Quel Fumo Verso Il Cielo
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PRIMA COLONNA Onda su onda di Ivo Vidotto il mare mi porterà alla deriva, in balia di una sorte bizzarra e cattiva... Quel fumo onda su onda, mi sto allontanando ormai... verso il cielo la nave è una lucciola persa nel blu... “Ho ancora davanti agli occhi quel- mai più mi salverò... la gigantesca colonna di fumo”. Con que- Paolo Conte (“Onda su onda”) ste parole Alojz Gigi Glavić (Luigi Clavi), classe 1920, ci ha descritto l’evento storico dell’affondamento della corazzata Roma, centrata da una bomba Fritz X sganciata da un Dornier Do 217 della tedesca Luftwaf- fe, nel pomeriggio del 9 settembre 1943 al largo dell’Asinara. Un evento storico di cui parliamo a 69 anni di distanza e sentirse- lo raccontare da qualcuno che era a poche centinaia di metri di distanza è un’emozione particolare. Il 92.enne Gigi, infatti, si trovava a bordo dell’incrociatore leggero Raimondo Montecuccoli, che faceva parte della fl otta di navi che da La Spezia stava andando verso Malta per consegnarsi agli alleati in seguito all’armistizio. “I tedeschi hanno cominciato a bombardare e poco dopo hanno centrato la corazzata Roma. La bomba è fi nita proprio nel deposito munizioni e c’è stata una gran- dissima esplosione. È saltato tutto per aria”, ci ha raccontato ancora. Va detto che la corazzata Roma non era una nave qualunque, bensì rappresentava il DDELEL PPOPOLOOPOLO meglio del meglio della produzione navale bellica italiana della seconda guerra mon- diale, per cui il suo affondamento non poté LA VOCE lasciare indifferente nessuno. Inoltre, la Roma è stata la prima vittima delle micidia- li bombe “Ruhrstahl SD 1400” (“Fritz X”), ordigni con un motore a propulsione che ne aumentava la velocità di caduta e telecoman- dato per una precisione estrema. Fu infatti il primo missile teleguidato della storia, il pro- genitore delle cosiddette bombe intelligenti di oggi. La corazzata Roma, costruita presso i cantieri San Marco di Trieste, la più grande nave che la Marina italiana abbia mai avuto, scomparve negli abissi portando con sé 1.391 tra marinai e uffi ciali, fra i quali l’Ammira- glio Carlo Bergamini e il comandante origi- nario della nave, Adone del Cima. Va detto che era l’unica corazzata a w w non avere avuto ancora il battesimo del w fuoco. Si trattava di una nave nuovissima .e e all’avanguardia, progettata da Umber- d it to Pugliese. Era equipaggiata, infatti, con .h r strumenti innovativi e installati solo su di / la v essa tra tutte le navi del mondo, come la o centrale di tiro concepita e progettata dallo c e stesso Ammiraglio Bergamini, l’auto bilan- ciamento delle torrette che non facevano mare in nessun caso sentire il becchio e il rollio An autolivellandosi... Ebbene, nonostante tutto no 12 il battesimo di fuoco fu anche la fi ne di que- VI 20 • n. tobre sto “gigante d’acciaio”. 69 • Mercoledì, 10 ot In questo numero parliamo anche di un fenomeno triste quanto preoccupante e che riguarda i frequenti casi di morte sospetta o scomparsa di marittimi sulle navi su tut- ti i mari del mondo. Noi ci siamo limitati a raccontare alcuni casi che ci riguardano da vicino, dei quali sono protagonisti maritti- mi delle nostre terre o marittimi stranieri la cui morte è avvenuta in Adriatico. Parliamo del recentissimo caso della morte sospetta del 25.enne fi umano Antonio Gros, il cui cada- vere è stato rinvenuto a Colón, in Panama, come pure della scomparsa di un altro marit- timo fi umano, Marino Eibek, da una porta- container che viaggiava sulla rotta Taiwan- Stati Uniti, ma anche di Orlando Radić, pure lui di Fiume, del quale si è persa ogni traccia nel mare del Nord. Raccontiamo poi del tri- ste destino di Ivo Suplina di Icici, primo uf- fi ciale di coperta sulla nave “Calypso 1”: è scomparso verso le 5 del mattino, durante il turno di guardia, nelle acque del fi ume Pa- raná, nel porto Nidera di San Lorenzo, nei pressi di Rosario, in Argentina. È interes- sante il fatto che la nave su cui era imbarca- to era stata costruita al “3. maj” di Fiume. Tra i marittimi scomparsi fi gura anche Josip Stipanov, capocuoco sulla petroliera “Dugi otok” della “Tankerska plovidba” di Zara, del quale si è persa ogni traccia sulla rotta Cipro-Turchia. Il 46.enne Boro Kitarović, uffi ciale di macchina di Sebenico, è scom- parso invece dalla portacontainer “Gallia” mentre stava prendendo una boccata d’aria in coperta nei pressi dell’isola di Pelagosa. Sono casi che rimarranno per sempre avvolti nel mistero e ai familiari non resta che spe- rare in un loro ritorno a casa, magari soltan- to per concedere loro una degna sepoltura. 2 mare Mercoledì, 10 ottobre 2012 CONVEGNI «Hadriatica 2012» analizza i vari aspetti dei due porti tra il XVIII e il XX Fiume e Trieste, esperienze portua di Helena Labus Bačić nteressante e istruttiva la secon- L’IMPERO ASBURGICO Par- da edizione del convegno scien- ticolarmente interessante è stata la Itifi co “Hadriatica 2012”, tenuto- relazione del professor Guido Zuc- si nel capoluogo quarnerino il 28 e il coni della Fondazione scuola studi 29 settembre scorso sul tema “Espe- avanzati di Venezia, il quale ha trat- rienze portuali a Fiume e Trieste tra tato il tema “Trieste e Fiume. Due ‘700 e ‘900”. L’argomento è stato realtà portuali nell’Impero asburgi- esaminato da diversi aspetti, ovvero co del XIX secolo”. Nella sua rela- dal punto di vista letterario, storico, zione, il professor Zucconi ha ana- architettonico e tecnico. lizzato le grandi trasformazioni dei Come è stato il caso con la prima porti all’indomani della rivoluzione edizione del convegno – che viene tecnologica che si manifesta, in par- organizzato dalla Soprintendenza ticolar modo dopo il 1850, con l’ar- per i beni storici, artistici ed etnoan- rivo del vapore e con il passaggio da tropologici del Friuli Venezia Giu- una navigazione stagionale a una di lia e dall’Istituto per la conservazio- tipo continuo. “Tutto ciò richiedeva ne dei beni storico-culturali di Fiu- – spiega Guido Zucconi – la crea- me e il cui obiettivo è quello di co- zione di agevoli raccordi con la rete noscere meglio il passato delle città ferroviaria, la costruzione di moli di Fiume e Trieste quali importan- attrezzati, la moltiplicazione degli ti porti adriatici e due centri urbani spazi destinati al deposito delle mer- che hanno molto in comune – anche ci e l’escavo di fondali capaci di ac- la seconda ha riunito studiosi italia- cogliere le navi con scafo metallico ni e fi umani che hanno presentato di grande tonnellaggio”. un quadro molto coinvolgente del- PROFONDA TRASFORMA- Porto e città: un binomio inscindibile la nascita e dello sviluppo dei porti ZIONE Attorno alla metà dell’800, zione della navigazione “a vapore” di Trieste e Fiume dal XVIII fi no al con l’inizio della costruzione di navi e quindi costante, secondo rotte pre- la ferrovia, i porti subiscono un pro- to una complessa opera di ristruttu- XX secolo. con scafo metallico e con l’introdu- cise, ma soprattutto con l’arrivo del- fondo cambiamento. Si presenta, in- razione diventando un modello per fatti, la necessità di organizzare e di altre città del Mediterraneo, tra cui ammodernare i porti con nuove at- anche Fiume e Trieste. Marsiglia, in trezzature. Esiste, a quell’epoca, una pratica, costruisce un nuovo porto su grande differenza tra i porti del Me- progetto dell’ingegnere Hilarion Pa- diterraneo e quelli a Nord dell’Eu- scal. La costruzione della diga fora- ropa per quanto riguarda la loro col- nea permette di sottrarre il porto dal- locazione e organizzazione. I porti la “schiavitù” alle correnti marine e mediterranei risultano piuttosto “di- consente la costruzione di moli indi- sordinati” rispetto a quelli dei Pae- spensabili per lo smistamento della si settentrionali – che sono invece merce. “scavati” e collocati fuori dalle cit- Nella seconda metà del XIX se- tà – e, inoltre, sono caratteristici per colo, Fiume e Trieste hanno bisogno il fatto che si sono sviluppati in golfi di ammodernare i propri porti e, con- stretti, protetti dalle correnti e vicini siderata la mancanza di spazio, adot- alle zone abitate della città. Di con- tano il modello di Marsiglia per am- seguenza, lo spazio per allargarsi e pliare la zona operativa del porto. Nel costruire strutture nuove e indispen- 1857, Trieste e Vienna vengono col- sabili come magazzini e moli, colle- legate dalla ferrovia mentre nel 1883 gati con una ferrovia, è piuttosto esi- il moderno porto, collocato sul lato guo. Esempi tipici di questo tipo di nord-occidentale di Trieste, funzio- porti sono Genova e Fiume, ma an- nerà a pieno regime. che Marsiglia e Trieste. A Fiume, la ferrovia giunge nel IL MODELLO DI MARSI- 1873 e collega il capoluogo quar- GLIA Marsiglia, appunto, è un esem- nerino con Zagabria e Budapest. A La crescita del porto di Fiume era uno degli obiettivi primari di Budapest pio indicativo di porto che ha avvia- quell’epoca si discute se fare il por- All’Autorità portuale pervenute nove domande: valore dell’opera 132 milioni di euro Trieste, può partire la piattaforma logistica riali, approvazioni della Corte dei Conti e altro avevano im- progettazione, costruzione, manutenzione e gestione della di Attilio Petris pedito che si arrivasse a conclusione di un iter burocratico Piattaforma Logistica tra lo Scalo Legnami e l’ex-Italsider, ono nove le domande per la partecipazione alla gara per per un’opera in grado di far decollare lo scalo triestino. Es- nell’hub portuale di Trieste. “In particolare, l’impostazio- Sla costruzione e gestione della Piattaforma Logistica nel sendo intervenute alcune modifi che al Codice dei contratti, ne progettuale generale – si legge nel nuovo bando – recu- Porto di Trieste pervenute entro il termine all’Autorità por- e non appena la Corte dei Conti aveva registrato la delibera pera all’utilizzo portuale una superfi cie complessiva di mq tuale giuliana.