Dottorato Di Ricerca in Storia Dell'arte
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FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA DIPARTIMENTO DI STORIA DELL’ARTE E SPETTACOLO DOTTORATO DI RICERCA IN STORIA DELL’ARTE XXVII CICLO Intérieur Una storia delle scene d’interno in Francia nella seconda metà dell’Ottocento Candidato: dott. Matteo Piccioni Tutor: prof.ssa Antonella Sbrilli Co-tutor: prof.ssa Iolanda Covre Coordinatore del dottorato: prof. Alessandro Zuccari Anno Accademico 2013-2014 Il XIX secolo è stato, come nessun’altra epoca, morbosamente legato alla casa W. Benjamin, Passagenwerk Indice V Introduzione Parte Prima Origine dell’Intérieur I. Preistoria dell’intérieur moderno. “Gruppi di famiglia in un interno”, dipinti di genere e culto della modernità nel Settecento europeo 1 I.1. Ritrarre la vita domestica nell’Inghilterra del XVIII secolo 7 I.2. Boudoirs e camere da letto. L’interno nella pittura di genere francese del XVIII secolo tra mondanità ed erotismo 18 I.3. L’interno borghese tra pittura e teatro: Chardin, Greuze e Diderot II. «Luigi Filippo o dell’Intérieur»: la scena domestica nella Monarchia di luglio 30 II.1. Appartamento, custodia dell’uomo ottocentesco 33 II.2. Scene di vita privata: il ménage coniugale da Balzac a Bertall, passando per Daumier 46 II.3. Gavarni, peintre de mœurs modernes 55 II.4. Types et intérieurs: la rappresentazione degli interni nella «letteratura panoramatica» III. L’affermazione delle tematiche intimiste nella pittura di genere intorno al Realismo 65 III.1. Dopo il 1848. Courbet alle prese con una scena domestica 76 III.2. La pittura di genere intorno all’Esposizione Universale del 1855 78 III.3. Alfred Stevens: la scena d’interno come rappresentazione della vita moderna 85 III.4. I giovani realisti e le tematiche domestiche: la “mostra dei rifiutati” di François Bonvin 90 III.5. Whistler at home: dalla vie de bohème al salotto borghese 101 III.6. Les Deux sœurs di Fantin-Latour: alcune riflessioni sulle fonti di un dipinto intimista Parte Seconda L’Intérieur nelle ricerche proto-impressioniste IV. Da Le Déjeuneur dans l’atelier a Intérieur à Arcachon: Manet e la scena d’interno come scelta critica e come riflessione personale 111 IV.1. Una riforma del dipinto di genere 118 IV.2. Trionfo del genere. L’Esposition Universelle del 1867 e le “riscoperte dell’arte” 127 IV.3. Un ritratto, un’allegoria e una riflessione sulla pittura 143 IV.4. Dall’interno all’esterno V. L’Intérieur di Degas: naturalismo e pittura di genere intorno 1868 150 V.1. Un dipinto problematico 154 V.2. «Lavorare molto sugli effetti della sera, delle lampade, delle candele» 161 V.3. «Mon tableau de genre» VI. Gli interni di Monet 174 VI.1. Gruppo di famiglia in un interno 189 VI.2. Méditation: Monet a Londra, tra Whistler e Millais 196 VI.3. Interni impressionisti Parte Terza Fortuna e crisi della scena d’interno fin de siècle VII. Bonnard e il tema della Salle à manger negli anni nabis 200 VII.1. Bonnard pittore d’interni 204 VII.2. Il tema familiare tra litografia e pittura 210 VII.3. La memoria del tempo passato VIII. Tra teatro e psicologia: gli Intérieurs di Édouard Vuillard 224 VIII.1. I Nabis e il teatro 227 VIII.2. Vuillard, il teatro e il rinnovamento dell’intérieur 236 VIII.3. Al Théâtre de l’Œuvre. La messa in scena di Rosmersholm di Ibsen IX. Scontro di genere in un interno: le Intimités di Félix Vallotton 250 IX.1. Un’opera sulla dualità 258 IX.2. Bianco/nero - uomo/donna. 268 IX.3. Interni intermediali 275 Tavole Apparati 305 Appendice documentaria: la poetica degli interni nel Journal di Edouard Vuillard 309 Fonti e bibliografia Introduzione La ricerca che si presenta prende in esame l’evoluzione della fortuna delle scene d’inter- no nella cultura visiva francese nel periodo compreso tra la Monarchia di luglio (1830-1848) e il 1900. Essa cerca di tracciare la storia di un genere (o per meglio dire, di un sottogenere) – dopo il paesaggio e il ritratto, tra i principali del secolo – al quale gli studi hanno finora rivolto solo uno sguardo tangenziale1, benché in realtà sia fondamentale in quel momento storico-culturale, in quanto espressione precipua del ceto emergente del XIX secolo, la borghesia; tuttavia, come è chiaro fin dal titolo, il presente studio non si propone come storia generale, e tantomeno esauriente, di un motivo pittorico, quanto di una storia tra le tante possibili, all’interno di un’area d’indagine estremamente vasta. Si tratta dunque di un’analisi che presuppone un punto di vista che si potrebbe definire par- ziale, legato programmaticamente allo studio di due ambiti di produzione d’immagini a tutta prima diametralmente opposti: la cultura più avanzata e l’immaginario popolare. Lo studio di vignette, delle illustrazioni di libri, delle caricature ha inteso indagare, in- fatti, come, in età tardo-romantica, nel più ampio immaginario collettivo, si sia innestato un interesse per le scene di interni e per la domesticità che ha costituito la base culturale su cui si sarebbero mossi anche gli artisti dell’avanguardia parigina. Questo approccio ha la- sciato in parte sullo sfondo l’ampio panorama delle espressioni più legate all’arte ufficiale che, invero, fu l’artefice reale della diffusione di tali soggetti; in quest’ottica tuttavia la pit- tura di genere, per lo più à la mode, è stata sempre posta a confronto con le espressioni più originali. Si è scelto inoltre di concentrarsi, tematicamente, su due filoni che trovano la 1 La letteratura sul tema è ridotta a pochi titoli per lo più dedicati alla pittura fin de siècle di ambito nabis (R. KOELLA, Les Intérieures des Nabis, un écrin pour l’homme, in Nabis 1888-1900, catalogo della mostra [Zurigo, Kunsthaus - Parigi, Grand Palais, 1993-94], a cura di U. Perucchi-Petri, Réunion des musées nationaux, Paris 1993, pp. 91-103; Intime Welten: das Interieur bei den Nabis; Bonnard, Vuillard, Vallotton, catalogo della mostra [Winterthur, Villa Flora, 1999], a cura di U. Perucchi-Petri, Benteli, Bern 1999, F. KRÄMER, Das unheimliche Heim: zur Interieurmalerei um 1900, Böhlau, Köln 2007). In generale, lo studio più importante dedicato al tema degli interni del XIX secolo è S. SIDLAUSKAS, Body, Self, and Place in Nineteenth-Century Painting, Cambridge University Press, Cambridge 2000, nel quale la studiosa pro- pone una lettura delle rappresentazione di scene di interno come scoperta e raffigurazione della crisi del sé, uno studio fondamentale, ma più sociologico e psicologico che lascia in secondo piano le questioni più strettamente storico-artisti- che, legate all’immagine e al contesto pittorico. Una panoramica generale sulla pittura di interni francese dell’Ottocento è stata invece realizzata da F. BERRY, Lived Perspectives: the Art of the French Nineteenth-Century Interior, in J. AYNSLEY, CH. GRANT (a cura di), Imagined Interiors, Representing the Domestic Interior since the Renaissance, V & A Publications, London 2006, pp. 160-183. Di contro gli studi letterari o drammaturgici hanno dato più spazio a tali tematiche, partico- larmente in Italia: L. NISSIM, Storia di un tema simbolista: gli interni, Vita e pensiero, Milano 1980; C. PAGETTI, G. RU- BINO (a cura di), Dimore narrate. Spazio immaginario nel romanzo contemporaneo, 2 voll., Bulzoni, Roma 1988; R. ALONGE. Scene perturbanti e rimosse: interno ed esterno sulla scena teatrale, Nuova Italia Scientifica, Roma 1996; F. FIO- RENTINO (a cura di), Raccontare e descrivere. Lo spazio nel romanzo dell'Ottocento, Bulzoni, Roma 1997; M. PERROT, Gli spazi del privato, in F. Moretti (a cura di), Il Romanzo, Einaudi, Torino 2003, IV, Temi, luoghi, eroi, pp. 495-519. Introduzione propria origine moderna nel Settecento: la rappresentazione del ménage familiare borghese e quella della vita di coppia, che meglio hanno registrato i mutamenti storico-antropologici della società. Da un punto di vista generale, la progressiva affermazione dei soggetti di interno, infat- ti, accompagna la presa di coscienza della borghesia francese del proprio ruolo e del ruolo dell’abitazione come espressione peculiare di se stessa. Più del ritratto, dai retaggi aristo- cratici, e del paesaggio, libero da condizionamenti concettuali e più idoneo a divenire mez- zo di sperimentazioni linguistiche, l’interno si è rivelato, nel corso della ricerca, il punto di coagulazione – in particolare nei dipinti che propongono scene familiari – delle ambizioni, della coscienza, ma anche della crisi, di un sistema di valori specificamente ottocentesco. Dal Settecento l’interno è espressione antropologica del focolare domestico, declinato almeno in tre ambienti, la cucina, il salotto e la sala da pranzo, e della vita intima, il cui re- gno è la camera da letto; in tutti i casi, soprattutto a partire dall’ultimo decennio del XIX secolo l’intérieur comincia sempre di più a essere interpretato, non solo come espressione precipua dell’io, quanto luogo deputato alla memoria personale. Pierre Bonnard e Francis Jammes anticipano questo aspetto in pittura e letteratura nell’ultimo decennio del secolo, ripreso successivamente da Marcel Proust, e più tardi da Gaston Bachelard2 che vedeva, appunto, nell’interno il luogo privilegiato della memoria, che si incarnava negli spazi do- mestici. Questo concetto di interno che rispecchia chi lo abita, è certamente molto nove- centesco, e vede il rapporto dell’ambiente con il suo abitante in un’ottica di interdipen- denza, seguendo l’idea che nella casa «lo spazio architettonico vi assume i lineamenti di un ambito fisico che accoglie e contiene le esperienze psichiche del soggetto, il quale a sua volta fornisce ad esso giustificazioni e significati»3. Tale complementarietà di “contenitore” e “contenuto”, ben espressa da Walter Benjamin nel Passagenwerk, parlando di custodia o di astuccio come metafora dell’intérieur, segue in questi termini un adagio che ha la sua origine nel mondo anglosassone, che vede l’interiorità dell’abitante riflessa negli spazi e negli oggetti, e che è sempre alla base della teoria dell’abitare come lasciare tracce formula- ta dal filosofo tedesco, nella prima metà del secolo scorso.