AVELLINO): LA CHIESA Ulteriori Notizie Si Ricavano Dai Documenti Dell’Archi- Vio Storico-Diocesano Di Nola, Dove Sono Conservati I Ver- DI S
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
UN PREGEVOLE ESEMPIO DI non habbino soprapiena di terra l’Antica Catacomba, sep- ARCHITETTURA ALTOMEDIEVALE NELLA pur di detto vacuo non se ne son trovate sepolture…». VALLE DI LAURO (AVELLINO): LA CHIESA Ulteriori notizie si ricavano dai documenti dell’Archi- vio Storico-Diocesano di Nola, dove sono conservati i ver- DI S. MARIA ASSUNTA DI PERNOSANO. bali delle visite pastorali. Nella Santa Visita del 1591 fatta INDAGINE PRELIMINARE dal Vescovo Mons. Fabrizio Gallo, si apprende che la chie- di sa versava in uno stato di trascuratezza e la grande umidità dell’edificio rendeva impossibile la celebrazione delle fun- GIUSEPPE MOLLO, ANTONIA SOLPIETRO zioni: «Fuit per Dominum Episcopum et Visitatorem dictum quod stante umiditate presente ecclesie ob quam non potest conservari Sanctissimum Eucaristie Sacramentum et stante La chiesa di S. Maria Assunta in località Pernosano, periculo infirmitatem propri Parochi et filianos procuretur attuale frazione del Comune di Pago del Vallo di Lauro è nova edificatio ecclesie in predicto loco… et in eo applicari situata ai margini del centro abitato, poco distante dalla stra- pro ut applicantur lapides, trabes et alia presentie ecclesie da provinciale che da Nola porta a Lauro (Fig. 1). È prece- veteris et etiam prezium columnarum marmorarum in dicta duta da un ampio sagrato e addossata in parte alla Congre- ecclesia…» (f. 206 v.) ga del Rosario. L’interno è ad un’unica navata con due ar- La notizia che la chiesa non fosse in buone condizioni è chi sui rispettivi lati nei quali un tempo vi erano gli altari, confermata anche dalla lettura della Santa Visita Generale oggi, completamente smembrati. dell’anno 1615 del Vescovo Giovan Battista Langellotto: «Sanctissumum Eucharistie Sacramentum non conservatur propter incomoditate ecclesie sed adveniente necessitate LE FONTI STORICO-ARCHIVISTICHE recurrit ad ecclesie sancti Iacobi congregationis Montis Virginis» (f. 318 r.) La notizia più antica dell’esistenza di una chiesa intito- Nel 1747 l’abate Gianstefano REMONDINI nella Della lata a S. Maria in località Pernosano è del giugno 1195, Nolana Ecclesiastica Storia così descrive la piccola chiesa quando il conte di Caserta Guglielmo e il figlio Roberto «…e per dir vero sotto alla presente parrocchiale Chiesa di donano e trasferiscono al monastero dei SS. Severino e S. Maria volgarmente dè Carpinelli appellata è un antichis- Sossio di Napoli il diritto di patronato e ogni altro diritto da simo tempio, dalle rovine del quale son state tratte fra l’al- essi posseduto sulla chiesa di S. Maria nel territorio di Lauro. tre le sei colonne di marmo, che riposte veggonsi sugli alta- «... Hoc est ius patronatus quod habemus in Ecclesia ri della nuova Chiesa con molte ben intagliate lapide pari- Sancte Marie que est in territorio Lauri in loco ubi dicitur mente di marmo…» (REMONDINI 1747). pernosanum, quam construxit dominus quondam Landulfus, Sempre il REMONDINI, riporta che per la costruzione fu- filius quondam domni Adanulfi principis bone recordationis rono utilizzate colonne e capitelli di spoglio di epoca roma- ...» (Archivio di Stato di Napoli, Monasteri Soppressi, vol. na provenienti da un tempio che la tradizione dice essere 1789, f. 89) (TESCIONE 1966). stato eretto in onore dell’imperatore Augusto. Un documento Da tale documento si evince che la costruzione della epigrafico lascia spazio a questa ipotesi: «…nella vicina chiesa si deve far risalire a Landolfo I, figlio di Atenolfo, Chiesa di S. Nicola del Casal di Marzano anche un secolo principe di Capua – Benevento, associato al padre dal 901 addietro era un antico marmo con la seguente iscrizione, al 910. Tale fonte opportunamente verificata, potrebbe ri- nella quale i primi due versi son di carattere molto maesto- coprire un’importanza straordinaria per ricostruire le vicende so: AVGVSTO SACRVM RESTITVERVNT. LAVRINENSES artistiche dell’edificio di culto, anche in relazione a quelle PECVNIA. SVA. CVLTORES D.D.» del monastero di San Vincenzo al Volturno e dell’Abbazia «…Furon tutti questi marmi cavati da un altro gran tem- di Montecassino. Infatti nell’881 e 883 i due cenobi furono pio, che vi sta sotto, ed ove moltissimi altri ne son rimasti, assaliti e distrutti dai Saraceni. I monaci si rifugiarono a segni certissimi ch’ivi sia stato qualche antico molto ma- Capua, dove i benedettini di Montecassino vi fondarono il gnifico edifizio, che… supponiamo essere stato un tempio cenobio di S. Benedetto rimanendovi fino al 943. I due di Augusto, …ove fu discoperto pochi secoli addietro dalla monasteri, tuttavia, già prima della distruzione gravitava- Famiglia Cappellano di Lauro, che all’antica gloria à più no, sia politicamente sia economicamente verso Capua che volte aggiunta quella di esser fondatrice di nuove Chiese, con Atenolfo acquistò sempre maggiore importanza. ed in volendo fabbricar la presente cavò fra le rovine di Nell’899 i principi di Capua si impossessarono di Bene- questo luogo le sei colonne, che estraendole si ruppero, e le vento ed unificarono i due principati. Landolfo, inoltre, riu- memorate marmoree lapidi» (REMONDINI 1747). scì ad estendere il suo potere sui ducati di Napoli, Gaeta ed Amalfi, stabilendo una fitta rete di relazioni tra le aree co- stiere e quelle interne (BERTELLI 1990). L’INTERVENTO DI RESTAURO: CONSIDERAZIONI Negli anni 1308-1310 la chiesa è ancora citata nelle PRELIMINARI Rationes Decimarum Italiae (I, fol. 294): «In Episcopatu Nolano eiusdem Provinciae; …Abbas Iohannes de Anagnia Compito dell’intervento di restauro architettonico, tut- pro ecclesia S. Marie de Promisano (errore di trascrizione tora in corso, condotto dalla Soprintendenza ai Beni Am- del documento, sta per Pernosano) que valet unc. IIII solvit bientali, Architettonici, Artistici e Storici delle Province di tar. IIII» ed in quelle del 1324 contenenti l’inquisizione fat- Avellino e Salerno, è quello di interpretare il manufatto nel ta dagli abati Rogerium de Benedicto e Iohannem Infantem suo divenire storico, individuando tutti gli adattamenti e le canonici nolani dalla quale risulta «Item iura ecclesie S. Marie manomissioni che la fabbrica ha subito, realizzando un pia- ad Promisanum vendita fuerunt pro unc. III tar. X.» (fol. 312). no di interventi mirati alla conoscenza del complesso. Per Da quest’ultimi dati si evince che furono venduti i di- quanto concerne l’utilizzazione dell’edificio, si deve sotto- ritti di questa chiesa, ma non si riferisce l’acquirente, che lineare, come una appropriata forma di riuso contribuireb- invece ricaviamo dal manoscritto del 1668, Trattato della be in maniera determinante alla sua sopravvivenza. Su tale famiglia Del Cappellano, (f. 137v.) dal quale si ha appren- esigenza, i lavori di adattamento saranno limitati al minimo, de che l’edificio di culto subì una prima importante trasfor- rispettando l’individualità tipologica e costruttiva dell’opera. mazione nel 1655 ad opera del parroco don Pasquale Gli obiettivi possono essere così riassunti: individua- Corcione, «…per essersi osservata la sua grande humidità… zione e studio delle stratificazioni architettoniche dell’edi- fu necessario alzarla con nuova fabbrica sulla superficie della ficio di culto per la definizione planoaltimetrica della strut- terra e trasferirvi sopra le colonne di marmo… e dubbito tura originaria su cui è fondata quella attuale, indagini atte ©2001 Edizioni all’Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale – 1 ad accertare la presenza di eventuali strutture più antiche I muri perimetrali si conservano sino alla quota di im- ancora in situ ed infine saggi di scopritura delle pareti af- posta delle incavallature lignee, mentre, delle calotte delle frescate pertinenti all’impianto originario e contestuale ana- absidiole laterali si è mantenuta integra la sinistra e parzial- lisi ambientale degli spazi oggi in parte interrati. mente quella di destra, la centrale, invece, è completamen- te distrutta. In corrispondenza del piano di imposta sono visibili i resti dell’arco primitivo in opera listata di tufo e L’INDAGINE ARCHEOLOGICA laterizi. Questa tipologia architettonica trova nell’Italia meridionale ampia diffusione proprio a partire dall’età ca- La chiesa è stata oggetto di precedenti esplorazioni, rolingia ed ottoniana e successivamente ripresa e sviluppa- purtroppo non documentate che hanno in alcuni casi altera- ta nel modello cassinese. L’abate Desiderio, dovendo rico- to l’integrità del deposito archeologico. struire il monastero di Montecassino (1066-1071) si ispirò Ciò ci autorizza a dedicare particolare attenzione a que- ad edifici paleocristiani costantiniani, in parte mediati da sto edificio che fino alla metà del 1600, pur fra numerose esempi carolingi come la chiesa del suo predecessore Gisulfo ristrutturazioni necessarie in un territorio altamente sismi- (797-817). La pianta basilicale a tre navate con transetto co, come è appunto quello del Vallo di Lauro, appariva an- continuo, o meno e tre absidi costituì la proposizione del cora come un esempio pregevole sia per la tipologia archi- modello che a sua volta verrà replicato nella cattedrale sa- tettonica, sia per gli elementi decorativi recuperati e ripro- lernitana di Alfano (1058-1085) ed avrà larga diffusione posti. Il riempimento della navata compiuto nella seconda nel meridione. metà del XVII secolo, dopo aver asportato il materiale ar- La ripresa della pianta paleocristiana in Campania e a chitettonico più significativo, non ci ha consentito, per il Montecassino, deriverebbe dalla basilica del Crocifisso in momento di accertare