E NATO DELLA REP a — Vili LEGISLATURA
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E NATO DELLA REP A — Vili LEGISLATURA (N, 40) DISEGNO DI LEGGE d'iniziativa del senatore MURMURA COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 20 GIUGNO 1979 Istituzione della Provincia di Vibo Valentia ONOREVOLI SENATORI. — La responsabile Analoghe considerazioni orientarono il Par• attuazione delia Carta costituzionale e l'ade• lamento, nelle precedenti legislature, a creare guamento dalila realità istituzionale alle mo• muove province a Pordenone, Isernia ed Ori• dificate esigenze comunitarie devono richia• stano, cui non fece seguito l'accoglimento mare l'attenzione dal legislatore ordinario, di alltri voti e proposte per la anticipata sca• cui è affidato il campito di rendere moderne denza costituzionale e, soprattutto, per la vo• le strutture giuridico-amministrative del Pae• luta episodicità dei « momenti » riformatori. se, senza consolidare posizioni immobilisti• Né vale elevare ad elemento deterrente di che, inidonee a risolvere i problemi istitu• siffatte proposte l'aspetto finanziario, poiché zionali, che rimangono sempre quelli fonda- non può negarsi come la valutazione del red• mentaili. dito nazionale implichi non tanto l'esame del• Tra questi, non vi è chi non vada, pertanto, la spesa (calcolo meramente finanziario) quanto superata ed anacronistica sia l'attua• quanto, soprattutto, quello della perdita eco• le ubicazione degli organismi provinciali', fer• nomica e di ricchezza, causate dal ritardo ne• mi nei capoluoghi, nella conformazione so• gli investimenti, dalle spese di mero consu• do-economica dei territori, nella delimita• mo, dal diminuito impegno nello svolgimento zione territoriale ad epoche ... veramente preistoriche, se è vero come è vero ohe la di opere e nell'attuazione di iniziative in con- non lodevole ripartizione, improvvisata oltre i seguenza dei defatiganti iter burocratici: e cento «rimi or sono, manifesta sempre di più ! ciò, in aggiunta alla considerazione che la di- la stia vischiosità ed istituzionallizza ned Pae• | stribuzione dei servizi statali e parastatali, se una discriminazione oltremodo errata, f ancorata a riferimenti nominalistici e giuridi- non tenendo conto delle modificazioni socio• cisitici, avviene unicamente se un centrò è o economiche intervenute, e si conferma come meno capoluogo di provincia, quasi presidio strumento di pesante controllo, se non di unico di servizi sociali ed amministrativi. aperta ingerenza sui poteri locali, i cui desi• Questa situazione di stallo, oltre a compro• derata vengano elusi. mettere lo sviluppo economico-sociale della TIPOGRAFIA DEL SENATO (1600) - 2-34 Atti Parlamentari — 2 — Senato della Repubblica — 40 LEGISLATURA Vili — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI Comunità nazionale, ha un aspetto contrad• tare gli uffici provinciali, prova del ricono• dittorio sotto il profilo giuridico-costituzio- scimento del Governo del tempo, pur oppres• nale, sia perchè la Costituzione, nel mentre sivo e centralizzatore, dell'utilità di istituire elenca nominativamente le Regioni, lascia al• una nuova provincia, annunziata come im• la legislazione ordinaria la determinazione minente e poi rinviata per i sopraggiunti delle province; sia perchè occorre realizzare eventi bellici. nel Paese un « ampio decentramento ammini• strativo »; sia perchè la legge deve avvicinare sempre di più lo Stato ai cittadini, contri• La storia. buendo, nel contempo, ad accelerare il ritmo di sviluppo delle Comunità: in ciò eviden• Del resto Monteleone (l'attuale Vibo Va• ziando l'opportunità di modifiche territoria• lentia) fu capoluogo della più vasta parte li e numeriche nelle Province. della regione calabrese. Siffatte ragioni, che hanno unanimemente Al tempo della venuta dei francesi nell'Ita• determinato il Parlamento a riconoscere col lia meridionale, Giuseppe Bonaparte — con consenso dell'Esecutivo le province di Por• decreto dell'8 agosto 1806, che divise in 13 denone, di Isernia, di Oristano, sussistono, province tutto il Regno — confermò la divi• quanto meno in misura analoga, per Vibo sione di Calabria Citra, con capoluogo Co• Valentia, come di seguito andiamo espo• senza, e di Calabria Ultra, con capoluogo nendo. Monteleone. Inoltre, mentre ogni zona del Mezzogiorno La Calabria Ulteriore comprendeva le due d'Italia ha particolari modalità di sviluppo, attuali province di Catanzaro e Reggio e la che impongono agli organi amministrativi scelta del capoluogo, non dettata da sole ra• oneri e responsabilità straordinari, in Cala• gioni militari, ma da evidenti ragioni politi• bria le condizioni sono ancora più delicate che, economiche e amministrative, trovan• e degne di considerazione ai fini dell'adozione dosi la città in una posizione geograficamen• di provvedimenti eccezionali. te centrale, equidistante dai punti estremi Invero, la Calabria, così vasta, così lunga, del vasto territorio, con facile accesso per così accidentata, con poche strade, molte i provenienti dal Sud e dal Nord, rispondeva delle quali disagevoli, con scarsi servizi pub• a criteri di massima funzionalità. Sia dal blici, con popolazione molto diversa (e di Tirreno, sia dallo Jonio, per quelle stesse conseguenza in minima parte motorizzata) è ragioni che avevano mosso i Locresi a fon• divisa in tre province, pur avendo una esten• dare Ipponion, risalendo per i nuovi valichi sione di 15.080 chilometri quadrati, con 1 dell'Appennino ed abbreviando il tragitto co• milione e 962.899 abitanti, distribuiti in 410 stiero, da tutti i punti della Calabria Ulte• comuni. riore, per via litoranea o interna, era possi• In siffatta situazione, si sono prospettate bile, e rapido, l'accesso, favorendo tutte le le richieste autonomistiche di alcuni centri, funzioni inerenti al Capoluogo. I francesi — un tempo importanti capoluoghi di circon• che a Monteleone mandarono per due anni dario, circoscrizione abolita e superata per intendente lo storico Pietro Colletta — po• la ristrettezza delle proprie competenze (ine• terono sperimentare i vantaggi militari della renti soltanto alla vigilanza ed al controllo città in quella accanita e varia lotta contro dello Stato sugli enti locali). Tra queste, si i Borboni, rifugiatisi in Sicilia, che si trasci• pone l'istanza di Vibo Valentia, legittimata nò sino alla caduta di Murat: e Monteleone altresì dalla sua storia trimillenaria, dalla divenne fedelissima e prediletta città del ge• sua posizione geografica nel centro della re• neroso napoleonide, che ne fece, oltre che gione, ai margini della provincia di Catanza• un centro politico e militare, anche la sede ro, dalla sua economia agricola e commer• della Gran Corte criminale. ciale, dalle sue potenzialità industriali. Ritornati, i Borboni vollero punire la città Ed infatti, già nel 1935 furono costruiti di Monteleone. Invano la Deputazione mon- nella città edifici che avrebbero dovuto ospi• teleonese del tempo, di cui era a capo Carlo Atti Parlamentari 3 — Senato della Repubblica — 40 LEGISLATURA Vili — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI I Troja, indirizzò una supplica a Ferdinando I italiane possono attestare: la Lucania, che per chiedergli che a Vibo fosse conservato il possiede due province con 127 comuni e « potere amministrativo » sulla Calabria Ul• 636.424 abitanti; le Marche con quattro pro• tra, decentrando il potere giudiziario fra Vi• vince, 246 comuni e 1.355.412 abitanti; l'Um• bo, Catanzaro e Reggio. La Calabria Ulterio• bria con due province, 91 comuni e 783.039 re, infatti, con decreto del 1° maggio 1916, abitanti; la Toscana con 9 province, 280 co• che riordinava la circoscrizione amministra• muni e 3.419.592 abitanti; la Liguria con tiva del Regno, venne divisa e furono istitui• quattro province, 234 comuni e 1.852.091 te le due province di Reggio e Catanzaro, abitanti. sopprimendo il capoluogo di Monteleone, Quanto al numero dei comuni, basta cita• spogliato di tutti i suoi uffici. re la provincia di Ravenna che ne ammi• Costituito il Regno d'Italia, si sperò che il nistra appena 18. Governo liberale, rivedendo le circoscrizioni Indubbiamente, nella distribuzione delle amministrative, anche calabresi, eliminasse province influì lo svolgimento storico italia• l'impropria distribuzione. no — che ha radici nell'epoca dei Comuni e Ma anche nel 1861 fu vano il fervido voto delle Signorie — svolgimento, specialmente del Decurionato monteleonese, né fu ade• nel Settentrione e nel Centro, che conferì guata alle necessità amministrative l'istitu• particolare importanza a numerose città di zione del circondario di Monteleone, poi sop• cui non fu possibile non tener conto nella co• presso con gli altri circondari dal fascismo. stituzione amministrativa del Regno d'Italia. Il passato attesta, dunque, la feconda fun• Ma se tali ragioni operano per alcuni centri, zione di capoluogo di Vibo Valentia e l'ultima anche di scarso sviluppo economico, dovreb• storia borbonica e quella unitaria documen• bero, per equità, essere valide per Vibo Va• tano l'ingiusta degradazione amministrati• lentia che, a suo vantaggio, può enumerare va cui la città fu sottomessa. Sì che l'acco• altri decisivi argomenti; glimento del presente disegno di legge sa• b) considerando le interne necessità rebbe una reintegrazione che, sanando una della Calabria, si deve rilevare che le tre at• ingiustizia, conferirebbe nuovo impulso alla tuali province non corrispondono ai bisogni vita di tutto il Vibonese. di una amministrazione efficiente su tutti i punti della superficie territoriale calabrese. Tanto più, in ordine alle complesse esigenze Il territorio e l'economia. di una azione pubblica che tende a promuo• vere nuovo benessere nelle zone di maggiore