Passeggiata a SERRA SAN QUIRICO
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COMUNE DI CASTELLEONE DI SUASA PROVINCIA DI ANCONA USCITA ANZIANI 29 Settembre 2018 Passeggiata a SERRA SAN QUIRICO 2018 Pag. 1 NUMERI UTILI Nome Indirizzo Telefono Comune di Serra S. Quirico Piazza della Libertà, 1 0731/8181 Polizia Municipale P.zza della Libertà, 1 0731/818204 Carabinieri Via Clementina,127 0731/86014 Croce Verde Via M. della Resistenza, 8 0731/86789 Continuità Assistenziale 0732/707965 (Ex Guardia Medica) Via M. della Libertà 4/6 0731/86139 Ospedale Civile “E.Profili” Fabriano - ASUR MARCHE Viale Stelluti Scala, 26 0732/7071 Farmacia Latini Nicolina Via Clementina 0731/86644 Farmacia Cocozza Frazione Domo 0731/85079 IAT Ufficio Turistico Via Marconi, 5 [email protected] Proloco Serra S. Quirico Via Marconi, 5 [email protected] Ristorante le Copertelle Via Giacomo Leopardi, 3 0731/86691 Gambaccini Vincenzina Capo Gruppo 3404050983 Manieri Alberto Autista 3407622704 Bellagamba Franco Consigliere Comunale 3201433295 Pag. 2 Breve Storia del Comune di SERRA SAN QUIRICO Una città di pietra adagiata su costa rocciosa, una città che assume le sembianze di una nave con la prua sulla valle dell'Esino. I monti sovrastano l'antica fortezza, testimoni, nei secoli, delle vestigia di Serra: un passato importante che l'ingiuria del tempo non ha cancellato, che ancora oggi si coglie dall'osservazione attenta delle edificazioni civili e religiose, dell'impianto urbanistico della città murata, dei centri rurali sparsi nel territorio del comune, ricchi di testimonianze di cultu- ra. Ovunque regna il verde delle piante e delle pinete. La montagna e lì, con le sue bellezze, le sue passeggiate, le sue dolci atmosfere di pace. Le origini di Serra San Quirico risalgono a tempi assai remoti per la posizione chiave del luogo. I documenti storici ritrovati nel nostro territorio parlano di epoche antichissime, con segni tangi- bili della civiltà etrusca, picena e romana; oltre al ritrovamento di una necropoli di Galli Senoni. Si suppone che Serra sia sorta come caposaldo romano all'imbocco della Gola della Rossa, pas- saggio obbligato per Roma e punto di grande im- portanza strategica. Un primo insediamento di uomini che si arricchì a poco a poco di edifici e fortificazioni; che crebbe e si consolidò all'ombra Panorama di Serra San Quirico di Roma fino alla distruzione barbarica. Nel primo medio evo fu incorporata nell'esarcato di Ra- venna e più tardi nella circoscrizione carolingia della Marca Inferiore. Inquadrata in questa siste- mazione, Serra attende gli albori dell'anno mille, allorché, rinnovata nelle strutture e nello spirito, rinascerà sotto l'impulso vigoroso del monachesimo, rappresentato da S. Romualdo Abate. Alle pendici dei Monti del Sole, sorge Domo , il primo dei quattro castelli serrani, circondato da mura che ne rivelano il carattere di antica fortificazione, fondato, si suppone, da alcuni osimani fuggiti dalla loro città as- sediata dai barbari. Proseguendo verso levante si giunge a Castellaro , detto anticamente Rotorscio, dal nome della feudataria Rodossa. Domina un panora- ma vastissimo, dai monti di Pesaro ai colli fermani. I pochi e cadenti ruderi della rocca ed una parte ristrut- turata dell'antico castello, ne raccontano ancora la Copertelle millenaria storia. Poco più ad oriente, in vetta ad un alto colle, sorge Sasso , castello fortificato fin al 1200. Di antichissima storia, fu sede del capitano del Popolo, eletto ogni sei mesi. Serra S. Quirico Stazione , l'attuale grossa borgata adagiata sulla riva del fiume Esino e sede di un antico mulino, nacque intorno alla chiesa di S. Maria di Lo- reto, edificata nel XVII secolo per accogliere i viandanti che si accingevano ad attraversare la Go- la della Rossa infestata di pericolosi briganti. Il 18 settembre 1841 il Borgo ebbe l'alto onore della visita pontificia di Gregorio XVI, proveniente da Loreto, il quale non avendo tempo di salire al ca- stello si fermò nella chiesetta di Santa Maria di Loreto, accolto dai numerosi fedeli. Nell'anno 1865 per la stazione di Serra S. Quirico transitò il primo treno della ferrovia Ancona- Roma, tra gente vicina e lontana accorsa ad ammirare il progresso che avanzava. Pag. 3 Cosa vedere a: Il centro storico di Serra San Quirico è giudicato tra i più belli delle Marche dove, tra le suggesti- ve vie lastricate in pietra arenaria, si possono ammirare opere d’arte e monumenti architettonici notevoli. Il paese, ancora oggi, è completamente cinto dalle possenti mura di cin- ta, dominate dalla trecentesca Torre del Cassero , il rudere più impor- tante che testimonia ancora oggi l’antica potenza e fortezza serrana. La sua costruzione comprendeva la torre grande ed una piccola, la cister- na e due ponti levatoi. Probabilmente ciò che è rimasto in piedi doveva essere stata una torre fortissima, coronata di merli che fungeva da vedetta e da difesa. Le porte d’ingresso al paese erano tre: Porta Pe- sa , Porta Forchiusa , Porta Mercato o Macelli, o di Santa Maria. Queste porte erano difese da cancellate che venivano alzate o abbassate tramite funi o catene o Torre del Cassero Porta Forchiusa da guardie di custodia. La fortificazione risale alla seconda metà del 1300 e ancora oggi è ben visibile, tipiche dell’antico impianto urbanistico di Serra San Quirico sono le Copertelle, delle strade coperte, sovrastate a loro volta dalle abitazioni, formando una sorta di struttura inespugna- bile e comunicante all’interno con passaggi segreti, con dodici torrette disposte lungo le mura ca- stellane. Il primo edificio religioso che si incontra entrando nel centro storico è l’ ex chiesa di Santa Maria del Mer- cato (1289), in stile romanico con un campanile costi- tuito da due piani di monofore e uno di bifore. Prose- guendo si incontra Palazzo Zampetti , con i suoi bellis- simi stucchi, e Palazzo Manfredi . Nel centro del pae- se campeggia le bella torre comunale del XIII secolo in gran parte demolita, la fontana cinquecentesca , la Loggia Manin con la vista della vallata. Il Palazzo Municipale risale al sec. XV ed è anche se- Copertelle de dell’Archivio Storico, segue il Palazzo Ortolani con il suo artistico portale e Palazzo Piccioni , già oratorio dei Padri Filippini, quest’ultimo presenta delle linee architettoniche molto raffinate e presenta all’interno un soffitto ligneo a cassettoni, di fattura molto pregevole. Pag. 4 Ex Chiesa di Santa Maria del Mercato Degno di nota anche il caratteristico Palazzo della Me- ridiana . Salendo la lunga scalinata di via Marcellini , sulla destra domina Palazzo Bocci , dal rivestimento bugnato e dagli infissi lignei a specchi. Sulla sinistra la Chiesa di Santa Lucia (1281), dall’interno nel tipico barocco marchigiano: altari dorati, soffitto affrescato Palazzo Municipale con Torre e Fontana (1694) e organo di pregevole fattura (1675). La chiesa è un raccoglitore di opere d’arte di notevo- le prestigio. Un monumentale chiostro collega la chiesa di Santa Lucia all’omonimo Monaste- ro silvestrino. Sia l’esterno che l’interno della struttura testimoniano l’imponenza della costruzione e di riflesso l’incidenza dei Padri Silvestrini per Serra San Quirico lungo i secoli. Al primo piano di questo edificio, i lavori di restauro hanno portato alla luce delle lunette affrescate, recentemente restaurate. Oggi il complesso dell’ex monastero è sede della Cartoteca Storica delle Marche , una collezio- ne di antiche carte geografiche e mappe sulle Marche a partire dal XVI secolo. Loggia Manin, un balcone sulla valle Chiesa di Santa Lucia Risalendo ancora per la scalinata, ci si può addentrare in via Cassero , con vari edifici dai caratte- ristici portali. La chiesa di San Quirico è stata fondata nei primissimi anni dopo il mille da San Romualdo e più volte ristrutturata, e completamente rifatta a seguito del disastroso terremoto del 1744. La Chiesa di San Quirico ha il titolo di Pieve, per esprimere la giurisdizione gerarchica sulle altre chiese della zona. Internamente in direzione del secondo altare a sinistra si può ammirare il bassorilievo in terracot- Pag. 5 ta policroma raffigurante la Madonna del Rosario con Bambino in braccio e Santi, che richia- ma lo stile dei Della Robbia. Nell’altare di fronte è esposto un monumentale tabernacolo ligneo dorato , proveniente dalla Chiesa di San Francesco me nell’abside c’è una tela dove sono raffigu- rati i santi martiri Quirico e Giulitta, la Beata Alessandra Sabini e San Silvestro, opera attribuita al pittore Pasqualino Rossi. Sempre nell’abside è custodita la reliquia della Sacra Spina , una reli- quia venerata con grande solennità sin dal 1539 tutti i venerdì di marzo, in particolare il terzo, ed ancora il venerdì santo. La Spina si presenta con la punta mozza e macchiata di sangue. Chiesa di San Quirico Tabernacolo ligneo dorato Reliquia Sacra Spina La chiesa di San Francesco (1262) è la più grande del paese con l’annesso convento di france- scani. la chiesa di Sant’Angelo del Pino , la più antica, è attualmente inagibile. La chiesa di San Filippo Neri (1678) è una piccola chiesa dalla sobria facciata con un pregevo- le portale; l’interno è tutto barocco con una splendida cantoria lignea intagliata, opera dello scul- tore Gaudenzio Santucci di Ostra, autore, forse anche del bel portale d’ingresso. Fu fatta erigere nel 1678 dai fratelli Giovanna e Don Grisante Armezzani ultimi discendenti di una della più illustri e gloriose famiglie del paese. L’ Abbazia di Sant’Elena (a circa 7 km), è dei monaci camaldolesi e risale agli anni tra il 1009 e il 1010. L’attuale struttura architettoni- ca si presenta in stile romanico-gotico, co- struita con la tecnica in blocchetti di pietra arenaria irregolare. Il portale è a tre archivolti con due pilastrini centrali e due semicolonnine esterne, le arcate sono a tutto sesto e sono l’una differente dall’altra. L’interno è a pianta basilicale a tre navate diviso da sei pilastri, i pilastri sono a sezione cruciforme.