L’informazione in età moderna (fine xvi secolo - inizio xviii secolo)

L’esistenza di servizi che con qualche regolarità recapi- dispacci diplomatici. Nello stesso periodo il discorso politico tassero a corti e grandi mercanti una sintesi scritta delle noti- prese a uscire dalle stanze del potere, malgrado gli sforzi del- zie di carattere politico-militare è registrata perlomeno dal xiv le autorità civili ed ecclesiastiche per mantenerlo riservato. secolo. È però nel corso del xvi secolo che si configura una re- Nei principali centri urbani, lungo tutto il Seicento, folle cre- te stabile e organizzata tramite la quale venivano distribuiti a scenti di curiosi presero gusto a frequentare i luoghi dove i fo- intervalli regolari, determinati dai ritmi dei servizi postali – in gli di avviso erano resi pubblici, dando vita a vivaci discus- genere una volta alla settimana –, fogli manoscritti con reso- sioni che traevano spunto dalle vicende esposte in lettura. La conti di fatti recenti tali da suscitare l’interesse generale. Fu figura 1 illustra come nel 1610 la notizia di un avvenimento allora che in centri come Roma e Venezia, punti chiave di con- di grande rilevanza – l’assassinio del re di Enrico IV – fluenza di materiali informativi diversi, ebbero modo di af- si propagò fino a giungere a Venezia. I dispacci diplomatici si fermarsi professionisti che si specializzarono nella raccolta del- mossero di pari passo con le corrispondenze private che rife- le notizie e nella redazione di tali fogli. Essi scrivevano per- rivano particolari non presi in considerazione nelle versioni sonalmente delle vicende di cui erano venuti a conoscenza e ufficiali: particolari che furono in grado di alimentare ulteriori raccoglievano le corrispondenze dall’estero tramite i servizi voci e discussioni, alcune delle quali riprese nelle prime gaz- postali. I nuovi avvisi redatti si potevano in seguito riprodur- zette che a Venezia diffusero il fatto. re in alcune decine di copie all’interno di apposite officine L’elemento su cui vale la pena insistere è la pluralità di scrittorie. versioni scritte di un medesimo evento, che determinò nel Nel linguaggio del tempo si confezionavano due generi di- pubblico la spinta al confronto e al dibattito. In questo am- versi di avvisi, quelli cosiddetti segreti e quelli pubblici. I pri- bito l’uso del manoscritto ebbe duratura fortuna sino al Set- mi riferivano «cose di qualche considerazione», vale a dire quel tecento inoltrato. Rispetto alla stampa, la scrittura a mano genere di notizie destinate a uomini di potere che tentavano aveva significativi vantaggi: consentiva di evitare i controlli di addentrarsi negli arcani della politica. I secondi conteneva- censori e poteva essere riprodotta più velocemente senza la no «le cose ordinarie e di poco rilievo». Negli ultimi decenni necessità di strumentazioni particolari. Inoltre consentiva una del Cinquecento, in Italia, questi iniziarono a essere definiti notevole flessibilità, dato che il gazzettiere poteva facilmen- col nome di gazzetta, parola dalla valenza vagamente spregia- te adattare i contenuti alle esigenze dei vari committenti. L’af- tiva. Tale denominazione si estese molto rapidamente alle al- fermazione delle gazzette a stampa avvenne dunque con mol- tre lingue del continente. Contemporaneamente, la professio- ta gradualità: per quasi due secoli, entrambe le forme convis- ne di gazzettiere divenne uno dei mestieri della scrittura. Men- sero con funzioni diverse. tre in origine era in bilico tra spionaggio e pubblica informa- Sin dagli inizi del Cinquecento, in coincidenza di avveni- zione, a partire dalla fine del xvi secolo essa tende ad acquisi- menti particolari di vasto interesse, era capitato che il conte- re un ruolo pubblico a tutto tondo. Molti autori di avvisi, del nuto di lettere o di avvisi a mano venisse stampato su fogli vo- resto, profittarono della propria dimestichezza con le vicen- lanti diffusi su larga scala. Ma questi, a causa della loro occa- de del mondo per affrontare altri generi, la storiografia in pri- sionalità, non furono in grado di suscitare nei lettori quella mo luogo, ma anche il romanzo. Personaggi della letteratura aspettativa verso gli sviluppi degli eventi che solo la periodi- e della storiografia barocca non furono estranei a questo mon- cità regolare poteva far nascere. La stampa di vere e proprie do: Girolamo Brusoni, Vittorio Siri, Luca Assarino, più avan- gazzette pubblicate a intervalli regolari avvenne più tardi, ti Gregorio Leti furono autori di fogli anonimi o vi attinsero quando vi fu un pubblico più vasto e quando i governi furo- più o meno massicciamente per i loro libri. no tentati di cogliere l’occasione per fornire un’informazione Da allora in avanti l’informazione politica europea co- standardizzata e sottoposta a controllo preventivo. I gazzet- minciò a poter contare su materiali disponibili con maggiore tieri a stampa, del resto, ricorsero sistematicamente ai fogli a regolarità, che si affiancarono alle corrispondenze private e ai mano come a fonti per la redazione dei loro propri fogli. 2 L’età di Roma

La figura 2 fornisce un quadro complessivo dei luoghi di gli a mano era molto onerosa, ed era accessibile esclusivamente produzione dell’informazione europea a metà del Seicento, ri- a coloro che per ragioni politiche e professionali dovessero cavato sulla base delle provenienze dei capitoli comparsi tra contare con sistematica tempestività su notizie riservate e si- 1647 e 1663 sulla «Gazette» di Francia, fondata da Théo- cure. A metà Seicento, ad esempio, ogni settimana il gazzet- phraste Renaudot e pubblicata sotto il controllo regio. È op- tiere veneziano Giovanni Quorli riforniva di fogli una sessanti- portuno considerare che l’assenza di località spagnole non sta na di illustri acquirenti, tra i quali figuravano membri della a indicare la mancanza di notizie sulla Spagna, ma il fatto che più alta nobiltà tedesca e imperiale, quali il principe di Bruns- queste ultime non arrivavano direttamente, bensì attraverso wick, il conte di Auersperg (ministro degli Esteri dell’impe- fogli provenienti da altri centri, quali Napoli, Marsiglia, Mi- ratore Leopoldo I), il conte di Windisch-Graetz (vicecancel- lano o Genova. Nel Nord Europa, i primi esempi di gazzette liere dell’Impero), principi vescovi come Enrico Massimiliano a stampa con frequenza regolare risalgono ai primi anni del di Baviera, elettore e arcivescovo di Colonia, e ancora Vence- Seicento. Ma esse non assumeranno subito caratteri del tutto slao di Thun, vescovo di Passau, e importanti diplomatici, qua- indipendenti da quelle manoscritte, né per la redazione né per le il conte Franz von Pötting, ambasciatore imperiale a Ma- la circolazione: per lungo tempo risultano soltanto un po’ più drid. Non mancavano le famiglie nobili italiane, come il duca pubbliche delle prime. della Mirandola, i Serbelloni, i Martinengo, o i funzionari spa- I meccanismi attraverso i quali l’informazione stampata gnoli di rilievo del rango di Sebastián de Ucedo, segretario di acquisì una propria identità si misero in moto lentamente ed guerra del governatore di Milano, o i responsabili dei servizi ebbero un periodo di rodaggio lungo circa un secolo. All’epo- postali, come il barone Tassis. ca, del resto, lo stamparle era spesso considerato un episodio La tabella 1 propone un confronto tra i costi di diversi non particolarmente significativo. È responsabilità degli sto- strumenti di informazione seicenteschi. Appare evidente la rici del giornalismo avere artificialmente distinto i due model- differenza tra i fogli a mano ritenuti di qualità e l’informa- li di comunicazione, inducendo l’impressione che il passaggio zione a stampa. È peraltro da tenere in considerazione che in tipografia costituisse la logica evoluzione del fenomeno e molti di tali materiali in un secondo tempo potevano cono- che dal quel momento in poi il foglio a mano abbia cessato di scere una fruizione pubblica per le strade e le piazze. L’abate avere un ruolo. Per tutto il xvii secolo, invece, i fogli a mano Secondo Lancellotti fu autore nel 1623 di un fortunato libro continuarono a rappresentare il modello di informazione più – L’hoggidì – dove rivendicava la superiorità del presente sul affidabile, mentre quello a stampa disimpegnò funzioni di se- passato: a suo parere uno degli elementi della modernità con- condo piano. sisteva appunto nella «trovata d’inviare gli avvisi de’ succes- La differenza è peraltro avvertibile anche considerando i si, massime de’ prencipi di tutto il mondo in ogni parte e sa- costi e i soggetti che ricorrevano a questo servizio. L’«asso- pere quello che fassi in Roma, in Francia, in Ispagna, in Ger- ciazione» (cioè, in un gergo moderno, l’abbonamento) ai fo- mania et altrove senza spendere un frullo». o o o o o o o o o o o o o o o o i i i i i i i i i i i i i i i i ì ì g g g g g g g g g g g g g g g g o o d d t t g g g g g g g g g g g g g g g g r e a a t a a a a a a a a a a a a a a a a e r b b n m m m m m m m m m m m m m m m m a a a e

s s v m 7 8 6 5 4 3 2 1 0 9 8 7 6 5 9 4 2 2 2 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 2 1 Parigi Venezia a o i r Il dispaccio g e s g a

o Ulteriore dispaccio di Foscarini. Dispacci della corte di Francia i r

i registrato Pubblicazione

r Arrivo di ulteriori lettere a e g e all’ambasciatore francese a Venezia e al cardinale Giovanni Dolfin s g agli atti della notizia sulle i privati: la voce si diffonde m r o e al Senato gazzette a mano. p a

m n o o Morte del re i Ne esistono t p m t i

a almeno due r p m Arrivo dei dispacci versioni con L’ambasciatore veneto a Parigi, Foscarini, dell’ambasciatore Paolo Sarpi commenta la notizia particolari non invia un dispaccio con corriere straordinario e delle lettere in una lettera a Francesco Castrino coincidenti Ravaillac ferisce il re Enrico IV Da Torino un corriere porta l’avviso della morte del re

Esce la gazzetta ordinaria a mano, senza la notizia

Figura 1. La diffusione di una notizia eccezionale: l’arrivo a Venezia della notizia relativa all’assassinio di Enrico IV di Francia (maggio 1610).

nel box quadrato: negli atti del Senato ? L’informazione in età moderna (fine xvi secolo - inizio xviii secolo) 3

Stoccolma 417

Amsterdam 482 Amburgo L’Aia 601 451 Londra 825

Colonia Francoforte Praga 624 482 288

Bruxelles 283

Parigi 856 Vienna 672

Milano 638 Venezia Torino 876 672

Genova Marsiglia 626 289 Roma 871

Napoli 758

Figura 2. I principali centri europei di produzione dell’informazione: numero delle notizie riprese dai vari fogli di avvisi e pubblicate nella «Gazette» di Francia di Théophraste Renaudot tra 1647 e 1663.

Le gazzette a stampa si affermarono definitivamente nel più accese nei riguardi dei «successi del mondo», anche fuori corso degli anni quaranta del Seicento, e divennero i fogli pub- dai luoghi canonici di raccolta delle informazioni e di rifles- blici per eccellenza: quelli a cui si affidava il compito di divul- sione politica. Al tempo stesso, proprio la circolazione incon- gare fatti politici e militari, facendo bene attenzione che non trollata di notizie aveva spinto alcuni governi – sulla scia del- contenessero rilievi avvertiti come pericolosi. Erano stati i con- l’esperienza francese della «Gazette» – alla produzione di fo- flitti europei degli anni trenta ad alimentare curiosità sempre gli in grado di fornire informazioni verificate e più uniformi. 4 L’età di Roma

Nelle capitali degli antichi stati italiani si cominciò verso Sul piano formale e grafico, per molti decenni – sino al il 1639. Fatta giustizia dell’equivoco che per secoli ha confe- pieno Settecento – le varie gazzette italiane non acquisirono rito a Venezia la primogenitura in tale campo – lo sostiene an- una propria fisionomia in grado di differenziarle significati- che Voltaire nell’articolo «Gazette» dell’Encyclopédie – sono vamente da quelle manoscritte. Si presentavano tutte con il state invece le altre capitali ad avviare più o meno simultanea- medesimo aspetto, una semplice versione stampata degli av- mente l’impressione di fogli di notizie. Venezia e Roma, pur visi, senza nulla che conferisse loro una particolare identità: continuando a rimanere i principali poli di raccolta ed elabo- mezzo foglio a stampa di formato in quarto con quattro pagi- razione di notizie in Italia, rimasero a lungo senza stabili gaz- ne senza titolo, introdotte dalla semplice indicazione del luo- zette periodiche. Le cause sono duplici. In primo luogo in en- go di raccolta delle informazioni e la data stampata in carat- trambe le città i poteri locali erano assai diffidenti verso la teri di un corpo maggiore rispetto a quello usato nel testo: stampa di attualità pubblicata con «il permesso de’ superio- «Bologna, li 19 settembre 1643», «Torino, li 5 maggio 1650», ri», per le conseguenze politiche che il sigillo ufficiale pote- «Ancona, li 5 maggio 1683». Assolutamente eccezionale era va comportare. Inoltre la forte domanda cittadina era am- la presenza di un titolo, più frequente invece nei modelli non piamente soddisfatta dagli altri strumenti di informazione italiani della stessa epoca. Solo in testa alla gazzetta genove- corrente, tutti in grado di fornire notizie sicure e abbondan- se di Luca Assarino compariva talvolta l’iscrizione «Il Since- ti. Solo l’assedio turco di Vienna del 1683 e la conseguente ro», con lo scopo di distinguersi da un’altra gazzetta cittadi- guerra tra la Lega cristiana e l’Impero ottomano determinò na contemporanea e avversaria. È da precisare inoltre che il un diverso orientamento, che favorì l’uscita di gazzette mili- toponimo segnato in apertura non indicava necessariamente tari specializzate nei resoconti dai teatri di guerra dei Balca- il luogo di stampa, ma prevalentemente il luogo di raccolta ni o dell’Egeo. delle informazioni. È questo il caso dei vari fogli stampati a La figura 3 illustra l’avvio delle gazzette a stampa nel cor- Firenze, che non recavano mai l’indicazione della capitale del so del Seicento. A Genova la stampa delle gazzette iniziò mol- granducato mediceo, ma sempre perlopiù quello delle città da to probabilmente nel luglio 1639. A Firenze la data d’inizio è cui proveniva l’avviso utilizzato come matrice. Fu così che a incerta, posteriore al 1636 ma anteriore al 1641. A Milano l’e- Firenze uscirono anche in contemporanea fogli con l’intesta- semplare più antico conosciuto risale al 28 novembre 1640, ma zione di Venezia, Genova, Roma, Colonia. è assai probabile che l’esperienza avesse già qualche anno alle L’aspetto sostanzialmente identico dei fogli che circola- spalle. Agli anni immediatamente successivi risalgono altre vano per l’Italia dei secoli xvii e xviii non deve nascondere esperienze. Nel 1642 a Napoli prese il via l’impressione di «avi- quelle differenze che ai contemporanei risultavano avvertibi- si di Roma et altre parti del mondo» precedentemente diffusi li. Così come le gazzette a mano non erano tutte uguali, ma manoscritti. Nello stesso anno cominciò la pubblicazione del- potevano celare peculiarità contenutistiche e qualitative so- la gazzetta di Bologna, mentre nel 1645 vide la luce quella di To- stanziali, lo stesso avveniva nelle forme a stampa, tenendo pe- rino, in virtù di un privilegio conferito dalla reggente Maria raltro fermo il principio della loro preliminare dipendenza da Cristina. Negli anni successivi gazzette periodiche a stampa si materiali manoscritti. Negli episodi minori, per esempio nel- ebbero in molti altri centri italiani: a Modena per poche setti- la provincia dello Stato pontificio, la derivazione da fogli a mane nel 1658, a Macerata nel 1659, a Rimini nel 1660, a Man- mano redatti altrove era completa: il foglio di Rimini ripro- tova nel 1664 e via via in varie altre località dello Stato ponti- duceva a stampa un avviso scritto a Venezia, che veniva com- ficio come Ancona (1667), Foligno (1686), Senigallia (1687), posto in tipografia senza nessuna variazione significativa. Le Ferrara (1690), Ravenna (1694), Urbino (1696), Forlì (1698). notizie si stampavano identiche a come le si riceveva. La gaz- zetta si presentava quindi come una serie di brevi notizie or- Avvisi manoscritti settimanali: associazione annuale al- lire 186 dinate secondo l’uso, in relazione al luogo di raccolta delle la serie completa del gazzettiere Quorli (costituita da stesse: Venezia, Milano, Genova, Parigi, Colonia, Londra, sette fogli da differenti località europee) Vienna. La trasposizione pari pari di fogli redatti da altri era Associazione annuale a ogni singola serie lire 31/62 peraltro abitudine consolidata anche in testate di maggiore ri- Avvisi di Vienna a stampa: associazione semestrale con lire 6:4 nomanza. In molti casi si trascurava persino di correggere gli pagamento anticipato Giornale militare di Levante e Dalmazia: associazione lire 3:2 errori più ovvi, o di eseguire ritocchi formali che sarebbero semestrale con pagamento anticipato stati giustificati dalla stampa in un contesto diverso. Veduta della città di Corinto 1687: incisione su rame lire 0:16 Il livello di elaborazione delle notizie cresce invece nei fo- Relazione a stampa occasionale lire 0:3 gli delle capitali di stato. In questi casi anche l’attenzione al- Esatta notizia della Morea con rami (Albrizzi 1687): edi- lire 3:10 le fonti era maggiore. Non vi era quasi informazione che non zione di attualità politica recasse traccia del suo percorso fino alla comparsa sulla pagi- Vitto giornaliero di un lavoratore dell’arsenale lire 0:10 na. Ogni capitolo era anticipato da qualche dettaglio circa le Canone medio di affitto di una casa (1671-80) lire 120 fonti: «con l’ordinario di Lione», «con lettere di Marsiglia», «da Torino sotto i 18 corrente accennano», «portano lettere Tabella 1. Costi dell’informazione a Venezia (xvii sec.). di Parigi». Occorreva poi dare l’impressione di non trasporre L’informazione in età moderna (fine xvi secolo - inizio xviii secolo) 5 semplicemente a stampa un foglio scritto da altri, ma di ela- urbana destinato a bell’avvenire nella seconda metà del Set- borare un notiziario nuovo scegliendo quanto di meglio e di tecento: eventi di corte, feste, cerimonie pubbliche e religio- più affidabile fosse stato raccolto. Non mancano quindi in que- se, spettacoli, assunzioni di cariche e illustri decessi erano ele- sti fogli anche elementi originali. Le gazzette di Genova, To- mento corrente, assieme a uno sguardo sempre funzionale al- rino, Napoli e Milano riservavano una parte consistente agli la celebrazione del governo dei viceré. avvenimenti cittadini, o di cui fosse pervenuta notizia in città; Al di là di questi elementi originali, gli altri caratteri del- e questo era certamente frutto di un lavoro del compilatore. le gazzette a stampa ricalcavano i modelli manoscritti, con una I fogli genovesi erano attenti agli arrivi e alle partenze nel fitta successione di vicende geograficamente anche remote; e porto locale. Quello torinese recava informazioni ufficiali cir- non è chiaro quali idee potessero suscitare presso i loro letto- ca le disposizioni impartite dalla corte. La gazzetta milanese ri. I vari articoli essendo ordinati, come si è detto, solo con il apriva regolarmente con paragrafi raccolti direttamente dal criterio dell’origine della notizia, capitava regolarmente che gazzettiere, che abbondava in informazioni anche molto par- episodi relativi a una medesima vicenda comparissero in par- ticolareggiate circa pubbliche cerimonie e movimenti di per- ti differenti del foglio. Le notizie di Spagna potevano perve- sonalità. L’attenzione alla cronaca locale – anche quella me- nire o direttamente dalla penisola iberica, oppure per la via di no ufficiale – era ancora più accentuata a fine Seicento nella Genova dalle varie grandi città dipendenti dal re cattolico: gazzetta napoletana. Questa apriva sistematicamente con av- Bruxelles, Milano, Napoli. Al contrario, in rapida successio- venimenti relativi alla città di Napoli, che conferivano al fo- ne si poteva leggere – come nella gazzetta di Rimini del 7 set- glio un’insolita vivacità e inauguravano un modello di gazzetta tembre 1660 – dell’ambasciatore portoghese a Londra in at-

fogli a mano

Milano Venezia prima del 1650 1637/1640 Mantova 1664 dopo il 1650 Torino Ferrara 1645 1690

Modena Bologna 1658 1642 Ravenna 1694 Genova 1639 Forlì Rimini 1660 1698 Fano 1677 Firenze Senigallia 1685 1636/1641 Urbino Ancona 1696 Macerata 1667 1659 Siena 1683 Foligno Todi 1686 1684 Spoleto 1683

Roma

Napoli 1642

Figura 3. Centri principali della produzione di fogli a mano e date di avvio delle gazzette a stampa nell’Italia del Seicento.

mancano i valori di Venezia e Roma (se anteriori al 1850 ci vuole il pallino nero, altrimenti grigio): ci vogliono oppure oc- corre lasciare solo il simbolo della penna e togliere i pallini?

6 L’età di Roma

Parigi 21-28

Lione Parigi Milano Venezia 16-23 10-11 6-7

25 Genova 7-14 Lione

Milano 18 10 10 Venezia 7

Barcellona 31-38 34 Roma

6 Napoli 4-7

Figura 4. Tempi di percorrenza, in giorni, delle notizie riportate negli avvisi manoscritti di Roma del 1647. La figura mostra, proporzional- mente, la distanza che le notizie impiegavano a raggiungere Roma dal resto d’Europa: il numero sulle diverse città indica il tempo massimo e minimo richiesto; il numero sulla linea il tempo medio. Come si vede non tutte le capitali regionali e statuali erano collegate altrettanto bene (Parigi, più lontana, era meglio collegata di Barcellona, per esempio). tesa del suo segretario, di progetti di pace tra Inghilterra e mo- gionali. Lo stesso avveniva nei rapporti con il resto d’Europa. narchia spagnola, di mercanti inglesi a Costantinopoli e di can- La linea più veloce con il Nord pare essere stata quella che nonate ottomane sotto la fortezza di Varadino. da Roma collegava ad Anversa passando per Venezia e per Co- Assieme agli atlanti geografici, le gazzette fornirono nuo- lonia. Nel 1623 i fatti di Colonia si leggevano a Roma dodici vi parametri per misurare il mondo. Le notizie erano regolar- giorni dopo e quelli di Anversa dopo quattordici. Più incerti mente collocate in una griglia spazio-temporale costituita dai erano gli altri percorsi europei, soggetti a coincidenze spesso toponimi di provenienza delle notizie e dalle loro date, una aleatorie. Tra Parigi e Roma le notizie impiegavano 26/28 gior- griglia che non poté non condizionare la percezione collettiva ni nel 1639 e 20/28 nel 1647. Le figure 4 e 5 forniscono un’i- del territorio: anche se i tempi di percorrenza, più che dalle dea dei tempi di percorrenza delle notizie di una serie di gaz- effettive distanze tra i luoghi, dipendevano dagli itinerari dei zette romane manoscritte del 1647 e di una gazzetta a stam- corrieri e dalla loro organizzazione. Succedeva che in Italia vi pa di provincia – quella di Ancona, redatta sulla base di fogli fossero tragitti molto più rapidi di altri. Le direttrici princi- a mano provenienti da Roma e da Venezia – nel 1667 e nel pali erano le linee Venezia-Roma-Napoli, Milano-Roma-Na- 1681. Questi tempi tendono a stabilizzarsi sino a tutto il se- poli, Milano-Venezia, lungo le quali i tempi di percorrenza te- colo successivo. sero presto a divenire stabili, anche al di là delle variabili sta- mario infelise L’informazione in età moderna (fine xvi secolo - inizio xviii secolo) 7

Amburgo 25 (22) Varsavia 28 (27) Londra L’Aia Amsterdam (26) 21 (22) 20

Colonia Bruxelles 17 (16) 18 (18)

Linz (17) Vienna Parigi 18 (17) (21)

Milano Venezia 7 (7) 5 (4)

Genova 11 (10)

Livorno (16) Ancona

Madrid (34) Roma 4 (4)

Figura 5. Tempi di percorrenza, in giorni, delle notizie pubblicate sulla gazzetta a stampa di Ancona (1667 e 1681). La figura mostra, pro- porzionalmente, la distanza che le notizie impiegavano a raggiungere Ancona dal resto d’Europa: il primo numero sulle diverse città indica il tempo richiesto nel 1667, il secondo numero quello richiesto nel 1681 (i tempi di percorrenza delle informazioni sono abbastanza stabili, ma si nota un leggero miglioramento della circolazione delle notizie con l’Europa orientale, a fronte di un leggero peggioramento della connessione con L’Aia).

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