COMUNE DI BAZZANO Città d’arte Provincia di C O P I A ______

Adunanza Ordinaria in prima convocazione. Seduta pubblica

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE N. 82 DEL 27/12/2012

OGGETTO: ODG PRESENTATO DAL GRUPPO CONSILIARE "CIVICAMENTE BAZZANO" AVENTE AD OGGETTO "PROGETTO DI LEGGE D'INIZIATIVA DELLA GIUNTA REGIONALE RECANTE -ISTITUZIONE DI NUOVO COMUNE MEDIANTE FUSIONE DEI COMUNI DI BAZZANO, , , E NELLA PROVINCIA DI BOLOGNA-"

L’anno DUEMILADODICI, il giorno VENTISETTE del mese di DICEMBRE alle ore 18:00 in Bazzano, presso la Sala Consiliare del Municipio, convocato con le modalità prescritte dalla Legge e dal Regolamento Comunale, è riunito il Consiglio Comunale.

All’appello risultano:

RIGILLO ELIO Sindaco Presente CORTI FLAVIO Consigliere Presente RUGGERI SIMONE Consigliere Presente PARONI CORRADO Consigliere Presente MASINI MONIA Consigliere Presente BOSI MARCO Consigliere Presente PEDRETTI MORENO Consigliere Presente BASSETTO FABRIZIO Consigliere Presente RICCI MIRELLA Consigliere Presente VANDELLI PAOLA Consigliere Presente VENTURI GIOVANNA Consigliere Assente BIAGINI FABIO Consigliere Presente RIMONDI SIMONE Consigliere Presente BRUNETTI BRUNO Consigliere Presente GIROTTI ENZO Consigliere Presente BARBIERI ROBERTA Consigliere Assente PREDIERI EZIO Consigliere Presente

E’ presente l’assessore esterno: Finelli Andrea

Partecipa il Vice Segretario Dr.ssa MINGHELLI ADRIANA, il quale provvede alla redazione del presente verbale.

Essendo legale il numero degli intervenuti, il Sig. RIGILLO ELIO - Sindaco - assume la presidenza e dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’oggetto sopra indicato.

Vengono designati scrutatori i consiglieri: Masini Monia, Bosi Marco, Girotti Enzo.

Deliberazione n. 82 del 27/12/2012

Durante le comunicazioni (punto 81) è entrato il Cons.Barbieri. I Consiglieri presenti sono 16.

Il Sindaco propone di trattare insieme i tre ordini del giorno presentati in tema di Referendum sulla fusione dei Comuni. Invita pertanto i Capigruppo a dare lettura degli odg e a fare un’unica discussione.

Il Sindaco dà la parola al Consigliere Simone Rimondi del Gruppo consiliare “Civicamente Bazzano” per la lettura dell’ordine del giorno proposto, avente ad oggetto "PROGETTO DI LEGGE D'INIZIATIVA DELLA GIUNTA REGIONALE RECANTE -ISTITUZIONE DI NUOVO COMUNE MEDIANTE FUSIONE DEI COMUNI DI BAZZANO, CASTELLO DI SERRAVALLE, CRESPELLANO, MONTEVEGLIO E SAVIGNO NELLA PROVINCIA DI BOLOGNA-", che si riporta in allegato, pervenuto al prot.n.9968 in data 6.12.2012, consegnato a tutti i Consiglieri comunali. Il Consigliere Rimondi dà lettura dell’odg.

Il Sindaco dà la parola al Consigliere Roberta Barbieri del Gruppo consiliare “Gruppo della Libertà” per la lettura dell’ordine del giorno proposto, avente ad oggetto “REFERENDUM DEL 25 NOVEMBRE PER LA FUSIONE DEL COMUNE DI BAZZANO CON I COMUNI DI CRESPELLANO, SAVIGNO, MONTEVEGLIO E CASTELLO DI SERRAVALLE", che si riporta in allegato, pervenuto al prot.n.10104 in data 12.12.2012, consegnato a tutti i Consiglieri comunali. Il Consigliere Barbieri dà lettura dell’odg.

Il Sindaco dà la parola al Consigliere Corrado Paroni del Gruppo consiliare “Democratici Insieme” per la lettura dell’ordine del giorno proposto, avente a tema la valutazione sul processo di fusione dei Comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno, alla luce dell’esito del Referendum del 25 novembre 2012, allegato al presente atto in parte integrante, pervenuto al prot.n.10271 in data 18.12.2012, consegnato a tutti i Consiglieri comunali. Il Consigliere Paroni (Democratici Insieme) dà lettura dell’odg.

Il Sindaco dichiara aperta la discussione.

Il Cons.Barbieri (Gruppo della Libertà) afferma che l’odg del Partito Democratico ha suscitato perplessità. Ritiene che il risultato del Referendum vada interpretato Comune per Comune, oppure, come si era espressa la Regione, analizzando complessivamente i dati. Il risultato del Referendum è chiaro ed inequivocabile e si dovrà tenere conto di come si è espresso il territorio. La costruzione del progetto della fusione dei Comuni è stata lacunosa e, anzi, mancava un vero e proprio progetto. Pertanto il fronte dei No si è basato, soprattutto, su questa manchevolezza. A suo parere, si è imbastito un percorso troppo frettoloso, per giungere ad un progetto di così grande portata, giungendo poi alla convinzione, dopo lo svolgimento del Referendum, che non è la soluzione più idonea al territorio, non essendoci ancora un progetto ben delineato che dia delle certezze ai cittadini. Poi, forse, sarà la soluzione futura. Si è spinto sull’acceleratore, puntando l’attenzione sulla erogazione dei contributi statali e regionali. Il Consigliere propone di rimandare al 2014 quando ci sarà un cambio dell’Amministrazione e di utilizzare questo tempo per rivedere l’organizzazione e completare il progetto, approfondendo l’aspetto che riguarda i servizi alla cittadinanza, poiché in questo contesto si dedicavano poche righe ai servizi in generale. Ribadisce il concetto di rimandare al mandato successivo il processo di fusione dei Comuni, non per scaricare le proprie responsabilità, e quindi lasciare in eredità ai futuri politici, ma solo per costruire in modo più dettagliato il progetto. Deliberazione n. 82 del 27/12/2012

Il Cons.Girotti (Alleanza per Bazzano-PDL-Lega) afferma di trovarsi imbarazzato a doversi esprimere davanti a tanto pubblico, presente questa sera, e con rammarico dover parlare di questo “pasticcio”. Descrive il percorso che ha portato al Referendum, sostenendo che il Sindaco, assieme alla maggioranza, ha deliberato la fusione dei Comuni dando per scontato che tutta la cittadinanza fosse d’accordo. Poi il verdetto sovrano del paese, che non si vuole accettare: si è riconfermata la stessa percentuale delle elezioni amministrative del 2009. Ed è per questo che il Consigliere si aspettava le dimissioni del Sindaco questa sera, in quando il Sindaco deve essere il Sindaco di tutti e non di una sola fazione. La cittadinanza ha espresso chiaramente mediante il Referendum che non vuole proseguire il percorso della fusione dei comuni ed ha bocciato il progetto che non è chiaro e trasparente ed è stato confezionato in modo frettoloso ed è importante far rilevare che non era presente nel programma politico della maggioranza. Evidenzia che tale argomento è stato spiegato da politici di rilievo come D’Alema e Finocchiaro e non da persone comuni. I bazzanesi sono sovrani di questo paese e hanno detto No alla fusione; è un dato inequivocabile e pertanto diventa una sfida poiché il bazzanese non dimentica e alle prossime elezioni non voterà certamente chi non ha tenuto conto della sua volontà espressa. Ora, se il Sindaco manderà avanti il progetto della fusione di comuni, si comporterà come il Sindaco di una parte e non di tutti i bazzanesi .

Il Cons.Predieri (Nuova Bazzano) chiede scusa ai partecipanti poiché questo Consiglio comunale andava convocato in spazi più ampi per far stare più comodi i presenti. Nuova Bazzano ha incontrato persone, ha pubblicato “Il Pizzicotto” e ha divulgato volantini, insomma, ha espresso giudizio contrario al Comune unico in tanti modi; è infatti, fermamente contraria a questa scelta fatta al buio. Politici come Finocchiaro, Camusso e Franceschini sono intervenuti per spiegare questo processo innovativo, ma già alle precedenti elezioni amministrative il PD aveva subito un calo e ora, in occasione di questo Referendum, si verifica la stessa cosa. Nel tempo il PD ha perso credibilità. Sia a Bazzano che a Savigno il risultato è stato eclatante e ancora oggi si sta discutendo di fusione. Il bazzanese ha detto No perché non si fida di questa politica: a chi è nato a Bazzano e crede in quello che ha votato e vuole rimanere bazzanese dentro non gli possono togliere questi valori. Nuova Bazzano difenderà sempre i deboli e non cambierà mai, il paese non vuole attuare la fusione dei Comuni.

Il Cons.Paroni (Democratici Insieme) precisa, in risposta al consigliere Barbieri, che l’Odg non è del PD ma è della lista civica “Democratici insieme” e la lista rappresenta anche il PD, ma non solo. Il lavoro svolto non ha portato il risultato auspicato, è un progetto nel quale credere e bisogna non lasciarselo scappare. Si spera che nel 2014 ci siano nuovi politici che abbiano tanta voglia di impegnarsi e si mettano a disposizione per fare politica, impegno che richiede tanta passione e fatica. Il Consigliere afferma che si espone in prima persona assieme alla sua squadra e lavorerà per madare avanti il progetto di fusione, confermando piena fiducia nel Sindaco e impegnandosi ad incontrare coloro che non sono convinti, per capire le motivazioni di fondo.

Il Cons.Rimondi (Civicamente Bazzano) propone di analizzare il voto del Referendum che, secondo il suo giudizio, è chiaro e semplice: la popolazione di Bazzano ha detto No alla fusione e quindi non si può procedere, si complimenta con il Sindaco che comunque ammette la sconfitta del progetto alla fusione dei comuni, al contrario di quello di Savigno che nega la sconfitta pur avendo avuto un risultato eclatante dei NO. Afferma che il periodo feudale è finito e che il risultato va letto in un altro modo, non come il PD e L’Italia dei Valori, che vedono la maggioranza dei sì poiché tre comuni su cinque si sono espressi in tal senso, la Regione prendeva in considerazione la globalità dei risultati e quelli di ogni singolo Comune. Ribadisce la sua contrarietà al fatto che per questo Referendum è stato tolto il quorum, Deliberazione n. 82 del 27/12/2012 mentre per un quesito molto più banale, applicando il Regolamento del Referendum comunale, occorre il raggiungimento del 51%. Conferma che la partecipazione al Referendum è comunque fallita in quanto neanche un elettore su due si è recato a votare. Ha vinto il No. Si dichiara contrario alla proposta del Cons.Paroni che riguarda gli incontri con coloro che si sono espressi contrari alla fusione cercando di far loro cambiare idea, perché in questo modo si riapre una campagna elettorale. Questo risultato potrebbe far aprire delle riflessioni nel Partito Democratico, in quanto coloro che si sono espressi per il No erano anche degli elettori del PD. Invita pertanto la maggioranza ad esprimere un atto di coraggio, facendo un passo indietro, e riportando un principio di democrazia, considerato che anche l’Assessore Finelli, sulla stampa locale dei giorni successivi al referendum, aveva dichiarato che il processo di fusione si arrestava. Lo stesso Sindaco di Savigno, in più occasioni, ha sempre dichiarato che la fusione si sarebbe realizzata se vi era una netta maggioranza. Il Consigliere cita alcuni esempi recenti di consultazioni referendarie per la fusione di piccoli Comuni, dove si è tenuto conto della volontà dei cittadini, anche dei paesi più piccoli. Critica le dichiarazioni del Segretario provinciale del PD Donini, il quale ha affermato che vi è stata grande partecipazione al voto e una grande vittoria. Conclude affermando che bisogna arrestarsi, poiché il percorso ha fallito.

Il Cons.Biagini (Democratici Insieme) anticipa che esprime un’opinione contraria rispetto al gruppo di appartenenza, poiché non condivide il percorso intrapreso. Dà quindi lettura del proprio intervento, che deposita agli atti. “Per prima cosa voglio precisare che comprendo le difficoltà del Sindaco e umanamente gli sono vicino. La sua è una posizione per nulla invidiabile, stretto tra il risultato deludente del referendum (in particolare a Bazzano) e le decisioni del partito promotore della fusione che, sin dalla sera del 25 novembre, a poche ore dalla chiusura dei seggi, per bocca di importanti esponenti aveva subito confermata la volontà di “andare avanti”. E a nessuno era sfuggito che non si trattava certo di dichiarazioni rese a titolo personale, ma di un messaggio perentorio che intendeva togliere ogni dubbio e dettare la linea di condotta. Una presa di posizione tanto tempestiva quanto inopportuna, se si considera che in quel momento nessun Sindaco, nessun Consiglio Comunale, nessuna forza politica, nessun cittadino, la Regione, nessuno si era ancora pronunciato, nessuno aveva ancora espresso un solo commento su quanto avvenuto, né tantomeno assunto qualche iniziativa. Una presa di posizione in pieno contrasto con l’idea, sempre prospettata, che nel progetto di fusione il ruolo di protagonista è assegnato ai cittadini e che a loro spetta la piena autonomia decisionale. D’altra parte la sera del 25 novembre abbiamo avuto la conferma che il progetto non è partito dal basso, come ripetuto in ogni occasione dai promotori della fusione di ogni ordine e grado. Un progetto partito dal basso, cioè voluto, sollecitato e portato avanti dai cittadini, non avrebbe evidentemente prodotto il risultato del referendum che è sotto gli occhi di tutti, con un solo cittadino su 4 della vallata che si è espresso a favore e due comunità su 5 che lo hanno decisamente respinto. Un risultato che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, ha profondamente deluso tutti e per primi gli stessi sostenitori del progetto di fusione.

Confermo la mia stima e amicizia nei confronti di Elio, in questa fase così difficile che lo vede esposto in prima persona. Devo tuttavia evidenziare che non condivido il percorso che ha intrapreso, nel tentativo di dare soluzione ai problemi causati dall’esito del referendum. E di questo sono dispiaciuto anche intimamente, perché vedo preclusa ogni possibilità di fornirgli un aiuto concreto, stante la nostra diversità di vedute. Innanzitutto penso che questa Amministrazione abbia compiuto un grave errore, per non avere convocato un Consiglio Straordinario subito dopo l’esito del voto referendario, al fine di decidere se e in che modo il Comune di Bazzano intendesse procedere con la fusione. Deliberazione n. 82 del 27/12/2012 A mio avviso era d’obbligo farlo dal momento che il nostro Statuto prevede:

ART.6 CONSIGLIO COMUNALE 1. Il consiglio comunale, composto dai rappresentanti dell'intera comunità, è organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo….. ART.7 COMPETENZE 1. Il consiglio comunale ha competenza esclusiva per l'adozione degli atti indicati dalla legge o dallo statuto , non essendo ammessa delega ad altri organi. 2. Assume posizioni, esprime pareri od orientamenti, approva ordini del giorno su argomenti di interesse generale , allo scopo di assicurare l'espressione delle forze politiche in esso rappresentate….

E se anche non fosse stato necessario, era comunque opportuno che fosse il Consiglio il primo organo a prendere la parola dopo il voto referendario. Esistono infatti anche norme non scritte, ma non per questo meno vincolanti, dettate dall’opportunità di dare corso a precisi comportamenti, allorquando si debbano decidere questioni di particolare rilievo. E noi invece ci troviamo qui solo stasera a votare vari odg inerenti la fusione (che comprendono anche la possibilità di arrestarne il cammino) quando, già in precedenza e con l’ufficialità di un comunicato congiunto, tutti i Sindaci della valle hanno ribadito che la fusione in ogni caso si farà. A me pare chiaro che in questa vicenda il ruolo dei Consiglieri sia stato ritenuto del tutto marginale e inutile. Mi dissocio da questo modo di procedere ed esprimo la mia profonda delusione.

La legge regionale che regola la fusione dei comuni prevede che il risultato referendario venga valutato sia nella sua globalità che tenendo conto dell’esito nei singoli Comuni. Anche un odg presentato a suo tempo dalla maggioranza e approvato in questo Consiglio conferma che occorre adottare questo criterio. L’esito del referendum sulla fusione pone problemi di interpretazione, alla luce di quanto esposto, di non facile soluzione. Da un lato, seppure di strettissima misura, globalmente hanno vinto i sì, dall’altro in due Comuni su 5 hanno prevalso i no. I due opposti schieramenti chiedono ora di procedere con la fusione, o, al contrario, di arrestarne il processo, a seconda della chiave di lettura del voto referendario. A me pare difficile trovare una soluzione sulla base della sola interpretazione letterale della norma regionale, valutando ogni virgola come se stessimo esaminando un rogito notarile o un contratto, assistiti dai nostri avvocati di fiducia. Così non ne veniamo fuori. A mio avviso occorre esaminare il problema con una prospettiva diversa, considerare che stiamo valutando un progetto politico. La domanda che ci dobbiamo porre è: dall’esito del referendum emerge chiara e convinta la volontà dei cittadini di procedere con la fusione? La risposta è facile e alla portata di chiunque voglia valutare il risultato senza preconcetti: no. Ha votato poco meno della metà degli aventi diritto e i sì hanno ottenuto appena il 51%. In definitiva, un solo cittadino su 4 del territorio si è espresso a favore, uno si è detto contrario, due, non recandosi a votare, hanno mostrato il loro totale disinteresse. In due Comuni i cittadini si sono poi espressi chiaramente contro la fusione. Troppo scarso il consenso manifestato dai cittadini per un progetto che incide fortemente sul territorio, modificandone confini e assetto istituzionale. E che è di fatto irreversibile. Anche il legislatore prevede eccezioni alla regola generale, che assegna la maggioranza a chi vince con la metà dei voti più uno. Dovrebbero tenerlo ben presente tutti coloro che si aggrappano a quel Deliberazione n. 82 del 27/12/2012 misero 1,46% che va oltre la soglia di parità del voto referendario e che portano questo elemento a sostegno della tesi che invita ad “ andare avanti”. In casi di particolare importanza (e tale è di certo il progetto di fusione) è richiesta una maggioranza più qualificata (per es. il voto favorevole di 2/3 dei Consiglieri assegnati per variare norme inserite in uno Statuto Comunale). E’ vero che per la fusione non c’è una norma scritta da rispettare, anzi, essendo il referendum consultivo, è lasciata ampia discrezionalità alla Regione per decidere se e come procedere. Ma ciò non significa che questo Consiglio, organo politico eletto dai cittadini e rappresentante degli stessi, si possa sottrarre ad un esame obiettivo del risultato e debba poi agire di conseguenza. Un consenso così scarso nella vallata non consente di procedere oltre . E la logica conseguenza è che dobbiamo votare un documento in cui si fa presente alla Regione che il Comune di Bazzano è contrario in questo contesto a dare corso alla fusione dei 5 Comuni della .

Per noi che siamo membri del Consiglio Comunale di Bazzano si prospetta poi un ulteriore problema, in quanto, al di là degli aspetti generali della vicenda che ho illustrato in precedenza, dobbiamo una risposta specifica ai cittadini del nostro Paese, che al referendum si sono espressi chiaramente per il no. E qui occorre sottolineare quali sono le prerogative e gli obblighi che dobbiamo rispettare nell’esercizio della nostra funzione. Di nuovo vediamo cosa prevede il nostro Statuto Comunale. ART.1 IL COMUNE Il Comune di Bazzano è ente locale autonomo a base democratica che rappresenta la propria comunità , ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo. Esso rappresenta gli interessi della comunità nei confronti dei soggetti pubblici e privati che esercitano attività o svolgono funzioni attinenti alla popolazione o al territorio…

ART.6 CONSIGLIO COMUNALE 1. Il consiglio comunale, composto dai rappresentanti dell'intera comunità , è organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo….

ART. 10 CONSIGLIERI COMUNALI E LORO PREROGATIVE 1. I consiglieri rappresentano l'intera comunità, alla quale costantemente rispondono…

Dunque per ben due volte il nostro Statuto ribadisce che i Consiglieri agiscono in rappresentanza della nostra comunità e che ad essa (e solo ad essa) rispondono per il loro operato. A nessuno, tranne che ai cittadini di Bazzano, siamo obbligati a dare voce, a nessuno, tranne che ai cittadini di Bazzano, dobbiamo rendere conto delle nostre decisioni. E i cittadini di Bazzano, che noi rappresentiamo, domenica 25 Novembre ci hanno inviato un messaggio inequivocabile. Al quesito “Volete voi che i Comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno nella Provincia di Bologna siano unificati in un unico Comune mediante fusione? “ hanno risposto no. Il quesito è chiaro, semplice, la risposta anche. Ogni ulteriore interpretazione risulta del tutto arbitraria. Non vale in questo caso neppure la nostra opinione personale sulla fusione, né tantomeno quella di altri, perché su questo specifico argomento abbiamo assegnato direttamente ai cittadini la facoltà di scelta. Dobbiamo solo farci interpreti del messaggio che ci è stato inviato, segnalando alla Regione che i cittadini di Bazzano, per quanto li riguarda, non vogliono che il loro paese venga compreso in un processo di fusione. Fine. Deliberazione n. 82 del 27/12/2012 Starà poi alla Regione decidere se procedere egualmente, nonostante l’esito del referendum e il voto contrario di un Consiglio Comunale dei Comuni interessati (o due, se Savigno dovesse agire allo stesso modo).

Al contrario, la nostra Amministrazione su questo tema porta avanti una linea che non può essere condivisa. Non si può affermare ora, dopo l’esito del referendum, che occorre un ulteriore approfondimento, che chi ha votato no non ha compreso bene la validità del progetto. Che è opportuno procedere con la fusione in tempi più lunghi, che l’Amministrazione si deve fare interprete dei cittadini che hanno votato si come di quelli che hanno votato no. Questo impianto non regge. Non ci si inventa che occorre giocare i tempi supplementari, quando la partita si è regolarmente chiusa al 90°, la sera del 25 novembre. Il progetto è stato illustrato per mesi, con decine di assemblee, incontri, articoli e interviste sui quotidiani e in televisione. Non è possibile ora sindacare, a posteriori e a proprio piacimento, sulle motivazioni che hanno indotto tante persone a votare no, a sostenere che “non hanno capito” anziché prendere semplicemente atto della volontà che hanno espresso. Dando nel contempo per scontato che i voti assegnati al si, al contrario, siano stati pienamente consapevoli (cosa che sarebbe poi nel caso egualmente da dimostrare, qualora decidessimo di utilizzare il metro di giudizio errato che viene oggi proposto). L’Amministrazione sostiene poi che intende agire nel pieno rispetto della volontà di tutti i cittadini e che per questo motivo occorre tenere la più completa equidistanza tra i sostenitori del sì come di quelli del no. Ma questo poteva valere prima del voto, attribuendo a entrambi i contendenti pari dignità, pari opportunità di manifestare la propria opinione negli spazi pubblici. Dopo il voto che assegna a Bazzano il 58% ai no e il 42% ai sì questa Amministrazione non può che farsi interprete di una delle due parti che hanno animato la contesa, ed evidentemente della parte che ha prevalso con una larga maggioranza.

Ancora una breve considerazione:

Nel programma di legislatura della lista di maggioranza “Democratici Insieme” si afferma che: - “l’Unione di Comuni è la strada corretta per sostenere in maniera equilibrata lo sviluppo dei territori della Valsamoggia” - “l’Unione dei Comuni va considerata come una possibilità non adeguatamente percorsa” - “la nuova Amministrazione propone di studiare e promuovere le possibilità di fusione con uno o più comuni di vallata” - “va studiata l’eventuale fusione con uno o più Comuni della valle del Samoggia” - “tale prospettiva va analizzata …prevedendo adeguate forme di consultazione con i cittadini, arrivando infine alla forma referendaria per l’eventuale decisione in merito” Il programma dunque, votato nella seduta del Consiglio in data 23.6.2009 (delibera n. 53-oggetto: presentazione delle linee programmatiche relative alle azioni ed ai progetti da realizzare nel corso del mandato 2009/2014) - sostiene convintamente l’Unione dei Comuni - non fa alcun riferimento esplicito per realizzare in questo mandato la fusione - suggerisce di studiare un progetto di fusione e affida ogni eventuale decisione ad un referendum tra i cittadini.

Ora, se dovessimo interpretare il referendum indicato nel programma come quello previsto dal nostro Statuto Comunale dovremmo evidenziare che quel referendum non è stato fatto (e dovremmo prendere atto che tutto il percorso per la fusione è viziato sin dalla fase iniziale). Deliberazione n. 82 del 27/12/2012 Se invece riteniamo che si facesse riferimento al referendum previsto dalla Regione, bene questo referendum è stato fatto, i cittadini hanno espresso la loro volontà e questa Amministrazione deve necessariamente rispettarla, per non agire in contraddizione con gli impegni assunti nel programma.

Concludendo, ritengo che da questo Consiglio Comunale debbano essere inviati alla Regione, che poi prenderà la decisione definitiva sulla fusione, due messaggi chiari e inequivocabili: - non si può procedere alla fusione dei 5 Comuni perché l’esito del voto referendario ha evidenziato che il progetto non ha avuto l’adesione convinta dei cittadini della vallata. Manca una maggioranza qualificata, necessaria per dare corso ad un processo così innovativo, di così forte impatto sul territorio e di fatto irreversibile. - il Comune di Bazzano non può poi in ogni caso essere compreso nel progetto di fusione prospettato, in quanto il programma della lista Democratici insieme ha affidato la decisione per un’eventuale fusione ai cittadini di Bazzano e questi, con il referendum, si sono espressi negativamente.

Questo Consiglio, le forze politiche che sostengono che occorre andare avanti e infine la Regione devono prendere atto di questa realtà. Chi sostiene il progetto di fusione dei 5 Comuni ha la possibilità di inserirlo come primo punto qualificante nel programma per le prossime elezioni amministrative. Il percorso non è precluso, deve solo (e necessariamente) essere rinviato. E’ un errore grave voler insistere per procedere ora. E’ una forzatura che non trova alcuna giustificazione. Prendiamo esempio dai sei Comuni in Provincia di Rovigo, che si fonderanno presto in uno solo. I Sindaci hanno stabilito che per il referendum regionale occorrerà che in tutti i Comuni prevalgano i sì. E’ questa la maniera più corretta per avviare un progetto innovativo e al tempo stesso operare nel pieno rispetto della volontà dei cittadini.”

Il Cons.Bassetto (Democratici Insieme) invita i Consiglieri a misurare i toni e i termini della discussione, in quanto in questo modo si sta delineando un quadro troppo catastrofico nel caso si verificasse la fusione e richiama alcuni interventi su facebook che prestano il fianco a ideologie violente. Approfondisce alcuni concetti, affermando che troppe persone si improvvisano giuristi. Considerato che il Referendum sulla fusione dei Comuni era un Referendum di vallata, il principio della maggioranza riguarda il corpo elettorale nella sua globalità. Essendo il valore del Referendum solo consultivo, la Regione “sente” il parere del territorio, ma non è obbligata a tenerne conto. Il concetto espresso in varie sedi che un elettore su quattro sia contrario alla fusione viene considerata una sciocchezza. Ricorda che il Sindaco è eletto democraticamente e nel corso del suo mandato si trova a dover fare scelte anche impopolari. Riferendosi all’intervento del Cons.Rimondi, afferma che il coraggio è un elemento importante e richiama il decreto salva-Italia nel quale sono previsti molti tagli di spesa, anche negli anni a venire. Quindi, piuttosto che venga colpito il welfare e diminuiscano i servizi offerti alla cittadinanza, è preferibile che diminuiscano i centri di governo. Persone competenti, quali gli economisti e i rappresentati delle associazioni di categorie, auspicano uno snellimento burocratico, ad esempio mediante l’accorpamento delle province, processo che però si è bloccato a causa della crisi di governo. Un principio va sancito con forza, quello della solidarietà e cioè aiutare i più deboli per salvaguardare i diritti essenziali, principio che, in Emilia Romagna è sempre stato applicato. Questo processo offre soccorso a due Comuni che si trovano in difficoltà, Savigno e Castello di Serravalle. Critica, invece, l’opinione che si era diffusa in paese, che si sarebbero in futuro applicate le tariffe più alte, incutendo nei cittadini il timore di dover pagare anche per gli altri. Assicura che in futuro si creereanno delle sinergie di rete per allineare le tariffe. Cita l’esempio di alcuni comuni della Lombardia, nei quali la fusione è stata realizzata, nonostante un comune si fosse espresso a sfavore. Deliberazione n. 82 del 27/12/2012 Il Consigliere, in seguito ad una analisi approfondita del voto, afferma che i seggi nei quali si è avuta la maggioranza di voti contrari alla fusione sono quelli nei quali ci sono maggiori problematiche con la cittadinanza e, quindi, il voto è stata una espressione di protesta nei confronti dell’Amministrazione. La stessa cosa è avvenuta anche in altri Comuni (cita Crespellano per problematiche diverse). Richiama un articolo comparso sul quotidiano “Il Sole 24 ore” nel quale compare una graduatoria di Comuni ben governati, nella quale risultano ai primi posti Comuni amministrati da forze politiche di sinistra. Quindi ribadisce che sapranno affrontare l’amministrazione di un Comune di 30.000 abitanti, quale può essere il Comune unico. Ricorda che già in altre occasioni si era parlato di un polo scolastico di secondo grado nel territorio di Bazzano e questa sera vuole dare comunicazione che in un ordine del giorno approvato dalla Provincia di Bologna, la stessa si impegna ad avviare l'iter amministrativo per la realizzazione di detto polo. Conclude affermando che se si realizzerà la fusione, le minoranze potranno avere più rappresentatività.

Il Cons.Rimondi (Civicamente Bazzano) afferma che il Cons.Bassetto ha inserito nella discussione alcuni temi, ma importante è il dato referendario, che va letto tenendo in considerazione due condizioni: la globalità dei risultati e i dati di ogni Comune. Il Consigliere richiama un messaggio trasmesso in televisione su Rai3 nel quale si recepiva che l’ospedale di Bazzano sarebbe rimasto aperto solo nel caso di un Comune di grande dimensione. Lo stesso dicasi per il polo scolastico, di cui ha appena parlato il Cons.Bassetto. In tempi recentissimi la Regione ha legiferato su un riassetto istituzionale che prevede, come base territoriale, le unioni di comuni che faranno da interfaccia con la città metropolitana, considerando basilari i distretti sanitari. L’Unione dei Comuni Valle del Samoggia viene considerata una delle più avanzate in Italia pur avendo solo quattro servizi funzionanti in forma associata su diciassette che potrebbe ancora associare. Propone di creare un laboratorio e di lavorare insieme sui servizi e di superare la convinzione di gran parte dei cittadini che pensavano che tutto fosse già deciso: il Sindaco deve rappresentare tutti i cittadini bazzanesi, anche se politicamente non mi trovo d’accordo. Riferendosi all’intervento del Cons.Bassetto, esprime perplessità sul fatto che Savigno si possa salvare solo grazie alla fusione, visto che le tempistiche non sono immediate e il Comune deve comunque predisporre almeno due bilanci in modo autonomo; secondo il giudizio del Cons.Rimondi, i confini territoriali sono superabili mediante dei servizi in rete strutturati in modo unificato. Critica il servizio associato di Polizia Municipale, che è nato monco, e sino ad oggi si riescono ad organizzare solo due turni, lasciando scoperti i servizi notturni che sarebbero quelli più importanti per la sicurezza. Dà nuovamente lettura di un articolo, già letto in una precedente seduta, che riporta la posizione dell’ANCI in tema di fusione di comuni: “L’Associazione nazionale dei comuni italiani è però contraria a tali politiche (fusioni dei comuni), in quanto non le ritiene realmente essenziali per il contenimento della spesa pubblica. “Luoghi comuni ormai diffusi come quello per cui il numero dei nostri Comuni sarebbe di per sé causa di sprechi e costi inutili – spiegano il vicepresidente Anci nonché coordinatore nazionale Piccoli Comuni, Mauro Guerra, e il vicepresidente Anci con delega alla montagna, Enrico Borghi - In Italia i Comuni sono 8.092, in Germania i Comuni sono 12.104, in Francia 36.682 di cui il 90% con meno di 2000 abitanti, in Spagna 8.116, in Austria 2.357 con 8 milioni di abitanti, in Svizzera, che ha meno abitanti della Lombardia che ha 1500 Comuni, i Comuni sono 2516. Vogliamo dire quindi che Germania, Austria, Svizzera, Francia, sono Paesi con sprechi e inefficienze nella Pubblica Amministrazione solo perchè hanno molti Comuni?”. Il problema, secondo i rappresentanti dell’Anci, in realtà non risiede nel numero di piccoli comuni presenti sul territorio nazionale, ma nella gestione degli stessi; dunque, risulta primariamente necessario investire sulla formazione e sul controllo degli amministratori, dando loro gli strumenti adatti e monitorandone le attività, piuttosto Deliberazione n. 82 del 27/12/2012 che rescindere, attraverso provvedimenti mirati, delle realtà culturali e sociali di consolidata tradizione. …….” Ribadisce il concetto già manifestato nei precedenti interventi che è comunque quello di rispettare ciò che i cittadini hanno espresso e che il voto contrario al Comune unico non è per puro campanilismo.

Il Cons.Ruggeri (Democratici Insieme) premette il rispetto di entrambe le posizioni e comprende la posizione di ciascun Consigliere che ha espresso con passione la propria idea. Intende soffermarsi sui punti dell’odg della maggioranza cercando di interpretare le ragioni a favore e contro la fusione, senza entrare nel merito degli esiti referendari. Ribadisce che il referendum è di tipo consultivo e invita l’Amministrazione a riferire nelle sedi opportune della Regione Emilia Romagna le motivazioni su cui si basa il parere contrario alla fusione, rispettando così entrambe le posizioni.

L’Assessore esterno Finelli risponde al Cons.Rimondi chiarendo la sua posizione. Spiega che il giorno successivo al Referendum si era trovato in un momento di confusione e smarrimento e non sapeva quale direzione l’Amministrazione avrebbe intrapreso. E’ stato quindi necessario un momento di riflessione al fine di analizzare l’esito referendario. Dichiara di essere giunto alla conclusione di procedere con il progetto della fusione, e impegnarsi a capire le ragioni del No, portando in Regione tutti gli elementi. Afferma che la politica tradizionale non riesce mai a portare a compimento una riforma e generalmente trasmette alle generazioni future le tematiche lasciate in sospeso; pertanto è necessario iniziare per cambiare qualcosa. Ritiene che un errore dello studio sulla fusione dei Comuni sia stato quello di prendere ad esempio il Comune di San Giovanni in Persiceto, che non rispecchia la nostra realtà. Da ora ci si deve impegnare per creare questa nuova organizzazione. Conclude affermando che la costruzione del nuovo Comune è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire.

Il Cons.Girotti (Alleanza per Bazzano-PDL-Lega) afferma che mediante la fusione si entra in un tunnel dal quale non si esce più. Ribadisce che il popolo è sovrano e in questo particolare momento vi è una parola chiave: “crisi”. Scarseggiano i servizi e mancano le risorse economiche, quindi è consigliabile adeguare i costi dei servizi alle esigenze e ai ceti sociali. Riafferma che il verdetto della popolazione è quello di non proseguire a queste condizioni. Infine critica lo studio della Spisa che non era completo, in particolare non vi era nemmeno una simulazione di bilancio del comune unico. Per un fatto morale, ribadisce che, a suo parere, il Sindaco deve dimettersi e conclude che è necessario fare un passo indietro, considerato che il progetto non è piaciuto ai bazzanesi.

Il Cons.Predieri (Nuova Bazzano) raccomanda il Sindaco di fermarlo, se dovesse andare fuori tema. L’argomento che vuole comunque approfondire è il No alla fusione. Nuova Bazzano si è impegnata a scrivere pubblicazioni che potevano arrivare anche a toccare il cuore dei bazzanesi e, dall’altra parte, cita alcuni articoli pubblicati su Il Melograno e Il taglio. Visto che ci si chiede di scendere a discussioni e riaprire tavoli di lavoro, propone di giungere ad un accordo e analizzare l’orientamento di chi ha votato No: molti elettori di sinistra. Nuova Bazzano ha distribuito volantini miseri e il risultato è stato ottimo. Cita il Servizio di Polizia Municipale, constatando che è molto oneroso e che l’organizzazione della Comunità Montana è fallita. Non accetta la richiesta di moderazione del Cons.Bassetto. Puntualizza che Nuova Bazzano non ha degli inquisiti, è un piccolo fuocherello che si spegnerà piano piano. Il Cons.Predieri si trova pienamente d’accordo con il Cons.Barbieri quando sostiene che è arrivato il momento di fermarsi, altrimenti si mancherebbe di rispetto alla cittadinanza. Il banco di prova saranno le prossime elezioni. Nuova Bazzano dice no alla fusione.

Il Cons.Bassetto (Democratici Insieme) si rivolge ai Cons.Rimondi e Barbieri, in riferimento alla tempistica che, in questo contesto, ha la sua importanza; inoltre il confronto può avere un ruolo rilevante per gettare le basi del nuovo assetto. Ci sarà una prima fase costituente che riguarda Deliberazione n. 82 del 27/12/2012 l’organizzazione del Comune unico e la redazione dello statuto e una successiva per la gestione dei finanziamenti stabiliti per legge, al fine di realizzare importanti opere pubbliche. Infine, per due anni consecutivi, vi è la possibilità di derogare al patto di stabilità. Il Consigliere non riesce a comprendere come mai alcune parti politiche non accettino che il Sindaco possa incontrare e parlare con i cittadini che si sono espressi contrari alla fusione. Conclude affermando di non accettare le considerazioni personali fatte dal Cons.Predieri.

Il Cons.Rimondi (Civicamente Bazzano) dà lettura della propria dichiarazione di voto. “Ormai ogni documento redatto dai Sindaci riporta, come un mantra, la ricostruzione aritmetica dei risultati dei referendum del 25 novembre per ricordarci che il sì ha raccolto la maggioranza dei voti espressi nella maggioranza dei comuni e che, di conseguenza, il processo di fusione (a volte, erroneamente, parlano di progetto) deve proseguire. Se fosse vero che i cittadini hanno approvato con il loro voto l’ipotesi di fusione non sarebbe necessario proclamarlo in ogni occasione. E infatti, molto semplicemente, NON è vero . La normativa regionale recita: “Compete inoltre all'ufficio provinciale la proclamazione dei risultati del referendum. I risultati del referendum sulla variazione delle circoscrizioni comunali sono indicati sia nel loro risultato complessivo, sia sulla base degli esiti distinti per ciascuna parte del territorio diversamente interessata.” Perché questa specifica “comune per comune”? Non certo, come affermano i nostri Sindaci a esclusiva difesa del loro debolissimo operato, per misurare, ancora una volta aritmeticamente, il numero di comuni favorevoli e quelli contrari (e se il numero di Comuni coinvolti nel processo fosse stato pari?). Questa parte della norma prefigura la fattispecie della maggioranza qualificata , che viene solitamente richiesta per decisioni di particolare importanza, in relazione alle quali si reputa necessario un ampio consenso quali, ad esempio, le modifiche di tipo istituzionale. Quindi non solo il conteggio dei voti complessivi ma l’attenzione alle singole comunità ed al loro diritto di non aderire ad un processo giudicato non confacente alle proprie aspettative ed ai propri bisogni. E’ così strano che una norma statuisca il rispetto dell’autodeterminazione di una popolazione? No, non è così strano. La Legge Regionale 7 marzo 2003, n. 5 del Friuli Venezia Giulia, prevede espressamente (art. 19) che, “nel caso di fusione tra due o più Comuni, per l’approvazione del quesito sottoposto a referendum, è necessario che la risposta affermativa raggiunga la maggioranza dei voti validamente espressi in ciascun Comune interessato . “ Del resto questo principio cardine era già stato esposto in un contesto istituzionale dal Sindaco di Savigno nonché presidente dell’Unione dei Comuni della Valle del Samoggia, che citiamo testualmente: “ Ribadiamo che la legge assegna alla Regione il compito di interpretare l'esito del referendum. La valutazione del Consiglio Regionale deve obbligatoriamente tener conto della volontà popolare, letta nel suo insieme ma anche Comune per Comune. E' evidente che, se in uno o più Comuni, vi fosse una chiara e maggioritaria volontà dei cittadini contraria alla fusione, la Regione dovrebbe prenderne atto ed interrompere il processo per tutti i Comuni .”

Gli stessi concetti, come abbiamo già segnalato, sono stati espressi dal Sindaco di Crespellano nel corso di un Consiglio di Frazione e dallo stesso segretario provinciale del PD in un’intervista pubblicata su Repubblica il 28 settembre. E’ cambiato qualcosa da allora? Sì, si è tenuto il referendum che ha visto prevalere il sì per poco più di centosessanta votanti (pari al 1% di coloro che si sono recati al voto), con la maggioranza dei cittadini che ha preferito non esprimersi e con due Comuni nei quali ha prevalso nettamente il no. E’ questo l’ampio consenso in base al quale il processo di fusione può ora continuare? A questo punto non ci attendiamo né auspichiamo proroghe all’iter previsto dalla normativa. La modifica degli orientamenti degli elettori post voto è una fattispecie che i nostri ordinamenti giuridici ancora non prevedono. E non sarà certo in due mesi che gli amministratori potranno colmare il vuoto di proposte , melius, quell’assenza di un progetto che denunciamo dall’inizio della Deliberazione n. 82 del 27/12/2012 campagna elettorale e che non ha consentito alla cittadinanza, sia a quelli che si espressi per il no che a quelli che si sono espressi per il sì che ai tanti che, purtroppo, si sono astenuti, di valutare in base ad evidenze reali – che non sono certo i 4,6 milioni all’anno di benefici proclamati nelle ultime settimane – le ricadute positive e negative della fusione. Ci attendiamo invece che le istituzioni regionali sappiano prescindere da miopi interessi di partito e, nel pieno rispetto di quanto prevedono le nostre leggi, sappiano assumere una decisione coerente con gli esiti del referendum”.

Il Cons.Biagini (Democratici Insieme) afferma di aver ascoltato con interesse tutti gli interventi, ognuno dei quali ha dato un contributo, ma rimane deluso poiché si sono ripresi argomenti già trattati, senza fare una analisi dettagliata del voto del Referendum. Aggiunge di non aver citato il proprio odg di un mese fa, proprio per analizzare i dati di voto. Si compiace per la presenza eccezionale del pubblico che è presente proprio per trattare un argomento di una portata così rilevante. Dichiara di non trovarsi in linea con il gruppo di cui fa parte e annuncia voto contratio all’odg del gruppo di maggioranza e astensione sugli odg presentati da Gruppo della Libertà e Civicamente Bazzano.

Il Sindaco condivide pienamente l’errore fatto nel ridiscutere di temi già trattati, invece di analizzare i risultati del Referendum. Da una parte è consapevole della maggioranza dei No nel territorio di Bazzano, dall’altra non si può esimere dall’analizzare i dati di tutta la vallata e del significato dei Sì. L’interpretazione del voto è un momento di discussione, basata su ragionamenti e non solo su sentimenti. Esprime rispetto per entrambi i risultati e ribadisce il contenuto della lettera inviata recentemente a tutti i cittadini e la modalità di incontrare coloro che hanno votato No, non per convincerli, ma per portare nelle sedi opportune le loro ragioni. Bisogna andare in mezzo alla gente non per intraprendere una campagna elettorale, ma per completare informazioni che forse sono giunte a conoscenza dell’elettore tardivamente. E’ necessaria pertanto una dilazione dei tempi coinvolgendo, oltre che interlocutori politici, anche la cittadinanza, poiché non si vuole fare una rivoluzione, ma partire dall’esito del Referendum del 25 Novembre. Nella fase costituente del nuovo Comune devono essere coinvolte tutte le forze politiche, alle quali si chiede di dare un apporto. Richiama la norma regionale che riordina l’assetto territoriale della Regione Emilia Romagna sostenendo le Unioni dei Comuni e promuovendo le Fusioni dei Comuni. Aggiunge che tema di cui si discuterà nel prossimo futuro è quello della Città Metropolitana e la nascita di Unioni di Comuni su base distrettuale; tale riassetto riguarda tutta la Regione Emilia Romagna e l’Italia. Questa recente normativa è un rafforzativo del progetto di fusione, in quanto essa viene incentivata in via prioritaria. Fa un esempio sulla situazione del Comune di Bazzano che non è in grado di fare proiezioni contabili a breve termine (3 anni) poiché non si è a conoscenza dei provvedimenti statali che verranno applicati sugli enti locali, in continua evoluzione. Si invitano tutti i membri dei Consigli comunali ad assumersi le responsabilità del proprio ruolo e a dare un contributo. Non chiede un passo indietro alle forze politiche, ma, anzi, un passo avanti. Non si vuole creare una situazione di scelta estrema, “o fusione o morte”, ma si richiede il contributo di tutti. A seguito di questa recente normativa tutti i comuni che compongono l’Unione della Valsamoggia costituiscono lo stesso ambito territoriale dell’Unione e questa può essere la ragione per il superamento dell’Unione. Riporta l’esempio dell’Ufficio Tributi unico, che sarà approvato questa sera, per la cui realizzazione è occorso un anno e che darà adeguatezza e immediatezza nelle risposte. Precisa che il programma di mandato parlava solo di studio di fusione dei Comuni e non di realizzazione, ma i tempi dal 2009 ad oggi sono molto cambiati, soprattutto si sono modificate le condizioni di base. Si augura che ciò venga, se non condiviso, compreso.

Chiusasi la discussione, il Sindaco invita i consiglieri a votare separatamente gli ordini del giorno trattati. Deliberazione n. 82 del 27/12/2012

Si procede pertanto alla votazione, che avviene in forma palese per alzata di mano, che dà il seguente risultato.

ODG proposto dal Gruppo Consiliare “Civicamente Bazzano” avente ad oggetto "PROGETTO DI LEGGE D'INIZIATIVA DELLA GIUNTA REGIONALE RECANTE - ISTITUZIONE DI NUOVO COMUNE MEDIANTE FUSIONE DEI COMUNI DI BAZZANO, CASTELLO DI SERRAVALLE, CRESPELLANO, MONTEVEGLIO E SAVIGNO NELLA PROVINCIA DI BOLOGNA-", allegato al presente atto in parte integrante: voti favorevoli 5 (Rimondi e Brunetti – Civicamente Bazzano; Girotti – Alleanza per Bazzano- PDL-Lega; Predieri – Nuova Bazzano; Barbieri – Gruppo della Libertà), contrari 10 (Rigillo, Corti, Ruggeri, Paroni, Masini, Bosi, Pedretti, Bassetto, Ricci, Vandelli – Democratici Insieme), astenuti 1 (Biagini – Democratici Insieme) Presenti n. 16 Consiglieri comunali Votanti n.15 RESPINTO

ODG proposto dal Gruppo Consiliare “Gruppo della Libertà” avente ad oggetto "REFERENDUM DEL 25 NOVEMBRE PER LA FUSIONE DEL COMUNE DI BAZZANO CON I COMUNI DI CRESPELLANO, SAVIGNO, MONTEVEGLIO E CASTELLO DI SERRAVALLE", allegato al presente atto in parte integrante: voti favorevoli 5 (Rimondi e Brunetti – Civicamente Bazzano; Girotti – Alleanza per Bazzano- PDL-Lega; Predieri – Nuova Bazzano; Barbieri – Gruppo della Libertà), contrari 10 (Rigillo, Corti, Ruggeri, Paroni, Masini, Bosi, Pedretti, Bassetto, Ricci, Vandelli – Democratici Insieme), astenuti 1 (Biagini – Democratici Insieme) Presenti n. 16 Consiglieri comunali Votanti n.15 RESPINTO

ODG proposto dal Gruppo Consiliare “Democratici Insieme” relativo alla valutazione sul processo di fusione dei Comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno, alla luce dell’esito del Referendum del 25 novembre 2012, allegato al presente atto in parte integrante: voti favorevoli 10 (Rigillo, Corti, Ruggeri, Paroni, Masini, Bosi, Pedretti, Bassetto, Ricci, Vandelli – Democratici Insieme), contrari 6 (Biagini – Democratici Insieme; Rimondi e Brunetti – Civicamente Bazzano; Girotti – Alleanza per Bazzano-PDL-Lega; Predieri – Nuova Bazzano; Barbieri – Gruppo della Libertà), astenuti - Presenti n. 16 Consiglieri comunali Votanti n.16 APPROVATO

Escono i Consiglieri Barbieri, Rimondi e Brunetti. I Consiglieri presenti sono 13.

Deliberazione n. 82 del 27/12/2012

Letto, approvato e sottoscritto.

IL PRESIDENTE ILVICE SEGRETARIO COMUNALE F.to Rigillo Elio F.to Dr.ssa Minghelli Adriana

______

2° SETTORE AFFARI GENERALI E SERVIZI DEMOGRAFICI

Copia della presente viene pubblicata oggi all’Albo Pretorio del Comune per rimanervi 15 giorni consecutivi.

Copia conforme all’originale

Lì, 2.1.2013 IL RESPONSABILE DEL 2^ SETTORE F.to Dr.ssa Minghelli Adriana

La presente deliberazione è divenuta esecutiva il ______

 essendo decorsi 10 giorni dalla pubblicazione all’Albo Pretorio, ai sensi dell’art.134, comma 3, T.U.EE.LL. approvato con D.Lgs.n.267/2000

 essendo stata dichiarata immediatamente eseguibile, ai sensi dell’art.134, comma 4, T.U.EE.LL. approvato con D.Lgs.n.267/2000