L a Selezione Di Jazzit

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L a Selezione Di Jazzit La selezione di Jazzit Foto di Elisa Caldana 42 GEN - FEB 2011 100 GREATEST JAZZ ALBUMS Eivind Aarset & The The Bad Plus Dan Berglund Sonic Codex Orchestra NEVER STOP TONBRUKET LIVE EXTRACTS EMARCY, 2010 (UNIVERSAL) A CT, 2010 (EGEA) JAZZLAND, 2010 (UNIVERSAL) Se il marchio di fabbrica dei The Bad Dan Berglund, ex contrabbassista degli Ciò che si ascolta in "Live Extracts" è Plus è sempre stato la manipolazione EST, riprende alcune delle direzioni già musica catturata sui palcoscenici di di partiture pop-rock, per la prima volta tracciate da Esbjorn Svensson, come alcune tra le più importanti rassegne in “Never Stop” il trio si misura soltanto l’ibridazione di generi musicali, l’uso di- jazz europee, tra cui quella organizza- su di un repertorio originale. E ciò che screto dell’elettronica, l’attrazione per ta a Roma presso la Casa del Jazz. Il chitarrista norvegese Eivind appare più evidente è che il risultato finale continua a consegnarci la cantabilità e per le strutture circolari. Di swing, in questo lavoro, Aarset espone, anche dal vivo, la sua idea musicale, costituita da una musica tumultuosa, romantica, ipnotica e aggressiva, propria ce n’è poco o niente: è presente invece una musica aperta, che af- un blend di alternative rock (Sign Of Seven), nu jazz, noise (Murky di una rock band. La ripresa sonora asciutta e spigolosa fa oramai fronta il post-rock di band come i Radiohead o i Wilco per produrre Seven), ambient. Un mix plastico di Sonic Youth e del Miles Davis parte integrante dello stile. brani suggestivi e mai banali. di “Bitches Brew”, di Pink Floyd e di Bill Frisell. Blonde Zeros Amato Jazz Trio Django Bates GOD FRIED FINGER WELL BELOVÈD BIRD EL GALLO ROJO, 2010 (PROPRIA) ABEAT, 2010 (IRD) LOST MARBLE, 2010 (PROPRIA) Il batterista Massimiliano Sorrentini e Quella legata agli Amato è una delle Come non era mai accaduto prima, il il bassista Danilo Gallo, insieme a sei più emozionanti storie del jazz italiano, pianista Django Bates organizza un guest star, costruiscono un caleidosco- fin da quando i quattro fratelli di Ca- concept album dedicato alla memoria pico universo sonoro di zappiana me- 100 moria, costituito di schegge sonore di nicattini Bagni – Sergio, Elio, Alberto e di Charlie Parker, catapultandosi in un Loris – iniziano a condividere l’amore sistema stilistico in precedenza poco tipo psichedelico, ambient e rock alternativo, tra musica concreta per il jazz. Nel 1979 nasce l’Amato Jazz Trio, interrotto dalla tragica battuto. Inciso in trio con il contrabbassista Petter Eldh e il batte- ed elegiaca poeticità, materializzando il jazz che verrà. Godibilis- Greatest scomparsa del batterista Sergio, nel 2003: da allora il più giovane, rista Peter Bruun, il risultato è sorprendente per l’aderenza lingui- simo il senso ludico e lo humor dei musicisti, che rende ancora più Loris, prese il suo posto. “Well” è uno dei vertici della loro produ- stica ai modelli espressivi di Parker e per ispirazione. Il repertorio intensa e vivace la performance. zione, ispirato e lirico. ospita sette brani a firma del sassofonista. Jazz Silvia Bolognesi Remo Anzovino Stefano Battaglia - Open Combo IGLOO Michele Rabbia LARGE ODD TIMES, 2010 (EGEA) PASTORALE FONTEROSSA, 2010 (PROPRIA) Albums ECM, 2010 (DUCALE) Il lavoro del pianista Remo Anzovino Nella musica della contrabbassista presenta un’articolazione complessa: i Il sodalizio artistico tra il pianista Stefa- toscana Silvia Bolognesi si agitano brani con tempi dispari sono costitui- no Battaglia e il percussionista Miche- schegge stilistiche che attingono alla ti da duetti che il leader condivide con le Rabbia, dopo dieci anni di attività e migliore stagione del progressive rock Franz Di Cioccio, Bebo Ferra, France- due album all’attivo, giunge a “Pastorale” compiendo un ulteriore inglese, alle più espressive orchestre jazz e alla musica contem- sco Bearzatti, Gabriele Mirabassi, Luca Aquino ed Enzo Pietropaoli, sviluppo narrativo: l’immissione dell’elettronica all’interno dell’azio- poranea eurocolta. “Large” è la migliore sintesi di questa musica mentre le composizioni pari sono tutte orchestrali e creano un for- ne musicale. La musica prende forma attraverso un flusso ininter- globale, un album ripreso dal vivo nell’estate del 2009 e dall’ampio midabile contrasto stilistico, tra progressive rock e ritmi sudameri- rotto di risonanze e d’incastri armonici e metrici, di perturbazioni respiro compositivo e interpretativo, generato da un collettivo di cani. Un lavoro imponente e raffinato. percussive ed estese vibrazioni. musicisti altamente ispirati. Axis Trio Francesco Bearzatti Salvatore Bonafede ANTHEM Tinissima 4et SICILIAN OPENING ACCRETIONS, 2010 (PROPRIA) X (SUITE FOR MALCOLM) JAZZ EYES, 2010 (EGEA) PARCO DELLA MUSICA, 2010 (EGEA) Ciò che mette in scena l’Axis Trio (com- Una fanfare in stile New Orleans, un posto dal pianista marocchino Amino Il fascino della figura di Malcolm X e un brano basato su una scala araba, un Belyamani, dal contrabbassista irania- gruppo rodato in tre anni di concerti blues, due temi dei Beatles e compo- no Sam Minaie e dal batterista pakista- sono alcuni degli elementi che hanno sizioni originali, piene di una cantabilità no Qasim Naqvi), è una musica di straordinaria bellezza, un’opera reso possibile questo masterpiece. La suite è ricca d’idee, di sor- distesa. Elementi apparentemente ete- ipnotica, dalle intricate maglie poliritmiche, ricca d’inserimenti di prese ritmiche e timbriche e di spazi in cui ciascuno dei quattro rogenei, ma che, una volta entrati a far parte del mélange musicale elettronica alla Aphex Twin ed eccezionalmente lirica. Il gruppo musicisti ha dato il meglio di sé. Malcolm X è raccontato musical- di questo disco, si armonizzano in maniera efficace. Merito della aggiorna il modello del piano trio. Ciascun brano si sviluppa come mente in dieci capitoli attraverso una progressione calibrata di stili forte impronta melodica che pervade il lavoro, bilanciata da una una piccola suite. e linguaggi, sonorità acustiche ed elettriche. costante attenzione all’aspetto ritmico. 44 GEN - FEB 2011 45 100 GREATEST JAZZ ALBUMS Paolo Botti Roberto Cecchetto Cyrus Chestnut Gabriele Coen Jewish ANGELS & GHOSTS MANTRA SPIRIT Experience CALIGOLA, 2010 (IRD) PARCO DELLA MUSICA, 2010 (EGEA) JAZZ LEGACY PRODUCTIONS, 2010 (IRD) AWAKENING TZADIK, 2010 (EVOLUTION MUSIC) In occasione del quarantennale dalla Il nuovo disco del chitarrista Rober- Il pianista Cyrus Chestnut celebra il lato scomparsa del sassofonista Albert Ay- to Cecchetto – alla guida di un quar- spirituale della musica con un reperto- L’album segna l’esordio del clarinettista ler, il polistrumentista Paolo Botti ce- tetto comprendente Francesco Bear- rio che fa riferimento alla tradizione re- Gabriele Coen per la Tzadik, etichetta lebra il suo lascito spirituale e artistico zatti, Luca Bulgarelli e Ivo Parlati – è ligiosa afroamericana, lo stesso che ha fondata da John Zorn, e costituisce un con un’opera ambiziosa, una solo per- contraddistinto dalla varietà e qualità ascoltato da piccolo in chiesa dove i suoi genitori hanno praticato ulteriore salto di qualità nel suo percor- formance che lo vede coinvolto alla viola, al banjo e al mandolino. Il nell’approccio alla scrittura. “Mantra” contiene un caleidoscopico attività musicale. Accanto a questi inni vengono interpretati anche so di rappresentazione, musicale e intellettuale, del popolo ebraico. repertorio prevede musica scritta prevalentemente da Albert Ayler spettro di anime stilistiche, dal blues a echi di trip-hop, contrasti brani più moderni, come Bridge Over Trouble Water di Simon & “Awakening” contiene musica ispirata, ipnotica, potente, lirica e ric- ma anche da Bobby Timmons e David Murray. Commovente la rie- espressivi che si arricchiscono di potenti e aggressivi innesti rock; Garfunkel e Come Sunday, attingendo al suo straripante patrimo- ca di soluzioni timbriche, complice l’adozione di un ensemble con laborazione di Nobody Knows The Trouble I’ve Seen. senza perdere in liricità e leggerezza. nio stilistico, tra stride e hard bop. pianoforte, contrabbasso, vibrafono, violoncello, violino, percussio- ni e chitarra elettrica. Francesco Cafiso Riccardo Chailly - Mattia Cigalini Soul 4 - Dino Rubino Stefano Bollani ARRIVING SOON Steve Coleman and TRAVEL DIALOGUES GEORGE GERSHWIN. DEJAVU, 2010 (AUDIOGLOBE) Five Elements JAZZY, 2010 (IRD) RHAPSODY IN BLUE HARVESTING SEMBLANCES Temi di spontanea limpidezza e solari- DECCA, 2010 (UNIVERSAL) AND AFFINITIES tà e ampie maglie su cui improvvisare Tra il sassofonista Francesco Cafiso e PI, 2010 (EVOLUTION MUSIC) il pianista Dino Rubino (in tre brani an- Sono quattro i protagonisti dell’incisio- sono lo scenario sul quale il sassofoni- che alla tromba) c’è un’intesa profon- ne: George Gershwin, Riccardo Chailly, sta Mattia Cigalini costruisce un album Pubblicato nel 2010, in realtà l’album è da, una corrispondenza emotiva che Stefano Bollani e la Gewandhausorche- dalle forti tinte bluesy, hard bop e soul stato inciso tra il 2006 e il 2007. Senza permette loro di esprimersi in confidenza. Il repertorio scelto è ster Leipzig. È merito del maestro Chailly se l’orchestra sinfonica jazz. Efficacissimo il repertorio, organizzato attorno a brani scrit- rinnegare le alchimie urbane nate dalla quello degli standard (Falling In Love With Love, Moon River, The- tedesca affronta il repertorio mantenendo viva la raffinatezza delle ti da musicisti di straordinaria qualità come Eddie Vinson, Victor mescolanza tra la filosofia polimetrica africano-occidentale e l’am- se Foolish Things), filtrati con una superba maturità e poeticità. A musiche e senza erodere il carattere blues alla base del linguaggio Feldman, Sonny Clark e Oscar Pettiford, grazie al quale si respira pia ciclicità del raga indiano, Steve Coleman cura in particolare l’ar- ciascun brano è collegato, come a creare un contrasto emozionale, di Gershwin. 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