Letteratura, Sport E Società in Italia Nel Secondo Dopoguerra (1945-1960)
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Corso di Laurea magistrale in Storia dal Medioevo all’Età Contemporanea Tesi di Laurea Letteratura, sport e società in Italia nel secondo dopoguerra (1945-1960) Relatore Ch.ma Prof.ssa RICCIARDA RICORDA Correlatore Ch.mo Prof. GHERARDO ORTALLI Laureando FRANCESCO POMIATO Matricola 818340 Anno Accademico 2011 / 2012 I vincitori non sanno quello che perdono. GESUALDO BUFALINO L’inconsapevolezza della morte rende immortali gli esseri. Essere immortale è cosa da poco. Tranne l’uomo, tutte le creature lo sono. JORGE LUIS BORGES Non si può non avere simpatia per i vinti: i vittoriosi me lo concederanno… PIER PAOLO PASOLINI INDICE INTRODUZIONE p. 5 PARTE PRIMA LE ASSOCIAZIONI, GLI EVENTI SPORTIVI E LA SOCIETÀ p. 7 LE ASSOCIAZIONI, GLI EVENTI SPORTIVI E LA SOCIETÀ 1.1 Il CONI, il liquidatore Onesti e le associazioni sportive nel periodo 1945-1950 p. 8 1.2 Lo sviluppo delle associazioni sportive nel decennio1950-1960 p. 14 1.3 Gli eventi, i fatti e i personaggi sportivi più importanti p. 18 1.4 I grandi eventi internazionali: i campionati mondiali ed europei dei giochi di squadra p. 36 1.5 I Giochi Olimpici p. 41 1.6 Lo sfruttamento dello sport p. 61 PARTE SECONDA LETTERATURA E SPORT p. 65 LA LETTERATURA E LO SPORT p. 66 CAPITOLO PRIMO ALLA RICERCA DEL RISCATTO SOCIALE: IL CICLISMO p. 77 CAPITOLO SECONDO PASOLINI, L’INFANZIA E LA QUOTIDIANITÀ: IL CALCIO p. 124 CAPITOLO TERZO GLI ALTRI SPORT p. 182 3.1 Per soli ricchi: l’ippica p. 182 3.2 La fatica e l’esperienza: il canottaggio e la vela p. 193 3.3 Calvino e la montagna: lo sci e l’alpinismo p. 206 3.4 Conservare la tradizione: il pallone elastico e la pelota basca p. 219 3.5 I ricchi Finzi-Contini e i poveri Pratolini: il tennis e il tennistavolo p. 231 3.6 Sport della borghesia: la scherma e il golf p. 238 3.7 “Ragazzi di vita”: il pugilato p. 245 3.8 Superare il limite: l’automobilismo p. 248 CAPITOLO QUARTO TRA SPORT, LAVORO E PASSIONE: LA CACCIA E LA PESCA p. 252 4.1 Un’attività praticata da tutti, ma con finalità diverse: la caccia p. 252 4.2 Un duro lavoro per sopravvivere: la pesca p. 285 PER CONCLUDERE p. 312 BIBLIOGRAFIA p. 323 INTRODUZIONE I tre temi che verranno trattati in questo lavoro, come indicato nel titolo, sono letteratura, sport e società, nel tentativo di cogliere i rapporti esistenti, o meglio, esistiti, nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale, nell’arco di circa un quindicennio, dal 1945 al 1960, e con focalizzazione sulla situazione italiana. L’argomento centrale, attorno cui ruotano gli altri due, è lo sport, che funge dunque da riferimento, da termine di paragone per analizzare la società e individuare l’esistenza di una letteratura più o meno specifica; proprio in relazione a ciò si è scelto di organizzare la riflessione in due parti distinte, una comunque indispensabile alla comprensione dell’altra. Nella prima parte ci si occuperà di sport e società, con lo scopo di acquisire informazioni sulla seconda attraverso il primo; verranno dunque analizzati i fatti più importanti, partendo dalle associazioni sportive, dalla loro rinascita e dal loro sviluppo, percorso irto di difficoltà ma necessario dopo lo smantellamento del regime fascista e di tutto l’apparato che si occupava di tempo libero e di sport. Successivamente saranno presi in considerazione gli eventi e i personaggi sportivi più rilevanti, per scoprire quali fossero le specialità più seguite dagli italiani, quali i campioni che fecero breccia nel loro cuore, quali le gare imperdibili e indimenticabili. Infine si è momentaneamente allargato l’orizzonte, ricordando le manifestazioni sovranazionali a cui l’Italia prese parte, sia campionati europei e mondiali (in particolare dei giochi di squadra), sia, soprattutto, Giochi Olimpici, che, proprio in quegli anni, iniziarono ad avere un nuovo peso non solo a livello sportivo, ma anche politico, mediatico, pubblicitario, influenzando in parte gli equilibri dello scenario internazionale. La seconda parte, invece, si soffermerà in particolare sul rapporto tra letteratura e sport, non tralasciando le relazioni con la società: il contatto fra i primi due temi è ancora una volta necessario per studiare quest’ultima, in quanto gli scrittori sono prima di tutto cittadini e, forse più di altri, recepiscono le abitudini degli italiani e le eventuali trasformazioni in corso. Prima di iniziare, però, ci si è dovuti confrontare con una questione sia linguistica, sia, soprattutto, 5 formale: l’esistenza o meno di una “letteratura sportiva”. Come in molti altri casi, almeno in Italia, non è opportuno parlare di un genere letterario a sé stante ed è dunque più corretto usare espressioni come “sport nella letteratura” o “letteratura e sport”, dove lo sport risulta un tema trattato. In seguito si passerà all’analisi delle opere letterarie, considerando solo la produzione narrativa, con l’esclusione dunque di poesia e giornalismo, alla ricerca di riferimenti sportivi, di nomi di campioni citati, di descrizioni del comportamento del pubblico. Sono presenti tutti gli sport, anche se il peso di ognuno è diverso; si è scelto, per motivi organizzativi, ma non solo, di dedicare a ogni sport, o a più d’uno, un capitolo o un paragrafo, a seconda dell’importanza che ha assunto nella società e della presenza nelle varie opere. 6 PARTE PRIMA LE ASSOCIAZIONI, GLI EVENTI SPORTIVI E LA SOCIETÀ L E ASSOCIAZIONI , GLI EVENTI SPORTIVI E LA SOCIET À 1.1 Il CONI, il liquidatore Onesti e le associazioni sportive nel periodo 1945-1950 La seconda guerra mondiale, oltre alle speranze di molti italiani, aveva spazzato via in un sol colpo le idee e le strutture fasciste, anche quelle legate allo sport. Dopo l’8 settembre 1943 e la nascita della Repubblica Sociale Italiana a Salò, gli apparati dirigenziali erano stati spostati al Nord, creando molto spesso confusione per la duplicità degli organi. Quando nel giugno 1944 le truppe alleate entrarono a Roma e i partiti del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) si spartirono la gestione degli enti, il Partito Socialista si ritrovò tra le mani il Comitato Olimpico e nominò come commissario un giovane avvocato piemontese, Giulio Onesti. L’incarico affidatogli era di liquidare il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) e conservarne i beni: l’ente, infatti, non aveva più una sede fissa, l’organizzazione territoriale si era frantumata, gli impianti erano distrutti e i fondi erano venuti meno; di più: la classe politica aveva perso interesse per lo sport, ritenuto secondario ed espressione del vecchio regime. Onesti, però, scelse di fare a modo suo e di mantenere in vita l’unica struttura che avrebbe potuto salvare lo sport italiano, cercando ovviamente di risollevarne un po’ alla volta le sorti con un’inevitabile politica accentratrice. Il primo problema da affrontare, dopo il 25 aprile, fu la riunificazione dei due tronconi che si erano formati con la Repubblica sociale: a Roma il CONI “ufficiale” da lui diretto, a Milano il CONI-Alta Italia guidato da un commissario democristiano, Alessandro Frigerio, che intendeva dare nuova vita all’ente, snellendo le strutture burocratiche, eliminando norme restrittive e repressive, modificando statuti e regolamenti e soprattutto epurando i funzionari fascisti. Il motto che guidava i dirigenti del Nord era “lo sport agli sportivi” e nascondeva, nemmeno tanto velatamente, il desiderio di tagliare fuori la politica dalle questioni che riguardavano, appunto, lo sport. L’opera di Onesti, fatta di concessioni reali e 8 formali, di strategie e diplomazia, risultò vincente: nel febbraio 1946 riuscì a riunificare il CONI e a luglio fu eletto suo presidente1, dopo essersi dimesso da commissario, battendo il candidato del Nord Aldo Mairano. Il 1947 segnò un altro successo: approfittando della scissione dei socialisti a Palazzo Barberini, Onesti prese le distanze dalla politica per creare un’idea di sport neutrale, ma non rinunciò al rapporto con il sottosegretario della Presidenza del Consiglio Giulio Andreotti2. Lo sport, quindi, malvisto dai partiti per il suo uso recente e privato dei finanziamenti, venne abbandonato e ad approfittarne fu il CONI: Sotto la guida dei «dioscuri» Onesti e Zauli3 il Comitato Olimpico, messo al passo con la nuova realtà politica ed istituzionale da un decreto legge del 1947, che lo pone alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio, conserva la propria struttura gerarchica e pesantemente burocratica e rafforza una posizione di privilegio incontrastato destinata a frustrare, attraverso l’assunzione di una dimensione onnicomprensiva, ogni tentativo di sviluppo di movimenti paralleli o alternativi di largo respiro. L’assetto organizzativo dello sport italiano rimane dunque piramidale.4 Onesti e Zauli collaborarono fino all’improvvisa morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1963; mentre il secondo premeva per una diffusione di massa dello sport, il primo risultava più moderato, pur non avversando apertamente il collega. L’accordo che Zauli aveva raggiunto proprio con la scuola sfumò con la sua scomparsa e il presidente «si preoccupò troppo di evitare interferenze nella gestione esclusiva dello sport da parte del Coni»5. Già dal 1943, però, i cattolici, per bocca del Presidente della Gioventù Italiana di Azione Cattolica (GIAC) Luigi Gedda, si erano offerti di sopperire alla mancanza di uomini e strutture per la rinascita dello sport in Italia. All’inizio del 1944 il clero diede la sua approvazione al progetto di costituzione di un organismo specializzato e consigliò la denominazione “Centro Sportivo Italiano” 1 Rimarrà in carica fino al 1978. 2 La nomina del presidente del CONI, infatti, avviene da parte della Presidenza del Consiglio, su designazione del Consiglio Nazionale. 3 Bruno Zauli dal 1946 al 1957 fu Presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL). Fu anche Segretario Generale del CONI e Commissario Straordinario della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) dopo la mancata qualificazione della nazionale ai Campionati del mondo del 1958.