Emilia Romagna Festival 2021 a Forlì P r o p o s t a a r t i s t i c a

violino - pianoforte UTO UGHI Elena Matteucci Erede della tradizione che ha visto nascere e fiorire in Italia le prime grandi scuole violinistiche. A soli 12 anni la critica scriveva: “Uto Ughi deve considerarsi un concertista artisticamente e tecnicamente maturo”

GINO PAOLI voce - pianoforte “Due come noi che…” un concerto unico, a base di voce, pianoforte e improvvisazione. Un prezioso esempio di come due artisti assoluti possano interpretare in modo innovativo classici della storia della musica italiana e internazionale

YURI BASHMET viola e direttore - MOSCOW SOLOISTS Chamber Orchestra “Senza alcun dubbio, uno dei massimi musicisti viventi” (The New York Times)

“MICHAEL NYMAN PER ERF” I SOLISTI AQUILANI - MASSIMO MERCELLI flauto una residenza artistica dedicata a Michael Nyman e alla sua musica per omaggiare una delle più affascinanti e influenti icone culturali della nostra epoca

KARIMA voce - Piero Frassi pianoforte Karima, una delle voci più potenti e significative nel campo della musica in Italia degli ultimi anni

JÁNOS BALÁZS pianoforte “Quando ha suonato la Rapsodia ungherese di Liszt sono stato sopraffatto. Stavo ascoltando questo pezzo per la prima volta, cogliendone l’essenza con cui era stato concepito. Era audace, forse perfino arrogante, selvaggio, elegante e profondamente appassionato.” (W. Hunter Roberts, Huffington Post)

ph Fernando Aceves

ph Roberto Cifarelli

UTO UGHI violino ELENA MATTEUCCI pianoforte

In collaborazione con il Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini per un progetto sulla diffusione della musica

UTO UGHI erede della tradizione che ha visto nascere e fiorire in Italia le prime grandi scuole violinistiche. Uto Ughi ha mostrato uno straordinario talento fin dalla prima infanzia: all’età di 7 anni si è esibito per la prima volta in pubblico eseguendo la Ciaccona dalla Partita n° 2 di Bach ed alcuni Capricci di Paganini. Ha studiato sotto la guida di George Enescu, già maestro di Yehudi Menuhin. A soli 12 anni la critica scriveva: “Uto Ughi deve considerarsi un concertista artisticamente e tecnicamente maturo”. Ha suonato in tutto il mondo, nei principali Festival con le più rinomate orchestre sinfoniche diretto dai più importanti Direttori d’Orchestra. Uto Ughi è anche in prima linea nella vita sociale del Paese e si impegna soprattutto nella salvaguardia del patrimonio artistico nazionale. Ha fondato il festival “Omaggio a Venezia”, per raccogliere fondi per il restauro dei monumenti storici della città. Il festival “Omaggio a Roma” (dal 1999 al 2002) ne ha raccolto l’eredità, mirando alla diffusione del patrimonio musicale internazionale: concerti gratuiti e valorizzazione dei giovani talenti dei Conservatori italiani. Tali ideali sono stati ripresi nel 2003 dal festival “Uto Ughi per Roma” di cui è fondatore e direttore artistico. Il Consiglio dei Ministri lo ha nominato Presidente della Commissione incaricata di studiare una campagna di comunicazione per la diffusione della musica classica tra i giovani. Nel 1997 il Presidente della Repubblica l’ha nominato Cavaliere di Gran Croce per i suoi meriti artistici. Nel 2002 gli è stata assegnata la Laurea Honoris Causa in Scienza delle Comunicazioni. Intensa è la sua attività discografica con la BMG Ricordi S.p.A- e per Sony classical. Ultime incisioni sono: “Il Trillo del diavolo” (disco “live” dei più importanti pezzi virtuosistici per violino); il Concerto di Schumann diretto dal M° Sawallish con la Bayerischer Rundfunk; i Concerti di Vivaldi con i Filarmonici di Roma; la Sinfonia Spagnola di Lalo con l’Orchestra RAI di Torino e de Burgos; “Violino Romantico” (Sony Classical, 2013), una raccolta di pezzi emblematici del Romanticismo sul violino, con la partecipazione dell’Orchestra da Camera I Filarmonici di Roma. Nel 2013 ha pubblicato il libro “Quel Diavolo di un Trillo - note della mia vita”, edito da Einaudi: la storia di una vita incredibile, interamente dedicata alla musica. Suona con un violino Guarneri del Gesù del 1744 dal suono caldo e dal timbro scuro, uno tra i più bei Guarneri esistenti, e con uno Stradivari del 1701 denominato “Kreutzer” perché appartenuto all’omonimo violinista a cui Beethoven aveva dedicato la famosa Sonata. Il 2014 ha visto coinvolto il M° Ughi nel progetto europeo “all’insegna di ciò che può unire e non dividere”: nel luglio ha tenuto un concerto al Teatro Bolshoi di Mosca, in occasione dell’apertura del semestre italiano in Europa; l’1 ottobre, in occasione della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea e della Giornata Internazionale della Musica, l’Ambasciata della Repubblica Italiana in Romania, con l’Associazione Musica, Arte e Cultura e la Filarmonica George Enescu, ha organizzato un concerto del Maestro presso l’ateneo Romeno. In quella occasione l’Ambasciatore di Bucarest gli ha conferito una seconda Laurea Honoris Causa. Nel 2015 è stato invitato dal Sistema venezuelano del Maestro Abreu per commemorare il Maestro Claudio Abbado nel primo anniversario della sua morte. Nel 2015 l’Università di Palermo gli ha conferito la laurea magistrale ad honorem in Scienze pedagogiche.

GINO PAOLI e DANILO REA DUE COME NOI CHE...

Danilo Rea pianoforte  Gino Paoli voce

Prosegue il successo dal vivo di Gino Paoli e Danilo Rea, ed il loro spettacolo “Due come noi che…”, un concerto unico, a base di voce, pianoforte e improvvisazione. Un prezioso esempio di come due artisti assoluti possano interpretare in modo innovativo alcuni classici della storia della musica italiana e internazionale, con una scaletta aperta che spazia tra le canzoni più amate di Gino, chicche dei cantautori genovesi, l’omaggio alla musica napoletana e a quella francese. Il concerto sarà anche l’occasione per gli spettatori di avere anche un assaggio dal vivo dell'ultimo lavoro discografico di Paoli e Rea, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e sperimentazioni musicali: Gino e Danilo sono infatti al terzo capitolo della loro avventura musicale in duo - dopo i fortunati “Due come noi che” e “Napoli con amore”, è di ultima uscita “3”, dedicato ai capolavori della musica francese. Il loro live ha già collezionato numerosi sold out nei concerti sui palcoscenici più prestigiosi in Italia e all’estero, incantando ed emozionando il pubblico ogni volta. Un successo che di certo non stupisce dato il calibro degli artisti on stage: la voce e il carisma di Paoli, uno dei più grandi autori e interpreti della canzone nostrana, affiancata da uno dei più lirici e creativi pianisti riconosciuti a livello internazionale come Danilo Rea. Anche per la prossima stagione i due saranno impegnati con un ricco calendario di concerti a base di voce e pianoforte, con una scaletta che si rinnova di spettacolo in spettacolo con le canzoni più amate di Gino, da “Averti addosso” a “Il cielo in una stanza”, da “Vivere ancora” a “Perduti” passando per “La gatta” e “Come si fa”, insieme a chicche dei cantautori genovesi, che per Gino sono gli amici di una vita: “Canzone dell’amore perduto” e “Bocca di rosa” di De André, “Il nostro concerto” di Umberto Bindi, “Vedrai Vedrai” di Tenco e “Se tu sapessi” di Bruno Lauzi.

Tutti lo credono genovese, e in un certo senso lo è, GINO PAOLI, il cantautore che ha scritto alcune tra le più belle pagine della musica italiana di questo secolo. Ma, di fatto, l'autore di "Senza fine" e di "Sapore di sale" è nato il 23 settembre 1934 a Monfalcone. Ma è a Genova, dove si è trasferito da bambino, che Gino Paoli debutta come cantante da balera, per poi formare un band musicale con gli amici Luigi Tenco e Bruno Lauzi. Finché la gloriosa casa Ricordi, che aveva tenuto a battesimo Bellini e Donizetti, Verdi e Puccini, decise di estendere la propria attività alla musica leggera e scritturò questo cantante dalla strana voce miagolante. Nel 1960 realizza "La gatta", un pezzo rigorosamente autobiografico: parlava della soffitta sul mare dove Gino viveva. Il disco vendette 119 copie, poi scomparve e infine tornò tramutandosi, inaspettatamente, in un successo da 100 mila copie la settimana. Intanto era nata la love story con Ornella Vanoni che convinse il cantautore genovese a scrivere per lei "Senza fine", il pezzo che la rese famosa. Quindi Mina incise "Il cielo in una stanza", con l'esito che tutti sappiamo. Seguono "Sassi", "Me in tutto il mondo" (1961), "Anche se" (1962), "Sapore di sale", "Che cosa c'è" (1963), "Vivere ancora" (1964) tutti brani divenuti dei classici e tradotti in molte lingue. Gino Paoli assieme a suoi "quattro amici" dà vita, a Genova, alla canzone d'autore, forma di espressione musicale rivoluzionaria che mira ad esprimere sentimenti e fatti di vita reale con un linguaggio non convenzionale; la canzone, insomma, cessa di essere puro intrattenimento e abbandona l'oleografia per diventare forma d'arte a tutti gli effetti. L'anno prima c'era stato il boom di "Sapore di sale", arrangiata da con gli interventi al sax di Gato Barbieri. Ma con il crescere della popolarità subentrerà nell'uomo Paoli una crisi che lo porterà fuori dalla scena musicale per alcuni anni di riflessione. Il gran ritorno di Paoli avviene con due album coraggiosi e anarchici, nei quali soprattutto il mondo giovanile si riconosce. Il primo, pubblicato a metà degli anni '70, ha un titolo emblematico, "I semafori rossi non sono Dio", ed è stato realizzato su musiche del catalano Jean Manoel Serrat. Il secondo esce nel 1977, tre anni dopo, e si intitola "Il mio mestiere". Entrambi parlano di libertà, democrazia, emarginazione, diversità. Questa maturazione continua a segnare tutti i suoi dischi dei successivi vent'anni. Nel 1986 esce "Senza contorno, solo... per un'ora", un live di brani del suo repertorio riadattati in chiave jazz, con gli inediti "Senza contorno" e "La bella e la bestia", cantata da Gino con la figlia Amanda Sandrelli e tratta dalla colonna sonora dell'omonimo film Disney. Col cinema, del resto, Paoli aveva già avuto a che fare quando, per "Prima della rivoluzione" di Bertolucci, aveva composto "Vivere ancora" e "Ricordati", per poi scrivere "Una lunga storia d'amore" (1984) e "Da lontano" (1986), rispettivamente per i film "Una donna allo specchio" e "La sposa americana", entrambi con Stefania Sandrelli. In quegli anni pubblica dischi i cui contenuti attingono dalla sua vasta esperienza umana: "La luna e mister Hyde" e "Averti addosso" (1984), "Cosa farò da grande" (1986), "L'ufficio delle cose perdute" (1988), e poi ancora "Ciao salutime un po' Zena", dedicato alla canzone ligure, "Ha tutte le carte in regola", omaggio allo scomparso cantautore livornese Piero Ciampi, "Matto come un gatto" (1991). Nel 1991 ecco il successo clamoroso di "Matto come un gatto" e del singolo "Quattro amici al bar". Nella primavera del 1993, "King Kong" e, due anni dopo, "Amori dispari" in cui torna ad affermare il primato dei sentimenti in un mondo che li nega. In "Appropriazione indebita" (1996) il cantautore "si impadronisce" di una manciata di classici della canzone internazionale e traduce in una sorta di autoritratto, le pagine di Lennon, Cat Stevens, Aznavour, Stevie Wonder, James Taylor e altri. "Pomodori" (1998) e "Per una storia" (2000) nuove pagine di un uomo che non rinuncia a coltivare sotto i capelli bianchi l'innocenza, lo stupore e la fantasia d'un eterno bambino. Nel 2002 esce l'album di inediti "Se", il cui singolo "Un altro amore" viene presentato al "52° Festival di Sanremo", dove ottiene un grande successo di pubblico e di critica, confermandolo autentico protagonista della scena musicale italiana, sempre capace di rinnovarsi, pur mantenendo le forme ed i contenuti cantautorali che da sempre lo contraddistinguono. L'anno si chiude con un bilancio di oltre settanta concerti effettuati con l'Orchestra ritmo- sinfonica Dimi di Roma tra i maggiori teatri italiani e gli spazi all'aperto più suggestivi. Nel 2004, a Sanremo, viene conferito a Gino Paoli il "Premio alla Carriera". Nello stesso anno si esibisce in alcuni dei più importanti festival jazz italiani con "Un incontro di jazz" insieme agli amici , Danilo Rea, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto, avvicinandosi a questo raffinato genere musicale, da sempre una delle sue passioni più grandi. Tra i suoi ultimi lavori "Ti ricordi? No, non mi ricordo" composto di dolci duetti con Ornella Vanoni, uscito alla fine di settembre 2004, dopo il compleanno dei due grande interpreti. Dischi successivi sono "Storie" (2009) e "Due come noi che..." (2012, Gino Paoli assieme a Danilo Rea).

Nato a Vicenza quasi per caso, DANILO REA è romano, ma non d’adozione. È romano perché la sua storia in musica nasce a Roma, tra le pareti di casa sua, dove l’incanto per i vecchi vinili di Modugno è più forte, già da piccolissimo, di qualsiasi divertimento: il vero gioco è suonare il piano, il vero incanto è la musica, il vero sogno è la melodia, il vero abbandono è nell’armonia. E la passione diventa studio al Conservatorio di Santa Cecilia, dove si diploma in pianoforte con il massimo dei voti e dove attualmente insegna nella cattedra di jazz. Studi classici, rock e pop influenzano la sua formazione e convergono attraverso il jazz, la sua vera passione, in uno stile inconfondibile e unico composto di due ingredienti fondamentali: melodia e improvvisazione. Appena maggiorenne esordisce con lo storico Trio di Roma con Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto; parallelamente accompagna come pianista i più importanti cantautori italiani: Mina lo vuole prima ancora di Gino Paoli, ed entrambi gli restano fedeli negli anni, fino a oggi. Intanto collabora con Claudio Baglioni, , Domenico Modugno, Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Renato Zero, Gianni Morandi e Adriano Celentano. Il suo talento lo porta ben presto ad affermarsi anche sulla scena internazionale e a suonare al fianco dei più grandi nomi del jazz come Chet Baker, Lee Konitz, Steve Grossman, , , Michael Brecker, Tony Oxley, Joe Lovano, Gato Barbieri, Aldo Romano, Brad Mehldau, Danilo Pérez, Michel Camilo, Luis Bacalov. Nel 1997, con Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra, fonda “Doctor 3”, il trio che per tre anni riceve il premio della critica come miglior gruppo jazz, e che per più di dieci anni lo porta a calcare i più importanti palcoscenici italiani e all’estero con esibizioni in Europa, Stati Uniti, Sudamerica e Cina. Dal 2000 Danilo trova nella dimensione in piano solo il momento ideale per dare forma al proprio universo espressivo e al suo talento naturale per l’improvvisazione: le idee che convergono nelle performance sono delle più varie, dai capisaldi del jazz, passando per le canzoni italiane, fino alle arie d’opera. Il suo primo lavoro da solista è “Lost in Europe” (2000); nel 2003 pubblica “Lirico”, in cui miscela lirica e jazz improvvisando sui temi operistici. L’intenso rapporto con la musica classica lo porta ad aprire il Festival di musica lirica internazionale “Festival del bel canto”. Seguono “Solo” (2006) e “Introverso” (2008) fino ad arrivare al pluripremiato “A Tribute to Fabrizio de André”, inciso per ACT nel 2010. Ma sono i suoi concerti di piano solo, con le improvvisazioni che spaziano su qualsiasi repertorio, a conquistare le platee di tutto il mondo: oltre a essere il primo jazzista ad avere un concerto di piano solo alla sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica (nel 2003), nel 2006 è protagonista di un memorabile concerto al Guggenheim Museum di New York. Poi, con “Concerto per Peggy”, in occasione del 60° anniversario della Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, rende omaggio a Peggy Guggenheim con un recital pianistico che celebra la musica classica americana della prima metà del secolo scorso. Tra le sue collaborazioni più recenti, i lavori con Gino Paoli: già compagni di avventura nel progetto “Un incontro in Jazz”, il sodalizio artistico prosegue con l’album e il progetto live “Due come noi che…” (2012) e “Napoli con Amore” (2013). Nel 2014 Danilo firma le musiche per il film “Quando c’era Berlinguer” e nel 2015 quelle per “I bambini sanno”, entrambi per la regia di Walter Veltroni; nell’estate dello stesso anno viene presentato in anteprima mondiale a Umbria Jazz “…IN BACH?”, il progetto live a quattro mani con Ramin Bahrami, omaggio all’imponente eredità musicale di J.S. Bach. Il 16 ottobre 2015 esce “Something in our way” (Warner Music Italy), nuovo disco in piano solo ispirato all’indimenticabile repertorio dei Beatles e dei Rolling Stones. Attraverso il tour di Umbria Jazz in Cina 2016, i suoi concerti in piano solo toccano prestigiosi teatri a di Pechino, Shangai, Qingdao e Canton. Il 3 Novembre 2016 gli viene consegnato il Premio Vittorio De Sica per la Musica, riconoscimento che viene conferito a personalità di rilievo nel campo del cinema e delle altre arti, della cultura, delle scienze e della società per il complesso della loro carriera, o per meriti rilevati nel corso dell’anno. Il 1 Dicembre 2016, a seguito del successo ottenuto dal tour di Umbria Jazz in Cina, gli viene conferito il Leone D'Oro, assegnato a personalità del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo che si sono distinte nelle relazioni con la Cina, in occasione dei China Awards 2016 evento organizzato dalla Fondazione Italia Cina e da MF/Milano Finanza col patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero dell’Ambiente e della Camera di Commercio Italo Cinese, la partnership della Camera di Commercio Italiana in Cina.

Senza alcun dubbio, uno dei massimi musicisti viventi” (The New York Times)

Nato nel 1953 a Rostov sul Mar Nero, YURI BASHMET ha studiato al Conservatorio di Mosca prima con Vadim Borisovsky, il violista del Quartetto Beethoven, ed in seguito con Fedor Druzhinin. Nel 1976 ha vinto il primo premio al Concorso Internazionale di Monaco; da qui prendera l’avvio la sua strepitosa carriera internazionale, propiziata da una prodigiosa sonorita , da un magistrale dominio dell’arco e da un’eccezionale sensibilita . Ha ispirato molti compositori che hanno scritto per lui nuove composizioni che sono andate a incrementare il repertorio per viola. Molto stretta e produttiva e stata la collaborazione con Alfred Schnittke il cui Concerto per Viola, scritto per Bashmet, e stato eseguito per la prima volta al Concertgebouw di Amsterdam nel 1986. Nel settembre 1990 Bashmet ha eseguito in prima mondiale il concerto per viola (scritto per lui) dal compositore georgiano Giya Kancheli al Festival di Berlino. Ha suonato con Mstislav Rostropovich e Gidon Kremer il ”Triplo Concerto” scritto per loro da Alfred Schnittke. Parallelamente all’attivita solistica, Bashmet dirige l’orchestra, da lui fondata nel 1986, i Solisti di Mosca che, attraverso tourne e e dischi, ha gia raggiunto una grande notorieta internazionale. Bashmet e molto richiesto anche come musicista da camera: ha collaborato con Sviatoslav Richter, Natalia Gutman, Gidon Kremer, Mstislav Rostropovich, Viktor Tretiakov, il Quartetto Borodin e molti altri ancora. Nel 1988 ha fatto il suo debutto in Nord America dove ha ottenuto grande successo al Festival di Boston “Making Music Together”. È tornato negli USA nel 1990 come solista con la Moscow Philharmonic Orchestra. Successivamente si è esibito con la Boston Symphony Orchestra diretta da Rozhdestvenskij e con la Chicago Symphony diretta da Gergiev. Bashmet ha suonato nel 1990 come solista con la Filarmonica di Berlino, al concerto di San Silvestro. Si è inoltre esibito con Los Angeles Philharmonic, The Philharmonia, Bayerische Rundfunk, Birmingham Symphony, Toronto Symphony Orchestra nel tour europeo e al Festival di Edimburgo. Dal 1986 è docente presso l’Accademia Chigiana di Siena. Nel gennaio 1992 e poi ancora nel gennaio 1994 ha ottenuto il riconoscimento quale “migliore strumentista dell’anno” in occasione dei Classical Musical Awards. Nell’aprile 1995 ha ricevuto il prestigioso premio internazionale della Fondazione Sonings per la musica a Copenhagen. Dal 1997 è direttore artistico del Festival Internazionale “Elba Isola Musicale d’Europa”. Il 25 ottobre 2000 è stato insignito del titolo di Commendatore al Merito della Repubblica Italiana. Dal gennaio 2003 Yuri Bashmet ricopre l’incarico di Direttore Principale ed Artistico dell’Orchestra Sinfonica “Nuova Russia”.

L’orchestra MOSCOW SOLOISTS si è costituita nel 1986 sotto la direzione di Yuri Bashmet, violista di fama internazionale. I musicisti che compongono l’orchestra sono tutti solisti laureati di concorsi internazionali. Dal momento della sua formazione, l’orchestra si esibisce in tournée internazionali; la prima in Italia è stata nel marzo 1988 dove ha riscosso grandissimo successo di critica, collocandosi ai primi posti tra le migliori formazioni del mondo cameristico. Il repertorio comprende opere di musicisti classici quali Vivaldi, Bach, Mozart, Čajkovskij, Mendelssohn, Grieg, Schubert, Prokofiev, Šostakovič, Hindemith, Telemann. Molti compositori russi contemporanei, come A. Golovin, A. Čajkovskij, M. Jermolajev, A. Shnitke, V. Barkauskas, hanno composto e dedicato concerti per viola ed orchestra che sono stati eseguiti in prima assoluta. S. Richter, che si è esibito diverse volte con Yuri Bashmet, ha detto di quest’orchestra: “Bashmet è riuscito in un tempo brevissimo ad amalgamare al meglio questi giovani e prestigiosi solisti, infondendo, un suono volitivo, chiaro ed acuto e, nello stesso tempo, precisione virtuosistica, dimostrando di possedere alte capacità che lo collocheranno presto tra i migliori direttori d’orchestre da camera”. L’orchestra è stata ospite delle celebrazioni per il centenario del Concertgebouw di Amsterdam e di quelle per il centenario della Carnegie Hall di New York. Nel 2008 a Los Angeles in occasione della 50esima edizione del premio American Recording Academy il M° Yuri Bashmet e l’orchestra de “I Solisti di Mosca” hanno vinto il Grammy Award per la migliore esecuzione di Prokof’ev e Stravinskij.

MICHAEL NYMAN PER ERF UNA RESIDENZA ARTISTICA DEDICATA A MICHAEL NYMAN E ALLA SUA MUSICA PER OMAGGIARE UNA DELLE PIU AFFASCINANTI E INFLUENTI ICONE CULTURALI DELLA NOSTRA EPOCA

I SOLISTI AQUILANI  MASSIMO MERCELLI flauto

ph Fernando Aceves

Tra i più amati e innovativi compositori inglesi, MICHAEL NYMAN ha scritto opere, colonne sonore, concerti per quartetti d’archi e orchestre. Molto più di un compositore, Nyman è inoltre musicista, direttore d’orchestra, pianista, autore, musicologo e ora anche fotografo e regista: la sua fervente creatività lo ha reso una delle più affascinanti e influenti icone culturali della nostra epoca. Nyman segna il proprio percorso nel mondo della musica a partire dalla fine degli anni Sessanta, quando conia il termine Minimalismo e si vede assegnata la prima commissione: la stesura del libretto per l’opera di Birtwistle Down By The Greenwood Side. Nel 1976 ha dato vita al proprio ensemble, la Campiello Band (ora Michael Nyman Band), che da allora è il laboratorio in cui nascono le sue opere sperimentali e innovative. Tra le più celebri colonne sonore composte si annoverano quelle per Peter Greenaway (con cui collabora alla realizzazione di una dozzina di film, tra cui Il mistero dei giardini di Compton House, 1982), Jane Campion (Lezioni di piano, 1992, della cui colonna sonora sono state vendute oltre tre milioni di copie), Neil Jordan (Fine di una storia, 1999), Michael Winterbottom (quattro film, tra cui Wonderland, 1999). Nel 2008 ha pubblicato Sublime, un elegante raccolta di fotografie da lui stesso realizzate mentre nel 2009 è uscito The Glare in collaborazione con il cantante pop David McAlmont. Più recentemente ha vinto il “The Ivors Classical Music Award” e ha pubblicato The Piano Sings 2, seconda raccolta di musica per pianoforte con la MN Records. Con la band ha lavorato al progetto “Vertov Sounds”, sonorizzazione di alcuni dei più importanti film di Dziga Vertov; nel 2013 si è dedicato alla sonorizzazione de La Corazzata Potemkin, film icona di Sergei Eisenstein del 1925, mentre nel 2015, sempre accompagnato dalla sua band e dalla cantante Hilary Summers, ha presentato il progetto War Work, per commemorare il centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, accompagnato da immagini di archivio. La Michael Nyman Band ha compiuto 40 anni nell’autunno del 2016 e l’evento è stato celebrato con un concerto speciale al Barbican di Londra che ha ripercorso la musica di Michael Nyman degli ultimi quarant’anni ed alcuni dei lavori più recenti.

I SOLISTI AQUILANI si costituiscono nel 1968 sotto la guida di Vittorio Antonellini. Il loro repertorio va dalla musica pre-barocca alla musica contemporanea. Hanno tenuto tournée in Italia, Africa, America, Europa, Medio ed Estremo Oriente e sono ospiti delle più prestigiose istituzioni musicali e sale da concerto dell’America Centrale e del Sud, Austria, Canada, Croazia, Egitto, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Kazakhstan, Irlanda, Jugoslavia, Libano, Lituania, Malta, Polonia, Slovenia, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Tunisia, Turchia, Ungheria. Importanti le collaborazioni con grandi musicisti quali Maurice André, Felix Ayo, Paul Badura Skoda, Hermann Baumann, Franco Mannino, Renato Bruson, Michele Campanella, Cecilia Gasdia, Severino Gazzelloni, David Geringas, Ilya Gruber, Vincenzo Mariozzi, Stefan Milenkovic, Massimo Quarta, Jean Pierre Rampal, Uto Ughi, Federico Maria Sardelli, Ottavio Dantone. Negli ultimi anni hanno suonato con Roberto Prosseda, Giuseppe Albanese, Gabriele Pieranunzi, Ramin Bahrami, Dee Dee Bridgewater, Danilo Rea, Fabrizio Bosso, Bruno Canino, Salvatore Accardo, Umberto Clerici, Luis Bacalov, Andrea Griminelli, Sonig Tchakerian, Giovanni Sollima, Alessandro Carbonare, Alessio Allegrini, Ilia Kim, Evelyn Glennie, Mischa Maisky, Vladimir Ashkenazy, Sergei Nakariakov, Marco Angius, Mario Brunello, Anna Tifu, Shlomo Mintz, Egberto Gismonti, Richard Galliano, Manuel Barrueco, Marco Rizzi, Andrea Lucchesini, Edicson Ruiz, Vinicio Capossela. Hanno realizzato importanti progetti con Peter Eötvös, Lars Thoresen, Carla Fracci, Paolo Mieli, Piergiorgio Odifreddi, Walter Veltroni e John Malkovich. Ad aprile 2019 sono stati ospiti a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo, e a Roma, a Palazzo Montecitorio, con il progetto “Una nuova stagione”. Daniele Orlando è il violino di spalla. Dal 2013 la direzione artistica è affidata a Maurizio Cocciolito.

MASSIMO MERCELLI è il flautista al mondo che vanta le più importanti dediche e collaborazioni con i maggiori compositori: hanno scritto per lui o ha eseguito le prime assolute di Penderecki, Gubajdulina, Glass, Nyman, Bacalov, Galliano, Morricone, Sollima. Allievo dei celebri flautisti Maxence Larrieu ed André Jaunet, a diciannove anni è primo flauto al Teatro La Fenice di Venezia e lo stesso anno vince il Premio Cilea, il Concorso Internazionale Giornate Musicali e il Concorso Internazionale di Stresa. Ha intrapreso la carriera di solista e suona regolarmente nelle maggiori sedi concertistiche del mondo: Carnegie Hall di New York, Herculessaal e Gasteig di Monaco, Filarmonica di Berlino, Mozarteum di Salisburgo, NCPA di Pechino, Teatro Colon di Buenos Aires, Concertgebouw di Amsterdam, Auditorium RAI di Torino, Auditorio Nacional di Madrid, Puccini Festival, Victoria Hall di Ginevra, San Martin in the Fields e Wigmore Hall di Londra, Parco della Musica di Roma, Filarmonica di San Pietroburgo, Filarmonica di Varsavia, Čajkovskij Hall di Mosca, MusikVerein di Vienna e nei Festival di Ljubljana, Berlino, Santander, Vilnius, San Pietroburgo, Bonn, Rheingau, Jerusalem, Warsaw, Festival Cervantino, esibendosi con colleghi quali Yuri Bashmet, Valery Gergiev, Krzysztof Penderecki, Philip Glass, Michael Nyman, Ennio Morricone, Luis Bacalov, Peter-Lukas Graf, Maxence Larrieu, Aurèle Nicolet, Anna Caterina Antonacci, Ramin Bahrami, Albrecht Mayer, ph Andrea Bernabini Gabor Boldowsky, Jiri Belolhavec, Catherine Spaak, John Malkovich e con importanti compagini tra cui Berliner Philarmoniker, Sinfonia Varsovia, Filarmonica del Teatro Regio di Torino, Moscow Soloists, Filarmonica Toscanini, Opera di Roma, Wiener Symphoniker, Cameristi del Teatro alla Scala, Filarmonica di San Pietroburgo, Virtuosi Italiani, Salzburg Soloists, Moscow Chamber Orchestra, Solisti Aquilani, Beijing Opera e Symphony Orchestra, Franz Liszt Chamber Orchestra, I Musici, Solisti Veneti. Ha eseguito in prima assoluta Façades di Philip Glass col compositore al pianoforte. L’11 settembre 2006 ha suonato all’auditorium dell’ONU a New York. Nel 2008 si è esibito alla Filarmonica di Berlino, alla Filarmonica di Mosca con Yuri Bashmet e Gidon Kremer, ha eseguito a Sarsina la prima mondiale di Vuoto d'anima piena di Ennio Morricone sotto la sua direzione. Nel 2009-10 si è esibito a: MITO Festival di Milano, Teatro Nazionale di Praga con Denice Graves, Expo di Shanghai con Luis Bacalov e ha effettuato la prima mondiale del Concerto n. 1 per flauto e orchestra di Nyman a lui dedicato. Nel 2012 è uscito il CD Massimo Mercelli performs Philip Glass edito da Orange Mountain Record. Membro di giuria di numerosi concorsi internazionali tra cui quelli di Ginevra, Parigi, New York, Pechino. Ha tenuto master class e docenze in Università e Conservatori di tutto il mondo. A testimonianza della lunga e affettuosa collaborazione con Penderecki, ha partecipato come solista, alla Filarmonica di Varsavia, ai festival dedicati ai 75, 80 e 85 anni del Maestro. Negli anni a seguire citiamo l’uscita del CD Bach Flute Sonatas con Ramin Bahrami per DECCA, la prima mondiale di Warum? a lui dedicato da Sofija Gubajdulina, la partecipazione al concerto dedicato all’Italia a Sochi durante le Olimpiadi, il nuovo CD Bach SansSouci sempre per DECCA con Ramin Bahram, la trasmissione su RAI5 di una serie di documentari sulle sonate di Bach e la prima esecuzione del Jade concerto a lui dedicato da Richard Galliano al Festival di Izmir. Nel 2019 si è esibito al Teatro alla Scala di Milano in un programma che includeva concerti a lui dedicati tra cui la prima assoluta del Concerto n. 2 per flauto e archi di Michael Nyman alla presenza del compositore. Direttore artistico e fondatore di Emilia Romagna Festival, dal 2001 ha fatto parte del comitato direttivo di EFA, di cui è stato vice Presidente dal 2011 al 2017 e nel 2019 è stato nominato Honourable Member.

KARIMA

ph Roberto Cifarelli

Una delle voci piu potenti e significative nel campo della musica in Italia degli ultimi anni. Il jazz e il primo amore della cantante italo algerina e, anche se nel suo presente non mancano esperienze molto diverse, mantiene costantemente aperta la porta su quel mondo che esplora con curiosita e passione. Per l’occasione sara accompagnata dal pianista Piero Frassi che la segue da ben 15 anni; quello che nasce durante ogni live tra loro e sempre una magnifica sorpresa.

KARIMA nasce a Livorno, città marittima, colorata e frizzante da cui eredita la permeabilità alle contaminazioni. Fin da bambina, sostenuta dal suo talento, si avvicina alla musica partecipando prima a Bravo Bravissimo e poi a Domenica In. Nell'ottobre del 2006 entra nel programma Amici di Maria De Filippi. Si classifica al terzo posto e vince il premio della critica, decretato all’unanimità da tutta la giuria tecnica, che la ritiene la nuova voce più interessante del panorama musicale italiano. Nello stesso anno Karima sigla il suo primo contratto discografico con Sony Bmg e incide il suo primo Ep. Nella sua voce potente e significativa convivono e si esprimono i colori del jazz, del soul del blues e perfino del gospel. Nonostante la sua giovane età, Karima ha già una lunga e variegata esperienza artistica, tra cui il Festival di Sanremo nel 2009 e soprattutto la collaborazione con Burt Bacharach dal quale è stata prodotta. È l'unica cantante italiana a cui il “Maestro” ha scritto dei brani e con il quale ha registrato a Los Angeles il suo primo album dal titolo Karima. Sempre nello anno viene scelta dalla Disney per interpretare la colonna sonora nel film di animazione la Principessa e il ranocchio, ha aperto i concerti di Whitney Houston e di John Legend, ha partecipato a Tale e Quale Show e I migliori Anni su Rai 1. Con Umbria Jazz rappresenta l’Italia nei festival internazionali. Artista molto amata in Cina dove ha portato per due anni consecutivi in tour, il progetto “Close to you” cantando per prima al prestigioso teatro dell’opera di Pechino, tempio sacro della musica classica. Nel 2017 nel musical The Bodyguard è Rachel la protagonista, ruolo interpretato nel film da Whitney Houston. Amata dai musicisti ha collaborato con Dado Moroni, Riccardo Fioravanti e con Stefano Bagnoli. Esplosiva la collaborazione con la più famosa street band italiana i Funk Off. Nei suoi concerti i brani da lei interpretati rinascono nella “versione Karima” unici e inimitabili.

“Quando ha suonato la Rapsodia ungherese di Liszt sono stato sopraffatto. Stavo ascoltando questo pezzo per la prima volta, cogliendone l’essenza con cui era stato concepito. Era audace, forse perfino arrogante, selvaggio, elegante e profondamente appassionato.” W. Hunter Roberts, Huffington Post

Un omaggio per celebrare i 100 anni dalla nascita del leggendario pianista Georges Cziffra. L’evento sarà parte del più ampio progetto “Georges Cziffra Memorial Year” che vedrà l’organizzazione durante il periodo 2021-2022 di concerti, così come altri eventi culturali, conferenze scientifiche e meeting in tutto il mondo.

JÁNOS BALÁZS è nato nel 1988. Ha iniziato gli studi musicali all’età di otto anni e, dopo solo pochi mesi di studio, ha vinto il concorso nazionale di pianoforte di Nyíregyháza, nell’Ungheria nord-orientale. Nel 2002 è entrato School for Specially Talented Children dell’Accademia musicale Franz Liszt di Budapest, dove ha studiato con Gyöngyi Keveházi e István Gulyás. La sua carriera è iniziata all’età di 16 anni, quando ha vinto il primo premio del Concorso internazionale di Liszt a Pécs, in Ungheria. Negli anni seguenti ha vinto altri 4 concorsi internazionali e ha tenuto concerti in varie città europee come Budapest (Palazzo delle arti), Parigi (Salle Pleyel), Senlis, Roma, Milano, Londra, Berlino, Monaco, Stoccarda, Bucarest, Zagabria, Helsinki, Wien (Bösendorfer Saal, Yamaha Saal) Graz e Il Cairo (Opera House). Ha effettuato quattro tournée in Giappone suonando a Tokio, Nagoya, Gifu, Yokohama, Sendai e si esibisce regolarmente negli Stati Uniti, tra gli altri a New York, Washington (DC), Chicago, Los Angeles, Albany (NY) e Aspen. Ha suonato con la Pannon Philharmonic Orchestra, Orchestra Sinfonica della Radio Ungherese, Orchestra Sinfonica di Szeged, Orchestra Filarmonica di Nagoya, Orchestra Sinfonica AACA USA, Orchestra Filarmonica di Bruxelles, Zagrab Radio Symphonic Orchestra, per citarne alcune. Ha inciso 3 CD con musiche di Liszt, uno in Ungheria e gli altri a Tokyo e Londra. Nel 2010 János ha suonato tutto il repertorio per pianoforte e i concerti di Chopin in un singolare tour di concerti in Ungheria, per il quale ha ricevuto un premio dal governo polacco. Nello stesso anno ha inciso il suo quarto CD con musiche di Fryderyk Chopin. Nell’agosto 2011 János ha vinto il Primo Premio all’International Piano Competition di Aspen, USA e successivamente il terzo premio nel più importante concorso di pianoforte, il Concorso Liszt in Ungheria, divenendo così il pianista ungherese più premiato. Nel novembre 2011 ha ricevuto il Junior Prima Primissima Prize, uno dei più prestigiosi riconoscimenti in Ungheria. Nella stagione 2013/2014 è stato scelto quale Artist of the Season dagli ECHO Rising Stars, rete che riunisce molte delle principali sale da concerto in Europa e che ogni anno seleziona un gruppo di artisti eccezionali: Rising Stars. In un tour di un anno ha suonato nelle più importanti sale da concerto d’Europa come Bozar, Konzerthaus, Concertgebouw, Barbican Centre e il Palau de Musica. Il suo repertorio spazia dal periodo barocco a quello romantico fino alla musica del 20° secolo, ed è un grande ammiratore di Georges Cziffra. Tiene diversi master workshop in Ungheria e all’estero ed è a capo del dipartimento di pianoforte classico del European Roma College of Music di Felsőörs, in Ungheria. János Balázs non fa mistero del fatto che Georges Cziffra, straordinario virtuoso, è il suo idolo. Tamás Vásáry ha scritto di János già nel 2007: “Suona il pianoforte come, o anche meglio, di Georges Cziffra. È un fenomeno unico al mondo. Oltre a questo c’è un intenso lirismo nel suo modo di suonare; si potrebbe persino essere intimiditi dal suo talento.” Nel 2016 ha fondato il Georges Cziffra Festival per onorare la memoria e l’arte di Georges Cziffra; negli ultimi anni hanno partecipato star internazionali del mondo musicale come Mischa Maisky, Fazil Say, Andrea Rost e Tamas Vasary.