Sintesi Svolta

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Sintesi Svolta VOLUME 1 I classici • Giovanni Boccaccio Il Trecento Sintesi svolta GIOVANNI BOCCACCIO PERCHÉ BOCCACCIO l’esperienza della peste; quindi, anche in seguito all’in- contro con Petrarca, iniziò a comporre in latino opere di È UN CLASSICO? varia erudizione, come le Genealogie deorum genti- 1. Perché si colloca tra Medioevo e Umanesimo, tra le lium, il De casibus virorum illustrium e il De mulieribus istanze dell’aristocrazia cortese e quelle del ceto mer- claris. In volgare scrisse invece il Corbaccio e il Tratta- cantile emergente, tra un profondo sentimento reli- tello in laude di Dante. gioso che proietta l’esistenza verso un destino ultrater- Gli ultimi anni reno e una curiosità insaziabile verso tutti gli aspetti della Dal 1360 ospitò il maestro calabrese Leonzio Pilato, realtà terrena. chiamato a Firenze per insegnare il greco antico e tra- 2. Perché il suo Decameron appare come una summa durre in latino le opere di Omero e Platone. Sempre nel della società trecentesca, con i suoi stili di vita e il suo 1360 prese gli ordini ecclesiastici minori, confidando che sistema di valori e disvalori, in parte legati alla tradizio- gli annessi benefici gli avrebbero permesso di continua- ne, in parte di estrema e rivoluzionaria modernità. re serenamente i propri studi. Dopo un breve allontana- 3. Perché ha segnato una tappa fondamentale nello mento da Firenze, riprese l’attività diplomatica come sviluppo del genere novellistico, con il quale ha sapu- ambasciatore ad Avignone, Roma e Napoli. Dal 1371 si to offrire una visione realistica e disincantata della re- trasferì a Certaldo, dedicandosi agli studi e alla medita- altà, senza rinunciare a una precisa istanza conosciti- zione. Nel 1373, su incarico del comune di Firenze, ini- va e morale. ziò a tenere pubbliche letture commentate della Com- media di Dante, ma giunto al canto XVII dell’Inferno LA VITA [1313-1375] dovette interrompere per le cattive condizioni di salute. Morì a Certaldo il 21 dicembre del 1375. L’infanzia Giovanni Boccaccio nacque a Firenze o a Certaldo tra giugno e luglio del 1313, figlio di Boccaccio di Chellino, LE COSTANTI LETTERARIE ricco uomo d’affari; l’identità della madre rimane sco- Una personalità poliedrica nosciuta. Nel 1327 si trasferì a Napoli con il padre, elet- Formatosi sostanzialmente da autodidatta, Boccaccio si to consigliere e ciambellano del re Roberto d’Angiò. sentiva a proprio agio nel mondo della finanza così co- Il periodo napoletano me nei circoli universitari e nell’aristocratica società di A Napoli Giovanni fu introdotto nel mondo della finan- corte; profondamente legato alla tradizione medievale, za dal padre, che lo spinse agli studi di giurisprudenza; conoscitore esperto del mondo mercantile, era assieme visse un’appassionata storia d’amore con una donna la aperto alle istanze preumanistiche, ammiratore ap- cui identità venne celata sotto lo pseudonimo di Fiam- passionato di Dante e amico fraterno di Petrarca; la sua metta, fece il suo ingresso a corte e frequentò assidua- fu dunque una personalità decisamente poliedrica e a mente la biblioteca reale e l’università, entrando in con- tratti apparentemente contraddittoria. tatto con gli intellettuali del tempo e scoprendo nel La «nobile poesia» mondo delle lettere la propria vocazione. Compose le La creazione letteraria fu il grande amore di Boccac- sue prime opere: Caccia di Diana (1334), Filocolo (1336- cio e la sua ragione di vita; con una consapevolezza ma- 1338), Filostrato (1335 o 1339), Teseida (1339-1340). turata nel corso degli anni, anche grazie all’amicizia con Il rientro a Firenze Petrarca, egli giunse ad affidare alla «nobile poesia» una Rientrato a Firenze nell’inverno del 1340 a seguito del- valenza assieme estetica, consolatoria ed educativa. le difficoltà finanziarie della famiglia, si ritrovò in una cit- Spesso nelle sue opere il valore della letteratura appa- tà dilaniata dai confitti politici e sociali, inaspriti dalla cri- re metaforicamente illustrato nella rappresentazione si economica. Ai primi anni quaranta risalgono le opere: simbolica di un gruppo di giovani riuniti a dialogare ama- Comedia delle ninfe fiorentine (1341-1342), Amorosa vi- bilmente nello spazio circoscritto di un giardino. Spe- sione (1342-1343), Elegia di Madonna Fiammetta (1343- cialmente negli ultimi anni la letteratura divenne per lui, 1344), Ninfale fiesolano (1344-1346). in quanto dono di Dio, una forma di conoscenza equipa- rabile alla teologia. Gli anni della maturità Nel 1348 Firenze fu colpita dalla peste: Giovanni perse Una scrittura polisemica il padre e altri familiari; divenuto capofamiglia, si impe- Le opere di Boccaccio, fin dagli esordi, si propongono di gnò nella vita civile e politica, svolgendo missioni diplo- offrire insegnamenti ricchi di verità filosofiche e mora- matiche in Romagna, a Napoli, in Tirolo e ad Avignone. li, per lo più nascosti sotto una scrittura leggera e bril- Intorno al 1353 concluse il Decameron, iniziato dopo lante, o persino volgare e oscena, che a una lettura su- G. Langella, P. Frare, P. Gresti, U. Motta letteratura it Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori1 Tutti i diritti riservati © Pearson Italia S.p.A. VOLUME 1 I classici • Giovanni Boccaccio Il Trecento Sintesi svolta perficiale può apparire al servizio unicamente di un di- l’amore fra Troilo, figlio del re di Troia Priamo, e Crisei- vertimento giocoso. Il lettore è chiamato dunque a una da; il protagonista ha un temperamento introspettivo e raffinata operazione di decodifica dei messaggi pro- sentimentale, la fanciulla appare, invece, molto più fondi, celati sotto la superficie del testo. spigliata e disinvolta; così, quando lei lo tradisce con il Lo sperimentalismo greco Diomede, Troilo (è lui il “vinto da amore”, secon- do un’altra etimologia errata) si getta in battaglia cercan- La curiosità intellettuale e lo straordinario eclettismo che do vendetta e muore per mano di Achille. Boccaccio vuol caratterizzano la personalità di Boccaccio si traducono mostrare come la lontananza e il distacco possano in- in un continuo sperimentalismo, che contamina libera- crinare anche l’amore più felice, che ha bisogno del con- mente fonti e modelli. In particolare la sua mentalità mer- tatto fisico e non può sopravvivere in una dimensione pu- cantile lo portava a guardare gli uomini con analitico e ramente spirituale. In quest’opera venne introdotta spietato realismo, mentre la sua cultura letteraria gli im- forse per la prima volta l’ottava, strofa composta da ot- pediva di fermarsi alla superficie delle cose, al mondo del- to endecasillabi, i primi sei a rima alternata e gli ultimi le apparenze, per spingersi alla ricerca del significato più due a rima baciata, soluzione metrica che nel Quattro e profondo della realtà. Di qui la sua frequentazione di sva- Cinquecento diverrà canonica nel poema cavalleresco. riati generi letterari, che spesso rinnovò profondamen- te: è il caso del romanzo, del poema epico, della satira, del genere pastorale e, naturalmente, della novellistica. Il Teseida [1339-1340] Il Teseida è un poema epico in dodici libri, in ottave. De- LE OPERE dicato a Fiammetta, l’opera narra la vicenda di due amici, Arcita e Palemone, che nella città di Atene gover- Le opere in volgare nata dal mitico re Teseo (da cui il titolo dell’opera) si con- tendono la mano della giovane Emilia, sorella della re- gina delle Amazzoni. Sfidatisi a duello, la vittoria arride La Caccia di Diana [1334] ad Arcita il quale, mortalmente ferito, sposa Emilia con La Caccia di Diana è un poema allegorico in diciotto can- la clausola che ella, alla sua morte, accetti di risposar- ti, in terzine dantesche; argomento è una battuta di cac- si con Palemone. Al tema della passione amorosa che cia che coinvolge alcune nobildonne napoletane; ribel- travolge ogni altro sentimento, anche quello dell’amici- latesi a Diana, divinità vergine, per seguire Venere, dea zia più sincera, si intreccia il motivo della magnanimi- dell’amore, le donne sono ricompensate con la trasfor- tà e della generosità, valori cavallereschi che Boccac- mazione degli animali catturati in giovani amanti. cio intende celebrare. Il Filocolo [1336-1338] La Comedia delle ninfe fiorentine [1341-1342] Il Filocolo è un romanzo in prosa in cinque libri. Nella cornice Fiammetta (Maria d’Aquino, figlia di re Rober- La Comedia delle ninfe fiorentine è un prosimetro, noto to d’Angiò) prega Boccaccio di narrare la vicenda di anche con il titolo di Ninfale d’Ameto. Ambientata in un Florio, principe di stirpe regale, e Biancifiore, un’orfa- paesaggio agreste, l’opera racconta del rozzo pastore na. La storia, di origine orientale, era già da tempo dif- Ameto il quale, in seguito all’incontro con sette bellissi- fusa in Francia e in Italia in numerose versioni: l’amo- me ninfe, si libera dei tratti selvatici e attraverso un cam- re tra i due giovani è ostacolato per ragioni sociali dai mino di raffinamento interiore giunge alla gioia suprema genitori del ragazzo; quando Biancifiore viene venduta che consiste nella contemplazione della divinità. Ripren- a dei mercanti, Florio cambia il proprio nome in Filoco- dendo temi stilnovistici, Boccaccio celebra la bellezza lo (“fatica d’amore”, secondo un’errata etimologia del- femminile che ispirando nell’uomo l’amore, inteso come l’autore) e si mette alla sua ricerca; dopo averla ritrova- passione sublimante, lo guida a distaccarsi dalle passio- ta, scopre che anche lei è di nobili natali, e può dunque ni terrene per elevarsi alle realtà trascendenti. sposarla. Tre sono i messaggi principali dell’opera: l’amore nasce dalla nobilità dell’animo e non conosce vincoli economici o sociali; sostanza del vero amore è la L’ Amorosa visione [1342-1343] fedeltà coniugale, mentre la concupiscenza, soprattut- L’ Amorosa visione è un poema enciclopedico-allegori- to se viola la sacralità del matrimonio, è da condanna- co in cinquanta canti, in terzine dantesche. Una donna re; il vero amore supera ogni ostacolo, anzi nelle pro- bella e gentile appare in sogno al poeta e gli propone un ve e nelle difficoltà cresce e si rafforza.
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