Friuli-Venezia Giulia
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Storia Regioni 002_069 2e 20-12-2009 17:40 Pagina 45 Friuli-Venezia Giulia TRACCE STORICHE La Preistoria Tracce scarse e tardive La presenza del- l’uomo in Friuli-Venezia Giulia è attestata a partire dalla fase fnale dell’ultima glaciazio- ne, quindi in un’epoca collocabile intorno a 10- 15 000 anni a.C. Le zone in cui più frequentemente si sono rin- venuti bulini, asce e punte di frecce sono il Car- so, la valle del Natisone e il comprensorio di Udi- ne. Particolarmente interessante risulta poi il F ritrovamento delle tracce di un accampamento Lamina votiva in bronzo, raffigurante un estivo di cacciatori paleolitici sul Piancavallo, guerriero, conservata sulle alture che formano la porzione friulana del presso il Museo Bosco del Cansiglio. Nazionale Atestino di Este. La lamina La lenta affermazione dell’agricoltura e dei proviene da un metalli L’agricoltura si afermò con lentezza, santuario dedicato alla ostacolata dal tardivo ritiro dei ghiacci; le prime dea Reitia, una delle testimonianze sono emerse soprattutto nel ba- divinità degli antichi cino del Tagliamento e, in generale, nella pro- Veneti, di cui alla fine dell’Ottocento si sono vincia di Pordenone. La difusione della tecnica ritrovati i resti nei pressi di lavorazione dei metalli fu invece rallentata di Este. dalla loro scarsa disponibilità nella regione, tanto che solamente per la provincia di Udine si può parlare di una qualche frequenza di inse- diamenti dell’età del bronzo. Il momento di svolta della Preistoria friulana è tutto a danno dei Veneti, mentre il loro infusso su- rappresentato dalla comparsa, quasi al termine gli Istri, stanziati nella zona orientale, fu assai più di quella stessa età del bronzo (1500 a.C. ca), di marginale. un numero crescente di castellieri, vale a dire di villaggi fortifcati, che occupavano un’area com- La conquista romana Roma s’interessò alla presa tra le province di Udine e di Trieste, fno al- regione a partire dalla fne del III secolo a.C.: già l’Istria. La caratteristica collocazione di tali abi- nel 181 a.C. essa compì una mossa fondamenta- accampamento estivo tati sulla sommità delle alture, più facilmente le verso la colonizzazione dell’intera area, fon- si tratta di una pratica diffusa difendibili, non impedì che molti di essi sorges- dando, lungo quella che allora era la costa, la co- nel Paleolitico, attestata sero anche nella pianura, dove le mura di prote- lonia di Aquileia. Partendo da questa base, che anche altrove, di sfruttamento zione erano sostituite da terrapieni. divenne sempre più importante e popolosa, la temporaneo, a scopi quasi esclusivamente venatori, di conquista fu rapida e portò alla sconftta degli località irraggiungibili durante L’età antica Istri (177 a.C.) e alla progressiva sottomissione il resto dell’anno per La spartizione della regione fra Veneti e Istri dei Gallo-Veneti (115 a.C.). insormontabili ostacoli Il periodo protostorico è caratterizzato dalla spar- Secondo il loro costume, i Romani procedettero climatici e perciò costituenti delle naturali “riserve di tizione della regione tra i Veneti, a ovest (il loro alla realizzazione di una razionale rete viaria, caccia”. In genere, il campo centro piu signifcativo appare Ateste, oggi Este), e stabilendo proprio ad Aquileia il nodo a cui far era costituito da una o più gli Istri, a est, che andavano progressivamente capo per le comunicazioni terrestri e marittime capanne e da un focolare di acquisendo il controllo sulla navigazione nel- dell’intera Italia nord-orientale. Nel corso del- ampie dimensioni che serviva anche per affumicare le carni l’Adriatico settentrionale. A partire dal 450 a.C. i la seconda metà del I secolo a.C. furono realiz- da trasportare poi in pianura, Galli, provenienti da ovest, cominciarono a eser- zate l’ambiziosa Via Postumia che, attraversan- come riserva alimentare per citare una forte pressione sulla regione, soprat- do diagonalmente tutta l’Italia del nord, arrivava l’inverno. 45 Storia Regioni 002_069 2e 20-12-2009 17:40 Pagina 46 Friuli-Venezia Giulia Il Medioevo La minaccia delle invasioni barbariche Quando la compagine dell’Impero incominciò a mostrare la sua debolezza e le inquiete popola- zioni germaniche dell’est diedero avvio al loro inarrestabile spostamento verso occidente, la col- locazione del Friuli-Venezia Giulia nell’estrema porzione orientale d’Italia lo espose, più di altre re- gioni, alle conseguenze delle invasioni barbariche. La relativa facilità con cui potevano essere supe- rate le Alpi in questo settore accresceva la minac- cia che pendeva sulla regione. Per provare a con- tenere questa spinta o, almeno, per deviarla verso G La fondazione della fno a Genova; la via Iulia Augusta, che valicava i territori a nord delle Alpi, fu istituita una sorta di colonia di Aquileia in un le Alpi al passo di Monte Croce Carnico e con- cordone di castra (cittadelle fortifcate) che rilievo del II secolo d.C. sentiva i collegamenti con l’Europa centrale; la avrebbero dovuto formare una barriera difensiva. via Annia, che costituiva il percorso terrestre Sorsero, in questo modo, Cormones (oggi Cor- più diretto verso Roma, quando non si volesse o mons), Ibligo (Invillino), Osopus (Osoppo), Reunia non si potesse (nel caso, per esempio, di forti (Ragogna) e Aidussina. Tutto ciò tuttavia fu vano contingenti militari) navigare nell’Adriatico; la e, a partire dai primissimi anni del V secolo, si ri- via Gemina che risaliva la bassa valle dell’Isonzo versarono in Friuli i popoli che avrebbero decre- e quella del Vipacco, inoltrandosi poi verso l’in- tato la fne dell’Impero romano d’Occidente: i Vi- terno dell’attuale Slovenia. Augusto, ripartendo sigoti nel 401 e nel 408; gli Unni nel 452 (Attila l’Italia in regioni amministrative, assegnò il Friu- espugnò la stessa Aquileia); gli Ostrogoti nel 489. li-Venezia Giulia alla Regio X Venetia et Histria. La capitale fu naturalmente Aquileia, che visse Ostrogoti, Bizantini, Longobardi Sotto il do- un lungo periodo di straordinaria attività e di minio degli Ostrogoti, prima del loro capo Teo- ricchezza materiale e culturale. Altre città era- dorico e poi dei suoi successori, si ebbe fnal- no intanto sorte: Forum Iulii (l’attuale Cividale mente un breve periodo di pace; esso tuttavia del Friuli) che avrebbe poi imposto il suo nome costituì il preludio al bagno di sangue della guer- H Particolare del all’intera regione; Forum Iulium Carnicum (oggi ra gotico-bizantina. mosaico pavimentale Zuglio) lungo la via Iulia Augusta; l’allora mode- Nel 568, poi, si afacciarono ai confni orientali della basilica di Aquileia, sto borgo di Tergeste che sarebbe diventata, se- della regione i Longobardi di Alboino: conqui- databile al IV secolo d.C. coli dopo, Trieste. stata Cividale, essi dominarono la regione per circa duecento anni, trasformandola in un du- cato che aveva in quella città la sua capitale. I Longobardi seppero instaurare un rapporto re- lativamente pacifco con la popolazione e la re- gione esercitò, nel contesto della dominazione longobarda, un ruolo tutt’altro che marginale tanto che due duchi locali, Ratchis e Astolfo, sa- lirono sul trono reale di Pavia. I rapporti con il patriarca cattolico di Aquileia, pessimi all’ini- zio, migliorarono con il tempo, tanto che il ve- scovo lasciò Grado, dove si era ritirato per sfug- gire all’invasione, e fssò la sua sede nella stessa Cividale, mentre le lagune costiere e Grado re- stavano in mano ai Bizantini. Il Sacro Romano Impero: la marca del Friuli Pur pressati dagli Slavi e impegnati dalle incur- sioni degli Avari, i Longobardi mantennero la lo- ro signoria sul Friuli fno al 788, quando l’intero 46 Storia Regioni 002_069 2e 20-12-2009 17:40 Pagina 47 Friuli-Venezia Giulia Regno d’Italia passò sotto il controllo di Carlo Magno. Dopo la costituzione del Sacro Romano Impero la regione fu riorganizzata con la fonda- zione della marca del Friuli, scaturita dall’unio- ne di questo territorio all’Istria, fno a formare una salda compagine che avrebbe dovuto difen- dere i confni orientali dell’Impero, mentre anda- va delineandosi il processo socio-economico che avrebbe generato il feudalesimo. Un lungo periodo di prosperità economi- ca Nel corso del IX e del X secolo sorsero pro- gressivamente nuove forze: Venezia stava len- tamente distaccandosi da Bisanzio e andava prendendo coscienza della propria forza espan- siva; gli imperatori di Germania avevano ot- G tenuto, attraverso la spartizione dell’Impero I resti romani I resti romani sono invece ben Rilievo della facciata franco, tutta la terraferma friulana, mentre il più imponenti: a Aquileia si trovano vasti im- dell’altare del duca Ratchis, raffigurante una ruolo dei vescovi locali andava oltre l’ambito pianti portuali, alcune ville con ricchi pavimen- Maiestas Domini. religioso per assumerne uno sempre più di- ti a mosaico e il foro del I secolo d.C. Il rilievo è conservato chiaratamente politico. A Trieste (la romana Tergeste) rimangono il pic- presso il Museo A partire dal 1077 il patriarcato di Aquileia ot- colo, ma ben conservato, arco di Riccardo (la cristiano del duomo tenne ampie autonomie dall’imperatore Enrico curiosa denominazione deriverebbe da cardo, di Cividale. IV; iniziava così un lungo periodo di crescente nome latino di una delle due vie assiali delle cit- prosperità che sarebbe stato caratterizzato dal- tà romane: cardo, appunto, e decumano), del 33 l’impetuoso sviluppo dei commerci e del credito. a.C., il teatro del II secolo d.C. e la basilica del fo- Aumentava, nel contempo, l’importanza delle ro. A Zuglio, sulla strada per il passo di Monte città: per prima si sviluppò Gorizia, poi Udine e Croce Carnico, si trova il notevole foro. Pordenone. In particolare, i conti di Gorizia at- tuarono una politica di espansione che li portò a L’architettura paleocristiana e longobarda possedere terre e centri abitati in Istria, nel Car- Il periodo paleocristiano è molto ben rappre- so, nella pianura fno a Latisana, in Carinzia, in sentato in Friuli, soprattutto nelle località più vi- Tirolo.