Billy Rivista Di Cinema E Altre Perversioni Il Contagio
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E ALTRE PERVERSIONI E ALTRE DICINEMA RIVISTA BILLY FREE PRESS CRONACHE DICONTAMINAZIONIARTISTICHE IL CONTAGIO marzo/1.20 MARCO BACCHI, LEANDRA BORSCI, Ramiro Castro Xiques, NOEMI GIUGLIANO, Francesca Leoni, MATTEO LOLLETTI, Davide Mastrangelo, PIERO MEROLA, MARCO MULANA, PAOLO UTILI. INDICE Il contagio 3 CITAZIONE Germano Celant 4 LO STATO DELL’ARTE «Oggi l’arte si fa con tutto Leandra Borsci Cronache di contaminazioni artistiche di contaminazioni Cronache 6 LE CITTÀ INVIVIBILI e ovunque, senza confini Ramiro Castro Xiques 8 IL “BISOGNO” DEL CONTAGIO: linguistici e territoriali. BREVE EXCURSUS NEL CINEMA DEL 2000 Paolo Utili Gli artisti entrano e agiscono 10 PETER GREENAWAY, L’ARTISTA CONTAMINATO Noemi Giugliano nel campo dell’immagine 12 IL DOCUMENTARIO COME FINZIONE DEL REALE con un’attitudine leggera Marco Bacchi 14 NOI SIAMO PAROLA e plurale, Matteo Lolletti 17 LA LINGUA BATTE DOVE VUOLE muovendosi senza istanze Leandra Borsci 20 SUA ALTEZZA REAL(TÀ) Marco Mulana univoche nella panoramica 22 NUOVE CONTAMINAZIONI MUSICALI: LA “BLACK DIASPORA” È IL FUTURO di tutti i media». DELLA SCENA BRITANNICA Piero Merola Germano Celant 24 VIDEOARTE > ARTI INTERMEDIALI Francesca Leoni e Davide Mastrangelo 26 CRUCIVIRUS Mulangella 3 LO STATO DELL’ARTE Il contagio Abbiamo scritto, riscritto, riformulato, disfatto e Ma abbiamo portato avanti le nostre istanze, i nostri reinterpretato questo editoriale rincorrendo l’attua- pensieri, le nostre battute sulla tastiera con maggio- artistiche di contaminazioni Cronache lità più recente, troppo sfuggente e troppo poco pre- re enfasi quando la cultura è venuta in soccorso come dicibile. Quando ragionavamo su questo primo numero di anticorpo per riempire il silenzio dell’isolamento da BILLY di quello che si sarebbe da lì a poco rivelato un COVID-19. Assistiamo al tentativo contemporaneo di al- funesto 2020, la riflessione prendeva le mosse da una cuni artisti di togliere la polvere dalla noia di una storia sinistra di contagio, confinata nel continente reclusione opportuna, facendoci entrare grazie al web asiatico, che ci spingeva a riflettere sull’ambivalenza nelle proprie case, nei propri laboratori e studi di del termine “contaminazione”. registrazione, dietro le quinte delle proprie mae- Se è vero – com’è vero – che contaminare è sinonimo stranze. L’obiettivo è intrattenere, accomodarsi nel in infettare, inquinare, lordare, e in certi contesti vuoto altrui, mentre i sipari dei cinema e dei teatri anche corrompere moralmente, è altrettanto vero che sono chiusi, e i balconi e le chat di famiglia affol- contaminare è anche fondersi, arricchire, ibridare. lati. Abbiamo inteso la contaminazione come l’incontro di codici espressivi e canali artistici che si contagiano vicendevolmente, dando luogo a forme ibride che offro- Lungi dal voler scrivere un elogio alla lentezza o no un’esperienza nuova e più completa. C di contagio, alla frenesia, in questo numero dedichiamo un focus di cultura, di crossover. Le arti contemporanee – sem- importante al cinema del contagio e al cinema contami- pre più visuali, che visive – oggi dialogano tra loro, nato; agli artisti ibridati dietro la camera da presa, accogliendo e incorporando i differenti linguaggi ar- che sperimentano il terreno multimediale. Parliamo di tistici; coinvolgono l’uomo, artista e spettatore, in- fusion in riferimento alla commistione di generi ci- teriorizzando nel risultato finale le nuance della sua nematografici, musicali, e registri linguistici; della esperienza. virulenza dei social media, e delle influenze sottili e Il termine Gesamtkunstwerk — dal tedesco, l’opera d’ar- sfuggevoli tra realtà e finzione. te totale — indica proprio la convergenza di più forme Di questo e di altro parliamo in questo numero di BILLY artistiche che in un’unica sintesi culturale tocca che — soltanto per questa volta — esce esclusivamente le corde dell’universalità. Senza voler scomodare le in veste digitale, per mostrare il volto felice del- intuizioni wagneriane, oggi si assiste alla conversio- la contaminazione, in un periodo in cui la positività ne non senza proseliti alla multimedialità artistica, tuona come una condanna. che non è più solo appannaggio degli sceneggiatori, dei videasti, dei compositori o dei performer, ma si traduce in una conversione democratica. La contamina- zione avviene quindi su più livelli, tra le discipline e all’interno delle discipline stesse, e di riflesso contagia lo spettatore, il suo punto di vista, il suo credo. In questo numero abbiamo osservato da vicino un termine che solo qualche settimana fa evocava lugubri scenari Leandra Borsci esotici, che oggi invece fanno parte della nostra rimo- Laureata in Mass Media e Politica, dulata quotidianità, fatta di mura domestiche, nevrosi appassionata di comunicazione digitale e lievito di birra. e amante delle buone maniere. 4 5 Mettere su il muso. Perché? Fare buon viso a cattivo gioco. Quale? Faccia a faccia. Con chi? Essere costretti a difendersi da un nemico invisibile, molecolare, smaterializzato. Allora ti vien su l’istinto, animale magari, bestiale. Forse è l’istinto di Animal del Muppet Show quando canta manamanà e non sa le parole, e insegue il ritmo a colpi di tosse. Andrea Lucatelli Lo scatto di Ramiro Castro Xiques è stato selezionato undicesimo tra più di 400 foto per il Concorso nazionale di Nadir Magazine e ProgettoPhoto nel 2006 dedicato al tema “Le città invivibili”. Ramiro Castro Xiques Fotografo. 6 7 Il “bisogno” del contagio: Il contagio breve excursus Cronache di contaminazioni artistiche di contaminazioni Cronache nel cinema del 2000 28 giorni dopo (2002) di Danny Boyle ©British Film Council, DNA Films di sopravvissuti contro l’orda di infetti: tutti si muovono in un Sotto quest’ultimo aspetto molto in- zione – sia televisiva, che social – con l’adozione di linguaggi mondo rovesciato nell’ordine costituito dove non vi sono più teressante è Deserto rosso san- che incitano all’odio e alla discriminazione. regole e a regnare è il caos. gue (2016) di Colin Minihan: Precursore di un’altra questione molto attuale ai nostri giorni, Non si poteva non partire allora da 28 giorni dopo (2002) Las Vegas è distrutta da un’epide- quella ambientale, è E venne il giorno (2008) di M.Ni- di Danny Boyle: in Inghilterra si abbatte un potente virus mia. Una donna si ritrova persa nel ght Shyamalan: gli uomini sono spinti al suicidio a causa che porta le persone a uccidere e a mettere a ferro e fuoco il deserto con uno zombie alle calca- di una neurotossina prodotta dalle piante in reazione proprio Paese nell’arco di ventotto giorni, mentre i pochi non contagiati gna, ma la situazione prende una all’essere umano, divenuto un pericolo per il pianeta. si uniscono nel tentativo di sopravvivere. Un’opera che denun- piega inaspettata nel momento in In un momento in cui tutto il mondo si sta diffondendo il CO- cia la violenza intrinseca del genere umano, dimostrata sia dal cui questa fuga diventa un’occasio- VID-19, non si può poi non pensare a Contagion (2011) di fatto che i sopravvissuti si trovano a combattere non solo con- ne per lei per riflettere sulla propria Steven Soderbergh: un virus si propaga da Hong Kong in tro gli infetti ma anche contro altri esseri umani senza scrupoli, vita e gli errori commessi. Lo zombie tutto il mondo in maniera repentina, causando vittime a di- sia dalla mutazione del protagonista che assume un comporta- diventa il suo miglior confidente e, smisura. Inizia dunque una corsa contro il tempo per trovare mento identico a quello dei contagiati pur non essendolo. grazie loro rapporto di amicizia, riu- una cura. Il film gioca sulla paura del contagio, sulle isterie Il contagio però non è solo un’indagine sulla violenza, ma an- scirà a riacquistare tratti di umani- che produce nelle persone non ancora infette, sul coraggio di Zombi child (2019) di Bertrand Bonello che una riflessione sull’essere umano e sulla società in cui vive. tà, fino a frenare l’istinto cannibale. chi cerca di adottare le contromisure e su chi approfitta della ©My New Picture, Les Films du Bal, Playtime, Arte France Cinéma In questo senso troviamo opere come Stake Land (2010) Il viaggio nel deserto è dunque una situazione per speculare. di Jim Mickle in cui un’epidemia di vampirismo ha infestato sorta di purificazione per entrambi. Il pensiero finale va a Zombi child (2019) di Bertrand Zombie, infetti, vampiri, lupi gli Stati Uniti lasciando indenni solo piccole comunità isolate; Se dunque, come abbiamo visto, la Bonello dove l’idea è quella di trattare la trasformazione in mannari, virus letali… la Train to Busan (2016) di Yeon Sang-ho dove un virus si lotta contro l’epidemia è un prete- zombi tornando alle origini, cioè al legame con il culto vudù, in storia del cinema è piena di diffonde rapidamente in Corea del Sud, tramutando le persone sto per analizzare l’essere umano, un’opera che in verità vuole essere un ritratto della difficoltà di forme di contagio volte a in- in zombi, e l’unica via di fuga è raggiungere la città di Busan altro tema molto importante, e che integrazione, del confronto con altre culture, di come nell’età terrogarci su aspetti politici, a bordo di un treno; The end? L’inferno fuori (2017) di ci permette di riflettere sul nostro dell’adolescenza si arrivi a sfidare inconsciamente l’ignoto, per sociali, culturali e umani. Daniele Misischia che vede un arrogante manager rimanere mondo e sulle sue problematiche, è soddisfare i propri desideri puerili. Sarebbe impossibile in questo breve intrappolato in un ascensore, mentre a Roma si sta scatenando come l’epidemia venga trasmessa. I film sul contagio hanno dunque caratterizzato anche il nuovo intervento trattare in maniera com- una apocalisse zombi, rendendo la sua involontaria prigione il Ed è proprio questa la chiave più millennio; il loro è un ritorno costante con uno scopo: quello di pleta il tema, per questo la scelta ri- luogo più sicuro.