sventolato Parrocchiale di Albate, assie- storia e di uomini all’interno delle quali con orgoglio, il gagliardetto del Gruppo me a una folla di amici si è Ana di Albate. Un modo di festeggiare Qritrovato il mondo del vecchio alpini- l’arrivo su una vetta che gli era con- smo comasco. Tutti uniti in un unico sueto in ogni sua salita infatti, nel suo abbraccio attorno alla bara, portata a zaino, assieme all’attrezzatura tecnica spalla dagli Alpini del Gruppo di Al- e ai viveri, il cappello alpino non man- bate, che conteneva il corpo di Chicco cava mai. Lo ha messo in testa non Tettamanti. Sì, il corpo perché il suo appena raggiunta la vetta all’Aconca- spirito era lì tra la folla, in mezzo agli gua nelle Ande argentine, un gesto amici, agli Alpini, ai suoi compagni di che ha ripetuto sul Kilimangjaro e alpinismo, a chi con lui aveva affron- sul Ruwenzori per non dimenticare tato le dure ma esaltanti fatiche che la poi quella spedizione che lui ha sem- montagna richiede per salire sempre pre considerato la più importante e più in alto. significativa: una lunga cavalcata at- Lui era lì e lo si avvertiva perché la traverso la steppa russa compiuta con sua presenza non può dissolversi con gli sci stretti ai piedi, per raggiungere la tumulazione di una salma. Il suo quello storico sottopasso ferroviario essere è destinato a rimanere dentro di Nikolajewka attraverso il quale gli di noi, sulle montagne e sulle piste Alpini hanno potuto rompere l’accer- innevate dove veloce scivolava con gli chiamento e fare ritorno in Italia. sci stretti da Nikolajewka ai tracciati Li in quella fredda e desolata pianu- di Campra dove insegnava ai ragazzini ra Chicco, assieme ai suoi compagni le tecniche, ma soprattutto la passio- d’avventura, ha reso omaggio alle de- ne per lo sci di fondo. cine di migliaia di Alpini morti du- Le sue imprese alpinistiche, la sua rante quella terribile ritirata di Russa. empatia, la capacità di trasmettere A sottolineare il particolare signi- ai giovani, più con l’esempio che con ficato di queste avventure vi è poi le parole, l’entusiasmo per la vita, l’a- la determinazione e l’impegno che more, che vuole dire anche rispetto, Chicco ha sempre mostrato nel ren- per la montagna e per la natura. Il dere participi di queste sue emozioni suo particolare attaccamento al cap- anche gli altri, soprattutto i giovani, pello alpino che non dimenticava mai e lo ha fatto con insistenza entrando di togliere dallo zaino ogni volta che nelle scuole, nelle associazioni e nei raggiungeva una meta. club dove, a supporto dei suoi raccon- Quel pomeriggio di sole, nella Parroc- ti proiettava le sue diapositive. Que- chiale di Albate stracolma di una folla sti incontri li organizzava convinto eterogenea, è stato rivolto l’ultimo sa- dell’utilità di trasmettere quei valori luto a un uomo che ha saputo vivere che hanno sempre rappresentato i fino in fondo la sua vita e lo ha fatto fondamentali non solo dell’alpinismo con grande dignità, sostenuto dalla e della vita alpina, ma del modo di vi- moglie che gli è stata fedele compa- vere la quotidianità. gna di cordata fino all’ultimo difficile Chicco Tettamanti con il suo inseparabile Chicco se ne è andato “per le sue mon- passaggio, quello oltre il quale si pro- cappello alpino che indossava anche quando tagne”, ma il suo insegnamento e le cede da soli fino alla sommità più alta raggiungeva le cime più elevate, sue imprese continueranno ad accom- e dalla quale non c’è ritorno. con il gagliardetto del Gruppo di Albate. pagnarci ogni qual volta noi affronte- L’ultimo saluto Chicco lo ha ricevuto remo una salita e indosseremo il cap- nella sua chiesa attraverso l’affetto di chi non poteva mancare uno spazio riservato pello alpino, quel cappello che Chicco non ha voluto essere presente alle cerimonia proprio a Chicco. Poche pagine che hanno ha mai considerato un semplice copricapo funebre accompagnata dalle parole del- ripercorso le tappe più significative della che gli potesse ricordare gli anni della vita la “Preghiera dell’Alpino” e dalle solenni sua vita alpina e quelle di alpinista. Dalla militare, ma un importante simbolo da note dell’organo che hanno reso ancor più drammatica avventura vissuta nel 1981 rispettare e da onorare con l’impegno che struggente l’esecuzione di “Signore delle sul canalone Coolidge lungo la parete deve essere profuso giorno per giorno.

44 gennaio-marzo 2016 Gianangelo Franchina Su nel Paradiso lascialo andare per le Tue montagne

di Gionata Ballabio

Alpino Gianangelo Franchina del Gruppo di Arosio e la sua compagna di ascensione Mar- cella Bonfanti, sono precipitati L’nel canalone Lenatti domenica 20 dicem- bre 2015, quando erano ormai in vista della vetta del Pizzo Bernina. Un destino tragico causato probabilmente dallo scivolamento della lastra di ghiaccio, complice la temperatura più alta della me- dia stagionale. Una cosa è certa: la di- sgrazia non è avvenuta per imprudenza o im- preparazione. Gianan- gelo era un alpinista espertissimo, di quelli Il Pizzo Bernina. trezzatura d’arrampicata e sparire; una o che affrontano le ascen- A fianco, Gianangelo due ore di ascensione su qualche porzione sioni senza lasciare nul- sorridente dopo di parete in Grigna e poi il ritorno per la la al caso perché sanno un’ascensione. cena e il meritato riposo. Sotto, Il cappello che il pericolo è sempre Gianangelo è sempre stato consapevole alpino di Gianangelo in agguato; la montagna tra le mani che non si va in montagna impreparati o, è accogliente, ma richie- di papà Daniele. peggio, non si scelgono percorsi con diffi- de rispetto, prudenza, coltà superiori a quelle che si possono af- concentrazione e prepa- frontare per puro spirito di avventura; la razione tecnico-atletica. montagna diventa essa stessa avventura, Una passione per la ma solamente quando la si affronta con montagna che papà Da- serietà e preparazione. niele gli consegnò sin Egli conosceva perfettamente tutti questi da bambino insieme alla concetti che aveva imparato dapprima dal professione di muratore; papà, poi da autodidatta e partecipando quel papà Daniele, mon- ai corsi della naja alpina fino al perfezio- tagnino nativo della val namento presso la Scuola di Alpinismo Seriana che, terminato il del CAI Alta Brianza. Insomma, un al- servizio militare negli Al- pinista tutt’altro che impreparato. Ma il pini, approdò in Brianza destino aveva programmato la sua vita in in cerca di lavoro. modo diverso. Ma prima di accasarsi in Papà Daniele non ha mai pensato al peg- pianta stabile, fece per gio quando il figlio arrampicava ma quel un po’ di tempo il pen- giorno di dicembre ebbe come un presen- dolare in bicicletta por- timento di quello che sarebbe successo; tando seco la borsa dei ferri su un por- ché, divenuto “cittadino brianzolo”, feli- e poi arrivò la brutta notizia, e quindi il tapacchi improvvisato: all’alba del lunedì cemente sposato con Luigia, aspettò solo viaggio a Sondrio per il riconoscimento partiva da Premolo per arrivare sul posto di verdere Gianangelo sicuro sulle gambe della salma e il successivo volo in elicot- di lavoro dopo una pedalata di tre ore; il per cominciare ad accompagnarlo su e giù tero sul luogo della sciagura. sabato, chiuso il cantiere, ripercorreva la per i sentieri alpestri. Ora Gianangelo riposa in quel “Paradiso medesima strada in senso contrario per Gianangelo quindi crebbe con la passione di Cantore” dove le montagne si pos- ritrovare la famiglia e passare insieme la della montagna nelle gambe e nel cuore sono scalare senza fatica e senza alcun domenica. Erano gli anni della ricostru- fino a diventare un alpinista preparatissi- pericolo. E in tutti noi sgorga spontanea zione e la professione di muratore era tra mo. Il sabato e la domenica, con qualsiasi dal cuore la preghiera: «Santa Maria, si- le più ricercate, per quanto faticosa. tempo meterologico, erano i giorni dedi- gnora della neve, copri col bianco soffice Ma nonostante l’andare e il tornare e la cati alla montagna. Ma anche durante la mantello, il nostro amico, nostro fratel- fatica, papà Daniele non ha mai dimen- settimana era solito tornare a casa dopo lo; su nel Paradiso lascialo andare per le ticato la passione per la montagna cosic- il lavoro, cambiarsi d’abito, prendere l’at- tue montagne».

gennaio-marzo 2016 45 il libro A colpo sicuro I tiratori scelti dell’Esercito Italiano dal secondo dopoguerra agli anni 2000

Venerdì 11 marzo scorso, nella nostra sede sezionale, si è svolto un avveni- mento culturale. Il generale di divisio- ne Luigi Scollo, Bersagliere ma legato agli Alpini da grande amicizia e stima reciproca, ha presentato il suo libro A colpo sicuro. Luigi Scollo, che può esse- re considerato il padre della moderna specialità dei “tiratori scelti” dell’Eser- cito, è decorato con la Croce d’Oro al Merito, per aver condotto la battaglia dei “Due Ponti”, sul fiume Eufrate, a Nassiriya in Iraq, del 14-16 maggio 2004. Con il grado di colonnello co- mandante dell’11° Reggimento Ber- saglieri, “…si rivelava determinante in occasione degli scontri […] durante i quali, ancora una volta, riusciva a mantenere e trasmettere ai propri uo- mini la necessaria calma, consentendo di portare a termine nel migliore dei modi i compiti assegnati”.

di Luigi Scollo anni ottanta dello scorso secolo. L'opera Questi primi tentativi di certo scollegati e è il racconto di come il tiro di precisione, svolti in isolamento, non potevano certo arte trascurata e negletta nel secondo portare a un risultato immediato, ma fu- n uno dei corridoi della caserma dopoguerra, sia stata riscoperta e diffusa rono il periodo di incubazione nel quale il “Cantore” sede della Scuola Militare nell'ambito della Forza Armata nell'ultimo terreno intellettuale divenne fertile e pron- Alpina, troneggia una bella statua trentennio grazie a un gruppo di ufficiali to ad accogliere i semi. La svolta si ebbe lignea che rappresenta un alpiere, e sottufficiali che ne compresero l'impor- negli anni Novanta quando alcuni ufficia- Iappostato dietro una roccia, nell'atto tanza e lavorarono affinché divenisse parte li, reduci dalle prime esperienze operative di sparare con un fucile a cannocchiale. della cultura professionale dei reparti. Tra della Forza Armata, introdussero l'adde- L'ambiente montano infatti si è sempre questi, il gen. D. Benedetto Rocca, vice co- stramento dei tiratori scelti tra le temati- prestato all'azione di tiratori isolati che mandante del 4° Corpo d'Armata Alpino che svolte tra gli altri dal 4° Corpo d'Ar- con la loro azione erano in grado di bloc- che pose l'argomento in rilievo fin dall'ini- mata Alpino e dal 5° Corpo d'Armata, le care consistenti gruppi di nemici atten- zio degli anni '80, e il generale di divisione due grandi unità che allora raggruppavano dendoli in punti di obbligato passaggio. Claudio Berto, già comandante della "Tau- i due terzi dell'intero strumento terrestre. Nella prima guerra mondiale i tiratori scelti rinense" che da tenente colonnello fu tra Il momento storicamente propizio, data italiani furono in gran parte impiegati in i pionieri del controcecchinaggio nell'am- la nascita del servizio volontario e l'inizio montagna e sono noti episodi avvenuti in bito delle Truppe Alpine. Sviluppato ini- di quella stagione che ha visto le Forze Ar- molte località dove gli Alpini giocarono una zialmente nell'ambito delle forze speciali, mate e l'Esercito in particolare impegnati partita mortale con i Kaiserjäger austriaci. si estese poi alle specialità della fanteria: in una serie di missioni di mantenimen- Terminata quella guerra, il tiro di precisio- bersaglieri, alpini, paracadutisti e laguna- to e imposizione della pace nei Balcani, ne militare venne dimenticato fino a pochi ri. È in sostanza una metafora di come l'E- in Medio Oriente e nel Corno d'Africa, anni fa, quando a seguito delle esperienze sercito sia cambiato nel corso degli anni e resero possibile il salto di qualità. Negli operative all'estero, l'esercito Italiano si come con il passaggio dal servizio militare stessi anni giunsero finalmente i primi è dotato di nuovo di questa capacità. Un obbligatorio al volontariato, sia cambiato il materiali specifici per rendere possibile di libro sui tiratori scelti italiani è un’opera livello di professionalità, di abilità tecniche operare con efficacia. Le ultime operazioni che colma un aspetto poco trattato della e di aspettative tra i ranghi. in Iraq e in Afghanistan furono affronta- pubblicistica militare nazionale. L'autore, il La storia ripercorre e rende accessibili per te con una capacità più robusta e tale da generale di divisione Luigi Scollo, da poco la prima volta al vasto pubblico i partico- non aver nulla da invidiare ad altri e più transitato nella riserva, è sicuramente una lari dei tentativi intrapresi in alcuni reparti blasonati eserciti. In quest'ultimo teatro di delle persone più qualificate per trattare fin dagli anni Ottanta del secolo scorso per operazioni nuove tecniche di impiego sono l'argomento essendo stato uno dei pro- dotarsi di questa capacità, spesso "arran- state sperimentate con successo, basti motori dello sviluppo del tiro di precisione giandosi" con quello che c'era a disposizio- pensare all'impiego di armi di precisione militare nell'ambito dell'Esercito fin dagli ne, secondo le migliori tradizioni italiane. per neutralizzare gli ordigni esplosivi usati

46 gennaio-marzo 2016 dai terroristi per compiere attentati. Una carrellata delle principali armi di precisione Calendario delle manifestazioni in dotazione ai tiratori scelti, trattata negli ultimi capitoli, consente di comprenderne 8-9-10 aprile, Como poligono nazionale di Camerlata l'evoluzione dal secondo dopoguerra a Gara sezionale di tiro con la carabina oggi e di capire come i materiali giochino 10 aprile, Capiago Intimiano un ruolo essenziale quanto più si ricerchi 50° anniversario di fondazione del Gruppo l'eccellenza delle prestazioni. 17 aprile, Cassano d’Adda (MI), Sezione di Milano, Gruppo di Cassano d’Adda L'opera si avvale di un vasto apparato ico- Centenario della morte del generale Perrucchetti nografico che supporta la narrazione con 17 aprile, numerose foto inedite ed è completato da 50° anniversario di fondazione del Gruppo sedici magnifiche tavole uniformologiche 24 aprile, Caslino d’Erba di Pietro Compagni che ripercorrono l’evo- Inaugurazione del nuovo gagliardetto del Gruppo luzione dell'aspetto dei tiratori scelti dell'E- sercito dalla missione in Libano del 1982 a 24 aprile, Albavilla oggi.Un libro unico quindi, di agevole let- Celebrazione santa Messa alla “Croce di ferro” tura per il pubblico, ma anche interessante 1 maggio, Boves (CN), Associazione Naz. Alpini, Sezione di Cuneo approfondimento per gli "addetti ai lavori". Campionato ANA di mountain bike 13-14-15 maggio, Asti, Associazione Naz. Alpini, Sezione di Asti 89a Adunata nazionale 22 maggio, Lurago d’Erba 85° anniversario di fondazione del Gruppo 29 maggio, Milano, Associazione Naz. Alpini Assemblea ordinaria nazionale dei Delegati 4-5 giugno, Villa Cordellina, Montecchio Maggiore (VI), Sezione di Vicenza 1a edizione Coralità Alpina 5 giugno, Tramonti di Sotto (PN), Associazione Naz. Alpini, Sezione di Pordenone 40a edizione campionato di corsa in montagna a staffetta 5 giugno, 50° anniversario di fondazione del Gruppo 12 giugno, Ponte Lambro, Sezione di Como Gruppo di Ponte Lambro con i Gruppi di Castelmarte e Caslino d’Erba Raduno sezionale 18-19 giugno, Gorizia, Sezione di Gorizia Raduno del 3° raggruppamento 19 giugno, A COLPO SICURO 85° anniversario di fondazione del Gruppo I tiratori scelti dell’Esercito Italiano 26 giugno, Sarezzo (BS), Associazione Naz. Alpini, Sezione di Brescia dal secondo dopoguerra agli anni 2000 44a edizione campionato di marcia di regolarità Luigi Scollo, 26 giugno, Associazione Naz. Alpini, Sezione di Trento Editore Itinera Pellegrinaggio al rifugio Contrin Bassano del Grappa, 2015

Oblazioni Manifestazioni sociali Gruppo 200,00 Gruppo Casasco d’Intelvi 100,00 Soci bar 18,00 Gruppo Montano Lucino 250,00 Gruppo Grandate 100,00 Gruppi Valle Intelvi 15,00 Gruppo Lipomo 300,00 Gruppo Beregazzo 100,00 Gruppo Lurago d’Erba 150,00 Gruppo Albate 400,00 Gruppo Lipomo 100,00 Gruppo Rovellasca 100,00 Protezione Civile Baradèll Gruppo 110,00 Gruppo 50,00 G.C. 20,00 Gruppo Binago 150,00 Gruppo Fenegrò 50,00 Gruppo Caslino al Piano 50,00 Gruppo Montano Lucino 200,00 Caminetto 58,50 Gruppo Blessagno 50,00 Gruppo 200,00 Gruppo Casasco d’Intelvi 100,00 Gruppo Ponna 50,00 Gruppo Civiglio 200,00 Gruppo Grandate 100,00 Gruppo Cagno 50,00 Gruppo Bizzarone 200,00 Gruppo Orsenigo 100,00 Gruppo Solbiate Comasco 50,00 Gruppo Lurago d’Erba 200,00 Gruppo Lenno 100,00 Gruppo Fenegrò 50,00 Gruppo Lenno 200,00 Gruppo Binago 150,00 N.N. 50,00 Gruppo Albate 300,00 Gruppo Lurago d’Erba 150,00 Avv. Fabio Masciadri 50,00

gennaio-marzo 2016 47 Anagrafe alpina

Defunti Canzo Emma di Andrea Paredi Luca di Emil e Primina Bizzanelli Albate Enrico Tettamanti classe 1933 Rovenna Stella di Federico e Silvia Ferraio Renzo Bonomi classe 1929 Sormano Gabriele di Paolo e Chiara Maspes Argegno Valentino Fazzini classe 1930 Edda Margherita di Davide Arosio Gianangelo Franchina classe 1969 e Marsailidh Vanini Bellagio Roberto Canovi classe 1921 Reduce Tommaso di Marino e Chiara Sormani Bizzarone Umberto Merlo Riccardo di Andrea ed Eleonora Paredi Renzo Bernasconi classe 1920 Reduce Brunate Luciano Ferrari classe 1954 Elio Selvaggi classe 1946 Lutti Cantù Giancarlo Bergna classe 1937 Luigi Noseda Maria Angela sorella di Edoardo Mazza Ezio Riva Giuseppe fratello di Silvano Rizzo Germasino Silvio Schena Antonio fratello di Giovanni Galli Gironico Flaminio Baronchelli classe 1925 Reduce Bulgarograsso Padre Pasquale Anziliero cugino di Luigi Valeriano Ortelli classe 1930 Leopoldo e cognato di Marco Bianchi Lemna Aldo Zambra classe 1923 Reduce Sergio fratello di Bruno Meraviglia Ivano Molteni classe 1939 Santina sorella di Gilberto Moretti Ermanno Magni classe 1923 Reduce Cagno Adele madre di Francesco Cavallasca Menaggio Ugo Pedrazzani Luigia madre di don Alberto Clerici Olgiate Comasco Marco Bernasconi classe 1954 Capiago Intimiano Fulvio padre di Roberto Novati Pellio Intelvi Antonio Grandi classe 1922 Caslino al Piano Luigi padre di Carlo Carugo Mario Franzoni classe 1926 Caslino d’Erba Roberta madre di Pasquale Allodio Pigra Domenico Mirani classe 1932 Adriana madre di Marzio Calciolari Rosaldo Greppi classe 1945 Ines moglie di Armando Mugnoni Rovellasca Ariodante Del Fante Castelmarte Mirella sorella di Armando Ratti San Fedele Intelvi Michele Lanfranconi classe 1933 Colonno Maria madre di Pasqualino Bianchi San Pietro Sovera Felice Pretti classe 1937 Dongo Elisa figlia di Luca e Chiara Bettiga Davide Lanfranconi classe 1923 Reduce Grandate Luigi padre di Giancarlo Cambiaghi Paolo Crosta Marisa sorella di Claudio Zammarini Sandro Calzoni Natale padre di Stefano Portanti Anselmo Canclini Marisa madre di Cesare Sommaruga Laino Adele sorella di Arturo Fasoli Lenno Pia madre di Ambrogio Codara Anniversari di matrimonio Lomazzo Piera moglie di Epifanio Figini Menaggio Lina madre di Giovanni Rovere Castiglione d’Intelvi 50° di Silvio e Graziella Bini Mezzegra Mario fratello di Pasquale, Giovanni, Colonno 50° di Giuseppe e Egidia Vanini Domenico e Angelo Galli 50° di Sebastiano e Maria Valdè Eralda madre di Giorgio Simonetta Como 50° di Pierantonio e Teresa Gaffuri Orsenigo Enrica madre di Angelo Croci Griante 50° di Celeste e Giovanna Morganti Rovellasca Maria madre di Remigio Peotta Lezzeno 50° di Enrico e Carla Mella Lidia madre di Sergio Negrini 50° di Giuseppe e Carmen Molinari Rovenna Francesco fratello di Ezio Cassina 45° di Carlo e Giancarla Longoni Gianpiero padre di Claudio Balestrini Mariano Comense 50° di Pierluigi e Cornelia Fumagalli San Fedele Intelvi Giuseppina nonna di Marcello Prioni e suocera di Gianmario Giancarla sorella di Cesare Matrimoni e Germano Bernini Sormano Alda madre di Mario Sormani Palanzo Marco Castelli e Raffaella Ceresa e nonna di Pierangelo San Pietro Sovera Giancarlo Agizza e Patrizia Jessica Buzzi Ambrogina madre di Cristian Zappa Torno Anna madre di Mario Dotti Andreina madre di Valerio Vanetti Nascite Uggiate Trevano Piera sorella di Giancarlo Montagna

Bizzarone Luca di Francesco Pozzi

48 gennaio-marzo 2016 A tutti coloro che abbiano salvaguardato, aiutato, accresciuto la Patria, è assegnata in cielo una sede ben determinata, dove nella beatitudine possano godere di una vita eterna

...Omnibus, qui patriam conservaverint, adiuverint, auxerint, certum esse in caelo definitum locum, ubi beati aevo sempiterno fruantur... (Marco Tullio Cicerone, De Re Publica, Somnium Scipionis, 6, 13) Teresio Olivelli Venerabile, Medaglia d’Oro al Valor Militare artigliere alpino, docente, resistente, deportato, trucidato