FUORI DALLE VIE MAESTRE Itinerari Cicloturistici in Provincia Di Ancona

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FUORI DALLE VIE MAESTRE Itinerari Cicloturistici in Provincia Di Ancona FUORI DALLE VIE MAESTRE Itinerari cicloturistici in Provincia di Ancona Da questa curiosità è nata l’idea di una raccolta di percorsi che colleghino quasi tutti i paesi medievali e i centri storici delle città in Provincia di Ancona, utilizzando una viabilità secondaria in grado di restituire al visitatore un’unica entità territoriale, in armonia col tempo ed il paesaggio. Da un’accurata ricerca sulla cartografia militare degli anni Cinquanta, sono emerse numerose stradine adatte a questo scopo, ma ci sono voluti molti tentativi (anche infruttuosi) per creare percorsi di senso compiuto, perché molti di quei tracciati sono scomparsi. Spesso erano semplici sentieri di terra su cui a stento si poteva transitare coi carri: sono stati fagocitati da aratri di potenza inaudita, oppure sono stati resi inutili da una diversa gestione dell’agricoltura, chiusi nelle proprietà private o addirittura riassorbiti dalla vegetazione. Alcuni però, per fortuna, sono sopravvissuti. Da queste suggestioni e da queste riflessioni nasceva nel 2007 “Fuori dalle vie maestre”, una guida cicloturistica che proponeva degli itinerari per mtb nel territorio della Provincia di Ancona. Itinerari ad anello, tutti su strade secondarie, bianche o sterrate; e quasi tutti aventi come punto di partenza e arrivo le stazioni ferroviarie, per rafforzare quella sinergia che c’è fra il treno, la bici e la campagna. Oggi, nel 2014, su proposta della Provincia di Ancona e della Regione Marche, abbiamo ripreso alcuni di quegli itinerari e li abbiamo in parte aggiornati, e in parte modificati, per renderli accessibili ad un più vasto pubblico. Ne sono scaturiti 4 percorsi per chi ama viaggiare con bici da strada, 4 percorsi per chi pedala con la mtb, e 2 percorsi “facili”, davvero alla portata di tutti, anche di chi non usa la bici abitualmente. E non ci sembra fuori luogo ricordare, qui, che quella stessa filosofia che ci aveva portato a realizzare la guida (e che abbiamo continuato a praticare), oggi ci porta a far diventare “Fuori dalle vie maestre” non soltanto il titolo di una pubblicazione, ma il nome di un’Associazione culturale e sportiva (con sede a Jesi), dedicata proprio alla promozione dei viaggi a piedi e in bicicletta “sui luoghi della storia”, e più estensivamente, su ogni luogo di interesse ambientale e culturale (per chi vuol saperne di più, il sito di riferimento è www.fuoridalleviemaestre.it). In definitiva, allora, ciò che viene proposto con questi 10 itinerari (come già con la guida del 2007), è un modo “diverso”, a nostro avviso “più completo” per conoscere un territorio vario e articolato come quello marchigiano: la montagna, le colline e il mare, i borghi fortificati, le antiche abbazie, i paesi, le minuscole comunità appenniniche e le città, uniti in un’unica entità ambientale, evitando la moderna viabilità principale, utilizzando qualche indispensabile tratto di strada provinciale, ma riscoprendo il più possibile il valore di quei tracciati dimenticati, meglio se sono ancora nel loro aspetto primordiale di terra o di sentiero nel bosco, ma anche se si sono evoluti e vengono mantenuti lisci con ghiaia o asfalto. Riscoprirli in bicicletta è faticoso, ma ispira tanti buoni sentimenti. Buon viaggio! NB - Vista la peculiarità delle strade e dei sentieri seguire la descrizione può risultare difficile, per ogni percorso abbiamo realizzato la traccia GPS, scaricabile dal sito della Regione Marche. Andrea Meschini e Doriano Pela LA STRADA DEL VERDICCHIO Ci sono varie ragioni per aggirarsi su queste colline, piccoli borghi con la tipica vita paesana, bei casolari sperduti in un ambiente bucolico, la severa architettura romanica dell’Abbazia di Sant’Elena, ma il filo conduttore di questo impegnativo percorso non può che essere il Verdicchio. Peccato che la bici non lo consenta, ma dopo aver pedalato tanto fra i filari di vite, ogni cartello che indica l’ingresso alle aziende sarebbe un invito da non perdere! IL VERDICCHIO E LA FESTA DELL’UVA Cupramontana viene considerata ormai da molti anni la capitale del Verdicchio, pur condividendo l’eccellenza di tale prodotto con diversi comuni vicini (sia sulla destra che sulla sinistra dell’Esino). Questa qualifica gli venne attribuita nel 1939 - dalle colonne de “La Tribuna” di Roma - da Guido Podaliri. Ma si trattava, già allora, niente più che di un riconoscimento, perché fin dal XVI secolo Cupramontana vantava estese piantagioni di viti. Tra l’Ottocento ed il Novecento poi il vitigno Verdicchio divenne il più coltivato, essendo il più rispondente alle condizioni climatiche e geomorfologiche del territorio. Da queste uve si produce un vino ormai noto in tutto il mondo, le cui caratteristiche salienti sono il colore giallo paglierino dai riflessi verdi, il profumo fruttato (con rimandi floreali, di acacia, tiglio o biancospino), i sentori erbacei e mandorlati. Il suo gusto fresco e sapido lo hanno reso uno dei migliori vino bianco da pesce. La “Sagra dell’Uva” - manifestazione tra le più conosciute delle Marche - celebra proprio tale primato di Cupramontana e insieme l’eccellenza del “Verdicchio”. La festa si svolge ogni anno, la prima domenica di ottobre sin dal 1928 (fu interrotta per dieci anni durante la secondo guerra mondiale poi ripresa nel 1949). Oltre a simboleggiare la vendemmia ed il trionfo di Bacco, è anche la festa della fecondità della terra e del territorio del Verdicchio.Tradizioni, musica e folclore si intrecciano in un’atmosfera popolare. Il palio della pigiatura, la sfilata dei carri, le caratteristiche capanne realizzate con canne, arbusti ed edera, ed addobbate con migliaia di grappoli di Verdicchio, costituiscono gli elementi salienti di una manifestazione che trova nella tradizione secolare della coltivazione della vite il suo fondamento. Una curiosità: a Cupramontana si trova anche il Museo Internazionale dell’Etichetta, dove sono conservate 90000 etichette di vino, con bozzetti di autori italiani e stranieri. FUORI DALLE VIE MAESTRE Itinerari cicloturistici in Provincia di Ancona 01 LA STRADA DEL VERDICCHIO Km 53 - Dislivello in salita m.1.145 - Partenza e arrivo: stazione di Castelbellino Usciti dalla stazione ferroviaria di Castelbellino si prende a destra e con un ampio giro si oltrepassa il recente viadotto che attraversa la ferrovia ed il fiume Esino in direzione sud e seguendo le indicazioni per Castelbellino si inizia subito a “scalare” il primo crinale dove sono arroccati i paesi di Castelbellino, Monteroberto e Maiolati Spontini. Oltre Maiolati si mantiene la quota in direzione di Cupramontana fino ad incontrare sulla destra l’indicazione per Poggio Cupro. Inizia ora la discesa fino al torrente Esinante oltrepassando prima Poggio Cupro, per arrivare sul fondovalle, dove un evidente svincolo prossimo alla superstrada ci obbliga a fare attenzione: si va prima a destra in dir. Serra San Quirico e subito dopo a sinistra dir. Sant’Elena. Oltre l’Abbazia si prende la prima strada asfaltata a sinistra senza indicazioni che sale ripida e si immette sulla provinciale che sale a Sasso, poi ancora su fino a Castellaro. Da Castellaro anziché seguire la strada principale che attraversa il paese in dir. Domo, si scende a sinistra fino al vecchio mulino sul torrente Esinante. Al ponte si va a sinistra e poi ancora a sinistra, per poi svoltare a destra in dir. Cupramontana. Si esce da Cupramontana sulla SP 11 in direzione di Staffolo che si raggiunge dopo circa 10 km. il cui piccolo centro storico merita senz’altro una sosta. Si prosegue quindi per San Paolo di Jesi percorrendo la SP35 che ci condurrà prima a San Paolo e quindi in località Ponte Magno dove, incrociando la SP 9, si svolta prima a destra in direzione di Jesi e subito dopo a sinistra su via San Pietro fino a Pianello Vallesina. Si attraversa la frazione in direzione di Moie e in breve si è di nuovo alla stazione di Castelbellino. STRADA 5 10 15 20 25 30 35 40 45 600 FUORI DALLE VIE MAESTRE 400 Itinerari cicloturistici in Provincia di Ancona 200 THE VERDICCHIO TRAIL Many are the reasons for exploring these hills, small villages with typical country life, nice farmhouses hidden in peaceful locations, the rigid Romanic architecture of the Abbey of Sant’Elena, but the real attraction of this exacting route is the Verdicchio wine. It is a shame that bikes don’t allow it, but after having cycled through many vineyards, every signpost of a winery would be an invitation not to miss out! THE “VERDICCHIO” WINE AND THE WINE FESTIVAL Cupramontana has been considered the capital of Verdicchio wine for many years now, although it shares the excellence of this product with several neighbouring towns (both on the right and left bank of the Esino river). Such a reputation/credit was awarded to Cupramontana in 1939 – from the columns of the newspaper “La Tribuna” in Rome – by Guido Podaliri. But at the time it was no more than a reward, as Cupramontana boasted extensive vineyards already since the sixteenth century. Between ‘800s and ‘900s the Verdicchio vine became the most widespread, as it was the most suitable to the land’s weather and geomorphologic conditions. Nowadays Verdicchio is renowned all over the world, its distinctive features being the straw- yellow colour with green shades, a fruity perfume (with traces of acacia, lime and hawthorn) and scents of herbs and almond. Its fresh and sharp flavour makes it the perfect match of fish dishes. The “Sagra dell’Uva” (wine festival) – one of the most popular events in the Marches – celebrates not only the excellent quality of the Verdicchio, but also Cupramontana’s leadership in the production of this wine. The festival has taken place every year on the first Sunday in October since 1928 (it stopped for ten years during the second world war, then resumed in 1949). Besides symbolising the grape-harvest and Bacchus’ triumph, it is also the celebration of the fertility of Verdicchio’s lands.
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