LETTERE DI ANTONIO GAZZOLETTI AD ANDREA MAFFEI (1837-1866) Con note di ENRICO BROL

Le lettere che qui si pubblicano non solo completano il carteggio fra Antonio Gazzoletti e Andrea iVlaffei, ma qualcosa di nuovo aggiungono pure all 'opera del Gazzoletti e alla conoscenza della vita dei due amici'). Del resto, nulla, io credo, che valga a illustrare il poeta di Nago, può sembrare inutile. Antonio Gazzoletti non è soltanto il secondo poeta civile del Trentino, dopo il Prati, ma uno dei più attivi e rappresentativi agitatori poli~ tici per l'unione del nostro paese all'Italia, ed il vero capo e la mente direttiva dell'emigrazione trentina, dalla sua anelata a Torino nel 1856, alla sua morte nel 1866. Per la sua attività politi(rn, più ancora che per la sua opera di poeta, il cultò del Cazzoletti fu sempre vivo nel Trentino e a Trieste, e il suo nome 2 servì spesso a dimostrazioni irredentistiche ) .

Cesare Battisti1 che tanto lo ammirò, ebbe a dire di lui, nel 1896 : « Per gli emigrati trentini più che amico era padre e maestro. Non vi è alcun atto importante di quei generosi patriotti esuli dal Trentino nella Lombardia e nel Piemonte che non porti la firma del nostro poeta, e non vi fu missione in nome del Trentino alla quale egli non abbia partecipato .... I pochi suoi amici superstiti parlano di lui con quell'affetto con cui si ricordano i grandi bene­ fattori della patria» '). Vive, semplici, nella bella prosa nitida propria del Gazzoletti, le lettere abbracciano il periodo dal 15 maggio 1837 all'S gennaio 1866. Di esse ·è anz\ tutto interessante la breve lettera da F rancoforte (aprile 1849) nella quale il Gazzoletti esprime il suo disgusto per l'opera dell a dieta e la profonda nostalgia dell'Italia. Tanto più notevole, perchè le lettere di lui finora note quasi mai trattano di politica. Non gli faremo rimprovero se, in quakhe momento di malumore, spe­ cialmente nel primo tempo della sua dimora a Trieste, si mostra insofferente del mercantilismo, vuoto di spiritualità, imperante nella città, che s'avviava a gran passi alla sua funzione d'emporio dell 'Adriatico. Sappiamo tutta l'opera di cultura e di fede ch'egli consacrò a Trieste, durante il suo ventenne sog­ giorno e anche dopo, quando nella sua lotta per il Trentino, non dimenticò mai nè Tries te n,è l'Istria. E Trieste influì certo, a sua volta, ad allargare il suo orizzonte di poeta e di patriotta. Quanto all'arte, ritroviamo, naturalmente, come spesso nell e altre sue let­ tere, l'influenza del Maffei 1 tradiz ionalista e montiano sul romanticismo del ?azzoletti; l'amore per la bella forma italiana in poes/a e i biasimi contro le intemperanze e il vago e l'indefinito dell'Aleardi e del Prati. LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFFE! 373

Infine, una lettera specialmente fa risaltare il nobile carattere del Gazzo.._ letti in contrasto con le bizze e l'a.mbizione del Maffei, troppo e troppo presto viziato dalla fama e dalla fortuna. Non è inutile a sapersi che nel 1858 il Maffei aspirò ad un'onori,ficenza piemontese e già nel I 859 al laticlavio.

1) Dopo lunghe ricerche fra le carte Maffei, nell'Archivio di Casa Lutti, a Riva, disordi­ nato e in parte danneggiato dalla guerra, queRte lettere, che all'epoca della pubblicazione del Carteggio Gazzole.'ti-Maffei (Atti dell'Ace. degli Agiati, Serie V - Voi. XII - Rovereto, Tornasi 1935) sì ritenevano oramai perdute, furono rintracciate da!l'i,ntelligente cortesia della signora Niny de Lutti bar. Fiorio, alla q11ale vada l'espressione devota della mia gratitudine. E ringrazio il dott. Alessandro dè Lutti delle molte cortesie e del racconto di tanti vivi ricordi di Andrea Maffei.

2 ) Pa l'attività politica del G. dr. il bel libro di Antonio Zieger, La lotta del Trenti'lio per l'unità e l'indipendenza, Trento, Tip. Mutilati e Invalidi, 1936, pag. 6 e passim. Camilla Zancani, l'altoatesino dei Mille, del quale il G. pubblicava .nella «Lombardia~ due lettere a lui

_l l'eminentissimo Gazzoletti ~- Cfr. A. Zieger,_ Camilla Zancani, Roma, Stamp. Moderna, 1935, pgg, 39-42 e 63.

3 ) Scritti Politici di Cesare Battisti, Edizione nazionale a cura di Ernesta Bittanti Ved. Battisti, Firenze, Felice Le Monnier, 1923, p. 342. E a pag. 361, in nota: « Sul Gazzoletti, per incarico della Società Studenti trentini, il ' Battisti tenne nella primavera del 1913 dodici differenti conferenze. Disgraziatamente, nessuno le raccolse; ed andarono smarriti gli appunti e il materiale di preparazione. In quella da me udita nel Teatro Sodale a Trrnto il 5 marzo 1913 era fargamente e vivacemente rievocata l'opera del Ga.:zoletti patriotta e politico, con notizie originali ~- Cfr. anche: Ernesta Battisti, Cesare Battisti ed Antonio Gazzoletli, in Bollettino della Legione Treniìna, Anno II, N. 4, luglio 1922.

Mìo carissìmo Maffei, Appena ripatriato passai tre giorni in Arco presso i miei parenti: quindi, venuto a Rovereto, m'allettai poco dopo colto dalla grippe, che mi avea prevenuto in questi paesi. Tosse, dolore di capo, e febbre; onde tra per la debolezza, avendo dovuto guardare cinque giorni il letto, e per la fasciatura del braccio, essendomi statì praticati due salassi, sono costretto a valermi per scrivere della mano d'un mio fratellino. Adesso sto meglio. Pr.emetto i miei più cordiali ossequi alla vostra gentilissima darria, gentile_cosi, che valse ad arricchire la mia fantasia di un nuovo ideale di femminile grazia e venustà, (bei propositi in bocca dì un moribondo) quindi le più tenere cose del 1 mo1ido ai Consiglieri Karis e CO'lò, e a tutti mille e poi mille ringraziamenti ). Non so, se vi abbia mai scritto a Milano, come sin da fanciullo, in quella età delle gioie vere, e delle innocenti affezioni, scorrendo i vostri ldilli, io mi sentissi dolcemente trascinato verso il nobile giovinetto, che di sì care armonie vestiva gli slanci del suo cuore, e del suo ingegno, perchè fin d'allora, fosse legge di simpatia, 2 o forza di presentimento, anche non conoscendovi, io vi amava ). Ed _ora che vi conobbi, che una generosa e nobile Corrispondenza d'amorosi sensi 374 ENRICO BROL vi fece inchinare verso di me povero d'ogni cosa, voi ricco di tutto, che al mondo piace, ed adorna, simpatia, ammirazione, gratitudine vi rendono più che mai caro al mio cuore, ed io vi voglio tutto quel bene, che si può volere quaggiù. Bramerei che sapeste come ne parlo ai conoscenti ed agli amici, specialmente all'ottimo Mar~ silli, che tanto vi saluta. Potete credere, che mia principale cura nei pochi giorni, in cui la mia salute me Io concesse, fu di compiacervi, andando a caccia di anticaglie in questi paesi, che sono tutti un'anticaglia, almeno nel nostro senso. Ed eccovi in breve le poche scoperte, che sinora mi riuscì di fare. Come costì vi accennai, la miglior cosa di questo genere, che io sia a portata di procurarvi è il piccolo cassabanco cli casa Negri, di cui vi acchiudo il disegno in grandezza v'era, abbozzato da me, che di disegno non apparai nemmeno i primi elementi, ma che in questo caso l'amicizia ha quasi fatto pittore, come altra volta narrasi dell'amore. Ritenete però, che da questo informe schizzo non potreste for­ marvi neppure una lontana idea del merito di quest'opera, dono un tempo di non so quale Elettore di Baviera ad una sua amica, da cui pervenne mediante la famiglia d'Arco in mio Bisavolo, che lo comperò anche egli da una fallita bella d'un Sig. Conte. Il corpo è d'argento dorato: sono poi d'oro massiccio le sette statuette, che lo adornano, i festoni a basso e sulle faccie laterali d'una squisita precisione e bel­ lezza, le due medaglie laterali ed altro. Il genietto della sommità siede sur una grossissima perla, 128 piccoli diamanti, 11 grossi smeraldi, 32 minori, un'agata nel mezzo ed altre pietre e smalti fregiano il nobile lavoro, che può venire sciolto nelle sue più minute parti, e presenta una quantità di ripostigli e segreti. La famiglia Negri, dietro mia insinuazione, sarebbe disposta a permutarlo con argento lavorato, e ritengo che non esigerà mica un prezzo d'affezione. Se avete piacere di vederlo, uno de' miei zii verrà presto a Bergamo e potrebbe portarlo seco, se no, indicatemi qualche altra via, o riferitevi alla visita che prometteste fare alle nostre valli. Avvi pure in Arco un trionfo per le bottiglie dell'olio ed aceto, lavoro antico d'argento con statuette, e che verrebbe ceduto per pochi fiorini, v'hanno i quattro figurini d'avorio e d'ebano rappresentanti quattro cenciosi suonatori, che altra volta v'accennai; due uccelli di porcellana di grandezza naturale, due vasi pure di por• cellana, una lampada, non so se di cristallo di monte ecc. Devo però avvertirvi che queste cose, o non sì trovano nel miglior stato, o non so se posseggano abbastanza merito, per rendersi degne della vostra scelta. Anche qui a Rovereto, se vi parei faremo una gita insieme sulle traccie delle mie scoperte, o voi disporrete diversa­ mente, come più vi aggradirà. Dopo la mia partenza da Milano, io non scrissi più un solo verso, cosa facil· mente perdonabile, se si abbia riguardo a queste mie circostanze. La mia vita però è tutta una dolce ed amara poesia dì memorie e di speranza, perchè, e mi ricordo tutto fino alle cose più minute delle nostre conversazioni, delle nostre passeggiate, de' nostri pi-ogetti, e il pensiero che possano ancora risorgere per me quei benedetti giorni m'allevia in parte· la noia di questa gretta esistenza. Riceverete qui unito un breve articolo d'un mio conoscente che io m'avea preso l'impegno di far inserire in uno de' vostri Giornali O Gazze~te e che fatalmente dimenticai di prendere meco. Abbiate voi la bontà di supplire :11a mia mancanza, facendolo stampare nel Giornale di Statistica, nell'Indicatore o nella Gazzetta di M_ilano, :e ~iò non vi riesce troppo gravoso, in caso contrari~, purchè venga pub~ bhcato, sta IO vostro arbitrio lo scegliere qualunque altro mezzo. Assicuratevi che LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFFEI 375 l'operetta di cui si tratta lo me rita be ne; perdonatemi anche questo nuovo disturbo che sono costretto ad a rrecarvi, e in• ogni modo poi non mancate quando mi scrivete, di accennarmene l'esito, ond'io non abbia la second~ volta ad iscomparire. Mi raccomando. Quando ci }allegrerete colla vostra Luce dell'H arem ? E la novella del Grossi, quell'annunzi'.atissima novella, è ancor sortita dai torchi? Che fanno la vostra espo­ sizione, i vostri T eatri? Maledetto questo Grippe che m'impedisce perfin o di ricor­ rere a quelle poche Gazzette, cu i è dato di penetrare oltre quest' Alpi. Attendo di giorno in giorno con impazienza il mio decreto. Addio, caro Maffei, conservatevi per l'onore dell'Italia e dell e lettere, voi che sotto ogni ·riguardo lo potete, e dovete: io per me veggo _sfrondarsi og ni giorno più questa mia dolce speranza combattuta dai tempi, dagli uom ini e dalla fortuna. Nuovamente addio. Rovereto, I 5 Maggio 1837. Il vostro grato ed affettuoso amico Ga:Zzo1etti

Vale il mio M. Karis, Co lò, valete omnes. Che la Signora Contessa si sovvenga qualche volta di me. Addio. Addio. Dal mio letto. La mia 1'Iamma entra anch'essa a parte della mia gratitudme.

Al Chiarissimo Sig nore Da Rovereto Cav.e Andrea Maffei Segretario presso l'I. R. Tribunale d'Appello Generale in M ilano Bollo postale: Rovereto - Mailan-d 18 Maj 1837 ..... 18 Mag.0

Mio carissimo Maffei, Ho ricevuto la tua lettera e il tuo bel sonetto, che mi furono cari, come ogni cosa che mi viene da te. T i ringrazio delle attenzioni usate a Madonizza e dei replicati inviti che mi fai di venire a Milano. In fatti può ~ssere che -dov endo in­ torno a quell'epoca ripatriare, il desiderio di riabbracciarvi, e un poco anche la curiosità mi portino costi, almeno per qualche giorno; però non ti do parola e ti prego anzi caldamente; se qualche altra vi sita aspetti più sicura di me, di disporre dell o studio destinato per me. Già uno scapolaccio par mio trova faci lme·nte da accomodarsi. T i accludo un programma della Favilla (concepito e stampato senza alcuna mia ingerenza!) e ti prego nuovamente per i primi dell'Agosto venturo di spedirmi o qualche brano della (manca la carta) traduzione di Schiller, o qualche tua lirica inedita, perchè a qualunque cos to i primi numeri della nuova Gazzetta vogliono essere fregiati del tuo nome. E' questo desiderio non di me soltanto, ma di Dall'Ongaro, di Somma e di tutti. Non occorre dirti che, potendo, senz_a alcun disturbo procurarci qualche -a ssociato, impegnerai doppiamente la nostra ricono­ scenza. Non dubito dell'esito della scena lirica che stai scrivendo, tu sei uomo da sormontare og ni difficoltà, però non posso non compiangerti, avuto riguardo al sog­ getto che ti tocca trattare ed al modo con cui necessariamente ti conviene svolgerlo. 8 Le tue fatiche presso gli intelligenti ti varranno una gloria corrispondente )- Addio 3i0 ENRICO BROL il mio l\faffei , ricorda a Donna Clarina la mia se rvitù e cosi anche al Consiglier de Karis, la cui gentile letterina riscontrerò quanto prima, e a tuo fratell o. Addio nuov ame nte Trieste il 2 0 Giugno 1838 Il tuo Gazzoletti Al Chiari Ss imo Sig.re Cav. Andrea Maffei presso l'Eccelso 1. R. T ribunale d' Àppe,ll o Gene ral e Milano Bollo postale: Triest,f 25tJun/1838 .. .. 28 ..../ Posta le ttere 28 Giu.

t..-J io ca rissimo Maffei, lo non voglio ad ogni costo che tu ti di mentichi cli me. Malattie e lunghe e pericolose, imbrogli di fa miglia ed altre sventure mi tolsero fin qui non solo di rivederti a Mila no, ma ben anche di mantenere la nostra corr ispondenza, cariss ima a me , com_e quella che unica ancora mi legava per un nobile nodo a quanto ha di più poetico e di più gentile l'Italia. Però non ho ancora su biti g li esami di Avvocato, e questi mi porteranno indubitatamente costì. Per me, in cui la lunghezza de l tempo non ha alterate in verun conto le ve cchie affezioni, sarà doppiamente caro il riab­ bracciarti, e tu pure non riv edrai con indifferenza il g iov ine amico, che t'ha semp re avuto in cima de' suoi pensieri, dacchè gl i hai tesa la mano e gli dicesti : ti amo. Nel corso degli anni passati, oltre a tante altre piccole cos uccie, aveva compo• sto un vol umetto di sei cantiche o ballate - cinque di soggetto italiano ed una di soggetto greco. Le sottoposi recentemente alla censura di Venezia. Le ci nque ita­ liane mi fu rono tutte o proibite o castrate, nè so perchè - la sola g reca sfuggì al naufragio. Questa stampai, e te ne mando alcune copie per te e per alquanti amici , a cui avrai la gentilezza di consegnarla. E se la non ti pare cosa troppo leggera, ottienimi da loro che ne sia fatta menzione in qualc he cantuccio delle vostre gaz• zette, non per me (ch'io ho poca sete di gloria), ma per la persona a cui la dedicai e colla quale ho debito di mille gentilezze 4) . Le cinque respinte ho alla meglio purgate e spedite a Vienna. Spero coli mi • gliore accogl ienza,

Carissimo Maffei, T rieste 21 Marzo 844. Rampasi una volta questo lungo ost inato sile nzio ed eccoti una lettera del _tuo amico Av-uocato Dr. A. Gazz oletti. Avvocato si avv~cato in T rieste tale divenuto i~ for za di sup rema elezione cl.d . 2 corr. Ma;zo,' e ciò ad onta del se~plice lodevole gittatomi da ìviilano, ad onta de lle cabale di molti accaniti rival i ad onta infine della stessa inimica fo rtuna , che mi si pose a fia nco fi n dall e fas~e. Avvocato, e fa temi tanto di cappello. LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFFEI 377

So che questa notizia non ti sarà discara, e mi affretto a dartela: quanto a me la ho pigliata con molta indifferenza: gli era ben altre glorie ed altri lucri ch'io vagheggiava. Tutta _volta no n posso non sentire il valore di un avvenimento che mi mette in una situazione indipen dente, tanto indipendente quanto può esserlo la con­ dizione d'un uomo-condannato a guadagnarsi il pane con lavori tutt'illtro che ge­ nial i. Ritorno adesso a ricordarmi e a raccomandarmi alla tua amicizia. Ho passato d-ue anni stupidi, inerti, maledetti; costretto a brigare per far valere meriti che non appari vano dalle mie attestazioni, a correre a Vienna, a trascinare pel fango la mia dignità d'uomo e di poeta: e tutto ci0 per non vedermi postergato, avvilito - per non avermi a lavare le mani della mia professione, sostenuta fin qui con sudori di sangue - per non tradire le speranze della mia povera famiglia, per non dar gusto ai malevoli e agli stolti; in fine per raggiungere almeno da qu esto lato la pace e la tranquillità, se non il henessere e la felicità 6) . P rima di prestare il giuramento intendq di fa re una visi ta alla mia famiglia, e fra due o tre giorni parti rò. Vorrei prolungare il viaggetto sino a Mil ano, che vera­ mente a rdo di rìvedere, ma sono tante Je spese di cui devo aggravare la povera Mamma, che me ne tolgono il co raggio. Tu mi potresti aiutare, ed ecco in qual modo. Con molta fatica e coll'anima flagell ata da mille cure, ho composto l'anno pas­ sato una specie di leggenda di 40 ottave o poco più con una breve prefazione. Il .povero Zaiotti la stimò un gioiello, io la credo una cosa discreta, e mi lusingo che non sia per disp iacere nemmeno a te '). Or bene. Se alcuno de' 'tuoi Pi rotti, o Piroli, o Ubicini o che so io, volesse farne acquisto per inserirla in qualche strenna o rac­ colta, sia per pubblicarla a parte, io· sono disposto a cederla, e tu fammi avere le condizion i possibilmente migliori. Conos ci il genere e la dimensione dell'opera; quanto al merito, vendila pure sotto condizione che questo esista realmente in tutta qu ella estensione che ·si può aspettare da me - e se non piacerà, bu ona notte, non voglio un quattrino. I-lo da dirti un milione e duecentomila cose. Rispondimi subito - a Rovereto per Nago Tfrolo i taliano. Io ci sarò fra 4 o 5 giorni. I miei baciamano alla tua Dama, ed a te cento baci, salutÌ e co11g ratula zioni. Addio li tuo Gazzole tti

Carissimo Maffei, Rispondo all'ultima tua del 26 Agosto p. p. col mezzo dell'amico Dall'Ongaro che viene a Milano col dopp io scopo d'assistere alla riunione degli sc ienziati ed alla 8 rappresentazione d'un suo dramma ). Conoscilo profondamente e, se in conto alcu no puoi, siigli giovevole. Le tue ragioni ·contro il matrimon io trovano un eco fortissimo nel mio pen­ siero, se non nel mio cuore. Solo un dubbio mi nasce. La mia vita di scapolo fu essa uguale o somigliante all a tua? E quel cangiamento che a te feli ce fu catena, non potrebbe a me trava­ gliato essere riposo? Anche libero da moglie non sono io schiavo? E se spogli il mio avveni re delle affezioni domestiche, quale altro conforto mi resta ? Le 1ettere, h gloria? .. . . Oh... gloria e lettere per me avvo.cato sono pressochè parole vuote di senso; vorrei che fossi tu imbarcato rn eco su questa galera per vedere che ne sarebbe della 3i8 ENRICO BROL tua poetica vocazione e di quella fecon dità con cui passi senza ri poso da lavoro a lavoro, cogli endo nuovo onore e dile tto da ogni anno della tua esistenza! Pensaci 9 bene e ri spondi ) , Avevamo bisogno di una buona traduz ione del Caino cli Byron che, qu an tunque da me ]etto nell a svenevole prosa del Rusconi, mi parve sempre un capo-lavoro. E a questo bisogno no n poteva da altri essere sopperito meglio che da te. Fammi godere la tua traduzione sì tosto che ti è possibile: nè attendere la mia venuta a :rvl ilano, che in ogni caso non sarà prima dell'anno venturo. R icordami all a tua Signora ed ama Il tuo Gazzolettì T ri es te r 0 7bre 844 Al Chiarissimo Sigr. Cav. Andrea ìvlaff ei - Milano.

Caro Maff eì, Prima di tutto o gratis o verso pagamento, che è lo stesso, mandami copia dcl. tuo W allenstein ch e ai nostri librai non è ancora arrivato. Ardo di leggerlo. Poi sappi che invece di ve ni re a Mil ano sono stato una ventina di giorni a Recoaro, dove sperai indarno di vedere anche te. Non ne ritrassi altro giovamento fu or quell o d'aver fuggiti i calori in sopporta­ bili di Luglio. Sapp i ulteriormente che l'idea del matrimonio e più che l'idea, i sen­ sali di esso mi perseguitano senza po.sa, e di questi ultimi tempi sono stato in un terribile imbarazzo, che mi tie ne ancora in qualche pensiero. In un momento di disperato coraggio m'era sca ppata la fatale promessa : quindi un incubo in cessante, tremendo. I parenti della fi danzata mancarono a' patti - il matrimonio fu differito - fu messo in fo rse; io respiro! Sarebbe stato un matrimonio ragionevole. Puoi credere che in qu este angosce de ll o spir ito, la Musa dorme, povera ver­ gine, arrossisce di me ! Incapace di tentare cose nuov e, sono ritornato sulle vecchié e, tagliando, mutilando, co rreggendo, ho messo insieme un volume de' men tristi ·miei versi ch'io cederei volentieri a qualche ti pografo , senza interesse, verso la re­ tribuzione di una ventina di esemplari. T'avverto che sarebbe un libro sopportabile : ci ho anche messa in fronte una breve prefazione in cui, te duce e maestro, discorro le mie opinioni rapporto a11a poesia ed ai poeti de i nostri giorn i. Dissi le mie opinioni, dovevo dire le tue, perchè ogni dì più mi convinco che tu sei de' pochissimi che oggimai sentano e g iudichino dirittamente 10). E bb i compagni a Recoaro il P rati, l'Aleardi , il Cabianca. Quest'ultimo manco male; gli altri due mi sembrano spiritati; il primo ti soffoca, l'Aleardi dà la caccia alle nuvole. Teniamo duro per amore della nostra Italia, o questo torrente di pessimo gusto invaderà le ultime no stre glorie, il sacrario delle lettere e delle arti. Se ~o~o~c i qual~he tipografo che voglia incaricarsi della stampa, scrivimi. . S_cr1v1~1 ad o_gn1 m~do, e dammi nuov a di te e de' fatti tuoi. Hai portato a ter- mme 11 Camo? Dt che t1 occup i adesso? Non di menticarmi , e fa che la tua _Damina non mi dimentichi. I o sarò sempre Il tuo Gazzoletti Trieste 25 7bre 1845. LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFFEI 379

Carissimo Maffe i, H o ricevuta appena ieridì la tua lettera, reduce da una scappata fatta con molta premura in T irolo, dove mia madre è gravemente ammalata. Una lettera di mio fratello medico m'aveva messo in grandissimo allarme, talchè la credetti già morta - accorsi e, grazie al cielo, la trovai viva, e ne partii non senza qu alche fi lo dì spe• ranza: la malattia però, nel più feli ce evento, vuol esser lunga e pericolosa. A te che conosci di quanto amore ami quella donna, da cui riconosco tutto, lascio imaginare la mia agitazione, il mio dolore. Fu molto che non cadessi amma• lato io stesso! Oh l'esistenza è una dura cOsa! Mi giunse alt1·esì dalla casa Ripamonti il disegno che m'è commesso illustrare. Il soggetto non mi torna troppo fecondo in inspirazione: tuttavia farò quanto potrò nelle strettezze attuali di tempo e di cuore. Non potrò però dare il. mio componi­ mento che entro la prima metà di Novembre, per la qual epoca m'impegno. Se vuoi spedirmi l'Orazia e se puoi aggiungere anche .la copia del mio melo­ dramma, cos ì male a ffidato a cotesto Signor Savelli, cerca al Tribunale Civico del Consigliere Molinelli, che dev e partire di cos tà per T rieste ai 21 o ai 22 del mese co rr. Per cui, se questa mia lettera ti capita in tempo, affrettati. Io poi, alla prima occasione ti manderò la scatola di porcellana. Ricordati anche ddla promessa di alcuni tuoi versi alla Strenna triestina: Il compilato re Cameroni, che ti stima infi ni tamente, m'è ,di continuo alle spalle, p"er averli 11). Addio, mio ottimo Maffei, compiangimi ed ama Trieste 18 ottobre 1847. Il tuo Gazzoletti Urgentissima Al Ch i-arissimo Sig. Cavaliere Andrea Maffei al Tribunale d'Appello generale - in Milano Bollo postale: Triest/28/0ct./1847 Milano/31 OTT.

Carissimo Maffei, In quindici giorni sono invecchiato di qu indici anni. - E' morta mia madre! In queste poche parole vi è un abisso di dolore e di disperazionel Ho g ià fatta una scappata in Tirolo per rivederla ammalata: dovrò tor'narci per dar sesto alle cose di famiglia. Attendo lettera per decidermici. In questo affanno amarissimo del cuore, in questa tempesta· dello spirito capirai che m'e ra impossibile scrive re versi per stren­ ne. Così ho dovuto rimandare a Ripamonti il disegno: promettendo (e lo farò vo­ lentieri) di risarcirlo un altr'anno. P er mandarmi quelle coserelle che sai rivolgiti ai fratelli Besana, che stanno in continua relazione coUa casa Brambilla di qui - oppure al Signor Simone Gatti che troverai presso i Besana, e che mi saluterai caramente. Quantunque con un abito e con una faccia a tutt'altro buoni che ad ispirar~ all egria, visiterò la Cazzaniga, e le parlerò di te. Ella piacque nel Nabucco, ma negli Orazi e Cm·ia.ei, a quanto mi viene detto, trionfò. Ciò forse ti farà p iacere. Amami, caro Maffei. In qu esti infelicissim_i momenti ho bisogno della vostra amicizia - perchè mi pare di essere isolato nel mondo. E , se ciò può essere senza nocumento della tua salute, scrivimi - i tuoi caratteri mi consolano. Il tuo Gazzoletti Trieste 9 9mbre 1847 Addi o, Addio 380 ENRICO BROL

Al Ch iarissimo S ignore Cav. e Andrea Maffei presso l'l. R. Trib.le d 1 Appello Gen.e - Milano Bollo postale: Trie st/9/Nov/1847 . . Milano/12 Nov.

Carissimo Maffei, Ieri lessi nella Gazzetta di Milano che tu fosti il Compilatore della Strenna del Ripamonti. Questa circostanza non m'era nota innanzi, altrimenti a costo di qualunque dolore, avrei tentato di scarabocchiare qualche verso. Ma io sono stato e sono molto infelice. La prima metà del mese di Ottobre la dedi cai a visitare mia madre moribonda : gli altri qu in-diC:i giorni ebbi a piangerla morta - e colla fine del mese doveva essere soddisfatto l'impegno. T i scrivo queste cose, perchè non vedendo risposta a11 'ultima mia, dubito che tu sia in collera me co, e sarebbe questa una gravissima afflizione di più. Mi convien esse"te mol to avaro dei pochi affetti che mi r imangono. Perdonami in ogni caso e scrivimi. Trieste I S dicembre 1847 Il tuo Gazzoletti Chiarissimo Sig.r çav. Andrea Maffei al T ribunale d'Appello Generale in Milano Bollo postale: Triest/ 15/Dec. 1847 .... Milano/ 18 Dic.

(S. D. ma ve-rso il 15 aprile I849, da Francoforte) 12). Carissimo Maffei, Approfitt o dell'oc casione del comune amico Marsilli che, ripatriando passerà di costì, per darti nuove de' fa tti miei. Alla sua .partenza io gli ricordava: se qual­ cuno ti chiede di me V ivere me dices, salvum tamen esse negabisl Cosi è: e per quanto sicura, decorosa, onorevole possa essere la mia situazione attuale, no n ci sarebbe caso di farmela piacer_e, se la non fo sse insieme precaria e di breve durata. Questo mi consola e mi fa subire con certa pazienza la solitudine e la noia di queste infelici ore di vita. Francoforte, se nol sai, è città tede schissima fra le tedesche: i pochi italiani qui chiamati dalle vicende passate, uno per volta, se la svignarono: il· parlamento, dì cui ho la gloria di fo rmar parte, al pari di tutti gli altri parlamenti usciti dalle tempeste dello scorso anno, sotto, la sferza della, reazione, è diventato una carica­ tura ridicola e derisa: del· resto freddo, ·neve e stufe a trenta gradi: poi ad un tratto tepore come d'Italia e poi freddo di nuovo. Un guscio di teatro insopportabile : bei passeggi ma ancora improntati di tutti i rigori del verno - balbetto il tedesco ma non lo parlo: devo occuparmi di interessi estranei alla mia nazione, indifferenti al mio cuore - lontano da tutto quello che da sette lustri m'è conosciuto e caro, stra­ niero fra stranieri, trafitto da continue pessime nuove di costà, oh, t'assicuro che il presente mio stato non è punto invidiabile, t'assicuro che ho tutta la ragione di desiderare e sperare che questa mascherata si termini presto! LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFFEI 381

Intanto, per fare le fiche a'l mio destino, penso a te, penso alla vita beata che ci abbiamo tracciato al mio passaggio per Milano, e penso che, se tu non ti muti, quel sogno di vita tranquilla e poetica può realizzarsi e si realizzerà. Le novità politiche te le dirà il Marsilli: io volli dirti quello che forse egli ignora, le mie malinconie! Addio, Maffei. Consolami d'una tua risposta, salutami caramente il Consigliere e baciami la S.ra Catterina. Addio. Il tuo Gazzoletti Chiarissimo Sig. Cav .. Andrea Maffei Casa Belgioioso Milano Bollo postale: Milano ... . Erba/18 Apr.

Carissimo Maffei, Trieste 3 Gennaio 850 Lascia andare il pensiero

A Vencàa assediata e bombardata. A Gesù crocifisso Tu pur cadrai, Venezia! Ultima la L1de Crocifisso S ig nor, se abbeverato D' Italia, ultimo asilo a' figli suoi, D i fie l da una genia stolta e feroce Cadrai, chè un picciol numero cl'eroi I n suon d'ira talvolta alzo la voce :Ma l resiste a tant'nrto e a tanta fraude Sia dal tuo sangue il mio falli r lavato Sfolgorate f. e ù1ccrte armi sabaude, Tu perchè hai l'uom divinamente amato Che ti resta 1 E qual braccio invocar puoi Tra due ladrom'., o Signor, pe ndesti in croce 1.vf e11tre f,uropa, concorde a' danni tuoi :M c pur t ra' re i condanna, a me pur nuoce O ti percuote o a' percussori applaude? L o aver pel popol mio pia nto e sperato

1 Cedi, illustre infelice ! Assai pugnasti ~ [a tu (sublime al tuo penar mercede) Per la tua gloria e per la nostra : assai Vedesti all or l'umanità languente D'oro e di sangue a conmn prò versasti; .Rigenerarsi e.li tua croce al piede. E dir ti g iovi : Se ne11'ardua giostra Dal carcer mio, dovunque il guardo io giri Debile e sola mi lasciate omai Vcggo I talia ognor se rva; e un suon dolente 13 Popoli schiavi, la sconfitta è vostra! D i catene mi g iunge e di sospiri. )

Al Chiariss imo Sig. Il S ig. A11clrea Cavaliere de' 1.ilaffei Bollo postale: 0.R.C. T rest./3/Jan/ 1850 Monaco di Baviera Miinchen/7 Jan 1850.7

Carissimo, Spero che questa mia lettera ti ritroverà ancora a Campo in seno dell'eccellente famiglia di cui mi scrivi tante e gentili cose e colla quale e con te mi rallegro de' piacevoli giorni che vi passi. Dall'opposto, lo sono più che mai spoetizzato, introna to, schiacciato da una tempesta di brighe forensi e castrensi,

  • Carissimo Maffei, Il tuo lungo silenzio, dopo l'ultima mia lettera, mi fece nascere un sospetto atroce, che cioè tu possa credere la promessaci tua visita meno che sospirata dai t~oi amici. Se in sul cadere del Novembre io ti sconfortava da intraprendere questo viaggio gli è che nel Dicembre e fino all'apertura del Carnevale, Trieste per un uomo di cuore è il Ponto Eusino d'Ovidio, nè io sono tanto orgoglioso da rite­ nere che la mia povera amicizia e il buon' volere possano tenerti luogo di tutto. Gli è che per· condurti fino a me, io vorrei seminarti la strada di rose, e pur troppo in questa stagione gli approcci a Trieste sono invece inaspriti da venti e da bufere. Gli è finalmente ch'io vorrei vederti qui lieto e non annoiato e pentito della tua cortesia. Ma che vado io perdendomi in giustificazioni inutili? Tu mi conosci, tu sai che nell'anima mia non può mettere radice un sentimento meno che generoso e leale e da· pusillo che sono, ti terrei indegno dell'amor che ti porto, ove mi disco­ noscessi a segno da sospettare il contrario. Passando di qui Alessandro Smania al principfo .del corrente, ci aveva an­ nunziato il prossimo tuo arrivo, e noi eravamo preparati ad accoglierti con quel cuore. che sai. Non vedendo nè te nè le tue lettere, ci prese un fierissimo malu­ more per l'anzidetta ragione, pel dubbio cioè che il mio foglio fosse stato male interpretato. Ma abbiamo torto, non è vero, Maffei? Cavaci per amor del cielo dal cuore questa spina: ed oggimai arricordati che quanto più presto verrai, tanto immensamente più cara ci sarà la tua visita. Parlo in plurale, perchè la Luigia è afflitta al pari .di me, ed anzi fu essa che mi pose questa serpe nell'anima. Intanto addio - e buon anno a te e al degnissimo tùo fratello. Scrivi per carità - o meglio ancora - vieni. Il carnovale sarà forse più allegro a Trieste che costì. Addio. Il tuo Gazzoletti Trieste 30 robre 850

    Chiariss. Sig. Cav. Andrea Maffei Casa Belgioioso Milano

    Carissimo Maffei, Ho indugiato un paio di giorni per rispondere alla carissima tua, nella spe­ ranza di poterti spedire i ritratt1. Ma quel pazzo di fotografo, o sia ammalato od asSente, dopo la tua· partenza, non si fa più vedere, ed invano io consulto d'ora in ora le imposte del suo balcone - sempre chiuse I Appena mi verrà fatto di coglierlo e di averne i ritratti, te li manderò. a Mi­ 1 lano, giacchè per Venezia temo sia troppo tardo. ~) Mi piangeva il cuore vedendoti partire in quella mattina indiavolata, e non osava dirtelo, per non anticiparti uno spasimo inevitabile. Ho contato i minuti: i secondi delle tue sofferenze, ed ho respirato quando potei pensare che tu fossi fuor di tormento. Sarei stato troppo lieto, se ti fossi allontanato di qui con quel buon vento che ci venisti! Il diavolo volle metterci la sua coda e farci pagar caro il piacere della tua visita. ·:.3s_,______E_N_:R_1,co_ _B _R_O_L______

    T anto più mi riucrebbe quel doloroso abbandono, perchC un intimo convin. cimento, figlio di un po' d'esperienza e di pratica d i mondo, m i prediceva che il tnu sacrifiz io a pro' di Carcano sarebbe stato indarno. Noi intanto ti ricordiamo sempre e ci consoli amo nell a speranza di rive­ deni fra breve. La Luigia è incantata della tua gentilezza: povera donna, ci vo­ gliono cuori come il tuo per intenderla e consolarla! E lla ti fa dire per mezzo mio cento belle cose, ultima delle quali che il signor Byrnu, dopo 15 giorni, sta sempH bene. Spero che avrai trovato il Consigliere rimesso perfettamente in salute: •non dimenticarti di darmi sue nuove. Ed amami sempre Trieste 2 magg. 85 i . Tutto tuo Gazzoletti

    Chiariss. Sig. Cav. A ndrea Maffei Raccomandata ai Sigg. fratelli Smania B1.illo postale : Verona S/S

    Carissimo ìvf affei. Io ti aspetto senz'altro a piè fermo per le feste cli pasqua. Era mio deside rio arde:ntissimo di visitare in primavera le patrie vall i: temo adesso di non potere e non mi muoverò certamente, se tu vieni, ma rimetterò la mia gita all'estate. L e pastoie di questa professiont mi si fa nno impossibil i: è una disperaz ione questo dover gittare miseramente il tempo, l'unico tesoro datomi da Dio, in travagli che non mi fruttano nè piacere nè gloria. Vieni tu almeno e con3olami. Fammi ricordare di me: toglimi un poco a questo gretto regno della 11ositivit.i e levami sulie tue ali a quella sfera per cu i siamo nati, ed entro la quale gli spiriti nostri dovrebbero aggirarsi. Faremo un viaggetto insieme alle grotte di Adelsberg, quindi, se ami i cavalU, alla magnifica villa di L i,p izza dove sono le migliori razze di proprietà •imperiale. In somma procureremo di divertirti. Vieni du nqu e. La Luig ia t'attende, io ti sospiro. Trieste I I Agosto 85 I. Il tuo Gazzoletti Ill.mo Sig. Cav.e Andrea Maffei Riva Tirolo italiano Sul francobollo : Trieste/ I 1f-4 .. .. Venezia/1 2 Apr./Riv a .

    Carissimo Andrea, H o ricevuto questa mattina la tua lettera del 17 corrente e rispondo senza dila­ zione. M'è impossibile accettare l'appuntamento che mi dai alla villa del conte Lochis. Per quanto lusinghieri siano i piacer•i che mi descrivi, e che ti attendono colà, per quanto io conti sulla cortesia dell'illustre tuo amico cento ostacoli mi tol ­ gono di se condare il tuo desiderio, che fu or •di dubbio sarebbe .anche il mio. P rima di tutto io non- sono libero della mia •persona e del mio tempo; come avvocato io abbi sogno di un permesso d'assenza, che non potrei conseguire così presto, e questa è ragione che .v.ale per .cinquanta. Poi devo innanz,i tutto assestare gli affari del mio studio ed i miei particolari, ed anche a dò mi occor.re più tempo che non mi con­ ceda il tuo gentile invito. LETTERE DI GAZZOLETT! A MAF\FE! 385

    Fabbrico in una mia campagna una case tta, che sarit compiuta appena colla fine del mese: e dovrò esser qui per ultimare i .conti e pagare. Ommetto altri motivi e riguardi di minore entità, e conchiudo col pregarti di scrivermi come tu abbia divi­ sato cli passare l'estate, lasciando poi a me e alla Luigia la cura

    Chiarissim o S ig. r Cavaliere And rei Maffei Riva Tirolo italia no Sul francobollo: T rieste/19/6 .... Trient/21 /6. Rovereto/21 /Jun ,IR i va/22/6

    Carissimo Maffei, Ho tardato alcuni giorni a rispondere affinchè la mia lettera ti trovasse in Riva. Il p rogetto che mi accenni di comperare da Kuekuich i tre quarti della casa di Venezia è pieno _di difficoltà ed anzi affatto ineseguibil e. Il valore dell a casa è per la mag·gior parte obnoxio a titolo d'ipoteca in sicu­ rezza delle ragioni della vedova proprietaria dell'altra qu arta parte; se nza intenderci con lei, l'acquisto non ci gioverebbe a nulla. La quale, stante l'i ndivisib~lità della casa, avrebbe sempre diritto di provocare ad un incanto, e lo farebbe, visti i dissidi fi erissimi che regnano tra il Kuèkuich e l'attuale di lei cu ratore. Per questa via dunque non c'è speranza di riuscita. I o però non dormo. H o tanto detto e rimostrato, e soll ecitato che il Kuekuich presentò già calda e premurosa istanza ·per l'incanto giudiziale dello stabile e non dubito quasi dell'effetto sicuro ed immediato. L'istà.nza passò per le mie mani e ne rispondo. Intanto pazienza, e le cose andranno in ordine. Vedrò con grande piacere i quadri di tuo acquisto alla nostra speculazione; ma con piacere infinitamente maggiore vedrei te. In og ni conto avvertimi della tua venuta e presenza in Venezia: so io perchè. E vagliti su me per la metà dell'importo erogato. Ho spedito a Schiavoni un esemplare del numero de ll e Letture di famiglia che contiene i tuoi versi. Lo avrai ricevuto anche tu. I compilatori' fu rono molto lusin­ gati dèlla lettera che loro scrivesti e me la fecero leggere con c_erto orgoglio. Da quel punto ho promesso anch'io di dare qualche versetto al loro giornale e terrò la promessa. 386 ENmCO BROL

    Ma disgraziatamente da qualche tempo il disgusto del presente e i progetti del ­ l'avvenire m'assorbono interamente, a tale che non trovo più verso di scrivere una riga. Vieni per amor del cielo e destami dal mio torpore. Addio. Tanti saluti della Luigia. Addio Trieste 29 ott.e 852 ." Il tuo Gazzoletti Chiarissimo Sig. Cav .e Andrea Maffei Rovereto Riva (Tirolo italiano) Sul francobollo: Triest/30/10 .... Rovereto I Nov.: Riva/2-11.

    Mio carissimo Maffei, Hl) Allorchè si arriva a un certo punto della vita bisognerebbe morire. Che giova i il Vivere quando le gioie dell'esistenza si vanno facendo ogni dì più rare e superfi­ ciali, e più spessi t più profondi e più irreparabili si fanno invece i dolori? La morte d'una persona cara, mentre siamo ancora giovani, riesce fuori di dubbio do­ lorosa, ma il tempo che ci sta innanzi colle sue vaghe promesse, co' suoi mille pre­ stigi rimargina ben presto le ferite del caore, il tempo, medico eccellente per la gioventù, inetto per l'età del tramonto. A otto o dieci lustri qual compenso trovare alla perdita d'un amico come quello dì cui mi annunzi la morte! Povero il mio Andrea ! quanto ti comp iangerei, se la mia compassione non fosse quasi interamente assorbita dal pensiero di cotesta eccellente famiglia, priva quasi all'improvviso, del capo, del marito, del padre, dell'uomo che u niva in sè tali qualit.à da farsi adorare in tutte le maniere e sotto tutti i nomi possibili! E ' corso un anno ben triste per noi .... e chissà quello che porteranno i tempi avvenire! Non ti dirò di fare le mie condoglianze colla desolata famiglia: dille che mi an­ nunziasti la comune sventura e basterà. Tu però non lasciarti prendere e dominare troppo dalla malinco nia. Appunto perchè è tuo dovere di amicizia e di gratitudine confortare in tanto disastro i su­ perstiti addolorati, è necessario altresì che tu imponga a te stesso quella calma e quella forza di spirito che un cuore ben fatto trova sempre nel sentimento degli alti e pietosi ministeri di cui s'incarica. Quando poi ti parrà che il lutto di cotest'aurea famiglia, sia, non d irò vinto, ma tranquillato, quando proverai il bisogno di respirare altra aria, di distrarti con nuove sensazioni e con nuove idee, quando infine vorrai muoverti da Riva, ricordati che qui pure ti stanno aperte le braccia d'un amico vero e una modesta cameretta che sarà ben lieta d'accoglierti. Nè ti faccia paura il mare, il mare, amico mio, con tutte le sue burrasche ha bevuto assai meno lacrime che la terra. Scrivimi presto, datti animo e addio. Trieste 2 Ap.le 854. Il tuo Gazzoletti

    (S. D. ma certo prima dell'8 giugno 1854 - che è La data della risposta del M.) Caro Maffei, Questa mattina venni invitato all'ufficio tli posta. Mi si mostrò il tuo volumetto colla domanda chi ne fosse il mittente? •L ontano da ogni sospetto, dissi il tuo horne, e allora seppi che l'ufficio postale di costà, avendo scoperto~le poche parole da te LETTERE DI GAZWLETTI A MAfi\FE! 387

    .!egnate colla matita nel sottofascia, ci aveva aperto processo per contravvenzione di finanza, imponendo a me per il ritiro del libro il :pagamento di k.ni quaranta, a te .per la spedizione la multa di franchi 3,20. Pagando anche questi, avrei potuto sopire l'investigazione; ma avendo mostrata la tua lettera r•icevuta ieridì, e fatto così ca~ nascere che nè da parte tua nè da parte mia ci poteva essere Ja più lontana inten­ zi one di defraudare l'Erario, questi signori impiegati mi consigliarono di rimettere a te fascia e lettera, e citandoti a presentarti con esse all'ufficio postale di Venezia, donde partì la condanna, g iu stificando almeno l'intenzione; con che non dubitano che la multa ti verrà rid otta de lla metà e forse ,più; riduzione che a quest'Ufficio requisito non era dato di fare. Prenditi in pace anche questa piccola seccatura e, a suo tempo, scrivimi l'esito della pendenza. Mi scrivi di venire a Venezia. Questi non sono i nostri patti; ma ad ogni modo io volerei, se per passare il mare non mi occorresse oltre ail permesso della Polizia anche quello della Corte d'Appellazione alla quale dovrò fra poco ricorrere per la mia vacanza estiva. Non so ancora, se qu est'anno tornerò a Recoaro, paese che m'è qua si venuto a nausea; però, se tu ci vai, è altra cosa e, in tale caso, fa rò in modo di trovarmivi anch'io. Non ho potuto che scorrere il tuo volumetto e mi riservo a parlartene con più comodo e maturità: mi sembrò tuttavia pieno di care e beUissime idee1 rivestite di quei colori che non si trovano che sulla tua tavolozza . ., Mi sorprese poi il canto di Mad.lla de Lutti, così netto, così sentito, così vero. ed arros_s ii della vicinanza. Fanne le mie congratulazioni alla gentile autrice e ri­ corda la mia divota servitù a tutta la famiglia. Ti trascrivo un sonnettuccio che ho quasi improv\,isato, assistendo a un'acca­ 17 demia di quel portentoso suonatore di mandol in o, i,l cieco Vailati di Parma ).

    Quella forza d'amore e c) d'intelletto, Che a' co nquisti dell'occhio altri dispensa, a) T14,tta ei raccolse e tien vivida, intensa Sull'arte, unico studio, unico affetto. b) Meno allentnto da terreo diletto il principio immortal che se nte e pensa P oggia ne' cieli c) ad un'altezza immensa. d) D'armonia, di criterio e di concetto. Così rantico e poi l'inglese e) Omero Cantaro n chiusi in tenebroso velo, Quei canti che fur luce al mo.odo intero, Nel dolore così, nella sventura, Gli spirti elett-i a rallegrare il cielo L 'alto consiglio di lassù matura. Il tuo Gazzoletti

    Amico carissimo, Mi fu ricapitata l'ultima tua lettera il dì 3 Giugno; e col 1° Luglio partivi per: Padova, Vicenza e Recoaro. Così sono costretto a -risponderti a quest'ultimo indi­ ri uo, lettera ferma in posta. 388 ~JUCO BROL

    Se in Recoaro 0 0 11 ti tratt-ieni che fino alla metà del Luglio corrente, è irnpo,~ ;i bile che ci vediamo colà, o per meglio dire, costà, se tu ci sei: g iacchè il miu distacco d·a Trieste nOn potrebbe essere in nessun conlu prima del ~20 dì questo mese. Abbandono quin~i il pensiero di Recoaro e delle acque di cui, grazie al cielo, quest'anno non sen to il bisogno, ed eccoti in breve i miei ·divisamenti. Partirò di qui intorno al venti, e verrò a Venezia, dove tu pure sarai e dove mi tratterrò una decina di giorni. P oi mi spingerò imo a Trento e possibilmente sino a Milano; poi di nuovo a passare l'ultima decina del mio mese di vacanza in Venezia. Così almeno una ventina di giorni li godrò iu tua compagnia, dappoichè co11to che tu 11011 lascerai le lagune1 prima che sia passata la stagione dei bagni. tvH rincresce di 11011 potere raggiungerti a Recoaro, ma Venezia m'indennizzerà 15). Ho riletto per la seconda e la terza volta i tuoi magnifici sonetti, i quali per Dio sono tale poesia di cui in Italia s'era perduto il conio. Non ,potrei dire quale più mi piacesse - e mi piacciono tutti. C'è in tutti una delicatezza d'affetto e di pensiero, una soavità di frase·e di ritrno1 che rapisce : e la nostra Italia e la nostra letteratura te ne devono saper grado, come di coroncina cl i preziosissime gemme ~i cui le presenti a confusione dei tanti orpelli e vetri colorati sotto i qual-i si soffoca l_a sfrenata libidine degli Empedocli moderni. Ne parlaremo a bell'agio; quando avrò la consolazione di raggiungerti. Intanto io pure ho sul telaio qualche coserella che ti di rò a voce. Vedrò poi con grande piacere i tuoi nuov i quadri che devono essere bellissimi. lo possego tre quadretti moderni, quello cl-i frutta dì ·Jacob, u n paese .con armenti dello svizzero Humbert e un interno dì cucina normanda del francese Hoguet, tre belle cosette che vorrei portar meco per cambiarle con altri lavori di pennello ita­ liano. Che te ne pare? Scrivimi, amami e ricevi i saluti della Luigia. Trieste 2 Luglio 854 Il . tuo Gazzoletti Chiarissimo Sig. Cav. Andrea Maffei Ferma in posta Recoaro Bollo post~le: Recoaro 4 Lug.

    Mio caro e buon Maffei, T rieste I S Gi·u.o 855. Dopo la lettera che mi scrivesti da Milano, rimandandomi l'autografo di Monti, non vidi assolutamente altro tuo fogJio. Quello che dici sp.edito da Genova avrà viag­ giato probabilmente per le Antille, giacche io non lo ricevetti. Ed anz-i mi meravi­ gliava e doleva che tu potessi lasciarmi tanto tempo digiuno di tue nuove e di tuoi caratteri. Ti credeva a Parigi, a Londra, a Pietroburgo. E invece sei tornato a Riva e non vi sei punto lieto, ed anzi vi sei sofferente. Quanto volentieri mi piglierei per me una parte de' tuoi incomodi! Non che me ne manchino de' miei propri, ma credo di avere per portarli spalle migliori delle tue. Del resto non ti dia pen­ siero i! sussurro degli orecchi: qualche volta ne soffro aq,ch'io, ed ho .poi cono­ sciuto delle persone che ne andarono affette per mesi e mesi senza conseguenze. Sono del parere di Ester.le, e lo tengo affare puramente nervoso ' 9). Anche a Trieste abbiamo avuto in un giorno tre o quattro casi di cholera. Aveva già fatto fagotto e mi disponeva a fuggire; .ma dopo quel giorno (che fu tra i pri­ ~issimi del corrente) non si mostrò altro caso, ad onta del calore eccessivo della stagione, ed abbiamo quindi fondamento di lusingarci che ~r questa volta ne usci~ LETTE'RE DI G~ZZOLETI'! A MAFFE! 389

    remo netti con un· po' di paura. · Soffro invece da un paio di mesi di un'altra secca­ tura, d'un'ostinata congiunt ivite ribelle aò ogni rimedio che, la sera specialme nte, m'importuna all'eccesso e non mi permette quasi di leggere. Lacrjmarum vallis t Ed io lagrìmo spesso di bruciore alle palpebre, senza contare il pianto che mi sgorga dal cu ore. In questo mezzo e tra questi dolori e timori ho fin ito un atto e presto due della mi a tragedia. Spero che non ti dispiacerà nè la co ndotta, nè l'invenzione, nè il verso. H o fatto tutto que.l meglio ch e mi fu possibile: per il rimanente mi racco­ mando a te. T engo g ià il permesso di vacanza per un mese ; ma dove di rigermi ? Dove tro­ Yarti? Fammi un progetto, io lo seconderò a qualunque costo. P resenta i miei ossequi all'ottima famiglia de Lutti e fa le mie co ngratulazioni col Vincenzino. Puoi credere ch'io non ho per il momento desiderio più vivo di quello di riab­ bracciarvi ed udire costà la bella musica del nostro amico ! Accetta anche i saluti della Luigia, e e sc rivi mi presto e molto, ed amami ancora più e se mpre Il tuo Gazzoletti

    Carissimo Maffei . Milano, 15 Dicembre 856 Due sole righe, giusta l'accordo, per dirti che qui mi fo vi•dimato il p1.ssaporto per continuare il cammino alla volta di P arigi, se nza indicazioni ·di via, o per meglio dire, rimessa alla mia scelta la strada per colà. Cosi, se null 'altro avviene, Giovedì m'incamminerò per la pii1 comoda, ossia ,per il P ie monte 20). E ne sono lieto oltremodo, perchè le nevi e i freddi. del Settentrione mi spa­ Yentavano. Il V incenzino sta benissimo e t'avrà già scritto di sè e delle nov ità di Milano. Ieri soffersi tutto il g iorno del mio solito male di testa; oggi sto bene e sono ,invi­ tato a pranzo in casa Contini. Venni già presentato in quell'ottima fa'miglia, ove conobbi anche il Verga, bravissimo ed eccellentissimo uomo. Questa mattina vidi il Carcano alla sfuggita : ci troveremo però dopo pranzo, e sarà con lui anche Cabianca il quale stampa qui i suoi drammi. Non è a dire quanto tutti ti salutino e ti desiderino. Con Sacco e mio cugino Negri, il poeta, ho riveduto Brera ed ebbi anche campo d'ammirare la bella statuetta dì Co rti 21), indi visitai la prima volta (per mi a ver­ gogna) la biblioteca Ambrosiana e gli annessi ·gebinetti d'arti e d'archeolog-ia. Do­ mani mi condurranno a vedere in fretta qualche studio di questi nobili e bravi ar­ tisti mila nesi. D epongo la penna, per andare in casa Contini, ove prima di pranzo il Vincen­ :t:ino mi farà godere qualche brano del suo spartito. Ricorda la mia servitù e la mia riconoscenza a Donna Chiara e alle Dam.lle e salutami cor,dialmente il D r. Filippo èd il Dr. Luigi, Addio, caro Maffei. Riceverai quanto prii::na mie nuove. Addio. Ama sempre Il tuo Gazzo1etti Chiarissimo Sig. Cav. Andrea Maffe i Riva Tirolo italiano Bollo postale: Riva 18/12 390 ENR[ICO BROL

    Ca rissimo Maffei, '!i Ricapitatami appena dal P0mba la penultima tua, t i riscontrai immediatamente con una lunga lettera che diressi al tuo nome costà - Ferma in posta. Se non la rice­ r vesti, fanne ri cerca e la troverai. Dopo le intelligenze da te ·prese immediatamente col Pomba, non ti ripeto il tenore d i quella, solo ti avver to che le 20 copie d'ambe­ due le opere ti sono accordate, che verrù scelto per lo Schiller il carattere più gran­ de e facilmente leggibile e che si aggradirà la dedica al re d i Baviera. Per quel,!o che riguarda il numero degli a nni

    S. D.; ma dop o il 9 ma-rzo e prima del 2 agos to 1857).

    Carissimo Maffei,

    Eccoti il Luigi, ma non la copia del Milton 22). Ci fu impossibile ottenerla; abbiamo però la sacra promessa che, a ll a più lunga Giovedì p rossimo, ti saranno recapitati in Milano due o più esemplari dell'opera intiera. Domani tornerò presso i Sigg. P omba, a ricordare foro l'assunto impegno - e, terminata l'edizione, mi darò tutta la premura, perchè le tue intenzioni siano a puntino compiute. Ieri passai la sera pres so il Correnti che mi parlò molto bene e, direi quasi, con entusiasmo (se la moderna diplomazia letteraria ammettesse l'entu­ siasmo) del tuo lavoro: questa sera visiterò il Romani, •domani il Tommaseo. Oggi un altro numero del Croni sta: ma nulla di Manci nè di me. Che si fosse pentito del favorevole giu dizio espresso

    Se hai tempo di scrivermi due righe da Mifano, fallo. E ricorda ·colà la mia 5cr_vitù in Casa Contini, la mi a amicizia al Verga e al Carcano - e al Maspero. Addio. Divertiti bene: divertiti anche per me e credimi sempre Tutto tuo Gazzoletti Torno da Romani. Tanti saluti da parte sua. Sofferse aspramente nel corso del la settimana ù'un'ostinata di"ssenteria. Adesso Sta meglio e può -dirsi guarito. E grazie nuovamente, grazie mille volte delle tue cortesie.

    Chiarissimo S ig. Cav. Andrea Maffei S. P. R. M.

    Carissimo Maffei,

    11li duole grandemente dell e tue soffereuze delle quali però spero vicino il ter­ mine, appena da questa hassa caldaia po trai so llevarti tra le balsamiche arie delle l'l ostre montagne. 11 pacco de' tuoi vestiti fu spedito nel giorno stesso in cu i venne impostata )'ultima mia e non capisco come non ti sia ancora stato ri capitato. I Pomba che visitai tre volte dopo la tua pa rtenza, m'assi·cura no d'averti spedito l'involto de' tuoi libri a :r.,Iilano, giù da parecchi giorni, e una copia del Milton un giorno avanti a quello in cui consegnai alla di li genza Motta i tuoi effetti di vestiario. Aggiunsero che tanto l'uno che l'altro involto vennero indirizzati alla direzione da te indicata. Pare ìmpossìbik che ancora non ti si ano g iunti! Che fos!:ero stati trattenuti per via dalla Censura? ler mattina, avendo riportato alla tipografia un fog-li o del Wallenstein, parlai col Sr. Cav. Pnmha sen jor, che ti saluta. Prima di Giovedì non saranno pronte le copie del tuo Milt"o n che presentemente si trovano in mano del legatore e Gi ovedi mi met• terò d'accordo con lui e col S ig. Zecchini, per eseguire le incombenze che ci lasciasti. Intanto, essendo oggi giorno di festa, passerò domattina nell o stabilimento e ancora entro domani ti farò mandare un esemplare del tuo lavoro. Peraltro non ti prenda impazienza nè meraviglia del ritardo. Le copie del mio Paolu, spedite col mezzo degli stessi Sigg. Pomba a Rovereto, impiegarono quaran• lacinque g iorni a percorrere le poche leghe che ·dividono le due città. Mi d-uole infi nitamente che il Trovatore abbia registrato il mio nome. Qui non seppi nulla prima che la tua lett~ra me ne avvertisse. Iniqua pirateria d'una stampa impudente! Avendo nel,\a mia lettera da me scritta al Maestro Leoni incaricato il maestro slesso di ringraziare a mio nome la Direzione del Filodrammatico, pensava inutile aggiungere altre lettere. Tuttavia, clacchè a te pare, domani scriverò e giustificherò la tardanza, accu­ sando assenza o malattia. Salutami gli amici, credi al mio vivissimo dispiac·ere di saperti tormentato dagli occhi , e contrariato dai ritardi nella spedizione delle cose tue, ed amami sempre. 'fanti e poi tanti salutì cli mia moglie.

    Torino, 2 A,gosto 857 tuo aff.mo Gazzoletti 392 ENRICO BROL

    Caro Andrea, Torino, 17 Genn. 858 H o ricevuto ie ridì i,! belli ssimo quadretto fiammingo, del quale mi volestì fare un grazioso presente e te ne ringrazi o quanto so e posso. Tra le care memorie tue che mi circondano da ogni parte, sarà la più fresca e la pi ù cara. Oggi mi viene ricapitata la tua lettera del 16 co rr. Voglio sperare che il reuma da cui se i te nuto a letto sarà cosa di poco momento, e chi non ne soffre i1 1 questa indiavolata stagione? Non so come costì si stia a freddo: qui i 13 e i 14 gradi sotto lo zero sono all'ordine del giorno. Io ho in casa il divertimento di un -continuo ter­ zetto di tosse: e mi si dice che i quattro quinti della popolazione torinese ci fac­ cia.no eco. Al diavolo i malanni e parliamo cli cose più allegre. Non voleva arrecare a te il disturbo di rivedere e correggere il mio libretto; ma giacchè te lo assumesti, abbi la cortesia di proseguire e ricev i insieme i più caldi ringrazianrenti . Non occorre cbe mi mandi nè l'originale nè le boz ze; fa tu; e, mandatemene una copia quando andrà in iscena lo spartito. S'intende che, per ogni buon riguardo, il mio nome deve es se re taciuto.z~) Non sono ancora riu scito a trova re il Gladiatore di Ravenna. Da quel poco però che ne potei raccog li ere, mi sembra che il soggetto, mettendo al confronto l'elemento germanico coll' itali ano, possa incontra re -delle a ntipatie, degli sgarbi e delle diffi ­ coltà. Pensaci bene, Perchè non Yo rremmo approfittare del suggerimento che mi desti in altra occasione di tradurre in melodramma la Sposa ,cii Messi na ? Mi pare argomento e intreccio opportunissimo: e l'essere stata la t·ua traduzione rled icata al nostro Vincenzo m'è di lieto augurio. Se nulla avete in contrario, potrei studiare e mandarvi in pochi giorni lo scheletro del 11elodramma. Non posso persuadermi che vi sia barba d'uomo che ar·disca istituire un para­ gone tra la traduzione ciel Bellotti e la tua. Ma, se ci fosse, dammene avviso e sta sicuro che saprò rispondere di trionfo. Non cerco di meglio che rompere una lancia colla gazzetta ufficiale. Quanto al mio povero Buonsenso il quale coll a metà del corrente doveva inco­ minciare regolarmente le quotidiane sue ciarle, incontrò nuovi intoppi negli ultimi avvenimenti politici di questo paese e guarderà il silenzio ancora ·per qualche giorno. E'. cosa difficile ottenere udienza al buon senso. Addio, caro Maffei. Salutami tanto tanto il V incenzo e tutti i soli ti. Aggradisci i salu ti di mia mogli e, ricordati della tua promessa, sta sano e credimi tutto tuo Gazzoletti P.S. In cambio del porto del quadretto, che fu te nuissima sp esa, pagherai il porto di questa lettera che non posso affrancare, non potendo per oggi uscire di casa.

    Chiarissimo Sig. Cav. Andrea Maffei

    P onte di S. Andrea C~sa Branca N. 21 Milanu Bollo postale: Posta lettere/distribuzione/Milano/18/1

    Carissimo Andrea, _Eccot! il terzo ed ultimo atto dell'Adelaide di Borgogna. L o Co nsegnerai con tanti saluti al Vincenzino e gli dirai che, se qualche scena, qualche strofa, qualche veno non gli va, scriva li beramente e non mi rispar·mi. Dirai pure a Filippo che LETTERE DI GAZZOLETTJ A MAFFEJ 393

    mi meraviglio delle sue peritanze e che, se in qualche conto posso essergli utile, caloolerò come una vera grazia ogni comando che mi venga di costà. Ora a noi. Ho qui preparata per te una piccola memoria che non posso mandare colla po­ sta: la riceverai colla p rima occasione d'amico e

  • Leggi piano. Io aveva offerto al Vincenzino il mio libPetto come pegno d'amicizia e di gra­ titudine per la molta bontà che mi dimostra cotesta ottima famiglia e senza alcuna imaginabile vista di interesse. Tuttavia, se egli crede di corrispondermi con una sua memoria, lascio fare a te. 3!}4 ENRICO BROL

    Chiarissimo Sig. Cav. Andrea Maffei Rovereto per Riva Tirolo italiano Snl francobollo: Trieste .... /Rovereto/6 Feb./Riva 7/2

    Carissimo Maffei ! Torino, 19 Feb: 858 Lo crederesti? E' una settimana che cerco questo benedetto articolo di Tomma~ seo che t'acchiudo, e che prima non conosceva. Lo rinvenni oggidì e, caldo caldo te lo mando. E' poca cosa per il merito del tuo libro, pochissima anzi; e ben fece 25 il Tommaseo a non parlarmene prima d'ora. Accettalo com'è ). Il Buon senso ha ripigliato coi primi di questo mese le sue ciarle quotidiane: ma è giornale che intende seguire una linea di mezzo e non appoggiarsi ad alcuna esorbitanza o passione politica. Così non farà fortuna e morrà presto. Desidero sorte migliore e vita lunghissima allo spartito del nostro Vicenzo, che andrà in scena quanto prima. Ho già scritto ad alcuni miei clienti di costì, per~ chè non manchino di assistere alla prima rappresentazione e di applaudire. Desidero vivamente di essere subito informato dell'esito e, se puoi mandarmi nn esemplare del libretto, mandamelo. Intanto salutami tanto il Vicenza e fagli coraggio. Ricordatevi della vostra promessa di venirmi a vedere. Ho preparato un soggetto per il nuovo Melodramma che nOn vi dispiacerà. Tanti doveri in casa Contini e a Carcano e a tutti gli amici. Mia moglie ti si rà.ccomanda. Addio. Il tuo Gazzoletti Chiarissimo Sig. Cav. Andrea Maffei Ponte S. Andrea Casa Branca 11° 26 Milano Bollo postale: Torino/20/Feb/58/5 S. Milano 21/2

    (5. D.; ma dopo il 12.2 e prima dell'8 ..r'58).

    Carissimo Maffei, In tutta fretta. Ho ricevuto la tua lettera. Di •rivedere te non mi sono mai lu­ singato, conoscendo la tua pigrizia nell'attuare i progetti di viaggio. Del rimanente la stagione non può essere più bella. Ti mando il secondo numero di un giornale ch'io redigo, ma che non avrà se­ guito, mancando dell'elemento più necessario, ossia del denaro. In questo numero ho voluto dire qualche cosa del tuo Paradiso perduto, nauseato come sono dell'assoluta indifferenza che qui regna in fatto di lettere e di poesia; e vedendo che anche i tuoi ammiratori più sinceri, anche i tuoi amici continuano a serbar sul tuo conto un si ­ lenzio vergognoso. Aggradisci il buon volere. Sono compiuti due volumi dello Schiller. Primo il Don Carlos e la Giovanna d~Arco; secondo la trilogia di \Vallenstein. Ed è stampata una metà del terzo. Oggì rimando le bctzze dell'ultimo atto del Tel1. Ho fatto spedire i due esemplari' a Nico­ lini e al Fru11ani. LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFFEI 396

    Godo che lo spartito del nostro Vincenzo vada finalmente in iscena. Peccato ch'io non possa assistere alla rappresentazione! Ma spero che l'opera farà il giro de ' teatri e che la udremo anche a Torino. Di più un'altra volta. In tanto buon anno a te e al Vincenzo e al Verga e in casa Contini e a tutti gli amici. Da parte anche di mia moglie. Amami e credimi Tutto tuo Gazzoletti Chiarissimo Sig. Cav. Andrea Maffei Albergo della Bella Venezia Milano

    Torino, 8 Marzo 858 Carissimo Maffei, leridì ho ritirato dalla Tipografia Pomba la copia per me dei tre volumi già compiti dello Schiller, e le altre due copie che m'affretterò a consegnare a Sandrini e a Franceschi. Io intanto te ne ringrazio. Fu altresì disposto, me presente, che altre ventidue copie dei tre volumi suddetti ti vengano inoltrate a Milano con tutta solle­ citudine. Avrai ricevuto per la posta un esemplare della mia Memoria sulla Zecca di Trento 2ti). E' deciso ch'io non possa avere mai una compiacenza senza l'accompagnamento di qualche dispiacere. Mi fu molto grata l'offerta venutami da Trento di stampare colà il mio opuscolo, abbenchè guadagno non me ne ridondasse di sorta, ma pazienza il guadagno, se almeno si fosse curata l'edizione. Dalle raschiature e correzioni fatte a penna nell'esemplare che ti spedii, ti sarai accorto che bel servizio mi rese quello stampatore. Ho rilevato a quest'ora più di trenta errori di stampa e più altri, sono certo ne rileverei, se avessi il coraggio di rileggere il mio libricciuolo. Come pur troppo aveva preveduto, dopo un mese di vita, il Buonsenso è morto; morto e sepolto, quando appunto cominciava a farsi conoscere ed a piacere .. Il proprietario del giornale che aveva promesso monti e mari ebbe presto vuota la borsa, e felice notte. Spero però ritornare in campo quanto prima con ben altre armi e con ben altro 27 fondamento! Non posso dirti di più! ). Non promettere, se non hai intenzione di mantenere. La visita dell'egregia famiglia Lutti, di cui mi lusinghi, sarebbe troppa fortuna alla quale non oso quasi aspirare: benchè non disconosca che anche Torino ha i suoi meriti e può solleticare la curiosità di chi non l'abbia ancora veduta. Sicchè, caccia via la tosse, e venite. Tu poi (in ogni caso) fa tli non mancare: gli amici t'aspettano ed io forse avrò bi­ sogno di te. Salutami tanto il Vicenza e digli che, se gli sta bene un soggetto gran­ dioso come il Nabucco, come il Mosè, io credo d'aver trovato il fatto suo. In u_n'altra lettera ( se piace il genere) ti dirò il soggetto ed aggiungerò anche qualche cenno sulla condotta ecc. Salutami anche il Carcano e ricorda la mia servitù in casa Contini, e a Maspero che ringrazierai del bel libro che mi regalò e del quale parlerò nel nuovo mio ·foglio. Addio.

    P .S. Tanti saluti di mia moglie. 396 ENIUCO BROL

    Chia rissimo Sig·. Cav. Andrea Maffei Albergo della Bella Venezi 11 1 Bollo postale: To rinof9/'.V[ar. 58/11 iVf. I.a distribuzione · Milano 'Milano 10/3 Postalettere

    T orino 25 Marzo 858 Carissimo, La notizia dell'esito infelice del Berengario mi colmò di dispia cere e per l'amort~ che porto al nostro Vinceuzo e per la stima che faccio del suo ingegno. Conviene credere assolu tamente che l'esecuzione sia stata pessima, daccbè mi sembra quasi impossibile che quei pezzi dello spartito ch'io intesi, non abbiano trovato accoglienza favorevole. Questa prima sventura però non deve scoraggia rlo ; le prime opere dei più grandi maestri passarono o sgradite o rise rvate ; l'eccellenza non si improvvisa; e il voto e l'applauso della Scala non si conquista al primo assal to. Tanto più mi duole questo di sgrazi ato successo, in quantochè mi priva della cara visita di quell'ottima famigl ia e mi ritarda il piacere di r iveder te, mio buon amico, in un tempo in cui se nto propriamente di avere bisogno de' tuoi co nsigli e de' tuoi con forti. Basta: sarà per la fin e di Apr ile; ma non mancare. Come gentilm.ente m'offri sti altre volte, mi userai grandissima cortesia, se vorrai parlare a Lemonnie r sul conto della ristampa delle mie poesie. Darei il Paolo, la Grotta, e parecchie de.lle vecchie liriche che ho corrette e, si può dire rifuse. Aggiungerei 1a traduzione in i sciolti della P oetica d i Orazio, di cui mi sto occupando nelle ore d'ozio e che in un -pai o di mes i spero di avere con dotta a termine. Un vo­ lu me, c_om e piacerà all'editore, o de' grandi o de' minori 28). Su tale a rgomento mi ~c riverai qualche cosa da Firenze. E intanto buon viaggio. Col p rimo Aprile uscirò in campo con un nuovo g iornale politico letterario - il Patriota; questa volta sotto buonissi mi auspici. H o anche qualche lavoro come avvo­ cato. Ma le rose non compensano le spine. Mia moglie e i soliti ti salutano caramente. Avrai ricevuto da Pomba le 22 copie de' tre primi volumi dello Schiller. Siamo adesso a metà del quarto . .Sandrini ti ringrazia. A Franceschi non ho ancora potuto consegnare il suo esemplare. Salutami tutti ecl ama sempre 11 tuo Gazzoletti

    Chiarissimo Si g. Cav. Andrea Maffei Alhergo della Bella Venezia Milano Bollo postale; Torino/25/M ar/58/1 J M.I Milano 26/3 Portalettere I.a Di"stribuzione

    Caro Maffei, Torino, 3 Nov. 185~ L 'Emilio mi scrive che una mia lettera non ti giungerebbe sgradita, pu rchè io non tenti con essa di giustificare l'errore che mi apponi e che mi valse la disgrazia in cui ti sono venuto 29). Se la cosa è così, gitta, senza leggerla, la mia l ettera, g iacchè, se mezz,.anno non basta a renderti la calma necessaria, perchè tu possa sopportare te mie giustili- LETTERE Ol GAZZOLETTI A MAFFEI 397

    Io intendeva anzi di fare onore a tutti due : a Mad.lla Fanny, dichiarando così l'opera tutta farina del suo sacco; a te rivendicandoti quella parte d'onore che ti spetta per la splendida riuscita de1la forma di cui le fosti maestro e stogliendo da te, che stimo ed amo sopra tutti, qualunque responsabilità per qu ello che mi pareva averci' di meno lodev ole ne ll 'invenzione. Ripeto che ho forse preso errore; ma cer­ tamente nell'anima mia non c'era rimorso, quando ti spedii alcune copie di quel­ l'articolo e non c'è adesso: e tu avresti dovuto farmi conoscere il mio fallo e sug­ gerirmi i mezzi per ri pararlo, non abbandonarmi come peccatore incorreggibile e togliermi il conforto grandissimo che ancora mi restava della tua amicizia. La quale, se tu credi di potermi rendere intera, limpida, schietta, come fu per lo innanzi, fallo, e te ne avrò riconoscenza gradissima; se no, dimmelo: meglio una franca dimenti canza che una relazione la qu ale dovrebbe essere di affetto e sarebbe di solita co nv enienza o compassione: una di quelle amicizie che rimangono agli uo­ mini ne' giorni men lieti, e che non potrebbe bastarmi. Attendo la tua risposta e ti prego di credere che in qualunque evento sarò sempre Il tuo Gazz:oletti Chiarissimo Cav. Andrea Maffei R iva di Trento

    Ca rissimo Maffei , Grazie, grazie e mille volte grazie della fa cile ed onorata via che mi apri a redimermi dalla mia disgrazia. Mandami, appena uscita, la Novella di Mad.lla Fanny: questo ti raccomando: il resto a me. Conoscendo il valore della già illustre autrice, posso garantire in anticipazione che non dirò nulla contro coscienza, nulla contro persuasione : ma dirò in verso e stamperò in un g iornale che cor.ra tutta Italia, non condannato come il povero Patriota a consumarsi entro i confini di questo piccolo regno. Insomma ti prometto che farò ammenda onorevole e sarai contento. D i questo non dir nulla a cotest'ottima fam iglia, ricordale _so ltanto, se ti viene il destro, e se lo credi opportuno, la mia servitù che durefà quanto la mia vita. H o indicato a mio fratello il modo di farmi tenere i due volumi de' tuoi versi che attendo con grande impazienza. Se lo vedi, soll ecitalo a spedire, nel caso che egli non avesse ancora spedito, che tuttavia mi pare impossibile. Ti ringrazio anche per il generoso articolo del Gelli sul mio Paolo: se gli scrivi, assicuralo della mia gratitudine, comunque io sappia di non meritare le lodi che egli mi prodiga. Mi fu poi carissimo leggere nell 'articolo stesso il tuo nome, quasi augurio di rinverdita affezione. Parlo della tua, chè la mia non per­ dette mai fiore nè foglia: nè mai perderà. Al quale proposito, credi tu che il mio

    lungo silenzio di lunghi mesi sia derivato da puntiglio O da raffreddamento di stima e di amicizia? Come male mi conoscesti, se tu potessi crederlo! Io non iscrissi per­ chè molte circostanze concorsero a fa rmi sospettare la verità: per-chè temeva di provocare la conferma de' miei sospetti: perchè lungo tempo mi lasciasti ignorare il luogo o i luoghi del tuo soggiorno estivo: perchè in fine, non conoscendo con si­ curezza i motivi della mia di sgrazia, non sapeva come venirti innanzi. Ma lasciamo questo, anzi scordiamolo e torniamo alle lettere. Hai letto il lungo e bello articolo del povero Ce resato sulla tua versione de1 Mihon, pu-bblicato nella Rivi; ta contem­ poranea, credo di Maz:zei? L'avrai già letto, se ~o cerca il volume, e leggi. LETTERE 01 GAZZOLETTI A MA ~' FE! :rn!t

    Dovrei dirti molte cose di me; ma mi avveggo che dovrò riservar.l e ad altra v-0lta. Ti accennerò solamente che dopo cinque eterni mesi di improba fa tica, ho fuso il mio Pat riota in un altro giornale, rinunciando non solo la direzione, ma lnsieme ogni ingerenza. T i dirò che in quei maledetti cinque mesi io ci perdetti la salute senza guada­ gnarmi un quattrino: non basta: procurandomi anzi delle brighe e dell e noie in fi ­ ni te. O rribile mesti ero quello del g iornali sta! Ora godo un po' di pace. Ho condotto .a termine la traduzione dell a Poetica con note e discorso prelim inare. Non so quando la stainperò; vorrei che prima la vedessi, ma sei tanto lontano ! H o anche quas1 verseggiata la prima parte de' Maccabei - il Matatia - in un atto. Di questo lavoro ti parlerò più a lungo nella prossima lettera. Ho fatto consegnare la tua al Cav. Pomba. Domani parlerò con lui e sono certo che egli non sospetta neppure sul tuo conto alcuna ombra di debolezza. Intanto addio. A un'a ltra volta. Tanti sal uti.della Luigia ed ama Il tuo Gazzoletti

    Scrivi mi qualche cosa sul conto del Betteloni. Qui non abbiamo avuto che l'annuncio secco secco de ll a sua morte. Io voleva consacrare qualche pagina alla mem oria di quell'infelicissimo, ma, visto il silenzio de' giornali d'oltre Ticino, temetti commette re un'indiscrezione.

    Ch iarissimo Sig. Cav. Andrea Maffei Riva T irolo italiano Boll o postale: Torino/6/Dic/58/Il M .... Riva .

    Carissimo Maffei, Grazie e mille volte grazie delle monete antiche che mi furono rimesse dalla posta con poca spesa. Sono alcuni pezzi da quattro gazzette e da una gazzetta, coniati probabilmente sotto il doge Grittì, più una monetucci a d'argento di Mantova - Virgilius Maro - ed altre di minor conto. Non sono cose rare, ma di btiona conservazione, e te ne protesto molta riconoscenza. Come m'avevi annunziato, è giunto qui da una settimana il nostro Somma il quale consegnò e lesse alla Ristori la sua Cassandra, riportandone i complimenti

    Attendo indefessamente alla politura de ll e m ie vecchie poesie che destino a forma r parte del volume di Le :r-.fonn ier. Buon Dio, quale fatica a trovar loro forme ragionevoli. i\Ii costerebbe meno il farne cli nu ove. Se questa \' Olta tieni la tua promessa, e ci visiti in aprile (tempo permettendo, già s'intende), sarà facile ch'io ti accompagni a Firenze. H o bisogno di mu overmi, ho bisogno di respirare altra aria e Yerrò con te. Attendo con impazienza la tua versione cli Moore e la novella di Mad.a Fanny: e non veggo l'ora di udire dalla tua bocc.a le bellissime romanze

    Chiarissimo S ig. Cav. Andrea ~[affei Riva T irolo ita liano Bollo postale: Torinn/28/F ebb 159 Ri•:a 1/~

    Carissimo -~'Jaffei, Vieni ; una cameretta ti attende; e, se vorrai anche dividere la mia tavola. sarà un doppio p iacere che mi fara i. Yieni; la Luigia anch'essa (che presenta col mio mezzo i suoi omaggi a cotesta egregia famiglia) ti cles i(lera e ti sollecita al pari di me. Vieni e fa p resto. I l dieci corrente verrà qui il Re, per assistere all e corse de' cavalli. Non potrebbe essere questa una buona occasione per quel certo tuo affare ? Non vi è dubbio che una nuova infornata della quale debbono far parte Broglio e Carcano ed altri u omini di lettere è vicina. F a dunque di spicciarti e imita le vergini prudenti del Vangelo. A nche ieri parlai di te con Ma'llri che ti vuol semp re assai bene, e mi disse d i salutarti caramente. Correnti è in villa da 30 11n mese ). 1 1 ·~i-~ A propos ito. Dacchè mi sobbarcai a quest'improba fatica di dirigere il gior­ nale in assenza del proprietario, conobbi da vicino il Governatore che mi tratta con molta bontà. Gli parlai di te e delle cose tue e sono certo di fargli u n vero regalo, presen­ tandoti a lui in alcune delle conversazioni che eg-li tiene regolarmente ogni venerdì . 1 li conte 1'lartini, prima di partire di qui, mi esternò la slta intenzione di col­ locare uno dei suoi figli nell 'Accademia militare di Torino, e mi pregò che m i infor­ ~as~ i e g li scri vessi le condizioni e g li estremi che si r ich iedono, perchè un g iovane v 1 s,a ammesso. Ora tu avrai la bontà di significargli che 1·0 scoglio maggiore è quello degli esami a cui gli aspiranti -devono sottomettersi, e per i quali (già imminenti) temo che il contino non sia convenientemente appa·recchiato. . Digli che il corso comincia coi primi di Novembre; che per il resto non ci sarebbe difficoltà, ma ch e, v olendo far. passa re il giovinetto a ncora quest'anno, sarebbe necessario che il padre s'af­ frettasse a tornar qui, all'uopo di presentarlo a Torino e chiedere una conveniente di lazi one per l'esame richiesto. E riveriscilo tanto a mio nome, lui e il Dr. f<'ecl e\i. LETTEHE D I GAZZOLETTI -\ }i.-\FFEI 401

    E ' poi inutile ch'io ti raccomandi

    Carissimo ?\.faffei, P er il fatto della t ua decorazi one non merito e non accetto nemmeno la taccia di avventatezza. Mettiti nel mio posto e dimmi se tu avresti agito diversamente. Sono chiamato espressamente da Fava che .mi dà questa nuova, raccolta dalla bocca ciel Sig. Gatti che tu sa i chi' sia e mi eccita a sc ri vertene subito. Io ti credo degno ben d'aJtro che d'una miserabile croce, so la stima che Gatti faceva di te e il suo desi derio di gratificarti: so ahresì l'onnipotenza che gli si attribuisce sulla persona del Ministro e clel ministero della pllbbl ica istruzione : poteva io dubita re? Dubitare d i cosa di cui erano persuasi tutti gli amici di Casa Cavalli e gli altri tuoi conoscenti ? F, non dubi tandone, poteva indug ia re a porta.rti la notizia d'una significazione d'onore che non doveva riuscirti dìscara, comunque no n brigata e non aspettata? Quando ti scrissi la seconda ,volta, versava nel mede­ simo errore; ed anzi vi e ra stato riconfermato .dalla visita del Franceschi e dalle ripetute assicu razioni ciel Fava che, interpellai nuovamente, quando mi fu ricapi­ tata la tua penultima lettera, e ciù non per dubbio che mi foss e nato, ma per poterti dire con verità quello che ti r cscrissi. Ciò stante, quale colpa in me nel mio proce­ dere al tuo r iguardo ? P oteva io, lo replico, agire diversamente? Tutta la mia colpa sta in ciò che innocentemente venni fatto stromento d'un messaggio che ti fu causa di dispiacere; ma tu sei giusto abbastanza, per non prendertela colla pietra ~he ti offese, sibbene in ogni caso colla mano che la vibrò. Senonchè anche il Fava me­ r ita compatimento : la tua proposta pende - e il Gatti, forse prematuramente gliela annunciò come decretata. In fin dei conti spero fra non molto riparare a quello che tu credi mio torto: il Fava almeno mi fa tenere come certa la tua nomina. Così s i potesse rimediare all 'omiSsione di quell i alquanti versi nel secondo canto del tuo Poema ! S ono corso subito in' ti pografia, ho fatto cercare del mano­ scritto, m a non si rinvennero che pochi brani del testo e degli ultimi canti. Il ri­ manente, dicono i compositori essere rì_ma sto alle tue mani che trattenevi lo scritto e rimandavi le bozze cor rette. Feci cercare anche delle bozze da noi -rivedute, ma inutilmente. Io non ho alcuna memoria di quei versi e non so imaginare come possano esserci sfuggiti. . . Parlai col Cav. Pomba. Egli ripugna ad aggiungerli in fin e come om1 ss1one; e mi disse che te ne scr iverà direttamente. Quanto a me io tengo che nissUno- al mondo che non abbia il testo innanzi ~gli occhi s1 accorgerebbe dello sbaglio ; ma come autore non so quell o che fare,, e attendo nel proposito tue istruzioni. . Gli altri errori saranno avvisati in un nuovo · Errata-corrige. Nella penultima tua lette,ra non mi parlavi d 'altro sbaglio tranne ,d j queJlo dovuto alla mulesca ostinazione del Barozzi - il respingea in luogo di i' respingea. Siamo presto alla fine della trilogi•a ·del Wallenstein che anche. come tradu­ zione è una stupenda cosa; nè mi nacque des iderio di cambiare una sillaba. 402 ENRICO BROL

    Finalme 11 te ierid ì, se debbo credere a notizia privata che me ne venne, il Se­ nato mi ammise all'esercizio dell 'avvocatura. La strada è aperta, il cielo mi dia I' buone gambe. i' Ho avuto ammalata la Luig ia una decina di g·iorni di insistenti •doglie uter ine I

    0 intestinali, e non è ancora affatto ristabilita. Io sto un poco meglio. Accetta i nostri più cordiali saluti e ricorda in casa Lutti la nostra servitù. I Addio. Addio. Torino, 28 Settembre 859. Il t uo Gazzoletti [' Hai inteso nulla dell 'espurgo fattosi dell a esposizione milanese? E che dici della statua di Vela, no n esclusa per la maggioranza d'un solo voto? Infam ie che non hanno nome!

    Chiarissimo Sig. Cav. Aodrea '.\l affei Riva Ti ro lo italianu Bollo postale: Torino/29fSet./59/2 SI . Riva/1/ 10

    11 Mi lano, 1 Lug.0 860 . Caro Maffei,

    3 1 Le chiavi fu rono spedite a Frullani, i libri con segnati a Prati e a Manci , ) e !a copia de stiflata a :Madama P omba le fu subito fatta ricapitare in campagna, ov'ella trovasi da oltre un mese. Ed eccoti, credo, la ri sposta e i ring raziamenti di Madama. Dopo la tua partenza sono· stato due vòlte a M il ano di volo: Domenica scors a. ed oggi. Domani riparto per Torino, ove desidero assistere all'ultimissime tornate della Camera. A' primi della settimana ventura, partirò per la Toscana. Sono stato tre volte: una volta Domenica passata e -due oggi allo studio di Zona senza avere mai la for tuna di trovarlo. Oggi lasciai al portinaio uno scritto, in cui lo pregava di passare da me; ma non lo vi di e so no già le nove pomeridiane. Mercoledì o Giovedì ri tornerò, per passare qui alcuni giorni. Sarò ben. di­ sgraziato se all ora non mi riuscirà di parlargli, e un'altra mia lettera ti -porterà l'esito delle trattative. Indicami come e dove potrò ricevere un esemplare delle tue ultime versioni. Scriverò un arti colo che conto dare a qualc he foglio di T oscana. Fa i mi ei doveri coll'egregia famig li a Lutti. Domani un mio commesso escu• terà i debitori di Vi ncenzino. Addio. Hai parlato con mio fratello? Tanti doveri di mia moglie. Il tuo Toni

    Illustre Cav.e Andrea Maffei ·Riva Tirolo Itali ano :Bollo postale: Milano/2/Lug.. Rivai4

    Carissimo Maffei, Lasc!o a te imaginare quant'io abbia goduto e goda della colossale fortuna. del ;nostro Vrncenzo, ~ortuna ch 'io già conosceva molti giorni p·rima che tu me ne ~cri:'essi. Tanto più che la sposa, a quanto generalmente si dice, oltreC:c hè ricca, ,e b~lla e buona e tale da fare, indipendentemente dalle sostanze , la felicità d'un manto. Se non m'i nganno, la vidi una volta a Recoaro. Allora era giovinetta, di LETTERE DI GA ZZOL ETTI A MA F,FEI 403 statura piuttosto alta, occhi e capegli neri ... dico bene? E il suo padre bell'uomo grande, ta rchiato - scommetterei che è quella ! s2). ' ' Ad ogni modo fa a V incenzo le -m ie più cal de congratulazioni : e, se accanto a questo g randissimo interesse può trova r posto uno in confronto piccolissimo, digli che da F ortis ho incassate per suo conto L ir. ìt. 300 e che il resto spero d'incas­ sare entro un mese, senza bisogno di causa. Ch'egli disponga intanto dei denari inca ssati. P er ciò che r iguarda il Sclera, nec nominetur. E' sem pre assente e disperato. I l tuo qua dro, a quanto ieri mi disse Zona, è presso al compi mento ; e, venendo qui, lo t rovera i pronto all 'uopo per ·cu i lo destinasti. All a tua ve nllta, ti da rò anche du e cop ie de ' miei ve rsi, una p~ r te, l'altra per Mad. F a nny all a quale, come a tutto il resto dell a fami glia Lutti, vorrai r icoi"-dare la mia serv itù. Avrei voluto spedirteli subito i -dUe esemplari, ma no n osai. Io sto sempre così così: a nuovi lav ori let terari non posso pensare per più ragioni • e di qll este scombiccherature politiche , che m1 rubano il mio tempo e il mio huun nmore, s,rno mortalmente a nnoiato. Verga mi di sse oggi che a rri,,erai qui entro la prima metà di ).1arzo. :'Jon occorre aggiungere che la m ia camera, se può ba S1art i, e la mia tavol a sono semp re a tna rl isposizione. / \ cceu a i sa luti cordiali di mia moglie eri ama \l ila no, 1° Marzo .86 1 I l tuo Gazzoletti

    Carissimo :\laffei . Eccnmi a To·rino. Avrai raccolto dall e lettere di Vincenzo le gioie e i disin• ganni che precedettero il mio distacco da lVlilano. Adesso sono qui e respiro. H o veduto mio fratell o che sta benissimo in ogn i maniera. P rati go nfio al S

    Rispondimi subito e per ora indirizza le tue lettae - a L eopoldo F iori - ferma in posta. Ho le mie buone ragioni per ,de s iderare che nun si conosca troppo la sc.ap­ ' pata ch'io fec i qui. Addio, ca-ro rvl affei. Saluta, se lo n~di, anche m io iratello e dag li I m1ove di me. Adelio. 11 tuo Toni

    ChiarissimL' Sig. Ca\·. Andrea '.\laffti Riva t Tirolo italian•.i Bollo posrale: TNino·2R/DicA~6 Ii 1!3 S Riv a r

    :\Iaclamigdla, ·, ~) Rianitomi appena clalla malattia che mi tenne due settimane a lettr) e altrettante in co1n-alesccnza, mi diedi con molrn amore a leggère e rileggere il suo bel vol ume, il GioYanni specialmente, che mi riuscì in gran part~ nuovu e che io pongo al di sopra di tutte le altre cose sue. C'è per entro la virtù, la verità, la vita - è qualche cosa di originale nel concetto e nella condotta. di puro e clas.;ico nella forma, che, soddisfacendo allo spirito, fa bene al cuore:. Appena le mie occupazioni, raddop piate ora in causa ciel tempo perduto, me lo concedano, ime 11 d0 pa rl arne in qualche gior~ nale o appendice letterario, accetti intamo le mie calde e sincere congratulazioni e continui così a pro\·vedere alla Sua gloria e a quella dell a patria. Di 1l affei non ho alcuna not izia. L o credi) a Firenu, ma posso ing-a nn armi. E mi duol e all'anima questo suo lung·o silenzio. Colgo quest'occasione µer augurare il buon anno e ricordare la m ia servitù alla sua Sig. )l·fadre e al Vincenzo col quale, o in vece sua, coll 'amico Fiorio, dovrei ultimare una pendenza che tengo per suo conto. A L ei, f'da d.l la, desidero il mantenimento, anzi l'accrescimento -d i quelle intime gioie che formarono sinora la del i.zi-a de ' snoi sogni, e con p rofonda stima ho l'o uore di scrivermi Suo Ubb. Dev. Servo Brescia, 2 Genn. 862 A. Gazzoletti Unisco anche gl i auguri e gli ossequi di mia mogli e.

    Carissimo ~'[affei , Ringrazio cordialmente il Canestrini e t e de' vostri amichevoli e buoni con­ sigli. Qualunque sia il posto che m i verrà destinato, io lo accetterò ; non ho però ancora perduto la speranza di un trattamento migliore di q uello che il Canestrini e il Correnti mi fecero prevedere. T i ringrazio anche della parte generosa che mi offri nella redazione delta Crestomazia femminile, ossia della scelta o raccolta, come credo, di un volume delle mi gliori poesie delle nostre mi gliori poe tesse. L'impresa non è facile, come può sembra re a prima vista; ci vorranno ricerche e studi e huon gusto nello scegliere: converrà delle poetesse citate, almeno delle morte, ,dare akuni cenni biografici: in somma ci sarà del lavoro e della perdita ·di tempo piuttosto grave. Procura in con­ seguenza di fare col Le Monnier i migliori patti possibili e poi scrivimi quale part e intenderesti addossarmi. l o mi tengo pronto a tutto. Scrivendomi, trascrivi il front ispizio del tuo Dizionarietto tedesco de' pittori. Vorrei commetterne un esemplare in Ge rmania. LETTERE DI GAZ ZOLETTI A ,MAF'FEJ 405

    Io sto benino : molto meglio che 11e' passati due anni. Prendo da due mesi le ,eque catulliane, che mi r iordinarono un po' le l unzion i digestive. Del resto qui nulla cl i nuovo. Le m ie donne se la passano anch'esse di scretamente bene e ti ricor­ da.no la loro servitù. Salutami carissimamente il F rullani e il Canestrini e il Le Monnier e il Dal­ t'Onga ro, se lo vedi, abbi cura della tua salute, amami come io t'amo e credimi per la. \·ita 1[ ila no, 30 Aplc 862. Tutto tuo Gazzoletti

    Car issimo Maffei, Non me rito i tuoi rimproveri. lo ri sposi all e tue lettere puntualmente, ringra­ ziando, dandot i qualche spiegazione dell'uffici o a cui venni destin ato e pregandoti di nuovo che mi volessi ind icare il titolo della stampa di quel tuo dizionarietto te­ desco de' pittori. Feci impostare con altre la lettera a te diretta e mi meraviglio e mi dispiace all 'anima che non t i sia stata recapitata. Ordunque ti r ipeto che il posto a me ass egnato è più che di procuratore regio - è di sostituto prqcuratore generale in Appello che equivale pri!ci samen_te a qu ello di Consig li e re d'Ap-pell o, collo stesso stipendio di 5, 6, e fin o a 7 mila franchi. Per ora natura lmente ne ho soli cinque mila. Sono stato fortunato, ma adesso la malin­ conia e i disagi del trasporto della famiglia a B rescia e il dubbio òi non valere tanto, d opo sei lunghi anni di abbandono degli studi legali, da soddisf~re alle aspettazio ni del Ministero che m i nominò, turbano, amareggiano la mia gioia - e lo studio cui dovetti darmi a tu tt'uomo non permette alla mia salute di rifiorire. Intanto, addio, .\ fusa, che sola mi ·rimase fedele quando, una

    ( S. D.; ma Brescia, poco prima. del 23. 3.'63).

    Amico carissimo, Non puoi credere quanto grate mi fossero la tua lettera e quella di . i\fad.lla Fanny. Ring razio lei, ringrazio t e e raccomando ad ambedue la mia memona anche per l'avvenire. Io non ricevetti altra tua lettera dopo qu ella· di Firenze in cui mi cons i~liavi di accettare quel posto qualunque che fo sse per esserffii assegnato nell a magis~ra~ tura. A que l1 a lettera io rispondeva annunziandoti a Fi-renze il posto assegnatomi di SOSTITUTO PROCURATORE Generale presso l'appello di qui. . Ciò _i n Maggio o in giugno, salvo il v~ ro. Da quell'epoca in poi non. mi furon~ 11 ricapitati a lt ri tuoi scritti e 11011 ho nemmeno mai potuto sapere con sicur ezza -I Oli ENRl'CO DROL

    luogo di tua dimora, per venirti a trovare con un saluto. La tua amici.::ia m'è troppo prez iosa, perch'io trascuri meno sia di ali mentarla o sia di provartela . Tranne la bu rrasca d i quella 110 11 grave malattia che mi toccò portare in Nov. e pa rte del Dicembre dello scorso anno, il sogginrno di Brescia 11011 mi riesce punto, discaro. Sono occupato mol to, ma ciò 11011 toglie che ritorni qualche nra a' miei studi prediletti al che mi conforta a nche l'amicizia cl'nn giov ine poeta, il Sig. LQmbardo, professore in questo li ceo, che veggo spesso e

    Cam Anùrea, Brescia, 23 M arzo 863 So che sei a :\1ilano ~ ve ngo a .-;aiuta rti con du~ rig he e con te il nostro Lutti e l'ottima famiglia Co nti ni compreso il Vcrg·a, che b~ n s'intende. Che vuoi ? 11 sa­ perti costà m'ha messo il prurito nelle. ga.rnbc, e poichè no n osu sperare cli vederti a Bre scia, per le feste di Pasqua, se prima non parti, prnhabilmente Ye rrò io a: lvli­ lano. H o anche qualche affarucc io costà per cui non sarà inutile la mia ·presenta. Si i che hai tradotto una tragedia d i n n fra tclio di \laytr heer, - ldichele credo - clic io non co nosco.

    116 Quando e tlo,· e la stamperai? ) . lo ho condotto bene avanti il mio poemett(I, o vuoi dirlo leg~cnda, e, se \'e ngo costà dovrai inghiottirne qu alche brano. A proposito. Ringrazia tanto il hravo Contini <.le i regalo che mi fece delle sue traduzioni cli Boileau, c; h'io sto leggendo con vero piacere. Fagli le mie congratu­ lazioni" e aggiu ngi che, fin ita la lettura, o gliene scriverò, o \"er rò a rinnova rgli a voce i mi ei ringraziamenti 37 ) . H o letto in (] Ue sto Ateneo, di cui sono (pe r ora) soc io proposto, la versi(lne di alcune odi d'Orazio, da me fatta in Milano a con forto di noia e mali nconia: e, se potessi lusingarmi

    Carissim0 ).ilaffei, L'uomo propone e il Capo ùell 'Uffici o di spone . Dopo avermi accordato un hreve ~ennesso d'assenza per le feste pasquali, iersera il mio caposquadra prese a {a rmi istanza p.erchè rinu 11c iassi alla licenza ottenuta, a favore di un al tro sostituto mio cn ll eg-a ch e rleve vi sitare il parlre gravemente infermo. LETTE RE DI GAZZO LETTI A MAFFET 40i

    Che rispondere? Un p o' di broncio e poi mi conveniie fare buon viso a mal gioco. E così l'uomo, in a ddi etro, il più libero, il più indi pendente del mondo, non può oggi disporre nemmeno delle sue feste di Pasqua. Pazienza e tiriamo innanzi. Se non ti pot rò vedere adesso, ti vedrò al tuo r itorno da Firenze e allora rac­ coglierò il tuo g iudizio sull 'intiera op eretta di cui mi stò occupando e che ho già condotta Jl)Olto in nanzi. Basta che tu mi avverta in tempo dell 'epoca in cui avverrà il tuo ritorno fra noi. Fammi il fa vore di informart i a Fi renze e sc-.rive rmi qualche cosa sul cont o di quel posticciw ilo di D irettore di 1-i useo a cu i aspirava e forse aspiro ancora. Questo si a detto fra noi. Se stampi qualche cosa tua, non dimenticare di mandarmene copi a. Rico rdami in ca sa Contini' e al Lutti - e a tutti gli altri comuni amici coi quali ti avv errà di trovart i. E st a bene e diYer titi anche per mc ed ama sempre Brescia, 3 Apr ile 863. li tuo Gaz zolettì Mia mog-lil' aggiunge i suoi cordiali saluti per te e per tutti.

    Brescia, 4 Giugno 863 !vl io Andrea, Ti ri ngrazio della tua buona e cara lettera e poi r ingrazio te, il F rullani e il Canestrini per l'amore che m i dimostrate e per le cure che vi prendete in favore dell e mie aspirazi oni. Il posto che occupo qui è senza dubbio onorevole e anche bene retribuito: i m iei superior i, i miei colleghi adoperano meco. con tutti i riguar­ di; ma, che vuoi? io sono sempre stato uccello di bosco, libero come l'aria e, quando s'ha mez zo secolo' sulla gobba, è difficide mutare a un tratto temperame nto e abitudi ni. F ra sedute e processi, h o quasi condotto a termine quel lavoro di cu i ti scriss i altra volta . Senonchè, a rigua rdo di esso, sia stanchezza di mente o sfavore di sta­ gione, si verifi cò appu nto il contra r io di quel proverbio che dice - Motus in fine ve locior - e da qualche tempo vado innanzi a passo di lumaca. Però alla tua venuta qui'· lo av rò te rminato e lo sottoporrò al tu o giudizio. Al qual propus ito, hada hene che qu esta volta dovrai tenermi la promessa e ti aspet­ tiamo ansiosamente. Fatti su bito condurre a casa mia - Via di porta nuova N° 489. Casa del conte Gio. Martinengo Villagona accanto all 'osteria degli occhiali.. - Verrai, non è vero ? H o passato qui una bell issima g iornata col V incenzino il quale testè mi spedì a Bresc ia la L aura, p erchè servissi di par an info all e sue nozze con u n magni fi co stallo ne ing lese. Non ridere, li bidi noso! Sai bene cbe i poeti e gli epitalami si arrestano alle soglie del talamo. H o avuto notizi e coi~ fuse d'un tuo nuovo lavoro, la traduzioi1e d'una tragedia tedesca di cui non ricordo l'autore. Se 11011 posso averlo prima, lo porterai, spero, con te. Sicchè buon v iagg io e feli ce cura, e, quello che più monta, a ri ve derci ben tosto. Salutami caramente g li amici. La Luig ia, un po' grigia, ma col cu ore semp re giovine ( !) ti si raccomanda. I l tuo Ton; Addio. Vieni prestn ed ama sempre 4. 08 ENR ICO BROL

    Carissimo ).Iaffèì, Hrcscia , 20 D icembre 863 H o letto e in parte a nche riletto lo Struensee, che è veramente una bella tra­ g~dia e tradotta da te stupendamente. Ora è in mano dell'Al eardi che ti saluta e ti stima qu anto meriti, che vuol dire moltiss imo. Scrissi a Canestrini, mandandogli una copia del m io Umberto, ma anche il Canestrini, come gli altri mie i amici giornalisti e non g iornalist i, fa il muto e lo sdegnoso e non mi risponde Yerbo. I\-i ssuna

    Carissimo Andrea, Brescia, 2 2 F ebbraio 864 li Febbraio volge a l suo termine e nissuna nuova da parte tua. l o mi son fa tto una delizia del pensiero d'averti qui un paio di g iorni e certamente maggior regalo non potresti farmi. 1fa, coll'insistere, temo di riuscirti importuno: 11 0 11 so se mi sarà dato compensarti del disturbo che tale deviazione dalla via pe r Milano deve neces­ sariamente cagionarti: ed . è d'altra parte il tacere potrebbe sembrare noncuranza, od almeno essere in terpretato come pochezza di desiderio. E così scrivo, per dirti che attendo nel proposito ie tue deliberazioni le qu ali in ogni evento saranno da me aggradite e rispettate. T i valga però che ho bisogno di vederti: ho bi sogno di espandermi teco, per racèogli ere dalle tue labbra alcun confo rto che mi faccia rin· crescere queste t risti e umilianti condizioni a cui sono scadute le nostre lettere. Ho a raccontartene cli belle, anzi di brutte che non posso ora confidare all a ca rta. Del resto avrei torto ,d i lagnarmi del mio stato attuale, vuoi ne' rigttardi della salute, o vuoi in quelli dell'impiego e del -paese in cui vivo ; C debbo a ozi ringraziare la provvidenza che m'abbia -dalle burrasche di una vita agitata, incerta, dolorosa condotto in questo porto, che è almeno porto di pace, se non è di fel icità, Atten do du nque tue lettere che mi portino anche notizie dell'egregia fam iglia Lutti a cui ti prego ri nnovare le proteste della m ia servitù . Dimmi alcun che degli studi di Macl.ella F rancesca, e ringraziami il F iorio delle gentili cose che mi annunziò nell 'ultima sua lettera . Accetta i salu ti più cor· diali di mi a mogli e, ed ama sempre I l tuo Gazzoletti LETTER E DI GAZZOLETTI A MAFFE! 409

    P.S. L'Aleardi parte per Fi renze, ove è stato nom inato pro fessore

  • Carissimo Maffei, T 'indirizzo questa lettera a )-l ilanu, s11ppone ll(\o ch e hl non sia Partito prima dell a celebrazion e del Carosell o. E ti soll eci to a mandarm i quelle a lcune no tiz ie sul conto

  • Carissimo tdaffei, Conosci g ià la d isgrazia che minaccia la mia pov era famiglia. Nel mio dolore ho avuto questa mattina il conforto di stringere la mano .al buon Verg·a, cui Dio conceda di poterl a scongiura re, com'io ce rtamente gli av rò eterna riconoscenza per questa splendida prova di caritatevole amicizia. Vorrei essere ricco, per poterlo compensare degnamente; ma sono certo che egli non si presta per int eresse e che agg ra-dirà il buon cuore. Anzi, a questo proposito, tu mi fa resti uno squ isito regalò, se, colla maggiore possibile sollecitudine e in via affatto amich evole e confi denziale, mi volessi indi­ care la ci fra e il modo della retrib~1z ione che rispondesse insieme all a pochezza de ll e mie fo rze, all'immensità del Leneti cio e a quell a cortesia con cui si vuol trat­ tare da amico a amico. A te, modello cli ogni gentilezza, mi rimetto int ieramente. Conos ciute le tue risoluzioni, ti fa rò versare l'occorrente -dall 'amico Jacob (a cu i ne scr iv erò ancora domani) e quindi pregherò te di fa re col Verga le mie parti. At- tendo dunque nel proposito le tue istruzioni. .. Vengo ril eggendo nella P erseveranz a, con piacere sempre crescente, ,l· 1~appun­ tabil('. , deliziosa tua versione del poema ,di Goethe t'assicuro che. que.st ult.,m? la­ voro così semplice, così elegante, cosi perfetto va · annoverato tra 1 tuoi capt d ope- ra, e· ~ per entro un g usto, una verità che affascina. . Se la Perseveranza ne trae copia a parte, ma nda.ma ne una a mie spese. 410 E NR ICO BROL

    Addio, caro Aml rea ; voglia lddio che una ·nuoya sventura 11011 giunga a farmi perdere quèt po' di g-uad.ag1rn in salute, in t ranquill it ;ì. d'a-nimo di cui cominciava a godere. Addio. Ama sempre Brescia, 21 Aple ~64 . 11 tun Gazzolctti

    Cari ss imo \[affe i, Brescia, 23 Aple 864 Avrai avuto dall'ottimo Verga le buone 1mo,·e s ullo stato d i mio fratello: e dico buon@-, perchè la sua malattia, qua ntuuque grave, non sembra pericolosa. Ad ogni modo, per provare a te e a lui che il mi o non fu u n a llarme esagerato, e che non mi sono indotto per poco acl incomodare un personaggio di quella impor­ tanza che è il nostro amico, eccoti la lettera dell 'Emilio che gli leggerai e avrai quindi la bo ntà di ri tornarmi . .-\pprotìtto poi con molta gratitudine

    Carissimo \Taffei , \ l i giunse ieri coll a tua cara kttera una t.:n pia tle\J'.-\rm inio e Dorotea, ristampa del Be rnardoni. Ho riletto subito per la t erza volta questo n10 meravig\iqso lavoro e dico meraYìglioso, perchè io no n credeva possihile che la poesia ital ìc111a e spe­ cialmente il verso sciolto val es se a rendere cnn tanta elega nza ritratta al ,·e ro la semplicità eli anzi la ingenuità del poema tedesco. Te ne faccio di nuovo le mie. co ngratulazioni, e, fin chè nel nostro paese escon o in lt1 cc cl i ta li opere, mi co ngra• tulo anche coll'Jtalia e dimentico gli Armandi del P rati e le a ltre solenni offese che troppo spesso vi fa nn o pi ,rn ge re, no n dirò il hu on gustn, ma il hu nn senso e il senso comune. Ho scritto anch'io rlu c poe metti in Ye rso sci()lto : un o di colo re lette rario~ poli tico - 1 tempi e la poesia -, per il centena r io di Dante; l'altro - Sui Ronchi -. una rapida rassegna degli ultim i conquisti dell'uomo su quello che il Vico disse 0 mondo della natura. Sono sufficientemente contento de} primo, del seconrl o no ~ ). Quanto ti fermi in '.\lìlano ? Fammel o sapere. E ' prohahile che venga a passarvi con te un paio di giorni.

    I n tale occasione parleremo a lu ngo -di te e cli 111 e e di qu esti ultimi av ven i­ menti che ribadirono ed anzi raddoppiarono in me il desiderio d i Firenze. Ricordami in casa Contini e rlì al Sig. Natale che, non avendo potuto in addie· tro, per i molti dolori e t ravagli sofferti, leggere con attenzione la sua bella versione cli Corneille, me ne occupo adesso con vera com piacenza e me ne rall egro e J?: lie ne farò in iscritto e a voce i m iei ringraziamenti H). Acc ttta i saluti di mia mog li e e credi mi per la vita Brescia, r j \:ovemhre 864 Tutto tuo Gazzoletri LETT EHE Dl c;AZZOLET'fl A MAF\FE! 411

    Brescia, 20 Gennaio 865 Carissimo Andrea, Notizie della mia salute avrai anche _dal nostro Vincenzo il quale mi fece qui una . quanto inaspettata, alt rettauto graziosa e cara visita. Vado lentamente miglio­

    rando tutti i giorni, ma la s tagione e cattiva e l'affez ione de' bronchi no11 è ancora intieramente risolta e smaltita. 'E' la prima volta in mia vita ch'io soffro di tali ma lannj e per la p r ima volta ne ho avuto la mia buona parte. T i ring razio, caro Andrea, delle savie osservazioni che facesti a' miei versi, dell a maggior parte delle quali ho anche approfit tato. Ed ecco come: .... Che già fe r suo nome Leva al patrio riscatto e il faran tosto Corona e frod o. Non ti piace il leva ed iù l'ho levato e corretto co sì: . ... Che g ià fer suo nome Delle patrie battaglie impresa e grido E 'I faran tosto a\! 'italo riscatto Testo e suggello .

    Ti va meglio così? Più sotto: Quando il greco immortal che a luci spente Me' vide e pinse ch'alc-un altro mai., li me' per meglio fu adoperato pill volte anche dal Petrarca. Ad ogni modo io rispetto troppo il tuo gusto, per ostinarmi a mantenerlo, tanto più che nello stesso verso s'incontra anche quel brutto e p rosaico alcun altro, che ho sempre desiderato di togliere. E mutai così:

    Quando il cieco immortal che i prischi eventi Pinse e 'I non visto veder fece altrui . Ad Omero poi, per accompag nare il canto o la declamazione, detti la cetra che alla pari della cithara latina, è voce che comprende tutti gli stromenti da corda: Nè potevo, mi pare, dargli la tromba, la q-ua le, se si usa significare -la poesia epica. in astratto, avrebbe figurato male tra le mani del poeta in azione. Per legare, secondo il g ius to tuo desiderio, la poesia antica con Dante,

    Che ti pare? - . o e a' suoi sue~ Per intendere la fede abusata a tirannia, pensa a Gregorio VII ,cessori e in genere al dominio temporale dei papi e all'aiuto da loro prestato, . a stabilire e raffermare-i governi dispotici . Ho

    Ho chiamato la poesia pri migenia suora, a nzi madre dell 'a rti. E mi credeva autorizzato a dirla madre in grazia della sua immensa comprensività che inchiude e abbraccia in germe tutte le alt re arti e per essersi la •poesia svolta e formata di gran lu nga prima delle altre sorell e. Per ultimo . Progredire E' avvicinar. Mi son provato in mille modi a vestire questo concetto, che pure è verissimo e anche bello, di fo rme meno aspre, nè m 'è riusci to. Se tu puoi ve nirmi in aiuto, te ne sarò riconoscentissimo. Ecco i ve rsi in ti eri: Alle odierne lor fedi. Progredire E' avvicinar. Per l'anime gentili La vicinanza è amor.

    H o pensato - Ogni progresso E' accostamento - ma mi pa re molto più brutto.

    Scrivimi, dammi notizie de' presenti tuoi studi e lavori - e soprattuth1 cura I«. tua propria salute. Ama sempre 11 tu o Gazzoktti

    Carissimo !\laff ei, Brescia, 8 Genn. 866 P ur troppo a nche quest'a nno ho dovuto pagare il mio tributo alla stagione in­ vernale e mi rimane ancora a smaltire una seccagginosa e ostinata affez1011e catar­ rale. Sai che a Firenze io a\'eva chiesto al Ministero d'essere t rasmutato dalla Procura generale nella ìv[agistratura giudicante, come ufficio più tranquillo e meno faticoso, e da Brescia in nn clima più mite. Gli amici di colà m'avevano promesso di adoperarsi, perchè mi fosse destinata a nuova sede la stessa Firenze, e credo ch e l'abbiano fatto: ma il successo non corri spose interamente alle nostre spera nze. Ier l'altro ricevetti lettera da Mauri che mi annunzia la mia nomina a consigliere d'ap­ pello in Lucca. Manco male. Sarò vicino a ll a capitale e, ne' riguardi igienici ed economici, ci starò forse meglio che altrove. E poi è probabilissimo che l'appello di Luce-a venga t ra poco soppresso e incorporato in quello di Firenze. D el resto Lucca è città ch'io non con osco affatto e do vrò recarmivi al più tardo verso la fine di Febbraio. No n veggo l'ora di leggere il tuo Fausto e il poema dì Mad.a Fanny, l'uno e l'altro, a quanto mi scrive il Fiorio prossimi al loro term ine •2). Quanto a me, io ho dovuto e debbo per ora mettere e lasciare da parte tragedia e letteratura ed occuparmi dello studio de 'nu0v i codici attuati col primo del pre­ sente anno. E' uno studio lungo e penoso, ma al quale è forza rassegnarsi. Ringrazia il Fiorio della cortese sua lettera e cle ll e notizie che essa mi portò e avvisalo che i franchi furono immediatamente fatti tenere col mezzo de ll'Arpini aUa nota persona. E se in altro valgo, mi coma·ndi. E lo spartito di V incenzo quando uscirà in luce? Tanti doveri e auguri miei e di mia moglie a D onna Clara, a te, a tutti. Ricordati di me, fammi avere nuove de' fatti tuoi ed ama se_mpre I l tuo Toni LETTERE 1H GAZZOLETTI A MAFFlll

    N O T E

    Trovo inutile ripetere le note alle li:ttere de l Carteggio Gazzoletti-Maffei, già pubblicate negli Atti òell'Accackmia deg!i Agiati. Alle quali, lettere e note, naturalmente, mj richiamo.

    1 ) Per curiol;ità, non solo, ma anche perchè siano conservati, specie quelli appartenenti a raccolte private, gioverà r iportare parecchi componimenti inediti, anche se di poco valore arti• stico. Fra i primi i versi dd Gazzoletti, scritti ll'le ll'albo delÌa ~faffei, in occasione del primo sog.g iorno d i lui a Mi lano. Li tolgo da un grosso vol ume rilegato in mezza tela (M.S. 27 12 della Comunale di Trento) che porta sul frontispizio queste parole: «Zibaldone / robaccia quasi (ag giunto dopo) tutta!! Senz'ordinc e sem:a. scelta. Parce!! A. Ga:o:oletti », :N dl'Al bo / di Chiarina ò!;!' :!lhfft:i Te delle dotte vergin i La musica che al ba11ito O de lle grazie amica S'inspira del tuo petto (Fredde superbe imagini) Crei le ridenti e magiche La poesia non dica, Note d'un primo affetto, Benchè sia vero e fulgido O iffiiti il voi degli angeli Scintilla il tuo pensie r, Raminghi al par di te, E tanti vezzi .infiorano O quel si mesto e fie vole : Quel volto tusinghier. •Non 1i scordar di me !>

    Trovi le caste imagini Ritragga le tue gracili Nella natura bella, Forme e i l leggiadro viso O t ra te Urri (sic) ti collochi Chi della Madre Amabile Dall_'occhio di gazzella, Finge il divin sorriso, O com'eterea silfide Ma. 1110n aggiunga il bambolo, Sul profumato aibOr Sin che in piU caro ve! Ti cerchi a' rai dell'iride Quel t uù perduto pargolo O al ca l.K'.e dei fio r. Non ti ritorna il ciel! 1837

    ') Allude certamente alla traduzione degli Idill i del Gessner, opera giovanile del Maffei, la quale, dal 181 2 in poi, ebbe molte e fortunate edizioni. La Braidense di Milano possiede le seguent.ì: Sa~omont.! Gessner, idilli. T raduz. del Cav. A. M. ~ Ediz. Venezia, P icotti, -!BaJ; Idem, Verona, Si:>c. Tipogr., 182 1; Idem, Vrnezia, Orlandelli, ,1823; Salomone Gcsstter, La felicità coniugale. Idillio imitato dal Cav. A. M., Milano, ,Poglian i, 18l6; S. G., Idilli. Imitazione del Cav. A . M., Milano, F ontana, 1832.

    3) Allude a cl.a Pace» per l'incoronazione di Ferdinando I.

    •) -La leggenda di soggetto greco è «Il Galatti•, Trieste, Marenigh, MDCCCXL; dedi cato ecc. E:\!{ICO Jl l101.

    '> Nel 1840 il G. pubblicO, a Trieste, pt:r noue, •Adelel ballata. St:guono cPiccarda Do­ nati,, Trieste, \Veiss, 1841 ; ,.Memol'ie e fantasie• , Trieste, Weiss, 1842; ,,Falco •Lovaria•, Trieste, Papsch e C., 1845. Nel volume delle cPoe.sie•, Firenze, Le Monnier, 1861, da pa.g. 56 a ·pag. ffi, sotto il titolo comune ,Raccontii (1840-1&46), sono ripl1bbli cati: 1 Paolo dal liuto•, ~Conte Nello,, c,Fa!co Lovaria~, , Piccarda Donati •, ~La visione d'Albt:rto~, ~Giulitta o la bisaccia del croato, 1:1&49). ::-;l;'.ssuna traccia, ndle carte Gazzoletti. della Comunale di Trento, d i questo lavoro, fDr'Sl: semplicemente ideato e non mai compiuto.

    1 ) La seguente lettera del ,G. a Scipione Sighele serve ad illustrare i passi fatti da.I poeta a Vitnna per la promozione ad avvocato. La letkra fa parte della collezione di autografi d1d la coltissima moglie di -Pa ride Zaiotti, Caterina Sc:oz . Vadano le dovute grazie alla Signorina Antoni~tta \'ida Covi di Tricsh: che generosa­ mente mise a mia dis1>osiz ione le interessanti carte d~lla bisnonna.

    ~·l io pregiatissimo Amico, Si barba cadi! lotus homo perii . Venni almeno coll a barba, ritornerò senza. barba e senza firma, locchè è quanto dire uno zero ambulante. Voi l'avete voluto, e lascio" sulla vostra co­ scienza il cruento sagr~fizio. Ma per farvi dispetto, non me la rado più, e mi rivedrete almanco col muso sporco, col muso da vagabondo o da Gii.1deo che pianga un morto di sua famiglia. Non avrete no la consolazione di eser,citare la vostra malignità sul mio mostaccio liscio e tondo, quale lo presenta i a .quegl i ottimi consiglieri aulici e a quella buona città di Vienna, la. quale per poco non m i ha spedito u n decreto di cittadinanza, che mi avrebbe fatto un onore immortale. Non lo avrete questo contento, quand'a.nche dovessi tingermi il ,,iso con sugheco o con carbone, come il Sigr. Presidente pretende che io facessi in altra epoca. Lasciando a parte gli scherzi, la prima metà del mio viaggio non fu pulltO felice . .A Adelsberg corsi il rischio di r ompermi il collo, grazie alla frenesia d'un caval!o imbjzzarrito. Strada face ndo, ebbi a conforto il silenzio di tre austeri inglesi., la tosse d'un tedesco tisico ed i sali d'un boemo spiritoso. Quindi, giunto appena qui, incontro il Dr. Fontana, che mi an­

    nunzia le nomine st-p:uite 1· ride del soccorso di -Pisa ch''lo veniva a portare a' miei interessi. Voi già sapete fino a che segno si estendessero le mie speranze e le mie rretese; mi sono facil­ mente rassegnato e m i d iedi a p rovvedere per l'avvenire. \'i dirò a \'Oce minutamente le conversazioni che ebbi con ,questi Sìgg.ri Consiglieri Au• lici: vi basti per ora che l'esito fu lusinghiero e soddisfacente e che io rimarrò a Trieste, dove avrete la mortificazione di veder rinasce.re e ,crescere la mia barba, senza paura dt:' vostri anatemi politici e giudiziari. Const:gnai subito le vostre l!!ttere. Angt!ini m'invitò a pranzo. Resti Fcrrari, che vidi un& sol volta alla sfuggita, mi sorrise, e vi saluta cordialmente. Abbiamo una stagione indiavolata. -Pioggie e venti -continui e un freddo da tal>arro nel cuor dell'estate . .Sarei già. partito da V ienna, se questi tempacci maledetti non avessero cagionato qualche ritardo nel disbrigo dt:' m iei affari. Intanto ho esaminato accuratamente ,quanto la capitale offre d i bello e di ~nteressant~. Ebbi spcSso occasione di ammirart:, qualcht: volta di desiderare e qualche altra di r idere. Non iscrissi k mie impressioni, ma ve ne farò parte al mio ritorno. Strada facendo, ho pe,nsato che la mia famiglia reclama assolutamente una mia· visita, e scrissi all'avvocato per il permesso di estendere, nel ritorno, la mia gita fino al patrio Benàco, In tal caso il mio arrivo costì sarà intorno al venti del corrente mese. Qui è Bazzoni e sono i Cabianca; ma io li veggo di rado. Passo i~ mio tempo col Dr. Fontana, che in Vien na trovo gentilissimo, con Tecchi (?), già nominato Aggiunto, coi Ducati, sei:npre cortesi, e così via. Da parte di tutti questi ho un millionè (sic) di complimenti e saluti per la famiglia Zaiotti, per la vostra e per cento altri, che potete immaginare. LETTERE DI GAZZOCETT! A MAFFEI 415

    Ma prima di loro, rico'rdate mc e la mia schiavitù e devota servitù al S.ig. Pre3 idente, .all'ottima sua Dama, a ll a sorella t- d a i .figl i; quindi alla vostra ·Signora, ai consiglieri Tcrzaghi, Dalcanton, Benoni, ecc., al Pr-ofessore Lugnani ed a quanti s.i ricordano di mc. E voi; mi o buon amico, conserval~mi l'amor vostro e credetemi inalterabilmente Vienna, 5 Lug.0 184,1 Tutto vostro Gazzoletti

    Svil a busta: Al Chiarissimo Sig.r Pro.ne Col.mo / Jl Sig.r ,Sci,pione de' Sighele di Sii:gen fds. Consigliere ncll'I. R Tribunale Co.ale / di / Trieste . Bollo Pcistalc: \Vi,;:n / s Jul. .... 11843.

    7 ) La kggenda è il • F.:t lco Lovaria • - T ricstt-, Papsch e C., UM5. Ristarni>ata a pagg. 79-!>4 delle «,Poesie, del Le Monnier. ,I documenti che seguono, quasi tutti della collezione laiotti-V ida Covi, illu!lt rano \e rda­ zion i, strette dal G. a Trieste con Paride Zaiotti e la. famiglia di lui. Fra le carte G. della C. di T. nou c'e dello Z, che il bigilietto che segue (Pacco X . 27 14):

    (S. d)

    Jl 1S. P rofessore Ponisio ( ?) . uomo assai benemcrti-0 dell,'t lt:Hera.tura italiana in Vienna. mi ha espresso il desideri o di. esserle 1>rcsentato, siccome a tale di cui apJ>rezza altamente !'i1;­ g1.: gno, e sta per pubblicare i,n una sua Antologia, alcune belle poesie. Questa brama è in lui s ì onesta, che io g,li con segno a compirla ,questè due righe, lieto che (_·sse valgano altresì a ricorda rmi alla -preziosa di Lei be nevolenza. Mia moglie Le fa i suoi cordiali saluti, io con vera stima me. le di chiaro Suo a ff .mo P. Zaiotti Al C hiarissimo S. il S . D.r A. Gazzoletti - Trieste

    Paride Zaiotti venne a Trieste, presidente del tribunale , ai .primi del :1642; e a Trieste morì improvvisamente il 29 dicembre del t84·J. li G. frequentò assiduamente la convt! rsazione serale del suo presidente, rallegrandola con i s uoi versi e con le sue sciara.dc. Il G. stesso nelle .,Memorie della vita e degli studi di Paride Zaioui~ così' parla di q ueste serate: e.Amava nelile ore d'ozio circondarsi di artisti e di uomini d'ingegno, e, con essi conversando, spiegava un'eloquenza tutta sua, ed un ragionare così vero e stringente che g! i si credcva tosto, e giovava avergli creduto>. In casa Vida-Covi si conserva un albo con interessanti disegni di pittori, (fra cui Giu. seppe G.:1tter i e I ppolito Caffi), schizzati durà.nte le conversazioni. Qu..:llo ch e riproduciamo, rappresenta certo il salotto Zaiotti, se non a Trieste, a Venaia. E"

  • Mia cara Luigia Innsbruck Z6 Maggio ~. Se Gazzoletti non si sarà lasciato distrarre dal suo genio poetico - vi avrà port.lto i miei Saluti - e narrato com~ io qui goda una perfetta tran.quillità - e salute. Nei rivolgimenti che sembrano non succedersi, ma precipitarsi, è naturale J'epistolare silenzio. Ma questo non -U6 ENRICO BROL toglie, cl)e: il mio· ~nsiero si volga anche a Trieste , ove ho in voi, in vostro mariito, e nel mio carissimo Sighele, persone dilettissim,== . Ora vi scrivo per sapere qualche cosa intorno alla Catìna. Ella mi faceva da Venezia, or • ono quasi due mesi conosc~re il suo desiderio di avere u1\ mio consiglio sul come dovesse con ­ tenersi per rispetto alla sua pensione, Le. mandai a Veneti.a la mia lettera per la posta - ma dopo di allora non ebbi più sue notizie - nè so se ella abbi.a ricevuto il m io scritto . .Scritto \)e rò inno­ centissimo e che anche trattenuto non potea procacciarle nissun disgusto. Mi si fa ora credere che la Catina sia 'Ml Trieste ed infatti dopo il partito - prerm da P:i.ride - questa risoluzione era la più rag ionevole. Un pÌMlO definitivo - non può essere ri~ adottato ne suggerito _ finchè durano le incertezze -s u ,quell'ordine ultimo e stabi.lé, a cui forse perverranno le cose - dico - forse - poi.chè l'avvenire mi si presenta g ravido di non aucora acoppiate procelle. I moti di Vitnna fornirono al Tirolo b occasione di dimostrare come la sua feddtà e de­ ,·ozione alla casa I mperiale si mantenne fe rma ed immota .qua \ rupe. In mezzo alle angosce che tiebbono avere esulcerato l'animo degli oitillU P rincipi • fu certo un sollievo lo scorgere l'en­ tusiasmo popolare che scoppiò libt:ro e subitaneo all'improvvisa comparsa della imperiale famiglia. Saluto caramt"nte Derin - la Bice e .Sa ndriodli mentre sento che vennero ancht: essi a Trieste -. ricordaq:mi a Sighele, alla buona sua moglie e a Gazzol~tti che:: spero ora più, saggio. Affez.mo vostro A. Sa.l votti

    All a ornat.m.i Signora f L .'.l S ig.ra T.uigia Dtrin / nata Zajotti / T rieste Bollo post.: l nnsbruck f 26 Maj .

    Gli a.çceoni un po' ironici ma h.:tltvoli, del S. in questa sua lettera, al G., che era quasi miracolosamente stato liberato da.ll'arre~to di T rento, conft'. rmano l'incontro del poela col S. ad lnnsbruck, raccontato dal )bjnoni . (,Cfr. A. G. poeta e patriota ecc. , M ilan o, Borlolotli. IR9<1, J:i . 28 sg.).

    Innsbruck 2(l L ug,lio J3,t8 . i\fia cara Luigia Duolmi oltre ogni . credere che alla Catina siasi in Venez,ia sosvesa la pensi ou ..: · io le avt:\'a scritto, che ella dovesse recars i in T rieste - fi noacché fosse durato quello s L:llO abnorme in che era Venezia, tanto p iù che la cassa di Vene.:ia non era debitrice di una pensione che a lei competeva •CJua l vedov-a d i un fun zionario morto in T rieste. La cassa d i Vener. ia p:igava rnme Autorità requisita, tra l'ufficiosa prestazione che fioche le sue casse erano soggette allo sttsso Governo, diventava indi fferente pel pubblico E rario. Pare perciò che ora il Governo Veneto r idotto ai suoi aneliti estn:mi cd incapace d,i suppli re a i suoi propri debiti, abbia- volu to cessare di essere generoso. Il motivo della sospensio ne ,non può essere che questo, a mio ere• dere, e .questo stesso motivo compren deva l'adjutum del Paride. Di quest'ultimo non parlo. Se fossero veri tutti i fatti che dì lui qui si raccontano - la sua ingratitudine verso l'Austriaco Governo che beneficù i,n modo sì luminoso la sua famiglia . non avrebbe scusa, nè ce rto potrei c1msigliar\o a recarsi in -Trieste per ivi ricevere il suo a djutum. Ma questo consiglio dò a.Ila ,Catina, e se pokte farle pe r veni re una lettera, invitatela presso di Voi - el!a poi mi scriver à se le occorre un qualche sussidio - parli chiaro con me, 1i cui già sa quanto salda la a micizia che a lei mi Jeg-a, e la quale non sarà p,.:r ;iiìicrnlirsi g: iamma i . .Mi a ffanna ancora la condi.zione in che ora si trova l'o ttimo Sandrinelli . ma .non dureril · chi:: o in Italia o nel littorale (sic) sarà ben presto rimesso in funzione. T utto annunzia che i sogni di rigenerazione italiana saranno ben p resto d issi.pali. Oggi. ven ne staffetta annunciatrice dei primi successi di R.adezky (sic) il ,quale uscì la .notte del 23

    vano fino a Rivoli furono fugati - e ora la strada dtl Tirolo è libera. ,II grosso Piemontese si distende vèrso Mantova - e di QL1esti dì sarà data la battaglia decisiva. Radezky non dubita di riportare una completa vi ttoria se il Sardo .non fugge - e la foga ora g li è solo libera verso il .Modenese. Saluto Derin - Addio dall'anima Sempre aff.o Salvotti Allà egregia• Signora J La Sig.ra. Lu igia Darin (sic) / nata Zai otti / Trieste Bollo post.: Jnnsbruck / .2(i Jul / .... Trie,st / . ... IM6.

    Mia cara Catina, Innsbruck 27 Agosto 1848. .Mi giunse te ridì la carissima vostra, che mi annuncia la presente vostra dimora in Trieste. Voi siete agitata da.I dubbio che le sinistre voci che potessero essersi diffuse su.\ vostro conto in Trieste, possano impedirvi la percezione della v,ra pensione o in T rieste o in Trento, dove sembrate ·inclina.ta a fissare il vostro futuro soggiorno. I vostri timori sono infondati. Deside­ ràva io bensì fino dal primo momento, in cui scoppi() qud Ja vertigine di cui prevedeva le con­ seguenze, desiderava di ve

    Ln nsbruck 2H fcb . 1649. .Mi a cara Z:i. iotti

    , 1 vostri lagni sono ~iustis~imi - ma sono t :U1to sicuro che a lungo an dare la gi usti zia de Ua v.ra causa sar à riconosciuta - che non posso a ncora parh!C~pare ai v.ri timori. lo avèva gi~ scritto al ~finistro Kraus - c b vostr.:i supplica lo troverà da mc informato. Temo pur troppo che un qualche segreto makvl>lO vi abbia descritta come partecipe ai deliri del figlio - e l'atti• colo çalunnioso della Gaz zetta d'lnnsbruck (non il Tyrolcr Bothe) che annunciava aver voi scritto una lettera a v.ra sorella cncomia tritt del valore spiegato dal figlio crociato presso Treviso . potrebbe spit'gan~ la vera causa occulta ddla ingiusta decisione che vi colpì. Ho però parlato fortemente. Solo desidero che siate ora prudente a nclu: nel.le vostre quudc. Oggi scrissi a un Deputato beneviso al Ministero • che è in K remsier • •e ne spero un ;i.ppù!{g io. ,Ma già spe ro il più dalla influenza di Stadion - <'U i è cara la melJI Oria di Zaiotti. Che se anche questi ultimi passi fossero inutili . allora è tempo di andare personal mente all'Imper.atore. Voi non potete nè dovete sopport art' la riduzione di una -pensione che la gene­ rosità del ?1-Ion.i rca vi ha assegnata pe r tutta la vita • e di cui nessuna colpa vi ha resa ora. ind~ na. I n ogni estremo caso si \lUÒ ricorrc: n:: alle vit: giudiziarie • il vostro assegno e divenuto un diritto cui nissuna arbitraria ~misura può togliervi. Sta.te quietà dell'animo . e in ogni v.ro bisogno ricorrete francamente alla mia amici zia. _Saluto caramente la Tognia e suo ma rito. Sempre affez. mo v.ro Sa\votti

    Alla egregia Signora / La Sig.ra Caterina Zaiotti. Trento Bollo post.: fonsbruck / 28. F eb. / Trient / 2. Mar:.

    Molto s'adoperò il .Salvotti in favo re della sua vecchia amica; tanto che: più ta rdi la pen• sione le fu restituita. Già allora il Salvotti conosceva le idee politiche ·del figlio Scipio, agli anhpodi da~le sue, e prevedeva male per l'avvenire. E cco come parla del figlio in una lettera al.Ja Zajotti, da Innsbruck, 19 maggio 1849: • Ho trovato lo Scipio in buona salute. Sono contento dei progressi che ei fece nel!a. li n1Zua tedesca. Sostenne l'esame in tedesco e ottenne l'emminenza. (sic). Parlai col suo Pro­ fe ssore • ed anch'esso mi assicurò del grande ingegno del figlio. Ma se io poteva consolarmi, fui rattristato dell'ostinazione colla quale accarezzava le idee sovverti trici del tempo. L'ottimo istr uttore che con grave sacrificio pecuniario gli posi al fianco - mira a condu rre i suoi pen­ sieri sopra un terreno meno pericoloso e ,più solido : ma egli stesso .quasi .quasi dispera di vin• cere la sua appassionata tendenza verso l'idolo, ch e oggi gli inesperti traviati da una stampa corruttrice, e da esempi funesti. acca rezzano. Mi basta ora che egli sia coi suoi discorsi meno imprudente. Monaco è una città, in cui il partito dell'ordine è predomina nte, nè ivi bassi a .temere alcun tumulto E poi la causa per cui anche la Germania si va ora ag:i tando è straniera alle a ff ezioni di .Scipio. Se egli fosse ID Italia - non potrei garantirlo da funeste risoluziort\; Peraltro la sincerità della sua anima - e la sua generosità gli guadagnano i cuori anche di ehi non simpatizza colle sue idee. Non ,è che il tempo e studj più maturi che possano preservarlo da. un avvenire - che se non muta sentimento - pavento bur rascoso 'per lui - e per me doloros0,. Non sapeva allora il vecchio inquisitore quanto profetiche erano le sue a,pprcnsioni. A proposito delle relazioni fra lo Stadion e. lo Zaiotti non sarà inutile ,la pubblicazione dei due big.lietti che seguono anche pe rchè sono nominati due altri trenti.ni, il consigliere Giu~ ieppe Benoni e Scipione .Sighele.

    Riproduco anche la notizia sull'autore degli autografi (Berti !), di mano di .Caterina Zaiot:ti:

    Stadion Francesco .Serafino conte / governatore dì Trieste / a 47 an.ni, morto li 8 ,Giugno 1853 ministro dell'interno; nel 1848 - ha licenziata la .Dieta di Kremsier, Questo in una cartella più piccola. Nella solita: •S. F. -S. / uomo di stato / Due lettere a.I presidente P . Z. a Trieste •. LETTERE DI GAZZO LETTI A MAFFEI 41 9

    Je viens, Monsieur le Pn•sitlent, Vous rappeler la promesse que Vous m'avez faite de discutter avec moi et differcns :nessieurs, qui voudront a.ider de leu r plume l'Osservatore :Yriestino, sur la maniière de venir au secour dc la Gazette. Si Vous vouliez fi xer le jour de la discussion à demain, Vous me feriez g rand ,plaisir, vu quç j'ai çomission Mardi, que je dine dehors Mercredi e que jr:udi est destiné a une seconde _Comission . . Dans le cas que Vous Vous decidez pour demain , je vous prierais d'engager- ces messieurs, gue Vous croyez disposè à sautenir l'Osservatore, de venir diner chez mai demain a cinq heures, ponr que nous puissions apres diner discutter l'affa irc. Je verra i avec plaisir .quicunque Vous trouverez bon de m'ammener. Agreez l'assurance de ma plus haute consideration Dim.a.nehe Stadion Monsieur le Presidefit de Zajotti Stadion Diman-che

    Je Vous remercie, Monsieur le President, de l'amabilité avec la quelle Vous étes entré dans mes idées pour fai re de l'Observateur mauvais une bònne Gazette, et je Vous attend ave c plaisir a.vec Messieurs Betioni et Sighe.Ie et je Vous pr ie de leur vouloir inviter en mon nom à cette conferenze, à ci:n q heures camme de coutume. Agreez monsieur l'espression de ma plus haute consideratioq MOnsieur le President de Zajotti Stadion Stadion ( E11 lrambe: 19/ 11 ) Accenni al patriottismo di Paridino Z. sono nelle necrologie contenute nel volume d on mÒrtc del Comm. Avv. P. Z. >, 9 Giugno l'886. Venezia., Tii.p. del la .Gazzetta di Venezia, 1887. L'esistenza fra le carte Gazzoletti dc:lla Comunale di Trento (N. 'ElOO) dell'abbozzo di ma_no del .-poeta delle , Memorie della vita e degli studi di Paride Zajotti• premesse all'opera: Della Letteratura giovanili' • Discorso di Paride Zajotti•, Trieste, L Papsch e C.,- Tipografi del Lloyd Austriaco, ·1844, ci _permette oramai di rivendicare al G. questa biografia che da taluno dei contemporanei fu attribuita a Scipione Sighele. Non è improbabile che certe aggiunte siano state fatte da altri, foi;-se da Caterina Zaiotti stessa, la .qua-le certo forni al G. il materiale pe_r ·1e ricche. citazioni nel testo. Marcellìno Serpieri, scrivendo a E loisa Zaiot.ti..De Rin, cosi si esprime in proposito: •,La Torre, 6 ·sbre 1845 - Bel-li i sonetti del Gazzoletti, che suppongo uno degli scrittori della necro• logia. Bravo in prosa, bravo in versi. Presentategli i mie:i rispetti-> . I ·sonetti, cui accenrna, sono certo quelli pubblicati in occasione delle _nozze Zaiotti-Derin e Zaiotti-Sandrinell i che seguono piU · sotto, e che dimostrano .l'inalterabile affetto del G. per la famiglia Zaiotti. Questo affetto era ben corrisposto, se Caterina Zaiotti conservò fra i pochi autografi del Gazzolettì l'ult ima poesia di lui, su un foglietto listato a lutto, probabilmen.te di mano della vedova del poeta. Fu pubblicata nel voi_.: «XXIX Giugno MDCCCXC / Alla Società / ~ro Patria / Nell'occasione del suo III Congresso generale / Omaggio / Di alcuni Studenti Tren­ tini { Bologna Zanichelli ,I 11,90, ; e dal Majnoni, o. c. Eccola nel suo candore, che fa pensare ai versi del Monti , Per l'onomastico della sua don,na-•:

    A MI A MOGUE Lo zelo affettuoso e paziente Onde circondi il povero soffrente, Còsì sacra, o Luisa, a me ti rende, Che l'immagine tua ne" sogni miei Talvolta di mia madre iI loco prende E ti scambio con -lei. Milano, 17 luglio 1Ni6. 420 ENRICO BROL

    Della relazione epistolare fra il G. e lo Z. è i>rova. ,questa lettera:

    Chiarissimo Signore, L'amico C.e Balza m'iricarica da Vienna di trasmettere alta S. V. l'acchiuso plico. Colgo con piacere questa occasione per sign~ficare ad W1 ìl1U!1tre concittadino che non b.e ancora avuto la fort una di conoscere personalmente, quei profondi sentimenti di venerazione, di stima, con cui mi pregio di essere Della S. V. Um. Dcv. Servo Trie,te il 7 Gen. 1839 D. GazzoletLi

    All'Ill.mo Sig. Pro.ne Col.mo / U Sig . Paride- de' (sic) Zaiotti, P residente / dell'I. R. Tribunale Co.aie di Trieste / in / Venezia.

    (La parti cella nobiliare è premessa al cognome dello Z. motu proprio del G. Pa reva, allora, dovuta alla ·carica di presidente del tribunale. Lo stesso fa lo Za.iott i, scrivendo ad Antonia :Mazzetti, prima de lla creazione di questo a barone) . ~C arte .1fazzett'l della ,Comunale di Trento). Giovanni Battista Bolza (non era conte, nk va confuso col conte Luigi Bolza, lo spietato inquisitore politico), n. a Menaggio sul lago di ,Como, m. nel 11169, filologo, pedagogista, t r a.dilf­ tore, ha il merito d'aver fondato e di retto l'eccellente &>R ivista Viennese• ; , Collezione mensi le d'articoli originali, traduzioni, estratti e critiche d'0pere di l"etteratura italiana e tedesca, .ten~ dt:nte a mettere in luce lo stato e i bisogni della letteratura di queste due nazioni». (Vienna, l~ -llMO, Dal negozio di T('ndlt:r e Schaefer - ,Al Graben N . 618) . Gl i sÌ:udìosi ché illustrarono qu_e sta rivista, tanto importa nte per le relazioni cuJturali italo-tedesche, non ebbero occasione di rilevare che essa fu sostenuta. Specialmente dall 'attiV·a ~, svariata collaborazione degli scrittori trentini del tempo, specialmente dei giovani. Se sfo­ &liamo i do, divenuta allora celebre in Italia. e ripetutamt::n te pubblicata. Lo stesso Z. ~~nda a ll a rivista interessanti -fra mment i inediti di , fra cui un e Frammento. del T orquato T asso di Goethe versione inedita del Cav. Vincenzo -Monti>, accompagnato dalla nota dµ: segue, interessante per noi, anche per le lodi a,llo Z.: ., Siamo debitori di ques_to gio­ _ie lla alla _cortesia de_ll' Autore del Discorso sul Romanzo storico in generale, ed anche d~' Pro­ .messi Sposi, e della Ballata Jl R itorno del Crocialo, _divenuta ornai tanto popolare, in Italia e fuor·i, e della q uale la Rivista _pubblicò già una bella versione. !avoco delta .non men celebre ·Carolina P ichler. Secondo che esso signor Consig:\iere Zaiotti ci scrive, ebbe egli questo brano .dal Monti un dì che si parlava del suo incontro con Goethe a Roma, e data da quell'epoca.. E poich~ a quel tempo nessuna traduzione s'era ancor fatta del Tasso di Goethe, e Monti noo sapeva silla ba dì tedesco, giova dire che -questa versione, fede l-i ssima com'.è, si facesse da l Monti aopra una ,traduzione letterale, fatta fo rs~ -~seguire appositamente. Nel manoscritto evvi anche la seconda scena e pochi versi della terza; ma trovandovisi ad ogni passo lacune, s'è creduto meglio di non dare che la prima, tal .quale è nel manoscritto, senza cang.iare od aggiungere sil­ laba, parendo !emerilt'i (sono parole dello Zaiotti) il por mano ai lavori dei grandi -uomini, .se bene imperfetti. Speriamo che la pubbli cazione di .questo brano di uno de' capilavor i del prin­ cipe de' poeti tedeschi, voltato nella nostra fingua da uno de' Primi poeti italiani moderni, sia. per guadagnare oltre la nostra riconoscenza, quella d'ogn~ italiano all'illustre letterato che ne lo concesse a fregiarne la Rivista>. (A. II, T. H , pag. 76) . DI GAZZOLETTI A MAFFEI

    !I saloc\:o Zajotti in uno schi,:zo di Ippolito Caffi.

    LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFFE!

    Nella Rivista Viennese troviamo anche un buon manipolo di «Lettere di illustri italianit tolte .dalla «R_accolta Tridentina, di ,Antonio ·Mazzetti; traduzioni di Ignazio Puecher Passa­ valli e versi di Andrea ~affei. Da un articolo di Agostino Perini t Uno sguardo alla letteratura. del Tirolo_ italiano~ giova riportare quanto segue:

    •La nostra letteratura è poi divenuta una letteratura di speranze, fulgide come un av:c1r ro

    In alcune osservazioni su quest'articolo ~I Pw.:cher, dopo aver approvato Ì'i lamento dd Perini sul silenzio dei giovani poeti trentini, colma le troppe lacune lasciate dal ~crini: ~E che:­ Non ~ono glorie pur anco della nostra letteratura Francesco Tec-ini, ar-cipr'ete di Perfiine· e canonico onòrario della cattedrale di Trento· e Paride Zajotti, consiglierè del tribunale d' Ap­ pello in Venezia? , .. Per poco che tu senta addentro nella moderna letteratura italiana, ti sovverrai di mille grate sensazioni al nome di Paride Zajotti, che non pago delta fatnA ch'ei già ,go_deva di valente poeta, quella volle ancora acquistarsi di critico: e se egli toccasse la meta, td dice bastantemente la sua Dissertazione sul Romanzo in generale e sui Promessi Sposi in _ispecie, dove appar ben chiaro, a chi ha fior d'ingegno, di qual senso del Bello finiss_i_mo sia egli fornito, con quanto sapere ed acume abbia egli sviluppati i principii di critica presentiti d;.t i più distinti scrittori di quell'arte in ,Europa, e seguiti poscia nelle opere de' nostri _più il­ lustri romanzieri. E lo stofi.co del pari, e fabbro insigne di rnumeri latini ,S. ,E. Donn'Antonio Mazzetti·; e l'à.mico di Monti, il soavissimo traduttore di Schiller e di Moore;· e il di lui zio, l'autore della storia della lettèratura italiana, e· il lor compatriota Giambattista Pinamonti, non ornarono essi di bellissimi fiori la corona della nostra letteratura? E te pui- anca indar·no cer-cai, verace amico della mia giovinezza, P rati diletto! A vent'amii tu glà cantasti i tuoi monti, la tua madre adorata, le sublimi sventure dell'infelice Gen~ld:i: alto sentire, fervida fantasia, mente creatrice ti Jargiva natura: tu giovinetto godi ormai· d'un'invi­ diata fama, ed io .... morirò inonorato. P assando poi dal presente alla letteratura del passato setolo, avr.ei ·voluto udire 'parlare di due chiarissimi uomini almeno, voilio dire di Carlo Antonio De _Pilati e del barone Carlo :\fortini: dottissimo il primo e bersagliato dalla sorte: dotto il secondo e hvoritQ dalla. for­ ti.i'rùt». E- iiJ nota al nome del· Prati: ~Meritre studiava ancor filosofia · in Ti'ento, comp_osc egli iri · pOthissinle notti, ullà cantica modeltata su quelle di Silvio -Pelli-co se ile 'eccettui Ch'ei v'in­ trecciò egregiamente la .,lirica, ma per ischiiiltà di certi ord.igni rimase ineditai . (A. Il., T. I., rai. 422' Segg.). Per la R. V. dr. Ugo Chiurlo, Una no;:lla di E. Zschokte tradotta nella Rivist~ 'Vienn~sc, 7 in lhv. di lett . ted. A. II; 10-12, Firenze,~~- .Per la R. V., il Puechèr e il ~egrellt -~fr. eO­ do,-Ò Lèmgo, Luigi Uhla1ld cdn sPecialc riguardo all'Itali_a, Firrnze, Successor_1 S_~eher_, 19~-- Le importanti lettere, che seguono dimostrano a sufficiCnza che l'idea prima _della _R1~1~ta l:iafcn-0 alla mente entuSiasta del Maisilli. Questi· ne comunicò ar Gar il piano par:1~0\a~eg~t~t::

    E poichè per varie ragioni la bella impresa ~Ha q_uale dovevano coUaborat~i:u~:l i ~::~t;:1 af~ qualche valore, primo. , ando fallita, essa, certo per cons g . tuata. tre anni dopo, dal Balza. -4 22 ENRICO BROL

    ?.la ecco i doc-umenti:

    RoYereto :.i.' dì 30 Man:o 1835. .\fio carissimo amico! · ·E' giilnto, sptro. il momento veduto come in nube ne' miei sogni e ne' tuoi. E' giunto, o il troppo desiderio mi acciep, il g ran momento in cui noi potremo fonda.re un patrio Giornale. Io ho persuaso il ~farchesani ad assum.ere l'impresa per l'an no ve nturo: e il Marchesani aderì. Ho parlato colla vostra Società Letteraria. col buon Ferini, collo stesso Giovanelli, e tutti e per fi no quest"ultimo !,;e la t ro p1•a poli,t ica non m'inganna) ne fu rono assai contenti, e promisero di col! aborare tutti gra1uiiameme. Lo stèsso faranno a Rovereto Telani, Vilos, ,Beltrami, Sighele ed alt ri e primo dì tutti Rosmini. Fui a Verona: e .parlai con Salvotti. Salvotti mi promise scri,•e re a Zajo"ÙL )faffei e Ve11turi: come il GiO\•a.nelli a S. E. di -Pauli. Ma io penso di andare a dirittura a ~1i lano e parlare a voce con que' nostri colossi della letteratura e col\ 'influentt; Mazzetti; perchè i collaboratori debbono e~sere tutti T i!'olesi. - -Ed eccoti così all'ingrosso il piano e lo s.copo del Giornale: Lo scopo del Giornale sarà cli fa r conoscere all'Italia la patria .nostra letteratura e la let­ teratura tedesca : alla Germania la leu eratura italiana . .I\ suo titolo potrebbe essere: l'J tali« t la G,·rmania, ovv. il Tirolo itnlia?10 , O simile. l! Giornale si diY ided in tre parti prirn:i pali: l.ette1·e, Scienze, Vadetù. La .prima parte si o~dinerà nei modo seguente: 2) Letteratura pat ria . E i principali collaboratori saranno: Ma2Zetti, de Pauli, Giovant::l!i, Te­ lani, P erini, Filos, Pinamonti, la società letteraria trentina, l'I. R. Ac cademia. bJ Letterat11ra italiana. Principali collaboatori: Zajotti, Venturi, Sighde, Ca~telbarco, Gius. )faffei, maggiore in pensione. c ) Lctreratu.ra tedesca. Collaboratori : Tommaso Gar , Giuseppe .Maffei prof.e a Monaco. h. iO­ cietà trentina, (chi altri?). La seconda parte abbraccia tutte le scienze, ma si darà la massima estensione alle scienze filosofiche e alle legali. a) Filosofia. Il principale collaboratore sarà donn'.Ant. Rosmini. b) Ciurispru.denza. Il Cons. aul. Sa\votti, il cons. aul. Benoni, i.J Sign. Prof. Rigotti, i 1>Coff. Scari, Gennari, Volpi, i dottori Lupatini, BaJlist i (sic), Manfroni ed altri. c) Medici'na. I collaboratori dell'ex•giornale che si stampava in Trento. d) Fisica, chimica, ma/ematica. DOn Lunelli, -P. Crist_ofori, G. Leonardi, D. G. Bon.fioli, D. P. Orsi. f ) Statistiche. l . J Non conosco nessuno; me ne sapresti tl1 indicare? e ) Agrane. ~) Storia nat-urnle. Nc::ssuno (chi?).

    La ter za parte contiene: I) Arlicoli originali. E sono .quelli che rion .avendo .propriamente uno ·scopo critico non possorw venir posti sotto nessuna delle antecedenti categorie; ma che possono tuttavolta influice sull 'andamento deHa patria letteralù'ra. •E sono p. e. pezzi scelti di poesie; ra.cConti, cco­ nache, storie; d~sc:rizioni di viaggi, di Juoghi; memorie. biogra,fic e via discorrendo. Pcin­ cipali collaboratori: Andrea Maffei, Tommaso Gar, .S, Sighele ed altri. 2) Rivista critica de' migliori giornali italiani e tedeschi. Degli italiani io darò un articolo al mese; de' tede!'\chi potrai cla rnt uno tu. Con questi a rticoli si terrà dietro al progresso della letteratura e se la metterà sotto il suo vero punto di vista. 3) R ivista cf"itim grammatica/e italiana. Questa ha l'oggetto di mantenere pura la li,n i;cua vrra. itali ana. 4) Cognizioni utili. 5) Bibliografia. Indicazione dt-llf: migJiori opere. LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFìFEI 423

    Veniamo ora più particolarmente a te, Su te, come vedi, riposa tutta la. parte che risguar4 da la letteratura tedesca; come sul Zajotti riposa la parte italialla. Il Marchesani aHende- da te almeno un art-icolo al mese: di critica di opc: re, o di pros.peui letterari , e un a" rticoio al mese di Rivista critica de' Giornal i; e più, se ti sarà possibiJle. Ma ai det-ti due al mi::se vorn:bbe chi· ti obbligassi. •Egli ti ma nderà una cOpia del suo Giornale, e inoltre ti passerà un tanto a l foglio, come si paSsa dagli al:t_ri più accreditati giornali ai più accreditati loro col!aboratori. Ciò per altro deè es!;t:re un segreto, per chè gli altri quel poco che faranno, debbono farlo gratuitamente. li Marches·ani esige che tu t i occupi di propositò 1:°ll aborando in questa optra di patria ca. rìtà. Per ciò fa d'uorio che tu ~tudj a fondo la letteratura contemporanea .tedesca, tanto nelle mi. gliori opc~e che sortono, quante nt' migliori ·gion1aJ.i, e che ,quindi tu ne compili o àssi:nnate critiche sulle singole opere, o prospetti generali sul,\'andamento della letteratura tedesca. Qual• che rara volta potrai mandare anche traduzioni poetiche di nuove ballate, o simili. Nella cri• tica sarai modt;:rato, nello stile sevt:ro, nella lingua purgato. I tuoi pensieri non ti si vogliono li mitare: darai i tuoi per tuoi; e qu::rnto a quegli degli altri, nel caso che fossero di autori in Italia poco conoscinti, acC'en nando il fon te, farai brevemente conoscere l'autore. Nel caso di un qualche dubbio consulterai pe rsona da potertrne ,fidare, e accennerai sul margine j,J dubbio. Avvertenze tutte che· iri un affare così delicato, conviene aver sempre presenti per non tirarsi addosso de' dispiaceri e delle inutili brighe al giornale. Se acconsenti, come non dubito, rispondendo a questa mia potrai inchiudermi due righe pel Sigr. F ran. Marchesani con cui ti obbligherai qual collaborarnre del suo G ior-nale pt:r un dato numero di articoli, a tanto il foglio, accennando le materie che tratterai di preferenza. 11 pagamento ti vtrrà fatto franco a Vienna ogni tre mesi; e tu impegnerai la tua parola di scrivere coscienziosamente, dopo maturo esame, e profonda e vera meditaz.e. Rispondendo a me, dimmi liberamente il tuo modo di n :dere in questa faccenda, siimi largo de' tuoi consigli, e notami spczialment.e i .nomi di que' che potrebbero çsscre colilabora­ tori, e che io a\'eS~ i omesso; e dimmi se a qualcuno, e a cui ? scriveresti fo rse tu stesso, o ne parleresti a voce, raccomandando la cosa con quel calore che merita. Al .Sign. -C:ons. aul. Benoni hò scritto, con ra.ccomandaz.e del nostro bravo preside Ri­ gott;, Tu potresti forse parlare a mio nome qW a .qualcuno p. e. al Dr. -Malfer , scrivere al br:i­ vissimo prof.e Scari ecc. In somma fa tu quello che credi opportuno, e rispondimi presto. Addio. Ama il tuo affezionatissimo e lcalt:· amico F. A. Mani:lli

    ,'\I Chiarissimo Signore / Tommaso C..a r / raccomandata a.Ila bo:ntà del Sign. P. T urri · Vienn;,.. (Filsa N. 2241 B. C. di T.J.

    Rispondendo a! Marsilli, il Gar il 23 maggio gli ricordava il Gazzolt.tti: 1Spero che non ti saranno sfuggiti Gazzoletti, Sicher, Antonio Negri! ... (Cfr. Giuseppe Stefani, Antonio Caeeoletti e Fr-a11 c.:-s co Antonio MaYsillt - Da un car teggio inedito - in Annuario d. Stud. Trent. Anno XV. Trento, Scotoni e Viui, 1008, pag. 8, N. 2). Ma il Gazzoletti ,non era stato dimen­ tlcato: anzi la prima lettera dt'"l G. al Marsilli, che segna H principio della loro grande ami­ èizia, rispohde all'invito di collabot':1z ione alla progettata rivista . E' in Stefani, o. c. pag. 8 seg.:

    Prt'.giatissimo Signore, Due giorni dopo giuntami la gentilissima sua ricevetti letlcra anche dall'egregio Signor dt' Sighele, con cui a nome

  • n o nella difiicile impresa, pePChè, se fu sempre lodevole opera ENRICO BROL

    istruire e confortare la patria, pt:r noi nel-le presooti circostanze la rende santissima e neces­ saria, onde troppo questa. terra di luce non resti addidro nel rapido universale progresso dcHa. coltura Europea. Ma i nomi di .quei smnmi in ogni genere, coi quali mi sento chiamare ad: un'im­ presa, lungi dall'incoraggiarmi mi disconfortano - Dove eglid10 sono non è certo bisogno :di altra mano, e quale triste figura non sarò io ,costretto a fa re, minimo tra i massimi? Nulla.meno mi tengo a\tamf:ntc onorato di ,questo invito, e se ,qualche felice ispirazione mi detterà cosa, che loro non sembri indegna di essere fatta di pubblica ragione. contribuirò anch'io volentieri il .mio obolo a sì altissimo scopo ... . - Nago il ·26 mano 1835. I n una lunga lettera. di T. Gar ad Antonio Mazzetti, molto importante per gH argomenti di storia e d'arte trentina, è detto fra il resto: • Di questo nostro scultort". (Giovanni Insoin di S. Zeno) parlerò forse sul Me.uaggiere, ora ·s_ì ben n:datto dal nostro ?lfarsigli; il qi.1ah: mi partecipò non è molto il s,,o bel piano di fondare finalmente un patrio giornale, ed andava superbo di contare per princ~pale collaboratore e sostegnq V. Eccellènza. lo ap11 laudisco lontano alla magnanima impresa, e faccio i' voti più fervidi Per la di lei buona ri~iscita. I nostri Trentini per altro non vogliono esser da meno dei lor \"Ìcini in questo riguardo; ed oltrechè promisero di collaborare al giorna-le scienti-fico lette­ rario di Rovereto, vorrebbero pure istituire un giorna.letto settimanale tendente a propagare specialmente nell t> classi pili bi sognose l'amore all'ind ustria, e al commercio, mettendole al fattn delle più utili recenti invenzioni in agricoltura, tecnologia, meccani-ca e isti,llando di ,quando quando in queste cori. articoli di comune portata i principj della sana morale, distruggendo i nocevoli pregiudizj. Il pen~iero solo d'un simile giornaletto fa onore alla gioventù del nost ro paese, fra la quale trovai 1' anno scorso tanta coltura, tanta bontà d'intenzioni da rendermi ·rinè:resce\'Ole più che mai la partenza, e farmi sentire a mil!e doppj il mal del pitese. Giova­ nel\i mi scrisse della sua molto soddisfazione in proposito, e della sua premura. !n co\laborar"e all 'es..:cuzione di simili imprese. Il Consigl. Aulico Benoni ne provò pur molta gioja, e scrisse ~ ~ia richiesta al Prof.e Scar i a Olmiitz pt: rLhl! a iutasse l'impresa coi lavori del suo nobile ingegno•. - Vit:-n na 13 giug:no 1835\ ( Fi lza 1536 del/a. C. di. T.). La. lettf'.ra dì Agostino Perini al Gar (Filza 2U2 della C. di T.) dimostra al vivo il \)èrchè de!ri.ns11ccesso dell'impresa del -?-.farsilli:

    Cui,;;sin\o Amico. Trento li •4 Agosto 183.5 , Che ti ra.mmi:nti alcuna volta di mc noi~ mi puo essere dubbio, perche conos co il tuo cuore, che non è capace di po rre in dimenticanza un a mico, ma che sei poltrone nello scri­ ve re i: cosa r.e rta, manift!sta, provata. y, er cui non so dirti se fu più grande in mc la sorpresa O la letizia nt:! ricevere una tua lettera. E questa letizia mi venne alquan.to amareggiata. nel sentire deluse le tue speranze d'impiego. Riguardo al giornale letterario Roveretano Trentino è s-tata una vera. comedia che in ma:néa_nza di altre novità la ti voglio raccontare, perchè ,tu, che conosci i tuoi compatriotti te ne. poss_a ridere di gusto, e te ne serva di ~onforto, che questi eccellenti calunniatori non sono men.9 valenti nelle lettere e nelle scienze. · ÌJ Marsillì che sotto molti rapporti, e più di tutto per l'eleganza d;llo scrivere io ·tengo in !,:'. ~~nd_isSimo conto, aveva concepita l'idea di pubblicare un· giornale letterario scientiftcò. Egli credeva di trovare degli i,n

    di uomini di lettere. Fu in questa occasione, che mi trovai per la prima e per t'ultima volta. in questo rispettabile consesso. V'era il Tura.ti, il conte ,Matteo, il Dalbosco, i due ,Sicher e che so io_ qual miscuglio di gente, che non conosco -neppure di veduta . .Chi aveva l'una, chi )-'altra cosa da dire. Cento titoli furono immaginati per <1 uesto giornale, nissu no quadrava, chi Io vokva pieno di novelle, altri pieno di scienza, a.Itri pieno di :polemiche; l'un o. non voleva sa­ perne di storia patria, l'altro voleva il giornale unica~ente dedi cato alla storia, insomma era. una babilonia da far scoppiare dalle risa. Dopo tre ore di ciarle sul titolo del giornale, si ac­ corsero, che in quel modo non si veniva ad alcuna determinazione, e .quindi convennero, che dovcansi in forma di protocollo assumere le diverse opinioni. Qua poi la cosa prese un diverso aspètto, poichè quando si trattò di aver a scrivere con f)arole improvvisate nìssuno nt'. aveva di pror,l'ie i,n bocca, di modo, che .Ja carta è restata bianca col solo magni-fico titolo in fronte. L'ora era già tarda e ben si avvide l'illustre società di' non aver fat.to ancor nulla, e perciò il Ducati, che sembra giovane cli molto ingegno, propose che si avesse ad eleggere almeno il direttore, il ,.quale potesse· con più unità condurre a com.• 1,imento la cosa. Egli fece vedere una tua lettera. nel,]a quale gli scrivevi che il Bernardelli sarebbe stato il più atto aUo scopo. La proposta fu ac CT;ttata, perchè il B~rnardelli era pre­ sente, E gli, che non è forse letterato di vaglia, ma uomo di sano ed avveduto inge8"no, e conoscendo la gente, che gli stava a Jianco, ccmi,nciò a protestare sol ennemente verso un si• mi.le incarico, e così la conversazione letteraria -co minciava a divenire bernesca, poichè molti ne ·facevano motivo di trastuJ.lo, e si se1~a rarono senza aver nuHa conchiuso. Credo che il Mar­ sill i \'Cnuto a cognizione di tutto quest'i mbroglio abbia deposto i.J pensiero di scrivere .e di~i­ gerc giornali, serbando certamente nell'animo un giusto rancore, per vedere così mal ricom• pensate le gentil issime· sue offerte. Così credo comìnciati e fin iti i giornali letterari scient~fi oi di Rovereto e di Trento, eh~ :,e d .Jbero il fine di -qudlo, che avanti alcuni a nni avevamo divisato di pubblicare, il nostro ,non 1.: blx: al certo così ridicolo cominciamento. Il Marietti va lentamente pubblica.odo i _miei castelli, di modo ch'è finalmente uscito all,1 !un: il fasdcolo settimo, ch'è i-l primo del seconndo vol ume. Parte di queste vacanze le passerò in Loppio ove sono invitato dal conte Castelbarco a riv,:der~ il suo archivio per trar-rn: i documenti che più convengono aHa storia della sua fa miglia. Q1.1 eSi:a benedetta storia delle famiglie Tirolesi sarà l'ultimo mio lavoro,; nel qua.le io abbja a prendere alla mano documenti lati,ni. - Un altro lavoro storico mi sono prefisso di- fare e questo sarà la storia del Tirolo ne.J\'anno 1'809. A tal uopo impiegherò la seconda metà delle vacanze viaggiando le valli del Tirolo Tedesco per cogliere le notizie locali. Farò un .pellegri• naggio alla statua colossale d:i Offer (sic), e al suo tugurio in Pass.iria . . Leggo diligentemente la sidria ·d'Italia del Botta, che mi sono proposta a modello. Penso già da molto tempo a questo -argl"lmento, che sempre mi alletta. Non sàrà però che i•! frutto di una lunga e severa medi­ tazione. Passando rer R overeto cercherò di convincere il !lfars11li a ri prenden:: il pens iero al gior­ nale; allora caro Tommaso devi farti alcuna volta sentire, e fa r conoscere alla tua. patria che vivi, no n già nelle dolcezze della Capitale, ma che stai coltivando i buoni studi, e che fai buon uso di quell'inge$no elevato che Dio ti ha concesso. Scr i\-' i, frequente ( ?) il tuo Ferini

    Alla pubblicaziont:: d 'un giornale letterario nel Trentino si opponeva anche il governo, aconH: appare dal passo che segue

    La nostra indifferenza ndk le ttere è cagionata in gran pa ne dalla mancanza di un campo, dMe la gioventù si possa esercitare con ,piccole pro,•e d'ì-ngcg no: ho cercato per varie ,·ie d i cn:are questo campo con un giornale letterario, ma il Governo si è sempre opposto, non

    50 per qual torta veduta, e sarebbesi sicuramente dichiarato contrario anche a] Giornale agrario, se l'Arciduca Gio"anni non ci a,1esse prott:tti in questo riguardo•. Il 15 mar zo 1838 il Gar comunicava al Ma-rniHi la fondazione dell a Rivista Viennese: •·Il secondo (gior11olc italiano pubblicato a Vienna) fu istituito da un impiegato ali.a -Camera aulica, il O.re Giovanni Bolza, giovane di moltissimo ingeg-no, e versatissimo nelle due lette­ rature, ch'egli imprende a ravvicinare. Di qui:-s ta produziont periodica che accenna. di pigliar ' consistenza e rilie\'o, sono già usciti due fascicoli ·ed il terzo fra pochi giorni. Molti riputati italiani e tedeschi l'aiutano delila loro collaborazione ... Gli ho promesso di scrivere anche a Gazzoletti, di clli tu m'anmmzi le ,poesie che si vanno stampando. E' egli ancora in paesi:-? e qual car,riera ha

    E i-I ~Lusi!li :d Ga r (Bibl. C. di T., Filza 2241):

    Mio caro Gar. · Ti ring razio della conoscenza che m i ha procurato del C.te Bolza; degnissima persona, con cui ho parlato a lungo con piacere. Sul proposito dd suo giorna lt desidererei fare anche con te alquante parole. D immi dunque si:- passerai pe r di qua ntlla tua gita. a Mi lano, e da-mmi il tuo indirizzo. Voglio comunicani una cosa, che pt:r me sarebbe d i sommo momento. Mi co~gratulo della tua fortuna, la quale legata una volta al tuo carro non sara, spero, ptr abbandonarti" giammai. Domenica prossima andrò col Fed:rigotti al .Castello .Prataglia, e ti scriver ò appresso quello che avrò sul luogo veduto e notato. Mandami, se puoi, il primo faEcicolu del Giornale del Sign. Bolza; · t: dimmi se questo giornale sorta giornalmente, o settimanalmente, o mensilmente . N on dimehticare che mi preme molto di parlare con te, o in qualunque modo comuni­ carti il min segreto. Amami, ch'io sono con tutta l'anima Rov. li 3U J.ug.o 18.38. il tuo affezionatissimo Francescantonio

    P.S. A scanso d 'inutile perdita di ttmpo ti dirò qui quello di cui voglio" ,pregarti: Il pensiero. il piano dtl Giornale dd C.te Boln è tutto a ffatto il mio; il che mi fa sos1let· tare che tu g li abbia communicato le mie idee. Ma sia ci ò che s i vuole io non me ne ho niente a male, anzi ho piacere perchè io ho rinunziato a ll'idea d i poter fare una cosa simile in patria , e godo che almeno vtnga il mio piano realizzato alt.ove. C iò poi a cui io rion avrei rinunziato è di coHaborarvi con tutte le mie forze, come di cosa che in qualcht modo mi appar tiene; e in ciò voglio appunto che tu mi ajuti; ed ecco come: Io sono in tutta quanta la giornata legato al nostro scrittorio, e non m'avanza dunque né meno un'ora, nè meno un minuto per danni a quelle letterarie occupazioni alle quali io mi sento da natura , potentemente -c hiamato. E con mio padre, vecchio negoziante, consumato negli affar,i, è inutile volere intendersela su questo proposito. Una sola cosa potrebbe moverlo a la­ sciarmi in libertà alcuni' giorni in settimana, ch'io dedicherei al nostro Giornale, e questa sa­ rebbe se io potessi mostrargli che il tempo ch'io occupo in ciò mi viene indennizzato pecunia~ riamentt.". • Vedi a che son ridotto! ... e caso contrario io son uomo pt:rduto alle lettere: il che ben vedo che r.oer le lettere non è una gran perdita, ma per me è certo dura e spiacevole cosa. Assistimi dunque tu che il puoi; e tratta in mio favore Ja cosa col Sign. C.te Bolza in questo modo: Io mi ,impegnerò a due articoli al mese, sia in articoli originali; o poesia; o tra­ duzione, o rt daziont, e censura delle migliori opere italiane, 0 produzioni periodiche; e .posso impegnarmi a du~ articol i, ma potrò forse fare ancor J)iù. LETTERE D-1 GAZZOLETTI A MAF1FE I 42i

    Ora pe r questa mia fatica vorrei che l' itnprcsa del Giorn ale mi accordasse un tanto di fo;s o, secondo che a un bell'incirca possono portare i 24, o 30 articoli ch'io manderò, o piU d~' siderandolo l'im presa. E ciò faccio pt:rchè JlOssa mostra re a mi o padre di ave re un salario .fisso, e ottenere qu indi da lui il tempo necessario per darmi con tutta l'anima a questo nobilissimo lavoro, a cui io h:11.Jo, e desidero e sospiro da sì gran tempo; e semp re, colpa dell a fo rtuna e degli uomin i, it1 utilmente. Se tu mi procuri questo fa vore farai di me !"uomo -pili felice che sia sul.la terra; toglicn domi ad aride, insulse, e in gran parte inutili fati che, e trasportandomi sul mio terreno, e sul mio cavallo di battaglia. Io ti b,:nedirò come un angelo liberatore. fo ,non domando un soldo più di quello che possano va lere i miei articol i; che mi si dia pure piuttosto meno che più , ma che io sia posto in istato cli torna. re utile a' miei fratelli, e dissepellirc dalla sabbia quello qualunque sia miserabile talento, di che volle il Signore fomirmi. Ma (luesta è forse per sè cosa delicata, e converrà che tu ne parl i col Si,g·n . C.te di Bolza con tutti i rigua rdi; assicurandoti che dal canto mio procurerò di non rendermi indegno del

    fa\·ore che tu mi a\Titi procurnto: te> che ceno fa rò sempre qualche cosa di piu di quello che mi ve rrà compartito; giacchè io non inte ndo di lavorare pel denaro, ma pe r mia propria inclina• zione e persuasione, e non considero i! danaro, che come mezzo per liberarm i dai prcs:: nti \'in coli che mi oppr imono. Ciò sia detto all 'amico, e non ad a ltri. Addio, addio nuovamente. Scrivimi presto qua lche cosa. Amami, ed abbimi a cuore. Al Chiarissimo Sig nore / Il Signor Tommaso Gar / Soz io dd l'I. R. Ace . Roveretana ecc. / Secretario dell 'I!lust. mo .Sign. C.te Dietrichstein / Volke / Vienna. Boll o post.: Rovt: reto / 30. Jul : / \Vien / 4 Aug.

    E il Bal za così r i.ngraziava il Marsilli della promessa coll aborazione (S1efa11 i, o. c.,_ pag. 3) :

    Mila no, IO agosto· ,1838: • La 1ua lettera, mio carissimo MarsiHi, • chè con tutta verità posso così di rt i • ha superato la piU. hella speranza, di che mi venissi lusingando nd metter mano alla Rivista, quella di g uadagnarmi ancile la stima, l'affezione di bravi compatriotti, e ti ringrazio toto corde del preziosissimo dono, che mi fai onorandomi della tua amicizia, e dello schi etto modo e generoso, con cui il facesti, mettt:ndo da banda i soliti prel iminari, inutili tra persone che s'intendano, come noi c'intendemmo. L'acquisto d'un sì caro e pregevole amico m'è si-cura arra di nuovi guadagni, e se la Rivista sarà assistita da poeti tacli , non dubito di vederla in breve andar tra le consorelle e o, costituit a: da rapprestntanti o espositori delle glorie d'Italia d'ogni pro vincia, d'og ni tempo ?•.

    Caterina Zaiotti ha conservato pure fra gli autografi della sua collezione la seguente let•. tc.ra di Francesco Antonio Marsill i aJ Balza:

    Rovereto li ?S Sett.e -1836 Mio caro Ebbi la carissima tua lettera dei 16 Corr.te, e ho ricevuto il Pacco del Pirotta. Preparerè i due articoli, e li spedirò poscia ali' Abate Negrell i. Veramente per fa r bene, oltrecc hè leggere; converrebbe anche aver veduto: ma -in somma farò a.Ila meglio. Almeno mi avessi tu ma,ndato contemparanea mente anche que' Giornal i che hanno parlato delle solennità Mi lanesi! E questa è una avvertenza che v_oglio che tu abbia. presente se mai da Venezia mi venissi anche mandando le poesie de' veneti cantori per farne un altr~ articolo. Allora mi manderai anche que' Numeri della Gazzetta di Venezia, e quelli di ,q ualche altro Giornale che descriverf, le festività delle L agune; tanto che anche il tuo scri~­ tore roveretano possa alquanto animarsi e partecipare di ,q uell'entusiasmo, di che era mosso il poeta cantante. 428 ENRICO BROL

    Da mio cognato Nodari, che ti consegnerù' questa mia, avrai anche ricevuto il Diploma. di .-',,.ccademico nostro ( cioè Agiato), che ti prego di aggradire .quale attestato della mia stima, e di quella d;.;' miei Compatrioti. Ti raccomando dunque la nostra Società; a cui ti prego spedir qualche volta le tne composizioni. Giunto che sarai a Vienna, mi farai cosa veramenk_ gratissima, se penserai a procurarmi qualche giornale; senza di cui, credimilo pure, è impossibile scrivere articoli progressivi, Manderò forse il libro di storia al Ferini, e forse farò io tutto un articolo. Addio. Salutami Gar. Godo molto che la Ri\·ista. abbia piaciuto a 1·1ilano; e certo non porea essere diversamente. ScriYcndo al Negrelli, ti prego di ordinargli di ma,ndarne una Copia anche a me, perchè essa mi è per lo meno tanto essenziale come qualunque altro Gior­ nale. Continua pure con tgltal amore; e avrai la gratitudine delle due nazioni, t. una bella e solida gloria presente e ventura. Tu credimi a tutte prove Il tuo Marsilli

    P.S. Ho tralasciato di mandare al Negrelli gli articoli dell'Janin, giacchè non ti piacevano. "-',,.] Chiarissimo Signore ! Conte Giovambattista Balza / Seg. di S. E. il Ministro de l'Interno.

    Le ftste cui qui si allude sono certo quelle in occasione della venuta nel Lombardo Veneto dell'imperatore Ft.:rdinando per l'incoronazione a ,rviilano.

    Dt:lle tre lettere del Bolza ad Antonio 1fazzetti, conservate nella Comunale di Trento /Filza 1536, e datate da Vienna 8.9 e 18.J I 1838, e ;J:7, 1·839) , di molto i,nteresse per la storia della Rivista è la seconda che qui segue:

    Eccellenza! "Poiché nell'ultimo mìo viaggio, di tanto m'è stata la mia buona fortuna cortese eh<.:: non Che conoscere di persona Vostra Eccellenza, come era mio vivo desiderio, ebbi occasione di sperimentarne la bontà, che già m'era nota di fama, permetta l'.Eccellenza Vostra che, lietò di tanta ventura, mentre Le rendo le più grandi e rispettose grazie per la degnazione, con cui. si compiacque accogliermi, mc Le ricordi con queste righe, supplicandola di volermi continuare la di Lei protezione e henevolr-nza . .Se l'indulgente incoraggiamento d'una persona, che: occupa un rango sì elevato quinci nello .Stato, quindi nella repubblica deUe lettere, mi fu e sarà sempre un potente sprone a proseguire coraggioso nella carriera, i,n cui ho osato mettermi consultando piuttosto il mio buon volere che le mie forze, non dubito punto, che il vedermi onorato della di Lei approvazione sia per valermi c-iò ch'io non arriverei mai per certo ad ottenere senza di questa, il suffragio e la cooperazione dei dotti e dei btn intenzionati. E dacch~ l'Ecce\,ienza Vostra si compiacque esprimersi tanto favorevolmente sul conto della mia Rivista, soffra, La _prego, che nel desiderio di conservarmi il di Lei favore, mi prenda la ris.petlos:1 litkrtà di riparlargliene; se forse troppo diffusamtnte, gliene domando -perdono. Persuaso, che per colpa

    propenso alla mia intrapresa; aver egli sté'sso _g i3. più volte dati opera ed ordini affinché si stutliasse io !talia il tedesco, più che non si fa, ciò però non aver sortito alcun effetto; pre­ sentassi una SUJ>plica a S. M . . e quando venisse fregiata del:la sovrana segnatura, lasciassi a lui Ja cura del resto. Ciò dkcvami H Conl e otto giorni sono; jeri gJ i perveniva la supplica segnata, e be_nchè non gli aùbia ancora parlato dopo ciò, non dubito che la ,Riv, non sia per essere caldamente raccomandata . .Così stando la cosa, ho luogo a sperar bene, t d io mi .permetto d'informar.ne dettagliata­ mente Vostra Eccellenza, e pcrchè credo mio dovere di renderle conto di ciò che ho fatto i,n cosa, ch'Ell a si compiacque onorare della Sua aPProvazione, e anche perché, ove voglia per avventu ra degnarsi di aggiungere all'approvazione dimostratami il potentissimo appoggio di una Sua raccomandazione, sappia di poterlo fare per un'intrapresa benevisa alle Autorità Su­ perior i, a nzi a l Sovrano stesso. Se l'Ec-cellenza Vostra credesse ma.i di coronare i molti favor-i compartitimi con questo nuovo, o coll'altro, di cui gentilmente si compiacque lusingarmi, dì vedermi per Lei onorata quando che sia di arti-col i per la Rivista, saranno questi nuovi titol i ad accrescere qi1f'lla rispettosa gratitudine, che già di cuore ,Le professo per la immeritevole deferenza, di cui s't! compiaciuta onorarmi. Vienna 18 Nov. 1838 Dell'Eccellenza Vostra Umil.mo Divot.mo Riconosc:ent.mo Servitore G. B. Bolza

    Il conte Francesco Antonio Kolowra th, che fu ministro nel "48, era allora addetto aH'uffìdo ddla censura centrale a Vienna. Dal 1828 al 1635, uScì a Milano, Lre volte la settimana, editore Paolo Lampato, L'Eco • Giornale •di Scienze Lettere, Arti , Co mmercio e Teatri. ,I primi anni, eri un giornale di let­ teratur'f universale; aveva per epigrafe le parole del Goethe: ~Jch bin iiberzeugt es bilde sich eine Weltlitteratur», e portava articoli e poesie ne-Ile lingue inglese, tedesca, francese col testo italiano a fronte. Anzi il prospetto che ne annunzia la pubblicazione è in inglese e in tedesco. Negli ultimi anni dtll la sua vita, poichè col 18.1.3 si i-niziò dallo stesso editore la pub­ bJi.cazione dell'Echo . Zei tschrift fiir Litteratur, Kun.st, Leben und Mode in ltalien, tutto in li ng ua tedesca - l'Echo italiano portò solo scritti italiani e perdette sempre più d'importanza, tanto che nel suo ultimo numero (28 dic. 18.35) avvertiva i lettori che cedeva il 1>0sto a La Moda, (giornale dedicato al bel sesso•. Pare probabi le che l'Eco italiano po;;sa aver is1>irato, almeno in qualche parte, al Mar­ silli il progetto ddla sua rivista. J.'Echo tedesco, a l quale t:vi

    Le lèttere, fra il Ga r e lo Z., che seguono, completano le notizie intorno alla_ Rivista viennese . Quella dello Z. è alla C . di T . (busta N. 224'1; le altre a Trieste (Zaiotti ~ Vida Covi).

    Vienna il ZJ Settembre 1840 Chiarissimo Signore E bbi il di Lei pregiatissimo scritto pochi minuti prima ch'io partissi per Trento, e non lo potei leggete che correndo le poste. _Giu nto in patria, intesi ch'Ella ci sarebbe pure venuta in qualche settimana; llOi costretto ad accorciare la mia dimora, mi lusingai a.lm eno di rive­ rirla passando per Recoaro, ma invano; che un cenno del mio .Superiore m'affrettava al mio posto. Mi trattenni qualche giorno a Venezia pc!' cercare nella Marciana amminicoli al mio lavorò di storica bibl-iografia, e to rnato costà, il mio -prim_o pensiere fu di farmi chiarire da Balza i punti su cui versa la di Lei lettera. L'amico (riserbandosi di farlo quanto prima egli St(;sso d istesamente) mi prega intanto

  • Del resto, come gliene parkrA il Redattore, la Rivista Viennese cesserà colla fine dcl­ !'a. nno; la mancanza di collaboratori, la frcddez1.a del pubblico, c i molti ostacoli morali e finan­ ziar j sono causa della sua morte. Co1wien din: ad onore di Boh:a, ch'egli s'adoperi, sempre a tuu'uomo onde quella nobile pianta a ll ignasse: e coloro principalmente che. vivon, com'esso, lungi dal cielo italiano_. e conoscono i mill e impedimenti che dovea trovare a Vienna una si­ mile impn:s;1, rendcranno ampia g iu stizia alla sua operosità, ail suo buon volere .

    Il seguìto della lettera, intcre:,.san tissìmo per gli studi e per i propositi del Ga r, supera l'argomento qui trattato. Il superiore cui il G. qui allude era il maggio rdomo del l'imperatrice, presso il qwdc il Gar eser cita\-·a allora le fu nzioni di segrdario.

    P regìa tissimo Arnicti Venezia, :;,5 Marzo 184! .Ella dee conoscere alm::-n o di nome il portatore dì .questo foglio, ch'è .il Dr. Em manuele lkrti, figlio dd P residente di Pa\'ia, e nipote del Barone ,l',fazzetti. Non occorre .q uindi che Le dica che egli e un ingeg no assa i distinto e d'ogni l>u ona dottrina largamente provveduto, ma q uesto sì m'importa dirLe che io l'amo d i vcra e cord iale amicizia e che avr ò siccome usato a me stesso ogni tratto amoroso che nel!J. sua gc: nt i.kzza sarà pi.:r usargl i. Eg li avrà fo rse bi­ sogno di qualche indicazione, e certo poi g li sarà caro nei pochi giorni che sarà costi di avere una persona dotta e beneYole con cui lrattenersi. Ne$Stmo più di lei può a ciò bastare, ed io spero elle la conoscenza reciproca tornerà ad <., ntrambi grad ita. Dopo la d i Lei h:ttera. che m'annunciava dovermi da un giorno all'altro scrivere il S.r Conte Balza, non fu ,•ero, che que-sti nni mi scriss1:, e so anzi che, volendo far inserire alcune r ighe rnella Gazzetta di Venezia, si diresse per ciò al .S. ,Neumair anzi che a me . Un tale con­ tegno, nella circostanza ch'egli conosce pochissimo il Neumair, mi C inesplicabile, ma io ri­ nuncio a ,•o\erlo spitgare, se E. Ila non mc ne porge la chiave. Non ne dica nulla al Conte Bolza, giacchè non mi è decoroso l'insistere, ma se a lcuna cosa pur ne sa, voglia al ritorno del Berti scriverne un motto. Con questo incontro, La prego altresì d 'un favore. Parmi d'averle detto nell'aitra mia che mi mancano alcuni .N. della Rivista Viennese, che il S.r Co. Bolu si era. riservato di mandarmi. Nei termini i.n cui sono le cose, non mi conviene di rinovarglit:ne piU la domanda. Premendomi però di aver completo il g iornale, che ora cessa, bramt rei ch'ella volesse a cquistarmi al miglior prezzo che Le riuscirà, i fascicoli · mancant i, che sono i N. 6. B. 9. IO. IZ del primo anno, cioè le mesate di Giugno, Agosto, ,Settembre, Ottobre e D tccmbre del 1838. Spero, che, terminando il giornale · e trattandosi di fascicoli vecchi, ,E lla potrà avere un ribasso, e in ogn i modo rimetto a Lei di pagarli fimo a tre fiorini . .Le dico questo, perchè a ' sei ·fiorini mi i: qui offt"rta l'intera annata, e quindi mi pare che tre fiorini per ci n<7u e fasci­ coli sia prt"zzo conveniente. I l Sig. Berti s'incarica di portarme.li e pagherii. a Lei il 1irezzo d'acquisto che, nel darg li i fascicoli, gli vorrà indicare. Scusi il disturbo che sono costretto a recarLe, perchè, non conoscendo come debba intendersi il contegno con me del S. Conte Balza.. mi e forza. astenermi dal rivolgermi a lui. )fi comandi Ella pure con tutta liberti t intanto mi scriva de' suoi utili studi. ~fia moglie La riverisce, io la saluto di cuore e con vera stima me Le dichiaro

    Suo AH.mo Obb.mo r. Z:tjotti

    P.S. Il S. Conte continua a manda rmi i fascicoli che escono; quindi tanto meno so ca­ pirne nulla: gentilt:zza e silenzio! !

    Ecco la risposta del Gar a questa lettera:

    Ottimo Sig.r Consigliere Vienna il ~ Ap rile 1841 La r ingrazio vivamente di avermi fatto conoscere il S ig.r Berti di cui intesi più volte parlare in patria con tanta stima. lo gli offersi in tutto che g li piacesse l'opera mia.; m.a fat~lmente le circostanze si opposero al mio buon volere: che entrambi partiamo di qui domani, egh per la sua Venezia, io per Modena col mio Superi~e il .quale accompagna. !',Imperatrice. LETTEHE DI GAZZOLETTI A MAFFEI 431 ------~------_:__

    Egli le recherà i fascicoli indicatimi della Rivista, che il Redattore istesso, mortifi cato della propria sua trascuraggine, e desi deroso ch'Ella lo riprenda in grazia, si fa un dovere d'inviarle per mezzo mio. Conoscendo la massima stima ch'egli ha sempre ,nutrito per Lei, credetti uffic.io di leale amico il fari

    Del Gar, fra le carte Zaiotti-Vida Covi, si conservano ancora due lettere a Caterina Zaiotti e una a Paride, e cinque componimenti poetici. La seguente lettera è _u n'altra prova dell'assidua partecipazione del G. alle serate in casa Z.:

    Consigliere gentil issimo. Sono diventato una vera carogna . Da cinque o sei giorni mi prese un riscaldo di gola; che mi tiene a letto i tre quarti del g iorno - nè quiete nè medicine valgono a sbarazzarmene. Vi presento poche novità letterarie che presenterete questa sera coi miei omaggi in casa. Zaiotti. Appena la slagione. umida e s1>o rca cominderà ad abbonacciarsi, ed il medico mi per­ metterà di uscire di notte, ripiglierò le mie visite. Intanto provvederò al nuovo quartiere. Divertitevi anche per me che non ho ancora veduto il corso. Raccomandatemi a tutti, e voi pure abbiatemi per raccomandato. Dallo studio or ora. Tutto vostro Gazzoletti lllmo. Sig.r / Scipione de' Sighele / S. P. R. M.

    Di particolare interesse sono le lettere che seguono (Trìeste - Collezione Zaiotti-Vida Covi) perchè ci danno la notizia che lo Zaiotti, trasferito a Trieste, ottenne per Nicolò De Rin la nomina a maestro privato di diritto, e fu così l'introduttore del primo, sia J).ur privato, inse­ gnamento universitario a Trieste.

    Pregiatissimo Sig. re ed ,Amico Risp_on do immediatamen te alla carissima sua J)er venutami in questo momento. Maestri privati in diritto qui non se ne ha, nè di molta, nè di poca dottrina. I pochi giovani che stu­ diano scienze escono di paese; e c_redo quasi, che 111emmeno in avvenire si vorrà cercare di oltenere professori privati nè di diritto nè d'altro. Recherò i suoi pregiati saluti e :al Gazzoletti, e al Terzaghi tosto ch'io ne li vegga. Al primo tornerà grato il sapere che la Piccarda venisse gradita anche a Lei; ed ·ogni di Lei riscontro su questo non potrà che giungag li desiderato. Così, e felicitandola in unione alla sua Siginora e a tutta la sua famiglia, sono e mi pregio di esserle T riest'e il 2o Giugno 1641 Dev.o Servo ed Amico A. Somma frnnca Franco col Vapore Al .Chiarissimo Sig.re f Sig.r Pa ride Zajotti / I m,p. R.o CC>nsigliere d'Ap1>eilo in Venezia. Bollo post.: Triest / 26 / Jun. j 1841 .. . Venezia / 2'7. Giu.

    Ili.mo Sig. Presidente. Mi lusinga in fi nitamente la conf?den za che !a S. V. mostra riporre nella mia servitù e nel mio buon volere . .J o stava appunto per risponderle che accettava il gentile invito: (ben inteso che non avrei voluto· udirmi parlare di interesse, dove il véro maestro del di Lei figlio sarebbe stata Ella. e ~lon io:) e già a veva disposto l'occorrente pt:r subire ,q ui un esame di Pedagogica necessano 432 ENRICO BROL allo scopo propostoci, quando da pod~ ore riscppi che la p.'.'tt'.:rna di Lei sollecitudine aveva interpellata altra pcrson.:t al medesimo fine, e che la scc:lta di questa era caduta già sopra un mio amico, che stimo assai. Non so a qmle segno siano giunte le trattative - ad ogni modo la mia accettazione non dee riuscirle importuna. Se gli im;Jegni f!:ià assunti chinmano un altro al posto che 1n S. V. rni oiferiva, io sarò lieto che, passando da Venezia a Triest e, Ella abbia a convincersi di venin: in un paese, dove molti sono che al pari di me venerano i di Lei meriti e si pregiano di ubbidirla: in ogni caso Ella faccia di me quel conto che farebbe del piu devoto tra 1 suoi servitori. Altro non mi resta ad aggiungere, ed intanto sono c,c"rto che sarà almeno aggrndita la mia buona volontà. Le gentili cose che la S. V. mi dice ds::' mi.ci poveri versi mi farebbero insuperbin:, se non riflettessi che o:;;ni anima colta e veramente cortese suole essere liberale, anzi prodiga, di lode: e che però io devo considerai-le come un conforto, non come un giudizio. Nullam:.:no Le sono gratissimo e Le giuro che in questo mio sentimento l'ambizione d'autore ha pochissima parte. Ricordi in grazia la mia servitù alla coltissima sua Dama, alle 5ignorine ed al figlio, e faccia presente alla prima ch'io non ho dimenticato, ma che ho anzi approntato di che pagare il mio debito al suo bellissimo album. E così, pieno di gratitudine, - di ammirazione, Le bacio la ma.no. Della S. V. 111.ma Ubb. Obb. Dev. Servo Trieste, 19 l\Iarzo 1842 Antonio Gazzoletti

    Ornatissimo Signore! Trieste il 21 Marzo 1842 Quando io, giunto a Trieste consegnai la pregiata sua lettera a Gazzoletti - questi mostrò sulle prime un po' di difficbltà, ma poi s'arrese nel desidt,rio di compiacere a V. S. - Più tardi - il dì appresso ,trovatomi col Cons.e Terzaghi, seppi ch'esso avea già provveduto un Pr. Pri­ vato pel di lei figlio, e che la persona a tal'uopo scelta era il Dr. de Rin. M'avvidi che la. lettera del Cons.e a Lei diretta e portante questa notizia, non doveva esserle giunta quando ebbi quella per l'altro - e che V. S. vedendosi senz-a r-iscontri, in proposito tenne per inutili le sollecitudini del Sig.r Ternghi, quando m'incaricò di favellarne al Gazzoletti. Ma questo non fa. Meglio così che ve ne ha due e eh.: c'è da sciegliere. Ho avvertito il Gazzoletti. E -questi, come esso JJUre Le avrà risposto - mi disse che l'incarico sebbene onorevole lo avrebbe posto in qualche imbarazzo, stante alcune sue speciali circostanze - e che cadendo sovr'altri la scelta - non per questo se ne dorrebbe: contento in qualunque guisa, quando V. S. si trovi contento. Il Dr. de Rin è un bravo e buon giovine - e ha l'indole e le abitudini dell'Istruttore. ·se mi fosse caduto in mente a Venezia io med-:simo gliel'avrei suggerito. Ora sta a lei scegliere chi le piace e far che meglio le aggrada. Per me piacere che anche su tal soggetto Trieste le possà. offrir più di quanto abbiso- gna - e

    Cariss.o Amico! Senza una speciale Grazia Vice-Reale, che Voi potete impetrare, non vedo come altrimenti si possa conciliare la Vostra domanda. Gli esami degli studenti dt:vono farsi prt:sso quella Università, dove si trovano iscritti. Una grazia consimile fu di recente accordata a certo C.te Melzi di Milàmo, il quale si farii LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFFEI ------433

    iscrivere a Padova come privatista. studiando però a Vienna sotto b. direzione di qualche Maestro approvato di col à. Ebbi il dccrLtO Vicereale, ed attendo, che mi l)er vengano j docu­ menti voluti per la iscr izio11_e. R:ne calcolata la cosa, si ·conosce, che il metodo così accordato non corrisponde altrimenti a qudlo del Regolamento, ma la grazia Vicereale basta per conci­ liare qu~li;;iisi irregolarità. Desidero, che possiate Voi pure esserne favorito a maggiore vostra tr-a.nquillità, e premessi i miei doveri e quelli della Nanni in famiglia.., sono in frettissima il P adova li 5 CJb re lf:1'12 yostro AH.mo Alnico G. Menghini Unisco g: li AttE-stati de.I Vostro bravissimo Paride, cui farete i miei cordiali saluti.

    Venezia 16 9bre 1842 Pregiatissimo Amico

    Per · mettere pienam~nte in a rdi.ne l'affare d i mio figlio, mi occorre di avere la di Lei dichiarnzione d'essere pronto ad istruirlo. La prego quindi di volermela sollecitamente sp::dire concei1ita nd senso, che ella di chiari d'essere pronto ad istruire mio figlin Pnride nelle materie, che s'insegnano a Padova nell'Università pel terzo anno di legge, cioè nel diritto civile, nel diritto comnierciale, e nella legge di Finanza. La dichiarazione dev'essere estesa nella prescritta carta di bollo, ed Ella mettendo la data del luogo, mese, ed anno, lascierà in bianco .quella del giorno, a!finchè io possa m.:tteme una posteriore a quel la in cui le sarà r ilasciato dal Governo di Gratz il d: lei decreto di abilitazione, decreto, che, giusta gli avvisi ora a-vuti non soffre difficoltà, e che per quanto mi si scrive, emanerà appunto in data d'oggi. La firma porterà, che Ella è autorizzata a ll 'in segnamento privato, cioè sarà fatto, quale maestro privato di diritto, non pokndo già b dichiarazione servire, se non quando mi sia già pervenuto da Gratz il rela­ tivo decreto. Spero, che le cose vadano bene per Padova, ma non le posso dire, -quanti passi abbia dov\t to fare, Scrivo in tutta fretta, quindi non mi resta; che di pregarla a riverirmi il nostro bravo . (illeggibile), e credermi quale con vera st ima me Le professo Il suo Obbl.mo Zajotti

    P .S. Consegni la dichiarazionè _al Cons.e Sighele, che me la farà avere col canale -del­ l'Appell o Veneto. All'lll.mo S.re f il Nob. S.r D.re Nicolò De Rin / ricapito f presso il Nob. S. Cons. de Si- ghelt! / Trieste. ·

    In una lettera del 23 novembre 1842, interessante per la vivacità e per l'argomento, Giuseppe Locatdli parla anche della questione dell'istruzione dd ,figlio che tanto stava a cuore allo Z. -.Ed 0ra perchè . non credeste, ch'io pure mi pigliassi con una -certa pace le raccomanda­ zioni dc' miei amici, e de' miei amici più onorevoli, voglio che sappiate che la vostra lettera del 17. mi fu ri-ca pitata dallo Stirglitz sola.mmte il 21. alle 10. della sera, onde non mi a.ccagio­ na.te del ritardo. Io nou posi un i:.olo giorno in mezzo, e mi recai subito dal Greg, .da c.ui non ebbi per.\ se non che S. A. non aveva ancora risposto alla vostra supplica. Se non che e' mi parve avviso, che tutto non mi di cesse e mi tenesse qualcosa nascosto; onde, informatomi da altra parte, ritrassi apptmto che ieri medesimo fu portato in consiglio il vostro ricorso, m_a. che il governo per le solite generose paure temette di prendere sopra di sè- nessuna risoluzione, e si deliberò di sol-leci tare soltanto Q\lella dd Vicerè sulla prima vostra domanda,. E' così in un'altra, senza data, ma di quei giorni, dà allo Z. la notizia della grazia. otten\lta.

    Pregiatis.o e Caro Amico In punto eh:! sono le quattro il Consigliere Gregorett·i viene ad a.v~e~irm i,_ che S., A. ha risoluto di permettervi, che Vostro fi glio possa studiare sotto il Prof. Dorm (sic), com era la prima vostra domanda . 434------EN-RICO-- BROL------Non ho tempo nè di rispondere alla car issima vost ra del 29, nè di andare in cerca di Stieglitz, perchè temo di perdère l'ord!nario, e credo ch e vi farà piacere sapere quaCJ t0 più presto la ~uova. Riveritemi le Signore, porgete loro i più sinceri a i1 gurii pel nuov'anno, e credetemi Tuuo vostro T. Locatelli

    Al molto illustre Signore / 11 Sigr. D .re Paride Za jotti / il. R. Presidente etc. I Tr.iesh::

    L'insegnamento del De Rin doveva essere efJicace se lo Zaiotti gli mandava dei doni:

    Egregio Amico La Giurisprudem:a dello Zini, che in questo punto mi arriva, contiene una raccolta di quei casi pratici, che ad esercitare il criterio del mio Paride E lla trasceglie con tanto senno ed amore. A diminuirle quindi, quanto si può la briga e la difficoltà di una simile scelta, mi pregio d'inviarglielo, e beuchè tcnuissima cosa. La prego di volerla sotto q uest'unico aspetto aggradire i,nsieme alle espre%ioni del la mia più viva riconoscenza, e della più cordiale e sincera mia stima. D i casa il 16 1:faggio 1843 Il suo Aff ez.mo Obbl.mo ami-co Paride Zajotti All'Egregio S.re / il Nobile S.r D.re Nicolò dc Rin / S. R. M.

    Egregio Amico

    E cco il profugo Merlin, che viene a domandarle un asilo. l o come impiçg·ato di ,Sua Maestà non poteva accoglit:re il colpevole regicida, ma Eila non gli fa rà mal viso, me Le ra.c­ coma.ndo di cuort: assieme a l mio Paridino, mettendo quest'ultimo dura nte la br1;: ve mia assenza sotto la paterna di Lei autorità. Con che L a prego di crcd-: r e, che le tante e sì assidue e amo­ revoli di Lei cure saranno per sempre incancellabili nd cuore Di casa il primo Agosto 184J del suo a ffz.mo obbli.mo amico Paride Zajotti

    All'Ill.mo S.e / il Nobile Sr. Dr. Nicol6 Dt::: Rin / in / S. R. M.

    E cco l'invito ufficiale agli f:sami : N. 731. Marca da bollo da 15 kr. Trieste Al S.r D.r D e Rin Maestro privato di legge

    La prevengo, S.r Maestro privato, che gli esami finali degli Studenti privatisti avranno luogo nei giorni seguenti: 1. Quelli del primo e.orso di legge nel g.no •l. del prossimo 7bre alle ore 8 e seguenti di mattina; 2. Quelli del secondo corso nel g.no 2 del prossimo 7bre alle ore a e seguenti come sopra; 3. Quelli del terio corso nel g.no .Jl. Ml corr. Agosto alle ore s e seguent i come sopra; fin almente 4. Quelli del quarto corso nel g.no 4. del prossi'mo 7bre alle ore 8 e seguenti come sonra. Ella viene quindi invitato di presentarsi nei sud.ti g .ni ed ore unitamoote agli Studenti aUidati alta di Lei istruzione. Il Direttore Menghini Retro: N. 731. R. U niversità di Padova Al S. D r. De Rin l\faestro privato / di Legge / in / Trieste / d'Uff. Bollo post.: Padova / 18. Ago.o / .... / Triest / .2 1. / :Aug. / 1843. LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFFEI 43 5

    N .o 560 Al Signor Dr. De Rin .Maestro Privato di J~ egge in Trieste Gli esami degli Studenti privat isti di Legge pc! primo Semestre avranno luogo nei g iorni ore e coll'ordine seguenti. ' . Qu_elli d_i Statistica per gli Studenti che ri cev ono l'insegnamen!·o in Venezia nel giorno 12., e per gh altri che lo r icevono in Verona e Viconza nel giorno IJ. del mese prossimo di Ap rile alle ore IO . a ntime ridiane precise. Quelli di Scienze politiche per gli Studenti che ri cevono l'insegnamento in Verona e Vi­ cenza nel giorno 12. e per gli altri, cht lo ricevono in Venezia e T rieste nel giorno 13. del mese suddetto di Aprile nelle ore immediatamente successive a quelli di Statistica. Finalmente quelli di Diritto Mercantile Cambiario e Marittimo nel giorno 15, suddetto Aprile pure a ll e ore IO, antim eridiane. S'invita quiodi il Sr. Maestro a presentarsi a ,q uesta Università insieme ai propri Alunni nei giorni e nelle ore sopra indicate. Il r. Direttore Menghini

    560 / R . U niversità di Padova Al Sg . D e Rin D ottore / e Maestro privato di Legge / T rieste / d'Uff. Bollo post.: Padova f 31 Mar.o / ... T riest / 3. Apr. / 1844 .

    E Paridino sapeva approfittare dell'insegnamento, come lo dimostra la seguente lettera di P. Z. alla figlia Eloisa:

    Carissime 31 Agosto 1843 / Padova. Appena ima riga per dirvi, che il Paridino acquistò negli esami tutte eminen ze anche in questo semestre, avendo egli fatti i migliori esami, che mai. Egli vi saluta e vi bacia. Spel"O che la T onina sarà giunta felicemente. Salutatela di tutto cuo re coll'ottimo zio, e colla Nonna. Spero, che presto c i rivedremo, intanto vi mando con miUe baci la mia henedizione. Rin~ g raziate gli zi i del loro amore e portatevi bene. Scrivetemi subito a Trieste, ove conto di essere Sabato manina. Della mamma non ho per anca notizie, ma credo ch e continui a rimettersi. Sa.lttt!, baci, benedizioni cc, ec. Affez. padre

    All'ornatissima Sig nora / la S.a Eloisa Zajotti / Trellto / da consegnarsi al S. Giuseppe Pergmann. Bollo post .: . ... Trient / 2 Sep. /

    'I l 6 novembre 1848, sarà proprio Nicolò Derin, il quale, dopo che la Commissione muni­ cipale, eletta tra il Jl marzo e il 6 aprile, aveva chiesto al governo, alla fine d'ottobre, l'istitu­ zione di scuole d ementar i italiane e di un ginnasio italia no, dovuti alla nazionalilà italian a. di Trieste, farà accettare dalla stessa Commissiom• «la sua proposta per l'istituzione di una prov­ v.i.soria facoltà politico~legale italiana, che doveva essere la prima tappa verso la fondazione d'un 'universit à comp l e t a ►• (Cfr. Tamaro, Roma, Stock, MCMXXIV, Vol. II, pg. 376).

    ~•epistola burlesca in sestine, e la sciarada completano i _documenti di Trieste sulle rela­ zioni fra il G. e lo Z.

    Ili.mo Sig.r P residente, Tra codici, pa ragra fi e proctssi Avra.n no uncti ci sillabe e la rima, Colgo un bricciol di tempo e faccio versi. E tanto basta. Or, pe r venire a noi, Versi? - Sig nÒr sì - son versi anch'est-; i Presidente gentil, sappiate in prima Out::' visi ch e si fa n brutti a vedersi Che,

    Il caro Professor ride e sgambetta, Eccovi in corto di tri~ti novell e Cascamento di dame e vagheggino, Del picciol mon0l trona, A noi non pensa, e quando per la via O quella ben difesa ed incartata C'incontra, un schiavo in fretta· e- corre via. Che vi mando da Sighele stampata, I consiglieri Sighele e Terzaghi E udrete d:i. lor la grande istoria Hanno dimesso affatto il buon umore: Della guerra civil che ne minaccia, Proprio a' sorbetti non si tengon paghi, Non per oHeso popolo o per boria Han fitto ne' scaffali e mente e core. D i tal che altera troppo erga la faccia, La sera si ritiran come topi, :tvfa pcrcbè all 'Impn:nsaro (uditt bene) Bacian la moglie, e dan la pappa a' popj. La prima virtuosa non convic: ne. Di Berenìni chè sia non saprei dire, Lugnani affila il rugginoso brando So che da un pezzo anch'ei non è più nostro. Che il ka superbo .'.!gl i occhi arciducali, Forse è adesso occupato in costruire Da..l le l\Itm.:i.ri il vostro io vò cercando, Pel vostro arrivo una Sciarada-mostro, PosciacchC, a vero di r, noi siam du..: tali O forse ancor di santo zdo ar dente Che l}er amarci abbiam le rag-ìo n prime, Dà la caceia ai moscon d.:lla servente. Ei la crema insultata, io le mie rime. Io, guanto a me, l'antico carro e lento E udrc=te pur, come dal secco ramo Trascino, e a dolei e replicate botte Ch'era in nanzi per voi così fecondo, Inculco agli speziali un argomento. Testè spiccata una sciarada abbi.imo, Poi, quando vien la bt nedetta notte, Ed è " Da umi! primier sorse il secondo A' frastuoni del mondo apro l'orecchia E salì a tal, che accolse nell'iHlero (B.:n inteso, lontan da città Yecchia!) L'umJ.na rncnte che pili ti..:n del v..;ro» . Dove lascio il neofito Nasone, Del resto, il fatal quindi,ci per ccmo, Ch'ho toccato per grazia il dì de' Santi? Confe rmato pur ora in sugli stabili, Se dolor noi trattiene o indigestione, E bora e pio

    Chiarissimo Sig.r Presidente

    L'uno ha va\or molteplice nel moto e .nello stato E saria l'a.lt ro un numero, se fosse accompagnato: , 11 tuzo anc~'èsso novera e va seguendo i tempi, Mentre l'it1tero trovasi fra i disperati ed empi. * In-cen-diario *V.g. Cencinquanta - ce1:-quaranta . censettanta. ccc, Che ne sembra a Lei? Ci sarà molto da dire. Dallo studio or ora. Di VS. Il\. Ubb. D i: votiss. Servo Gazzoletti All'lll.mo Sig , Presidente / Dr. Paride de' Zaiotti / S.P.R.M. LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFFEI 437

    I versi nuziali che seguono dimostrano il perdurare dell'amicizia del G. per la famiglia Zaiotti. (Autografi Zaiotti-Vida Covi), Anzi tutto la canzone scritta in collaborazione con Scipione Sighele per le nozze di Bice Zaiotti con Giuseppe Sandrinelli; notevole specialmente per l'elogio a Paride Zaiotti, contenuto nel commiato. Dei due sonetti del G. r,er le nozze delle due figlie dello Z., quello a Bice è certo il più bello e rende il carattere dt.lla bellissima e intelligentissima fanciulla.

    AL Dr. GIUSEPPE SANDRINELLI NOVELLO SPOSO

    Quando il cenrno di Dio lanciò nel vuoto la materia prima, Dall'increata idea Colla forte parola Amor movea. Amore è forza è luce è movimento Che tutto lega illumina e governa Dall'ocean sonante al rio che geme, Dal maggior astro al fiore, Inno di gioia, inno di vita è Amore.

    Sol degli umani in seno Ora te, amico, attende ,L'et:rno ordin si frange e amor diventa L'inghirlandato altare, e a piè dell'ara Bestemmia e morte! Epperò aggiunse Iddio Una donzdla pudibonda e cara. Celeste foco al libero volere, Dal dì che prima la ved:stì e tutta Onde discese a nui L'anima generosa a te s'apria, Un amor santo e benedetto in Lui. Nel cor segreto la dicesti tua. E fur nozze e connubi! e questo amore Pari sentire e forte a lei t'unia Iri Dio sicuro è la più dolce e g.rata E non cieco capriccio e non superbo Corda, che Ml suon da ogni altro suon diverso Calcolo o vile, ma ragione e fede Vibri nell'armonia dell'universo. Strinsero il nodo ed allumar le tede.

    Bello viver tranquilli e i•n operosa Di quai casti diletti Solitudine i giorni, Schiuso ti veggo in terra un paradiso! Altamente chiedendo e alla natura Ti desterà coll'alba La gioia del pensiero intima e pt1ra! Della tua donna il candido sorriso, Ma bello ancor,

    Canzone. or più non v,ive Quel fior d'ogni virtù ch'io tanto ama.i, Quella mente che Italia ha posto in cima Delle stie glorie che pur sono assai. S'egli ancor fosse e non t'avesse a sdegno, Potresti lieta uscir tra le persone, !vlia- povera canzone. Scipione Sighele Antonio Gazzoletti

    A' 6 agosto J.s,tS. 438 ENRICO BR0L

    NEL LIETO GIORNO m-:LLI~ NOZZE DE RIN - ZAJOTTI - SANDRINELLI - ZAJOTTI A, G AZZOLETTI OFFERIVA CANDIDAM ENTE QUESTI POCHI VERSI A CATERINA MADRE DELLE SPCìSE MODELLO DELLE MAORI 1845 ELOISA BICE Come di cigno, ch'entro sponda amena Invan tantj, o fe r ita aquila, il duolo Solchi cantando i cristallini umori, Vincer del dardo e batti l'ale e spieghi; Fu la tua vita un passeggiar tra i fiori, Invan l'acuto sguardo al suol tu nieghi, F iore tu stessa di virtù serena; Forza di te maggior t'avvince al suolo. E or che legge soave t'incatena Oh, se il poter che ti sorresse a volo A novelle speranze e a ~avi amori, Sui novelli destin rifletti e pieghi, Or che rapita al tuo s ilenzio, fuori Sè a' nuovi affetti t'abbandoni e leghi Esci del mondo in sulla maga scena, Con .quel disio, con cui mirasti al polo; E intravedi nel cor navi e beati Se le bollenti fantasie vivaci, Sagrifizi d'affetto, e seguir puoi Se i desiri ineffabili, infiniti La cara voce che con sè ti chiama, Fondi in virtù d'affetto e in casti baci; Doni una lagrimetta a' dì passati, Chi più d i lui, chi più di lui fe lice Ma all'avvenir trasvoli. Agli occhi tuoi Ch'ha i tuoi pensieri di lassù rapiti? I vi più splende il giorno ove più s'ama! Chi più beata di te stessa, o Bice ? (Su foglio d'occasione) . I. P apsch e ,C. Tipografi del Lloyd Austr. Dalle lettere di Enrico Stieglitz (colle1.ione Zaiotti) e dalla tradizione ancora vivente nella famiglia, risulta che realmente l'Eloisa era chiamata dagli amici •il cigno, , e la Bice cl'aquila.1, Scipione Sighele, n . ad Innsbruck nel 1804, di famiglia di Nago, e m. nel -1888, giurecon­ sulto di grido e senatore del Regno, conobbe lo Z. nel gen111aio 164 2, quando dal tribunale di Rovigno d'Istria fu trasfe rito a quello di Trieste. A Rovigno gli era nato il ,figJ.io .Gualtiero (m. n el 1905), anche lui giureconsulto e magistrato, e padre di Scipio (l83!H913). Di Scipione Sig bele e della moglie di lui, Anna Maria Balista, si conservano a Trieste fra le carte Zaiotti•De Rin alctme lettere che va,nno dal 1843 ali 1871; e i due componimenti in versi seguenti:

    BRINDISI detto il giorno 8 giugno -1842, in occasione che gli officia li dei due Tr.ibunali di T r ieste festeg• giavano l'anniversario del Presidente del Tribunale civico provinciale D r. Paride Zaiotti. Quando aHum invenient paremf Hor.

    F idi amici, che sedete Tra le fole e tra i bicchieri Festeggiando a me dintorno, Qui letizia ha la sua sede, L a memoria d'un tal giorno Quivi regna m utua fede, Desta ognor in me sarà. Qui dd cor la libertà;

    Per voi soli al viver mio Qui a ciascun in volto brilla Ride am::or la sorte avara: D'artifizio l'alma ignara: Quanto è dolce, quanto è cara Quanto è dolce, quanto è cara L'allegria dell'amistà. L'allegria dell'a mistà! LETTERE DI GAZZOLETTJ A MAFFEI 439

    Non nel crocchio ove la bella Ed allor sereni giorni D i v ii la ude si compiace, Sorte ancora a noi prepara : Ove il critico mordace Quant'è dolce, quant'è cara Per fe rirti a l varco sta; L'allegria deU'amistà! Ma di fi di in un drappello Su colmate i vostri nappi Qui soltarnto appien s'impara Di Lieo col dolce dono Quant'è dolce, quant'è cara E ci lasci in abbandono ,L'allegria dell'amistà. Chi la pace in cor non ha. O diletti, che festosi Ed uniti in lieto coro Il mio ,fi anco circondate, Esclamate meco a gara : Riderò, se voi mi amate, Viva Paride, e la cara -Del destino e ddl'età. Allegria dell'amistà! E la debile mia cetra E innalziamo un lieto brindisi Suonerà. pe r voi più chiara, Anche a Piero il giusto, il buono Quant'è dolce, quant'è cara Di cui pure è merto e dono L'allegria dell'amistà. Quest'onesta il arità. s ·e alla fervida, concorde Viva Piero e viva Paride Nostra prece Iddio consente, Coppia eletta, coppia rara. L'invidiato Presidente E con lor viva la cara Involarci non vorrà. Allegria dell'amistà! Una nota. autografa di Paride Zaiotti attribuisce il Brindisi a ,Scipione Sighele.

    AL D.R NICOLO' DE RIN NOVELLO SPOSO.

    Oh! la fu rtiva lagrima che bagna Quando dell'lstro alla gelata srona Il ciglio della vergine amorosa, Colla madre movea l'inclita Bice, Che lieto adduci a' lari tuoi compagna, E sola qui restava e gemebonda Temente e desiosa, E loisa infelice, La Jagrima .che amor di fig lia elice Chi allor credeva che repente Amore Dalla bruna pupill a, oh com'è cara! T'avria ferito delle sue -quadrell a, Nel pianto della vergine felice E Imene avvinto l'amoroso core La sua virtù s'impara. D'inso!ubili anella! Ma con un bacio tergero.: quel pianto, Amor vita del mondo! E l'inclemente Al sorr iso tornar la benedetta Che di vergine onesta le giulive E irrider dell a po\ve a lei d'ac,canto Sembianze osserva e passa e in cor non sente, L'insulto e Ia vendetta; Alla virtù non vive. Posar la testa sul suo core, i moti Amor vita del mondo! A te la fida C ontarne tutti e palpitar con ella. Donna prepari un avvenir giocondo, Fel ice a mico! Alfi n sorge a ' tuoi voti E scherzosa progenie a te sorrida : Una propizia stella. • Amor vita del mondo!)> 6 agosto .J-845 Scipione Sighel>!

    Per i Sighele, cfr.: Giovanni Pedf'otti, Una famiglia d~ patrioti trentini, in «La Lom­ bardia nel Risorgimento italiano~, Milano 1932, n. di gennaio. 8) Attilio Hortis (in Le Yiunioni degli. Scienziati llol. prima delle guerre dell'ind., G ttà di Castello, Leonardo da V inci, 1922, p. 166---67), dopo aver parlato della gratitudine, dovuta da Trieste al Dall'Ongaro, dice: ~Nt i congressi il D. O. mise in luce e ad ll:sempio le istitu1. ioni triestine, le scuole tecni che, le colonie agricole, le scuolt agrarie, i.I r imboschimento, e, avendo augurato si fondassero scuole per il maneggio delle macchine a vapore, potè citare il fatto che in Trieste «nnsuno veniva ammesso senza essere stato esaminato dall'Accademia· Nautica,. Degne HO E NRICO BROL

    di essere lett~ le sue rt b.zioni dei congressi, pubblicat e nell e Letture di Famiglia, nell'Osserva­ tore Triestino, nella Favilla; ove tratta delle riforme dd s istema penitenziario degl i asili d'in­ fanzia, ddla cooperazione delle donne di Trieste e di altre città d'Italia a sollevare la indig~nza,. E qui giovi ri portare .la rela zione della dis cussione dd 25 si:::t tembrc ( IJia rio / della sesta rìirnìonc j degli sciniziati italiani / convocati in lvliltm o / nel settembre 1844 f Tipogra fi a Pirola), N. 12, pag. 3: ~s ezione di t\gronom ia e Tecnologia: L 'Abate Ba ruf.fi raccomanda l'istituzione di nuove scuole destinate ad amm.i estrare gli a rtefici add.::tti al servizio cld le macchine a va­ pore. Oall'Ongaro E'. Sagredo ricord:mo che scuole simili esistono già a Trieste e a Venaia. Il sig. Dall'Ongaro rende conto della nuO\'a istituzione di una scuola pratica d'artì e mestieri stata aperta a Trieste dal :Municipio, e di una nuO\'a col onia agricola stata pure in quest'anno attivata pn·sso T r it'ste per educare ncll 'agricoltu~a t,1tt i i g;i0vJ.netti raccolti nelle case di ri­ covero, Di quest'ultima istitu:d one, nuova ancora pe r l'Italia, egli fa conoscere i vantaggi che se ne possono sperare per conserva rla nell 'attuale sua condizione agricola•. E n!è"gl i ATT I della Sesta rimiione . Notevole un'altr a notizia della FAM A (4 ma rzo 1844, N. 19): «Leggesi nella Rivi.sta Eu­ ropea essersi pro;Josto dalla Nobile Società del Casin o l'incaric o di dtttare i.ma Cantata in oc­ casione del Congresso Sci:c-:nt. che si terrà in quest'an no ìn Milano, a Felice Romani in Torino; :noì· possiam o però assicu rare che cosiffatìt! pratiche furono invece dirette al cav, Andrea Maffei, il rinomato traduttore di Schiller ed egregio poeta, il .quale col (sic) ieri (1 marzo)_ accettò quell'onorifico incarico. Vuolsi che venga musicata dal maestro Verdi; ma ciò non d'amo per assoluto, }.filano 2 marzo~. - Non p_are che la cantata sia stata scritta. Ce rto non fu eseguita. I documlé"nti che si:g,iono conservati nella Comunale di Trento (N, 2714) , illustra no l'ami­ cizia del G, col D. O. I nteressante, am:itutto la lettera dello Zaiotti, pt.rchè accenna al Dall'Onga.ro, al S omma, al Val ussi, e tt:stimonia l'amiciria fra il geniale poeta verna colo e il G.

    Caro GaT.Zoletti Udine, 29 Ag.0 1845 So che il r adre di D all'Ongaro fu da poc hi g,iorni minacciato di apopless ia. e so che fu recuperato. Nulla meno m'interessa di avere nuove e sicure notizie. Se scrivessi a Francesco LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFFE! 441

    ~D~ll'O'ngar~) 0 a Pacifi co (Valu.ssi) non avrei ri scontro sicuramente, per.ché essi hanno meco ti sistema d1 non rispondere mai alle mie lettere, sieno pur essi congiunti. T u .dunque _mi t~anq11i_lliz~a, e fa un uffizio per me e per Je mie donne a que lla famiglia, verso cm ho debito di grat,t udm e per le gentilezze da ultimo n.ic evute. Io non istò bene; e la mia ipocondria ed i miei giuochi nervosi proseguono. Fu.i costà in luJ<: lio; vol eva ba ciarti, abbracciarti; eri assente, e mi spiac-q ue. U dine 29 Ag,0 845 Addio _ Ama il tuo aff. Ami-ca P . Zorutti P.S. Sal uti a Somma

    Al .Chiarissimo Sig nore / Sig.r Dr. Anton io Gazzoletti / Avvocato / Trieste.

    Del Dall'Ongaro, fra J.e "Carte di Trento non è conservato che questo bigl~etto, e la cantata che segue:

    Caro Tonele, Ti scrivo dal letto, che guardo da tre giorni e lascerò oggi convalescente. s~ tu non hai impegni, mi faresti gratissima c0a a voler dividere oggi stesso la mia dieta. E vorrt:i oggi perchè ho intom o a rn e tutta la mia famiglia, allegrezza ch'io non ebbi da pa~ reochi anni. E farai di portar teca qualche tuo nuovo verso da leggermi, se nuovi ne hai fatti. S.: vieni, t'aspettiamo alle tre; se oggi non puoi, ,q uan.do più ti giovi, gioverà semj)re al tuo Dall'Ongaro Ora • Lunedì

    Al D. A: G azzoletti / S. P. M.

    Coro / P l!r l'Onomastico dell'Egregio -Poeta e Avv ocato / Dottor Antonio Gazioletti / espressa1m:nte composto dal maestro Giusep11e Bornaccini / Poesia del Signor Dall'Ongaro / da eseguirsi per la prima volta in casa Garavirni / la sera del ,JJ Giugno -1845. /

    Su carta da musica; con note. Copia i.n be1la e accur~ta calligra.fia, destinata, si capisce, al festeggiato. Di doppia laurea cinto le chiome Mille ti .fiocchino liti e legati Oh Gazzoletti viva il tuo nome, Evviva il Principe degli Avvocati. Serbati sempre di buon umor. D enari in tasca, piaceri in cuor, Viva il Poeta. Viva il Dottor. Viva il Poeta. Viva il Dottor. (N. 2708 della C . di T.).

    0) Anche ne1la brevissima autobiogra,fia (nel voi, • Autobiogr. aut ografe di ili. ital. di questo scc.•, pubblicate da Diamillo MUUer, (Torino, Pomba, 185:3; 1>ag. 164), il G. afferma d'aver potuto scrivere sofo nei ritagli di tempo: «Dopo i primi esperimenti scolastici, disse addio alle Muse per tutto il tempo dato agli studi fil osofici e g1uridi.ci : il ritorno dalla Germania in Italia valse a riscuotere l'addormentata fa ntas ia. Ripigliati gli studi h:tterari, scrisse aa ial tervall i. aJ)l>rofittando dc' brevi ritagli di tempo, permessigli dalle più severe occupa zioni: scrisse, senza troppo servire nè a scuole, nè a principii, così comi! il cuore· dettava, ed ebbe anche il coraggio di stampar{;>. Non pare inut ile riprodurre l'unica pratica del G. avvocato, conserva~a in minuta fra. Je carte di Trento (N. 2708); a nche perchè v_i si parla della celebre danzatrice Tagli oni e

    Gentiiissima Sig.a Maria Taglioni, Valga questa nostra, rilasciatavi ne lla nostra .qualità di Procuratori e rappresentanti t anto della Ca.sa Gianonc di Torino in generale, ,quanto in ispecialità. di questa impn:sa del Teatro Grande di T ric~te, per avvertirvi, che in ql1esto medesimo giorno non possedente {sic) contante 442 ENRICO BROL baste,· ole per pagarvi l'intero importo del vostro onorario, fis sato dalla scrittura d. d ..... in L. Aus. 15000, abbiamo per le residlle Aust. L. 9500, d i cui vi risultavamo ancora. debitori, ac­ cettato sopra vostra tratta ed all'ordine del Sig. P. Revoltella, che esboi;-sò il denaro, Z cambiali, l'una di Aust. L. ...., compresi gli i.nteressi del sei % a tutto il 15 Sbre p. v., e l'altra di Aust. L •.... a tutto il 15 9bre successivo, promettendov i ora ·per al\or

    Stimatiss. Signora Vi accuso il r icevimento della Vostra lettera d'odierna data e del sottotrascri-tto tenore, e confermandovì ecl accettando quanto in essa è contenuto, Vi dichiaro che, -col buon fine delle due cambiali in essa mentovate, tratte da me e da Voi accettate, io mi troverò intera mente 1> agata e t acitata d'ogni mio avere verso di Voi in dipendenza della scrittura . . . .. e delle rappre• sentazioni da me sostenute sulle scene di questo Teatro gr:mde di T rii.:stl'. Con perfetta stima.

    10) Il G. pubblicò quest 'edizione de' suoi versi n on a Milano, ma a Trieste: A . G., Poesie, Trieste, Favarger, 1846. 11) Francesco Cameroni, veneto di ,nascita, ma triesti no per il lungo soggiorno nella città, dove morì il 25 genn. 18/S, fondatore e dìrettore della •Strenna Triestina> . Alberto Boccardi lo defi nisce (i n T eatrn e Vita, Trieste, Balestra, 1905), un commediografo di bel nome, uno scrit• tore di ampia t:rudizione, un valentuomo esemplare. Giuseppe Stefani, in A·fiscella11ea Gazz olettiana ~Pro Cultura,, Trento, Scot()Tli e Vitti, 1912, pubblica a pagg. 21 4~2 17 quattro lettae del G. al Cameroni, la prima delle -quali accompagna dei vers i pér la Strenna Triestina. Il Tommaseo in un lungo a;ticolo dedicato alla «Strenna Triestina » dice testualmente: «La S. T. è delle meglio d'I talia: nè molti i libri miglior i•. Loda poi i lavori del Cameroni, del Somma, del \'alussi in essa pubblicati. (Cfr. N . Tommaseo, DizioM rio d'Estetica, III Ed. Milano, Perell i, 1860. T . Il, pag. 426 sg,). 12) Con la deputa zione a F rancoforte comincia la lotta del G. per il distacco del Trentino dalla confrderazione germanica e per l'unione a ll'Italia, dell a q uale lotta il poeta diventerà, nel 1856, la mente direttiva. Cfr. Pietro Pedro/li, L a Deputazione trenti,rn alfa Costituente di Frattcaforte. In cRivista d'Italia,_ Anno XX, Fase. X , 31 ott. 1917, pgg. 443-457. 13) Il primo sonetto è stampato a pag. 2'11, il secondo a pag . 231 delle Poesie del Le Mon• nier. F anno parte dei sonetti cln pr igione• , a proposito dei quali il ,G. dice (pag. 223, in nota): «Questi sonetti e parecchie altre coserelle poetiche, tr a le quali la Giulitta, composi o sbozzai ne' m e:s i di maggio, giugno e luglio 1849, prigioniero politico sotto processo militare_ nell e car­ ceri del fu chiostro, ora caserma di Sanmareo in Padova, . E cco le Yari;i nti dei due sonetti: a) Vim:gia; b' V~n te in doppia tenzon l'armi sabaude. e ) Mentr'Europa. d) Tra due ladri, Signor. e) martiri. lf) Nell a busta Z709 della C. di T. si conserva, benche mutila, la minuta della lettera al cugino Francesco Negri di Arco, in risposta a lettera. del 16 luglio '850 da Arco, che sollecita il giudizio del poeta su un'ottantina di sciolti «Versi ad Amalia~, uniti alla lettera. Da notarsi le idee estetiche del G., sempre più orientato verso i classici:

    Ca rissimo Cugino, Era mia intenzione dirti qualche cosa de' tuoi versi in occasione della seconda visita che farò a cotesta nostra patria verso la fi ne del corrente Luglio. Ma dappoichè ta nto ti preme udil"llle il mio giudizio, ti accennerò brevemente le impressioni che ne ritrassi, e valutale, se LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFFEI 443 vuoi, come d'uomo al tramonlo, che non sente pili la gra zia dell'amore con quella elasticità. di fi bra, con quel profumo di sentimento, con cui ella parla alla tua età. E' innegabile che da natura sortisti molte doti e bcÙe per ess"re poela: guarda però che la. strada, su cui ti sei posto, è falsa; è la strada che condusse a perdizione il gra1).àe ( questa parola J cancellata) nostro .Prati e tutti i suoi enfatici imitatori. Dà un'occhiata, per Dio, ai cap i d'opera dell'antichit8. che pervennero sino a noi attra­ verso a tanti secoli di barbarie e malgrado le estreme difficoltà de' tempi, e dimmi se ci trovi null a che somigli a questo tumido gergo di cui il giovine parnaso italiano ci empie adesso_ gli orecchi , lasciandoci vuoti l'intelletto ed il cuore? Guarda 83. nostri sommi da Dante in giù fino al Parini e al Monti, e fa stima che queste venerande barbe, maestri'" d'ogni moderna ci­ viltà, dovettero sentire il vero bello e conosl'erne le leggi meglio assai che ,non sentono o cono­ s-cono i nostri innovatori, i quali credono aver toccato l' apogeo dell'arte, quando sono pervenuti a unire insieme alcune frasi v'àporose e divenute oggim a.i di convenzione, e alcuni -concetti zoppi, falsi, intraducibil i, ma gonfi e tali da ii:nporre alla moltitudnle di sciocchi, di quegli sciocchi, che avanti 2000 anni or sono facevano .corona agli ·Empedocli dd buon Orazio, il quale ne ride così argutamente in sul fi ne dell'arte poetica. I n conclusione gli uomini del nostro secolo hanono il malvezzo cli saltare da un estremo a.ll'altro: in politica dal dispotismo alla repubblica, in poesia dal pancotto de' gesuiti a' mani­ caretti dell'Achillini. ,E tu tieni una via di mezzo, e .quando in avvenire ti porrai a scrivere versi, medita bene il soggetto, e poi svolg il o in modo che il tuo discorso ridotto in prosa buona, presenti un senso netto, una filatura di conce!'ti esatti come ti danno le ottave del Tasso e dell'Ariosto, o i sonetti di Mr. Francesco, se gli spogli della veste poetica. E .quanto alle vesti, studia, studia e poi studia - volgi e rivolgi i classici nostri, e tìen ft:rmo _c he .q uanto non esce da quella miniera è scoria, pura scoria. Il genio va bene, ma oltrt: al genio la poesia vuol arte e l'arte fa 1ica, L'espressione ·

    1 1) Cfr. il sonetto cAd Andrea Maffci> - {Mandandog1i il mio ritratto in fotografia) a pag. ~O delle e Poesie~ del Le Monnier. 1 6 ) La r isposta. e.l ei Maffei a quest'affettuosa lettera di condoglianza, per la morte di Vin­ cento Lutti è in data òi Riva, 6 apr. 1854 . (Cfr. il mio citato Carteggio G. M., a. pag. 37).

    17 ) Il sonetto, a pag. 17 delle «Poesie), porta il titolo: L'Artista cieco; . e la nota: t Assi­ stendo a un'accademia del celebre ciec.o da Panna, Giovanni VailatiL, Dalle varianti ~i ve de che il G. ha tenuto conto delle osservazioni dell'amico: a) La rac­ colgono i ciechi intera; b) Così men preso; c) talvolta; d) D 'a.ccento armonioso; e) cd il britanno. Hl) L1. lettera che segue (fra le pagine dello Zibaldone, N. 2712, di Trento) dimostra come il G., sempre tenuto d'occhio dalla polizia, dopo i fatti del '48-'49 ed il processo, sia stato, nel 1854, allontanato da Venezia:

    Venezia ,Ji 3/7 HJ56. Caro Toni Se anche solo tardo dopo la mia promessa ti scrivo, non voler già credere che io mi sia dimenticato dell a wa faccenda. Io mi informai e da.I Governo dì Città e fortezza e dalla _Dire­ zione di Polizia -e rilevai che il tuo allontana.mento fu soltanto momentaneo, e che quindi, se a ll'una od aU'al~ra delle dette Autorità altirnlnu:nte ,non emergesse che di contrario, non si ti 444 ENRICO BROL

    (sic) mov~r 1::b b.:: osto.colo qualor desiderasti· fe rmarti a Venezio.. Tuttavia per andare più sicuro, ti consiglio, dietro ritirate informazioni da persone che s:mno, di vokr r iv0lgertì alla Direzione di Poli:r.ia in Trii::stc, est)Ollcndol!! come tu nel 1854 fosti stato d ietro ordine dd\'I. R. Governo di Città e .fortczzà di Venezia esortato ad allontanarti da qu1csta Città, che cir costanze della tiia prof..:ssinne richicgono (sic) di sovente:, che tu venghi a Vcnczio., e clic perciò desideri sapue se quel mandato di allontanamt!nto 5\a stato valitar (!:ic) rier il momento in cui fu pro­ nunciato o s;:: continui tuttora. Osserverai che non dubiti di essere esaudito, qualora. la Direzione di Polizia voglia estrenarsi (sic) sull'attuale tua temita sociale e politico-morale ecc. ecc. I.a Direzione di Polizia di Trieste scriverà Poi sull'argomento a quella di Venezia, e:: ,questa al Governo di Città e di fortezza di qui, e non dubito che l'esito sarà in tuo favore. Se mi saprai informare quando la D irezione di Trieste scriverà a quella di Venezia, ben volentieri mi presterò in tuo vantaggio. I,n tanto stammi bene, ed abbracciandoti di cuore mi dico il tuo affettuosissimo amico Vincenzo Prato

    111 ) Il dottor Carlo Esterle. valente chirurgo cd ostetrico, fondatore e direttore dell a tGaz­ zetta. medica di Trento~, n . a ,Cavalese nel 1818, m . vittima del dovere, a. Novara, nel 1862. Grande patriott:i., l'E. fece parte della deputazione trentina alla Dieta di Francoforte. Caterina Zaiotti const:rvò fra le sue carte queste nobili 1>arolc, dettate pe r il suo albo clal­ l'E., quando la più amara delusione era seguita alle speranze del Quarantotto: « Una nazione- la quale ad onta di sforzi generosi non ha potuto scuoten: il giogo, che su di lei pesava, né romp1; re le sue catene, trovasi ne,! massimo pericolo di darsi in braccio ad un avvilimento estremo, oppure ad una insana disperazione. In tait: condizione Lradiscono la patria in egual modo coloro, i quali tentano di spingerla a vani ed infruttuosi tentativi, come quelli, che rinunziano ad ogni speranza e si abbandonano ad una vile inerzia dimenticando, che le idee possono essere oppresse bensì, ma spente giammai». Trento 26 Maggio 1849. D .r E sterle

    20 ) A titolo di curiosità, diamo .qui l'ultimo saluto degli amici triestini al G., in procinto di emigrare a Torino. (Busta 27 11 della C. di T.). Coro di Addio / a l Chiarissimo Poeta / Dot.r (sic) Antonio Gazoletti (sic) / parole / di Pietro D.r Cenerini j musica / del Maestro L.·o Codusi / cantata la sera 8 7bre 1-856. / dai suoi amici / in c3sa Samengo / in Trieste.

    E sotto: G. Prosdocimi 2.do tenore . .Su carta da musica. Nell a prima facciata interna le quattro st rofette a parte; nelle altre, accompagnate dalle note. Copia elegante evidentemente destinata al festeggiato.

    I. 3. Quando sull'ali fervide Addio! tu parti - E' patria D'un giovine desio, Al g~nio il mondo intiero. Q ui speranzoso ed ilare Sotto a ltri cieli inspirati Giungesti, al sommo Dio Nel voi del tuo pensiero, Grato inneggiasti il cantico Sempre armonia degli angeli Che ti venia dal cor. Il canto tuo sarà. 2. ,. Tutto il creato arridere Addio ! Di noi rammentati Pareva a tuoi verd'anni Ovunque il ciel ti. guidi, Ma come presto, o Antonio, E nel

    21 ) Costantino Corti. n. a Belluno nel 1·8·24 , m. a Milano nel 1873. Scolpì il colossale «Lu­ cifer o11, esposto a M-ilano, F irenze, Parigi, Londra; due statue 1>er il Duomo, e quella del card. Federigo Borromeo (1 &>5) in Piazza S. Sepolcro a Milano. 12 i ) Luigi M: a uo, il fedele cameriere del Maffei, anche lui decorato del le Cinque Giorn.i.t<.:, come il padrone. Cfr. •Deliberazione del Cons. Com. di Milano del 7 genn. I/J84» . Elenco no­ m inativo, Città di Milano, I.e Cinque Giornate del tn.arzo UU8 . MÌlano, 1888 . Perdura in casa Lutti il ricordo dd vecchio Luègi. (così con voce chioccia Io chiamava il M.) e delle Stie continue vantt:rie , special mente dopo la morte del poeta, che commc1avano inv;i­ riabilmc.:nte così: «quando il mio inlustre (sic) padrone ed io, facevamo alle fu cilate sulle barri­ cate di Milano . . .» Al che don na Cl ara soleva osservare, sorridendo, che tutto poteva credere non che quei due avessero veduto da vicino tm a barricata. Del resto il Maffei stesso, nella lettera a Stefano Prasca (a pag. 79 del mio carteggio citato), dice bensì di non esst:re stalo con le mani in m:m o t: d'aver «raccolto una fogliuzza dell'immortale corona, , ma aggiunge che i combattenti foro.no • i nostri giovanetti>. Va rilevato il fatto che il ~fafJ\:i , alla fi ne di aprile del 1848, domandò la citt1din'.lnza mila­ nese, come a;">pa re· dal verb:i. le della seduta del Governo Provvis orio della Lombardia del 2 mag­ g io 1848 : cA. Maffei domanda la cittadinanza milanese. - Non v'è cit tadinanza inerootc a local ità speciale, ma domicilio. All'atto della fissazione della legge elettoral e, si discuterà il principio circa il Tirolo italiano >. (Cfr. V.<::rba.Ji del G. P , di L. nell'A,.chivio Casati - N. 35 18 del Museo del Risorgimènto di Milano). D el resto il Governo P r ovvisorio in parecchie disposiz-ioni a favore di trentini, specialmente impiegati del Tribunale, li r iconobbe sempre come , nazionali•. 28) E' il ~Berengario d'Ivrea, alia~ «Adelaide di Borgogna.1,

    24 ) Qualche tra duzione, non dall'inglese, ma dal tedesco, di poesiole fece anche il G. Al ~ cune si trovano nell o Zibaldone della C. di 1 . Nella f°AMA del 28 marzo 1844, N. Z6, il G. pub­ blicò «La sposa di neve.a d i G. Seidl. Libera T raduz . dal ted~co.

    1 ~) Mi sfugge l'articolo del Tommaseo a cui qui accenna il G. E ' noto che il T. ebbe parole di el ogio per il Maff.ei, traduttore della Maria Stuarda e della Giovanna dello Schil­ ler, già nel ISSO. (Cfr. N. Tommaseo, Dizionario d'Estetica, c., T . II! pag. 393 segg.), 26} Si tratta dell'opera: Della zecca di Trenio. Memoria; Trento, Giovanni Seiser, 1858. - F ra le lettere dd G. a Tommaso Gar della Comunale di T rento, r imaste sinora ignote agli stu­ diosi, e che mi riservo d'ilh1str.1. re fra breve, parecchie si riferiscono a questa pubblicazione per la qi.Iafe il Gar fu largo al\'ami-co di suggerimenti e di consigli. La pubbiicatione, dapprima destinata a lla «Rivista contemporanea• di Torino, fu spontaneamente offt: rta a l Seiser dal Gar . La i Rivista contemporanea ,, Torino, 1858, voi. 14, pagg. 425-428, in una recens10 ne, ·mette in rilievo anche il carattere po!itico ddl'operetta: «.L'avv. A. -G .. nome di già alta.mt:nte cono­ sciuto nelle lettere, sotto i! modt:sto titolo di Memvrie della Zecca di Trento, ci diede ui\- suc­ cinto sì, ma suc cul ento compendio della storia• di quel prin cipato•, Dopo un ampio riissunto, il recensore conclude: ,Valente e forbito scrittore, num ismatico profondo, caldo patriota, l'avv. G. colse il buon destro per provare· ancora una volta che la sua terra non fu mai iinferior e alle altre città italiane>.

    17) L'importante attività del G. quale giornalista non è stata ancora studiata.· Un brevts• simo cenno è nt."l la •Rivista letteraria•, Udine, ,1934, fase. IIl, dove (p. 43-4'5) Umberto Valente parla del «G iornalismo torinese del 1858•: «Di minore importanza erano .... l'clstitutorel-, il ~Buon senso», diretto dal trentino A. G., autore della sfortui!lata tragedia «S. Paolo,, e da Carlo Matthev di Viterbo; il «Teatro•, che faceva del g iornalismo a buon mercà.to; l'«Espero, ; il

    ~Pirata·•, vissuto pochi mes i; il i Patriota> che sostituì il «Buon senso• ecc . . • • • I'clndi pen• dente•, il cDiritto•. !'«Opini one•, l'«Unicin'e•, fogl i che comparvero tutti in pubbHco verso la fine del 1~58• . Merita d'essere riprodotta la seguente lettera, sciolta, fra le pagine dello Zibaldone (N, Z7H C. di T.), che è una prova de.Jl 'appartenenza. del G. alla Società Nazion/1.le, e illustra la. attività di lui quale giomalista: 446 ENRICO BROL

    Pregiatissim·o Sig. Gazzoletti. Le ripeto in iscr-i tto quanto le ho detto a voce. Mi obbligo di stamparle il g iornale il Fa/.riot a diretto dalla S.a V .a, alle scguenli condi•

    zioni: ~ Sesto come la Rogioue; carta un pò migliore; metil. di carattere filosofia. e metà carattere testi-110; quarta pag. di annunzii. li prezzo sarà di franch i quara41totto pi;: r ci nQUL'C Cnto copie. Il manos critto sarà dato il g· iorno pr1c cedente, meno le ulti1m: notizie, che si daranno l'istessa mat. tina della pubh!ieazionc dd g· iornale, ii qu;1..k :.ndrà in macchjna a mezzogiorno. Le correzioni e scomposizioni straordinarie saranno a suo carico. Questa coiwenr.ionc non è duratura che per tre mesi. Quindici giorni prima dello spirart: di q,1csto termine b S. V. sarà cOtll\liaecnte av. vertìrmi, se in tt·n

    P. S. Se la S.a V.a vorrà favorirmi un'anticipo di franchi 400, potrà ritenerne 100 fr, nel mese di a prile, 100 in quello di maggio, e 200 in quell o di giugno. In a lcune sue lettere il La F ar,i na, il quale, per vivere, diresse dal '58 ai primi del '59, una sua stamperia, così parla del della L., Firenze, Le .)fonnicr, 1862 e 1878. La lettera del G. al Gare il passo di lettera (N . .2241 -C. di T .) che seguono c-i. illuminano sulle altre cause delle ire del M.

    Cariss imo Gar, T orino, 16 Sctt. 857 Due sole righe per avvertirti che dietro nuove informazioni assunte da quel poltrone di Fava, la nomina di Maffei a Cavaliere di S. Maurizio fu proposta dal ministero; non però ancora evasa dal Re. LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFFEI 4.47

    Si teme di qualche sinistra influenza che ne osteggi e protragga l'avvenimento: c'è però luogo a sperare che abbia luogo, e fra non molto. Ho avvertito di questo anche il Tommaseo, che fa_anc ora il sostenuto a mio ri°guardo. Tanto a tua nonna. Addio, caro Gar, Sc,ivimi presto, aocetta 1 saluti di mia moglie; ricordami agli amici, ed ama sempre 11 tuo Gazzoletti Chiarissimo S.r Tomaso D.r · Gar / Bibliotecario e direttore del Museo / di Trento / Tirolo italiano. Sul francobollo da venti cent.: T orino/ 17 Set. / 57 , ... Trient 19 . .Sept. Ed ecco la conclusione dc-Ila lunga lettera al Gar (Torino, 12.,t,l.57) di cui abbiamo già citato un passo a proposito della traduzione della Poetica. •Veniamo ora ad una chiacchiera, della ,quale io farei qu~I conto che essa merita, se non mi stesse a cuore il dissiparla per motivi che ti sara facile immaginare. Non so se tu sappia che da oltre mezz'anno il Maffei ha ritirato da me la sua amicizia vecchia e buona. Lasciamo star e gli altri motivi, e tocchiamo d'uno che in parte ti riguarda e che, sussistendo, getterebbe una luce assai sinistra sul mio carattere. P ersona fuor di dubbio ottimamente informata, mi avvisa essere stato r iportato a. Maffei che Tomaseo (sic) (trascrivo te parole della lettera) voleva presentarsi al ministro, per sostenere il suo nome, e ch'io, avendone saputa l'intenzione, (e dovea starsi segretissima), la ho divulgata e così stornato il Tommaseo dalla sua cortese intenzione! E di questo raccdnto si fa autore te, ospite, come si dice, in quel tempo del Tomaseo. Io so benissimo che tu non 11uoi avere alterato i fatti in sì crudele maniera. Tu sai che il Tomaseo non si propont:va di presentarsi al Ministro (lacche non avrebbe fatto per tutto l'oro del mondo), ma sibbene di parlarne con persona colla quali?, si trovava in corrispondenza per l'affare dell a cattedra; e questa persona era quello stesso Gatti che aveva proposto al micr'iistro di far decorare il Maffei, da lui stimato grandemente, e che, in conseguenza, non aveva bisogno delle sollecitazioni del Tomasco per propugnare cal dissimamente una nomina da lui promossa, annunciata e fatta a nnunciare . .Sai che di questa intenzione del Tpmaseo io nod feci cenno a nissuno fuorchè a F ava, impegnatissimo anch'egli a ciò che la notizia da lui uscita avesse compimento; e che al Fava io non poteva tacerne, trattandosi di dover sospendere la trasmissione d'una lettera, 'non mia, ma su~, la revoca d'un fatto, che egli, non io, aveva messo fuori e per cui non io era in dovere di rispondere. Ora, se il Fava stimò inutile la interposizione del Tomaseo, ayendo egli già prima tentato e provato in ogni modo il terreno, se non volle lasciare il Maffei nell'errore e quindi (come a veva già disdetta la notizia a Milano) pretese che anche la sua lettera partisse e che anche il Maffei fosse avvisato dello sbaglio; se il Tomaseo per il compimento di questo doveroso mio atto, che non lo impediva punto dallo adoperarsi per l'amico, s'astenne dal mandare a com­ pimento le sue intenzioni (locchè io suppongo, ma non so); che colpa ci ho io in tutto questo, io che tu sai quanto abbia sofferto per la parte involontariamente presa in questa sciagurata faccenda? -E come si possono travisare e calunniare in taJ modo te mie intenzioni? So, lo ripeto, che la notizia non può essere partita da te almeno ne' termini che ti accennai di sopra: ma in ogni conto tu devi usarmi la gentilezza di rettificare i fatti, scrivendone a Maffei o a me, come più ti piace, e ponendomi -in grado di purgarmi di ,questa brutta imputazione. Il Fava ne ha già scritto a Maffei; il quale forse non mi tiene rancore per ,questo motivo, ma dall'animo del quale io pretendo che sia cancellata fino ogni ombra di sospetto ch'io possa avere osteggiato le sue glorie e i suoi tri9nfi, ben meritati, e da nessuno desiderati ed accom­ pagnati con più sincera esultanza che da me.> Il primo gennaio del 59 il G . così scrive al Gar: ~,Col Maffei ho aggiustate le mie partite: mi resta per ò ancora una colpa da purgare. Del r esto lo stimo e lo amo assai quel mio vécchio amico, che è impossibi.le che anch'egli non mi voglia bene.> Non credo inutile di r iportare qui le poche lettere del G. a Nicolò De -Rin (carte Zaiotti­ Vi

    Cari~s imo amico, T o rino, 5 Giugno 858

    Ho bisogno, grande bisog1w, stn.:tto bisogiw di l1.: l' dt:lb tua .:tmi,cizia: nè certanientc, se in altri potessi fìda n ni, com i.: posso in te, ,·orrci rubare un solo quarto d'ora alle tue ordi­ narie e straordinarit· (.)(" cu1,azi t1ni , •p<èr ie (.Juali ul tilll t' ti faccio r.li nmrc le m ie c1,ngratulazioni. La Luigi~l ha ,1ncora in T rieste due capitali ipotecari. Uno di circa f . 4400, assicurato sopr:.1 una casetta alla Srcwsu '1.Jecclria, di certa Irene Pdlegrini, e scaduto .fino dal G iugno dello scorso anno. Siccomt:! non mi fu pag-at('I né c;1pit.1k nl: intert·sst~ . inc,1ricui l':i.11tico ,Machlig di procedere esecuti,·,.unent~· contro la casa obnoxi

    Carissimo ·più che amico, e più che coma>are - fratelilo.

    Le cattive n uove, si dice, volano sulle ali dei ve nti. ,E cos ì. tre giorni prima che ci arri­ vasse la tua lettera, ci era arrivata la notizia, ,quanto inaspettata altrettanto amarissima, del­ l'acerba perdita che avete fatto. Se io non fossi- avvezzo da lunga mano alle imperscrutabili severità della Provvidenza , non saprei acquietarmi a questo tremendo suo decreto, che, ferisce in modo così doloroso due famiglie

    S() quanta fe de meritino queste sue novelle, e prego te caldamente di prendere le opportune informazioni. A me c1:: rtamenlt: starebbe b1::ne di toccare alla scadenza il mio danaro, interessi e capitale e, se non si conviene diversamente, devi far intendere a Giovanazzi, ch'io sarò costretto alla scadenza del capitale • li Nov. p. v . ., (e potrei farlo anche subito}, di im1>et1rlo per l'adempi~ mento de' suoi dover i, salvo a lui d\ denunciare la lite al suo compratore e usurpatore di debito. Se però ci fo sl'ie modo

  • lla scadenza, c01i mia piena sicurezza, ed all'interesse non più del 4 3/4, ma del '6%, io preferirei di non usare ostilità contro un mio parente, per ,quanto poco egli meri ti .simile riguardo. Epperò parla col Laurensi.ch, se occorre; parla col Giovanazzi e fa tu, nel quale io ri­ metto intieramente, 1>u r chè p()ssa starmi tranquillo sulla sorte·del ca.pitale, la perdita del .qua.le mi potrebbe porre in gra ve imbaràzzo. Vedi se il Giovanazzi µuò dan, altra garanzia e, se con il Giovana7. z1, il J...aurensich: in oaso disperato poi, scrivi, e ti manderò l'or,iginale documento, affinche t u proceda issofatto aJ le esecu zioni. , N on occorre dire che terrai nota non solo d'ogni spes~, ma anche d'ogni lua compe­ tenza,

    Tratto un grosso affare per alcune ricche ditte milanesi, e questo potrebbe cambiarsi per me in sorgente di discreto g\\adagno. Voglia il cielo che; almeno Ul1 '(J uesto la fortuna mi sorrida. Questi miei di spiaceri li deposito nel tuo seno fraterno, nella certezza che non usciranno dalla tua famiglia . Del resto e min moglie e mia suocera, un p6 sconcertata dal cambiamento del clima, si ricordano ogn i giorno di t e e t'hanno una riconoscenza infinita. Io divido H mio tempo tra l'avvocatura e le lettere : ho gia approntato la traduzione della Poetica preceduta da una mi a epist ola. in sciolti sulle condizioni odierne della poesia in Italia e di qui innanzi mi occuperò con calore della nuova tragedia. ( Fra le carte Gauoletti della Co-mimale di T rento (N. 2709) si conservii /' abbozzo di un dramma in /)rosa- - I Bonac­ corsi e i Gon:::aga - che 110n ,,o oltre fa q11.i-11ta sce na dell'atto primo. E circa cen to endecasillabi della scena />rima dell'alto primo dell'abbo:;:;o di tragedia : I due 1tlti1ni Scaligeri). - Di questa ti scriverò un'altra volta. Addio intanto, Mi ti raccomando caldissimamente. Accetta e fa accettare alla tua Dama i nostri ossequi, baciami i figli tuoi ed i nipoti e ricordami a Sandrinelli. Addio. Trieste (sic), 2i Sett. 858 Tuo pt:r la \"ita A . Gazzolctti Va bene la vendita della mobiglia rimasta costì e il prez1.o r itrattane. T,icni nota tu.

    Amico carissimo, T orino, 22 9bre 858 Premesse le nostre sincere congratulazioni per il nuovo sostegno, felicemente aggiuntosi al tuo nome e alla tua famiglia (che Dio prosperi sino alla deci ma e alla centesima genera­ zione, perchè la stirpe degli uomini simili a te non può essere che utile e benedetta) e premessi i nostri ringraziamenti per quello che facesti e fai in favore della zia Castigliani, ti mando l'originale del documento passatosi tra mia moglie e il Giovanazzi coll a preghiera che ti com~ piaccia incamminai:e subito la causa e proseguirla senza dilazione . Avuta la dich iarazione del D.r d'Angeli, vedremo quale più ci convenga, o tenerci al debitore personale o colpire d'esecuzi one gli stabili . .Senonchè contro le campagne di -Laurensich abbiamo noi titolo per procedere, o non è piuttosto al Giovanazzi che ci ò appartiene in via di reflesso? Vedi tu. I o vorrei fare cosa grata a mio Cugino, ma. non posso ne devo s acrifha.re a r-1 ~ guardi di convenien za gl'i nteressi di mia moglie e miei, adesso specia.lmonte che ho bisogno di utilizzare colla maggiore sollecitudine e sicurezza possibile la mia poca sostanza. Ad ogni modo che il D.r Angel i non si dimentichi di denunziare la lite: del resto, fa tu. Oltre al pagamento de' tuoi conti, te ne avrò riconoscenza -infinita: come in grandissimo debito mi ti profeSso per quanto hai fa tto in addietro e recentemente a proposito del desiderio da me esternato di scrivere una tragedia per Trieste. Salutami t anto il C.o Dr. Scrinzi, e se la ,cosa è fattibile, mi rimetto in tutto e per tutto a voi due. ,Certamente mi sarebbe grat issimo di richiamarmi con un mio lavoro letterario alla memoria di cotesta buona città, ch 'io da parte mia non dimentico e non dimenticherò mai. Entro l'anno corrente ti farò sal dare del tuo credito verso noi dal Cav. Minerbi, al ,q uale s criverò a quest 'uopo, tostocchè abbia ultimato una scrittura di cui mi occupo per suo conto. A1 proposito della zia Castiglioni, la Sig.ra .Caccia si trova di. presente colla .figlia in Pal­ manuova. Non potrebbe la zia, meglio di ·.quello che possiamo noi, o in persona o col mezzo di Margutti, ottooere che ell a firmi l'Istanza che tu desideri ? De' miei studi nulla posso dirti che tu gi;i non sappia. Entro il venturo mese, stamperò la Poetica - e porrò quindi mano a una nuova trag,edia. La mamma che a cagi one del freddo pena molto a rimettersi, ti ricambia i due baci, e mia moglie (devo dirtel o ?) vi si associa coll'intenzione. E tu fammi la grazia di presentare i miei baciamano alla gentilissima Comare, di farle le nostre congratulazioni, di baciarmi i tuoi !igH, e di ricordarmi in casa Sandrinelli. Addio. Addio. J:l tuo Gazzoletti. LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFFEI 451

    Compare carissimo, Torino, 4 Febb. 8.W. Il Cav. Minerbi t'avrà pagato a conto del mio debito l'importo di f. 100. - II saldo e una piccola. somma per far fronte alle s.pese della causa che tratti per me, ti saranno da lui esbor. sati, tostocchè io abbia portato a compimento una sua causa, già prossima al termine. Intanto accidentalmente venni a conoscere che la petizione contro il Giovanazzi non fu ancora intimata. Siccome io non posso dubitare de~ tuo zelo e della tua amicizia r,er me, così permettimi che mi lagni ·della mia bieca fortuna la q~ale t'avrà impedito di promuovere prima d'ora la causa, per cui chiesi il tuo aiuto, come Si compiace di attraversare ostacoli d'ogni maniera a ciò ch'io possa godere delle poche mie rendite in un tempo in cui mi verreb­ bero più che mai opportune. E dico questo, perchè da circa sei mesi a questa parte la mia casa s'è convertita in un vero ospitale, dove non mancano mai i medici e gli ammalati. Mia suocera, travagliata da lunga febbre e sempre poi sofferente, a causa anche dell'inverno e del­ l'età: la serva due volte colpita da male di punta, mia moglie, di quando in .quando, visitata dai suoi soliti incomodi, la Beppina rilegata in casa dalla tosse, e via discorrendo. Perdona, se ti canto di queste elegie: valgano almeno a giustificare la mia impazienza e le importunità con cui vi sto a' fianchi, all'uOJ)O di sollecitare la l~quidazione di cotesta mia po­ vera sostanza. Giorni fa, mi fu intimato un decreto del civico magistrato -di Trieste che mi eccita al pagamento di f. 146.40 di imposta sulla rendita per l'anno 1856. Come in Agosto di detto ainno io cedetti lo studio al D. Machlig ed anche ne' mesi ante­ riori lo tenni, può dirsi, per suo conto e con pochissimo mio lucro, vorrei sapere da te, se credi giusto ch'io sottostia solo a questa spesa, o se non trovi piuttosto equo che almeno venga essa ripartita tra il Machlig e me. Senza parlarne per ora con nissuno, se hai un minuto di tempo, scrivimi il tuo parere. Accetta tanti doveri di mia suocera e di mia moglie per te e per la tua -Signora, alla ,quale ricorderai la mia serv,itù, ba-ciando caramente i tuoi figli. Ad.0 Il tuo Gazzoletti

    Chiarissimo Sig. D. Nicolò de Rin / Avvo. meritissimo / di / Trieste. Bollo post.: I francobolli sono stati levati .... Torino/ 4 / Feb. / '59 / 4 S. . ... Triest / 6 / 2 Amb. V. E. (2) Sez. Torino (zO .... 4 / Feb. / 59 . , .. P. D.

    Carissimo Collega ed amico, Premessi i miei più cordiali saluti e ammesso il dirti sul mio conto e sul conto del mio trasloco a Milano, quello che già deve esserti noto per relazione di tanti triestini che furono qui, ti prego quanto so e posso, di volermi scrivere ,qualche cosa delle due •cause trattate per conto di mia moglie da te e dall'amico ,Machlig. Per i.spedirmi. la risposta,. prevaliti dello stesso mezzo di cui mi valgo per scriverti, e prega il gentilissimo Sig. Brambilla di inearicarsi della tua lettera. Tanti saluti di mia moglie e miei per la tua -Signora, per Machlig e per gli altri atnici. E baciami i tuoi bimbi. Addio. Addio di tutto cuore e arrivederci. Milano, 5 7bre 859. Il tuo Gazzoletti

    30) Allusione evidente all'aspirazione del M. a un seggio in senato. .Come è noto, il M. fu creato senatore nel 1879. S1) .Dei patrioti Manci _di Trento, Filippo, 1Vincenzo, Gaetano, Sigiismondo, il G. allude qui a Gaetano. N. a Trento nel 18H e ,qui morto nel 18gs, Perseguitato per ,il suo acceso pa­ triottismo e internato già nel 1848, destituito nel ,1860 dalla carica di podestà e ~uovam~n~e internato. Membro fra i più attivi della direzione dell'emigrazione trentina. Di lui la pohz~a. austriaca così riferiva nel 1!859: , Mand conte Gaetano, Podestà: Nimico del Governo ed ami4 cissimo de' nimid del Governo; farnetica per la causa così detta dell'italiana indipendenza•. 452 ENRICO BROL

    (Zieger, La lotta ecc., e, pag. 53). E in un .1lt ro rapporto circostanziato del la 1>oliz.ia, que llo che lo Zieger chiama g iustamente il libro d'oro del patriottismo t rentinv, t'. Òètto: • Manci conte Gaetano, Podestà di Trento, dimt:sso da Podcslà, passò ,in lhvicra indi a -Milano. Verso il 9 novembre J860 fu chiamato per telegrafo a T orino onde trattare . (f'ag. •148). I l nome del Gazzolctti come l'anim:itore rl clla lotta contro r Austria ricorrt: spesso in quèsto importantissimo documento. 3~) Vincenw Lutti sposò nel 1573 Chiar;i Fior io. J l fi danzamento cui qiii si acrnnna, fu certo r otto. Non se ne conserva memoria in casa L utti. Nè c'è numlùria dell'albo, nd quale il G. scrisse i versi che seguono (Ms. 2il2 C di T.): i\Tdl'.A I/Jo dr.•! Cm •. Vince·11.zo dc Lutti, la Prinw P{~ghw del (J 1wle prcse·ntuva il ritrnUo della sua. fidaii zata.

    Vincenzo, io ben vorre i Turnasser !,! li occhi ~ n~ goesso n.' versi del lontan canrore ~ on ti resta. che chiu dt:rt:: il volume.

    3S) Gustavo :\fode.na morì quello stesso anno 1861. In occasione della rappresen tazione del «Paolo», avvenuta a.ppena nd 1885, il Maffr:i pub­ blicò nel Fa11f-utla d,dfa Domcmica, Roma 13 !"ettembrc 188:'. il seguente :tffcttuoso sonetto cht: tolgo dall'autograio di casa L utti: P,IOL O Tragedia di A . G. applaudita nell'anno JSSJ sui /1'11/rì di R,m,n.

    Se il caµo alzar dal tumulo potessi Ed udir là sul Tebro, Antonio mio, Gli applausi, ahi! tardi ! al tuo Paolo concessi, Unica gloria che il tuo core ambio, Qualche avresti mercè degli indefessi Studi, Qual premio delringiusto oblio! Oh ! ma color che la sventura ha im[}ressi Del marchio suo non giova alcuno iddio. Tu non odi quel suon che sceso al core Ti saria così dolce, t'. .quella fronda Non ved i tu che iJ tempo emendaton.: Strappa da front i che la mohil onda Della moda solleva e fama han d 'o n:: E la muta tua cenere ora circonda. Nell'autografo è questa variante a l ,quarto verso: ,Speme ,delusa che con te moria,. M) L a lettera è indirizzata a Francesca iLutti e parla dell'overa: Francesca Lutti, NO'llefle e liriche: Giovan,1i - Rosa e Stella - Maria - Liriche. - Fire nze, Fdici.:: Lt: Monnier, !862. 3 G) Umberto Bianca-mano - Leggenda - .Milano, Bemardoni, ,1663. 38 ) Struensée / Tragedia in cinque Atti / di f Mi-chde Beer / Tradotta per le scene ita­ lian~ / da / Andre~ Maffei _f Milano Ì Reg i~ Stab.ilimento N,aziona.\e , / Tito di Gin. / R ico:di. (1863). - La traduzione, dedicata dal M. a Cia.como .Meyerbeer 1cri.::atore d'immortali armonie~, è .preceduta dalla Nota seguente: ~La musì.c ,;1. che precede, accompagna t: chiu:dt! !'a-do ni.:: è del celebre maestro Giacomo Meyerbeer, fratd ln dt11l 'autore 37 ) Le satire e le epistole di Boileau tru.dotte da Nntale Conlit.i. Con note di tutti i com­ mentatori, Firenze, Le Monnier, 1862. 38 ) Cfr. , Commentari dell'Ateneo di Brescia• , anni -1862-64, pagg, 315-31ifl: «Nel novero dei più valenti che a tal gara (traduzioni da Oraz.io) spe,rimentaronsi, or s'aggiunge il signor avvo- LETTERE DI GAZZOLETTI A MAFIFE! 453

    oato A. G., cui lo studio dc' cod ici e la pratica del fo ro non distrassero dal dolce culto delle muse, che ha da .tempo reso .illustre in Italia. i,\ suo nome. Lieto e pregiatissimo acquisto della nostra città fra i magistrati de!la R. Corte d'appello, ei s'associò pr,imamente all'opra dell 'ac­ cademia con parecchie t~a le più varie odi dd venosino recate nella.nostra lingua e nei nostri metri; per saggio deHe .quali ci giova offrire al lettore le due seguenti•. Seguono l'ode -IV del libro I e la VI del libro UI tradotte: un ampio rfassunto della «Riforma del teatro in Italia> - un ampio estratto del carme «I tempi e la poesia> dello stesso G. Cfr .: Riforma del teatro itoli1mo. :!l.femori.'l/. di ,A: G. estratta dal giornale l'Allean..s1a, 'Milano, Lombardi, 1862. 311 ) Anche T. Gar aiutò l'Alt•ardi per que~ta edizione dei Can ti, Firenze, Barbera, 1854, come appare da lettera del!' A. al Gar (Brescia, 20 gennaio 1854): .. ;rn c1uesto mese uscirà, credo, quel m io volume, del quale anche tu, (lt6ma creatura, ti :pigliasti amoroso fastidio in questo di gennaio• . Cir. • EPfalolario> di Aleardo Aleard·i con Introduzione di G. Treua, Verona, Padova, 1879, pag. 2-18. 40) Antonio C:azzoletli: Pn· la fes ta secoiare di Danle; canto, Brescia, tip. del Giornale .-.La. Sentindla bresciana•, 1865 . A beneficio dell'Emigrazione Veneta. Notevole la dedica a d Aleardo Al cardi:

    Caris~ irno, Il Foscolo indirizzava da Brescia lo sturendo carme dei Sepolcri a Ippol ito Pindernontc in Ver.ona. D a Brescia, ospitaJe e generosa città, io mando questi versi per la fes ta secolare dì Dante a te, veronese, bencl-.è ora (pur troppo!) non in Verona. Tra un presente e l'altro nìssun confronto: tuttavia la mia povera offerta, se non varrà a crescert i gloria (e in ve rità non ne abbisogni), varrà almeno a signi-fìcare pubblicamente l'affetto che ti porto grandissimo, quantur: que il nodo quasi fraterno, che ora. •ci lega, non abbia avuto occasione di stringersi e rassodarsi che tardi : Tardi per la vita, non per il cuore. Addio, cari ssimo: ricorda qualche volta e ama sempre Brescia, il 10 Aprile 186.5 li tuo Gazzolett4 Dopo la dedica (pa g:g. J-5 ) i\ volumetto contiene d tempi e la poesia~ (pagg. 7-1 9) e »Sui Ronchi» (pagg. 21 ·31). 41 ) Corneille, Tragedie scelte, tradotte da Natale Contini, Milano, Bofroni, 1864 . 42) Alberto: poema. contemporaneo di Frn1.cesca Lutti. Con un discorso di A11drea. Maffei, Firenze, Le Monnicr, 1867. E per fin-ire, diamo i versi nei quali il G. si fa interprete.~ nel J-861, del dolore dei .profughi delle tre Veuezie (Zibaldone, c., N. •ZN7): Ai fratelli di Milano / I prof11ghi di Venezia., T rento e Trieste/ IR61 f (in occasione del ballo dato dalla cittadinanza a pro dell'emigras:ione). Non le vedesti ? Immobili Oltre la soglia stendere Fuor dell'all egra sog- 1-ia Non osan oè lamento Son tre dolenti. Lacera Nè passo : e di là st;guono E luttµosa spoglia .Con r assegnato e lento Ne asconde la beltà. Sorriso i tuoi p.iacer. Una i capegli d'ebano Non le vedesti? • O ìmagini Cinge di frondi alpine, Di di1ol, che v'ascendete Di .fior marini e d'alighe De' generosi e liberi L'altra con serta ha il crine, Al gaudio, oh come siete Elmo ducal sull'inclito P resenti ognor dell'esule Ca.po alla terza sta. Agli occhi ed al pensier! l ina sioli-1~ lirica del G. :,.: A Milano, genel'OsO ospizio dì esuli fratelli Tren!o riconoscente), pubblicata su un foglietto rosa per un grande ballo della Società del Giardino a favore del­ l'emigrazione veneta e trentina, e riprodotta nella Lombardia del 24 gennaio 1860, è r~portata ~ pagg. J-21:i-!?7 della Lotta ecc. dello Zieger.