AQUILEIA (Città Di Frontiera E Porta D’Oriente)

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AQUILEIA (Città Di Frontiera E Porta D’Oriente) GRUPPO ARCHEOLOGICO MILANESE AQUILEIA (città di frontiera e Porta d’Oriente) Viaggio di studio 29 – 30 settembre 1° ottobre 2017 Dispensa didattica per i partecipanti INDICE Testo a cura di Danila Faccio La storia ......................................................................................................................... pag. 3 Il Foro ............................................................................................................................. pag. 11 Il porto ............................................................................................................................ pag. 14 Le mura .......................................................................................................................... pag. 16 I magazzini e i mercati .................................................................................................... pag. 17 Fondo Pasqualis ............................................................................................................. pag. 17 Le necropoli .................................................................................................................... pag. 18 Il grande mausoleo ......................................................................................................... pag. 20 Fondo Cal ....................................................................................................................... pag. 21 Fondo Cossar ................................................................................................................. pag. 21 Le strade ........................................................................................................................ pag. 22 Il teatro ........................................................................................................................... pag. 23 L’anfiteatro ..................................................................................................................... pag. 23 Il circo ............................................................................................................................. pag. 24 Il palazzo imperiale ......................................................................................................... pag. 25 Le terme ......................................................................................................................... pag. 26 I luoghi di culto ............................................................................................................... pag. 27 2 LA STORIA Aquileia, dopo la sua fondazione, diventò la terza città dell'Impero romano e il primo emporio marittimo, con Grado come porto di riferimento verso le sponde mediterranee greco-turche, siriane ed egiziane e all'apice del potere come città-stato, i confini del suo Patriarcato giungevano a toccare Augsburg, Monaco e Vienna verso Nord, e Budapest ad Est. La sua vocazione è di essere una terra di passaggio: sia per i Popoli che scendevano d'Oltralpe, come per quelli che giungevano dall'Europa orientale, tutti con il desiderio di migliorare le proprie condizioni di vita nella fertile pianura del Po, o di conquistare la Penisola o di giungere fino all'Adriatico per i propri commerci. Le prime strutture per lo stanziamento nel territorio sono i castellieri del Neolitico, collocati sulle colline, a debita distanza sia dalle montagne alte e fredde, sia dalla pianura insidiosa e malarica. Dapprima erano solo rifugi di fortuna come grotte o rudimentali capanne, in seguito gli abitanti costruirono muri a secco, formati da pietre raccolte nei dintorni e lavorate rozzamente, con lo scopo di delimitare e proteggere con delle mura più abitazioni. Queste piccole comunità, in principio autonome ed isolate, in seguito vennero collegate da sentieri che, a mano a mano si stabilivano rapporti e scambi e con l’intensificarsi dei contatti, si trasformarono in strade. Queste popolazioni dell'estremo nord-est erano conosciute col nome dei loro vicini più importanti, gli Euganei. Ma è Tito Livio a raccontare che nell'area intorno al golfo dell'alto Adriatico, si erano insediati invece i Veneti. O meglio i Paleoveneti, di stirpe indoeuropea e provenienza dalla Germania meridionale, presenti qui fin dal II millennio a.C. con una loro civiltà e cultura, che sarebbe poi fiorita nel millennio successivo. Polibio assicura della loro antichissima origine, mentre Erodoto parla di popolazioni illiriche, senza fornire riscontri troppo precisi. Ma non si può, mancando una vera documentazione, sapere molto sulla fase antica di queste terre, dove sono passati così tanti popoli. Scesi dalla Valle dell’Adige, si stabilirono lungo l'alto Adriatico "cacciandone gli Euganei che abitavano tra le Alpi e il mare". Un'immigrazione importante dunque, in grado di sottomettere gli indigeni che comunque rimasero, mescolati ai nuovi venuti o concentrati nelle valli minori. I Veneti subentrarono agli Euganei, ma ne assimilarono la cultura, usando persino i loro metodi di difesa. Erano gente pacifica, nota anche ad Omero, vissuta fra il XII e il I sec. a.C. nella vasta area identificabile col Veneto di oggi, con il Friuli Venezia Giulia e il Trentino. Un territorio omogeneo e aperto agli scambi come alle influenze esterne di Etruschi, Greci e Sloveni. Intorno al V sec. a.C. il tentativo degli Etruschi di allargarsi nella Valle Padana, sulle prime senza difficoltà, fu ostacolato dalla discesa dei Galli Celti. I Veneti rimasero sostanzialmente padroni del loro territorio, verso Nord e verso Est fino al mare. Il percorso degli invasori era invece sulla direttrice Sud, portandoli ad assalire Roma nel 390 a.C. Il territorio del nord-est è l'estremo angolo orientale della Pianura padana, piatta e provvista di vie d'acqua, ricco di storia, protetto dalla cinta alpina, raggiunto dall'Adriatico, che convoglia scambi e commerci verso il cuore dell'Europa. La pianura friulana era da sempre considerata poco adatta all'agricoltura, per le paludi, i corsi d'acqua erratici e la frangia lagunare variabile, ma luogo di facile accesso, passaggio abituale verso il mondo balcanico e danubiano fin dai tempi più antichi. Nell’area che sarà poi occupata dalla città romana, immediatamente a nord del Foro di recente sono stati messi in luce i resti di strutture insediative, che risalgono alla prima età del Ferro, dimostrando che nell’area esisteva già un abitato indigeno. Questo abitato preromano fu costruito su un ingegnoso 3 dispositivo di bonifica, costituito da travi orizzontali di quercia, quasi perfettamente orientati secondo i punti cardinali, e da pali conficcati in profondità nel terreno. L’analisi al radiocarbonio dei campioni di legno ha fornito una datazione compresa tra il 916 e il 790 a.C. Sopra questo impianto dovevano sorgere le capanne, probabilmente di forma quadrangolare, con pareti di legno e ramaglie rivestite di limo e argilla e i pavimenti in battuto. La tipologia dell’insediamento aquileiese ricorda da vicino quella di altri villaggi contemporanei dell’area veneta, come per esempio Concordia Sagittaria, dove la situazione ambientale era del tutto simile. L’insediamento preromano di Aquileia era inserito, infatti, in un paesaggio caratterizzato da un ambiente umido, con presenza di uno o più corsi d’acqua che lambivano l’insediamento stesso; il territorio circostante era occupato da una foresta discontinua principalmente di quercia e carpino, con presenza di frassino, olmo e ontano e di un sottobosco composto da nocciolo, sanguinella e corniolo. Le abitazioni erano dotate di un focolare per la cottura del cibo. Tuttavia, il ritrovamento di molti scarti di lavorazione di recipienti di terracotta potrebbe indicare, che negli stessi ambienti veniva prodotto del vasellame fittile. Si è supposto, inoltre, che vi avvenisse anche la lavorazione del ferro. L’insediamento protostorico sembra conoscere un’improvvisa crisi a seguito di un’alluvione avvenuta nel V sec. a.C. Dopo questo evento, le testimonianze archeologiche della continuità di vita del centro nel IV e nel III sec. a.C. diventano decisamente più frammentarie, anche se evidenziano la ricchezza di contatti e rapporti con il resto della penisola. In ogni caso, è dubbia, non avendo elementi archeologici decisivi a supporto, l’ipotesi dell’esistenza di un centro celtico o di influenza celtica precedente la colonia latina, ipotesi che deriva soprattutto dall’affermazione dello storico Tito Livio, secondo il quale la colonia sorse “nel territorio dei Galli”. Perché e come Roma arrivò fino a qui? La risposta è nella storia dell'imperialismo politico e militare dell'Urbe. Dopo le tre guerre puniche cominciate nel 264 a.C. e concluse vittoriosamente nel 146 con la conquista del mare e della costa nordafricana, dopo la sconfitta nel 283 dei Galli Senoni a Nord, Roma decise di fermare l'espansione celtica, di porre degli insediamenti difensivi sugli Appennini, e soprattutto di fondare Rimini e il suo porto strategico, come roccaforte per la sua avanzata a nord. 4 Roma intraprese la sua espansione verso Nord: batté Liguri e Galli, si alleò con Veneti e Cenomani, e continuò a creare colonie nella pianura (Bologna venne fondata nel 189, Modena e Parma nel 183) e costruì grandi strade di collegamento come l'Emilia e la Flaminia. E’ in tale contesto che viene fondata Aquileia nel 181 a.C., come avamposto di Roma verso Est. Lo scopo era liberare l'Adriatico dai pirati illirici e controllare l'area cispadana nella sua parte orientale e i valichi di più facile accesso. In quell'area, inoltre, l'espansione demografica dei Galli
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