Giuseppe Appella Forse La Via Più Lunga Gira Intorno Alla Nostra Casa
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Giuseppe Appella Forse la via più lunga gira intorno alla nostra casa Leonardo Sinisgalli Presentazione La Collana “Basilicata in Tasca”, greca, di assoluto interesse. Que- promossa dall’Agenzia di promo- sta Italia “ritrovata” ha finalmente zione territoriale (APT), è stata voce, non più soltanto in ambiti concepita per offrire sapide intro- accademici e specialistici, ma nella duzioni alla conoscenza dei diversi narrazione nazionale. La “scoper- motivi di interesse storico, cultura- ta” della Basilicata, di un altro Mez- le, paesaggistico, che connotano la zogiorno, restituisce alla coscienza biografia delle comunità lucane. La nazionale un peculiare insieme di crescente notorietà della Basilicata, caratteristiche socio-culturali, pa- sotto il profilo culturale, definiti- esaggistiche, di linguaggio e abi- vamente suggellato dall’investitu- tudini (genius loci) oltre che tracce ra di Matera a “Capitale europea manifeste di forte partecipazione della cultura 2019”, segna l’ingres- alle vicende storiche del meridio- so a pieno titolo della regione nei ne, come testimonia il suo patri- grandi circuiti della comunicazio- monio storico-artistico; ed altresì ne nazionale ed internazionale. l’opera di uomini, intellettuali ed Un esito che corona l’impegno di artisti lucani, attenti allo svolgi- una pluralità di protagonisti della mento della cultura nazionale, tal- vita culturale, artistica e scientifi- volta originali reinventori di essa, ca, oltre che delle istituzioni locali, come hanno documentano - tra gli nello sfatare la falsa immagine di altri - lo storico Tommaso Pedio e un territorio e di una comunità ai uomini di cultura come Giuseppe margini della storia, rivelando e Appella. Ed è proprio a Giuseppe svelando uno scrigno di tesori, non Appella, autorevole critico d’arte, limitati alla grande civiltà magno- che abbiamo chiesto di introdurci 5 alla scoperta degli artisti lucani che quali parte di un’emigrazione non hanno partecipato alle fasi più cre- estranea nemmeno alla cultura ar- ative delle ricerche espressive del tistica, e dei preziosi contributi nei secolo appena trascorso. In questa diversi linguaggi dell’arte, emer- prospettiva vede la luce “L’Arte del ge la “memoria del paese”, segno Novecento in Basilicata, da Joseph dell’attaccamento alle proprie radi- Stella a Giacinto Cerone, 1896 - ci. Si staglia in controluce il portato 2004”. Ci volevano gli artisti lucani “dell’azzurro immacolato dell’alba - come sottolinea il nostro Autore della nostra vita”, dell’influenza che - per farci accorgere che il cielo di esercita su ogni uomo il luogo dove Lucania è il più azzurro che esista nasce, il paesaggio (inteso in un’ac- in Italia; per ricordarci che nell’an- cezione ampia) in cui si muovono fiteatro del paese la casa paterna, i primi passi dell’esistenza e della dal profilo a punte azzurre intaglia- propria formazione, e la remota ma ARTE DEL NOVECENTO IN BASILICATA te nell’azzurro immacolato dell’alba vitale relazione con lo sviluppo del- Da Joseph Stella a Giacinto Cerone. 1896-2004 della nostra vita (come scrive Jo- le proprie capacità espressive. Una seph Stella), ci circonda di visioni, condizione ben sintetizzata dai forme, colori, luci prime che levano puntuali e illuminanti versi di Le- e tengono sospeso nelle altitudini, onardo Sinisgalli che Appella pre- schiudendo e preservando, il fre- mette al suo saggio: Forse la via più mito dell’arte. Nella lettura di que- lunga gira intorno alla nostra casa. ste pagine, accanto alla scoperta di una folta schiera di artisti, molti dei Gianpiero Perri 6 La costante, seppure lenta, ricerca to sviluppo e la divisione del Paese di rinnovamento linguistico, pre- in antistoriche contrapposizioni sente negli artisti lucani del XX Nord-Sud, la frustrazione dell’ar- secolo, spesso cresciuti altrove, è retratezza in cui si muovevano i posta tra due date: 1896-2004, ov- pochi artisti operanti tra Potenza vero la partenza da Muro Lucano e Matera deve essere stata enorme, per New York di Joseph Stella1 e la presi com’erano dalla raffigurazio- morte prematura, a Roma, di Gia- ne dei personaggi della vita quoti- cinto Cerone2. diana o del paesaggio da cui erano Sono tanti gli elementi che, nono- circondati, di continuo ripiegati su stante la distanza generazionale, se stessi, quasi del tutto ignari del accomunano il pittore e lo sculto- mondo pittorico e forse dello stes- re, allontanatisi dai loro luoghi di so mondo politico, che si svolgeva origine (Muro Lucano3, Melfi4), intorno a loro. Basti un esempio: alla stessa età (19 anni), quindi la tra la pubblicazione del “Manife- conferma di far parte di un’emi- sto del futurismo” (1909) e la mor- grazione non estranea nemmeno te di Filippo Tommaso Marinetti alla cultura artistica, la sconfes- (1944), non c’è un solo lucano che sione di quella storia, tutta gatto- figuri nelle dettagliate cronistorie pardesca, di artisti che si guardano regionali del movimento d’avan- costantemente indietro, privi di guardia, a parte Stella, per altro già collegamenti, di mercato e di col- in America e, nel 1909, a Parigi. lezionisti, di presenze nelle grandi Negli corso degli anni, tuttavia, esposizioni nazionali. Perché, nel- qualcuno, a Potenza, ha favoleg- la prima metà del secolo, il ritarda- giato su Federico Gavioli studente, 9 sulle sue incursioni futuriste nella tradizione ottocentesca (Vincenzo Napoli di Francesco Cangiullo, Marinelli, San Martino d’Agri 1819 sul disegno di Giacomo Balla si- – Napoli 18925; Antonio Busciola- stemato nella sua collezione tra i no, Potenza 1823 – Napoli 18716; paesaggi di Michele Giocoli, i nudi Michele Busciolano, Potenza 1825 di Italo Squitieri e un’auto da corsa – 18947; Michele Tedesco, Moliter- Bugatti, sulle serate avanguardiste no 1834 – Napoli 19178; Michelan- tese a svegliare una città sonno- gelo Scardaccione, Sant’Arcangelo lenta, sulla grande biblioteca dove 1839 – Anversa 1902; Giacomo i libri di D’Annunzio e Marinetti, di Chirico, Venosa 1844 – Napoli Rimbaud e Verlaine, Walter Gro- 18839; Giuseppe Maria Mona, Pie- pius e i dettami della Bauhaus face- trapertosa 1859 – Napoli 193010; vano sognare i giovani come Rocco Vincenzo La Creta, Marsiconuovo Falciano e allargavano i muri della 18 – Bologna [1920]11; Andrea Pe- casa rossa prima del ponte di Mon- troni, Venosa, 1863 – Roma 194312; tereale: “Vogliamo creare una nuo- Angelo Brando, Maratea, 1878 – 13 1 2 va corporazione di artigiani estra- Napoli 1955 ; Piero Tozzi, Ruvo del nei a quell’orgoglio di categoria che Monte 1883 – Firenze 196114; Pa- eleva un muro di superbia tra ar- squale Virgilio, Melfi 1885 – Sarno tigiani ed artisti. Dobbiamo volere, 195215; Ercole Bianchi, Tolve 1886 immaginare, preparare in comune – Napoli 1967; Cesare Colasuonno, il nuovo edificio dell’avvenire, che Irsina 1887 – Napoli 197416; Benia- unirà armoniosamente Architet- mino Benvenuto Bufaro, San Fele tura, Scultura e Pittura; e questo 1889 – San Francisco, USA, 1970; edificio s’innalzerà per le mani di Giuseppe Viggiani, Avigliano 1892 milioni di operai nel cielo futuro, – Napoli 196217, Mario Cangianel- emblema cristallino della nuova li, Maschito, 1902 - Roma, 1973, fede nell’avvenire”. Francesco Pesce, Accettura 1908 – Firenze, 1992, per approdare a Tra Stella e Cerone, si muovono i un sentimento più moderno, che si corregionali che, nonostante l’as- sottrae all’isolamento evidenzian- senza di movimenti, correnti o do tesori ambientali inimmagina- 3 scuole, hanno partecipato alle fasi bili e risorse culturali del tutto sco- 4 più feconde delle ricerche espres- nosciute, e ritrova nelle peculiarità sive del secolo appena trascorso, il del passato, nella memoria storica, 1. Joseph Stella in una fotografia del 1900 cui percorso segna la vicenda esi- gli elementi per ricollegare il Mez- 2. Giacinto Cerone in una fotografia del 1990 3. Joseph Stella, Muro Lucano, 1928 stenziale e creativa dell’arte lucana, zogiorno all’Europa, per proiettarsi 4. Giacinto Cerone, Melfi, 1982 quella che prende le mosse dalla verso il futuro. 10 11 5. Vincenzo Marinelli, Paesaggio di Abriola, [1862], Firenze, coll. privata 6. Antonio Busciolano, Tempietto di San Gerardo a Potenza, 1866 7. Michele Busciolano, Angelo della custodia dell’altar maggiore della chiesa di S. Giovanni Battista. Chiaromonte (PZ) 8 5 7 9 8. Michele Tedesco, Filelleni della Magna Grecia, 1887, Potenza, Palazzo della Prefettura 6 9. Giacomo Di Chirico, Uno sposalizio in Basilicata, 1887, Città del Messico, coll. privata 12 13 11 10 10. Giuseppe Maria Mona, Ritratto di donna con mantella, 1879, Potenza, Pinacoteca Provinciale 11. Vncenzo La Creta, Donna con velo, 1879, Potenza, Pinacoteca Provinciale 14 15 12 15 14 13 12. Andrea Petroni, Riposo in Val d’Agri, 1933, Potenza, Pinacoteca Provinciale 13. Angelo Brando, Contadina con la brocca, [1932], Potenza, Pinacoteca Provinciale 14. Piero Tozzi, Dolore e dignità, [1932], Moliterno, Domenico Aiello Casa Museo 15. Pasquale Virgilio, Pomeriggio in villa, 1942, Moliterno, Domenico Aiello Casa Museo 16 17 Napoli, dalla prima metà dell’Otto- ti, duri quindi a morire. A partire cento capitale culturale del Mezzo- dalla seconda metà degli anni Qua- giorno, geograficamente più vicina ranta, col formarsi di una categoria alla Lucania, da diversi decenni ha d’intellettuali provenienti da strati perduto il ruolo di centro di pro- della società non soltanto borghe- duzione e di proposte. La pittura se, per di più conoscitori profondi meridionale che, per tutto l’Otto- della propria realtà, questi valori cento, aveva trovato nell’Istituto di vengono lentamente erosi dall’arte