30 anni di animazione Palazzo delle Esposizioni 9 ottobre 2018 - 20 gennaio 2019

Un emozionante percorso che presenta al pubblico l’arte e la creatività dei più grandi artisti dell’animazione mondiale

Dal 9 ottobre il Palazzo delle Esposizioni di Roma presenta “Pixar. 30 anni di animazione”, una grande rassegna internazionale promossa da Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale, prodotta dall’Azienda Speciale Palaexpo, ideata e organizzata da Pixar Animation Studios e realizzata con la collaborazione di MEET | Fondazione Cariplo.

Da al più recente Coco, passando per Monsters & Co., Alla ricerca di Nemo, e Inside Out, solo per citare alcuni titoli, il pubblico è cresciuto con i personaggi di animazione della Pixar, la celebre casa di produzione cinematografica fondata in California nel 1986 che crea storie originali grazie all’impiego dell'animazione computerizzata. In pochi sanno che questi incredibili film sono il frutto del lavoro di una squadra di creativi e registi che utilizza i tradizionali strumenti dell’arte fondendoli con quelli dei digital media più all’avanguardia.

La mostra “Pixar. 30 anni di animazione”, curata da Elyse Klaidman e, per l’edizione italiana, da Maria Grazia Mattei, svela al grande pubblico la fase creativa e nascosta dei maestri dell’animazione mondiale.

In rassegna una raffinata selezione di oltre 400 opere che mostrano lo spettacolare patrimonio artistico creato per ciascun film, fatto di disegni a matita e pennarello, dipinti in acrilico, guazzo e acquerelli, dipinti digitali, calchi, modelli fatti a mano, tutti lavori nei quali l'arte e il design giocano un ruolo essenziale e danno vita, insieme all'animazione digitale, al prodotto finale.

Il percorso espositivo, diviso in tre sezioni - Personaggi, Storie, Mondi - è arricchito da una selezione di video, proiezioni e due installazioni spettacolari, l’Artscape e lo Zoetrope, che, attraverso la tecnologia digitale, permettono di rivivere le opere esposte ricreando l’emozione e il fascino suggestivo dell’animazione.

“Siamo entusiasti di collaborare con il Palazzo delle Esposizioni per portare l'arte di Pixar a Roma, una città che non è solo la patria di un'arte rinomata, ma è di per sé una splendida opera d'arte” dichiara Elyse Klaidman. “Raccontare storie ci consente di condividere la nostra umanità e le nostre reciproche differenze. Impariamo gli uni dagli altri e ci immedesimiamo attraverso temi universali condivisi. Gli artisti danno vita alle storie di Pixar attraverso idee ed emozioni visive. Arte e design hanno un ruolo essenziale nel definire il “tono” dei film Pixar e le reazioni che essi generano in noi. Le istituzioni che espongono il pubblico all'arte sono fondamentali per lo sviluppo del futuro. Molte persone scoprono e sviluppano la loro passione in luoghi come il Palazzo delle Esposizioni. La nostra speranza è che Pixar 30 anni di animazione ispiri tutti coloro che la vedranno e faccia la sua parte nel coltivare la prossima generazione di narratori creativi, artisti e innovatori” conclude la curatrice.

«La mostra ripercorre la storia della Pixar dalla sua fondazione, insieme al lavoro di ricerca e la produzione di immagini digitali» commenta Maria Grazia Mattei, curatrice dell’edizione italiana. «“Pixar. 30 anni di animazione” è concepita per approfondire il lavoro di quella che è una vera e propria bottega rinascimentale digitale che crea capolavori, dove disegno a mano, scultura e informatica coesistono sul grande schermo in una sintesi armonica. Il digitale, per Pixar, è sia strumento che linguaggio. Siamo di fronte a una sorta di nuovo Umanesimo: grazie alla commistione di innovazione e creatività, si guarda alla tecnologia in una dimensione artistica e profondamente umana» conclude Mattei.

Durante il periodo della mostra, la rassegna cinematografica Passione Pixar, in Sala Cinema dal 19 ottobre al 13 gennaio, offrirà l’occasione per vedere o riammirare i capolavori che hanno cambiato il mondo dell’animazione: da Toy Story fino a Gli Incredibili 2, i film Pixar sapranno catturare il pubblico di ogni età in una girandola di adrenalina, allegria, commozione, simpatia e nostalgia - spesso in rapida successione - per lasciarlo, alla fine, con quel sorriso appagato che solo il grande cinema classico sa regalare.

La mostra sarà accompagnata da un ciclo di incontri di approfondimento, dal titolo A regola d’arte: per entrare nell’universo magico dell’animazione Pixar e comprenderlo a fondo, il Palazzo delle Esposizioni ha invitato alcuni esperti a raccontare la loro esperienza di lavoro o di studio. Analizzando i capolavori Pixar dal punto di vista estetico, culturale e scientifico, sveleranno gli elementi e i contributi umani che fanno di ogni film un’opera d’arte unica e indimenticabile.

Il Laboratorio d’arte propone visite in mostra e laboratori per scuole e famiglie. Un percorso guidato per capire cosa c’è dietro la realizzazione dei capolavori d’animazione. Una visita speciale dedicata agli amanti dei cartoni per scoprire i segreti della più interessante industria d’animazione digitale. Dopo la visita animata, in laboratorio, una grande sorpresa. Si aprono le porte del Cubo: il pubblico viene condotto nel mondo della simulazione 3D e della narrazione. Si può entrare in scena, sentirsi piccoli come insetti, venire circondati da fili d’erba alti quanto il soffitto.

La mostra che celebra il trentennale della Pixar, dopo il debutto al MOMA di New York nella sua prima edizione, approda a Roma a seguito di un tour internazionale che, dal Messico all’Estremo Oriente, ha fatto tappa nelle più importanti capitali mondiali riscuotendo un grande successo di pubblico.

Scheda informativa

Titolo: Pixar. 30 anni di animazione

Sede: Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194 - 00184 Roma

Periodo: 9 ottobre 2018 - 20 gennaio 2019

Promossa da: Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale

Prodotta da: Azienda Speciale Palaexpo

Ideata e organizzata da: Pixar Animation Studios

Realizzata con la collaborazione di: MEET | Fondazione Cariplo

Orari: Domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00; venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30; lunedì chiuso

Informazioni e prenotazioni: Singoli, gruppi e laboratori d’arte tel. 06 39967500 www.palazzoesposizioni.it

Biglietti: Intero € 12,50; ridotto € 10,00; scuole € 4,00 per studente Ragazzi dai 7 ai 18 anni € 6,00; bambini fino a 6 anni gratuito Pacchetto famiglia 2 adulti e max 3 bambini under 7 € 20,00 Pacchetto famiglia 2 adulti e max 2 bambini 7-18 € 25,00

Ufficio stampa Azienda Speciale Palaexpo Piergiorgio Paris, T. 06 48941206 - [email protected] Segreteria: Dario Santarsiero T. 06 48941205 - [email protected]

Ufficio Stampa MEET | Fondazione Cariplo Giulia Perfetti per Mirandola Comunicazione, T. 345 7258786 - [email protected]

Testo in catalogo di E L Y S E K L A I D M A N Direttore delle Mostre e degli Archivi Pixar Animation Studios

In genere quando si pensa alla Pixar, si pensa ai film e alle avvincenti storie che raccontano. La Pixar è anche nota per la sua tecnologia all’avanguardia e per la sbalorditiva computer grafica, ma pochi sono consapevoli del ruolo essenziale rivestito dall’arte tradizionalmente intesa e dal design all’interno del processo creativo. Quando, nel 2004, il Museum of Modern Art di New York ci ha invitato a esporre l’arte della Pixar, la risposta è stata un entusiastico “sì”. Riferendosi alla realizzazione dei film, gli autori della Pixar citano spesso tre aspetti essenziali: la storia, il personaggio e il mondo. Alla Pixar la creazione della storia è un processo iterativo che può perdurare per gran parte dei quattro o cinque anni che occorrono alla produzione di un film. Per ogni storia, ci sforziamo di creare personaggi interessanti cui il nostro pubblico possa affezionarsi. I personaggi creati, inoltre, devono abitare in un mondo credibile che sia del tutto unico e peculiare alla storia stessa. La maggior parte dei lavori che si possono ammirare nella mostra derivano dal processo di creazione di questi tre elementi. L’esposizione dei lavori realizzati durante la fase di sviluppo del concept e della storia nell’ambito di un allestimento museale spinge a chiedersi se si tratti davvero di opere d’arte. Qual è il rapporto tra questi oggetti e il mondo dell’arte? Discutendone è facile venire fuorviati da questioni di distribuzione e audience, perdendo di vista gli oggetti in sé e le loro intrinseche qualità artistiche. Gli artisti Pixar parlano con modestia del proprio lavoro. La maggior parte di loro non avrebbe mai immaginato di vederlo un giorno incorniciato, figuriamoci esposto in un museo. Questo atteggiamento si deve in gran parte al fatto che progettano e creano concept art in stretta collaborazione con il regista e il production designer. Tuttavia, considerando questi oggetti, così sapientemente costruiti, separatamente dal film e osservandoli uno per uno, la prospettiva può cambiare radicalmente. D’altronde il dibattito su “cosa è arte” è antico quanto l’arte stessa. Sono gli artisti a fare i nostri film e, come tutti gli altri, anche i nostri artisti scelgono gli strumenti che consentono loro di suscitare un’emozione o una reazione nel modo più efficace. La mostra presenta un’ampia varietà di media e di tecniche: disegni a matita e pennarello, dipinti ad acrilico, gouache e acquarelli, dipinti digitali, calchi, modelli fatti a mano e lavori realizzati con media digitali. Un artista di formazione tradizionale può anche aver aggiunto la pittura digitale alla propria scatola degli attrezzi per riuscire a esprimere qualcosa che non avrebbe potuto esprimere altrimenti. Accanto alle opere d’arte, due installazioni uniche nel loro genere, create per l’esposizione 20 Years of Animation al MoMA, continuano ad accompagnare la mostra itinerante. L’Artscape è un’installazione multimediale ad alta risoluzione, su widescreen, creata utilizzando i lavori realizzati durante le fasi di creazione e sviluppo del concept. Utilizzando la tecnologia digitale, i lavori bidimensionali vengono esplorati in un movimento tridimensionale simulato. L’osservatore ha l’impressione di entrare dentro l’opera e gli viene offerta la possibilità di ammirarne gli squisiti dettagli. Man mano che le immagini si spostano, l’Artscape diventa un’esperienza immersiva. L’installazione è una metafora dell’esperienza vissuta dai nostri film-maker quando – osservando il concept work – immaginano che cosa potrebbe diventare nel film e dove potrebbe portare gli spettatori. Le immagini sono accompa- gnate da un incredibile soundscape, o panorama sonoro, che completa la natura visiva e uditiva del nostro lavoro. Il Toy Story Zoetrope della Pixar è la versione tridimensionale di una precedente invenzione che serviva a illustrare visivamente come un’immagine ripetuta crei l’illusione del movimento. Il Ghibli Museum di Mitaka, in Giappone, aveva creato ed esposto un magnifico zootropio 3-D dedicato a Il mio vicino Totoro, che è servito di ispirazione al nostro team. Questa straordinaria installazione è esemplificativa di quella collaborazione artistica e tecnica che è parte integrante del nostro lavoro alla Pixar. È stata sviluppata da un gruppo di scienziati, animatori e artisti della Pixar che hanno lavorato in stretta collaborazione. Guardandolo girare, si comprende la magia dell’animazione. Alla Pixar il concetto di collaborazione è essenziale e viene messo in pratica in maniera concreta. Quantunque ciascun lavoro sia attribuito a un unico artista, il processo che ha portato alla sua creazione è sempre frutto di una collaborazione. Può capitare che un’idea nasca nel corso di una riunione, con diverse persone che contribuiscono alla discussione, o che un artista realizzi uno schizzo veloce, che a sua volta ispira un secondo artista, mentre qualcun altro dà un suggerimento che viene incorporato nell’i- dea. Questo tipo di interazione si applica a tutto il processo, non solo alla creazione artistica. Alla Pixar la realizzazione di un film è come una continua conversazione. Non sono i computer a fare i film; sono le persone: disegnatori, tecnici del montaggio, animatori, direttori tecnici. Sono queste persone a dare vita a tutto ciò che viene fatto alla Pixar. Siamo felici di condividere i bellissimi lavori dei nostri artisti con i milioni di visitatori di questa mostra itinerante. E orgogliosi di far loro scoprire che, sebbene la produzione dei nostri film sia tecnologicamente complessa, ognuno di essi ha inizio con il più semplice dei gesti: un tratto di matita su un foglio di carta.

Testo in catalogo di M A R I A G R A Z I A M A T T E I Curatrice dell’edizione italiana della mostra e Presidente MEET, centro internazionale per la cultura digitale Era il 1988 quando , un corto di appena 5 minuti a firma di , cambiava la storia del cinema d’animazione. Trent’anni dopo possiamo dire che Pixar ha cambiato la storia del cinema, tutto. Con negli occhi le strepitose immagini dell’ultimo lungometraggio, Gli Incredibili 2, pregustiamo con questa mostra l’immersione dentro storie, stili e topoi della più apprezzata bottega digitale al mondo. La strada che ci ha portato fin qui è lunga e straordinaria. Per comprendere cosa abbia trasformato una società californiana di computer grafica in una factory dell’immaginario planetario, tocca guardare indietro per far emergere l’intrecciarsi e sommarsi di tumultuose evoluzioni tecnologiche e intuizioni di scienziati e creativi geniali in un orizzonte culturale e artistico in quegli anni determinante. Pixar nasce nel lontano 1979 come Division, sottogruppo della Computer Division all’interno della già famosa . È proprio Lucas che, intuendo in quei lontani anni, l’enorme potenzialità del computer per gli effetti speciali nel cinema, dà il via alla costituzione della divisione, incaricando due famosi ricercatori, e successivamente Alvy Ray Smith, di sviluppare software per la messa a punto della grafica computerizzata. All’interno di questo grande laboratorio nasce uno speciale gruppo di ricerca per gli effetti cinematografici. È proprio nei primi anni Ottanta che il ruolo delle immagini sintetiche assume una rilevanza nuova quale complemento della narrazione e della finzione filmica, una cosmesi inedita, raffinata ed estremamente costosa. Gli effetti speciali di film come Star Trek II, Il ritorno dello Jedi e Piramide di paura sono frutto del lavoro di un team di creativi della Computer Graphics Division mentre quelli del Giovane Sherlock Holmes portano la firma di John Lasseter e William Reeves, due nomi destinati negli anni successivi a ritornare più volte alla ribalta e a uscire dal giro ristretto dei tecnici, degli addetti ai lavori. È in questo periodo che si fa largo l’idea di realizzare cortometraggi con il computer, raccontati secondo le regole dell’animazione classica e disneyana, ma con un tocco di realismo in più dovuto al fatto che si tratta di immagini tridimensionali. Un po’ per scommessa e soprattutto come test sul software elaborato in casa per la resa fotorealistica delle immagini, nel 1984 viene messo a punto il primo breve film, The Adventures of André and Wally B., la storia di un piccolo alieno ospite di un mondo tutto “sintetico”. All’epoca di André – che è solo un episodio estemporaneo all’interno di una strategia aziendale rivolta all’elaborazione di tecnologia per il cinema – si sviluppava ricerca in soprattutto all’interno delle grandi università come l’Ohio State University, mentre case di produzione private, veri e propri colossi della crescente industria audiovisiva digitale, nascono e muoiono nell’arco di pochissimo tempo. Sono gli anni in cui, nel mondo degli spot pubblicitari, circola il nome, oggi mitico, di Bob Abel e il SIGGRAPH è il posto dove andare per conoscere i trend futuri mentre a Montecarlo, Imagina si afferma come vetrina europea e mostra al vecchio continente le incredibili evoluzioni delle immagini sintetiche. Il mercato delle nuove immagini è in espansione, interessa più settori dello spettacolo e della comuni- cazione, dal cinema alla televisione, alla pubblicità, all’architettura, all’arte. Le immagini hanno ormai raggiunto ottimi livelli di rappresentazione: volumi, textures, illuminazione, movimento vengono calcolati sin nei minimi dettagli per descrivere fiumi, montagne, isole, nuvole, animali e persino la figura umana. Nel 1986 Pixar lascia Lucasfilm e si costituisce come software house indipendente (con , appena fuori dalla Apple, tra i nuovi soci) per lanciare nel mercato dei media, e non solo in quello cinematografico, il risultato di anni di ricerca e sviluppo di alcuni programmi per la grafica e l’immagine. Subito arriva però la grande intuizione e, unica, affida la propria immagine a un’equipe che ha come capofila John Lasseter, William Reeves ed Eben Ostby, con l’incarico di creare animazioni che utilizzino i prodotti lanciati dalla società di anno in anno. Rispetto a tanti altri demo prodotti da tante società in quegli anni, quelli della Pixar si distinguono subito non solo per la resa delle immagini, ma per la loro qualità narrativa, sempre avvincente, giocosa e sor- prendente. L’immagine digitale finisce con Pixar per irrompere nella stessa struttura narrativa offrendo prospettive inedite, esplorabili per la prima volta grazie all’evoluzione delle tecnologie. Allo stesso tempo, le immagini di sintesi inserite nel contesto cinematografico acquistano significato e un nuovo spessore narrativo. Luxo Junior, che riceve una nomination per l’Oscar nel 1986, e Tin Toy, che guadagna la statuetta per il miglior cortometraggio animato nel 1988 cambiano il corso della storia. Da Luxo Junior in poi, per Pixar è un unico successo. Proprio sul terreno della pura creatività, il team Pixar sorprende il pubblico di tutto il mondo. I giocattoli Buzz Lightyear e Woody di Toy Story, i mostri Sulley e Mike di Monsters & Co., il topino Rémy di Ratatouille e la pre-adolescente Riley di Inside Out sono personaggi “abilitati” dalla tecnologia, ma devono sostanza e forza ad un approccio e a una metodologia di lavoro che possiamo definire umanistica. Proprio come in una bottega rinascimentale, Pixar dà corpo ai personaggi disegnandoli a mano per poi dar loro consistenza fino a – letteralmente – scolpirli, come ben raccontato in mostra – in un continuo rimpallo di riferimenti colti e iconografie interdisciplinari. E i pixel? I pixel ci sono e costituiscono il confine e al contempo l’essenza innovativa di un processo maieutico compiutamente creativo ed estetico. Grazie a Pixar il digitale passa dall’essere strumento a diventare medium per raccontare storie. Di più: si realizza la sintesi fra saperi diversissimi e apparentemente distanti come informatica, grafica, pittura, scultura, ingegneria e storytelling, immaginata, sognata dai pionieri della Cultura Digitale a partire dagli anni Sessanta. Guardando ai trent’anni di animazione firmata Pixar si percepisce con concretezza che l’innovazione di cui la società californiana è portabandiera mondiale ha un carattere innegabilmente tecnologico, ma il motore – qualcuno direbbe l’anima di questo processo di cambiamento – ha profondissime fondamenta culturali. Allargando lo sguardo al contesto globale emerge come la progressiva e inarrestabile convergenza fra Silicon Valley e Hollywood abbia cambiato il (modo di fare) cinema, dalla pre-produzione alla distribuzione, per non parlare dello storytelling. Con l’avvento del Fotorealismo Digitale degli anni Novanta nasce una prospettiva nuova per il narratore. Si fa strada uno sguardo capace di vedere e far vedere con occhi dotati di maggiore profondità, dinamicità e complessità rispetto a quelli umani o alla cinepresa tradizionale. Non più ancillare o cosmetico, ma nevralgico per il compimento del racconto, lo sguardo digitale fuoriesce dal recinto dell’animazione grazie a maestri del cinema come James Cameron – impossibile non citare il suo pionieristico Terminator 2 (1991) a cui seguiranno in un crescendo di sperimentazione Trues Lies (1994), Titanic (1999) e Avatar (2009) – e presto si allarga alla fiction tradizionale. In un’osmosi creativa interessante, anche l’animazione si fa “contaminare”. Neanche a dirlo, Pixar è in prima fila: pensiamo a Ratatouille, che riproduce gli stilemi della commedia classica o a Inside Out, nel pieno canone del film di formazione. Si tratta di esempi emblematici di fusione fra cinema e animazione e definitivo superamento degli steccati. La qualità degli script, della narrazione e della regia ne fanno eccellenze della settima arte mondiale, mettendo in secondo piano le radici sintetiche e digitali da cui i loro mondi originano. È la potenza del cinema nel suo complesso a prevalere, anche agli occhi degli spettatori. Sono loro, gli spettatori appunto, i destinatari e i giudici ultimi di questa metamorfosi del cinema, iniziata trent’anni fa e giunta oggi al compimento. Il loro, il nostro sguardo, ha alimentato e stimolato la ricerca che Pixar, insieme ad altri, ha condotto con l’obiettivo di portare sul grande schermo prima di tutto storie belle, umanissime e indimenticabili e che hanno un orgoglioso DNA digitale. Pixar: 30 anni di animazione ripercorre dunque non solo la storia di questa mitica casa di produzione e delle sue opere, ma anche la ricerca e la produzione di immagini digitali, fonti inesauribili di nuove storie.

PASSIONE PIXAR RASSEGNA CINEMATOGRAFICA

Palazzo delle Esposizioni – Sala Cinema 19 ottobre 2018 – 13 gennaio 2019

Da Toy Story - Il mondo dei giocattoli a Gli Incredibili 2, i film della Pixar hanno conquistato il pubblico mondiale, attraverso emozioni, umorismo e storie nelle quali è facile immedesimarsi. In occasione della mostra PIXAR. 30 ANNI DI ANIMAZIONE, vi offriamo un’opportunità straordinaria di vedere, o rivedere, i film che hanno rivoluzionato il mondo dell’animazione. venerdì 19 ottobre, ore 21.00 | martedì 6 novembre, ore 17.00 | domenica 2 dicembre, ore 17.00 TOY STORY – IL MONDO DEI GIOCATTOLI di John Lasseter. USA, 1995, 87 min. sabato 20 ottobre, ore 17.00 | martedì 13 novembre, ore 17.00 | domenica 30 dicembre, ore 17.00 A BUG’S LIFE – MEGAMINIMONDO di John Lasseter. USA, 1998, 95 min. domenica 21 ottobre, ore 17.00 | venerdì 7 dicembre, ore 21.00 – WOODY & BUZZ ALLA RISCOSSA di John Lasseter. USA, 1999, 92 min. venerdì 26 ottobre, ore 21.00 | martedì 27 novembre, ore 17.00 | domenica 16 dicembre, ore 17.00 MONSTERS & CO. di . USA, 2001, 92 min. sabato 27 ottobre, ore 17.00 | martedì 20 novembre, ore 17.00 | domenica 9 dicembre, ore 17.00 ALLA RICERCA DI NEMO di Andrew Stanton. USA, 2003, 100 min. domenica 28 ottobre, ore 17.00 | martedì 4 dicembre, ore 17.00 | sabato 22 dicembre, ore 17.00 GLI INCREDIBILI – UNA “NORMALE FAMIGLIA” DI SUPEREROI di Brad Bird. USA, 2004, 115 min. venerdì 2 novembre, ore 21.00 | martedì 11 dicembre, ore 17.00 | domenica 23 dicembre, ore 17.00 CARS – MOTORI RUGGENTI di John Lasseter. USA, 2006, 116 min. sabato 3 novembre, ore 17.00 | martedì 18 dicembre, ore 17.00 | venerdì 4 gennaio, ore 21.00 RATATOUILLE di Brad Bird. USA, 2007, 110 min. domenica 4 novembre, ore 17.00 | sabato 15 dicembre, ore 17.00 | martedì 1 gennaio, ore 17.00 WALL•E di Andrew Stanton. USA, 2008, 98 MIN. venerdì 9 novembre, ore 21.00 | sabato 1 dicembre, ore 17.00 | martedì 8 gennaio, ore 17.00 UP di Pete Docter. USA, 2009, 96 min. sabato 10 novembre, ore 17.00 | sabato 8 dicembre, ore 17.00 – LA GRANDE FUGA di Lee Unkrich. USA, 2010, 102 min. domenica 11 novembre, ore 17.00 | venerdì 28 dicembre, ore 21.00 di John Lasseter. USA, 2011, 96 min. venerdì 16 novembre, ore 21.00 | sabato 5 gennaio, ore 17.00 RIBELLE – THE BRAVE di Mark Andrews e Brenda Chapman. USA, 2012, 93 min. sabato 17 novembre, ore 17.00 | venerdì 21 dicembre, ore 21.00 di Dan Scanlon. USA, 2013, 103 min. martedì 23 ottobre, ore 17.00 | domenica 18 novembre, ore 17.00 | venerdì 11 gennaio, ore 21.00 INSIDE OUT di Pete Docter. USA, 2015, 95 min. venerdì 23 novembre, ore 21.00 | domenica 6 gennaio, ore 17.00 IL VIAGGIO DI ARLO di Peter Sohn. USA, 2015, 93 min. sabato 24 novembre, ore 17.00 | venerdì 14 dicembre, ore 21.00 ALLA RICERCA DI DORY di Andrew Stanton. USA, 2016, 97 min. domenica 25 novembre, ore 17.00 | sabato 29 dicembre, ore 17.00 CARS 3 di Brian Fee. USA, 2017, 102 min. martedì 30 ottobre, ore 17.00 | venerdì 30 novembre, ore 21.00 | sabato 12 gennaio, ore 17.00 COCO di Lee Unkrich. USA, 2017, 105 min. domenica 13 gennaio, ore 17.00 GLI INCREDIBILI 2 di Brad Bird. USA, 2018, 118 min.

Courtesy of Pixar Animation Studios

INFORMAZIONI Palazzo delle Esposizioni – Sala Cinema. Accesso tramite la scalinata di via Milano 9A, Roma. www.palazzodelesposizioni.it MARTEDÌ: accesso riservato ai soli visitatori della mostra. VENERDÌ, SABATO E DOMENICA: ingresso libero fino a esaurimento posti. I posti verranno assegnati a partire da un’ora prima dell’inizio di ogni proiezione. Possibilità di prenotare riservata ai soli possessori della PdE card. L’ingresso non sarà consentito a evento iniziato.

A REGOLA D’ARTE incontri sull’animazione Pixar

18 ottobre - 22 novembre 2018 Palazzo delle Esposizioni - Sala Cinema INGRESSO LIBERO FINO A ESAURIMENTO POSTI

Da Toy Story in poi l’animazione ha scoperto l’accesso a un universo fantastico dalle possibilità creative ed espressive inesauribili e ha raggiunto, con la grafica computerizzata, una stupefacente resa emotiva e percettiva nelle immagini, fugando ogni timore che l’originalità artistica potesse soccombere all’automazione tecnologica. Di pari passo alla ricerca digitale, la costruzione di ogni produzione Pixar porta avanti una sorprendente ricerca “artigianale” ad opera di artisti, creativi, attori, scenografi, sceneggiatori, psicologi… che il computer raccoglie e traduce nell’opera finita. Per entrare in questo universo magico e comprenderlo a fondo, abbiamo chiesto ad alcuni esperti di raccontarci la loro esperienza di lavoro o di studio. Analizzando i capolavori Pixar dal punto di vista estetico, culturale e scientifico, rivelano gli elementi e i contributi umani che fanno di ogni film un’opera d’arte unica e indimenticabile. giovedì 18 ottobre, ore 18.30 RICCARDO FALCINELLI Come si guarda un cartone animato. Da Biancaneve a Gli Incredibili Il titolo appare un paradosso: perché qualcuno dovrebbe insegnarmi a guardare un cartone animato? Tanto più che i cartoni li capisce anche un bambino senza aver studiato. Però, come spesso capita, ciò che sembra facile può rivelare aspetti più avventurosi del previsto. Proviamo allora a ribaltare il punto di vista e a raccontare alcuni classici Disney e Pixar come fossero opere d’arte di epoche lontane, mostrando i meccanismi che fanno funzionare le immagini: la forma, il punto di vista, la tecnologia e il ritmo. giovedì 25 ottobre, ore 18.30 ROBERTO MORVILLE E MASSIMILIANO MANFREDI Tutto quello che avreste voluto sapere sul doppiaggio dei capolavori Pixar (ma non avete mai osato chiedere) Quattro chiacchiere in libertà in compagnia di Roberto Morville (ex Creative Director, Italia) e Massimiliano Manfredi (voce di Flick e Saetta McQueen e attuale direttore di doppiaggio dei film Pixar) sugli ingredienti fondamentali del processo di localizzazione - ivi compresi traduzione/adattamento, casting voci, direzione del doppiaggio e mixage - evitando che, nell’elaborazione della ricetta, il genio Pixar faccia una brutta fine.

giovedì 8 novembre, ore 18.30 ROBERTO SANTILLO The Art of Pixar: un viaggio prima che l’animazione cominci Un film è sempre frutto di un intenso lavoro di costumisti, scenografi, truccatori, elettricisti, direttori di macchina e naturalmente, attori. Persone che “entrano” direttamente nei fotogrammi diventando a loro volta parte del film. Ma in un mondo totalmente virtuale come quello Pixar, le cose stanno diversamente. Il computer è il mezzo dentro cui tutto deve trovare espressione. Niente è già a disposizione al suo interno, né attori, né scenari, né comparse, persino le leggi della fisica non sono presenti. “Non troverai nulla gratuitamente nel tuo computer” dicono alla Pixar. Ogni momento dovrà essere immaginato magistralmente ben prima che questo venga acceso. È questa la magia di un film di animazione che scopriremo insieme. giovedì 15 novembre, ore 18.30 CHRISTIAN UVA Università degli Studi Roma Tre Il sistema Pixar Una serie di riflessioni sulla Pixar in quanto ideale esempio di industria creativa, capace di imporre a livello globale un marchio di qualità fondato su un solido e corposo immaginario insieme infantile e adulto. Facendo riferimento ad alcuni dei principali capolavori dello studio californiano, si mettono in luce i tratti distintivi di un “sistema culturale” che, nel corso degli ultimi decenni, ha offerto un’articolata interpretazione della società contemporanea e dell’“american way of life” tra passato, presente e futuro. giovedì 22 novembre, ore 18.30 MATTIA DELLA ROCCA Università di Roma “Tor Vergata” Inside Out: la scienza delle emozioni dietro all'universo Pixar Emozioni e sistema limbico, percezione e azione, mente estesa: tra i meriti della creatività degli autori Disney-Pixar vi è senza alcun dubbio quello di aver portato al cinema gli stupefacenti progressi delle scienze delle emozioni e degli affetti (emotion sciences), le quali attraversano trasversalmente le neuroscienze, le scienze cognitive e quelle psicologiche. Questa “traslazione” dai laboratori al grande schermo risulta ancora più affascinante se si considera l’enorme coerenza tra narrazione animata e risultati scientifici consolidati. In un dialogo costante con i personaggi più amati dell’universo Pixar, il relatore racconta la scienza dietro e tutto intorno ad alcune tra le più fortunate intuizioni delle pellicole dello studio d’animazione di Emeryville.

Le opinioni espresse dai relatori durante le conferenze non corrispondono necessariamente a quelle della Pixar.

Informazioni Palazzo delle Esposizioni - Sala Cinema scalinata di via Milano 9 a, Roma www.palazzoesposizioni.it Ingresso libero fino a esaurimento posti I posti verranno assegnati a partire da un’ora prima dell’inizio di ogni incontro. Possibilità di prenotare riservata ai soli possessori della PdE card. L’ingresso non sarà consentito a evento