UNIUD Antonelli Rosalba Tesi Dottorato Marzo.Pages

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UNIUD Antonelli Rosalba Tesi Dottorato Marzo.Pages ! UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE DIUM (Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale) TESI DI DOTTORATO IN STUDI STORICO ARTISTICI E AUDIOVISIVI (CICLO XXIX) PER LO STUDIO DEI MANOSCRITTI TASCABILI DI LEONARDO DA VINCI DEL PERIODO SFORZESCO CONTENUTI, TECNICHE GRAFICHE E PROPOSTE DI RIORDINO Supervisore: Prof.ssa Caterina Furlan Co-supervisore: Prof.ssa Linda Borean Tesi di : Rosalba Antonelli matricola 122353 Udine, 2017 !1 INDICE INTRODUZIONE PARTE PRIMA LEONARDO A MILANO TRA GLI ANNI OTTANTA E NOVANTA DEL QUATTROCENTO 1. L'arrivo di Leonardo a Milano e l'ambiente artistico e culturale milanese tra gli anni ottanta e novanta del Quattrocento 2. Tra formazione e innovazione: Leonardo e la scelta della scrittura come pratica artistica 3. Caratteri e forme dei manoscritti sforzeschi di Leonardo 4. Tra annotazione e studio: la specificità dei "libretti" da tasca di Leonardo, funzione, destina- zione e modelli PARTE SECONDA I. I MANOSCRITTI IN SEDICESIMO DI LEONARDO DA VINCI DI ETÀ SFORZESCA 1. Sulla storia dei manoscritti in sedicesimo di Leonardo 2. I manoscritti H, I, M, L dell’Institut de France di Parigi 2.1 I tre quaderni del manoscritto H 2.2 I due quaderni del manoscritto I 3.3 Il manoscritto M 3.4 Il manoscritto L 3. I manoscritti Forster II e Forster III del Victoria and Albert Museum di Londra 3.1 I due quaderni del manoscritto Forster II 3.2 Il manoscritto Forster III !2 II. ANALISI DI ALCUNI CONTENUTI: TEMATICHE RICORRENTI E APPUNTI E DISEGNI D'OCCA- SIONE 1. Gli studi di grammatica latina nei manoscritti H, I 2. Due esempi di nuclei letterari omogenei: il Bestiario e le Profezie 3. Gli studi per il Cenacolo tra testo e disegno III. SULL’USO DELLE TECNICHE GRAFICHE IMPIEGATE 1. Relazioni tra medium grafico e formato nei manoscritti di Leonardo di età sforzesca 2. Caratteri e funzione del disegno nei manoscritti in sedicesimo di età sforzesca 3. L'uso della matita rossa: applicazione e ipotesi di derivazione PARTE TERZA I. LA RIPRODUZIONE E IL RIORDINO 1. La riproduzione dei manoscritti in sedicesimo di Leonardo da Vinci: nuove aperture allo stu- dio filologico e il caso di Ravaisson-Mollien (1881-1891) 2. Dalle edizioni in facsimile all’era della riproduzione digitale 4. Proposte di riordino dei manoscritti in sedicesimo tra smontaggio virtuale e antiche numera- zioni II. PROGETTO PER UNA NUOVA LETTURA SINCRONICA DEI TACCUINI TASCABILI 1. Creazione di una banca dati di immagini digitali dei Manoscritti contemporanei 2. Obiettivi e strumenti 3. "Progetto Leonardo" CONCLUSIONE BIBLIOGRAFIA !3 INTRODUZIONE Le ragioni di questa ricerca nascono dal desiderio di approfondire alcuni aspetti emersi durante lo studio condotto per la tesi di specializzazione discussa presso l'Università Cattolica di Milano nell’anno accademico 2005/2006 e dedicata a un libretto tascabile di Leonardo da Vinci, il mano- scritto H datato 1493-1494 circa.1 I miei studi erano stati guidati da due eventi determinanti, la mostra organizzata al Louvre sui disegni e manoscritti di Leonardo nel 2003 e il convegno collaterale ospitato nella stessa sede. Poter girare tra le teche della mostra che custodivano gli originali di Leonardo ha rappresentato un momento unico nella mia formazione, forse irripetibile, visto il difficile accesso ai preziosi materiali. Il profilo tracciato nelle schede critiche del catalogo e in un saggio di approfondimen- to a cura di Pietro C. Marani ha presentato questo eterogeneo materiale ripercorrendone la storia, l'aspetto codicologico, i contenuti, non mancando di aggiungere importanti considerazioni sulla struttura attuale di questi manoscritti, spesso rilegati in maniera incoerente rispetto al loro stato originario.2 Complementare all'esposizione parigina, la mostra di New York sempre nel 2003, con il catalogo curato da Carmen C. Bambach, offriva un ulteriore approfondimento allo studio del disegno vinciano attraverso materiali provenienti dalle raccolte britanniche e statunitensi. Un avanzamento scientifico era dato dalla pubblicazione degli atti del convegno internazionale tenutosi al Louvre, collaterale all’evento espositivo del 2003, L’opera grafica e la fortuna critica di Leonardo da Vinci, curato da Pietro C. Marani, Françoise Viatte e Varena Forcione, pubblicato dall’Ente Raccolta Vinciana, nel 2006.3 Lo studio dei manoscritti vinciani, in particolare la loro storia e provenienza, è stato ancora approfondito e sviluppato nella Lettura Vinciana del 2007 di Carmen C. Bambach con esiti significativi, soprattutto per alcune puntualizzazioni sugli interven- 1 Il manoscritto H di Leonardo da Vinci. Contenuto, aspetti codicologici, interpretativi e ricostruttivi, anno accade- mico 2005/2006, Università Cattolica di Milano, relatore Pietro C. Marani. 2 P.C. MARANI, Dessin et texte dans les manuscrits de Léonard de Vinci, Léonard de Vinci. Dessins et manuscrits, catalogo della mostra (Parigi, Musée du Louvre, 5 maggio-14 luglio 2003), a cura di F. Viatte e V. Forcione, in Pari- gi, 2003, pp. 27-39; Idem, Les manuscrits de Léonard conservés à la Bibliothèque de l’Institut de France: épisodes de leur histoire, Léonard de Vinci. Dessins et manuscrits, catalogo della mostra (Parigi, Musée du Louvre, 5 maggio- 14 luglio 2003), a cura di F. Viatte e V. Forcione, Parigi, 2003, pp. 385-439. 3 L'opera grafica e la fortuna critica di Leonardo da Vinci. Atti del Convegno internazionale (Parigi, Musée du Lou- vre, 16-17 maggio 2003) a cura di P.C.Marani-F. Viatte-V. Forcione, Firenze, 2006. !4 ti di Pompeo Leoni, il raccoglitore dei materiali vinciani tra fine XVI secolo e inizio XVII seco- lo.4 Lo studio del manoscritto H ha permesso di conoscere alcuni esemplari di piccolo formato affe- renti alla prima metà dell'ultimo decennio del Quattrocento, in modo particolare i due codici lon- dinesi Forster II e Forster III e di apprezzare il loro straordinario valore artistico. Si trattava così di lasciare aperta la possibilità di approfondire i punti di contatto del manoscritto H con altri esemplari coevi, attraverso confronti circa la funzione e destinazione del loro uso, i contenuti e le tecniche grafiche impiegate. Infatti, uno degli aspetti rimasti aperti riguardava l'introduzione da parte di Leonardo un nuovo medium grafico, la matita rossa, impiegato diffusamente proprio nei libretti tascabili a partire dei primi anni novanta del Quattrocento. La serie dei manoscritti tascabili individuati coincideva con quelli analizzati da Gerolamo Calvi nel terzo capitolo del suo fondamentale studio e dedicato ai "libretti d'appunti", quelli che egli definiva altrimenti libretti da tasca, contestualizzati all'interno di un preciso segmento cronologi- co, gli ultimi cinque anni del Quattrocento.5 In questa serie di libretti Gerolamo Calvi propone l'analisi di un gruppo di manoscritti in-sedice- simo che non avevano allora la stessa notorietà di quelli più noti conservati a Parigi e mancavano di una puntuale edizione in facsimile, ossia i codici Forster III e II, conservati alla Forster Li- brary, nel South Kensington Museum di Londra, non ancora Victoria and Albert. In ordine a que- sti esemplari Calvi poteva appoggiare in parte le proprie ricerche sull'opera del Richter che da par suo aveva individuato con due diversi esponenti le singole parti di cui si compone il Forsetr II, distinguendo giustamente il Forster II¹ e il Forster II² come due quaderni distinti. Tuttavia il Cal- vi, malgrado avesse indicato in una nota quasi ad apertura del suo studio tale differenza, non la considerava rilevante dal punto di vista cronologico, affermando piuttosto che "non crediamo fare ragionamenti sofistici nel considerare, in queste nostre deduzioni, come un tutto unito".6 4 C.C. BAMBACH, Un'eredità difficile: i disegni ed i manoscritti di Leonardo tra mito e documento, XLVII Lettura Vinciana, (Vinci, 14 aprile 2007), Firenze, 2009. 5 G. CALVI, I manoscritti di Leonardo da Vinci del punto di vista cronologico, storico e biografico, Bologna, 1925 (seconda ediz. a cura di A. Marinoni, Busto Arsizio, 1982). 6 The Literary Works of Leonardo da Vinci Compiled and Edited from the Original Manuscripts, a cura di J.P. Rich- ter, Londra (II ed. Oxford, 1939 ; ristampa Londra, 1970). Cfr. G. CALVI, op. cit. nota 3, p. 113. !5 Gli studi successivi e in particolare modo le due edizioni in facsimile dedicate ai codici Forster hanno evidenziato una certa differenza dal punto di vista quantomeno stilistico tra i due quaderni che compongono il Forster II, definendo la loro diversa cronologia. Alle puntuali analisi paleografiche e comparative condotte da Calvi nel suo volume si devono poi affiancare le ricerche condotte su tutti i manoscritti di Leonardo (ad eccezione del Codice Atlan- tico, dell'Arundel e delle raccolte di Windsor) da Andrè Corbeau nel 1968 e dedicate all'esame degli "elementi esteriori", note, segnature, sigle di catalogazione, numerazioni non riconducibili alla mano di Leonardo. A partire dagli studi indicati e dalle possibili aperture derivate dalla ricerca sul manoscritto H, si è costruita l'analisi di sei manoscritti afferenti al periodo sforzesco e caratterizzati dal formato tascabile, ovvero in-sedicesimo. Si tratta di quattro esemplari della Biblioteca dell'Institut de France, H, I, L e M e del Forster II e Forster III di Londra, tre dei quali costituiti da un raggrup- pamento di più quaderni, come i manoscritti H, I e Forster II. La ricerca che qui si popone si articola in tre distinte parti, la prima dedicata al conteso culturale milanese tra gli anni ottanta e novanta del Quattrocento, l'ambiente in cui Leonardo matura la scelta
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