B MAC ARNOLD AND O’ (a cui, per l’occasione, si OTIS RUSH zione del chitarrista statunitense ARTISTI VARI L PLATE FULL O’ BLUES è aggiunto Scotty Hawkins alla & BUDDY GUY è davvero superba. Il live si apre Blues For Big Walter U Give It Away batteria e percussioni) è intitola- Live in Chicago ‘88 con Coming Home Baby, un clas- Eller Soul Records PFOB Music/Plantation#1 ta Give It Away e racchiude tredi- Klondike records sico di Mel Torme, suonato dalla www E www½ ci tracce composte dai componen- www Otis Rush Band la quale al se- S ti della formazione. In dettaglio: tre condo brano introduce il chitarrista sono firmate da Arnold, sei da Hi- in una travolgente jam e, a segui- ghtower e due da Brashier. Le ri- re, in un altro strumentale coinvol- manenti due recano firma altrui: gente. Otis Rush suona non solo I’ll Take Care Of You è opera di Bro- alcuni suoi brani tra cui il celeber- ok Benton, mentre Amos Moses è rimo All Your Love o I Wonder Why, composta da Jerry Reed Hubbard. ma si presta anche a un’interpre- Per quanto riguarda il contenuto, tazione molto sentita dal classico la musica di Give It Away non co- di Tommy McClennan, e ripro- glie certo di sorpresa l’ascoltatore, posto da molti blues man di rilie- anche il più distratto. Già il nome vo tra cui Albert King, Crosscut Saw. della band (“un piatto colmo di In quest’ultimo brano Rush strap- Dopo il tributo al “piccolo Walter” L’approdo nel mondo della musica blues”) la dice lunga sulla propo- Questo live rappresenta un prezio- pa ferocemente le corde della sua Remembering Little Walter, dedi- di Mac Arnold avviene già all’età di sta musicale offerta dal CD: blues so documento che testimonia una Stratocaster (che è raro sentirgli cato dalla Blind Pig nel 2013 a dieci anni quando, insieme al fra- puro e semplice, tradizionale, pri- serata strepitosa che vede due gi- suonare al posto della sua fede- questo fenomenale armonicista, tello Leroy, prende una latta vuota vo di “colpi di testa”, sbavature o in- ganti del cosiddetto Chicago Blues le Gibson 335 mancina). All’in- era quasi inevitabile che prima o di benzina, una manciata di chio- filtrazioni di altri generi.Nickel And condividere il palco durante la terno del concerto accadono due poi ne giungesse uno anche per il di, un paio di assi di legno, qual- Dime è l’ottimo biglietto da visita quinta edizione del Blues Festival momenti in cui entrambi i blue- Walter più grande, in tutti i sen- che corda metallica e costruisce dell’album: la band “gira” bene, di Chicago del 1988. La rilevanza sman hanno occasione di jamma- si, quel Big Walter Horton che, una “gas can guitar”. Un tipo di la voce del titolare è roca al punto che Buddy Guy ha avuto nell’e- re insieme; ovviamente ci troviamo non uno che passa per caso per chitarra artigianale che accompa- giusto, la chitarra di Brashier rica- volversi del genere blues è im- nel momento più atteso dell’inte- strada o il vostro umile recenso- gnerà la lunga carriera di Arnold, ma con dovizia di intarsi un penta- mensa ma ancor più grande è sta- ra performance. La prima occasio- re, ma il “signor” Willie Dixon nonostante il suo strumento princi- gramma già di per sé ricco di gu- ta la sua importanza nel ridefinire ne è durante il cambio dei due set ha definito “il migliore che abbia pale sia il basso elettrico. Dopo aver stosi particolari. La “gas can guitar” lo stile chitarristico che poi sareb- dove Otis Rush lascia posto a Bud- ma sentito”. Forse meno celebrato militato nella band di Muddy Wa- di Arnold fa capolino nella rilassa- be andato ad influenzare pesante- dy Guy; il tempo qui è propizio per di Little Walter, anche perché la ters, in J. Floyd & The Shamrocks ta Don’t Burn My Cornbread, in Un- mente chitarristi come Jeff Beck, uno scambio di fraseggi su uno sua discografia come solista è ve- (nelle cui fila compariva, al piano- cle Dewitt’s Cafe e nella già citata I’ll Jimi Hendrix ed Eric Clapton. strumentale blues. Ma è sicura- ramente, scarna, mi pare cinque forte, ), in formazioni Take Care Of You. Gustatevi anche In questo live, oltre a una perfor- mente alla fine dell’intero concer- o sei dischi in tutto, di cui nessu- di supporto a B.B. King e Tempta- l’ipnotica Relationship Man, le de- mance vocale eccellente, Buddy to, più precisamente in Gambler’s no è rimasto negli annali della tions, dopo essere stato parteci- licate How I Need You e Memories, Guy alla sei corde è devastante; Blues di Otis Rush, che si manife- storia del disco, anche se l’Alliga- pe di album di la scattante Fool Hearted Lover (con non passa in sordina infatti un’in- sta la tanto agognata jam tra i due. tor del 1972 con Carey Bell e e , Mac Arnold (anzi: il Brashier impegnato a svolgere un terpretazione al cardiopalma di Sarebbe superfluo dire che que- lo Stony Plain del 1974 sono de- Dottor Mac Arnold, avendo conse- ottimo lavoro alla sei corde elettri- Five Long Years di Eddie Boyd, sto è un momento (che dura più gni di nota, la carriera del gran- guito il 10 maggio 2014 una “lau- ca e al canto). La musica di Give It davvero da brividi, oppure l’asso- di undici minuti) di pura sublima- de armonicista, nato sul Missis- rea honoris causa” in Musica pres- Away scorre piacevolmente, senza lo in Look On Younder Babe in cui zione blues: oltre allo scambio del- sippi e morto a Chicago, è stata so l’Università della Carolina del scossoni traumatici, sui binari di un sono riscontrabili tutte le prove le strofe del brano, a togliere il fia- soprattutto quella di un gran- Sud, suo Stato natale) fonda una blues godibile e corroborante. Non che attestano i riferimenti ai gran- to è l’assolo finale dove gli scambi, de, anzi grandissimo, gregario, propria band dal nome Plate Full si sta parlando di un’opera rivolu- di chitarristi sopracitati. Things That le corde tirate all’esasperazione e in pista dagli anni ’30, ma arri- O’Blues composta da Austin Bra- zionaria capace di sconvolgere le I Used To Do di Guitar Slim vie- la concitazione salgono al massi- vato alla consacrazione quando shier (chitarre e voce) e Max Hi- dinamiche della musica occiden- ne eseguita magistralmente così mo. Insomma, per gli amanti del sostituì nel 1952 Junior Wells ghtower (armonica, tastiere, voce, tale, bensì di un album appagan- come si può dire la stessa cosa di blues e, in generale, per tutti colo- nella band di , basso). L’esordio discografico avvie- te, in grado di regalare all’ascoltato- I Smell A Rat di Big Mama Thor- ro che si definiscono cultori della e poi con chi lo richiedeva (an- ne nel 2006 con il CD Nothin’ To re 50 minuti di sorridenti emozioni nton con la quale Buddy Guy buona musica questo live potreb- che con Martin Stone dei Sa- Prove. La recente pubblicazione di e spensierata serenità. ha collaborato nella metà degli be rivelarsi una gradita sorpresa. voy Brown, con i Fleetwood Marc Arnold insieme a Plate Full Riccardo Caccia anni sessanta; qui l’interpreta- Tommaso Caccia Mac e Johnny Winter), sia in

LIGHTNIN’ HOPKINS Thomas e Duke Davis dei confondibile, era uno che pren- McDowell, o Hooker ’N Heat; giovani spesso Live In Munich 1977 13th Floor Elevator, mette- deva ispirazione da frammenti (anzi più che spesso) europei. Da cui, tra le al- Rock Beat vamo per l’ennesima vol- di canzone, tradizionali, arie e tre cose, queste registrazioni; e Sam era uno www½ ta in luce la completa au- li rielaborava; che poi era quel- che nel vecchio continente veniva più che tarchia di questo artista, lo che facevano per la maggior volentieri. Quei ragazzi non erano ricambia- BIG BILL BROONZY la sua difficile collocabili- parte i bluesmen originali, per- ti più di quel tanto, la loro era una posizio- Live In Amsterdam 1953 tà, la sua assoluta perso- sonaggi difficili da incastrare tra ne culturale, la vicenda emozionale e uma- Rock Beat nalità. Questo, nonostan- le maglie delle regole formali, na sull’emisfero opposto rispetto a quella dei www½ te Hopkins venga indicato come invece succederà per bluesmen d’origine. Hopkins (e quelli come sempre e dovunque come buona parte del blues urbano lui) semmai gradivano l’accoglienza, si go- Ecco due belle pubblicazioni da parte della un gigante del blues (e questo ci sta) con una del dopoguerra. Ciò, ribadiamo, non spiega devano il lavoro derivante dalla riscoperta, Rock Beat, pur se al solito carenti dal punto precisa coordinata regionale, il “master” del affatto l’amore nutrito per Sam e quelli come esigevano i contanti e in cambio divertiva- di vista di note e informazioni; si tratta di due blues texano, colui che ha raccolto la tradizio- lui, all’indomani delle varie riscoperte da par- no, fungendo da testimonianza storica. Ac- concerti dal vivo Qualche anno fa (2014) re- ne dei vari Texas Alexander e Blind Lemon Jef- te dei giovani cultori bianchi, gli stessi che af- cettavano di essere anche “accompagnati”, censendo la ristampa di Free From Patterns, ferson, rappresentando al meglio il blues del follavano le estati dell’amore e che dall’altro rendendo il compito un inferno, tanto era frutto di sessioni effettuate da Sam “Light- dopoguerra in quelle latitudini. Più semplice- lato impazzivano per Electric Mud di Muddy insito in loro il desiderio di non restare in- nin’” Hopkins nel 1968, insieme a Danny mente il chitarrista, dallo stile fulmineo e in- Waters, I Do Not Play No Rock’n Roll di Fred gabbiati in una metrica standard (da un ar-

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