Comune di ()

Sindaco Garante dell'informazione Mirko Bini e della partecipazione Assessore all’Urbanistica Dott.ssa Lara Orlandini Giulia Bandecchi Collaborazione con il RUP Responsabile del procedimento e aggiornamento Quadro Conoscitivo Geom. Adriano Bassi Arch. Claudia Toti

Pianificazione Urbanistica Valutazione Ambientale Strategica e Arch. Mauro Ciampa Territorio rurale e paesaggio Dott. Agr. Elisabetta Norci Studio Architetti Associati Ciampa progettazione e coordinamento Collaboratori Arch. Chiara Ciampa Stefano Calloni Dott. Thierry Mbuonda Collaboratori Dott. Eleonora Iacoponi Arch. Simona Mezzedimi

Restituzione digitale degli elaborati cartografici Studi Geologici Dott. Laura Garcés Ciurana Dott. Geol. Simone Stefani Studi Idraulici

della 65/2014 L.R. Consulenza legale Avv. Frida Scarpa Ing. Simone Pozzolini RELAZIONE PIANO OPERATIVO CON CONTESTUALE AL VARIANTE PIANO STRUTTURALE aisensi Adozione

COMUNE DI TERRICCIOLA Provincia di Pisa

PIANO OPERATIVO Relazione

Adozione Marzo 2020

PROGETTO DI PIANO OPERATIVO

ARCH. MAURO CIAMPA Architetti Associati Ciampa Gruppo di lavoro Arch. Chiara Ciampa Arch. Simona Mezzedimi Restituzione digitale degli elaborati Geogr. Laura Garcés Ciurana

STUDI GEOLOGICI DI SUPPORTO ALLA PIANIFICAZIONE Dott. Geol. Simone Stefani STUDI IDRAULICI DI SUPPORTO ALLA PIANIFICAZIONE Ing. Simone Pozzolini

TERRITORIO RURALE e PAESAGGIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Dott. Agr. Elisabetta Norci Collaboratori: Stefano Calloni Thierry Mbuonda Eleonora Iacoponi

SINDACO Mirko Bini

ASSESSORE ALL’URBANISTICA Giulia Bandecchi

RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO Arch. Adriano Bassi Collaborazione per aggiornamento del Quadro Conoscitivo Arch. Claudia Toti

GARANTE DELLA INFORMAZIONE E PARTECIPAZIONE Dott.ssa Lara Orlandini

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Sommario

Sommario ...... 3 PREMESSA ...... 5 IL PIANO OPERATIVO AI SENSI DELLA LR 65/14 e smi ...... 10 IL PIANO OPERATIVO IN RELAZIONE AL PIANO STRUTTURALE ...... 18 GLI ELABORATI DI PIANO OPERATIVO ...... 21 MONITORAGGIO DEL PIANO OPERATIVO ...... 22 INTERVENTI DI GESTIONE E TRASFORMAZIONE ...... 23 INTERVENTI DI CONSERVAZIONE E GESTIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE ...... 23 INTERVENTI DI TRASFORMAZIONE ...... 26 Regole e Criteri per la nuova edificazione ...... 27 Qualità e sostenibilità degli insediamenti ...... 29 SISTEMA INSEDIATIVO ...... 30 Centri storici ...... 30 Tessuto consolidato di antica formazione ...... 31 Criteri ed indirizzi per gli interventi sul patrimonio edilizio di valore storico, architettonico e testimoniale ...... 31 Edifici storici e relative aree di pertinenza ...... 34 Tessuto di recente formazione a prevalente carattere residenziale ...... 37 Aree miste ...... 39 Aree a prevalente carattere turistico ricettivo ...... 39 Tessuti a prevalente carattere produttivo ed artigianale ...... 40 Mutamenti della destinazione d’uso ...... 41 LA DISTRIBUZIONE E LOCALIZZAZIONE DELLE FUNZIONI ...... 42 INTERVENTI PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA E TERRITORIALE ...... 43 Interventi di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente...... 43 Interventi di rigenerazione urbana ...... 44 Interventi da attuarsi mediante Piani Attuativi e Progetti Unitari Convenzionati ...... 45 Aree per l’edilizia residenziale sociale ...... 46 Aree a verde ...... 48 Connessione ecologica e percettiva ...... 48 Area agricola di margine in connessione con l’edificato e/o di rispetto ai centri storici ...... 48 INFRASTRUTTURE VIARIE, MOBILITÀ E ACCESSIBILITÀ, AREE DI SOSTA E PARCHEGGI ...... 49 Attrezzature, impianti tecnologici e servizi a rete ...... 50 3

INTERVENTI PER LA CITTÀ PUBBLICA ...... 52 Aree per standard urbanistici, infrastrutture e servizi di interesse pubblico ...... 52 SERVIZI ED ATTREZZATURE ...... 52 Servizi ed attrezzature di interesse collettivo ...... 52 Servizi ed attrezzature a carattere privato ...... 55 VINCOLI SOVRAORDINATI E ZONE DI RISPETTO ...... 57 Aree tutelate per legge ai sensi art. 142 del D.Lgs. 42/04 ...... 57 Vincoli sovraordinati e zone di rispetto ...... 60 DIMENSIONAMENTO DEL PO ...... 62 AREE A STANDARD ...... 75 DISPOSIZIONI PER LA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI VOLTI ALL’ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE NELL’AMBITO URBANO ...... 78 TERRITORIO RURALE ...... 82 Valutazione Ambientale Strategica ...... 82 Fattibilità geologica, idraulica, sismica e ambientale ...... 82

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PREMESSA

Il Comune di Terricciola ha approvato il Piano Strutturale con DCC n.40 del 2/8/2002, ai sensi della LR 5/95, ed il Regolamento Urbanistico approvato con DCC 18 del 22/05/2003 BURT 11/06/2003, a cui sono seguite alcune varianti successivamente richiamate. Poiché le previsioni di RU risultano scadute rispetto all’efficacia quinquennale, l’Amministrazione Comunale di Terricciola ha ritenuto opportuno procedere all’adeguamento dello strumento urbanistico comunale mediante la redazione del Piano Operativo previsto dall’art. 95 della legge regionale 65/2014 e smi., al fine di garantire la continuità operativa e gestionale di governo del territorio, nelle more di un più generale ed organico adeguamento della strumentazione urbanistica comunale ai sensi della nuova legge regionale n. 65/2014, che l’Amministrazione Comunale ha già intrapreso con l’Avvio del procedimento del Piano Strutturale Intercomunale. La formazione del Piano Operativo si è svolta necessariamente in coerenza ed in continuità con il Piano Strutturale vigente (2002), utilizzando le disposizioni transitorie di cui all’art. 224 della L.R. 65/14. In questa prospettiva, il Piano Operativo ha per oggetto principalmente il monitoraggio, la verifica della coerenza delle previsioni rispetto al quadro normativo e pianificatorio sopravvenuto (PIT-Piano paesaggistico, LR 65/2014 e smi.), senza introdurre sostanziali modifiche, e rinviando alla formazione del nuovo Piano Strutturale Intercomunale e del successivo Piano Operativo la definizione di un più generale quadro strategico di programmazione.

Di seguito sono elencati obiettivi e azioni di piano operativo:

A. adeguamento ed aggiornamento della disciplina rispetto alla normativa oggi vigente: LR 65/2014 e smi e regolamenti di attuazione, PIT PPR, LR 10/2010 e smi. Azione: A1-Il PO introduce una disciplina coerente con i principi e le disposizioni di legge.

B. risposta alle necessità della Comunità locale in termini abitativi, artigianali e di servizio, assicurando una qualità insediativa ed edilizia che garantisca spazi pubblici e standard. Azioni: B.1 Tutela e valorizzazione dei tessuti ed edifici storici

B1.1 Recupero e riqualificazione dei tessuti storici mediante specifica disciplina (attraverso la conferma dei Piani di Recupero vigenti dei centri storici e per i centri di Terricciola, e individuazione di Regesto Allegato I-Disciplina degli interventi sul patrimonio edilizio esistente nei centri e nuclei storici).

B.1.2 Disciplina degli edifici articolata nel rispetto dei valori storici, architettonici e testimoniali riconosciuti; pertanto nella cartografia riferita al territorio urbanizzato sono stati individuati edifici di rilevante valore architettonico, di valore architettonico, di interesse tipologico e di scarso valore, ne consegue che gli altri edifici, prevalentemente di recente formazione, sono privi di valore.

Stessa articolazione normativa è per gli edifici in territorio rurale, cfr Tav.1 e il relativo Allegato II – Disciplina degli interventi sul patrimonio edilizio esistente di valore storico architettonico e/o testimoniale in territorio rurale. B1.3- Affrontare le criticità sociali collegate alla domanda abitativa, con particolare riferimento alle esigenze di accesso all’abitazione di giovani coppie e fasce sociali svantaggiate, attraverso

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individuazione di modelli insediativi in grado di rispondere alla domanda di alloggi a basso costo, da realizzare prioritariamente attraverso il recupero e la ristrutturazione del tessuto esistente e in modo integrato al tessuto urbano.

B.2 Valorizzazione dei tessuti di recente formazione implementando anche spazi pubblici e standard

B2-1 Recupero e riqualificazione del tessuto di recente formazione a prevalente carattere residenziale, anche attraverso graduali interventi di ampliamento coerenti con il processo tipologico;

B2.2 Confermare i comparti non attuati disciplinandoli attraverso specifiche Schede Norma al fine di perseguire la qualità insediativa rispetto al contesto paesaggistico-ambientale.

B2.3 Individuazione di spazi verdi, parcheggi, servizi pubblici e/o di interesse collettivo, in particolare, sono previsti:

-a Terricciola aree a verde pubblico (compresa l’area ubicata al termine di Via del Monte- denominata Molino a Vento), piccole aree a parcheggio in prossimità del centro ed altre nel tessuto di recente formazione, nonché individuazione di percorsi pedonali; in prossimità della frazione di Terricciola è stata prevista la Polarità 5 - Polarità sportiva Fonte delle Donne, quale Riqualificazione ed ampliamento funzionale dell’area sportiva esistente;

- a verde pubblico, un’area a servizi d’interesse collettivo e tre aree a parcheggio;

- a verde pubblico, un’area a servizi d’interesse collettivo;

- a La un’area destinata a parcheggio pubblico;

- a Stibbiolo un’area destinata a verde e parcheggio pubblico;

-a La Rosa un’area d’interesse collettivo Polarità 4 - Servizi di interesse collettivo e la Polarità 6 per ampliamento Asl, aree a parcheggi e un’area da recuperare per l’edilizia sociale;

-a Selvatelle aree a verde pubblico, parcheggi, aree per attrezzature pubbliche di interesse generale, ad es. la Polarità 1 - Polarità sportiva di interesse collettivo e la Polarità 2 - Polo Scolastico Selvatelle, nonché un percorso pedonale che connette il tessuto consolidato con l’ambito di recente formazione, anche per facilitare le relazioni funzionali con la scuola.

B3. I nuovi interventi dovranno essere rivolti all’implementazione del sistema del verde e degli standard e alla valorizzazione delle interconnessioni con il territorio agricolo. Il Piano Operativo prevedere orientamenti alla progettazione che contribuiscano al miglioramento dei caratteri urbanistici, paesaggistici e percettivi degli interventi. Tali azioni dovranno essere ricomprese all’interno di un disegno unitario che garantisca il potenziamento delle relazioni ecologiche e paesaggistiche interagenti con il sistema insediativo.

B4 La disciplina di PO favorisce la riqualificazione/rinnovo del patrimonio edilizio esistente, SV e PV, anche attraverso interventi di rigenerazione urbana, per il miglioramento della qualità urbanistica e architettonica del tessuto edilizio, delle sue prestazioni energetiche e della sua sostenibilità ambientale.

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Inoltre tra gli obiettivi del Piano Operativo, in conformità con il Piano Strutturale, si prevedono in maniera generalizzata l’attivazione di processi di riqualificazione urbana, articolando nuove trasformazioni urbanistiche rivolte al raggiungimento di obiettivi prestazionali per una migliore vivibilità dei centri.

Azioni: -B.5 Individuazione in cartografia di infrastrutture, parcheggi al fine di una riduzione della mobilità interna.

-B.6 Disciplina nelle specifiche Schede Norma e nella disciplina a carattere generale soddisfacenti livelli di qualità architettonica e sostenibilità ambientale;

-B.7 Disciplina a carattere generale evidenziando che ogni nuovo intervento contribuisca a migliorare la qualità urbana globale, sia in termini di qualità del costruito, che del contesto, del verde e, con particolare attenzione, di quelli connessi alla sostenibilità energetica e ambientale, anche attraverso la definizione di specifici obiettivi prestazionali.

-B.8 Implementa i servizi di interesse pubblico, favorendo localizzazioni strategiche rispetto alle centralità esistenti e da potenziare, con particolare riferimento alla realizzazione di piazze, di spazi verdi, di percorsi ciclo-pedonali, nonché la previsione di attrezzature pubbliche di interesse generale e servizi scolastici.

B.9 Per le attività produttive integrate con il tessuto urbano, il Piano prevede possibilità di adeguamento, riqualificazione e ampliamento per comprovate esigenze collegate al ciclo produttivo; in alcuni ambiti vengono confermate le disposizioni di RU, rendendo attivabile la conclusione delle previsioni, qualora in presenza di opere di urbanizzazione concluse; in altri, il PO prevede, nell’ambito di operazioni di riqualificazione urbana, collegati al potenziamento degli standard, la formazione di funzioni miste commerciali-direzionali (con esclusione di grandi strutture di vendita).

C. valorizzazione del patrimonio territoriale attraverso scelte di sviluppo sostenibile che promuovano anche attività turistiche diverse o altre destinazioni di interesse collettivo (es. RSA, etc); Azioni: -C1.1- Il PO ha individuato la Polarità 3 - Polarità RSA Chiesa Casanova quale ambito di riqualificazione funzionale del comparto al fine di creare una RSA di qualità, mediante il recupero dell'area e del patrimonio edilizio esistente attraverso un progetto unitario convenzionato; -C.2- Il PO prevede e disciplina mediante specifiche Schede Norma polarità a carattere turistico in territorio rurale, già oggetto di Conferenza di Copianificazione, ai sensi dell’art. 25 LR 65/14, riconfermando prevalentemente le precedenti previsioni, quali: - POL10 - Polarità Turistico ricettiva Borgo alle Vigne - POL11 - Polarità Turistico ricettiva Podere Stendardo - POL12 - Polarità Turistico ricettiva Selvatelle - POL13 - Polarità Turistico ricettiva San Marco - POL14 - Polarità turistico ricettiva Podernovo - POL15 - Polarità La vecchia Sterza - POL17 - Polarità Turistico ricettiva Pasquino

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D. riduzione dei fattori di rischio connessi all'utilizzazione del territorio in funzione di maggiore sicurezza e della qualità di vita delle persone; Azioni: D.1 Individuazione di criteri di riduzione del rischio e messa in sicurezza negli ambiti ad elevato rischio idraulico, D.2- Individuazione di Cassa di espansione a La Rosa, che in parte diviene occasione per acquisire aree da destinare a sistemazioni paesaggistiche a verde; D.3 Individuazione di aree di emergenza per la protezione civile

E. sviluppo delle potenzialità multifunzionali delle aree agricole e forestali; Azione: E.1 Il PO prevede il sostegno all’agricoltura multifunzionale, quindi dando agli agricoltori la possibilità di svolgere funzioni non strettamente agricole ma compatibili con l’agricoltura, legate alla conoscenza del territorio, al coinvolgimento della popolazione e dei turisti nella conoscenza dei processi produttivi, ponendo particolare attenzione all’educazione ambientale dei bambini, oggi così lontani ed ignari delle dinamiche della natura e dell’agricoltura. In tal senso la realizzazione dell’obiettivo j, di riscoperta della viabilità minore avrà un effetto sinergico e costituirà un interessante catalizzatore.

F. riqualificazione della maglia viaria interna all’abitato di Selvatelle; Azione: F.1 -Il PO ha individuato nella Tav. 2 un percorso pedonale che consentirà di connettere il tessuto consolidato di Selvatelle con l’ambito di recente formazione, anche per facilitare le relazioni funzionali con la scuola. Tale previsione viene disciplinata da specifica Scheda Norma Polarità 8 - Collegamento tra Selvatelle nucleo storico ed edificato recente

G. individuazione di percorso di collegamento tra il Santuario di Monte Rosso e Terricciola (giardino comunale); Azione: G.1 Il PO ha individuato una specifica Scheda Norma (Polarità 7) in cui si disciplina il percorso pedonale che consentirà di connettere il Santuario di Monte Rosso con Terricciola;

H. valorizzazione e riscoperta della viabilità minore (vicinale ed interpoderale) per percorsi pedonali destinati alla popolazione locale Azione: H.1 Il PO attraverso l’individuazione della rete della viabilità minore nella carta delle aziende agricole, ed un primo studio contenuto nella relazione “agricoltura e paesaggio”, pone in essere i primi elementi per un progetto di valorizzazione della rete viaria vicinale, che nel territorio comunale è molto estesa, ad uso, in primis della popolazione locale per il tempo libero e per gli spostamenti a piedi ed in bicicletta tra le frazioni e le case sparse. Inoltre la viabilità minore costituirà una peculiarità di fruizione da parte di un turismo di carattere rurale e naturalistico e consentirà anche alle aziende agricole che si trovano sui vari tracciati, di poter vendere direttamente i propri prodotti, di fare una ristorazione in piccoli numeri, di ospitare.

I. valorizzazione dell’ambito fluviale attraverso la creazione del parco fluviale dell’Era così da divenire elemento di valorizzazione e di fruizione turistica sostenibile rispetto alle caratteristiche ambientali, paesaggistiche del territorio. Un progetto di parco fluviale deve prevedere una 8

valorizzazione della naturalità di questi spazi, della caratterizzazione agricola di questo territorio, facendone conoscere la storia e le modifiche che nel tempo si sono succedute, coniugando il passato con il presente attraverso l’individuazione di obiettivi di qualità da perseguire con azioni sostenibili, nel rispetto della popolazione locale e delle sue esigenze, dell’economia locale, della natura. Tutto questo costituisce obiettivo privilegiato per un turismo di qualità, che sempre più chiede “autenticità” e di vivere una vacanza in cui poter godere di beni culturali e paesaggistici ma anche di beni naturalistici, di prodotti locali, di consumare prodotti realmente locali. Dda qui il successo dei percorsi escursionistici, di cui nel Comune di Terricciola esiste già una folta rete che attraversa le colline, mettendo in comunicazione paesi, borghi e fattorie, una rete da riscoprire. Azioni: I.1Valorizzazione di un ambito territoriale rurale connotato da laghetti in cui poter svolgere attività ricreative per lo sport, il tempo libero e servizi connessi ricettivi compatibili con l’ambiente. Tali previsioni sono soggette a specifiche Schede Norma quali: Polarità16a - Polarità I Laghi Piano il Mulino e Polarità 16b - Polarità I Laghi Fontimora. I.2 Rafforzamento delle relazioni tra l’ambiti territoriali (il territorio rurale, le aree agricole e naturalistiche) per la percezione e la valorizzazione unitaria del territorio comunale. I.3 Tutela, valorizzazione della rete ecologica territoriale (fiumi, laghi, aree verdi interagenti, territorio agricolo e area umida) Tutti gli interventi sono corredati da prescrizioni relative a natura, biodiversità e paesaggio, che hanno lo scopo di svolgere un’azione di ricucitura tra le aree verdi del territorio comunale, con ruoli differenziati a seconda dell’entità e collocazione: in tal senso un comparto come quello dei due laghi sull’Era riveste un alto valore ecologico che deve essere preservato, ponendo attenzione a che non diminuisca; i piccoli spazi destinati a verde pubblico dovranno avere sistemazioni di natura ecologica oltre che decorativa e di fruizione, ciascuno adeguato alla propria ubicazione, ad esempio in prossimità di un botro, di un corso d’acqua, piuttosto che sulla sommità di un colle. Per tutti interventi finalizzati al turismo viene richiesto un progetto che risponda a specifici requisiti, rivolti alla realizzazione di aree di sosta o di collegamento ecologico per gli animali.

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IL PIANO OPERATIVO AI SENSI DELLA LR 65/14 e smi

Il Piano Operativo (PO) disciplina, ai sensi dell’art. 95 LR 65/14 e smi, l’attività urbanistica ed edilizia per l’intero territorio comunale, in conformità al Piano Strutturale approvato con Del. C.C. n. 40 del 2.08.2002, nel rispetto del PIT (Piano di Indirizzo Territoriale) con valenza di Piano Paesaggistico approvato con DCR n°37 del 27/03/2015, del vigente PTC, della L.R. n. 65/2014 e dei relativi Regolamenti di attuazione. Il Piano Operativo è direttamente precettivo ed operativo ed è articolato in due parti: a) La disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti, (cfr co 2 dell’art. 95 della LR 65/14), valida a tempo indeterminato. b) La disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio, (cfr co 3 art. 95 della LR 65/14) con valenza quinquennale. Le previsioni con valenza quinquennale sono dimensionate sulla base del quadro previsionale strategico per i cinque anni successivi alla loro approvazione; alla scadenza del quinquennio dall’approvazione del PO o dalla modifica che li contempla, le previsioni perdono efficacia ai sensi dei commi 9, 10, 11, 12 e 13 dell’art.95 della LR 65/14. Il Piano Operativo, acquisisce il perimetro del territorio urbanizzato ai sensi dell’art. 4 della LR65/14 dalla contestuale Variante al PS, nonché le previsioni (polarità) esterne al territorio urbanizzato ai sensi dell’art. 25 LR 65/14. L’individuazione del territorio urbanizzato è stata condotta nel rispetto delle citate disposizioni, nonché in coerenza con le indicazioni contenute nel PIT con valore di Piano Paesaggistico approvato con DCR 37/2015, con particolare riferimento alla Carta del Territorio Urbanizzato 1:50.000 ed attraverso la lettura dei morfotipi insediativi di cui alla III Invariante (vedi capitolo relativo al PIT-PPR).

Contestualmente alla redazione del PO è stata predisposta la contestuale Variante al PS, che ha individuato il perimetro del TU sulla base dei caratteri della struttura insediativa, secondo le indicazioni di cui all’Allegato 2 del PIT “Linee guida per la riqualificazione dei tessuti urbanizzati della città contemporanea”. Tali analisi, rivolte ad individuare le connotazioni del tessuto urbano, quali sintesi leggibile rispetto alla morfologia, tipologia, infrastrutture e specificità formali, concorrono a definire gli ambiti omogenei a cui attribuire una disciplina specifica per la loro riqualificazione. Ai sensi del PIT_PPR “Ad ogni morfotipo corrispondono più articolazioni territoriali, individuate a livello regionale nella carta dei morfotipi insediativi e descritte nelle loro specificità all’interno della scheda d’ambito (tabella sinottica Morfotipo/Articolazione territoriale). L’articolazione territoriale del morfotipo oltre a rispondere, in generale, alle caratteristiche, ai valori, alle criticità e agli obiettivi di qualità propri del morfotipo corrispondente (descritti nell’abaco regionale), presenta, a livello territoriale, specifiche dinamiche, criticità e obiettivi che sono descritti nella scheda d’ambito in cui ricade (vedi tabella delle corrispondenze tra obiettivi generali del morfotipo e obiettivi dell’articolazione territoriale)”.

Da queste definizioni ed indirizzi, all’interno dell’ambito comunale, in riferimento agli Abachi regionali relativi alla III Invariante del PIT_PPR, rispetto alle zone di Terricciola, Morrona, Selvatelle, Soiana, Soianella, La Rosa, sono stati riconosciuti e di seguito cartografati, i seguenti morfotipi insediativi:

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. In riferimento all’ insediamento di Terricciola, sono stati riconosciuti i seguenti tessuti: TR8- Tessuto lineare e TR5- Tessuto puntiforme;

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. In riferimento all’ insediamento di Soiana, Soianella e La Chientina sono stati riconosciuti i seguenti tessuti: TR8- Tessuto lineare;

. In riferimento all’ insediamento di Morrona, sono stati riconosciuti i seguenti tessuti: TR5- Tessuto puntiforme;

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. In riferimento all’ insediamento di Le Case, Pianetto e Stibbiolo sono stati riconosciuti i seguenti tessuti: TR8- Tessuto lineare;

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. In riferimento all’ insediamento di Selvatelle, sono stati riconosciuti i seguenti tessuti: TR3- Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali; TR6- Tessuto a tipologia mista; TR8- Tessuto lineare; TPS1- Tessuto a proliferazione produttiva lineare.

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. In riferimento all’ insediamento di La Rosa, sono stati riconosciuti i seguenti tessuti: TR6- Tessuto a tipologia mista e TPS1- Tessuto a proliferazione produttiva lineare;

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TR3- Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali definito nell’Abaco quale: “Tessuti a densità variabile, propri delle grandi espansioni dagli anni ’60 in poi, organizzati in isolati irregolari per forme e dimensioni, caratterizzati da edifici in blocchi di diverse forme e volumetrie, collocati su lotti con geometrie e dimensioni diversificate, con ampi spazi di pertinenza, distribuiti tra superfici di servizio all’edificio (accessi carrabili e corti di servizio) e spazi semipubblici sistemati a verde o pavimentati. Maglia strutturata con assi di attraversamento e percorsi di distribuzione interna irregolare. Rapporto con la strada e grado di complessità funzionale: il rapporto con la strada è mediato dagli spazi pertinenza che circondano gli edifici. Presenza di servizi ai piani terra e di edifici specialistici, ma frequentemente la dotazione di funzioni di servizio alla residenza ed il grado di complessità funzionale risulta comunque carente. Tipo edilizio prevalente: tipo edilizio a blocchi o stecche, ma disomogeneo per la varietà di forme e volumetrie. Edifici isolati localizzati senza regole ordinative su lotti di forme e geometrie irregolari. Collocazione e margini: spesso tali tessuti sono posizionati in aree periurbane. Il margine è rappresentato nella maggior parte dei casi da una strada. Nei casi di interventi inglobati da edificato tale strada pone in relazione tale tessuto con gli altri tipi di urbanizzazione, nei casi di contatto con aree aperte la strada segna il limite con il territorio aperto, con cui non instaura alcun tipo di relazione”.

TR5- Tessuto puntiforme definito nell’Abaco quale: “Tessuti a bassa densità, localizzati ai margini dei nuclei urbani, caratterizzati da edifici mono e bifamiliari, o comunque edifici pluripiano di modeste altezze, isolati su lotto e circondati da pertinenze private liberamente sistemate a verde o pavimentate e separate da recinzioni di vario genere. La formazione di tali tessuti avviene prevalentemente per addizioni singole con debole o assente organizzazione in isolati e con parziale o assente gerarchizzazione dei percorsi viari. Rapporto con la strada e grado di complessità funzionale: rapporto con la strada non diretto ma mediato dagli spazi di pertinenza prevalentemente privati e recintati. Totale prevalenza di funzioni residenziali e assenza di spazi pubblici e di servizi. Tipo edilizio prevalente: edifici mono e bifamiliari, isolati su lotto o a schiera, talvolta edifici pluripiano di modeste altezze isolati su lotto. Collocazione e margini: tale tessuto è collocato prevalentemente in aree periurbane, al confine degli insediamenti. Il margine non è chiaramente definito, talvolta è totalmente assente e al massimo è rappresentato da una strada secondaria che divide il tessuto dal territorio aperto”.

TR6-Tessuto a tipologia mista definito nell’Abaco quale: “Tessuti a densità variabile, localizzati in aree urbane o periurbane, caratterizzati dalla compresenza di attività secondarie e terziarie, sia produttive e commerciali che direzionali, con attrezzature di interesse collettivo e quote di residenza. Il tessuto risulta frammentario e disomogeneo, con lotti di forma e dimensione disparata. Rispetto alla mixitè dei tessuti storici dove il tessuto produttivo si inserisce nella struttura compatta degli isolati urbani, nelle urbanizzazioni contemporanee il tessuto misto, date le esigenze dimensionali e tipologiche delle strutture produttive (con ampie aree non edificate di servizio alle attività di produzione-commercio) e la loro bassa qualità architettonica, è caratterizzato dalla rottura di qualsiasi relazione compositiva fra tessuto produttivo e residenziale, con il risultato di un’urbanizzazione caotica e di un paesaggio urbano di bassa qualità. Rapporto con la strada e grado di complessità funzionale: rapporto con la strada spesso non definito, talvolta diretto talvolta mediato da spazi di pertinenza prevalentemente privati e recintati. Alta complessità funzionale. Assenza o carenza di spazi pubblici, spesso limitati ad aree destinate al parcheggio. Tipo edilizio prevalente: tipi edilizi diversificati per tipologia e dimensione, con destinazioni funzionali talvolta incompatibili, disposti senza ordine o regola l’uno accanto all’altro. Collocazione e margini: tale tessuto è collocato prevalentemente in aree periurbane, al confine degli insediamenti, ma non è raro riscontrarlo all’interno dell’area urbana, soprattutto negli insediamenti di dimensioni maggiori. Il margine non è chiaramente definito, ed è rappresentato nella maggioranza dei casi da infrastrutture/strade di collegamento, piazzali di sevizio, depositi, parcheggi”.

TR7- Tessuto sfrangiato di margine definito nell’Abaco quale: “Tessuti insediativi a bassa densità con cui gli insediamenti si innescano disordinatamente nel territorio rurale, carat- terizzati da una crescita incrementale per singoli lotti, prevalentemente localizzati e dipendenti da un asse viario preesistente sul quale sono strutturati percorsi a pettine di accesso dedicati, sovente inseriti nella trama agraria preesistente. La caratteristica saliente è la frammentarietà ed incompletezza di tali espansioni, tanto da non essere percepite come tessuti, ma come sfrangiamenti della città nel territorio aperto. 16

Rapporto con la strada e grado di complessità funzionale: rapporto con la strada spesso non definito, talvolta diretto talvolta mediato dagli spazi di pertinenza prevalentemente privati e recintati. Destinazione prevalentemente resi- denziale e quasi ovunque impianto non completo e casuale ed assenza di spazi pubblici e servizi. Tipo edilizio prevalente: edifici mono e bifamiliari ed edifici pluripiano di modeste altezze isolati su lotto. Raramente edifici a blocco o stecche. Collocazione e margini: tale tessuto è collocato ai margini delle espansioni urbane più compatte dei centri maggiori o delle espansioni insediative dei centri minori. Assenza di margine urbano”.

TR8- Tessuto lineare definito nell’Abaco quale: “Tessuti discontinui a bassa o media densità con lotti residenziali disposti lungo le diramazioni viarie a pettine, generati da un’arteria stradale di scorrimento o di distribuzione locale, terminando generalmente a cul de sac in attesa di nuove addizioni. Espansioni edilizie dovute prevalentemente ad una crescita incrementale per singoli lotti. I tessuti lineari si sviluppano prevalentemente da aggregazioni insediative storiche attestate su percorsi fondativi di connessione tra centri urbani. In molti casi la matrice storica è riconoscibile, sia per la rilevanza di manufatti di valore architettonico, sia per il rapporto diretto tra edificio e strada. Negli sviluppi successivi anche se la matrice storica (strada fondativa) è ancora riconoscibile (ma solo dal punto di vista topografico) la tipologia edilizia prevalente è quella della casa isolata su lotto, con perdita del rapporto diretto con la strada, destinazione esclusivamente residenziale e sviluppo incrementale con duplicazione sui retri e saturazione degli spazi rimasti inedificati lungo il tracciato ordinatore. Rapporto con la strada e grado di complessità funzionale: rapporto con la strada mediato dagli spazi di pertinenza pre- valentemente privati e recintati. Destinazione prevalentemente residenziale e quasi ovunque impianto non completo e casuale. Nei tessuti di matrice storica sono presenti anche funzioni diverse dalla residenza (per lo più servizi di vicinato), nelle espansioni contemporanee assenza di servizi e spazi pubblici. Tipo edilizio prevalente: edifici mono e bifamiliari ed edifici pluripiano di modeste altezze isolati su lotto. Collocazione e margini: tale tessuto è collocato ai margini delle espansioni urbane più compatte o diffuso nel territorio agricolo periurbano, innervato a partire dalle principali direttrici stradali. Assenza di margine urbano”.

TPS1-Tessuto a proliferazione produttiva lineare definito nell’Abaco quale: “Tessuto prevalentemente produttivo e/o commerciale con lotti di capannoni di grandi e medie dimensioni disposti lungo un’arteria stradale di scorrimento, in pianura, fondovalle e/o su riviera fluviale, su un solo lato dell’arteria o su entrambi, spesso d’ingresso ai centri abitati, caratterizzati da una crescita incrementale per singoli lotti. In alcuni casi i lotti edificati risultano radi e intervallati da aree libere, in altri la disposizione lungo strada dei capannoni ha generato un ispessimento ed un’iterazione del principio insediativo fino alla saturazione dei lotti. Talvolta sono presenti lotti residenziali isolati inglobati. Tessuti in netta discontinuità con il tessuto urbano circostante e con il territorio aperto. Rapporto con la strada e grado di complessità funzionale: la strada funziona da fulcro attrattore e asse d’orientamento con gli edifici disposti perpendicolarmente ad essa. Rapporto con la strada mediato dagli spazi di pertinenza recintati e prevalentemente pavimentati, adibiti a funzioni complementari alla produzione. Spesso l’accesso ai singoli lotti è diretto sulla strada, anche se ad alto scorrimento. Destinazione esclusivamente commerciale/produttiva. Totale assenza di spazi pubblici, fatto salvo i piazzali adibiti a parcheggio. Talvolta sono presenti minimi servizi legati ai lavoratori che gravitano nell’area. Tipo edilizio prevalente: tipo edilizio prevalente del grande capannone prefabbricato, isolato su lotto e arretrato rispetto al fronte stradale, con assetti di facciata spesso variati e individualizzanti. Collocazione e margini: tessuto localizzato generalmente lungo le principali direttrici afferenti ai centri urbani, a riviere fluviali o ai nodi infrastrutturali. Il margine è talvolta assente e talvolta è costituito da una strada di servizio che da un lato affaccia direttamente sul territorio aperto”.

Di conseguenza gli interventi urbanistici ed edilizi dovranno essere realizzati in coerenza con gli obiettivi relativi alle tipologie individuate. Tali tipologie di morfotipi hanno costituito riferimento per la classificazione del tessuto urbano e della struttura insediativa tenendo conto delle caratteristiche e specificità del contesto locale.

Pertanto il Piano Operativo, in base al PS, alla lettura ed all’analisi del territorio, nonché in applicazione della LR 65/14 individua, in scala 1:10.000 in Tavola 1: – il territorio urbanizzato;

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– le ipotesi di trasformazione al di fuori del perimetro del territorio urbanizzato che comportino impegno di suolo non edificato evidenziati nel PO, quali polarità, per le quali è stata già conclusa la conferenza di copianificazione, ai sensi dell’art. 25 della L.R. 65/14; – i nuclei rurali di: Casanova, Pieve dei Pitti e Aia Bianca. La perimetrazione del territorio urbanizzato in scala 1:2 000 è individuata nelle Tavole da 2 a 7 di P.O.

IL PIANO OPERATIVO IN RELAZIONE AL PIANO STRUTTURALE

Il Piano Strutturale del Comune di Terricciola disciplina le trasformazioni del territorio comunale attraverso l’individuazione di Sistemi e Subsistemi territoriali (cfr art.8 Norme PS) e funzionali, per ciascuno dei quali individua in modo dettagliato gli obiettivi da perseguire nel governo del territorio, le prescrizioni vincolanti per la redazione del Piano Operativo, le Invarianti Strutturali che ne fanno parte e le relative categorie d’intervento. Ai Sistemi sono legati i contenuti statutari del territorio e le politiche strategiche del P.S. Il territorio comunale di Terricciola, ai sensi del PS, è organizzato in:

• Sistemi Territoriali, disciplinati nella Sezione “Territorio rurale”, articolati in: a) Il Sistema vallivo dei fiumi Cascina, Era e Sterza b) Il Sistema collinare

• UTOE che costituisce il riferimento fondamentale per la valutazione del dimensionamento massimo delle trasformazioni previste nel territorio dal P.S. Il Piano Operativo contiene quindi un bilancio complessivo delle trasformazioni previste e anche riferite per ogni singola UTOE, verificandone la coerenza con i parametri stabiliti dal P.S. Ai sensi della Variante del PS sono consentiti trasferimenti compensativi di dimensionamento tra le UTOE nel rispetto del dimensionamento massimo stabilito dal PS.

Le UTOE individuate dal Piano Strutturale sono: UTOE 1 Parco ambientale ex cave UTOE 2 Aree produttive esistenti di Selvatelle UTOE 3 Selvatelle UTOE 4 Area per attrezzature ricreative e del tempo libero ad est della SS439 Sarzanese Valdera UTOE 5 La Rosa UTOE 6 Aree produttive di La Rosa UTOE 7 Area Sportiva “Fonte delle Donne” UTOE 8 Area produttiva a sud della SS439 in loc. La Sterza UTOE 9 Area produttiva per esplosivi UTOE 10 Aree turistiche-ricettive e sportive “Via del Pino” UTOE 11 Il Pianetto –Podere di Vigliana UTOE 12 Le Case UTOE 13 Soianella UTOE 14 Soiana UTOE 15 La Chietina UTOE 16 Stibbiolo UTOE 17 Morrona 18

UTOE 18 Terricciola UTOE 19 Area Turistico Ricettiva “Podernovo” UTOE 20 Casanova

• Invarianti Strutturali Il PO fa rifermento alle Invarianti di Piano Strutturale, individuate graficamente nella Tavola 2 di P.S. denominata “Statuto dei Luoghi e Invarianti Strutturali di tutela”. Per tali elementi, in relazione al loro valore riconosciuto, sono definite specifiche prescrizioni di tutela sia in sede di Piano Strutturale, che di Piano Operativo. Per tali risorse e beni, riconosciuto il loro valore cardine della struttura territoriale, sono definite specifiche prescrizioni di tutela sia in sede di Piano Strutturale, che in sede di Piano Operativo. Il PS articola le Invarianti Strutturali relative ai singoli Sistemi: A- Sistema Territoriale Vallivo dei Fiumi Era, Sterza e Cascina - corsi d’acqua principali e relativi ambiti; - fossi e botri; - la viabilità storica di accesso al sistema collinare; - la struttura fondiaria agricola e le colture tradizionali; - pozzi emungimento e relative aree di rispetto; - aree e ritrovamenti archeologici; - aree boscate; - nuclei urbani storici; - agglomerati, case coloniche, molini e poderi sparsi di interesse storico; - la Strada Statale 439 “Sarzanese Valdera”; - complessi religiosi e relative aree pertinenziali: Chiesa di S. Martini, loc. Selvatelle; - area di rigurgito e di esondazione prevista nell’ambito della realizzazione di una soglia per la messa in sicurezza del Fiume Era in località Selvatelle a seguito della delibera C.P. n. 4 del 19/01/2000. (realizzata). B- Sistema Territoriale Collinare - corsi d’acqua principali e relativi ambiti; - fossi e botri; - la viabilità principale e paesaggistica, nonché gli antichi tracciati della viabilità poderale; - la struttura fondiaria agricola e le colture tradizionali; - aree e ritrovamenti archeologici; - aree boscate; - filari alberati; - i versanti ad elevate acclività; - nuclei urbani storici; - agglomerati, case coloniche, molini e poderi sparsi di interesse storico; - complessi monumentali religiosi, ville, palazzi e relative aree pertinenziali: - Villa di San Marco; - Fattoria di San Marco; - Pieve di Santa Maria e Giovanni, loc. San Marco; - Villa Ciardi, loc. Aia Bianca; - Chiesa di S. Andrea, loc. Soiana; - Oratorio della Natività, loc. Soiana;

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- Oratoria dell’Addolorata, loc. Soiana; - Badia di S. Maria, loc. Morrona; - Chiesa di Morrona; - Oratorio di S. Annunziata, loc. Terricciola; - Oratorio di S. Rocco, loc. Casanova; - Chiesa di S. Stefano, loc. Terricciola; - Chiesa di S. Donato, loc. Terricciola; - Santuario di Monterosso, loc. Terricciola; - Oratorio di S. Michele, loc. Casanova; - Chiesa di s. Bartolomeo, loc. Casanova; - Oratorio di Villa Pieve a Pitti; - Chiesa di S. Maria, loc. Pieve a Pitti; - Villa di Pieve a Pitti; - Fattoria di Pieve a Pitti; - Villa di Monte Murlo; - Castello (ruderi), loc. Soiana; - Villa di Stibbiolo.

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GLI ELABORATI DI PIANO OPERATIVO

Gli elaborati che costituiscono il PO sono: Quadro Conoscitivo: − Tav. Q.C.1- Quadro dei Beni Paesaggistici e Vincoli Sovraordinati (scala 1:10.000); − Tav. QC. 2 Uso del suolo (scala 1:10.000). Progetto di Piano Operativo: Elaborati descrittivi/normativi: Relazione; Norme Tecniche di Attuazione; Allegati alle N.T.A.: − Allegato I – Disciplina degli interventi sul patrimonio edilizio esistente nei centri e nuclei storici (Terricciola Morrona Selvatelle); − Allegato II – Disciplina degli interventi sul patrimonio edilizio esistente di valore storico architettonico e/o testimoniale in territorio rurale; − Allegato III – Schede norma; Documento di conformità al PIT-PPR. Elaborati grafici: Tav. 1 – Patrimonio territoriale sintesi (scala 1: 10.000) Tav. 2 – Selvatelle (scala 1:2.000) Tav. 3 - La Rosa (scala 1:2.000) Tav. 4- Terricciola (scala 1:2.000) Tav. 5 - Morrona (scala 1:2.000) Tav. 6 – Stibbiolo- Soiana- Soianella- La Chientina- Le Case- Il Pianetto-Podere Vigliana (scala 1:2.000) Tav. 7-La Sterza (scala 1:2.000)

Individuazione dei beni sottoposti a vincolo espropriativo (scala 1:2.000)

Studi e valutazioni di supporto alla pianificazione: - Valutazione ambientale strategica (V.A.S.) - Rapporto Ambientale e Sintesi non tecnica (V.A.S.) - Studi geologici, idraulici e sismici.

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MONITORAGGIO DEL PIANO OPERATIVO

Alla scadenza di ogni quinquennio dall’approvazione del Piano Operativo, l’Amministrazione comunale approva una relazione di monitoraggio sull’effettiva attuazione delle previsioni ai sensi dell’articolo 95 comma 14 della L.R. n. 65/2014. La relazione documenta, rispetto al quadro strategico quinquennale, i dimensionamenti prelevati dal P.S. per ogni singola UTOE, evidenziando altresì il saldo residuo rispetto per ogni UTOE e Sistema rispetto al dimensionamento complessivo del Piano Strutturale e verificando il rispetto delle dotazioni minime di standard urbanistici. L’Amministrazione Comunale potrà effettuare, anche prima della scadenza del quinquennio, un monitoraggio periodico relativo all’attuazione degli interventi di trasformazione. A tal fine, L’A.C. procede ad una specifica relazione di monitoraggio, in cui si espliciti lo stato di attuazione dello strumento di pianificazione urbanistica e la quota di incidenza degli interventi di nuova edificazione attuati rispetto a quelli di recupero e rigenerazione del patrimonio edilizio esistente, evidenziando il residuo disponibile rispetto al dimensionamento di P.S. e l’eventuale necessità di procedere ad una revisione complessiva e/o per singole UTOE rispetto al dimensionamento del P.O. Il monitoraggio periodico si rende necessario per la verifica dell’attuazione degli interventi nei lotti liberi in zona B “tessuto di recente formazione a prevalente carattere residenziale” al fine di verificarne il rispetto del dimensionamento complessivo del PO (per tale zona) nel rispetto del PS. Qualora tale dimensionamento sia stato raggiunto non si potranno attuare nuovi interventi di completamento anche se in presenza di lotti liberi in zona B. Il PO prevede che i residui del dimensionamento non attuati di Piani particolareggiati potrà essere assegnati, nel monitoraggio, alle zone B, in territorio urbanizzato, tale quantità non potrà superare 10% , e comunque nel limite di 50 abitanti. In generale, i dimensionamenti relativi alle previsioni che abbiano perduto efficacia ai sensi dell’art. 2 comma 2 delle presenti Norme, rientrano nei quantitativi residui del P.S., disponibili per la definizione del successivo quadro strategico quinquennale.

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INTERVENTI DI GESTIONE E TRASFORMAZIONE

Il PO distingue gli interventi edilizi in: − interventi di conservazione e gestione del patrimonio edilizio esistente; − interventi di trasformazione; Il P.O., oltre agli interventi diretti, prevede le modalità di attuazione degli interventi urbanistici ed edilizi, mediante i seguenti strumenti: a) Piani Attuativi, di cui all’art. 107 della L.R. 65/2014; b) Piani di recupero del patrimonio edilizio, di cui all’art. 109 della L.R. 65/2014; c) Progetti Unitari Convenzionati, di cui all’art. 121 della L.R. 65/2014; d) Interventi di rigenerazione urbana, di cui all’art.125 della LR 65/14; e) Interventi edilizi diretti nel rispetto delle modalità previste dal presente P.O. e dagli artt. 134, 135 e 136 della L.R. 65/2014; f) Progetti esecutivi di opere pubbliche.

INTERVENTI DI CONSERVAZIONE E GESTIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE

Come già esplicitato, ai sensi della legge, gli interventi di conservazione e gestione del patrimonio edilizio esistente hanno validità a tempo indeterminato. Gli interventi di conservazione e gestione del patrimonio edilizio esistente sono definiti e disciplinati dall’art. 3 del DPR 380/2001 come declinato dalla L.R. 65/2014 e s.m.i.. Le principali categorie d’intervento sul patrimonio edilizio esistente sono: I. Manutenzione Ordinaria;

II. Manutenzione Straordinaria;

III. Restauro e risanamento conservativo (R);

IV. Ristrutturazione edilizia conservativa (Rc);

V. Interventi edilizi pertinenziali.

Il PO, ai fini della tutela dei valori morfologici, tipologici, formali e strutturali del patrimonio edilizio esistente, articola gli interventi di Ristrutturazione edilizia conservativa (Rc) relativi al tessuto consolidato di antica formazione e agli edifici rurali di valore storico, architettonico e testimoniale, secondo la seguente classificazione: Rc1 – Ristrutturazione conservativa senza alterazioni di volumi e superfici Oltre alla conservazione dei caratteri architettonici e formali dell'edificio, e degli elementi pertinenziali significativi, il PO ammette interventi che comportano anche la riorganizzazione funzionale interna delle singole unità immobiliari, compreso il cambio d’uso, senza che ne siano alterati i volumi e le superfici, con modifiche agli elementi verticali non strutturali. Gli eventuali interventi sulle parti strutturali devono tendere al recupero, al consolidamento ed all’integrazione di quelle originali ancora in grado di svolgere una funzione statica, impiegando tipi di materiali analoghi a quelli originari e/o compatibili con questi. Non sono ammesse modifiche alle aperture esistenti sui prospetti salvo ripristino di situazioni preesistenti o, limitatamente ai fronti secondari, interventi strettamente finalizzati al miglioramento delle caratteristiche igienico sanitarie nel rispetto dei caratteri formali e tipologici dell’organismo edilizio. 23

Qualora siano presenti volumi impropri, quali superfetazioni o manufatti incoerenti con la tipologia, potranno essere ammesse limitate modifiche volumetriche o della sagoma finalizzate alla contestualizzazione ed alla riqualificazione tipologica e formale dei manufatti. Rc2 – Riorganizzazione funzionale con limitati interventi incidenti sugli elementi strutturali Il PO consente interventi di riorganizzazione funzionale, con interventi incidenti sugli elementi strutturali, di una o più unità immobiliari, finalizzati al loro adeguamento igienico-sanitario e/o ad una diversa articolazione spaziale e distributiva, compreso il cambio d’uso, anche attraverso accorpamento o divisione delle unità immobiliari esistenti. Tali interventi dovranno essere realizzati nel rispetto delle caratteristiche storiche, tipologiche e architettoniche degli organismi edilizi, e potranno prevedere anche limitate modifiche strutturali quali: aperture nei setti portanti interni, realizzazione di scale interne, modeste modifiche alla quota dei solai, laddove compatibili con gli elementi costruttivi da conservare (volte, solai e pareti decorate, ecc). Non sono ammesse modifiche alle aperture esistenti sui prospetti salvo ripristino di situazioni preesistenti o, limitatamente ai fronti secondari, interventi strettamente finalizzati al miglioramento delle caratteristiche igienico-sanitarie nel rispetto dei caratteri formali e tipologici dell’organismo edilizio. Qualora siano presenti volumi impropri, quali superfetazioni o manufatti incoerenti con la tipologia dell’edificio, potranno essere ammesse limitate modifiche volumetriche o della sagoma finalizzate alla contestualizzazione e alla riqualificazione tipologica e formale dei manufatti incongrui. Rc3 – Riqualificazione e ricomposizione tipologica Il PO consente interventi volti al superamento delle condizioni di degrado funzionale e formale dovuto ad alterazione dei caratteri tipologici originari (quali dimensioni e tipologia delle aperture, introduzione di scale improprie, realizzazione balconi o terrazze, tettoie, etc). A tal fine sono ammessi, oltre a quanto previsto per la categoria Rc2, interventi di modifica dei prospetti e della sagoma finalizzati alla rimozione e/o contestualizzazione degli elementi incongrui e al ripristino di soluzioni coerenti con le caratteristiche tipologiche dell’edificio e con il suo processo evolutivo. Per gli interventi di recupero ai fini abitativi dei sottotetti da realizzarsi in applicazione della L.R. n. 5/2010 si considerano prestazioni analoghe a quelle derivanti dall’applicazione delle norme igienico sanitarie statali quelle ottenute garantendo il rispetto di tutti i requisiti minimi obbligatori di seguito elencati: • superficie utile abitabile non inferiore ai requisiti igienico-sanitari minimi per i locali di abitazione indicati nel D.M. 5 luglio 1975 (mq 14 per i locali soggiorno e per le camere da letto matrimoniali; mq 9 per le camere da letto singole); • aerazione rispondente alle stesse disposizioni igienico-sanitarie dettate dal Regolamento Edilizio per le unità immobiliari ad uso abitativo collocate ai piani sottostanti. In assenza di specifiche disposizioni comunali deve essere assicurata un’aerazione contrapposta estesa all’intero sottotetto, che prevenga ristagni di aria nei singoli locali in cui esso può essere suddiviso. Tale obbligo s’intende assolto quando siano previste due o più aperture, direttamente comunicanti con l'esterno, poste su pareti esterne contrapposte e/o su falde opposte della copertura. Nel caso di dimostrata impossibilità deve essere quantomeno garantita la ventilazione d’angolo, estesa all’intero sottotetto, mediante aperture ubicate in pareti esterne tra loro ortogonali o, comunque, inclinate non meno di 45° le une rispetto alle altre, ovvero su falde; • nel rispetto del contesto e, ove tecnicamente possibile, integrazione delle aperture collocate in copertura con aperture supplementari (quali finestre sulle pareti verticali esterne, abbaini, lucernari apribili) al fine di garantire il rapporto aeroilluminante anche oltre il parametro minimo di 1/16 previsto dalla legge regionale;

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• coibentazione termica della copertura, nel rispetto dei requisiti minimi di legge per i locali di abitazione; estrazione meccanica dei fumi e dei vapori di eventuali locali cucina o angoli-cottura. I volumi e le superfici di sottotetti recuperati a fini abitativi per effetto della L.R. n. 5/2010 non possono essere oggetto di interventi comportanti incremento del numero di unità immobiliari. • Gli edifici non classificati sono da intendersi privi di valore (PV) in quanto risultano generalmente edificati post 1960 e privi di valore architettonico e tipologico. Per tali edifici la categoria d’intervento è fino alla ristrutturazione edilizia ricostruttiva. Al fine di un miglioramento tipologico- formale e delle condizioni abitative, per gli edifici a destinazione residenziale al momento della adozione del P.O., sono ammessi ampliamenti una tantum fino ad un massimo di 20 mq di superficie edificabile (SE) per unità abitativa esistente alla data di adozione del PO. Detti ampliamenti non possono determinare un incremento delle unità abitative maggiore di uno rispetto alla situazione legittimamente esistente alla data di adozione del P.O. né possono prevedere destinazioni diverse dalla residenza. Gli interventi di ampliamento degli edifici residenziali sono subordinati alla redazione di un progetto unitario di valorizzazione complessiva dell’organismo edilizio, comprensivo, oltre della riqualificazione dei manufatti incongrui, anche delle necessarie operazioni di sistemazione dei manufatti pertinenziali e delle aree scoperte in coerenza con i valori paesaggistici e percettivi del contesto. Attraverso un progetto unitario del tipo sopra descritto, sono inoltre consentiti interventi di demolizione e ricostruzione con diversa collocazione e/o accorpamento dei volumi secondari o accessori presenti nell’area di pertinenza dell’edificio principale. Qualora tali interventi comportino un incremento maggiore di un'unità abitativa rispetto alla situazione esistente alla data di adozione del PO, o comunque il cambio d'uso interessi una SE maggiore di 150 mq, sono subordinati a PDR oppure a permesso di costruire convenzionato.

Per gli edifici allo stato di rudere sono consentiti gli interventi volti al ripristino delle porzioni crollate e demolite, previo accertamento della originaria consistenza e configurazione, ai sensi art. 134 comma 1 lettera h p.to 4 della L.R. 65/14. Gli interventi dovranno dimostrare la compatibilità ed il rispetto dei caratteri storici, architettonici e tipologici originari, anche attraverso un linguaggio contemporaneo. Per gli edifici non classificati quali ruderi ma che presentino porzioni crollate, è sempre ammessa la fedele ricostruzione delle stesse previa documentazione dell’originaria consistenze e caratteristiche, secondo modalità coerenti con la categoria di intervento assegnata all’edificio.

Per le aree e gli edifici con destinazione turistico-ricettiva esistenti il PO consente interventi edilizi coerenti con le norme di zona di appartenenza. Per i piani attuativi approvati e convenzionati ancora in essere, sono valide le normative dei relativi piani e, qualora sebbene scaduti, siano state realizzate le relative opere di urbanizzazioni previste dal Piano Particolareggiato, potrà essere ammesso il completamento degli interventi.

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INTERVENTI DI TRASFORMAZIONE

Come già esplicitato, ai sensi della legge, gli interventi di trasformazione, valgono cinque anni dall’entrata in vigore del Piano, e si distinguono nelle seguenti categorie: a) Ristrutturazione edilizia ricostruttiva (Rr) articolata in:

-Demolizione con fedele ricostruzione vedi LR 65/14 art. 134 comma 1 lettera h punto1

-Demolizione e contestuale ricostruzione vedi LR 65/14 art. 134 comma 1 lettera h punto 2 b) Ripristino di edifici demoliti o crollati vedi LR 65/14 art. 134 comma 1 lettera h punto 4 e lettera i c) Addizioni volumetriche agli edifici esistenti vedi LR 65/14 art. 134 comma 1 lettera g; sono gli interventi di ampliamento degli edifici esistenti non assimilati alla ristrutturazione edilizia e finalizzati alla riqualificazione ed all’adeguamento del patrimonio edilizio esistente, da attuarsi nel rispetto dei parametri stabiliti dal PO, in coerenza con il processo tipologico proprio dell’edificio. Sono gli interventi di ampliamento degli edifici esistenti non assimilati alla ristrutturazione edilizia e finalizzati alla riqualificazione ed all’adeguamento del patrimonio edilizio esistente, da attuarsi nel rispetto dei parametri e tipologie stabilite dal PO. per le diverse categorie di zona e per singolo edificio. - Qualora gli incrementi volumetrici determinino un aumento di unità abitative superiore ad una rispetto all’esistente, sono subordinati alla formazione di un Piano di Recupero o a permesso a costruire convenzionato; - gli ampliamenti degli edifici ricompresi nel tessuto di recente formazione non possono superare i 20 mq di superficie edificabile per edificio; - devono essere rispettate le distanze dai confini, dai fabbricati, dalle strade, etc e dalle altre normative di Regolamento edilizio vigente. d) Sostituzione edilizia vedi LR 65/14 art. 134 comma 1 lettera l - Gli interventi di sostituzione edilizia sono intesi come demolizione e ricostruzione di volumi esistenti non assimilabili alla ristrutturazione edilizia, eseguiti anche con contestuale incremento volumetrico, diversa articolazione, collocazione e destinazione d’uso, a condizione che non si determini modificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale e che non si renda necessario alcun intervento sulle opere di urbanizzazione. Nel territorio rurale, gli interventi di sostituzione edilizia del patrimonio edilizio (nei casi previsti dal PO) sono intesi come demolizione con successiva ricostruzione della SUL esistente, nell’ambito dell’area di pertinenza; è possibile una diversa articolazione planivolumetrica e della sagoma del fabbricato preesistente. Gli interventi di sostituzione edilizia sono condizionati ad interventi di sistemazione complessiva delle aree di pertinenza, al superamento delle condizioni di degrado, alla eliminazione delle superfetazioni. Il nuovo edificato, oltre a garantire un migliore inserimento paesaggistico così come specificato successivamente. e) Ristrutturazione urbanistica vedi LR 65/14 art. 134 comma 1 lettera f f) Nuova edificazione vedi LR 65/14 art. 134 comma 1 lettera a

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Regole e Criteri per la nuova edificazione

In attuazione delle disposizioni del vigente PIT con valenza di Piano Paesaggistico relative alla definizione di specifiche misure per il corretto inserimento progettuale dei nuovi interventi nel contesto insediativo e paesaggistico esistente, tutti gli interventi di cui alle categorie d, e, f, del precedente comma dovranno rispettare i seguenti indirizzi e prescrizioni: Gli interventi di ristrutturazione edilizia ricostruttiva, sostituzione edilizia, ristrutturazione urbanistica e nuova edificazione dovranno garantire il corretto inserimento urbanistico e paesaggistico dei nuovi manufatti e delle relative sistemazioni rispetto al contesto urbano e territoriale; a tal fine, in fase di progettazione dovrà essere posta particolare attenzione ai seguenti aspetti:  Morfologia: le soluzioni progettuali devono tenere conto della morfologia dei luoghi contenendo al minimo gli interventi di sbancamento e rispettando l’andamento naturale del terreno, preferibilmente sfruttando gli eventuali dislivelli esistenti (pendii, scarpate, ciglioni), ricorrendo a soluzioni architettoniche quali coperture inerbite, volumi a gradoni integrati con il verde, ecc. Per gli interventi in area collinare, particolare attenzione dovrà essere posta nella progettazione degli affacci a valle, evitando la realizzazione di fronti edificati continui che costituiscano elemento di degrado visivo.  Inserimento paesaggistico: gli interventi edilizi dovranno essere corredati da un specifico progetto delle sistemazioni rilevanti ai fini paesaggistici, con riferimento alla viabilità esterna ed interna all’area, alla presenza di recinzioni, siepi, arbusti ed alberature o qualsiasi altra tipologia vegetazionale, al mantenimento di alberi di particolare pregio per dimensioni o tipologia. I progetti dovranno prevedere specifici elaborati di dettaglio che dimostrino il corretto inserimento urbanistico e paesaggistico degli interventi rispetto al contesto territoriale, con particolare riferimento ai varchi e alle visuali libere pre e post intervento.  Sicurezza geologico idraulica: in sede di progettazione dovranno essere effettuati gli studi e le verifiche richiesti dalla normativa vigente per assicurare, oltre alla fattibilità degli interventi, la sicurezza dei nuovi insediamenti ed il non aggravio delle condizioni di rischio al contorno, nel rispetto delle disposizioni di cui all’art. 64 delle presenti norme. La previsione di interventi di trasformazione è subordinata alla verifica dell’esistenza delle infrastrutture e dei servizi, anche a carattere privato, necessari a soddisfare la domanda di approvvigionamento, distribuzione e depurazione, o al contestuale potenziamento delle infrastrutture compatibilmente con l’uso sostenibile della risorsa. In particolare costituiscono parte integrante del P.O. le indicazioni contenute nel Rapporto Ambientale.

E’ facoltà dell’Amministrazione subordinare a specifica convenzione anche interventi non soggetti a Piano Attuativo, qualora la loro attuazione sia collegata alla realizzazione di opere di urbanizzazione pubblica e/o sistemazioni di carattere ambientale e paesaggistico.

Il PO individua aree per le quali, in rapporto alla loro complessità e rilevanza, sono subordinate a Piani Attuativi o a PUC, e sono disciplinati puntualmente dalle Schede Norma di cui all’Allegato III. Tali Schede contengono prescrizioni in relazione ai parametri urbanistici ed edilizi, nonché le indicazioni morfologiche, tipologiche e funzionali per la predisposizione dei singoli Piani Attuativi o degli interventi unitari convenzionati. Le indicazioni progettuali contenute nelle Schede Norma costituiscono prescrizioni e orientamenti per la progettazione che devono essere guida per l’approfondimento e la verifica in sede di redazione del

27 progetto. Ogni scheda definisce regole urbanistiche relative alle infrastrutture principali, agli standard, alle tipologie, ai vincoli, alle prescrizioni geologico-tecniche ed ambientali necessarie per rendere compatibile l’intervento con il contesto paesaggistico, territoriale, urbanistico ed ambientale preesistente. Gli orientamenti per la progettazione, per i comparti per i quali la Scheda Norma prevede una mixitè funzionale, le quantità massime e/o minime indicate per le singole funzioni costituiscono parametro inderogabile, ferma restando la possibilità da parte del soggetto attuatore di attivare solo alcune delle funzioni previste, nel rispetto del dimensionamento ad esse relativo. Tale attuazione parziale è comunque subordinata alla definizione di un assetto unitario dell’intero comparto, eventualmente articolato per subcomparti funzionali. Qualora gli schemi per gli orientamenti alla progettazione, evidenzino, all’esterno delle aree di massima edificabilità, aree a verde, queste sono da intendersi quali aree di rispetto, nonché aree di verde pertinenziale, per gli standard e accesso ai lotti. All’interno dei singoli comparti dovrà essere garantito il soddisfacimento degli standard urbanistici in relazione alle quantità e alle tipologie prescritte dalle Schede di cui al relativo Allegato III, e, in assenza di specifiche indicazioni, in misura non inferiore alle quantità minime previste dal Piano Strutturale. Il PO consente che, qualora l’intervento sia strettamente riconducibile allo Schema Direttore l’intervento potrà avvenire attraverso PUC ai sensi art. 121 della LR 65/14.

Nelle aree soggette obbligatoriamente a P.A., nelle more di formazione dello stesso non è ammessa alcuna trasformazione degli immobili ivi ricadenti, ad eccezione di interventi di manutenzione straordinaria, strettamente finalizzati ad assicurarne i requisiti di abitabilità o agibilità. Le Schede Norma possono contenere disposizioni specifiche in merito a singoli comparti.

L’AC può, a seguito di elementi conoscitivi che evidenziano lo stato di degrado, individuare specifiche zone di degrado per le quali attivare i Piani di Recupero. Per i Piani di Recupero è facoltà dell’Amministrazione Comunale, in sede di convenzione, subordinare l’intervento alla realizzazione di opere ed infrastrutture di interesse pubblico anche esterne al comparto individuato. Il concorso alla realizzazione di opere d’interesse pubblico potrà anche essere attivato per i permessi costruire convenzionati qualora l’intervento evidenzi un incremento del carico urbanistico. L’efficacia delle previsioni da attuarsi mediante piani attuativi, progetti unitari convenzionati, interventi di rigenerazione urbana è definita all’art. 95 comma 11, 12, 13 della LR 65/14.

Gli ampliamenti di edifici abitativi realizzati in applicazione degli artt. 3 e 4 della L.R. n. 24/2009 e s.m.i. (c.d. ‘piano casa’) non si cumulano con gli ampliamenti, comunque denominati, consentiti dal presente Piano Operativo sui medesimi edifici. Non può essere modificata la destinazione d'uso degli edifici abitativi sui quali siano stati realizzati gli interventi di cui agli artt. 3 e 4 della L.R. n. 24/2009 e s.m.i., oppure il numero degli alloggi legittimato dall’atto abilitativo proposto ai sensi della medesima legge regionale. Non può essere modificata la destinazione d’uso degli edifici a destinazione d’uso industriale o artigianale sui quali siano stati realizzati gli interventi di cui all’art. 3bis della L.R. n. 24/2009 e s.m.i. se non siano decorsi almeno dieci anni dalla comunicazione di ultimazione dei lavori.

Gli elaborati di P.O. evidenziano con specifica simbologia le aree facenti parte di comparti urbanistici la cui attuazione è regolata da atti o convenzioni antecedenti all’entrata in vigore del P.O.

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In tali aree sono ammessi, fino alla decadenza dei rapporti convenzionali o dell’efficacia delle previsioni urbanistiche, gli interventi previsti dai Piani Attuativi convenzionati. Per i comparti per i quali sia concluso o decaduto il piano attuativo e la relativa convenzione, resta l’obbligo di osservare, per le parti attuate, le eventuali prescrizioni stabilite dal piano stesso.

Per i piani attuativi approvati e convenzionati ancora in essere con destinazione turistico-ricettiva esistenti, sono valide le normative dei relativi piani e, qualora sebbene scaduti, siano state realizzate le relative opere di urbanizzazioni previste dal Piano Particolareggiato, potrà essere ammesso il completamento degli interventi.

In presenza di Piani Attuativi, a destinazione residenziale che artigianale industriale, per i quali siano state concluse le opere di urbanizzazione è consentita l’edificabilità all’interno dei lotti purché siano rispettate le destinazioni d’uso i parametri gli indici e le prescrizioni esplicitati in detti Piani. Gli interventi dovranno rispettare le condizioni alle trasformazioni derivate dagli studi idraulici geologici e sismici ed ambientali che costituiscono documentazione essenziale del PO.

Qualità e sostenibilità degli insediamenti

Il Piano Operativo promuove la qualità e la sostenibilità degli insediamenti, in coerenza ed in attuazione delle disposizioni di cui all’art. 62 e al Titolo VIII “Norme per l’edilizia sostenibile” della L.R. 65/14; inoltre, l’Amministrazione Comunale favorisce l’edilizia sostenibile nel rispetto delle linee guida regionali di cui all’art. 219 della L.R. 65/14, anche attraverso l’applicazione degli incentivi previsti all’art. 220 della legge regionale. L’Amministrazione Comunale può approvare un Regolamento per l’edilizia sostenibile che specifichi ed approfondisca la disciplina in tema di sostenibilità ed ecocompatibilità dell’edilizia (bioarchitettura, bioclimatica, ecc). Inoltre, in conformità con il Piano Strutturale e con le disposizioni di cui all’art. 17 del DPGR 32/R/2017, il P.O. favorisce la permanenza e l’implementazione del verde di connessione ecologica, in quanto assicura le relazioni fisiche, ambientali e percettive tra le aree urbanizzate e non. In tal senso il PO prescrive, attraverso la propria disciplina ed in particolare nelle aree di nuova edificazione, di rigenerazione, di ristrutturazione urbanistica, di evitare saldature percettive, ambientali e funzionali attraverso l’individuazione di corridoi di relazione che devono essere mantenuti, salvaguardati ed implementati al fine di rispettare la morfologia, i contesti rurali, ambientali, paesaggistici appartenenti anche a sistemi e subsistemi territoriali diversi, nonché in riferimento ai corsi d’acqua. In particolare, fanno parte del verde di connessione ecologica elementi quali i corridoi fluviali multifunzionali, le infrastrutture verdi, le fasce di mitigazione paesaggistico–ambientale e le aree verdi contigue al territorio rurale.

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SISTEMA INSEDIATIVO

Il PO articola il sistema insediativo in relazione alla seguente articolazione: a. Centri Storici b. Tessuto consolidato di antica formazione c. Tessuto di recente formazione a prevalente carattere residenziale d. Nuclei rurali e. Edifici storici e relative aree di pertinenza f. Tessuto a prevalente carattere produttivo-artigianale

Centri storici Gli ambiti denominati “Centri storici” sono assimilati alle zone omogenee A di cui al D.M. 1444/68. Tutti gli interventi sono rivolti alla conservazione ed alla valorizzazione dei caratteri storici, tipologici ed architettonici del tessuto urbano e del patrimonio edilizio esistente, individuando utilizzi compatibili e strategie finalizzate a salvaguardarne il ruolo, la permanenza dei servizi, delle funzioni civili, culturali, sociali; il PO favorisce azioni volte alla rivitalizzazione dei centri storici per una più ampia fruibilità dello spazio pubblico anche attraverso la valorizzazione della rete commerciale minore. Il P.O. individua il tessuto edificato appartenente ai centri storici di Terricciola, Morrona, Soiana, Soianella, La Chientina, Selvatelle e Casanova. I centri storici di Soiana, Soianella, La Chientina e Casanova sono disciplinati dai relativi Piani di Recupero di iniziativa pubblica vigenti in quanto pubblicati il 17/08/2016. Per i centri storici di Terricciola, Morrona, Selvatelle, le specifiche categorie di intervento relative ai singoli edifici sono contenute nell’ Allegato I – Regesto degli interventi sul patrimonio edilizio esistente nei centri storici. Gli edifici e le aree sono classificati in categorie e gruppi omogenei per caratteristiche tipologiche, architettoniche, storiche e di conservazione, sulla base del quadro conoscitivo dei previgente Piani di Recupero, opportunamente aggiornati in sede di redazione del P.O. Per gli edifici non disciplinati nell’Allegato I, in assenza di specifiche disposizioni, sono ammessi interventi fino alla categoria del restauro conservativo. L’ Amministrazione, in sede di monitoraggio del PO, potrà procedere all’integrazione del Regesto sulla base di puntuali valutazioni. All’interno dei centri storici è prevalente la funzione residenziale; sono ammesse, purchè integrate nel contesto urbano, attività di servizio, direzionali, attività commerciali al dettaglio (limitatamente ad esercizi di vicinato ed attività di somministrazione di alimenti e bevande ai sensi della L.R. 62/18), attività turistico ricettive, anche sotto forma di albergo diffuso, ai sensi della normativa regionale, e artigianato di servizio compatibile con la residenza, nel rispetto della disciplina di cui all’articolo 5 3delle presenti norme. Per le attività artigianali esistenti gli interventi ammissibili sono condizionati alla previa verifica della compatibilità ambientale ed urbanistica con il tessuto residenziale. Il mutamento di destinazione è ammesso nel rispetto di quanto risulti conforme alle previsioni successivamente richiamate e sia compatibile con il tipo edilizio e con i valori architettonici dell'immobile, nonché con il tessuto urbano circostante affinché non si produca degrado tipologico o ambientale. Le caratteristiche morfologiche dei centri di antica formazione e le tipologie edilizie sono tali da escludere mutamenti sostanziali delle destinazioni d’uso qualora estese ad interi complessi edilizi o fabbricati se non per finalità residenziali e/o per servizi d’interesse collettivo. Qualora il mutamento di destinazione d’uso vada ad interessare interi edifici o complessi edilizi con incidenza sugli standard urbanistici (per la tipologia 30 e la dimensione delle funzioni introdotte, ecc.) l’AC potrà, per superare la presenza di condizioni di degrado urbanistico individuare una specifica “zona di degrado” e subordinare l’intervento a specifico PdR di iniziativa pubblica o privata convenzionata. Il mutamento di destinazione d’uso in residenza dei locali ai piani terra che non possiedono i requisiti di cui al comma 8 è ammesso unicamente per i locali funzionalmente collegati e/o collegabili ad abitazioni esistenti alla data di adozione del PO. Al fine di salvaguardare le caratteristiche tipologiche del tessuto edilizio ed i relativi standard abitativi, la creazione di nuovi alloggi mediante frazionamento e/o mutamento di destinazione d’uso è condizionata alla sussistenza dei seguenti requisiti: a) presenza di almeno due vani abitabili, dotati di luce ed areazione diretta; b) presenza di un ulteriore vano per servizi igienico-sanitari; c) accesso autonomo dalla strada pubblica o dalle parti comuni.

Per quanto riguarda le aree libere all’interno e/o integrate ai centri storici, gli interventi dovranno essere rivolti alla tutela ed al ripristino degli assetti e delle sistemazioni storicizzate, nonché alla disciplina degli aspetti paesaggistici. Per le aree contraddistinte da orti, giardini, piazzali, corti, resedi in genere la riqualificazione dovrà avvenire almeno nel rispetto delle seguenti prescrizioni: - mantenimento e qualificazione degli spazi non edificati (es. orti e giardini); -conservazione degli elementi architettonici isolati di pregio quali fontane, muri di recinzione, edicole, pozzi, lavatoi, pavimentazioni, etc.

Tessuto consolidato di antica formazione

Il PO individua a scala 1:2000 “Gli ambiti denominati “Tessuto consolidato di antica formazione” quali parti del sistema insediativo che rivestono valore storico, urbanistico ed architettonico e son, all’interno del tessuto urbano, caratterizzate da edifici a prevalente destinazione residenziale formatosi attraverso la progressiva espansione dell’originario nucleo consolidato tra XIX e XX secolo. Tali ambiti sono assimilati alle zone omogenee B sature di cui al D.M. 1444/68. Tutti gli interventi sono rivolti alla tutela ed alla valorizzazione dei caratteri storici, tipologici ed architettonici del patrimonio edilizio esistente, individuandone usi compatibili e strategie finalizzate all’innalzamento della qualità urbana ed al superamento delle varie forme di degrado edilizio ed urbanistico. La valorizzazione tessuto dovrà porre particolare attenzione alla salvaguardia ed alla valorizzazione delle relazioni percettive e funzionali che caratterizzano la morfologia degli insediamenti ed il loro contesto paesaggistico (varchi, passaggi, affacci, etc). Nell’ambito della valorizzazione dovranno essere promossi gli interventi per il recupero delle colture tradizionali e del sistema orti/giardini di servizio agli insediamenti, ove documentabili e/o riconoscibili. Gli interventi sugli edifici per i quali sono prescritti interventi di conservazione valgono le stesse modalità di intervento già richiamate, così come le regole per il mutamento di destinazione e per le aree libere.

Criteri ed indirizzi per gli interventi sul patrimonio edilizio di valore storico, architettonico e testimoniale

Il PO prescrive che per tutti gli interventi sul patrimonio edilizio esistente di valore storico, architettonico o testimoniale, oltre che alla disciplina specifica rispetto all’ambito di appartenenza, il rispetto dei seguenti

31 criteri ed indirizzi, finalizzati ad impostare correttamente gli interventi di restauro, recupero e riqualificazione degli organismi edilizi, assicurandone la conservazione fisica in rapporto alle esigenze di adeguamento alle necessità d’uso attuali. In particolare gli interventi dovranno essere condotti nel rispetto delle indicazioni di cui ai successivi commi. Interventi strutturali: le opere di consolidamento strutturale dovranno prevedere il recupero, il consolidamento e l’integrazione delle strutture originali ancora in grado di svolgere una funzione statica, mediante l’utilizzo di tecniche e materiali compatibili con le caratteristiche da salvaguardare degli organismi edilizi. Laddove gli elementi strutturali posseggano caratteri architettonici e formali di valore (volte con decorazioni pittoriche, soffitti a cassettoni, ecc.) gli interventi ne devono prioritariamente garantire la conservazione ed il recupero. Interventi che interessano l’aspetto esteriore degli organismi edilizi: tali opere dovranno prevedere la conservazione dei caratteri tipologici e formali di valore architettonico e testimoniale, oppure il loro ripristino nel caso siano stati oggetto di precedenti alterazioni. In particolare: a) le coperture dovranno essere mantenute e/o ripristinate nella loro configurazione, dimensione, caratteristiche materiali e costruttive, salvo il caso di superfetazioni o rialzamenti che non risultino coerenti con la stratificazione storica dell’edificio; i manti di copertura e gli aggetti di gronda dovranno essere mantenuti e/o ripristinati nelle forme e nei caratteri costruttivi e decorativi preesistenti o di tipo tradizionale, preferibilmente recuperando ove possibile i materiali originari; b) i prospetti dell’organismo edilizio dovranno essere conservati, con particolare attenzione alla posizione, alla modularità, alle dimensioni ed all’allineamento delle aperture esistenti, nonché alle loro caratteristiche formali e decorative. L’introduzione di nuove aperture, nei casi ammessi dalla disciplina di PO, dovrà essere realizzata in coerenza con gli allineamenti prospettici, con le medesime dimensioni e caratteristiche formali di quelle esistenti, nonchè nel rispetto dei rapporti di gerarchia connessi al tipo edilizio. In generale è ammesso il ripristino di aperture precedentemente tamponate, purché risultanti da specifica documentazione e non in contrasto con l’organizzazione complessiva del prospetto. c) I paramenti murari esterni dovranno essere conservati e/o recuperati nei loro caratteri formali e costruttivi, utilizzando preferibilmente tecniche e materiali analoghi e/o compatibili con quelli originari (quali indicativamente intonaci e tinteggiature a base di calce, pietra locale, muratura mista, ecc.). Il paramento a vista deve essere mantenuto ove questo sia di impianto originario e non conseguente a deterioramento dello strato di finitura superficiale. Negli interventi di manutenzione su paramenti prevalentemente intonacati, è ammissibile riportare porzioni o intere facciate a vista solamente a seguito di analisi di carattere evolutivo sull’edificio, che evidenzino il ritrovamento di apparati decorativi o paramenti murari di maggior rilevanza storico documentale rispetto agli assetti di facciata successivi. Non è comunque ammesso riportare a vista elementi costruttivi isolati di tipo comune come archetti di scarico, cantonali e simili. Gli interventi che interessano le facciate dovranno sempre essere riferiti all’unità tipologica, indipendentemente dall’assetto proprietario. d) Dovranno essere sempre conservati e/o ripristinati nelle forme originali, gli elementi architettonici e decorativi quali cornici marcapiano, zoccolature, angolari, riquadrature di aperture realizzate con intonaco a rilievo e dipinto, in pietra, cotto o altri materiali, nonché eventuali affreschi o decorazioni pittoriche, stemmi, lapidi ed iscrizioni. e) I colori da utilizzare sono quelli della gamma cromatica tradizionale ed eventuali colorazioni storicizzate desunte da saggi di indagine nelle stratificazioni dell’intonaco. L’Amministrazione

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Comunale potrà dotarsi di un apposito “Piano del Colore” come strumento di riferimento e coordinamento per gli interventi sul patrimonio architettonico urbano e rurale. f) Negli interventi che prevedono l’installazione di infissi e serramenti dovranno essere preferibilmente utilizzate tipologie e materiali tradizionali e/o storicizzati. Interventi che interessano l’organizzazione distributiva: gli interventi di recupero e ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente dovranno essere realizzati nel rispetto dell’assetto distributivo storicamente connesso al tipo edilizio, con particolare attenzione alla conservazione ed al ripristino delle scale e dei collegamenti originari, delle gerarchie spaziali e funzionali tra gli spazi interni ed esterni. Eventuali frazionamenti e/o partizioni, incidenti anche sugli elementi strutturali ove consentito dalla disciplina di PO, dovranno inserirsi coerentemente nell’organismo edilizio senza alterarne o comprometterne la leggibilità. Impianti: l’inserimento di nuovi impianti non dovrà in alcun modo alterare gli elementi architettonici e decorativi sulle facciate interne ed esterne. L’installazione di reti di collegamento dovrà essere eseguita nel rispetto dell’assetto delle facciate ed opportunamente progettata. Ove possibile, è da pianificare e razionalizzare il passaggio delle infrastrutture tecnologiche (reti telematiche e di telefonia, sistemi di trasmissione radio‐televisiva, ecc.) al fine di evitare/minimizzare l’interferenza visiva con il valore estetico‐percettivo dei luoghi, anche mediante soluzioni tecnologiche innovative che consentano la riduzione dei dimensionamenti e la rimozione degli elementi obsoleti e privilegiando la condivisione delle strutture di supporto per i vari apparati dei diversi gestori. Interventi di risanamento e riqualificazione energetica: gli interventi necessari al miglioramento/adeguamento delle prestazioni energetiche, tecnologiche ed impiantistiche degli organismi edilizi esistenti, anche in adempimento delle normative vigenti, dovranno essere condotti nel rispetto delle caratteristiche architettoniche degli stessi e comunque in modo tale da incidere il meno possibile sui caratteri strutturali degli edifici e conservare le proprietà traspiranti proprie dei materiali naturali tradizionali. Le opere di risanamento, deumidificazione ed isolamento dovranno essere realizzate utilizzando soluzioni tecniche e progettuali compatibili con i valori tipologici e formali del patrimonio edilizio. L’installazione di impianti di energia da fonti rinnovabili dovrà essere ubicata in aree e spazi non visibili da viabilità pubblica e punti di visuale paesaggistica. Interventi sulle aree scoperte: il ripristino o la formazione delle pavimentazioni degli spazi pubblici dovrà prevedere l’uso di lastricato e/o selciato tradizionale in pietra. L’utilizzo di soluzioni diverse dovrà essere adeguatamente motivate in sede progettuale. Per gli spazi di pertinenza delle singole unità edilizie, generalmente piccoli corti a servizio delle abitazioni, è da preferire l’uso di materiali di recupero, o comunque materiali naturali capaci di invecchiare senza degradarsi quali: pietra, laterizio di recupero o nuovo fatto a mano, graniglie, etc. Gli spazi di pertinenza, dovranno essere trattati con criteri di uniformità, evitando l’uso di molti materiali e un eccessivo arricchimento formale in contrasto con i caratteri degli edifici. Le aree, gli orti ed i giardini privati dovranno essere mantenuti e valorizzati nel loro assetto e nelle relazioni con il tessuto edificato, quale parte integrante della struttura insediativa storica. Per la sistemazione degli spazi di pertinenza degli edifici rurali si rinvia alle disposizioni di cui all’art. 36 delle presenti Norme, nonché alle disposizioni di RE. Tali criteri costituiscono indirizzo e riferimento per la redazione e/o l’implementazione del Regolamento Edilizio comunale. Sono fatte salve le disposizioni previste da strumenti e piani di dettaglio (Piani Particolareggiati, Piani di recupero, Piano del Colore, ecc.) Al fine della riqualificazione dell’edificato, l’AC potrà programmare uno studio della morfologia urbana e delle tipologie edilizie individuando gli stadi del processo tipologico nonché le potenzialità della trasformazione sostenibile (valorizzazione, riqualificazione). Tali studi potranno determinare le

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modalità di riqualificazione tipologica e crescita coerente. In tal senso l’AC potrà programmare Varianti urbanistiche. Per i nuclei rurali Il PO individua, in Tav. 1Patrimonio Territoriale, ai sensi dell’art. 65 L.R. 65/14, i nuclei di Badia di Morrona, Aia Bianca, Pieve de’ Pitti, per i quali vige la disciplina di cui Allegato II – Disciplina degli interventi sul patrimonio edilizio esistente di valore storico architettonico e/o testimoniale in territorio rurale; qualora non vi sia attribuzione di specifico valore, attraverso documentazione comprovante, si intendono applicabili le categorie di intervento fino alla ristrutturazione conservativa RC1. Per tali ambiti l’Amministrazione Comunale potrà, con successivi atti, predisporre un piano o strumento di dettaglio, attraverso il quale siano individuati gli eventuali interventi di carattere pubblico e privato finalizzati alla dotazione di servizi, all’implementazione degli standard, al miglioramento delle condizioni abitative dei residenti.

Edifici storici e relative aree di pertinenza Gli Edifici di antica formazione e/o di pregio architettonico e testimoniale sono stati individuati in sede di RU e riconfermati e/o implementati in sede di P.O. e sono ricompresi sia in territorio urbanizzato che in territorio rurale (cfr Titolo V Disciplina del territorio rurale). Il P.O. individua per ciascun organismo edilizio o edificio, sulla base degli specifici valori storico tipologici riconosciuti, categorie di intervento coerenti con gli obiettivi di tutela e valorizzazione del patrimonio edilizio ed urbanistico. In tal senso, in base alla loro tipologia, ai caratteri architettonici, ambientali e all' epoca di costruzione, nonché al loro grado di conservazione e leggibilità, gli edifici dell'intero territorio comunale sono stati classificati in:

Edifici di rilevante valore architettonico -"RV" corrispondenti a edifici notificati di interesse storico o artistico di cui al Decreto Legislativo 29 ottobre 1999 n. 490 e/o presentano caratteristiche tali da essere assimilati, edifici elencati nelle invarianti strutturali di tutela di cui all' art. 11 del Piano Strutturale. L’atteggiamento di tutela e di valorizzazione è esteso alle aree di pertinenza degli edifici, con particolare riferimento a parchi e giardini di interesse storico, corti ed aree scoperte correlate all’organizzazione tipologica dell’organismo edilizio, sistemazioni a verde e alberature di alto fusto qualora elemento caratterizzante dell’immagine urbana e/o paesaggistica storicizzata. Obiettivo del P.O. è tutelare il bene anche attraverso interventi che nel rispetto degli elementi architettonici, tipologici, artistici, consentano un uso compatibile e permettano il superamento di eventuali elementi di degrado fisico e/o formale e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico- culturale. Per tali edifici sono ammessi interventi fino al restauro e risanamento conservativo.

Edifici di valore architettonico "V" corrispondenti a edifici di valore storico-testimoniale, anche elencati nelle invarianti strutturali, di cui all' art. 11 del Piano Strutturale, che conservano caratteristiche tipologiche e/o architettoniche di valore. L’atteggiamento di tutela e di valorizzazione è esteso alle aree di pertinenza degli edifici, con particolare riferimento giardini, corti ed aree scoperte correlate all’organizzazione tipologica dell’organismo edilizio, sistemazioni a verde e alberature di alto fusto qualora elemento caratterizzante dell’immagine urbana e/o paesaggistica storicizzata. Obiettivo è salvaguardare i caratteri storici e testimoniali del patrimonio architettonico attraverso interventi volti alla conservazione, al recupero ed al superamento delle condizioni di degrado, nel rispetto degli elementi storico tipologici. Nei casi in cui tale classificazione sia attributi ad edifici parzialmente allo stato di rudere, sono ammessi gli interventi di cui al successivo comma 7 nel rispetto dei caratteri

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storici, architettonici e tipologici documentati. Per favorire il recupero dei manufatti dell'edilizia rurale che presentino altezze interne superiori a 5 m, è consentita la realizzazione di soppalchi che siano strutturalmente indipendenti rispetto all’organismo edilizio originario o comunque tali da non alterare le strutture murarie esistenti. Le soluzioni progettuali dovranno garantire il rispetto e la leggibilità del tipo edilizio originario, nel rispetto del vigente R.E. E’ vietata, negli interventi che comportano il frazionamento degli edifici rurali, l’introduzione di nuove scale, qualora determini tipologie riconducibili a schiere o pseudo-schiere (terra-tetto), ove in contrasto con i caratteri tipologici dell’edilizia rurale storica. Sono comprese inoltre limitate modifiche del sistema delle finestrature esistenti dei soli prospetti tergali, motivate da esigenze di miglioramento delle condizioni di illuminazione e aerazione dei locali, purchè compatibili con la classificazione degli edifici ed in ogni caso coerenti con i caratteri storici- tipologici dell’edificio. Prescrizioni vincolanti l’intervento: - mantenimento o rifacimento del corpo scala nella posizione e nella forma originaria; - mantenimento e/o ripristino degli elementi architettonici e decorativi interni e delle facciate; - mantenimento e/o ripristino delle volte e dei solai in legno in vista se esistenti o occultati. - superamento degli elementi di degrado esistente. Le pertinenze dovranno prevedere la conservazione o ripristino degli spazi aperti: corti, piazzali, orti, giardini, chiostri; nonché la conservazione degli eventuali elementi architettonici isolati: fontane, pozzi, chioschi, edicole, ecc. Per gli edifici in Territorio rurale si rimanda anche alle specifiche discipline. Per tali edifici sono ammessi interventi fino alla ristrutturazione edilizia conservativa, senza alterazioni dei caratteri tipologici e formali (Rc1).

Edifici di valore tipologico testimoniale “IT” (ex minor valore storico "MV" nel RU previgente) corrispondenti a edifici di valore testimoniale, che conservano l’interesse tipologico, tuttavia in alcuni casi risultano alterati attraverso interventi puntuali (introduzione di terrazzi, superfetazioni tergali e/o giustapposte, tettoie, scale improprie, aperture e/o rivestimenti incongrui, etc). Obiettivo è la salvaguardia della tipologia, quale testimonianza dei caratteri storici dell’edilizia rurale, attraverso interventi volti alla conservazione, al recupero ed al superamento delle condizioni di degrado. Gli interventi comprendono anche la modifica delle aperture esistenti e/o l’introduzione di nuove aperture purché in coerenza alle regole del tipo edilizio (collocazione, gerarchia, articolazione vuoti/pieni, assialità, complanarietà), nel rispetto delle specifiche limitazioni definite dalla categoria di intervento. Per tali edifici la relativa categoria d’intervento è fino alla: Rc2 – Riorganizzazione funzionale con limitati interventi incidenti sugli elementi strutturali. Inoltre a quanto previsto dalle schede dei singoli edifici, qualora nelle aree di pertinenza di edifici storici siano compresi edifici privi di valore ovvero non classificati, per essi sono ammessi, interventi di ristrutturazione urbanistica, previa demolizione e ricostruzione a parità di volume, subordinati alla formazione di Piano di recupero esteso a tutta l’ area di pertinenza di edifici storici, tale intervento dovrà comunque armonizzarsi con le tipologie e le forme dell’ edificato circostante. Sono inoltre ammesse le seguenti opere: a) la demolizione e la ricostruzione del sistema di scale interne utilizzando tipologie e materiali adeguati alla tipologia dell’edificio; b) il rifacimento dei solai senza modificare la posizione originaria;

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c) l'aumento volumetrico per gli edifici principali, a funzione prevalentemente abitativa, relativo al recupero, ai soli fini abitativi e senza che siano costituite nuove unità immobiliari, dell' ultimo piano sottotetto per consolidamento e adeguamenti igienico-sanitari fino ad un massimo di 50 cm., misurati dal piano di calpestio del solaio all’ intradosso del sottotetto e mantenendo inalterata l' inclinazione originaria delle falde, se non esplicitamente escluso dalle indicazioni di intervento dedotte dalle schede degli edifici. Prescrizioni vincolanti l’intervento: - mantenimento e/o ripristino degli elementi architettonici e decorativi interni e delle facciate; - ripristino e/o rifacimento delle volte e dei solai in legno in vista se esistenti o occultati; - conservazione o ripristino da superfetazioni degli spazi aperti: corti, piazzali, orti, giardini, chiostri; - conservazione degli eventuali elementi architettonici isolati: fontane, pozzi, chioschi, edicole, ecc..

Edifici individuati di scarso valore SV (ex edifici classificati "MV2" nel RU previgente), seppur di interesse tipologico, hanno perso gran parte del loro valore architettonico e documentario a causa di interventi impropri e/o manomissioni. Obiettivo è la riqualificazione tipologica e formale dell’edificio volta al ripristino/recupero della leggibilità dei caratteri originari. Gli interventi di riqualificazione e ricomposizione tipologica possono comprendere anche ampliamenti in coerenza con il processo di crescita tipologica, subordinati alla riqualificazione complessiva dell’organismo edilizio e delle pertinenze. Per gli edifici la categoria d’intervento è fino alla: Riqualificazione e ricomposizione tipologica (Rc3). Sono inoltre ammessi, all’interno del territorio urbanizzato, interventi di ampliamento una tantum fino ad un massimo di 20 mq di SE per edificio esistente alla data di adozione del PO, nel rispetto delle prescrizioni di cui sopra. Detti ampliamenti non possono determinare un incremento delle unità abitative maggiore di uno rispetto alla situazione legittimamente esistente alla data di adozione del P.O. Gli interventi di ampliamento degli edifici residenziali sono subordinati alla redazione di un progetto unitario di valorizzazione complessiva dell’organismo edilizio, comprensivo, oltre che della riqualificazione dei manufatti incongrui, anche delle necessarie operazioni di sistemazione dei manufatti pertinenziali e delle aree scoperte in coerenza con i valori paesaggistici e percettivi del contesto. Attraverso un progetto unitario possono inoltre essere consentiti, sono inoltre consentiti interventi di demolizione e ricostruzione con diversa collocazione e/o accorpamento dei volumi secondari o accessori presenti nell’area di pertinenza dell’edificio principale. Qualora tali interventi comportino un incremento maggiore di un'unità abitativa rispetto alla situazione esistente alla data di adozione del PO, o comunque il cambio d'uso sia prevalente rispetto alla destinazione residenziale, sono subordinati a PDR. Gli interventi dovranno garantire la conservazione degli elementi compositivi e di finitura di pregio, sia delle facciate che degli interni; in ogni caso è fatto divieto di interessare con nuovi orizzontamenti -ancorchè arretrati- le aperture esistenti che si conservano o di progetto. Prescrizioni vincolanti l’intervento: - mantenimento e/o ripristino degli elementi tipici tradizionali della configurazione architettonica dei fronti, comprensiva dell'apparato decorativo e dei materiali originali esistenti; - ripristino e/o ricostruzione delle volte e dei solai in legno in vista se esistenti o occultati; - conservazione o ripristino da superfetazioni degli spazi aperti: corti, piazzali, orti, giardini, chiostri; - conservazione degli eventuali elementi architettonici isolati: fontane, pozzi, chioschi, edicole, ecc.

Per gli edifici, corrispondenti a beni architettonici tutelati ai sensi della Parte II del D. Lgs 42/2004, sono ammessi esclusivamente interventi di restauro conservativo finalizzati alla tutela ed alla valorizzazione 36

dei beni e del loro contesto, nel rispetto delle procedure previste dalla legislazione vigente, nonché delle funzioni ammesse dal P.O. per gli edifici in oggetto e/o per l’ambito territoriale di appartenenza.

L’atteggiamento di tutela e di valorizzazione è esteso, oltre agli ambiti di pertinenza degli edifici nei centri storici e nei tessuti consolidati, alle anche all’“ambito di pertinenza degli edifici storici” esterni ai nuclei storici, con particolare riferimento a parchi e giardini storici, corti ed aree scoperte correlate all’organizzazione tipologica dell’organismo edilizio, sistemazioni a verde e alberature di alto fusto qualora elemento caratterizzante dell’immagine urbana e/o paesaggistica storicizzata.

Nel rispetto delle disposizioni di cui all’art. 138 comma 1 della L.R. 65/14, per gli tutti gli edifici i progetti degli interventi devono documentare gli elementi tipologici, formali e strutturali che qualificano il valore degli immobili, e dimostrare la compatibilità degli interventi proposti con la tutela e la conservazione dei suddetti elementi. Nel rispetto delle disposizioni di cui all’art. 138 comma 2 della L.R. 65/14, su tutti gli edifici di cui al presente articolo gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria devono essere realizzati nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo edilizio.

Nell’ambito del territorio comunale, escludendo le zone A, gli edifici di rilevante valore e di valore, al fine di favorire la fruizione delle pertinenze e degli spazi strettamente congiunti agli edifici, potranno essere autorizzati pergolati per una profondità coerente con il tipo edilizio e una dimensione non superiore ai 2/3 del fronte. Attraverso un progetto di riqualificazione tipologica estesa al fabbricato, qualora isolato, potranno anche essere autorizzati porticati di tipo tradizionale la cui superficie complessiva non potrà superare i 20 mq. Nell’Allegato I - Regesto del patrimonio edilizio di interesse storico Terricciola Morrona Selvatelle sono definite le categorie di intervento ammesse per i singoli edifici ricadenti all’interno del territorio urbanizzato, appartenenti a nuclei urbani storici e tessuto insediativo consolidato.

Tessuto di recente formazione a prevalente carattere residenziale

Il PO individua in scala 1:2000 gli ambiti definiti “Tessuto di recente formazione a prevalente carattere residenziale” corrispondono al tessuto edilizio a prevalente destinazione residenziale formatosi attraverso la progressiva espansione dell’originario insediamento consolidato a partire dal secondo dopoguerra. Tali ambiti sono assimilati alle zone omogenee B di cui al D.M. 1444/68. Costituisce obiettivo del P.O. la riqualificazione tipologica e funzionale del tessuto urbano esistente attraverso l’individuazione degli interventi e degli usi compatibili, rispetto alla prevalente destinazione residenziale, nonché delle dotazioni necessarie di standard e servizi da realizzare. L’assetto urbanistico, formale e tipologico dell’edificato recente potrà essere riqualificato sia attraverso la riorganizzazione e il limitato incremento dei tipi edilizi; in tal senso si rende ammissibile una addizione percentuale del 10% della SE esistente alla data di adozione del PO, fino ad un massimo di 20mq, purché in coerenza con lo stadio del processo tipologico raggiunto dai singoli edifici, che mediante interventi di ristrutturazione edilizia e funzionale, nel rispetto delle distanze e parametri di legge. Per i lotti già edificati che non hanno raggiunto il 20% del Rc, coincidente con la SE, rispetto alla superficie, è consentito l’ampliamento degli edifici fino al raggiungimento ti tale parametro. L’incremento esclude gli interventi addizionali, di cui al comma precedente.

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Si sottolinea comunque che, qualora nel tessuto siano ricompresi edifici individuati nella cartografia di P.O. come Edifici di rilevante valore, di valore oppure di interesse tipologico sono ammessi gli interventi già descritti.

Gli eventuali nuovi interventi edilizi dovranno inserirsi in modo coerente nel processo storico di evoluzione degli insediamenti, riprendendone i caratteri di razionalità ed organicità. Nelle aree libere di superficie superiore a 600 mq, purchè non già utilizzate per l’edificazione e non risultanti da frazionamenti successivi all’Avvio del procedimento del PO del 2019, che non rivestano carattere pertinenziale rispetto ad edifici esistenti, sono consentiti interventi di nuova edificazione a carattere residenziale finalizzati al completamento del tessuto esistente, nel rispetto delle disposizioni per le nuove costruzioni e dei seguenti parametri urbanistici: Rc 20% Hmax 4 m

Ai fini dell’individuazione dei lotti edificatori vige la definizione di “Lotto urbanistico di riferimento” dell’art. 35 del Regolamento di Attuazione dell’art. 216 della L.R. 65/14 approvato con DPGR n. 39/R del 24.07.2018. Ai sensi dell’art. 95 comma 11 della L.R. 65/14, le previsioni di interventi di nuova edificazione di cui al presente comma perdono efficacia entro cinque anni dall’approvazione del presente PO qualora non sia rilasciato il relativo titolo edilizio. Qualora in fase di programmazione e/o richiesta degli interventi di trasformazione emerga la necessità di realizzare o riqualificare le opere di urbanizzazione primaria (viabilità, sottoservizi, standard, ecc.), l’Amministrazione Comunale, potrà subordinare gli interventi a permesso di costruire convenzionato ai sensi dell’art. 28bis del DPR 380/01 e smi, eventualmente articolato in unità minime funzionali. In sede di convenzione l’Amministrazione Comunale individua l’ubicazione, la tipologia e la quantità degli standard e delle opere di urbanizzazione primaria da realizzare a cura del richiedente, in relazione al carico urbanistico previsto e nel rispetto degli indirizzi di Piano Strutturale.

Sono subordinati a permesso di costruire convenzionato gli interventi di nuova edificazione relativi a lotti che abbiano accesso da parcheggi pubblici o altre aree di proprietà comunale; la convenzione dovrà definire le opere a carico del privato necessarie per l’adeguamento funzionale e la messa in sicurezza degli accessi pubblici e privati. In sede di monitoraggio la SE complessiva degli interventi realizzati nei lotti liberi dovrà essere esplicitata nelle tabelle di verifica delle trasformazioni in coerenza con il dimensionamento massimo del PO, in conformità con il dimensionamento stabilito dal PS. Gli interventi di nuova edificazione sono ammissibili esclusivamente ove il lotto di intervento sia direttamente accessibile da strada pubblica, o il richiedente si impegni attraverso convenzione o atto unilaterale d’obbligo alla realizzazione della viabilità di collegamento con la viabilità pubblica esistente. Gli interventi di frazionamento o variazione di destinazione d’uso che comportino incremento di unità immobiliari residenziali non possono originare alloggi inferiori ai 50 mq di SUL. Inoltre gli interventi che comportano incremento di carico urbanistico (anche attraverso cambiamento di destinazione d’uso), sono ammessi nel rispetto del dimensionamento stabilito dal Piano Strutturale e sono subordinati alla verifica dei rapporti minimi di cui al D.M. 1444/68, nonché della dotazione di parcheggi privati (pertinenziali e di relazione) prevista dalle vigenti normative. Negli elaborati di P.O. Scheda Norma di cui all’Allegato III sono evidenziati le aree assoggettate ai progetti unitari convenzionati (Piani attuativi o PUC di cui all’art. 121 della L.R. 65/14), la cui attuazione è subordinata a convenzione con l’Amministrazione Comunale che disciplini, contestualmente alla realizzazione delle trasformazioni edilizie, le modalità di realizzazione e cessione delle opere di urbanizzazione pubbliche previste dagli elaborati di Piano. Il progetto allegato alla convenzione definisce l'ubicazione, la tipologia e l'entità degli interventi e delle sistemazioni previste mediante la redazione di 38 progetto planivolumetrico unitario dell’intera area comprensivo delle opere di urbanizzazione nonché dell’inserimento nel contesto urbanistico e paesaggistico, nel rispetto dei parametri urbanistici stabiliti dal PO nelle specifiche Scheda Norma di cui all’Allegato III. Nella definizione dell’assetto planivolumetrico generale potranno essere concordate con l’Amministrazione Comunale limitate variazioni di ubicazione e di tipologia delle aree a destinazione pubblica, purché ne rimanga invariata la quantità complessiva e la funzionalità delle aree pubbliche. All’interno del tessuto urbano di formazione recente è prevalente la funzione residenziale. Sono ammesse, in quanto compatibili con la residenza. Per le attività esistenti diverse da quelle elencate, sono ammessi interventi fino alla manutenzione straordinaria condizionati alla previa verifica della compatibilità ambientale ed urbanistica con il tessuto residenziale. Per gli insediamenti residenziali in fase di attuazione facenti parte di comparti urbanistici la cui attuazione è regolata da atti pubblici o convenzioni antecedenti all’entrata in vigore del P.O.; in tali aree sono ammessi, fino alla decadenza dei rapporti convenzionali, gli interventi previsti dai Piani Attuativi convenzionati, anche così come modificati da successive Varianti anche di RU. Eventuali varianti ai Piani Attuativi convenzionati sono ammesse in conformità al dimensionamento di P.S. ed alla disciplina stabilita dal PO, fermi restando i parametri dimensionali complessivamente stabiliti dalla originaria Scheda Norma del RU previgente e la verifica della dotazione di standard urbanistici rispetto alle eventuali nuove funzioni previste. Per i permessi a costruire non scaduti valgono le normative che ne hanno determinato l’edificabilità. Alla scadenza dei permessi a costruire i lotti sono ricondotti all’edificato di recente formazione, ma non sono consentite le addizioni previste dal PO.

Aree miste

All’interno del tessuto urbano di formazione recente gli elaborati di PO individuano alcune parti di tessuto denominate “Aree miste”, caratterizzate dalla compresenza di funzioni residenziali, commerciali, artigianali e di servizio. In tali aree sono ammessi interventi fino alla sostituzione edilizia. Gli interventi che determinano incremento di carico urbanistico (anche attraverso mutamento della destinazione d’uso), sono subordinati alla verifica dei rapporti minimi di cui al D.M. 1444/68, nonché della dotazione di parcheggi privati (pertinenziali e di relazione) prevista dalle vigenti normative. All’interno delle aree i cui al presente articolo sono ammesse le seguenti destinazioni d’uso: •Residenza •Direzionale e di servizio; •Commerciale al dettaglio limitatamente alla vendita e somministrazione alimenti e bevande. Il passaggio tra le categorie su costituisce mutamento rilevante della destinazione d’uso ai sensi art. 99 comma 2 della L.R. 65/14 ed è subordinato alla verifica del soddisfacimento degli standard urbanistici nei casi e con le modalità di legge.

Aree a prevalente carattere turistico ricettivo

Il PO conferma, per i piani attuativi approvati e convenzionati ancora in essere con destinazione turistico- ricettiva esistenti, la validità delle normative dei relativi piani e, qualora sebbene scaduti, siano state realizzate le relative opere di urbanizzazioni previste dal Piano Particolareggiato, potrà essere ammesso il completamento degli interventi. Inoltre il P.O. individua in Tav. 1, all’esterno del territorio urbanizzato, i seguenti comparti:

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Polarità a carattere ricettivo. Per ciascuna polarità è predisposta una specifica Scheda Norma di cui all’Allegato III delle NTA, contenente le prescrizioni in relazione ai parametri urbanistici ed edilizi, nonché le indicazioni morfologiche, tipologiche e funzionali per la predisposizione dei singoli Piani Attuativi o degli interventi unitari convenzionati. Le indicazioni progettuali contenute nelle Schede Norma costituiscono prescrizioni che devono essere approfondite e verificate in sede di redazione del progetto. Le seguenti polarità turistico sono state programmate a seguito di conferenza di copianificazione svolta ai sensi art. 25 L.R. 65/14, e sono:

Polarità 10 Turistico ricettiva Borgo alle Vigne

Polarità 11 Turistico ricettiva Podere Stendardo

Polarità 12 Turistico ricettiva Selvatelle

Polarità 13 Turistico ricettiva Villa San Marco

Polarità 14 Turistico ricettiva Podernovo

Polarità 15 La vecchia Sterza

Polarità 16 I Laghi

Polarità 17 Turistico ricettiva Pasquino, la Sterza

Tessuti a prevalente carattere produttivo ed artigianale Tali zone comprendono le parti di territorio destinate ad insediamenti a prevalente destinazione artigianale, commerciale e di servizio. Tali ambiti sono assimilati alle zone omogenee D di cui al D.M. 1444/68. Gli interventi sono prevalentemente finalizzati alla riqualificazione degli insediamenti esistenti e delle loro relazioni con il contesto urbanistico e paesaggistico, attraverso criteri e modalità d’intervento tali da garantire prioritariamente il miglioramento e l’efficientamento dell’edificato, nonché di qualificare l’immagine urbana e l’implementazione dei servizi anche a carattere privato. Le destinazioni d' uso ammesse sono: artigianale, direzionale, commerciale e per la distribuzione, magazzini, attrezzature di servizio. Sono esclusi gli insediamenti di attività insalubri, nocive ed inquinanti.

Le aree Produttive di completamento sono consentiti, con intervento edilizio diretto, interventi fino alla ristrutturazione urbanistica, nel rispetto dei seguenti parametri, in coerenza con il previgente RU: -R.C. 50% di " Sf "; - U.f. 70% di "Sf "; - H. 10,00 ml. (con deroghe per volumi tecnici); - Distanza dai confini 5,00 ml.; - Distanza dai fabbricati 10,00 ml.; - Distanza dalle strade 5,00 ml. - T. = 10% di "Sf” dove la dotazione di T (tettoie) è da considerare aggiuntiva alle superfici scaturite dal calcolo del R.C. e dell'U.f.

Gli interventi di nuova edificazione, in eventuali lotti liberi individuati catastalmente, sono consentiti solo 40 nel caso che questi non siano già stati conteggiati per determinare una volumetria precedente. La loro attuazione è subordinata alla formazione di Piani attuativi di iniziativa pubblica o privata nei limiti dei seguenti parametri in coerenza con il previgente RU: - R.C. 60% di " Sf "; - U.t. 70% di "St"; - H. 10,00 ml. (con deroghe per volumi tecnici); - Distanza dai confini 5,00 ml.; - Distanza dai fabbricati 10,00 ml.; - Distanza dalle strade 10,00 ml. - T. = 10% di “St” dove la dotazione di T (tettoie) è da considerare aggiuntiva alle superfici scaturite dal calcolo del R.C. e dell'U.f. Nell' ambito di tali aree l'Amministrazione Comunale può individuare parti riservate alla formazione di P.I.P.

Nell' ambito dei Piani attuativi, dovrà essere prevista una dotazione non inferiore al 20% dell’intera superficie destinata a tali insediamenti (escluso sedi viarie) da destinare a standard. Sono ammesse tutte le destinazioni d' uso di cui alla norma generale, oltre al terziario (uffici, banche, studi professionali, ecc.) e attività di ristorazione e bar che non potranno comunque occupare una percentuale superiore al 30% della volumetria destinata all' attività principale. Inoltre, qualora l’intervento preveda la compresenza di diverse destinazioni d’ uso ammesse, gli standard urbanistici dovranno essere determinati come sommatoria dei termini risultanti applicando le disposizioni legislative per ogni diversa destinazione d’ uso e comunque non potranno essere inferiori al 20% dell’intera superficie destinata a tali insediamenti (escluso sedi viarie).

Sono ammessi gli interventi necessari ad adeguamenti funzionali e tecnologici indotti dall' aggiornamento di normative comunitarie e nazionali, ampliamenti una tantum fino ad un massimo del 5% dell’U.f., nel rispetto degli altri parametri edilizi di zona.

Per le aziende a carattere artigianale presenti in territorio rurale precedenti alla data di adozione del PO (Area frantumazione inerti; Area per attività pericolose -produzione fuochi df’artificio, soggetta a specifica norma di sicurezza) sono consentiti interventi fino alla manutenzione straordinaria e di adeguamento alle leggi di carattere ambientale nei limiti del periodo temporale della autorizzazione dell’attività.

Per gli insediamenti produttivi in fase di attuazione, le cui aree sono regolate da atti pubblici o convenzioni antecedenti all’entrata in vigore del P.O., sono ammessi, fino alla decadenza dei rapporti convenzionali, gli interventi previsti dai Piani Attuativi convenzionati, così come modificati da successive Varianti anche di RU. Detti ambiti sono assimilati alle zone omogenee D di cui al D.M. 1444/68. Eventuali varianti ai Piani Attuativi convenzionati sono ammesse in conformità al dimensionamento di P.S. ed alla disciplina stabilita dalle NTA, fermi restando i parametri dimensionali complessivamente stabiliti dalla originaria Scheda Norma del RU previgente e la verifica della dotazione di standard urbanistici rispetto alle eventuali nuove funzioni previste.

Mutamenti della destinazione d’uso Il PO, ai sensi dell’articolo 99, comma 1 della L.R. n. 65/2014, considera mutamenti di destinazione d’uso i passaggi dall’una all’altra delle seguenti categorie: a) Residenziale b) Industriale - artigianale c) Commerciale al dettaglio d) Turistico ricettiva 41

e) Direzionale e di servizio f) Commerciale all’ingrosso e depositi g) Agricola e funzioni connesse ai sensi di legge. Le attività commerciali al dettaglio comprendono, oltre alle tradizionali attività di distribuzione e vendita, tutte le attività rientranti nel settore commerciale o svolte in forma imprenditoriale commerciale, ivi incluse le attività di somministrazione di alimenti e bevande, intrattenimento e spettacolo, servizi alla persona, noleggio, ecc. Le attività che non rientrano tra quelle indicate o ad esse assimilabili secondo criteri di analogia, sono da considerare come attività produttive secondarie. Per artigianato di servizio e compatibile con la residenza si intende l’attività svolta da imprese artigiane e diretta alla prestazione di servizi connessi alla cura della persona, alla manutenzione di beni mobili ed immobili, alla produzione non seriale di beni ed alla loro commercializzazione, con esclusione di attività rumorose e/o inquinanti. Ai sensi dell’art. 99 comma 4 L.R. 65/14, si ha mutamento di destinazione d’uso rilevante ai fini delle presenti norme quando venga variata l’utilizzazione prevalente in termini di superficie utile, anche con più interventi successivi. La destinazione d’uso, da considerarsi ai fini del comma precedente, è quella risultante da atti pubblici, ovvero da atti in possesso della pubblica amministrazione, formati in data anteriore a quella di adozione del Piano Operativo. In mancanza di tali atti si assume la destinazione catastale quale risulta alla medesima data.

LA DISTRIBUZIONE E LOCALIZZAZIONE DELLE FUNZIONI

Il Piano Operativo definisce al presente articolo la disciplina della distribuzione e localizzazione delle funzioni in applicazione dell’art. 95 comma 2 lettera d) della L.R. n. 65/14. La disciplina della distribuzione e localizzazione delle funzioni regola i mutamenti delle destinazioni d’uso degli immobili, ivi comprese le aree di pertinenza degli edifici esistenti e i terreni inedificati, in coerenza con gli obiettivi definiti dal Piano Strutturale. La disciplina della distribuzione e localizzazione delle funzioni ha validità a tempo indeterminato. Con riferimento a ciascun ambito (U.T.O.E. o parte di essa ricompresa nel territorio urbanizzato ai sensi art. 4 L.R. 65/14), il Piano Operativo individua e definisce: a) le funzioni ammesse anche in relazione a singoli complessi immobiliari, a singoli immobili o a parti di essi; b) le quantità massime e minime per ciascuna funzione in relazione alle reciproche compatibilità, nel rispetto del dimensionamento di P.S.; c) le condizioni per la localizzazione delle funzioni in determinate parti degli ambiti. Sono comunque soggetti a SCIA, anche in assenza di opere edilizie, i mutamenti di destinazione d’uso che comportano l’introduzione della destinazione residenziale in unità immobiliari destinate ad altri usi o incremento di carico urbanistico ai sensi di legge. In relazione ai livelli di trasformazione urbanistica ed edilizia indotti dal mutamento di destinazione d’uso (rilevante incremento di carico urbanistico o necessità di verificare l’effettiva compatibilità con il tessuto esistente) il P.O. individua i casi in cui subordinare l’intervento alla formazione di un Piano Attuativo o alla stipula di specifica convenzione. Sono fatte salve le eventuali disposizioni e/o limitazioni stabilite dal Piano Operativo per ambiti o comparti specifici.

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All’interno del territorio urbanizzato, in relazione al prevalente carattere residenziale e fatte salve le indicazioni specifiche delle schede norma di cui all’Allegato III, sono ammesse, in quanto compatibili con la residenza, le seguenti attività: − Residenziale − Commerciale al dettaglio, con esclusione di grandi strutture di vendita ai sensi L.R. 28/05; − Turistico ricettiva − Direzionale e di servizio − Artigianale di servizio e compatibile con la residenza − Industriale – artigianale. In applicazione della LR 65/14 il PO stabilisce che per i centri storici e per gli edifici di valore storico- testimoniale, le destinazioni ammesse, qualora non esplicitate nei relativi PdR vigenti, sono la destinazione residenziale, i servizi di interesse collettivo anche a carattere privato, nonché le attività tradizionalmente compatibilmente con la residenza, nel rispetto dei principi di sostenibilità urbanistica e ambientale. Per il patrimonio edilizio esistente nel territorio rurale, oltre alle attività agricole e quelle ad esse connesse definite del D.L. 18 maggio 2001, n° 228, il PO ammette le destinazioni funzionali connesse e compatibili. Nell’ambito della destinazione turistico ricettiva sono comprese le strutture ricettive extra alberghiere di cui agli artt. 55,56,57,58 della L.R. 86/2016 (Affittacamere Bed and breakfast Case e appartamenti per vacanze). L’esercizio di tali attività è ammesso in tutte le zone del territorio comunale compatibili con la residenza attraverso interventi di recupero e riconversione funzionale del patrimonio edilizio esistente con destinazione residenziale. Gli interventi ammessi sui singoli edifici sono determinati dalla specifica disciplina di zona e/o dalle eventuali prescrizioni e vincoli esistenti relativi al patrimonio edilizio di interesse storico architettonico. Le strutture ricettive extra alberghiere di cui al presente comma, in coerenza con quanto stabilito dalla legislazione vigente in materia, sono assimilate ai fini urbanistici ed edilizi alle civili abitazioni, con obbligo tassativo della gestione unitaria e applicazione della disciplina civilistica del contratto alberghiero. La realizzazione di tali strutture è quindi subordinata alla verifica del dimensionamento residenziale previsto dal P.S. e dal P.O. per l’ambito territoriale interessato. L’ampliamento della capacità ricettiva dell’attività di affittacamere oltre i limiti di cui alla L.R. 86/2016 comporta la variazione di destinazione urbanistica dell’immobile, ammissibile solo ove coerente con le indicazioni del Piano Strutturale e del Piano Operativo. Nel territorio urbanizzato non è ammessa la localizzazione di aziende insalubri di classe I e di classe II, fatte salve le attività già insediate alla data di adozione del P.O. La realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili è ammessa nel rispetto delle prescrizioni di cui agli Allegati 1a e 1b del vigente PIT con valenza di Piano Paesaggistico, nonché dalle disposizioni di cui al Titolo IV Capo IV delle presenti Norme.

INTERVENTI PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA E TERRITORIALE Interventi di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente Il Piano Operativo individua specifiche perimetrazioni corrispondenti a zone di recupero ai sensi della L.R. 457/78, all’interno delle quali gli interventi sono subordinati alla formazione di Piani di Recupero di cui all’art. 119 della L.R. n. 65/14. Per ogni zona di recupero è definita una Scheda Norma (cfr Allegato III) contenete indirizzi e prescrizioni in relazione ai parametri urbanistici ed edilizi, nonché le indicazioni morfologiche, tipologiche e funzionali per 43 la predisposizione dei singoli Piani Attuativi. Le indicazioni progettuali contenute nelle schede norma costituiscono prescrizioni che devono essere approfondite e verificate in sede di redazione del progetto. Ogni Scheda definisce regole ed indirizzi relativi alle infrastrutture, agli standard, alle tipologie, ai vincoli, alle prescrizioni geologico-tecniche ed ambientali necessarie per rendere compatibile l’intervento con il contesto paesaggistico, territoriale, urbanistico ed ambientale preesistente. Il P.O. individua i seguenti comparti subordinati a Piano di Recupero: Selvatelle - S8- PdR Via Volterrana La Rosa - R3 - PdR Via Volterrana - R4 - PdR SR Sarzanese Valdera Terricciola - T1 – Progetto unitario di riqualificazione

Le relative schede norma sono contenute nell’Allegato III delle NTA. In presenza delle condizioni espresse dalla legge relativa ad ambiti di degrado, di cui alla legge 457/78 e s.m.i., i proprietari di potranno avanzare proposte per la formazione di piani di recupero in attuazione degli obiettivi di riqualificazione urbana del Piano. Qualora gli interventi siano ricondotti all’interno delle categorie e delle funzioni già ammissibili nel piano operativo, l’approvazione del piano di recupero non implica variante allo strumento di pianificazione urbanistica. All’interno dei Piani di Recupero, per i manufatti secondari non schedati interni all' area di pertinenza di edifici storici, qualora legittimi, e solo in presenza di idonea documentazione comprovante l'assenza di caratteri storico-architettonici di rilievo, sono ammessi interventi di demolizione e ricostruzione a parità di superficie. La ricostruzione potrà avvenire anche mediante accorpamento di superfici anche derivanti da manufatti distinti, agli edifici principali di “scarso valore” (SV) e "privi di valore architettonico ambientale" (PV), purchè tale intervento sia compatibile con le caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio principale e che il progetto sia finalizzato alla riqualificazione complessiva dell'area attraverso l'eliminazione di ogni elemento di degrado. Qualora nell' area di pertinenza di edifici storici siano compresi edifici di rilevante valore storico ambientale (RV) e di valore(V), l'intervento di accorpamento di superfici derivanti da manufatti distinti è subordinato alla formazione di un Piano di Recupero esteso a tutta l'area di pertinenza di edifici storici.

Interventi di rigenerazione urbana Nel rispetto delle norme regionali in materia di rigenerazione urbana, attualmente disciplinata agli articoli 122 e seguenti della legge regionale 10 novembre 2014, n. 65, l’Amministrazione comunale potrà programmare interventi di rigenerazione urbana anche in forma perequativi. In ogni momento l’Amministrazione Comunale, in sede di monitoraggio, anche su proposta di soggetti privati, può predisporre gli atti di ricognizione ai sensi dell’art. 125 L.R. 65/14 per l’individuazione e la disciplina di ambiti di rigenerazione urbana ai sensi del presente articolo. Ogni proposta dovrà essere accompagnata da schede e relazioni dirette a consentire ai soggetti privati coinvolti e ai cittadini la piena conoscenza degli obbiettivi di riqualificazione e rigenerazione urbana perseguiti e delle condizioni di sostenibilità economico – finanziaria degli interventi proposti. In particolare, nella proposta intervento convenzionato o di Piano Attuativo di trasformazione urbanistica-edilizia che potrà essere associato anche ad aree limitrofe o di atterraggio attraverso processi perequativi, dovranno essere valutate: - La compatibilità urbanistica con il tessuto esistente;

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- La dotazione di standard urbanistici correlata alle nuove funzioni previste; - La dotazione aggiuntiva di standard urbanistici funzionali alla riqualificazione del tessuto; - I requisiti tipologici e morfologici per il coerente inserimento nel tessuto; - La sostenibilità degli interventi anche dal punto di vista energetico ed ambientale; - La fattibilità degli interventi dal punto di vista infrastrutturale e dei servizi; - Le ricadute positive, anche di carattere socioeconomico, conseguenti all’attuazione degli interventi. L’Amministrazione Comunale promuoverà il processo di riqualificazione urbanistica e riconversione funzionale verificando prioritariamente la coerenza degli interventi proposti con quanto stabilito dal vigente P.I.T. nonché con gli indirizzi ed il dimensionamento previsto dal P.S. Sulla base delle valutazioni effettuate, l’Amministrazione Comunale predispone gli opportuni atti di governo del territorio, procedendo alla formazione di schemi direttori a cui i singoli interventi dovranno relazionarsi al fine di una visione complessiva e strategica del progetto di riqualificazione urbana. Particolare attenzione sarà rivolta al coordinamento del Piano pluriennale delle opere pubbliche e della pianificazione di settore con le proposte di intervento elaborate dal Comune o da esso fatte proprie a seguito di proposte provenienti da soggetti privati. Acquisiti tali elementi di conoscenza, l’A.C. definirà le strategie, le opere pubbliche e le azioni di riqualificazione della struttura urbana dando priorità ai sistemi di mobilità urbana, con particolare riferimento all’accessibilità pedonale ed al sistema del verde, predisponendo un programma di interventi per la eliminazione delle barriere architettoniche, la percorribilità ciclabile, quale alternativa al sistema di accessibilità ai servizi di interesse collettivo ed alle diversificate parti del sistema insediativo ed esplicitando la riqualificazione della struttura urbana. Ai fini della formazione ed esecuzione di tali Piani il Comune può ricorrere a tutte le opportune forme di partenariato pubblico – privato consentite dalla legislazione comunitaria, statale e regionale vigente, alla stipula di accordi integrativi e sostitutivi di cui all’art. 11 della legge 7 agosto 1990 n. 241 e, ove le dimensioni economico – finanziarie dell’intervento lo consiglino, alla costituzione di società di trasformazione urbana dirette ad attuare uno o più Piani particolareggiati e di recupero diretti alla rigenerazione urbana.

Interventi da attuarsi mediante Piani Attuativi e Progetti Unitari Convenzionati

Le aree, comprese quelle di cui ai precedenti artt. 52, 53 e 54, per le quali, in rapporto alla loro complessità e rilevanza, ogni intervento è subordinato alla formazione ed attuazione di un Piano Attuativo (P.A.), sono individuate e campite con apposita simbologia sui grafici del Piano Operativo. Le direttive da rispettare nella definizione del P.A. o PUC sono descritte nell’Allegato III delle presenti Norme. Si rimanda alle Schede Norma ivi contenute per le prescrizioni in relazione ai parametri urbanistici ed edilizi, nonché le indicazioni morfologiche, tipologiche e funzionali per la predisposizione dei singoli Piani Attuativi o degli interventi unitari convenzionati. Le indicazioni progettuali contenute nelle Schede Norma costituiscono prescrizioni che devono essere approfondite e verificate in sede di redazione del progetto. Ogni Scheda definisce regole urbanistiche relative alle infrastrutture principali, agli standard, alle tipologie, ai vincoli, alle prescrizioni geologico-tecniche ed ambientali necessarie per rendere compatibile l’intervento con il contesto paesaggistico, territoriale, urbanistico ed ambientale preesistente. All’interno dei singoli comparti dovrà essere garantito il soddisfacimento degli standard urbanistici in relazione alle quantità e alle tipologie prescritte dalle Schede di cui al relativo Allegato III, e, in assenza di specifiche indicazioni, in misura non inferiore alle quantità minime previste dal Piano Strutturale.

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Il P.O. individua, all’interno del territorio urbanizzato, i seguenti comparti, per ognuno dei quali è predisposta una specifica Scheda Norma di cui all’Allegato III delle NTA:

Loc. SELVATELLE

- S1 - PA Via Volterrana - S2 - PA Via XXV Aprile - S3 - PA Via Aldo Moro - S4 - PUC Via I Maggio - S5 - PUC Via Aldo Moro - S6 - PUC Via Andrea Costa - S7 - PUC Via di Casanova - S8 - PdR Via Volterrana

Loc. La Rosa

- R1 - PUC Via Casalpino - R2 - Area per edilizia residenziale pubblica Loc. La Rosa - R3 - PdR Via Volterrana - R4 - PdR SR Sarzanese Valdera - R5 – PUC SR Sarzanese Valdera - R6 - PUC SR Sarzanese Valdera - R7 - PUC SR Sarzanese Valdera - R8 - PUC SR Sarzanese Valdera

Loc. Morrona

- M1 - PA Via del Chianti - M2 - PA Via Andrea Baldi - M3a - PA Via del Chianti - M3b - PA Via del Chianti

Loc. Soiana

- So1 - PA Via degli Olivi - So2 –Area a parcheggio pubblico Via del Chianti

Loc. Le Case

- L1 - PA Via dei Fontini

Aree per l’edilizia residenziale sociale

Il PO considera la residenza sociale qualsiasi intervento di realizzazione/recupero di edilizia a destinazione residenziale finalizzato: − alla realizzazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica; − alla realizzazione di alloggi sociali ai sensi del D.M. 22/4/2008;

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− a pratiche di affitto convenzionato, ovvero alla messa a disposizione da parte dell’operatore di alloggi a canone contenuto e predeterminato a soggetti con i requisiti stabiliti dalla normativa vigente in materia; − a pratiche di vendita convenzionata, ovvero alla realizzazione e vendita da parte dell’operatore a prezzo contenuto e predeterminato a soggetti con i requisiti stabiliti dalla normativa vigente in materia; − a pratiche di autocostruzione assistita, ovvero ad un processo di produzione della costruzione nel quale i futuri proprietari realizzano materialmente le proprie abitazioni all’interno di un processo organizzato e guidato secondo un disciplinare approvato dall’Amministrazione Comunale; − a pratiche anche diverse da quelle sopra elencate, comunque suscettibili di offrire risposta alle esigenze abitative di soggetti sociali deboli e/o svantaggiati.

Ai sensi dell’art. 63 della L.R. 65/14, l’alloggio sociale costituisce standard aggiuntivo rispetto a quelli di cui al DM 1444/68, da assicurare mediante cessione gratuita di aree, unità immobiliari o corresponsione di oneri aggiuntivi a destinazione. Gli interventi diretti a soddisfare il fabbisogno di residenza sociale sono subordinati alla all’approvazione di un Piano Attuativo, cfr La Scheda Norma R2 - Area per edilizia residenziale pubblica Loc. La Rosa, stabilisce le destinazioni funzionali, i parametri urbanistici ed edilizi, nonché le prescrizioni morfologiche, tipologiche, funzionali e dimensionali.

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Aree a verde Le aree a verde presenti nel territorio urbanizzato corrispondono a giardini e pertinenze private, residue aree coltivate ubicate in posizione interstiziale o marginale rispetto agli insediamenti urbani. Tali aree, per loro natura ed ubicazione, rivestono un ruolo significativo e di integrazione per il tessuto urbano, nonché un importante fattore di connessione ecologica. Nelle aree a verde privato pertinenziali esistenti, anche qualora non evidenziati in cartografia, sono consentiti gli usi collegati alla residenza ed alle altre funzioni in atto. Sono inoltre ammessi interventi del patrimonio insediativo eventualmente presente, nel rispetto delle specifiche normative stabilite dal presente PO. Gli interventi dovranno comunque conservare i caratteri tradizionali delle pertinenze e delle aree scoperte, siano esse connotate come giardino urbano che come area rurale, con particolare riferimento agli assetti vegetazionali esistenti. Nelle aree a verde privato aventi carattere pertinenziale o di servizio rispetto ad abitazioni esistenti è consentita la realizzazione di sistemazione esterna quali pavimentazione e finitura degli spazi, nonché l’installazione di arredi, nel rispetto del vigente Regolamento Edilizio. Tali interventi non potranno comunque comportare l’impermeabilizzazione di una superficie superiore al 25% dell’area complessiva. Nell’ambito della pertinenza ed in aderenza agli edifici potrà essere consentita la realizzazione di pergolati o altre strutture leggere definite dal RE.

Connessione ecologica e percettiva

Il PO evidenzia con specifica simbologia le direttrici che rivestono un ruolo significativo prestazionale per valorizzare le connotazioni paesaggistiche in relazione alla morfologia dei luoghi, ne segnalano l’obiettivo di tutela del paesaggio impedendo qualsiasi trasformazione edilizia che comporterebbe la perdita dei valori presenti.

Area agricola di margine in connessione con l’edificato e/o di rispetto ai centri storici

Tali aree inedificate ubicate all’interno del territorio urbanizzato e ricomprese nel perimetro delle UTOE, rivestono funzione di connessione ecologica e paesaggistica tra la struttura urbana e il territorio rurale. Il PO favorisce la riqualificazione del territorio perturbano, tutelandone i valori naturalistici, di permeabilità ecologica, assicurando la permanenza di varchi e visuali libere. Gli ambiti sono pertanto finalizzati alla valorizzazione ed implementazione delle relazioni paesaggistiche e funzionali con il contesto rurale, attraverso il mantenimento e la valorizzazione dei varchi visivi, il miglioramento della permeabilità dei fronti urbani verso lo spazio agricolo, la realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili, anche in continuità percettiva e funzionale con la rete degli spazi pubblici. Tali ambiti si intendono non oggetto di nuova edificazione; potranno essere programmati dall’AC opere e spazi di interesse collettivo a servizio. Per l’edificato esistente in tale ambito valgono le disposizioni del territorio rurale. L’Amministrazione Comunale può, con successivi atti, promuovere progetti di riqualificazione paesaggistica estesi all’intero ambito o a sue parti funzionali, anche attraverso l’attivazione di contratti di paesaggio ai sensi della vigente normativa regionale. Attraverso tali progetti ed interventi dovrà essere qualificato e valorizzato il sistema degli spazi aperti, potenziando e/o ripristinando connessioni ecologiche e paesaggistiche, nonché il sistema dei percorsi minori quali infrastrutture per la mobilità dolce, ecc.

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INFRASTRUTTURE VIARIE, MOBILITÀ E ACCESSIBILITÀ, AREE DI SOSTA E PARCHEGGI

La rete delle infrastrutture di cui all’art. 13- comma 2, punto a) del P.S., comprende le componenti del sistema della mobilità e dell’accessibilità a carattere territoriale e locale come definite dal Regolamento di Attuazione n. 2/R della L.R. 1/05, ed in particolare: − le infrastrutture per la mobilità ed il trasporto pubblico (rete complessiva della viabilità comprensiva delle strade residenziali e delle piazze); − le infrastrutture per l'organizzazione della sosta (parcheggi pubblici e privati); − le infrastrutture a servizio dei pedoni (marciapiedi, spazi dedicati ed attrezzature utili alla segnalazione ed al superamento degli attraversamenti stradali e delle barriere architettoniche); − le infrastrutture per la mobilità ciclistica (piste ciclabili urbane ed extraurbane, attrezzature utili alla segnalazione ed alla regolazione degli attraversamenti stradali). Il Piano Operativo prevede la riqualificazione della rete delle infrastrutture attraverso la riconfigurazione e la differenziazione delle modalità di mobilità per un corretto equilibrio ed integrazione fra le diverse componenti. In particolare, il P.O. individua come obiettivo il miglioramento del sistema della mobilità attraverso la riqualificazione della rete viaria esistente e il superamento dei nodi critici nel territorio comunale. Inoltre si individua nei propri elaborati i tracciati infrastrutturali e consente la programmazione alle opere di servizio alla mobilità di cui è prevista l’attuazione nel quinquennio di validità del P.O. in base agli atti di programmazione approvati dall’Amministrazione Comunale e/o all’attuazione degli interventi di perequazione urbanistica collegati agli interventi di trasformazione disciplinati dalle schede norma di cui all’Allegato III. Per quanto riguarda le infrastrutture viarie di interesse sovracomunale, il P.O. recepisce gli eventuali interventi programmati dal P.T.C. e promuove, per quanto di competenza, accordi con gli Enti interessati per la riqualificazione dei nodi e dei tracciati infrastrutturali che rivestono carattere sovracomunale. Viabilità esistenti: L’Amministrazione Comunale, di concerto con gli altri eventuali soggetti competenti, definisce, anche attraverso la redazione di Piani di Settore, programmi di intervento che, coerentemente ai criteri adottati dalla legislazione nazionale vigente e dagli atti di pianificazione per la classificazione funzionale delle strade, consentano di migliorare il livello di servizio offerto tramite interventi infrastrutturali di adeguamento agli standard richiesti e/o di limitazione delle funzioni ammesse. − Interventi sulle strade extraurbane: per le strade dove non sono previsti specifici interventi di ristrutturazione sono comunque ammessi interventi di miglioramento e/o adeguamento (rettifiche di lieve entità ai raggi di curvatura, realizzazione di piazzole di interscambio veicoli, adeguamento della pavimentazione stradale e della carreggiata) ai fini della messa in sicurezza della circolazione veicolare e pedonale. Tali interventi potranno essere realizzati anche da soggetti consorziati previa autorizzazione dell’Amministrazione Comunale. − Interventi sulle strade urbane: per le strade dove non sono previsti specifici interventi di ristrutturazione possono essere comunque attuati interventi di riqualificazione e/o adeguamento da definire negli atti di programmazione comunale o in sede di formazione dei Piani Attuativi definiti dalle Schede norma di cui all’Allegato III. Viabilità di programma: Il P.O. individua i nuovi tracciati viari, verificandone la rispondenza alle caratteristiche funzionali richiesta dalla normativa nazionale e regionale vigente per la tipologia stradale di appartenenza. In sede di progettazione delle nuove viabilità dovranno essere previsti opportuni interventi di inserimento ambientale con opere a verde.

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Qualunque nuova previsione di completamento e recupero edilizio in prossimità di strade di interesse regionale è sottoposta al rispetto dei vincoli derivanti dalle fasce di rispetto stradale di cui al D.Lgs. 285/92 e D.P.R. N° 495/92 e s.m.i. Percorsi pedonali e ciclabili: il P.O. promuove lo sviluppo di una rete di percorsi pedonali e ciclabili a scala urbana e territoriale, funzionalmente integrata con il sistema degli insediamenti e dei servizi di interesse collettivo. Tale rete di percorsi potrà essere realizzata prioritariamente attraverso il recupero e la valorizzazione dei percorsi esistenti di carattere storico, naturalistico e rurale, anche attraverso la promozione di programmi e progetti tematici collegati alla valorizzazione turistica e naturalistica del territorio. All’interno del territorio urbanizzato il P.O. individua la rete dei percorsi pedonali e ciclabili di progetto, opportunamente integrata con il sistema degli spazi pubblici e dei servizi di interesse collettivo. La realizzazione delle infrastrutture di progetto dovrà avvenire attraverso interventi pubblici e/o privati convenzionati. In sede di progettazione dovranno essere previsti opportuni interventi di inserimento ambientale e paesaggistico. Opere pubbliche da eseguire nel periodo di validità del Piano Operativo – In coerenza con il disposto della L.R. 65/14, il Piano Operativo individua con specifica simbologia le aree per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria nonché le infrastrutture di interesse pubblico da realizzare sulla base del quadro previsionale strategico per i cinque anni successivi alla approvazione del P.O. ai sensi dell’art. 95 della L.R. 65/14. Parcheggi pubblici: il P.O. individua il sistema delle infrastrutture per l’organizzazione della sosta, costituito dalla rete dei parcheggi pubblici esistenti e di programma. Del sistema di cui al presente comma costituiscono parte integrante anche i parcheggi pertinenziali a servizio della residenza o di attività a carattere produttivo e commerciale, anche se non specificamente evidenziati negli elaborati di P.O. Accessibilità e superamento delle barriere architettoniche: l’Amministrazione Comunale predispone, attraverso la redazione del Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA) allegato al P.O., un programma complessivo di abbattimento delle barriere architettoniche che caratterizzano gli spazi pedonali, nell’ottica di garantire la piena accessibilità ai servizi territoriali e urbani. In tutte le aree di uso pubblico esistenti e di nuova realizzazione dovrà essere garantito il superamento delle barriere architettoniche al fine di consentire un’adeguata fruibilità anche a persone con ridotta o nulla capacità motoria o sensoriale. In particolare, con riferimento alle normative vigenti, dovranno essere realizzati: • scivoli di raccordo tra marciapiedi e strada e/o tra marciapiedi a diverse quote; • rampe di opportuna pendenza per il superamento di dislivelli; • pavimentazioni antisdrucciolevoli dei percorsi pedonali; • segnaletica e apparati di facilitazione dell’orientamento per i non vedenti; • servizi igienici accessibili ai disabili. In coerenza con l’art. 95 comma 6 lettera della L.R. 65/2014 gli interventi dovranno essere programmati e realizzati sulla base del quadro previsionale del quinquennio di validità del P.O.

Attrezzature, impianti tecnologici e servizi a rete Per i servizi a rete sono consentiti interventi di adeguamento/riqualificazione e potenziamento attraverso progetti di iniziativa pubblica (Amministrazione Comunale, Enti gestori dei servizi, Società concessionarie, ecc) nel rispetto delle specifiche normative di settore, nonché interventi di iniziativa privata convenzionata collegati ai nuovi interventi insediativi disciplinati dalle Schede norma, di cui all’Allegato III. Al fine di salvaguardare l’assetto paesaggistico del territorio comunale, gli interventi di cui all’Allegato III che comportano la realizzazione di nuove linee a rete e/o l’estensione di quelle esistenti dovranno di norma prevedere l’interramento delle stesse, salvo i casi di comprovata impossibilità tecnica che dovranno essere soggetti a specifica autorizzazione comunale. 50

Ove i servizi di urbanizzazione siano attuati congiuntamente alla realizzazione di comparti edificatori, le obbligazioni del privato in ordine alla esecuzione delle opere di urbanizzazione e delle sistemazioni sono stabilite da specifiche convenzioni sulla base dei criteri e delle modalità esecutive definite con delibera di consiglio comunale. Nella realizzazione degli interventi convenzionati, le opere di urbanizzazione devono essere eseguite almeno per la prima fase preliminarmente al rilascio dei permessi di costruire degli interventi edilizi. Gli interventi di adeguamento e potenziamento delle infrastrutture a rete sono subordinati all’adozione di specifiche misure finalizzate al contenimento dei consumi idrici ed energetici, delle emissioni rumorose, degli inquinanti atmosferici e della impermeabilizzazione dei suoli, nonché alla verifica preventiva della disponibilità della risorsa idrica e di adeguate possibilità di depurazione, nel rispetto degli indirizzi e delle prescrizioni del Piano Strutturale nonché delle prescrizioni ambientali di cui al Titolo VI delle presenti Norme. L’Amministrazione Comunale dovrà favorire, attraverso specifici atti di programmazione, la diffusione delle reti telematiche nei nuclei collinari e nelle aree marginali del territorio comunale, quale servizio alle comunità residenti e fattore di integrazione sociale ed economica. L' indicazione grafica della viabilità di progetto, o dei corridoi stradali, riportata in cartografia ha valore indicativo, sarà precisata nell' ambito del progetto esecutivo dell'opera nel rispetto delle leggi in materia. Le fasce di rispetto stradale riproducono le distanze di legge vigenti e costituiscono comunque limite di inedificabilità. Le aree comprese nelle fasce di rispetto possono essere destinate anche alle opere di riqualificazione della viabilità, alla realizzazione di parcheggi pubblici e/o privati convenzionati, percorsi pedonali e ciclabili, purchè ammissibili nel rispetto del Codice della strada; analogamente potranno essere programmate opere di sistemazione a verde quali: alberature, sistemazioni a verde pubblico, conservazione dello stato dei luoghi ad uso agricolo. In dette fasce può essere autorizzata la costruzione di viabilità di accesso agli ambiti e/o ai lotti oggetto di trasformazione. Per le opere di proprietà di Enti quali Amministrazione Statale, Regionale, Provinciale, Comunale, sono consentiti tutti gli interventi e le opere necessarie per la gestione e la manutenzione delle infrastrutture. Per gli edifici ricadenti nelle aree delle fasce di rispetto stradale, valgono le disposizioni di legge. Le aree non edificate saranno mantenute a spese dei proprietari, la manutenzione è resa obbligatoria per la sicurezza e il decoro dell'ambiente.

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INTERVENTI PER LA CITTÀ PUBBLICA

Aree per standard urbanistici, infrastrutture e servizi di interesse pubblico il Piano Operativo, in coerenza con il disposto della L.R. 65/14, individua con specifica simbologia le aree per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria nonché le infrastrutture di interesse pubblico da realizzare sulla base del quadro previsionale strategico per i cinque anni successivi alla approvazione del P.O. ai sensi dell’art. 95 della L.R. 65/14. Per quanto riguarda le infrastrutture viarie di interesse sovracomunale, il P.O. recepisce gli interventi programmati dal P.I.T. e dal P.T.C. e promuove, per quanto di competenza, accordi con gli Enti interessati per la riqualificazione dei nodi e dei tracciati infrastrutturali che rivestono carattere sovracomunale.

Il PO individua aree, di seguito elencate, disciplinate all’interno dell’Allegato III Schede Norma, che sono state oggetto di conferenza di copianificazione in quanto previsioni ricadenti fuori dal perimetro del territorio urbanizzato:

Polarità 1 sportiva di interesse collettivo, Loc. Selvatelle

Polarità 2 Polo scolastico, Loc. Selvatelle

Polarità 4 Servizi di interesse collettivo La Rosa

Polarità 5 Sportiva Fonte delle Donne

Polarità 6 Ampliamento ASL, Loc. La Rosa

Polarità 8 Collegamento nucleo storico ed edificato recente

SERVIZI ED ATTREZZATURE Servizi ed attrezzature di interesse collettivo

Tali aree comprendono le parti del territorio destinate a servizi ed attrezzature di interesse generale. In dette zone sono consentiti interventi di iniziativa pubblica, nel rispetto delle specifiche normative di settore, nonché interventi di iniziativa privata convenzionata, in conformità con gli indirizzi ed i parametri di cui alla specifica Scheda norma. Per il dimensionamento degli interventi di iniziativa pubblica, si rinvia ai progetti predisposti dall’A.C. sulla base delle esigenze di pubblico interesse, nel rispetto degli obiettivi e degli indirizzi del Piano Strutturale. I servizi e le attrezzature di interesse generale sono distinti in: a. Servizi di interesse collettivo (aree per attrezzature pubbliche di interesse generale); b. Servizi scolastici (aree destinate all’istruzione); c. Servizi ed impianti tecnologici di interesse pubblico; d. Parcheggi pubblici (Aree per parcheggi pubblici); e. Verde pubblico attrezzato (Aree attrezzate a verde pubblico e tempo libero); f. Aree sportive (Aree per impianti sportivi); 52

g. Aree per la protezione civile. La disciplina dei suddetti ambiti, corrispondenti alle zone omogenee F di cui al D.M. 1444/68, è definita ai commi seguenti. Servizi di interesse collettivo: queste zone comprendono le parti del territorio destinate a servizi di interesse generale (sedi istituzionali, uffici pubblici, luoghi di attività culturale, religiosa, associativa, ecc.). In dette aree le previsioni del Piano Operativo si attuano attraverso progetti pubblici o privati convenzionati ai sensi della legislazione vigente. Per gli edifici individuati dal P.O. come oggetto di tutela in relazione al loro valore storico architettonico, sono ammessi unicamente gli interventi di valorizzazione previsti, sia per gli immobili, che per le aree di pertinenza, attraverso un Piano Attuativo di iniziativa pubblica o privata convenzionata Servizi scolastici: Queste zone comprendono le parti del territorio destinate a servizi pubblici per l’istruzione. In dette zone le previsioni del Piano Operativo si attuano attraverso progetti pubblici, ai sensi della legislazione vigente. Dovranno essere programmati interventi di riqualificazione delle aree a verde e degli spazi di pertinenza dei complessi scolastici in modo da valorizzare tali spazi per un uso didattico e ricreativo. Gli interventi dovranno essere attuati attraverso la redazione di un progetto unitario ed organico che preveda adeguate sistemazioni a verde e di arredo, anche mediante forme di progettazione partecipata. Servizi ed impianti tecnologici di pubblico interesse: in tali zone sono ubicate infrastrutture ed impianti tecnici di interesse generale, quali impianti di depurazione, impianti per il trasporto e la distribuzione di energia, acqua, gas, impianti di telecomunicazioni, impianti per la raccolta, la selezione ed il trattamento dei rifiuti, ecc. In tali zone il Piano Operativo si attua per intervento diretto previa approvazione dei relativi progetti esecutivi predisposti dall’Amministrazione Comunale o dagli Enti competenti, nel rispetto della normativa che regola i vincoli sovraordinati. Parcheggi pubblici: In tali zone il Piano Operativo si attua per intervento pubblico diretto previa approvazione dei relativi progetti esecutivi. Se le aree destinate a parcheggio pubblico di previsione sono comprese in un più ampio comparto urbanistico disciplinato da Scheda norma, di cui all’Allegato III delle Norme Tecniche di Attuazione; l’opera potrà essere attuata anche da soggetti privati all’interno degli obblighi convenzionali del Piano Attuativo e/o del Progetto Unitario Convenzionato. Verde pubblico attrezzato: queste zone comprendono le parti del territorio destinate alla pubblica fruizione e ad attività del tempo libero. In dette zone le previsioni del Piano Operativo si attuano attraverso progetti pubblici unitari estesi all’intera area di intervento. Se le aree destinate a verde attrezzato di previsione sono comprese in un più ampio comparto urbanistico disciplinato da Scheda norma, di cui all’Allegato III delle Norme Tecniche di Attuazione, possono essere attuate anche da soggetti privati all’interno degli obblighi convenzionali del Piano Attuativo e/o del Progetto Unitario Convenzionato. Nelle aree a verde pubblico attrezzato sono ammessi esclusivamente manufatti funzionali alla manutenzione o alla utilizzazione collettiva dell'area (quali spogliatoi, servizi igienici, tettoie, pergolati, percorsi pedonali coperti, chioschi, attrezzature ludico-ricreative, ecc). Le alberature di alto fusto e le essenze particolarmente significative presenti nell’area dovranno essere conservate ed integrate nella sistemazione di progetto; l’abbattimento è consentito solo se strettamente necessario e previo parere dell’ufficio comunale competente. Contestualmente all’approvazione del progetto unitario l’Amministrazione definisce le regole per la gestione dell’area e dei servizi ivi previsti. Per gli eventuali edifici individuati dal Piano Operativo come oggetto di tutela in relazione al loro valore storico architettonico, sono ammessi unicamente gli interventi di carattere conservativo ivi previsti, sia per gli immobili che per le aree di pertinenza. Aree sportive: in queste zone è ammessa la realizzazione di impianti ed attrezzature sportive di uso pubblico e delle relative strutture di servizio. Le previsioni del Piano Operativo si attuano attraverso un 53 progetto unitario di iniziativa pubblica o privata convenzionata. Gli interventi d’iniziativa privata sono subordinati all’approvazione di uno specifico Piano Attuativo convenzionato e/o Progetti Unitari Convenzionati. L'Amministrazione Comunale, in riferimento agli indirizzi espressi da specifici piani di settore ed attraverso singoli convenzionamenti, disciplina i tipi, le caratteristiche e le modalità di gestione degli impianti. All’interno dei singoli comparti devono essere individuati parcheggi pubblici e/o di uso pubblico in misura adeguata alle potenzialità e funzionalità delle strutture presenti. Per il potenziamento delle aree sportive si rinvia alle specifiche schede Norma di cui all’Allegato III (Polarità n.1 e Polarità n.5). Aree per la protezione civile: Le aree interessate dalle previsioni del vigente "Piano comunale di protezione civile" recepite dal Piano Operativo sono individuate con apposito segno grafico negli elaborati cartografici di PO su base C.T.R. in scala 1:10.000 e 1:2.000. Per quanto attiene ai contenuti e le disposizioni specifiche il PO demanda allo specifico Piano di Settore. Aree per attrezzature di interesse comune, pubblico o di uso pubblico Il PO conferma le presenti disposizioni normative del previgente RU. Nelle aree di proprietà comunale possono essere realizzate opere avente fine sociale. Le nuove costruzioni non potranno superare l'indice di fabbricabilità massimo di 2 mc/mq. ed il rapporto di copertura non potrà superare il 40% della superficie fondiaria; l'altezza massima consentita non dovrà superare i 9.50 m.

Area per attrezzature private, di interesse generale, a Selvatelle in Via San Lazzaro; Trasformazione di area di recente formazione di completamento e di area consolidata, in area per attrezzature private di interesse generale (sottozona “A1”), per un totale di mq 1530. L’area per attrezzature private di interesse generale è disciplinata dalla seguente norma: _ Sono parti di territorio destinate ad attrezzature private di interesse comune: religiosi, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, e servizi di iniziativa privata e di uso pubblico. I progetti possono essere redatti sia da soggetti privati che Enti. Dovrà essere stipulata una convenzione con l’amministrazione Comunale, contenente le modalità di gestione con il mantenimento dell’uso e dell’interesse pubblico. L’area in oggetto è normata dai seguenti indici e parametri edilizi: -S.f.= mq 1.530 -Volume max. Realizzabile compreso dell’esistente = mc. 3.150 -H. Max. = 4.50ml - Distanza dalle strade = 5,00 ml. - Distanza dai confini = 5,00 ml. - Distanza dai fabbricati = 10,00 ml. - Attuazione: Progetto Edilizio Unitario diretto, dell’intera area, con individuazione di spazi a verde e parcheggi privati ma di uso pubblico, in ragione e commisurati alle funzioni da svolgere nell’area, alle destinazioni d’uso e alle richieste e necessità dell’Amministrazione comunale.

Area per attrezzature pubbliche e private a Soiana in via degli Olivi; Trasformazione di una superficie pari a mq. 420,0 dell’attuale area di recente formazione di completamento in area per attrezzature pubbliche o private. Prescrizioni: superficie dell’area circa mq. 420,0 volume massimo consentito mc. 420,0; altezza max ml. 7,50 comprensivo di eventuali locali interrati o seminterrati. 54

Sc max 30% L’edificazione potrà avvenire utilizzando materiali tradizionali, tipici del luogo e l’aspetto esteriore dell’involucro edilizio dovrà rifarsi al contesto ambientale circostante e integrarsi con l’edificato presente. E’ consentita da realizzazione di un piano interrato con antistante piazzale per automezzi. L’area esterna, non interessata dall’edificazione dovrà essere utilizzata a giardino pubblico o di uso pubblico.

Servizi ed attrezzature a carattere privato

Parcheggi privati di uso pubblico: In tali zone il Piano Operativo si attua per intervento privato subordinatamente alla stipula di una convenzione con l’Amministrazione Comunale che disciplini la realizzazione, l’uso e la gestione del parcheggio, che comunque deve essere rispondente a finalità di pubblico interesse. Il PO individua nell’Allegato III le seguenti polarità: Polarità 7 Santuario di Monterosso Terricciola; Polarità 9 parcheggio Borgo di Casanova. Aree per Attività sportive e/o ricreative a carattere privato: in queste zone è ammessa la realizzazione di impianti ed attrezzature sportive e ricreative e delle relative strutture di servizio. Gli interventi d’iniziativa privata sono subordinati all’approvazione di uno specifico Piano Attuativo convenzionato e/o Progetti Unitari Convenzionati. L'Amministrazione Comunale, in riferimento agli indirizzi espressi da specifici piani di settore ed attraverso singoli convenzionamenti, disciplina i tipi, le caratteristiche e le modalità di gestione degli impianti. All’interno dei singoli comparti devono essere individuati parcheggi in misura adeguata alle potenzialità e funzionalità delle strutture presenti, nonché idonee aree a verde. Il dimensionamento delle strutture per servizi e relative attrezzature, qualora non evidenziato in specifiche Schede Norma, potrà essere assentito nel limite massimo di 100mq di SE per un’altezza non superiore ai 4 mt. Distributore di carburante: le aree destinate a impianti di distribuzione carburanti esistenti sono individuate negli elaborati di PO. Le strutture esistenti potranno essere adeguate alle esigenze funzionali richieste dall’attività svolta, con interventi anche di ampliamento che comunque non portino ad incrementi della consistenza attuale superiori a quanto previsto dalla presente norma. Detti ambiti sono assimilati alle zone omogenee D di cui al D.M. 1444/68. I progetti edilizi relativi ad interventi su queste aree dovranno tenere in considerazione, oltre agli aspetti funzionali e tecnologici, anche le valenze di tipo architettonico, ambientale e paesaggistico nonché di inserimento e arredo urbano. La realizzazione di nuovi impianti, compresi gli impianti di ricarica per auto elettriche, è consentita nel rispetto dei requisiti e condizioni richieste dalla normativa vigente, con particolare riferimento alla L.R. 62/18 e relativo Regolamento attuativo. Sono escluse dalla realizzazione di nuovi impianti: • I centri storici e il tessuto consolidato di antica formazione; • le aree di contesto dei corpi idrici e le aree valenza paesaggistica; • le aree tartufigene e l’area destinata ad ANPIL individuate nella Tav. 9 di PS; • le aree di interesse paesaggistico ai sensi art. 136 e 142 D. Lgs 42/04.

I nuovi distributori di carburante, compresi gli impianti di ricarica per auto elettriche, potranno essere dotati anche di impianti di lavaggio e grassaggio, di servizi igienici ed eventuali altri locali di servizio o ristoro per una volumetria complessiva non superiore a mc. 500, con una altezza massima ambientale non superiore a ml. 3,50 escluse le pensiline per le quali è consentita una altezza ambientale di ml. 5,50. La superficie interessata complessivamente dall'intervento non potrà superare in nessun caso mq. 6.000.

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Per gli impianti esistenti gli interventi di ristrutturazione devono essere realizzati nel rispetto dei valori storici, paesaggistici, percettivi e ambientali del territorio.

Polarità di servizi a carattere privato: Polarità 3 RSA Chiesa Casanova, individuata dal P.O. Tav. 1 e disciplinata nell’Allegato III, è stata programmata a seguito di conferenza di copianificazione svolta ai sensi art. 25 L.R. 65/14, quale area di riqualificazione funzionale del comparto al fine di creare una RSA di qualità, mediante il recupero dell'area e del patrimonio edilizio esistente attraverso un progetto unitario convenzionato. (Complesso è di valore architettonico testimoniale costituito dalla chiesa, la canonica, casa di matrice rurale).

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VINCOLI SOVRAORDINATI E ZONE DI RISPETTO

Aree tutelate per legge ai sensi art. 142 del D.Lgs. 42/04

Il PO recepisce e integra nella propria disciplina gli obiettivi, le direttive e le prescrizioni di cui ai seguenti articoli della disciplina del PIT-PPR: - Articolo 7- Territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 m dalla linea di battigia, anche con riferimento ai territori elevati sui laghi (art. 142 c.1 lettera b, Codice) - Articolo 8 - I fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal R.D. 11 dicembre 1933, n.1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna. (art.142. c.1, lett. c, Codice) - Articolo 12 - I territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227. (art.142. c.1, lett. g, Codice)

In particolare sono recepite le seguenti prescrizioni: Articolo 7- Territori contermini ai laghi: a - Gli interventi di trasformazione, compresi quelli urbanistici ed edilizi, ove consentiti, fatti comunque salvi quelli necessari alla sicurezza idraulica, sono ammessi a condizione che: 1 - non alterino l’assetto idrogeologico e garantiscano la conservazione dei valori ecosistemici paesaggistici, la salvaguardia delle opere di sistemazione idraulico agraria con particolare riferimento a quelle di interesse storico e/o paesaggistico testimoniale; 2 - si inseriscano nel contesto perilacuale secondo principi di coerenza paesaggistica, ne rispettino le caratteristiche morfologiche e le regole insediative storiche preservandone il valore, anche attraverso l’uso di materiali e tecnologie con esso compatibili; 3 - non compromettano le visuali connotate da elevato valore estetico percettivo; 4 - non modifichino i caratteri tipologici e architettonici del patrimonio insediativo di valore storico ed identitario; 5 - non occludano i varchi e le visuali panoramiche, che si aprono lungo le rive e dai tracciati accessibili al pubblico verso i laghi e non concorrano alla formazione di fronti urbani continui; 6 - non riducano l’accessibilità alle rive dei laghi. b - Le opere e gli interventi relativi alle infrastrutture viarie, ferroviarie ed a rete (pubbliche o di interesse pubblico) sono ammesse a condizione che il tracciato dell’infrastruttura non comprometta i caratteri morfologici, ecosistemici dell’area perilacuale e garantisca, attraverso la qualità progettuale e le più moderne tecnologie di realizzazione, il minor impatto visivo possibile. c - La realizzazione di nuove strutture a carattere temporaneo e rimovibile, ivi incluse quelle connesse all’attività agricola e turistico-ricreativa, è ammessa a condizione che gli interventi non alterino negativamente la qualità percettiva dei luoghi, l'accessibilità e la fruibilità delle rive e prevedano altresì il ricorso a tecniche e materiali ecocompatibili, garantendo il ripristino dei luoghi e la riciclabilità o il recupero delle componenti utilizzate. d - Gli interventi che interessano l’assetto geomorfologico ed idraulico devono garantire il migliore inserimento paesaggistico privilegiando, ove possibile, l’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica. e - Fatti salvi gli adeguamenti e gli ampliamenti di edifici o infrastrutture esistenti alle condizioni di cui alla lettera a) del presente articolo, non sono ammesse nuove previsioni, fuori dal territorio urbanizzato, di: - attività produttive industriali/artigianali; - medie e grandi strutture di vendita;

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- depositi a cielo aperto di qualunque natura che non adottino soluzioni atte a minimizzare l’impatto visivo e di quelli riconducibili ad attività di cantiere; - discariche e impianti di incenerimento dei rifiuti autorizzati come impianti di smaltimento (All.B parte IV del D.Lgs. 152/06); f - Non sono ammessi interventi che possano compromettere la conservazione degli ecosistemi lacustri di rilevante valore paesaggistico e naturalistico (con particolare riferimento alle aree interessate dalla presenza di habitat di interesse comunitario e/o regionale e di specie vegetali e animali di interesse conservazionistico). All'interno di tali formazioni non sono ammessi nuovi interventi che possano comportare l'impermeabilizzazione del suolo e l’aumento dei livelli di artificializzazione.

Art. 8 - fiumi, torrenti, corsi d'acqua: a - Fermo restando il rispetto dei requisiti tecnici derivanti da obblighi di legge relativi alla sicurezza idraulica, gli interventi di trasformazione dello stato dei luoghi sono ammessi a condizione che: 1. non compromettano la vegetazione ripariale, i caratteri ecosistemici caratterizzanti il paesaggio fluviale e i loro livelli di continuità ecologica; 2. non impediscano l’accessibilità al corso d’acqua, la sua manutenzione e la possibilità di fruire delle fasce fluviali; 3. non impediscano la possibilità di divagazione dell’alveo, al fine di consentire il perseguimento di condizioni di equilibrio dinamico e di configurazioni morfologiche meno vincolate e più stabili; 4. non compromettano la permanenza e la riconoscibilità dei caratteri e dei valori paesaggistici e storico- identitari dei luoghi, anche con riferimento a quelli riconosciuti dal Piano Paesaggistico. b - Le trasformazioni sul sistema idrografico, conseguenti alla realizzazione di interventi per la mitigazione del rischio idraulico, necessari per la sicurezza degli insediamenti e delle infrastrutture e non diversamente localizzabili, sono ammesse a condizione che sia garantito, compatibilmente con le esigenze di funzionalità idraulica, il mantenimento dei caratteri e dei valori paesaggistici, anche con riferimento a quelli riconosciuti dal Piano Paesaggistico. c - Gli interventi di trasformazione, compresi gli adeguamenti e gli ampliamenti di edifici o infrastrutture esistenti, ove consentiti, e fatti salvi gli interventi necessari alla sicurezza idraulica, sono ammessi a condizione che: 1. mantengano la relazione funzionale e quindi le dinamiche naturali tra il corpo idrico e il territorio di pertinenza fluviale; 2. siano coerenti con le caratteristiche morfologiche proprie del contesto e garantiscano l’integrazione paesaggistica, il mantenimento dei caratteri e dei valori paesaggistici, anche con riferimento a quelli riconosciuti dal Piano Paesaggistico; 3. non compromettano le visuali connotate da elevato valore estetico percettivo; 4. non modifichino i caratteri tipologici e architettonici del patrimonio insediativo di valore storico ed identitario; 5. non occludano i varchi e le visuali panoramiche, da e verso il corso d’acqua, che si aprono lungo le rive e dai tracciati accessibili al pubblico e non concorrano alla formazione di fronti urbani continui. d - Le opere e gli interventi relativi alle infrastrutture viarie, ferroviarie ed a rete (pubbliche e di interesse pubblico), anche finalizzate all’attraversamento del corpo idrico, sono ammesse a condizione che il tracciato dell’infrastruttura non comprometta i caratteri morfologici, idrodinamici ed ecosistemici del corpo idrico e garantiscano l’integrazione paesaggistica, il mantenimento dei valori identificati dal Piano Paesaggistico e il minor impatto visivo possibile. e - Le nuove aree destinate a parcheggio fuori dalle aree urbanizzate sono ammesse a condizione che gli interventi non comportino aumento dell’impermeabilizzazione del suolo e siano realizzati con tecniche e materiali ecocompatibili evitando l’utilizzo di nuove strutture in muratura. f - La realizzazione di nuove strutture a carattere temporaneo e rimovibili, ivi incluse quelle connesse alle attività turistico-ricreative e agricole, è ammessa a condizione che gli interventi non alterino negativamente la qualità percettiva, dei luoghi, l'accessibilità e la fruibilità delle rive, e prevedano altresì il ricorso a tecniche e 58

materiali ecocompatibili, garantendo il ripristino dei luoghi e la riciclabilità o il recupero delle componenti utilizzate. g - Non sono ammesse nuove previsioni, fuori dal territorio urbanizzato, di: • edifici di carattere permanente; • depositi a cielo aperto di qualunque natura che non adottino soluzioni atte a minimizzare l’impatto visivo o che non siano riconducibili ad attività di cantiere; • discariche e impianti di incenerimento dei rifiuti autorizzati come impianti di smaltimento (All.B parte IV del D.Lgs. 152/06). Sono ammessi alle condizioni di cui alla precedente lett. c), punti 2, 3, 4 e 5: • gli impianti per la depurazione delle acque reflue; • impianti per la produzione di energia; • gli interventi di rilocalizzazione di strutture esistenti funzionali al loro allontanamento dalle aree di pertinenza fluviale e alla riqualificazione di queste ultime come individuato dagli atti di pianificazione. h - Non è ammesso l’inserimento di manufatti (ivi incluse le strutture per la cartellonistica e la segnaletica non indispensabili per la sicurezza stradale) che possano interferire negativamente o limitare le visuali panoramiche.

Art. 12 - Territori coperti da foreste e da boschi: a - Gli interventi di trasformazione, compresi quelli urbanistici ed edilizi, ove consentiti, sono ammessi a condizione che: 1 - non comportino l’alterazione significativa permanente, in termini qualitativi e quantitativi, dei valori ecosistemici e paesaggistici (con particolare riferimento alle aree di prevalente interesse naturalistico e delle formazioni boschive che “caratterizzano figurativamente” il territorio), e culturali e del rapporto storico e percettivo tra ecosistemi forestali, agroecosistemi e insediamenti storici. Sono comunque fatti salvi i manufatti funzionali alla manutenzione e coltivazione del patrimonio boschivo o alle attività antincendio, nonché gli interventi di recupero degli edifici esistenti e le strutture rimovibili funzionali alla fruizione pubblica dei boschi; 2 - non modifichino i caratteri tipologici-architettonici del patrimonio insediativo di valore storico ed identitario, mantenendo la gerarchia tra gli edifici (quali ville, fattorie, cascine, fienili, stalle); 3 - garantiscano il mantenimento, il recupero e il ripristino dei valori paesaggistici dei luoghi, anche tramite l’utilizzo di soluzioni formali, finiture esterne e cromie compatibili con i caratteri del contesto paesaggistico. b - Non sono ammessi: 1 – (…) 2 - l’inserimento di manufatti (ivi incluse le strutture per la cartellonistica e la segnaletica non indispensabili per la sicurezza stradale) che possano interferire o limitare negativamente le visuali panoramiche.

L’individuazione, negli elaborati del P.O., delle aree tutelate per legge di cui al presente articolo, costituisce elemento ricognitivo di valore indicativo, fermo restando, preventivamente a qualsiasi intervento, l’obbligo di verifica dell’effettivo ambito/perimetro di sussistenza del vincolo ai termini di legge.

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Vincoli sovraordinati e zone di rispetto

1. Vincolo storico artistico Il Piano Operativo evidenzia in cartografia gli edifici ed i complessi edilizi di rilevante valore monumentale, individuati dal Piano Strutturale come Invarianti Strutturali ed assimilati a quelli vincolati ai sensi della ex legge 1089/39 convertita in D.Lgs. 42/2004 e smi. Per tali edifici e complessi edilizi sono consentiti gli interventi di cui all’art. 18 - Comma 5 delle presenti norme.

2. Vincolo idrogeologico Tutti i terreni coperti da boschi sono sottoposti a vincolo idrogeologico; sono altresì sottoposti a vincolo idrogeologico i terreni ricompresi nelle zone determinate ai sensi del Regio Decreto legge 30 dicembre 1923, n. 3267 (Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani). In dette aree tutti gli interventi sono sottoposti al regime autorizzativo previsto dalla vigente normativa.

3. Vincolo cimiteriale Interessa le aree limitrofe ai cimiteri, destinate alla protezione degli stessi ai sensi della legislazione vigente. Le zone a vincolo cimiteriale sono rappresentate nella tavola di PO in scala 1/10.000, vincoli, secondo specifico atto predisposto dall’AC. Le fasce di rispetto sono definite dal Testo Unico delle leggi sanitarie (R.D. 24 luglio 1934, n. 1265), come modificato dalla Legge n. 166/2002. Per gli edifici esistenti all’interno della fascia di rispetto sono ammessi tutti gli interventi previsti dal PO con le limitazioni stabilite dalla Legge n. 166/2002; i cambi di destinazioni d’uso saranno sottoposti al parere dell’ASL competente. Nelle aree di rispetto cimiteriale sono sempre ammessi interventi pubblici di sistemazione a verde, parcheggi, nonché di ampliamento delle strutture cimiteriali esistenti.

4. Altre zone di rispetto Queste aree sono destinate alla protezione ed alla salvaguardia di specifici luoghi o manufatti, in relazione ai quali è previsto un vincolo di inedificabilità assoluto o parziale derivante da leggi nazionali, regionali, ovvero dalle disposizioni del presente Piano Operativo. Per tali aree vige la disciplina prevista per il subsistema o la zona omogenea di appartenenza con le limitazioni imposte dal vincolo specifico. Per le aree di rispetto e vincolo definite da leggi nazionali o regionali vigenti, valgono le disposizioni in esse contenute. Dette aree sono automaticamente assoggettate a variazioni di estensione e di disciplina conseguenti a sopravvenienze normative. Il Piano Strutturale riporta il quadro di insieme dei vincoli sovraordinati e delle aree di rispetto che interessano il territorio comunale; tale rappresentazione ha comunque valore ricognitivo e non esaustivo, essendo l’effettiva estensione ed efficacia dei vincoli verificabile solamente attraverso la ricognizione puntuale degli specifici provvedimenti istitutivi. Le fasce di rispetto degli elettrodotti riportate in cartografia sono da intendersi indicative; il Comune, in caso di Piano Attuativo o di richiesta di P.d.C. in prossimità di dette linee, inoltrerà specifica richiesta al gestore al fine di determinare con esattezza la fascia di rispetto e la determinazione di eventuali obblighi posti a carico del richiedente. Area di potenziale ritrovamento archeologico (non ricompresa nel PIT_PPR) Visto lo spiccato interesse storico archeologico del territorio, l’AC, in accordo con la Soprintendenza Archeologica, potrà predisporre uno specifico atto/documento, che individui le aree di potenzialità e le modalità di controllo di scavo e di movimenti terra.

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Qualora gli interventi comportino l’esecuzione i movimenti terra e/o scavi i profondità maggiore i 80 cm rispetto al piano i campagna i sono oggetto di opportune misure per tutelare eventuali emergenze archeologiche.

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DIMENSIONAMENTO DEL PO

Il Piano Operativo, in coerenza con gli obiettivi e gli indirizzi del Piano Strutturale, definisce il dimensionamento delle previsioni relative al quadro strategico quinquennale di cui all’art. 95 comma 8 della L.R. 65/14. In coerenza con l’art. 5 del DPGR 32/R/2017, il bilancio delle trasformazioni rispetto al dimensionamento di P.S. è stato effettuato all’interno del territorio urbanizzato in rapporto alle previsioni di trasformazione di nuova edificazione e di trasformazione urbana sul patrimonio edilizio esistente da realizzarsi attraverso piani attuativi e interventi di rigenerazione urbana ai sensi art. 125 L.R. 65/14. Le eventuali previsioni all’esterno del territorio urbanizzato introdotte attraverso la conferenza di copianificazione di cui all’art. 25 LR65/14 sono da computare separatamente rispetto alle dimensioni massime sostenibili di PS. Ai sensi di legge l’Amministrazione Comunale effettua il monitoraggio degli interventi di trasformazione, dando atto in sede di approvazione degli stessi della loro coerenza con il dimensionamento complessivo di P.O. tenendo conto della specifica articolazione territoriale e funzionale. In tale monitoraggio dovranno essere computati anche gli interventi di nuova edificazione di cui al comma 3 lettera d) dell’art. 95 L.R. 65/14. Attraverso gli atti di monitoraggio, l’Amministrazione Comunale evidenzia il saldo residuo rispetto al dimensionamento quinquennale disponibile e l’eventuale necessità di procedere a varianti agli strumenti di pianificazione, fermo restando il rispetto del dimensionamento massimo sostenibile di Piano Strutturale. In tal senso, il PO assume il dato di monitoraggio pari a 483 abitanti insediabili quale dimensionamento residuo rispetto al PS vigente. Gli interventi previsti da Piani Attuativi convenzionati precedentemente all’adozione del presente P.O. si attuano nel rispetto dei parametri urbanistici definiti dagli atti approvati e convenzionati, così come eventualmente modificati da successive varianti, entro il termine di validità dei Piani Attuativi e delle relative convenzioni. In presenza di Piani Attuativi, ancorchè decaduti, per i quali siano state concluse le opere di urbanizzazione è consentita l’edificabilità all’interno dei lotti purchè siano rispettate le destinazioni, i parametri, gli indici e le prescrizioni esplicitati in detti piani. Gli interventi dovranno in ogni caso rispettare le condizioni alle trasformazioni derivate dagli studi idraulici, geologici e sismici, nonché ogni altro vincolo sovraordinato, costituente documentazione prescrittiva del PO.

Al fine di una valutazione del dimensionamento è opportuno osservare che il PS del Comune di Terricciola è stato approvato il 2/8/2002 con DCC n°40, mentre la sua elaborazione, relativa agli abitanti insediabili, assume quale intervallo temporale, il periodo 1998-2009. Negli elaborati di PS, vedi art. 9 Il Dimensionamento di Piano Strutturale, nonché le Tabelle “Riassuntiva abitanti insediabili” e “Dimensionamento del Piano Strutturale alloggi massimi previsti” è evidenziato che il dimensionamento di previsione è di 612 abitanti, di cui 92, quale riconferma del residuo di PdF e pertanto 520 ab risultano di nuova previsione, che determinavano una potenzialità al 2009 di una popolazione stimata in 4.505 abitanti.

Attraverso i dati forniti dall’AC, relativi al monitoraggio, risulterebbero, ad oggi, ancora insediabili 483 ab. Per una analisi di questo dato abbiamo delineato alcune considerazioni. Il primo RU, in applicazione del PS è del maggio 2003; è quindi da questa data che dovremmo valutare le attuazioni insediative favorite dalla nuova pianificazione (PS-RU). 62

Possiamo affermare che dal 1998 al 2003 il processo di attuazione sia ancora stato collegato al previgente PdF. Essendo la popolazione al 1998 par a 3.893 ab e al 2003 pari a 4.031 ab, l’incremento che ne risulta di 138 ab è ancora collegabile al portato del PdF e dell’attività edilizia di completamento e di recupero. Inoltre benché in coerenza con il PS, non è facilmente computabile la dimensione del recupero minuto, sia nell’edificato, in ambito urbano, che rurale, nonché la compresenza di residenze strettamente legate a destinazioni a prevalente uso artigianale e alcuni modesti interventi di completamento. Tutto ciò ha determinato con certezza ampliando il periodo un incremento di abitanti insediati ai 138 ab sopra detti. Una conferma di questo fenomeno può essere indagata attraversi i dati richiamati nella tabella di PS, relativa al dimensionamento massimo previsti. La tabella individua al 2009 un totale massimo di alloggi occupati e di previsione pari a1817 dei quali 15 per una persona. Avremo pertanto, utilizzando il parametro di P.S pari a 2, 57 abitanti per nucleo familiare (1802x 2,67) avremo 4811 ab che sommati a 15, potano il totale a 4.826 ab. Comparato il dato con gli abitanti totali di previsione di PS (tabella abitante insediabile) avremo: 4826-4505 (previsione PS al 2009) = 321 ab. Valutato il dato rispetto al numero di ab nel territorio comunale avremo: 4826-4514 (abitanti al 2020) = 312 ab. Se assumiamo il dato minore pari a 312 ab questo può rappresentare la quota che il PS rende ancora ammissibili. Se a tale dato pari a 312 ab insediabili si associano le scelte di PO che attuano una riconversione di abitazioni a destinazioni turistico-ricettiva e una riduzione di abitanti in alcuni comparti al fine di ritrovare servizi a carattere privato, avremo:

Residuo di PS Riconversione Riconversione Tot da residenziale a da residenziale turistico-ricettiva a servizi 312 ab 108 ab 75 ab 495ab

Il PO assume il dato del monitoraggio quale limite di PO in conformità con il dimensionamento di PS.

Sono riportate di seguito le tabelle riepilogative del dimensionamento delle trasformazioni previste ed il relativo raffronto con le previsioni di Piano Strutturale.

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PREVISIONI ESTERNE AL PERIMETRO DEL TU

RIEPILOGO NON PREVISIONI INTERNE AL PERIMETRO DEL TU GENERALE SUBORDINATE A CONFERENZA DI SUBORDINATE A COPIANIFICAZIONE CONFERENZA DI TERRITORIO COPIANIFICAZIONE COMUNALE NE - Nuova NE - Nuova NE - Nuova edificazione R - Riuso R- Riuso edificazione edificazione Attrezzature Premialità PA o Piani di o impianti Interventi connesse ad intervento Art.25 c.1, 26, 27, PA - PUC pubblici o di Art. 64 c.8 Art. 25 c.2 Categorie Funzionali di edilizi diretti interventi di rigenerazione 64 c.6 interesse cui all'art. 99 L.R. 65/14 riuso urbana pubblico St o Sf St o Sf SE St o Sf St o Sf St o Sf St o Sf SE SE (mq) SE mq SE(mq) SE (mq) SE (mq) St (mq) SE (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) Residenziale 93.662 14.741 8.100 810 4.225 35.726 2.495

Industriale - artigianale 54.260 2.687 Commerciale al 4.258 200 8.034 429 dettaglio* Turistico- ricettiva 669.411 13.262 669.411 6.579

Direzionale e di servizio 6.363 509 20.000 1500* 65.903 6.357

Commerciale 46.226 2.258 all'ingrosso e depositi

TOTALI 104.283 15.450 8.100 810 4.225 20.000 1.500 210.149 14.226 669.411 13.262 669.411 6.579 0 0

Alcune previsioni determinano all'interno dello stesso comparto destinazioni distinte non riferibili a specifici lotti pertanto nella tabella Le St relative alla nuova edificazione e riuso sono ripetute (cfr Tabelle singole)

*Possibile premialità per cambio di destinazione da turistico-ricettivo a RSA e servizi di interesse collettivo (PP convenzionato-Il Pino) 64

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PREVISIONI ESTERNE AL PERIMETRO DEL TU

PREVISIONI INTERNE AL PERIMETRO DEL TU NON SUBORDINATE A CONFERENZA DI SUBORDINATE A UTOE SELVATELLE COPIANIFICAZIONE CONFERENZA DI COPIANIFICAZIONE NE - Nuova NE - Nuova NE - Nuova edificazione R - Riuso R- Riuso edificazione edificazione Attrezzature Premialità PA o Piani di o impianti Interventi edilizi connesse ad intervento Art.25 c.1, 26, PA - PUC pubblici o di Art. 64 c.8 Art. 25 c.2 Categorie Funzionali di cui diretti interventi di rigenerazione 27, 64 c.6 interesse all'art. 99 L.R. 65/14 riuso urbana pubblico St o Sf St o Sf SE St o Sf St o Sf St o Sf SE St o Sf SE SE (mq) SE mq SE(mq) SE (mq) St (mq) SE (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) Residenziale 46.163 5.601 0 0 2.376 0 0 11.643 1.220 0 0 0 0 0 0

Industriale - artigianale 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Commerciale al dettaglio 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Turistico- ricettiva 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Direzionale e di servizio 0 0 0 0 0 0 0 0 3.670 0 0 0 0 0 0

Commerciale all'ingrosso 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 e depositi

TOTALI 46.163 5.601 0 0 2.376 0 0 11.643 4.890 0 0 0 0 0 0

Alcune previsioni determinano all'interno dello stesso comparto destinazioni distinte non riferibili a specifici lotti pertanto nella tabella Le St relative alla nuova edificazione e riuso sono ripetute (cfr Tabelle singole)

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PREVISIONI ESTERNE AL PERIMETRO DEL TU NON PREVISIONI INTERNE AL PERIMETRO DEL TU SUBORDINATE A CONFERENZA DI SUBORDINATE A UTOE LA ROSA COPIANIFICAZIONE CONFERENZA DI COPIANIFICAZIONE NE - Nuova NE - Nuova NE - Nuova edificazione R - Riuso R- Riuso edificazione edificazione Attrezzature Premialità PA o Piani di o impianti Interventi edilizi connesse ad intervento Art.25 c.1, 26, PA - PUC pubblici o di Art. 64 c.8 Art. 25 c.2 Categorie Funzionali di cui diretti interventi di rigenerazione 27, 64 c.6 interesse all'art. 99 L.R. 65/14 riuso urbana pubblico St o Sf SE St o Sf SE St o Sf St o Sf SE St o Sf SE St o Sf SE SE mq SE(mq) St (mq) SE (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) Residenziale 15.330 864 0 0 1.849 0 0 24.083 1.275 0 0 0 0 0 0

Industriale - artigianale 0 0 0 0 0 0 0 54.260 2.687 0 0 0 0 0 0

Commerciale al dettaglio 0 0 0 0 0 0 0 0 2.687 0 0 0 0 0 0 Turistico- ricettiva 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Direzionale e di servizio 6.363 509 0 0 0 0 0 0 2.687 0 0 0 0 0 0

Commerciale all'ingrosso e 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 depositi

TOTALI 21.693 1.373 0 0 1.849 0 0 78.343 9.336 0 0 0 0 0 0

Alcune previsioni determinano all'interno dello stesso comparto destinazioni distinte non riferibili a specifici lotti pertanto nella tabella Le St relative alla nuova edificazione e riuso sono ripetute (cfr Tabelle singole)

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PREVISIONI ESTERNE AL PERIMETRO DEL TU NON PREVISIONI INTERNE AL PERIMETRO DEL TU SUBORDINATE A CONFERENZA DI SUBORDINATE A UTOE LE CASE COPIANIFICAZIONE CONFERENZA DI COPIANIFICAZIONE NE - Nuova NE - Nuova NE - Nuova edificazione R - Riuso R- Riuso edificazione edificazione

Attrezzature Premialità PA o Piani di o impianti Interventi edilizi connesse ad intervento Art.25 c.1, 26, PA - PUC pubblici o di Art. 64 c.8 Art. 25 c.2 Categorie Funzionali di cui diretti interventi di rigenerazione 27, 64 c.6 interesse all'art. 99 L.R. 65/14 riuso urbana pubblico St o Sf SE St o Sf SE St o Sf St o Sf SE St o Sf SE St o Sf SE SE mq SE(mq) St (mq) SE (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) Residenziale 3.904 780 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Industriale - artigianale 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Commerciale al dettaglio 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Turistico- ricettiva 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Direzionale e di servizio 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Commerciale all'ingrosso e 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 depositi

TOTALI 3.904 780 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Alcune previsioni determinano all'interno dello stesso comparto destinazioni distinte non riferibili a specifici lotti pertanto nella tabella Le St relative alla nuova edificazione e riuso sono ripetute (cfr Tabelle singole)

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PREVISIONI ESTERNE AL PERIMETRO DEL TU

NON PREVISIONI INTERNE AL PERIMETRO DEL TU SUBORDINATE A CONFERENZA DI SUBORDINATE A UTOE SOIANA COPIANIFICAZIONE CONFERENZA DI COPIANIFICAZIONE NE - Nuova NE - Nuova NE - Nuova edificazione R - Riuso R- Riuso edificazione edificazione

Attrezzature PA o Piani di o impianti Premialità Interventi edilizi intervento Art.25 c.1, 26, PA - PUC pubblici o di connesse ad Art. 64 c.8 Art. 25 c.2 Categorie Funzionali di cui diretti rigenerazione 27, 64 c.6 interesse interventi di riuso all'art. 99 L.R. 65/14 urbana pubblico St o Sf St o Sf SE St o Sf St o Sf SE St o Sf SE St o Sf SE SE (mq) SE mq SE(mq) St (mq) SE (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) Residenziale 9.058 3.364 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Industriale - artigianale 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Commerciale al dettaglio 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Turistico- ricettiva 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Direzionale e di servizio 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Commerciale all'ingrosso e 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 depositi

TOTALI 9.058 3.364 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Alcune previsioni determinano all'interno dello stesso comparto destinazioni distinte non riferibili a specifici lotti pertanto nella tabella Le St relative alla nuova edificazione e riuso sono ripetute (cfr Tabelle singole)

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PREVISIONI ESTERNE AL PERIMETRO DEL TU NON PREVISIONI INTERNE AL PERIMETRO DEL TU SUBORDINATE A CONFERENZA DI SUBORDINATE A UTOE MORRONA COPIANIFICAZIONE CONFERENZA DI COPIANIFICAZIONE NE - Nuova NE - Nuova NE - Nuova edificazione R - Riuso R- Riuso edificazione edificazione Attrezzature Premialità PA o Piani di o impianti Interventi edilizi connesse ad intervento Art.25 c.1, 26, PA - PUC pubblici o di Art. 64 c.8 Art. 25 c.2 Categorie Funzionali di cui diretti interventi di rigenerazione 27, 64 c.6 interesse riuso urbana all'art. 99 L.R. 65/14 pubblico St o Sf St o Sf SE St o Sf St o Sf SE St o Sf SE St o Sf SE SE (mq) SE mq SE(mq) St (mq) SE (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) (mq) Residenziale 19.208 2.878 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Industriale - artigianale 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Commerciale al dettaglio 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Turistico- ricettiva 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Direzionale e di servizio 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Commerciale all'ingrosso e 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 depositi

TOTALI 19.208 2.878 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Alcune previsioni determinano all'interno dello stesso comparto destinazioni distinte non riferibili a specifici lotti pertanto nella tabella Le St relative alla nuova edificazione e riuso sono ripetute (cfr Tabelle singole)

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RESIDENZIALE PREVISIONI INTERNE AL PERIMETRO DEL TU NE - Nuova edificazione R - Riuso

Attrezzature o

impianti pubblici o Premialità connesse ad PA o Piani di intervento COMPARTI SELVATELLE PA - PUC Interventi edilizi diretti di interesse interventi di riuso rigenerazione urbana pubblico St o Sf (mq) SE (mq) St o Sf (mq) SE (mq) SE mq St o Sf (mq) SE(mq) St o Sf (mq) SE (mq)

S1 16.820 764 0 0 1.345 0 0 0 0

S2 4.192 586 0 0 251 0 0 0 0

S3 4.998 700 0 0 300 0 0 0 0

S4 6.990 1.398 0 0 0 0 0 0 0

S5 3.290 460 0 0 198 0 0 0 0

S6 4.708 660 0 0 282 0 0 0 0

S7 5.165 1.033 0 0 0 0 0 0 0

S8 0 0 0 0 0 0 0 11.643 1.220

TOTALI 46.163 5.601 0 0 2.376 0 0 11.643 1.220

NE - Nuova edificazione R - Riuso

Attrezzature o impianti pubblici o Premialità connesse ad PA o Piani di intervento COMPARTI LA ROSA PA - PUC Interventi edilizi diretti di interesse interventi di riuso rigenerazione urbana pubblico St o Sf (mq) SE (mq) St o Sf (mq) SE (mq) SE mq St o Sf (mq) SE(mq) St o Sf (mq) SE (mq)

R1 6.363 764 0 0 0 0 0 0 0

R2 0 0 0 0 1.849 0 0 14.119 1.849 70

R5 0 0 0 0 0 0 0 0 0

R7 8.967 100 0 0 0 0 0 0 0

R8 0 0 0 0 0 0 0 0 0

TOTALI 15.330 864 0 0 1.849 0 0 14.119 1.849

NE - Nuova edificazione R - Riuso

Attrezzature o impianti pubblici o Premialità connesse ad PA o Piani di intervento COMPARTI LE CASE PA - PUC Interventi edilizi diretti di interesse interventi di riuso rigenerazione urbana pubblico

St o Sf (mq) SE (mq) St o Sf (mq) SE (mq) SE mq St o Sf (mq) SE(mq) St o Sf (mq) SE (mq)

L1 390 780 0 0 0 0 0 0 0

TOTALI 390 780 0 0 0 0 0 0 0

NE - Nuova edificazione R - Riuso

Attrezzature o

impianti pubblici o Premialità connesse ad PA o Piani di intervento COMPARTI SOIANA PA - PUC Interventi edilizi diretti di interesse interventi di riuso rigenerazione urbana pubblico

St o Sf (mq) SE (mq) St o Sf (mq) SE (mq) SE mq St o Sf (mq) SE(mq) St o Sf (mq) SE (mq)

So1 9.058 3.364 0 0 0 0 0 0 0

TOTALI 9.058 3.364 0 0 0 0 0 0 0

NE - Nuova edificazione R - Riuso

Attrezzature o

impianti pubblici o Premialità connesse ad PA o Piani di intervento COMPARTI MORRONA PA - PUC Interventi edilizi diretti di interesse interventi di riuso rigenerazione urbana pubblico

St o Sf (mq) SE (mq) St o Sf (mq) SE (mq) SE mq St o Sf (mq) SE(mq) St o Sf (mq) SE (mq)

71

M1 5.058 1.012 0 0 0 0 0 0 0

M2 4.875 975 0 0 0 0 0 0 0

M3 9.275 891 0 0 0 0 0 0 0

TOTALI 19.208 2.878 0 0 0 0 0 0 0

PIANO OPERATIVO - PREVISIONI QUINQUENNALI PER UTOE - Dettaglio (All. 2B Del. 682 del 26.06.2017)

ARTIGIANALE PREVISIONI INTERNE AL PERIMETRO DEL TU

NE - Nuova edificazione R - Riuso

Attrezzature o

impianti pubblici o Premialità connesse ad PA o Piani di intervento COMPARTI LA ROSA PA - PUC Interventi edilizi diretti di interesse interventi di riuso rigenerazione urbana pubblico St o Sf (mq) SE (mq) St o Sf (mq) SE (mq) SE mq St o Sf (mq) SE(mq) St o Sf (mq) SE (mq) R3 16.820 764 0 0 1.345 0 0 8.034 429 R4 4.192 586 0 0 251 0 0 46.226 2.258 TOTALI 21.012 1.350 0 0 1.596 0 0 54.260 2.687

PIANO OPERATIVO - PREVISIONI QUINQUENNALI PER UTOE - Dettaglio (All. 2B Del. 682 del 26.06.2017)

DIREZIONALE PREVISIONI INTERNE AL PERIMETRO DEL TU

NE - Nuova edificazione R - Riuso

Attrezzature o

impianti pubblici o Premialità connesse ad PA o Piani di intervento COMPARTI SELVATELLE PA - PUC Interventi edilizi diretti di interesse interventi di riuso rigenerazione urbana pubblico St o Sf (mq) SE (mq) St o Sf (mq) SE (mq) SE mq St o Sf (mq) SE(mq) St o Sf (mq) SE (mq) S8 0 0 0 0 0 0 0 11.643 3.670 TOTALI 0 0 0 0 0 0 0 11.643 3.670

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NE - Nuova edificazione R - Riuso

Attrezzature o

impianti pubblici o Premialità connesse ad PA o Piani di intervento COMPARTI LA ROSA PA - PUC Interventi edilizi diretti di interesse interventi di riuso rigenerazione urbana pubblico St o Sf (mq) SE (mq) St o Sf (mq) SE (mq) SE mq St o Sf (mq) SE(mq) St o Sf (mq) SE (mq) R1 6.363 509 0 0 0 0 0 0 0 R3 0 0 0 0 0 0 0 8.034 0 R4 0 0 0 0 0 0 0 46.226 0 TOTALI 6.363 509 0 0 0 0 0 54.260 0

PIANO OPERATIVO - PREVISIONI QUINQUENNALI PER UTOE - Dettaglio (All. 2B Del. 682 del 26.06.2017)

COMMERCIALE PREVISIONI INTERNE AL PERIMETRO DEL TU

NE - Nuova edificazione R - Riuso

Attrezzature o

impianti pubblici o Premialità connesse ad PA o Piani di intervento COMPARTI LA ROSA PA - PUC Interventi edilizi diretti di interesse interventi di riuso rigenerazione urbana pubblico St o Sf (mq) SE (mq) St o Sf (mq) SE (mq) SE mq St o Sf (mq) SE(mq) St o Sf (mq) SE (mq) R3 0 0 0 0 0 0 0 8.034 429 R4 0 0 0 0 0 0 0 46.226 2.258 R6 4.258 200 0 0 0 0 0 0 0 TOTALI 4.258 200 0 0 0 0 0 54.260 2.687

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PIANO OPERATIVO - PREVISIONI QUINQUENNALI PER UTOE - Dettaglio (All. 2B Del. 682 del 26.06.2017)

TURISTICO PREVISIONI ESTERNE AL PERIMETRO DEL TU

NE - Nuova edificazione R - Riuso PL - posti letto

POLARITÀ n. PA - PUC PA o Piani di intervento da nuova rigenerazione urbana da recupero St o Sf (mq) SE (mq) St o Sf (mq) SE (mq) edificazione 10 22.250 1.200 22.250 4.860 48 124 11* 16.920 0 16.920 1.100 0 72 12 31.350 600 31.350 520 10 24 13 138.738 0 138.738 2.200 50 42 14 42.015 1.250 42.015 1.250 50 50 15 4.890 350 4.890 496 6 6 16 385.685 2.600 385.685 2.450 40 60 17 27.923 579 27.923 386 30 20 TOTALI 669.771 6.579 669.771 13.262 234 398

totale posti letto 632

* Premialità per polarità11: ulteriore incremento di 700 mq di SE da recupero in perequazione da polarità 10

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AREE A STANDARD

Il PO ha svolto la verifica degli standard sia per frazioni che la totalità del territorio, rispetto alla popolazione insediata (4497 ab –fonte uffici comunali), nonché all’incremento potenziale (483 ab).

La dotazione di standard da decreto ministeriale risulta territorialmente soddisfatta in quanto molti dei servizi a carattere generale sono accentrati in polarità (es. scuola), mentre per altra tipologia di standard il Piano ritiene opportuno che l’implementazione fino a garantire la dotazione prevista dal PS avvenga congiuntamente al processo di trasformazione derivato dai Piani Particolareggiati o dai Permessi a costruire (cfr Allegato III-Schede Norma) che individuano le singole implementazioni di standard.

Totale Comune abitanti 4497 attuato previsioni totale D.M. fabbisogno prioritarie 1444/68 Servizi scolastici 10951 29232 40183 4,5 20237 Attrezzature di interesse collettivo 79075 71424 150499 2 8994 Verde pubblico attrezzato 38491 41867 80358 9 40473 Parcheggio pubblico 41074 11989 53063 2,5 11243 totale 169591 154512 324103 18 80946

Calcolo degli Standard per UTOE

Terricciola abitanti 1101 attuato previsioni totale D.M. fabbisogno prioritarie 1444/68 Servizi scolastici 8946 0 8946 4,5 4955 Attrezzature di interesse collettivo 8380 256 8636 2 2202 Verde pubblico attrezzato 13768 1311 15079 9 9909 Parcheggio pubblico 7015 299 7314 2,5 2753 totale 38109 1866 39975 18 19818

Selvatelle abitanti 1456 attuato previsioni totale D.M. fabbisogno prioritarie 1444/68 Servizi scolastici 2005 29232 31237 4,5 6552 Attrezzature di interesse collettivo 16285 31642 47927 2 2912 Verde pubblico attrezzato 6177 595 6772 9 13104 Parcheggio pubblico 9355 0 9355 2,5 3640 totale 33822 61469 95291 18 26208

La Rosa abitanti 431 attuato previsioni totale D.M. fabbisogno prioritarie 1444/68 Servizi scolastici 0 0 0 4,5 1940 Attrezzature di interesse collettivo 4849 38826 43675 2 862 Verde pubblico attrezzato 8353 0 8353 9 3879 Parcheggio pubblico 16320 1155 17475 2,5 1078 totale 29522 39981 69503 18 7758

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Morrona abitanti 427 attuato previsioni totale D.M. fabbisogno prioritarie 1444/68 Servizi scolastici 0 0 0 4,5 1922 Attrezzature di interesse collettivo 7701 0 7701 2 854 Verde pubblico attrezzato 4440 1128 5568 9 3843 Parcheggio pubblico 1256 727 1983 2,5 1068 totale 13397 1855 15252 18 7686

Soianella abitanti 350 attuato previsioni totale D.M. fabbisogno prioritarie 1444/68 Servizi scolastici 0 0 0 4,5 1575 Attrezzature di interesse collettivo 98 0 98 2 700 Verde pubblico attrezzato 0 0 0 9 3150 Parcheggio pubblico 1140 0 1140 2,5 875

Soiana abitanti 509 attuato previsioni totale D.M. fabbisogno prioritarie 1444/68 Servizi scolastici 0 0 0 4,5 2291 Attrezzature di interesse collettivo 2789 700 3489 2 1018 Verde pubblico attrezzato 5753 342 6095 9 4581 Parcheggio pubblico 699 1578 2277 2,5 1273 totale 9241 2620 11861 18 9162 totale 1238 0 1238 18 6300

Stibbiolo abitanti 74 attuato previsioni totale D.M. fabbisogno prioritarie 1444/68 Servizi scolastici 0 0 0 4,5 333 Attrezzature di interesse collettivo 0 0 0 2 148 Verde pubblico attrezzato 0 0 0 9 666 Parcheggio pubblico 0 0 0 2,5 185 totale 0 0 0 18 1332

Le Case abitanti 44 attuato previsioni totale D.M. fabbisogno prioritarie 1444/68 Servizi scolastici 0 0 0 4,5 198 Attrezzature di interesse collettivo 0 0 0 2 88 Verde pubblico attrezzato 0 0 0 9 396 Parcheggio pubblico 0 0 0 2,5 110 totale 0 0 0 18 792

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Vigliana Pianetto abitanti 39 attuato previsioni totale D.M. fabbisogno prioritarie 1444/68 Servizi scolastici 0 0 0 4,5 175,5 Attrezzature di interesse collettivo 0 0 0 2 78 Verde pubblico attrezzato 0 0 0 9 351 Parcheggio pubblico 0 0 0 2,5 97,5 totale 0 0 0 18 702

La Sterza abitanti 66 attuato previsioni totale D.M. fabbisogno prioritarie 1444/68 Servizi scolastici 0 0 0 4,5 297 Attrezzature di interesse collettivo 0 0 0 2 132 Verde pubblico attrezzato 0 0 0 9 594 Parcheggio pubblico 0 0 0 2,5 165 totale 0 0 0 18 1188

Territorio rurale attuato previsione totale Servizi scolastici 0 0 0 Attrezzature di interesse collettivo 38973 0 38973 Verde pubblico attrezzato 0 0 0 Parcheggio pubblico 5289 8230 13519 totale 44262 8230 52492

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DISPOSIZIONI PER LA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI VOLTI ALL’ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE NELL’AMBITO URBANO

Tra gli elementi strategici della riqualificazione urbana e territoriale si evidenzia l’importanza della predisposizione di un piano per l’accessibilità della città pubblica, congiunto e coordinato con gli interventi privati a scala edilizia. La L.R.65/14, prevede che il Piano Operativo, ai sensi dell’art.95 comma 6, contenga le disposizioni per la programmazione degli interventi volti all’abbattimento delle barriere architettoniche in ambito urbano. Questo strumento di programmazione ha lo scopo di garantire un’adeguata accessibilità delle strutture di uso pubblico, degli spazi comuni della città e delle infrastrutture per la mobilità. Al fine di definire gli interventi necessari al superamento delle barriere architettoniche, è necessario redarre un quadro della situazione reale dello spazio urbano, individuando quelle barriere fisiche e culturali che in qualche modo limitano o impediscono la fruizione libera degli spazi e degli ambienti pubblici.

Riferimenti normativi In elenco cronologico si riporta la normativa di riferimento in materia di superamento di barriere architettoniche:

• Legge 9 Gennaio 1989, n. 13: Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati. • Decreto del Ministro dei LL.PP. 14 Giugno 1989, n. 236 • L. R. Toscana 9 Settembre 1991, n. 47: Norme sull’eliminazione delle barriere architettoniche. • Legge 5 Febbraio 1992, n. 104: Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. • D.P.R 24 Luglio 1996, n. 503: Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici. • LR 1/2005 Norme di governo del territorio • D.P.G.R 29 Luglio 2009, n.41/R- Regolamento di Attuazione dell’art. 37 co2 lett g) co 3 • LR 1/05 in materia di barriere architettoniche • LR 65/2014 norme di governo del territorio

Le barriere architettoniche ed il contesto urbano Per una corretta valutazione delle problematiche relative all’accessibilità degli spazi urbani è necessario riferirsi al concetto di “barriera architettonica”, che deriva dall’art. 1 del D.P.R. 503\96: ostacoli fisici, fissi e mobili, che impediscono la completa fruizione degli spazi e delle attrezzature da parte di alcuni soggetti: sia alla mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo.

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Nella normativa più recente, il concetto di “barriera architettonica” e di “accessibilità” hanno assunto una portata più ampia e non sono riferiti soltanto a handicap fisici, ma coinvolgono anche altri tipi di utenza debole, quali convalescenti in genere, bambini, anziani, cardiopatici, persone in avanzato stato di gravidanza, persone sorde o sordomute, persone ipovedenti o non vedenti, persone con tutori, persone in carrozzina e con accompagnatore, persone paraplegiche, persone di altezze eccessive, persone di bassa statura, persone con bambini, persone con passeggino o con carrello della spesa, persone obese, in scooter, etc.

Appare doveroso che lo studio sull’accessibilità possa essere utile a far sì che la maggior parte dei cittadini possa spostarsi e accedere autonomamente e in sicurezza alle strutture e spazi pubblici.

Dunque l’obiettivo è migliorare la fruibilità fisica della città per tutti, agendo sull’esistente e costruire le regole per i nuovi interventi in modo da renderli già in fase di progettazione conformi alle normative vigenti in materia, risolvendo a monte i problemi.

Il programma dell’abbattimento delle barriere deve concentrarsi in primo luogo sulla struttura urbana e sulle sue componenti quali piazze, spazi verdi, edifici pubblici e di uso pubblico, strade e percorsi, etc. e deve evidenziare se uno spazio sia:

• accessibile: struttura che risponde pienamente ai requisiti richiesti dalla normativa;

• accessibile parzialmente: struttura che non risponde pienamente ai requisiti richiesti dalla normativa;

• non accessibile: strutture che non rispondono ai requisiti richiesti dalla normativa e che, quindi, necessitano di intervento di adeguamento.

Il salto culturale in tema di accessibilità urbana è necessario e comporta un metodo sistematico e non episodico di programmazione e progettazione.

Inoltre la riflessione sull’accessibilità urbana dovrà riferirsi:

• alla programmazione dei lavori di riqualificazione degli spazi e edifici pubblici esistenti o d’interesse pubblico;

• al livello di qualità degli interventi di trasformazione di iniziativa privata.

Nell’ambito della programmazione della mobilità pubblica, l'Amministrazione comunale dovrà predisporre il Piano dell’Accessibilità Urbana, nel rispetto degli indirizzi di seguito specifica.

Sarà opportuno che la programmazione comunale tenga conto sia delle barriere architettoniche e urbanistiche esistente che dello stato dei luoghi in termini di degrado degli spazi pubblici.

In tal senso andrà predisposto un elaborato “spazi edifici pubblici e/o di interesse pubblico”, sui quali valutare in via prioritaria la necessità di programmare eventuali interventi ordinari e straordinari finalizzati a migliorare l’accessibilità. Il tema riguarda anche le aree pubbliche di parcheggio. Uno degli obiettivi principali è dare massima funzionalità agli interventi, in termini di accessibilità, siano essi realizzati direttamente dal Comune o da soggetto priva; in particolare nell’ambito degli interventi attuati delle previsioni del Piano Operativo si dovrà:

• adottare una metodologia che evidenzi le criticità esistenti e attraverso la progettazione introdurre misure volte alla loro eliminazione e/o mitigazione.

• programmare una verifica del tessuto urbanistico in modo da individuare eventuali azioni da 79

rendere realmente accessibile lo spazio pubblico oggetto di intervento;

• corredare i progetti con elabora tecnici che evidenzino gli accorgimenti da mettere in atto per garantire la continuità spaziale di percorrenze prive di barriere architettoniche, al fine di creare una rete di spazi pubblici accessibili.

L’Amministrazione potrà dettare indirizzi e prescrizioni per gli interventi pubblici e priva da realizzarsi in attuazione delle disposizioni rispetto ai punti sopra richiama, richiamandoli anche nelle eventuali convenzioni, al fine di assicurare livelli prestazionali e dotazioni anche superiori ai requisiti minimi previsti dalle vigenti norme in materia di superamento delle barriere architettoniche.

L’AC potrà coordinarsi ed integrare quanto stabilito nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche, individuando secondo criteri di priorità e capacità di spesa quali interventi inserire e promuovere nell’ambito dei lavori pubblici, compresi quelli di manutenzione.

I titolari priva di attività di interesse pubblico, ad esempio banche, farmacie, negozi, strutture ricettive ecc, per la normativa vigente in materia di accessibilità, adeguano i locali solo nel caso di intervento di ristrutturazione; sarebbe invece opportuno sollecitare tali interventi di adeguamento indipendentemente dall’intervento edilizio, magari attuando un sistema di incentivazione o sgravio fiscale.

L’analisi del tessuto urbano e la ricognizione puntuale dei singoli episodi, dovrà parre dal censire/verificare/valutare in particolare, le strutture scolastiche, le chiese, i cimiteri, l’ufficio postale, i circoli ricreavi, i centri di quartiere, gli uffici pubblici, le biblioteche, le banche, i supermercati, gli ambulatori, gli impianti sportivi, i percorsi pedonali, i parcheggi, gli spazi pubblici e le aree a verde pubblico.

Si dovranno riportare in cartografia le aree con la destinazione pubblica, di interesse pubblico o mista, oggetto di trasformazione, riqualificazione e di rigenerazione individuate dal presente Piano Operativo, in quanto, proprio per la loro funzione potranno includere attività o servizi di interesse pubblico.

Sarà da valutare l’aspetto geometrico, morfologico, materico, percettivo degli interventi proposti, in riferimento alla presenza o meno di barriere architettoniche.

Relativamente alla viabilità, sarà valutata la presenza o meno di marciapiedi e se questi rispondano ai requisiti richiesti dalla normativa (larghezza, pendenza, tipologia della pavimentazione, slarghi per lo scambio, guide per non vedenti).

In merito ai parcheggi sarà valutata la presenza, il numero e la dimensione dei posti auto per portatori di handicap; per le aree a verde pubblico quali aree attrezzate, parchi e giardini, sarà considerata l’effettiva accessibilità relativamente agli ingressi e ai percorsi pedonali. Per quanto concerne gli edifici pubblici o di interesse pubblico, l’analisi più puntuale sarà sulle strutture di proprietà pubblica (es. nuova scuola, residenze sociali, servizi), mentre su quelle che ospitano servizi o attività di interesse pubblico, la valutazione sarà limitatamente all’accessibilità agli spazi di relazione.

Dall’analisi sopra descritta, si dovrà arrivare ad una definizione sintetica degli interventi necessari per il superamento o l’eliminazione della barriera architettonica, nonché valutarne il grado di priorità per l’attuazione degli interventi.

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Inoltre l’approccio metodologico e progettuale, che va dall’analisi, alla verifica alla proposta, dovrà fare riferimento ai diversi contesti. In particolare si dovrà fare riferimento ai centri storici di Terricciola, Morrona, Soiana, al patrimonio storico, (molti dei servizi pubblici possono risultare in edifici di valore), oltre ai singoli luoghi quali piazze, verde, scuole, teatri, palestre, chiese, uffici pubblici etc.

Un altro accorgimento è utilizzare materiali adeguati per le pavimentazioni, che non presentino superfici troppo scabrose oppure giunti eccessivamente distanziati.

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TERRITORIO RURALE Valutazione Ambientale Strategica

Si rimanda ai Documento redatti a cura della Dott. Agr. Elisabetta Norci

Fattibilità geologica, idraulica, sismica e ambientale

Si rimanda ai Documento redatti a cura del Dott. Geol. Simone Stefanini e dall’Ing. Simone Pozzolini

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Comune di Terricciola (Pisa)

Sindaco Garante dell'informazione Mirko Bini e della partecipazione Assessore all’Urbanistica Dott.ssa Lara Orlandini Giulia Bandecchi Collaborazione con il RUP Responsabile del procedimento e aggiornamento Quadro Conoscitivo Geom. Adriano Bassi Arch. Claudia Toti

Pianificazione Urbanistica Valutazione Ambientale Strategica e Arch. Mauro Ciampa Territorio rurale e paesaggio Dott. Agr. Elisabetta Norci Studio Architetti Associati Ciampa progettazione e coordinamento Collaboratori Arch. Chiara Ciampa Stefano Calloni Dott. Thierry Mbuonda Collaboratori Dott. Eleonora Iacoponi Arch. Simona Mezzedimi

Restituzione digitale degli elaborati cartografici Studi Geologici Dott. Laura Garcés Ciurana Dott. Geol. Simone Stefani Studi Idraulici

della 65/2014 L.R. Consulenza legale Avv. Frida Scarpa Ing. Simone Pozzolini

DOCUMENTO DI CONFORMITÀ AL PIT-PPR PIANO OPERATIVO CON CONTESTUALE AL VARIANTE PIANO STRUTTURALE aisensi Adozione

COMUNE DI TERRICCIOLA (PI)

PIANO OPERATIVO CON CONTESTUALE VARIANTE AL PIANO STRUTTURALE

AI SENSI L.R. 65/14

Elaborato di Coerenza con la disciplina statutaria del Piano di Indirizzo Territoriale con valenza di Piano Paesaggistico (ai sensi art. 3 comma 4 dell’Accordo Mibact – Regione Toscana sottoscritto il 17 maggio 2018)

Indice generale Premessa ...... 3 Beni paesaggistici sottoposti a tutela ai sensi degli artt. 136 e 142 del D.Lgs 42/2004 ...... 4 Aree tutelate per legge ai sensi dell’art. 142 del D.Lgs 42/04: ...... 4 Recepimento della Disciplina Statutaria del PIT-PPR ai sensi L.R. 65/14 ...... 4 A. INVARIANTI STRUTTURALI ...... 5 B. PIT-PPR Disciplina d’uso – 8 Piana Livorno-Pisa-Pontedera ...... 6 C. BENI PAESAGGISTICI AI SENSI ART. 142 D.LGS 42/04 ...... 11 Recepimento della Disciplina Statutaria del PS ai sensi L.R. 65/14 ...... 12

2 Premessa

Con deliberazione n. 37 del 27 marzo 2015 il Consiglio Regionale ha approvato il Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) con valenza di Piano Paesaggistico. Ai sensi dell’art.18 della Disciplina di Piano del PIT, a far data dalla pubblicazione sul BURT della delibera di approvazione del Piano:

a) le prescrizioni, le prescrizioni d'uso e le direttive contenute nella disciplina relativa allo Statuto del territorio prevalgono sulle disposizioni difformi contenute negli strumenti della pianificazione territoriale e urbanistica, negli atti di pianificazione degli enti gestori delle aree naturali protette, nei piani e programmi di settore qualificabili come atti di governo del territorio ai sensi della normativa regionale;

b) le direttive contenute nella disciplina dello Statuto del territorio relativa ai beni paesaggistici, in conformità con le disposizioni del comma 3 dell’articolo 145 del Codice, integrano la disciplina dello statuto del territorio contenuta negli strumenti della pianificazione territoriale e urbanistica, e prevalgono sulle eventuali disposizioni difformi.

Ai sensi dell’art. 92 della L.R. 65/14 il Piano Strutturale contiene le regole di tutela e disciplina del patrimonio territoriale, comprensive dell’adeguamento alla disciplina paesaggistica del PIT. Ai sensi dell’art. 95 della L.R. 65/14 le previsioni del Piano Operativo sono supportate dalla ricognizione e dalle disposizioni concernenti la tutela e la disciplina del patrimonio territoriale, compreso il recepimento delle previsioni del piano paesaggistico regionale, con particolare riferimento alle prescrizioni d’uso per la tutela dei beni paesaggistici.

Le procedure di conformazione degli strumenti di pianificazione comunali al PIT-PPR sono definite dalle disposizioni dell’art. 21 della Disciplina di PIT-PPR, che prevedono lo svolgimento della Conferenza Paesaggistica Stato- Regione.

Secondo quanto stabilito all’art. 3 comma 4 dell’Accordo Mibact – Regione Toscana sottoscritto il 17 maggio 2018, gli atti posti all’esame della Conferenza prevedono un apposito elaborato nel quale viene dato conto delle modalità di recepimento della disciplina statutaria del PIT-PPR, con puntuale riferimento alle disposizioni aventi carattere di Obiettivo, Indirizzo, Direttiva e Prescrizione.

La formazione del Piano Operativo si è svolta necessariamente in coerenza ed in continuità con il Piano Strutturale vigente (2002), utilizzando le disposizioni transitorie di cui all’art. 224 della L.R. 65/14.

In questa prospettiva, il Piano Operativo ha per oggetto principalmente il monitoraggio, la verifica della coerenza delle previsioni rispetto al quadro normativo e pianificatorio sopravvenuto (PIT-Piano paesaggistico, LR 65/2014 e smi.), senza introdurre sostanziali modifiche, e rinviando alla formazione del nuovo Piano Strutturale Intercomunale e del successivo Piano Operativo la definizione di un più generale quadro strategico di programmazione.

3 Beni paesaggistici sottoposti a tutela ai sensi degli artt. 136 e 142 del D.Lgs 42/2004

Nel Comune di Terricciola non sono presenti vincoli ai sensi dell’art.136 del Dls 42/2004, mentre sono presenti vincoli paesaggistici riferiti ai seguenti beni:

Aree tutelate per legge ai sensi dell’art. 142 del D.Lgs 42/04:

- “I fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal R.D. 11 dicembre 1933, n.1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna” (art.142 c.1, lett. c, Codice)

- “I territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227” (art.142. c.1, lett. g. Codice)

- “i Territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 m dalla linea di battigia, anche con riferimento ai territori elevati sui laghi” (art.142. c.1, lett. B, Codice)

Ricognizione delle Aree tutelate per legge ai sensi dell’art. 142 del D.Lgs 42/2004

Nella cartografia del P.O. sono rappresentate le aree di cui all’art.142 del DLgs42/2004, cfr QC1 Quadro dei Beni Paesaggistici e Vincoli Sovraordinati (1:10.000).

In sede di redazione del P.O. è stata effettuata una ricognizione puntuale delle aree tutelate per legge (c.d. “aree Galasso”), con particolare attenzione ai “territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227” (art.142. c.1, lett. g. Codice); (cfr. Tavola Uso del Suolo e Tavola Quadro dei Beni Paesaggistici e Vincoli Sovraordinati).

Sono stati inoltre riportati “I fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal R.D. 11 dicembre 1933, n.1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna”. (art.142.c.1,lett.c,Codice). (cfr. Tavola Quadro dei Beni Paesaggistici e Vincoli Sovraordinati).

L’individuazione, negli elaborati del P.O. (cfr. Tavola QC1 Quadro dei Beni Paesaggistici e Vincoli Sovraordinati), delle aree tutelate per legge di cui al presente articolo, costituisce elemento di valore ricognitivo, fermo restando, preventivamente a qualsiasi intervento, l’obbligo di verifica dell’effettivo ambito/perimetro di sussistenza del vincolo ai termini di legge.

Recepimento della Disciplina Statutaria del PIT-PPR ai sensi L.R. 65/14

Il Piano Operativo Comunale recepisce il complesso delle direttive, delle prescrizioni e delle prescrizioni d’uso contenute nello Statuto del Territorio del PIT, ed in particolare:

a. la disciplina relativa alle Invarianti Strutturali, di cui al Capo II, con particolare riferimento alle disposizioni di cui all’art. 9-comma 3, all’art. 10 ed all’art. 11 - comma 3 relativi all'invariante strutturale “Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi urbani e infrastrutturali”;

b. la disciplina d’uso contenuta nella “Scheda d’Ambito 8. Piana Livorno – Pisa - Pontedera” comprendete obiettivi di qualità e direttive;

4 c. la disciplina dei beni paesaggistici di cui all’Elaborato 8B e relativi allegati, recante, oltre agli obiettivi e dalle direttive:

- le specifiche prescrizioni d’uso intese ad assicurare la conservazione dei valori espressi dagli immobili e dalle aree di notevole interesse pubblico, di cui all’articolo 136 del Codice, come formulate nelle relative “Schede” di cui all’Elaborato 3B e comprensive delle cartografie recanti l’individuazione, delimitazione e rappresentazione degli immobili e delle aree dichiarate di notevole interesse pubblico, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, lettera b) del Codice;

- le prescrizioni d’uso intese ad assicurare la conservazione dei caratteri distintivi delle aree tutelate per legge ai sensi dell’articolo142 del Codice, comprensive delle cartografie recanti l’individuazione, delimitazione e rappresentazione delle aree tutelate per legge ai sensi dell'articolo 143, comma 1, lettera c) del Codice;

Ai sensi dell’art. 20 della Disciplina del PIT, i contenuti del POC assicurano il rispetto delle prescrizioni e delle prescrizioni d'uso, e la coerenza con le direttive della disciplina statutaria del PIT, secondo le procedure di cui all’art. 21 della Disciplina citata.

A. INVARIANTI STRUTTURALI

La disciplina di P.O. è coerente con le disposizioni relative alle Invarianti Strutturali, di cui al Capo II Della Disciplina di Piano, con particolare riferimento alle disposizioni di cui all’art. 9 comma 3, all’art. 10 ed all’art. 11 - comma 3 relativi all'invariante strutturale “Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi urbani e infrastrutturali”.

In particolare, in sede di Variante contestuale al PS è stata effettuata la declinazione puntuale dei morfotipi relativi all’ambito territoriale in oggetto, che ha costituito il presupposto per l’individuazione del perimetro del territorio urbanizzato ai sensi dell’art. 4 della L.R. 65/14. In coerenza con le indicazioni contenute nel PIT con valore di Piano Paesaggistico approvato con DCR 37/2015, con particolare riferimento alla Carta del Territorio Urbanizzato 1:50.000 ed attraverso la lettura dei morfotipi insediativi di cui alla III Invariante, contestualmente alla redazione del PO è stata predisposta la contestuale Variante al PS, che ha individuato il perimetro del TU sulla base dei caratteri della struttura insediativa, secondo le indicazioni di cui all’Allegato 2 del PIT “Linee guida per la riqualificazione dei tessuti urbanizzati della città contemporanea”. Ai sensi del PIT_PPR “Ad ogni morfotipo corrispondono più articolazioni territoriali, individuate a livello regionale nella carta dei morfotipi insediativi e descritte nelle loro specificità all’interno della scheda d’ambito (tabella sinottica Morfotipo/Articolazione territoriale). L’articolazione territoriale del morfotipo oltre a rispondere, in generale, alle caratteristiche, ai valori, alle criticità e agli obiettivi di qualità propri del morfotipo corrispondente (descritti nell’abaco regionale), presenta, a livello territoriale, specifiche dinamiche, criticità e obiettivi che sono descritti nella scheda d’ambito in cui ricade (vedi tabella delle corrispondenze tra obiettivi generali del morfotipo e obiettivi dell’articolazione territoriale)”.

Da queste definizioni ed indirizzi, all’interno dell’ambito comunale, in riferimento agli Abachi regionali relativi alla III Invariante del PIT_PPR, rispetto alle zone di Terricciola, Morrona, Le Case, Selvatelle, Soiana, Soianella, La Rosa, sono stati riconosciuti e cartografati, i seguenti morfotipi insediativi:

5 . In riferimento all’ insediamento di Terricciola, sono stati riconosciuti i seguenti tessuti: TR8- Tessuto lineare eTR5 (Tessuto puntiforme; . In riferimento all’ insediamento di Morrona, sono stati riconosciuti i seguenti tessuti: TR5 (Tessuto puntiforme); . In riferimento all’ insediamento di Soiana, sono stati riconosciuti i seguenti tessuti: TR8 (Tessuto); . In riferimento all’ insediamento di Soianella, sono stati riconosciuti i seguenti tessuti: TR8 (Tessuto); . In riferimento all’ insediamento di Le Case, sono stati riconosciuti i seguenti tessuti: TR8 (Tessuto); . In riferimento all’ insediamento di Selvatelle, sono stati riconosciuti i seguenti tessuti: TR8 (Tessuto); TR3- Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali; TPS1-Tessuto a proliferazione produttiva lineare; TR6 (Tessuto a tipologia mista); . In riferimento all’ insediamento di La Rosa, sono stati riconosciuti i seguenti tessuti: TR6 (Tessuto a tipologia mista) e TPS1-Tessuto a proliferazione produttiva lineare.

B. PIT-PPR Disciplina d’uso – 8 Piana Livorno-Pisa-Pontedera

Le Norme del Piano Operativo Comunale sono state implementate anche in riferimento al PIT-PPR rispetto alla Disciplina d’uso – 8 Piana Livorno-Pisa-Pontedera.

Di seguito sono evidenziate le coerenze tra obiettivi di qualità e direttive della Scheda d’Ambito del PIT- PPR con le Norme di PO.

Le coerenze relative al PO sono riscontrabili, oltre che nell’apparato normativo, nel quadro previsionale complessivo derivante dalle azioni programmate dall’AC in attuazione degli obiettivi di Piano.

6.1 Obiettivi di qualità e direttive

Obiettivo 1

Salvaguardare e riqualificare, evitando nuovo consumo di suolo, i valori ecosistemici, idrogeomorfologici, paesaggistici e storico-testimoniali del vasto sistema delle pianure alluvionali dell’Arno, del Serchio e dei principali affluenti quali fiume Era, torrente Sterza, Fine, Chioma, fiume MortoVecchio e Nuovo

Direttive correlate

Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono, ai sensi dell’art. 4 della Disciplina del Piano, a:

1.1 - riqualificare il carattere policentrico del sistema insediativo della piana, ricostituendo relazioni territoriali tra i centri urbani principali e i sistemi agro-ambientali e preservare gli spazi agricoli residui, potenziandone la multifunzionalità e valorizzandone la prossimità alla città; recuperare, altresì, i livelli di permeabilità ecologica del territorio di pianura con particolare riferimento alle aree individuate come“direttrici di connettività da ricostituire e/o da riqualificare”e “aree critiche per la funzionalità della rete” (individuate nella Carta della rete ecologica);  Coerente Capo II, Sezione I delle NTA del PO (artt.17-26)

6 1.3 - assicurare che eventuali nuove espansioni e nuovi carichi insediativi siano coerenti per tipi edilizi, materiali, colori ed altezze, e opportunamente inseriti nel contesto paesaggistico senza alterarne la qualità morfologica e percettiva;  Coerente Artt. 13,19, 31,32, 33, 45,47 delle NTA del P.O

1.4 - evitare ulteriori processi di dispersione insediativa nel territorio rurale (con particolare riferimento all’area compresa tra Pisa e Vecchiano), definire e riqualificare i margini urbani attraverso interventi di riordino dei tessuti costruiti e della viabilità, di riorganizzazione degli spazi pubblici, di mitigazione degli aspetti di disomogeneità e di integrazione con il tessuto agricolo periurbano sia in termini visuali che fruitivi;  Coerente Artt. 22, 46 delle NTA del P.O

1.5 - evitare ulteriori frammentazioni del territorio rurale a opera di infrastrutture, volumi o attrezzature fuori scala rispetto alla maglia territoriale e al sistema insediativo e garantire che i nuovi interventi infrastrutturali non accentuino l’effetto barriera creato dal corridoio infrastrutturale SGC Fi-Pi-Li, dalla Statale Tosco-Romagnola e dalla ferrovia sia dal punto di vista visuale che ecologico;  Coerente Artt. 37 ,49,54 delle NTA del P.O

1.6 - salvaguardare e recuperare dal punto di vista paesistico, storico-culturale, ecosistemico e fruitivo il corso dell’Arno - per il ruolo strutturante storicamente svolto nella costruzione dell’identità dell’ambito, quale luogo privilegiato di fruizione dei paesaggi attraversati - evitando processi di urbanizzazione che aumentino l’impermeabilizzazione nei contesti fluviali, e tutelando gli elementi storicamente e funzionalmente interrelati al bene medesimo Orientamenti: • ricostituire le relazioni tra fiume e tessuto urbano (con particolare riferimento alle città di Pisa e Pontedera); • promuovere interventi di riqualificazione paesaggistica delle aree compromesse, anche attraverso la delocalizzazione di volumi incongrui; • salvaguardare e valorizzare il ricco e antico sistema di manufatti legati alla navigazione fluviale e alla regimazione idraulica quali ponti, canali, mulini, pescaie, gore e chiuse, a testimonianza della vitalità degli storici insediamenti fluviali.  Non pertinente, tuttavia coerente Art. 45 delle NTA del P.O non rispetto al fiume Arno, bensì rispetto al Cascina, Sterza Era

1.7 - riqualificare da un punto di vista paesaggistico le grandi piattaforme produttive e logistiche (interporto di Livorno; canale dei Navicelli; area industriale di Pontedera), assicurare la compatibilità dei nuovi interventi e promuovere progetti di recupero e riuso delle strutture industriali dismesse;  Coerente Art. 44 delle NTA del P.O

1.8 - valorizzare i caratteri del paesaggio della bonifica favorendo il mantenimento e lo sviluppo di un’agricoltura innovativa che coniughi competitività economica con ambiente e paesaggio, e perseguendo, ove possibile, la permanenza della maglia agraria storica delle zone di bonifica di , Cascina e Bientina (con particolare riferimento ai nodi della rete degli agroecosistemi, così come individuati nella carta della rete ecologica), anche attraverso il mantenimento dei residui elementi vegetazionali, della viabilità poderale, dei manufatti della bonifica, garantendo, inoltre, l’efficienza del sistema di regimazione e scolo delle acque, e tutelando la leggibilità del sistema insediativo storico (in particolare le fattorie di Coltano e S. Rossore);

7  Coerente Titolo V – Territorio Rurale delle NTA del P.O

1.9 - salvaguardare la riconoscibilità e l’integrità visuale del profilo urbano storico della città di Pisa, con particolare attenzione alla viabilità radiale in entrata, anche attraverso la riqualificazione degli ingressi urbani.  Non pertinente

Obiettivo 3 Preservare i caratteri strutturanti il paesaggio della compagine collinare che comprende sistemi rurali densamente insediati, a prevalenza di colture arboree, e morfologie addolcite occupate da seminativi nudi e connotate da un sistema insediativo rado

Direttive correlate

Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono, ai sensi dell’art. 4 della Disciplina del Piano, a:

3.1 - tutelare la leggibilità della relazione tra sistema insediativo storico e paesaggio agrario del Monte Pisano attraverso il mantenimento dell’integrità morfologica dei nuclei storici (sistema pedecollinare storico del lungomonte, costituito da edifici religiosi, fortificazioni, mulini, ville di origine medicea e granducale), la conservazione ove possibile degli oliveti terrazzati (in gran parte individuati come nodi degli agroecosistemi nella carta della rete ecologica) e il contenimento dell’espansione del bosco su ex coltivi;  Non pertinente

3.2 - valorizzare i caratteri del paesaggio delle colline Pisane settentrionali connotate dalla presenza di colture legnose, favorendo il mantenimento di un’agricoltura innovativa che coniughi competitività economica con ambiente e paesaggio;salvaguardare la riconoscibilità e l’integrità dei sistemi insediativi storici (sistema dei borghi collinari – , Fauglia, , Lari), e mantenere, ove possibile, le colture legnose o le associazioni colturali tradizionali che circondano i borghi collinari di Palaia, , , VillaSaletta, , , , (individuati come nodi degli agroecosistemi nella carta della rete ecologica);  Coerente Titolo V- Territorio Rurale delle NTA del P.O

3.3 - nelle Colline Pisane a prevalenza di suoli argillosi e di seminativi (comprese tra i Monti Livornesi e il confine orientale dell’ambito), favorire il mantenimento di un’agricoltura innovativa che coniughi competitività economica con ambiente e paesaggio. Orientamenti: • migliorare l’infrastrutturazione paesaggistica ed ecologica;

• promuovere il mantenimento delle corone di colture legnose che contornano i nuclei storici (, ) e ne sottolineano la presenza nell’orizzonte paesistico dei seminativi estensivi;

• evitare la realizzazione e l’ampliamento di campi da golf, per il forte impatto visivo costituito dai green e dalle strutture di servizio sportivo, nonché i rimodellamenti che alterano l’identità dei luoghi e gli equilibri idrogeomorfologici.

 Coerente Titolo V- Territorio Rurale delle NTA del P.O

8 3.4 - preservare i valori storico-testimoniali, percettivi ed ecologici delle porzioni di territorio comprese nella fascia pedemontana dei Monti di Castellina (attorno a Santa Luce, tra Colle Montanino, , , Casciana e nei pressi di Chianni) attraverso il mantenimento delle relazioni paesistiche tra nuclei storici e mosaici agricoli tradizionali (nodi degli agroecosistemi nella carta della rete ecologica);favorire, altresì, il mantenimento delle attività agro-pastorali tradizionali dei Monti Livornesi, finalizzate alla conservazione dei paesaggi di alto valore naturalistico (nodi degli agroecosistemi nella carta della rete ecologica).  Coerente Art. 35 delle NTA del P.O

Obiettivo 4

Tutelare gli elementi di eccellenza naturalistica del territorio dell’ambito, caratterizzato da paesaggi eterogenei, ricchi di diversità geostrutturali, geomorfologiche ed ecosistemiche, comprese le isole di Capraia e Gorgona

Direttive correlate

Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono, ai sensi dell’art. 4 della Disciplina del Piano, a:

4.1 - salvaguardare le emergenze geomorfologiche costituite dai rilievi calcarei tra Vecchiano e , dalle sorgenti termali di San Giuliano, Uliveto e , nonché dalle colate detritiche “sassaie” e dall’importante sistema ipogeo di grotte e cavità carsiche del Monte Pisano;  Non pertinente

4.2 - migliorare la qualità ecosistemica complessiva degli habitat forestali, con particolare attenzione ai nodi forestali della rete ecologica costituiti dalle foreste costiere delle tenute di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli (nodo primario con boschi planiziali, palustri e pinete costiere), dai versanti del Monte Pisano (nodo primario con castagneti e pinete), dai versanti settentrionali dei Monti Livornesi e dalle colline ad est di Palaia (nodi secondari); nonché mantenere le direttrici di connettività tra ecosistemi forestali isolati nel paesaggio agricolo della Valle del Torrente Fine ed in Valdera (direttrici di connettività da riqualificare);  Non pertinente

4.3 - tutelare le importanti aree umide relittuali, costituite dalle lame interdunali e costiere di Migliarino, S. Rossore e Massaciuccoli, le aree del Paduletto e Palazzetto lungo il corso del fiume Morto Vecchio, le aree palustri di Suese e Biscottino e l’ex alveo del Lago di Bientina, anche evitando il consumo di suolo nelle pianure adiacenti; salvaguardare, inoltre, il Lago di Santa Luce, mitigando gli impatti legati alle adiacenti aree agricole intensive;  Non pertinente

4.4 - salvaguardare la qualità e i valori paesaggistici e naturalistici, con particolare riferimento alla Valle del Chiecina, delle matrici forestali caratterizzate da continuità ed elevato valore ecologico (nodi primari e secondari e matrici di connessione della Rete ecologica regionale) nonché le formazioni boschive che caratterizzano “figurativamente il territorio” come indicate dal Piano, evitando l’apertura di nuove aree estrattive di materiali non pregiati;

9  Non pertinente

4.5 - migliorare i livelli di compatibilità delle attività estrattive, presenti nelle colline calcaree di Vecchiano, nei Monti Livornesi e ai piedi del Monte Pisano, in particolare recuperando e riqualificando i siti estrattivi abbandonati;  Non pertinente

4.6 - tutelare integralmente le residue aree di calanchi, presso Toiano nell’alta valle del Torrente Roglio, anche attraverso la creazione di fasce tampone accessibili solo ad attività a basso impatto quale il pascolo e mantenendo i calanchi bonificati con soluzioni preventive, come l’istituzione di aree inerbite lungo gli allineamenti originali degli impluvi;  Non pertinente

4.7 - salvaguardare l’elevato valore paesaggistico, geomorfologico ed ecosistemico delle isole di Capraia e Gorgona tutelando le coste rocciose ricche di forme rilevanti in aree incontaminate e caratterizzate da mosaici di macchie, garighe e prati, dalla presenza di suggestivi contrasti paesaggistici (scorie e rocce di origine vulcanica di Punta dello Zenobio e Cala Rossa a Capraia), e mantenendo l’integrità dello Stagnone di Capraia, unico specchio d’acqua naturale dell’Arcipelago Toscano;  Non pertinente

4.8 - evitare ulteriori processi di urbanizzazione nelle isole di Capraia e Gorgona, contrastando, la frammentazione del territorio agricolo e la perdita di ambienti agropastorali e aree terrazzate di versante, nonché la diffusione di specie aliene vegetali ed animali.  Non pertinente

10 C. BENI PAESAGGISTICI AI SENSI ART. 142 D.LGS 42/04

Il Piano Operativo recepisce nel dettaglio la Disciplina relativa ai beni paesaggistici tutelati per legge di cui all’Elaborato 8B del PIT-PPR come di seguito evidenziato:

• Articolo 8 - I fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal R.D. 11 dicembre 1933, n.1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna. (art.142. c.1, lett. C, Codice)  Recepito nell’art. 51 delle NTA di PO

• Articolo 12 - I territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227. (art.142. c.1, lett. g. Codice)  Recepito nell’art. 51 delle NTA di PO

• -Articolo 7 - i Territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 m dalla linea di battigia, anche con riferimento ai territori elevati sui laghi. (art.142. c.1, lett. b, Codice)  Recepito nell’art. 51 delle NTA di PO

11 Recepimento della Disciplina Statutaria del PS ai sensi L.R. 65/14

Il Piano Operativo risulta conforme rispetto al Piano Strutturale, cfr art. 6 delle NTA, per quanto riguarda il recepimento dei Sistemi e Subsistemi territoriali (ai sensi dell’ art.8 Norme di PS) e funzionali.

Ai sensi del PS il territorio comunale di Terricciola è organizzato in: Sistemi Territoriali, disciplinati nella Sezione “Territorio rurale”, articolati in: a) Il Sistema vallivo dei fiumi Cascina, Era e Sterza b) Il Sistema collinare

UTOE disciplinati all’art.7 delle NTA di PO; Per ciascuna UTOE il P.S. descrive sinteticamente l’area, i criteri d’intervento, nonché parametri e prescrizioni. L’UTOE costituisce il riferimento fondamentale per la valutazione del dimensionamento massimo delle trasformazioni previste dal P.S. Il Piano Operativo contiene quindi un bilancio complessivo delle trasformazioni previste per ogni singola UTOE, verificandone la coerenza con i parametri stabiliti dal P.S. Le UTOE individuate dal Piano Strutturale e acquisite nel PO sono: UTOE 1 Parco ambientale ex cave UTOE 2 Aree produttive esistenti di Selvatelle UTOE 3 Selvatelle UTOE 4 Area per attrezzature ricreative e del tempo libero ad est della SS439 Sarzanese Valdera UTOE 5 La Rosa UTOE 6 Aree produttive di La Rosa UTOE 7 Area Sportiva “Fonte delle Donne” UTOE 8 Area produttiva a sud della SS439 in loc. La Sterza UTOE 9 Area produttiva per esplosivi UTOE 10 Aree turistiche-ricettive e sportive “Via del Pino” UTOE 11 Il Pianetto –Podere di Vigliana UTOE 12 Le Case UTOE 13 Soianella UTOE 14 Soiana UTOE 15 La Chietina UTOE 16 Stibbiolo UTOE 17 Morrona UTOE 18 Terricciola UTOE 19 Area Turistico Ricettiva “Podernovo” UTOE 20 Casanova

Il Piano Operativo, in base al PS, alla lettura ed all’analisi del territorio, nonché in applicazione della LR 65/14 individua, in scala 1:10.000 in Tavola 1: – il territorio urbanizzato; – le ipotesi di trasformazione al di fuori del perimetro del territorio urbanizzato che comportino impegno di suolo non edificato evidenziati nel PO, quali polarità, per le quali è stata già conclusa la conferenza di copianificazione, ai sensi dell’art. 25 della L.R. 65/14; – i nuclei rurali di: Casanova, Pieve dei Pitti e Aia Bianca. La perimetrazione del territorio urbanizzato in scala 1:2 000 è individuata nelle Tavole da 2 a 7 di P.O.

12 Nel rispetto della Variante del PS sono consentiti trasferimenti compensativi di dimensionamento tra le UTOE nel rispetto del dimensionamento massimo stabilito dal PS.

Per quanto riguarda le Invarianti Strutturali individuate dal PS, si rimanda all’art.8 delle NTA di PO. Si fa presente che il Piano Strutturale definisce le Invarianti Strutturali, individuate graficamente nella Tavola 2 di P.S. denominata Statuto dei Luoghi e Invarianti Strutturali di tutela. Per tali elementi, in relazione al loro valore riconosciuto, sono definite specifiche prescrizioni di tutela sia in sede di Piano Strutturale, che di Piano Operativo. Per tali risorse e beni, riconosciuto il loro valore cardine della struttura territoriale, sono definite specifiche prescrizioni di tutela sia in sede di Piano Strutturale, che in sede di Piano Operativo, cfr art.47 delle Norme di PO. Il PS articola le Invarianti Strutturali relative ai singoli Sistemi: A- Sistema Territoriale Vallivo dei Fiumi Era, Sterza e Cascina - corsi d’acqua principali e relativi ambiti; - fossi e botri; - la viabilità storica di accesso al sistema collinare; - la struttura fondiaria agricola e le colture tradizionali; - pozzi emungimento e relative aree di rispetto; - aree e ritrovamenti archeologici; - aree boscate; - nuclei urbani storici; - agglomerati, case coloniche, molini e poderi sparsi di interesse storico; - la Strada Statale 439 “Sarzanese Valdera”; - complessi religiosi e relative aree pertinenziali: Chiesa di S. Martini, loc. Selvatelle; - area di rigurgito e di esondazione prevista nell’ambito della realizzazione di una soglia per la messa in sicurezza del Fiume Era in località Selvatelle a seguito della delibera C.P. n. 4 del 19/01/2000. (realizzata). B- Sistema Territoriale Collinare - corsi d’acqua principali e relativi ambiti; - fossi e botri; - la viabilità principale e paesaggistica, nonché gli antichi tracciati della viabilità poderale; - la struttura fondiaria agricola e le colture tradizionali; - aree e ritrovamenti archeologici; - aree boscate; - filari alberati; - i versanti ad elevate acclività; - nuclei urbani storici; - agglomerati, case coloniche, molini e poderi sparsi di interesse storico; - complessi monumentali religiosi, ville, palazzi e relative aree pertinenziali: - Villa di San Marco; - Fattoria di San Marco; - Pieve di Santa Maria e Giovanni, loc. San Marco; - Villa Ciardi, loc. Aia Bianca; - Chiesa di S. Andrea, loc. Soiana; - Oratorio della Natività, loc. Soiana; - Oratoria dell’Addolorata, loc. Soiana; - Badia di S. Maria, loc. Morrona;

13 - Chiesa di Morrona; - Oratorio di S. Annunziata, loc. Terricciola; - Oratorio di S. Rocco, loc. Casanova; - Chiesa di S. Stefano, loc. Terricciola; - Chiesa di S. Donato, loc. Terricciola; - Santuario di Monterosso, loc. Terricciola; - Oratorio di S. Michele, loc. Casanova; - Chiesa di s. Bartolomeo, loc. Casanova; - Oratorio di Villa Pieve a Pitti; - Chiesa di S. Maria, loc. Pieve a Pitti; - Villa di Pieve a Pitti; - Fattoria di Pieve a Pitti; - Villa di Monte Murlo; - Castello (ruderi), loc. Soiana; - Villa di Stibbiolo.

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