Parisina D'este

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Parisina D'este CDS 277/1-2 DDD DIGITAL STUDIO RECORDING GAETANO DONIZETTI (Bergamo, 1797 - 1848) PARISINA D’ESTE Libretto by Felice Romani • Parisina, Azzo’s wife (soprano) Alexandrina Pendatchanska • Ugo, later discovered to be Azzo’s son (tenor) Amedeo Moretti • Azzo, Lord of Ferrara (baritone) Ramon De Andrès • Ernesto, Azzo’s minister (bass) Eldar Aliev • Imelda, Parisina’s maid (mezzo) Daniela Barcellona CORO DELLA RTSI, LUGANO - GRUPPO VOCALE CANTEMUS ORCHESTRA DELLA RADIO SVIZZERA ITALIANA Chorus Master: Diego Fasolis Conductor: Emmanuel Plasson CD 1 61’59” ACT ONE 1 – Preludio 03’13” 2 – Introduzione: È desto il Duca? (Ernesto, Coro) 03’11” 3 – Scena e cavatina: Per veder su quel bel viso (Azzo, Ernesto) 08’02” 4 – Recitativo: Con giostre e con tornei (Azzo, Ernesto) 03’42” 5 – Recitativo: M’abbraccia, Ernesto (Ugo, Ernesto) 08’54” 6 – Coro: Aura soave spira (Parisina, Imelda, Coro) 02’41” 7 – Scena e cavatina: Forse un destin che intendere (Parisina) 09’35” 8 – Scena e duetto: Dillo… io tel chieggo in merito (Ugo, Parisina) 11’07” 9 – Finale I. Quartetto: È perduto (Parisina, Ugo, Azzo, Ernesto) 06’26” 10 – Seguito e stretta del finale I: Voga, voga (Coro, Parisina) 04’39” CD 2 68’55” ACT TWO 1 – Introduzione: Lieta era dessa, e tanto? (Coro, Imelda) 02’21” 2 – Scena e romanza: Sogno talor di correre (Imelda, Parisina) 07’29” 3 – Scena e duetto: Ah! Chi veggio? (Azzo, Parisina) 11’03” 4 – Scena e aria: Io sentii tremar la mano (Ugo, Ernesto, Coro) 09’36” 5 – Recitativo: Ite, e condotti entrambi a me vien tosto (Azzo) 03’46” 6 – Quartetto [prima parte]: Ah, che vieni? 02’54” 7 – Quartetto [seconda parte]: Per sempre, per sempre 10’21” ACT THREE 8 – Introduzione: Muta, insensibile (Coro) 05’31” 9 – Scena e aria: Ciel, sei tu che in tal momento (Parisina) 10’25” 10 – Aria e finale: Ugo è spento! (Parisina, Coro) 04’59” Emmanuel Plasson Alexandrina Pendatchanska cui il pubblico scaligero poteva assistere alla prima DONIZETTI: PARISINA milanese dei Capuleti e Montecchi belliniani. Da quel momento in poi le carriere di Bellini e di Donizetti, fatalmente divisi dalla rivalità del comune mestiere e li anni a cavallo tra la fine del secondo e il del crescente successo, procedettero di pari passo e G principio del terzo decennio dell’Ottocento spesso si intersecarono, fino alla comune esperienza videro una straordinario fioritura dell’opera parigina del 1835, conclusa prematuramente dalla romantica italiana, con la piena e definitiva afferma- morte di Bellini. Bellini, carattere più riflessivo, adottò zione dei due giovani autori che avrebbero raccolto e in ogni caso ritmi produttivi più blandi, mentre rinnovato l’eredità di Gioacchino Rossini: Gaetano Donizetti continuò ancora per anni a sfornare opere Donizetti e Vincenzo Bellini. Se infatti il Pesarese, sta- con la frequenza dei suoi giovanili “anni di galera”, bilitosi dal 1825 in Francia, pose prematuramente spesso con esiti diseguali; il catalogo delle sue opere fine, nel 1829, alla sua carriera di operista con il sen- scritte dopo l’Anna Bolena tra il 1830 e il 1833 annove- sazionale Guillaume Tell, Bellini e Donizetti, in quegli ra infatti i seguenti titoli: Gianni di Parigi (1831, rappre- stessi anni, si imposero definitivamente all’attenzione sentata solo nel 1839), Francesca di Foix (Napoli, San del pubblico della penisola. Il catanese Bellini, più Carlo 1831), Fausta (Napoli, San Carlo, 1832), Ugo, giovane di quattro anni di Donizetti (era nato infatti conte di Parigi (Milano, Scala, 1832), L’elisir d’amore nel 1801), cominciò a far parlare di sé con una bellis- (Milano, Cannobiana, 1832), Sancia di Castiglia sima opera di quasi-esordio, Il Pirata (Milano, Scala, (Napoli, San Carlo, 1832), Il furioso all’isola di Santo 1827), che riscosse un enorme successo in Italia e Domingo (Roma, Valle, 1833), Parisina (Firenze, all’estero; ad essa fecero seguito, nel breve giro di Pergola, 1833). Di queste, solo L’elisir d’amore è rima- sei anni, sei opere di capitale importanza nella storia sta stabilmente in repertorio. Le altre opere ebbero del melodramma italiano: Bianca e Fernando invece in genere circolazione più modesta e sparirono (Genova, Carlo Felice, 1828; ma l’opera è realtà una quasi del tutto dai cartelloni al principio del ventesimo rielaborazione della Bianca e Gernando, Napoli, San secolo. Ciò non toglie, tuttavia che al loro primo appa- Carlo, 1826), La Straniera (Milano, Scala, 1829), I rire alcune di queste opere fossero salutate da gran- Capuleti e i Montecchi (Venezia, Fenice, 1830) , La dissimo successo. Il furioso all’isola di Santo Sonnambula (Milano, Carcano, 1831), Norma (Milano, Domingo, dramma semiserio su libretto del collaudato Scala, 1831) e Beatrice di Tenda (Venezia, Fenice, Jacopo Ferretti, trionfò infatti al Valle di Roma la sera 1833). del 2 gennaio 1833 e fu ripreso in breve tempo nei Il bergamasco Gaetano Donizetti, che aveva comin- principali italiani ed esteri. Poco più di due mesi dopo ciato a prodursi nei teatri italiani assai prima di Bellini, la Parisina, dramma serio in tre atti su libretto di Felice e già godeva di una discreta notorietà al Sud quando Romani, ebbe ugualmente accoglienza calorosa alla Bellini muoveva ancora i primi passi, riscosse invece il Pergola di Firenze. Ma in seguito non riuscì più a repli- suo primo grande successo al Nord soltanto nel 1830, care il successo fiorentino. con l’Anna Bolena, rappresentata per la prima volta al Librettista di sicuro talento, ma pigro e arrogante, Teatro Carcano il 26 dicembre 1830, la stessa sera in Romani, com’era sua consuetudine, aveva fatto per- 4 venire a Donizetti il libretto completo della Parisina ché il duca Niccolò III, resosi conto dell’amore della molto in ritardo sui tempi convenuti. L’opera fu scritta seconda moglie per il figliastro, aveva fatto decapita- in effetti in poco più di quindici giorni, e strumentata re entrambi; nell’opera donizettiana, invece, Parisina in meno di una settimana. La cosa non era peraltro muore per la disperazione, dopo aver visto il corpo nuova a Donizetti, che in tempi altrettanto brevi scris- ormai senza vita dell’amato Ugo, fatto uccidere dal se alcuni dei suoi massimi capolavori: Elisir d’amore, duca. L’argomento, coi suoi risvolti psicologici mor- Lucia di Lammermoor e Don Pasquale furono com- bosi, attirò anche l’attenzione di Gabriele D’annunzio, poste in condizioni analoghe, con gli esiti che sappia- il quale ne desunse una tragedia in quattro atti, che mo. Donizetti, come Rossini, era un autore che nelle servì poi da libretto a Pietro Mascagni per la sua ristrettezze di tempo, anziché scoraggiarsi, si esalta- opera omonima, rappresentata con successo alla va. In effetti la qualità musicale della Parisina è molto Scala nel 1913. Anche la Parisina di Mascagni, tutta- alta: il solo difetto dell’opera, e che probabilmente ne via, dopo le vivaci discussioni suscitate al suo primo ha determinato la scarsa popolarità presso il pubbli- apparire, non riuscì mai – proprio come la Parisina co, è, semmai, l’assenza di un autentico sviluppo donizettiana – a conquistare durevolmente l’affetto drammatico, di cui è peraltro responsabile, prima del pubblico. ancora che l’eccellente libretto romaniano, la natura Donizetti scrisse Parisina per la compagnia itinerante stessa della vicenda. L’argomento dell’opera è costi- di Carlo Lanari, che aveva la sua sede principale a tuito infatti da una cupa storia d’amore e di morte Firenze. Le due stelle della compagnia erano a quel ambientata nella Ferrara rinascimentale e tutta incen- tempo il soprano austriaco italianizzato Carolina trata sulla gelosia di Azzo, signore ferrarese, e sull’a- Ungher (Caroline Unger era il suo nome originale) e il more della di lui moglie Parisina d’Este per il giovane tenore francese Gilbert Duprez, che sarebbe passato Ugo, che si scoprirà poi essere figlio della prima allo storia come inventore del Do di petto (a quel moglie di Azzo. L’argomento, in sé, è analogo a quel- tempo, peraltro, da lui non ancora impiegato in tea- lo di infinite altre opere del periodo; ma qui si avverte tro). La Ungher, una delle poche cantanti di lingua maggiormente l’assenza di eventi e colpi di scena tedesca ad ottenere buona accoglienza in Italia, era capaci di tener desta l’attenzione dello spettatore. I una musicista molto sensibile, dotata di grandissimo caratteri dei protagonisti (di Parisina e di Azzo in pri- temperamento: era un soprano piuttosto “corto”, i cui mis) sono analizzati con grande finezza, e tuttavia l’o- acuti potevano talvolta risultare striduli e urlati e, pro- pera, come ha ben scritto Barblan, è “romanzo psico- prio per questo, singolarmente espressivi; Donizetti, logico musicale più che opera teatrale”. in ogni caso, cercò il più possibile di risparmiare alla Romani desunse la vicenda di Parisina dall’omonimo Ungher il registro più acuto. Duprez, oltre che assai “romanzo in versi” di Lord Byron, del 1816; questi, a dotato vocalmente, era anche un uomo intelligente, sua volta, l’aveva ricavata da una vicenda realmente cosa eccezionalmente rara per un tenore: in seguito, accaduta nel 1425 durante il ducato di Niccolò III, a egli interpretò diversi altri ruoli donizettiani e, sia detto Ferrara, e che peraltro aveva costituito l’argomento di per inciso, fu per lui che Donizetti scrisse le parti di una celebre novella di Mattia Bandello. Il fatto storico, Edgardo nella Lucia di Lammermoor e di Fernand ne in realtà, aveva avuto una diversa conclusione, per- La Favorite. Donizetti dovette sicuramente provare un 5 gran piacere a comporre per questi due interpreti, perché la partitura, nonostante la fretta in cui fu scrit- DONIZETTI: ta, rivela un’accuratezza e una raffinatezza di scrittura PARISINA che si ritrovano solo nelle partiture maggiori del Bergamasco. Il carattere tormentato e malinconico di round 1830 the blossoming of Italian Parisina, combattuta tra l’amore per Ugo e il dovere A Romantic opera was extraordinary, with the di moglie nei confronti di un uomo che non ama, l’ap- two young heirs of Gioacchino Rossini - passionato amore di Ugo, la furibonda gelosia di Gaetano Donizetti and Vincenzo Bellini - attaining Azzo, trovano nell’opera una rappresentazione mira- complete and definitive success.
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