Indoeuropei E Celto-Liguri Indoeuropei E Preindoeuropei

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Indoeuropei E Celto-Liguri Indoeuropei E Preindoeuropei indoeurTAURINIopei e celto-liguri TAURINI indoeuropei e celto-liguri Indoeuropei e preindoeuropei Prima dei Taurini e dei Liguri: l’età del Bronzo in Piemonte È noto che molte fonti antiche identificavano i Liguri come popolo antichissimo e autoctono definendoli come preindoeuropei, un substrato locale risalente alla più antica preistoria. In effetti la documentazione linguistica e toponomastica può lasciare intravedere un’etnogenesi progressiva formatasi per la graduale acquisizione di un’identità etnica da parte di gruppi in cui risultava rilevante una componente locale preesistente. Forme di fusione bivalve per spada a lingua di presa A partire da un momento centrale della media età del Bronzo (XVI sec. da Piverone 1 (Età del Bronzo Finale - XI sec. a.C.) a.C.), con quella cultura che viene archeologicamente definita facies di da: Archeologia in Piemonte, La Preistoria, 1998 Viverone, appare marcato l’avvio di una netta separazione di un’identità culturale e successivamente etnica dell’Italia nord-occidentale dalle Alpi al corso dell’Oglio rispetto alla Pianura Padana. In un quadro di evidenti influenze esterne in cui si presumono spostamenti di piccoli gruppi guerrieri fortemente mobili grazie allo sviluppo dell’allevamento bovino e del cavallo, il Piemonte occidentale dimostra di gravitare nell’areale della Cultura dei Tumuli centroeuropea. Il passaggio nel IX secolo a.C. all’età del Ferro è segnato da un forte cambiamento climatico che vede un aumento della piovosità, il ritiro Nel corso del XV-XIV secolo a.C. si denota un ambito culturalmente dei ghiacciai alpini e un conseguente abbandono di siti lungo il corso unitario, anche attraverso l’affermarsi del rito funerario della cremazione del Po e il commercio su via fluviale. L’improvviso venir meno di un tipico dei Campi d’Urne ancora in contatto con l’area transalpina rodaniana complesso di basi e di insediamenti che costituiva l’asse centrale dei e renana. Con il XIII secolo a.C. appaiono evidenti differenze nella geografia commerci porterà ad una chiara definizione dei tre diversi areali del popolamento: la cultura di Canegrate, a cavallo del corso del Ticino, caratteristici del Piemonte nella piena età del Ferro: si denota la precisa conosce un grande sviluppo delle relazioni commerciali e un’ininterrotta individualità della Cultura di Golasecca nel Piemonte nord-orientale crescita demografica preparando nell’età del Ferro la successiva cultura di lungo il corso del Ticino, mentre gli insediamenti della Liguria interna, Golasecca, mentre il popolamento nelle altre aree del Piemonte, in particolare favoriti dallo svilupparsi della navigazione lungo il Tanaro restituiscono nel cuneese e nell’alessandrino (la zona chiamata Liguria interna nell’età stretti contatti con l’ambiente villanoviano ed etrusco dell’Emilia e della del Ferro) sembra più rado. Liguria costiera (necropoli di Chiavari). Cultura di Canegrate Areale golasecchiano Nell’età del Bronzo finale (XII-X secolo a.C.) l’area piemontese corrisponde Facies Alba - Solero Areale ligure a quell’entroterra mitico e lontano che i primi Greci frequentatori dell’Alto Areale alpino occidentale Areale taurino - salasso adriatico collegheranno alle vie per l’Europa sconosciuta, agli Iperborei, ai di influenza della Facies Alba - Solero Cigni, all’ambra. I Liguri, vicini agli Iperborei rappresentano le popolazioni protoceltiche Tarda Età del Bronzo Età del Ferro stanziate a nord e a sud del Po, senza quella distinzione tra Celti a nord del Po e Liguri a sud che si caratterizzerà per i geografi antichi solo dopo la calata gallica del IV secolo a.C. In particolare il Piemonte nord-occidentale e la Valle d’Aosta sembrano ancora mantenere stretti contatti con l’area transalpina franco-elvetica e renana caratterizzata dalla cultura dei Campi d’Urne, come a confermare il mito del contatto tra Liguri e Iperborei delle fonti classiche. , 2004 es Celeberrimi Ligur da: Confronto tra gli areali piemontesi della tarda età del Bronzo (a sx) e dell’età del Ferro (a dx): Taurini e Salassi sopraggiungono nel VI secolo a.C. provenendo dall’area alpina orientale. Frammento di piccolo recipiente da Verrua Savoia, loc. La Rocca-Quartieri. (Età del Bronzo Finale - XI sec. a.C.) foto archivio GAT Nel VI secolo a.C. la necessità di attivazione di una direttrice commerciale in territori scarsamente popolati è uno dei fattori determinanti delle prime infiltrazioni nel Piemonte occidentale di gruppi transalpini della cultura di Halstatt, anche se mancano al momento dati sufficienti per tracciare quel processo che porterà alla distinzione dell’area taurino- Urna cineraria da una tomba a cremazione salassa del Piemonte nord-occidentale (provincia di Torino); tuttavia, della necropoli di Morano sul Po gli indizi che si intravedono sembrano mostrare elementi di discontinuità (Età del Bronzo Finale - XI sec. a.C.) e turbamento rispetto ai processi di etnogenesi evidenziati per l’areale da: Archeologia in Piemonte, La Preistoria, 1998 ligure e golasecchiano. 1) In archeologia preistorica la definizione di una cultura all’interno delle manifestazioni materiali rinvenute negli scavi deriva dal riconoscimento ripetitivo e coerente di sistematici abbinamenti di caratteri tipologici ricorrenti nello stesso momento cronologico su un territorio delimitato, che esulano da necessità funzionali e indirizzano a definire una identità, che per tutta la preistoria non equivale al riconoscimento di omogeneità etniche. Testo a cura di Stefania Padovan Bibliografia Gambari F.M. 1998. Gli insediamenti e la dinamica del popolamento nell’età del Bronzo e nell’età del Ferro, in Archeologia in Piemonte, La Preistoria (a cura di L. Mercando e M. Venturino Gambari), volume I, Torino, pp. 129-146. Ligures Celeberrimi. La Liguria interna nella seconda età del Ferro 2004. Ligures Celeberrimi. La Liguria interna nella seconda età del Ferro (a cura di Venturino Gambari M. – Gandolfi D.), Mondovì, 26-28 aprile 2002. TAURINI indoeuropei e celto-liguri I CELTI in ITALIA: dal trionfo al declino L’alba di una civiltà I primi riferimenti geografici relativi all’esistenza e allo stanziamento di popolazioni celtiche Il crepuscolo in Italia ci vengono forniti dalle fonti classiche greche, nelle quali si annota la loro presenza già dal VI secolo a.C. dalle sorgenti del Danubio fino all’estremo occidente d’Europa. dei Celti Cisalpini L’impossibilità da parte dei Celti di affidare la propria cultura alla scrittura ha costituito per Il destino dei Galli cisalpini fu segnato quando molto tempo un serio problema per archeologi e studiosi. Si sapeva però che importanti questi ultimi legarono la propria sorte allo insediamenti erano presenti nel V secolo nelle regioni centro-europee situate tra il massiccio svolgimento delle guerre puniche che videro alpino e il confine meridionale delle pianure del Nord: questa cultura archeologica venne Roma opporsi alla nascente potenza militare di denominata di La Tène o lateniana (V-IV sec.), dal nome della località svizzera (vicino al lago Cartagine. Le armate celtiche, infatti, si di Neuchâtel) nei cui pressi furono ritrovati numerosi ed importanti reperti quali armi, utensili, schierarono con quest’ultima fin dal 263 nel monili e monete. corso della prima guerra punica, occupando sempre posizioni di prima linea durante le I ritrovamenti piemontesi (Castelletto Ticino, Novara) e lombardi (Sesto Calende e Golasecca, battaglie e contribuendo in modo determinante Varese) dimostrarono chiaramente che la celtizzazione dell'Europa era avvenuta molto prima all’impresa di Annibale (iniziata nel 221 con la della comparsa della cultura di La Tène nel V secolo. Dal IV secolo infatti aveva avuto inizio campagna di Spagna e culminata nel 218 con la in modo imponente l'invasione della Pianura Padana da parte di popolazioni galliche, seguendo battaglia di Canne). sostanzialmente due direttrici: la prima e più importante coinvolse centinaia di migliaia di individui, i quali si stanziarono lungo tutto il territorio compreso tra le Alpi e la riva del mare Fu con le battaglie di Talamone (225 a.C.) e Adriatico fino ad Ancona, scacciando Etruschi e Umbri; la seconda, non meno importante, fu di Clastidium (Casteggio, 222 a.C.) che la civiltà generata dalla tradizione in uso presso i Galli di combattere come mercenari, circostanza che celtica cisalpina subì una decisiva battuta li portò a utilizzare la propria grande prestanza fisica e il valore indomito, in tutte le guerre d’arresto. Già dal 243 i Celti della pianura Padana combattute per il predominio del Mediterraneo, servendo in particolare gli eserciti cartaginesi avevano cercato, forse per una sorta di e quelli di Dionigi I, condottiero dei Greci di Sicilia. lungimiranza, l’appoggio dei guerrieri d’oltralpe nel tentativo di opporsi in modo solidale alla I Celti si sostituirono agli Etruschi Ricostruzione di una minaccia espansionistica romana. Le consuete nel controllo delle città da essi delle fasi della Danza dei Taurini. liti e faide interne impedirono che l’alleanza si fondate quali Felsinea che si (a cura di Terrataurina). realizzasse. trasformò in Bononia (Bologna), A Talamone, una coalizione di Insubri, Gesati, Mantova, Spina e l'importante Boi e Taurisci si immolarono in un’inutile car- centro appenninico di Marzabotto neficina, forse troppo presi dal loro ardore guer- (BO), teatro in seguito di impor- riero per contrastare l’efficienza militare romana. tantissimi ritrovamenti archeolo- Poco dopo, nella battaglia di Casteggio, i Romani gici. completarono l’opera infliggendo un’ennesima Per l'autore classico
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