Arte Brutta? Ha Un Museo E Si Chiama MOBA, Museum of Bad Art. a Cura Di Monica Col Pubblicato Il 9 Febbraio 2020
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Arte brutta? Ha un museo e si chiama MOBA, Museum of Bad Art. a cura di Monica Col pubblicato il 9 Febbraio 2020 https://www.zetatielle.com/il-peggio-dell-arte-ha-un-museo-e-si-chiama-moba/ Arte brutta? Ha un museo e si chiama MOBA, Museum of Bad Art. «Mentre ogni città del mondo ha almeno un museo dedicato al meglio , il MOBA è l’unico dedicato alla raccolta ed all’esibizione del peggio, in altre parole all’arte brutta» Così Jerry Reilly, uno dei fondatori, definisce ilMuseum of Bad Art (MOBA) che ha la sua sede in Massachusetts, precisamente a Somerville. La massima del museo? “Arte troppo brutta per essere ignorata“. E, ovviamente, la nascita di un museo così particolare, che ha come obiettivo quello di “celebrare la fatica di artisti il cui lavoro non potrà venir apprezzato in nessun’altra piazza” (sempre a detta di Reilly) , non poteva iniziare che con un dipinto recuperato dall’immondizia. Dall’antiquario Scott Wilson, nel 1994, che inizia così la sua collezione insieme al suo amico Reilly. Ad oggi la permanente include 500 “opere d’arte troppo brutte per essere ignorate”. MOBA: Criteri di ammissione Partiamo ora da una precisazione di uno dei curatori, Marie Jackson:«Nove opere su dieci vengono rifiutate dalla galleria perché non sono abbastanza brutte. Se un artista considera brutta un’opera non vuo dire che rispecchi sempre i nostri standard.» Quindi per entrare nell’Olimpo della collezione del MOBA, e far parte del peggio dell’arte, o dell’arte brutta, le opere devono: essere originali, avere finalità serie e evidenti difetti che le rendano divertenti. I curatori del museo non sono infatti per nulla interessati alle creazioni volutamente di cattivo gusto. Cosa non si farebbe per un po’ di gloria. Qui qualcosa è andato storto Ma atteniamoci al libro ufficiale del Museum of Bad Art: Masterworks. Che così recita:per “ far parte del MOBA un’opera d’arte deve, prima di tutto, essere stata realizzata da qualcuno che abbia, di base, una formazione artistica. Un’opera del MOBA deve essere, infatti, “irresistibile”. O, per riprendere le parole di uno dei curatori, Ollie Hallowell, avere un qualcosa che spinga l’osservatore a dire frasi come “oh mio Dio”!! “ «Raccogliamo opere realizzate con dedizione, ma dove qualcosa è andato orribilmente storto durante la loro creazione o nelle premesse Pagina 1 di 4 ZetaTiElle s.r.l - via Vittorio Amedeo II, 21 - 10121 Torino - Codice Fiscale / Partita IVA 12123150018 - REA 1266247 - Capitale Sociale 10.000 € - Iscrizione al Tribunale di Torino n° 9748/2019 del 10 giugno 2019 - RG n. 16073/2019 - [email protected] Arte brutta? Ha un museo e si chiama MOBA, Museum of Bad Art. a cura di Monica Col pubblicato il 9 Febbraio 2020 https://www.zetatielle.com/il-peggio-dell-arte-ha-un-museo-e-si-chiama-moba/ iniziali (che si è posto l’artista).» Precisazioni essenziali dalla regia. «Siamo qui per celebrare, gloriosamente, il diritto di un artista di fallire.» È arrivato il momento di parlare un po’ di storia. Chi pensa di annoiarsi, può passare al paragrafo del dipinto ritrovato nei rifiuti. Il Museum of Bad Art o MOBA, viene fondato nel 1994 dall’antiquario Scott Wilson dopo che, di passaggio a Boston, recuperò in mezzo ai rifiuti Lucy in the Field with Flowers. Quello che è considerato dipinto “simbolo” del museo. Sinceramente Wilson, in un primo momento, era solo interessato a recuperarne la cornice, ma poi spinto dal suo amico Reilly (vedi a volte gli amici) Wilson espose il dipinto a casa propria. Spinto dall’entusiasmo (o per mal comune mezzo gaudio) incoraggiò i suoi amici ad accumulare per lui altre opere d’arte “pessime”. La cosa prende piede e si avvia una collezione. A Somerville la casa di Reilly e di sua moglie Marie Jackson diventa una meta di pellegrinaggio. L’ arte brutta è diventato un must. La situazione sfugge completamente di mano quando un pulmann pieno di cittadini anziani si ferma per visitare la casetta .Nel 1995 le opere sono trasferite nel più vasto seminterrato del Dedham Community Theatre. Da allora vengono aperte tre sedi. Reilly e sua moglie Marie Il peggio dell’arte non è qui Il museo è stato accusato, molte volte, di essere “anti-artistico” e di deridere le opere. Ma occorre far presente che molte opere del museo sono state donate dagli stessi artisti che le hanno realizzate. Masochismo allo stato puro? In ogni modo in un articolo datato 1997, il Chicago Tribune mise in evidenza che nessuno dei circa quindici artisti che scoprirono di aver realizzato un’opera esposta nel museo ne rimase turbato. Il meglio della consapevolezza. Per quali che pensano di aver trovato un modo insolito per svuotare la cantina, precisiamo che il Museum of Bad Art non colleziona lavori o arte tradizionalmente intesa come di scarsa qualità. Per cui no a oggetti kitsch, opere riprodotte in serie o destinate al turismo e affini. Pagina 2 di 4 ZetaTiElle s.r.l - via Vittorio Amedeo II, 21 - 10121 Torino - Codice Fiscale / Partita IVA 12123150018 - REA 1266247 - Capitale Sociale 10.000 € - Iscrizione al Tribunale di Torino n° 9748/2019 del 10 giugno 2019 - RG n. 16073/2019 - [email protected] Arte brutta? Ha un museo e si chiama MOBA, Museum of Bad Art. a cura di Monica Col pubblicato il 9 Febbraio 2020 https://www.zetatielle.com/il-peggio-dell-arte-ha-un-museo-e-si-chiama-moba/ I curatori del MOBA sostengono, infatti, che i luoghi più appropriati dove esporre tali oggetti sarebbero gli ipotetici “Museo del Dubbio Gusto”, “Collezione Internazionale della Robaccia”, e “Tesoreria Nazionale dell’Ambigua Decorazione Casalinga.”. Insomma arte brutta sí, ma con classe. La provenienza delle opere Abbiamo detto che molte opere vengono donate dagli artisti stessi (criteri di selezione permettendo). Altre provengono da vari mercatini dell’usato. La Trash Collectors Union (Unione dei Raccoglitori di Immondizia) insieme all Esercito della Salvezza, sono tra i maggiori fornitori e hanno donato opere che sarebbero andate distrutte. In altri casi, i dipinti vengono acquistati ma per non più di 6 dollari e cinquanta.(casi eccezionali a parte). Lucy in the Field with Flowers Ma veniamo al pezzo forte dell’intera collezione: (il peggio dell’arte?) Lucy in the Field with Flowers, olio su tela di un autore sconosciuto; ritrovato nei rifiuti a Boston. Il primo dipinto acquisito dal museo, e quello che ha impostato gli tutti gli standard seguiti per le seguenti acquisizioni del museo. Lucy è considerato “un dipinto così importante da obbligare la sua conservazione per i posteri”. Lucy in the Field with Flowers Kate Swoger della Gazette di Montreal la descrisse in questo modo: «Un’anziana donna che balla su un ridente campo primaverile. I cui seni cadenti sbattono volenti e nolenti, mentre, incredibilmente, sembra trattenere con una mano una sedia rossa dietro di lei, ed un mazzo di margherite con l’altra.» L’autore Cash Peters la definì, più drasticamente , “la vecchia con una poltrona incollata al culo”. Nella didascalia di Lucy del MOBA è scritto: «Il suo movimento, l’oscillazione dei seni, le lievi tinte del cielo, l’espressione del suo volto – tutti i dettagli si combinano per creare questo trascendente e avvincente ritratto, ogni dettaglio ci spinge a gridare al capolavoro.». Ah, questi curatori… Pagina 3 di 4 ZetaTiElle s.r.l - via Vittorio Amedeo II, 21 - 10121 Torino - Codice Fiscale / Partita IVA 12123150018 - REA 1266247 - Capitale Sociale 10.000 € - Iscrizione al Tribunale di Torino n° 9748/2019 del 10 giugno 2019 - RG n. 16073/2019 - [email protected] Arte brutta? Ha un museo e si chiama MOBA, Museum of Bad Art. a cura di Monica Col pubblicato il 9 Febbraio 2020 https://www.zetatielle.com/il-peggio-dell-arte-ha-un-museo-e-si-chiama-moba/ L’iconico dipinto Sunday on the Pot with George Sunday on the Pot with George è un acrilico su tela di un autore sconosciuto; donato da Jim Schulman. Ed è ritenuto un dipinto “iconico” dal Boston Globe, che garantì al suo osservatore il “cento per cento di possibilità che scoppi a ridere”. Sunday on the Pot with George George è la prima opera donata al MOBA. E mollti ammiratori di George, si sono dichiarati “ipnotizzati” dall’immagine di un uomo molto robusto in mutande, seduto su un vaso da notte, e dipinto in uno stile che ricorda il puntinismo di Georges Seurat. Un critico dichiarò che lo stile puntinista di George potrebbe essere il risultato di qualcuno che “ha visto troppa televisione” L’ emerita opinione di Harvard Jason Kaufman, un professore della Harvard University che insegna sociologia della cultura, scrive che il MOBA è parte di una moda sociale che definisce “fastidismo”. Una moda secondo la quale le sedi dei mass media promuovono performance e artisti che realizzano ciò che è brutto in modo intelligente. Arte brutta quindi? A voi l’ardua sentenza. Dopo un viaggio in Massachusetts ovviamente. Per visitare il MOBA Pagina 4 di 4 ZetaTiElle s.r.l - via Vittorio Amedeo II, 21 - 10121 Torino - Codice Fiscale / Partita IVA 12123150018 - REA 1266247 - Capitale Sociale 10.000 € - Iscrizione al Tribunale di Torino n° 9748/2019 del 10 giugno 2019 - RG n. 16073/2019 - [email protected].