Carlo Cassola Eterno Inquieto
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L’ora dei giusti riconoscimenti, a cent’anni dalla sua nascita Carlo Cassola eterno inquieto ERNESTO FERRERO negli ultimi anni collaborava rego- Saggista, critico e traduttore larmente, faceva addirittura risali- re quel suo senso di estraneità agli anni dell’infanzia. Nato a Ro- n poco più di cinquant’anni, La ma da genitori anziani a distanza ragazza di Bube ha venduto dagli altri fratelli (il padre veniva da 1.200.000 copie ed è stato una famiglia di magistrati di Pavia, tradotto in decine di lingue. In la madre era di Volterra), si era IFrancia, assai poco incline a im- presto sentito come dimenticato, portare opere straniere, è stato abbandonato a se stesso. addirittura in testa alle classifiche Non solidarizzava nemmeno per mesi. All’atto del lancio degli con i compagni di scuola, aveva Oscar in edicola a 350 lire, nel addirittura l’impressione di non 1965, Mondadori ha inserito il ro- avere un’identità. Cercava di socia- manzo come seconda uscita, do- lizzare giocando a pallone, andan- po Addio alle armi di Hemingway, do in bicicletta e a ballare, ma convinto dell’ottima accoglienza senza una vera adesione, anzi rica- che gli avrebbe riservato il pubbli- vandone il senso di un distacco co, e così fu. Eppure ancor prima non rimediabile. Pensava di realiz- della sua morte, avvenuta nel zarsi solo attraverso la scrittura, e 1987 a Montecarlo di Lucca, l’in- prima ancora la lettura (tra le sue cantevole borgo toscano in cui si scoperte il Dedalus di James Joy- era ritirato, su Carlo Cassola era ce, che per anni resterà il modello sceso il velo della dimenticanza, Olycom cui tendere). Ma di che cosa avreb- se non della rimozione. Era forse il Carlo Cassola (1917-87), scrittore e saggista, riuscì a infondere in ogni be parlato? Non certo del suo sen- frutto tardivo e malato delle pole- gesto quotidiano, anche il più banale, il senso profondo della vita. tirsi escluso dalla vita ma piuttosto miche che lo avevano accompa- The writer and essayist Carlo Cassola (1917-87) was able to imbue even di quelli che lui chiamava gli anta- gnato anche soprattutto nei mo- the most ordinary everyday gesture with a profound sense of life. gonisti, tranquillamente radicati in menti di maggior successo, quan- un’esistenza che non solo accetta- do le neoavanguardie del “Gruppo Carlo Cassola, eternally restless no ma in cui si muovono come nel 63” lo avevano accusato di essere loro elemento più congeniale. il capofila di una narrativa di con- From his childhood on, he perceived a sense of extraneousness Lo aiutava in questo senso solazione e facile consumo, addi- and isolation from which he never emerged, not even in moments l’esperienza della guerra partigia- rittura una Liala. Era anche un vi- of success. The ungenerous assessments of critics and writer na, combattuta sulle colline mater- stoso errore critico, perché anche “ friends” accentuated this solitude. Moreover, he was criticized for ne di Volterra, a fianco di alaba- his minimalist poetics, consisting of simplicity and warm humanity, nei suoi romanzi maggiori non c’è strai, contadini e boscaioli (che poi at a time when the celebration of the epic of the Italian Resistance nulla di consolatorio, ma semmai was a dogma for left-wing intellectuals. He preferred to be sarebbero diventati protagonisti di la mesta accettazione di una vita extraneous to salons, where literature had become an intellectual uno dei suoi racconti più significa- tutta in minore, cui tanti suoi per- game. Yet in this atmosphere of ostracism, sustained and partly tivi, Il taglio del bosco, appunto). sonaggi femminili si rassegnano. provoked, Cassola produced a masterpiece in the 1960s, Bébo’s Ne apprezzava la calda umanità, Si è sempre sentito un isola- Girl, a bestseller that sold a million copies. He was probably right quella semplicità che poi avrebbe to, un diverso, un estraneo, Carlo when he stated that literature, above and beyond its ideological eletto a propria musa. Tuttavia Cassola. In un articolo comparso commitment, can be an expression of our times only by turning molti di loro erano comunisti, ad- nel 1985 su questo Notiziario, cui its back, looking beyond the surface in depth. dirittura stalinisti, cosa che gli ri- 40 LETTERATURA sultava inaccettabile. I sogni di Roma, 6 luglio una palingenesi che poteva nasce- 1960. Carlo Cassola re dalla guerra partigiana erano e Maria Bellonci destinati a spegnersi presto; si alla lavagna delle votazioni del annunciava una politica fatta dai “Premio Strega”, burocrati di partito, accompagnata vinto dallo scrittore dai soliti giochi di potere: la politi- con il romanzo ca dei politicanti, da cui si sentiva La ragazza di Bube. totalmente estraneo. L’unico ap- prodo possibile restava la lettera- Rome, 6 July 1960. tura, il tentativo di scoprire il sen- Carlo Cassola and so segreto della vita nelle esisten- Maria Bellonci at ze più umili, negli anonimi accadi- the voting board menti quotidiani, barlumi che si of the Strega Prize, won by the writer spengono e riaccendono senza with the novel lasciare tracce. Una poetica che Bebo’s Girl. oggi definiremmo “minimalista”, tutta giocata su un lirismo ben temperato, sullo sfondo delle terre tra Volterra, Cecina e Grosseto, in cui lo scrittore era diventato adul- to, un paesaggio anche umano in cui si riconosceva e che lo toccava profondamente, come presenza viva e pietosa, materna. Cassola non amava il neorea- lismo, la mimesi della realtà, dun- Istituto Luce Cinecittà que non voleva approfittare dei duplice fallimento di Fausto: amo- no o dicano, fino alla Resistenza, facili colori del dialetto. Era con- roso, per la sua incapacità di ab- dove il contrasto tra la cruda e vinto che la letteratura debba bandonarsi alla pienezza del senti- massiccia importanza dei fatti e trovare degli equivalenti della real- mento; e politico, perché Cassola l’incapacità di capire del protago- tà, inventando il ritmo sintattico non si allinea all’uso strumentale nista si fa più vistosa. Un protago- necessario e parole ugualmente che il Pci fa della guerra partigiana: nista che non impara niente dalla necessarie per esprimere qual- la dipinge per quello che era, sen- vita, in cui ogni tappa dell’evoluzio- che cosa. Una specie di giro ar- za bellurie apologetiche. Difatti il ne intellettuale si trasforma in un monico, come gli riconosce Giu- romanzo scatena immediatamen- grigio dato di costume». Il maggior seppe De Robertis quando parla te le accuse di lesa Resistenza rimprovero sta proprio qui: Fausto di un dialogato “arioso ed elegan- sulle colonne di Rinascita, il setti- non arriva all’autocoscienza, non te”: «Quell’intreccio armonico del manale del partito. Nella polemica matura attraverso l’elaborazione dialogo par che segni la battuta di interviene anche Togliatti nei modi delle sue esperienze, non evolve, una musica segreta, piana. Una urticanti che gli erano propri e di si rassegna troppo presto e trop- musica che emerge quando lo si cui aveva già fatto le spese Vittori- po facilmente. legge ad alta voce: è proprio lì che ni ai tempi del Politecnico. Gli risponde Cassola stupen- Cassola, apparentemente piano e Fausto e Anna non aveva con- dosi che il romanzo gli sia sembra- facile, rivela la complessità dei vinto nemmeno Calvino, suo prin- to di difficile comprensione, o addi- ritmi interni che governano la sua cipale interlocutore all’interno rittura a chiave. La biografia di pagina». Glielo riconoscerà, molti dell’Einaudi. In una lettera del lu- Fausto è quella di una generazione, anni più tardi, anche Mario Luzi: glio 1951, esordisce dicendo che i suoi personaggi parlano come si la presunta semplicità di Cassola lo trova un romanzo assai serio e parla nella vita quotidiana, non è in realtà figlia della complessità, non facile ma che gli preferisce Il poteva certo attribuire loro un lin- di un artigianato paziente e accu- taglio del bosco, che dà una misu- guaggio biblico o lirico o favoloso. rato, tutt’altro che facile. ra migliore del suo impegno e del Chiede di essere giudicato sulla Restava il nodo della delusio- suo stile. Questa invece gli sem- base dei risultati poetici e non su ne politica, che affiora inesorabil- Si ringrazia bra «una cronaca di costumi pro- quella di schemi storicizzanti. Rac- mente nel suo primo romanzo, la professoressa vinciali annotati meticolosamente, comandazione che Calvino sembra Fausto e Anna, che Cassola riesce Alba Andreini, e poi una serie di tentativi di fuga, accogliere, perché quando Casso- l’Archivio Carlo Cassola a dare alle stampe nel 1952, nella di Montecarlo di Lucca di vie d’uscita che subito si rivela- la torna sulle vicende resistenziali appena nata collana sperimentale e C&P Adver Effigi no meschine, soffocate da quel con il suo secondo romanzo, I vec- dei “Gettoni” di Vittorini, riservata per la gentile peso di banalità che insegue i chi compagni, sempre sulle note agli esordienti. Vi si racconta il collaborazione. personaggi qualsiasi cosa faccia- del disincanto, lo gratifica di uno LETTERATURA 41 schietto elogio: «Devo dirle che I filosofi, gli scrittori engagés porta- vecchi compagni mi è piaciuto mol- tori di messaggi troppo espliciti, to. Forte, contenuto, pungente vittime del loro manicheismo ideo- com’è. Dà la migliore misura sua. logico: i Sartre, i Camus, la de Lei sa che io non ho amato Fausto Beauvoir, che giudica dei veri mo- e Anna, che mi è parso troppo ef- stri (ma gli sembrano mostruosi fuso e vago. Questo è diverso: e le anche Thomas Mann e Picasso). dico che vorrei piacesse anche ai Anche a me non piace la let- miei compagni di partito, perché teratura degli intellettuali, gli ri- pur nel suo asciutto pessimismo sponde Calvino, e difatti contro mi pare abbia una tenuta morale e Gide ha scelto Hemingway, lo scrit- una verità rare».