La Società Teatrale Internazionale 1908-1931

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La Società Teatrale Internazionale 1908-1931 Maria Teresa De Nigris, Gloria Ludovisi, Matteo Paoletti La Società Teatrale Internazionale 1908-1931 Archivio e storia di una grande impresa teatrale VIELLA CARTE SCOPERTE collana dell’Archivio Storico Capitolino 6 Direzione della collana Mariarosaria Senofonte, Laura Francescangeli, Vincenzo Frustaci, Patrizia Gori, Elisabetta Mori Maria Teresa De Nigris, Gloria Ludovisi, Matteo Paoletti Consulenti scientifici Mario Bevilacqua, Marina D’Amelia, Marco De Nicolò, Anna Esposito, Francesco Giovanetti, Simona Lunadei, Paola Pavan, Maria Grazia Pastura, Carlo Maria Travaglini La Società Teatrale Internazionale 1908-1931 Archivio e storia di una grande impresa teatrale Segreteria di redazione Maria Teresa De Nigris e-mail: [email protected] Maria Teresa De Nigris, Gloria Ludovisi, Matteo Paoletti La Società Teatrale Internazionale 1908-1931 Archivio e storia di una grande impresa teatrale viella © 2016 Viella s.r.l. - Archivio Storico Capitolino Tutti i diritti riservati Prima edizione: dicembre 2016 ISBN (carta) 978-88-6728-759-8 ISBN (e-book) 978-88-6728-823-6 Copertina: Studio Polo 1116 viella libreria editrice via delle Alpi, 32 I-00198 ROMA tel. 06 84 17 758 fax 06 85 35 39 60 www.viella.it Indice Matteo Paoletti, Dal grande trust alla nazionalizzazione: ambizioni e vite della Società Teatrale Internazionale (1908-1931) 7 Maria Teresa De Nigris, Gloria Ludovisi, L’archivio della Società Teatrale Internazionale (1904-1934): introduzione archivistica e inventario 29 Appendice fotografica 103 Matteo Paoletti Dal grande trust alla nazionalizzazione: ambizioni e vite della Società Teatrale Internazionale (1908-1931) La Società Teatrale Internazionale (STIn), anonima per azioni attiva dal 1908 al 1931, rappresenta una delle creature più interessanti, longeve e singolari del panorama teatrale italiano. Fondata in piena età liberale da un’agguerrita cordata di investitori convinti di poter superare la crisi del teatro internazionale applican- do alla speculazione teatrale i metodi produttivi della grande industria americana, la Società Teatrale Internazionale è un’ardimentosa impresa da capitani d’azienda che si conclude con il più paludato dei destini: dopo anni di difficoltà finanziarie, è soltanto la statalizzazione fascista (1926) a garantire un futuro alle esauste casse della società, mentre il regime trasforma l’unico bene sociale – il Teatro Costanzi di Roma – nel grande Teatro Reale dell’Opera che alla capitale mancava. In questa parabola lunga ventitré anni la Società Teatrale Internazionale è protagonista di vicende entusiasmanti e di rovinose cadute, soltanto in parte note: la STIn acquista e gestisce teatri (i principali d’Italia: oltre al Costanzi, anche l’Argentina di Roma, il Regio di Torino, il Carlo Felice di Genova, il Regio di Parma, il Petruzzelli di Bari), avvia scambi con le principali sale mondiali (La Scala, il Colón di Buenos Aires, l’Opéra e l’Opéra Comique di Parigi), produce nuove opere liriche e ospita decine di prime assolute (Jacquerie di Marinuzzi, il Trittico di Puccini, Isabeau e Piccolo Marat di Mascagni), coinvolge nell’azio- nariato i principali operatori del mondo teatrale italiano (in primis Mascagni e l’editore Renzo Sonzogno, il mecenate scaligero Uberto Visconti di Modrone, il soprano Emma Carelli, l’agente Walter Mocchi, il presidente dell’Accademia di Santa Cecilia Enrico di San Martino) e attira nella sua orbita centinaia di impre- sari e artisti di primo piano del panorama mondiale. La Società Teatrale Internazionale, a ogni buon conto, attraversa un quarto di secolo cruciale nella nostra storia nazionale e ne diventa a suo modo paradigma. La vicenda della STIn, infatti, non racconta soltanto la travagliata parabola di una delle principali società per azioni create nel Regno d’Italia per l’esercizio dell’attività di spettacolo dal vivo, ma attraverso un caso di studio singolare ed estremamente significativo consente di osservare il più generale mutamento del sistema teatrale italiano dal laissez faire dell’età liberale al suo tracollo, dal riordinamento “legalita- rio” del primo fascismo fino alla sua involuzione in un sistema totalitario che porta 10 Matteo Paoletti però con sé il primo riconoscimento pubblico del teatro quale prodotto culturale degno di attenzione normativa e sostegno finanziario da parte dello Stato. A conferma del non labile segno impresso nella scena teatrale di inizio Nove- cento, la STIn ha lasciato tracce importanti in numerosi archivi di istituzioni pub- bliche e private, italiane ed estere, con le quali è entrata in contatto;1 la maggior parte di questa documentazione è confluita nella monografia da me compilata Mascagni, Mocchi, Sonzogno. La Società Teatrale Internazionale (1908-1931) e i suoi protagonisti (Bologna, Alma Mater Studiorum - Dipartimento delle Arti, vol. 4, 2015), alla quale rimando per una dettagliata analisi delle vicende della STIn.2 In questa sede fornirò invece un’essenziale panoramica della storia dell’Inter- nazionale, necessaria per comprendere la ricchezza e la singolarità dell’archivio societario, soffermandomi sui principali snodi ricostruibili attraverso la docu- mentazione – a seconda degli anni ora imponente, ora estremamente esigua – conservata presso l’Archivio Storico Capitolino di Roma. La STIn e il suo archivio: creazione dirompente e lento declino Quando nel 2011 ho iniziato la ricerca sulla Società Teatrale Internazionale, l’archivio societario era condizionato in 25 faldoni divisi per argomento, non era inventariato ed era stato studiato soltanto in superficie.3 Eppure già allora la con- fusionaria organizzazione delle buste, la loro mole e la loro suddivisione tematica consentiva di farsi un’idea – seppur naturalmente parziale – di quelle che si sareb- bero in seguito rilevate le linee guida della vicenda societaria. L’archivio era infatti condizionato in voluminosi faldoni contenenti decine di migliaia di carte riguardan- 1. Recano corposa documentazione relativa alla STIn: i fondi conservati in Archivio Storico Capitolino: Ripartizione X Antichità e Belle Arti (1907-1920); Ripartizione X Antichità e Belle Arti (1920-1953); Titolario Postunitario, Titolo 15 Feste pubbliche, spettacoli diversi (1871-1921); Se- gretariato Generale con le Serie Carteggio (1923-1948) e Contratti (1871-1967); le buste relative alle prime stagioni teatrali esercite a Parma (Archivio Storico del Teatro Regio), Genova e Torino (Archivi Storici Comunali) e quelle inerenti le relazioni di lungo corso con Milano (Archivio del Museo Teatrale alla Scala e Biblioteca Livia Simoni; Archivio Visconti di Modrone conservato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore). Si segnala invece che l’Archivio Storico del Teatro dell’Opera di Roma non conserva nulla della STIn. 2. Il volume è disponibile gratuitamente all’indirizzo http://amsacta.unibo.it/4235/. 3. Sebbene Vittorio Frajese attinga a documenti di prima mano per la stesura del suo fonda- mentale Dal Costanzi all’Opera: cronache, recensioni e documenti in 4 volumi (Roma, Capitolium, 1977), il primo articolo relativo all’archivio e alla storia della STIn è di Maria Rita Coppotelli (Il Fondo della Società Teatrale Internazionale (1908-1913) conservato presso l’Archivio Storico Capitolino di Roma, in «Fonti Musicali Italiane», 4 (1999), pp. 219-234). Nonostante l’ambizione di ricostruire l’intera storia della STIn, tale studio – limitato alla prima busta – ha contribuito a dare della società una descrizione parziale e imprecisa a partire dai suoi stessi estremi cronologici, collocando la liquidazione dell’anonima nel 1913. Dal grande trust alla nazionalizzazione 11 ti i primi anni di vita della STIn, contrapposti a esili fascicoletti successivi al 1913 e a un buon numero di documenti relativi al 1926: questa curiosa disomogeneità dei fondi obbligava a interrogarsi sulla loro costituzione. Inoltre la suddivisione delle buste per temi suggeriva l’articolazione della società in una «amministrazione cen- trale» con sede a Roma (oggetto di più raccoglitori) e in svariate amministrazioni periferiche facenti capo sia a una sede STIn di Milano sia ai singoli teatri gestiti dalla società, con estremi cronologici 1908-1911 e faldoni dalle dimensioni assai differenti. I più voluminosi riguardavano il Teatro Costanzi di Roma, contenenti documentazione capace di spingersi fino agli anni Trenta. Questa analisi super- ficiale del fondo archivistico evidenziava alcune caratteristiche che il successivo studio dei documenti avrebbe in larga parte confermato: la STIn fu senza dubbio una società molto attiva nei suoi primi anni, ebbe interessi ampi su tutto il territorio nazionale e fu capace di produrre rapidamente un archivio estremamente vasto, andato poi bruscamente assottigliandosi fino a contenere documentazione scarsa e quasi unicamente incentrata sull’attività del Teatro Costanzi. Il successivo riordina- mento, effettuato dalle archiviste dell’Archivio Storico Capitolino, ha permesso di evidenziare tutto ciò con maggiore precisione: delle 41 buste che compongono l’ar- chivio societario, ben 39 si riferiscono agli anni 1908-1915, mentre due soltanto ri- guardano il periodo 1926-1934 e sono state giustamente collocate in una Appendice autonoma. Questo netto sbilanciamento della mole documentale ci racconta molto delle vicende della STIn e ne rispecchia in maniera perfetta le molte vite: nata nel luglio del 1908 con larghezza di capitali e di ambizioni, in pochi mesi la società acquista il Teatro Costanzi di Roma e ottiene la gestione dei principali teatri italiani, riuscendo a creare una rete
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    110325-27 bk NormaUS 15/12/2004 12:02pm Page 12 Producer’s Note The transfer of the complete opera was made from the best portions of two 1950s-era British LP pressings, which BELLINI seemed to provide the most open and un-gimmicked sound of several editions I had from which to work. The original master tapes were problematic in the same respects as other early recordings Callas made with the Italian EMI team (I Puritani, Lucia di Lammermoor) in that they contained overload distortion, electronic clicks and thump-like sounds during some of Callas’ louder passages. (These can also be heard on EMI’s own CD transfer Norma of this recording.) Unlike every previous EMI CD reissue of this Norma, however, I have closed the gap of several seconds in the music that occurs at the transition from Track 4 to Track 5 of CD 2, which is supposed to be played without pause (as noted by Dr. Robert E. Seletsky in his article, “Callas at EMI: Remastering and Perception” in IA CAL the Spring 2000 issue of The Opera Quarterly). AR LA Mark Obert-Thorn M S Mark Obert-Thorn Mark Obert-Thorn is one of the world’s most respected transfer artist/engineers. He has worked for a number of 195 ing specialist labels, including Pearl, Biddulph, Romophone and Music & Arts. Three of his transfers have been 4 Record nominated for Gramophone Awards. A pianist by training, his passions are music, history and working on projects. He has found a way to combine all three in the transfer of historical recordings.
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