Dottorato Di Ricerca in Filologia, Letteratura Italiana, Linguistica
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DOTTORATO DI RICERCA IN FILOLOGIA, LETTERATURA ITALIANA, LINGUISTICA CICLO XXIX COORDINATORE Prof.ssa Donatella Coppini ANTONII PANHORMITAE EPISTOLAE CAMPANAE EDIZIONE CRITICA, TRADUZIONE E COMMENTO Settore Scientifico Disciplinare L-FIL-LET/13 Dottorando Tutore Dott. Marco Antonio Costantino Prof.ssa Donatella Coppini Anni 2013/2016 INDICE GENERALE Inrtroduzione I manoscritti I Stampe XVI Il Panormita a Napoli XIX Epistolografia umanistica: riscoperta di un genere ‘ibrido’ XXIII Campanarum liber: temi e struttura XXXI La trasmissione della raccolta canonica XXXIV I manoscritti del primo gruppo XLII I manoscritti del secondo gruppo XLVI La tradizione a stampa LIV Il testo di V: particolarità grafiche e patina linguistica LXII Criteri di edizione LXVII Sigla 1 Antonii Panhormitae Epistolae Campanae 4 Appendice 233 Indici 238 Bibliografia 252 INTRODUZIONE I MANOSCRITTI B Bergamo, Biblioteca Civica Angelo Mai, MA 613 (ex Λ II 32). misc., cart., sec. XV, 289x200 mm, cc. III + 146 + III. Numerazione recente a matita nell'angolo superiore destro. La numerazione di c. 1 è ripetuta erroneamente. Il ms. doveva appartenere alla famiglia Gonzaga, come dimostra il recto della prima carta. Esso è interamente occupato da un grande stemma con scudo coronato: lo scudo è diviso in quattro parti occupate da due leoni e due aquile coronate. Attorno allo scudo tre angeli sorreggono una collana recante il motto della famiglia Gonzaga: Probasti domine, e più sotto, su una medaglia, si leggono le parole: Triste recepto nihil isto. A c. 1vbis si legge: Collectio Epistolarum ex pluribus auctoribus. Si tratta infatti di una vasta miscellanea di epistole di umanisti (tra i quali Poggio, Guarino, Lamola, Pessina, Leonardo Aretino, oltre che naturalmente il Panormita, del quale il ms. tramanda dodici testi epistolari). Del Panormita si trovano epistole alle cc. 28v – 30r, 38v – 40v, 91r-v, ma solamente quelle trasmesse nella prima sezione fanno parte della raccolta campana: si tratta delle ep. 8 e 9 indirizzate a Giovanni Aurispa. Cf. Resta, p. 42; Censimento dei manoscritti, http://manus.iccu.sbn.it/; Kristeller,Iter, I, pp. 13 – 14. I Be Bergamo, Biblioteca Civica Angelo Mai, MA 611 (ex Λ I 20). misc., cart., sec. XV, 280x202 mm, cc. III + 66 + II. Numerazione recente a matita nell'angolo superiore destro. Tracce di numerazione antica a inchiostro. Le cc. 67-84 sono bianche. Legatura recente di restauro. Il testo è scritto in latino a piena pagina, con alcune brevi note in volgare (a c.66v) e appunti moderni a matita ai margini. Il codice trasmette tra le altre cose: a c. 1 un epistola scritta da Coluccio Salutati per Florentinos Senensibus; cc. 7 – 25 epistole del Petrarca; una lettera di Umberto Decembrio a c. 47; sermoni per messa (cc. 47v – 48; 59r- v); versi dall’Africa del Petrarca (c. 66). A f. 60v introdotto dalla dicitura ex epistolis Antonii Panormite, il codice riporta uno stralcio dell’ epistola campana 5 (a Francisco Xanthilio). Cf. Censimento dei manoscritti delle biblioteche italiane http://manus.iccu.sbn.it/; Iter Italicum, I, p. 13. Bo Bologna, Biblioteca Universitaria, Ital. 1490 Cart., sec. XV, 280x210 mm, cc. 409, numerazione antica ad inchiostro fino a c. 224, quindi a matita. Sul recto del foglio di guardia, si legge una nota probabilmente di mano del possessore settecentesco: «Cod. num.° 96 Aula II-A. Lettere di M. Francesco Barbaro e di altri chiarissimi autori, per una terza parte inedite. Ms. sec. XV Bianconi // Ex Bibliotheca Iacobi Bianconi Bononiensis». Codice esemplato da una sola mano umanistica (ad eccezione delle cc. 174 – 175 e dell’indice premesso al testo) e che trasmette una silloge di epistole di Francesco Barbaro. Tra esse la lettera del Panormita e Despuig, a cc. 375 – 376. Cfr. L. Frati, Un manoscritto ignoto delle lettere di Francesco Barbaro, «Archivio Veneto», n.s., 18, 35, (1888), pp. 135 – 141; Mazzatinti, Inventari, XXI, p. 90; Griggio, pp. 83 – 87. II Br Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, C V 20 misc., cart., sec. XV-XVI, 255x155 mm, cc. V + 33 + I. Aggiunta una carta di guardia moderna; numerazione moderna a matita nell'angolo inferiore destro; numerazione del sec. XVIII nell'angolo superiore sinistro da c. 49 (= c. 1) a c. 81 (= c. 33). Mutilo delle cc. 1 – 48. Scritto da una sola mano. Il manoscritto trasmette testi connessi alla famiglia Barbaro; da c. 65 a c. 81, precedute dall’ Oratio ad Fredericum imperatoris et Maximilianum di Ermolao Barbaro il giovane (cc. 62-64), il codice trasmette Lettere e Orazioni di Francesco Barbaro. A c. 69r si trova l’epistola a lui inviata da Antonio Panormita e Luis Despuig (numero 41 della collezione campana). Cfr. Kristeller, Iter, I, p. 35; Griggio, pp. 96 – 97. Borg. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Borg. lat. 214 Misc., cart., sec. XV – XVI, 150x110 mm, cc. II + 375 + II, numerazione recente nell’angolo inferiore esterno. Si tratta di una vasta raccolta di epistole e orazioni (si leggono ad esempio le lettere di Diogene e Falaride nella traduzione latina di Francesco Griffolini, cc. 27-56 e 310v-335r), conclusa da una sezione dedicata a brani poetici (cc. 362 – 375). Il codice è stato esemplato da più mani e in diversi momenti, come si nota anche dai differenti inchiostri utilizzati, ma tutto il ms. presenta caratteristiche comuni, come la lettera capitale di ogni brano vergata in stampatello maiuscolo e in neretto. Il codice trasmette parecchie epistole del Panormita, sia facenti parte delle Familiares che delle Campanae, (cc. 94v-120v; 136-158v; 335v-336) ma i testi hanno subito notevoli modificazioni e interpolazioni da parte del copista. Le lettere Campanae trasmesse sono: epistola 21 a Giovanni Ferrufino (cc. 94v-95r); epistola 12 ad Alfonso (c. 95); epistola 2 ad Alfonso (c. 99v-100r); epistola 17 ad Antonio Grillo ed epistola 20 a Poggio (cc. 100v-102r); epistola 3 al Visconti (cc. 117v-118r); epistola 4 ad III Alfonso (c. 118r-v); epistola 5 a Francisco Xanthilio (cc. 118v-119r); epistola 8 a Giovanni Aurispa (c. 119r-v); epistola 9 ancora all’Aurispa (cc. 119v-120v); epistola 23 ad Ugolino Pisani (c. 120v); epistola 19 a Battista Platamone (c. 335v); epistola 21 ad Ergotele (cc. 335v-336r). Cfr. Resta, p. 65; Kristeller, Iter, II, pp. 439 – 440; M. Morselletto, Inventarium codicum manuscriptorum Borgianorum, pp. 179 – 188. O Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Ottob. lat. 1153 Misc., cart., sec. XV, 300x207 mm, cc. 233 + I, numerazione recente nell’angolo inferiore esterno; una numerazione precedente compare saltuariamente nell’angolo superiore. Sul foglio di guardia si legge: «Ex codicibus Ioannis Angeli/Ducis ab Altaemps Hieronymi Guarini et aliorum/orationes et carmina». Il codice, una miscellanea umanistica, si apre con un’orazione di Girolamo Guarino al papa Niccolò V, contro il turco Maometto (cc. 1-5); dopo un carme (c. 23v), inizia una selezione di epistole (cc. 24r – 43r), la prima delle quali è indirizzata da Guarino Veronese a Poggio. In questa sezione sono trasmesse tre epistole del Panormita: la numero 33 del Campanarum liber (indirizzata ad Aurispa) a c. 26r; epistola a Tito Strozzi (c. 28v) inc: «Accepimus nuper Aurispam vita»; epistola ad Aurispa (c. 37r) inc: «Attulerunt quam solent epistolae tuae». Cfr. Resta, p. 65; Kristeller, Iter, II, p. 427. P Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Pal. lat. 958 membr., sec. XV (1468), 285x215 mm, cc. II + 220 + I. Bianche le cc. 135-136, 217-218. Cartulazione a matita nell’angolo superiore destro. Sul verso del foglio di guardia la tavola del contenuto recita: «Anton. Panhormitae epistolae./Eiusdem Alfonsi Regis dicta aut facta./Eiusdem poemata». Sul margine superiore si legge Man. 51, segnatura che riporta alla famiglia Manetti. IV Il codice venne infatti commissionato da Agnolo Manetti ed esemplato a Napoli da Benedetto Salario, tra novembre 1467 e febbraio 1468. Decorati i margini superiore e sinistro delle cc. 1r e 137r. Dorate e miniate a bianchi girari le iniziali delle opere. Titoli in rosso. Le Epistolae Campanae si leggono alle cc. 102r -134r, precedute dalle Familiares (cc. 1r-101r). Seguono nel codice: il De dictis et factis (cc. 137r-204r); Alfonsi regis Triumphus e una Laus Guarini (cc. 204v-210v); Carmi del Panormita (cc. 211r-216r). Cfr. Resta, p. 58. Reg Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Reg. lat. 385 Misc., cart., XVI, 275x215, cc. II + 200 + XIII (bianche). Il codice è diviso in due volumi; il vol. I a c. 98v trasmette l’epistola 51 del Campanarum Liber, indirizzata dal Panormita a Nicocle. Il manoscritto, piuttosto danneggiato ed esemplato da più mani, trasmette epistole di vari papi, tra i quali: Gregorio IX, Urbano V, Giulio III. L’epistola del Panormita si legge tra le lettere di Honorio III (cc. 89 – 98) e due missive di Gregorio IX (cc. 99 – 100). Cfr. A. Wilmart, Codices Reginenses latini, II, pp. 406 – 414. V Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 3371 membr., XV sec (1465)., 205x280 mm, cc. VII + 207; ultime due carte bianche. Cartulazione recente a matita nell’angolo superiore destro. Bianche le cc. 94-96, 131-133. Il foglio di guardia riporta la nota di possesso di Fulvio Orsini; il codice apparteneva alla sua biblioteca. La medesima nota informa anche dell’autografia del codice. Sul verso del foglio si legge la tavola del contenuto del manoscritto: «Antoni Panhormitae / Familiarium liber / Eiusdem Campanarum / Epistolarum liber. // Eiusdem Epistolarum / Quintum volumen». L’ultima voce non è compilata dalla mano del Panormita, ma sembra aggiunta in un secondo V momento (e leggermente distanziata dal resto dell’indice) dallo stesso calamo che ha vergato la nota di possesso, probabilmente quindi dallo stesso Fulvio Orsini. Le Epistolae Campanae si leggono alle cc. 97 – 130v, mentre le Familiares occupano le cc. 1 – 93v. Il Quintum volumen (cc. 134 – 205v) porta sul margine superiore una numerazione precedente in numeri romani.