Un Ritrovamento Di Miliari Nel Greto Del Fiume Torre a Villesse (Gorizia) E La Via Aquileia - Iulia Emona
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277 AQUILEIA NOSTRA - ANNO LXXXI - 2010 278 CRISTIANO TIUSSI UN RITROvamENTO DI MILIARI NEL GRETO DEL FIUME TORRE A VILLESSE (GORIZIA) E LA VIA AQUILEIA - IULIA EMONA 1. La scoperta mente defilata, quasi al centro del greto (figg. 2, 3). Un centinaio di metri più a sud, immediatamente È grazie alla disponibilità della dottoressa Franca prima dell’ansa, è stato recuperato anche un attrez- Maselli Scotti, direttore del Museo Archeologico zo di legno con funzione e datazione incerte, ma Nazionale di Aquileia fino al 31 dicembre 2009, se sicuramente estraneo al contesto precedentemente ho l’opportunità di presentare in questa sede un’in- descritto. teressante scoperta archeologica effettuata nell’ot- I reperti erano disposti secondo un asse nord- tobre 2008 nel greto del fiume Torre, in Comune di ovest/sud-est, lo stesso della corrente del fiume in Villesse (Gorizia). questo punto e dunque pressappoco parallelo rispet- In seguito alla segnalazione, da parte di appassio- to alle linee di sponda. Le caratteristiche di giacitura nati locali, della presenza di materiale lapideo pre- risultavano piuttosto omogenee. La maggior parte sumibilmente antico nell’alveo del fiume, circa 900 m a valle del ponte sulla SR 351, la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia poté recuperare una serie di reperti, molti dei quali recanti iscrizioni: fin dal primo, sommario esame, risultò trattarsi di miliari, databili, sulla scorta dei testi epigrafici in quel momento maggiormente leg- gibili, all’età tardoantica1. Il punto del ritrovamento (fig. 1) è localizzato in prossimità della riva sinistra del fiume, poco a nord di un’ampia curva verso ovest, in corrispondenza della quale l’argine orientale era stato rinforzato pochi mesi prima della scoperta da un’opera di pre- sidio in massi di pietra, per evitare l’erosione della sponda. I manufatti lapidei erano concentrati in un’area piuttosto ristretta (circa 70 mq): solo tre frammenti, Fig. 1. Il punto di ritrovamento dei miliari su foto satellitare. comunque ricomponibili con alcuni pezzi del nucleo Al centro la freccia indica il ponte della SR 351 sul fiume Torre; principale, sono stati rinvenuti in posizione legger- a destra il corso dell’Isonzo. 279 CRISTIANO TIUSSI 280 Fig. 2. I miliari parzialmente immersi nelle ghiaie del Torre, ripresi da est (Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia). Fig. 3. I miliari dopo il prosciugamento dell’area per mezzo di idrovore, ripresi da nord (Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia). 281 UN RITROvamENTO DI MILIARI NEL GRETO DEL FIUME TORRE A VILLESSE (GORIZIA) 282 dei manufatti (nn. 1-2; 4; 5-9) emergeva quasi più approfondita nel sito di ritrovamento, estesa completamente dalle ghiaie del Torre, mentre altri anche alle sponde del fiume Torre. (n. 3) ne risultavano ancora interamente inglobati. Differenti erano invece le condizioni di conserva- zione in rapporto alla situazione di giacitura. Nel 2. Catalogo dei materiali rinvenuti5 caso del miliario n. 4, dotato di tre testi epigrafici, si è constatato che quelli presenti sulla superficie non 1. Miliario cilindrico in pietra calcarea, apparentemen- esposta mantenevano intatta la loro leggibilità, men- te integro (alt. 134; diam. 50-48). Presenta alla sommità tre il terzo, collocato sul lato opposto, si presentava una scanalatura e tracce di scalpellatura, forse di un origi- fortemente compromesso. Al contrario, il miliario n. nario collarino, segnato in parte da una scanalatura. Sulla superficie superiore è presente un incavo rettangolare (4 3 evidenziava, anche nella superficie immersa nelle x 4 x 7) (figg. 4-5). ghiaie, un forte grado di abrasione e consunzione, Vi si distinguono due iscrizioni (figg. 6-7). che pregiudicava la comprensibilità del testo iscritto. L’iscrizione principale (a) è incisa all’interno di uno L’iscrizione del miliario n. 2, invece, pur essendo specchio lievemente ribassato (alt. 24, largh. 38). Le lette- rivolta verso l’alto, mostrava un’eccellente situazio- re (alt. 3,8-3; interl. 2-1,5) presentano modulo irregolare, ne conservativa. risultando più piccole nella parte sn. delle rr. 1 e 2, con Al momento dello scavo per il recupero, si è incisione poco profonda. Punti di separazione triangolari riscontrato, inoltre, che tutti i reperti giacevano con vertice verso il basso, presenti anche alla fine delle rr. 3 e 4. all’interno o al di sopra del potente complesso La seconda iscrizione (b) è posta ad una distanza di 5 alluvionale costituito essenzialmente da ghiaie. Le cm dalla prima, sulla superficie non ribassata della pietra, trincee esplorative realizzate tra il nucleo principale con andamento risalente da sn. a dx. Le lettere (alt. 4,5-4) dei reperti e i tre pezzi isolati al centro dell’alveo, laddove le ghiaie del Torre si presentano ad una quota più elevata, non hanno fornito elementi sulla presenza di stratigrafia archeologica in posto. La sequenza alluvionale procedeva ininterrotta fino alla profondità massima raggiunta (circa tre metri), eventualmente alternando sottili livelli di sedimenti più fini (limi e sabbie) a quelli più grossolani. La scoperta, di notevole importanza, apre una serie di questioni di ordine epigrafico, archeologico e topografico di estremo interesse, anche in relazio- ne al recente e puntuale lavoro di Christian Witschel sui miliari della zona di Aquileia2, alla prevista riedi- zione delle iscrizioni imperiali della stessa Aquileia, che apparirà nella serie dei Supplementa Italica3, e al progetto di pubblicazione dei miliari d’Italia in CIL XVII4. È opportuno pertanto fornire innanzitutto un cata- logo dei pezzi, pur tenendo presente che l’esame delle iscrizioni potrà essere ripreso, ed eventualmen- te affinato, quando ne sarà stata effettuata la pulizia completa in vista della loro esposizione al pubblico. Successivamente saranno affrontate le tematiche di carattere più squisitamente archeologico e topogra- fico, che riguardano la definizione del contesto e l’assetto territoriale della zona di ritrovamento, con particolare riferimento alla viabilità in età romana. Fig. 4. Miliario cat. n. 1 al momento del recupero (Archivio Va da sé che, in merito a questi due temi, ulteriori Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia ragguagli potranno essere forniti solo da una ricerca Giulia). 283 CRISTIANO TIUSSI 284 Fig. 5. Miliario cat. n. 1. Particolare della sommità (foto C. Fig. 6. Miliario cat. n. 1. Particolare dell’iscrizione (foto C. Tiussi). Tiussi). Fig. 7. Miliario cat. n. 1. Fac-simile dell’iscrizione (C. Tiussi). 285 UN RITROvamENTO DI MILIARI NEL GRETO DEL FIUME TORRE A VILLESSE (GORIZIA) 286 presentano ductus piuttosto incerto. Punto di separazione L’ultima riga (b) appare del tutto estranea al resto di forma irregolare (a meno che non si tratti di un vizio dell’iscrizione, anche perché incisa sulla superficie della pietra). della pietra non soggetta a particolari preparazioni, come invece avviene nel primo caso. Una più atten- a) D(omino) n(ostro) Fl(avio) Constan{s}= ta analisi sembra confermare l’idea che si tratti di tino Maximo pio un’aggiunta successiva: oltre alla maggiore trascu- felici invicto ratezza dell’incisione, lo dimostrerebbe anche la dif- Aug(usto). ferente resa delle lettere, in particolare la A, la C e le G. L’abbreviazione dei due termini impedisce di stabilire se l’uscita fosse in nominativo o dativo, ma b) Invic(tis) Aug(ustis) (tribus) (?) la seconda ipotesi è la più plausibile. In questo caso è possibile che l’aggiunta derivi dalla volontà di as- Il miliario reca due iscrizioni. Assai più incerte sociare nella dedica a Costantino anche i tre augusti, sono le tracce di una possibile terza epigrafe, forse qui anonimi, che forse sono identificabili con Valen- ravvisabili a sinistra dell’iscrizione (a), che vi si tiniano II, Arcadio e Teodosio dell’iscrizione 3c. sarebbe sovrapposta previa erasione della superficie lapidea: i dubbi riguardano, in particolare, la S fina- 2. Miliario cilindrico in calcare, integro, rastremato in le della r. 1, che fuoriesce dal riquadro ribassato in basso nella parte destinata ad essere infissa, che mostra cui è inciso il testo epigrafico attualmente leggibile una superficie sfaccettata (alt. 244, alt. della parte inferio- e che sembra differenziarsi per ductus dalla S che re 132; diam. superiore 38,5, diam. inferiore 31,5). Nella la precede. Pare tuttavia preferibile l’ipotesi che si parte bassa del fusto, quasi alla sua estremità, sono pre- senti due incavi, uno allineato con l’iscrizione, il secondo tratti semplicemente di un errore del lapicida a sinistra (2,3 x 3,7 x 3); un terzo incavo, più profondo, L’iscrizione a Costantino il Grande (a), priva del- si trova al centro della faccia inferiore (2,3 x 3,5 x 6,5). l’indicazione della tribunicia potestas e del consola- Presenta una piccola scheggiatura alla base (fig. 8-9). to, si colloca tra il 312 o il 315 (presenza dell’epiteto L’impaginazione è centrata. Le lettere sono molto ac- Maximus, assunto dopo la vittoria su Massenzio curate, di modulo regolare (alt. 6,3-4,5; interl. 2,7-2,5), e regolarmente utilizzato dal 315, forse dopo i con apicature leggermente svasate. Il trattino orizzontale Decennalia) e il 324 (fine dell’utilizzo dell’epiteto della A è reso con un’incisione più lieve. Hederae distin- 6 guentes, utilizzate anche tra le lettere D.D e N.N della r. invictus, sostituito da quel momento da victor) . 1, tra NOB.B CAES.S della r. 4 e alla fine di ogni riga Recentemente, Christian Witschel ha suddiviso (fig. 10). in tre gruppi i quindici miliari della Venetia in cui Costantino compare da solo7. D(ominis) n(ostris) (duobus) Il primo, rappresentato dal miliario di Palazzolo Fl(avio) Cl(audio) Constantino et dello Stella, sulla via Annia8, e da altri sei, legger- Fl(avio) Iulio Constantio, mente diversi nella titolatura9, è ascrivibile agli anni nob(ilissimis) Caes(aribus) (duobus), tra il 312/315 e il 324 d.C.