Leggi, Scrivi E Condividi Le Tue 10 Righe Dai Libri
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leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http://www.10righedailibri.it I edizione: maggio 2012 © 2012 Lit Edizioni Srl Arcana è un marchio di Lit Edizioni Sede operativa: Via Isonzo 34, 00198 Roma Tutti i diritti riservati Progetto grafico e logo design: Maurizio Ceccato | IFIX Project Cover: Laura Oliva La presente opera di saggistica è rivolta all’analisi e alla promozione di autori e opere di ingegno. Si avvale dell’articolo 70, 1° e 3° comma, del Codice Civile circa le utilizzazioni libere, nonché dell’articolo 10 della Convenzione di Berna. ISBN: 978-88-6231-141-0 www.arcanaedizioni.com ERMANNO LABIANCA SPRINGSTEEN SPARE PARTS. TESTI COMMENTATI 1973-2012 arcana BRUCE FREDERICK JOSEPH SPRINGSTEEN [Freehold, New Jersey, 23 settembre 1949] “Passato, presente e futuro del rock’n’roll”. –ELVIS COSTELLO “Eravamo in Australia quando abbiamo pensato di invitarlo a cantare sul nostro disco. Voi credete che avere a che fare con Bruce Springsteen sia una cosa complicata? Lo pensavamo anche noi. Trovammo la forza di inviargli un’email. Ed è andata così: ‘Ti andrebbe, Bruce?’. ‘Sure’, la sua risposta”. – KEN CASEY, THE DROPKICK MURPHYS “Fu Bruce a decidere che avrebbe suonato a un nostro concerto londi- nese. Non sapevamo che lo avrebbe fatto. Si è presentato così: ‘Vorrei suonare The ’59 Sound con voi’. L’ho guardato e ho detto: ‘Ok’”. – JIMMY FALLON, THE GASLIGHT ANTHEM “Non posso credere a quanto la musica di Bruce Springsteen mi abbia reso felice quando ero un ragazzino e quanto fosse buona. Lui è un dono pre- zioso, e io non me ne rendevo conto. Voglio dire, conoscevo Born In The U.S.A. e Glory Days, ma ancora non capivo quanto terreno avesse coperto con la sua musica. Le sue canzoni sono state essenziali nel farmi innamora- re nuovamente della mia America”. – BRANDON FLOWERS, THE KILLERS 7 “Ho il costante desiderio di suonare con Bruce Springsteen. È colui che mi ispira maggiormente, è il musicista più impegnato e concentrato che abbia mai incontrato. Mi piace trovarmi intorno a persone così”. – MAX WEINBERG SOMMARIO. “Ammiro Bruce Springsteen perché è una persona eroica e ricca di integrità. La sua opera è incredibilmente vitale”. – ELIZABETH WURTZEL, AUTRICE DI PROZAC NATION “Ogni volta che vedo Bruce fare qualcosa lui ‘riempie il serbatoio’. Ogni volta. La cosa bella di quest’uomo è che riempie il serbatoio per la sua famiglia, lo riempie per la sua arte, lo riempie per il pubblico e lo riem- pie per il suo paese. Tutti noi, nel ricevere quel meraviglioso regalo, ci sen- tiamo più giovani, se non redenti”. – JON STEWART, THE DAILY SHOW “Che Dio aiuti Bruce Springsteen il giorno in cui qualcuno deciderà che lui non è più Dio. Gli andranno tutti contro, e io spero che sopravviva”. – JOHN LENNON, 1980 Intro, Take #1 12 Intro, Take #2 16 WRECKING BALL 19 IN CONCERT/MTV (UN)PLUGGED 65 GREATEST HITS – BLOOD BROTHERS 81 TRACKS – 18 TRACKS 111 THE ESSENTIAL 245 THE PROMISE 281 ALTRE CANZONI 347 Ringraziamenti 427 Keyword 429 Indice delle canzoni 431 8 A Francesca, Livia e Giulia, little girls. A Clarence, Big Man. INTRO, TAKE #1 Quella sera, alla HSBC Arena sistemata a ridosso della Buffalo Skyway, non è andato in scena un concerto come tanti della E Street Band. Quel- la sera è successo qualcosa di speciale, come è giusto che sia nelle date che INTRO, TAKE #1. il Dio del Rock’n’Roll decide di vergare con un tratto diverso sul grande calendario della musica. Quella sera c’era in sala Mike Appel, l’uomo che ODE A CLARENCE CLEMONS battendosi con ogni sua energia era riuscito a fare incidere Springsteen per la Columbia e gli aveva prodotto i primi due album, prima di lasciare il pas- so al più scaltro e cinico Landau e all’album BORN TO RUN (non prima di aver lasciato in dote la title track da lui costruita in studio insieme a Bruce quando pareva che un terzo disco fosse un lusso per il giovane Springsteen). Quella sera c’era un bel concentrato dei fan del Boss, anche perché era l’ultima data del tour di WORKING ON A DREAM, la classica occasione in cui ci si saluta e domani chissà. Appunto, domani chissà. Quella sera sono finite in scaletta le canzoni e le esecuzioni di Spring- steen che per mille motivi mi porterei su un’isola deserta: The Ties That Bind che apriva THE RIVER, Restless Nights che era rimasta fuori da quel- l’album e dal vivo cosituisce una rarità, le carole natalizie in salsa E Street Band con un tocco di Phil Spector (Merry Christmas Baby, Santa Claus Is Coming To Town), il possente blues di Boom Boom a ricordarmi i glory Diretto a Buffalo, con un volo trovato all’ultimo momento, costretto a days del tour di TUNNEL OF LOVE, Long Walk Home che considero uno interminabili attese negli aeroporti di Amsterdam e Cleveland, sapevo dei punti più alti dello Springsteen anni Duemila, Green Onions per- di essere in viaggio verso il mio ultimo concerto di Bruce Springsteen ché quel singolo di Booker T. and the MG’s ha fatto epoca e il suo or- & The E Street Band del 2009, ma non verso l’ultima esibizione pub- gano ha preso a frullare nella mia testa di ragazzino delle scuole medie blica, in tour, di Clarence Clemons accanto a Bruce Springsteen. L’ul- al primo viaggio americano. E poi l’opportuna I Don’t Wanna Hang Up timo di tanti concerti dei miei performer preferiti riveste oggi un’impor- My Rock’n’Roll Shoes, raccolta da Springsteen quasi per caso grazie a tanza enorme nel mio piccolo archivio, nella mia memoria rock’n’roll ca- uno dei tanti cartelli esposti dai fan. rica di un numero inestimabile di ricordi. E ancora, Higher & Higher perché quel pezzo di Jackie Wilson me Il gelo che mi avvolgeva mentre in quel 22 novembre del 2009 rag- l’ero mangiato sui bootleg del ’77 della E Street Band sognando di es- giungevo la mia stanza d’hotel in Delaware Avenue è lo stesso che mi serci un giorno mentre la cosa succedeva ancora. Infine I’ll Work For Your assale ora alla notizia della morte di Big Man, Clarence Clemons. De- Love perché è nuova ma puzza di vecchia E Street e legata a Thunder vo a lui, anche a lui, una vita all’inseguimento della musica che ho ama- Road ci sta che è una meraviglia. Ora riguardo la scaletta e mi accorgo to e che sempre amerò. Devo a lui la scoperta dei dischi di Junior Walker, che c’era anche Tenth Avenue Freeze-Out, che vuol dire Clarence Cle- uno dei sassofonisti della Tamla Motown che lo hanno influenzato. mons almeno quanto Jungleland. Devo a lui quella gioia che ti si aggrappa alle spalle e non ti lascia più Tutto perfetto? Sì. E sarebbe già bastato questo groviglio di emozioni. quando partono le note felici e potenti del suo sax nel repertorio più bril- Ma io ero partito perché per quella notte speciale, solo quella, Bruce si lante ed energico di Bruce Springsteen. E devo a lui anche quella ri- era messo in testa, annunciandolo una manciata di giorni prima (ecco temprante mistura di malinconia e speranza che ti si insinua nella pan- spiegate le peripezie per raggiungere la East Coast americana), di suonare cia quando a suonare sono quelle lunghe, dense melodie a tutto fiato che per intero, seguendo la scaletta della copertina, il suo primo album GREE- rendono Jungleland e Drive All Night canzoni con cui struggersi, pian- TINGS FROM ASBURY PARK del 1973, quello dei provini acustici per John gere, sperare, reagire, gioire, vivere. Hammond, delle corse pazze in autobus da Asbury Park a New York City 12 13 SPARE PARTS per firmare il primo contratto e per registrare i primi pezzi un po’ a nord di Manhattan. Proprio quelle nove canzoni che avrebbero acceso la mic- cia, che sarebbero state un detonatore nelle nostre vite, che si sarebbero fatte sipario per una galoppata rock’n’roll davvero inebriante, ricca di sci- volate e baci in bocca sul palco tra Bruce Springsteen e Clarence Clemons. Il rock’n’roll bianco e il rhythm’n’blues nero che si sfiorano le labbra, due razze che sono una sola, la gioia di quei due, la gioia di tutti noi. Blinded By The Light, Growin’ Up, Mary Queen Of Arkansas, Does This Bus Stop At 82nd Street?, Lost In The Flood, The Angel, For You, Spi- rit In The Night, It’s Hard To Be A Saint In The City tutte insieme Spring- steen non le aveva cantate mai e mai più le canterà. Molte cose non acca- dranno mai più. Ora non ho la forza di immaginarle e contarle, quelle cose, e di preoccuparmi di quello che il futuro porterà. Penso solo al pas- sato, come mi capita spesso di fare, e a tutto il bello che ha saputo offrir- mi. Penso a quella sera a Buffalo, quando entrando nella mia stanza d’ho- tel notai che una mia amica mi aveva fatto trovare, in segno di benvenu- to e come buon auspicio per la serata, una vecchia copia in vinile di GREE- TINGS FROM ASBURY PARK, NJ e una foto di Springsteen e Clemons insie- me sul palco. Penso al sudore di Clarence Clemons, al suo sassofono scin- tillante, a quanto sia bello che la sua anima più pop (quella presente in Let your mind rest easy, sleep well my friend Dancing In The Dark, in Pink Cadillac, nella festosa You’re A Friend Of Mi- It’s only our bodies that betray us in the end ne di Jackson Browne e nella gioiosa Freeway Of Love di Aretha Franklin) suoni oggi, ancora, contemporanea e vivace, nel nuovissimo video The Ed- ge Of Glory di Lady Gaga che corre per MTV, background di mattoni We Are Alive – Bruce Springsteen, 2012 newyorkesi e i 265 pound di Big Man inclusi.