Il Progetto “S. Stefano” (Ventotene, Latina)
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Il Progetto “S. Stefano” (Ventotene, Latina) Cristiano Mengarelli – Simon Luca Trigona – Annalisa Zarattini Le prime attestazioni di frequentazioni antropiche Il coinvolgimento dell’Arcipelago Pontino nelle delle Isole Pontine risalgono al Neolitico (V-IV mil- strategie politico-commerciali della prima e media lennio a.C.) e s’inseriscono nel commercio dell’ossi- età repubblicana denota la costante importanza stra- diana che da Palmarola raggiungeva le coste laziali e tegica di queste isole, rimasta costante fino a epoca campane, dirigendosi poi verso il nord della peniso- moderna. Nel pieno della seconda guerra sannitica, la1. contemporaneamente alla fondazione delle colo- Un ulteriore momento di frequentazione di que- nie di Saticula, Sessa Aurunca e Interamna Lirenas, ste isole è da registrare durante la media età del Roma s’interessa alle Isole Pontine, sostituendosi ai Bronzo (XVI-XII sec. a.C.), periodo che vede nel Volsci con l’istituzione di una colonia a Ponza, che territorio laziale una crescita del popolamento anche diventerà poi una delle basi marittime della flotta mi- in ambito costiero e insulare, legata probabilmente a litare romana durante le guerre puniche8. forme specializzate e stagionali di sfruttamento delle Nella tarda Repubblica le fonti fanno riferimento risorse, in particolare della caccia e della pesca2. In a un’occupazione stabile delle isole, probabilmente questa fase è testimoniato a Ventotene un insedia- con uno sfruttamento ottimale delle risorse produt- mento esteso che occupa tutta la fascia settentrionale tive9. dell’isola, in posizione strategica a controllo diretto Tra la fine dell’età repubblicana e i primi anni dei due approdi di Cala Rossano e Cala Nave3. dell’età imperiale fioriscono i grandi e lussuosi inse- Tra l’VIII e il VII sec. a.C. si può ipotizzare, sulla diamenti residenziali lungo le aree costiere e insula- base di motivazioni storiche e toponomastiche, una ri, con realizzazioni di notevole pregio tecnico, ar- presenza greca nelle isole pontine4, proveniente dalla chitettonico e scenografico, quali acquedotti, porti, vicina Ischia-Pithecusa, come indicherebbe l’antica tunnel viari, peschiere, piscinae e grandi cisterne. Su denominazione di Pandataría testimoniata dalle fonti molte delle isole tirreniche, inoltre, questo fenomeno per Ventotene5. si accompagna alla progressiva annessione al patri- Da questo momento l’arcipelago assume una fun- monio demaniale imperiale delle diverse proprietà10. zione ben definita, legata soprattutto al controllo L’articolazione del complesso infrastrutturale di cui strategico delle rotte commerciali tirreniche verso la si dotano in età augustea le Isole Pontine si può ascri- Spagna e l’Africa6. La probabile derivazione del to- vere quindi al particolare interesse prima militare e ponimo di Ventotene da Pandoteira, ovvero “dispen- successivamente residenziale dell’arcipelago, in cui satrice di ogni bene”, potrebbe richiamare la natura- è possibile ipotizzare un diretto intervento di mae- le fertilità del suolo e, di conseguenza, una continuità stranze militari specializzate, con un programma che insediativa dell’isola: inoltre l’abbondanza di fauna doveva prevedere una progettazione unitaria su vasta aviaria di passo, risorsa alimentare ben conosciuta in scala11. età antica e medioevale, lascerebbe supporre un suo Questo particolare status demaniale determina sfruttamento anche in epoche precedenti7. per molte isole la trasformazione da località privile- 1 Zarattini 2004; Zarattini – Silenzi – Molinaro – Devoti – Nisi 6 Gambin – Ritondale – Zarattini 2010. 2004. 7 Varrone (rust. I, 8, 5 e III, 5) cita le particolarità dei vitigni di 2 Guidi – Pascucci – Zarattini 2002, 14. Ventotene e le calas coturnicarias ben note anche in epoca medio- 3 Della Ratta Rinaldi 1992, 32-33; Zarattini 2004, 108; Zarattini evale, v. CDC, doc. CXXXV, 260 (a. 1019). – Mengarelli – Trigona 2013, 412-413. 8 Liv., IX, 28. 4 In Beltrami – Proto – Beltrami 2002, 1006 si attribuisce il to- 9 Str., Geogr. (V, 3, 6). ponimo Parthen, di origine fenicia, all’Isola di S. Stefano. 10 De Rossi 2000, 168 con bibliografia precedente. 5 Apollonj Ghetti 1968, 22-23 e De Rossi 1999, 147 con elenco 11 Lafon 2001, 138, 234-237; Zarattini – Trigona – Bartoli – delle fonti e bibliografia precedente. Atauz 2010, 2-3. 239 Cristiano Mengarelli – SIMON LUCA Trigona – ANNALISA ZARATTINI Fig. 1. Veduta generale dell’isola di S. Stefano, da Ventotene. Fig. 2. Pianta topografica dell’isola di S. Stefano con indicazione delle aree di interesse storico-archeologico: 1) Vaccheria Vecchia; 2) giate dedicate all’otium a luoghi di esilio per i per- Masseria; 3) Cavoni; 4) Molo della Marinella; 5) Carcere borboni- sonaggi scomodi della prima casa imperiale giulio- co; 6) “Vasca di Giulia”. claudia12. L’organizzazione delle ville imperiali, soprattutto la delle scalinate borboniche e moderne scavate nel sulle isole, prevedeva una dislocazione dei vari ele- banco vulcanico. menti architettonici per sfruttare a livello scenogra- Presso la sommità meridionale dell’Isola (Vacche- fico le potenzialità paesaggistiche insite nella parti- ria Vecchia-Villa di Giulia) sono presenti evidenze colare morfologia insulare. A Ventotene un corpo materiali legate a strutture residenziali, già parzial- principale era posizionato sull’estremità settentrio- mente descritte nel XIX secolo dal Settembrini e dal nale di Punta Eolo, mentre una serie di ambienti e Mattej15 (fig. 3). padiglioni terrazzati sovrastanti la peschiera erano Riutilizzate nell’edificio della Vaccheria si con- posti sul piccolo promontorio orientale di Punta di servano strutture in laterizi alternati a specchiature Terra e sullo Scoglio La Nave (fig. 1). A questo com- in opera reticolata (fig. 4) e in blocchetti di tufo e plesso unitario probabilmente devono essere ricolle- una cisterna ipogea parzialmente realizzata in opera gate anche le strutture rinvenute su S. Stefano, nate reticolata, successivamente riutilizzata e ampliata in per beneficiare dell’eccezionale posizione e della bel- epoca moderna, costituita da un condotto nord-sud lezza naturalistica dell’isola13. collegato con un pozzo circolare. I dati raccolti nel corso delle indagini sull’Isola di Tra i materiali rinvenuti nella zona della Vacche- S. Stefano14 permettono di ipotizzare un’organizza- ria Vecchia si cita un laterizio con bollo Q. Aemilio zione residenziale e produttiva diffusa (fig. 2). Per L(epid)o (fig. 5); questo personaggio, proprietario di quanto riguarda i punti di attracco, se ne possono figline laterizie, potrebbe essere il console dell’anno riconoscere almeno due: a nord-ovest lo scalo 1 (del- 21 a.C.16, anche se non è possibile escludere l’identi- la Marinella) e a est il molo 4, entrambi riadattati in ficazione con un omonimo personaggio vissuto nella età borbonica. In particolare, nel primo caso si ri- prima metà del I sec. d.C. Bolli laterizi simili si sono conosce la sistemazione dell’approdo con gettate di ritrovati lungo la costa campana: un esemplare di Q. calcestruzzo contenute da blocchi squadrati legati da Lepidi è attestato dalla località di Lacco Ameno a grappe a coda di rondine; nel secondo caso è appar- Ischia17. sa evidente la traccia di una fase precedente a quel- Subito a sud delle strutture della Vaccheria si 12 De Rossi 2000, 167-172; sulla valenza delle isole minori come 1857, 89. luoghi privilegiati di confino v. in generale Borca 2000, 141-149. 16 Il bollo reca un segno d’interpunzione tra nomen e cogno- 13 Sull’organizzazione delle grandi ville marittime imperiali con men. Per il personaggio in questione v. PIR, 63-64, n. 376. Sul padiglioni e strutture annesse che si estendono a occupare gli rapporto tra i Lepidi e la famiglia giulio-claudia v. Weigel 1985. isolotti contermini v. Lafon 2001, 234-235, 290-292. 17 La serie CIL X. 8042, 66, è ampiamente attestata nei contesti 14 Oltre agli scriventi, il lavoro è stato realizzato con la collabo- costieri campani. La produzione con la sola dicitura Lepidi, data- razione della Dott.ssa Arch. M. Brunacci e dal Dott. D. Sacco. bile all’età augusteo-tiberiana, è attestata soprattutto in Campa- 15 Settembrini 2005, 33-34: “Nella parte più alta di S. Stafano nia, ma anche nel Lazio e nelle isole Eolie; v. Miranda 1998, 357, sono alcune rovine di una villa, che serba ancora il nome di Casa n. E 52 con bibliografia. Con probabile riferimento al gentilizio di Giulia; e son poche mura di fabbrica reticolata, alcune pareti Lepidius piuttosto che a un cognomen, v. Steinby 1987, 61, s.v. che serbano vivi i colori onde furon dipinte, qualche pavimento a Lepidius. mosaico, ed una cisterna ancor buona ed usata”; v. anche Mattej 240 Il Progetto “S. Stefano” (Ventotene – LATINA) Fig. 3. Planimetria dell’a- rea della Vaccheria Vecchia- Villa di Giulia. estende un ampio terrazzo, in parte delimitato da sentono anche con scarso moto ondoso un perfetto murature a secco realizzate con materiale di spoglio, ricircolo idrico interno (fig. 8). L’accesso alla piscina costruito per un successivo sfruttamento agricolo è realizzato tramite una scaletta, mentre l’immediato dell’area, da cui proviene abbondante materiale ar- pendio a monte risulta regolarizzato da percorsi gra- cheologico costituito essenzialmente da scarichi edi- donati che culminano in un ambiente rettangolare, lizi, frammenti d’intonaco dipinto e mosaico (fig. 6), ricavato anch’esso nel banco, con fori circolari rea- anfore e ceramica fine da mensa, che inquadrano il lizzati probabilmente per l’inserimento di strutture contesto abitativo nella prima metà del I sec. d.C. mobili quali velaria. Un altro tratto caratteristico delle ville marittime La struttura in esame non sembra quindi avere è il collegamento diretto con strutture a mare. Nel altra funzione che quella di un raffinato ed esclusivo caso di S. Stefano la parte residenziale presentava un apprestamento balneare che s’inserisce necessaria- raffinato e scenografico affaccio a mare, la c.d. Vasca mente a livello tecnico-architettonico nel comples- di Giulia, un complesso scavato su una stretta piatta- so delle peschiere-coenatio delle villae maritimae forma lavica inclinata verso il mare e sovrastata dalle dell’élite tardo-repubblicana presenti sulle Isole ripide pendici dell’isola (fig.