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Alice Attie aliceattie.com

I WRITE to draw, I DRAW to write

ACCANTO A UN PERCORSO ARTISTICO NEL CAMPO DELLA FOTOGRAFIA, DI ALICE ATTIE SONO ANCHE A destra e sotto MOLTO APPREZZATI I DISEGNI E I LAVORI SU CARTA “Take Care of Yourself - Series Foucault", 2014, inchiostro su CHE NASCONO SOPRATTUTTO DALLE LUNGHE E carta, 76,5 x 57,5 cm. ATTENTE LETTURE DI TESTI LETTERARI E FILOSOFICI. Courtesy: Galerie nächst St. Stephan Rosemarie Schwarzwälder, Vienna di Fabio Muggia

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lice Attie non ha una formazione artistica. Ha studiato letteratura e poesia francese a New York, completando un dottorato in letterature comparate, focalizzando la sua ricerca sull’elegia moderna e sull’incontro tra il linguaggio A e l’ineffabile: come possiamo parlare di ciò che è inaccessibile al linguaggio? Da studiosa di letteratura ha sempre avuto interesse per quegli autori che hanno cercato di esprimere l’ineffabile utilizzando gli strumenti del linguaggio, cercando, quindi, una via d’uscita da questo, un allargamento, passando, però, all’interno del linguaggio stesso. Uno degli esempi che l’hanno sempre colpita è , con la sua scrittura che si muove sul confine fra due mondi, uno descrittivo delle parole, l’altro non definito e non definibile, ma solo lambito dal linguaggio. Conosciuta per le sue fotografie, Alice Attie però disegna anche su carta. Questo tipo di opere nascono grazie all'attività di lettura ma anche dal confronto con la pagina bianca, uno spazio vuoto da fare proprio. Riempiendo questo spazio con l’inchiostro, con segni tracciati da gesti ripetuti, l’artista cerca una restituzione visuale dei testi che legge. Per farli propri, sente la necessità di doverli ri-immaginare e ri-configurare sul terreno libero della carta. All’inizio erano alcuni brani di poesia di , che avevano toccato in maniera parti- colare le corde più profonde delle sue emozioni. Sentiva il bisogno di farli propri in una maniera che fosse solo sua. Allora Alice Attie inizia a riscrivere questi testi, o meglio, a tracciarli con A destra e sotto l’inchiostro, allontanandosi sempre più dal linguaggio e approdando al disegno. La fascinazione “Keep Going”, 2017, scansioni di foto d'archivio, inchiostro, carta per i processi profondi che legano fra loro pensiero-disegno-gesto la porta a indagare le diverse da quaderno, 21,6 x 14 cm possibilità di approccio alla pagina bianca come terreno in cui inscrivere dei segni, siano essi parole, figure o scarabocchi. Nella pagina successiva “Professor Achille Varzi Non Classical Logic 01.23.2018”, Un aspetto molto interessante dei lavori su carta di Alice Attie è la serie degli “appunti” presi 2018, inchiostro su carta, 25 x 20,3 cm durante le lezioni e i seminari di filosofia e fisica che l’artista frequenta alla . Seduta al proprio banco, nel tempo reale della discussione accademica, i fogli di carta si riem- Courtesy of Galerie nächst piono di tracce inscritte da Alice: questi disegni danno vita alla serie “Class Notes”. Non c’è una St. Stephan Rosemarie Schwarzwälder, Vienna regola fissa in questi “Notes”, sospesi tra linguaggio umano codificato e scrittura automatica e gestuale. I segni possono fiorire sul terreno del foglio come forme organiche e liquide, che conservano memoria della fluidità dell’inchiostro, in cui si celano parole e frasi, a volte leggibili, altre meno. Oppure l’intervento della mano può distendersi su tutta la superficie bianca in linee rette incrociate fra loro, che formano strutture geometriche piane, complesse e intrecciate. Le parole o frasi che si stendono lungo queste direttrici ci restituiscono una misura sia dello spazio della pagina sia del tempo della lezione accademica, ma anche dei processi di pensiero che hanno occupato quel tempo trascorso in aula. Il linguaggio rimane, quindi, sospeso dalla sua natura di codice univoco e diventa forma visuale per cercare di esprimere l’ineffabile. L’atto stesso di prendere appunti, del resto, è il tentativo di bloccare i concetti, per poterli portare via con sé e farli rivivere in spazi e tempi diversi. Questi “Class Notes” diventano dei corrispettivi visuali dell’investigazione mentale, dell’avventura intellettuale di quegli incontri accademici.

“SE PAREBA BOVES, ALBA PRATALIA ARABA, ET ALBO VERSORIO TENEBA, ET NEGRO SEMEN SEMINABA”

Indovinello veronese, VIII-IX sec.

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È molto importante la ripetizione delle parole o frasi tracciate sul foglio: attraverso l’iterazione dei gesti, l’atto di scrivere si allontana sempre più dal linguaggio noto, per diventare disegno, libera creazione grafica. Il confine tra scrittura e disegno si assottiglia sempre di più e avviene come una trasformazione sulla pagina bianca.

In modo simile ai Class Notes, nasce anche la serie “Take Care of Yourself – Series Foucault”. Non si tratta più di “appunti” di incontri accademici, ma di riflessioni personali condotte da Alice Attie nello spazio intimo del proprio studio durante la lettura delle lezioni che tenne al Collège de France tra il 1982 e il 1984. I disegni sono un invito a “prendersi cura di sé”: secondo Foucault fu questa l’ultima frase pronunciata da Socrate ai suoi allievi prima di essere giustiziato con la cicuta. Il solco dell’inchiostro traccia più e più volte la frase “Take care of TRA FOTOGRAFIA yourself”. L’artista afferma a proposito di “Take Care of Yourself ”: “Scrivo per onorare questa E LETTERATURA espressione. Scrivo per pensare attraverso di lei. Scrivo per immaginare molteplici significati. Alice Attie vive e lavora a [...] Scrivo per osservarla mentre diventa nuova e diversa. [...] Scrivo nella verità e nell’errore. [...] New York, dove è nata nel Scrivo per esplorare il movimento gestuale di linee, osservando l’inchiostro che scorre, ancora e 1950, nipote di 4 nonni siriani ancora. [...] Scrivo per disegnare. Disegno per scrivere” (Alice Attie,“Statement of Plans”, 2016). nati e cresciuti ad Aleppo. Questo invito ripetuto quasi ossessivamente potrebbe sembrare una riflessione tutta interiore Ha studiato letteratura francese al Barnard College e individuale dell’artista che, chiusa nello studio, legge e rilegge testi filosofici. In realtà, la “cura di New York e ha conseguito di sé” teorizzata da Foucault prevede una cura del proprio benessere e godimento, sia fisico che un Dottorato in letteratura intellettuale, ma anche una cura della dimensione sociale. La “cura di sé” è anche una pratica comparata nel 1991. Ha sociale che porta a un miglioramento della collettività grazie al rapporto con gli altri. Questi insegnato letteratura per disegni di Alice Attie nascono comunque da un momento di incontro in un contesto sociale, molti anni al Bard College, Barnard College, e Cooper quello accademico, o l’incontro con un autore attraverso la lettura dei suoi testi, per essere Union. Ha lavorato a poi sviluppati ulteriormente nell’intimità dello studio. Ma non rimangono lì, o per lo meno non lungo con la fotografia, rimangono a lei: i disegni sono l’atto di cura di se stessi che lei restituisce a tutti noi, ricollocandolo ricevendo riconoscimenti e in un contesto collettivo. pubblicazioni su «The New Yorker», «Doubletake», «Grey Room» e «Parnassus». La serie “Keep Going” rappresenta un altro aspetto della presenza del linguaggio nell’opera di Alice Attie. Si tratta di un lavoro che ha un’evidente richiamo alla sua attività di fotografa, so- Nel 2011 visita Aleppo per prattutto ad alcuni suoi progetti realizzati, per esempio, ad , in Siria e in Messico. Anche la prima volta, all’inizio quelle di “Keep Going” sono opere su carta. L’artista inizia recuperando le pagine rimaste bianche della guerra civile. Questi in fondo ai quaderni di appunti che suo padre usava quando studiava medicina. Su queste vecchie avvenimenti l’hanno molto toccata ed è possibile pagine applica le scansioni di fotografie d’archivio: inizialmente erano immagini di guerre nel individuarne tracce nel suo Medio Oriente, passate e presenti, profughi in fuga, visoni di sofferenza. Successivamente ha lavoro. Da un decennio si iniziato a raccogliere anche ritagli dai giornali e “vecchie foto da soffitta” slegate dalla tematica dedica anche ai lavori su della guerra. Di queste immagini, due sono le caratteristiche che affascinano terribilmente carta con un crescente l’artista: l’anonimato dei personaggi e la consapevolezza che la fotografia è solo un piccolissimo successo, sia in America che in Europa. Alcune sue ritaglio di una situazione e un contesto completamente esclusi dal frame della camera, e, quindi, fotografie e opere su carta inevitabilmente ignoti. Scattata questa molla, Alice riempie tutta la pagina di scrittura: una parola sono in collezione presso: o una frase ripetute, oppure un’intera narrazione suggerita dalla foto e scaturita dal gesto che Whitney Museum, MoMA e ricama di inchiostro il bianco intorno ad essa. Jewish Museum di New York, Il linguaggio si afferma, dunque, come strumento per indagare quell’ineffabile nascosto nella Studio Museum di Harlem, Getty Museum di Los fotografia di uomini e donne sofferenti, nelle vecchie pagine bianche dei quaderni del padre, Angeles e Museum of Fine nei testi di filosofi e poeti, nell’atto performativo collettivo del seminario in università. Per Alice Arts di Houston. Attie il linguaggio della scrittura e il linguaggio del disegno condividono la stessa gestualità: esiste un legame tra scrivere e disegnare, un confine sottile e sfumato. E con la distorsione grafica Sopra Alice Attie del gesto ripetuto si può spostare questo confine, dissolverlo o allargarlo, per lasciare spazio a Fonte: Wikipedia infinite altre possibilità.

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