PRIMA COLONNA Onda su onda di Ivo Vidotto il mare mi porterà alla deriva, in balia di una sorte bizzarra e cattiva... Quel fumo onda su onda, mi sto allontanando ormai... verso il cielo la nave è una lucciola persa nel blu... “Ho ancora davanti agli occhi quel- mai più mi salverò... la gigantesca colonna di fumo”. Con que- Paolo Conte (“Onda su onda”) ste parole Alojz Gigi Glavić (Luigi Clavi), classe 1920, ci ha descritto l’evento storico dell’affondamento della corazzata Roma, centrata da una bomba Fritz X sganciata da un della tedesca Luftwaf- fe, nel pomeriggio del 9 settembre 1943 al largo dell’Asinara. Un evento storico di cui parliamo a 69 anni di distanza e sentirse- lo raccontare da qualcuno che era a poche centinaia di metri di distanza è un’emozione particolare. Il 92.enne Gigi, infatti, si trovava a bordo dell’incrociatore leggero Raimondo Montecuccoli, che faceva parte della fl otta di navi che da La Spezia stava andando verso per consegnarsi agli alleati in seguito all’armistizio. “I tedeschi hanno cominciato a bombardare e poco dopo hanno centrato la corazzata Roma. La bomba è fi nita proprio nel deposito munizioni e c’è stata una gran- dissima esplosione. È saltato tutto per aria”, ci ha raccontato ancora. Va detto che la corazzata Roma non era una nave qualunque, bensì rappresentava il DDELEL POPOLOPOPOLO meglio del meglio della produzione navale bellica italiana della seconda guerra mon- diale, per cui il suo affondamento non poté LA VOCE lasciare indifferente nessuno. Inoltre, la Roma è stata la prima vittima delle micidia- li bombe “Ruhrstahl SD 1400” (“Fritz X”), ordigni con un motore a propulsione che ne aumentava la velocità di caduta e telecoman- dato per una precisione estrema. Fu infatti il primo missile teleguidato della storia, il pro- genitore delle cosiddette bombe intelligenti di oggi. La corazzata Roma, costruita presso i cantieri San Marco di , la più grande nave che la Marina italiana abbia mai avuto, scomparve negli abissi portando con sé 1.391 tra marinai e uffi ciali, fra i quali l’Ammira- glio Carlo Bergamini e il comandante origi- nario della nave, Adone del Cima. Va detto che era l’unica corazzata a w w non avere avuto ancora il battesimo del w fuoco. Si trattava di una nave nuovissima .e e all’avanguardia, progettata da Umber- d it to Pugliese. Era equipaggiata, infatti, con .h r strumenti innovativi e installati solo su di / la v essa tra tutte le navi del mondo, come la o centrale di tiro concepita e progettata dallo c e stesso Ammiraglio Bergamini, l’auto bilan- ciamento delle torrette che non facevano mare in nessun caso sentire il becchio e il rollio An autolivellandosi... Ebbene, nonostante tutto no 12 il battesimo di fuoco fu anche la fi ne di que- VI 20 • n. tobre sto “gigante d’acciaio”. 69 • Mercoledì, 10 ot In questo numero parliamo anche di un fenomeno triste quanto preoccupante e che riguarda i frequenti casi di morte sospetta o scomparsa di marittimi sulle navi su tut- ti i mari del mondo. Noi ci siamo limitati a raccontare alcuni casi che ci riguardano da vicino, dei quali sono protagonisti maritti- mi delle nostre terre o marittimi stranieri la cui morte è avvenuta in Adriatico. Parliamo del recentissimo caso della morte sospetta del 25.enne fi umano Antonio Gros, il cui cada- vere è stato rinvenuto a Colón, in Panama, come pure della scomparsa di un altro marit- timo fi umano, Marino Eibek, da una porta- container che viaggiava sulla rotta Taiwan- Stati Uniti, ma anche di Orlando Radić, pure lui di Fiume, del quale si è persa ogni traccia nel mare del Nord. Raccontiamo poi del tri- ste destino di Ivo Suplina di Icici, primo uf- fi ciale di coperta sulla nave “Calypso 1”: è scomparso verso le 5 del mattino, durante il turno di guardia, nelle acque del fi ume Pa- raná, nel porto Nidera di San Lorenzo, nei pressi di Rosario, in Argentina. È interes- sante il fatto che la nave su cui era imbarca- to era stata costruita al “3. maj” di Fiume. Tra i marittimi scomparsi fi gura anche Josip Stipanov, capocuoco sulla petroliera “Dugi otok” della “Tankerska plovidba” di Zara, del quale si è persa ogni traccia sulla rotta Cipro-Turchia. Il 46.enne Boro Kitarović, uffi ciale di macchina di Sebenico, è scom- parso invece dalla portacontainer “Gallia” mentre stava prendendo una boccata d’aria in coperta nei pressi dell’isola di Pelagosa. Sono casi che rimarranno per sempre avvolti nel mistero e ai familiari non resta che spe- rare in un loro ritorno a casa, magari soltan- to per concedere loro una degna sepoltura. 2 mare Mercoledì, 10 ottobre 2012 CONVEGNI «Hadriatica 2012» analizza i vari aspetti dei due porti tra il XVIII e il XX Fiume e Trieste, esperienze portua di Helena Labus Bačić nteressante e istruttiva la secon- L’IMPERO ASBURGICO Par- da edizione del convegno scien- ticolarmente interessante è stata la Itifi co “Hadriatica 2012”, tenuto- relazione del professor Guido Zuc- si nel capoluogo quarnerino il 28 e il coni della Fondazione scuola studi 29 settembre scorso sul tema “Espe- avanzati di Venezia, il quale ha trat- rienze portuali a Fiume e Trieste tra tato il tema “Trieste e Fiume. Due ‘700 e ‘900”. L’argomento è stato realtà portuali nell’Impero asburgi- esaminato da diversi aspetti, ovvero co del XIX secolo”. Nella sua rela- dal punto di vista letterario, storico, zione, il professor Zucconi ha ana- architettonico e tecnico. lizzato le grandi trasformazioni dei Come è stato il caso con la prima porti all’indomani della rivoluzione edizione del convegno – che viene tecnologica che si manifesta, in par- organizzato dalla Soprintendenza ticolar modo dopo il 1850, con l’ar- per i beni storici, artistici ed etnoan- rivo del vapore e con il passaggio da tropologici del Friuli Venezia Giu- una navigazione stagionale a una di lia e dall’Istituto per la conservazio- tipo continuo. “Tutto ciò richiedeva ne dei beni storico-culturali di Fiu- – spiega Guido Zucconi – la crea- me e il cui obiettivo è quello di co- zione di agevoli raccordi con la rete noscere meglio il passato delle città ferroviaria, la costruzione di moli di Fiume e Trieste quali importan- attrezzati, la moltiplicazione degli ti porti adriatici e due centri urbani spazi destinati al deposito delle mer- che hanno molto in comune – anche ci e l’escavo di fondali capaci di ac- la seconda ha riunito studiosi italia- cogliere le navi con scafo metallico ni e fi umani che hanno presentato di grande tonnellaggio”. un quadro molto coinvolgente del- PROFONDA TRASFORMA- Porto e città: un binomio inscindibile la nascita e dello sviluppo dei porti ZIONE Attorno alla metà dell’800, zione della navigazione “a vapore” di Trieste e Fiume dal XVIII fi no al con l’inizio della costruzione di navi e quindi costante, secondo rotte pre- la ferrovia, i porti subiscono un pro- to una complessa opera di ristruttu- XX secolo. con scafo metallico e con l’introdu- cise, ma soprattutto con l’arrivo del- fondo cambiamento. Si presenta, in- razione diventando un modello per fatti, la necessità di organizzare e di altre città del Mediterraneo, tra cui ammodernare i porti con nuove at- anche Fiume e Trieste. Marsiglia, in trezzature. Esiste, a quell’epoca, una pratica, costruisce un nuovo porto su grande differenza tra i porti del Me- progetto dell’ingegnere Hilarion Pa- diterraneo e quelli a Nord dell’Eu- scal. La costruzione della diga fora- ropa per quanto riguarda la loro col- nea permette di sottrarre il porto dal- locazione e organizzazione. I porti la “schiavitù” alle correnti marine e mediterranei risultano piuttosto “di- consente la costruzione di moli indi- sordinati” rispetto a quelli dei Pae- spensabili per lo smistamento della si settentrionali – che sono invece merce. “scavati” e collocati fuori dalle cit- Nella seconda metà del XIX se- tà – e, inoltre, sono caratteristici per colo, Fiume e Trieste hanno bisogno il fatto che si sono sviluppati in golfi di ammodernare i propri porti e, con- stretti, protetti dalle correnti e vicini siderata la mancanza di spazio, adot- alle zone abitate della città. Di con- tano il modello di Marsiglia per am- seguenza, lo spazio per allargarsi e pliare la zona operativa del porto. Nel costruire strutture nuove e indispen- 1857, Trieste e Vienna vengono col- sabili come magazzini e moli, colle- legate dalla ferrovia mentre nel 1883 gati con una ferrovia, è piuttosto esi- il moderno porto, collocato sul lato guo. Esempi tipici di questo tipo di nord-occidentale di Trieste, funzio- porti sono Genova e Fiume, ma an- nerà a pieno regime. che Marsiglia e Trieste. A Fiume, la ferrovia giunge nel IL MODELLO DI MARSI- 1873 e collega il capoluogo quar- GLIA Marsiglia, appunto, è un esem- nerino con Zagabria e Budapest. A La crescita del porto di Fiume era uno degli obiettivi primari di Budapest pio indicativo di porto che ha avvia- quell’epoca si discute se fare il por-

All’Autorità portuale pervenute nove domande: valore dell’opera 132 milioni di euro Trieste, può partire la piattaforma logistica riali, approvazioni della Corte dei Conti e altro avevano im- progettazione, costruzione, manutenzione e gestione della di Attilio Petris pedito che si arrivasse a conclusione di un iter burocratico Piattaforma Logistica tra lo Scalo Legnami e l’ex-Italsider, ono nove le domande per la partecipazione alla gara per per un’opera in grado di far decollare lo scalo triestino. Es- nell’hub portuale di Trieste. “In particolare, l’impostazio- Sla costruzione e gestione della Piattaforma Logistica nel sendo intervenute alcune modifi che al Codice dei contratti, ne progettuale generale – si legge nel nuovo bando – recu- Porto di Trieste pervenute entro il termine all’Autorità por- e non appena la Corte dei Conti aveva registrato la delibera pera all’utilizzo portuale una superfi cie complessiva di mq tuale giuliana. Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Uffi cia- del Cipe per un fi nanziamento da 30 milioni di euro a favo- 250.000, dei quali mq 140.000 ricavati da aree attualmen- le della deliberazione del CIPE (Comitato Interministeriale re della Piattaforma logistica del porto di Trieste, l’Autorità te occupate dal mare, mediante rettifi ca artifi ciale della li- per la Programmazione Economica) di approvazione del pro- portuale aveva provveduto ad annullare il bando precedente nea della costa esistente e realizzazione di una piattaforma getto defi nitivo, l’Authority ha dato avvio alla procedura di pubblicandone uno nuovo che ha ripreso, per quanto riguar- su sedimento marino, che include la realizzazione di nuovi gara, che si articola in due fasi, come riporta l’ANSA. Nel- da area d’intervento e oneri fi nanziari, la gara precedente, raccordi ferroviari e stradali, e un nuovo attracco per navi la prima i soggetti che posseggono i requisiti richiesti pre- con sostanziali modifi che però – così come previsto dalla Ro-Ro”. sentano domanda di partecipazione; nella seconda ai sogget- nuova normativa – per ciò che riguarda le clausole di esclu- Non cambia il valore della posta in ballo: il valore sti- ti partecipanti è inviata una lettera di invito a presentare of- sione. C’era tempo fi no al 5 di ottobre per presentare le nuo- mato dell’investimento è di poco superiore ai 132,4 mi- ferta. L’aggiudicazione della gara avverrà secondo il metodo ve proposte, e ora spetta all’Autorità portuale valutare i re- lioni di euro, di cui circa 102 milioni provenienti da con- dell’offerta economicamente più vantaggiosa; su 100 punti quisiti dei partecipanti. Entro i 60 giorni canonici per le of- tributi pubblici. Trenta milioni di euro, come già puntua- 50 saranno assegnati sulla parte tecnica e 50 punti sulla par- ferte vere e proprie delle società invitate, sarà validato pure lizzato, saranno a carico dell’aggiudicatario della con- te economico-fi nanziaria. Verranno premiati gli operatori che il progetto defi nitivo (già affi dato con altra gara) e poi quello cessione. offriranno le maggiori garanzie in materia di traffi co atteso. esecutivo, che sarà a carico del nuovo concessionario. «RICONOSCIMENTO IMPORTANTE» “È un rico- Il progetto relativo alla realizzazione della piattaforma IL RECUPERO DI 25 ETTARI L’opera in procinto di noscimento importante da parte del Governo – aveva di- logistica prevede il banchinamento dello spazio incluso tra essere avviata a servizio dello scalo triestino è compresa nei chiarato il presidente dell’Unioncamere FVG, Giovanni Da lo Scalo Legnami e la Ferriera di Servola, per un’area com- 9 miliardi di interventi sul territorio nazionale, che possono Pozzo, in seguito all’approvazione della piattaforma logisti- plessiva di 247.000 metri quadrati di cui 140.000 attualmen- vedere il cantiere aprirsi entro il prossimo anno. Della lista ca da parte del Cipe – e un esito signifi cativo per l’impegno te occupati da specchi d’acqua. Il valore dell’opera è di 132 fanno parte assi stradali e ferroviari, interventi in ambiti ur- dimostrato anche dal presidente Renzo Tondo e dai nostri milioni di euro, di cui 102 disponibili (70 dell’Authority, 32 bani, nonché porti e interporti. Tra questi ultimi è collocata rappresentanti regionali e in particolare dall’assessore Ric- del CIPE) e 30 da reperire con fondi privati. la Piattaforma logistica di Trieste, assieme ad analoghi pro- cardi, in grado di dare speranza affi nché possano concretiz- FAR DECOLLARE LO SCALO GIULIANO Il ban- getti a Savona, Civitavecchia e Ravenna, oltre agli interporti zarsi ulteriori passi per lo sviluppo dell’economia dell’in- do di gara era stato pubblicato non appena il Governo ave- di Catania e Termini Imerese. tero territorio del FVG, oggi che è necessario più che mai va inserito il progetto della piattaforma logistica di Trieste L’oggetto del bando è sempre lo stesso, perché si fa ri- ragionare come sistema per sostenere le nostre imprese che nella ristretta lista delle opere cantierabili entro il 2013. Fi- ferimento all’affi damento di una concessione, della durata devono presentarsi, farsi conoscere all’estero e lavorare con nora i mancati fi nanziamenti del Cipe, vari decreti ministe- massima di 30 anni dalla conclusione dei lavori, volta alla l’estero. E ciò signifi ca anche con Paesi lontani, dove il no- Mercoledì, 10 ottobre 2012 mare 3 X secolo ali simili to nel bacino della Fiumara, oppu- re in un altro punto. Però, già ne- gli Anni ‘30 del XIX secolo, a Fiu- me era iniziata la costruzione di un quartiere nuovo, cioè di quello bo- nifi cato della città verso il mare, per cui viene deciso di adottare il Il bacino portuale fi umano così come era stato progettato dagli ungheresi modello di Marsiglia e di iniziare con i lavori al porto nel punto in cui si trova oggigiorno. LA FINE DELLA CRESCITA La diga foranea del porto di Fiume venne costruita dallo Stato unghe- rese su progetto dell’ingegnere An- tal Hajnal, ispirato da Hilarion Pa- scal. La costruzione durò dal 1872 al 1888 e l’attuale Molo longo ven- ne dedicato all’imperatrice Maria Teresa. Nel 1924 venne tracciato il confi ne tra il Regno d’Italia e il Re- gno di Jugoslavia e porto Baross di- venterà il porto di Sušak. Quest’ul- timo, divenuto il porto principale del Regno di Jugoslavia, supererà presto con il suo traffi co quello di Fiume, che in quel periodo attraver- sava un momento di crisi. Lo scop- I vecchi magazzini del porto di Fiume Il Molo longo è stato progettato da Antal Hajnal pio della Prima guerra mondiale se- gnerà la fi ne della crescita del porto di Fiume. I MAGAZZINI PORTUALI Nel prosieguo del convegno, la prof. ssa Olga Magaš si è concentrata sul- lo sviluppo del porto di Fiume visto nelle varie cartine, piante della città e nei progetti di sviluppo dell’area portuale, mentre la prof.ssa Nana Palinić ha presentato una carrella- ta sui magazzini portuali nel tema “Le costruzioni in cemento armato nel porto fi umano”. Fino alla Secon- da guerra mondiale, nel porto di Fiu- me furono costruiti una quarantina di magazzini, molti dei quali sono stati smantellati oppure distrutti durante i bombardamenti nell’ultimo confl itto mondiale. Il porto di Trieste in un’immagine del 1885 Un’immagine riconoscibile del porto, con in primo piano Molo Adamich I primi magazzini sono strutture in legno, in seguito sostituite da co- guito vennero sostituite dall’acciaio. interamente in calcestruzzo armato, Il complesso di magazzini più grande valore storico che attendono struzioni permanenti. La maggior Il primo magazzino portuale realiz- ma si capisce presto che tale materia- conosciuto di Fiume sono le cinque ancora di venir utilizzati in maniera parte di questi magazzini aveva quat- zato in calcestruzzo armato a Fiume le presenta scarse proprietà di isola- strutture chiamate “Metropolis” e adeguata. Uno degli esempi da cui tro livelli (spesso anche uno scanti- risale al 1893. mento termico, per cui già nel 1907 i costruite tra il 1914 e il 1916, parti- forse prendere spunto sarebbe il por- nato) – spiega la prof.ssa Palinić –. CALCESTRUZZO ARMATO magazzini ferroviari progettati da colari anche per il fatto di essere col- to di Genova, il quale è divenuto una Le prime costruzioni permanenti O MATTONE? Negli anni 1906- Ferenc Pfaff avranno il manto ester- legate da “ponti” in cemento arma- zona adibita al divertimento e al tem- avranno elementi in ferro, che in se- 1907 i magazzini vengono costruiti no in mattone. to. In ogni caso, si tratta di edifi ci di po libero.

stro sistema camerale, durante le missioni, ha verifi cato in di una logistica integrata, in grado di innescare un circolo “È una grande opportunità di investimento per uscire dalla varie occasioni che gli operatori economici sono interes- virtuoso verso tutte le connessioni produttive del territorio crisi – ha commentato ancora – e noi dobbiamo fare tutto il sati alla nostra logistica portuale e infrastrutturale, per ca- regionale, per porre davvero l’economia del FVG al cen- possibile per agevolare l’avvio delle iniziative economiche, pire come e quanto è possibile comunicare con le imprese tro del futuro, dal Mediterraneo fi no al Nord e all’Est Eu- chiedendo anche agli imprenditori uno sforzo. Ci sono fun- del FVG e contestualmente se e quanto valersi del FVG, a ropa”. zioni e attività per cui il Punto Franco è un’occasione, men- partire dal porto di Trieste, come porta per raggiungere al- «GRANDE OPPORTUNITÀ» L’importanza del fat- tre vi sono anche prospettive di Punto Franco che possono tri mercati. A livello camerale, per dare il nostro contribu- to è stata sottolineata pure dal sindaco Roberto Cosolini, essere una barriera: lo stesso va quindi usato dove serve e to, abbiamo affi dato uno studio all’OCSE per individuare secondo il quale “è evidente come quest’area sia la più im- spostato dove può essere un ostacolo. Non vedo diffi coltà i possibili vantaggi dati dallo sviluppo di una portualità e portante rigenerazione di area fronte mare in tutta Europa”. per addivenire a una scelta su dove usarlo o meno”. 4 Mercoledì, 10 ottobre 2012 ma NAVIGARE NECESSE EST Sempre più marittimi scompaiono misteriosamente e il Quanto vale la vita umana in mare? viene mai più ritrovato. Le indagini di Ivana Precetti generalmente non sortiscono alcun ecentemente avevamo riporta- effetto e vengono archiviate dando to sulle pagine del quotidiano il marittimo per disperso. Una deci- Rla notizia della morte sospetta na di casi come questo sono attual- del 25.enne Antonio Gros, il maritti- mente oggetto di inchiesta presso il mo fi umano il cui corpo privo di vita Sindacato dei marittimi della Croa- era stato rinvenuto a Colón, in Pana- zia, il cui ruolo può spesso risulta- ma. La notizia del suo decesso, ricor- re essenziale nel ritrovamento delle deremo, era giunta in ritardo anche vittime, nei contatti con i familiari perché i portali panamensi l’aveva- e con le autorità dei Paesi che han- no diffusa riportando tutta una serie no ingerenza sul singolo caso, ma di dati errati, a partire dalle generali- soprattutto nell’avvio delle inchie- tà. Il giovane era stato infatti ribattez- ste in quanto non sempre sembra es- zato in Antony Broussett e, secondo serci la volontà di indagare da par- i giornalisti panamensi, era imbarcato te di chi dovrebbe farlo. Nel mondo su una nave battente bandiera corea- dei marittimi sembrano valere infat- na ormeggiata nel porto Coco Solo, a ti delle leggi molto “particolari” – a Colón. In quel periodo non c’era nes- partire da quella dell’omertà – e gli suna nave corena a Panama né tanto- eventuali delitti non vengono trattati meno un marittimo croato poteva es- come se fossero accaduti... sulla ter- sere imbarcato su un mercantile core- raferma. Quanto può valere, allora ano. Si trattava, invece, della “Maer- la vita umana in mare? sk Jaun”, una portacontainer battente LA SCOMPARSA DI MARI- bandiera svizzera gestita dalla “Suis- NO EIBEK Uno dei casi su cui sta se-Atlantique” (221,20 metri fuori indagando il Sindacato – ma ce ne tutto di lunghezza, 30 di larghezza, sono molti altri mai denunciati – ri- 12 di pescaggio, 27.779 tonnellate di guarda un marittimo fi umano, Mari- stazza lorda di registro e 27.779 dwt no Eibek, scomparso il 6 agosto del di portata, capacità di carico 2.824 2007 quando aveva 51 anni. Padre TEU), costruita nei cantieri Hyundai di tre bambini, era direttore di mac- La notizia della morte di Antonio Gros è stata riportata dai portali panamensi Mipo, nella Corea del Sud, e da qui forse l’equivoco. ANTONIO GROS, UNA MOR- TE MISTERIOSA Il Sindacato dei marittimi della Croazia (SPH), dopo aver appreso la notizia e le vere ge- neralità del marittimo, verifi cate con grande attenzione prima di proce- dere, aveva allertato l’ambasciata croata a Washington, che poi ave- va provveduto al rimpatrio della sal- ma. Non sono state ancora rese note le cause precise del decesso, ma in un primo momento era stato affer- mato che il giovane fosse morto per overdose di droga, ipotesi in segui- to scartata, considerate le condizio- ni in cui versava il cadavere. Il Pub- La “Botswana”, ex “NYK Andromeda”, è venuta blico ministero della Repubblica di Marino Eibek era direttore di macchina sulla “NYK Andromeda” occasionalmente a Fiume nel giugno scorso Panama si era limitato a dichiarare che era stata eseguita l’autopsia sul china sulla portacontainer “NYK L’ULTIMO SALUTO La “NYK e poi in “Botswana”, nome che por- MISSING ORLANDO RADIĆ cadavere del marittimo, mentre al- Andromeda”, dell’armatore giappo- Andromeda” era giunta nel frattem- ta tuttora. Il 6 giugno di quest’anno, Risale al 16 luglio del 2001, inve- tre fonti parlavano che il giovane era nese “NYK Line”. Secondo i dati di po a Los Angeles dove era iniziata la grande portacontainer della MSC ce, la scomparsa di un altro fi uma- morto appunto per overdose e che il cui si dispone, Eibek scomparve mi- l’inchiesta uffi ciale in collaborazio- (è lunga 299,9 metri fuori tutto, lar- no, Orlando Radić. Oggi avrebbe cadavere era già in avanzato stato di steriosamente nei pressi della costa ne con l’FBI. Marino Eibek non è ga 40, con un pescaggio massimo 59 anni e la sua foto segnaletica ap- decomposizione al momento del ri- hawaiiana, sulla rotta Taiwan-Stati stato mai ritrovato. Prima di spari- di 12,7 metri, 75.637 tonnellate di pare ancora sul sito della Questura trovamento. Sul caso è stata ovvia- Uniti, e da allora si perde ogni sua re aveva navigato quattro mesi sul- stazza lorda di registro e 82.819 dwt litoraneo-montana, alla voce “Per- mente aperta un’inchiesta, ma non traccia. Secondo le dichiarazioni la portacontainer giapponese. Si era di portata, con una capacità di cari- sone scomparse”. Del marittimo si sempre ciò rappresenta una garanzia dei testimoni, era stato visto l’ulti- imbarcato tramite l’agenzia spala- co pari a 6.214 unità TEU), ha fatto era persa ogni traccia nel mare del che sulla morte del giovane fi uma- ma volta quella mattina attorno alle tina “Iva” e oltre a lui, sulla stessa occasionalmente tappa a Fiume per Nord, sulla rotta Inghilterra-Olanda. no venga fatta luce. Quando si tratta 6.30, in coperta. L’allarme era stato nave, c’erano altri quattro marittimi rimpiazzare nella rotazione sul ser- Era imbarcato sulla nave “RORO di marittimi, soprattutto di quelli che dato dopo che non si era fatto vedere croati. La notizia era stata riporta- vizio AE12 la “Maersk Kyrenia”, Sarawak” ed è probabile sia scivo- navigano in acque internazionali, per la solita pausa caffè, verso le ore ta all’epoca anche dai media locali, che all’epoca si trovava in bacino di lato in mare. Sono gli unici dati di capita spesso che i fatti di... crona- 10. Le prime ricerche sulla nave non i quali avevano tentato di contatta- carenaggio per lavori di revisione e cui dispone il Sindacato dei maritti- ca nera vengano avvolti dal mistero. avevano dato esiti, per cui era stata re sia i familiari di Eibek che il di- manutenzione ordinaria. È come se mi della Croazia e anche cliccando ARCHIVIAZIONI FACILI allertata la Guardia costiera ameri- rettore della suddetta agenzia. E se la nave, costruita nei cantieri “Ishi- su “google“ non se ne trovano altri Se da una parte abbiamo a che fare cana che aveva avviato le ricerche in quest’ultimo era risultato irreperibi- kawajima-Harima Heavy Industri- se non quello che lo dà per disperso con morti sospette, le cui circostan- mare, alle quali avevano preso par- le, in quanto in viaggio di servizio, es” in Giappone, avesse voluto ren- sulle pagine della Questura. La nave ze spesso non vengono mai chiarite te anche altre unità che navigavano i parenti per ovvi motivi avevano dere omaggio al marittimo scompar- – 15.375 tonnellate di stazza lorda di del tutto, dall’altra si verifi cano casi in quell’area. Gli sforzi, purtroppo, chiesto discrezione. La nave è stata so nella sua città, dargli l’ultimo sa- registro e 9.300 dwt di portata, per in cui un marittimo sparisce e non non diedero nessun risultato. poi ribattezzata in “MSC Botswana” luto... 174 metri di lunghezza fuori tutto e

La “Dugi Otok” nel bacino di carenaggio del “Viktor Lenac” Josip Stipanov era capocuoco sulla “Dugi otok” della “Tankerska plovidba” La are Mercoledì, 10 ottobre 2012 5 Sindacato croato sta indagando su una decina di casi

Orlando Radić era imbarcato sulla “RORO Sarawak” (oggi “Fu Quan Kou”)

Marino Eibek, 51 anni, padre di tre fi gli Orlando Radić è scomparso nel 2001 18.602 tonnellate di stazza lorda di registro e 30.880 dwt di portata. DOV’È FINITO IL CUOCO DELLA «DUGI OTOK»? Sarà soltanto un caso, ma tutti i marittimi che abbiamo nominato sono scom- parsi nei mesi di luglio e agosto. Lo stesso vale per Josip Stipanov, capo- cuoco sulla petroliera “Dugi otok” (lunghezza 247 metri fuori tutto e larghezza 42 metri, stazza lorda 59.315 t) della “Tankerska plovid- ba” di Zara, del quale si era persa ogni traccia il 25 agosto 2009 sul- la rotta Cipro-Turchia. All’epoca Ivo Suplina è scomparso nelle acque del Paraná, nel porto di San Lorenzo 51.enne, il marittimo era stato vi- sto per l’ultima volta quella sera, verso le ore 19, in coperta. La nave era salpata proprio quel giorno, at- La nave sulla quale era imbarcato Antonio Gros torno alle 13, dal terminal turco di Ceyhan, il più importante porto pe- 25 di larghezza – porta oggi il nome polizia argentina la quale aveva in- trolifero del Mediterraneo orientale, di “Fu Quan Kou” e batte bandiera dagato sul caso. Le ricerche fi no a con prossima tappa ad Augusta in panamense. oggi non hanno dato esito, anche se Sicilia. L’allarme era stato lanciato NELLE ACQUE DEL FIU- all’epoca il ministero di competen- dopo che la mattina successiva Sti- ME PARANÁ Medesimo desti- za si era dichiarato fi ducioso nel ri- panov non si era presentato per la no anche per Ivo Suplina di Icici, trovamento del marittimo. “Credia- colazione. Le prime ricerche han- di cui non si hanno più notizie dal mo in un esito positivo ma daremo no interessato ovviamente gli spazi luglio del 2008. Aveva 50 anni ed ulteriori informazioni dopo aver della petroliera dopo di che era sta- era primo uffi ciale di coperta sul- preso in visione i verbali della po- ta allertata anche la Guardia costiera la nave “Calypso 1” (bandiera del lizia”, era stato il contenuto di uno turca. Del caso era stato informato Panama), che stava caricando fari- dei comunicati da esso diramati nel anche il ministero degli Affari Este- na di soia e di girasole. Era scom- 2008. Ivo Suplina, però, non è stato ri, ma nemmeno oggi si hanno noti- parso verso le 5 del mattino (sta- mai ritrovato. zie di Stipanov. va espletando il turno di guardia) DAL «3. MAJ» VERSO I L’ULTIMA BOCCATA del 24 luglio di quattro anni fa nel- MARI DEL MONDO La nave D’ARIA È di quest’anno, invece, la le acque del fi ume Paraná, nel por- sulla quale navigava Ivo Suplina notizia della scomparsa del 46.enne to Nidera di San Lorenzo, nei pres- ha una storia molto interessante, a Boro Kitarović, uffi ciale di macchi- La nave sulla quale era imbarcato Ivo Suplina di Icici si di Rosario, la città più grande e partire dal fatto che è stata costrui- na di Sebenico scomparso dalla por- popolosa della provincia argentina ta al cantiere “3. maj” di Fiume nel tacontainer “Gallia” (è lunga 207,4 di Santa Fe. La scomparsa era sta- 1977 e che il suo primo nome era metri fuori tutto, larga 29,8 con un ta denunciata diverse ore più tardi stato “Hercegovina”, mantenuto pescaggio massimo di 11,6 metri, ha dal secondo uffi ciale. La notizia era fi no al 1998 quando è stata ribattez- 25.713 t di stazza lorda e 34.119 dwt stata poi diffusa dal ministero de- zata in “Adimon”. Successivamen- di portata), battente bandiera liberia- gli Affari Esteri il quale, all’epoca te ha cambiato nome in “Calypso”, na, della compagnia “Gallia Tran- del ritrovamento, era stata in co- “Calypso I” e “Calypso 1”, prima scon Beteiligungs”. Del marittimo stante contatto con l’agenzia spala- di diventare “Portland” (bandie- non si hanno più notizie dal 6 luglio tina “Split Ship Management”, tra- ra Saint Kitts & Nevis), nome che scorso, quando nel primo pomerig- mite la quale Suplina si era imbar- porta a tutt’oggi. L’ex “Calypso 1” gio era uscito dalla sala macchine cato. Dopo la notizia, si era mossa è una portarinfuse lunga 297 me- per prendere una boccata d’aria. Il anche l’ambasciata croata a Buenos tri fuori tutto e larga 23, con un pe- fatto è avvenuto in acque territoria- Aires, entrando in contatto con la scaggio massimo di 10,6 metri. Ha li croate, nei pressi dell’isola di Pe- lagosa e l’allarme era stato dato at- torno alle 13.40. La nave era salpata dal porto di Limassol in Cipro e sta- va dirigendosi verso Trieste. Alle ri- cerche hanno preso parte anche due aerei Pilatus PC-9 della Guardia costiera croata e un’ATR-42 della Guardia costiera italiana, come pure Il 46.enne Boro Kitarović era imbarcato sulla portacontainer “Gallia” la nave “Andrija Mohorovičić”, ma, come nei casi precedenti, del marit- nelle ore notturne sarebbe caduto in no incluso nelle ricerche anche un timo scomparso nessuna traccia. Al- mare nelle acque dalmate, vicino a aereo. Il cruiser stava facendo rot- meno per il momento. Sebenico, senza più riemergere. Sul ta verso Venezia. Al momento del- IL CASO DELLA «SERENA- posto sono intervenute immediata- la caduta in mare, soffi ava un forte DE OF THE SEAS» L’ultimo caso mente la Guardia costiera croata e vento e la temperatura del mare era di scomparsa di un marittimo risa- la motovedetta “Šibenik” della Ca- tra i 15 e i 18 gradi. Come nei casi le al 21 settembre scorso e riguar- pitaneria di porto di Sebenico, alle precedenti, il ritrovamento del ma- da un 24.enne panamense, membro quali si sono uniti in seguito anche rittimo è alquanto improbabile. dell’equipaggio a bordo della nave un elicottero e due navi della Guar- Sono casi che rimarranno per da crociera “Serenade of the Seas”, dia costiera italiana in quanto non è sempre avvolti nel mistero e ai fa- battente bandiera delle Bahamas, escluso che le forti correnti possano miliari non resta che sperare che i di proprietà dell’omonimo arma- aver trascinato il corpo del giovane loro cari possano un giorno tornare tore di Miami. Il giovane, per mo- in acque territoriali italiane. Succes- a casa. Anche soltanto per concede- nave da crociera “Serenade of the Seas” tivi ancora in fase di accertamento, sivamente le autorità italiane aveva- re loro una degna sepoltura. 6 mare Mercoledì, 10 ottobre 2012 UN TUFFO NEL PASSATO Le vicende della nave che fu l’orgoglio della Marina da Gu Corazzata Roma: la triste fi ne di un di Ivo Vidotto erso la fi ne di giugno, dopo decenni di vane ricerche, nel Golfo dell’Asi- Vnara è stata fi nalmente identifi cata – come informa la Marina militare italiana – una parte del relitto della corazzata Roma, adagiata a circa 1000 metri di profondità e a circa 16 miglia dalla costa sarda. Lo. La nave era stata affondata da due bombe tedesche il 9 settembre del 1943, con 1352 vittime. Il suo affondamento il 9 settembre del 1943 è rimasto nella storia come uno dei simboli più tragici dell’Armistizio dell’8 settembre. In rotta verso Malta per consegnarsi agli ormai ex nemici britannici insieme a quanto resta- va della , la corazzata Roma venne colpita dalle bombe teleguidate “Fritz X”, armi segrete lanciate dai bombardieri te- deschi Dornier Do 217 K-2 decollati dall’ae- roporto di Istres, a nord-ovest di Marsiglia, per dare la caccia alla fl otta italiana salpata da La Spezia. IL RELITTO Grazie all’ausilio di un sofi - sticato robot subacqueo “Pluto Palla” e ad altri esclusivi strumenti imbarcati a bordo del cata- marano “Daedalus”, il sito dove giace il relit- La corazzata Roma era l’orgoglio della Marina da Guerra italiana to della corazzata Roma è stato individuato e LO SPIRITO DELLA FLOTTA La visitato. Il personale della Marina Militare ha fi ne della corazzata Roma ebbe inizio nel golfo verifi cato la inequivocabile coerenza delle im- di La Spezia l’8 settembre 1943. In porto erano magini, riprese per la prima volta il 17 giugno e presenti le migliori navi della marina italiana, ripetute il 28 giugno 2012, di pezzi di artiglieria comprese le tre corazzate della classe Littorio. contraerea imbarcata sulla corazzata Roma che L’Ammiraglio Carlo Bergamini, comandate vennero separati dalla nave dalla violenza del- supremo delle forze navali da battaglia, era ap- le esplosioni. Ma questa è storia recente, recen- pena rientrato da Roma dopo aver partecipato a tissima, che forse contribuirà a chiudere dopo molte riunioni con i capi di Stato Maggiore e i quasi sette decenni il “libro” rimasto ancora vertici della Marina. Fino a quel momento ave- aperto su questo tragico episodio, avvenuto, va l’ordine di attaccare la fl otta alleata che sta- appunto, il 9 settembre 1943. La Roma, la più va preparando un nuovo sbarco a Salerno. La grande nave che la Marina italiana abbia mai mattina del 7 settembre ebbe un colloquio con avuto, scomparve negli abissi portando con sé il ministro Raffaele De Courten, il quale anno- 1.391 tra marinai e uffi ciali, fra i quali l’Ammi- tò: “Ebbi con l’ammiraglio Bergamini, coman- raglio Carlo Bergamini e il comandante origi- dante in capo della Squadra da battaglia, giun- nario della nave, Adone del Cima. to a Roma per la riunione da me convocata, un IL MEGLIO DEL MEGLIO La nave colloquio sullo spirito della Flotta. Ebbi da lui da battaglia Roma fu la terza unità della classe piena ed esplicita assicurazione che la fl otta era Littorio e rappresentò il meglio della produzio- pronta ad uscire per combattere nelle acque del L’ammiraglio Raffaele De ne navale bellica italiana della seconda guerra Tirreno meridionale la sua ultima battaglia. Mi Courten, Capo di Stato mondiale. Venne consegnata alla Regia Marina disse che comandanti ed uffi ciali erano perfet- Maggiore e Ministro della Il maggiore della Luftwaf- il 14 giugno 1942, più di due anni dopo il varo tamente consci della realtà cui sarebbero andati L’ammiraglio Regia Marina. Seguì il re fe Bernhard Jope, l’affon- (lo scafo scese in mare il 9 giugno del 1940 ai incontro, ma che in tutti era fermissima la deci- Carlo Bergamini nella fuga a Brindisi datore della Roma cantieri San Marco di Trieste, dove venne im- sione di combattere fi no all’estremo delle pos- postata il 18 settembre 1938). Venne danneg- sibilità. [...]. Egli confermava che, intervenen- «L’OLOCAUSTO DELLA FLOTTA» la Roma, che era peraltro l’unica corazzata a giata nel corso di un bombardamento aereo sta- do ad operazione di sbarco iniziata e traendo L’8 Settembre 1943, alle ore 18, il Re convocò non avere avuto ancora il battesimo del fuoco, tunitense quasi un anno dopo mentre era alla profi tto dall’inevitabile crisi di quella delicata al Quirinale i Capi di Stato Maggiore e comu- nave nuovissima e all’avanguardia, progettata fonda a La Spezia, subendo in seguito altri fase, sarebbe stato possibile infl iggere al nemi- nicò fi nalmente la fi rma dell’armistizio, chie- da Umberto Pugliese. Era equipaggiata, infatti, danni a causa dei quali poté tornare operativa, co gravi danni”. dendo poi il parere del Ministro De Courten, con strumenti innovativi e installati solo su di dopo le dovute riparazioni, soltanto il 13 ago- ATTESA E INCERTEZZA Ma l’ar- il quale rispose: “Avete fatto olocausto del- essa tra tutte le navi del mondo, come la cen- sto 1943. mistizio con gli anglo americani era stato già la fl otta che è l’unica forza rimasta salda nel trale di tiro concepita e progettata dallo stesso NESSUNO SCONTRO A seguito fi rmato, anche se pochissimi ne erano a cono- paese, ma non meritate che essa si sacrifi chi, Ammiraglio Bergamini, l’auto bilanciamen- dell’armistizio italiano, alla corazzata Roma fu scenza. Il Re e Badoglio avevano chiesto agli darò ordine che si autoaffondi stasera stessa”. to delle torrette che non facevano in nessun ordinato, assieme ad altre imbarcazioni milita- alleati ancora qualche giorno prima di annun- Alle 18.30 da Radio Algeri, Eisenhower diede caso sentire il becchio e il rollio autolivellan- ri, di raggiungere l’isola sarda della Maddale- ciarlo e sulle navi le ore passavano nell’attesa l’annuncio uffi ciale dell’Armistizio. Lo sbarco dosi, come per meglio comprendere il sistema na, come concordato con gli Alleati. La squa- e nell’incertezza. Alle 12.30 dell’8 settembre il a Salerno era già cominciato da tempo. Dopo a “pendolino” dei treni omonimi, una corazza dra navale italiana, tuttavia, venne attaccata Ministro De Courten era ancora all’oscuro di un’ora e un quarto anche Badoglio comunicò d’acciaio sulle torri dallo spessore di 35cm, le da alcuni bombardieri tedeschi che, serven- tutte le trattative svolte in quei giorni e non ri- uffi cialmente l’armistizio. fi ancate erano protette con una struttura a dia- dosi delle nuove bombe radioguidate planan- usciva ad avere direttive chiare sul comporta- MANCANZA DI FIDUCIA L’ammira- framma innovativa risultata molto effi cace, 33 ti “Ruhrstahl SD 1400”, affondarono il Roma. mento e le azioni da eseguire per contrastare lo glio Carlo Bergamini, intanto, chiese espressa- cannoni di grande e medio calibro, 9 pezzi da Nei suoi 15 mesi di servizio, questo “gigante sbarco degli alleati. Di sua iniziativa decise al- mente al Ministro De Courten di essere esone- 381mm con la capacità di lanciare proiettili di d’acciaio” percorse 2.492 miglia in 20 uscite in lora di annullare la missione di attacco alla fl ot- rato dal comando della fl otta da battaglia, per- 8 quintali a più di 40 chilometri di distanza con mare, senza partecipare a scontri navali, consu- ta alleata, di trasferire le unità nel porto della ché a suo avviso il fatto di avere sentito prima estrema precisione grazie alla centrale di tiro, mando 3.320 t di combustibile, rimanendo fuo- Maddalena e di prevedere anche l’eventualità dalla radio alleata e poi da quella italiana la no- 12 pezzi da 152mm e altri 12 da 90mm più 20 ri servizio per riparazioni per 63 giorni. di un autoaffondamento della fl otta. tizia dell’armistizio signifi cava la mancanza di cannoncini da 37mm e 28 da 20mm per la dife- fi ducia dei suoi equipaggi. Il proclama di Ba- sa contraerea. Prodigi, ottenuti con la poca tec- doglio avvertì che le ostilità dovevano cessa- nologia dell’epoca. I cannoni della Roma re immediatamente, anche se le forze italiane AEREI... DISORIENTATI Quando avrebbero dovuto comunque rispondere con la alle 9.41 le navi vennero avvistate da un rico- forza verso chiunque le avesse attaccato; ov- gnitore tedesco, non si diede peso alla cosa, ma viamente il riferimento ai tedeschi è chiaro. al secondo avvistamento, avvenuto alle 10.30, CAOS TOTALE Convinto da De scattò l’allarme e venne chiesta la copertura ae- Courten, alle ore 22 Bergamini radunò i suoi rea alla squadra. Erano disponibili, però, soltan- comandanti, fece sbarcare i soldati tedeschi e to 4 Macchi 202, che non servivano però a nul- comunicò che avrebbe in ogni caso rispettato la perché i comandi non avevano indicato che gli ordini. Non erano ore semplici, si era pas- la fl otta stava navigando a sinistra della Corsi- sati in poco tempo da un attacco alla fl otta al- ca anziché a destra, così gli aerei le cercarono leata a Salerno al caos più totale. Sbarcati i sol- per più di un’ora tra Toscana e Corsica, senza dati tedeschi, rassicurati da contromisure fasul- mai trovarle. Alle 10.56 un nuovo avvistamen- le degli uffi ciali italiani che avevano lasciato to. Questa volta si trattava di un ricognitore in- intendere che non sarebbero salpati dal porto, glese e alcune unità aprirono istintivamente il dalle ore 2.30 e 3.40 del 9 settembre una squa- fuoco. L’Ammiraglio Bergamini ordinò subito dra di 14 navi lasciò lentamente la base e fece di non fare fuoco contro unità che siano ingle- rotta per 220°, prima il naviglio leggero e poi le si o americane. corazzate Italia, Roma e Vittorio Veneto. L’ORDINE TEDESCO Mentre la for- NAVE ALL’AVANGUARDIA L’am- mazione stava accostando per far rotta verso le miraglio Bergamini stabilì il suo comando sul- Bocche di Bonifacio, nel cielo stavano volando Mercoledì, 10 ottobre 2012 mare 7 uerra italiana gigante d’acciaio Gli interni della Roma

Il bombardiere Junkers e la bomba teleguidata Fritz-X

Il comandante Adone Del Cima sul ponte di coman- do. Rimase ucciso durante L’attacco alla corazzata Roma nel fermo l’affondamento immagine di un fi lmato dell’Istituto Luce formazioni di aerei inglesi e tedeschi partico- larmente interessati alle vicende della squadra. Gli Inglesi erano preoccupati, temevano che le navi italiane non rispettassero i parametri dell’armistizio e che si potessero dirigere ver- so Salerno per contrastare lo sbarco. Il coman- do tedesco, invece, al momento dell’armistizio aveva inoltrato l’ordine che tutte le navi italia- ne sarebbero dovute rientrare nei propri porti o essere annientate. INVERSIONE DI ROTTA Nel frat- tempo la Maddalena era stata occupata dai te- L’alzabandiera Prima di spezzarsi in due tronconi, la Roma si inclinò su una fi ancata deschi, la Supermarina (il Comando superiore della Regia Marina durante la seconda guerra cosiddette bombe intelligenti di oggi. Le navi a tutta la fl otta l’ordine di aprire il fuoco, ma mondiale) ne ricevette la notizia alla 13 ma ri- italiane furono le sue prime vittime. fu inutile, in quanto i tedeschi sapevano bene uscì a trasmetterla a Bergamini soltanto un’ora «TUTTI AI POSTI DI COMBATTI- che i cannoni italiani avrebbero potuto spara- e mezza più tardi, ordinandogli di invertire la MENTO» I bombardieri tedeschi entrarono re in altezza fi no a 5000 metri... e loro volava- rotta e di dirigersi verso l’. Alle 14.41 a in contatto con le navi italiane, Bergamini fece no più alti. tutte le navi della squadra venne impartito l’or- suonare l’allarme e ordinò “tutti ai propri posti COME UN TAPPO DI BOTTIGLIA dine di accostare con un tempo di 180° a sini- di combattimento”. In base agli ordini, Berga- La seconda bomba arrivò vicinissima alla stra con una velocità di 24 nodi per evitare i mini poteva reagire soltanto se attaccato e que- poppa della corazzata Italia, ma non provocò campi minati italiani. Cinque minuti più tardi, gli aerei che si stavano avvicinando non sem- danni di rilievo. Dopo questo primo attacco l’Ammiraglio ordinò di ridurre la velocità a 18 brano avere intenzioni ostili. Stavano volando arrivò la seconda ondata di bombardieri, che nodi per riordinare la formazione, di assumere oltre i 5000 metri, troppo alti per un eventua- si dirigevano non più sugli incrociatori ma la rotta 285° per uscire dal golfo dell’Asinara e le attacco. Si pettegolò che in quei frangenti a direttamente sulle corazzate. Il primo lan- accostare poi a sud in direzione dell’Algeria. bordo ci siano state tensioni sul da farsi, con al- cio sulla Roma avvenne alle 15.42: la bom- IL PRIMO MISSILE TELECOMAN- cuni spari in plancia, ma molti testimoni nega- ba centrò la nave e attraversò tutto lo scafo. DATO DELLA STORIA Nel frattempo, un rono categoricamente, esaltando il coraggio dei Si aprì una falla, la nave cominciò a sban- ricognitore tedesco osservò il cambio di rot- marinai italiani. dare ma grazie ai suoi dispositivi si riasse- ta della navi italiane e trasmise la notizia al REAZIONE TARDIVA E INUTILE stò automaticamente. Dieci minuti dopo arri- suo comando e alle 14.50 i tedeschi diedero a Alle 15.37 i primi 5 bombardieri tedeschi ini- vò il secondo colpo. L’ordigno centrò la nave una fl ottiglia con base a Marsiglia disposizio- ziarono ad avvicinarsi. Superarono in un primo sul ponte a prua accanto alla gigantesca torre ne di attaccare la squadra italiana. I suoi pilo- momento la consueta posizione per sganciare sopraelevata. Le cariche di lancio defl agra- ti, però, avevano ricevuto l’ordine di decollare ordigni normali e continuarono ad avanzare rono e generarono una pressione spaventosa già da 40 minuti: 28 Bombardieri Dornier 217 senza che accadesse nulla. Gli italiani li con- che fece saltare le 1600 tonnellate della tor- si alzarono dalla pista. Si tratta di aerei capaci siderarono pertanto in allontanamento. Poco re come fossero un... tappo di bottiglia. Tut- La colonna di fumo si levò alta in cielo, di volare ad alta quota e di viaggiare a più di dopo erano sulla verticale delle navi. La prima to si arroventò. Centinaia di uomini moriro- arrivando a 1.500 metri 500 km/h. Erano equipaggiati con la micidiale bomba venne sganciata, ma la sua scia lumino- no come tizzoni o lessati dalle fuori uscite bomba “Ruhrstahl SD 1400” (“Fritz X”), or- sa trasse in inganno. Si pensò che potesse es- di vapore. Le esplosioni si susseguirono, chi telaio incandescente cedette e la gloriosa Re- digno con un motore a propulsione che ne au- sere un segnale luminoso e soltanto più tardi, poté si gettò in mare. Quasi tutti i sopravvis- gia Corazzata si rovesciò e si spaccò in due menta la velocità di caduta e telecomandato per troppo tardi, si comprende che in realtà era un suti portavano ustioni gravissime, brandelli tronconi, sprofondando negli abissi. una precisione estrema; fu infatti il primo mis- ordigno, che cadde per fortuna 50 metri fuori di carne erano sparsi qua e là, sangue da tut- (Fonti: www.storiainrete.com, www.corazzataroma. sile teleguidato della storia, il progenitore delle bersaglio. Soltanto a questo punto venne dato te le parti. La nave non esplose, ma oramai il info, www.marina.difesa.it, Enciclopedia Treccani) 8 mare Mercoledì, 10 ottobre 2012 La testimonianza del 92.enne Alojz Glavić (Luigi Clavi) di Parenzo «Ho ancora davanti agli occhi quella gigantesca colonna di fumo» di Ivo Vidotto affondamento della co- razzata Roma, che rap- L’presentava il meglio del meglio della produzione nava- le bellica italiana della seconda guerra mondiale, suscitò scalpo- re anche tra i tanti marinai italia- ni che facevano parte della nume- rosa fl otta di navi che da La Spe- zia stava andando verso Malta per consegnarsi agli alleati assieme alle altre unità italiane provenien- ti da Taranto in seguito all’armisti- zio dell’8 settembre. Anche se si tratta di un evento storico avvenu- to quasi settant’anni fa, abbiamo avuto la fortuna di parlarne, a Pa- renzo, con un testimone oculare, che all’epoca ara a bordo del Rai- mondo Montecuccoli, un incrocia- tore leggero della Regia Marina e poi della Marina Militare, battez- zato così in onore del condottiero del XVII secolo Raimondo Mon- tecuccoli. Il motto della nave era “Con risolutezza – Con Rapidi- tà” e con risolutezza e rapidità il protagonista di questa storia, del quale avremo modo di parlare nei prossimi numeri, ci ha raccontato della situazione dopo l’armistizio Alojz Glavić “Gigi”, 92 anni compiuti, davanti al modellino della corazzata Roma al museo “Gallerion” di Cittanova e dell’affondamento della coraz- zata Roma. Oggi si chiama Alojz gli Abruzzi e Duca d’Aosta e dal- di fumo... Noi eravamo a meno di Glavić, ma è nato come Luigi Cla- la torpediniera Libra, per poi con- mezzo chilometro. All’epoca disse- vi il 18 gennaio del 1920 e per tutti segnarsi agli alleati a Malta assie- ro che sulla corazzata Roma erano è semplicemente Gigi. me alle altre unità navali italiane imbarcate 2200 persone e che mo- «C’ERANO TUTTE LE provenienti da Taranto. Durante il rirono 2020 e che soltanto 180 si NAVI...» “Quando è stato fi rma- trasferimento, la corazzata Roma, erano salvati. I numeri dati recen- to l’armistizio con gli Alleati era- nave ammiraglia dell’Ammiraglio temente alla TV in occasione del ri- vamo a La Spezia e da lì siamo Bergamini, affondò tragicamen- torvamento del relitto erano diver- partiti tutti insieme. Tutta la fl otta te nel pomeriggio del 9 settembre si, ma io ricordo quelle cifre là”. – ci ha raccontato Gigi –. C’era- al largo dell’Asinara, centrata da In effetti, secondo i dati uffi ciali no anche le corazzate Roma e Vit- una bomba Fritz X sganciata da furono 1.352 i marinai del Roma a torio Veneto, c’erano tutte le navi un Dornier Do 217 della tedesca perdere la vita. I naufraghi recupe- più grandi. C’erano tantissime Luftwaffe. rati dalle unità navali inviate in loro navi”. All’armistizio dell’8 set- LA FINE DEL VIVALDI soccorso furono 622, di cui 503 sal- tembre, il Montecuccoli si trova- “Quando arrivammo alle bocche vati dai tre cacciatorpediniere, 17 va effettivamente a La Spezia, da di Bonifacio, procedendo verso il dall’Attilio Regolo e 102 dalle tre dove, insieme alle altre due unità golfo dell’Asinara, mi ricordo che torpediniere. che in quel momento costituivano mandarono il cacciatorpediniere IL «SALUTO» CON GLI IN- la VII Divisione, l’Eugenio di Sa- Vivaldi nella baia della Maddale- GLESI Sul Roma perse la vita an- voia e l’Attilio Regolo, alle coraz- na per vedere la situazione – ci ha che l’ammiraglio Carlo Bergami- Un’immagine dell’incrociatore Montecuccoli, a bordo del quale zate Roma, Vittorio Veneto e Italia raccontato Gigi –. È riuscito, sì, a ni, comandante delle forze nava- Gigi Glavić ha trascorso quattro anni della IX Divisione, i cacciatorpe- entrare, ma lì ha visto che c’era- li da battaglia della Regia Marina diniere Mitragliere, Fuciliere, Ca- no tedeschi da tutte le parti e al- e a quel punto nella fl otta italiana rabiniere e Velite della XII Squa- lora ha fatto ritorno percorrendo regnava un po’ di confusione. “Noi driglia, i cacciatorpediniere Le- il canale che portava al golfo, ma siamo andati avanti – ci ha raccon- gionario, Oriani, Artigliere e Gre- è stato affondato nel canale. Da lì tato ancora l’ormai quasi 93.enne cale della XIV Squadriglia e una a poco i tedeschi hanno comincia- Gigi –. Ricordo che c’era un ammi- Squadriglia di torpediniere forma- to a bombardare e poco dopo han- raglio, di cui non ricordo il nome, ta da Pegaso, Orsa, Orione, Ardi- no centrato la corazzata Roma. La che voleva arrendersi ai tedeschi, mentoso e Impetuoso, salpò per bomba è fi nita proprio nel deposi- ma poi non riuscì nel suo intento. congiungersi con il gruppo nava- to munizioni e c’è stata una gran- Ci dissero che era stato fucilato. le proveniente da Genova, forma- dissima esplosione. È saltato tut- Così si parlava a bordo... Dopo di to dalle unità della VIII Divisione, to per aria. Ho ancora davanti agli questo ci siamo diretti verso la co- costituita da Garibaldi, Duca de- occhi quella gigantesca colonna sta africana e tra Algeria e Tunisia abbiamo incontrato la fl otta ingle- se. Eravamo tutti schierati, gli uni davanti agli altri per il saluto. Era tutto molto strano perché, come di- cemmo, ‘pensa un po’ se ci fossi- mo trovati così di fronte soltanto 48 ore prima... altro che saluto...”. Tut- to questo accadde perché la squa- dra navale italiana aveva sottovalu- tato il pericolo rappresentato dalla Luftwaffe. Il Montecuccoli in navigazione in formazione di fi la con altre unità

Anno VI / n. 69 del 10 ottobre 2012 “LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat edizione: MARE [email protected] Redattore esecutivo: Ivo Vidotto / Impaginazione: Saša Dubravčić La squadra navale italiana si consegna a Malta: un incrociatore e Collaboratori: Ivana Precetti, Helena Labus, Danilo Prestint, Attilio Petris, una corazzata Classe Littorio passano sotto gli occhi dei marinai Marco Venturini, Branko Lenić / Foto: Ivo Vidotto, Lucio Vidotto della corazzata britannica Warspite