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Sergio Monari

BUGUGGIATE Una comunità in progresso

A cura dell’Amministrazione Comunale 2

PREMESSA

Più che una premessa, direi che queste prime note vogliono essere un’avvertenza, un’avvertenza per coloro che prenderanno in mano questo libro per leggerlo: non aspettatevi di ritrovarvi biografie di grandi personaggi, e neppure racconti di avvenimenti strabilianti.

Almeno fino a metà dell’800, è stata per molti secoli un’entità trascurabile e trascurata. Era una comunità di poche centinaia di persone, due o trecento poveri cristi sempre alla disperata ricerca di trarre da suoli avari i mezzi per la loro sopravvivenza.

Insidiati da carestie e da pestilenze e continuamente sotto la minaccia, spesso diventata triste realtà, di angherie, soprusi, saccheggi e violenze da parte di invasori o di signori feudali, questi nostri lontani compaesani tendevano naturalmente ad aggrapparsi a qualcosa, a qualcuno, che potesse costituire una fonte di speranza, un punto fermo sul quale potere contare nella cattiva e nella buona sorte.

In quei secoli bui furono la pieve, il prete e la confraternita, più tardi la parrocchia, il parroco, ad assumere quelle particolari funzioni di aggregazione, di sentimenti di comunione e di fratellanza, di difesa collettiva, che consentirono ai singoli di sopravvivere, nonostante le avversità e le calamità. Furono il sentirsi parte di una comunità e le innate capacità di ostinata laboriosità della gente locale a fare sì che la piccola Buguggiate non scomparisse nell’oscurità del Medioevo, restasse a galla nei secoli intermedi, uscisse allo scoperto con enormi progressi negli ultimi centocinquanta anni.

Mi sentirei premiato per il mio lavoro e per quello di chi con me ha faticato, se fosse possibile a chi leggerà di riuscire a condividere con noi il senso di commossa solidarietà umana per quei nostri lontani compaesani che le scarse e scarne notizie e i piccoli episodi di vita descritti ci hanno fatto sentire.

Buguggiate fu per tanto tempo un’unità così chiusa in se stessa che avevo fino a poco fa deciso di scrivere con benevola ironia che il nostro Comune è uno tra i pochissimi in Italia che non sono in grado di sfoggiare sulla facciata del Municipio la lapide che ricorda la data della “faustissima” visita del generale Garibaldi. Ebbene, non so se posso farlo ancora. Tra le scartoffie perlustrate proprio in questi ultimi giorni, ho trovato che Garibaldi passò anche per Buguggiate. Quando il lettore arriverà, se avrà la pazienza e la bontà di arrivarci, alle notizie del 1848 saprà come si svolse quell’avvenimento.

E ora, non mi resta che riconoscere che questa cronistoria di Buguggiate è anche merito della collaborazione di alcuni volenterosi concittadini, dell’attivo interessamento dell’Amministrazione Comunale che mi ha consentito di consultare l’intero archivio comunale, e della cortesia con la quale anche la Parrocchia ha messo a disposizione il suo archivio. Sono state queste due fonti a fornirmi gran parte delle notizie. Ben poco altro ho potuto raccogliere con ripetute visite e ricerche agli Archivi della Prepositura di S. Vittore in e della Diocesi in Milano, a comprova che Buguggiate era proprio un’entità insignificante.

Un particolare, affettuoso e riconoscente ringraziamento debbo all’Amico Carlo Ambrosetti, che mi ha dedicato ore ed ore di lavoro ed è stato prodigo di preziosi consigli durante la stesura di queste 3 note.

Mi sia consentito di dedicarle alla memoria del nostro compianto Parroco, don Franco Pozzi, l’immatura scomparsa del quale ha suscitato il commosso compianto ed il rimpianto di tutta la cittadinanza. L’Autore 4

LOCAZIONE DI BUGUGGIATE

La parte della zona collinosa che giace a Sud della linea Varese - Laveno si estende su ampi resti terrazzati di antichissime pianure, successivamente incise da corsi d'acqua scomparsi con l'incedere dei ghiacciai nel corso dell'ultima grande glaciazione. Il lago di Varese, sulla sponda sud del quale arriva il territorio del nostro Comune, come gli altri specchi lacustri del territorio (, , Monate), è stato creato da sovraescavazione e da sbarramenti avvenuti durante la glaciazione. Prima che i ghiacciai compissero la loro opera di modifica del territorio, dove ora c'è il lago di Varese scorreva un fiume. Il lento ritiro dei ghiacciai ha lasciato tracce costituite da colline laterali e frontali, denominate morene, formate da sedimenti. Alture collinose e resti di terrazzamenti caratterizzano il territorio del nostro Comune. L'estremità più elevata, a Sud, costituisce il crinale fra il bacino lacuale e la valle dove scorre il fiume Arno. Il territorio comunale è abbastanza esteso, 2,61 kmq. In parte boschivo, ha una zona residenziale di recente attuazione, nella quale fanno bella mostra ville e giardini tenuti con grande cura. La parte della vecchia Buguggiate è ancora visibile nelle viuzze ad occidente della Chiesa parrocchiale, attorno alla sede del centenario “Circolo”.

CENNI DI STORIA

Analogamente a quanto riscontrato dagli scavi in altre località del comprensorio varesino (Isolino, ), con il progressivo ritiro dei ghiacciai e il lento ricostituirsi di condizioni ambientali più favorevoli, lungo il bordo del lago di Varese, in ridenti vallate circondate da rilievi collinari, adatte all'allevamento in cattività di bestiame, cominciarono a stabilirsi degli insediamenti umani. Nel breve volgere di alcuni secoli, si passò alla domesticazione degli animali, che comportò la fine del nomadismo e la fissazione delle dimore, ossia il passaggio da pastorizia errante ad allevamento stanziale. La sedentarietà favorì l'inizio di pratiche agricole. E' molto probabile che sul bordo del lago, sui terrazzamenti e nelle vallette dell'odierno territorio di Buguggiate ci siano stati, all'epoca, insediamenti simili.

Non conosciamo nulla di quei lontani primi compaesani. Dai reperti visibili all'Isolino sappiamo soltanto che già nel Neolitico e specialmente nell'età del bronzo abitavano in capanne costruite con legno e canne, erette su palafitte in terreni paludosi. Praticavano caccia e pesca, erano in grado anche di gestire l'allevamento di bestiame e probabilmente conoscevano anche rudimenti di coltivazione di vegetali. Con lo scorrere dei secoli, cominciarono a trasferirsi sulle alture, probabilmente a causa della malaria.

Molto più tardi, in epoca storica, sappiamo essere esistiti insediamenti di popolazioni celte, quelle che i Romani trovarono al momento del loro ingresso nell'Italia settentrionale, e chiamarono Galli. Queste popolazioni hanno lasciato scarsissimi influssi. Reminiscenze dei loro linguaggi restano nei dialetti locali la "ű" e l' "ö" lombardi. A partire dal II° secolo d. C. i Romani stabilirono nella nostra zona degli accampamenti fortificati per le loro legioni, che qui avevano l'abitudine di svernare, in attesa di riprendere le campagne di conquista o di difesa nella Gallia, in Helvetia e in Germania. Nel Medioevo, esistevano ancora centinaia di questi siti romani fortificati. A questo proposito, nei secoli è stata tramandata la notizia che nel nostro territorio alcuni contadini trovarono alcune 5

"anticaglie" tra le quali un'armatura di soldato romano, che fu giudicata risalire all'epoca dell'imperatore Teodosio ( IV° secolo d. C.). Una piccola ara romana incorporata nella facciata della Chiesa parrocchiale fa pensare a una presenza romana anche in Buguggiate.

Nel IV° secolo d. C. , l'indebolimento dell'Impero Romano consentì una serie continua di scorrerie di orde barbare, che certamente recarono gravi danni al tessuto residenziale allora esistente. Infine, nel 568 d. C., giunsero dalla Scandinavia i Longobardi i quali, dapprima con duro e spietato dominio imposero la loro organizzazione sociale e politica, poi progressivamente finirono per assimilare parte della cultura e delle leggi latine. Il loro dominio finì nel 774 d. C. quando furono sconfitti dai Franchi, nuovi dominatori del territorio.

Un lascito in un testamento ci informa che nell'anno 850 Scaptoaldo, figlio di Vinifredo, residente a , donò alla sorella Giselberga terreni siti in Buguggiate. . Molto scarse e frammentarie sono le notizie riguardanti Buguggiate nell'Alto Medioevo. Tra il 1100 e il 1300 Buguggiate fu parte, con altre castellane (Biumo superiore, Biumo inferiore, ,Cartabbia, Giubiano, Bosto e Cassina Mntasti) del Comitato di Seprio e ne seguì le sorti. Con certezza si conosce che fin da tempo remoti la Prepositura di Varese possedeva nella zona fondi e diritti di proprietà, quasi sempre derivati da donazioni e lasciti, provenienti prima da proprietari terrieri e successivamente da signori Longobardi e Franchi. Ancora nel 1100 - 1200 il Capitolo di Varese esercitava un'attrazione notevole che favoriva la cessione di beni a suo favore. Tuttavia, sulla compagine ecclesiastica varesina e dell'intera diocesi si estendeva la vigile autorità del vescovo di Milano.

E' quasi certo che la piccola comunità di Buguggiate abbia passivamente subito le vicende politiche e militari del libero Comune di Varese. Tra il 1117 e il 1158 Varese affiancò il Comune di Milano nella lotta contro l'impero tedesco, e la vittoria di Milano e dei suoi alleati ne rafforzò il prestigio. Fu Milano ad instaurare presso le Comunità la figura del Console, con funzioni di giudice. Pochi anni dopo (1157 - 1158) il Comune di Varese si unì ai Sepriesi diventando alleato dell'Imperatore Federico Barbarossa. L'esercito tedesco sconfisse i Milanesi e distrusse la città di Milano. Tuttavia, nel 1176 la Lega Lombarda, in una memorabile battaglia presso Legnano, costrinse alla fuga l'imperatore. Fu firmata nel 1183 una pace a Costanza, in virtù della quale i Milanesi ottennero libera giurisdizione su gran parte della Val Bossa.

Nel 1251 i Visconti, una famiglia nobile di Milano, entrarono in Varese e ne divennero i Signori, poi, dopo una lotta pluridecennale con i Torriani, furono riconosciuti Signori anche in Milano. Nel 1287 Ottone Visconti rase al suolo Castelseprio, ancora in lotta per la sua indipendenza. Da quel momento Varese diventò capitale della Repubblica Superiore del Contado e sede di Vicariato.

Nel marasma dell'indeterminatezza degli obblighi e dei doveri dei Signori locali verso i Visconti l'arcipretura di Varese rappresentò in quei tempi un punto fermo di riferimento per le popolazioni locali, anche attraverso il legame costituito dalle proprietà e dai diritti che essa puntualmente rivendicava di tanto in tanto. Nel 1237, in sede di valutazione dell'estimo generale e di revisione del catasto e in documenti del 1264 e del 1293 la Prepositura di Varese confermava le sue proprietà immobiliari anche in Buguggiate, con lo scopo di evitare rivendicazioni di proprietà da parte di affittuari o di coloni.

I Visconti, e poi gli Sforza, instaurarono una "Cancelleria" e una "Camera del Signore" che controllavano la tesoreria e l'amministrazione. La moneta del Ducato di Milano era la Lira milanese, costituita da 10 soldi, e ogni soldo era diviso in dodici denari. 6

Base della tassazione era il cosiddetto Estimo, una imposizione fiscale proporzionale alle capacità finanziarie, presunte e non reali, dei cittadini. Inoltre, esistevano dazi sul vino, sulle carni, sulle ferrarecce, sul sale, sulle bollette (ossia l'obbligo di fare bollare la corrispondenza in partenza ed in a r r i v o ) . Sotto il dominio degli Sforza, furono instaurati tributi fondiari, sotto forma di tassazione sui raccolti (per esempio, 45 soldi ogni brenta di vino, 3 soldi ogni moggio di frumento, segale e miglio, 1 soldo ogni moggio di fave o fagioli). Il 1°Giugno 1409, con altre castellane della Val Bodia, Buguggiate diventò parte di un feudo donato dal Ducato di Milano a Faino Cane, capitano di ventura. Dopo la mortedell’ultimo degli Sforza, Ludovico detto il Moro, i Francesi, suoi alleati, occuparono il Ducato in nome del loro re, Luigi XII°. Costui, attratto da altre vicende politiche e militari, poco si curò della Lombardia e consentì agli Svizzeri di scendere in Italia, saccheggiare Varese e bruciare . Una "Lega Santa" organizzata da Papa Giulio II° allontanò gli Svizzeri e permise una fugace restaurazione di Francesco II° Sforza. Alla morte di costui senza eredi il condottiero spagnolo Antonio De Leyva inviato dall’imperatore Carlo V° Re di Spagna sconfisse il Re di Francia Francesco I° e conquistò il governo del Ducato di Milano. Da quel momento iniziò una dominazione spagnola che durò circa 150 anni. La lontananza dei sovrani favorì una serie infinita di sperperi, corruzioni, abusi ed angherie. Tasse ed imposte divennero esorbitanti: il carico fiscale aggravò la miseria già imperante nelle campagne. Gran parte degli addetti ai lavori agricoli coltivava terreni presi in affitto, generalmente con l'onere di consegna di un terzo dei raccolti. L'estimo fondiario si basava sul numero delle famiglie e sul reddito agrario presunto, e non su quello realmente conseguito. A quei tempi era molto diffusa la cerealicoltura: frumento, granoturco, segale, miglio. Nella nostra zona si coltivava la vite sui terrazzamenti, chiamati "ronchi", e cominciava a comparire la bachicoltura basata sulle foglie di gelso.

Il catasto di Varese del 1558 riporta un’indicazione: "Buguzà con Herbamolo".

Nel 1707 i Francesi, subentrati agli Spagnoli, abbandonarono agli Austriaci tutto il Ducato di Milano. Cominciò, così, il dominio dell'Impero Austriaco, prima con Carlo VIII° e poi con l'imperatrice Maria Teresa, che terminò quando il generale Napoleone Bonaparte entrò in Milano il 15 Maggio 1796 e successivamente proclamò la nascita della Repubblica Cisalpina, poi trasformata in Repubblica Italiana, della quale lo stesso Napoleone era il Presidente. Nel 1805 cessò la repubblica e fu instaurato il Regno d'Italia: naturalmente, il Re era lo stesso Napoleone.

Nel corso di varie ristrutturazioni amministrative di quel periodo, nel 1809 la comunità di Buguggiate fu fusa con quella di Gazzada nel Comune di Gazzada. E nel 1812 entrambi i Comuni furono aggregati con Gurone e Schianno a quello di Bizzozero, che arrivò a contare 2155 abitanti con un estimo di 89.000 lire Italiane.

Nel 1815 la definitiva scomparsa dalla scena mondiale di Napoleone portò alla restaurazione del dominio austriaco. Nel 1859, gli eserciti italiano e francese sconfissero il potente esercito dell'Impero austriaco e tutta la Lombardia entrò a fare parte del Regno d'Italia. Da allora la nostra comunità visse i destini comuni fino ai nostri giorni.

LE VICENDE DELLA COMUNITA’

Capitolo primo: fino al 1600 7

La prima notizia individuata, probabilmente riguardante , è quella che nell'anno 850, un certo Scaptoaldo, figlio di Varnefrido (o Vinifredo) di Sumirate, lasciò in eredità alla" dilectissimae mihi semper Giselbergae germanae meae" (alla mia sempre dilettissima sorella Giselberga) alcuni terreni in una zona chiamata "bucae Aciatis" (buche di Azzate, da notare che la parola latina “bucae” si pronuncia “buce”). Questa indicazione di località ha dato origine alla suggestiva ipotesi che ne derivi il nome del nostro Comune. Una conferma sembra essere la serie di denominazioni dategli fino alla seconda metà del 1700: “Bughizà”, "Buguza" oppure "Buguzà", rilevata negli atti dell' archivio parrocchiale. Il nome del nostro Comune continuò ad essere strapazzato fino a tempi recenti, trasformato in “Biguggiate” o “Biggugiate”. Dopo questa prima notizia, tranne qualche accenno all’esistenza di beni nel nostro Comune rintracciabile in documenti della Prepositura di Varese (estimo generale del 1237; documenti del 1264 e del 1293) non si conosce nulla di particolare fino a XVI° secolo inoltrato. Probabilmente anche in Buguggiate lo scarso nucleo di popolazione si sarà riunito presso la pieve, sotto l’influenza del Capitolo di Varese, e ci sarà stato qualche cittadino più influente e più colto a cercare di difenderne gli interessi e a palesarne i bisogni presso la Prepositura o il feudatario titolare del territorio. Buguggiate era certamente un gruppo di casupole emergenti dalla boscaglia, un nucleo praticamente chiuso a scambi commerciali. Quasi tutti gli abitanti erano impegnati a trarre dalla terra il loro sostentamento, talvolta con frutti veramente grami. Nei periodi di riposo dei terreni veniva svolto qualche piccolo lavoro artigianale. La maggior parte degli agricoltori lavorava su fondi ottenuti in affitto, dietro pagamento di derrate: cereali, vino e regalie di polli e uova. Anche in Buguggiate, analogamente a quanto avveniva in altri paesi della zona, gradualmente si sarà instaurato un regime comunale, con un Podestà, compito del quale era l’amministrazione della giustizia, e due o tre rappresentanti locali, Deputati con funzioni amministrative.

Per vedere nominato il sito di Buguggiate bisogna arrivare al 1538. In quell’anno, in periodo di dominazione spagnola, le entrate fiscali non erano sufficienti e le spese di guerra risultavano esorbitanti, tanto che non si riusciva a pagare il soldo alle truppe, per lo più mercenarie. L'imperatore Carlo V° nominò per la Lombardia alcuni "mandatari" con ampie facoltà di imporre in suo nome ipoteche, disporre vendite e riscuotere gabelle, dazi, tassa sul sale, ecc.,. Non potendo più imporre nuove imposte, i mandatari cercarono di vendere diritti di feudo. Di questa loro necessità trasse vantaggio il marchese Agostino d'Adda. Costui apparteneva ad una nobile famiglia, anticamente denominata Abdua, che esercitava la propria signoria su Rivolta d'Adda, Vignate, Gorgonzola, Cassano d'Adda, Pieve di Dairago, Corbetta, S. Galdino, Borsano, Gessate, Pregnana e Pieve di Cesano, ossia su un'ampia zona del Cremonese e della parte orientale dell'attuale provincia di Milano, oltre a qualche possedimento sotto , Legnano, Rho, Rinasco,ecc.,. Agostino d'Adda si offrì di pagare entro sei giorni 26.075 Lire milanesi impegnando tutti i suoi beni mobili ed immobili, presenti e futuri, compreso il mobilio di casa, per acquisire per se e per i suoi successori, redditi e giurisdizioni su Garlate, Vernate, Carnate, Uglone (attuale Oggiono), Galliate, Crosio, , Bodio, Brunello, Azzate, Buguggiate, Gazzada e qualche terreno nella zona di V a r e s e . Effettuato l'acquisto con rogito notarile del 16 Settembre 1538, Agostino d'Adda, con un altro rogito del 3 Ottobre successivo cedeva al senatore Egidio Bossi, contro pagamento di 2.000 Lire, tutti i diritti sui Comuni facenti parte della Valbossa, allora denominata Valbodia. Evidentemente alla famiglia d'Adda interessava soltanto espandere la propria signoria verso Nord, sui laghi di Lecco (Garlate) e di Annone (Oggiono) e verso Vimercate (Carnate).

I Bossi erano un'antica famiglia milanese, che vantava origini dal patriziato Romano, ed era 8 considerata tra le più eminenti in Milano . Da quel momento nella Val Bodia, e quindi anche su Buguggiate, si insedia la signoria della famiglia Bossi. Nella loro veste giuridica di feudatari, i Bossi, oltre al possesso di beni patrimoniali, godevano di determinate esenzioni fiscali e avevano facoltà di disporre e riscuotere imposte e dazi, per esempio sulle carni, sul vino e sul pane. Dovevano rispettare le proprietà private e versare annualmente un determinato tributo allo Stato. Infatti, i Bossi versarono Lire 40 all’anno fino al 1806, in pieno Regno d’Italia francese.

Il 2 Febbraio 1572 Maré Antonio Bossi, Dottore collegiale di Milano e avvocato fiscale a Lodi, chiede all'Amministrazione ducale di potere acquistare "il patto di redimere del feudo ed entrate" (ossia la facoltà di esigere tasse e nominare funzionari civili e amministrativi) su "picciole terre poste tra Varese e Gallarate" , Galliate, Crosio, "Bozzo", Daverio, Azzate, Brunello,"Baguzada", e "Gazada" (quest'ultima come capo giurisdizione). Per ciascuna comunità cominciano ad essere nominati dal feudatario un Podestà, funzionario giudiziario stipendiato dalla comunità, un Console, funzionario militare e tre rappresentanti cittadini con funzioni amministrative, denominati Deputati dell'Estimo. 9

Parte 1a : I documenti degli Archivi ecclesiastici 10

La Chiesa Parrocchiale Probabilmente in origine l’edificio sacro dedicato a S. Vittore Martire era un oratorio del quale non è nota la data di costruzione, in seguito assurto a pieve. S. Vittore fu un soldato romano, cristiano, che rifiutò di sacrificare alla divinità dell’Imperatore e fu martirizzato. L’edificio non viene menzionato nei documenti cinquecenteschi conservati nell’archivio della Prepositura di Varese. Fu consacrato parrocchia nel 1554 da S. Carlo Borromeo. Era certamente una chiesa con poche pretese quanto ad architettura e ad arredamento. Infatti, una minuziosa visita pastorale da parte di S. Carlo nel 1574 riscontrò la mancanza di un tabernacolo e di svariati arredi sacri.

Il 19 Settembre 1597 il reverendo Aurelio Amodio, delegato di S.E. il Cardinale Carlo Borromeo, compie una visita pastorale a Buguggiate. Egli scrive che nel corso della visita pastorale ha notato che l’interno della Chiesa parrocchiale è piuttosto squallido. Mancano lampade votive. Richiede ancora l’acquisto di un tabernacolo in legno. In questa occasione don Amodio dà benestare affinché sia modificato il voto della comunità di raccogliere ogni anno due Lire per famiglia e due Lire per ogni paio di buoi posseduto per destinarle all’acquisto di pane "di mistura" da distribuire a forestieri il 1° giorno festivo dopo l'Epifania. Allo scopo di evitare la solita confusione, la possibile presenza in Chiesa di persone "scandalose e mal dicenti", il rumore ed i pericoli per gli abitanti, e i disagi di probabili nevicate in quel periodo dell’anno, il ricavato sarà invece destinato all'illuminazione perpetua dell'immagine del SS. Sacramento. Inoltre, approfitta della visita per riorganizzare la locale “Confraternita del Corpus Domini”. Durante una visita precedente, era stato nominato Priore di detta Confraternita Giovanni Pietro Paruchone. In questa occasione il nuovo Priore è Cesare Paruchone, mentre Christoforo Bosso e Pietro Richetto sono "affiliati". E’ il primo accenno rinvenuto sull’esistenza di tale organizzazione religiosa.

Una nuova campana Il 5 Giugno1600 il campanile della Chiesa parrocchiale riceve una nuova campana grossa, rifusa da un certo Nicolao de Lorena. La vecchia campana, fabbricata il 4 Febbraio1438, pesava 46 libbre grosse (circa 40 kg), questa nuova ne pesa 124 (circa 108). Contemporaneamente è acquistata anche la campana piccola, pesante 85,75 libbre grosse (circa 76,5 kg), con un costo di Lire milanesi 210 + 48,10 per il trasporto da Milano a Buguggiate (Le Lire milanesi erano composte da 10 soldi, ciascuno dei quali diviso in 12 denari).

Piccolo ampliamento della canonica e tabernacolo Una successiva visita pastorale del 1610 descrive l’edificio della Chiesa ad una sola navata, senza cappelle laterali. Rileva l’assenza di un tabernacolo e di numerosi arredi sacri. Inoltre, trova angusta e scomoda la casa parrocchiale e richiede che siano costruiti una stanza al piano superiore, retta da 11 un portico di pali di legno, ed un altro ambiente, sempre su portico in pali, davanti alla cucina.. Quest’ultima camera potrà servire, durante la buona stagione, come aula per le riunioni. Come contributo a questi lavori, l’arcivescovato di Milano destina uno stanziamento di £ 50 di Milano.

Alla fine di Giugno del 1612 Matteo Balesi, "legnamaro del castello di Azzà", riceve istruzioni dal Parroco, don Battista Rosso, dal Priore Cesare Paruchone e dal tesoriere Christoforo Bosso, per costruire il tabernacolo in legno per la Chiesa parrocchiale. Riceve un acconto di £ 30, su un importo previsto di £ 120,75. La maggior parte della spesa viene pagata con offerte spontanee della popolazione. La presenza del Priore e del Tesoriere della Confraternita indica quantomeno una compartecipazione alla spesa. La successiva doratura del tabernacolo costerà £ 111,18. E’, evidentemente, il tabernacolo la mancanza del quale era stata notata da S. Carlo Borromeo durante la sua visita pastorale del 1574, e successivamente da don Amodio nel 1597 e nel 1610.

Qualche mese dopo, e precisamente il 12 Agosto, un incendio distrugge alcune case, fra le quali quella della Parrocchia. Per pagare le spese della sua ricostruzione sono messi all'incanto grano, vino e pani offerti in elemosina alla Chiesa di “Buguzà”, alla presenza del curato don Battista Rosso, del Priore Cesare Paruchone e di Christoforo Bosso, tesoriere.

Altri miglioramenti richiesti Altre visite pastorali: quella del canonico teologo Ippolito Perabò nel 1615 cita la chiesa in “loco erbmioli” trovandola in buone condizioni e l’altra del Cardinale Cesare Monti nel 1637, In particolare il Cardinal Monti ordina di mettere il vaso per l’acqua santa su una colonna a destra dell’ingresso, e di chiudere la porta ogni sera, affidandone la chiave a qualche abitante, ma, quel che è peggo, vieta di celebrare messe in chiesa finchè non sarà riparato il tetto (tectum ecclesiae perficiatur) e non saranno provveduti i paramenti. Nel 1639, lo stesso ecclesiastico rileva ancora nel battistero la mancanza di un coperchio di bronzo per la fonte battesimale, di un armadietto con chiave per la custodia degli olii sacri, e di un’immagine di S. Giovanni Battista ritratto mentre battezza Gesù. Quanto all’unica navata, il visitatore trova che la cappella a forma di emiciclo dietro l’altare è angusta. Il suo fornice, anch’esso angusto, dovrà essere riedificato occupando tutto lo spazio, con un pavimento sopraelevato di un gradino rispetto al resto della navata. Occorrerà acquistare pezze damascate di vari colori per addobbare il tabernacolo a seconda delle festività. Bisogna eliminare il sepolcro nel mezzo della navata, o asportandolo o livellandone la superficie. E’ necessario mettere reti o vetri o tele cerate alle finestre, per allontanare le rondini abituate a nidificare all’interno. Inoltre, si ordina che sia chiusa la porta a Sud, che sia ampliata la sacrestia a spese dell’addossato oratorio di S. Giovanni Evangelista, e sia acquistata una colonnina per reggere l’acquasantiera. Occorre anche trovare un bambino che in abito talare aiuti a servire Messa. Il Cardinale richiede anche un elenco dei debitori della parrocchia, e raccomanda di non ammetterli alla S. Comunione finché non avranno estinto il loro debito. Stabilisce, infine, che il parroco deve tassativamente risiedere nella casa parrocchiale. Deve altresì tenere aggiornato un registro di 300 fogli per annotarvi atti di battesimo, di matrimonio, di morte e osservazioni sullo stato delle anime nella Parrocchia. Quanto all’Oratorio di S. Caterina in Erbamolle, il Visitatore deplora che ivi nulla sia stato fatto di quanto prescritto già nella visita pastorale del 1610. Fino a quando non si sarà ottemperato a tutte le prescrizioni, non sarà concessa l’autorizzazione a celebrarvi messe. L’Oratorio deve essere chiuso a chiave al Vespro. Da ultimo prescrive che a norma del Decreto Diocesano le donne non partecipino alle processioni, ma restino a casa a pregare. In caso di inadempienza, il Parroco sarà punito con un’ammenda di 6 scudi 12

Durante una visita pastorale nel 1697 Monsignor Michele de Costantini chiede agli abitanti di contribuire ai lavori per la copertura della chiesa, iniziati ma non ancora terminati (sollecitat pietatem incholarum ut coeptum fornicem quam pimum perficiant an (?) adhuc sinus maior oratorii sub tecto sit). Torna ad ordinare di mettere uv vetro o un’incerata alla finestra della sacrestia (finestra quae aperta est in sacristia, vitro, vel saltem tela cerata muniatur). . Ma o i parroci erano neghittosi, o gli abitanti troppo occupati nei campi, o, più probabilmente l’uno e gli altri erano in condizioni estreme di miseria, fatto sta che ancora nel 1732 Monsignor Giovanni Battista Repossi, dopo una visita pastorale, ordina a coloro ai quali spetta (non meglio indicati9 di rifare la pala d’altare rovinata e di provvedere al pallio (horteur eos ad quos spectat ut reficiant iconem altatris vetustate deformatam, novum comparent pallium et iam extans reficiant). Ordina ancora di provvedere alla copertura, di sistemare pavimento e muri laddove è caduto l’intonaco (addantque oratorio laqueatam contignationem, aut fornicem opere cementarlo, pavimentum retaurent ac parietes ubi decrustatae sunt). Occorre mettere vetri all’affresco della Madonna dipinto sul lato esterno (imago Beatae Virginia in angulo parieti externae depista muniatur vitreis specularibus ubi deficiunt). (Probabilmente questa disposizione riguarda la chiesetta di S. Caterina).

Nel 1717- 1719 sono compiuti alcuni lavori di ampliamento, con rialzo dei muri perimetrali, allargamento dell’abside e realizzazione della due cappelle laterali.

Registri dei matrimoni Il primo certificato di matrimonio conservato nell'Archivio parrocchiale risale al 30 "Genaro" 1569. Risulta stilato da don Francesco Mantigli, curato di S. Vittore in Buguggiate. Gli.sposi sono un Samarugo con una Masella.

Da notare che fino alle prime decadi del 1800 si conservò l'abitudine di declinare i cognomi secondo il sesso. Così, per esempio, si trovano nei registri Margherita Bossa e Giovanni Antonio Bosso, Magna e Magno, Broggio e Broggia, Masino e Masina, Bernascona e Bernascone, Visconta e Visconte, Piotta e Piotto, Brogina e Brogino, Aymina e Aymino, Mentasta e Mentasto, Paruchona e Paruchone, ecc.,. Questo esempio mostra anche come questi cognomi siano ancora presenti fra la popolazione attuale, a dimostrazione che soltanto in tempi recenti sono avvenute in Buguggiate immigrazioni consistenti da altre zone. Quasi sempre entrambi gli sposi erano contadini. I matrimoni avvenivano praticamente tutti tra compaesani. Soltanto negli atti tra il 1730 e il1757 si nota un maggior numero di matrimoni con coniugi di altri paesi limitrofi (Caronno, Azzate, Castronno, “Gaggiada”, Giubiano, ecc.,) tuttavia sempre nelle vicinanze.

Dal 1563, secondo le disposizioni emanate dal Concilio di Trento, occorreva esporre in chiesa le pubblicazioni di matrimonio per tre volte durante le tre festività precedenti la data fissata. Inoltre, occorreva la dispensa papale per i matrimoni fra “nubendi” aventi un 3° grado di consanguineità, mentre era sufficiente quella del Vicario apostolico per il 4° grado. Queste restrizioni furono attenuate nel 1857 quando per il 2° grado (cugini) bastava la dispensa Arcivescovile. .Per il matrimonio di un minore era necessario il consenso paterno. Le registrazioni dei matrimoni erano basate su una lunga formula che veniva ripetuta ogni volta. Oltre ai nomi degli sposi, la loro paternità e provenienza, comprendevano anche i nomi, paternità e provenienza di due testimoni e le generalità del sacerdote officiante. Tutti e cinque dovevano apporre in calce le loro firme. Molti erano analfabeti e apponevano una croce di fianco al loro nominativo. I matrimoni avvenivano quasi tutti in Dicembre, Gennaio e Febbraio, quando non incombevano lavori nei campi. 13

Nel 1785 per la prima volta si trovano citati negli atti di matrimonio i mestieri e le arti degli sposi.

Nel periodo della dominazione francese tra 1796 e 1814 la formula di rito della registrazione contiene un'aggiunta: " … premesso il certificato del contratto civile dell'Ufficiale Civile di questa Comune ..". Ciò significa che le disposizioni libertarie vigenti obbligavano a presentarsi in Comune, per celebrarvi prima il matrimonio civile, e successivamente in Chiesa per quello religioso. E, sia pure raramente, c'era anche chi, mancando di qualche requisito richiesto dalle Autorità religiose, approfittava di questa circostanza: qualche matrimonio tra minori, senza consensi, o senza pubblicazioni veniva celebrato soltanto “in civile”. La necessità di contrarre il matrimonio civile prima di quello religioso cessò nel 1815, quando la Lombardia passò sotto il dominio austriaco.

L'amministrazione austriaca, molto efficace sotto l’aspetto burocratico, richiese alle parrocchie la tenuta di un Registro di Stato Civile per matrimoni. Quello di S. Vittore in Buguggiate inizia il 24 Agosto 1815. Ogni pagina è controfirmata dal Prefetto, o meglio, quasi sempre dal Segretario Generale o da chi per esso. La pignoleria della burocrazia austriaca rendeva ogni atto di matrimonio minuzioso. Erano richiesti: - la data; - le generalità del parroco; - le generalità degli sposi; - le loro età, patria, religione, condizione e domicilio; - cognome e nome, patria e condizione dei genitori; - cognome, nome, patria, condizione e domicilio dei testimoni; - annotazioni (per esempio, se gli sposi e/o i testimoni erano analfabeti, e per i minori, i consensi dei genitori, o del tutore per gli orfani. Infatti, da un atto di matrimonio del 22 giugno1823 si apprende che per un minore orfano necessita “l'assenso suppletorio del Giudice del Tribunale di Varese a favore del minore ", mentre per un minore con genitori basta "l’assenso formalmente dato dal genitore ". Queste due formule sono ripetute molte volte, perché frequenti erano i matrimoni fra minori di 21 a n n i .

Dal 1892 la Santa Sede ristabilì l'obbligo della sua dispensa anche per le consanguineità di 3° e 4° grado.

Registri delle nascite Una vera e propria registrazione delle nascite, in funzione dei relativi battesimi, comincia nell'archivio parrocchiale a partire dall'8 maggio 1738. "Die octava May 1738 …. Antonio Felice Anselmo, figlio di Innocente Aimino e di Rosa Gazzetta Jugali di Bigugiate, nato il suddetto giorno alle hore dodici incirca, è stato battezzato da me Curato Giuseppe Crivelli. Il comare fu il nobile Signore Giobatta Marliani, la comare la Signora Biancha Bianchi, entrambi di Bigugiate". .Fino al 1816 padrino e madrina sono chiamati "comare". Successivamente sono entrambi indicati come "padrini".

Quando la levatrice riscontrava che il neonato aveva scarse possibilità di sopravvivenza, provvedeva essa stessa ad impartire il battesimo, dandone successivamente comunicazione al Curato e ai comari, rendendo così valido il sacramento. La dicitura usata era: “gli (le) fu data l'acqua”. In assenza della levatrice, il battesimo era impartito dalla "mamana", cioè da donna pratica di parti. Questa prassi era tutt'altro che rara, anzi si può, dall’esame dei registri, grosso modo affermare che riguardava circa il 40 % dei neonati.

Tutti gli altri neonati erano battezzati in chiesa dal parroco, quasi sempre il giorno dopo quello della nascita. Il 16 Ottobre 1806 è registrato un parto gemellare, evento assai raro a quell'epoca. 14

Dopo il 1796, i governanti francesi decisero che la registrazione delle nascite passasse all’Ufficio di Stato Civile del Comune. La parrocchia iniziò a tenere nota soltanto degli atti di battesimo.

Nel 1816 la subentrante burocrazia imperiale austriaca attivò nuovamente presso le parrocchie un burocratico "Registro delle nascite" che, analogamente a quello dei matrimoni già descritto, richiedeva minuziosi dettagli, quali - nome e cognome del neonato; - sesso; - data del battesimo; - figlio legittimo o illegittimo; - nome, cognome, paternità, luogo di nascita, domicilio e condizione del padre; - nome, cognome, paternità, domicilio, luogo di nascita e condizione della madre; - per i genitori coniugi, - data del matrimonio e parrocchia nella quale fu celebrato; - religione del padre e della madre; - nome, cognome, paternità e domicilio del padrino e dei testimoni; - eventuali annotazioni.

Esaminando i registri si nota che tra 1842 e 1847 ci fu un notevole incremento delle nascite, con una punta di 20 nati (13 femmine e 7 maschi) nel 1844, compreso un parto gemellare: purtroppo i due piccoli non sopravvissero neppure un giorno.

Nella seconda metà dell’800, dopo la liberazione dal dominio austriaco, le denunce delle nascite all’Ufficio Anagrafe comunale erano effettuate direttamente dalla levatrice consortile o dal Parroco, spesso su pezzetti di carta da quaderno, tuttora conservati negli archivi del Comune.

Con una sintesi piuttosto ampia, è possibile dire che nel 1700 - 1800 la media di nati era di 10 - 12 all'anno

Registri delle morti La registrazione dei decessi nell'Archivio parrocchialeiinizia In data 27 Settembre 1651. Probabilmente anche in precedenza doveva esserci qualche registro, da ritenersi andato perduto o sottratto. Il primo atto di morte riguarda Giovanna Casarina, munita dei conforti di Nostra Santa Madre Chiesa e sepolta nella Chiesa Parrocchiale di S. Vittore Martire. Fino al 1788 tutti gli attestati di morte, scritti a penna dai Parroci, riportano la dicitura della tumulazione nella Chiesa parrocchiale, ma essa deve essere intesa in senso lato, comprendendo anche il sagrato e certamente anche le immediate adiacenze dell'edificio sacro. I sacerdoti avevano un sepolcreto a parte.

Subito, dai dati ricavabili dagli attestati, è possibile rilevare una mortalità anormale nel 1659 con ben 31 decessi, 27 dei quali da fine maggio in poi. La percentuale è molto elevata, se si tiene conto che allora la popolazione oscillava tra 220 e 230 persone. Probabilmente la causa fu un'epidemia di malattia infettiva.

Nel periodo 1667 - 1678 si nota un'elevata mortalità infantile: - nel 1667-68, in un anno, su 26 decessi, 22 di bambini fino a 2 anni di età; - nel 1669 su 10 morti, 6 di neonati sotto i 18 mesi di vita, più due bambini di 7 ed 8 anni; - nel 1670, su 8 morti, 7 di infanti; - nel 1671, su 12, 4 sotto l'anno di vita; - nel 1677, su 12, 4 prima dei tre mesi di vita, 6 tra i 3 ed i 7 anni. Queste falcidie sono certamente da addebitare ad insorgenze o recrudescenze di epidemie, in concomitanza con pessime condizioni igieniche e alimentari.

Nel 1687 avviene la prima tumulazione presso l'Oratorio di S. Giovanni.

Tutti gli attestati di morte recavano la data e l'ora presunta del decesso e l'indicazione di quali 15 sacramenti era stata effettuata la somministrazione, oppure i motivi per i quali non era stato possibile amministrare, del tutto o in parte, il conforto estremo. Così, per esempio, apprendiamo che il 15 Luglio 1743 Ambrogio Mantegazza , di 15 anni, morì annegato "in acqua di ristagno in Valle Valsciasca" e non poté fruire degli ultimi Sacramenti.

Si individua un'altra recrudescenza di mortalità infantile negli anni 1753 - 1765: - nel 1753, su 7 decessi, 4 neonati e 1 bimbo di 3 anni; - nel 1756, 6 decessi, tutti di neonati; - nel 1757, 5 neonati su 9; - nel 1763, 9 neonati su 12; - nel 1764, 12 neonati;- nel 1765, 10 neonati sotto i tre mesi di vita. Nel 1782 un'epidemia di vaiolo, attestata dal parroco Antonio Maria Bardelli, uccide 10 neonati su 13 decessi complessivi.

Nel 1689 il Parroco don Carlo Antonio Crespi aveva cominciato a fare costruire a proprie spese due stanze nella Casa Parrocchiale. Alla sua morte, i Fabbricieri della Parrocchia dovettero aggiungere 230 Lire per finire i lavori, traendo la somma dal monte delle elemosine, ma contemporaneamente ponendo un vincolo: che il solaio sopra la cantina servisse in perpetuo come deposito per le granaglie raccolte in elemosina. Molti anni dopo, nel 1783, il Parroco, don Antonio Maria Bardelli, chiede di liberare la canonica da questa servitù, restituendo la somma di £ 230, traendole da un capitale di 500 Lire milanesi provenienti da un lascito Somaruga e depositate presso l'Imperiale Monte di S. Teresa, i cui interessi dovevano essere destinati a pagare messe. In cambio don Bardelli si impegna, anche per i suoi successori, a celebrare 7 messe all'anno. Il progetto incontra il beneplacito dei Fabbricieri, lieti di ritornare in possesso della somma prestata e dei deputati dell'Estimo. L'arcivescovo di Milano concede il suo benestare. Attorno al 1780, lo stesso parroco comincia ad indicare sugli attestati di morte le cause dei decessi: - “per essere stata ad un tratto priva di sentimenti", - “ritrovato morto annegato nella roggia a Caleggio, territorio di Buguggiate", - per "febbre acuta maligna", - "febbre putrida bigliosa", - "male di asma", - "disenteria", - "etisia", - "febbre esica (?)", - "esichezza (?)", - "mal cronico", – “per essere nato al rovescio", - "infiammazione di petto", - "febbre acuta maligna", ecc.

Il 29 Giugno 1788 Caterina Piatti, moglie di Antonio Bossi,di anni 67, morta di "male di pelagra", è il primo deceduto sepolto nel nuovo cimitero costruito dalla comunità. Pellagra e vaiolo erano tra le cause principali di mortalità. Tra 1807 e 1815 si nota un altro incremento della mortalità infantile: 8 bambini su 10 morti nel 1807; 7 su 10 nel 1808; 5 su 10 nel 1810; 6 su 11 nel 1812; 4 su 6 nel 1814; 3 su 4 nel 1815. Tutti per cause imprecisate.

.Nel 1816, per i decessi compare il solito, minuzioso Registro delle Morti stampato dalle autorità austriache. Le varie colonne richiedono: Cognome e nome, sesso, età, religione, condizione, patria e domicilio, nome e cognome dei genitori, data e luogo della morte, data della visita medica, data della tumulazione, ultima malattia o motivo del decesso.

Quasi tutti i tristi eventi avvenivano presso il rispettivo domicilio. Pochi i casi di morte negli ospedali, rari quelli lontano dal domicilio. Nel 1817 sono registrati i primi casi di morte negli ospedali: Domenica Tamborini, vedova Roveri in quello di Milano, e Maria Baratelli in quello di C o m o .

Ancora forti mortalità infantili tra 1819 e 1823:: nel 1819, 9 infanti su 12 decessi; nel1820, 5 su 7; nel 1821, 6 su 10; nel 1823, 4 su 6. Nel 1827 un'epidemia di morbillo provocò, tra l'inizio di Aprile e la fine di Maggio, 10 decessi, sui 20 16 totali dell'annata.

In complesso, un esame panoramico dei dati fino al 1883 mostra che pochi adulti superavano i 60 anni, ancora minor numero raggiungeva i 75, rari erano i novantenni. Per esempio, nel 1822 morirono 16 persone fra le quali 9 erano bambini fino ai 4 anni, 5 gli adulti fino a 65 anni, 1 settantacinquenne e, caso rarissimo, 1 novantunenne. Circa il 50 % della mortalità era dovuta a decessi di bambini fino a 5 anni di età, ma la maggior parte di essi si verificava entro i due primi mesi di vita.

La Confraternita Durante la dominazione spagnola, nel 1618 a Buguggiate fu inviato un presidio di soldati "trentini" di lingua tedesca. Loro commissario, cioè incaricato del loro vitto e alloggio, fu nominato Fernando Crivello. Anche i cittadini maschi maggiorenni erano obbligati a montare di guardia, ed il loro soldo era pagato dalla "Scuola del Corpus Domini", che provvedeva anche a rimborsare per l’alloggio e per il vitto le famiglie che ospitavano i soldati, addebitando tutti gli esborsi agli amministratori della comunità. Alla fine dello stesso anno la presenza di questi soldati "trentini" aveva provocato problemi finanziari e danni economici così gravi che i due "sindici" Josefo Righetto e Filippo Visconte chiesero alla "Confraternita del Corpus Domini", a nome della comunità, un prestito da restituirsi entro sei mesi. Una parte del prestito era destinata anche al pagamento del soldo dei cittadini militi. La restituzione della somma accordata, £ 150,5, fu garantita da alcuni firmatari, Giacomo Bosso, Giacomo Magno, Giovan Pietro Faré e Paolo Righetto, che si impegnarono con i propri beni e a nome della collettività per la restituzione. Nel corso dello stesso anno, il parroco ricevette dalla Confraternita due prestiti di £ 17,21 e £ 23,15. In pratica la Confraternita, spesso chiamata anche “Scuola”, si comportava come una banca.

La "Confraternita" elargiva anche soccorsi ai bisognosi e agli infermi, e provvedeva inoltre alle spese di manutenzione degli edifici ecclesiastici (è menzionata una manutenzione della facciata della Chiesa nel 1626) e per la costruzione di sepolture comuni. Il Priore della Confraternita teneva una contabilità aggiornatissima ed estremamente minuziosa. Le entrate erano costituite dal rinnovo annuo dei confratelli, dalle elemosine ed altre elargizioni, le uscite erano sussidi, ma soprattutto acquisti di cera, olio ed incenso.

L'11 Agosto 1624 all'Oratorio di S.Giovanni furono tenute le elezioni del comitato reggente la "Confraternita del Corpus Domini". Furono eletti: Pier Paolo Paruchone, Priore, Giovan Pietro Paruchone, tesoriere, Francesco Paruchone, sindaco, Giacomo Bosso, sindaco, Giobatta della Broggia, cancelliere, Filippo Visconte e Andrea de Feo, infermieri.

In quel periodo i Perruconi erano considerati "famigli" dai Parroci, ed i loro nomi risultano come testimoni in molti atti di matrimonio. In un atto di matrimonio del 13 Gennaio1661, il Parroco don Francesco Binda indicava "di nostra casa” Carlo e Francesco Paruchone. Tutto ciò lascia pensare anche ad un particolare prestigio della loro famiglia in seno alla comunità, dovuto sia alla loro ricchezza, sia alla loro influenza presso la Parrocchia.

A quei tempi, le firme del Curato e del Priore sugli scritti riportanti le ultime volontà dei concittadini davano loro validità pari a quella di un testamento notarile.

L’oratorio di S. Giovanni Durante il 1676 Francesco Paruchone fa costruire a proprie spese, e su terreno di sua proprietà, l'Oratorio di S. Giovanni Battista, dotandolo anche di una rendita annua di 4 scudi per celebrarvi 17 messe promettendo, per se e per i suoi eredi in perpetuo, di aumentarla quando sia necessario, e di provvedere alle spese di manutenzione. La moglie, Silvia Castiglioni, dona calice, messale e camici. Successivamente, con lettera autografa del 12 agosto 1676, conservata nell’archivio di S. Vittore in Varese, egli chiede che le superiori Autorità ecclesiastiche concedano all’Oratorio l’idoneità perché vi si possano svolgere funzioni religiose. In calce alla lettera compare il benestare di don Carlo Roncati, Prevosto Vicario foraneo. Una fitta corrispondenza fra la Curia Arcivescovile di Milano, il Vicario foraneo di Varese e il Visitatore regionale, mette in luce che l'iniziativa incontrò molte difficoltà. Infatti esisteva un regolamento emesso un secolo prima da S. Carlo Borromeo, che proibiva la costruzione di nuove chiese. Alla fine si ottiene l'"exequatur" delle superiori Autorità ecclesiastiche. L’Oratorio diventa sede della “Confraternita del Corpus Domini”.

Il Chierico spesato dalla comunità Una convenzione del 10 Febbraio1656 obbligava la Comunità a pagare £ 30 annue ad un chierico che servisse il curato durante le funzioni sacre, suonasse le campane e prendesse cura della Chiesa e della Sagrestia. Tuttavia, nel 1697 da ben due anni e 9 mesi tale salario non era più stato corrisposto. Di conseguenza, nonostante siano state celebrate messe senza il suono delle campane per speciale decreto del 3 Dicembre 1697, il curato don Carlo Antonio Crespi rivolge una petizione alle superiori Autorità ecclesiastiche perché inducano la comunità al pagamento, La comunità reagisce nominando chierico Giuseppe Moranzone, tuttavia con il limite di servire solo durante le festività. Moranzone declina l'incarico, preferendo piuttosto di fare il soldato, come ha fatto negli anni precedenti.

Una baruffa in Oratorio La domenica 12 Giugno 1701 avviene in Oratorio una lite fra Carlo Paruchone e la moglie di Francesco Isella. La Isella era iscritta alla "Scuola del Corpus Domini", ed il suo nominativo nella lista delle donne era preceduto dal titolo di Signora, che probabilmente ne indicava un'origine n o b i l i a r e . Gli Isella erano titolari di un banco privato nell'Oratorio, ma quella Domenica Paruchone lo fa occupare da due figlie e da due suoi pigionanti. Alle rimostranze urbane della Isella, Paruchone rifiuta di darle accesso al banco. La Isella si inviperisce, perde le staffe e lo insulta, e Paruchone le risponde per le rime, e gli scappa anche un bestemmia. Trattandosi di una donna, e per di più nobile, le sue ingiurie furono giudicate più gravi, considerando anche il fatto che furono pronunciate in luogo sacro, davanti ad altri fedeli, e per di più accompagnate da una bestemmia. Fu aspramente censurato dal Priore e dai confratelli.

L'accaduto dimostra l'influenza preponderante che i Perrucone avevano all'interno della "Scuola" dato che l'Oratorio era stato fortemente voluto, costruito su terreno di sua proprietà e a sue spese dal padre Francesco, e da questi stesso dotato di congrua dote. Lo stesso Carlo Paruchone, il comportamento del quale fu in questa circostanza aspramente criticato, con testamento rogato il 23 Luglio1699 dal notaio Pietro Maria Bernascone di Azzate destinò un lascito annuo di £ 13,1.6 milanesi annue all'Oratorio per la celebrazione di 12 messe ogni anno e impegnò, con garanzia sui suoi beni e su quelli dei successori, gli eredi a curare in perpetuo la manutenzione dell'Oratorio, cosa che gli eredi continuarono a fare ciascuno in quota proporzionale agli averi ereditati.

La “Scuola del SS. Sacramento Con una Lettera Apostolica di Patente del 23 Luglio 1736 S.E. il Cardinale Giovanni Battista Stampa, Vicario Apostolico, approva la costituzione nella Parrocchia di Buguggiate di una " Scuola del SS. Sacramento" e formula gli scopi che essa si deve proporre ed i vincoli che i membri della Scuola debbono osservare. Evidentemente questa “Scuola” viene a sovrapporsi alla preesistente 18

“Confraternita del Corpus Domini”, o meglio, a continuarne le attività religiose Con una successiva Lettera del 7 Ottobre, lo stesso Cardinale concede ai membri, denominati “scolari”, di indossare un abito disciplinare di tela di colore rosso, purché ci sia da parte di ciascuno di loro l'impegno inviolabile ad osservare “i decreti già promulgati o da promulgare, esposti in Parrocchia tutti, e singoli nella Lettera di Patente” dello stesso Vicario.

Sempre nell'Archivio Parrocchiale esiste anche, con la stessa data, 7 Ottobre 1737, un documento notarile, voluto dal Parroco don Luigi Crivelli, che riporta la concessione dell'abito di tela rossa, con relative impegnative e condizioni. Inoltre, specifica che esistono nell'oratorio di S. Giovanni due cassette per le elemosine, "di consegna" una al Parroco e l'altra al Priore della Scuola. Ribadisce anche che i confratelli si obbligano ad andare in pellegrinaggio una volta all'anno alla Chiesa di S. Salvatore sopra Lugano e al Santuario di S. Maria del Monte. In tali occasioni non saranno ammesse le consorelle. Il documento è controfirmato per accettazione da tutti i 36 confratelli iscritti.

Nel 1738 si decide all'unanimità (33 firmatari), che le convocazioni della Scuola avverranno con il suono della campana. Sempre allo stesso anno data una lista, di pugno di don Crivelli, delle donne iscritte alla "Compagnia del SS. Sacramento" (per la parte femminile è cambiata la denominazione).

Con propria bolla del 15 Gennaio 1740 il Cardinale Gaspare Stampa, Arcivescovo di Milano, concede alla "Scuola del SS. Sacramento” di aumentare da 36 a 48 il numero dei confratelli.

Nella riunione del 31 Maggio1746, presenti 28 membri (3/4 degli iscritti), sono eletti Giovanni Magni, Priore, e Carlo Bernaco, Vice priore. Inoltre, si stabilisce che il pellegrinaggio al Santuario di S. Salvatore a Sopralugano, troppo faticoso a piedi, sarà sostituito dall’obbligo di recarsi all’altare della Madonna Addolorata in S. Vittore di Varese nel giorno dell'Ascensione. Alla fine dello stesso anno S. E. il Cardinale Giuseppe Pozzobonelli concede l'aumento del numero degli Scolari da 48 a 54. Ulteriori aumenti porteranno, nel 1753, al numero di 60 “scolari”.

Obblighi dei confratelli Riassumiamo tutti i non pochi obblighi e adempimenti che i confratelli dovevano osservare, pena la "svestizione" e l'interdizione perpetua di rientrare in confraternita. !) Intervenire: - a tutte le feste di precetto; - all'0ffizio per i Defunti ogni 1a Domenica del mese; - alla mattina, "appena dato il segno", a recitare l'Offizio alla Beata Vergine Maria. Coloro che non sanno leggere debbono recitare tutto il SS. Rosario, e invece dell'Offizio dei Morti dire 33 Pater, Ave e Gloria. Coloro che non interverranno senza giusto motivo, o non avranno presentato motivo al Parroco, pagheranno una multa di 1 soldo. 2) Dato che molti tardano ad essere presenti all'Oratorio per gli Offizi o alla recita del SS. Rosario, fidando che basti arrivare al momento della lettura della "Santa Tavola", dovranno giustificarsi con il Parroco. 3) C'è l'obbligo di intervenire a tutte le processioni indossando l'abito. Multa di soldi 2 a chi non partecipa e di soldi 1 a chi interviene senza indossare l'abito. Inoltre, costui dovrà rimanere con il pubblico comune. 4) Elenco delle processioni e pellegrinaggi ai quali è obbligatorio partecipare e delle ammende in caso di mancata presenza: - Processione del Corpus Domini, soldi 2 - Processione del SS. Rosario ogni 1a Domenica del mese, dopo il Vespro , soldi 2 - Processione di ogni 3a Domenica del mese, soldi 2 - Processioni del Lunedì, Martedì e mercoledì dopo l'Ascensione, soldi 1 - Processione delle Litanie Maggiori (per S.Marco), soldi 1 19

- Pellegrinaggio al Sacro. Monte, soldi 20 - Processioni delle tre Festività dopo la Domenica in Albis, soldi 1 - Pellegrinaggio all’altare dell'Addolorata in Varese, soldi 5 (dal 1746 in sostituzione del pellegrinaggio a S. Salvatore sopra Lugano). E' il Priore che ha la facoltà di comminare le multe. Alla seconda mancanza esse raddoppiano. La terza mancanza comporta la radiazione. 5) E' obbligatorio confessarsi e comunicarsi almeno una volta al mese. Quattro volte all'anno, (giorno della Circoncisione, Giovedì Santo, giorno del S. Rosario, e giorno dei Santi) è obbligatorio prendere parte ad una comunione generale, indossando l'abito rosso, "sotto pena di pubblica mortificazione a facoltà del Priore, a meno che non abbiano ricevuto il SS. Sacramento da altro sacerdote". 6) Alla morte di un confratello, il suono della campana della Chiesa avvertirà, variando il suono da quello solito, con tre rintocchi. La sera prima del funerale, dopo il suono dell'Ave Maria, un suono di campana grossa e alcuni tocchi di campanella. A coloro che non intervengono alla funzione serale in suffragio del morto sarà comminata un'ammenda di 10 soldi.. Se non li possiede, dovrà leggere un "Notturno". Se é analfabeta, dovrà recitare 2 volte un terzo di S. Rosario. Chi non ottempera è retrocesso a novizio. E' obbligatorio accompagnare il funerale di un confratello indossando l'abito rosso. Chi non lo indossa pagherà soldi 10. Morto un confratello, ognuno dovrà versare 1 soldo per fargli cantare messa. Inoltre, saranno recitati tre Offizi per defunti nelle tre Festività successive. Chi non sa leggere dovrà recitare 33 Pater e Ave in suffragio. 7) In tempo di Offizi, non è consentito portare in Oratorio armi o bastoni, pena il loro sequestro od altra pena a facoltà del Priore. 8) Chi fa rumori o suscita dispute o liti in Oratorio rischia la sospensione oppure, nei casi più gravi, la radiazione. 9) Alla 1a Domenica di Gennaio ognuno dovrà avere versato 3 soldi per il pagamento della candela che terrà in mano durante le Funzioni e le Processioni. Chi non fosse in grado di versarli, dovrà ugualmente partecipare alle processioni, senza vestire l'abito della confraternita, con ammenda di 2 soldi per ogni mancata presenza, fino a quando non si sarà provvisto di candela uguale a quella degli altri confratelli. 10) Colui che fosse radiato, ha obbligo di restituire l'abito, altrimenti dovrà pagare 40 soldi. Se non ottempera, nessuno dei suoi famigliari potrà mai diventare confratello.

Le offerte ed i lasciti di fedeli, anche non confratelli, le varie ammende, il rinnovo annuale dell'iscrizione a Gennaio e la vendita di offerte in natura consentivano che in una Comunità così povera come quella di Buguggiate, la cassetta del Priore funzionasse talvolta come Cassa di prestiti sia alla comunità, sia alla Parrocchia. Inoltre la "Scuola del SS. Sacramento" provvedeva, del tutto o in parte, a manutenzioni e abbellimenti della Chiesa parrocchiale e dell'Oratorio e a sostenere spese straordinarie della comunità.

Da un "Catalogo degli Offiziali della Confraternita del SS. Sacramento" del 7 Gennaio 1784 possiamo trarre notizie sulle varie cariche interne: - Priore – Vice priore - Maestro dei novizi - Tesoriere della Fabbrica parrocchiale e della Confraternita - Cancelliere - Vicecancelliere - Maestro del coro - Vicemaestro del coro - Distributori della cera - Regolatori delle processioni - Infermieri - Pacificatori - Silenzieri - Sagristano dell'Oratorio - Delegato a suonare l'Offizio - Delegato a portare la croce d'argento - Cerofolari (portatori di ceri) - Portatori dei bastoni dei priori, ecc.,.

Il 31 Maggio 1746, con atto notarile siglato ed approvato dal Vicario Apostolico, fu concesso alla "Scuola del SS. Sacramento" di modificare quella parte del suo statuto che impegnava i confratelli al pellegrinaggio alla chiesa di S. Salvatore sopra Lugano. In considerazione soprattutto delle difficoltà 20 e delle fatiche che tale pellegrinaggio comporta specialmente per le consorelle, è concesso di sostituirlo con un pellegrinaggio all'altare della Beata Vergine Addolorata nella Chiesa di S. Vittore in Varese, da effettuare nel giorno dell'Ascensione. La penalità per chi mancasse è fissata in 5 soldi. Inoltre, con lo stesso atto, il Vicario fissa anche altre clausole: - è richiesta la "soggezione" e la dipendenza dal Parroco; - i membri della confraternita non possono richiedere denaro "sotto forma alcuna", - occorre l'autorizzazione del Parroco ad effettuare spese, e gli si dovrà rendere conto annualmente delle entrate e delle uscite; - la cassetta delle elemosine dovrà avere due chiavi diverse, una per il Parroco e l'altra per il t e s o r i e r e ; - tutte le elemosine saranno consegnate al Parroco a fine anno; - gli Offizi e le funzioni all'Oratorio non dovranno mai essere in contrasto con Offizi e funzioni parrocchiali; - pagare al Parroco la S. Messa quando il popolo la chiede e nel giorno dell'Ascensione durante il pellegrinaggio all'altare della Beata Vergine Addolorata in S. Vittore di Varese. Tutta questa serie di disposizioni lascia intuire il proposito di porre limiti ad una forte tendenza della “Scuola” a rendersi indipendente , e talvolta in contrasto, con la Parrocchia e di assicurare al Parroco un aqualche forma di controolo sull’operato della Confraternita.

Il 21 Novembre 1747 la comunità offre alla Fabbrica della Chiesa un appezzamento di poco più di 4 pertiche (poco più di 2600 mq), con godimento dei frutti, ma riservandosi il diritto di pascolo.

Il “fattaccio” del Giovedì Santo 1751 L'otto Aprile 1751 era Giovedì Santo e nella serata ebbe luogo la consueta processione di penitenza "in coena Domini" per ricordare l'Ultima Cena di Gesù con gli Apostoli. Come sempre, il rito fu organizzato dalla "Scuola del SS. Sacramento" e si svolse partendo dall'Oratorio di S. Giovanni Battista per raggiungere le case della frazione Sardegna, da qui svoltando per arrivare alla Chiesa parrocchiale di S. Vittore, entrare in chiesa per una Funzione, ed infine tornare all'Oratorio. In testa, fiancheggiato dai cerofori, procedeva il Priore portando un simulacro di croce; ai suoi fianchi erano il Vicepriore ed il Maestro dei novizi. Venivano poi tutti i "decani" in ordine di anzianità, i novizi, i “disciplinanti” (ossia gli “scolari” che si auto-flagellavano per espiare propri ed altrui peccati) ed infine il "Santo Presepio" (probabilmente una rappresentazione della Sacra F a m i g l i a ) . Lungo la processione vigilavano, per il suo buon svolgimento, i cosiddetti "regolatori".

Purtroppo, quella sera, la manifestazione religiosa fu gravemente turbata da un increscioso evento. (Da questo momento in poi le parole o le frasi fra virgolette sono prese da una relazione scritta tre anni più tardi, il 1° Giugno 1754, dal parroco di allora, don Carlo Chiesa e da una lettera del Vicario F o r a n e o ) . Quattro "scolari" (ossia membri della confraternita) attesero che tutti fossero usciti dall'Oratorio dopo di che "formato una croce con due asse, misero un uomo vestito da scolare disteso su la suddetta croce con bracchia aperte, con i piedi uniti in forma di vero crocefisso, con un traverso alli piedi con suo chiodo visibile, quale serviva per puntellarsi, e con altri due chiodi grossi, quali brancati da costui servivano di reggere tutto il corpo, quale era legato con catene e funi, sì le bracchia come tutto il rimanente del corpo, acciocché non cadesse dalla croce; ed un altro strascinava sopra tutte due le spalle le bracchia della suddetta croce incubo e succubo in cui ritrovavasi costui colla faccia rivolta al cielo, in somma in forma di vero crocifisso; indi era scortato da due bachettoni" (ossia, guardie) "tanto per d'avanti quanto per di dietro, acciocché niuno ardisse di impedire questa particolare profana rappresentanza". 21

La prima idea era stata di portare la croce verticale, ma "il povero 'Cristo', sentendosi a slogar le bracchia, gridava i vivi ed i morti" e fu quindi "strascinato" orizzontale, in modo che sfuggì ancor più all'attenzione generale. Pochi se ne accorsero, ma probabilmente erano amici che tennero bordone agli autori. Data la gran folla che seguiva i flagellanti in coda al corteo ci volle un po' di tempo perché la gente si rendesse conto della bravata che indusse non già “a compunzione" ma a risate e a "piazzate".

Ecco, d'improvviso, prima che i flagellanti cominciassero la loro penitenza, colui che portava la croce la lasciò cadere di colpo da un lato come se si sgravasse di un sacco e "in conseguenza cascò anche in terra il falso crocifisso sotto la croce, qual fatto commosse a gran riso li scolari di dietro". Ne seguirono generali ed inauditi schiamazzi.

Le conseguenze dell’avvenimento Due dei quattro implicati sapevano leggere e scrivere, gli altri due erano analfabeti e conosciuti come teste leggere. Tutti quattro erano adulti e quindi in grado di capire la gravità della loro trovata. Non solo, più tardi si mormorò che avessero deciso e provata "la scena" in casa della "morosa d'uno di questi bravi". Essi erano: Pietro Masino, "nubile", il portatore della croce; Bernardino Censi detto il "Santambrogio", ammogliato, il crocifisso; Gaspare e Antonio Aimino, rispettivamente ammogliato e nubile, le guardie.

Poiché gli altri scolari, tranne qualche complice od amico dei quattro, affermarono di essere stati all'oscuro "di questa tragedia", il 18 Aprile, Domenica in Albis, i Priori, sia per punire i colpevoli, sia "anco per far vedere la loro innocenza" decisero di "voltare il biglietto, "sì all'agente quanto al paziente" (ossia al portatore e al crocifisso). Voltare il biglietto significava togliere i biglietti con i nomi di Pietro Masino e Bernardino Censi da una tavoletta munita di una tasca nella quale erano infilati i nominativi di tutti i confratelli. Questa procedura era attuata soltanto in caso di morte o di espulsione. Una settimana dopo si discusse di espellere anche altri complici, ma l'assemblea degli scolari si oppose.

Nei primi giorni dopo l'accaduto il Curato non si mosse, cercando di non "infaraginarsi" nella questione e di "viver quieto", mentre i parrocchiani stavano diventando oggetti di scherno e di prese in giro nei paesi vicini, tanto che facevano finta di non essere di Buguggiate oppure, se riconosciuti, dicevano di non essere al corrente del fattaccio. Tuttavia, quando il "Santambrogio" si recò alla Motta di Varese per il mercato, fu riconosciuto ed attorniato da una piccola folla che cominciò a prenderlo in giro "onde per burla chi li cavava il cappello, chi mostrava di inginocchiarsi, chi cavava fuori la corona per fargliela toccare, in somma chi diceva alto, chi diceva basso, tanto per burlarlo maggiormente e massime sapendo che costui era un crocefisso miracoloso di molto perché parlò in croce; ed il suo parlare in croce consistette che mentre era su quella, spropositò perché, temendo che fosse burlato con lasciarlo cadere per terra, o con piantarlo in mezzo a una strada, li nominava per "coglioni" e di tanto in tanto gli mandava a quella bella terra" (ossia a quel paese) "se gli facevano qualche scrizzo".

Alla fine, sollecitato anche dal prevosto Menafogli di Varese, e resosi conto che ormai anche a Varese si sapeva dell'accaduto, il 16 Aprile il povero Don Chiesa scrisse al Vicario foraneo della Pieve varesina un rapporto dettagliato. Addebitava il ritardo nel comunicargli l'evento alla sua "grandissima costernazione", al suo timore di mettere in cattiva luce il suo popolo, al presentimento che lo avrebbero chiamato "spione" e accusato di agire "per passione ed amarezza" nei confronti dei parrocchiani, "atteso i loro mali trattamenti usati anche pubblicamente con lui". Aveva deciso di intervenire temendo di "esser molestato da' superiori" quando la notizia si era diffusa a Varese e nei paesi vicini, "quali tutti si formalizzarono di 22 questa baronata".

Il Vicario Sormani gli rispose il 22 Aprile, con tono severo e corrucciato dicendosi "mal edificato" per la sua "renitenza". Mostrandosi ben informato, sospettava che tutti gli scolari fossero stati a conoscenza "di tale insolenza" tanto più che il crocifisso avrebbe dovuto trovarsi davanti o almeno vicino al Priore, e tenendo anche presente che la serata del giovedì Santo era stata serena ed illuminata dalla luna. Inoltre gli pareva strano che il parroco non avesse partecipato alla processione e non avesse notato niente durante la sosta alla chiesa di S. Vittore.

Don Chiesa rispose descrivendo minuziosamente la composizione del corteo della processione, alla coda del quale si era aggiunto il gruppetto dei colpevoli. Non aveva partecipato alla processione perché non era mai stato invitato e quindi non aveva mai preso parte a quei cortei, limitandosi a gestire la cerimonia in chiesa. (Questa affermazione prova come a quei tempi le varie Confraternite gestissero in modo autonomo, spesso in contrasto con il Parroco, le proprie manifestazioni di devozione). Quanto al "crocifisso" ,Don Chiesa non lo aveva visto all'arrivo del corteo alla chiesa, perché restò nascosto nel buio, presso la cappella di S. Eurosia. Soltanto dopo la chiusura della chiesa la perpetua ed il sagrestano lo avevano messo al corrente della bravata, senza sapergli dire chi erano i colpevoli. D’altro canto, non aveva osato di intervenire perché più volte “i quattro spadoni" avevano fatto sapere che non avrebbero tollerato che qualcuno si provasse "ad intorbidarli”, fosse anche il curato.

Il processo e le penitenze Pur essendo deciso ad impartire una punizione esemplare, il Vicario gli comunicò di far correre la voce che egli, da buon pastore, si stava prodigando a favore dei colpevoli. E l'otto Maggio arrivò a Buguggiate e sottopose ad esame i quattro rei. Alla visita fece seguire una lettera del 21 Maggio, con la quale comunicava la volontà dell'Arcivescovo Pozzobonelli di procedere contro di essi sia presso il tribunale dell'Inquisizione, sia presso il "pretorio laico", a meno che essi accettassero una solenne penitenza pubblica. Intanto, per tre mesi era sospeso dalla carica e dall'abito il Priore Carlo Bernacchi, per avere punito troppo in ritardo gli scolari responsabili ed avere tanto tardato nell'informare il curato ed il Vicario. Ai due principali imputati, Censi e Masini la penitenza pubblica consisteva nel comparire, durante la messa di tre Festività, "davanti ai cancelli" con candela accesa e "tenendo le mani spalancate in forma di croce". Stessa penitenza era prescritta ad Antonio Aimino per due giorni festivi, e per uno al fratello Gaspare, che era anche un "regolatore" della "Scuola". Per non essere intervenuti per reprimere la bravata, gli altri regolatori, Paolino Rovello, Bernardo Visconti, Giuseppe Bernacchi furono sospesi per due mesi dalle attività della Confraternita.

Il curato in persona notificò il provvedimento nell'Oratorio. Qualcuno dei puniti si diede ammalato, qualcun altro "si fece perso", solo Antonio Aimino accettò subito la penitenza. Il Priore si appellò, ma senza risultato, al suo superiore ecclesiastico. Per un po' ci fu una serie di schermaglie e di interventi per convincere i renitenti, i quali per ripicca coinvolsero un certo Giovanni Rovelli, che aveva aiutato a sollevare il crocifisso, e fu subito punito, ed il curato stesso, accusato di essere stato al corrente della brutta iniziativa.

A quanto pare don Chiesa non godeva di molte simpatie e sul suo conto correvano dicerie infamanti, forse perché era giunto a Buguggiate ricco di suo, come dimostra un suo lascito di £ 2.000 per messe dopo la sua morte e un ampliamento della canonica effettuato a sue spese.

Finalmente, il 30 e il 31 Maggio si presentarono "ai cancelli" altri penitenti e il 1° Giugno anche 23

Gaspare Aimino e Giovanni Rovelli, considerati dal parroco "i primi cospettoni di Bigugiate". L’avere accettato e compiuto la penitenza non comportava l'automatica riammissione nella confraternita, ma in occasione della celebrazione dell’ottava del Corpus Domini il Vicario Sormani concesse “la deroga al Censi, al Masino e ad Antonio Aimino. Gli altri scolari puniti si mescolarono durante la funzione ai comuni fedeli, senza l'abito, con la candela in mano.

Ultime conseguenze La vicenda ha un seguito. Il 22 Agosto dello stesso anno iniziò una Missione affidata a due Padri oblati di Rho. E il curato dal pulpito affermò che la Missione, a spese dell'Arcivescovo, era indetta "a bella posta per quella baronata del Giovedì Santo". Il 24 gli argomenti delle prediche dei missionari furono la "disonestà" e "lo scandalo". Giovanni Rovelli, ancora sospeso dalle attività della Confraternita, aveva dapprima pubblicamente dichiarato di non volere partecipare alle funzioni religiose della Missione. Poi, pregato dal padre e trascinato da amici, intervenne un volta soltanto, ma "bravò", facendo sapere che non si sarebbe confessato se prima il Vicario non lo avesse riabilitato.

Alla fine, sembrò desistere da questo proposito, con molta "allegrezza di tutti". Tuttavia, quando nella predica finale fu pronunciata la consueta minaccia che il Signore avrebbe potuto volgere le spalle al peccatore che non coglieva l'occasione per pentirsi, Rovelli la interpretò come esplicito riferimento al suo caso. Pertanto non si confessò né durante il giubileo missionario, né in occasione dell’impartizione della benedizione papale. Molti gli espressero solidarietà e "tutte quelle infamie, dicerie e spropositi che erano soliti a dire contro il povero curato" le riversarono sui buoni padri, “con grande smacco di questi santi uomini". E tutti tornarono come prima "alle bettole, giuochi, amoreggiamenti, mormorazioni, ladroneggi ed altri vizi senza alcun ritegno". Anzi, il Rovelli osò lagnarsi di uno dei Padri sia con il Vicario, sia presso la Curia, donde "fu ributato con le risate e discacciato per una lingua infame".

A detta di don Chiesa, la collera divina non tardò a colpire i responsabili del fattaccio. A Giovanni Rovelli, non ancora quarantanovenne, "gli sopravenne una ponta (polmonite) accompagnata da febre acuta quale nelle giornata settima lo mandò all'altro mondo li 6 Aprile 1752". Nello stesso 1751 Bernardino Censi, a 34 anni, si ammalò di "una ponta gatarosa con febre acuta maligna" che lo ridusse in fin di vita, ma "ebbe la grazia di risanarsi". Il priore Carlo Bernacchi andò declinando e morì in miseria non ancora cinquantenne. E anche Bernardo Visconti morì a quel tempo, non ancora trentaquattrenne, "per essergli sopragiunti dolori eccessivi". Pietro Masino subì "molti travagli, disgrazie, malattie e persecuzioni”, ancora perduranti in quel 1764, quando don Chiesa stese la sua relazione definitiva sul famoso Giovedì Santo. E per di più, nell'anno dopo quell'evento "morirono venti persone già provette, caso molto stravagante e straordinario in una terra così picciola composta di sole trecento persone tra grandi e piccole".

Lasciamo ai lettori il giudizio se tali malattie, morti e travagli furono veramente segni inequivocabili di una presunta giustizia divina, in questo caso chiamata in causa per scusare le incertezze della giustizia ecclesiastica di allora, l'evidente incomunicabilità tra parroco e parrocchiani, il conflitto più o meno esplicito tra Parrocchia e Confraternita e forse l'eccessivo rigore contro rozze forme di manifestazioni religiose. Chi potrebbe negare che forse i quattro "rei" non avevano pensato ad organizzare una farsa, ma avevano invece un buon intendimento nel preparare e nel condurre una specie di sacra rappresentazione, simile a quelle che in tutti i tempi e in tanti luoghi animarono ed animano ancora la Settimana Santa ? 24

Le pratiche religiose e la Scuola del SS. Sacramento tra 1700 e 1800 Nel 1754 don Carlo Chiesa riferiva che Buguggiate contava 40 famiglie. I maschi con almeno 14 anni di età erano 97, le femmine con 14 anni 103, i maschi e le femmine di età inferiore 101. Totale della popolazione. 301.

Nel 1759 gli iscritti alla "Scuola del SS. Sacramento" erano 65 uomini e 80 donne. Nella lista conservata nelll’archivio parrocchiale di queste ultime, quattro nominativi sono preceduti dal titolo di Signora, che con ogni probabilità ne specifica la nobiltà: esse sono Doglia Bossa Isella, Angiola e Bianca Marliana e Cattarina Rovella.

Tra i documenti rinvenuti nell' archivio parrocchiale è stato rinvenuto un "Libro della Scuola della dottrina Cristiana - Dei Maschi e delle consorelle" risalente al 1729. Dall'elenco degli iscritti alla Dottrina Cristiana si può ritenere che ben pochi erano gli abitanti che non partecipavano attivamente alle attività della comunità religiosa, almeno fino al 1784, ultima data riportata sul volume. Gli iscritti erano divisi in quattro classi, probabilmente basate o sull’età oppure sul grado di conoscenza della Dottrina. Anche in seno a questa Scuola esistevano una gerarchia ed un insieme di cariche, simili a quelle consuete nella "Scuola del SS: Sacramento" (Priore, Vicepriore, Tesoriere, ecc., fino agli infermieri e ai “silenzieri).

Nel Novembre 1857, probabilmente perché i vecchi contributi non erano più sufficienti a coprire le spese della confraternita, il Priore Giuseppe Ghiringhelli decise alcuni adeguamenti degli obblighi pecuniari dei confratelli. Oltre alla tassa di iscrizione annua, i confratelli della "Scuola del Corpus Domini" si impegnavano a versare entro il giorno di S. Ambrogio una tassa annuale di 40 centesimi. Alla morte di un confratello, se questi era in regola con i versamenti o se i suoi famigliari provvedevano a versare quanto era arretrato, ciascun confratello doveva versare subito 5 soldi, come contributo per l'acquisto della bara e per le spese del funerale. La tassa di 40 centesimi esentava dal pagamento di 1 soldo per l'olio d'oliva per la Messa nel giorno di S. Giovanni e per le Messe di tutte le prime Domeniche del mese, e dal pagamento di metà della cera. Chi non la versava era "scancellato". Chi desiderava di essere esentato in perpetuo da tutti gli obblighi, tranne i 5 soldi per i funerali, poteva ottenerlo versando "una tantum" £ 4 milanesi. Chi desiderava che un defunto fosse accompagnato dai Soci della Confraternita alla Chiesa e di qui al camposanto, poteva ottenerlo versando 15 soldi.

Capitava anche che qualcuno tra i membri della "Scuola del SS. Sacramento” fosse in arretrato con le quote. Infatti nel 1875 il Priore "invitava" costoro a pagare gli arretrati 1872, 1873 e 1874 entro la 1a Domenica di Agosto, per evitare la radiazione. Analoga richiesta era rivolta a coloro che non avevano ancora provveduto al pagamento dell'abito.

Nel 1876 il comitato reggente la "Scuola" decide ancora qualche aumento delle quote e modifiche degli obblighi pecuniari. Entro il giorno di S. Ambrogio si dovrà versare una tassa di £ 1. I soci poveri potranno chiedere alla Confraternita di essere esentati. Chi ritarderà nel versamento fino al limite di 4 mesi dovrà pagare £ 1,50. Oltre tale termine si sarà considerati inadempienti e passibili di cancellazione dalla lista. Se qualche membro deve assentarsi a lungo, con un versamento "una tantum" di £ 3,50 sarà esentato da ogni altro obbligo fino al suo ritorno. Un iscritto non residente godrà di una simile esenzione con il pagamento di £ 2,50. Alla morte di un confratello, il contributo per l'acquisto della bara e per le spese funerarie è elevato a 20 centesimi. I confratelli che non prendono parte al funerale saranno penalizzati di £ 0,35. 25

Per i confratelli deceduti fuori di Buguggiate la "Scuola" offrirà agli eredi l'importo necessario per le due Messe consuete. Per coloro che desiderano entrare a fare parte della confraternita, l'offerta per l'ingresso varierà secondo l'età: da 16 a 25 anni £ 1,50; 26 - 30, £ 2; 31 - 35 £ 3; 36 - 40 £ 4; 41 - 45 £ 5; 46 - 50 £ 7,50; 51 - 55 £ 7,50; oltre 56, £ 20. Tutti saranno soggetti ad un anno di prova, trascorso il quale dovranno possedere l'abito di tela rossa. Chi non partecipa ai pellegrinaggi a S. Maria del Monte e all’altare dell'Addolorata in S. Vittore a Varese sarà multato di centesimi 65. Per chi non prende parte alle processioni della 1a e 3a Domenica di Marzo è prevista l'ammenda di 10 centesimi; se partecipa senza indossare l'abito, centesimi 5. Chi desidera che la Confraternita scorti il funerale di un defunto non iscritto, può ottenerlo versando £ 22. Anche le consorelle erano soggette a contributi. Per esempio, più tardi, nel 1915, 145 consorelle contribuivano con centesimi 80 e altre 25, più benestanti, con £ 3.

I mercenari dell’Armata spagnola. Agli inizi del 1600, oltre a gravare sugli abitanti delle campagne e delle città con pesanti imposizioni fiscali che rendono sempre più misere le condizioni di vita delle classi inferiori, la dura dominazione spagnola impose alle amministrazioni comunali di accogliere contingenti di truppa, di trovare loro sistemazione e di contribuire al loro mantenimento. Probabilmente nelle città sarà stato possibile trovare o allestire edifici adatti al loro acquartieramento senza danneggiare troppo gli abitanti, ed anche esercitare una buona sorveglianza affinché questi gruppi di militari, generalmente mercenari, non esercitassero azioni delittuose contro i civili. A Buguggiate fu inviato nel 1618 un presidio di soldati "trentini" di lingua tedesca. Loro “commissario” , ossia sorvegliante, fu nominato Fernando Crivello. E fu giocoforza trovare loro alloggio e assicurare loro il vitto Anche i cittadini maschi maggiorenni erano obbligati a turni di pattuglia e di guardia e la comunità doveva provvedere al loro soldo.

Alla fine del 1618 la presenza di questi soldati "trentini" aveva provocato gravi problemi finanziari e notevoli danni economici. Inoltre, non essendo la comunità in grado di fare fronte ai rimborsi chiesti dalle famiglie ospitanti e al pagamento delle spettanze al corpo di guardia cittadino, i due "sindici" Josefo Righetto e Filippo Visconti chiesero al Priore della "Confraternita del Corpus Domini", a nome della comunità, un prestito da restituirsi entro sei mesi. Parte del prestito era destinata al pagamento dei cittadini militi, il resto a rimborsare le famiglie che erano state obbligate a fornire alloggio e vitto alla truppa. La restituzione della somma accordata, £ 150,5, fu garantita da alcuni firmatari, Giacomo Bosso, Giacomo Magno, Giovan Pietro Faré e Paolo Righetto, che si impegnarono con i propri beni a garanzia della collettività per la restituzione. Le somme anticipate dalle comunità toccate dal flagello truppe erano rimborsate dall’ amministrazione ducale, per lo più parzialmente e dopo molto tempo secondo un macchinoso sistema di conguaglio, detto “egualanza”, che coinvolgeva tutte le comunità dello Stato.

I feudatari e l’Amministrazione ducale Nel 1652 erede del feudo della Val Bodia è Giovan Battista Bossi, che all'atto dell'insediamento intima a tutti i maschi con età superiore ai 14 anni di prestargli, entro tre giorni, giuramento di fedeltà o nella Sala della Regia Corte di Milano, oppure alla sua presenza. Veniamo così a conoscere che a Buguggiate esistevano a quell'epoca 37 famiglie. I capifamiglia erano: Ajmino Jacomo Antonio, Bosso Battista, Bosso Carlo, Bosso Domenico, Bosso Giuseppe, (tutti soprannominati "Marosso"), Bosso Battista (figlio di Bernardo), Brogio Andrea, Brogio Francesco, Croce Giovanni Angelo, de Feo Matteo, de Feo Jacomo, de Giudici Pietro, Inversetto Antonio, 26

Inversetto Pietro, Magno Andrea, Magno Battista, Magno Carlo, Magno Franceschino, Magno Hieronimo, Macario Giovanni, Mantica Carlo, Mirasole Carlo, Mirasole Jacomo, Giuseppe, Padella Carlo, Paruchone Francesco,. Paruchone Giovanni, Righetto Carlo Antonio, Righetto Domenico, Righetto Pietro, Rovello Carlo, Rovello Francesco, Samaruga Hieronimo, Visconte Filippo, Visconte Francesco, Visconte Giuseppe. Andrea Brogio era il Console.

A proposito dell'intimazione per il giuramento, a giurare ci andarono sei capi famiglia di Daverio, sette di Galliate, 1 di Brunello, nessuno di Buguggiate

Agli Atti dell’Archivio Parrocchiale di S. Vittore in Varese risulta che il 6 Febbraio 1657 il Podestà Generale della Val Bodia, a seguito di un memoriale di istanza di Andrea Martignone, Procuratore generale per la Comunità di “Bugugiate “ convoca il Console, il Comune, gli uomini, i proprietari e i possessori di beni nel territorio, i coloni e Carlo Paruchone, esattore, nella sala della sua abitazione in Azzate. Il motivo della convocazione è un’ordinanza che il Podestà deve emanare perché “sia osservato l’estimo del Comune di “Bugugiate”, che ognuno paghi la sua quota in base ai beni posseduti e lavorati, e sia pagato il tributo sul sale; che nessuno sia gravato di più di quanto gli spetta, e sia evitato e tolto ogni abuso già in passato subito”. Inoltre, si richiede che si “elegga persona capace di misura generale dei beni di detto territorio” e si “ordini all’esattore di eseguire quanto indicato nel memoriale. Nel frattempo, tutti i citati possono eleggere domicilio legale in qualsiasi luogo di Gazzada fino alla fine della causa, altrimenti l’Osteria della Gazzada sarà considerata il loro domicilio legale per citazioni e comparse.

Le condizioni di vita nelle campagne Dagli Atti parrocchiali risulta che gran parte degli abitanti di Buguggiate erano dediti all’agricoltura come fittavoli o coloni. Le affittanze più antiche, specialmente nel 1500, erano basate sul numero di stai di“formentada” (una miscela di due parti di segale ed una di frumento), di fagioli, e di castagne per i terreni boschivi da consegnare a S. Martino. Si divideva a metà il vino prodotto Successivamente, nel 1600, i contratti di affittanza prevedevano che il fittavolo coltivasse almeno tre cereali, in generale frumento, segale e miglio, una parte proporzionale dei quali, stabilita per contratto, spettava al proprietario oltre a metà del vino prodotto, Nel periodo tra ‘600 e ‘700 quasi sempre le affittanze agricole erano pagate in natura. Di ciò fa fede un contratto di affittanza del 1681 alla famiglia Aimetti, che doveva corrispondere annualmente 18 stai di frumento, 18 di segale e 18 di miglio per 4 anni. Lo staio era l’ottava parte di un moggio ed equivaleva ad una capacità di litri 18,28. Le guerre, l’alto livello di tassazione, il lievitare dei prezzi dei generi di prima necessità e la ricorrente presenza di carestie, contro le quali ben poco potevano le “grida” emanate dallo Stato contro fenomeni speculativi, contribuirono per tutto il 1600 e fino a 1700 inoltrato a rendere sempre più misera la vita degli agricoltori, continuamente alla presa con un mucchio di problemi, il primo e più immanente quello della sopravvivenza.. L’eccessivo frazionamento dei fondi agricoli, gli affitti troppo elevati, l’insufficienza degli strumenti di lavoro facevano sì che ogni energia di tutti i componenti di una famiglia rurale fosse dedicata al lavoro dei campi, per potere pagare affitto e tributi e ricavare quanto necessario per una misera cucina domestica e un’esistenza in precarie condizioni di salute ed igieniche.

. Il 28 Agosto 1692 il Capitolo della Cura di S. Vittore in Varese rivendica la continuazione di una decima (tassa secolare corrispondente ad un decimo dei raccolti) imposta su tutti gli abitanti di Buguggiate, da esigere su tutti i frutti e prodotti agricoli (specialmente frumento e vino) a 27 proprietari, fittavoli, coloni.

Ispezione ducale Essendo morti senza eredi maschi Giuseppe e Francesco Bossi, nel 1700 la Regia Camera Ducale di Milano invoca ed ottiene "l'apprensione" (ossia la presa di possesso) della Val Bodia direttamente sotto la gestione di Milano. Pertanto, viene inviato nella Val Bodia il funzionario imperiale Ortensio Cantonelli per prendere possesso di Azzate, Bodio, Brunello, Buguggiate, Crosio, Daverio, Galliate e Gazzada.. Egli ispeziona tutte le comunità interessate, che in complesso comprendono 226 famiglie. Il 1° Aprile 1701, convoca ed ascolta in Azzate tutti i Consoli e i Deputati dell'Estimo. Per Buguggiate si presenta il Console Bernardo Bosso con un Deputato, non nominato negli atti. La relazione scritta dal Console Bernardo Bosso il 1° Aprile 1701 rammenta che in Buguggiate ci sono una chiesa priva di organo, un campanile con due campane ma senza orologio, un monastero e un luogo sacro in Erbamolle. In Buguggiate vivono circa 25 famiglie. Sottoposte alla terra di Buguggiate esistono 2 cascine, Montalbetto e Erbamolle. Podestà è Giovanni Perabò, Attuario criminale e Capitano di Giustizia, al quale la comunità paga lo stipendio, ma Bossi non conosce l'ammontare di questo e di altri salari erogati dalla comunità. Esiste un "bettolino", gestito da Antonio Peruchone, di proprietà dell'oste di Gazzada. Il gestore vende vino e pane. La vendita del pane è obbligatoria perché richiesta dal proprietario. L'affitto annuale è di £ 7, dalle quali va detratto un compenso di soldi 2 ogni Lira di pane venduto. L'elenco dei capifamiglia, probabilmente scritto dal Console stesso, dimostra lo scarso grado di famigliarità con la scrittura dello scrivente. Nel trascriverlo si preferisce di correggere gli errori di ortografia, lasciando tuttavia intatti i modi di enunciare i cognomi: Ajmino Bernardo, Ajmino Giobatta, Avigno Antonio, Baione Francesco, Baione Carlo Giuseppe, Baratello Carlino, Barone Antonio, Bosso Andrea, Bosso Bernardo (console), Ciotto Carlo Antonio,.Chroce Antonio, Chroce Giovanni, Chroce Pietro, de Bigigure (?) Battistino, Magistrello Gino, Magno Domenico, Martellone Gino, Moranzone Giuseppe, Moranzone Pietro, Peruchone Jacomo Antonio, Roncho Arcangelo, Roncho Gino, Somaruga Bernardino, Somaruga Jeronimo, Visconte Jacomo Antonio.

Un esposto presentato dal Console Bossi sempre nel 1701 su una vertenza riguardante i confini con Capolago, nelle località Maggio e Ronchi dei Formigoni, menziona anche altre zone: Pianezzo, ai confini con Gazzada, Roggia dei Molini, al confine con Capolago, Vigna le Caslere.

L'intervallo di sudditanza diretta sotto Milano e non più sotto la famiglia Bossi, è piuttosto breve. Nel 1705, approfittando anche di un breve periodo di intrusione dei Francesi con il duca d'Angjou, il Marchese Fabrizio Benigno Bossi, anche a nome dei suoi fratelli, nella sua qualità di discendente del senatore Egidio Bossi rivendica il feudo, vince una lunga disputa legale contro il Regio Fisco e dietro il pagamento di £ 4.300 milanesi ritorna signore della Valbodia. La famiglia Bossi continuò a pagare un censo feudale di £ 40 fino al 1806.

Le condizioni della Parrocchia nel 1700 Nell’archivio della Parrocchia di S. Vittore in Varese sono state rintracciate due dichiarazioni sullo stato della Parrocchia di Buguggiate, vergate nel 1704 e nel 1708 dal Parroco, don Carlo Antonio Crespi. Egli attesta che il suo sostentamento è basato su “primizie”. Per ognuna delle 290 “anime” egli riceve 1 quartaro di segale; per ogni “focolare”, un quartaro di frumento; chi possiede un paio di buoi consegna due quartari di frumento, chi ne possiede due paia porta uno staio ( litri 18,27) di frumento. (1 quartaro era la quarta parte di uno staio, ossia una capacità di 4,57 litri). La parrocchia possiede un appezzamento vitato di 4 pertiche ( 2618 mq), detto “la Viganella”, in 28 affitto per 16 stai di segale (hl 2,9) ed una brenta di vino (151 litri); un altro appezzamento a giardino con pergola vitata pure di 4 pertiche, annesso alla chiesa parrocchiale, che fornisce 10 brente (1500 l) di vino “inferiore”, 4 stai di noci (capacità di 73 l), e circa 190 foglie di “moroni” (gelsi); inoltre un prato paludoso in riva al lago, detto “Prato del prete” di 6 pertiche (3927 mq) affittato per £ 12 annue; infine una pertica (654 mq) chiamata “le Fontane” ed un’altra di brughiera a Montalbo in comproprietà con la Prevostura di Varese. Quanto alle offerte, “per essere tutti bisognosi” era possibile ricavare fino a 40 Lire all’anno, ma questo introito era incerto.

La Chiesa parrocchiale “della quale non si sa come neanche il giorno né il nome né il cognome di chi l’ha fondata”, l’oratorio di S. Giovanni Battista ed un oratorio in “Herbamolo” sono i luoghi sacri della parrocchia.

Nell’archivio di S. Vittore in Varese esistono anche due successive dichiarazioni di un Parroco, Don Carlo Chiesa. Una, del 1754, attesta la presenza in Buguggiate di 301 persone, appartenenti a 40 famiglie, e così suddivise: maschi ammessi alla S. Comunione 97; femmine ammesse alla S. Comunione 103, maschi e femmine non idonei, 101. L’altra, dell’anno successivo, è una minuziosa esposizione dello stato della Parrocchia. Inizia con la descrizione dell’edificio della Chiesa, del suo interno, del tabernacolo, del calice e delle ostie. Segue un lungo elenco di Sante reliquie, custodite in un apposito armadio in sacrestia, e appartenenti ai Santi Clemente, Pacifico Martire, Fortunato, Vittoria Martire, Deodato Martire, Severino, Simplicio Amando, Lorenzo, Eurosia, Teresa, oltre ad ossa appartenenti al patrono, S. Vittore Martire. Il battistero è esposto a sud, ha forma quadrata ed un fornice in cemento. Misura braccia 4 x 4 ( mq 5,66) ed è alto 6 braccia (m 3,57). Chiuso da un cancello, al centro mostra un “vas” (fonte battesimale) di marmo su colonnina. Esiste un sacrario con fondo in pietra contenente un ciborio circolare in legno per l’olio sacro. Sul fondo c’è un’immagine di S. Giovanni Battista. Le indulgenze lucrabili sono: il martedì per l’altare maggiore, il giovedì per quello di S. Eurosia, il sabato per quello della Beata Vergine Maria. Indulgenza plenaria nel giorno di S. Vittore, e indulgenza all’Oratorio di S. Giovanni Battista il giorno di Natale. Consuetudini: il 26 Giugno, festa di S. Eurosia; - 1° Domenica di Settembre festa della Beata Vergine del SS. Rosario. Voti: pellegrinaggi a S. Caterina del Sasso, all’altare dell’Addolorata in S. Vittore di Varese nel giorno dell’Ascensione, al Sacro Monte nella festività prima della Pentecoste. Esiste una “Scuola della Dottrina Cristiana”, che si tiene ogni festività con il popolo diviso in classi.

La casa parrocchiale ha due piani. Vi sono tenuti i registri delle nascite, dei matrimoni e delle morti. C’è anche un libro, su base annuale, sullo stato delle anime nella parrocchia. La popolazione conta 330 anime, delle quali 220 sono residenti, “è morigerata” e pacifica.

I redditi certi provengono da pertiche 4 e tavole 14 (3300 mq) sulla rupe della “Fontana Ravasa” con 20 piccoli gelsi e 60 pioppi, ed una rendita di poco più di £ 7; - pertiche 2,12 (mq 1636) alla “Brughera” di Montalbo, rendita 16 stai (2,92 hl) di segale; - pertiche 5,7 (3462 mq) di vigna arativa affittata a Giuseppe Colombo, rendita.3 stai (54,8 l) di segale. I redditi promiscui sono costituiti da pertiche 2, 21 (mq 1881) a “la Viganella” in comproprietà con l’Abbazia di Capolago e Carlo Roncato; - 6 pertiche (mq 3927) di prato paludoso in località “Prato del prete” in riva al lago, con 4 lecci, 4 pioppi ed alcuni salici, in comproprietà con la cappella di S. Giovanni Battista di Azzate; - 4 pertiche (2618 mq) di vigna al “Chiosetto”, annesse alla Casa parrocchiale, comprendenti 3 noci, 14 gelsi, 2 castagni e 13 tavole (354 mq) di vivaio, in comproprietà con don Franco Isella; - parte delle rupi, 1 pertica (654 mq) a “Le fontane della 29

Chiesa” con pioppi e salici, in comproprietà con Paolo Mariani, Casa Rustica dell’Abbazia di Capolago e don Franco Isella; - 1 pertica ( 654 mq) a “la Brughera”, “dove si va a Gazzada”, in comproprietà con la Prepositura di Varese e l’Abbazia di Capolago. Da tempo immemorabile gli abitanti offrono ciascuno 1 quartaro (litri 4,57 di capacità) di miglio, ogni famiglia 1 quartaro di frumento, chi ha un paio di buoi 2 quartari di frumento, chi ne possiede due paia 1 staio (litri 18,27 di capacità) di frumento. Attualmente gli stai di frumento sono 14 (2,55 ettolitri). Altri redditi: redditi incerti sono circa £ 200 annue in denaro, segale, frumento, miglio, granoturco, pane, uva, lana, canapa e “bombici” (bozzoli). Entrate presunte, circa £ 80 in elemosine e per Messe per i defunti. Oneri: 18 £ annue per restauri degli abiti sacri e acquisti di olio, cera, ecc.,.

Il dominio austriaco Il 13 Marzo 1707 i Francesi abbandonarono la Lombardia all’Impero austriaco, che iniziò un dominio durato circa 150 anni, tranne nell periodo napoleonico dal 1796 al 1806. Subito un Decreto dell'imperatore Carlo VI dichiara nulli tutti gli atti e contratti stipulati con la R. Camera nel periodo di intrusione francese. Di conseguenza, nel 1707 il marchese Fabrizio Bossi deve nuovamente ricorrere al tribunale di Milano e sostenere fino al 1717 una serie di cause legali per vedere riconosciuti i suoi diritti sul feudo della Valbodia. Ottenuto il ripristino del feudo, Fabrizio Bossi ottiene un Decreto imperiale che cambia la denominazione del feudo da Valbodia a Valbossa.

Nel 1717 a Buguggiate erano Console Ambrogio Bossi, Deputati (o Sindaci) Nicola Mariano, Giovanni Galbarini e Francesco Aimini. Il Podestà percepiva £ 16 all'anno, senza altre regalie o tasse feudali Questa notizia ci chiarisce l’impostazione giuridico-amministrativa delle comunità imposta sul Regno Lombardo – Veneto dall’impero austriaco .I Comuni erano retti da un Podestà, con funzioni giudiziarie, da un Console, con compiti militari, da tre Deputati dell’Estimo che curavano gli aspetti amministrativi e legali, e da un Regio Imperial Cancelliere, rappresentante del governo, al quale le comunità dovevano provvedere stipendio ed alloggio.

Il censimento ordinato nel 1722 ci fornisce l’elenco dei possessori di terreni e le relative estensioni nel Comune di Buguggiate: Abbazia della SS. Trinità di Capolago, pertiche 540,17 Alemagna Preposito, “ 289,3 Alemagna Cro, “ 271,19 Baratelli Marcantonio e Galeazza Gerolamo, “ 15,22 Beneficio di Masnago, “ 6,16 Bianchi Giovanbattista, “ 118,2 Bossi nobiluomo Galeazzo, “ 254,8 Bossi don Pio, “ 36,10 Cappella di S. Pio evangelista di Azzate, “ 3,1 Cappella di S. Lorenzo di Azzate, “ 87,13 Cappella del SS. Rosario di Gazzada, “ 27,7 Capitolo di SS. Vittore in Varese, “ 8,0 Chiesa di S. Caterina in Erbamolle, “ 13,19 Castiglione Bernardino, “ 8,11 Causa Pia Frascona, “ 5,2 Fabbrica della Chiesa di Buguggiate, “ 13,17 Galbarino Francesco e Carlo, “ 174,18 30

Gazzotto Giuseppe e Pio, “ 2,8 Osella Bartolo, “ 53,17 Magno Pio e Cro Giacomo, “ 18,17 Marliani Giulio, “ 36,15 Marliani Giovanbattista, “ 255,9 Cura di Azzate, “ 12,8 Sant'Antonino in Varese, “ 25,2 S. Marino in Varese, “ 9,2 Masnago Orrigoni Marianna, “ 10,21 Masnago Giacomo, “ 215,0 Montalbetto Giuseppe, “ 5,20 Mazzone Giulio Cesare, “ 350,14 Negretto Can. Tomaso, “ 110,6 Orrigone Paolo, “ 1,18 Orrigone Francesco, “ 110,5 Oratorio di S. Giovanni Battista, “ 0,2 Parrocchiale di Buguggiate, “ 23,1 Parrocchiale della Gazzada, “ 4,22 Parrocchiale di Azzate, “ 16.,3 Prepositura di Varese, “ 145,16 Perabò Sindaco, “ 431,23 Roncati Giuseppe, “ 57,9 Recalcati don Carlo, “ 5,5 Righetti Rev. Paolo Antonio, “ 1,1 Rovello Arcangelo, “ 8,16 Oriani don Gabriele, “ 5,9

Totale, pertiche 3676, 2 In totale, circa 240 ha. Valore d’estimo scudi 17658.1.3.

I proprietari terrieri sono 43. E' evidente il notevole frazionamento delle proprietà. La più ampia, quella dell'abbazia della SS. Trinità di Capolago, superava di poco i 35 ha. Perabò Sindaco ( non si sa se di nome o per carica, forse era il pretore e giudice del distretto della Valbossa), il possidente con maggior superficie, arrivava a 28,2 ha. I possedimenti ecclesiastici assommavano a 928,65 pertiche, pari a 60,9 ha , pari al 25, 3 % dei terreni agricoli.

In calce alla stesura del nuovo catasto dei terreni e dei fabbricati in Buguggiate, esiste un'appendice degna di nota. Essa chiede che non vengano stabilite tasse fondiarie troppo elevate, essendo il territorio di Buguggiate "situato fra colli e valli di molto inferiori alla maggior parte degli altri fondi di cotesto Stato di Milano, e massime delli situati al Basso",……….." perché un effetto di prima qualità del nostro territorio non può certamente adeguare gli altri di terza e quarta della maggior parte degli altri beni di cotesto Stato". I firmatari sono Giacomo Antonio Visconte, "sindico", e Ambrogio Bosso, console.

Nel 1723 nasce una controversia tra le comunità di Buguggiate e di Capolago relativa ad alcuni terreni finitimi, rivendicati sia dal Dott.Alberto Alemagna, sia dal canonico Giacomo Masnago. Nel 1725 interviene Ambrogio Ceriano, visitatore Cesareo, per ispezionare i terreni in questione ed eventualmente disporre rettifiche catastali

Al catasto di Maria Teresa (1751) risultavano iscritte pertiche 3676,2 (pari a circa ha 240,6 ) con un 31

valore complessivo di 17658,1.3 scudi . Non si era notata alcuna variazione rispetto al precedente catasto del 1722.

Arrivati ai primi decenni del ‘700, allo scopo di rendere più facile la nostra estensione e anche la comprensione dei lettori, preferiamo continuare il racconto della storia del nostro Comune riunendo i dati degli Archivi ecclesiastici e quelli laici.

Parte 2a : Gli archivi Laici 32

Capitolo Primo:Buguggiate nel 1700

Le prime notizie Il 21 Novembre 1757 al suono della campana, e con le solite formalità, è messa all'asta sulla pubblica piazza l'esattoria comunale. La migliore offerta è quella di Giuseppe Crugnola: 9 denari .ogni Lira milanese di tasse nuove, e 4 denari .ogni Lira per il ricupero di quelle vecchie.

Il primo documento rintracciabile nell'Archivio Comunale risale al 19 gennaio 1762. E' una lettera di Giovanni Domenico Brucher, Presidente del Supremo Consiglio di Economia in Milano, al Regio Cancelliere Giovanni Antonio Elena, Capo di Pieve, Varese. Lo scrivente dà parere favorevole alla pratica inoltratagli dallo stesso Elena, riguardante una richiesta della Comunità di Buguggiate di assumere in proprio la spesa per rifondere la campana parrocchiale. La spesa ammonterebbe a 63 Lire milanesi, secondo un preventivo stilato da certo Giuseppe Antonio Bizzozero di Castiglione . Il Cancelliere Elena comunica il benestare, entro i limiti della spesa prevista, ai Deputati dell’Estimo di Buguggiate. (A questo punto occorre notare che per oltre un secolo fu consuetudine vergare a margine, o sul retro dei fogli di scritti concernenti richieste, proposte, rapporti, delucidazioni, ecc., i quesiti, le richieste di chiarimenti, le osservazioni, i benestare ecc., di uno o più destinatari. Spesso queste annotazioni si accavallano, o lasciano il loro segno sulla scrittura della pagina precedente, rendendo più difficile il compito di chi deve anche interpretare abbreviazioni o svolazzi di penna).

Ottenuta l’approvazione alla spesa di fusione della campana, i Deputati dell'Estimo di Buguggiate preparano un contratto che quanto a rigore, ampiezza e minuziosità non ha niente da invidiare a moderne transazioni. La campana sarà smontata e trasportata a a spese della Comunità: Il fonditore provvederà alla rifusione, garantendo che la nuova campana avrà lo stesso peso di quella vecchia. Il trasporto da Castiglione Olona ed il montaggio saranno a carico del fonditore. La nuova campana dovrà avere un suono squillante. A garanzia del manufatto, l'importo pattuito sarà corrisposto un anno dopo la messa in opera.

Il primo documento contabile ritrovato nell' Archivio Comunale è datato 3 Marzo 1762. E’ una lista di spese stilata dai Deputati dell' Estimo Francesco Morrone de' Frasconi e Mose (?) Bossi. Conosciamo, così, l'ammontare in Lire milanesi di alcuni stipendi e salari annui: al Podestà feudale, £ 16,10; al R. Cancelliere Delegato, £ 18; al Sindaco, £ 22; al sagrista/campanaro, £ 42. L'aggio (4 %) sulle tasse riscosse spettante all'esattore ammontava a £ 83. 17.6. L'affitto annuale dell'abitazione per il R. Cancelliere costava £ 5.15.3 La tassazione consisteva in un'imposta" sulle teste" di £ 7 ciascuna (in quell'anno n. 94 maschi da 14 a 60 anni, ammontare £ 644) e in un'imposta sulle case di abitazione di proprietà (una sola in tutto il Comune, con incasso totale £ 6). Metà delle tasse doveva essere versata alla Cassa della Provincia a titolo di "pagamento di annue prestazioni camerali e tasse".

Sempre nel 1762, agli atti c'è una petizione dei Deputati dell'Estimo al Tribunale di Varese. Dietro insistenze del R. Cancelliere Delegato, nel 1760 erano state liquidate all'esattore Giuseppe Crugnola £ 248,13.0. Tuttavia, costui continuava a protestare vantando un credito molto più elevato. Alla fine una revisione dei conteggi appurò che l'importo dovuto all'esattore era di £ 743,3.3. La petizione chiede l'autorizzazione a pagare la differenza. Il Tribunale la concederà ma ad una condizione: dato lo stato disastroso delle finanze comunali, la differenza dovrà essere pagata a rate.

E’ evidente che già allora esisteva quello stato critico delle finanze che costituirà una penosa 33 caratteristica dell’amministrazione comunale di Buguggiate per quasi due secoli.

Notizie varie Nel 1765 erano Deputati dell'Estimo Giuseppe e Francesco Alemagna e Galeazzo Bossi. Nel 1766 risulta pagato un altro salario; quello del "postaro del sale" ammontante a £ 5 all’anno. Costui era un privato incaricato di riscuotere la gabella sul sale all’entrata in paese.

Un documento del 14 Luglio 1766 riporta il riparto della Decima dovuta al V° Capitolo di S. Vittore in Varese. Tale decima ammontava a circa £ imperiali 0,3 per ogni pertica. La Chiesa di Via Erbamolle possedeva 5.20 pertiche (3845 mq) e doveva £ 1,9.6; la Fabbrica della Chiesa di S. Vittore, 4 pertiche (2618 mq), decima di £ 1; la Parrocchia 8,22 pertiche (5836 mq), decima di. £ 2 , 4 . 9 .

Nel 1770 si trova menzionata un'osteria, gestita da Giovanni Righetto. Nel 1771 per la prima volta è menzionata una spesa di £ 600 per manutenzione stradale. Nello stesso anno il Supremo Consiglio di Economia in Milano stabilisce per Buguggiate una decima generale di £ milanesi 330. Esattore di tale tributo era Giuseppe Crugnola. Agli atti esistono le ricevute dei versamenti di pari importo da lui effettuati dal 1771 al 1781. Il Curato Antonio Maria Bardelli scriveva nel 1778 che in Buguggiate vivevano 40 famiglie, con complessive 339 persone. I maschi ammessi alla S. Comunione erano 104, le femmine ammesse 112. Tuttavia, negli anni tra il 1771 e il 1785 la media della popolazione effettivamente presente era di 266 persone, così suddivise: maschi tra 14 e 60 anni, 79; maschi ultrasessantenni, 7; maschi di età inferiore a 14 anni, 63; femmine, non distinte per età, 117. Degna di nota è la preponderanza del cosiddetto "sesso forte".

Dagli organismi amministrativi centrali di Milano giunge nel Luglio 1775 l'approvazione per riparare la fontana pubblica a servizio della popolazione e per abbeverare il bestiame, purché la spesa non superi £ 87,16 come da perizia presentata dai Deputati dell'Estimo.

Nel 1780, il Governo austriaco vuole mettere il naso politico nella "Scuola del SS. Sacramento" della Parrocchia di Buguggiate, allora facente parte della Pieve del Seprio Superiore. Infatti Don Alfonso Bossi viene d'autorità nominato Regio Assistente alla confraternita. L'atto di nomina datato 8 Febbraio 1780 e firmato da Carlo conte di Firman, Cronnatz, ecc., Generale Sovraintendente austriaco, specifica che il Bossi "interverrà per affari temporali e per fare osservare i Regi Ordini emanati per il buon regolamento delle pie istituzioni”. Una discreta ingerenza ed una palese limitazione dell'autonomia del Priore e degli altri dignitari !

Inizio di lavori stradali periodici Nello stesso anno è indetta una gara d'appalto novennale per le riparazioni e la manutenzione delle strade interne ed esterne. Vincitore è Paolo Ronchetti di Buguggiate che offre di eseguire i lavori dietro compenso annuo di £ 83,6.8. (Ricordiamo che le lire milanesi erano formate da 10 soldi, divisi in 12 denari). Il Regio Imperiale Magistrato Camerale in Milano convalida l'appalto in data 8 Febbraio 1783. Nel corso di lavori di riattamento, per allargare una strada viene tagliata una "riva" di proprietà dei fratelli Bianchi Morandi, che sporgono reclamo per i danni subiti. Si incarica il perito agrimensore Grassini di valutare il danno. In totale, esso raggiunge la somma di £ 154,1.8, comprendenti il valore del terreno sottratto ai legittimi proprietari, le spese di perizia e di visita del Grassini e del Regio Cancelliere Elena in funzione ispettiva e il costo delle riparazioni effettuate dai proprietari. Il Ronchetti dovrà sostenere a sue spese la riparazione della ripa, stimata dal perito in £ 70.10. Per il primo anno il Ronchetti ci rimette un bel po'. 34

A quell'epoca e fino a quasi tutto l'800, le strade erano tutte coperte di breccia e di ghiaia; soltanto pochissime, all'interno dell'abitato, erano selciate. Il 28 Maggio 1783, i Deputati dell'Estimo chiedono alle superiori Autorità amministrative di potere stipulare un mutuo di £ 2158, adducendo a motivo anche i pagamenti da fare al Ronchetti per l’appalto della manutenzione delle strade. Il Regio Imperiale Magistrato Camerale di Milano invita, invece, a fruire di una sovraimposta comunale, cercando anche di dilazionare il pagamento al Ronchetti in due o tre anni, eventualmente pagandogli interessi da convenirsi.

L'appalto novennale per lavori stradali successivo viene aggiudicato, in data 1 Settembre 1790, per £ 80 annuali a tale Francesco Visconti, Vice priore della ”Scuola del SS. Sacramento”. Improvvisamente, durante il terzo anno, e precisamente il 17 Giugno 1793, il Visconti rinuncia unilateralmente all'appalto. Una comunicazione del Parroco Don Antonio Maria Bardelli del 3 Luglio successivo informa, anche a nome di gran parte della Confraternita, che la rinuncia è giustificata perché "si cambiò di pensiero" nei riguardi del Visconti. Non è chiaro il significato di questa frase, certamente intesa a favore del Visconti. L'Ufficio di Cancelleria di Varese non accetta questa giustificazione ed ordina al Visconti e al suo garante, Felice Bardelli, di presentarsi entro 14 giorni. Trascorso tale termine, si procederà per via giudiziaria onde obbligare entrambi all'esecuzione forzosa dei lavori e alla rifusione di eventuali d a n n i . In realtà, il Visconti non aveva voluto continuare il contratto perché le abbondanti nevicate dell'inverno 1792 - 1793 avevano eccessivamente peggiorato lo stato delle strade. Tenuto presente che il Visconti aveva accettato l'appalto non a scopo di lucro personale ma "a mero" interesse della Chiesa Parrocchiale, il suo stato di povertà, ed il fatto che il garante Bardelli possiede soltanto una piccola pensione di 20 soldi al giorno, i Deputati dell’Estimo propongono di accettare bonariamente la rescissione del contratto. La vertenza è chiusa in questo modo e Ronchetti subentra ancora come appaltatore a £ 80 annue.

Difficoltà finanziarie e mutui Tra la fine del 1700 e per quasi tutto il 1800, le finanze Comunali tirarono avanti stipulando uno dietro l'altro mutui, spesso soltanto per fare fronte ai pagamenti di quelli preesistenti.Un primo esempio lo abbiamo dalla risposta negativa del Regio Imperiale Magistrato alla richiesta di stipulare un mutuo per pagare l’appaltatore delle strade. Il Magistrato preferisce invitare la Cassa Comunale di Casale (probabilmente Litta) a cedere la somma di £ 1000 milanesi, esistenti in cassa, ai Deputati dell'Estimo di Buguggiate, perché provvedano a pagare subito Paolo Ronchetti, l'appaltatore della manutenzione stradale. Nonostante l'introito di questa notevole somma, il Comune tergiversa ancora nel pagamento, tanto che il Ronchetti, creditore di complessive £ 2.158, deve ricorrere al Tribunale di Milano ottenendo sia un'intimazione a versargli subito £ 900 esistenti in cassa, sia un'autorizzazione per il Comune a stipulare un mutuo di £ 1.200. Questo mutuo, restituibile in due anni, con tasso di interesse del 4,5 %, viene stipulato con Giovanni Battista Barchetta di Milano. Così del debito con il Ronchetti restano soltanto £ 58, pagategli dalla Cassa Comunale.

Alla scadenza del mutuo con Barchetta, i Deputati dell'Estimo gli propongono l'estinzione in tre annualità:di £ 400 a fine 1787, 1788 e 1789. Barchetta non accetta, e quindi il R. Cancelliere invita il Comune a introitare £ 400 mediante sovraimposte e a stipulare un altro mutuo di £ 800, con interesse non superiore al 4,25 %, e restituzione in due rate a fine 1788 e 1789.

Agli atti esiste la documentazione dell'estinzione di un mutuo di £ 917,10 milanesi , al tasso di 13 denari per scudo, a tale Felice Soara, dopo annosa vertenza, e con pagamento autorizzato in tre rate 35 mediante sovraimposta di 13 denari per ogni scudo di estimo.

Nasce una vertenza fra Don Francesco Negretti del Borgo di Varese e la Comunità di "Bigugiate", ossia la Fabbrica della Chiesa di San Vittore, riguardante i confini di alcuni appezzamenti. Si ricorre ad un lodo arbitrale, steso in Vedano il 12 Dicembre 1785 dal perito di comune fiducia, Giannantonio Bevivino, con valutazione delle relative superfici e permute a rettifica dei confini.

Il primo cimitero Ancora nel 1786 le salme dei defunti erano tumulate sul sagrato della Chiesa Parrocchiale. A quell'epoca, cominciando a mancare spazio, la Comunità decise di costruire un cimitero. Individuato un sito adatto, fu affidata la misurazione del terreno all'agrimensore Carlo Grassini, che ottenne per il suo lavoro un compenso di £ 18. Il terreno prescelto per il cimitero, con ingresso sulla piazzetta comunale, comprendeva un appezzamento di proprietà di Don Franco Negretti e quindi fu necessario effettuare una permuta di 2.23 pertiche (1936 mq).

L.agrimensore Grassini preparò il disegno (vedi fotocopia), indicò le dimensioni dei vari manufatti, i vari materiali di costruzione, e preparò un computo metrico estimativo di £ 1074,13.6 che servì come base per una gara di appalto. La cinta in mattoni cotti a vista doveva essere alta 4 braccia (m 2,38) e larga 4 once (15 cm), coperta da lastre di sarizzo, sporgenti di 1/2 oncia (cm 1,9) per parte. Le fondamenta erano fissate in 1 braccio e mezzo ( 89 cm). La cappella doveva contenere un altarino alto 21 once (79 cm), largo 15 ( 56 cm) e lungo 2 braccia (m 1,19). La cappelletta doveva essere tutta tinteggiata.

Quando nel 1786 i Deputati dell’Estimo di Buguggiate presentarono la richiesta di autorizzazione a costruire il cimitero, l'Intendenza Politica di Varese decise di indire lei un'asta per la costruzione di cinque cimiteri a Bizozzero, Gugliate, Morosolo, Azzate e Buguggiate, ciascuno con i relativi prezzi d'asta. Da tale decisione nacque una lunga serie di richieste, contro-deduzioni e ricorsi, alla fine dei quali restò appaltatore del cimitero di Buguggiate Pietro Giudice di Castiglione Olona. Costui, dopo una lunga serie di offerte al ribasso d’asta da parte di parecchi concorrenti, risultò vincitore con un’offerta di esecuzione dei lavori per £. 763,16.13 milanesi. Poiché il computo metrico estimativo del perito Grazzini indicava un importo complessivo di L.1.074,13.4, il ribasso del prezzo d'asta fu di quasi il 29 %. Evidentemente, allora non esistevano tangenti da pagare. E’ interessante rammentare come a quei tempi era organizzata l'esecuzione di un’asta. Innanzi tutto erano stampati e diffusi manifesti di annuncio d’asta, che fissavano la data entro la quale i vari concorrenti dovevano farsi registrare, e la cauzione che ciascuno di essi dovevan versare in anticipo. Nel giorno fissato, il tempo massimo per la presentazione di una offerta al ribasso era stabilito dalla durata di accensione di cinque candele una dopo l’altra Allo spegnimento dell'ultima, veniva accettata la cifra minima dichiarata a voce fino a quel momento.

La Regia Intendenza Politica Provinciale di Gallarate approvò la delibera seguita all'asta per i lavori di costruzione del cimitero (delibera con decreto del 11 Agosto 1787, N° 80, nel distretto di "Azate"). Il Capitolato d'Asta comprendeva: 1) - Le opere debbono essere eseguite secondo il disegno e le indicazioni del perito Grassini. 2) - Tempo di esecuzione delle opere: due mesi a partire dalla comunicazione all'assegnatario dell'approvazione del contratto d'asta da parte delle superiori Autorità. 3) - Il pagamento della somma indicata nel corso d'asta sarà effettuato per 1/3 ad opera iniziata, 1/3 a metà dell'esecuzione dei lavori, 1/3 a collaudo finale effettuato. 36

4) - Per la costruzione del cancello dovrà essere impiegato legno di rovere. 5) - L'appaltatore dovrà otturare i sepolcri esistenti dentro la Chiesa e fuori sul sagrato, senza toglierne i cadaveri, riempiendoli con calcinacci, scarti di materiali da costruzione, ghiaia, mattoni in cotto, toglierà le lapidi e i telai, "purché le lapidi non portino armi od iscrizioni gentilizie, nel qual caso ci si limiterà all’otturazione"; le lapidi ed i telai tolti resteranno di proprietà dell'appaltatore.

Nel 1786 è menzionato un primo mutuo di £ 1.200 con un certo Giovanni Battista Boschetti, tasso d'interesse, 4,5 %. Destinazione della somma, il costruendo cimitero. Nello stesso anno è menzionata la nomina di un deputato del personale a £ 7 annue, mentre due anni dopo viene assunto un seppellitore, con salario di £ 27. Il 10 ottobre 1788 la R. Intendenza Politica di Varese concede "a posteriori" il benestare per un esborso non autorizzato di L.80 effettuato dai Deputati dell'Estimo. Tale importo era stato pagato all'appaltatore del cimitero per i lavori di rimozione di un enorme masso rinvenuto durante lo spianamento del terreno, fuori dall'area, ma di dimensioni tali che avrebbe superato in altezza il muro di cinta.. Si trattava di un imprevisto non contemplato nel capitolato d'appalto. L'Intendenza avverte tuttavia i Deputati dell'Estimo "di guardarsi in avvenire da simili arbitri, colla comminatoria in caso diverso di doversi pagare dal proprio la spesa che verranno ad incontrare".

La Comunità alla fine del ‘700 Nelle ultime decadi del 1700 l'amministrazione comunale cominciò a prendersi carico anche delle spese per la manutenzione della Chiesa, del campanile, dell'orologio, della Casa parrocchiale e, più tardi, del cimitero, sostituendosi così alla “Scuola del SS. Sacramento” e contribuendo ai fondi a disposizione dei fabbricieri.

All’inizio del 1788 nasce una vertenza fra il Capitano, don Gaetano Galbarini, e la Fabbrica della Chiesa. Nel podere Fontana Ravasa, comproprietà tra la Chiesa per la piantagione di pioppi e la comunità per il pascolo, il Galbarini avrebbe piantato alcuni pioppi all'interno della siepe del podere. La "Scuola del SS: Sacramento”" elegge in seno alla confraternita come procuratori Bartolomeo Bossi e Francesco Visconti (oppure, in caso di sua ineleggibilità poiché ricopre anche la carica di sindaco, Domenico Moranzoni), perché operino ed agiscano in nome e per conto della Chiesa Parrocchiale, a norma delle leggi imperiali e degli statuti di Milano, per definire la vertenza. Non si conosce l'esito, ma dal contesto vediamo ancora una volta ribaditi il prestigio e l'autorità della "Scuola" nell'ambito della comunità.

Il 13 Luglio 1788, alla presenza del Conte Francesco Bossi, di suo zio Vitugliano Bossi e del Sig. Giuseppe Crugnola, deputati dell'estimo per Buguggiate, del Sindaco Francesco Visconti e del Console Antonio Aimino, il perito Grassini collauda i lavori del cimitero. Il complesso risulta ultimato a regola d'arte in ogni sua parte

La vicenda Negretti Il 30 Agosto 1789 un certo Antonio Negretti, proprietario in "giuspatronato" (conferimento di beni ecclesiastici) di terreni in Buguggiate gravati da obbligo di corresponsione di S. Messe alla Parrocchia, nonostante tale obbligo gli sia stato sospeso su sua istanza per cinque anni, chiede al R: Imperiale Consiglio Governativo di potere stipulare un contratto di affitto per tre novenni con persona disposta a subentrargli nella gestione e a reintegrare scorte vive e morte dei suoi beni, attualmente "tanto in disordine" da non consentirgli di tranne quanto necessario per vivere lui e la figliolanza. La R. Intendenza Politica di Varese trasmette la richiesta al R. Cancelliere Francesco Buzzi in Varese. Questi chiede informazioni al curato di Buguggiate, il quale esprime parere negativo 37 all'affitto per tre novenni, in considerazione soprattutto della condotta morale del richiedente. Sulla base di quanto comunicatogli dal Parroco, il Buzzi nega l'autorizzazione, affermando che dall'affitto per la figliolanza "ne ridonderebbe invece maggior danno poiché il padre fa vita oziosa e ha già consumato la di lui sostanza".

Il 30 Gennaio 1794 fu comperata una nuova carretta per il trasporto delle salme dalla Chiesa parrocchiale al cimitero. E già nel Giugno dello stesso anno fu necessario rifare i due pilastri di sostegno del cancello di legno del cimitero.

Sotto il dominio francese Nel 1797 risultano spese £ 155 per il mantenimento di tre "uomini d'armi" e £ 10 per l'allestimento dell'albero della Libertà. Sono tutte spese imposte dal nuovo regime francese iniziato l’anno precedente con l’arrivo dell’Armata napoleonica. Ancora nel 1800 c'è un'uscita di £ 33,15 per mantenere militari tedeschi e cisalpini.

Il 3 Novembre 1797 il governo della Repubblica Cisalpina divise il territorio dell'antico Ducato di Milano in 11 Dipartimenti. Ogni dipartimento era suddiviso in distretti. Varese divenne capitale del Dipartimento del Verbano. Al suo distretto appartenevano i Comuni di Azzate, , Bizzozero, Bobbiate, Capolago, , , Daverio con Dobbiate, Galliate, Gazzada, Gurone, Lissago con Calcinate, Lomnago, , con S. Salvatore e Monte Morone, Masnago, Morosolo con Mostonate e Calcinate del Pesce, Oltrona con Groppello, S. Ambrogio, S. Maria del Monte, Schianno, Velate con Rasa e Fogliaro. Nell’elenco non figura Buguggiate, forse annesso ad un Comune confinante. Con decreto 1 Settembre 1798 la Repubblica Cisalpina modificò tale ordinamento e il distretto o circoscrizione di Varese fu aggregato al Dipartimento di Como. Successivamente, nel 1801 fu costituita la Prefettura di Como, dalla quale dipesero sia il Comune di Varese, sia quelli già da Varese dipendenti.

Il 12 Fiorile dell'anno VI Repubblicano, corrispondente al Maggio 1798 Repubblica Cisalpina imposta da Napoleone dopo l'entrata a Milano il 15 Maggio 1797) l’Agenzia Centrale dei Beni Nazionali comunica al “cittadino” Giovanni Battista Gattico, canonico teologo presso la Collegiata di Varese, di informare la Parrocchia di Buguggiate che la congrua annuale del Parroco sarà aumentata da 295 a 400 Lire. Tuttavia, in periodo di vacanza della cura (mancanza di un parroco), tale somma comprenderà, senza gravarne il Fondo Nazionale, anche la congrua mensile di £ 30 destinata al Viceparroco, cittadino Luigi Della Croce. Don Gattico comunica tale disposizione ai Deputati dell'Estimo. (Tra i numerosi decreti di una Repubblica Cisalpina voluta da Napoleone dopo la sua entrata in Milano il 15 Maggio 1797, figuravano anche il cambiamento dei nomi del mese e l’obbligo di rivolgersi alle persone, qualsiasi carica civile o ecclesiastica avessero, con l’appellativo di “cittadino”; in particolare, la burocrazia libertaria francese non riconosceva i titoli della gerarchia ecclesiastica).

Un’affittanza contestata Il 23 Germinale dell'Anno VI Repubblicano (Marzo 1798), "in nome della Repubblica Cisalpina Una ed Indivisibile" l'Agenzia Centrale dei Beni Nazionali comunica al Cittadino (non più don) Franco Buzzi, Cancelliere per il Censo in Varese, di negare il benestare ad una affittanza, accordata dal teologo Giovanni Battista Gattico, Deputato dei cittadini per Buguggiate. Tale affittanza, per £ 140 annue (del Regno d’Italia napoleonico), riguarda i "pochi fondi dotali" della Sede parrocchiale vacante di Buguggiate, comprendendo anche il giardino e le chiesette annesse. Poiché i Deputati dell'Estimo locali avevano chiesto lo stralcio del giardino dal complesso dell'affittanza per affidarlo in beneficio al sacerdote supplente del parroco, l'Agenzia Centrale 38 dichiara che l'affittanza in atto stipulata da don Gattico deve essere considerata ultimata, e tutti i fondi dotali debbono essere affittati all'attuale Vice-parroco, don Giosuè Avonti, per £ 140 italiane annue, che egli trarrà del suo onorario mensile di £ 30 per tutta la durata della vacanza Parrocchiale. Ai Deputati dell'Estimo ed al Vice-parroco resta affidato il compito di rifondere le “poche spese”sinora sostenute dagli attuali affittuari. Il Cancelliere Buzzi è invitato ad intervenire affinché Gattico ed i Deputati dell'Estimo cerchino una soluzione amichevole con gli attuali affittuari. (Per inciso, la Sede Parrocchiale di Buguggiate era vacante già dal 26 Aprile 1794).

Alla presenza dei Deputati dell'Estimo e di altri testimoni, don Giosuè, forte "delle competenti sue ragioni apostoliche, tanto all'Art. 9 dell' Investitura d'affitto, quanto al suaccennato Decreto dell'Agenzia Centrale", comunica ai detti affittuari "formale denuncia di finita locazione" dei beni Parrocchiali in questione. Con lettera del 8 Fiorile dell'Anno VI della Repubblica Cisalpina (27 Aprile 1798), gli affittuari Domenico Nicora e Giuseppe Moranzoni non accettano di troncare l'affitto. E anche Don Gattico protesta ponendo qualche cavillo. Deve – egli argomenta - essere l'affitto considerato finito dalla data della determinazione dell'Agenzia Centrale, oppure, come sarebbe più razionale, a partire dalla prossima annata agraria? Una fine immediata non sarebbe consona alle consuetudini locali, in buona fede considerate da entrambe le parti al momento della stipula, ossia disdetta entro Aprile ed uscita dell'affittuario o del colono a San Martino (11 Novembre), così dandogli il tempo sia di ultimare i raccolti in atto, sia di trovare un'altra sistemazione. Anche se l'affittanza avesse soltanto la durata di un anno, non sarebbe possibile affidare i terreni ad altro coltivatore prima di San Martino, altrimenti egli (Gattico) sarebbe costretto ad offrire altri terreni agli attuali affittuari, o a provvedere al loro sostentamento. Inoltre, si troverebbe ad affrontare controversie e discussioni sui quantitativi di concimi e di sementi impiegati, sul valore dei raccolti pendenti e delle ore di lavoro effettuato.

L'Agenzia Centrale, allora, incarica nuovamente il Cancelliere Buzzi di cercare un accomodamento amichevole. Il 9 Pratile dell’anno VII della Repubblica, (Maggio 1799), Buzzi comunica all'Amministrazione Centrale del Verbano che a seguito dell'aumento della congrua parrocchiale in occasione della nomina di un nuovo Parroco (don Giuseppe Coldani, 1799) "non deve avere effetto l'ordinata rescissione"

La comunità richiede un Parroco L'11 Frigorifero (Novembre) dello stesso Anno VI, desiderando di avere un Parroco, o quanto meno un sacerdote che voglia risiedere in Buguggiate, i Deputati dell'Estimo ed i Fabbricieri della Parrocchia, tramite lo stesso canonico Gattico, inoltrano una petizione all’Arcivescovo di Milano. I Deputati dell'Estimo e tutti i "terrieri" comunicano la "loro precisa ed immutabile voluntà che il Vice Parroco che avrà a succedere in detta Cura durante la Parrocchiale vacanza debba stare in Buguggiate suddetto, ad oggetto di essere più alla portata per tutti quei bisogni spirituali che sarà del caso e per essere ciò il nostro comune assenso, in prova di che ci siamo di proprio pugno sottoscritti" .

Antonio Marliani, Deputato dell'Estimo Giuseppe Righetti, Deputato dell'Estimo Giovanni Gazzotti, Deputato dell'Estimo Giovanni Masini, Sindaco Antonio Carabelli, Console

Da Milano Don E. M. Bonomi, incaricato dall’Arcivescovo, scrive a Don Gattico perché si adoperi affinché il Vice-curato Don Luigi Della Croce risieda di notte in Buguggiate. “….all’oggetto di 39 pertanto ovviare qualunque sconcerto, che potrebbe derivare da tal malcontento, mi rivolgo a Voi perché procuriate di indurre detto Sacerdote a pernottare in luogo, persuadendomi che ivi vi sarà a letto e quanto a loro può occorrergli all’uopo; in caso poi non vi fosse, cerchiate di parlare cogli stessi istanti e di prendere que’ concerti che stimerete di convenienza; nel caso poi lo stesso Sacerdote ricusasse di prestarsi, potreste cercarne altro il quale non difficoltasse ad aderire alle giuste premure di que’ parrocchiani”.

Successivamente, non essendosi risolto il contrasto con il Vice parroco, i Deputati dell'Estimo fanno sentire con maggiore forza la loro opinione. In una lettera indirizzata sempre al canonico don Gattico, essi dichiarano innanzi tutto che nonostante le preghiere di tutti i terrieri, negli ultimi tre anni il Vice Parroco non ha mai abitato a Buguggiate. Pertanto, avendo ricevuto dagli Ordini Superiori l'ordinanza di allestire il mobilio necessario per la casa del Vice Parroco "in cura vacante come da pratica", accertato "il comune parere del popolo", rispondono al Superiore Ecclesiastico che non vogliono "prestarsi per tale mobilia a meno che il Superiore medesimo non si degni sostituire al presentaneo Vice Parroco Luigi Della Croce altro Soggetto più benevolo alla stessa comunità. Questo è quanto con ingenuità rappresentano al cittadino teologo della Collegiata di Varese Gian Battista Gattico affinché frapponga i di Lui autorevoli officj col far intendere a chi si aspetta di questa decisiva determinazione de' parrocchiani stessi di Buguggiate”. Segue una serie di firme:

Antonio Marliani, Deputato dell'Estimo Giuseppe Righetti, Deputato dell'Estimo Giovanni Gazotti, Deputato dell'Estimo Giovanni Masini, Sindaco Antonio Carabelli, Console ed inoltre, Carlo Bossi, Giuseppe Macchi, Settimo Broggini, Paolo Bonetti, Francesco Brugna, Gaspero Moranzone, Alessandro Cappiotti, Giovanbattista Bianchi, Giovanni Peruchoni, Giuseppe Rovelli, Felice Baratello, Paulo Gianbarini, Carlo Rovelli, Andrea Baratello, Antonio Maria Tagnuchetti, Giacomo Monti, Battista Pellegrini, Domenico Giussani, Carlo Rovato, Domenico Vivirolo, Gaudenzio Ghiringhelli, Domenico Samarugha, Antonio Francesco Magno, Simone Ghiringhelli, Francesco Bernascone.

Infine, da Gazzada, il Vice Parroco in questione informa la Superiore Autorità che nella prossima festività, " in Missa solemni" annunzierà al popolo la sua intenzione di lasciare l'incarico di Vice Parroco di Buguggiate, continuando, tuttavia, a prestare assistenza religiosa fino a quando sarà sostituito. Nel frattempo, data questa sua decisione, prega di "trattenere quell'infame ricorso".

Buguggiate nel 1800

Vicende comunali Tra la fine del 1700 ed il 1805, la popolazione aumentò da 343 a 370.

Anche durante il 1800 continuò per il nostro Comune la serie dei mutui e dei prestiti spesso contratti allo scopo di onorare mutui preesistenti. 40

Il 9 Dicembre 1809 venne estinto un debito di £ milanesi 809,6.9 con la Sig.ra Giulia Bodo, vedova C o r t i .

Nel 1805, prima del suo insediamento come parroco, don Francesco Bianchi Morandi dovette ottenere il beneplacito del Prefetto Dipartimentale del Lario, che a sua volta doveva avere il benestare del Ministro per il Culto in Milano. Così imponeva la dominazione francese, come Repubblica Cisalpina prima, e poi come Regno d'Italia. Don Morandi elencò brevemente lo stato del culto nel Comune: - Chiesa Parrocchiale, mantenuta per lo più da elemosine, da 9 legati per S. Messe, da rendite provenienti da alcuni terreni. Amministrata dai Fabbricieri. - Oratorio di S. Giovanni Battista, mantenuto ed amministrato dai membri della Confraternita del SS. Sacramento. - Oratorio di S. Antonio, di proprietà di Daniele Marliani. - Oratorio di S. Caterina, mantenuto da elemosine dei "terrieri" e dall'affitto di un fondo (circa 60 £ a n n u e .

Nel censimento del 1808, Buguggiate risulta Comune con 301 abitanti ed un estimo complessivo di 17658.1.3 lire del Ducato di Milano. E nel censimento degli animali, a Buguggiate risultano presenti 4 pecore stanziali e 3 cavalle da sella.

Nel 1809 don Morandi lasciò la parrocchia e diventò parroco di Gazzada. In questo, come in altri casi di vacanza, il Governo francese nominò, per la normale amministrazione della parrocchia, alcuni delegati per il culto.

L’Amministrazione francese dei Comuni I Comuni erano distinti in 3 classi: la 1a, con oltre 10.000 abitanti, la seconda con oltre 3.000 abitanti, la terza con meno di 3000 abitanti. Essendo Comune di 3a classe , Buguggiate aveva un Consiglio Comunale di 15 membri (contro i 40 ed i 30 dei Comuni appartenenti alle due classi superiori). Tre di questi consiglieri potevano non essere possidenti purché avessero 35 anni compiuti, possedessero "uno stabilimento di agricoltura, d'industria o di commercio” nel Comune, e pagassero la tassa personale. I Consigli comunali dovevano essere convocati 15 giorni prima. Per quelli di 3a classe provvedeva il Cancelliere del Censo, con il suono di campana o il tamburo del messo. In generale, si tenevano due sedute normali, una in gennaio/febbraio, l'altra in settembre/ottobre.

Il 6 Gennaio 1808 il Viceprefetto di Varese ordina ai Comuni di "Bigugiate" e di Gazzada di pagare rispettivamente 10 e 12 Lire italiane per le panche ad uso delle scuole elementari. Alla stessa data del 1810 la stessa Autorità autorizza il Comune a pagare £ 15 italiane per l'affitto del locale ad uso scuole elementari. Si tratta delle prime notizie attestanti la presenza di una scuola elementare nel Comune.

In data 30 Settembre 1809 la Vice-Prefettura di Va, Dipartimento del Lario, Provincia di Como, Regno d'Italia, concede il benestare per le riparazioni alla Stravazza, la strada che porta a Capolago (allora frazione di Varese). Il perito Bazzini viene compensato con £ 70,38 italiane per il suo lavoro di progettazione.

La Sig.ra Gerolama Bossi lascia un legato a favore degli abitanti della frazione Erbamolle, perché venga celebrata una S. Messa nei giorni festivi all'Oratorio di S. Caterina. Come richiesto dalla leggi di allora, si pubblica un manifesto: chi vuole presentare " insinuazione", lo deve fare entro 30 giorni dal 29 Novembre 1809. Trascorso tale termine senza reclami, beneficiario del lascito diventa il parroco, don Francesco Vincenti. 41

Il 12 Settembre 1811, ultimati i lavori alla Stravazza, la Prefettura Dipartimentale del Lario pubblica un avviso, ai sensi dell'Art. 15 del Regolamento di Disciplina del 6 febbraio 1808, per tutti coloro che potrebbero avere subito danni durante le riparazioni a quella strada, avvertendoli di presentare richiesta di indennizzo entro 20 giorni, trascorsi i quali sarà pagata all'appaltante l'ultima rata e non verrà più dato corso ad ulteriori richieste.

Buguggiata incorporata in Gazzada e Bizzozero Sempre nel 1811 Buguggiate finisce incorporata nel Municipio di Gazzada con Buguggiate. Sindaco municipale è Domenico Baratelli, il quale nomina sagrista, cioè sagrestano, Giovanni Bossi. L'atto di nomina elenca una lunga e minuziosa serie di incombenze e doveri, e una lunga lista di servizi straordinari con relativi compensi. Tuttavia, la cifra del salario base è restata in bianco. Parroco era don Franco Vincenti.

Il 30 Luglio1812 ebbe luogo una concentrazione dei Comuni, e Buguggiate, come attesta il frontespizio degli atti di matrimonio della parrocchia in quel periodo, diventò frazione del Comune di Bizzozero con Gazzada e Schianno.

Ingerenza politica nella “ Scuola del SS.Sacramento Nel 1812, Antonio Baratelli è nominato Delegato Politico presso la "Scuola del SS. Sacramento". Senza la sua presenza ed il suo consenso le elezioni interne non sono considerate valide. Ancora un’ingerenza del potere politico, consapevole che la "Scuola" continua ad esercitare una grande influenza nell'ambito della comunità.

Ancora sul lascito Negretti Nel 1813 ritorna d'attualità il lascito di Cristoforo Negretti. Costui, possidente di terreni agricoli in Buguggiate, alla sua morte nel 1687 dispose che con i redditi delle sue proprietà gli eredi versassero in perpetuo la somma necessaria per la celebrazione quotidiana di una messa. Come abbiamo già annotato, nel 1784 un suo discendente, Carlo Antonio Negretti, allegando motivi di insufficienti entrate provenienti dai terreni, ottenne una sospensione quinquennale dall'obbligo di corresponsione della S. Messa quotidiana. E nel 1789, affermando che i fondi di sua proprietà erano talmente in disordine da non consentirgli di trarne il sostentamento della sua famiglia, chiese di potere effettuare un contratto d'affitto della durata di tre novenni con persona disposta a reintegrare scorte vive e morte dei suoi terreni. Su richiesta del R. Cancelliere, il curato don Antonio Maria Bardelli diede parere sfavorevole perché il Negretti conduceva vita oziosa e aveva dissipato i suoi averi. Alla morte di Carlo Antonio, i figli Pio e Pietro (quest’ultimo ancora minorenne) furono affidati a Giuseppe Orrigoni, il quale lasciò scadere il quinquennio di esenzione senza chiederne una proroga. Successivamente i due ragazzi furono adottati dallo zio Gerolamo Pusterla. Costui sostenne che per mantenerli doveva impiegare i redditi dei loro terreni, ed avanzò una supplica chiedendo che i ragazzi ancora una volta fossero dispensati per un quinquennio, più il tempo trascorso senza avere richiesto proroga, dall’obbligo di pagare le messe. Di quinquennio in quinquennio di esenzione accordati, si arrivò al 1813, quando le Autorità ecclesiastiche stabilirono che, avendo raggiunta un’età nella quale erano in grado di bastare a se stessi, i due eredi dovevano fare fronte agli obblighi presi dall’avo. Si finì per concordare un obbligo di due messe mensili.

Notazioni varie Il nostro Comune comincia nel 1813 a costituire un archivio, ordinato per argomenti. Invece la locale Congregazione di Carità inizierà il suo archivio soltanto nel 1881. 42

Da una serie di cifre contabili reperite tra gli anni 1814 e 1816 è possibile dedurre un valore di cambio tra le Lire Milanesi e le Lire del Regno d' Italia napoleonico: 1 Lira italiana = 1,302 Lire Milanesi.

Durante il 1817 sono menzionate riparazioni al tetto della Chiesa Parrocchiale per un importo di £. 48.83, autorizzate secondo la solita trafila burocratica, caratteristica della subentrata dominazione austriaca.

La prima carta bollata da cent. 10 rintracciata in archivio comunale reca la data del 1° Luglio 1818. Si tratta di un estimo/fattura di falegname per l'apertura di una finestra nella cucina della casa parrocchiale (importo £. 66.1.9)

Nel 1819 - 1820 27 famiglie risiedevano nel centro del paese, 7 in zona Sardegna, 3 in “Cassina” Montalbo, 1 in Campagnuole e 4 in Cassinaggio Erbamolle. Totale 42. Nel 1832, ce n’erano 26 in centro, 9 in Sardegna, 3 in Montalbo, 1 in Campagnole e 5 in Erbamolle. Totale 44.

In concomitanza con altre opere eseguite dal limitrofo Comune di Capolago, nel 1821 viene spurgato il torrente Fossaccio, per favorire lo scarico di acque pluviali nel lago. A quel tempo sul Regno Lombardo Veneto regnava l'Imperatore Francesco I d’Austria e la carta bollata costava cent. 50.

Reati e pene Giuseppe Antonio Fortunato Corradini, nipote del Parroco don Andrea Corradini, viene arrestato per furto il 2 Marzo 1821 e detenuto per 20 giorni. Viene rilasciato raccomandando allo zio di fargli una severa reprimenda. Come era prassi per tutti gli altri detenuti al momento del rilascio, anche il Corradini viene preso in consegna a Varese da una Guardia municipale e dal Cursore e scortato a Buguggiate, dove è affidato sotto sorveglianza alla Deputazione Comunale. Lo si colloca come inserviente presso un certo Carlo Poma, ma dopo 4 mesi lui taglia la corda portando con sé tutto il suo vestiario. E' ignoto il seguito della vicenda. Tuttavia, se non è un caso di omonimia, risulta dagli atti che nel 1823 un tale Fortunato Corradini, nativo di Verucole (Modena), ma da anni residente a Buguggiate, chiede un lasciapassare per tornar definitivamente a Verucole, onde prendersi cura dello zio Andrea Corradini. Il lasciapassare che gli è concesso reca a fianco i connotati: anni 21 -statura 5,1 piedi - capelli neri, ciglia nere, occhi castani, fronte stretta, viso lungo, colorito vivace, ginocchia soverchiamente rivolte in dentro.

All'uscita dalle carceri, occorreva essere in possesso di una " Fede di Sanità " firmata dal Medico delle carceri, attestante " l'assenza di ogni sospetto di malattia di carattere epidemico e contagioso ".

Anche a quei tempi c'era chi dava nomi falsi e falsa provenienza o residenza. Ne nasceva un mucchio di disguidi e di corrispondenza fra agenti comunali, funzionari di polizia e di giustizia.

Le cronache di Buguggiate non riportano notizie di furti clamorosi tra il 1818 e il 1846. Per lo più si accenna a sottrazioni di panni da lavare, di stoviglie, di canapa, di erba, di gelsi appena piantati. Da segnalare che il 2 Novembre 1837 fu la guardia comunale ad essere sorpresa con le saccocce pine d'uva appena sottratta. Tutti i furti, ferimenti. atti di violenza erano denunciati direttamente, oppure tramite le Guardie, al R.I. Commissario Distrettuale con sede in Varese. Quindi, per lo più erano gli Agenti Comunali gli estensori dei rapporti di furti, aggressioni, atti di violenza, ecc.,. 43

Era proibito detenere armi da fuoco senza licenza e circolare con armi proprie o improprie senza regolare porto d'armi. Era vietato anche circolare con un falcetto in giorno festivo: un contravventore buguggiatese fu condannato a soli 4 giorni di detenzione trattandosi della prima volta. E nel Febbraio 1845, un contadino, Luigi Brugnoni, fu condannato per detenzione di uno "schioppo senza licenza sovrana " ad un mese di reclusione, tenendo conto, come attenuante, la sua ottima condotta morale, religiosa e politica. Per ottenere il porto d'armi occorreva esibire un certificato di buona condotta morale, religiosa e politica, rilasciato dal Deputato politico del Comune. Se il porto d'armi era richiesto da un proprietario per il proprio colono, occorreva che il richiedente fosse titolare di un determinato estimo fondiario. Il Deputato comunale aveva facoltà di trasmettere al Commissariato Distrettuale le richieste di porto d'armi e di passaporto anche con un parere sfavorevole quanto a moralità, per delitti o infrazioni precedenti. Questo fu il caso di un certo Rovelli. Dietro richiesta del Commissario Distrettuale di Varese, la Deputazione Comunale, in data 10 Agosto 1848 scrisse che il Rovelli non aveva buona condotta morale (“non si vede mai in chiesa") e politica (" perché va in giro con una pistola a due colpi, e anche con un archibugio da caccia, dicendo di avere il permesso delle Superiori Autorità "). Oltre ai porti d'armi richiesti per guardianìe private nei fondi di proprietari, spicca quello rilasciato il 3 Luglio 1832 a Don Carlo Ghiringhelli di Buguggiate. Motivo: “si deve recare di buonora nei giorni festivi a Crosio per celebrare la messa, transitando per siti piuttosto isolati”. La tassa annuale di porto d'ami era di 30 centesimi.

Come abbiamo accennato sopra per Corradini, per espatriare dai domini austriaci occorreva un passaporto (lasciapassare) con tassa di £ 1,90. Tale documento venne rilasciato ad un carrettiere, Luigi Martignoni, dovendosi egli recare nel Ducato di Modena e nelle Province Venete. L'espatrio clandestino era punito al momento del rimpatrio. Il 17 Maggio 1846, 4 buguggiatesi che si erano recati a Ponte Tresa e a Melide in cerca di lavoro, sorpresi al rientro a Morcote senza lasciapassare furono diffidati e avvertiti di gravi conseguenze penali in caso di recidiva.

Occorrevano licenze anche per l’esercizio di osterie, per la mescita di vini ed alcolici e per consentire nei locali giochi permessi dalle leggi vigenti. Il 16 Maggio 1844 tali licenza furono concesse a Luigi Martignoni, che nel frattempo da carrettiere era diventato commerciante di granaglie ed oste.

Lavori pubblici Nel 1822 la Deputazione dell'Estimo deve fare effettuare con tutta urgenza il restauro dei muri del cimitero e della cinta di sostegno del sagrato della Chiesa Parrocchiale, per un importo di £ 85,96.

La vigilia di Natale del 1824 ha luogo la verifica annuale delle opere di manutenzione di alcune strade di collegamento con i Comuni di Azzate e di Gazzada. L'ingegnere incaricato dei collaudi constata che i lavori non sono stati eseguiti a regola d'arte e non concede benestare, ritenendo che essi debbano essere ricontrollati in seguito. Pertanto l'annualità pattuita di £ 213,79 per i lavori stradali viene ridotta a £ 89,66. I controlli richiesti dalla burocrazia austriaca erano veramente minuziosi. Ne fanno fede i computi metrici giacenti in archivio comunale.

Ancora nel 1830 vigeva il sistema di asta novennale per la manutenzione, oltre alle strade, del Cimitero e della lavanderia pubblica.

L’obbligo militare Quanto a pedanteria e pignoleria, anche l’esercito austriaco non aveva nulla da imparare. Giuseppe Albini ex-militare di fanteria invalido, ma ancora sotto ferma, chiede in data 14 Settembre 1836 all'Imperiale Regio Commissariato Distrettuale di Varese l'autorizzazione a contrarre 44 matrimonio, specificando che in tal modo egli migliorerebbe anche la sua situazione economica. Secondo quanto richiesto dalle disposizioni allora vigenti, alla sua domanda egli allega una serie di dichiarazioni rilasciate dal Parroco Don Pietro Torniamenti, le firme del quale sono autenticate dalla Delegazione Comunale, comprovanti: - che Giuseppe Albini fu battezzato il 25 Maggio 1810; - che la promessa sposa, Maria Giuseppa Perucconi, residente in Buguggiate, è "di lodevole ed esemplare cristiana condotta "; - che il padre della promessa sposa, Bernardo, si è impegnato a corrispondere come dote la somma di £ 800 milanesi, cosicché lo sposo potrebbe migliorare la sua condizione.

La pratica, inoltrata dal commissariato di Varese a quello superiore di Como, viene respinta in data 20 Aprile 1837 al mittente, non avendo egli denunciato l'eventuale apporto economico che la Perucconi potrebbe dare al cespite famigliare con una sua attività lavorativa quotidiana. Non si conosce quale sia stata la risposta dell'Albini, ma è certo che la faccenda va tanto per le lunghe che Albini, pur di potere contrarre il matrimonio, inoltra domanda di congedo con la proposta di rinunciare alla pensione militare accettando un compenso di 100 fiorini austriaci "una tantum". E soltanto il 12 Dicembre 1838 il Comando di Deposito di Como risponde che essendo Giuseppe Albini da più di un anno titolare di pensione di invalidità, gli può essere accreditata solo "una gratificazione" di 36 fiorini. Se soddisfatto, Albini si presenti al Commissariato Distrettuale di V a r e s e . Evidentemente Giuseppe Albini accettò pur di sposarsi. Infatti una lettera del Comando di Deposito di Como a quello di Varese chiede che l'Albini si presenti a Como per ritirare congedo e gratifica. Da Varese si informa la Deputazione Comunale di Buguggiate perché avverta l'interessato. La conferma, probabilmente stilata dal cursore comunale è la seguente: “In questo giorno suddetto (2 febbraio 1839) fu "elletto" questo ……foglio" alla orecchia " del militare Albini suddetto e si rimette alla I. R. Commissione Distrettuale il presente avviso”.

Tra il 1838 e il 1860 le leve militari erano effettuate fissando ai singoli Comuni contingenti che dovevano essere rispettati. Ai coscritti che sulla base di documentazione Comunale e Parrocchiale dimostravano di essere "sostegno essenziale" per la sopravvivenza dei famigliari erano concessi permessi illimitati. In generale, in quel periodo erano tra due e quattro ogni anno i coscritti di leva di Buguggiate.

Il 4 Luglio 1838, la Deputazione Comunale informa, con allegato certificato medico, l'Imperiale Regio Comando di Circoscrizione di Como che il militare Giuseppe Moranzoni non è in grado di trasferirsi a Como per essere inviato al Corpo per le manovre, alle quali non potrebbe partecipare neppure se lo si facesse trasportare. Il 7 Luglio il Comando di Como informa quello di Varese che Moranzoni deve essere curato nell'Ospedale civico di Como. Se non è in grado di marciare, sia trasportato a Como con mezzo idoneo.

I bilanci parrocchiali Ogni anno la Parrocchia doveva inviare alla Deputazione Comunale, per l'approvazione, un bilancio consuntivo dell’anno precedente Quello relativo al 1838 è interessante perché ci consente di apprezzare i volumi di entrate e di uscite. Le entrate furono costituite da una rimanenza attiva 1837 di £ 212,81, da affitti per £ 44.13, da introiti vari ( questue, elemosine, offerte) per £ 489, 76, con un totale complessivo di £ 746.70. Le uscite furono £ 77,68 per salari, £ 6,59 per imposte, £ 561,08 per la Chiesa e funzioni, £ 253,25 in beneficenze e spese varie con un totale di £ 898,60. Ci fu, dunque, un disavanzo di L: 151,9. 45

Agli inizi del 1840 risulta costruita una nuova strada sul lago dai confini con Azzate a quelli con Capolago.

Ancora lavori pubblici La Prefettura comunica l’otto Novembre1841 il benestare al progetto del tronco di strada Piazza Comunale - Chiesa Parrocchiale per celebrare la "faustissima" visita di S.M. l'Imperatore Ferdinando 1° Re del Lombardo-Veneto. Si dovrà procedere all'esproprio di terreni posseduti da Cristoforo Orrigoni, Dina Melzi, Prebenda della Parrocchia, Eredi Carnevali del fu Giacomo. La stesura del progetto è affidata all'ing. Luigi Ermolli, e comprende anche la sistemazione del tratto stradale che conduce alla sponda del lago di Varese. L’asta pubblica per l’aggiudicazione di questi lavori viene tenuta sulla pubblica piazza il 13 dicembre successivo.. Il prezzo base d'asta è di £ austriache 1.867,67, più £ 47,21 per la manutenzione annua della strada stessa. A comprovare che a quell’epoca esisteva un gran bisogno di lavorare, sono i ben 154 ribassi da £ 1 a £ 4, annunciati verbalmente dal messo comunale, prima di arrivare all'aggiudicazione a £ 1.299 più £ 47. Il Deputato Amministrativo di Buguggiate, Carlo Cova, affida l'appalto ad un certo Tabacchini.

Poiché viene abbandonato un tratto della vecchia strada, se ne autorizza la vendita dietro regolare perizia, fatte salve le eventuali richieste di terzi aventi diritto di passaggio.

Nello stesso anno, in sede di verifica, sono elevate parecchie contestazioni all'appaltatore della manutenzione per il cattivo stato delle strade e si procede alla sospensione del pagamento. Le strade interessate erano: - strada dal confine con Gazzada al confine con Azzate, - strada dalla provinciale a Buguggiate centro, - strada che dalla provinciale immette in frazione Sardegna, - strade interne di Buguggiate, - strada dalla parte superiore di Capolago, - strada tra Azzate e Capolago "dalla parte dei prati", - strada della sorgente e della lavanderia pubblica, L'appaltatore si giustifica imputando quanto contestatogli ad una straordinaria alluvione avvenuta quell'anno. Il capitolato d’opera novennale per la manutenzione delle strade comprendeva anche le manutenzioni del lavatoio pubblico e del cimitero.

Dal rendiconto amministrativo:dello stesso anno: Spese ordinarie, £ 4.800, 88 + Fondo di riserva per piccole spese impreviste, £ 14,11.Totale £ 4 . 8 1 4 , 9 9 . Entrate ordinarie, £ 3.514,74 Disavanzo, £ 1.300,25 Mezzi per il pareggio del bilancio: Tassa personale di £ 2,99 su n. 87 “collettabili” = £ 260,13 Sovraimposta di soldi 0,6 per ogni scudo sull'estimo di scudi 17.638,.1.3 = £1.040,12 Totale £ 1.300,25

Quell’anno, la popolazione era di 408 anime.

Rapinatori, e controversie Un caso di banditismo .La sera del 31 Maggio dello stesso 1842, tornando a casa da Varese per la strada di Capolago, quasi al confine con Buguggiate, Giovanni Bossi e Giuseppe Nicora furono aggrediti da due individui "inermi". A Bossi fu sottratto il denaro che portava con se, 5 o 6 Lire 46 imperiali. Più fortunato fu Nicora. Spinto a terra da uno dei due " malandrini ", ruzzolò giù per una ripa, e approfittando dell'oscurità si nascose dietro un cespuglio. Ecco come i due malcapitati descrissero gli aggressori: uno, alto e snello, indossante pantaloni e marsina di color scuro, l'altro, più piccolo, in pantaloni e giacchetta scuri, con un berrettino dalla visiera lunga che gli copriva in parte il volto. Dopo la denuncia alle Guardie, furono svolte lunghe indagini che portarono a sospettare di un certo Cipriano, soprannominato "Titta", di Azzate e dei fratelli Giosuè e Giovanni Ossola, di Capolago. Il primo non fu visto in Azzate in quei giorni; quanto ai secondi, pur essendo sospettabili per la loro abituale condotta "alquanto dubbia" e " gli ignoti loro mezzi di sussistenza ", non fu possibile trovare prove a loro carico. Forse Bossi aveva riconosciuto almeno uno degli aggressori, ma tacque per timore.

(Intanto si continua a trovare nei documenti storpiature del nome del Comune: "Biguggiate", in un atto della Congregazione Municipale di Varese del 2 Gennaio 1843, e addirittura in un atto di certificazione di buona esecuzione di lavori stradali in appalto, emesso dalla Segreteria Comunale : "Bugicatte").

Durante il 1845 Antonio Maria Crugnola di Buguggiate acquistò alcuni buoi da Giovanni Corti di Morazzone. Subito dopo averli portati nella stalla, constatò che uno dei capi era ammalato. Cercò di ottenere dal Corti la restituzione del bue malato, o quantomeno il rimborso del prezzo del suo acquisto. Falliti i tentativi di definizione bonaria, Crugnola si rivolse al R. I. Pretore, allegando alla sua denuncia una perizia, stilata da Daniele Mazzucchelli di Morazzone e una lista di testimoni. Tuttavia, con sentenza del 6 Giugno 1846, il Pretore rigetta il suo ricorso con i seguenti motivi: - Daniele Mazzucchelli ha visitato il bove trovandolo affetto da “polmonea di antica data” e si qualifica come “perito approvato”, qualifica che in atti non trova giustificazione e, per di più è contestata da Corti; - inoltre non è provato che il bue in questione sia uno di quelli venduti da Corti; - a prescindere da tutto ciò, la perizia fatta eseguire ad un solo perito anziché a due e senza la presenza della controparte non ha contro di essa alcun valore legale; - così come non vale neppure il giudizio sulla malattia espresso dai testimoni citati da Crugnola. Costui,per fare valere i propri diritti, avrebbe dovuto chiedere al Giudice di fare eseguire la perizia giudiziale prescritta al macello. Pertanto, non essendo possibile al Crugnola dimostrare che la malattia preesisteva prima dell’acquisto, non può avvalersi della circostanza che Corti rifiuta sia di ritirare la merce, sia di restituire il denaro. Di conseguenza, si rigetta il ricorso, addebitandone le spese all’attore.

Il 9 Settembre 1846 il Duca Lodovico Melzi d'Eril di Milano fece eseguire il sequestro di frutti pendenti, mais, all'affittuario Francesco Tamborini, nominando sequestratario tale Davide Bonetti, ma durante la notte successiva il Tamborini, aiutato da contadini sconosciuti di Buguggiate, Capolago ed Azzate, raccolse tutto il granoturco. Dato che a quei tempi la sottrazione di beni sequestrati da parte del conduttore non era considerato furto, poiché le parti in causa avevano la facoltà di richiedere giudizio civile, il Tamborini ed i suoi aiutanti furono dichiarati non perseguibili penalmente.

Agli atti risulta che il 3 Marzo 1846 Buguggiate era già Comune autonomo.

La Ragioneria Provinciale decurta da £ 639,04 a £ 484,75 le spese presentate nel 1847 dalle farmacie per medicinali e disinfettanti somministrati ad ammalati di febbre tifoidea nei Comuni di Bodio, Buguggiate, Capolago, Daverio e Lomnago. I Comuni provvederanno al pagamento. Evidentemente c’era stata un’epidemia di tifo su un’area abbastanza ampia. 47

Un incendio Il 4 Settembre 1847 a Buguggiate si incendiò un caseggiato di proprietà di Luigi Martignoni e fratelli. Per lo spegnimento intervenne da Varese un certo Videmari Giovanni, con una macchina idraulica di proprietà del Comune di Varese. Il 22 Ottobre 1847, su carta bollata da 30 centesimi Videmari inoltrò alla Congregazione Municipale di Buguggiate una nota spese di £ 62, comprensiva del suo compenso come capo manovratore, £ 14, di quello di 4 manovratori, £ 40, e di £ 8 per lo smontaggio ed il lavaggio della macchina dopo l'impiego. Otto mesi dopo, il 20 Giugno 1848, l'Amministrazione Distrettuale di Varese, alla quale era stata passata la pratica, invia al Videmari una liquidazione di sole £ 12, comprendente un compenso di £ 4 per il capo manovratore e di £ 8 per i manovali, facendo presente che l'intervento di spegnimento era durato soltanto due ore. Immediatamente, il 27 successivo, Videmari protesta con una lunga lettera alla Congregazione Municipale. E' vero, egli scrive, che l'intervento era durato solo due ore, ma l'Amministrazione non ha tenuto conto sia della durata del viaggio di andata e ritorno, sia della sosta cautelativa sul luogo, nel timore che potesse esserci una ripresa dell'incendio. Inoltre, l'opera del capo manovratore e dei manovratori non può essere valutata simile a quella di un semplice manovale, necessitando tanto l'uno, quanto gli altri, di cognizioni necessarie per il maneggio della macchina (nessuno si presterebbe ad apprendere le tecniche necessarie e a lavorare per una mercede così bassa, tenendo anche presente che tutto il personale deve essere sempre reperibile e disponibile). Egli invita la Congregazione a rivedere la liquidazione e a verificarne la congruità sulla base anche di notule liquidate nel passato. La Congregazione Municipale spedisce il reclamo all'Amministrazione Distrettuale di Varese, facendo presente che il reclamante e i suoi addetti non godono di alcun salario od emolumento fissi e si presentano volontariamente in caso di incendio. Bisogna anche considerare che essi dovettero recarsi fuori del loro Comune, tralasciando normali occupazioni. Salari così bassi potrebbero, in futuro, causare rifiuti di prestazione d'opera. A questa comunicazione l’Amministrazione risponde chiedendo che venga effettuato un supplemento di indagine a Buguggiate sulla durata dell'operazione di spegnimento. La Congregazione Municipale risponde a sua volta che effettivamente la macchina impiegò due ore per lo spegnimento, ma sostò in luogo altre due ore per vigilare che non si sviluppasse ancora un ritorno di fuoco. Alla fine, il Commissario di Varese in data 1 ottobre 1848 liquida £ 24 ( 8 per il capo manovratore e 16 per i 4 manovratori), escludendo smontaggio e lavaggio, da ritenersi compresi nei compensi elargiti.

I servizi ospedalieri Avendo fatto parte dei possedimenti del Ducato di Milano, la comunità di Buguggiate conservava tava un diritto riconosciuto di servirsi dell’Ospedale Maggiore di Milano.. Spesso, i ricoveri davano luogo a divergenze sull'attribuzione delle spese di degenza. Per esempio, una malata di sifilide, T. M., si trasferì a Varese nel Novembre 1847, e da qui fu ricoverata a Milano. Al momento di pagare le spese di degenza, il Comune di Varese sostenne che esse dovevano essere rifuse dal Comune di Buguggiate, essendo la T.M. ammalata prima del trasferimento. Con attestati scritti del Parroco e del Medico condotto, il Comune di Buguggiate insisteva che la donna era sana quando partì. Tuttavia, un certificato medico anteriore (del Settembre) diagnosticava già la malattia. Quindi fu Buguggiate a pagare le spese.

A proposito di spese di degenza, attorno al 1870 il Comune pagava all'ospedale Maggiore di Milano le seguenti rette giornaliere: - malati cronici e pellagrosi, £ 1,60; - sifilitici, da £ 0,38 a £ 1,83 a seconda della durata della degenza; 48

- scabbiosi, £ 2,40; - tignosi, £ 1,75; - vaiolosi, £ 1,41; - idrofobi, £ 0,76 ( 2/3 a carico dello Stato, previa attestazione di "miserabilità" e, per i minori di 7 anni, presentazione di certificato di nascita). La "miserabilità” veniva attestata per iscritto dal Parroco e poi confermata dalla Deputazione Comunale. La lista mostra che ancora nel 1870 le malattie più frequenti erano causate da scadenti condizioni igieniche ed alimentari. In particolare, la pellagra era una conseguenza di eccessivo consumo di polenta di granoturco come ingrediente principale dell’alimentazione, in concomitanza con scarso consumo di carni.

Per il ricovero all’ospedale occorreva certificato medico, dichiarazione del Sindaco o della Giunta Comunale di assunzione delle spese di cura e, quando possibile, richiesta di ricovero prima dell'invio del malato. Le spese di trasporto degli infermi da Buguggiate a Milano e viceversa erano a carico del Comune. Nei casi di trasporto con vettura in affitto, perché trasporti per ferrovia, barche, corrieri avrebbero richiesto spesso personale di accompagnamento, le spese erano piuttosto onerose. Adducendo il motivo che non poteva indugiare nel dimettere persone guarite o convalescenti in attesa del loro ritiro da parte del Comune, spesso l'Ospedale Maggiore dimetteva i malati con mezzi propri, addebitandone le spese ai Comuni, che ne lamentavano l'onerosità.

Quando Garibaldi passò per Buguggiate E adesso raccontiamo in quali circostanze il generale Garibaldi passò, ma non visitò, Buguggiate. Dopo la sconfitta di Re Carlo Alberto a Novara nella 1° guerra di indipendenza nel 1848, Garibaldi decise di continuare una sua guerra personale contro l’Austria. Garibaldi si trovava in territorio austriaco, a , quando ricevette l’ordine di rientrare in Piemonte con i suoi volontari. Rifiutò di obbedire, anzi marciò su Varese e la occupò temporaneamente. Tuttavia, incalzato dalle truppe austriache, il 26 Agosto dovette ripiegare a Crosio della Valle. Passando per Caidate e lungo la valle del fiume Arno, si rifugiò in Morazzone. Gli Austriaci provenienti da Gazzada e da Varese circondarono questo disgraziato paese, sottoponendolo a violento fuoco d’artiglieria e costringendo Garibaldi ad ordinare ai suoi volontari di dividersi in piccoli manipoli e di cercare, al sopravvenire dell’oscurità, di raggiungere , in territorio svizzero. Nella nottetra il 26 ed il 27 Agosto lui stesso, con il suo Stato Maggiore, attraverso sentieri di campagna, rasentò Gazzada, traversò Buguggiate, a Capolago si imbarcò su un battello approdando a Calcinate. Da qui si diresse su Casciago e poi attraverso la raggiunse la Svizzera. E’ evidente che fu un passaggio frettoloso, non proprio una visita con bandiere al vento, musica in piazza e Sindaco con sciarpa tricolore a salutare l’inclito ospite!

Da una ricevuta della farmacia di risulta che anche nel 1848 ci furono diversi casi di febbre tifoide. Le ricevute delle farmacie di Daverio, Azzate e Mornago confermano che a Buguggiate non esisteva ancora una farmacia.

Spese per il personale e proprietà religiose di terreni agricoli Ecco un elenco dei salari e degli stipendi annuali pagati dal Comune nel 1848: - Martignoni Luigi, Agente Comunale, £ 48 - Rovelli Severino, Cursore comunale (responsabile di notifica di atti giudiziari e di sentenze), £ 27,50 - Colombo Angelo, Pedone distrettuale, £ 16,70 - Dr. Bossi Gerolamo, Medico chirurgo, £ 120 (quota parte consorziale) 49

- Martignoni Angela, levatrice, £ 30 (quota parte consorziale) - Rovelli Stefano, seppellitore, £ 45,98 - Torniamenti don Pietro, maestro, £ 114,94 - Bossi Angelo, sagrista, £ 68,97

Tra i documenti parrocchiali esistono tre ricevute, relative agli anni 1853, 1854, 1856 di £ 8.01.03 imperiali per terreni posseduti dalla Parrocchia nel Comune, a favore del “Consorzio di abbassamento” (?) del lago di Varese, per i lavori di riparo e di manutenzione del torrente Fignano, e per i compensi dovuti ai danneggiati dalle sue acque.

Da una notifica e dal Prospetto di Beni Immobili soggetti ad equivalenti di Imposta del 1854 è possibile rilevare il numero, i nominativi degli Enti religiosi, le relative superfici di terreno agricolo, esistenti nel 1854 sul territorio di Buguggiate: Beneficio di Masnago, pertiche 6,16 t = ha 0,4363 Beneficio di S. Giovanni Evangelista nella Parrocchia di Azzate, " 3,1 t “ 0,1990 Beneficio di S. Lorenzo nel Castello di Azzate, " 87,13 t “ 5,7290

Beneficio del SS. Rosario della Parrocchia di Gazzada, " 27,7 t “ 1,7860 Beneficio in S. Vittore di Varese, " 8,0 t “ 0,5230 Fabbrica della Chiesa Parrocchiale di S. Vittore in Buguggiate, " 13,17 t “ 0,8970 Parrocchia di S. Vittore in Buguggiate, " 23,1 t “ 1,5080 Parrocchiale di Azzate, " 16,3 t “ 1,0550 Prepositura di S. Vittore di Varese, " 145,16 t “ 9,5340 Messa quotidiana della famiglia Negretti di patronato della Chiesa Prepositurale di Varese “ 110.6t “ 7 , 2 1 6 0 Longhi Luigi, “ 4, 2 t “ 0 , 2 6 7 0

In totale, poco più di 463 pertiche. Tenendo presente che la pertica milanese era pari a mq 654,51794, e che ogni pertica era divisa in 24 tavole, pari a mq 27, 27158, espressa in ha la superficie agraria totale dei Benefici ecclesiastici era di circa 30,35 ha.

Il colera del 1855 e la sollevazione popolare Nell’autunno del 1855 nella Valbossa si verifica un’epidemia di colera. Nella zona alla quale appartiene Buguggiate, sono registrati tre decessi ad Azzate, uno a Capolago e quattro a Buguggiate. L’unico tra i deceduti a causa del colera in Buguggiate che lasciò memoria del suo nome fu certo Francesco Faré, di “circa” 64 anni. Alla fine di Settembre 1855 era stato designato dalla Deputazione dell’Estimo come portiere del lazzaretto per colerosi, che il nostro Comune doveva per legge allestire. Tuttavia, avendolo riscontrato incapace a tale servizio, dopo alcuni giorni e precisamente il 1° ottobre, il dott. Luigi Maffei, direttore del lazzaretto, lo licenziava. Nel rimandarlo a casa, il dott. Maffei gli raccomandava di non contattare altre persone. Purtroppo, a mezzogiorno del 4 Ottobre, Faré moriva, e il medico condotto Gerolamo Bossi stilava un certificato di decesso causato da " cholera asiatico”. La diagnosi era confermata anche dal dott. Maffei. Di conseguenza, a norme di salute pubblica, il trasporto funebre doveva essere effettuato di 50 n o t t e .

Nel primo pomeriggio dello stesso giorno, nella piazza del paese il dott. Maffei viene interpellato in malo modo soprattutto dal cursore comunale Luigi Martignoni, ma anche dal Deputato Amministrativo Ambrogio Broggini e da parecchi individui. Fra schiamazzi e invettive, gli addebitano: - il fatto di avere dimesso dal lazzaretto il Faré invece di trattenerlo fino alla morte, evitando così il contagio; - di averlo dimesso senza averlo prima sottoposto ad opportuni suffumigi e disinfezioni. Inoltre gli gridano: - di non credere alla storia della presenza di colera in Buguggiate, ritenendola un'invenzione dei due medici per "una mangiata” che d'accordo "facevano addosso al Comune "; - che il loro comportamento, oltre a costituire un aggravio di spese del Comune, finiva per diffondere il colera in paese; - che nessuno era morto di colera in paese ma che le quattro persone diagnosticate morte per colera, erano morte per lo spavento "dagli stessi medici incusso". Il Maffei cerca di giustificare il suo operato e quello del collega, ma viene investito da una caterva di insolenze. Fra l'altro, il Martignoni gli dà dell'asino, affermando che altri medici hanno convenuto che le morti fino a quel momento avvenute non erano causate da colera. Fortunatamente, il Maffei se la cava con una montagna di improperi e riesce ad andare a visitare alcuni ammalati di febbre terzana. Informato di questo episodio, a metà del pomeriggio il dott. Bossi si reca a Buguggiate e trova la situazione da lui stesso descritta in seguito con una lettera del 7 Ottobre alla Commissione Distrettuale di Varese. (Bossi scrive in terza persona).

"… … … … … Ritornato poco dopo in traccia del dott. Maffei, … per consentirgli di andarsene a casa, lo trovò ancora in piazza presso il nostro legno (calesse, n.d.r.), circondato da venti o trenta di quei terrieri, ed indicibili sono i modi sconci e le parole ingiuste di cui fu segno (lui Bossi), e specialmente per parte del Deputato Broggini e del Luigi Martignoni, Agente Comunale, pur presente ed eccitatore principale della pubblicità, e della diffidenza ed opposizione mostruosa ai medici, che più che altrove domina in Buguggiate. Il Luigi Martignoni, con un fare da sultano irato, nientemeno, gridò ai medici che era ormai tempo di finirla, che nessun caso di colera fuvvi in Buguggiate, e che non veri erano i giudizi contrari di essi medici, i quali, a suo dire di agitatore, avrebbero previamente e in pieno e segreto accordo giurato di portare pure anche a Buguggiate il dominante malanno. L'opponente (lui, Bossi), a ben forte ragione sdegnato, ad alta voce lo tacciò di villania per tale riprovevole di lui contegno, e il Martignoni lo ha apostrofato col titolo di asino. Com'è ben naturale il medico (lui, Bossi) ebbe a vivissimamente risentirsene, e ad alzare la voce sicuramente assi più forte di lui, siccome non uso né capace di lasciarsi soperchiare da chichessìa, e meno poi a così grave torto dall'Agente Comunale, il quale, disconoscendo il dovere delle sue incumbenze per cui avrebbe dovuto essere unisono coi medici, si erigeva in cambio a capopolo di sommossa. ………”. "……Egli fu nella circostanza di un così grave evento, e mal soffrendo l'Esponente (lui, Bossi) d'aversi spregio e insulti, a luogo di gratitudine, ch'egli (sempre lui) dichiarò di dimettersi come medico di quel Comune, dimissione che ripetutamente, e sempre in piazza, e sempre presente il m. r. Parroco locale, fu accettata dallo stesso Agente Comunale, che è il rappresentante della Deputazione, per modo di ritenersi sciolto dal suo contratto … … ..".

Il giorno seguente all’accaduto, 5 ottobre, la Deputazione Amministrativa di Buguggiate corre subito ai ripari, scrivendo alla stessa Commissione Distrettuale di Varese la propria interpretazione dell’accaduto. A firma Francesco Monti Sotto Riva e Ambrogio Broggini, Deputati cittadini, si censura il comportamento del dott. Maffei per "l'arbitrio" di avere rimandato a casa il Faré senza procedere alle cautele dei suffumigi, ed altre misure sanitarie tanto raccomandate".La lettera prosegue affermando che, appresa la diagnosi di entrambi i medici sulle cause della morte del Faré, "questa produsse una sensazione tale in quei vicini non solo, ma di tutta la popolazione di 51

Buguggiate, la quale esternava il proprio malcontento nel Medico, per avere rimandato alla propria casa il Faré stesso…… anziché tenerlo presso l'Ospizio, ove sarebbe morto tenendo con ciò lontano il sospetto grave del contagio". "Giunti all'orecchi del dott. Bossi i giusti lamenti dei terrazzani di Buguggiate, esso alle ore 4 pomeridiane circa del predetto giorno 4 cor.te, in vece di portarsi al Consiglio e convocare la Deputazione ad esporne, si portò sulla pubblica piazza che era affollata dal popolo ed ivi alla sua presenza e rabbiosamente rinunciò alla cura di Medico Condotto, e sentito dal medesimo che a voce unanime accettava una tale rinuncia, si licenziò e se ne partì ". “ Colla rinuncia ora detta la popolazione di Buguggiate (fra la quale essendovi molti acciacosi ed in bisogno sovente dei rimedi farmaceutici) trovasi senza Medico in Condotta, risultando danno atteso l'incapacità dei poveri di essa a sostenere le spese di visite Mediche". "In vista di ciò la scrivente Deputazione ognora intenta al mantenimento dell'ordine pubblico e privato e per il benessere dei da Lei amministrati terrieri, rispettosamente porge notizia di quanto sopra a cotesta Inclita I. R. Superiorità pregandola ad impartire le opportune e sagge di Lei disposizioni in proposito".

Sempre il 5 Ottobre anche il dott. Maffei scrive alla stessa Commissione una lunga lettera nella quale descrive con uguale vivacità e dovizia di particolari il comportamento offensivo di Martignoni, minacciando di sporgere contro costui querela per insulti e minacce, se non riceverà le più ampie e pubbliche scuse, e chiedendo che considerando lo stato di pubblico ufficiale di Martignoni siano presi provvedimenti disciplinari.

Parecchi giorni dopo, essendo venuto a conoscenza della lettera della Delegazione Amministrativa di Buguggiate, anche il dott. Bossi si rivolge il 27 ottobre alla stessa R.I. Commissione Distrettuale di Varese con una lunga lettera. Fa presente che dopo il "rabuffo" toccato a lui e al collega Maffei, per ben tre settimane egli non si è più recato a Buguggiate, e neppure ha ricevuto chiamate, se non da un certo Masini della frazione Sardegna, che gli disse che la moglie era spaventata per una lite domestica. Lui, tuttavia, non effettuò visite a Buguggiate e si limitò a segnalare al R.I. Commissario il fatto di una donna di Buguggiate maltrattata, percossa e impaurita. Ad alcuni buguggiatesi che si erano recati alla sua abitazione in Azzate per leggeri malanni ha rilasciato ricette e ha fatto salassi. Non ha più ricevuto notizie né dalla deputazione di Buguggiate, né da parte del Luigi Martignoni, mentre si aspettava di ricevere, a voce e per iscritto, delle scuse per le villanie, le offese (gli fu dato dell'asino) e le contumelie delle quali era stato fatto oggetto. Soltanto tali scuse gli consentirebbero di soprassedere alla decisione di dimettersi. Prega, infine, la Commissione di volere lei intervenire per definire la vertenza, soprattutto per evitare che ai buguggiatesi manchi l'opera del medico e del chirurgo.

Questa lettera, protocollata il 28 Ottobre 1855, viene messa agli atti "essendosi ora pacificate le parti".

Nel periodo tra l’epidemia di colera del 1836, della quale gli annali di Buguggiate non hanno lasciata traccia, e quella del 1855, per cercare di prevenire o di contrastare la diffusione di questo morbo contagioso, furono emanate molte istruzioni tramite bandi. Non essendo in grado di stabilirne le modalità di diffusione, alcune correnti della medicina contemporanea supponevano che il colera avesse un’origine, o almeno una concausa, psicosomatica. Pertanto, si raccomandava di evitare sia forti emozioni, sia stati di depressione, di non eccedere nel mangiare e nel bere, di evitare cibi piccanti, di non fumare, di non prendere freddo, di non purgarsi ( e chi poteva pensarlo con quel po’ po’ di diarree?) di tenere aerate le camere, le coperte, lenzuola e guanciali, di tenere chiuse le finestre delle camere da letto durante la notte, di curare la pulizia personale. Qualcuna di queste norme era 52 sensata, altre erano assurde, ma ciò dipendeva dal fatto che ancora erano ignoti l’agente patogeno e la sua patogenesi.

Finalmente, il 13 Dicembre 1855 è messo in opera un nuovo cancello di ferro all'ingresso del cimitero al posto di quello vecchio in legno di rovere.

Tra i documenti parrocchiali esistono tre ricevute, relative agli anni 1853, 1854, 1856 di £ 8.01.03 imperiali per terreni posseduti dalla Parrocchia nel Comune, a favore del “Consorzio di abbassamento” (?) del lago di Varese, per i lavori di riparo e di manutenzione del torrente Fignano, e per i compensi dovuti ai danneggiati dalle sue acque.

Terza guerra di Indipendenza, requisizioni di bestiame Il 1° Giugno 1859 le truppe austriache requisirono bestiame nel Comune. In attesa dei rimborsi da parte delle Autorità militari, la Deputazione Amministrativa comunale inoltrò il 20 Luglio 1859 al Regio Imperiale Commissario Distrettuale in Varese la richiesta di potere versare direttamente ai danneggiati, i seguenti importi:- 2 coppie di buoi a £ 576 ciascuna; - 1 bue, a £ 240; 1 bue ed 1 vitello, a £ 336; 1 bue a £ 348, per un importo complessivo di £ 2.076. Il versamento diretto era possibile essendoci al momento una rimanenza di cassa di 735 fiorini austriaci, pari a £ 2.094,75. Tuttavia, ancora il 16 Maggio 1860 non era avvenuto alcun rimborso, perché in quella data la R. Intendenza di Finanza (ora la Lombardia era diventata parte del Regno d'Italia) di Varese inoltrava un sollecito al Governatore in Como. Subito dopo, il Regio Commissariato Distrettuale di Varese comunicava che si era deciso di rimborsare i danneggiati mediante l'imposizione di una sovraimposta sull'estimo in Buguggiate. Nel frattempo, il Comune restava creditore verso l’Erario o verso un fondo di perequazione. Il 7 Settembre 1860 viene inviato all'Intendenza di Finanza un secondo prospetto con 5 domande di risarcimento per requisizione bovini. Gli importi richiesti sono inferiori rispetto a quelli del 20 Luglio dell'anno precedente; nell'ordine: £ 497,77 x 2; 207,41; 290,36; 300,74, con un totale di £ 1.794,05. La differenza è probabilmente dovuta al passaggio dalle Lire austriache a quelle italiane.

Prime conseguenze della liberazione Il 6 Luglio1859 il Comune riceve in consegna una bandiera nazionale, 36 berretti ed un tamburo destinati alla Guardia Nazionale. Il 29 Luglio 1859 viene acquistato il ritratto, con vetro e cornice, di S.M. Vittorio Emanuele II.

A quell’epoca, le convocazioni del Consiglio Comunale o della Giunta comunale erano effettuate mediante affissione di avviso in un consueto luogo pubblico e sulla porta della Chiesa Parrocchiale. Le votazioni, in sede di Consiglio o di Giunta erano effettuate introducendo gettoni in un bussolotto rosso (voto confermativo) o bianco (voto negativo).

Anche la guerra di indipendenza del 1859 portò, come conseguenza, l’inflazione. Dal giugno dello stesso anno i dipendenti del Comune chiedevano insistentemente aumenti degli stipendi e dei salari per potere sostenere la sussistenza propria e delle famiglie ed essere in grado di continuare a svolgere i loro compiti e mansioni. La mancanza a quel momento di fondi disponibili indusse il Regio Commissario ad autorizzare il pagamento di aumenti , con il rilascio di un mandato complessivo sulla Cassa comunale, da ripianare successivamente.

Il Comune risponde negativamente alla circolare 1195 del 14 Settembre1859 che propone l'acquisto di fucili per la costituenda Guardia Nazionale, organismo con compiti di polizia, al prezzo di £ 37 cadauno. 53

Successivamente, visto che l'armamento della Guardia Nazionale procede troppo lentamente, la Congregazione Provinciale delibera l'acquisto di 10.000 fucili, aumentabili se necessario, finanziandolo con una sovraimposta sull'estimo provinciale, da ripartire fra i vari Comuni. Della Guardia Nazionale facevano parte tutti i cittadini con età tra 18 e 35 anni.

A Buguggiate nel 1860 c’erano 35 Militi iscritti alla Guardia Nazionale. Chiamati a raduno nella sala comunale il 22 Dicembre, si presentarono in 20. Essendo in numero superiore alla metà, fu loro richiesto di nominare un Primo Tenente. Lo scrutinio dei voti mostrò 19 preferenze per il Sottotenente Giuseppe Martignoni, così subito nominato Primo Tenente. Fu allora necessario nominare un altro Sottotenente e un successivo scrutinio designò all'unanimità Sottotenente Vittore Masini, fino a quel momento Sergente. Di conseguenza, fu nominato Sergente Mosè Magni. I Militi della Guardia Nazionale di Buguggiate appartenevano al 2° Battaglione delle Guardie, con sede in Varese, Compagnia di Azzate.

Nel 1860, Buguggiate aveva 456 abitanti. Nello stesso anno gli iscritti alle leve militari, nati dal 1806 (nel 1805 non erano nati maschi) al 1840 erano 87. Fra essi 74 contadini, 1 falegname, 5 muratori, 1 seppellitore. I celibi, erano ancora chiamati "nubili".

Il 16 Luglio 1860, dopo inutili avvisi del 18 e 19 Settembre1859, la Regia Intendenza di Finanza comunicava al R. Commissario Distrettuale di Varese di disporre l'arresto semplice per 4 giorni di Giovanni Baratelli, detto "Tittaval", di anni 35, fruttivendolo, a supplemento della contravvenzione di £ 60,44 inflittagli con sentenza 22 Giugno1859 dall'Eccelso R. Giudice Supremo di Finanza, “siccome colpevole di grave contravvenzione di Finanza per " ommessa " legittimazione di £ 2,48 di tabacco lavorato”.

Anche a livello di Guardia Nazionale si verificavano nel Comune le solite inadempienze. Il 25 Marzo 1862 il Sottoprefetto intima al Sindaco di specificare i motivi per i quali nel giorno e nell'ora fissati l’Ispettore Straordinario per la Lombardia non ha trovato il Comandante e la Guardia ad attenderlo. Il Sindaco e il Comandante sono tenuti a giustificarsi.

Il 13 Novembre 1864 viene stipulato con Luigi Rasetti di un mutuo di £ 3.000 italiane con interesse del 6%, durata sei anni, per procurarsi "in parte" il denaro occorrente per restituire il capitale residuo dovuto ad un certo Angelo Zamberletti (£ 3.456 su 4.000 iniziali). Secondo il contratto il versamento viene effettuato in "marenghi", ossia monete d'oro da 20 franchi.

Una comunicazione del 19 aprile 1860 del Distretto Militare di Varese, intestata "Requisizione sulla classe dei nati nell'anno 1838”ordina al coscritto Giuseppe Antonio Ghiringhelli, classe 1938, di presentarsi la mattina del 1° Maggio al Comando Militare di Como, altrimenti sarà dichiarato disertore. Il 22, il Sindaco comunica che il Ghiringhelli abita da tempo a Milano e non ne è noto il recapito. Il 27, il Comando Militare della Provincia di Como ribadisce "sia cura dei parenti di farlo tosto ricercare, altrimenti incorrerà nella sorte di non presentarsi, siccome è caso il Manifesto del 10 “passato presente” Marzo”. (da notare due cose: la velocità della posta e del disbrigo di pratiche amministrative; inoltre, che era già di moda un certo linguaggio burocratico oscuro e poco comprensibile). Immediata nota del Sindaco: i famigliari dichiarano che il militare suddetto già da molto tempo trovasi sotto le armi. 54

Il 28 seguente, il Regio Commissario Distrettuale di Varese restituisce alla Giunta la lettera di “requisizione" del Ghiringhelli. L'11 Novembre 1861 da un elenco di militari in congedo illimitato residenti in Buguggiate che dovranno presentarsi al Comando Militare di Varese per ricevere il congedo assoluto, rispunterà fuori il soldato del 10° Reggimento di Fanteria Ghiringhelli Giuseppe Antonio, che dovrà presentarsi con foglio di licenza e libretto di massa, avendo un credito di £ 12 e 743 millesimi. Il pontiere Aurelio Magni, classe 1830, si presentò alle armi il 31 Dicembre 1860, anziché il 1° Aprile 1860. Fu inviato in licenza illimitata alla scadenza del servizio militare della sua classe. Successivamente, il Comando Militare di Varese si accorse che egli non aveva compiuto tutta la ferma, e lo richiamò in servizio per i 9 mesi mancanti. Anche nell’800 la burocrazia non perdonava mai.

Nel passaggio dal dominio austriaco al governo Italiano ci fu una notevole confusione nei ruoli e nei doveri dei soldati aventi del tutto, o in parte, o non ancora assolto gli obblighi di leva sotto l'esercito austriaco, oppure già renitenti alle sue chiamate. Una parte veniva inserita nel R. Esercito per finire la ferma d'obbligo secondo le scadenze e le leggi italiane. Per potere contrarre matrimonio, i militari di 1a categoria dovevano avere almeno 26 anni ed il congedo illimitato; per quelli di 2a categoria, bastava il congedo illimitato.

Una richiesta di informazioni della Brigata Regina, deposito del 10° Reggimento Fanteria del 25 Maggio 1861 porta il timbro posta di Cavour (Torino) del 25/5, quello di Torino del 25/5, quello di Varese del 27/5, e quello di Azzate del 28 /5 ! Senza commenti su un confronto con l’Ente Poste dei nostri giorni!

Dai registri di Leva tra 1860 e 1868 si rileva che il numero di chiamati alla leva non superava gli 8 coscritti all'anno. A parte i primogeniti, i figli unici di madre vedova e gli esentati avendo un fratello sotto le armi, elevata era la percentuale dei riformati o rivedibili. Cause principali: gozzismo, statura insufficiente, rachitismo, insufficienza toracica. Tutti questi difetti fisici confermano nella popolazione ancora per lo più contadina la diffusa persistenza di condizioni alimentari precarie, basate largamente sul consumo di un solo cereale, il granoturco, con scarsi apporti di proteine nobili strettamente necessarie per sviluppi fisici adeguati.

Primi provvedimenti del libero Comune Nella riunione ordinaria di primavera del Consiglio Comunale del 29 Maggio 1860 sono deliberati vari provvedimenti molto importanti. Si stabilisce lo stipendio del Segretario Comunale: richieste £ 300, accordate £ 250. Si delibera la nomina di un nuovo cursore comunale, che dovrà anche svolgere il compito di "Pedone Postale", essendo tenuto a recarsi due volte alla settimana a Varese alla Posta e agli Uffici amministrativi per la consegna ed il ritiro di corrispondenza, e a Gazzada per ritirare la corrispondenza dei privati e consegnarla a domicilio. Stipendio, £ 40 all'anno (è evidente che non c’era ancora un Ufficio Postale nel territorio comunale).

Date le sue lamentele di non essere in grado di potere mantenere il cavallo ed il calesse con l’attuale quota parte comunale, al dott. Gerolamo Bossi è concesso un arrotondamento della quota di stipendio spettante a Buguggiate da £ 133,19 a £ 140, purché si obblighi ad essere presente in Comune una volta alla settimana, dandone avviso con il suono della campana. (Il Dott. Bossi era Medico condotto per un consorzio di Comuni comprendente, oltre ad Azzate, sua residenza, anche Buguggiate, Brunello, eCapolago). Considerando l'aumento della popolazione, é concesso un aumento della quota di stipendio anche 55 alla levatrice da £ 25,93 a £ 28. (Da 25 anni, per £ 200 all'anno, la levatrice era titolare di una condotta comprendente Azzate, Capolago, Brunello, Buguggiate).

A proposito delle due Condotte, medica ed ostetrica, viene spontaneo pensare con commiserazione a quanti sacrifici medico e levatrice dovevano affrontare, specialmente durante l’inverno e in occasione di chiamate notturne urgenti. Restano invariati i salari degli altri dipendenti. E' approvata una spesa di £ 20 per l'affitto annuale della sala comunale di proprietà Luigi Martignoni. Dunque, non esisteva ancora un edificio di proprietà del Comune E' approvato l'acquisto di mobilio per la Segreteria Comunale: 1 scaffale, 1 tavolo, 1 panca e 6 scranni, per un totale di £ 63 (dovrebbero essere quelli acquistati a Gazzada). E’ approvata una delibera importante, innovatrice: il pubblico potrà assistere alle sedute del Consiglio Comunale. Al momento non ci sono fondi disponibili per sottoscrivere azioni della ferrovia Varese - Gallarate. A sanatoria e a titolo di gratifica per lungo ed onorato servizio, al cursore comunale Rovelli che lascia il posto per raggiunti limiti di età è accordato un premio "una tantum", di £ 5. Altri provvedimenti: - stanziamento di £ 10 per la raccolta a favore dei poveri siciliani; - sussidio di 12 centesimi al giorno ad un bisognoso; - essendo tornato dal servizio militare il figlio, il sussidio ad una madre vedova è ridotto da centesimi 15 a centesimi 5.

Un atto di altruismo Il 28 Giugno 1860 il bambino Angelo Bernasconi, di anni 7, cade nel pozzo diroccato di Montalbo (esiste tuttora, nel campo dietro il caseggiato). Disperata, la madre comincia a gridare aiuto e una donna, Maria Ghiringhelli, si affretta a cercare il nonno del bimbo, Ambrogio Bernasconi. Questi accorre, con la fune si cala nel pozzo per sostenere fuori dall'acqua il nipotino ma non ce la fa a risalire. Fortunatamente, li salva da tale critica situazione un tale Daniele Bernasconi, non loro parente, calando nel pozzo una scala. L'accaduto viene segnalato al Sindaco e da questi alla Prefettura. Esistono agli atti gli interrogatori sotto giuramento di tutti i coinvolti nell'accaduto, richiesti dall'Intendenza di Finanza per potere procedere, a norma di legge, alla ricompensa e alla menzione onorevole spettanti a Daniele, non avendo egli percepito alcuna ricompensa dai famigliari del bimbo.

Raccolta per i fucili e stipendio del maestro Con una lettera del 12 Luglio 1860 la Direzione del "Fondo per il milione di fucili Garibaldi" ringrazia il Comune per avere indetto una sottoscrizione che ha raccolto £ 10. (Accipicchia, che scialo!) A successive proposte di raccolta di denari, il Comune non ha più risposto. Nello stesso giorno, il Regio Ufficio Postale di Varese, al fine di meglio organizzare la raccolta della corrispondenza, sia privata,sia ufficiosa, informa il Comune di rivolgersi all'Ufficio Postale di Azzate e non più a quello di Gazzada.

Durante il Consiglio Comunale d'autunno del 1860 si esamina la richiesta del Parroco, Don Pietro Torniamenti, nella sua qualità di insegnante elementare. Egli fa presente che le direttive del Ministero delle Pubbliche Istruzioni e le raccomandazioni della Superiorità Scolastica impongono l'adozione di un nuovo sistema di insegnamento, che richiede un maggior numero di ore di lezione. Pertanto, egli chiede che gli venga aumentato lo stipendio annuo da £ 99,66 a £ 120. L'aumento viene concesso, a condizione che siano tenute almeno 4 ore al giorno di lezioni, e con a s s i d u i t à .

Inventari Il controllo dell'inventario del mobilio nella sala consiliare e nella scuola mostra: 56

- nella sala consiliare, 1 tavolo, 1 scaffale per libri, 1 panca, 6 scranni ( acquistati il precedente 3 maggio a Gazzada per complessive £ 64), e un'effigie di S.M. Vittorio Emanuele II, - nella scuola, 5 panche per gli scolari, 1 tavolino assai logoro per il maestro, 2 panchette assai logore, 1 tavola di legno dipinta in nero (lavagna) con cavalletto, 2 effigi (Gesù Salvatore e S.M. Il Re), e 5 cartelloni didattici. La scuola non aveva una vera lavagna, e ogni anno bisognava portare a Varese la tavola nera perché fpsse ridipinta; don Torniamenti lamentava che mancavano almeno 2 panche, i bambini erano troppo ristretti, e sarebbero stati necessari anche alcuni cartelloni per l'insegnamento del nuovo sistema didattico. Si delibera l'acquisto di quanto occorre.

A proposito del completamento dell'arredo scolastico, agli atti esiste una nota contabile del 20 Ottobre dello stesso 1860 scritta da Giuseppe Brusa, falegname di Gazzada: Costruita una lavagna, £ 4,50; un cavalletto per detta, £ 3; trasporto da Gazzada a Varese per farla verniciare in nero e ritorno da Varese a Buguggiate, £ 1; compenso al verniciatore, £ 3,40; costruzione di due panche scolastiche (1 per sedere, l'altra per scrivere), £ 8; mezza giornata di lavoro con aiuto di garzone per accomodare le altre panche, £ 1; fornitura di chiodi, £ 0,28. Totale £ 21,18. (Le Lire erano già quelle italiane). Si è specificato £ italiane, perché essendo appena avvenuta la terza guerra di indipendenza con relativa annessione della Lombardia al Regno d'Italia, coesisteva ed era ancora negoziata la moneta austriaca. Dai documenti contabili del Comune si può ottenere un valore medio di cambio: 1 £ italiana valeva 1,1912 lire austriache, cioè 1 £ austriaca valeva £ It. 0,8395.

Seduta consiliare A causa degli abusi nel pascolo del bestiame su fondi altrui, specialmente nei boschi, si delibera di indire un concorso per il posto di guardia campestre. Il salario massimo previsto è di £ 180 all'anno. Il posto sarà assegnato a colui che, in possesso dei requisiti richiesti, farà la richiesta di stipendio più bassa rispetto a quanto stanziato.

Ecco un esempio di seduta del Consiglio Comunale, quella straordinaria del 9 dicembre 1860, quindi autorizzata specificamente dalla Prefettura. In una precedente seduta ordinaria del 22 Novembre 1860 il Consiglio aveva approvato una sovraimposta di 2 centesimi per formare un fondo di cassa per la costruzione di un orologio da montare sul campanile della Chiesa Parrocchiale. L'intendenza di Finanza richiede di conoscere quale somma il Consiglio vorrebbe stanziare a questo scopo. Si delibera di stanziare £ 353,16, cioè proprio il corrispettivo di quanto si calcola di incassare con la sovraimposta. Nel corso della stessa seduta la Giunta approva l'acquisto dell’orologio, con un costo di £ 620, affidandone la costruzione a Carlo Pedraglio di Como. Poiché così come è ora il campanile sarebbe inadatto per alloggiarlo, si discute e si approva anche un progetto di innalzamento presentato dall'ing. Amabile Morandi, da finanziare con la rimanenza attiva 1860. Onorario del Morandi, £ 60,11. Il 15 Dicembre 1860 il comandante della Guardia Nazionale, Giuseppe Martignoni, chiede ed ottiene il rimborso della spesa autorizzata dalla Giunta comunale per l'acquisto di polvere da sparo e capsule, usate per festeggiare l'anniversario dello Statuto.

Dalla lista degli assoggettabili alla tassa personale, per il 1860 risulta che su 449 abitanti, i maschi tra 14 e 60 anni erano 122, i minori di 14 anni 101, gli ultrasessantenni 14, le femmine (indistinte) 212. Da notare la scarsa importanza che veniva attribuita al genere femminile dato che non se ne censiva le categorie di età. Inoltre, è evidente che la durata media della vita media era piuttosto bassa, visto che gli anziani maschi erano solo 14. 57

Il Censimento del bestiame per l'anno 1860 era il seguente: - 2 cavalli da tiro - 3 asini di ogni età e sesso - 41 buoi - 42 vacche - 5 vitelli (non distinti per sesso - 48 pecore ( 28 indigene e 20 meticcie) - 15 agnelli.

Non risultavano presenti sul territorio, o comunque non erano stati censiti, tori, capre e maiali. La maggior parte dei capi era ripartita fra 25 proprietari, il più ricco dei quali, Ambrogio Besana, possedeva 14 vacche, 28 buoi, 5 vitelli, 2 cavalli, 3 asini, 28 pecore e 20 agnelli, un Creso per quei tempi. Gran parte dei contadini possedeva in media 2 buoi ed 1 vacca.

Regolamento per la guardia campestre Ecco il Regolamento che dovrà osservare la Guardia Campestre Comunale Carlo Maj, da poco assunta nel 1861. - La Guardia non è esclusa dagli effetti dell'Art. 90, paragrafo 3, della Legge 23 Ottobre 1859 qualora a carico della medesima si rendesse applicabile l'ivi disposto e cioè: potrà essere immediatamente sospesa dalla Giunta Municipale ogni volta che incorra in qualche mancanza. - Il servizio deve essere quotidiano ed anche notturno specialmente nel momento della raccolta dei f r u t t i . - Deve la Guardia sorvegliare attentamente nel servizio che non succeda fra i campestri illecito pascolo e qualunque altro accidente che possa recar danno alle proprietà rurali di Buguggiate E più specificatamente, secondo la legge 13 Novembre 1859, - La Guardia dovrà contestare le contravvenzioni: - a chi farà pascolare il bestiame sui fondi che siano di altrui proprietà; - a chi tradurrà da un Comune all'altro il gregge, a meno che giustifichi di aver provvisto ai mezzi di sostentamento durante il viaggio; - a chi terrà una tale quantità di bestiame che notoriamente “si conosce non essere con del proprio” in grado di mantenere. E, secondo il codice penale vigente, - a chi commetterà furto di aratri, di attrezzi “aratorj”, di prodotti o frutti staccati dal suolo o dalle piante, di legna nelle tagliate dei boschi, di alveari d'api, di piante nei “vivaj” che si trovassero esposti in campagna od in altro luogo pubblico; - a chi senza alcun titolo, avrà cagionato guasto, danno o deterioramento qualunque in un fondo altrui, e ciò sia col tagliare od abbattere o scavare alberi, viti od altre piante, rami, innesti, seminati, raccolti, erbaggi, oppure col “scorzare” o guastare alberi in modo da farli perire, sia col fare pascolare, od abbandonare animali, sia col distruggere siepi, chiusure di ogni genere, strumenti di agricoltura, capanne di custodi, sia con l'”appianare” fossi.; - a chi dolosamente traslocherà od “amoverà” termini di alberi che marcano confini da un all'altro fondo; - a chi lascierà pietra, od altri corpi od immondizie nei giardini o nei recinti altrui, o contro muri delle altrui proprietà; - a chi senza permesso entrerà per qualsivoglia motivi nelle altrui proprietà chiuse da muro, da siepe o fossa, o da altro consimile riparo, e vi farà passare bestie. - - La Guardia dipenderà esclusivamente dalla Giunta Municipale e da essa riceverà tutte quelle prescrizioni che nell'interesse dei “comunisti” tornerebbe necessario di attivare. (Gli abitanti del comune erano detti comunisti). - In caso di qualsiasi contravvenzione, la Guardia procederà ai sequestri necessari e passibili, e si indirizzerà immediatamente alla Giunta Municipale “pel” regolare procedimento di legge, - procurando di addurre testimonianza del fatto. La Giunta Municipale rimetterà immediatamente la deposizione della Guardia coi necessari “indizii” 58 alla R. Pretura in Varese, la quale è l'unica che deve procedere. - Occorrendo la forza pubblica, la Guardia si rivolgerà al Sindaco, il quale è l'unico che abbia facoltà d'ottenerla “sopra” giusti motivi. - L'arma della Guardia campestre non verrà adoperata se non in caso d'opposizione al libero esercizio delle sue funzioni. In servizio la Guardia dovrà sempre portare la placca e l'armamento. - Occorrendo alla Guardia di assentarsi di giorno o di notte, per lungo o per poco tempo dal Comune, si rivolgerà a darne notizia al Sindaco, il quale potrà accordargli sì o no il permesso. - In caso di malattia od altra accidentalità la Guardia dovrà farsi supplire da individuo che la stessa procurerà e la Giunta riconoscerà se o no accettabile. In caso di non accettabilità di un supplente verrà provveduto dalla Guardia ad un'altra surrogazione accettabile. - Tranne questi casi, la Guardia non potrà mai farsi supplire ed è essa che dovrà sostenere il servizio. - La durata della sua nomina è ad un anno, pagabile col soldo fissato trimestralmente sulla Cassa Comunale. Il servizio si intende cominciato dal 1° Gennaio 1861 in avanti. - Se per effetto di una legge o di superiori disposizioni dovesse la nominata Guardia cessare dalle sue funzioni, il Comune non si obbliga a “verun” compenso o retribuzione di sorta . - Ogni mancanza al presente Regolamento da parte della Guardia porterà con sé l'immediata sospensione o quella misura diversa secondo l'entità della stessa. Il presente Regolamento verrà pubblicato e data copia alla Guardia Campestre per sua norma e direzione.

Da Buguggiate, 8 Gennaio 1861 . Firmato: Il Sindaco, Bernasconi Giuseppe L'Assessore, Martignoni Luigi Il Segretario Comunale, Martignoni Giuseppe

Riunioni di Giunta e di Consiglio Le normali riunioni di Giunta e di Consiglio avvenivano sempre di Domenica, con un paio di "tornate" in primavera, una estiva e un paio tra autunno ed inverno. I consiglieri erano 15. Le riunioni straordinarie del Consiglio o della Giunta dovevano essere previamente autorizzate.dalla Prefettura, e generalmente erano causate o da ritardi amministrativi del Comune o da imprevisti o eventi straordinari.

.Nella riunione di Consiglio del 13 Maggio 1861, è respinta una proposta di porre una tassa sui cani per potere finanziare la lotta contro l'idrofobia. Dato che nel Comune esistono soltanto alcuni cani da guardia, si decide di imporre l'adozione di collari riportanti i nomi dei proprietari.

Il 21 Giugno 1861 ha luogo un censimento della popolazione. Per il lavoro amministrativo inerente, eseguito da solo dal Segretario Comunale, gli viene concessa una gratifica di £ 35. Tuttavia, egli deve personalmente ricompensare il cursore comunale per il lavoro +di distribuzione e di ritiro delle schede. Lo Stato contribuiva con 3 - 5 centesimi per scheda, a seconda delle difficoltà topografiche dei singoli Comuni. Una lettera della sottoprefettura di Varese del 10 Aprile 1862 annuncia un rimborso di £ 2,65 per le spese di distribuzione e di raccolta delle schede del censimento della popolazione La somma è il totale di 5 centesimi per scheda distribuita a 53 famiglie.

Lavori pubblici Nel 1861 il Comune decide di innalzare il campanile della Chiesa Parrocchiale. Pertanto, sia nell'edificio Comunale, sia in quelli dei Comuni vicini, viene pubblicato un bando d'asta d'appalto lavori. Coloro che intendono partecipare sono tenuti a versare all'esattore Cesare Veratti una cauzione di £ 120. L'asta inizierà con il prezzo base di £ 1258,79 fissato dal capitolato redatto 59 dall'ing. Amabile Morandi. Una prima seduta d'asta del 16 Luglio1861 resta deserta. La seconda seduta del 31 seguente registra la partecipazione di 8 concorrenti. L'asta, svoltasi alla presenza del Sindaco Giuseppe Bernasconi, degli Assessori Luigi Bossi e Ambrogio Broggini, e del segretario comunale Giuseppe Martignoni, alla fine delle due ore fissate per i rilanci viene aggiudicata alla ditta Brioschi Filippo di Caidate, con un ribasso fino a £ 1063.

Alla fine del 1861 non c'era ancora una strada diretta che collegasse Buguggiate ad Azzate. Veramente, il Comune di Azzate aveva fatto costruire una strada che arrivava fino ad un punto di confine con Buguggiate, ma di qui fino a il centro abitato di Buguggiate esistevano solo sentieri o percorsi pedonali su terreni privati. Così, chi doveva recarsi dal medico condotto, dalla levatrice e alla farmacia oppure al forno, tutti dislocati ad Azzate, come pure coloro che desideravano di recarsi alla S. Messa ad Azzate, poiché a Buguggiate se ne celebrava una sola festiva, dovevano affrontare disagi. Di notte e d'inverno il percorso era praticamente impraticabile. Pertanto il Consiglio Comunale , nella seduta del 22 Novembre 1861, dà mandato alla Giunta perché faccia predisporre un progetto di strada fino al confine con Azzate. Tuttavia non esistono i fondi necessari per la costruzione e la questione della strada per Azzate resterà insoluta fino a quando una circolare della Sottoprefettura di Varese del 27 Aprile 1863 offrirà la possibilità di elargire sussidi ai Comuni per opere di pubblica utilità. Allora, si darà mandato alla Giunta di richiedere il sussidio governativo. L'inventario dei mobili, approvato nel corso della stessa seduta, risulta migliorato per quanto riguarda la scuola: 5 panche, 5 cartelloni con le sillabe secondo il nuovo sistema, e 6 cartelloni con il nuovo sistema metrico decimale. Fino ad allora erano usate misure di superficie, di volume e di peso tradizionali, varianti di zona in zona (pertiche, braccia, moggi, stai, brente, libbre e loro suddivisioni). E’ deliberato un altro "aumento" di stipendio alla levatrice: da 28 a 35 Lire.

Tra 1853 e 1861, anche dopo l'annessione della Lombardia al Piemonte, si continua ad effettuare la manutenzione delle strade con il "pignolo", ma efficiente sistema di collaudo del precedente Regno Lombardo-Veneto austriaco. Una giornata di stradino era valutata £ 2. Nel 1860 la lunghezza delle strade del Comune era di m 4570, 90.

I gelsi per la sericoltura In occasione di un censimento dei terreni e dei fabbricati ordinato dal Governo Italiano nel 1861, l'agronomo Giuseppe Molteni esegue una stima sulla produzione di foglie dei gelsi esistenti nel territorio comunale. I 1864 gelsi esistenti nel Comune - egli afferma - hanno una produzione di foglie annua di circa10 libbre grosse milanesi (7,9 kg) durante il primo periodo di crescita fino al diametro di 10 - 12 cm, e di 25 libbre grosse (19,8 kg) nell'ultimo stadio di vegetazione, La resa media annua per pianta è di 20 libbre grosse (15,8 kg). I terreni hanno natura siliceo-argillosa, con terriccio e sottofondo di coltura sufficienti per consentire una buona crescita dei gelsi. Invece il clima non è dei più propizi: nebbie sui terreni bassi verso il lago e periodi di freddo su quelli esposti a tramontana danneggiano le foglie. I gelsi crescono rapidamente, ma muoiono presto. Li si trapianta a 6 anni, quando hanno un diametro di 3 - 4 cm e un'altezza di m 1,80. Le cure annuali consistono in una zappatura con ingrasso e in una pulitura. La potatura è effettuata a 12 anni di vita. Verso i 50 anni cominciano a deperire, presentando spaccature nei tronchi, infestazioni fungine al piede e putrefazione delle radici.

Nel territorio del Comune non esistono ulivi. 60

Il censimento 1861 accertò che il totale dei terreni agricoli (arabili, prativi, boschivi, paludosi, ecc.) del Comune era di circa 168,5 ha, così, all'incirca, suddivisi: - terreni arabili ha 39; - arabili vitati, ha 48; - prati, ha 18, 4; - prati "sartumosi" (acquitrini), ha 21,1; - castagneto, ha 1,4; palude, ha 4, "zerbo", ha 0,2. I fabbricati coprivano un'estensione di 1,37 ha. Rispetto al censimento di Maria Teresa del 1755, la superficie totale di terreni considerati agricoli era diminuita da 240,6 a 168, 5 ha, una diminuzione del 30 %. Invece, era cresciuta la superficie totale occupata da fabbricati.

Le condizioni di vita nelle campagne Sono degne di nota alcune considerazioni sull’esistenza degli agricoltori in quel periodo. Prima di tutto, esisteva una discreta coltura della vite, oggi scomparsa, che assicurava ai contadini dell'epoca una buona provvista di vino. Inoltre, c’erano ancora oltre 35 ha di boschi, dei quali resta oggi soltanto una pallida reminiscenza. La diminuzione complessiva dei terreni agricoli riscontrata rispetto al secolo precedente conferma direttamente un incremento delle attività artigianali e commerciali a scapito di quelle agricole e anche un aumento di emigrazione non più soltanto stagionale.

Il 1861 fu un anno di ostinata siccità, con influenze negative sui raccolti e sui redditi. Ci fu penuria di generi di prima necessità, specialmente nelle famiglie meno agiate. La R. Sottoprefettura raccomandò di dare impulso ai lavori pubblici già approvati o in prossimità di esserlo, per dare sollievo al bracciantato.

Anche quando non c’era siccità le condizioni degli addetti all’agricoltura continuavano ad essere misere. La vita del contadino era dura, tante le ore dedicate ai campi, dove non erano ancora comparse pratiche e attrezzi di un’agricoltura più avanzata. Scomode erano le abitazioni con poco e rozzo mobilio, e letti preparati con assi e cavalletti, sul quali erano stesi “paglioni” riempiti con foglie di granoturco o con paglia. L’unico locale riscaldato, per modo di dire, era la cucina con un camino e una stufa. I letamai fungevano da servizi igienici. Soltanto le serate passate nelle stalle, dove le famiglie si raccoglievano al fioco chiarore di tremuli lumi ad olio offrivano un po’ di svago, e d’inverno anche di calore. Lì si scambiavano le notizie, le opinioni, si raccontavano e tramandavano fiabe, mentre le donne filavano o ricamavano. L’alimentazione giornaliera era basata sul pane confezionato con granoturco, perché la “mica” di farina di frumento era riservata alla festa. Una minestra di riso condita con lardo e un pezzo di formaggio di qualità scadente costituivano il resto del magro pasto. Soltanto, ma non sempre, qualche domenica un po’ di carne. Il tutto era accompagnato da qualche bicchiere di vino annacquato; infatti, tolto il primo mosto dai tini, si continuava ad aggiungervi acqua sui graspi, per ottenere prima il “secondo vino” e poi il”terzanello”. Un tale tipo di dieta era la causa di carenze di vitamine e di proteine nobili, che perpetuavano la pellagra e causavano sviluppi corporei insufficienti o anomali. Dall'esame dei registri di leva dell'epoca, si rileva che le numerose dichiarazioni delle Commissioni Mediche Militari di non idoneità riguardavano coscritti scartati per gracilità, gozzismo, idrocele, ernie inguinali, debolezza costituzionale, insufficiente statura, gambe arcuate. I casi di deficienza toracica venivano rinviati alla leva successiva (eppure, il "body building" non era ancora stato inventato! Come facevano a risultare “abili” l’anno successivo ?). Alla luce della moderna dietetica, molti fra tali difetti fisici erano conseguenze di deficienze alimentari.

Quanto alla divisione dei prodotti tra proprietari e coloni, a metà dell’800 e presumibilmente fino alla 61 metà del ‘900 l’uva era divisa a metà. Tuttavia si teneva conto delle differenze di qualità aumentando la quantità di uva della controparte che riceveva uva meno pregiata. Per i raccolti di cereali, granoturco, segale, frumento e miglio, ci si regolava sulla base dei rendimenti presunti a seconda della qualità dei terreni, fissando determinate quantità di prodotti da consegnare ai proprietari. Quanto ai prati, se non erano condotti in economia dai proprietari, i coltivatori pagavano un affitto in denaro correlato alla qualità dei terreni. I prodotti da taglio dei boschi erano divisi a metà, deducendo a favore del coltivatore le spese di taglio e di trasporto. Boschi e brughiere erano affidati in scorta ai coloni. Quanto alle foglie dei gelsi, nella maggior parte dei casi restavano di proprietà padronale, ma erano utilizzate in società con i coloni per allevare bachi da seta. Naturalmente, tutte le spese di impianto, rinnovo e cura delle piante erano a carico del proprietario. La casa colonica e le attrezzature per coltivare erano considerate date in affitto, ed il colono pagava un tenue canone annuo. Verso la tarda seconda metà del secolo, cominciò a diffondersi la mezzadria, ossia la divisione a metà di tutte le produzioni agricole.

Notevole importanza aveva anche la produzione dei bachi da seta. Prima del 1850 i contadini dovevano provvedere da soli a produrre la semente, ma a quell’epoca cominciò a manifestarsi una malattia mortale, che costrinse ad importare il seme dal Giappone, cosa che diventò abitudinaria. A Maggio i bachi appena nati erano posti su tavolacci, in locale caldo (quasi sempre la cucina della casa colonica) e buio e si cominciava a nutrirli con foglie di gelso, dapprima tritate e poi intere. Ogni otto giorni i bachi smettevano di nutrirsi e andavano in muta, dopodiché riprendevano a brucare foglie con sempre maggiore voracità. Dopo la quarta muta, i bachi “entravano nel bosco”, ossia salivano su ciuffetti di brugo o di ravizzone e lì filavano il bozzolo. Se tutto era andato bene, da ogni oncia (g 27,23) di seme era possibile ricavare fino a 80 kg di bozzoli. Nel 1877 la Camera di Commercio di Varese distribuì 28.000 once a £ 10 l’una. Un kg di bozzoli costava £ 5.

La macchina anti-incendi Ancora all’inizio del 1862 esisteva un Consorzio di Comuni (Azzate, Brunello, Buguggiate, Gazzada e Schianno) per l'esercizio di una macchina idraulica per lo spegnimento di incendi, custodita in una rimessa in Gazzada. A quell’epoca, prendendo il pretesto che il Consorzio era stato costituito per disposizione del trascorso Governo austriaco, il Comune di Azzate cercò il consenso degli altri Comuni consorziati per dichiarare sciolto il Consorzio e procedere alla vendita della macchina.. Soltanto Gazzada si oppose alla proposta. La Sottoprefettura di Varese non accettò questa risoluzione, facendo presente che: - 1) se ogni Comune avesse acquistata una macchina, si sarebbe creato un indebito aggravio di spese; - 2) normative del nuovo Governo garantivano la validità di disposizioni di quello austriaco; - 3) sarebbe stato necessario ricorrere al Ministero, o addirittura agire contro di esso per vie legali; - 4) molto probabilmente il Comune di Gazzada avrebbe citato per inadempienza gli altri Comuni. Gazzada faceva pagare agli altri Comuni quote parti (poche Lire all’anno) di affitto per il rimessaggio della macchina. Nonostante la lieve entità della spesa, spesso il Comune di Buguggiate era in ritardo nei pagamenti della sua quota. Infatti ancora il 4 Aprile1870 il sindaco di Gazzada protestava perché fino dal 1866 il Comune non pagava più la quota parte di affitto per il locale di custodia della macchina idraulica anti-incendi, quota ammontante ad annue £ 2,37. Il Comune continuava la sua inadempienza, perché nel 1874 il suo debito ammontava a £ 11,85.

Un Decreto governativo del 14 Aprile 1862 stabilisce che tutti i Comuni debbano adottare sugli indicatori stradali le misure metriche. Fino a quel momento le distanze erano indicate in miglia. Il 62 miglio italiano non era quello internazionale di m 1862, ma equivaleva a m 1500.

In seduta di Giunta del 16 Aprile 1862 si decide di richiedere un progetto per una strada di collegamento con Montalbo.

Un successivo Consiglio Comunale del 26 Maggio fra le altre cose approva il bilancio consuntivo della Parrocchia. E' interessante osservare che ancora il Parroco riceve, come decima o donazione, derrate anziché denaro e ne conteggia in bilancio il controvalore. Per esempio, gallette 30 e 3/4, £ 3, frumento, 1 moggio, £ 36,40; segale, 0.1.1 moggio, £ 3,49; melgone (granoturco) 6 moggi, £ 10,35; canapa, 4 (non specificati), £ 3,15..

La ferrovia Gallarate – Varese – Laveno Il Comune di Varese ed Unite Castellanze invia al Sindaco, in data 7 Luglio1862, una lettera invitandolo a spedire al deputato del Collegio una “stampiglia” timbrata e firmata da presentare alla Camera a sostegno dell'iniziativa ferroviaria della Società "Strade Ferrate Lombardia - Veneto ed Italia Centrale" per la costruzione di un tronco ferroviario Gallarate - Varese - Laveno, in opposizione ad un altro progetto di tronco Gallarate - .

In una seduta straordinaria del Consiglio Comunale del 15 Maggio 1863 viene deciso lo stanziamento di £ 600 per l'acquisto di 2 azioni della Società “Strade Ferrate Lombardo -Veneto ed Italia Centrale” per la costruzione della "strada ferrata” Varese - Gallarate, tenendo presente che essa faciliterà le comunicazioni con Milano, Torino, Genova, darà lavoro al bracciantato locale, aprirà a maggior concorrenza il mercato dei bozzoli, , eporterà a riduzioni nelle spese di viaggio (a questo proposito, nel 1863 il costo del trasporto di un ammalato da Buguggiate a Milano si aggirava sulle £ 16,80 più, eventualmente, £ 3,50 per il vitto). Inoltre si approva definitivamente la costruzione del tratto stradale Buguggiate - confine con Azzate, dando mandato alla Giunta di cercare di ottenere un sussidio statale.

Le decime per l’ospedale Civico di Varese e l’ imposta di consumo Dalla seduta di Consiglio del 25 Maggio 1863 si apprende che la lista elettorale comprende 95 uomini. Erano ammessi soltanto gli elettori con un determinato censo e capaci di leggere e scrivere. Le donne erano escluse. Si discute anche l'annosa questione della decima da versare all'Ospedale Civico di Varese. Il Comune sostiene che le elargizioni di decime prima all'Ospedale Maggiore di Milano, poi a quello Civico di Varese costituivano e costituiscono atti di benemerenza e non veri e propri obblighi. L'Ospedale Civico di Varese insiste a richiedere il pagamento corrispondente a £ 282.17.5 ducali a l l ' a n n o . La questione sfocerà in una lunga vertenza giudiziaria, alla fine della quale il Comune sarà dichiarato inadempiente.

La fotocopia qui allegata mostra un esemplare di passaporto del 1864. In mancanza di fotografia, si annotava una serie di particolari del destinatario. Il passaporto fu rilasciato a Francesco Brugnoni fu Luigi, per espatrio in Francia, Svizzera ed Austria. In quel periodo in Italia ci fu una forte corrente di emigrazione, specialmente verso Cile, Argentina e Brasile. Gli emigranti di Buguggiate dell'epoca verso le Americhe sembrano più orientati verso gli Stati Uniti.

L’imposta di consumo Una seduta Consiliare del 6 Maggio 1864 esamina la proposta della Regia Finanza di cedere al Comune l'esazione dell'Imposta di Consumo, dietro versamento garantito di £ 54,80. Poiché nel Comune il ricavato di tale imposta non aveva mai raggiunto £ 30, la Giunta è del parere 63 che se la R. Finanza non acconsente a ridurre l'imposta a $ 22,40, più la metà di eventuali eccedenze risultanti da prodotti straordinari, si lasci alla R. Intendenza di procedere come meglio crede all'esazione diretta dell'imposta. La R. Finanza ha basato i suoi calcoli su dati erronei, perché l'unica osteria nel Comune non consuma annualmente oltre 10 hl di vino e 90 litri di alcolici, dato che i contadini del Comune preferiscono andare all'osteria ad Azzate o a Varese, dove trovano più compagnia, oppure bevono vini di loro produzione. Inoltre, sui consumi pesa negativamente anche “l'isolamento del Comune ", a causa della carenza di strade di comunicazione con i Comuni vicini. Agli atti è una serrata trattativa fra l'Ufficio di Finanza mandamentale ed il Comune per quanto riguarda un abbonamento ai dazi di consumo governativi relativamente a vivi, sostanze vinose e alcolici. Alla Finanza che propone: - Per vini ed aceti, hl 25, a £ 2,50 al hl £ 62,50 - Per alcool di acquavite, hl 1, a £ 6 al hl " 6,00 totale £ 68,50 - dedotte le spese di riscossione, in £ 13,70 l' Amministrazione Comunale offre: - Per vini ed aceti, hl 10, a £ 2,50 al hl, £ 25,00 - Per alcool di acquavite, hl 0,5, a £ 6 al hl “ 3,00 totale £ 28,00 - dedotte le spese di riscossione, in £ 5,60 Non esiste alcuna notizia sugli esiti di questa trattativa.

Essendo andata deserta la richiesta pubblica di presentazione di domande per subentrare nella gestione della rivendita di generi di privativa dopo la morte nel 1864 del gerente Luigi Martignoni, la rivendita viene conferita al figlio Giuseppe che "giammai ebbe tendenza al contrabbando" e possiede i requisiti necessari di moralità e di mezzi finanziari.

La strada per Azzate Dopo la seduta Consiliare del 15 Maggio 1863 che aveva approvato la costruzione della strada Buguggiate - Azzate e avanzata la proposta di chiedere un sussidio statale per ovviare alla ristrettezza di mezzi finanziari, la Giunta si rivolse subito, tre giorni dopo, alla R. Prefettura. Purtroppo, fu data la preferenza a molte consimili richieste di altri Comuni. Allora, considerando necessaria quella strada, la Giunta cercò di individuare altri mezzi finanziari: mantenne ad economia per un anno le manutenzioni stradali, ridusse al minimo le spese, tanto che il bilancio consuntivo 1863 presentò un attivo di £ 2.108. Trovato l'accordo con il Comune di Azzate perché finisse il suo tronco di strada, viene tenuta l'asta d'appalto che fu aggiudicato con un'offerta minima di £ 2.980, 1.774 delle quali a carico di Buguggiate. Ad esse occorre sommare le spese di acquisto di terreni, £ 1.198,61. Ne deriva un totale di £ 2.972,61, con un disavanzo di £ 864,61. E' possibile ricuperare altre 600 Lire facendo economie sulla manutenzione delle strade nel corrente anno, e per il resto, o si provvederà con ulteriori risparmi sulle spese, o con la vendita delle azioni della Società “Strade ferrate Lombardo - Veneto ed Italia centrale”, acquistate come concorso alla costruzione del tratto Varese – Gallarate.

Altre decisioni In data 17 Luglio 1864 si convoca un Consiglio straordinario per rispondere con urgenza ad una circolare della Sottoprefettura di Varese che propone l'istituzione di un portalettere giornaliero, che farebbe capo ad Azzate, sede dell'Ufficio Postale. Il Comune dovrebbe corrispondere due rate semestrali di £ 28. Ritenendo più urgenti altre spese, il Consiglio rifiuta di stanziare in bilancio tali somme. 64

Dal verbale di un Consiglio Comunale straordinario del 24 Settembre 1864 si apprende che il Comune aveva stipulato mutui con privati, autorizzati dalla Sottoprefettura. Per restituire il capitale più interessi maturati per complessive £ 3.456, 74 a tale Angelo Zamberletti di Casciago, la Giunta cerca di ottenere un altro mutuo, a tasso non superiore al 5 - 6 %, presso la Commissione Centrale di Beneficenze di Milano, o da privati.

Nella seconda metà del 1800, i consiglieri Comunali, eletti per censo, o per redditi, oppure perché contribuenti paganti Ricchezza Mobile o altre Imposte, duravano in carica 5 anni.. I membri della Giunta erano tre, compreso di diritto il Sindaco. Le sedute ordinarie del Consiglio Comunale avvenivano quasi sempre di Domenica.Generalmente le sessioni erano quattro o cinque all'anno. La prima era detta sessione 1a di primavera, poi 2a di primavera. Seguivano la 1a estiva, e infine 1a autunnale. All'ordine del giorno della 1a di primavera era la fissazione di stipendi e salari dei dipendenti. Nella riunione autunnale del 24 Dicembre 1865 furono eletti tre membri dell'Ufficio del Giudice conciliatore.

Anche per le liste elettorali amministrative erano iscritti solo cittadini di sesso maschile, con un censo minimo.

Da una circolare del 19 Agosto 1865 si apprende che nelle Liste Elettorali Politiche Buguggiate faceva parte di un Consorzio di Varese 1°, comprendente anche Azzate, Bizozzero, Bodio, Brunello, Capolago, Crosio, Daverio, Gagliate (sic), Gazzada, Gurone, Lomnago e Schianno. Alle Liste Elettorali potevano essere iscritti soltanto i cittadini tassati per una determinata somma di ricchezza mobile stabilita da una Legge 17.12.1860.

Il 26 Novembre 1865 il Consiglio Comunale approva il Regolamento di "Pulizia" Rurale (25 Articoli), Urbana (45 art.) e di Pubblica Igiene (36 art.). Nella stessa seduta qualcuno fa presente che i Comuni limitrofi hanno aumentato gli importi dei sussidi ai bisognosi. I poveri di Buguggiate reclamano un simile trattamento. Si decide di impiegare a questo scopo le £ 30 accantonate per la Festa dello Statuto del 1864 e non spese.

Nel 1865 il personale del Comune era composto da 7 dipendenti tra impiegati e salariati. Questi erano i loro emolumenti annui: - il segretario comunale percepiva uno stipendio di £ 250, - il medico condotto un onorario di £ 140 (quota spettante al Comune nell'insieme di un Consorzio tra Comuni con Azzate, Brunello, Galliate, Capolago), - il maestro comunale uno stipendio da £ 120, - la levatrice un salario di £ 35 (anch'esso nell'ambito di un Consorzio fra Comuni, con Azzate, Brunello, Galliate e Capolago), - il cursore comunale ( figura un po' tutto fare, tra fattorino e postino), un salario di £ 40, - la guardia campestre, un salario di £ 100, - il sacrestano, £ 59,60 più £ 30,40 per la regolazione dell'orologio della torre campanaria della Chiesa di S. Vittore

Il 27 Maggio 1866 il Consiglio Comunale delibera la spese di £ 29 per l'acquisto di uno scaffale per i registri dell'Ufficio Civile e di un tabellone per l'affissione degli avvisi matrimoniali. Dall'inventario dei mobili di proprietà comunale apprendiamo l'aggiunta di una libreria nella sala Comunale e la sparizione di un'effigie di Gesù, sostituita da un secondo ritratto di S.M. Vittorio Emanuele II (segno del contrasto in atto tra Stato italiano e Papato). Nell'aula scolastica, resistono 65 sia le due panchette "assai logore", sia l'effigie di Gesù. Le due panchette saranno messe a riposo l'anno successivo, sostituite da due panche, che portano a otto il loro numero complessivo. Il Comune non possiede beni immobili. Salari e stipendi restano invariati. Sindaco era Giuseppe Bernasconi, assessori erano Ambrogio broggini e Luigi Marini. Gli altri consiglieri: Giuseppe Guaraldo, Giuseppe Pellegrini, Giovanni Parrucconi, Luigi Ghiringhelli, Antonio Brugnon, Carlo Bianchi,

Inventario dei mobili esistenti in Municipio nel 1866 - nella sala comunale: 1 scaffale, 1 tavolo, 1 mobile libreria, 1 panca, 6 scranni, 2 quadri con l'effigie di S: Maestà il Re Vittorio Emanuele II; - nell'aula scolastica: 5 panche per gli alunni, 1 tavolino, 2 panchette "assai logore", 1 lavagna di legno con cavalletto, 5 cartelloni riportanti le "sillabe del nuovo sistema", 1 effigie di Gesù Salvatore, 1 effigie di S. M. il Re. A proposito di scuola, per la prima volta nel 1866 viene menzionata la nomina, da parte del Consiglio Comunale, di un Sovraintendente alla Scuola.

Comincia a crescere gradualmente il numero di abitanti: 446 nel 1866.

Corrispondenza e disbrigo pratiche Tra gli Atti di Stato Civile nel trentennio 1866 - 1897 si trova una copiosa corrispondenza fra i Sindaci di Comuni Italiani e stranieri. Una cinquantina di tali lettere riguarda il Sindaco di Buguggiate. Per dare un'idea di come, nonostante le scarse risorse, le scritture a mano, i lenti mezzi di comunicazione, funzionava la burocrazia a quei tempi, riassumiamo una delle tante vicende. Il 3 Dicembre 1876 il Parroco ed il Sindaco di Ossogna (Canton Ticino) comunicano al Sindaco di Buguggiate che il Sig. Luigi Albini fu Giovanni di Buguggiate ha in tale data ivi contratto matrimonio con la sig.ra Monina Pattuccelli, vedova, nata a Broglia, residente ad Ossogna. La lettera ha seguito questo cammino burocratico: in pari data è stata vistata dal Cancelliere del Canton Ticino; in data 24 Dicembre è stata conttrofirmata dal Console italiano in Lugano; in data 3 Gennaio 1877 la lettera è stata vistata dal Ministero degli Affari Esteri in Roma; pochi giorni dopo essa era in possesso del Sindaco di Buguggiate. Figuriamoci quanti mesi in più avrebbe impiegato per compiere quel percorso e quelle soste ai nostri giorni !

I primi regolamenti comunali Il 28 Maggio 1867 il Consiglio Comunale approva un minuzioso Regolamento di Polizia Urbana, riguardante: - disposizioni riguardanti negozi in generale; - vendite di commestibili; - mugnai; - pesatori, misuratori, facchini; - strade e piazze pubbliche; - costruzioni e riattamenti (riparazioni, ristrutturazioni, n.d.r.); - vetture ed animali; - neve e ghiaccio; -cautele per gli incendi; - ordine pubblico; - penalità 66

Nella stessa seduta è anche approvato un Regolamento di Polizia Rurale, con disposizioni su: - beni comunali; - Polizia Stradale; - prodotti di campagna; - bestiame; - acque: - e penalità.

In sintesi, i due Regolamenti disponevano: Era vietato spigolare anche dopo ultimati i raccolti, era proibito anche raccogliere l'uva restata sui tralci. Era vietato raccogliere nidi di uccelli non di rapina.Vietato deviare le acque e raccoglierle in stagni per macerare canapa e lino. I maceri dovevano essere approvati, e gestiti a debita distanza dagli abitati.

Nei negozi, la carta da involto non doveva superare il peso di 1 g per ogni ettogrammo di prodotto. Costruzioni e riattamenti dovevano essere autorizzati dal Comune, previo esame di progetto e d i s e g n o Il bestiame in transito nell'abitato doveva essere tenuto con briglia o corda. Vietati i maltrattamenti agli animali. Vietato transitare nell'abitato con quadrupedi al galoppo o al trotto.

I frontisti avevano l’obbligo dello sgombero della neve fino a metà strada o, sulle piazze, fino a 4 metri.dal loro fronte. Era obbligatorio rompere il ghiaccio ogni mattino, spargere sale, sabbia, terra, cenere e togliere dai tetti o balconi i seracchi. In caso di necessario scarico di neve dai tetti bisognava avvertire il Comune perché ponesse i debiti segnali.

Era obbligatoria una pulizia annuale dei camini, mancando la quale si provvedeva d'ufficio. Nelle stalle era vietato depositare materiali infiammabili, fumare sigari o pipe non chiuse e usare lanterne prive di vetri di protezione. Tutti gli abitanti idonei erano tenuti a collaborare a spegnere gli incendi, mettendo a disposizione depositi di acqua e attrezzi idonei. La Giunta firmataria è composta da: Giuseppe Bernasconi, Ambrogio Broggini e Luigi Masini.

Nel 1869 il Comune si dota di un minuzioso Regolamento di Pubblica Igiene. La prima versione risaliva al Giugno 1866. Esso tratta : - la salubrità delle abitazioni e dei luoghi abitati; - la salubrità dei cibi e delle bevande; - le malattie ordinarie, epidemiche e contagiose; - le vaccinazioni; - l'idrofobia e la custodia dei cani; - le malattie epizootiche; - le sepolture, le inumazioni e i cimiteri; - le penalità previste.

La burocrazia non è cambiata mai, nei secoli ! Ancora il 27 Luglio1867, in pieno Regno d'Italia, il Subeconomato di Varese riporta come debitore della Chiesa Parrocchiale per ben £ 4,41 annue il defunto parroco don Luigi Crivelli, secondo quanto attestato dal suo testamento in data 23 Settembre 1699 !

Le decime all’Ospedale 67

Una riunione del Consiglio Comunale sul bilancio preventivo 1868 riporta: attività £ 205, spese ordinarie £ 2.660, spese straordinarie £ 360, passivo di £ 2815 da colmare con i tributi diretti. Si comunica anche che la Corte d'Appello di Varese ha dato torto al Comune nell’annosa causa che da anni lo oppone all'Ospedale Civico di Varese. L'ospedale lamentava la mancata corresponsione di decime nel Comune di Buguggiate, che sosteneva non trattarsi di decime ma di semplici elargizioni spontanee. Pertanto, di fronte all’esito legale negativo, il Sindaco ordina la riscossione delle ultime quattro annualità di tali decime insieme alla quarta rata della R.M., e l'addebito delle restanti sulle rate annue successive.

Su raccomandazione dell'Ispettore scolastico perché anche Buguggiate abbia una maestra, è accolta la domanda di assunzione della Signora Adele Callegari, in possesso di patente elementare e normale con stipendio di £ 300 annue.

Alcuni dati sulle tasse fra 1864 e 1867 Nel 1864 c'erano 22 nominativi iscritti nella lista dei redditi soggetti a imposta di R.M.. Nel 1866, per il 1865, erano 45: tutti pagavano £ 2,19 di imposta, eccetto don Pietro Torniamenti, tassato per £ 38,70 e Giuseppe Martignoni, per £ 22.. Nel 1867, erano due i contribuenti assoggettati alla Tassa di Arti e Commercio, l'Esattore Comunale Cesare Verratti con £ 6 e Luigi Martignoni, con £ 8.

I primi giudici conciliatori Dal 1867 al 1877 risulta nominato giudice conciliatore soltanto Francesco Monti nella sessione consiliare di primavera 1869 . Per quel periodo agli atti non risulta alcun iscritto alla lista dei Giudici conciliatori, non si sa se per trascuratezza, o per neghittosità dei possibili candidati, o per mancanza di individui aventi il censo necessario. Nel 1888 e nel 1889 risulta eletto Giudice Daniele Martignoni fu Giuseppe, possidente. Nel 1890 e fino al 1895 compare il nome di Ernesto Galli fu Giuseppe, che più tardi reggerà il Comune come Commissario prefettizio.

Dai certificati di morte tra 1868 e 1875 Tra gennaio 1868 e Novembre 1870 ci fu un'epidemia di ipertosse neonatale (dalla nascita a 17 mesi di vita) con 5 decessi. Tra il 7 Luglio e il 26 Novembre 1875 un'epidemia di difterite causò la morte di 15 bambini e ragazzi da un anno e mezzo fin a 14 anni. Le regole sanitarie prescrivevano il trasporto notturno delle salme direttamente da casa al camposanto e l'applicazione di suffumigi nelle abitazioni.

Febbri "verminose", enteriti e polmoniti erano nell’ordine le principali cause di mortalità. Elevata era la mortalità neonatale entro pochi giorni dalla nascita, talvolta entro 1 o 2 ore, per cause definite come " immaturità " o " gracilità ".

Viene pubblicata la famigerata Legge della tassazione sul macinato, e la Prefettura di Como emana le norme per l'esazione di questa tassa e per la dichiarazione di esercizio della molitura.

Nel periodo 1863 ed 1869 le nascite, i decessi, i matrimoni e le variazioni nella popolazione ( arrivi e partenze) erano annotate dal Parroco, che le trasmetteva al Comune, dove se ne traeva un riepilogo annuale. Tra il 1870 e il 1891 si nota un discreto movimento di immigrazione nel Comune. Per lo più si tratta di famiglie di contadini, in generale provenienti dalla Valbossa o dal circondario di Varese, con numeri cospicui di componenti. Come consuetudine, questi trasferimenti avvenivano in autunno. 68

Nel 1871, la popolazione arriva a 446, con un estimo fissato a 17618 scudi. Nel 1876, la popolazione denunciata è sempre di 446, e l'estimo è aumentato di 20 scudi. La stabilità dei numeri fa sorgere qualche dubbio sulla loro esattezza e presumere che si continui a dichiarare dati vecchi, senza effettuare su essi nuovi controlli. E’ probabile che tenendo basso il numero di residenti e l’estimo totale si pagassero meno tasse. La Giunta municipale, in data 26 Agosto1870, emana un avviso di concorso per il posto vacante di maestra della scuola mista elementare, con uno stipendio annuo di £ 300. Scaduto il 15 settembre il termine per la presentazione dei documenti richiesti, il Consiglio comunale esamina le 4 domande pervenute, e a maggioranza elegge a maestra la Sig.ra Melania Pagani di Caidate, nonostante essa non abbia presentato il documento " Patente di idoneità " richiesto dal bando di concorso, circostanza che dovrebbe escluderla "a priori".

Le rette all’ospedale A proposito di spese di degenza, si conosce che attorno al 1870 il Comune pagava all'ospedale Maggiore di Milano le seguenti rette giornaliere: - malati cronici e pellagrosi, £ 1,60; - sifilitici, da £ 0,38 a £ 1,83 a seconda della durata della degenza, - scabbiosi, £ 2,40, - tignosi, £ 1,75, - vaiolosi, £ 1,4, - idrofobi, £ 0,76 ( 2/3 a carico dello Stato, previa attestazione di " miserabilità" e, per i minori di 7 anni, presentazione di certificato di nascita). La "miserabilità” veniva attestata per iscritto dal Parroco e poi confermata dalla Deputazione Comunale. La lista mostra che le malattie più frequenti ancora nel 1870 erano causate da scadenti condizioni igieniche ed alimentari. In particolare, la pellagra era una conseguenza di eccessivo consumo di polenta di granoturco come ingrediente principale dell’alimentazione, in concomitanza con scarso consumo di carni.

Disavanzi e sovraimposte Alla solita riunione domenicale del Consiglio Comunale del 28 Maggio 1871 viene esaminato il bilancio consuntivo 1870, che ha mostrato un attivo di £ 3.998,32, 3.000 delle quali da destinare a pagamento di un mutuo stipulato con il Sig. Luigi Masetti. Da anni era in atto un continuo stipulare mutui con privati, onde provvedere all'estinzione di vecchi mutui precedenti. L'esame del bilancio mostra anche che stipendi e salari sono restati quelli del 1865, mentre è stato assunto un salariato in più: un seppellitore, con salario di £ 40 all'anno. Il Sindaco fa presente che il bilancio preventivo 1871 prevede, invece, un deficit di £ 2.865. La Giunta proporrebbe di coprirlo mediante la sovraimposta comunale, oppure, qualora essa non fosse sufficiente, con nuove tasse, per esempio con un aumento di centesimi 10,65150 per ogni punto di sovraimposta: Tuttavia, ancora in questo ultimo caso, si arriverebbe ad un totale di £ 1.898,60, con un deficit di £ 966,40. Per colmarlo, occorrerebbe chiedere alla Deputazione Principale un’autorizzazione ad aumentare altre tasse, per esempio quella sul " fuocatico" (imposta di famiglia). A questo punto, appoggiato anche da altri consiglieri, interviene Giuseppe Bernasconi che pensa sia impossibile aumentare le sovraimposte "in questo Comune, i cui abitanti appartengono nella generalità alla classe dei miserabili”, All'obiezione il Sindaco risponde che l'applicazione della seconda sovraimposta è condizione indispensabile per richiedere aumenti di altre imposte, quali quella fondiaria. Bernasconi, allora, propone che prima di deliberare sulle proposte della Giunta si assumano migliori informazioni sulla necessità di tali provvedimenti, si studi meglio l'applicabilità 69 della seconda sovraimposta proposta, anche confrontandola con quanto, in proposito, venne deliberato in Comuni limitrofi, sospendendo al momento ogni decisione e demandandola ad una riunione straordinaria di Giunta Così delibera il Consiglio Comunale.

Negli anni tra 1871 e 1876 si nota un certo risveglio di attività per quanto riguarda la costruzione di nuove strade e la manutenzione di quelle esistenti. Nel 1871 viene bandita un'asta per la costruzione e la manutenzione novennale di un tronco di strada che partendo dalla strada interna che porta alla Chiesa Parrocchiale si congiungerà con quella che scende verso Capolago. Questo tronco sostituirà quello già esistente, ritenuto troppo ripido.

Da una perizia del capomastro Andrea Cecchetti di Varese, relativa a lavori di riparazione del ponte sul torrente Valciasca, si può calcolare la produttività di allora (1871). Un muratore con manovale può costruire 1,5 m3 di muro al giorno. Essendo £ 3 il suo compenso quotidiano, la costruzione di un muro costa 2 al m3. Un " rizzadino "con garzone può disfare e rifare 16 mq di selciato, a £ 3,20 al giorno, con un costo di £ 0,20 per mq.

Nella seduta del Consiglio comunale del 6 Maggio 1972 è approvato il bilancio consuntivo 1871, in attivo di £ 909, 66. Salari e stipendi sono ancora invariati. Si discute se elargire un sussidio, oppure fare ricoverare all'Ospedale di Varese, tale Domenica Moranzoni, vedova e sola, colpita da "ipoplessia ".Si decide di affidarla a tale Carlo Broggi, dietro compenso di 25 centesimi al giorno, essendo questa la soluzione ritenuta più economica.

Sta ritornando l'esazione tributi comunale. Fra una terna di candidati viene scelto Carlo Sonzini di Varese, che richiede un aggio dell'! %, probabilmente perché ritenuto più affidabile rispetto ad altre due persone che chiederebbero soltanto lo 0,8 %. Verserà una cauzione di £ 125.

Una lettera del 21 Maggio inviata dalla Divisione 4/a della Sottoprefettura di Varese fa presente al Sindaco che la Maestra Giambarini non è in possesso della patente prescritta e pertanto lo si invita a provvedere altrimenti per il futuro anno scolastico. Il 12 Ottobre 1872 viene nominata maestra la Sig.ra Fiorina Baroffio, ma non è menzionato lo stipendio, mentre tutti gli altri emolumenti restano invariati.

.Durante la seduta del Consiglio Comunale . del 26 Novembre 1872 si propone l'adozione di una tassa di “focolatico” (imposta di famiglia) per fare fronte alle spese per la costruzione di tronchi stradali per Capolago e per Montalbo. In quell’anno abitavano a Buguggiate 56 famiglie, composte da 287 abitanti nel centro, e 163 fra Sardegna e case sparse

Gli stipendi ed i salari nel 1873 continuano ad essere invariati almeno dal 1865, tanto che la levatrice Angela Martignoni inoltra una supplica, non accolta, perché le venga aumentato il salario di £ 35 annue.

Inefficienze burocratiche Nel periodo tra 1870 e 1880 si nota un’eccesiva lentezza o anche mancanza di risposte di pratiche burocratiche con altri Enti. Ne fanno testo: - - Una richiesta di dati della R. Pretura di Varese del 9 Novembre1873, che reca una postilla: < Si raccomanda di non ritardare,"come al solito”, per non intralciare le operazioni degli altri C o m u n i . > 70

- Un'altra postilla simile su una richiesta del 22 Ottobre1874 dell'Amministrazione del Demanio delle Tasse di trasmettere lo stato nominativo dei deceduti nel 3° trimestre 1873. - Due solleciti della Camera di Commercio del 22 Ottobre 1874 e 5 Novembre1874, non avendo ancora ricevuto il Ruolo della Tassa Camerale 1873. - Un monito del 20 Novembre 1874 della Sottoprefettura, dopo due richiami del 19 e 26 Ottobre 1874 avente per oggetto: < Richiamo di affari in ritardo, invito a dare corso immediatamente all'elenco di cui alla circolare… . (ecc., ecc., ) altrimenti sarà inviato un Commissario, per ritirarlo a spese di chi di ragione >.

Nel 1873 il raccolto di frumento fu ottimo, superiore a quello dell'anno precedente; quello di foraggio, buono, simile a quello precedente. Inesistenti i raccolti di canapa di lino, il che prova che già in quegli anni queste due colture erano state all'epoca abbandonate

Nuove strade comunali .Il 10 Luglio1874 l'ing. Amabile Morandi presenta un progetto per la costruzione di 3 tronchi s t r a d a l i : -1) - uno che staccandosi a sinistra dalla strada Gazzada - Azzate arriva fino ad una piccola cappella; -2) - un altro che dalla cappella arriva al confine con Azzate presso la cascina Erbamolle; -3) - un terzo che dalla cappella giunge alle cascine Montalbo. Sia il pezzo nuovo di strada dalla Chiesa per Capolago, sia il primo tronco fino alla cappella risulteranno ultimati alla fine del 1876. Un capitolato d'asta per manutenzione stradale del 11 Settembre 1874 ci fa conoscere in dettaglio la rete stradale del comune a quell'epoca:

- 1 - Strada dal confine con Gazzada al confine con Azzate, m 862; - 2 - Strada che partendo dalla 1 immette nell'abitato, m 1216,7 -3 - Strada che dalla 2 immette nell'abitato di Sardegna, m 128,70; - 4 - Strade interne, m 348,50; - 5 - Strada della Chiesa, che dalle strade interne immette sul sagrato di S. Vittore, m 225,40: - 6 - Strada detta di Capolago, dal confine con Capolago all'accesso che mette alla Vignazza e al Campaccio, m 356; - - 7 - Strada che diramandosi dalla 6 si dirige verso il lago, m 500; - - 8 - Strada che dal confine con Azzate porta a quello con Capolago, formante parte della strada circumlacuale, m 664; - - 9 - Strada detta della Valciasca, che dalle strade interne 4 porta verso Azzate, m 434,50.

Totale, m 4.735,80. E' evidente che ormai è definito l'ordito stradale che caratterizzerà la Buguggiate moderna. Mancano soltanto le strade per Erbamolle e Montalbo.

Durante il Consiglio Comunale del 12Aprile 1874 si insiste sull'istituzione della tassa di famiglia e dell'imposta sugli esercizi.

Dal Registro delle iscrizioni alle scuole elementari, per l’anno 1874 – 1875 per le classi miste1a e 2a risultano iscritti 36 maschi e 38 femmine.

In data 4 Ottobre 1874 il Consiglio Comunale approva i due progetti, redatti dall'ing. Amabile Morandi, per la costruzione di una strada verso Capolago e di un'altra verso Montalbo ed Erbamolle, quest'ultima soltanto per un 1° tronco, dato lo stato delle finanze comunali. 71

Attività comunali In un resoconto della Giunta, del 1° Dicembre 1874si afferma: < Ben poche cose vi sono da dire perocchè il nostro Comune è di sì minima importanza che, a meno di un caso straordinario, tutto cammina come in una famiglia >.

Nel 1875, cinque erano i proprietari di fabbricati in Buguggiate.

Poiché il bilancio consuntivo1874 mostra un attivo di £ 1971,12, il Consiglio Comunale delibera di creare un libretto di risparmio di £ 1.500 presso la Cassa di Risparmio di Varese, da destinare alle spese per la costruzione di una nuova strada verso Capolago. Anche tutti gli ultimi anni precedenti a Avevano ottenuto bilanci consuntivi in attivo.

Il 26 Luglio 1875 è convocato un Consiglio Comunale straordinario perché approvi la partecipazione del Comune ad un Consorzio Volontario di Comuni per la riscossione dei Dazi Comunali. Si dà incarico alla Giunta di trattare e di concludere la formazione del Consorzio, accettando il canone annuo di £ 30 per abbonamento, ed eventualmente delegando la riscossione al Comune che sarà scelto dal Prefetto. Farebbero parte del Consorzio: Azzate, Bizzozero, Bodio, Brunello, Capolago, Crosio, Daverio, Galliate Lombardo, Gazzada, Gurone, Lomnago, Lozza, Morazzone e Schianno, con una popolazione complessiva stimata in circa 10.000 persone.

Tra 1860 e 1875, l’amministrazione comunale era retta, oltre che dal Sindaco, da 4 membri della Giunta, due dei quali sostituiti ogni anno, 15 consiglieri, 2 revisori dei Conti, 2 membri della Congregazione di Carità (anch'essi sostituiti metà ogni anno), 1 Sorvegliante della scuola e 2 membri della Commissione di Sanità.

Nei ruoli 1875 della Sovraimposta camerale del Comune, da versare alla Camera di Commercio di Varese, risultano iscritti soltanto Giuseppe e Giovanni Martignoni fu Luigi, gerenti osteria e negozio di pizzicagnolo.

I documenti esistenti nell’archivio comunale consentono un esame sommario del numero, della composizione media e dello stato patrimoniale delle famiglie nel Comune tra 1876 e 1877. Dalle liste degli assoggettabili all'imposta di famiglia (ancora denominata “focatico”) risultano residenti 58 famiglie. A seconda della quota di imposizione annua, le famiglie sono divise in 3 classi: 1a, tassata con £ 5 annue; 2a, con £ 4; 3a, con £ 2. Alla 1a classe appartenevano solo 2 assoggettabili: Don Pietro Torniamenti, parroco, e Giuseppe Martignoni; alla 2a, 5 famiglie; alla 3a, 42. Restavano esenti 9 famiglie "miserabili”, non tassabili. In tal modo l'imposta rendeva £ 114 all'anno.

Quanto alla composizione numerica dei nuclei famigliari, era piuttosto varia, ma con tendenza ad essere piuttosto elevata. C'erano una famiglia con 10 membri, due con 11, sette con 12, tre con 13, ed una con 32 (quella di Carlo Bianchi fu Giuseppe).

.C’è una seduta straordinaria del Consiglio Comunale il 6 Febbraio 1876. Avendo la Deputazione Provinciale respinto il bilancio preventivo 1876 perché un presunta soprattassa supererebbe il limite massimo consentito, per portare il bilancio a pareggio, oltre all'imposta di famiglia già approvata, occorre deliberare altre sovraimposte di possibile attuazione. Pertanto, si propone e si delibera: -1) una soprattassa del 50 % sui generi colpiti da dazio di consumo governativo; - 2) una tassa sull'esercizio e sulla rivendita di generi diversi da quelli di 72 monopolio statale, in misura da stabilirsi in riunione di Giunta. In tal modo sono approvate le rettifiche al bilancio preventivo 1876, determinate dalle maggiori entrate presunte provenienti dall'attivazione delle due misure fiscali sopra descritte. Così, nel 1876 Giuseppe Martignoni, oste e pizzicagnolo, pagò £ 1,89 ( £ 0,42 ogni 100 £) di sovrimposta annuale sull'imposta Arti e Commercio. Possedeva anche due alambicchi per distillazione di alcool. Tutto ciò è approvato a Buguggiate nella seduta consiliare del 28 Maggio 1876 Alla lista della tassa sugli esercizi per il 1876 risulta iscritto un solo esercente, Luigi Martignoni, tassato per £ 7 all'anno

Dopo la morte del dott. Gerolamo Bossi, medico condotto consortile, in una riunione del 24 Aprile 1876 ad Azzate dei Comuni interessati si è convenuto: - 1) di erogare alla vedova a titolo di gratifica tutto il resto dell'onorario (£ 140 di quota di Buguggiate per il corrente anno) - 2) di formare una nuova condotta per Azzate, Brunello, Buguggiate, Capolago, Crosio, Daverio, Galliate Lombardo e Gazzada, con sede ad Azzate; - 3) di fissare come onorario al nuovo medico condotto la somma di £ 2.500 annue, da pagarsi secondo le quote stabilite sulla base del riparto della precedente condotta, cioè in proporzione al numero di residenti. . I salari e gli stipendi dei dipendenti comunali continuano ad essere invariati. Evidentemente allora non c’era inflazione.

In una successiva seduta straordinaria consiliare del 30 Luglio 1876 viene approvata la nomina del dott. Pietro Castiglioni di Mornago a Medico Condotto. La quota spettantegli per Buguggiate è di £ 262 annue. Il medico condotto abitava ed aveva l’ ambulatorio in Azzate.

Da una comunicazione del Sindaco alla Sottoprefettura risulta che nel Comune non esistono frazioni con popolazione superiore a 100 persone.

Una seduta consiliare del 29 Ottobre 1876 approva la partecipazione per il quinquennio 1878/1882 ad un Consorzio esattoriale comprendente i Comuni di Velate, Lissago, Masnago, Casciago, , Capolago, Schianno, Gazzada, Azzate, Buguggiate, Galliate, Bodio, Lomnago, Morosolo, Cabiaglio e S. Ambrogio Olona. Il canone annuo per il pagamento in abbonamento dei dazi su generi di consumo era, per Buguggiate, di £ 30 nel 1878 e £ 31 nel 1880. Nel 1881, su carta bollata da £ 1, Giuseppe Martignoni accettava di pagare anziché un regolare importo di dazi su generi di consumo, una cifra fissa di £ 46 all'anno in abbonamento per gli anni 1881/83, con penale del 6 % per pagamenti in ritardo ed applicazione delle tariffe genere per genere in caso di inadempienza .

Nel 1876 era entrato in vigore un minuzioso Regolamento di Polizia Mortuaria.

Dal verbale della seduta consiliare del 27 Maggio 1877 si apprende che: - gli elettori iscritti alla lista per le elezioni amministrative sono 49 (su 406 abitanti); - gli elettori iscritti alla lista per le elezioni politiche sono 3, compreso il Parroco, precedentemente autoesclusosi.

Dopo attento esame delle rispettive condizioni di agiatezza, la lista delle famiglie assoggettabili alla tassa di famiglia per il 1877 comprende: 2 contribuenti di 1a classe, a £ 5 annue; 5 di 2a classe, a £ 4; 44 di 3a classe, a £ 2. Totale del contributo, £ 118.

La Lista elettorale per il commercio include 1 solo iscritto, Luigi Martignoni, unico contribuente 73 anche per la tassa sugli esercizi. Da sempre la Cassa Comunale era affidata all'esattore.

Il bilancio consuntivo 1876 presentava un attivo di £ 438, 79, quello 1877, invece, mostra un passivo di £ 254,71. Nel residuo attivo del 1876 figurava un'entrata arretrata di £ 100 provenienti dalla tassa di famiglia 1875. In sede di revisione il Consiglio Provinciale avverte che la considererà incassata, a meno che il Consiglio Comunale la dichiari inesigibile. In tal senso si pronuncia il 26 Maggio 1878 il Consiglio stesso, dato che l'imposta riguarda famiglie di contadini attualmente nell'impossibilità di pagare.

Nella stessa data, vengono confermati gli stipendi e salari annui dei dipendenti comunali: - Castiglioni Pietro, Medico condotto, £ 262 (quota parte di Buguggiate); - Martignoni Giuseppe, Segretario Comunale, £ 250; Monti Francesco, cursore, £ 40; - Martino Jole (?), levatrice, £ 40 (lieve aumento); - Bossi Lodovico, sagrestano/campanaro, £ 90; - Mei Carlo, guardia campestre, £ 100; - Ballerio Martino, seppellitore, £ 40. ( In linea di massima, pressochè invariati dal 1865. Manca il riferimento allo stipendio del maestro).

I neonati “esposti” Da una comunicazione del 9 Settembre 1878, emerge il grave problema dei neonati cosiddetti "esposti", cioè abbandonati al momento della nascita e non riconosciuti dai genitori. Qualche volta l'abbandono ed il mancato riconoscimento erano un espediente per non prestare le cure della primissima infanzia. Infatti, non mancavano tardivi riconoscimenti di paternità.

Gli esposti alla Ruota erano affidati a nutrici, cioè a balie, che ricevevano compensi in denaro e/o in natura. Appena in grado di badare a se stessi, questi bambini erano dati "in affidamento" a famiglie che ne facevano richiesta. Erano inviati, o meglio consegnati, con un "libretto di scorta" a queste persone denominate "allevatori". Qualcuno, probabilmente, era trattato bene, come un figlio, molti altri, forse, erano considerati servi e spesso sottoposti ad angherie e maltrattamenti. Ne è un esempio una "esposta” che il 9 Settembre 1878 fuggì arbitrariamente dall'allevatore per rifugiarsi presso un'altra famiglia. Gli esposti affidati a balie in campagna non erano vaccinati. In generale si trattava di neonati prematuri o in cattive condizioni di salute, ai quali si cercava di evitare i rischi e gli indugi del trasporto all'Ospizio Provinciale di Camerlata (Como). Fino a tutto il 1869 le spese per il mantenimento degli esposti, sotto forma di compenso mensile agli "allevatori ", erano per il 75 % a carico della Provincia e 25 % a carico del Comune ( nel 1846 le spese di Buguggiate erano state di £ 22,46).

Come dianzi detto, qualche persona ricorreva alla gherminella di esporre un neonato, riconoscendolo, ed eventualmente legittimandolo, solo al momento del matrimonio, o anche dopo, senza tuttavia darne notifica all'Ospizio e senza ritirare la prole riconosciuta e legittimata. Questo contegno causava all'Ospizio degli oneri impropri, tanto da obbligarlo a richiedere ai Comuni copie delle iscrizioni di nascita e degli atti di riconoscimento dei figli.

L’imposta di famiglia arretrata – Finanze in difficoltà Nella riunione di Giunta del 25 Maggio 1879 si parla ancora delle famose 100 £ di imposta di famiglia iscritte a bilancio 1875 per ottemperare a disposizioni superiori. Sia perché la Giunta non aveva studiato bene il regolamento di attuazione, sia perché fu possibile ovviare alle spese mediante altri cespiti, non se ne effettuò la riscossione. La Giunta pensava di esigere più tardi tale tassa facendo pagare insieme due annualità, ma essendo sopravvenute 5 o 6 annate agrarie sfavorevoli ai raccolti di gallette, frutta ed uva, che costituivano i cespiti più importanti dei contadini, era risultato 74 praticamente impossibile incassarle. Inutile trascinarle di bilancio in bilancio. La Giunta chiede al Consiglio Comunale di autorizzarla a domandarne alla Deputazione Provinciale la cancellazione e lo storno dal bilancio 1878.

Nello stesso giorno si riunisce anche il Consiglio Comunale. Si approva il bilancio consuntivo 1878, chiuso con un passivo di £ 654,04. Si approva l'imposta di famiglia per l'anno corrente (£ 118) e quella sui pubblici esercizi (£ 7). Si conferma anche l'inesigibilità delle 100 £ di presunta imposta di famiglia 1875, dato che da 5 - 6 anni i contadini non riescono più a raccogliere frutta e uva. Si chiede, pertanto, alla Deputazione Provinciale di depennare la somma dal conto consuntivo 1878.

Una seduta straordinaria consiliare del 5 Agosto 1879 deve decidere sulla partecipazione del Comune all'istituendo nuovo Ufficio di Archivio Distrettuale in Varese, e alle relative spese indicate in una circolare della Sottoprefettura. Sull'argomento chiede la parola Giuseppe Bernasconi, affermando che "questo piccolo Comune ha già molte spese e che non potrà avere bisogno nemmeno entro 100 anni di un atto notarile, e quindi tale spesa graverebbe troppo il Comune", e proponendo "la sospensione dell'approvazione di una tale spesa, sia annua, sia per il primo impianto”.. Il Consiglio approva la mozione Bernasconi. Evidentemente Bernasconi era troppo pessimista sull'avvenire di Buguggiate. Credo che cento anni dopo, nel 1979, fossero già numerosissimi i rogiti notarili interessanti i buguggiatesi !

Essendo stato constatato che la maestra Fiorina Baruffi non è in possesso della regolare patente per l'insegnamento,. era stato pubblicato l'avviso per il concorso per l'insegnamento elementare misto. Fra le due candidate che avevano presentato domanda, ad anno scolastico già iniziato (nel 1880 era 1° ottobre - 31 Luglio) in seduta straordinaria del 26 Ottobre 1879, il Consiglio Comunale sceglie la Sig.ra Maria Baj, con uno stipendio annuo di £ 333,33, cifra fissata dalla Sovrintendenza per i Comuni di 3° categoria. A norma di legge si elegge anche un Delegato per la sorveglianza su piccole distillerie di alcool (quella di Luigi Martignoni).

Per la prima volta, sono nominati tre membri per una Giunta di Statistica. Gli abitanti erano 456, l’estimo comunale era di £ 10.212,60.

Il Comune era sempre in ritardo nella trasmissione di dati richiesti dalla sottoprefettura di Varese o direttamente dalla Prefettura di Como. Effettivamente, le richieste burocratiche erano molto numerose, spesso per dati di poca importanza. Una tirata di orecchi, fra i tanti solleciti, il Sindaco la riceve il 22 Dicembre 1879:

"" Sottoprefettura di Varese "" N° 753

Oggetto: Giunta di Statistica

"" Per l'ultima volta s'invita la S: V. a volere trasmettere tosto il verbale di nomina della Giunta di Statistica. ""

Il Sottoprefetto (Firma illeggibile)

La ferrovia - Laveno In data 15 Febbraio 1880 un Comitato Ferroviario della Città di Varese trasmette alla Giunta Comunale un ordine del giorno votato dalla rappresentanza dei Comuni del Circondario di Varese e 75 dei Mandamenti di Saronno e di Bollate (provincia di Milano), nel quale, a completamento della recente linea ferroviaria Milano - Saronno, si auspica un prolungamento Saronno - - Varese - - Laveno. Si assicura anche un concorso morale e materiale di Comuni e di privati a questa iniziativa. Il Gabinetto della Sottoprefettura di Varese appoggia caldamente l'iniziativa, sollecitando i Comuni a predisporre un concorso finanziario, e con tale scopo a convocare i Consigli Comunali in seduta straordinaria. Alberto Vaucamps, costruttore della Milano - Saronno, si assume l'incarico di ottenere dal Governo la concessione, di costruire e garantire l'esercizio della linea, ma in cambio richiede una contribuzione totale a fondo perduto di £ 400.000, da pagare metà appena sarà in funzione il tronco Saronno - Varese, metà sei mesi dopo l'entrata in esercizio di tutta la linea fino a Laveno. Il Comitato Ferroviario attribuisce al Comune di Buguggiate un contributo di £ 500.

Durante il Consiglio Comunale del 27 seguente, ha luogo una lunga discussione su tale proposta. Alla fine, date le ristrettezze finanziarie nelle quali si trova il Comune, ci si assume l'obbligo di pagare a fondo perduto £ 200, a condizione che i lavori comincino il più presto possibile, onde offrire lavoro ai poveri braccianti locali, e che il versamento avvenga in due rate, metà a completamento del tronco Saronno - Varese, metà entro sei mesi dall'entrata in esercizio di tutta la linea fino a Laveno.

Un nuovo cimitero Nella seduta del 30 maggio 1880 il Consiglio Comunale, ritenuto impossibile l'allargamento dell'attuale cimitero, e viste le istanze della popolazione, delibera la costruzione di un nuovo cimitero. Dà mandato alla Giunta di individuare un terreno adatto. Si incarica l'ing. Giacomo Cova di preparare al più presto un progetto di massima. Dal verbale della stessa seduta si apprende che 57 sono i soggetti iscritti alla lista per la tassa di famiglia con un introito preventivato di £ 124,93; - che c’è un solo contribuente per la tassa sugli esercizi, tassato per £ 7,05; - che ci sono 2 iscritti alla lista per le elezioni politiche e 47 a quella per le elezioni amministrative.

La Giunta ha individuato una nuova localizzazione per il cimitero nel fondo denominato Crocino, che l'attuale proprietario, Cesare Bianchi, sarebbe disposto a vendere.

Dopo l'approvazione della delibera da parte della Sottoprefettura di Varese, viene richiesta, secondo la Legge 5 Giugno 1830, l'autorizzazione di S.M. il Re all'acquisto in località Crosetta (o Crocino) di un terreno di mq 967, 515 per un valore di £ 575,70 (mappale comunale n° 394.61).

In una successiva seduta del 26 Settembre 1880 (sempre di Domenica) si approva un progetto per tale costruzione, redatto dall'ing. Giacomo Cova. Il progetto inizia spiegando che è impossibile l'allargamento del vecchio cimitero del 1787 - 1788, essendo esso delimitato da due strade, una comunale ed una campestre di accesso a fondi agricoli, avendo cinta fatiscente e terreno in sgrondo, con rischi di deflusso di acque "miesmatiche" e di pericolo per la salute di abitanti di case vicine. Il nuovo cimitero sorgerà a levante/mezzogiorno del paese, a distanza di 350 m dalla cascina Sardegna, sulla strada Buguggiate-Azzate, in diretta comunicazione con la cascina Erbamolle, sita in Comune di Azzate, gli abitanti della quale saranno sepolti in questo cimitero. Il camposanto misurerà 700 mq delimitati da un recinto. All'interno sono previsti uno stanzino per l'ispezione dei cadaveri e al lato opposto un portichetto per il deposito momentaneo degli attrezzi del seppellitore; in fondo, in faccia all'ingresso, sorgerà un cappella. La spesa preventivata è di £ 766,06 per le opere "a corpo" e di £ 4.117,823 per quelle a misura, con un importo totale previsto di £ 4.883,86. 76

L'ing. Cova presenterà una notula di £ 328.50, basata su compensi orari di £ 0,60, di £ 25 per n° 10 giornate, £ 3 per vitto e £ 20 di cancelleria.

Un foglio datato 30/6/ 1880 mostra il frontespizio dell'attuale cimitero. Poiché il bilancio preventivo 1881 prevede per la costruzione del Cimitero soltanto un accantonamento di £ 750, si propone di richiedere la superiore autorizzazione a vendere una Cartella del Debito pubblico con rendita di £ 156,24 e di stipulare un mutuo appena l'opera sarà completata. Intanto, si autorizza il Sindaco ad acquistare il fondo Crocino e si invita il Sindaco e la Giunta a cercare di ottenere un qualche contributo del Governo centrale.

Notizie varie Si conferma l'adesione al Consorzio esattoriale anche per il quinquennio 1881 - 1885.

Dall'esame del bilancio consuntivo 1880 eseguito nella seduta consiliare del 26 giugno 1881, riportante un attivo di £ 614,06, si apprende che, su una popolazione di 464 persone, erano tassabili per l'imposta di famiglia 53 nuclei famigliari, per un importo complessivo di £ 124,93. La tassa sugli esercizi rendeva £ 7,05 all'anno. I salari e stipendi erano invariati. La scuola sarebbe stata aperta il 1° Ottobre, con termine delle lezioni il 31 Luglio 1882. Si nota una battuta d'arresto per la costruzione del Cimitero.

Nell’autunno 1881 prende avvio un progetto di Esattoria Consortile fra i 25 Comuni del Mandamento di Varese, con sede nel Comune di S: Ambrogio Olona.

Il 17 Febbraio 1882 la Giunta concede agli eredi di Ambrogio Broggini di seppellirne la salma " in luogo da essi richiesto e fuori della situazione ordinaria " dietro pagamento di £ 5 per un periodo di 10 anni, con facoltà dei medesimi di chiedere il rinnovo della concessione, dietro pagamento di tassa da convenirsi. Questa notiziola ci dà un’idea di quanto costava allora seppellire i morti.

Per la prima volta il 16 Aprile 1882 si trova menzionato un Monte Pensioni per gli insegnanti. E' l'Intendenza di Finanza che ricorda l'obbligo di versamento di un contributo Comunale (£ 16,80 più 5 centesimi per la marca da bollo) alla Tesoreria provinciale.

A metà del 1882 la popolazione è leggermente aumentata a 465 persone. Infatti, anche i ruoli per l'imposta di famiglia (54 nel corrente anno) sono in aumento per il 1883 a 59. In complesso, i nuclei familiari sono 63, ma 4 sono "miserabili" e quindi non assoggettabili a tassazione. In totale, la tassa di famiglia rende £ 130,95. La lista elettorale del commercio annovera 2 iscritti, quindi almeno 2 sono gli esercizi..In realtà sono 3, 2 osti ed 1 pizzicagnolo, ma 1 dei 3 risiede a Varese e paga là le t a s s e . 54 sono gli elettori. Stipendi e salari immobili. Estimo 10.212,60 Lire.

Ancora nel 1883, i caseggiati non erano ancora indicati con numeri civici in ogni via, ma individuabili con numeri comunali progressivi a partire dalla Canonica, dove allora risiedeva il Parroco don Achille Dralli. Al N° 2 abitava la famiglia di Carlo Bianchi, con 15 membri, al N° 17 la famiglia di Angelo e Massimo Bianchi con 17 componenti.

Nella seduta consiliare del 23/9/1883 viene accolta la domanda della maestra Teresa Inversini, insegnante provvisoria da 2 anni, di essere confermata maestra comunale, con un aumento di £ 20 a £ 333,03 più un compenso sotto forma di alloggio in affitto nella casa comunale, valutato £ 46,67 (totali £ 380 all’anno). 77

L’inventario dei mobili di proprietà comunale ci mostra qualche miglioria. Nella sala comunale ora esistono: uno scaffale, un mobile libreria, un tavolo, una panca, otto scranni in " cannettati ", tre scranni in " liscati ", un’effigie di Vittorio Emanuele II ed una di Umberto I, attuale regnante, tre assicelle per ripostiglio delle tabelle, due calamai e due candelieri. Nell'aula scolastica: nove panche per scolari, un tavolino, uno scranno in " cannettato ", una tavola nera con cavalletto, cinque cartelloni con il nuovo metodo sillabico, un cartellone per il sistema metrico decimale, un’effigie del Salvatore, una con S.M. Umberto I, e una con Vittorio Emanuele II.

Dalla lista degli assoggettati all'imposta di famiglia per il 1884: 435 residenti, 63 famiglie, quattro delle quali di 1a classe (con tassa di £ 5). La 2a classe pagava £ 4, la 3a £ 2. Cinque famiglie erano " miserabili". E’ aumentato il numero di famiglie abbienti ed è molto diminuito il numero di quelle famiglie povere. Si comincia a intravedere un po’ più di benessere.

A fine Marzo 1884 si riesce finalmente a vendere la Cartella del Prestito redimibile di £ 175 per destinarle alle spese di costruzione del cimitero. Si delibera anche di rendere alienabili gli spazi a sinistra della Cappella del cimitero. Se da uno spazio si possono ricavare due lotti, ogni lotto costerà £ 100, se ne sono ricavabili 3, ogni lotto costerà £ 80.

In Maggio, il Comune aveva completato, a norma di legge, la rete di strade obbligatorie. Novità nella liste elettorali di commercio e degli esercizi: sono 3 gli esercenti tassabili.

Il 7 Aprile 1884 il frate Virgilio Maria Chiri, delegato del Ministro Priore dei Reverendi Cappuccini della Lombardia, proclamava nella chiesa parrocchiale l'istituzione del Terzo Ordine di S. Francesco in Buguggiate. Tuttavia, fino dal 1877 risultavano iscritte all'ordine terziario 142 donne. Quindi la proclamazione aveva soltanto un valore di rendere ufficiale un movimento religioso già in atto..

Un’altra epidemia di colera A metà del 1884 si sta verificando una serie di casi di colera, allora denominato dai medici "Cholera asiatico". I primi casi erano avvenuti a Tolone, in Francia. Anche a Buguggiate sono prese misure contro la diffusione del morbo. Qualora si verifichi qualche caso, si ordina di disinfettare pareti e pavimenti con acido fenico grezzo e solfato di ferro nelle proporzioni di 1 : 8, di cospargere i materiali organici con calce viva, e di bruciare zolfo negli ambienti per disinfettare anche biancheria e materassi. Poiché tutti i Comuni dovevano allestire un lazzaretto, anche Buguggiate ne ha preparato uno, sotto la direzione del Dott. Maffei. Come provvedimento precauzionale, la Commissione di Sanità del Comune ha assunto due infermieri, a £ 1,50 al giorno, più spese di vitto e mantenimento. Nel caso di ricoveri di colerosi, il salario sarà aumentato a £ 6. La spesa giornaliera di vitto dei due infermieri (minestra, pane, carne e vino) dal 28 Agosto all’11 Settembre è stata di £ 0,80 al giorno. A partire dall’11 Agosto è consentito entrare dalla Svizzera soltanto attraverso le stazioni di Chiasso e , dopo 5 giorni di quarantena e disinfezioni. Gli abitanti della Valsolda devono essere muniti di un lasciapassare firmato dai relativi Sindaci. I pescatori del Verbano e del Ceresio debbono farsi riconoscere tanto all'andata, quanto al ritorno dalla pesca. Tutti i Sindaci della Provincia di Como sono obbligati a non lasciare le loro residenze. Quarantene e cordone sanitario saranno abolite soltanto il 9 Settembre. Il colera farà una ricomparsa nel Luglio 1887. In quell'occasione sarà vietata anche l'esportazione dai Comuni dichiarati infetti di abiti usati non lavati, di stracci, cartacce, ecc.,.

Discusso l’orario di ufficio Durante la riunione consiliare di primavera (24 Maggio 1885) il consigliere Daniele Martignoni propone che l' Ufficio Comunale attui un calendario di apertura in giorni determinati con orario 78 prefissato. Il Sindaco gli fa presente che prima di adottare questa proposta bisogna pensare a come provvedere alle spese che tale innovazione comporterebbe, dal momento che il Segretario e l'inserviente comunali sono pagati così poco, da non potere pretendere che assumano ulteriori impegni. D'altra parte, il Segretario abita nello stesso edificio nel quale c'è l'Ufficio Comunale ed è sempre disponibile per qualsiasi richiesta o pratica.. Martignoni insiste, spalleggiato da altri consiglieri, quindi la sua mozione viene messa ai voti ma respinta con 5 Si e 5 No.

Il cattivo stato di salute della levatrice, ancora in consorzio con Azzate, non le consente più di svolgere regolare servizio. Si delibera, quindi, di assumerne un'altra, purché il suo stipendio non superi le £ 50 annue.

Il raccolto di frumento 1885 è stato ottimo, superiore a quello dell'anno precedente; quello di foraggio buono, simile a quello precedente. Inesistenti i raccolti di canapa e di lino, il che prova che queste due colture, una volta tipiche del luogo, erano già state abbandonate.

Comizio Agrario Un mese dopo si delibera anche di costituire con Azzate un Consorzio volontario per l'abbonamento ai dazi di consumo nel quinquennio 1886 - 1890. A quel tempo, l'esattore consortile veniva periodicamente a riscuotere le tasse, previo avviso al Comune.

Nel 1885 esisteva in Varese un "Comizio Agrario" del Circondario. Per le sue spese di mantenimento e di sviluppo esso era "sussidiato" per obbligo di legge dai Comuni partecipanti con contributi minimi di £ 5 annue. Rappresentante per Buguggiate in seno a detto Consorzio era. Ernesto Galli. In Varese c’era anche una "Camera di Commercio ed Arti" del Circondario che esigeva un Ruolo di Sovraimposta Camerale annuo, da pubblicare sull'Albo Comunale. Nell'anno successivo in Comune arriva a Ernesto Galli un sollecito del Comizio Agrario per il versamento della quota annuale, ma non relativo al contributo comunale, ma bensì come socio da molti anni.

Un caso di molestia Le strade non erano ancora sicure Nel pomeriggio del 20 Ottobre 1885, di ritorno da una visita ai genitori a Daverio, Luigia Tamborini, maritata Nicora, di Buguggiate, fu affrontata da tre individui. Soprattutto uno di essi si offrì più volte di accompagnarla e di portare quanto essa recava. Poi, dopo i suoi rifiuti e il suo camminare sempre più frettolosa, finì per metterle le mani addosso e percuoterla. Gli altri due compagni assistettero passivamente. I pianti ed il terrore della malcapitata probabilmente fecero capire al mascalzone di avere oltrepassato i limiti: cambiò contegno, pregò la donna di non dire niente ad alcuno, si offrì di accompagnarla fino ad Azzate. Qui, la povera Luigia trovò rifugio e conforto presso amici, uno dei quali la scortò poi fino a casa. Il giorno dopo, ancora in preda a spavento, la Tamborini si fece visitare dal medico, che le trovò polso affrettato e aritmia cardiaca, e le praticò (tanto per gradire !) un salasso prescrivendo anche gocce di digitale purpurea.

Tariffe ospedaliere Ecco le nuove tariffe giornaliere per il 1886 degli Istituti Ospitalieri di Milano per infermi ricoverati con pagamento a carico dei Comuni: - cronici, £ 1,90: - scabbiosi, £ 3; - venerei adulti, £ 2,35, - da 1 a 7 anni, £ 1, - di età inferiore ad 1 anno, £ 0,50; - nutrici di bambini venerei, £ 2; - contagiosi (petecchiosi, vaiolosi e difterici), £ 2. 79

Tariffa per solventi in proprio ricoverati per malattie acute o croniche, £ 2. Trasferimento dei dimessi fino a domicilio, £ 0,38 al km.

Compare il vaiolo Tra il 1886 e il 1889, in Buguggiate ci sono molti casi di vaiolo. Per la prima volta si ha notizia di vaccinazioni, limitate ai nati nell' annata 1886. Venti di essi sono trattati con vaccino umanizzato, tutti con esito positivo; sedici con vaccino animale, quattordici positivi. Nel 1889, si verificano ancora parecchi casi di vaiolo e l’epidemia deve essere più grave perché gli infermi sono inviati agli Ospedali. Il 19 Gennaio si procede alla chiusura della scuola e alla proibizione di adunanze straordinarie, limitando le funzioni religiose ai soli giorni festivi. Il medico condotto, dott. Bossi, prescrive misure di isolamento, e il 10 Marzo esegue la rivaccinazione gratuita di tutta la cittadinanza.

Il baliatico In quel periodo, anni ’80 – ’90 del 1800, l’affidamento di neonati a baliatico esterno era così diffuso che donne "mediatrici" ne avevano assunto il controllo arrivando ad esigere in modo ricattatorio fino a metà del compenso mensile di allattamento. Per ovviare a questo ingiusto gravame, a Milano fu costituita un'Associazione filantropica "Provvidenza Baliatica" che richiedeva soltanto £ 2 di commissione, e rimborsava alle balie le spese di viaggio. La stessa Associazione provvedeva ad inviare ai Comuni moduli stampati per i certificati comprovanti buona condotta e buona salute della balia, date di nascita e di morte dell'ultimogenito ed estremi della famiglia ospitante.

Distillazione di alcool Ernesto Galli chiede il 3 Novembre 1886 l'autorizzazione a distillare vinacce nel podere di sua proprietà, in esenzione dalle tasse sulla distillazione. Quell’anno, l'Intendenza di Finanza di Como imponeva a Giuseppe Martignoni la seguente tassazione sulla distillazione: per l'alambicco 0246, considerando 12 ore di esercizio al giorno, £ 6,23 al giorno, per l’alambicco 0247, in esercizio continuato, £ 13,86. Nello stesso anno, avendo constatato che i proventi comunali per la sorveglianza sulla distillazione nelle piccole distillerie non compensavano gli oneri relativi, il Consiglio Comunale rinunciava a tale incarico.

Notizie spicciole A causa dei danni provocati da pascolo abusivo sui terreni agricoli del Comune, nel Novembre 1886 il Sindaco emette un’ordinanza alla cittadinanza che ricorda, ai sensi dell'art. 46 della Legge di Pubblica Sicurezza, l'obbligo di denunciare affitti o presenze di estranei anche per periodi inferiori ai tre mesi.

Da una risposta del 31 Gennaio 1887 del Comune ad una richiesta della Prefettura di Varese, risulta che allora il cimitero distava oltre 200 m dall'abitato, era sufficientemente ampio e possedeva una camera mortuaria. Allora un loculo al cimitero costava £ 5.

Nel 1887 la legge stabilisce che i fanciulli avviati al lavoro in fabbrica debbono essere muniti di certificato medico di abilitazione. Per la prima volta in quell’anno si accenna alla presenza in Buguggiate di una tessitura di maglie.

Da una statistica dei diritti e delle tasse comunali del 1887, risulta l'apertura di una seconda bettola (quindi Giuseppe Martignoni ha un concorrente) e di altri due esercizi. Non risultano censiti contribuenti assoggettabili a tasse sul bestiame, su animali da tiro, da sella o da 80 soma (tre tributi equivalenti agli attuali bolli sulle auto). La tassa di esercizio è stata aumentata e frazionata in funzione degli incassi annuali. Oltre £ 2.000, £ 20; - tra 1.500 e 2.000, £ 15; - tra 1.000 e 1.500, £ 10; - tra 500 e 1.000, £ 7; - sotto 500, 3 %. Non risultano esistenti insegne, vetture da noleggio o private, domestici, e cani da compagnia. Nessun soggetto al quale applicare la tassa di valore locativo. E' cambiata anche la tassa di famiglia, più frazionata e più elevata. La 1a classe paga 8 £ annue; - la 2a, £ 7; - la 3a, £ 6, - la 4a, £ 5; - la 5a, £ 4; - la 6a, £ 3; l- a 7a, £ 2. In Buguggiate ci sono 4 famiglie di classe 4a; - 3 di 5a; - 17 di 6a; - 32 di 7a. In totale, un incasso annuo di £ 147, ma anche una dimostrazione che non esistono famiglie particolarmente ricche e facoltose (categorie 1 – 3) mentre c’è ancora un nucleo di famiglie appena al di sopra della soglia di povertà.

Una seduta straordinaria del Consiglio comunale in data 17 Maggio 1888 fu dedicata alla nomina, a scrutinio segreto, di 3 membri della Commissione Censuaria richiesta da una legge del 1866 sul riordino dell'imposta fondiaria. Risultarono eletti: Angelo Bianchi, Ernesto Galli e Vittore Masini; membri supplenti: Ambrogio Bernasconi e Ambrogio Besana. Il 7 Luglio dello stesso anno Ernesto Galli fu nominato presidente di tale commissione. Esisteva una Direzione Compartimentale del catasto in Milano e per l'imposta fondiaria si dipendeva dal Circolo Catastale di Como, al quale la Commissione Censuaria comunale doveva trasmettere ogni anno l'elenco dei contribuenti sottoposti all'imposta fondiaria. Il catasto fondiario era periodicamente aggiornato mediante ispezioni della Giunta Tecnica del Circolo Catastale.

Ancora sugli affidamenti di bambini Da un rapporto del nostro Comune alla R. Prefettura di Varese del 25 Ottobre 1887 risulta che un certo Vittore Mondini di Giubiano "allevava" l'esposta Maria Albini nata a Buguggiate, ricevendo come "mercede" un sussidio di centesimi 40 al giorno. Ritenendo che le prestazioni personali dell'Albini nel nucleo famigliare ospitante costituissero già un corrispettivo sufficiente a favore del Mondini, il Comune cessò di erogare il sussidio. Mondini non accettò il provvedimento e, dopo ripetute proteste, minacciò di riconsegnare Maria. Allora il Comune trovò in un falegname e possidente di Biumo, tale Masini, persona godente ottima stima e considerazione, la persona disposta ad accogliere Maria alla pari. Ma Mondini non volle assolutamente cedere Maria e si rifiutò di consegnarla, costringendo il Comune a richiedere l'intervento della Prefettura, anche perché si mormorava che in casa Mondini Maria fosse mal tenuta e sottoposta a sevizie.

Un caso opposto a quello di Maria Albini fu quello di Leonilda Lampieri, "allevata" da Angelo Barattelli di Buguggiate. Ad entrambi la Direzione dell'Ospizio Provinciale degli Esposti e Partorienti di Milano accordò il 25 Ottobre 1887 il premio di “istruzione e di buon allevamento” previsto dal Regolamento dell'ente: £ 20 a Leonilda, depositate in un libretto di risparmio, somma che le verrà corrisposta con i relativi interessi alle maggiore età o prima in caso di matrimonio; e £ 30 (meno centesimi 60 per spese postali) all'"allevatore".

L’Associazione di Mutuo Soccorso

Sabato 2 Febbraio 1889 parte un’iniziativa che fa veramente onore all’allora piccolo nostro Comune.Viene costituita in Buguggiate un'"Associazione di Mutuo Soccorso fra operai ed agricoltori di Buguggiate e vicinanze". Il suo statuto indica che scopo dell'Associazione è "unione, fratellanza, mutuo soccorso intellettuale, materiale e morale”. Intende quindi procurare ai Soci che la compongono un soccorso in caso di malattia, un sussidio in caso di vecchiaia o di impotenza al lavoro, e diffondere tra loro il più possibile l'istruzione. 81

Soci effettivi: tutti coloro che, dotati di sana costituzione fisica, e di età fra i 15 e i 50 anni, godono della stima comune. Soci onorari: coloro che si prestano allo sviluppo e all'incremento dell'Associazione, o hanno posizione sociale tale da essere di utilità o decoro per l'Associazione; essi sono eletti, su proposta della Presidenza, dall'Assemblea generale dei Soci. I Soci debbono versare contributi mensili di 50 centesimi. Tassa di ingresso: - Soci da 15 a 25 anni di età, £ 1; - da 26 a 30 £ 1,50; - da 31 a 35 £ 2; - da 36 a 40 £ 3 (pagabili in 2 rate); - da 41 a 45 £ 5 (pagabili in 3 rate); - da 46 a 50 £ 8 (pagabili in 4 rate); (tutte le rate da estinguere entro 6 mesi); - oltre 50 anni, tassa di entrata di £ 10, previa autorizzazione dell’Assemblea dei Soci all'iscrizione. Soci perpetui: £ 80. Ritardi di 15 giorni nei pagamenti delle quote mensili sono multati di 10 centesimi; chi arriva ad essere in arretrato di 6 quote mensili è automaticamente cancellato; per essere riammesso deve pagare di nuovo la tassa di ingresso.

Il Regolamento dell'Associazione, approvato in via definitiva il 9 Marzo 1893, stabiliva: - Dopo 6 mesi dalla data di iscrizione, in caso di malattia o di inabilità al lavoro, vengono corrisposti sussidi giornalieri di £ 1 per tre mesi e di £ 0,50 per i tre mesi successivi. Alla fine di questo periodo cessa qualsiasi erogazione. Il sussidio è erogato ancora soltanto se fra l'ultima malattia o inabilità temporanea e quella per la quale si richiede ancora sussidio, siano intercorsi almeno 3 mesi di buona salute. - Quando si tratta di fratture, ferite e contusioni, si eroga subito il sussidio, che per il periodo di convalescenza continua con £ 0,50 al giorno. - I Soci riconosciuti malati cronici, inabili al lavoro, miserabili e privi di mezzi di sostentamento, purché associati da almeno 15 anni ed in regola con le quote, riceveranno quei sussidi considerati compatibili con lo stato delle finanze dell'Associazione; a tale scopo è costituito un fondo speciale come cassa di vecchiaia e di cronicità. - Entro 4 giorni dall'inizio di malattia o di inabilità occorre presentare un certificato medico; il sussidio decorre dal 3° giorno dopo la presentazione di tale documento e continua fino a quando il Socio può riprendere il lavoro, sulla base di dichiarazione del medico. - Alcoolismo, guasti per propria colpa, ferite o lesioni riportate in rissa o a causa di atti imprudenti non sono passibili di sussidi. - Il Fondo Sociale è composto da: - 4/5 dei contributi mensili e tasse di ingresso, - redditi da impieghi di capitali fruttiferi, - metà delle eventuali elargizioni o donazioni straordinarie. Esso serve per pagamenti di sussidi, spese di amministrazione, altri scopi di mutuo soccorso. - La Cassa di Riserva è costituita da 1/5 delle tasse e sussidi e da metà delle elargizioni e donazioni; essa ha lo scopo di corrispondere sussidi straordinari per vecchiaia, cronicità e inabilità permanente al lavoro. --L'Associazione può costituire una Cooperativa di Consumo per vini, farine, lardo, ecc., riservata ai Soci e ai loro familiari. - Un Comitato di istruzione ha lo scopo di promuovere in ogni modo possibile l'istruzione e l'educazione dei Soci con conferenze, letture, istituzione di biblioteche circolanti; inoltre, può vigilare sulle scuole serali o festive istituite in seno all'Associazione per l'insegnamento elementare ed il disegno.

L’Associazione fu un’iniziativa encomiabile, probabilmente influenzata dal solidarismo tipico dei movimenti socialisti dell’epoca, tanto più che nel 1890 non esistevano congregazione di carità o altre istituzione locali che contribuissero al sostentamento degli inabili al lavoro.

Alcuni dati statistici Un censimento 1889 del Distretto Militare di Varese per cavalli e muli idonei per il R. Esercito 82 riporta per Buguggiate: 2 cavalli idonei al servizio nell'esercito; 1 cavallo idoneo per batterie di artiglieria; 1 cavallo idoneo ad altri servizi; 2 cavalli non idonei. Anche l’aumento del numero di cavalli denota un lento miglioramento delle condizioni di vita del paese.

Alle elezioni amministrative del 1889 sono eletti consiglieri Martignoni Davide, Bianchi Cesare, Broggi Angelo, Broggini Carlo, Befana Ambrogio, Bianchi Angelo,Ghiringhelli Luigi, Masini Vittore, Ferrario nob. Pietro, Alioli Giuseppe, Bernasconi Ambrogio, Broggini Tomaso. Galli Ernesto, Riva nob. Claudio

A metà Marzo 1890 la Prefettura di Como richiede di comunicare la superficie esatta in ha investita a vigneti, compresi gli spazi interfilari anche se usati per altre colture. Tre mesi dopo, la Prefettura fa rilevare che mentre per il quinquennio 1879/1883 la superficie complessiva a vigneto era stimata in 7 ha, per il corrente anno la si indica in 23 ha. Gli Uffici statistici del Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio vogliono sapere se c'è stato un forte aumento, oppure se la cifra precedentemente indicata era sbagliata. In quest'ultimo caso, si richiede di indicare la quantità media complessiva annua di hl di vino prodotti nel predetto quinquennio. Il Sindaco, Davide Martignoni,ammette l'errore nella valutazione precedente. Entro il giorno 2 di ogni mese bisogna comunicare alla R. Sottoprefettura di Varese lo stato di vegetazione dei vigneti.

Il25 Maggio 1890 scoppiò un incendio nella casa di proprietà di Don Pietro ferrario, tenuta in affitto dai fratelli Broggi. Nessun ferito, ma soltanto danni valutabili in L: 700, grazie alla pronta opera di spegnimento nella quale si distinse il Sindaco. . Nell’autunno 1890 il Comizio Agrario di Varese, citando il fatto che il gelso rappresenta la coltivazione "principale delle nostre industrie agricole", invia una scheda per avere notizie sull'estensione della malattia che sta colpendo le piante, sulle località interessate, sui rimedi tentati e sui loro esiti.

Nella primavera del 1891 serpeggia ancora un volta un'epidemia di morbillo infantile.

La famiglia Schiannini Al 15 Luglio 1891 risale la prima notizia nell’Archivio comunale dell’esistenza di un'industria in Buguggiate. E' la tessitura di maglieria e filatura (di cotone) di Emilio Schiannini, con 8 telai, 200 fusi, e una media di 25 operai, per lo più donne, a seconda delle stagioni.

La famiglia Schiannini A questo punto appare necessaria una digressione dall’ordine cronologico con il quale fino a questo punto sono stati esposti gli eventi del nostro Comune. La richiede l’importanza che la famiglia Schiannini ha avuto per quasi quaranta anni sullo sviluppo di Buguggiate.

Approfittando dell’esperienza fatta in fabbriche tessili del Bresciano, Emilio Schiannini, a soli 19 anni d’età, avvia nel 1885 una maglieria in Azzate. Nel 1887 suo fratello Fortunato si trasferisce a Buguggiate, acquista terreni sui quali costruisce una grande casa e fa trasferire la maglieria di Azzate. L’azienda è prettamente famigliare poiché con lui lavorano anche quattro fratelli. Già nel 1891 si aggiunge anche un reparto filatura. Fino a quel momento l’energia necessaria per i macchinari era di origine idraulica. Infatti gli Schiannini avevano fatto scavare a loro spese un canale per sfruttare le acque del torrente Valciasca. Per la filatura si ricorre anche ad una motrice a vapore. Accanto alla fabbrica sorgono un dormitorio per le operaie e alcuni alloggi per i dipendenti. 83

Fortunato Schiannini impianta anche una fonderia, utile anche per la loro azienda tessile. Emilio e Fortunato diventano così eminenti cittadini di Buguggiate, danno lavoro a decine di persone. Ricoprono importanti cariche amministrative. Il figlio di Fortunato, Giulio sarà Sindaco o Podestà per quasi 20 anni. Verso la fine del secolo gli Schiannini installano il telegrafo in locali di loro proprietà e gestiscono il servizio. Nel 1901 la tessitura e filatura di Buguggiate viene trasferita in un nuovo stabilimento a Ponte S. Marco, in provincia di Brescia. A Buguggiate resta soltanto uno stabilimento di confezioni. Nel 1906, per onorare la memoria del padre Fortunato, Giulio Schiannini assume le spese di costruzione dell’Asilo Infantile, realizzato l’anno successivo e successivamente ampliato a più riprese anche con il contributo della sua famiglia. Nell’immediato primo dopoguerra., in collaborazione con il Parroco don Carlo Genoni, Giulio Schiannini crea in Buguggiate una piccola tessitura nella quale sono occupate giovani donne del paese, con “lo scopo almeno morale – scrive don Genoni –di tenere in paese la maggioranza delle ragazze che altrimenti sarebbero costrette a recarsi altrove esponendosi a maggiori pericoli”. Oltre a questa iniziativa industriale, Schiannini possiede un’azienda agricola nella quale trovano occupazione numerosi abitanti di Buguggiate. Egli contribuisce anche alla costruzione della vecchia sede comunale. E negli anni tra il 1920 e il 1930 si renderà promotore e finanziatore del primo acquedotto di Buguggiate. Lui e la sua famiglia furono anche dei grandi benefattori attraverso numerose donazioni ed atti di beneficenza nell’insieme delle iniziative parrocchiali. Nominato per i suoi meriti industriali Cavaliere del Regno, Giulio Schiannini rimase sempre persona modesta e pronta a servire con amore il suo paese. Volle essere seppellito, vicino a quasi tutti i membri della sua famiglia, nel nostro cimitero, e chiese che sulla lapide della sua tomba fosse scritto soltanto : < Sindaco e Podestà di Buguggiate per vent’anni >.

La Congregazione di Carità Il Presidente della Congregazione di Carità di Varese scrive il 19 dicembre 1891 una lettera di rimostranze al Sindaco. Nonostante le due sentenze del Tribunale di Varese e della Corte di Appello di Milano che condannavano il Comune a versare due annualità della decima convenzionata gravante sui fondi di Buguggiate, per ben due volte il Cassiere del Civico Ospedale di Varese si è presentato invano alla Cassa Esattoriale del Comune per riscuoterne l'importo A quell'epoca le spese a carico del Comune per ricoveri di persone "miserabili" al Civico Ospedale di Varese ammontavano a £ 2,25 al giorno per ogni infermo.

La locale Congregazione di Carità riceveva elargizioni da privati o da Enti pubblici o altre associazioni a scopo benefico. Per esempio in data 31 gennaio 1891 esiste una lettera di ringraziamento inviata alla Congregazione di Beneficenza di Milano per una elargizione di £ 300. Il rendiconto finanziario 1891 della Congregazione di Carità di Buguggiate riportava: - un certificato di Rendita Pubblica 3 % di £ 300 (fruttante £ 13,02 all'anno) elargito dalla Cassa di Risparmio di Varese all'inizio del 1891; - un libretto di Risparmio della stessa Cassa contenente £ 79,19; - nessuna passività Nel 1893 il Comune elargisce £ 100 alla locale Congregazione di Carità perché le distribuisca a sua discrezione a bisognosi. "In tal modo l'Amministrazione Comunale cesserà di essere importunata dai bisognosi " ai quali provvederà la Congregazione, “che possiede un ingente patrimonio e i mezzi per estrinsecare le sue attività”. 84

Il successivo bilancio preventivo 1894 riporta all'attivo £ 25 di interessi su certificaio di rendita e libretto di risparmio, al passivo £ 3,30 di trattenute fiscali, £ 3,70 di spese di amministrazione, £ 18 di elargizioni a bisognosi. Bilancio previsto a pareggio. Fra le altre beneficenze, la Congregazione di Carità di Milano elargiva alle " nubende", cioè alle spose, una dote di £ 40. Gli sposi dovevano passare a ritirarla entro 4 mesi dopo il matrimonio, oppure farne richiesta di invio allegando il certificato di matrimonio. In tal caso venivano detratti 40 centesimi per le spese di vaglia postale.

Durante l'anno successivo la Congregazione riceverà dal Comune un contributo di £ 100.

Il Regio Subeconomato dei Benefici Vacanti di Varese nomina a Fabbricieri della Chiesa Parrocchiale per il quinquennio 1892 - 1896: Cesare Bianchi, Angelo Masini e Giovanni Zanzi

La scuola elementare Poiché il numero degli abitanti ha superato le 500 unità (nel 1902 saranno 568) è obbligatoria una nuova classificazione della scuola elementare. Dai verbali delle sedute consiliari del 15 Maggio e 12 Giugno 1892 si apprende che il Comune possiede una scuola mista, maschile e femminile, con 1a, 2a e 3a classe, senza sussidi statali e non ha scuole consortili con altri Comuni o rette da Pie Fondazioni. La scuola è soggetta al monte pensioni per un insegnante stipendiato con £ 460. Una nuova classificazione obbligatoria porterà come conseguenza l'aumento dello stipendio dell'insegnante da 500 a 700 Lire, nonché i successivi aumenti settennali del 10 %. Approvando obbligatoriamente la nuova classificazione il Consiglio auspica che, come avvenuto per altri Comuni in identiche condizioni, il Governo intervenga con un sussidio di £ 150 all'anno. Tuttavia il Consiglio Provinciale Scolastico informa l’ 8 Settembre che nulla osta all'emissione di un decreto prefettizio in materia, ma che il sussidio effettivamente erogato dallo Stato è di gran lunga inferiore a quello auspicato. Nonostante la comunicazione della Giunta circa la minore entità di un sussidio, il Consiglio Comunale conferma la classifica, insistendo perché sia richiesto un sussidio statale di £ 200.

L'anno seguente,1893 in Consiglio si discute su lavori da eseguire all'edificio scolastico e sull'allargamento della strada per Montalbo. Si sollecita un sopralluogo di collaudo di una non meglio descritta “fabbrica scolastica" onde fruire del saldo di un mutuo e tacitare le continue richieste dell'appaltatore. Deve trattarsi del primo edificio scolastico di proprietà del Comune.

Tre anni dopo, il 21 Aprile 1896, per conto della Commissione Comunale di Vigilanza Scolastica, il Sindaco chiede al R. Ispettorato Scolastico di Varese di potere avere in visione il progetto ed i disegni relativi all'edificio scolastico. Successivamente,il 19 Settembre, il Sindaco invia alla Sottoprefettura di Varese una delegazione della Cassa Depositi e Prestiti di £ 582, comprovante l'ammortamento di un mutuo di favore stipulato per l'edificio scolastico. Ad anno scolastico già iniziato la maestra Carmela Arioli dà improvvisamente le dimissioni essendo stata nominata in un altro Comune. Essendo, inoltre, anche già trascorso il termine utile per un bando di concorso, ed essendo indispensabile non interrompere l'insegnamento, la Giunta si riunisce in seduta straordinaria il 14 Novembre per deliberare la nomina in via straordinaria per il corrente anno scolastico 1896/97 di una maestra, Maria Castiglioni di Azzate, con uno stipendio di £ 500 annue. La Castiglioni è giovanissima, essendo nata il 5 Ottobre1879, appena diplomata a Milano il 15 Ottobre 1896, ed è, quindi, al primo insegnamento.

Da un questionario annuale compilata dalla stessa maestra il 20 Agosto 1897, è possibile ottenere qualche notizia interessante.(vedi anche fotocopia) 85

Quindici erano gli iscritti alla scuola elementare d'obbligo (11 maschi e 4 femmine), ma in complesso gli alunni frequentanti erano 76 (44 maschi e 32 femmine). Alla 1a elementare erano iscritti alunni di età da meno di 6 anni fino a 11 anni. Il numero di alunni frequentanti diminuiva progressivamente per la 2a e la 3a classe. Agli esami di promozione dalla 1a alla 2a su 43 alunni se ne presentarono soltanto 23 (11 maschi e 12 femmine; promossi 8 maschi e 10 femmine). A quelli dalla 2a alla 3a, su 26 ne furono presenti 20 (metà maschi e metà femmine; promossi 8 maschi e 7 femmine). Agli esami di proscioglimento alla fine della 3° classe, su 7 alunni, (2 maschi e 5 femmine) si presentarono soltanto 4 femmine, (3 promosse). Il questionario descrive un'unica aula con tre finestre, angusta, alla pulizia della quale provvede la maestra. Il riscaldamento è assicurato da una stufa. Ci sono 18 banchi, di forma moderna ed in condizioni discrete. L'anno scolastico, iniziato il 3 Novembre 1896, è terminato il 4 Agosto 1897. L'andamento dell'anno scolastico è stato disturbato da un'epidemia di difterite, che ha resa irregolare la frequenza degli alunni. Comunque, è stato svolto interamente il programma scolastico. L'orario scolastico : ore 9 - 15 nell'inverno, e ore 8 - 14 d'estate, sempre con un'ora di intervallo. I libri di testo usati furono: in 1a, il Sillabario Celli e le Primissime Letture; in 2°, il Buon Giannettino; e in 3°, la Giovinetta Campagnuola. La disciplina è stata abbastanza buona. L'insegnante propone di arricchire la scuola con carte murali e quadri per l'insegnamento del c o m p o r r e . Non esiste la Cassa Scolastica di Risparmio e non sono state organizzate gite. Nelle ora di canto sono state usate canzoncine morali e d'occasione; in quelle di ginnastica, si è ricorso ad esercizi graduali; per il lavoro manuale sono stati insegnati cucito e ricamo. L'insegnante stessa ha impartito l'insegnamento religioso.

La relazione abbastanza analitica e minuziosa ci consente di trarne qualche considerazione. Innanzi tutto, l’insegnamento scolastico era limitato alle prime tre classi elementari. Era eseguito in promiscuo, sia per quanto riguardava i sessi, sia per quanto si riferiva alle tre classi, riunite in un’unica aula e con l’insegnamento di una sola maestra. Poi, l’anno scolastico era molto lungo, circa dieci mesi e prolungato fino a tutto Luglio quando in un’aula definita “angusta” una trentina di persone doveva certamente sentirsi a disagio, specialmente nella sesta ora di scuola. Infine, a frequentare nuovamente la prima classe si presentavano molti alunni ripetenti, mentre nel corso della seconda e della terza aumentava progressivamente il numero di quelli che abbandonavano la scuola d’obbligo prematuramente e non si presentavano agli esami.

A norma di un nuovo Regolamento generale per la pubblica istruzione del 9 Ottobre 1895, in una seduta consiliare straordinaria dell’8 Dicembre 1895 si nomina una commissione di vigilanza sulla scuola, composta di 4 membri, fra i quali, membro di diritto è il medico condotto.

Nel 1893 fu indetto un concorso per portalettere per il servizio con l'Ufficio Postale di Gazzada.. Stipendio fissato: £ 80 all'anno.

Nel 1893 esisteva una " Società Cooperativa ", che gestiva uno spaccio di vini ai soci, limitatamente all'interno dei locali.

Nel 1895 erano aperte due osterie, una di Carlo Broggini e una di Virginia Torniamenti e pagava la tassa sulle imprese anche un tagliapietre, Ambrogio Ghiringhelli.

I soliti ritardi amministrativi 86

Nel 1896 il comune viene più volte sollecitato dalla Prefettura di Como a presentare l'elenco delle Opere Pie nel Comune ed il Bilancio preventivo 1897 della Congregazione di Carità. La stessa restituisce il bilancio consuntivo 1894 perché sia rettificato. A questo proposito, è da segnalare ancora che per molti decenni, probabilmente più perché non dotato di un numero sufficiente di impiegati che per inefficienza o trascuratezza, il Comune fu molte volte sollecitato e rimproverato prima dalla Sottoprefettura di Varese e dalla Prefettura di Como, poi dalla Prefettura di Varese per inadempienze o ritardi nelle comunicazioni, prospetti e dati richiesti. Eccone due esempi. Il 25 Aprile 1888, per non avere presentato per il visto semestrale il repertorio prescritto dall'art. 4 della Legge 16.7.1887, l’Ufficio del Registro di Varese multava con £ 15 l'inadempienza del Comune, invitava a presentare detto Repertorio vidimato dal Pretore, avvertendo che in caso di ritardo sarebbe stata interessata la Procura Reale per ulteriori provvedimenti. Qualora il Comune avesse voluto ricorrere contro la penale comminata, avrebbe dovuto presentare subito all'Ufficio del Registro un ricorso su carta bollata da £ 1,20. Con tre solleciti (20 Aprile, 1 Maggio e 14 Giugno 1896) la Prefettura di Como faceva pressanti richieste per ottenere il bilancio preventivo 1896 della locale Congregazione di Carità. Da notare (vedi fotocopia) che il plico del 14 Giugno reca i timbri dello stesso giorno degli Uffici Postali di Como, Varese e Gazzada ! Neanche avessero inventato allora l'Internet e la E-mail ! Invece, le Regie Poste avevano furgoni a 4 ruote tirati da qualche ronzino.

Come nell’anno precedente, anche nell’autunno 1897 ci furono molti casi di difterite e notevole mortalità infantile. Nella consueta seduta autunnale il Consiglio Comunale approvò una spesa di £ 200 per riparare una breccia nella copertina del muro di cinta del Cimitero

Regolamentazione del baliatico degli “esposti” Una circolare della Direzione dell'Ospizio Provinciale di Camerlata in data 25 Settembre 1897 ci consente di conoscere vincoli e tariffe per l'allattamento degli esposti. Le puerpere ricoverate nell'Ospizio erano obbligate all'allattamento gratuito per 4 mesi, tuttavia con un compenso di £ 15 al mese e vitto e alloggio gratuiti. Per le nutrici che restavano 6 mesi, era fissato un ulteriore premio di £ 30 mensili. Per le madri che non volevano allattare altri neonati era prevista una penale di 60 - 100 Lire (esiste agli atti una lettera, indirizzata al Sindaco di Buguggiate, nella quale si richiede il suo intervento affinché il padre di una puerpera versi £ 100 per l'esonero da allattamento obbligatorio). Esistevano anche balie esterne, alle quali durante il primo anno di vita del lattante spettava un compenso mensile tra 12 e 15 Lire, un premio finale di 15 Lire, e il rimborso delle spese di viaggio. Per ottenere il servizio di baliatico, le balie dovevano presentare un certificato comunale attestante la moralità, un certificato medico che oltre a garantire l'idoneità all’allattamento notificava l'epoca dell'ultimo parto e le cause del decesso del loro neonato, e da ultimo anche sottostare ad una visita medica all'Ospizio. Si minacciava la denuncia alle Autorità Giudiziarie per quelle levatrici che inviassero bambini m o r i b o n d i .

Le Commissioni Comunali Alla fine dell’800 in Comune esistevano: una Congregazione di Carità Comunale, con membri eletti a scrutinio segreto; una Commissione Censuaria Comunale; una Commissione Comunale per la revisione delle liste elettorali (4 membri effettivi e 4 supplenti, eletti a scrutinio segreto); una Commissione Comunale per la sorveglianza delle scuole; un consigliere eletto rappresentante presso il Comizio Agrario Provinciale. 87

Arriva il Telegrafo Una comunicazione della Direzione delle Poste di Como, datata 27 Maggio1898, specifica che Giuseppina Ferri potrebbe essere assunta come reggente del costituendo Ufficio Telegrafico di Buguggiate, fino al compimento di 21 anni di età, quando potrebbe essere nominata commessa. Il Sindaco propone invece che la nomina a reggente della Ferri sia solo a tempo determinato, in attesa che Alberto Schiannini sia ritenuto idoneo alla qualifica di commesso. In data 14 Luglio1898 la Direzione di Como dà benestare a questa proposta. L'Ufficio comincerà a funzionare il 1 Settembre 1898. La candidatura di Alberto Schiannini era giustificata dal fatto che il servizio telegrafico era stato promosso dal fratello Emilio, che ospitava quanto necessario in locale di sua proprietà.

Nel 1899 il Parroco era don Achille Dralli. Gli affari parrocchiali erano retti da tre fabbricieri, la nomina dei quali era convalidata dal Subeconomato dei Benefici vacanti di Varese.

L’Ufficio del Giudice Conciliatore Giudice conciliatore, eletto dalla Giunta, era Daniele Martignoni e vicegiudice conciliatore Claudio Bernasconi. Tali erano anche nel 1902. A quell'epoca l'Ufficio comunale del Giudice conciliatore funzionava bene. Esso agiva per delega del Pretore di Varese. Suoi compiti erano la costituzione del Consiglio di tutela per i bambini "esposti", la sorveglianza delle attuali condizioni dei minori, la costituzione dei consigli di famiglia, il consenso alle donne in minore età a contrarre matrimonio. Inoltre, poteva emettere sentenze anche contumaciali, in questioni di crediti non pagati, per cambiali non onorate, ecc., per vertenze su consistenza e liquidazioni di lavori, mancati pagamenti di ratei di assicurazioni, ecc. Un esempio è quello di una causa indetta dall'industriale Giulio Schiannini contro un certo Carlo Paganini di Legnano per mancato pagamento di una cambiale scaduta di £ 92. Il Paganini, contumace, fu condannato al pagamento di £ 92 più interessi legali, più £ 2 di spese di causa, £ 3,60 di bolli, £ 0,60 di diritti, £ 1,20 per stesura del verbale, £ 1,20 di spese di liquidazione. Non si é potuto appurare se il Paganini (nome profetico in fatto di pagamenti) estinse il suo debito.

Nel 1899 compare un Regolamento di Igiene e di Polizia Mortuaria, con allegate disposizioni per la Polizia delle acque potabili, l'igiene del suolo e dell'abitato.

In data 16 Luglio1899, viene rieletto sindaco, con 10 voti su 11 consiglieri presenti, il Dott. Domenico De Bernardi, già sindaco da molti anni. L'anno successivo, dopo il suo decesso, è nominato sindaco, con 8 voti su 10, Giulio Schiannini, rieletto in seguito fino al 1919.

Buguggiate strapazzato In qualsiasi epoca il nome "Buguggiate " presenta difficoltà nell'essere compreso e scritto. A parte le deformazioni più o meno dialettali del Medioevo e dei primi secoli dell'era moderna, ancora alla fine del 1800 e agli inizi del 1900 troviamo agli atti notevoli distorsioni. Per esempio, il 22 Ottobre1899 il Veterinario di confine a Ponte Tresa, autorizza Carlo Olivazzi, proprietario, a compiere il tragitto per via ordinaria sulla strada provinciale Ponte Tresa - - Ganna - Varese - Capolago - "Bogoggiate" con i suoi 8 vitelli provenienti da Giubiasco (Canton Ticino). E agli atti c’è un permesso analogo concesso a Luigi Nicora il 19 Settembre1901 per bestiame diretto a “Boccgiate".

Il Circolo Familiare 88

Domenica 31 Dicembre 1899. Si costituisce il "Circolo Famigliare" di Buguggiate, che da poco ha festosamente celebrato il centenario di attività. Ecco il suo Statuto: Art. 1 - Si costituisce in Buguggiate un Circolo Famigliare a solo scopo economico; quindi dalla vendita di vino e liquori, pane e salati, di questi si dovrà solo ricavare unicamente le spese d'affitto, quelle per la compera ed il consumo degli attrezzi necessari. Art. 2 - Al nostro Circolo possono far parte tutti coloro che hanno compiuto il 16° anno d'età, che risiedono nel Comune di Buguggiate e che godono dei diritti Civili e Politici. Art. 3 - Ogni Socio potrà entrare nel nostro Circolo con un parente od un amico, estranei alla Società, purché questi non abbiano domicilio né residenza nel Comune stesso. Art. 4 - Tutti i nostri Soci dovranno rispettarsi a vicenda, e chiunque fosse causa di disturbi, disordini o liti verrà senz'altro espulso dalla nostra Società. Art. 5 - Sono assolutamente proibiti i giochi d'azzardo e qualunque altro giuoco che sia dalla Legge proibito. Art. 6 - Il nostro Circolo sarà aperto all'Alba ed in qualunque caso sarà assolutamente chiuso alle ore 23. Art. 7 - Il nostro Circolo nominerà ogni anno per l'amministrazione: 1 Presidente, 1 Segretario, 2 Revisori dei Conti, 1 Cassiere e 12 Consiglieri con l'incarico pure di decidere, inappellabilmente, delle eventuali questioni morali e materiali e dei reclami che venissero fatti dai soci stessi. Art. 8 - La nostra Società potrà sciogliersi nel solo caso che i Soci si riducessero a meno di venti. Art. 9 - Il nostro Circolo è composto oggi, addì ………………, di No. ………….Soci sottoscritti in numero illimitato nel locale situato in via………….… Art. 10 - Non si accettano come soci né esercenti, né chi fa parte di essi.

Il Presidente: Martignoni Angelo Il Segretario: Bianchi Giulio Il Cassiere: Carità Carlo

Buguggiate nel Novecento

Il Sindaco di Gazzada chiede il 19 Aprile 1900 a quello di Buguggiate di punire 3 giovani, i quali “attentarono all’onore” e cercarono di violentare tre ragazze di Gazzada. Queste ultime sono ancora spaventate, una specialmente costretta a stare a letto. Non è stato trovato riscontro se il Sindaco intervenne e in qual modo.

Censimento del 1901 Nella fase di preparazione per il futuro censimento generale della popolazione del Regno indetto per il 17 Febbraio 1901, la sottoprefettura di Varese concede, dati i gravi motivi addotti dal Comune, di continuare il sistema in atto di numerazione delle case, progressivo a partire dalla Parrocchia e secondo la data di costruzione delle case, anziché ripartito strada per strada. Dal censimento risulta che: - c’erano 56 abitazioni nel centro e 20 sparse;- le famiglie erano 102; - i residenti erano 568, i presenti 555.

Ecco quali erano le vie a quel tempo: Via della Parrocchia, Via S. Giovanni, Via Toselli, Via Galliano, o Via Maggiore, Vicolo S. Giovanni, 89

Piazza Comunale, Via della Stazione, Via Sardegna, Via per Monciago, Cascina Masini.

Nel 1900 erano censiti 8 cavalli, tutti maschi.

Dal 1901 al 1907, gli iscritti nelle liste elettorali amministrative, o per il rinnovo di un terzo del consiglieri dopo 4 anni di carica, mostrarono tendenza a continuo aumento da 109 a 124. Nel 1910 furono 129.

Nel 1904 l'estensione delle strade comunali era giunta a m 6.077,20. Le strade interne dell'abitato erano selciate, quelle esterne di comunicazione con altri Comuni erano soltanto inghiaiate.

Nel 1907, da una risposta ad una richiesta della Prefettura di Como, si evince che nel Comune non ci sono donne: - facenti parte della Congregazione di Carità o di altri Enti di beneficenza; - iscritte o dirigenti o amministratrici di Associazioni private di beneficenza, o socie di circoli di educazione; - o esercitanti indirettamente il diritto di voto mediante delegazione di censo. Ci sono, invece, 7 donne contribuenti per tassa di famiglia o per valore locativo. Sempre in quell’anno, su un'estensione di 240,42 ha, il Comune contava 391 residenti nell'agglomerato e 177 in case sparse, con un totale di 568.

Dal bilancio consuntivo del 1907 si nota uno stato patrimoniale di £ 12.000 di valore di immobili. Molto probabilmente, a quell'epoca esistevano, di proprietà, la sede comunale ed il fabbricato per le scuole elementari.

La scuola dal 1900 al 1925 A proposito della scuola.per le spese della sua costruzione era stato stipulato nel 1893 con la Cassa Depositi e Prestiti un mutuo trentennale di £ 11.800, a rate bimestrali con interesse del 2 %. Nel 1911 il residuo del debito era di £ 5.176.

Alla data del 29 Novembre 1900 gli alunni tenuti a frequentare la scuola d'obbligo sono 26 maschi e 25 femmine di età tra sei e nove anni. In realtà, gli iscritti sono settanta, 35 maschi e 35 femmine; i 19 in più sono alunni tra 9 e 12 anni di età, che non sono ancora stati prosciolti dall'obbligo di frequenza delle prime tre classi elementari. La maestra di questa unica classe mista percepisce £ 500 annue, più il godimento del locale di abitazione. L'unica aula scolastica misura m 7,10 x 4,90; ha 4 finestre. Il riscaldamento è ottenuto con una stufa a legna. Manca l'acqua corrente. I banchi sono a tre posti. Alla pulizia provvedono gli alunni. Scarseggia il materiale didattico (vedi anche le raccomandazioni dell'Ispettore scolastico del 8 Dicembre 1920, ma fino al 22 Giugno1922 nessuno provvederà a rimediare a queste carenze).

Su proposta del Comune di Azzate, nel 1905 è istituita in Azzate una classe quarta elementare consortile, della quale usufruiscono anche i Comuni di Brunello e di Buguggiate. La quota di spesa di Buguggiate, di £ 193 annue, è per £ 150 sostenuta dalle famiglie degli alunni (10 £ per ciascuno).

L'anno scolastico era piuttosto lungo. Nel 1905/06 cominciò il 14 Ottobre e terminò il 19 Luglio. Le lezioni della 2a e 3a classe erano tenute al mattino, quelle della 1a nel pomeriggio. Frequentanti: 31 maschi e 23 femmine. 90

L'insegnante Angela Astrua, con stipendio di £ 500 annue, diede i seguenti giudizi sullo svolgimento di questo anno scolastico: - pulizia della persona degli alunni: poco osservata; - disciplina ed educazione: buona; - modo di tenere libri e quaderni: discreto; - puntualità nell'esecuzione dei compiti e nell'osservanza dell'orario: buona ; - facilità nell'esprimersi in italiano: discreta.

Quanto ad educazione e disciplina, diversa fu l'opinione della stessa insegnante negli anni 1907 e 1908. Il 26 Marzo 1907 la maestra, con una lettera cortese, ma ferma, denunciò al Sindaco, facendo nomi e cognomi, che alcuni scolari erano riusciti ad aprire, danneggiandola, la porta dell'aula, a forzare il cassetto del tavolo dell'insegnante, asportandone le matite ed un po' di gesso. Invitò il Sindaco ad impartire una seria lezione che servisse ai piccoli " malandrini" come ammonimento per l'avvenire. Nel 1908 numerosi furono gli interventi presso il Sindaco per informarlo di vandalismi, insubordinazioni, frasi offensive, che ebbero come conseguenze le sospensioni dalle lezioni di alcuni alunni.

Nel 1910 esisteva una Commissione di Vigilanza sulla Scuola, composta da alcuni Consiglieri c o m u n a l i .

Nel 1913 la maestra Scaramella percepiva £ 1500 annue.

Nel 1914/15 gli alunni iscritti furono 60 (22 maschi e 38 femmine), fra i quali 11 maschi e 15 femmine erano ripetenti. I mestieri dei loro genitori: 20 erano contadini, 3 falegnami, 9 muratori, 1 calzolaio, 1 carrettiere, 1 sabbionaio e 1 cavallante. Sono ancora preponderanti le famiglie di contadini, ma non più come cinquant’anni prima.

Da una lettera del Parroco del 1920 e da altre comunicazioni risulta che l'istruzione religiosa non faceva parte delle materie prescritte, ma poteva essere impartita a parte. I genitori che lo desideravano dovevano inoltrare domanda al Comune. L'insegnamento era impartito fuori dalle ore di lezione, nell'aula scolastica messa a disposizione dal Comune. Gli insegnanti potevano essere il Parroco, o la maestra, o anche un padre di famiglia (vedi fotocopia di Don Genoni del 20 Novembre 1 9 2 0 ) .

Tra 1920 e 1924 si ebbero parecchi casi di abbandono dell'insegnamento obbligatorio da parte di ragazzi, obbligati dai genitori a cominciare a lavorare come falegnami, muratori o contadini. Il Patronato Scolastico fu costituito soltanto nel 1925.

Imposte comunali dal 1906 al 1923 Nel 1906 la tassa sul fuocatico, cioè l'imposta di famiglia, annovera 8 categorie che in graduale aumento a seconda degli scaglioni di reddito vanno da £ 1 a £ 8 annue per capofamiglia. Soltanto due sono le famiglie di categoria 8. In totale, 82 famiglie pagano £ 206. Nello stesso anno è approvata la tassa sui velocipedi, cioè sulle biciclette (vedi fotocopia). E' un'imposta piuttosto gravosa, £ 5 annue, un importo più elevato di quello medio pagato in Buguggiate per l'imposta di famiglia. Nel 1906 e nel 1907 risultano soltanto due richieste della targhetta metallica, comprovante il pagamento, da collocare sotto il manubrio della bicicletta. Le richieste aumentano a 6 nel 1908, 9 nel 1910 e nel 1911, 10 nel 1921, 18 nel 1924, 24 nel 1929. 91

Nel 1911 sono approvate le aliquote annue della tassa su vetture a cavalli pubbliche e private. Una categoria A comprende le vetture a 4 ruote facenti servizio a orari fissi e destinazioni determinate. Essa è divisa in 3 classi a seconda del numero di posti, della percorrenza e dell'importo del trasporto: 1a classe, £ 40; 2a classe, £ 20; 3a classe, esente. Una categoria B comprende vetture a 4 ruote con destinazioni determinate, ma senza orari fissi, assoggettata a tassa fissa di £ 10. La categoria C comprende ogni altra vettura di rimessa o di piazza, con tassa fissa di £ 10. Per quanto riguarda le vetture private, quelle a 4 ruote, con oltre 4 posti compreso quello del conduttore, se tirate da 2 cavalli, sono assoggettate a tassa fissa di £ 20, se tirate da un cavallo, £ 10; quelle a 2 ruote, £ 5.

Nel 1911, l'imposta annuale sulle persone di servizio era di £ 6 per ogni uomo, e di £ 4 per ogni donna. Probabilmente a causa dell’inflazione post-bellica essa fu modificata nel 1919: per la prima domestica, £ 5; per ogni altra domestica, £ 10; per il primo domestico, £ 10; per il secondo, £ 25; per ogni altro domestico, £ 40.

Nel 1912 è emanato un nuovo Regolamento comunale per l'imposta di famiglia. I redditi fino a £ 350 risultano esenti; - da £ 350 a £ 400, imposta di £ 1; - da 401 a 450, £ 1,50; - indi £ 0,50 ogni 50 £ in più fino a £ 1450; - da £ 1451 a 1500, £ 1 ogni 100 £ in più; - da 1501 fino a 1900, 1 Lira in più ogni 100 Lire di aumento del reddito; - da 1901 a 2.000, £ 18; - da 2001 a 2200, £ 20; - da 2201 a 2400, £ 25; - da 2401 a 2600, £ 30; - da 2601 a 3000, £ 35;- da 3001 a 3500, £ 40; - da 3501 a 4000; £ 50; - poi, fino a £ 12000, aumenti di £ 10 ogni 1000 Lire; - oltre 12000. £ 100. I funzionari ed i pensionati delle pubbliche Amministrazione fruivano di uno sconto del 25 %. Erano previste detrazioni per carico famigliare: esclusi i genitori, una riduzione di una classe per ciascun membro componente la famiglia, a prescindere dall'età e dalla sua capacità lavorativa. I conviventi non apparentati erano esclusi da queste esenzioni, che non erano applicabili anche alle famiglie iscritte alla classe più elevata.

Nuove aliquote per la tassa annua di detenzione o custodia di cani furono stabilite nel 1919: £ 4° per cani di lusso o di compagnia; £ 20 per cani da caccia o da guardia o altri cani non compresi nella categoria seguente; £ 5 per cani a custodia di edifici rurali e di greggi. Le £ 20 per cani da caccia erano subordinate al possesso di porto d’armi del proprietario, altrimenti li si considerava cani di lusso. Già in antecedenza era stato stabilito che i cani dovevano essere muniti di collare, indicante nome, cognome ed indirizzo del proprietario, e portare una placca con un numero progressivo di registro generale comunale. Il costo della placca: £ 2.

Per la prima volta, a metà del 1921, viene nominata a scrutinio segreto la Commissione di Sindacato per la tassa sul valore locativo delle abitazioni: 3 membri effettivi e 3 supplenti in carica per 3 anni, con rinnovo di 1/3 all'anno (un membro effettivo ed uno supplente). Risultano esenti le prime 50 Lire; - da 51 a 100, 6 %; - da 101 a 200, 8%; - da 201 a 300, 10%; -da 301 a 400, 12%; - oltre 401, 15%.

Nel 1923 è istituita la tassa annua di licenza su esercizi e negozi per la vendita e lo smercio di bevande alcoliche e vinose. 1a categoria: - alberghi, ristoranti, caffè, bar, trattorie,osterie, Circoli, pasticcerie, 15 % sul valore locativo attribuito ai locali; - locali dove si consuma o si smercia solo bevande vinose, 10%. 2a Categoria: - tutti gli esercizi non compresi nella 1a, per la vendita o il consumo di alcolici e bevande vinose, 12 %. 3a Categoria: - vendita al minuto o consumo di bevande vinose, da soli o commisti a vendita di altri generi, esclusi prodotti alcolici, 10%. 92

Il 30 Marzo 1923, il Cav. Ernesto Galli, Commissario prefettizio, constatate le "condizioni finanziarie disastrate" del Comune, decide di applicare per il 1926 una sovraimposta di £ 0,20 su ogni Lira di Imposta complementare, integrandola, per i contribuenti non assoggettati a tale imposta, con l'imposta di famiglia nella misura massima consentita.

Vita dura per gli emigranti Rispetto al numero di abitanti, il nostro Comune annoverava un discreto numero di emigranti. Parecchi erano i lavoratori stagionali che gravitavano sulla vicina Svizzera, ma altri raggiungevano la Confederazione Elvetica e la Francia per stabilirvisi. Per gli emigranti all'estero, spesso la vita era tutt'altro che rosea. Per esempio, il 3 Marzo1906 un certo Albert Sutter, di Dornhof, Basilea (Svizzera), scriveva al Comune che tale Carlo Bernasconi, vedovo di una cittadina svizzera dal 1897, avrebbe desiderato di risposarsi, ma non possedeva la somma necessaria per pagare i diritti per i documenti necessari. Per consentirgli di ottenerli gratuitamente, era necessario fargli pervenire un certificato di "miserabilità". Sutter univa cent. 25 per il francobollo di risposta. Tuttavia, un caso ancora più esemplare, che dimostra che i poveri emigrati spesso subivano anche le conseguenze di crisi politiche, è quanto capitò al povero Giovanni Bossi, emigrato a Tripoli di Siria, protettorato turco. Allo scoppio del conflitto fra Italia e Turchia del 1911, egli fu preso come ostaggio e internato. Le ricerche infruttuose fino al 11 Aprile 1916 stabilirono che egli era stato portato a Costantinopoli nell'Aprile 1911. Dopo, di lui nessuna traccia. A Buguggiate nel 1913 esisteva un Comitato Comunale per l'emigrazione.

La tramvia Varese - Azzate Nel Marzo 1906 inizia una lunga, annosa, vicenda per la costruzione del tratto stradale Loreto -Azzate, sulla sede del quale una società privata intenderebbe mettere in opera, a sue spese, una tramvia Varese - Azzate. La Provincia aveva nei suoi programmi il finanziamento e l'attuazione di detto tratto stradale soltanto per il quinquennio 1918 - 1923. Tuttavia, un consorzio tra Comuni interessati (oltre al nostro, Azzate e Capolago) vorrebbe anticipare le spese per la costruzione della strada, cedendone il 20 % della sede alla proposta tramvia, salvo farsi poi rimborsare quanto anticipato quando la Provincia avrebbe avuto disponibili i fondi per riscattare la strada e passarla di categoria, da consortile a provinciale. Buguggiate dovrebbe contribuire con il 20% dei costi previsti. Il 4 Settembre1907 in seduta consiliare, il Commissario prefettizio Ernesto Galli fa una cronistoria del laborioso svolgimento dell'iniziativa consortile. 1) è stata ottenuta la soppressione del passaggio a livello in località "Cuor di Sasso". 2) Sono in corso trattative fra il Comitato intercomunale promotore della tramvia Varese - Azzate e la Società Varesina per Imprese Elettriche. Quest'ultima sarebbe disposta ad accollarsi anche le spese di costruzione del tratto stradale, previste in circa £ 100.000, alle seguenti condizioni: a – rinuncia da parte dei Comuni interessati al sussidio provinciale di £ 25.000 a favore della tramvia; b – versamento da parte dei Comuni interessati di un contributo di £ 40.000 per la costruzione della strada, così ripartito: Azzate, £ 23.000, Buguggiate, £ 10.000, Capolago. £ 7.000; c - con tale contributo la Società Varesina si impegnerebbe a costruire a suo rischio e pericolo la strada in questione e a cederla gratuitamente ai tre Comuni, che ne assumerebbero la manutenzione; d - i Comuni avrebbero il diritto e la responsabilità di ottenere dalla Provincia il riscatto delle cifre spese per la costruzione della strada nel quinquennio 1918 – 1923. Il Consiglio Comunale approva un verbale concordato fra i tre Sindaci, che stabilisce: e - i contributi fissi saranno versati a strada ultimata e collaudata; f - prima dell’inizio dei lavori per costruire la strada dovrà essere stipulato un regolare contratto tra i 93

Comuni e la Società Varesina; g - il pagamento di £ 10.000 sarà effettuato con il ricavo della vendita di £ 5.600 di cartelle di rendita al 3,75% e con l'utilizzo di residui passivi accantonati per la costruzione dell'acquedotto.

A questo punto, il Comune di Capolago si ritira dal Comitato promotore. Il contratto tra i due Comuni rimasti e la Società Varesina, firmato il 3 Settembre1908, prevede che la strada abbia una larghezza di 8 m, e sia ultimata entro il mese di Giugno 1910. Azzate sborserà £ 35.000 a rate di £ 5.000 ogni 600 metri di strada costruita, e Buguggiate £ 10.000 a collaudo. Gli espropri saranno a carico degli appaltatori. Qualsiasi ritardo nella consegna ai Comuni comporterà una penale di £ 10 al giorno.

L'8 Novembre 1911 la Società Varesina invita il Sindaco per il giorno seguente alla visita di ricognizione della tramvia.

Inizia a questo punto, e durerà fino al 1915, una serie di contatti e di complicati conteggi dei rispettivi contributi e rimborsi, che risparmiamo ai lettori. Quanto ai rimborsi che l'Amministrazione Provinciale doveva liquidare proporzionalmente ai Comuni che avevano anticipato i fondi, se ne parlerà ancora nel 1923. Il Comune di Capolago, alla fine, dati gli evidenti benefici che ne traeva, fu indotto nel 1924 a ritornare sulla decisione negativa e a partecipare alle spese pregresse. Ci limitiamo a dire che la tramvia ebbe una lunghezza di 5740 m a partire dallo scambio e raccordo con quella Varese - Bizzozero. Il tratto tra quel punto e la stazione terminale di Azzate veniva compiuto in 21 minuti alla velocità massima di 30 km/ora. C'erano 7 fermate fisse e 10 facoltative. La stazione del tram in Buguggiate era situata sulla strada Varese - Azzate, all'altezza dell'incrocio con la strada per Monciago, attuale Montalbo.

Sviluppo commerciale tra 1906 e 1927 Dai Registri di verifica per gli Utenti Pesi e Misure possiamo valutare lo sviluppo commerciale, e un costante, lento miglioramento del tono della vita cittadina. Nel 1906 erano soggetti a verifica: un sarto; due osti; una tessitura; un venditore ambulante; una rivendita di vino ai soci (il Circolo Famigliare); un conduttore di trebbiatrice; un oste e gabellotto.(gabellotto, o gabelliere, colui che sta all'ingresso di una città per riscuotere gabelle, cioè dazi sui generi o merci in entrata, n.d.r.). Nel 1912, erano soggetti: un sarto; due osti; il Circolo famigliare; il Circolo famigliare di Sardegna; tre fruttivendoli ambulanti; una merceria; un oste gabellotto; un venditore ambulante. Nel 1921/22: una merceria; un sarto; due osti; i due Circoli; una Cooperativa di Consumo; due venditori di seme di bachi; tre fruttivendoli ambulanti; un venditore ambulante; l'ufficio postale; un macellaio; un geometra; una tessitura di cotone (Ditta Bianchi, in via per Gazzada). Nel 1925: anche due rivenditori di benzina; un maglificio (Ditta Mentasti); due cave di ghiaia (si sta scavando l’autostrada Varese – Milano); tre lattivendoli ambulanti; una macelleria. Nel 1927: si aggiungono una posteria con tre dipendenti; un vivaista, un prestinaio, un'altra merceria. Contemporaneamente, nello stesso periodo diminuiscono le indicazioni di “contadino” e “contadina” negli atti di matrimonio. Non solo gli uomini tendono ad esercitare attività artigianali, ma anche le donne sono sempre più spesso denunciate come filatrice, tessitrice, sarta, operaia, impiegata, casalinga. Anche questa constatazione è prova evidente del continuo progresso commerciale nel Comune. In generale, il numero medio di matrimoni era di 4 - 5 all'anno.

L’asilo Infantile La locale Congregazione di Carità si riunisce il 17 Ottobre 1906. Partecipano alla riunione: Ciriaco 94

Carità, Presidente ed i membri Vittore Bianchi, Giovanni Broggi, Luigi Broggi e Luigi Pellegrini. All’ordine del giorno è l’argomento : Istituzione di asilo infantile. Carità riferisce: “ Allo scopo di facilitare l’istituzione di un asilo infantile, il Cav. Don Guido Gagnola ha fatto formale promessa di donazione di un appezzamento di terreno per la costruzione del fabbricato occorrente; altra persona ha assunto in proprio l’erezione di un vasto locale e di un portico laterale, sufficienti per ora per iniziare la scuola e per ottenere, con l’installamento dell’Asilo, il concorso di L. 2000 sul fondo “Principe Umberto” della Cassa di”risparmio di Milano”. Continua dicendo che, “plaudendo alle due nobili iniziative”, il Comune vorrebbe che la Congregazione di Carità si assumesse la gestione dell’Asilo, fra l’altro condizione indispensabile per potere fruire della donazione di L. 2000. La Congregazione dovrebbe anche erogare, “una tantum”, un contributo di L: 500 da destinare preferibilmente alle spese di arredamento. Dal canto suo, il Consiglio Comunale ha deliberato l’erogazione di un sussidio di L: 250. Quindi, una previsione di bilancio annuo potrebbe essere così delineata:

Entrate: interessi sulla donazione di L: 2000 L. 50 Contributo del Comune “ 250 Rette mensili: L 1x 35 bambini x 11 mesi “ 380 Totale “ 680

Uscite: Illuminazione, riscaldamento, imposte, eventuali L. 50 Stipendio annuo dell’insegnante “ 400 Salario annuo di una custode/bidella “ 180 Totale L. 630 Residuo di L: 50 a fondo riserva

Poiché senza la buona volontà della congregazione la bella iniziativa naufragherebbe, il Presidente Carità raccomanda caldamente una delibera di accettazione e dichiara aperta la discussione. Tutti i presenti formulano espressioni di plauso, soddisfazione e caldo ringraziamento ai due benefattori, persuasi che il loro esempio sarà mitato dalla carità privata qualora fosse necessario. All’unanimità si delibera di assumere l’impegno di amministrare l’istituendo asilo e di versare il contributo di L. 500. Seguono, sul verbale, le firme dei membri e del segretario, gino Nicora.

In una successiva riunione della Congregazione, presenti gli stessi membri della precedente, con all’ordine del giorno “Provvedimenti per l’Asilo”, il Presidente informa che Giulio Schiannini, che ha offerto di finanziare in parte la costruzione, ha sempre avuto l’intenzione di fare coprire una parte del fabbricato con un tetto a tegole a forma cosiddetta “ a paviglione”, anziché con un terrazzo. A scanso di eventuali future contestazioni, Schiannini desidera ottenere in proposito l’espresso voto favorevole del Comitato. Oltre a rinnovare a Giulio Schiannini e alla sua famiglia le espressioni di riconoscenza del paese, si Delibera un consenso favorevole al tipo di copertura proposto.

In data 19 Dicembre 1912 il mappale 77, casa adibita ad asilo, piani 2, vani 4, Via Vittorio Emanuele, è allibrato al catasto urbano alla ditta “Asilo Infantile Principe di Piemonte.

Restauri al campanile Nel 1908 si rendono necessarie alcune riparazioni al campanile della Chiesa parrocchiale: restauro delle facciate, dei cornicioni e delle cornici della cupola. La fabbriceria non ha i fondi necessari per fare fronte alla spesa, preventivata in £ 500.. Il Comune è disposto ad assumersi la spesa, a condizione che i lavori siano controllati dalla Giunta, per evitare sconfinamenti dalla somma da essa 95 a p p r o v a t a . Tuttavia, il Pretore di Varese fa presente: - che esiste già un altro preventivo di £ 950 + 75 in mano alla fabbriceria; - che i preventivi e le perizie sono troppo sommari; - che la fabbriceria deve presentare i rendiconti comprovanti l'incapacità a sostenere in proprio le spese. E si domanda quale sia il motivo per il quale il Comune vorrebbe assumersi l’onere di essere l'imprenditore, con tutti i rischi e conseguenze che potrebbero derivarne. Il Comune risponde che ritiene di potere restare entro i limiti di quanto deliberato assumendo manodopera locale, evitando spese di trasporto dei ponteggi (reperibili in loco) e facendo eseguire soltanto i lavori strettamente necessari. L’opera sarà debitamente eseguita.

La vertenza per l’Ufficio Sanitario Dal Capitolato del 1908 per la Condotta medico-chirurgica consortile (Azzate, Bodio, Brunello, Buguggiate, Capolago, Daverio, Galliate, Gazzada e Lomnago) con sede ed Ambulatorio in Azzate, ma almeno un locale attrezzato presso ogni Comune, si desume: - una popolazione complessiva di 6.472 abitanti, - che Buguggiate aveva una popolazione di 568 persone, 515 delle quali da classificare povere, con assistenza gratuita (400 abitanti nel centro, 168 nelle “case sparse”)-

Sempre nel 1908 nasce una vertenza fra i Comuni e la sottoprefettura di Varese. Motivo del contendere è la proposta della sottoprefettura di istituire un Consorzio per il Servizio di Ufficiale Sanitario, con sede in Varese e giurisdizione su quasi tutti i Comuni del Mandamento, tranne Daverio,.Bodio e Lomnago, da assegnare ad un Consorzio analogo con sede a Gavirate, e Lavena e facenti capo a Luino. In totale, circa 54.000 abitanti. I motivi addotti: a parte una direttiva ministeriale, la zona, ricca di industrie manifatturiere, frequentata da molti villeggianti, con facilità di comunicazioni con la Svizzera, necessita di un razionale controllo igienico, di un servizio svolto da persona munita di speciali titoli e conoscenze tecniche, che si occupi soltanto dell'Igiene. Lo stipendio proposto è £ 5.600 all'anno, cosicché la ripartizione su vasta scala ai singoli Comuni verrebbe a costituire onere minimo.

Ventinove Comuni su 32 non accettano la proposta, anzi, come al solito, Buguggiate non risponde neppure, tanto che il 1° Agosto la Sottoprefettura insiste per ricevere la delibera di consenso entro il 31, avvertendo che riterrà un silenzio come assenso. .In fretta e furia il giorno 8 si tiene una seduta straordinaria del Consiglio e una la tiene la Giunta (Sindaco + 3 assessori) il successivo 10. Si respinge la proposta con le seguenti motivazioni. Il Consorzio sarebbe troppo vasto e quindi la sorveglianza igienica sarebbe lacunosa e non costante. L'attuale medico condotto consortile esplica già le funzioni di Ufficiale di Sanità. Un nuovo onere non è accettabile. La Legge non impone ai Comuni di unirsi in Consorzio per il Servizio sanitario, anzi indica ai Prefetti di scegliere l'Ufficiale Sanitario nella persona del medico condotto nei Comuni dove non è possibile l'esercizio separato delle due funzioni. Se il Medico Provinciale non riesce ad esercitare un'azione diretta ed efficace, deve essere lo Stato, e non i Comuni, a provvedere aumentando il numero di funzionari e creando medici circondariali o mandamentali.

Vista l’accoglienza negativa, la Prefettura di Como adotta le maniere forti e l'11 Gennaio1910 emana un decreto che istituisce il servizio e obbliga i Comuni a procedere alla nomina di rappresentanti in seno al Consorzio. Definendolo illegale e lesivo dei diritti e degli interessi dei Comuni, un gruppo di Comuni impugna il decreto ricorrendo al Ministero dell'Interno (1 Febbraio 1910), ma il 10 Ottobre seguente la Sottoprefettura comunica che il Ministero ha respinto il ricorso in data 14 Agosto, prescrivendo che entro 40 giorni dalla ricezione di questa comunicazione sia convocato il Consorzio. 96

Il 24 Novembre i Comuni renitenti decidono di impugnare il Decreto Ministeriale davanti al Consiglio di Stato, che finalmente il 3 Maggio 1911 respinge il ricorso.

Tuttavia i Comuni sconfitti non rinunciano al loro atteggiamento contrario ed inizia una resistenza passiva, non collaborando con l?ufficio dell’Ufficiale Sanitario Provinciale e continuando ad affidare ai medici condotti i compiti di igiene e sanità.

Chi la dura, la vince! Ecco come andò a finire con i decreti prefettizi del 1909 e 1910 della Prefettura di Como con i quali, dopo i rifiuti dei Comuni interessati e dopo i ricorsi presentati dai Comuni stessi fino al Consiglio di Stato con esiti negativi, si istituiva di autorità un Ufficiale Sanitario del Consorzio per la vigilanza igienica e sanitaria di Varese ed Uniti. In data 7 Luglio 1923, il Prefetto di Como decreta che, anche se validi e confermati dal Consiglio di Stato i decreti per l’istituzione di un Consorzio per il Servizio di Ufficiale Sanitario, in realtà le disposizioni in essi contenute sono rimaste disattese, poiché i Comuni contrari hanno continuato ad affidare ai medici condotti le pratiche igieniche e sanitari. Pertanto, i decreti in questione debbono essere considerati decaduti.

Tra il 1907 ed il 1915 ci devono essere stati parecchi casi di malaria. Ad una richiesta della Prefettura di Como del 22 Febbraio 1908, il Sindaco risponde che il chinino è stato distribuito gratuitamente dalla locale Congregazione di Carità, con un costo complessivo di £ 15. Il 23 Aprile successivo la Prefettura ribadisce la necessità di acquistare per tempo il chinino, dato che si avvicina la "stagione malarica". Il chinino era acquistabile presso le Privative. Lo comperavano a proprie spese Comuni, Congregazioni di Carità ed altri Enti pubblici o privati, con l'obbligo di distribuirlo gratuitamente alla popolazione.

Notizie varie Al censimento generale del bestiame del 19 Marzo 1908 risultavano presenti sul territorio di Buguggiate: 10 cavalli; 4 asini; 5 vitelli; 75 vacche; 39 manzi; 2 suini di età inferiore ai due mesi; 3 pecore; 2 capre. Il Sindaco concede il 21 Settembre al Parroco, don Antonio Bricchi, il permesso di portare al cimitero, in apposite casse, crani ed ossa conservati in disordine e in aperta violazione delle norme di igiene pubblico nella cappelletta adiacente alla Chiesa Parrocchiale,.

E il 1° Ottobre il Comune stipula un'assicurazione decennale contro i danni da incendio con la Compagnia di Assicurazione di Milano. Immobile assicurato: Ampia casa di uso civile. Premio annuo di assicurazione, £ 3,38 (di cui, tasse £ 0,68). La polizza sarà rinnovata il 1° Novembre 1918 per altri 10 anni. (vedi fotocopia).

Nel periodo 1905 – 1908 erano richiamati periodicamente alle armi i cittadini soggetti agli obblighi militari. Se in gravi condizioni economiche, i loro famigliari ricevevano sussidi, Per esempio, nel 1908, alla moglie e ai figli di Carlo Rinaldi il Comune anticipò giornalmente, per conto dello Stato, £ 0,40 per la donna e £ 0,20 per ciascun figlio, per un totale di £ 15,60. "" … .considerato che tale Consorzio, per la irriducibile opposizione dei Comuni consorziati non ha potuto funzionare e che, se costituito come entità giuridica, di fatto, invece, non ha potuto essere gestito e che il servizio di vigilanza igienica ha continuato… … … … .. ad essere affidato ai singoli 97

Ufficiali Sanitari dei singoli Comuni… … .il Consorzio per la vigilanza sanitaria e igienica costituito con Decr. 14.Gennaio.1910 tra Varese e Comuni finitimi è dichiarato sciolto””.

Nel 1909 il Parroco don Antonio Bricchi chiede al Pretore l'autorizzazione ad abbattere 9 piante (querce e pioppi) giunte al massimo sviluppo, per venderle al prezzo stimato di £ 300. La somma servirà per finanziare lavori di ripristino della casa colonica di proprietà del Beneficio parrocchiale addossata alla canonica, preventivati in £ 350. Il Pretore di Varese chiede al Sindaco di esprimere il suo parere, che risulta positivo. Un anno dopo, la spesa preventivata, nel frattempo diventata di £ 432, è ulteriormente lievitata a £ 915,10 a causa dell'allargamento del locale destinato a "bigatteria". Prima di approvare l'aumento complessivo di spesa, il Pretore ottiene il parere del Sindaco, che dichiara giustificati sia l'allargamento per consentire ai coloni l'allevamento di bachi da seta, sia l'incremento di spesa.

Elezioni politiche 1909 - 1924 Parliamo ora un po' delle elezioni politiche fra 1909 e 1924. Alle elezioni politiche del 1909 parteciparono 76 votanti maschi su 101 aventi diritto. Per le elezioni politiche del 16 Novembre1919 la lista elettorale comprendeva 218 aventi diritto. Furono presentati tre contrassegni di lista: - Scudo crociato (Partito Popolare), rappresentante Giulio Schiannini, sindaco, - Stella a 5 punte ( Partito Democratico Liberale), rappresentante Giovanni Martignoni, - Falce e Martello (P.S.I.), rappresentante Enrico Nicora.

I votanti furono 139. I voti furono così suddivisi. Falce e martello, 107; Scudo crociato, 21; Stella a 5 punte, 11.

Alla lista per le elezioni politiche del 1921 erano iscritti 206 elettori. Furono presentate 4 liste: 1)- Fascio Littorio e Stella d'Italia; 2) - Scudo Crociato, con motto "Libertas"; 3) - Falce e Martello, incrociati sopra un libro; 4) - Falce e Martello incrociati, coronati da 2 spighe, con raggi sullo sfondo. (vedi fotocopie) Centoquindici i votanti: 11 per la lista 1), 24 per la 2), 74 per la 3), 6 per la 4).

Centoottantatre gli elettori aventi diritto al voto politico per le elezioni nel 1924: 110 elettori che compivano almeno 30 anni in quell'anno, e 73 con 21 anni prima o durante l'anno. A Buguggiate si candidò per il collegio di Varese Luigi Maria Bossi (vedi fotocopia). In quell’anno si notò un aumento dei contrassegni di lista. Oltre ai primi 3 del 1921, furono presentati altri 3 contrassegni: 4) - Sole nascente con la scritta "Socialismo/Libertà" 5) - Vanga con tralci d'edera, e 6) - Tre spighe di grano con ai lati 2 grappoli d'uva. I votanti furono 120. votanti. E anche a Buguggiate iniziò il trionfo del Fascismo con 62 voti; 15 andarono a Falce Martello e Libro; 14 allo Scudo Crociato; 8 al Sole nascente; 3 a Falce e Martello con spighe; 1 alla Vanga; e 1 alle Spighe di grano. Schede bianche o nulle: 16. Ci fu, praticamente un travaso tra la lista socialista riformista e quella con il Fascio Littorio e la Stella.

Il 9 settembre 1909 iniziò l'attività la Stazione dei R. Carabinieri in Azzate, con giurusdizione anche su Buguggiate.

Questione ospedaliera nei territori dell'antico Ducato di Milano Secondo quanto concordato nell'Assemblea dei Sindaci del Circondario di Varese del giorno 11 precedente, il Consiglio Comunale in seduta straordinaria del 17 Novembre1909 delibera di 98 intraprendere opposizione legale contro la pretesa dell'Ospedale Maggiore di Milano di interrompere l'assistenza gratuita dopo cinque secoli di ininterrotta consuetudine, violando le norme statutarie. (L'Ospedale Maggiore, detto anche " Cà Granda", era stato fondato il 1° Aprile1456 dal Duca Francesco Sforza). Copia della delibera su carta da bollo da £ 2,40, con firma del sindaco autenticata con marca da bollo da £ 1,22, viene inviata al Sindaco di Varese per ottenere il visto di approvazione dell'Autorità Amministrativa del Circondario. Le spese legali verranno sostenute da ogni Comune ricorrente, in ragione di 1 centesimo per ogni r e s i d e n t e .

Nel 1912, l’undici Luglio, la Corte di Appello di Milano emette una sentenza favorevole ai Comuni ricorrenti, ma l’Ospedale Maggiore ricorre alla Corte Suprema di Cassazione in Torino.

Negli anni successivi hanno inizio trattative di accomodamento. Nel 1920 iniziano trattative per il decentramento, ossia la rinunzia ad inviare i malati a Milano. Infatti il 25 Luglio in una seduta straordinaria il Consiglio delibera la rinuncia perpetua al diritto di assistenza da parte dell'Ospedale Maggiore. Il 28 Ottobre1924 il Commissario Prefettizio in Buguggiate comunica che il Comune, con delibere del 25 Luglio e del 12 Settembre 1920, ha rinunciato all'assistenza dell'Ospedale Maggiore e ha già provveduto a saldare il proprio debito verso lo stesso, con versamento di £ 807,28. Il 6 Novembre successivo la Commissione Ministeriale per il decentramento dell'assistenza ospedaliera nel territorio dell'antico Ducato di Milano destina £ 30.648.465, elargite dalla Cassa di Risparmio di Milano, per l'allestimento dell'Ospedale di Circolo di Varese, e decide di ripartire fra i vari Comuni la somma di £ 20 milioni offerti dal Comune di Milano, basandosi sulla media delle degenze annue nel quinquennio 1909/1913. Per Buguggiate la media delle degenze fu di 22 all'anno.

Per lavori di consolidamento del campanile, nel 1909 il Comune stanzia £ 600. Dai dati sulle imposte sulle vetture e sui cani si nota l’esistenza: - di 5 carri a 2 ruote, di 1 carro a 4 ruote, di 4 vetture a 4 ruote, tutti con rispettivi quadrupedi e f i n i m e n t i , - di 7 carri agricoli a 4 ruote. Nel 1910/11 nel territorio c'erano 2 muli. Di cani nessuna traccia

Penuria d’acqua Per incarico del Comune il 12 Febbraio 1910 l'ing. Giulio Macchi si recò a visitare la sorgente detta "Zeppona", scaturente a margine della strada per la Chiesa e Capolago. Detta sorgente fu riscontrata avere una portata media di circa 18.000 litri al giorno. Anche nei periodi di magra essa soddisfaceva i fabbisogni richiesti, cioè il riempimento di un serbatoio e l’esercizio di un lavatoio pubblico, con 2 vasche per lavare ed una vasca per risciacquo, usato da una ventina di famiglie. Era il lavatoio eliminato di recente durante i lavori di sistemazione del parcheggio all’incrocio Via Trieste – Via Matteotti.

Durante l’Agosto dello stesso anno c'è penuria d'acqua e la popolazione si lamenta. Non avendo fondi per costruire un nuovo acquedotto, il Comune scrive a tutti i proprietari di terreni pregandoli di fornire acqua potabile ai propri coloni direttamente dai pozzi o con pompe. Ciò è attestato da una lettera scritta ad Adele Torniamenti, Modena, la quale risponde che tentativi per trovare acqua fatti nel 1881, 1886, e 1891 con scavi assai profondi nella sua proprietà in Buguggiate diedero esiti negativi.

Attività amministrative Dalle notizie sulla nomina di un nuovo segretario Comunale nel Settembre 1910 si apprende che gli 99

Uffici erano stati abitualmente aperti per 2 ore un giorno alla settimana, mentre d'ora in poi saranno aperti due volte, con orari invariati. Buguggiate ha una popolazione di 568 residenti. Molti (39 soltanto fra gli iscritti alle liste amministrative del 1914) sono assenti per ragioni di lavoro all'estero, per lo più nella vicina Svizzera, in Francia e in altre parti d' Europa. Uno solo negli Stati Uniti, un altro in America Latina.

Diamo un'occhiata a stipendi e salari del 1910. Il Segretario Comunale percepisce £ 400 (nel 1905 ne percepiva 150) all’anno; - il Medico condotto (consortile), £ 400 di quota parte annua; - la levatrice (consortile), £ 90 di quota parte annua; - la maestra, £ 1.020; - il seppellitore, £ 50; - il cursore £ 100. Cursore, seppellitore e altri salariati comunali non avevano diritto ( e quindi ritenute) alla Cassa Previdenza, alla quale saranno iscritti soltanto a partire dal 1916.

Negli anni attorno al 1910, il disbrigo di pratiche interne, cioè riguardanti i concittadini, da parte del Comune avveniva con velocità ben diversa da quella abituale che risulta nell'arco di un secolo dall’esame dei rapporti con gli Enti superiori. Infatti, la domanda su carta bollata da 50 centesimi datata 10 Agosto 1910 inoltrata da un cittadino per ottenere il permesso di costruire un muro di cinta sulla fronte della strada per Gazzada, in località "Marmorio", ottiene il nulla-osta comunale nella stessa giornata, con una sola clausola, quella di esporre un lume per segnalare, durante il periodo dei lavori, la presenza di impalcatura o di materiali sulla sede stradale. Non si tratta di un primato. A quell'epoca le domande di costruzione di muri, di pozzi per acqua potabile, di aperture di porte sulle pubbliche vie, ecc., venivano evase in giornata, o al massimo entro 4 o 5 giorni. Notevole era anche l'elasticità nel sanare eventuali "dimenticanze" nel chiedere i permessi. Allora non si parlava di condoni con relative oblazioni a sanare quanto costruito senza autorizzazione. Un cittadino che aveva costruito pochi metri di copertina sulla cunetta stradale fu richiesto dal Comune di inoltrare regolare domanda per sanare l'inadempienza e potere evitare di incorrere in sanzioni. Analogo era il comportamento del Comune qualora qualcuno avesse effettuato costruzioni edilizie, purché di non notevole entità. Anche se l'opera era già stata ultimata, il Sindaco invitava l'inadempiente a presentare subito la relativa domanda per ottenere il permesso di costruzione, limitandosi ad avvertire che non ricevendola avrebbe dovuto segnalare l'infrazione alla Procura del Re per le sanzioni penali del caso.

Consorzio Veterinario e afta epizzotica La Sottoprefettura propone nel 1911 l'istituzione di un Consorzio Veterinario tra Varese, Masnago, Casciago, Bobbiate, Lissago, Capolago, Azzate, Buguggiate, Gazzada, Schianno, Bizzozero, Lozza, S. Ambrogio, Velate, S.Maria del Monte, Brinzio e Castronno. Tale Consorzio obbligatorio inizierà a funzionare il 6 Ottobre.

Il 22 Febbraio1911 un'ispezione veterinaria trova 5 buoi e 6 vacche affetti da afta epizootica. Il Sindaco denuncia l'epidemia alle competenti Autorità sanitarie. Il 9 Marzo Buguggiate viene dichiarato "zona infetta da afta". Di conseguenza, sono vietati mercati e fiere fino a 2 km di distanza; è vietata l'introduzione e l'uscita di bovini, ovini, caprini e suini; i proprietari sono tenuti a denunciare tutti i capi delle specie suddette, e a notificare le variazioni per introduzione o mortalità; le abbeverate debbono essere effettuate in vasche non comunicanti con corsi d'acqua, o in mancanza di vasche, all'interno delle stalle; è obbligatorio cospargere calce nei locali, sulle porte, sulle vie di accesso alle proprietà e sui letami; è obbligatorio impedire l'entrata di cani o di altri animali vaganti nelle stalle infette. Il 31 Marzo successivo finisce la quarantena per Buguggiate, ed è consentito tenervi il mercato, 100 tuttavia con la limitazione che per altri 40 giorni sui certificati di origine del bestiame sarà indicato "Non può essere spedito all’estero". L'afta epizootica ricomparirà nel Febbraio 1913, con 9 casi, e nuova interdizione per Buguggiate.

Censimento 1911 Il 3 Maggio 1911 ha luogo un ulteriore Censimento generale della popolazione. La Via della Parrocchia è diventata Via V. Emanuele, si è aggiunta, a scapito di una denominazione precedente non chiarita, via XX Settembre, e Monciago à diventata Montalbo. Persiste ancora una numerazione delle case progressiva man mano che ci si allontana dalla canonica che porta il No 1. Le famiglie sono 57 nel centro e 20 sparse. I residenti sono 588. Il censimento delle imprese industriali enumera tre iniziative, con numero di operai inferiore a 10. Complessivamente, ci sono nel Comune 16 artigiani: 10 falegnami, 1 vetturale, 1 tagliapietre, 1 calzolaio, 1 filatore, 1 fonditore di ghisa, 1 macellaio (Luigi Masini).

Sempre nel mese di Maggio, nell'impossibilità di ottemperare alle disposizioni governative che richiedono di costruire un locale apposito per l'isolamento dei casi di malattie infettive umane, il Comune provvede ad affittare un locale privato.

La popolazione presente ammonta a 563 persone. Lo si rileva da una quota parte che il Comune dovrebbe pagare per la partecipazione ad un costituendo Consorzio per l'allestimento di un Ospedale Mandamentale per contagiosi e di uno Stabilimento per la disinfezione.

Nel 1911 alcuni lavori di ampliamento della Chiesa costano £ 12.500. £ !.900 sono versate dalla Parrocchia, 700 dalla famiglia Carnevali di Lugano, proprietaria di terreni in Buguggiate, altre quote importanti provengono dalla generosità della famiglia Schiannini, che nel 1914 consente a don Carlo Genoni, parroco, di saldare il debito restante di £ 4.000.

Dal 1911 al 1922 risultano esistenti due Commissioni comunali, di 1a istanza e di Appello, per l'esame dei ricorsi contro le tasse comunali.

Progressi in atto A partire dal 1911 fino al 1937, dal registro parrocchiale dei matrimoni è possibile intravedere un crescente miglioramento delle condizioni di vita della comunità. Infatti, le indicazioni della cosiddetta "condizione" sempre più frequentemente riportano le qualifiche di: - possidente, - sarto, - casalinga, - falegname, - sarta. - calzolaio, - muratore, - tessitrice, ed emergono nuovi mestieri ed arti, come meccanico, - fonditore, - industriale, - negoziante, - droghiere, - autista, - impiegato contabile, - lattoniere, - giardiniere, - capomastro, ecc. Dal 1936 - 1937 in poi è sempre più difficile trovare l'indicazione: contadino, - contadina. Se ne deduce un aumento progressivo di attività artigianali e commerciali e una concomitante diminuzione del numero di addetti all’agricoltura, con probabile diminuzione delle superfici dei terreni coltivati.

Buguggiate sta uscendo dalla penombra millenaria. Per un numero crescente di concittadini dell’epoca significava: non più le consuete attività agricole ritmate dalle stagioni e dai raccolti, ma fervore di iniziative artigianali e imprenditoriali, che svincolano dalla miseria e creano ricchezza e benessere in una comunità operosa. Invece coloro che continuavano ad attendere alle coltivazioni dovevano arrangiarsi a lavorare per pagare gli affitti ai proprietari, nei decenni più lontani pagando in natura a base di “bigatti” e di frumento, poi, più di recente, in denaro. Oltre alle faccende di casa, anche le donne dovevano 101 collaborare ai lavori nei campi, arrivando, la sera, ad avere la schiena dolente per avere portato molte volte lo “sciué”, una gerla fatta con bacchette per raccogliere foglie e fieno. Spesso i contadini erano vecchi o persone in male arnese. I giovani più validi, fin dopo la prima guerra mondiale, lavoravano da muratori a Milano o emigravano in altre nazioni europee, qualcuno anche nelle Americhe.

Dal 1912 al 1919 i certificati di nascita erano stilati, talvolta su pezzetti di fogli di quaderno a quadretti dal Parroco o dalla levatrice; nel 1920, solo dalla levatrice. Successivamente erano passati all’Ufficio Anagrafe.

I giudici Conciliatori All'inizio del 1913, avendo raggiunta l'età di 66 anni, Daniele Martignoni dà le dimissioni dalla carica di Giudice Conciliatore comunale, da lui tenuta con dedizione ed onore per molti anni. Nonostante i solleciti della Prefettura, per tutto l'anno e quello seguente non si trovano candidati a tale carica. Soltanto nel 1915 è nominato Claudio Bernasconi. Nel settembre 1923 è nuovamente vacante la carica e si arriva al 21 gennaio 1924 per proporre alla carica Carlo Bonfanti e come suo vice, Claudio Bernasconi. I Giudici Conciliatori, su proposta della Prefettura, erano nominati dalla Corte d'Appello di Milano, dovevano prestare giuramento in Pretura a Varese, e restavano in carica tre anni. Dal 1916 al 1920, non risulta agli atti alcun procedimento civile discusso presso l'ufficio del Giudice Conciliatore. In riepiloghi statistici, esiste traccia nel 1920 di un procedimento a carico per somma superiore a £ 350 avente per oggetto una licenza per il rilascio di beni immobili, discusso in contraddittorio, con accoglimento parziale della domanda,. Spese compensate £ 0,95. Il procedimento durò tra 15 giorni e un mese. Nel 1923, si discusse con due udienze un'altra causa trattata in contumacia. Esisteva anche una lista permanente di Giurati del Mandamento. A titolo di cronaca, dal 1910 al 1920 a tale lista erano iscritti Ernesto Galli, contribuente, Guido Galli, geometra, e Giulio Schiannini, contribuente. Dal 1915 era nella lista anche il segretario comunale, Giovanni Martignoni. Nel 1920 non era più iscritto Guido Galli. Nel 1921, entrava nella lista anche Francesco Broggi. Nel 1922 erano in lista G. Schiannini, G. Martignoni, E. Galli e A|lberto Schiannini. Dal 1926 al 1928, soltanto Alberto Magni e G. Martignoni.

In data 23 Febbraio 1913 è menzionata la fondazione di una Società Anonima Cooperativa, denominata "Cooperativa di Consumo di Buguggiate".

Chi la dura, la vince Ed ora raccontiamo le disavventure di un veterinario, alle prese con la "bolletta” eterna della cassa c o m u n a l e . Il 5 Marzo1913, in piena recrudescenza di epidemia di afta epizootica, il veterinario L.P. Zoppini di Varese, tel. 333, viene a Buguggiate e visita 4 stalle, e trova in esse complessivamente 5 buoi e 4 vacche guarite dall’infezione. Impartisce disposizioni per la disinfezione, eseguita il giorno dopo alla sua presenza. In seguito, egli invia al Comune una prima notula per £ 36, relativa alle quattro visite suddette e ad altre due del 26 e 28 Marzo. Poi, non avendo ottenuta risposta, ne invia una seconda, sempre relativa alle stesse visite, ma per £ 37. Evidentemente non teneva bene la contabilità o aveva poca memoria. Alla fine dell'anno, spedisce un'altra volta una notula, per gli stessi motivi, ma con variazioni negli onorari e un totale di £ 32, accompagnandola con una postilla "Toccherebbe al Comune di pagare, ma se questo non intende farlo, si compiaccia di informarmi per consentirmi di rivolgermi direttamente agli interessati.. E il Comune, zitto, tanto che alla fine del 1914, il malcapitato Zoppini, rinnova la notula, questa volta di £ 36, sollecitandone il pagamento. 102

Niente da fare. Passa ancora un anno e il 31 Dicembre1915 lo Zoppelli scrive al Sindaco per sollecitare ancora il pagamento, adombrando l'adozione di vie legali per il ricupero del credito.

Trascorre un altro anno, e alla fine del 1916 il malcapitato creditore emette una notula, indirizzata ad una non meglio identificata "Società del bestiame" di Buguggiate, richiedendo il pagamento di £ 67, così suddivise: 3 visite d'urgenza a tre vacche in cascina Sardegna a £ 5 ciascuna; emissione di 5 certificati per la requisizione di bovini per l'esercito a £ 3 ciascuno; più le famose £ 37 che " il Sig. Sindaco non vuol pagare, anzi, mi ha scritto che non intende pagare, perciò se la Società non pensa di pagarmi l'importo di £ 37 come da regolare nota già mandata in Comune, io sarò costretto a citare i proprietari delle bovine ammalate”. Niente da fare. I Soci non intendono pagare la notula indirizzata al Comune, anzi lasciano passare tutto l’anno 1917 senza saldargli la loro parte di notula. Cosicché, il 3 Gennaio1918 Zoppini scrive a Luigi Baratelli ( e probabilmente anche agli altri due allevatori di via Sardegna) invitandolo a pagare personalmente almeno le 5 Lire della visita alla sua stalla, altrimenti sarà costretto a citarlo.

E nessuno paga. Si arriva così al 13 Maggio1920, con una lettera a Ernesto Galli, Commissario prefettizio per Buguggiate. Visti vani i ripetuti solleciti al Sindaco, alla Società del bestiame, ai singoli allevatori, Zoppini scrive minacciando di inviare la notula alla Prefettura per ottenere un mandato di pagamento d'ufficio, “un affronto”che egli vorrebbe evitare di fare.

Dopo la nomina del nuovo Sindaco, Giulio Schiannini, Zoppini gli scrive ancora invitandolo a saldare la famosa notula del 31 Dicembre 1913. Invano. Quasi due anni dopo, il 30 Dicembre 1922, Zoppini, che non demorde, informa il Sindaco che se entro Gennaio 1923 non riceverà quanto dovutogli, invierà la notula al Prefetto. E finalmente la invia, il 3 Giugno1924. E la Direzione per la Sanità della Prefettura di Como, invita il Sindaco a pagare entro il giorno 10. Con la stessa data, il Sindaco scrive allo stesso Ufficio che la notula in questione è contraddittoria e controversa (con riferimento alle cifre discordanti), ma che provvederà comunque ad una definizione della vertenza. Infatti, il successivo giorno 21 informa di avere liquidato lo Zoppelli. Finalmente! ma a parte tutto il lavoro necessario per arrivare ad ottenere quanto dovutogli, occorre pensare che dopo la guerra 1915/1918 la Lira aveva fatto grandi ruzzoloni, e quindi le 37 Lire ottenute con tanta fatica potevano valere sì e no un terzo di quelle del 1913.

Nell’Ottobre 1913 Ambrogio Ninda si reca all'Ufficio Finanziario della Prefettura di Como per le pratiche di attivazione di una fabbrica di bevande gasate. Locali della fabbrica: 1 locale per il macchinario; 1 locale per deposito di bottiglie:

Non è andata, purtroppo, perduta la cattiva abitudine di essere sempre in ritardo nell'adempiere agli obblighi amministrativi. Pertanto, anche negli anni tra il 1910 e il 1920 sono agli atti numerosi continui solleciti della sottoprefettura di Varese, con telegrammi e minacce di invii di commissari prefettizi.

Nel 1913 Buguggiate aveva 569 abitanti, Varese 20779, Azzate 1643, Brunello 476.

Nel 1914 esistevano nel capoluogo un'osteria con licenza di spaccio vini ed alcolici, una trattoria con divieto di mescita di bevande superalcoliche, e un'osteria in località “Tramoia” (strada Loreto - A z z a t e ) .

Produzione di bachi da seta 103

C’era anche una rivendita di semi di baco da seta. Sempre nel 1914, una statistica per la bachicoltura richiesta dalla Prefettura di Como elencava: altezza sul mare, m 306; - abitanti 569; - produzione di bozzoli, kg 3000; -produzione di seme di bachi, 85 once (kg 2,314). Dal calcolo risulta una produzione per abitante di 5272 g di bozzoli e di circa 0,150 once (pari a g 4,066) di seme, dati che provano una notevole diffusione della sericoltura.

Licenze di vendita tra 1917 e 1926 Per ottenere la licenza di vendita di bevande alcoliche occorreva, all'epoca, il nulla-osta del medico condotto (allora Pietro Castiglioni di Azzate) che attestasse il soddisfacimento delle condizioni igienico-sanitarie richieste. Anche le nuove richieste di licenza e le compre-vendite di esercizi per vini e liquori tra 1914 e 1927 attestano un nuovo fervore di iniziative. Nel 1917, l’osteria e la trattoria nel centro e l’osteria in “Tramoia” pagavano, rispettivamente, 6, 12 e 6 £ annue di tassa di esercizio, sulla base di un prezzo di affitto presunto dei loro locali di £ 100 o 200 annue. Nel 1921 erano classificate esercizi di 4a categoria. Nel 1924 Gervaso Girolamo Broggini ottenne la licenza di vendita al minuto di vini e liquori. Analoga licenza ebbe Vittore Masini nel 1925. Nel 1926 Camilla Rossi, proprietaria della trattoria nel centro, conseguì la licenza di vendita di s u p e r a l c o l i c i . Nel 1926 Alfredo Masini cedette l'osteria ad Assunta Gianoli, abitante in via Umberto I°, n. 10. Nel 1927 si aggiunse una licenza per vini ed alcolici per la Società Cooperativa di Consumo.

Gli orari di apertura erano: - per la trattoria , ore 6 -24 tutto l'anno; - per le osterie e la Cooperativa ore 7 - 22.30 d'estate, ore 7 -21.30 d'inverno. L’aumento del numero di punti di vendita di vini e liquori attesta, indirettamente, sia una diminuzione delle aree locali con filari di viti, sia una maggiore disponibilità di denaro per acquistare vino e anche liquori. .Nel 1915 a Buguggiate non c'è ancora la farmacia. La più vicina è ad Azzate.

Vertenza sulla decima Al Comune è concesso un mutuo decennale di £ 1.500, al tasso del 1,5 % e con esenzione da imposta di R. M., da impiegare in lavori di pubblica utilità usufruendo di manodopera scelta fra disoccupati o bisognosi. Nello stesso anno ha inizio un’annosa disputa, finita davanti ai tribunali, circa le pretese del Subeconomato dei Beni Vacanti di Varese di ricevere una decima dalla comunità. (“Beni vacanti” erano quelli delle Parrocchie restate temporaneamente senza titolare). Avendo assunta l'amministrazione del Beneficio Parrocchiale dopo la morte di don Giosuè Barzaghi, ultimo beneficiario, il Subeconomato diffida il Comune, quale debitore di decima convenzionata di £ 35,60, a volerla d'ora innanzi riconoscere e pagare. Il Sindaco risponde che il Comune non ha a suo carico alcuna decima, né sa a chi essa possa competere.

La fotocopia del 17 Agosto 1915 qui a fianco riprodotta testimonia che la burocrazia non ha né tempo, né confini.

Nel Settembre 1915 il Comune acquista una bandiera in tessuto di lana, completa di asta, per £ 42.

Una cartolina dal fronte In archivio comunale abbiamo trovata e letta con un po’ di commozione una sbiadita cartolina del 16 Novembre 1915, scritta a matita, con mano malferma. La riproduciamo in fotocopia, lontano messaggio di un soldato, Angelo Ghiringhelli, dal Deposito Rifornimento Truppe, 12a Compagnia. 104

Ecco cosa si riesce a leggere: " Cara moglie ti scrivo questa cartolina… per dirti che mi ritrovo in buona salute. Così spero… … … … Cara moglie di questo paese presto si va via, andiamo… alla fronte, intanto non so cosa dirti che salutarti. Appena che posso, ti scriverò una lettera. Non occorrono commenti.

Requisizioni di bestiame e di cereali Nel 1915 il Comando d'Armata di Milano ordina una requisizione di bestiame bovino, dell'ordine del 10 % del peso totale dei capi esistenti nel territorio- Sulla base dell'ultimo censimento (1908) che riportava: - 5 vitelli/vitelle di età inferiore ad un anno, del peso unitario di 100 kg; - 75 femmine, manze/vacche, del peso unitario di 400 kg; - 39 maschi castrati, del peso unitario di 400 kg, per un totale di 4610 kg, il 10 % corrispondeva a 461 kg, che furono offerti spontaneamente. Invece, furono requisiti 3 femmine e 6 maschi per un totale di 760 kg. I bovini precettati dovevano essere portati alla pesa delle Ferrovie dello Stato in Varese (vedi fotocopia) Il 29 Settembre il Sindaco scrive una lettera di protesta, asserendo che il decimo da precettare era 461 kg , spontaneamente offerti, mentre sono stati precettati kg 760, recando grave nocumento agli agricoltori che vengono a trovarsi in scarsità, o sprovvisti, del bestiame necessario per la lavorazione dei terreni. Il Comandante la Commissione Provinciale Incetta Bovini replica dichiarando che non accetta i dati del censimento che risale al 1908, e che la Commissione ha il diritto di prelevare il decimo della consistenza del bestiame attualmente esistente. Da una risposta, come al solito tardiva, del 29 Agosto 1916 alla sottoprefettura di Varese, dal gennaio 1915 al giugno 1916 risultano inviati da Buguggiate alla macellazione 200 capi bovini fra adulti e vitelli con età inferiore ad un anno. La falcidia di animali, tra requisizioni dell'esercito e fabbisogni interni continuerà per tutta la durata della guerra, tanto che un modulo statistico del 1918 enumererà rimasti un solo capo bovino adulto ed una sola capra. (vedi fotocopia).

Da corrispondenza del Gennaio 1916 con la Commissione di requisizione dei cereali del Comando del Presidio Militare di Como, si apprende che 40 agricoltori possedevano complessivamente 335 quintali di cereali. Nessuno di essi possedeva singolarmente più di 100 quintali. In particolare, in quel momento in Buguggiate esistevano 329 quintali di granoturco e 6 quintali di frumento. Per soddisfare il fabbisogno annuo previsto di granoturco dei detentori e delle loro famiglie occorrevano ulteriori 518 quintali. Il 22 Novembre dello stesso anno il Comune denunciava una produzione 1916 di granoturco di 457 quintali atti ad alimentazione umana più 17 destinabili ad altri usi; 69 erano i produttori, con un massimo individuale di 17 quintali. I consumi medi mensili della comunità si aggiravano su 80 quintali Un successivo aggiornamento di fine anno portava la cifra a 460 quintali, dei quali 10 da destinare alla semina; tenendo conto del fabbisogno medio mensile di 90 quintali nell’ultimo trimestre la rimanenza al 1/1/1917 era di 360 quintali. E’ evidente, anche dall’esigua scorta di frumento, una assoluta preponderanza di consumo di granoturco per alimentazione umana. Il quantitativo esistente non era sufficiente e la sproporzione fra i consumi di granoturco e di frumento dimostra che ancora a quell’epoca di gran lunga il granoturco era il principale cereale di povere mense. Il notevole fabbisogno medio di granoturco denunciato, kg 8000 mensili pari a 96000 all’anno, considerando una popolazione di circa 570 persone indica un consumo individuale medio di circa 460 grammi al giorno. Esso indica condizioni generali di povertà, di alimentazione scarsa e forzatamente errata, causa dei numerosi casi di pellagra, rachitismo e insufficiente sviluppo organico.

Generi alimentari fondamentali per la popolazione erano i latticini, la polenta, la pasta ed il riso. 105

Imposte di consumo Da alcuni documenti del 1915 sul dazio comunale si apprende che dal 1901 al 1905 pagavano dazio di consumo: - Carlo Broggini, rivendita di vino, liquori e bevande alcoliche, più macellazione per le occorrenze della propria osteria, tassato a £ 55 annue; - Vittore Masini, rivendita di vino, liquori e bevande alcoliche, tassato a £ 62 annue, e dal 1905 anche per altre £ 30 per macellazione bovini; - Gervaso Broggini, fabbricazione e vendita di pasta e osteria, £ 75 annue; - Giuseppe Mai, osteria e vendita al minuto di vino, aceto, liquori e bevande alcoliche, £ 62 annue; - Emilio Mariani, con iniziative uguali a quelle di Mai, £ 62 annue.

Nel 1906: - Carlo Rimondi (Circolo Famigliare), vendita al minuto di vino, aceto, bevande alcoliche ai Soci, £ 65 annue;

Dal 1913 al 1915: - Galeazzo Magrini, macellazione e vendita di carne bovina, £ 100 annue; - Ignazio Broggi, (Circolo Famigliare) per le stesse attività daziate nel 1906, £ 110; - Masini Pietro (Circolo Famigliare di Sardegna), vendita ai Soci di vino, aceto, liquori e bevande alcoliche, £ 60 a l l ’ a n n o . Nel 1915: - Mai Giuseppe, con le stesse attività precedenti, £ 135; - Vittore Masini, con le stesse attività precedenti, £ 80; - Gerolamo Broggini, fabbricazione di pasta ed osteria e inoltre con il diritto di macellare 3 suini all'anno per il consumo nell'osteria, £ 125.

Buguggiate nel 1915 aveva 568 abitanti e versava allo Stato £ 35 di abbonamento annuo per le imposte di consumi. In quell’anno ancora non esisteva l'illuminazione pubblica. Solo alcuni privati erano provvisti di luce elettrica, fornita dalla Società Varesina per l'Energia. Alcune famiglie avevano il contatore, molte altre pagavano a "forfait". Nessuno possedeva energia per forza motrice. La fabbrica Schiannini utilizzava un piccolo impianto idraulico elettrico da 3 cv.

Vicende di guerra. Purtroppo, con la guerra in atto, anche per gli abitanti di Buguggiate cominciano le ansie, le attese spesso vane, i lutti. Qualche volta, invece, le vicende della vita riportano il sorriso sui volti dei restati. Un esempio: Il 21 Aprile 1916 il Deposito del 67° Reg. Fanteria dichiara la morte presunta in combattimento del 24 gennaio di Natale Pellegrini. (vedi fotocopia) In seguito a questa comunicazione, al padre viene assegnata una somma "una tantum" di £ 150. Tuttavia, in seguito alla ricomparsa del Pellegrini, finito prigioniero, il padre sarebbe disposto a restituirla, ma lo Stato rinuncia all'incasso.

Due casi illustrativi del caos che regnava, a causa della guerra, tra i vari organismi statali nel periodo 1915/18. Il 7 Luglio 1918 viene ufficialmente comunicata la morte in battaglia di Giovanni Broggi, deceduto sul Montello in data 15 Giugno 1918. Il 19 Dicembre 1919 il padre, Luigi Broggi, comincia a ricevere £ 1.120 annue di pensione. Ma successivamente, la pensione gli è tolta e lo si obbliga a restituire quanto già ottenuto. Infatti Giovanni era caduto prigioniero ed è rientrato. Avendo il grado di sergente, gli sono liquidate £ 259,50 per indennità di prigionìa. Tuttavia, per anni il Sottosegretariato per l'Assistenza Militare e le Pensioni di guerra insiste per ottenere dal Comune 5 documenti in copia integrale per il conferimento della pensione al padre Luigi, tanto che il Sindaco, Giulio Schiannini, in data 17 Giugno1924, annota a matita, a margine dell'ultimo sollecito: 106

"17 - 6 -1924. Non ho tempo da perdere per rispondere a simili richieste. Vedi i precedenti e poi ridi ".

Il 3 Ottobre1917, il 252° Reggimento di Fanteria ha "l'onore" di comunicare che Rodolfo Brugnoni risulta disperso dal 19 Agosto1917. Il 19 Novembre 1918 l'ente morale " AMOR ARCTA VINCULA FRANGIT " (L'amore infrange i ceppi più stretti) comunica che su sua richiesta la Croce Rossa austriaca ha informato che "il soldato Rodolfo Brugnoni del 252° Reggimento Fanteria, internato al campo di Aschach godeva, fino al giorno dell'armistizio (cioè fino al 4 Novembre 1918) ottima salute. Essendo ora la più parte dei prigionieri rimpatriati e gli altri liberi, non siamo in grado di dare ulteriori e più recenti notizie ". Infatti, il poverino godeva di un così ottimo stato di salute che era morto fin dal 10 Gennaio 1918 nell'ospedale di Aschach per esaurimento ed era stato sepolto nel cimitero della stessa località. Di ciò informava il Comune la "Lega delle Famiglie dei prigionieri di guerra" il 6 Dicembre1918. Tuttavia,quasi due anni dopo, in data 20 Settembre 1920 il Deposito del 42° Reggimento Fanteria informava "con rammarico" che "da partecipazione ufficiale qui pervenuta risulta che il soldato Brugnoni Rodolfo è morto in prigionia…. Si prega la S.V. di dare con ogni riguardo la dolorosa notizia alla famiglia " (che purtroppo lo sapeva già da ventidue mesi).

Tutti i nove giovani nati nel 1909, compreso uno balbuziente, furono considerati "abili arruolati" alla visita militare. La guerra sanguinosa in atto richiedeva sempre più giovani vite. In quegli anni i militari venivano classificati in tre categorie: - 1a, non aventi obblighi familiari e quindi soggetti ad arruolamento immediato, purché dichiarati “abili” ( e al riguardo non si andava certamente troppo per il sottile); - - 2a., aventi un fratello sotto le armi, pertanto rivedibili, - - 3a, primogeniti di madre vedova, oppure con padre ultrasessantacinquenne, o per gravi motivi familiari, oppure perché fratelli di morti sotto le armi, oppure perché orfani di guerra, e pertanto esentati.

Nel 1917, dopo la ritirata seguita alla sconfitta di Caporetto, Buguggiate ospitò numerose famiglie di profughi veneti e, nonostante le ristrettezze imposte dallo stato di guerra, seppe accoglierle con slancio di solidarietà, offrendo loro ospitalità, vestiario, alimentazione, in un gara comune tra i cittadini. L’accoglienza fu così generosa che parecchie famiglie di profughi non ritornarono più, a guerra finita, ai loro paesi, ma trovarono qui da noi casa e lavoro.

Può avere qualche interesse storico sapere quali erano i prezzi di alcune derrate e materie prime nel 1916, nel sistema di prezzi fissati dallo Stato in economia di guerra. - i risi finissimi costavano £ 0,52 al kg, - quelli comuni £ 0,46; - la farina di frumento, £ 0,45; - lo zucchero, a seconda dei tipi, tra £ 1,70 e 2,30 al kg; -.le uova, £ 1,80 la dozzina; - la benzina per lavori agricoli, tra £ 113,50 e £ 117,25 per 100 kg a seconda dei porti di partenza, in fusti a rendere entro 30 giorni.

Notizie varie Alcune notizie statistiche risalenti al 1916 inviate dal Comune alla Prefettura di Como. Il paese è posto in prossimità del lago di Varese presso Punta di Capolago, è del tutto privo di industrie e la popolazione emigra quasi tutta durante la stagione estiva.

Nel 1917 la Cooperativa di Consumo, gestita da Giuseppe Monti, si fondeva con il Circolo Famigliare di Buguggiate. 107

Nel 1916/17, il Comune è solito rispondere con almeno 6 mesi di ritardo ai reiterati solleciti dell'Intendenza di Finanza per il pagamento dell'aliquota governativa sui dazi di consumo Questi ritardi non erano caratteristici solo per Buguggiate. Pochi erano i Comuni solleciti ad effettuare i versamenti, tanto che nel 1920 l'Intendenza di Finanza dovette procedere ad una moratoria, con ripianamento dei debiti ed interesse del 5 %. Fra gli inadempienti, anche il nostro Comune.

Nel 1917 esistevano tre esercizi misti, ma nessuna macelleria. La prima macelleria risulterebbe dai dazi del 1921.

Continuano per lAmministrazione comunale anche nel 1918 le difficoltà finanziarie e i ritardi nei pagamenti. Il 21 Gennaio1918, la Ditta Bianchi e Zirottini di Gazzada, fornitrice di materiali da costruzione, fa presente che è ancora scoperto un estratto conto di £ 8 del 14 Gennaio1915. (Cemento Portland, kg 25 x £ 0.05, £ 1,25; Calce idraulica, kg 100 x £ 2.70; N° 100 mattoni, £ 3; n° 1 sacco non reso £ 1; bollo su fattura, £ 0.05). Non è noto quando il Comune si sia deciso a saldare.

Tra il 1915 ed il 1918 si nota nel comprensorio una diffusione di malattie contagiose. Iniziano le distribuzioni di chinino contro la malaria, e sono impartite istruzioni per la diagnosi batteriologica di vaiolo, peste bubbonica, malaria ed influenza. Questa recrudescenza è messa in relazione anche con il passaggio di truppe e lo spostamento di profughi di guerra. Si raccomanda la vigilanza igienico-sanitaria nelle scuole. Nel 1918 diventa grave la diffusione della famosa influenza "spagnola". Il Prefetto obbliga, il 30 settembre1918, i sindaci a telegrafargli giornalmente l'andamento dell'epidemia ed il numero di decessi. L’epidemia, purtroppo, finirà soltanto nel 1923, falciando almeno 26 milioni di vite soltanto in Europa.

Non bastasse la falcidie di vite umane provocata dalla “spagnola”, ra Febbraio e Marzo 1919 ritorna a serpeggiare l'afta epizootica. Risultano infette in Buguggiate 23 stalle con un totale di 44 capi bovini. Nel Dicembre 1922 risulterà infetta una stalla Ancora nel 1924, saranno dichiarate infette 6 stalle con 12 capi complessivi. In questi casi erano prese le solite misure di profilassi, isolamento e disinfezione.

II nostri Caduti per la Patria Purtroppo anche la popolazione di Buguggiate dovette pagare un alto tributo di morti sui campi di battaglia. I nomi di coloro che si immolarono per la Vittoria e per l’Unità della patria sono: Ballerio Adolfo, Baratelli Francesco, Bernasconi Ambrogio, Bernasconi Giovanni, Bernasconi Enrico, Besana Pietro, Bianchi Costante, Bianchi Luigi, Bianchi Luigi, Bossi Amedeo, Bossi Giovanni, Bossi Luigi, Brugnoni Rodolfo, Ghiringhelli Angelo, Lucchina Giacomo, Lucchina Vittore, Malnati Carlo, Masini Agostino, Masini Luigi, Masini Riccardo, Monti Fausto, Nicora Basilio.

L’inflazione Di fronte all'aumentare dell'inflazione nell'immediato dopo guerra, la G.U. del 21 Marzo1919 pubblica un decreto che stabilisce un'indennità caroviveri mensile ed esenta da imposta di R.M. gli impiegati provinciali e comunali anche se, in seguito agli aumenti di stipendio, sono superati i minimi imponibili. Nel 1921 sarà concessa una seconda indennità caroviveri. 108

La strada Azzate - Crosio Il Comune entra fare parte, nel Maggio 1919, del Consorzio tra Comuni per la costruzione della strada da Azzate a Crosio La spesa preventivata è di £ 294.000. Buguggiate se ne addosserà i 74 millesimi ( £ 21.756). Per fare fronte a tale impegno, la Giunta chiede alla Cassa Depositi e Prestiti un mutuo gratuito di pari importo, da restituire in 35 annualità, garantite da corrispondenti sovraimposte annue su terreni e fabbricati. La richiesta è giustificata dalla grave disoccupazione (in generale i cittadini occupati sono lavoranti stagionali quasi tutti all’estero), dalla mancanza di patrimonio comunale, dalle scarse entrate, dall'esistenza di un grave mutuo stipulato per la costruzione dell'edificio scolastico e di un altro a favore dei rimpatriati. L'Amministrazione Provinciale riesce ad ottenere un mutuo gratuito della durata di 35 anni di £ 279.500, 21.800 delle quali a carico di Buguggiate. Nonostante una lievitazione dei costi fino a £ 360.000, e relativi impegni finanziari suppletivi, la strada sarà ultimata e presa in consegna l'11 Giugno1923.

L’affitto alla maestra Da una lettera dell'interessata del Dicembre 1919 e da alcune bollette dell'esattoria comunale, risulta che un locale dell'edificio comunale era dato in affitto ad una maestra, Rosina Scaramella e a suo marito.Il costo dell'affitto era di complessive £ 150, a saldo 1917 e per gli anni 1918 e 1919, e successivamente portato a £ 120 annue per il 1922 e il 1923. Nel 1925 nacque una piccola vertenza con l'amministrazione comunale. L'impianto elettrico della camera della maestra era collegato a quello del Comune. Sulle prime, la Scaramella si offrì di pagare soltanto parte della bolletta, poi nell'Agosto del '25, constatato che il consumo da parte del Comune era pressoché inesistente, si assunse completamente l'onere.

Mutuo per disoccupati Il 6 dicembre 1919, Sindaco e Giunta danno le dimissioni, cosicché il 24 Ottobre 1920 è eletto sindaco Francesco Broggi. Successivamente diventa sindaco Ottavio Masini. Nello stesso anno è concesso un ulteriore mutuo decennale di £ 1.800, al tasso del 1,5%, da usufruire compiendo lavori con rimpatriati disoccupati. Il Comune decide di rinunciare, ma avendo nel frattempo il Ministero del Tesoro già messo in riscossione le prime rate di ammortamento, segue una serie di comunicazioni e di ingiunzioni. La pratica sarà conclusa ed archiviata nel 1922.

Nel 1920 Giovanni Martignoni possedeva una fabbrica di maglieria con 11 operaie, e pagava £ 60 annue per la tassa di esercizio.

Dopo due note del 3 Gennaio e 27 Febbraio, la Sottoprefettura intima il 20 Marzo 1920 un ultimo termine perentorio di 30 giorni per la presentazione del bilancio preventivo 1920. Tali ritardi sono, comunque un male diffuso, come attesta una nota della Sottoprefettura in data 25 Giugno 1920 che denuncia gli inconvenienti verificatisi nel formulare il bilancio preventivo provinciale per il 1920, poiché i tesorieri comunali della " maggior parte " dei Comuni non avevano presentato i loro bilanci preventivi. Continueranno le sollecitazioni e le intimazioni per la presentazione in ritardo del bilancio preventivo 1921.e per la mancata presentazione del bilancio consuntivo 1919. Il 30 Luglio1921 Buguggiate presenta i conti consuntivi 1914, 1915 e 1916, e il successivo 6 Settembre quelli 1917, 1918 e 1919. Occorre, tuttavia, tenere presente che durante gli anni di guerra la scarsità di personale aveva notevolmente aggravato la già preesistente e persistente pigrizia nell’adempiere agli obblighi amministrativi.

Si discute nel Dicembre 1920 la spesa di £ 1.200 per rifondere la campana maggiore. Riconosciuto che la campana serve anche per usi civili e generali, il Commissario Prefettizio Ernesto Galli assegna 109 ai Fabbricieri la somma di £ 300, a titolo di concorso comunale. La campana grossa, verrà rifusa presso la ditta Bianchi di Varese, con una spesa di £ 1.190.

Per la prima volta, a metà del 1921, viene nominata a scrutinio segreto la Commissione di Sindacato per la tassa sul valore locativo delle abitazioni: tre membri effettivi e tre supplenti in carica per 3 anni, con rinnovo di 1/3 all'anno (un membro effettivo ed uno supplente). Risultano esenti le prime 50 Lire; - da 51 a 100, 6 %; - da 101 a 200, 8%; - da 201 a 300, 10%; - da 301 a 400, 12%; - oltre 401, 15%.

I maggiolini Sempre nello stesso anno, ci fu nel bacino lacuale un’invasione di maggiolini talmente dannosa per le coltivazioni da indurre la Sottoprefettura di Varese a stabilire ricompense a coloro che si dedicassero alla raccolta e uccisione di questi insetti. L’iniziativa suscitò un moto di ilarità e un mucchio di satire contro un fantomatico Consorzio per la distruzione dei Maggiolini che, tramite una soprattassa imposta in tutto il circondario, provvedeva a fare giungere ai Comuni i rimborsi delle ricompense erogate. Ne fa fede la poesiola in dialetto “El Ministero di gubell” pubblicata sul periodico “La Luce” di Varese il 2 Settembre 1921 che qui riproduciamo:

EL MINISTERO DI GUBEL Ovverosia il Consorzio per la distruzione dei maggiolini

A Vares, con tutt riguardo, S’è piantâa un Consorzi, quel Che se po’ cìamà con garbo Ministero di gubèll.

L’è fors l’unich in Italia El’è simil propri a un Banch Che ricev, ogni ann, a balia Circa trenta mila franch.

Trenta mila lre, date Dalla borsa di mincion Perché sian preservate Dai gubell i piantagion. L’è ‘l terz ann che a mi me riva De pagà per sto balzell. E m’accorgi che l’è viva Sol la tassa e no i gubell.

Perché, quest la sa ‘nca ‘l Gnese I gubell, stan per trii ann Sott a terra, e per un mese Sol, riviven a fa dann.

Sicchè, stuff d’un contributo Che se po’ risparmià El Missèe, sempre arguto 110

El gh’a chi propost de fa. Primm: Siccome sto Consorzi L’è obbliga sol per Vares Se propon un bon divorzi Coi gubell d’alter paes.

Quindi, in gìr pel Circondari Se mett fœra un bel cartell: Dai confin segnâà per ari Poden no passà i gubell

Che – second – se mai voresser Anca mo de lì passà Se prepara di beì tesser E di mult de fa pagà.

… Oh! Che stupid! Che sciocchezza El Missèe l’ha perduu ‘l cò ! Si? Davvera? E con franchezza El ripetarii anca mo?

Ben, quand, prest, dall’Esattore Ve se porterà i cartell E da quei salterà fœre < Tant per tassa di gubell >

Disarii: < Con che criteri Han sta gabola traa in pèe? Oh! Signor! In pussèe seri I schiocchezz del nost Missèe!

Al contrario di quanto pensa l’ignoto autore della filastrocca, pare che nei nove anni di vita il Consorzio per la lotta contro i maggiolini abbia dato risultati almeno discreti.

Le vie nel 1921 Ecco ora la descrizione della toponomastica nel 1921, sempre con numeri civici progressivi a partire dalla Parrocchia: Via della Chiesa (ex V. Emanuele), Via S.Giovanni, Via Garibaldi, (al n. 12, una bottega) Via V. Emanuele, (al n 14/16 un'osteria, al 17 una bottega) Via Mazzini, Piazza del Comune, Via Cavour, Frazione Sardegna, (una villa di proprietà Martignoni) Via XX Settembre, (al n 27 un Circolo) Via Montalbo, (al 31b una bottega) Cascina Campagnola, Villa Marmorio, 111

Cascina Marmorio, Cascina Vignora, (posteria) Cascina Campagna, Cascina Nuova, Cascina Moncolò, Montalbo, Cascina S.Caterina, Villa Campagna Metà, Via Montalbo, (un’azienda industriale)

Dai dati dei censimenti tra 1921 e 1927 si apprezza ancora una certa staticità della popolazione r e s i d e n t e . 1 Dicembre1921: 127 famiglie, 590 residenti. 26 Ottobre1923: 110 famiglie, 558 residenti.

Come in ogni dopo guerra, l'inflazione fa lievitare gli stipendi. Tra 1921 e 1922, il medico condotto consortile, Pietro Castiglioni, riceveva annue £ 9.160. La quota parte di Buguggiate era di £ 766,45, con un contributo di quota pensione di £ 10,36. Tale contributo, nel 1924, era salito a 47,09.

Un Parroco che non demorde Nel 1922 le Suore che dirigevano l'Asilo chiesero un aumento della loro prebenda, ritenuta insufficiente, da 1.500 a 3.600 Lire l'anno. Purtroppo, la Congregazione di Carità non fu in grado di assicurare loro tale somma, ed esse ritornarono al convento di origine, suscitando grande disappunto nella popolazione che si vide privata del servizio dell’Asilo infantile. I consiglieri comunali socialisti cercarono di addossare la responsabilità della loro dipartita al Parroco, Don Carlo Genoni, facendolo oggetto di denigrazioni e di calunnie. Dagli atti reperiti in Canonica, risulta inoltre che, approfittando del fatto che i locali dell'Asilo erano vuoti (e trascriviamo testualmente quanto scritto dal Parroco stesso), "i giovinastri socialisti si prepararono a fare una commedia sconveniente nel salone dell’Asilo, col concorso di alcune ragazze”. " "Il parroco fece di tutto per persuadere l'Amministrazione dell'Asilo e le Autorità comunali socialiste di impedire una simile rappresentanza, ma non fu ascoltato.” "Allora il Parroco pensò il modo di impedirla a qualunque costo. Intanto pensò di fare venire due sacerdoti per la S. Missione, che ebbe luogo l'ultima domenica di Gennaio 1923. La Chiesa fu frequentatissima, la grande maggioranza della popolazione si accostò ai SS. Sacramenti, mentre di sera i giovinastri facevano le prove della loro commedia, che doveva avere luogo il giorno della chiusura della S. Missione.” "Invano il Parroco fece chiamare due della compagnia alla presenza dei Missionari per dissuaderli, obbligandosi a pagare le spese da loro fatte per l'allestimento del palcoscenico, ma tutto fu inutile." "Allora il Parroco ricorse agli Avanguardisti dell'Azione Cattolica dei paesi vicini perché venissero ad impedire la rappresentazione. Così fu fatto con successo.” "Alla sera del giorno dopo vennero la masnada dei recitanti che non riuscirono a spuntarla, si recarono alla casa del Parroco per minacciarlo, ma egli li tenne a bada finché non giunsero i carabinieri, con alcuni fascisti, a metterli in fuga." "La stessa settimana vennero in paese i fascisti di Gazzada e obbligarono il Sindaco socialista (Ottavio Masini) e tutto il Consiglio comunale a dare le dimissioni."

A parte l'intervento, chiamiamolo così., poco democratico del nascente movimento fascista, non si può fare a meno di considerare con rispetto la lotta condotta da un sacerdote sicuro delle sue buone ragioni e in difesa di quanto riteneva suo compito di educatore delle anime. A quei tempi, occorreva una buona dose di coraggio anche soltanto per difendere le proprie opinioni. Era facile trovarsi 112 improvvisamente coperto da un mantello ed essere preso a bastonate da socialisti e comunisti, oppure, dall’altra parte, quella dei fascisti, essere costretto a purgarsi controvoglia con l’olio di r i c i n o .

Nel 1922 l'Asilo si chiamava " Asilo Infantile Umberto Principe di Savoia". Aveva un patrimonio di £ 17.397,03. A quell'epoca si stava assumendo suore per il funzionamento. L'Asilo disponeva di scarsi mezzi e tirava avanti con oblazioni di privati. Era amministrato dalla Congregazione di Carità, avente un patrimonio di £ 5.701,42 con Presidente Innocente Valentini.

Imposta di R.M. Nel 1922 pagavano l'imposta di R.M. e la relativa sovraimposta i seguenti nominativi: Bernasconi Claudio, cava di ghiaia , £ 450 + 45,60 Broggini Girolamo, oste, £150 +15,20 Genoni don Carlo, Parroco, £ 22,50 + 2,30 Mai Giuseppe, privativa e oste, £ 140 + 14,10 Schiannini Giulio, maglificio, £ 12.029,76 + 1.217,50

Totale £ 12.792,26 +1.294,70

Da una richiesta di informativa del Municipio di Calcinato (Brescia) in data 3 Maggio 1922, si apprende che Giulio Schiannini aveva aperto una tessitura di cotone anche a Ponte S.Marco di Calcinato.

Da bollettari dell'Esattoria Comunale del 1922: - posa di una lapide o di una croce nel cimitero, tassa di £ 10; - concessione ventennale di un posto al cimitero, tassa di £ 75; - concessione perpetua, tassa di £ 300; - rinnovo decennale di una concessione, tassa di £ 100: - diritti di Stato Civile, £ 12; - diritti di Segreteria, £ 2. L Esposto alla Commissione Censuaria Centrale Viene costituita nel 1923 una Commissione Censuaria con 3 membri effettivi e due supplenti. Essa nomina un Presidente ed un Segretario. Tale Commissione trova subito il suo daffare perché deve preparare un esposto - reclamo da presentare alla Commissione Censuaria Centrale di Roma, in seguito ad aumenti delle tariffe sugli estimi catastali. Il reclamo è basato sui seguenti motivi: - Gli eventuali aumenti delle produzioni agricole dovuti a progressi tecnici non costituiscono un miglioramento del reddito dominicale dei proprietari dei fondi, ma favoriscono gli introiti dei coltivatori diretti (proprietari o affittuari) e dovrebbero essere tassati come reddito agrario. - A causa dei tagli irrazionali e delle requisizioni durante il periodo bellico, i boschi ad alto fusto della zona hanno subito gravi danni, e sono in pessimo stato. Un aumento dell'estimo catastale che li riguardi appare ingiustificato. - Data la loro esposizione a Nord-Ovest, il Comune di Buguggiate e quelli limitrofi sono soggetti a frequenti grandinate. La parte bassa dei terreni è soggetta a nebbie locali e ad esondazioni del lago, con gravi pregiudizi per le rispettive produzioni agricole. - Per le ragioni su esposte, non appare equa la proposta avanzata di calcolare la perdita di un raccolto ogni 10, mentre ci si dovrebbe basare su un rapporto di 2 a 10. - Pertanto si propone un abbattimento generale del 30 -35 %, voce per voce di prodotto agricolo, 113 alle tariffe proposte dagli Uffici del Catasto.

Non si sa che fine abbiano fatto tale esposto e i molti probabili consimili.

Strade in dissesto Tra 1923 e 1927 sono agli atti numerose lamentele e rimostranze dei vari concessionari di autolinee che attraversano l'abitato. Le strade sono in pessimo stato. I vari solleciti rimangono, come sempre, privi di risposta. Nello stesso periodo cominciano a circolare molti automezzi con motori a scoppio ed è necessario provvedere alla manutenzione delle strade. Pertanto, vengono applicate varie tariffe a carico degli utenti. Il 2 Ottobre 1923, Ernesto Galli, commissario prefettizio, destina £ 3.000 circa di sovraimposta di R.M., oltre alle £ 2.000 già iscritte nel preventivo 1923, per la manutenzione stradale, ritenendo quanto stanziato in precedenza insufficiente dato il presente cattivo stato delle strade comunali.

Consorzio per servizio Vigili del Fuoco Per evitare che anche per gli interventi fuori del comune sia sempre Varese a sobbarcarsene i costi, l'Ufficio Tecnico del Comune di Varese propone nel 1924 la costituzione di un Consorzio fra i Comuni del Mandamento per la gestione dei Vigili del Fuoco. Sulla base di una popolazione residente di 50.119 persone nel Mandamento, e ripartendo le spese di impianto e quelle previste di esercizio annuo in proporzione al numero di residenti nei singoli Comuni, a Buguggiate, con 585 residenti spettano una compartecipazione all'impianto di £ 1.755 ed un concorso annuo di £ 585.

La lapide per i Caduti Purtroppo, un’iniziativa presa nel 1924 per raccogliere offerte in abbinamento per la lapide da dedicare ai Caduti e per il finanziamento dell'Asilo ottiene un esito negativo. Ecco, a tale proposito, il verbale della seduta del 3 Agosto del Comitato provvisorio pro Caduti nella Grande Guerra e pro Asilo Infantile.

Apre la seduta il Commissario Prefettizio Sig. Ernesto Galli, e sono presenti il Parroco Don Carlo Genoni ed i sigg. Vittore Masini fu Luigi, Claudio Bernasconi e Carlo Martignoni. Viene confermato a Presidente dell'adunanza il sig. Commissario, il quale ringrazia i presenti e comunica le scusanti di alcuni membri assenti, prima leggendo una lettera del Presidente della Congregazione di Carità, che è contrario al giro di sottoscrizione che si dovrebbe fare in paese, un'altra lettera del sig. Giulio Schiannini, che non condivide l'idea dell'abbinamento delle due istituzioni in unica sottoscrizione, e un'altra del sig. Giovanni Martignoni fu Giuseppe, che per motivi professionali, e pur approvando quanto sarà per fare il Comitato, scusa la sua assenza. Il Presidente richiama come si sia costituito il Comitato e che, tanto per provare il responso della popolazione si è diramata la circolare 8 Luglio, invitando la popolazione a sottoscrivere per le due buone opere. Comunica però che dopo la diffusione della circolare volle raccogliere le notizie ed impressioni del sentimento della popolazione, interpellando diversi probi padri di famiglia, e che dall'opinione generale emerge chiaramente una contrarietà generale a sottoscrivere, e per diverse buone o cattive ragioni, la maggioranza opina essere troppo tardi la posizione della lapide che ricorda i Caduti, e che per i fondi necessari al finanziamento dell'Asilo emerge, quasi nella totalità della popolazione, il concetto che per un piccolo asilo, dove accedono non più di venti bambini, il mantenimento di tre Pie Suore si rende troppo costoso, e si rende impossibile avere l'occorrente pel funzionamento dell'Asilo, mentre limitando la spesa ad una sola Maestra, ci sarebbero già quasi tutti i fondi necessari, e nel caso la popolazione si presterebbe a supplire i deficit.

Il Presidente apre la discussione su quanto ha esposto e, dopo vivo scambio di idee, i presenti, 114 persuasi che le comunicazioni del Presidente rispecchino i sentimenti della popolazione anche per cognizioni loro proprie, deliberano di desistere dalla continuazione dell'opera che si erano proposti di compiere. Di conseguenza la posa di una Lapide in memoria dei Caduti viene procrastinata a tempi migliori.

Consumi di generi alimentari e tassa sugli esercizi La statistica dei generi alimentari assoggetti a imposta di consumo nel 1924 ci offre la possibilità di dare qualche notizia sui consumi della piccola comunità: - Vino, hl 21,50; dazio £ 322,50 - Alcool in bottiglie, kg 57; dazio £ 34,50 - Birre, hl 16; dazio £ 160 - Acque “gasose” e minerali, kg 220; dazio £ 110 - Sciroppi, estratti e succhi per preparare bevande, kg 6,22; dazio £ 155,50 - Carni macellate: di vitello, kg 100; dazio £ 35 di altri bovini, kg 491; dazio £ 98, 35 di suino, kg 433; dazio £ 130 - Carni salate/affumicate (quantità imprecisata); dazio £ 196,70 Da notare: - l'imposta di consumo elevata sulle acque gasate e minerali (£ 0,50/kg), - il basso consumo di carne in generale, poco più di 1,750 kg all’anno per residente.

Il Governo sopprime la tassa su esercizi, professioni e rivendite, e l'addizionale sull'imposta di R.M., sostituendole con una nuova imposta su industrie, commerci, arti, professioni e di patente. In tal senso delibera il Commissario Prefettizio, Ernesto Galli, il 17 Marzo 1925. Soggetti a questa nuova imposta sono:Bernasconi Claudio, cava di ghiaia; Bonfanti Carlo, orticoltore; Broggini Girolamo, oste; Luoni don Carlo, parroco; Mai Giuseppe, oste e privativa; Martignoni Giovanni, maglificio; Masini Pietro, cava di sabbia; Schiannini Alberto e Luigi, cotonificio; Schiannini Giulio, affitto macchinari; Società Anonima Cooperativa di Consumo; Masini Giuseppe, macellaio; Masini Vittore, oste. In base al reddito imponibile, i più ricchi risultano i fratelli Schiannini (£ 525.000), Schiannini Giulio ( che evidentemente ha concentrato la sua attività a Ponte S.Marco di Brescia e ha affittato i macchinari ai due familiari,), £ 385.356. Nel 1926, nella lista entrano anche Mentasti Umberto, maglificio e Rossi Camilla, osteria. Nel 1927 si aggiungono Carabelli Carlo, conducente, Masini Alfredo, conducente, Masini Primo e Carlo, cava di ghiaia, Monti F.lli, “cavallanti”, Bernasconi Alberto, appaltatore. Buguggiate fa parte di un Consorzio Veterinario per il quale, con 569 residenti dichiarati per il 1925, paga un totale annuo di £ 314. Dati dell'Ufficio anagrafe per il 1926: residenti n. 686

Ancora afta Il solito veterinario Zoppini denuncia, il 30 Novembre1925, di avere riscontrato un focolaio di afta epizootica con 16 bovini affetti di proprietà di Giulio Schiannini, Via Cavour n.° 23, e di avere provveduto al sequestro di due stalle, all'affissione di 3 cartelli di avvertimento dell'infezione, ordinando anche disinfezioni con calce e la clausura del pollame e dei cani. Propone anche la delimitazione di "zona infetta" anche alla corte di "Masitt". Il Commissario prefettizio inoltra la denuncia alla Prefettura, che il 9 Dicembre decreta il sequestro fiduciario delle due stalle, ma il giorno seguente il veterinario trova guariti i bovini di proprietà Schiannini.

Degenze nei manicomi Il Presidente della R. Commissione Straordinaria per l'Amministrazione della Provincia di Como 115 richiese già il 5 Ottobre 1925 i documenti di rito per il ricovero di un degente al manicomio provinciale. Fece una raccomandata di sollecito il 27 seguente. Ora, 28 Dicembre, chiede di applicare al Sindaco ( in questo periodo vacante, essendoci un commissario Prefettizio a reggere il Comune) le sanzioni previste dal Regolamento sui manicomi e di imporgli l'invio dei documenti r i c h i e s t i . Dal 1911 la diaria normale per il mantenimento e le cure dei dementi, a carico di Enti pubblici o di privati, era di £ 2,50 al giorno. Per quanto riguardava il nostro Comune, generalmente i Sindaci dichiaravano che i familiari maschi che avrebbero dovuto per legge provvedere alle spese per gli internati erano nullatenenti, appena in grado di sopperire alle proprie necessità, e che i parenti femmine erano tutte casalinghe. Così era il Comune a dovere provvedere al pagamento delle rette.

Varie Nel 1926 fu reso obbligatorio il giuramento di fedeltà dei funzionari statali (vedi fotocopia). Nell'ottobre dello stesso anno, sia pure con una certa riluttanza, il Comune aderisce alla Federazione Provinciale Comasca degli Enti Autarchici, con un contributo di £ 46,80 all'anno. In quell’anno si passa dalla carica di Sindaco a quella di Podestà.

Il 6 Novembre il Governo Fascista lancia l'emissione di un Prestito Nazionale di un miliardo di Lire, da sottoscrivere con cartelle a £ 87,50 per ogni 100 Lire nominali, con godimento dal 1 Gennaio 1927. Il successivo 29 Dicembre, probabilmente a causa di una scarsa affluenza di sottoscrizioni, la Prefettura di Varese telegrafa ai Podestà: "Desidero che tutte le Congregazioni di Carità ed altri Istituti di Beneficenza codesta giurisdizione sottoscrivano Prestito Littorio loro eventuale disponibilità. Attendo assicurazione colla indicazione somme sottoscritte”. Contemporaneamente, sono esercitate pressioni sugli esercenti. La sottoscrizione frutta £ 57.100 in Buguggiate..

L’inflazione post-bellica Considerando stipendi e salari in un lungo periodo ti tempo, per esempio dal 1870 fino al 1926, è possibile notare una certa loro staticità fino all'inizio del 1900. In seguito, essi lievitano moderatamente fino all’inizio della 1a Guerra Mondiale. Dopo e nonostante la vittoria, un progressivo e notevole aumento dell'inflazione nel dopo guerra crea un continuo, rapido loro incremento. Ne fanno testo gli emolumenti del Segretario Comunale e della levatrice. Fino al 1913 il primo percepiva £ 400 annue, la seconda £ 90 annue.fino al 1912, poi £ 146, essendo pagata da un consorzio formato da Azzate, Brunello, Buguggiate e Capolago. Successivamente, per limitare l’onere di aumenti, Azzate, , Buguggiate e Velate assumono un Segretario consortile, con emolumenti di £ 561,20 nel 1916, 617,30 nel 1917, 561,20 nel 1918, 729,60 nel 1920 e 1921 in consorzio anche con Cocquio. Nel 1921/22/23, sempre consortile, percepiva £ 2092,75. Nei due anni successivi, con la compartecipazione del Comune di S. Maria del Monte saliva a £ 2486,60 e nel 1926, sempre con S.Maria del Monte, raggiungeva £ 3 4 1 8 , 3 1 . La levatrice percepì £ 146 sino al 1918, poi £ 345,42 nel 1921/25 e in seguito £ 632,45. Nel 1920, il salario del messo comunale era di £ 195 , salite a £ 400 l’anno seguente e arrivate a £ 680 nel 1926.

Dati statistici Cenni statistici del Comune nel 1926 qui riassunti da un prospetto inviato alla Prefettura. Podestà: Giulio Schiannini.. Popolazione: al censimento del 1921: 585; attuale 666. 116

Il Comune ha una frazione, Montalbo, distante dal capoluogo km 1,600. L'estensione del Comune è di 240 ha. Le strade comunali misurano 6 km. Il territorio è attraversato dalla strada consortile Loreto – Crosio. La manutenzione delle strade è normale. Le istituzioni di beneficenza sono rappresentate dall' Asilo Infantile. Non esiste monumento ai Caduti. Esiste un edificio scolastico, con 4 aule, ubicato nel centro del capoluogo. Non esiste acquedotto comunale. Non esistono macello pubblico e locale di isolamento. Le condizioni del cimitero sono buone, ma cominciano a scarseggiare i posti. Tra i problemi in corso di risoluzione e da effettuarsi nell'interesse della collettività: - cimitero: essendo quello attuale di ostacolo allo sviluppo del Comune, prevale il parere della costruzione di un nuovo cimitero in località diversa. E' già stato eseguito un sopralluogo delle Autorità tecniche provinciali e prossimamente sarà eseguito un nuovo sopralluogo per l'esame della nuova località prescelta. - acquedotto: si stanno iniziando le pratiche per la costruzione a mezzo di una società concessionaria. Nessuna industria nell'abitato. Ammontare della sovrimposta: £ 9.000. La pressione tributaria è di £ 26,52 per abitante. Tasse esistenti, loro aliquota e reddito:- addizionale all'imposta complementare (£ 0,20), £ 5.924,35; - tassa di famiglia integrativa (classi da £1 a £ 300), £ 2.539,50; - tassa vetture e domestici, £ 25; -tassa sui cani, £ 255; - tassa Industrie e Commerci (£ 0,3% - £ 2,40%) £ 3.739,60; -tassa di patente (da £ 5 a £ 60), £ 370; - tassa di licenza (10% - 12% - !5%), £ 570. Il dazio è gestito direttamente e per abbonamento, reddito £ 9.000.

Il Comune non è stato dichiarato zona climatica. L'assistenza sanitaria (medico e levatrice) è in consorzio con Azzate. Nessuna spesa per medicinali distribuiti ai poveri. Il Comune non ha farmacia e si serve di quella di Azzate. L'organico comunale è composto da: il Segretario comunale (stipendio consortile £ 3.550 annue) e il Messo comunale (£ 712 annue). Non è corrisposto alcun caroviveri. Soltanto il Segretario è iscritto alla Cassa di Previdenza. Orario di ufficio: 6 ore settimanali. Beni patrimoniali: l'edificio scolastico.

Il Comune era in buone condizioni economiche. L'attivo 1925 era stato di £ 541,12. Esisteva soltanto un mutuo di £ 21.800 del quale erano state pagate 4 annualità. Non c’era ancora un Municipio di proprietà comunale.

Un nuovo asilo Nel 1926 si dà attuazione alla proposta di fabbricare un nuovo Asilo Infantile. Ed è una gara fra i cittadini benestanti per aiutare Parrocchia e Comune nell’iniziativa. Il nobiluomo Don Guido Cagnola offre gratuitamente il terreno necessario sull’attuale via Trieste, dietro l’edificio parrocchiale; il Cav. Guido Galli prepara gratis un progetto di massima; i fratelli Giulio, Alberto e Luigi Schiannini finanziano un primo tronco di lavori; direttori dei lavori, senza alcun compenso, si offrono Adolfo Magni e Rinaldo Martignoni; infine Natale e Angioletta Boschiroli contribuiscono con un’offerta di £ 50.000. Luigi Schiannini provvede al finanziamento dell’ampliamento finale in memoria della scomparsa figlia Carla. 117

L’illuminazione pubblica All'inizio del 1927 nasce la Provincia di Varese Soltanto in questo anno il Comune di Buguggiate esamina un progetto di fornitura di energia elettrica per l'illuminazione pubblica, con un canone annuo di £ 320 per10 lampadine da 16 candele. Per l’impianto, il costo preventivato per l’acquisto di 10 pali di castagno, filo di rame, isolatori, bracci per portalampade, riflettori, prese per lampade ecc., tutto in opera, è di £ 4000. Le spese di manutenzione e di eventuali ampliamenti saranno a carico del Comune

Estratto dal Registro delle Deliberazioni Comunali: Dal contratto con l'ostetrica consortile si apprende che ancora nel 1926 erano 67 le donne povere aventi diritto all'assistenza gratuita.

A metà dello stesso anno in Consiglio Comunale si parla di costruire un nuovo cimitero, o almeno di ampliare quello attuale. In quell’anno furono emesse 144 Carte d'Identità, tutte a soggetti maschili.

L'Ufficio distrettuale delle Imposte Dirette richiede al Podestà la lista dei maschi celibi che al 1° gennaio 1927 avevano raggiunto i 25 anni di età e non superato i 65 anni, allo scopo di sottoporli alla famosa tassa sul celibato, che il Regime fascista aveva imposto allo scopo di incrementare i matrimoni ed il numero delle nascite. "Nel numero è la potenza" stava scritto ovunque sui muri degli edifici. A Buguggiate i celibi tassabili erano 20. Erano esenti i sacerdoti, i grandi invalidi di guerra, gli ufficiali e sottufficiali di carriera ed i militari soggetti a ferma, gli interdetti e gli stranieri.

Soltanto nel 1927 compaiono agli atti i primi disegni dettagliati per la costruzione di case di abitazione, probabilmente a corredo di relative domande. Precedentemente, le descrizioni erano piuttosto sommarie. Un rebus è rappresentato da una domanda di costruzione di un muro "alto due piani", piano terra senza aperture, "piano vero" con due aperture di m 2 x 1. E dietro il muro, cosa c’era, oppure cosa ci si voleva aggiungere?

Nel 1927 occorreva il permesso di abitabilità stilato dal medico condotto.

”Nell'Ufficio Comunale in questo giorno 15 Agosto 1927, il sig. Schiannini Giulio, Podestà di questo Comune, assistito dal segretario Comunale Sig. Zanini ing. Camillo, ha preso la deliberazione seguente:

Deliberazione No 13

Oggetto: Raggruppamento dei Comuni di Azzate, Brunello e Buguggiate.

Premesso che in applicazione del R.D. 17 Marzo 1927 No. 283 relativo alla revisione delle circoscrizioni comunali la R. Prefettura propone il raggruppamento in unico Comune degli attuali di Azzate, Brunello e Buguggiate,

Premesso che dall'esame della situazione al sottoscritto è sembrato in un primo tempo più consono agli interessi di questo Comune il mantenimento della sua autonomia, o quanto meno la sua incorporazione in quello di Varese col quale viene a confinare in seguito alla sua nuova delimitazione, in quanto si verrebbe a far parte di un organismo più robusto, con comodità di accesso al capoluogo verso il quale già la popolazione è attratta da una infinità di quotidiani r a p p o r t i , 118

Avuto però cognizione come tali intendimenti non hanno possibilità di realizzazione,

Ritenuto peraltro che può essere accettato anche il raggruppamento proposto dalla R. Prefettura, Il R. Podestà aderisce alla cennata proposta Prefettizia . Il Podestà: Luigi Schiannini

Il bilancio consuntivo 1927 ci fornisce dati e notizie interessanti. Intanto le entrate ordinarie e straordinarie ammontavano a £ 36.623,20, compreso un compenso straordinario di £ 1000 elargito dalla Soc.An. Autostrade per la sistemazione della traversa (i resti della quale sono ancora visibili nei pressi dell'attuale cavalcavia). Le entrate provenivano: - dal cimitero £ 2410 (un posto costava £ 300, due posti perpetui, £ 700, la posa di una lapide, £ 10); - da contravvenzioni, £ 165; - da dazi di consumo, £ 8767,50; - da tassa di famiglia, £ 2539,50; - da sovraimposta su terreni e fabbricati, £ 9000; - da addizionale sull'imposta complementare, £ 5925,35; - da imposta sulle industrie, £ 3739,60; - da licenze pubblici esercizi, £ 570; - da tassa di patente, £ 370; - da tassa sui cani, £ 255; - da tasse su vetture e domestici, £ 25;

Quanto alle spese, per salari e stipendi, - Premio assicurazione incendi, £ 4,90; - Stipendio del Segretario Comunale, £ 3558; - Stipendio del Medico condotto (quota parte), 1313,55; - Stipendio della levatrice (quota parte) 637,45; - Stipendio del veterinario (quota parte) 280; - Al Comune di Azzate per quota spese del Consorzio medico, £ 200,60; - Stipendio del messo comunale (Luigi Monti), £ 712; - Salario del regolatore dell'orologio (Luigi Lozza), £ 150; - Salario del seppellitore, £ 120; Fra le spese obbligatorie: - Acquisto di una bandiera con emblema del Littorio, £ 111: - Impianto di illuminazione pubblica £ 4000, compreso £ 65 per acquisto lampadine; - Rimborso spese per ricerca acqua, £ 2409,70;

Stato patrimoniale: Edificio comunale £ 70.000, mobili £ 300 (quindi l'edificio scolastico e relative attrezzature erano statali). Al momento del distacco la Cassa Comunale conteneva 28.000 Lire ed esisteva un mutuo di 21.800 Lire ridotto a L. 16.540.

Si pensa all’acquedotto Dal Repertorio degli Atti soggetti a Registrazione si apprende che il 20 Dicembre 1927 Giulio Schiannini, Rinaldo Martignoni, Adolfo Magni, Angelo Borghi, Paolo Bonfanti e Giovanni Martignoni hanno ottenuto una concessione per la costruzione e l'esercizio trentennale di un pubblico acquedotto nel territorio comunale e costituiscono la “Società Anonima Acquedotto di Buguggiate”. 119

Buguggiate frazione di Azzate

Buguggiate cessa di essere Comune autonomo e, data la maggiore importanza di Azzate, ne diventa praticamente una frazione. Comincia così, per la nostra comunità, un periodo oscuro. I cittadini di Buguggiate e di Brunello sentono molto il disagio di avere perduto la dimestichezza con i propri amministratori e lo scomodo di doversi recare al centro di Azzate per qualsiasi pratica burocratica. Inoltre, sotto molti aspetti, il trattamento riservato ai problemi delle due nuove frazioni è spesso inferiore come qualità e come attribuzione di spesa rispetto a situazioni analoghe del centro comunale.

Il nuovo Comune di Azzate fu dapprima gestito dal Comm. Ugo Introini, nominato Commissario Prefettizio e poi Podestà. Egli prese in consegna l’Anagrafe, lo Stato Civile e l’Archivio di Buguggiate il 14 gennaio 1928.

Fra i primi provvedimenti, la liquidazione dell’ex Segretario Comunale di Buguggiate, Ing. Camillo Zannini con 6 mesi di stipendio, L. 1.785,40 e del messo Luigi Monti, con L. 356. Sono regolarmente assunti come avventizi i salariati comunali Angelo Nicora e Eligio Alioli.

Nel 1928 il Podestà delibera nuove denominazioni per alcune vie di Buguggiate, “aventi indicazioni antiquate, non rispondenti a criteri di modernità e patriottismo, o costituenti doppioni di vie del capoluogo”: Via Trieste in luogo di Via Vittorio Emanuele; Via Trento anziché Via Garibaldi; Via A. Diaz, anziché Via S. Giovanni; Via Nicola Bonservizi anziché Via Sardegna; Via Montello, anziché Via Montalbo. Viene soppresso l’Ufficio del Giudice Conciliatore.

Nel 1930 fu effettuato un primo restauro alla chiesetta di S. Caterina in Erbamolle. Non si trattò di un completo restauro, ma di lavori di urgenza per conservare all’edificio la staticità. Un grave errore fu quello di non prevedere protezioni in vetro sugli affreschi ancora evidenti sulla facciata, che purtroppo andarono successivamente perduti.

Il Consorzio Medico di Azzate (Medico Condotto Annibale Acquadro) comprendeva le due frazioni di Buguggiate e Brunello, e i Comuni di Crosio della Valle, Daverio, Galliate Lombardo e Lomnago. Il Consorzio Veterinario (Dott. Attilio Bolzoni) oltre ai suddetti Comuni includeva , Cazzago, Gazzada, Lozza, Morazzone, Mornago.

Il primo piano dell’ex Municipio fu affittato per un anno ai Coniugi Averoldi, con l‘obbligo di lasciarlo libero qualora fosse istituita una nuova scuola..Infatti, dato il numero elevato di alunni, la frazione di Buguggiate continuava a chiedere, purtroppo inutilmente, la nomina di una seconda maestra. Fu necessario adottare l’orario alternato con l’unica insegnante.

Tra 1932 e 1935, dopo continue richieste degli abitanti, si provvede all’illuminazione pubblica delle due strade congiungenti Buguggiate e Brunello con il capoluogo e delle frazioni Erbamolle e Montalbo. Nel 1933 sono stanziate £ 2,000 per riparare l’orologio della nostra parrocchia.

Ogni anno viene stanziato un piccolo sussidio, 2.000 – 3.000 Lire per l’Asilo Infantile

Dall’Archivio del Comune di Azzate è possibile rilevare tra il 1933 e il 1946 una serie di lavori di manutenzione del nostro cimitero, fino ad un suo ampliamento mediante l’acquisto di mq 570 di terreno per £. 40.000, e ulteriori lavori svolti nel 1950 120

Il 25 Settembre 1937 ricorda un tragico evento. Scendendo in bicicletta dal cimitero di Gazzada per imboccare la provinciale Gazzada - Castronno, don Carlo Genoni, nostro parroco, fu investito da un'automobile. Riportò la frattura della base cranica. Fu trasportato all'Ospedale di Varese, dove i medici, riscontrata l'impossibilità di salvargli la vita, consigliarono di riportarlo in canonica. Morì il giorno stesso, dopo avere ricevuti tutti i conforti di S. Madre Chiesa.

La “Società Acquedotto di Buguggiate” della quale era Presidente Luciano Magni, forniva acqua anche ad Azzate. Le tariffe erano approvate dalla Giunta Comunale (£ 2 al mc nel 1939, elevate a £ l5 nel 1946). A proposito di tali forniture, la Giunta di Azzate contestò una fattura di £..4.833,10 relativa agli anni 1935 – 1937 e al 1° trimestre 1938. Motivi del contendere differenze nei criteri di conteggio e richiesta di diminuzione del canone per la fornitura d’acqua alla piscina della Colonia Elioterapica di Azzate, dato che era utilizzata anche da abitanti di Buguggiate. La vertenza fu bonariamente risolta con un versamento di £ 3.600 e l’impegno della Società Acquedotto di Buguggiate di fornire alla Colonia ¼ dell’acqua necessaria al prezzo speciale applicato per le opere pubbliche nel territorio dell’ex Comune di Buguggiate.

Verso la fine della 2a guerra mondiale la popolazione di Buguggiate oscillava attorno alle 660 persone.

Finito il conflitto, il 16 Dicembre 1945 fu eletto Sindaco di Azzate il Prof. Oreste Brembilla, che nominò assessori effettivi Giuseppe Magister e Angelo Campi, e assessori supplenti Virginio Giamberini ed Emilio Zatta..

La richiesta di ricostituzione del Comune Pressoché contemporaneamente, nel mese di gennaio 1946 le popolazioni delle frazioni di Brunello e di Buguggiate rivolgono alla Prefettura di Varese due istanze richiedenti la ricostituzione in Comuni autonomi. Antonio Broggi e Camillo Martignoni chiedono al Sindaco di potere illustrare i motivi della richiesta di ricostituzione del Comune di Buguggiate. Alla loro lettera del 5 Marzo, il Sindaco risponde il giorno 8, invitandoli ad intervenire alla seduta di Giunta il prossimo giorno 19. Per quanto riguarda la richiesta degli abitanti di Buguggiate, il 20 Marzo successivo la Prefettura informa il Comune di Azzate di avere ricevuto l’istanza che acclude e chiede che essa sia sottoposta al Consiglio Comunale perché esprima il proprio parere. Inoltre, il Sindaco dovrà certificare che i firmatari dell’istanza rappresentino la maggioranza numerica dei contribuenti di Buguggiate e versino almeno la metà del carico di tributi applicati in tale frazione. Deve essere anche certificato il numero complessivo di abitanti della frazione quale risulta del censimento del 1936 (611, mentre al 31 Dicembre 1945 erano 643). Per ultima cosa, si informi i firmatari che le loro firme dovranno essere autenticate da un notaio.

Con una comunicazione del 27 Maggio 1946 il Sindaco restituisce alla Prefettura l’istanza attestando che i firmatari, 139, rappresentano la maggioranza numerica dei contribuenti, 166, e sostengono almeno la metà dei tributi applicati nella frazione. Acclude anche copia della seduta consiliare del 5 Maggio 1946 che ha espresso parere sfavorevole alla scissione. I motivi addotti per questa decisione negativa sono: - il vantaggio di avere gli Uffici Comunali aperti tutti i giorni, con presenza continua del Segretario Comunale, mentre antecedentemente in Buguggiate erano aperti solo 1 o 2 volte la settimana; - il risparmio che si è ottenuto e si otterrà nelle spese di amministrazione; - il fatto che la frazione dista soltanto 1 km dal capoluogo e per di più è collegata dalla tramvia Varese – Azzate; - la circostanza che il desiderio degli abitanti della frazione espresso “certamente in un momento di euforia di libertà, non può ritenersi ben ponderato se si 121 pensa all’enorme aumento delle spese di amministrazione, per cui è consigliabile …... l’unione dei Comuni e non la separazione nell’interesse di tutti…….”. “Visto tutto ciò è consigliabile il rimandare l’invocato distacco a tempi migliori” ……

Una relazione senza data scritta a mano, presumibilmente dal Sindaco per la Giunta, e collocabile attorno alla primavera 1946, afferma che le richieste degli abitanti di Buguggiate non hanno sorpreso, anzi erano prevedibili “quale esplosione di uno scontento per lunghi anni represso”. Dopo il 25 Aprile dell’anno scorso i Buguggiatesi ”si sono ricordati dei lontani giorni in cui andavano nel loro Comune e trovavano le Autorità liberamente scelte dalla popolazione”. Dopo varie considerazioni sui provvedimenti antidemocratici adottati dal Fascismo, l’estensore rivendica il progresso comunque ottenuto restando tutti uniti nel Comune di Azzate. Pertanto “la Vostra Giunta non vede la necessità di distaccarsi, anzi sente il dovere di invitare la frazione di Buguggiate a rimanere unita ad Azzate, facendo presente che dovrebbero tenerci di più quelli di Buguggiate all’unione,”…..” Comunque, se finiremo collo staccarci, sarà senza irritazione, da buoni amici”…….

Nel febbraio 1947 era eletto Sindaco Giuseppe Magister, con assessori Carlo Chiaravalli e Mario Bianchi. Tra gli atti in Archivio Comunale di Azzate esiste una lunga lettera del 14 Gennaio 1947 inviata dal Sindaco alla Prefettura. In essa si afferma che anche consorziando con altri comuni medico condotto, veterinario condotto, ostetrica e segretario comunale, un eventuale futuro Comune di Buguggiate incontrerebbe gravi difficoltà finanziarie. Infatti le sue entrate presunte ammonterebbero a £ 510.045, mentre le sue spese raggiungerebbero £ 801.513, con una differenza passiva di £ 291.468.. Non si sa come la frazione potrebbe farvi fronte, dato che l’attuale carico tributario per abitante è di £ 737, mentre per ottenere un pareggio dovrebbe arrivare a £ 1191. Per di più, l’autonomia di Buguggiate nuocerebbe anche al resto del Comune di Azzate. Pertanto lo scrivente ritiene che nell’interesse dell’insieme della Comunità, in conformità con il parere espresso dal Consiglio Comunale nella seduta del 5 Maggio 1946, sia consigliabile il soprassedere alla richiesta di autonomia aspettando tempi migliori tanto più che ” l’autonomia è capeggiata soltanto da tre o quattro individui”.

Ostacoli da superare Poco dopo, il 14 Febbraio 1947, il Sindaco di Azzate scrive al Parroco di Buguggiate che la Prefettura invierà un funzionario per vagliare direttamente l’opinione degli abitanti sulla separazione richiesta. Pertanto, lo prega di avvisare dal pulpito che ci sarà, la Domenica successiva, una riunione della popolazione presso il Circolo Cooperativo, alle 10 di mattina. (vedi fotocopia)

Contrariamente a quanto si poteva pensare, la riunione presso il Circolo Cooperativo ha un esito sfavorevole. Infatti il successivo 6 Marzo la Prefettura informa che il Vice-Prefetto Ispettore ha riferito che durante la riunione “nella quasi totalità i frazionisti di Buguggiate avrebbero manifestato l’intenzione di recedere dalla domanda” di scissione. Si prega pertanto il Sindaco di volere interpellare gli interessati onde accertare le determinazioni effettive. In caso di confermato recesso occorrerà un dichiarazione formale, firmata dalla maggioranza dei contribuenti di Buguggiate, con autentica notarile delle firme. A stretto giro di posta, il 17 seguente, il Sindaco risponde: “ Poiché è risultato che gli abitanti della frazione di Buguggiate insistono invece nella prima domanda tendente ad avere il Comune autonomo, il Consiglio Comunale nella sua tornata del 9 corrente ha deliberato di revocare la precedente delibera contraria e di assecondare il desiderio dei frazionisti”.

Purtroppo il 13 Settembre la Prefettura informa il Sindaco che il Ministero dell’Interno con nota n° 15388 del 4 c.m. ha comunicato che non ritiene opportuno di dare corso al provvedimento di 122 ricostituzione del Comune di Buguggiate, data l’accertata insufficienza finanziaria del ricostituendo Ente e l’esiguità della sua popolazione. (La Legge allora in vigore prescriveva una popolazione di almeno 3.000 persone).

Ancora con Azzate Il malumore e il rammarico della comunità di Buguggiate si manifestò il 10 Ottobre 1948, quando fu respinta la richiesta del Parroco di Azzate per ottenere un contributo del Comune nell’acquisto di nuove campane. Gli abitanti di Buguggiate e di Brunello rifiutarono la concessione di qualsiasi somma, poiché anche i loro contributi entravano nella Cassa Comunale e non dovevano essere stornati a favore della Parrocchia di Azzate. Ogni parrocchia doveva provvedere per proprio conto. Quella di Brunello l’aveva fatto con mezzi propri, quella di Buguggiate con l’aiuto dell’Ufficio per il Ripristino Campane governativo.

Nell’ottobre del 1950 il Consiglio Comunale di Azzate deliberò un contributo straordinario per dotare la frazione di Buguggiate di servizio telefonico. La fattura della Stipel di £ 212.541 fu così ripartita: - contributo della popolazione locale. £ 73.460, - esborso del Comune di Azzate, £ 87.081; - contributo dell’esercente Maria Nicora vedova Broggi, £ 52.000. In quell’anno ci fu un certo risveglio nelle costruzioni edilizie.Undici furono le nuove richieste di autorizzazione ad eseguire lavori, in gran parte per costruzione di case di civile abitazione.

Alle elezioni amministrative del 27 Maggio 1951, la sezione n° 4 sita in Via Cavour 4 comprendeva 529 elettori. I votanti furono 500, 237 maschi e 263 femmine. La lista n° 1 ottenne 274 voti, quella n° 2 168. Ugo Magister fu rieletto Sindaco di Azzate. Fra i consiglieri, a rappresentare la frazione di Buguggiate fu eletto Mario Nicora.

In seguito ad una delibera del Consiglio Comunale del 27 Gennaio di istituire nella frazione di Buguggiate una “astanteria” per il servizio medico nell’ex Municipio il Sindaco si reca sul posto con un esperto ma deve constatare che il locale che si pensava di utilizzare non è più disponibile. Infatti nel frattempo la Direzione Didattica di Azzate, su proposta del Provveditorato agli studi di Varese, ha deciso di istituire in Buguggiate una ulteriore classe scolastica, necessaria sia per l’aumento delle frequenze, sia per costituire una classe 4a e 5a, che metterà fine alla necessità degli scolari di recarsi ad Azzate. Tuttavia, l’esperto fa presente al Sindaco che è possibile costruire un nuovo locale sul retro dell’edificio, con una spesa di circa un milione. Si dà incarico alla Giunta di fare approntare e di approvare il progetto

Il Comune di Azzate provoca lo scioglimento del vecchio Consorzio per il servizio del Medico Condotto, restando da solo con le due frazioni di Brunello e Buguggiate. Crosio, Daverio Bodio e Galliate restano consorziati fra loro. Nel quadro di questo riordino, l’ambulatorio in Azzate resterà aperto tutte le mattine, tranne i giorni festivi. Il medico sarà presente nelle due frazioni 3 volte alla settimana. E’ abolito l’obbligo di prenotazione preventiva.

Una delibera di Giunta del 20 Maggio 1952 stanzia £. 310.000 per urgenti lavori all’altezza della prima curva della strada che collega Buguggiate con Capolago. Acque piovane, ed acque provenienti dal sovrastante lavatoio hanno pressoché distrutto la sede stradale, con grave pericolo per passanti e veicoli.

In quel periodo continuava a persistere una penuria di acqua potabile. Ne fa fede una serie di delibere di Giunta per ricerche su una sorgente in Erbamolle, nel territorio di Brunello e colloqui informali con il Sindaco di Sumirago, dove si sta costruendo un nuovo acquedotto. 123

Con una lettera del 11 Giugno 1952, un Comitato promotore di Buguggiate, presieduto da Ettore Vettore si rivolge al Consiglio Comunale per informarlo che dopo 40 anni di onorato servizio la maestra Signora Enrichetta Pelegatta è stata premiata dal Ministero della Pubblica Istruzione con un diploma che l’autorizza a fregiarsi della medaglia d’oro. Il Comitato intenderebbe donargliela, ma rendendosi conto delle necessità di opere pubbliche delle quali la frazione ha veramente bisogno, non vorrebbe gravare sull’Amministrazione e ha indetto una pubblica sottoscrizione. Purtroppo essa ha fruttato soltanto 14.650 Lire, mentre la medaglia ne costerebbe 30.000. Chiede, pertanto, se fosse possibile stanziare un contributo di £ 15.650. L’istanza è accolta. Effettivamente in quel periodo furono completate due arcate per colombari al cimitero ed estesa la rete di illuminazione pubblica in via Isonzo fino al confine con Gazzada, in via Erbamolle e via per il lago.

Buguggiate ritorna Comune

Con una comunicazione datata 24 Marzo 1953 la Prefettura informa il Sindaco di Azzate che la Legge 15/2!953 n* 71 consente al Governo di disporre la ricostituzione in Enti Autonomi di Comuni soppressi dopo il 28 Ottobre 1922 anche se la loro popolazione non raggiunge i 3.000 abitanti, purché la ricostituzione sia richiesta da almeno tre quinti degli elettori. La stessa Legge prevede l’accoglimento delle domande pendenti anche quando i richiedenti rappresentino la maggioranza qualificata dei contribuenti. Fra le domande pendenti c’è quella degli abitanti della frazione di Buguggiate sulla quale il Consiglio Comunale espresse parere contrario il 5 Maggio 1946. Poiché forse tale decisione dipese dalla constatazione che la frazione non raggiungeva i 3.000 abitanti, oppure i richiedenti non rappresentavano la maggioranza dei contribuenti, si ritrasmette la domanda, con preghiera di sottoporla al Consiglio Comunale.

Il Sindaco riscontra la comunicazione il 10 Aprile . Restituisce senza alcun provvedimento l’istanza del Comitato promotore di Buguggiate, significando che già il 3 Marzo 1947 il Consiglio Comunale aveva espresso parere favorevole. Tuttavia, la Giunta fa presente che le firme sull’istanza risalgono al 1946. Sta alla Prefettura decidere se sia necessaria una nuova sottoscrizione, per accertare se il provvedimento sia ancora chiesto e voluto dalla maggioranza della popolazione.

Si attiva nuovamente un Comitato per l’Autonomia Comunale di Buguggiate con sede presso Lorenzo Vettore (Ettore Vettore, Luciano Magni, Claudio Zanzi) . Il risultato è che l’istanza di autonomia risulta sottoscritta da 454 elettori su 589 iscritti alle liste elettorali, ben oltre i 3/5 del corpo elettorale e rappresentanti la maggioranza dei contribuenti. Di conseguenza, nella seduta del 17 Marzo 1955 il Consiglio Comunale di Azzate “….ritiene giustificata la richiesta dei frazionisti di Buguggiate …”. E con 13 voti su 13 presenti delibera di esprimere “parere favorevole all’accoglimento della domanda intesa ad ottenere il distacco dal Comune di Azzate e la sua ricostituzione in Comune autonomo”. Il giorno 22 successivo il Comitato promotore ringrazia Sindaco, Assessori e Consiglieri per l’unanime delibera a favore del distacco e auspica che lo spirito che ha animato il Consiglio Comunale sia di guida per l’esperimento di tutte le pratiche necessarie. Chiede di potere ricevere copie delle pratiche riguardanti Buguggiate. Il Sindaco risponde il 26 facendo presente che non è possibile accogliere la richiesta di avere in visione tali pratiche, essendo ancora in vigore il segreto d’ufficio. Tuttavia, sarà possibile esaminarle in sede di Consiglio Comunale alla presenza dei Consiglieri rappresentanti la frazione. E finalmente sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica n° 41 del 18 Febbraio 1956 è pubblicato il Decreto del Presidente della Repubblica del 17 Gennaio, n° 38 con il quale la frazione di Buguggiate 124

è ricostituita in Comune Autonomo (vedi fotocopia) Contemporaneamente la Prefettura di Varese ha nominato per l’amministrazione straordinaria del Comune un Commissario Prefettizio nella persona del Dott. Sebastiano Valenziano che nei giorni a partire dal 4 Marzo riceve in consegna le liste elettorali (621 elettori) e l’edificio comunale. Il 13 Aprile è nominato Commissario Prefettizio Ettore Vettore.

In quel momento Buguggiate contava 873 residenti suddivisi in 267 famiglie. Aveva 6,334 km di strade (quasi tutte sterrate), 29 lampade per l’illuminazione pubblica e versava ad Azzate £ 950.771 di imposte e sovrimposte.

Una lunga vertenza con Azzate Anche Brunello ottenne la ricostituzione a Comune e i tre Comuni, oltre a definire i rispettivi territori, dovettero affrontare una lunga serie di conteggi per la divisione delle rispettive spettanze e l’assunzione di rispettivi oneri (mutui, ecc.). Resasi conto che non si trovava accordo, la Prefettura provvide l’11 Dicembre 1957 a designare il Dott. Vincenzo Camorali, Direttore della Ragioneria Prefettizia, come esperto “super partes” per la determinazione dei valori della separazione. Un suo primo lungo rapporto tecnico e finanziario fu respinto dal Comune di Buguggiate, essendo stato impostato sull’erroneo presupposto che il Comune di Azzate avrebbe continuato a sostenere uguali spese amministrative e di personale dopo la separazione. Camorali ammise l’erronea interpretazione e provvide ad emendare il suo lavoro.

Riassumendo, ancora a fine 1958 il Sindaco di Azzate scriveva al Prefetto lamentando scarsa collaborazione ed eccessive pretese dei Sindaci dei due nuovi Comuni in riferimento alla perizia Camorali. Soltanto il 24 Agosto 1961 un Decreto prefettizio prendeva nota che era stato raggiunto l’accordo sulla ripartizione patrimoniale approvandone il contenuto. Per quanto riguardava il nostro Comune, - quello di Azzate doveva versargli in diversi esercizi finanziari 5 milioni di Lire.; - Buguggiate si assumeva l’onere dei mutui contratti nel suo interesse e una quota parte delle spese sostenute per la redazione del progetto di separazione patrimoniale; - infine, Buguggiate era tenuto a concorrere, in vari esercizi, a concorrere con 1 milione di Lire alle spese per la costruzione di un ponte sul torrente Valciasca.

Le prime elezioni Le prime elezioni del nuovo Comune furono tenute il 27 Maggio 1956. Furono presentate due liste: n°1, Casa con scritta “Municipio”, n° 2 con 2 germogli (vedi fotopia). Elettori 625, votanti 594. Risultato: lista 1, 154 voti, lista 2, 54. Entrambe le liste erano politicamente eterogenee, comprendendo indipendenti di destra e di centro, democristiani, socialisti nenniani e due comunisti.

Alle contemporanee elezioni provinciali furono presentate 4 liste: Sole nascente – Falce e Martello – Fiamma/Stella/Corona – Scudo crociato – Fogli d’edera. Gli elettori del Comune votarono… …

L’8 Giugno il Consiglio Comunale con 13 voti su 15 elesse Sindaco Ettore Vettore e nominò assessori Francesco Albini e Pietro Poretti, assessori supplenti Giulio Martignoni e Remo Minazzi. Gli altri consiglieri erano Luciano Magni, Silvio Zanzi, Luigi Pellegrini, Angelo Carità, Franco Carabelli, Antonio Duzzi, Ambrogio Malnati, Marco Masini, Ruggero Cazorsi, Silvio Bianchi. Ettore Vettore era proprietario di un’azienda produttrice di occhiali, fuggito da Milano nel 1943 per scampare ai bombardamenti trapiantando la sua impresa nel nostro Comune.

Oltre al Segr. Comunale consortile Michele Chiriacò, dipendenti del Comune erano Irma Albini, 125 scrivana, e Luigi Broggi, messo/stradino/necroforo. Abitanti: 892

Da quel momento comincia una notevole attività di riorganizzazione dell'Amministrazione Comunale.. Il 24 Luglio è costituita la Commissione per l'Edilizia; il 3 Settembre sono assunti, in via provvisoria, uno scrivano-dattilografo (£ 25.000 al mese), un inserviente tuttofare (messo, stradino, necroforo, a £ 25.000 al mese). E' approvata la sistemazione del locale per l'Ufficio di Segreteria. Il 12 Ottobre si decide di assumere un bidello, di sistemare e attrezzare l'ambulatorio comunale non ancora ultimato e di costruire una campata di colombari nel cimitero.

Nel corso del 1957 il Comune aderisce ad un consorzio medico, ad un consorzio ostetrico (entrambi con Azzate e Brunello) e ad un consorzio veterinario (comprendente Azzate, Brunello,Gazzada, Morazzone, Crosio della Valle, Daverio, Galliale Lombardo, Lomnago, Lozza, Casale Litta, Mornago, ).

Si delibera altresì: il potenziamento e l'integrazione dell'illuminazione pubblica, di preparare un progetto per la costruzione della fognatura (allora completamente mancante), di sistemare i lavatoi comunali di Ravasa e di Montalbo, di richiedere la nomina di un funzionario prefettizio che curi la separazione patrimoniale e finanziaria da Azzate, ancora in discussione. Si decide di assumere in proprio la gestione dell’acquedotto dopo la cessazione della Società per l’Acquedotto e la gestione in economia delle imposte di consumo. Bruno Carabelli e Angelo Carità sono nominati Giudici Popolari. Per ovviare alla mancanza di fognature e alla necessità di asfaltare le strade comunali, si incarica l’ing. Leandro Redaelli di Varese di preparare progetti di massima.

La situazione scolastica Il 5 Marzo 1957 Il Provveditorato agli Studi intima al Sindaco di lasciare libero, entro il 1° Ottobre il locale adibito ad ufficio comunale al 1° piano nell’edificio di proprietà della Scuola Comunale. L’occupazione riduce l’alloggio dell’insegnante, costretta a vivere in stanza e cucina con il marito e due figli. Vettore risponde che il Comune non ha la possibilità di traslocare non disponendo di locali adatti e propone di rimandare a tempi migliori quello che egli definisce “uno sfratto”. In risposta ad un lettera del 31 Ottobre 1956 “ riservata personale” al Sindaco, nella quale il Provveditorato agli studi lamenta che il Comune abbia concesso il permesso di montare una giostra nel cortile della scuola in occasione della festa del paese, definendo ciò uno spiacevole incidente e rammentando che l’uso dei locali scolastici può essere concesso “soltanto nei casi di bisogni che abbiano attinenza con la scuola” Ettore Vettore risponde scusandosi per l’involontaria scortesia di non avere preventivamente informato la Direzione didattica di Azzate. Tuttavia, fa presente che il cortile della scuola non è proprietà scolastica ma promiscua con il Comune. La costituzione in Comune autonomo rende necessario un ampliamento degli uffici, tuttora limitati ad un solo locale del 1° piano. Pertanto, propone al Provveditorato di occupare anche i due locali (cucina e camera) occupati dall’insegnante. Il Comune sarebbe disposto a corrispondere la differenza tra il canone d’affitto attuale e quello di un nuovo domicilio.

Il sindaco Vettore scrive 1l 19 Marzo 1957 al Prefetto per chiedere un contributo straordinario per lavori di ammodernamento ed ampliamento dell’asilo infantile. Per dare un esempio sul suo stato, egli fa presente che i servizi igienici sono costituiti da vecchie latrine all’esterno dell’edificio. Una sottoscrizione spontanea dei cittadini ha fruttato L. 600.000 e non si può chiedere loro ulteriori sacrifici. L’asilo dispone di £ 1 milione, ma il preventivo di lavori urgenti asomma a tre milioni. Il Comotato pro-asilo cercherà ancora fondi, ma la sua opera darà frutti soltanto se si vedrà che i lavori sono iniziati. A metà Giugno l’Ispettorato Scolastico di Varese informa il Presidente dell’asilo di inoltrare 126 domanda di sussidio per l’anno scolastico ‘57/’58 al Ministero della Pubblica Istruzione. In Ottobre la Prefettura invia un primo contributo di 30.000 Lire e nell’anno successivo un altro contributo straordinario di 200.000 Lire.

I bambini nati nel 1951 soggetti all’obbligo scolastico sono 11. Quelli iscritti alla 3a , 4a e 5 a classe Sono 43. Occorrerebbe un’altra aula. L’eccessivo affollamento è causa di scarso rendimento. Le due sole insegnanti (prima e seconda, e terza,quarta e quinta) non possono fare miracoli. Allo scopo di ridurre il numero dei frequentanti, per l’anno scolastico ‘57/’58 il Provveditorato agli Studi ha disposto che gli scolari abitanti lungo la Provinciale tra Azzate e Buguggiate frequentino la 5a ad Azzate. Per l’anno successivo, se il Comune provvederà un’altra stanza sarà esaminateal’eventuale possibilità di assegnare un’altra insegnante.

Nel 1956 gli agricoltori tenuti a conferire grano all’ammasso erano restati 4: Battista Bertasi, Teresa Bianchi, Tarcisio Soncini e Giovanni Zampati. Il censimento del bestiame riportava: 37 vitelli, 25 vacche da latte, 35 altre vacche, 44 altri bovini, 4 cavalli, 2 capre, 2 suini.

Balletto dei segretari e dibattiti in Consiglio Una nota della Prefettura del 7 Gennaio 1957 chiede al Consiglio Comunale di esprimere un parere sul trasferimento presso il Consorzio di Segreteria Brunello – Buguggiate del Segretario Bartolomeo Brocardo, sostituendo l’attuale Segretario Michele Chiriacò. In seduta consiliare del 15 seguente, la proposta del Sindaco Ettore Vettore di esprimere parere favorevole alla proposta poiché, secondo lui “non vi è ragione di dare parere contrario all’assegnazione di un nuovo funzionario ignoto, tanto più che dalla nota sembra trasparire l’intenzione della Prefettura di effettuare il trasferimento” provoca una netta divisione fra i consiglieri. Alcuni propongono di votare contro, perché rimanga Chiriacò, dimostratosi efficiente e degno di fiducia. Il Sindaco insiste perché si voti soltanto a favore o contro la proposta della Prefettura, o comunque perché il Consiglio si rimetta alla decisione della Prefettura senza esprimere parere su Chiriacò. Controbattono alcuni consiglieri chiedendogli perché non vuole che si esprima un voto su Chiriacò. Dopo altri interventi, si mette ai voti una proposta di esprimere con voto segreto un parere pro- o contro Chiriacò. Esito: 7 voti a favore, contro il trasferimento di Brocardo, 6 contrari, ossia favorevoli all’arrivo di Brocardo. Pertanto, si delibera di dare parere sfavorevole all’arrivo di Brocardo e “si rivolge viva preghiera a S. E. il Prefetto perché decreti il mantenimento in servizio del Segr. Michele Chiriacò”. Tuttavia, in calce, c’è un poscritto: “Il Presidente non firmò perché il verbale così stilato non rispecchia la reale volontà per cui si è votato”.

Il dibattito continua piuttosto aspro otto giorni dopo, durante una seduta della Giunta nel momento nel quale si deve decidere una riunione straordinaria del Consiglio Comunale in ordine a : “Lettura e approvazione del verbale della seduta precedente relativa al parere di trasferimento del Seg. Comunale Bartolomeo Brocardo”. Francesco Albini chiede se il verbale della seduta consiliare n° 1 del giorno 15 Gennaio sia già stato inviato alla Prefettura., e dopo la risposta negativa del Sindaco, domanda per quali motivi non sia già stato spedito. Il Sindaco risponde che il verbale non è stato inoltrato per i seguenti motivi: - non corrispondendo esso a quanto fu proposto e deliberato; - mancando esso della firma del segretario che lo redasse; 127

- non essendo stata regolare la convocazione del Consiglio perché non previamente fissata dalla Giunta; - inoltre, non fu trasmesso essendo scaduto il termine per la presentazione. Albini insiste che nella seduta consiliare n°1 le due mozioni messe ai voti sortirono 7 voti a favore e 6 contrari per la permanenza del sgr. Chiriacò. Il Sindaco controbatte leggendo le minute delle due proposte di mozione, una concedente piena fiducia nella scelta a discrezione della Prefettura per l’assegnazione di un segretario ritenuto il più idoneo, l’altra esprimente parere contrario essendo il Consiglio soddisfatto dell’attuale segretario. Il verbale non risponde a verità poiché sono stati modificati alcuni capoversi nei quali si concedeva ampia discrezione alla Prefettura per l’assegnazione del segretario, ma si constatava che non si riteneva giusto non tenere conto delle aspirazioni dell’attuale segretario, avente diritto al concorso per il posto. Alla fine, la Giunta, con i voti di Vettore e di Poretti contro quello di Albini decide di riunire il Consiglio Comunale il prossimo giorno 28 con ordine del giorno: “Ratifica della convocazione di urgenza ravvisata dalla Giunta; - lettura e approvazione del verbale relativo al parere sul trasferimento del segr. Comunale Bartolomeo Brocardo”.

La Prefettura in data 2 Febbraio 1957 assegna Michele Chiriacò come segretario reggente a e comanda Guido Mario Guglielminetti, segretario comunale di Gazzada, segretario reggente “a scavalco” del consorzio Brunello – Buguggiate. Il successivo giorno 12 invita lo stesso Consorzio ad esprimere con formale delibera motivato parere sul trasferimento presso di esso del segretario Flavio Bonfanti. I due sindaci rispondono esprimendo con delibera consiliare il loro parere sfavorevole, ravvisando l’inutilità di enunciare nuovamente un parere favorevole, avendolo già comunicato a favore di Bartolomeo Brocardo. Quest’ultimo viene poi definitivamente assegnato al consorzio di segreteria Brunello – Buguggiate l’1 Marzo 1957.

Avendo il Comune di Brunello chiesto lo scioglimento del Consorzio di Segreteria, in data 20 Dicembre 1957 il Sindaco chiede al Comune di Gazzada di costituire con Buguggiate un nuovo Consorzio, avvalendosi dell’opera del segr. Guglieminetti e proponendo un servizio di segreteria il martedì e giovedì pomeriggio e il sabato mattina a Buguggiate.

Ma subito dopo, nei primi giorni del 1958 la Prefettura chiede al Consorzio di Segreteria Brunello – Buguggiate un motivato parere circa il trasferimento, “per improrogabili esigenze di servizio”, del segr. Brocardo al Comune di Oggiona con S. Stefano. Nel frattempo, fino al 15 Febbraio presterà servizio “a scavalco” il segr. Guglielminetti di Gazzada. Ottenuto il parere favorevole, informa invece che Luigi Tannini, segretario titolare a Gazzada, è incaricato reggente “a scavalco” per il nostro Consorzio. (quindi nel frattempo anche Guglielminetti era stato trasferito).

Il Consiglio Comunale di Gazzada ha respinto la proposta di Buguggiate per la costituzione di un Consorzio di Segreteria. Esiste agli atti una minuta di lettera al Prefetto senza data, ma attribuibile a quei giorni, nella quale si constata “ che il susseguirsi di sostituzioni del Segretario comunale porta un certo disagio nel buon funzionamento dell’Ufficio……” “Esaminata l’opportunità di beneficiare del Servizio di segreteria con il Comune di Gazzada, costituendo con esso un Consorzio di Segreteria, sentito il parere favorevole el Sindaco di Gazzada” chiede al Prefetto di appoggiare questa iniziativa “mandando un invito al Consiglio Comunale di Gazzada perché sia ripresa in esame la richiesta già una volta respinta e voglia deliberare dando parere favorevole alla costituzione di detto Consorzio”. Una successiva lettera del 17 Aprile 1958 al Prefetto richiama i contenuti di un colloquio. Il 128

Consorzio di Segreteria con Brunello è troppo oneroso e si è pensato di sdoppiarlo in un Consorzio Brunello – Sumirago e un altro Buguggiate – Gazzada. Tale soluzione sarebbe urgente allo scopo di evitare il susseguirsi di segretari fuori ruolo, con disagi per l’Ufficio. Il Sindaco di Gazzada sarebbe favorevole, ma desidera che l’iniziativa parta direttamente dalla Prefettura, per portare nuovamente l’argomento in Consiglio. Il Prefetto acconsente e con lettera del 29 Aprile prega il sindaco di Gazzada di promuovere al riguardo il prescritto parere del Consiglio Comunale.

Alla fine dell’anno dopo, il 21 Dicembre la Prefettura emanerà un decreto che stabilisce lo scioglimento del Consorzio di Segreteria con Brunello e approva la costituzione di un nuovo Consorzio con Azzate capo Consorzio.

Programmi di lavori pubblici In risposta ad una richiesta di abitanti di Via Erbamolle perché si provveda ad illuminarla, il Sindaco risponde in data 11 Ottobre 1957 che il bilancio comunale attuale non è in grado di finanziare quest’opera, anche se ritenuta indispensabile, a causa delle rilevanti spese sostenute per: - modifica dei locali della sede comunale; - attrezzatura degli uffici; - acquisto di uno schedario elettorale; - costruzione di 20 colombari nel cimitero; - impianto di illuminazione in Via Cavour; - assorbimento e subentro nella “Società Acquedotto”; -manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade comunali in condizioni di abbandono.

Il problema dei lavori pubblici costituirà da allora, fino a metà degli anni ’90 una costante e annosa preoccupazione di tutte le Amministrazioni comunali che seguiranno, poiché si dovrà provvedere a riassestare e pavimentare tutte le strade comunali, creare pressoché di sana pianta la rete fognaria, potenziare l’acquedotto, creare scuole, allargare il cimitero, risistemare il Municipio. Tutto ciò a fronte di limitate risorse di entrate in gran parte assorbite da spese generali. Si dovrà ricorrere a molti mutui con la Cassa Depositi e Prestiti del Ministero del Tesoro o con Istituti bancari. Pertanto, da ora in avanti, per non rendere troppo tedioso questo resoconto, si accennerà soltanto a quelle iniziative che avranno particolare importanza

Nel 1958 le due delibere più importanti riguardano l'ampliamento del cimitero e l'approvazione di dotare l'Ufficio Anagrafe di un centro meccanografico Olivetti.

Attività varie Nel 1959 furono calate le tre campane della Chiesa parrocchiale per potere sostituire il loro castello in legno con un altro in ferro. Si decise di allestire e montare cinque nuove campane. Furono inaugurate il 12 Maggio 1959, alla presenza dell'allora Cardinale Giovanni Montini, futuro Papa Paolo VI, con un concerto di campane in fa bemolle. Purtroppo durante i lavori per la posa del nuovo castello per le campane andò distrutto il congegno dell’orologio, che fu ricostruito nel Luglio successivo.

Dal registro decessi del Dott. Zocchi è possibile rilevare una forte diminuzione della mortalità infantile rispetto all’anteguerra e un aumento della durata media della vita: indici di miglioramento delle condizioni sanitarie e di esistenza, Tra il ‘56 e il ‘58 i residenti sono aumentati da 884 a 973.

Dagli elenchi dei concittadini aventi i requisiti per la nomina a giudici popolari è possibile notare anche un incremento nella scolarità: comuni le licenze di 3a media, parecchi i vari diplomi tecnici, commerciali, magistrali anche fra le donne.

Un curioso ricorso 129

Numerosi erano in questi anni i ricorsi contro le determinazioni di reddito per l’imposta di famiglia. Uno fra essi, piuttosto singolare, è quello presentato da Francesco Carlo Albini, assessore delegato, cioè vice-sindaco. Egli protesta per l’ammontare sproporzionato dell’imposta fissatagli in £ 9.963 (mentre in seduta di Giunta era stata stabilita in £ 5.000). Afferma di non capire motivo e criterio adottati da membri della Giunta per tale aumento “sorvolando invece, (e credo che ciò sia stato fatto con intenzione) l’accertamento a carico del Sig. Vettore”. Perciò, oltre a chiedere il riesame del suo caso, riportando l’imposta a £ 5.000, chiede che la Commissione esamini l’accertamento a carico del Sig. Ettore Vettore, “ elevandolo in proporzione”. L’imposta gli fu ridotta a £ 6.000.

Il trasferimento a Varese dell’insegnante elementare che occupava due stanze al primo piano dell’edificio comunale consente di preparare una nuova aula di m 7,40 x 4,20 fornita di illuminazione e di tutto l’arredamento scolastico, compresa una stufa a carbone.

Le elezioni politiche e amministrative del 25 Maggio 1958 Alle elezioni politiche de 25 Maggio 1958 fu grande l’affluenza: 651 elettori, voltanti 628, pari al 96, 4 %.. Voti ripartiti fra Partito Socialista Italiano 275, Democrazia Cristiana 184 e Partito Comunista Italiano, 82.

Per le elezioni amministrative erano state presentate due liste: Lista n° 1, contrassegno: falce e martello, libro, P.S.I. (tutti iscritti o simpatizzanti P.S.I.) - Lista n° 2,, contrassegno Indipendenti Buguggiate, Strada con stazioncina (Liberali, di centro destra, D.C. e suoi simpatizzanti).

La lista n° 1 fu vincitrice e il Consiglio Comunale risultò composto da: Francesco Albini, Carlo Alberto Triacca, Giulio Masini , Oreste Masini, Ambrogio Malnati, Ambrogio Ghiringhelli, Vittorio Macchi, Renzo Crosti, Giuseppe Calella, Pietro Poretti, Carlo Pessina, Giovanni Martignoni, Carlo Fregnani e Liliano Frattini. Ettore Vettore e Giuseppe Calella consiglieri di minoranza. Oreste Masini fu nominato sindaco, Albini e Poretti assessori delegati.

L’acquedotto L’acquedotto esistente nel 1958, donato dalla cessata “Società per l’Acquedotto” funzionava mediante sollevamento a un serbatoio soprastante, distante 2 km dalla pompa, e successiva distribuzione per caduta. Il serbatoio aveva capienza insufficiente per le necessità e anche la tubazione esistente aveva diametro troppo piccolo. Ne conseguivano spesso penurie o mancanza d’acqua. Nel novembre del ’58, quarantanove donne firmarono una petizione al sindaco, chiedendo che al lavatoio della “Ravasa” fosse erogata anche acqua dell’acquedotto, essendo quella della fonte proveniente dal rione Sardegna insufficiente. Si cercò di accontentarle erogando acqua il martedì ed il venerdì, giorni nei quali veniva ripulita la vasca. Non rare erano le ordinanze dei sindaci informanti la cittadinanza della necessità di bollire l’acqua, a causa di inquinamenti da microrganismi, rilevati da analisi del Laboratorio di Igiene provinciale, testimonianza, questa, di guasti nelle tubazioni.

Le fognature nel 1961 Una comunicazione del sindaco Masini e dell’Ufficiale sanitario dott. Angelo Zocchi indica che le acque reflue e di rifiuto dell’abitato sono smistate tramite fognatura statica, “dove essa esiste”, oppure con pozzi neri donde vengono estratte e destinate a concimazione,. Negli edifici di recente costruzione si provvede con fosse biologiche e pozzi perdenti: l’ultimo destino di tali rifiuti sono il lago o campi di assorbimento. Numerose erano le intimazioni dell’Ufficiale sanitario e le ordinanze del sindaco a cittadini che fruivano di pozzi neri non in regola, che lasciavano percolare liquami. In quel periodo cominciava anche una lotta contro le concimaie a cielo aperto in cortili adiacenti o facenti parte di abitazioni. I 130 renitenti erano segnalati all’Ufficio Provinciale di Igiene che comminava ammende.

Stemma e gonfalone comunali Nell’Ottobre del 1960 il Consiglio Comunale affermava la necessità di dotare il Comune di stemma civico e di gonfalone comunale. L’anno successivo fu presentata alla Prefettura una domanda di autorizzazione e la Prefettura richiese che fossero effettuate ricerche nell’archivio comunale, presso la Prefettura di Como e l’Archivio di Stato di Milano per accertare se nel passato fossero già stati concessi ed usati stemma e gonfalone. Le indagini diedero esito negativo e pertanto ci si rivolse alla Consulta Araldica di Genova per avere un esemplare di stemma. Due anni dopo, fu presentato alla Prefettura un primo esemplare di stemma, spada d’argento in campo azzurro, accostata da due api d’oro dal volo spiegato, che fu respinto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, non trovando esso alcuna giustificazione storica e araldica. Si richiedeva un nuovo emblema che esprimesse le caratteristiche del luogo, le attività degli abitanti, i prodotti del suolo, ecc.. Si dovette ripartire e soltanto il 27 Dicembre 1963 il consiglio comunale approvò un nuovo stemma civico così blasonato: Di azzurro, a tre spighe d’oro poste a ventaglio, sostenute da un monte di verde all’italiana nascente da uno specchio d’acqua ondato d’argento, e sormontate da tre stelle d’oro”, inoltre “ornamenti esterni da Comune”. Contemporaneamente fu approvato anche il gonfalone, come “drappo partito di giallo e d’azzurro, ornato da ricami d’argento, recante lo stemma con l’iscrizione argentea centrale “ Comune di Buguggiate”. Il sindaco fu incaricato di inoltrare istanza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’approvazione, che fu concessa a mezzo decreto.

Cambiano ancora i nomi delle vie A fine 1962 si decide un provvedimento per l’indicazione di vie cittadine ancora senza nome e il cambio di denominazione per alcune altre: Pertanto, - Via Piave diventa Via 25 Aprile per distinguerla dal tratto omonimo cadente in comune di Azzate, - Via per Capolago sarà Via Matteotti, - Via Belgore sarà Via Cesare Battisti, - Via Filiserà sarà Via Indipendenza, - Via del “Domo” sarà Via Monte Rosa, - Via Valciasca sarà Via Piave, - Via Brugnada sarà via IV Novembre, - Via Campagna Nord sarà Via Risorgimento, - Via Campagna sud sarà Via Garibaldi, - Via Campagnola sarà Via Gradisca.

Vita comunale In seguito a critiche sulla precedente amministrazione comunale comparse sulla stampa locale, e ad una interpellanza presentata in Consiglio, Ettore Vettore rassegna le dimissioni da consigliere in data 31 Gennaio 1962 Nello stessa data il Consiglio Comunale delibera il riordino dell’archivio e affida l’incarico a Rosario Spatola, archivista della Prefettura. Contemporaneamente si dà parere negativo alla richiesta prefettizia di chiusura domenicale dei negozi, poiché la quasi totalità degli operai del Comune lavora fuori sede e ha soltanto la Domenica libera per gli acquisti. Inoltre, si dovrebbe consumare pane raffermo.

Per impegni personali Carlo Pessina, assessore supplente, presenta le dimissioni il 10 Luglio 1962 ed è sostituito da Carlo Frignani. 131

Anche l’ing. Giuseppe Calella presenta le dimissioni da consigliere il 30 Ottobre motivandole con un’incompatibilità dovuta all’eventualità che il Comune abbia rapporti con la sua impresa. Il sindaco lo invita a ritirarle perché i rapporti con l’azienda Calella sono “di assai scarsa rilevanza ed assolutamente dettati da ragioni contingibili ed urgenti e non a carattere continuativo”. Tuttavia, Calella insiste. Successivamente, il Consiglio Comunale, preso atto che i rapporti economici consistono nella fornitura di una pompa di sollevamento per l’acquedotto comunale resa necessaria per il perdurare di siccità, considerato che i rapporti economici di siffatta entità e saltuarietà non costituiscono motivo di incompatibilità, respinge le dimissioni esprimendo sincero apprezzamento per l’apporto da Calella offerto nell’amministrazione della cosa pubblica.

Problema acquedotto Effettivamente tra estate ed autunno ’62 si fece molto sentire la penuria d’acqua. In una seduta di Giunta a fine Giugno si decide di migliorare l’erogazione di acqua potabile sostituendo con una più grossa la pompa esistente, ma il 7 Luglio l’ing. Calella fa presente che ormai è troppo tardi per provvedere perché il problema non è la pompa, ma la sorgente che è esaurita. Sarebbe stato necessario prendere provvedimenti nel mese di Gennaio quando egli fece presente le condizioni precarie nelle quali si sarebbe trovato l’acquedotto con il sopraggiungere dell’estate.”Pertanto, la mancanza di disposizioni per regolamentare la distribuzione della poca acqua che c’è mette la parte alta del paese nella condizione che da tre giorni non dispone di una goccia d’acqua”. Per di più, l’esame batteriologica dell’acqua eseguita il 17 Agosto dal Laboratorio Provinciale di Igiene rileva la presenza di batteri coliformi, di streptococchi fecali e di batteri anaerobi, giudicando lo stato dell’acqua sfavorevole sotto l’aspetto batteriologico e prescrivendone la medicazione con steridrolo. Si richiede d’urgenza, e si ottiene , un allacciamento all’acquedotto di Azzate che, tuttavia non risolve in modo soddisfacente il problema di scarsità. Di conseguenza, nel Marzo ’63 la Giunta autorizza la costruzione di un pozzo in tubi di cemento, profondo 5 – 6 m, nel sito indicato dal rabdomante don Guerra., in località “Domo”.

Lavori pubblici Lo stesso ing. Calella, a nome proprio e di altri abitanti propone di prendere a carico, in parte o totalmente, le spese di asfaltatura di via Erbamolle. La partecipazione, volontaria o richiesta dall’Amministrazione comunale, di cittadini alle opere pubbliche è documentata anche da una lettera del sindaco nel Luglio 1962, con la quale si ringrazia Tiziano e Mirella Formenti per contribuzione di £ 600.000, Maria Folli per £ 200.000, e per importi imprecisati Carlo Bianchi, Carlo Honegger e Carmela Falchetti. Parecchi cittadini ivi abitanti contribuirono anche alle spese per la costruzione della fognatura in Via Piave. Tutto ciò fa pensare che le finanze comunali non fossero floride. Invece continuavano a migliorare sensibilmente le condizioni di vita dei cittadini. Come indice, possiamo menzionare i 55 cittadini possessori di automobile e i 63 possessori di motocicli.

Alla fine del 1962 la Giunta comunale delibera l’allestimento di un nuovo impianto di illuminazione pubblica, la costruzione di colombari e la costruzione di nuovi edifici per le scuole elementari, con relativa richiesta di contributi al Ministero della Pubblica Istruzione. Via Erbamolle viene sistemata nel 1963, anno durante il quale si procede alle espropriazioni per l'ampliamento del cimitero e all'estensione dell'illuminazione cittadina.

Elezioni politiche del 28 Aprile 1963 Dato l’aumento della popolazione residente (1160) la Commissione elettorale stabilì la costituzione 132 di una seconda sezione per le votazioni. Il rapido incremento della popolazione dimostra che anche il nostro Comune fu raggiunto da quell’ondata di immigrazione di massa verso il Nord che caratterizzò quegli anni. Dalle richieste ad altri Comuni di notizie sulle vaccinazioni antidifteriche, antitetaniche e antivaiolose di bambini emergono frequenti provenienze famigliari da Ancona, Vieste, Crotone, Caltanissetta, Agrigento, Catanzaro.

Ancora una volta l’affluenza alle urne fu eccezionale: su 780 aventi diritto al voto ben 767 si recarono alle urne (98,33 %). Per il Senato la maggior parte dei voti fu distribuita tra Partito Socialista Italiano, 245; Democrazia Cristiana, 235; e Partito Comunista, 99; per la Camera dei Deputati fu più votata la Democrazia Cristiana, 225, rispetto al Partito Socialista,113, mentre pochi voti raccolse il Partito Comunista, 16.

Ancora l’afta epizootica Una lettera del Dott. Silvio Santarone, veterinario consortile per Azzate, Brunello e Buguggiate, informa il 13 Settembre 1963 della presenza di epidemia di afta epizootica nella Provincia e della necessità di urgente profilassi vaccinale. Nel nostro Comune sono vaccinati 102 capi bovini, suddivisi fra 30 allevatori. Soprattutto se si considera che da solo Giovanni Zampatti possedeva 25 bovini e 7 ne deteneva Giovanni Maifredi, è evidente che le altre stalle erano costituite da piccoli numeri di capi bovini. Per inciso,una statistica dello stesso anno sulla consistenza di animali nel Comune riporta: - 147 capi bovini, 7 equini, 2 suini, 1 pecora e 2 capre.

Via Garibaldi e ampliamento del cimitero Una delibera consiliare del 26 Marzo 1964 dà l’avvio alla progettazione di una nuova via, lunga circa 400 m, che da via Trieste sbocchi sulla provinciale, attuale viale 25 Aprile. Alla fine del 1963 la Giunta approva un progetto di ampliamento del cimitero, con costruzione di nuovi colombari. Agli attuali 1270 mq verranno aggiunti altri 1160 mq a nord della recinzione. L’ampliamento prevede 318 posti (162 perpetui, 72 comuni e 84 per infanti). I 72 posti comuni possono essere sufficienti per 8 anni, data la mortalità media annua di 9 decessi. Sarà anche migliorato l’accesso e le aperture saranno dotate di inferriate. I lavori avranno una lunga durata e finiranno nell’Ottobre ’68.

Elezioni comunali e provinciali del 1964 Elettori iscritti 849, votanti 833 (98,1 %). Esemplare il senso civio di quei nostri concittadini ! Per le elezioni amministrative furono presentate 4 liste, ma la lotta si svolse fra la lista n° 1 composta da socialisti e comunisti e indipendenti di sinistra, che ottenne 356 voti, e la lista n° 2 formata da democristiani e indipendenti di centrodestra, alla quale andarono 230 voti. Le altre due liste civiche N° 3 e 4 ottennero rispettivamente 87 e 24 voti. Per la lista vincitrice le preferenze più elevate andarono a Oreste Masini (208) e s Silvio Zanzi (187).

Sette liste si contesero l’Amministrazione della Provincia. I concittadini diedero la loro preferenza al Partito Socialista Italiano, 322 voti, seguito dalla Democrazia Cristiana, 268, e dal Partito comunista, 123.

Fu eletto sindaco Oreste Masini. Carlo Broggi fu cooptato assessore anziano, Bruno Triacca assessore effettivo, Augusto Bellinazzi e Dalmazio Monti assessori supplenti. Gli altri consiglieri furono: Silvio Zanzi, Carlo Fregnani, Vittorio Macchi, Ambrogio Malnati, Giovanni Martignoni, Luigi Plebani, Sergio Violini, Paolo Corengia, Fernando Broggi e Lino Zatta. La maggioranza era costituita da socialisti alleati e indipendenti. 133

Crisi nel Consiglio Comunale Su istanza di Sergio Violini, consigliere di minoranza, il 22 Novembre 1964 è messa in discussione un presunto motivo di ineleggibilità di Giovanni Martignoni. Dopo lunga discussione lo si ritiene valido e si dichiara decaduto dalla carica Martignoni, che tuttavia resterà in Consiglio in attesa di decreto prefettizio di decadenza. Si procede alla nomina di Lino Zatta in sostituzione. Con lettera del successivo 5 Dicembre, Sivio Zanzi, membro indipendente della maggioranza consigliare PSI, annuncia le sue dimissioni a seguito di avvenimenti verificatisi all’interno del suo gruppo. Motivi specifici – egli scrive – sono la mancanza di lealtà e di rispetto degli accordi intercorsi, per cui ritengo inopportuna ed inutile qualsiasi mia futura collaborazione nel Consiglio Comunale. Mi dimetto con rammarico, sapendo di deludere quegli elettori che avevano riposto fiducia in me. Con ossequi”.

In precedenza, il 22 Settembre il Consiglio Comunale aveva deliberato un contributo straordinario in favore di don Marco Bertoni, per la costruzione della Casa della Gioventù (l’oratorio). Il giorno precedente, Don Bertoni aveva scritto al Ministro dell’Interno descrivendo la difficile situazione finanziaria dell’erigenda “Casa della Gioventù”. La costruzione era stata sospesa quando l’importo dei lavori aveva raggiunto 30 milioni di Lire, perché all’impresa costruttrice erano stati versati soltanto14 milioni disponibili. Oltre ai 16 milioni di debito, ne occorrerebbero ancora altri 30 per terminare i lavori. “Mi rivolgo pertanto a Lei per avere un sussidio onde potere continuare e terminare i lavori”. Certamente messa al corrente dal Ministero, gli rispondeva il 3 Novembre la Prefettura precisandogli i termini e le condizioni per ottenere un contributo dal Ministero dell’Interno. E il 3 Dicembre il Sindaco, a ciò incaricato, gli trasmetteva alcune schede da compilare e gli chiedeva di inoltrare un piano di finanziamento dettagliato. Lo informava anche che ”il concorso del Ministero dell’Interno potrà essere concesso solo in linea eccezionale e sempre che sia evidente l’utilità dell’opera ai fini strettamente assistenziali, i lavori si trovino in uno stadio assai avanzato di realizzazione e sia assicurata e documentata la copertura della maggior parte della spesa occorrente”. Le schede da compilare richiedevano il parere del sindaco sull’utilità dell’opera, una dichiarazione del sindaco sull’identità della persona autorizzata a riscuotere contributi e rilasciare quietanze. Il sindaco esprime parere che “ la costruzione della Casa della Gioventù è oltremodo necessaria per potere consentire l’adeguata assistenza morale ai giovani ai fini della formazione del carattere nello spirito di una educazione cristiana. Non esistono altri Enti comunali svolgenti attività similari. Si esprime incondizionato parere favorevole all’iniziativa presa dal reverendo don Mario Bertoni e si fanno le più vive premure perché l’istanza presentata abbia esito favorevole”.

Il 7 Gennaio e il l8 Febbraio 1965 il sindaco sollecita la restituzione delle schede e l’invio degli allegati richiesti. Ancora il 22 e il 30 Aprile la Prefettura solleciterà una risposta. In questo anno si potenzia il servizio di raccolta e trasporto di rifiuti urbani acquistando appositi recipienti e definendo la zona di scarico. Si procede alla ricerca di una nuova sorgente di acqua potabile, affidandosi anche ad un rabdomante. Nel frattempo, per fare fronte alla scarsità, si acquista acqua dal Comune di Azzate e, a mezzo autobotti, anche dal Comune di Varese. Si inizia la costruzione di un collettore per acque "bianche".

Nello stesso anno, con la posa in opera di un nuovo Altare maggiore inizia una serie di restauri agli edifici parrocchiali, in particolar modo nella Chiesa di S. Vittore.

Nel 1965, oltre al Segretario comunale, il personale di ruolo era costituito da una applicata, un messo/guardia/netturbino, uno stradino/necroforo/netturbino.

Grave situazione scolastica 134

Le 4 insegnanti presenti nella scuola elementare non sono più sufficienti. Persistono i disagi causati dall’eccessivo affollamento delle classi, e dalla scarsità di aule e di attrezzature. Già dall’anno scolastico 1964/65 erano state prese in affitto due stanze presso la Casa parrocchiale Il 31 Maggio 1965 i capifamiglia chiedono al Provveditorato per gli Studi l’assegnazione di un‘altra insegnante per potere sdoppiare qualche classe. Il sindaco appoggia la richiesta impegnandosi a trovare il locale necessario e informa di avere da tempo inoltrato al Ministero della Pubblica Istruzione richiesta di autorizzazione e di contributo per la costruzione di un nuovo edificio scolastico.Di ciò fa testo una lettera dell’on. Bensi del 24 febbraio 1964, che informava di avere chiesto l’interessamento dell’on. Fenoaltea, sottosegretario al Ministero della Pubblica Istruzione, per il finanziamento. Nel frattempo, oltre all’affitto delle due stanze anche per l’anno scolastico 1965/66, la Direzione Didattica di Azzate premeva temendo che un ritardo nella stipula di un contratto di affitto di 5 aule presso la “Casa della Gioventù” potesse pregiudicare l’inizio dell’anno scolastico 1966/67 affermando che “se si tiene presente la situazione attuale dei locali scolastici in uso, è impensabile, senza un minimo di preoccupazione, lasciar trascorrere le vacanze nel dubbio”. Le trattative con Don Bertoni cominciate nell’Ottobre del ’65, durarono fino al Settembre ’66 e furono particolarmente laboriose a causa delle ripartizioni degli oneri per illuminazione, riscaldamento, consumi di acqua, uso dei servizi e della palestra.

Ancora il 4 Gennaio 1966 il sindaco Masini pregava l’on: Bensi per un suo intervento scrivendo: “La situazione del plesso scolastico si è di nuovo aggravata, sia per l’inidoneità delle attuali aule, quanto per l’accresciuto numero degli alunni, che ha costretto a reperire due locali presso privato, locali che nulla hanno in comune con le aule”.

Il pozzo in località Bergora Per il 1966 ricordiamo anche: - la costruzione di ossari privati e dell'ossario comune nel cimitero; - l'estensione dell'acquedotto a Via Indipendenza; - le riparazioni al lavatoio e all'acquedotto; - il trasferimento temporaneo della scuola elementare nei locali dell'oratorio a causa dei lavori edilizi all’edificio esistente; e l’acquisizione di una sorgente di acqua potabile. Il pozzo in questione, di proprietà di Enrico Giorgetti, era situato in contrada Bergora. Alla fine di Novembre 1965 c’era stato un incontro tra il sindaco Oreste Masini ed Enrico Giorgetti, e si era parlato di cessione del pozzo oppure di cessione di parte dell’acqua da esso erogata. Giorgetti proponeva due soluzioni: -!) cessione del pozzo di 86,50 m di profondità e 1000 mq di terreno a £.7.500.000 da pagare parte in contanti e parte con opere di fognatura per un gruppo di villette da costruire localmente; -2) oppure la cessione di 10 l di acqua al secondo entro un bacino adiacente da costruire a spese del Comune, al prezzo di £ 4.000.000 (valore del terreno più contributo a fondo perduto) da pagare come per la soluzione 1) e un costo per mc da stabilire semestralmente. Nel caso di accettazione della proposta 1), Giorgetti si riservava di trivellare su suo terreno, a distanza di almeno 20 m dal pozzo ceduto, un altro pozzo a m 81 di profondità, per captare soltanto la falda di fondo. Seguì una lunga serie di controproposte da parte della Giunta e del Consiglio comunale, fino ad arrivare ad un ultimo incontro il 3 Gennaio 1966, nel quale si stabilisce definitivamente: - conferma di acquisto del pozzo e del terreno per £ 7.500.000, 4 milioni e mezzo in contanti e tre milioni con opere di fognatura; - concessione della trivellazione di un altro pozzo, con obbligo di cedere l’acqua emunta in caso di interferenza con il pozzo ceduto. Il tutto, condizionato alla prova di portata che dovrebbe aggirarsi sui 20 l/s. L’Amministrazione provinciale promette un contributo di un milione per l’acquisto del pozzo. Lo si attenderà, dopo molti solleciti, fino all’Ottobre 1970 Giorgetti rinuncerà alla trivellazione del secondo pozzo e il contratto subirà alcune modifiche. La cifra pattuita scenderà a £ 3.280.000 , perché saranno acquistati soltanto 560 mq di terreno e sarà 135 costruito un altro tronco di fognatura interessante la proprietà del venditore.

Neppure il pozzo di Bergora, collegato col deposito di Montalbo, sarà in grado di ovviare alla scarsità di acqua. Ancora il 15 Luglio 1967 il sindaco in un esposto al Medico Provinciale scrive di un reclamo degli abitanti della frazione Erbamolle che da una settimana sono riforniti tre ore al giorno con acqua potabile portata da autobotti del Comune di Varese. Anche Azzate stava cedendo acqua

Notizie dalla Parrocchia Sul n° 1 –Anno VII, gennaio 1966 del mensile “La Sesta Campana” della Parrocchia, il Parroco Don Marco Bertoni propone all’Amministrazione comunale di intitolare una strada a Dante Alighieri in occasione del 7° Centenario della nascita. E’ il 7° anniversario di questo mensile, che Marisa Bizzozero della Rasa così presentava sul frontespizio del 1° numero del 1960: “Oh! Parrocchiani di Buguggiate, in ogni casa degnamente ospitate la voce divina e umana di questo foglietto de <>”

Il nuovo complesso per la gioventù denominato "S. Giovanni Bosco", ma comunemente indicato con il nome di Oratorio, fu inaugurato il 2 Ottobre 1966 alla presenza di autorità civili ed ecclesiastiche.

Lavori pubblici Fervevano in parecchi punti dell’abitato i lavori per posa di tubazioni per la fognatura. Contemporaneamente si levavano lagnanze dei cittadini per lo stato nel quale si trovavano le strade durante e dopo i lavori e per danni subiti dalle loro proprietà. Particolarmente infuriati gli abitanti della zona “Domo” che trovavano Via Monte Rosa completamente chiusa al traffico nell’Ottobre 1966. Un tronco di fognatura dall’incrocio di Via Isonzo con via Montello (allora non c’era ancora la cosiddetta “superstrada” Gavirate – Gazzada) fino a via XXV Aprile fu in parte finanziato da 18 frontisti con un contributo di L. 2.060.000. Nel 1967 sono dotate di fognatura Via Isonzo e Via Bergora fino a Viale XXV Aprile. E’ stata iniziata la costruzione della nuova sede delle Scuole Elementari. Si effettua anche qualche lavoro di sistemazione interna al Municipio, per ricavare una sala consiliare e un ufficio per il sindaco nei locali resi liberi dopo il trasferimento della scuola elementare all’Oratorio. Comincia anche la meccanizzazione degli uffici. Il Consiglio Comunale delibera la soppressione della vecchissima sorgente “Ravasa” interessata dai lavori di costruzione della Provinciale Gavirate - Gazzada. Nel Settembre 1968 ha luogo una serie di demolizioni di vecchi caseggiati nei pressi della Chiesa Parrocchiale.

Servizi comunali In questo anno, con il pieno accordo dei Comuni consorziati, nonostante un’accanita resistenza contraria della Prefettura, viene soppressa la condotta medica consortile. Il dott. Carlo Zanzi è nominato Ufficiale Sanitario del Comune. In un locale dell’oratorio è installato un piccolo ambulatorio scolastico. Il Servizio Tecnico comunale, fino al 31 Dicembre 1970, fu svolto dal geom. Bruno Vita, dipendente del Comune di Gazzada, con periodiche richieste di proroga del servizio in attesa di realizzazione di 136 servizio consortile o istituzione in organico di posto di tecnico comunale. Per i fanciulli che desideravano continuare gli studi, funzionava ad Azzate una scuola secondaria di 1° grado consortile che oltre a Buguggiate comprendeva anche i Comuni di Bodio, Brunello, Crosio della Valle, Daverio, Galliate Lombardo. Il messo Giuseppe Leoni percepiva un’indennità “di bicicletta” di L. 15.000 annue. Con delibera del 29 dicembre 1967 il Consiglio comunale dà mandato alla Società “Gestione Tributaria” di peril servizio per la raccolta e l’incenerimento dei rifiuti solidi urbani con un canone forfettario di L. 720.000 per il 1968. La Prefettura ritiene tale cifra, £ 450 per residente, troppo elevata anche in confronto con canoni concordati con altri Comuni. Dopo controdeduzioni basate su analisi dei costi dimostranti l’equità del canone il contratto viene firmato il 10 Giugno 1968. Raccolta dei bidoni il lunedì e giovedì. Nei primi tempi sono numerose le rimostranze degli utenti per mancato ritiro o parziale svuotamento dei bidoni, e per la continuazione della cattiva abitudine di scaricare rifiuti nella valletta in fondo a Via Matteotti.

Crisi in Comune Con una lettera al sindaco del 13 Ottobre 1967 i consiglieri di minoranza Fernando Broggi, Corengia Paolo, Sergio Violini e Lino Zatta annunciavano la loro assenza dalla seduta della sera stessa in segno di protesta per la mancata realizzazione di provvedimenti e di opere pubbliche, già discussi ed approvati in sede consiliare, che il sindaco aveva promesso sarebbero stati presi o compiute in breve tempo. “”Poiché il perdurare di tali situazioni va a scapito di tutta la popolazione e constatato che il sindaco non ha alcuna volontà di portare a compimento le opere già discusse (allacciamento fognature, nuova strada comunale da via Trieste alla provinciale, imposta di famiglia, acquedotto, strada sud-lacuale) ritengono superflua la loro presenza.” Dopo delucidazioni, spiegazioni ed assicurazioni, i firmatari ritirano le dimissioni. A quanto sembra, per qualche mese la crisi resta latente ma il 19 Luglio ‘68, con una lettera al sindaco e in copia a tutti i colleghi, i consiglieri di minoranza constatano che dopo nove mesi il sindaco non ha dato prova di affrontare la soluzione di problemi già ripetutamente discussi, mostrando mancanza di “precisa volontà di portare a totale e definitivo coplimento le opere programmate”. Lamentano che il sindaco “ha disattesa la fiducia dei consiglieri, in quanto ha dimostrato di non possedere i requisiti per una leale e valida collaborazione nell’ambito del consiglio Comunale”. Di conseguenza, essendo risultati vani i tentativi di porre fine a tale situazione, chiedono le dimissioni del sindaco. In caso contrario, ritenendo ormai inutile la loro partecipazione, sin da questo momento rassegnano le loro dimissioni. Quanto sopra è soltanto un esempio dei tanti “vivaci” dibattiti che un’agguerrita minoranza, capeggiata da Sergio Violini, suscitava in seno al Consiglio Comunale, esercitando il suo diritto di critica e di sprone

Elezioni politiche del 19 Maggio 1968 Elettori 1.055 per la Camera dei Deputati (Collegio Como – Sondrio – Varese)., 963 per il Senato (Collegio di Varese). Votanti per la Camera 1.032 (97,8 %) e per il Senato 943 (97,9%). Ancora una volta una splendida dimostrazione di grande spirito civico e democratico. I partiti più votati per la Camera dei Deputati: Democrazia Cristiana, voti 334; Partito Socialista Italiano con Partito Socialista Democratico Italiano, 296; Partito Comunista Italiano, 205. Per il Senato: Democrazia Cristiana, 311; i due Partiti Socialisti collegati, 284; Partito Comunista Italiano e Partito Socialista di Unità Proletaria collegati, 231.

Da un confronto con le precedenti elezioni politiche del 1963, risulta evidente il sorpasso della DC rispetto al PSI e un forte aumento del PCI. 137

Avvicendamento di Sindaci Cattive condizioni di salute obbligavano il Sindaco, Oreste Masini a dare le dimissioni nel corso del suo secondo mandato. Il 20 Settembre 1968 il Consiglio Comunale eleggeva Sindaco Carlo Broggi, ex assessore anziano. Nel frattempo era deceduto Ambrogio Malnati e Augusto Bellinazzi si era dimesso per cause di famiglia, quindi i consiglieri erano rimasti 11. Il nuovo Sindaco chiede che gli venga riconosciuta l’indennità di carica già riconosciuta a Masini, 15.000 Lire al mese. Inoltre nomina Assessori effettivi Fernando Broggi e Bruno Triacca.

Notizie varie dal ’68 al ‘70 Da accertamenti veterinari sull’esistenza di malattie infettive del bestiame risulterebbe che nel ’68 erano rimasti soltanto 5 allevamenti di bovini

Il Provveditorato alla Pubblica Istruzione di Varese informa che anche per il biennio 1967/68 la richiesta per ottenere finanziamento per opere di edilizia scolastica non è stata inclusa nei programmi del Ministero per l’Istruzione.

In seguito alla creazione della provinciale N° 1 Gavirate – Gazzada, più comunemente denominata “superstrada”, via Isonzo, che prima continuava fino al confine con Gazzada, viene deviata parallelamente fino alla frazione di Montalbo, mentre la sua parte terminale diventa la prosecuzione di via Montalbo. A quell’epoca, non esisteva ancora via Valle Peschiera. L’ultimazione della superstrada consente a Via Cavour, che prima costituiva l’unico asse per raggiungere l’autostrada ed era considerata strada provinciale, di diventare comunale.

Da un paio di anni era già in atto un servizio di trasporto scolari alla scuola elementare., gestito dalla ditta Ezio Masini.

Il 12 Febbraio 1970 è inaugurata la Lapide commemorativa dei Caduti nella 1° Guerra Mondiale. Nello stesso anno si attua la costruzione del tratto di fognatura di Via IV Novembre. La rete idrica è estesa In Via Risorgimento. . Ancora crisi in Consiglio Dopo una serie di contrasti in seno al Consiglio Comunale e di trattative inconcludenti, il Sindaco Carlo Broggi indirizza all’assessore anziano Fernando Broggi una lettera del 24 Settembre 1969 nella quale annuncia le sue dimissioni, provocate sia dal ritiro del sostegno dei consiglieri socialisti per motivi politici, sia per la mancata collaborazione dei consiglieri democristiani. Contemporaneamente, sempre per motivi politici, anche Carlo Fregnani dà le dimissioni da Consigliere. Il Consiglio Comunale si riunisce il giorno 8 Ottobre per pronunciarsi in merito a scrutinio segreto. Violini, a nome del gruppo democristiani, fa presente che tutte le realizzazioni dell’ultimo anno furono possibili soltanto per il sostegno offerto da loro, non avendo il gruppo socialista mai sostenuto in modo concreto il Sindaco. Sia pure esprimendo apprezzamento per l’impegno mostrato dal Sindaco, il suo gruppo voterà per l’accettazione delle dimissioni. Dalmazio Monti chiede al Sindaco di ritirare le dimissioni e propone di rinviare ogni decisione ad altra seduta, ma Violini insiste per una pronuncia immediata, richiamando i presenti a dare alla comunità un’amministrazione stabile, dopo tre mesi di incontri e trattative inutili. Si procede, dunque, con una votazione palese per alzata di mano alla votazione sulla proposta di rinvio: 10 presenti, 9 votanti, 4 favorevoli e 4 contrari, 1 astenuto (il sindaco). Sospensione della seduta per permettere ai capigruppo di trattare. Alla ripresa, il presidente propone di votare ancora, a scrutinio segreto: L’esito dà 6 voti contrari al rinvio, 2 favorevoli, un’astensione. 138

Si procede, allora, alla votazione a scrutinio segreto in merito alle dimissioni del sindaco, con esito: 7 favorevoli , 1 contrario, 1 astenuto. Sergio Violini sarà eletto Sindaco.

Elezioni amministrative del 7 Giugno 1970 Due sezioni - 1170 elettori, votanti 1135 (97 %). Per le elezioni comunali furono presentate tre liste. La lista n° 1 (Falce-martello-libro “Lista del Lavoro”) ottenne 434 voti, la n° 2 (3 stelle - 3 spighe, Buguggiate – Unione Civica) 113 voti, quella n°3 ( Scudo crociato – Libertas) 365 voti.Per la lista vincente le maggiori preferenze furono espresse per Silvio Zanzi, Ezio Masini e Mario Rivetta; per l’opposizione, i più votati furono Sergio Violini, Lino Zatta e Ignazio Privitera.

Le elezioni per il Consiglio Provinciale diedero i seguenti risultati: Democrazia Cristiana, voti 399; Partito Comunista Italiano, 239; Partito Socialista Italiano, 234; Partito Liberale Italiano, 60; Socialismo, 50; Partito di Unità Proletaria, 45: Partito Repubblicano Italiano, 25; Movimento Sociale Italiano, 21.

Le elezioni per il Consiglio Regionale diedero luogo a minimi scarti di voti rispetto a quelli relativi alle elezioni provinciali.

Battaglie in Consiglio Il 20 Giugno si riunì il nuovo Consiglio Comunale composto da: Silvio Zanzi, Mario Rivetta, Ezio Masini, Remo Baratelli, Severino Lemma, Giordano Broggi, Giuseppe Riva, Alberto Buzzetti, Orlando Galli, Edgardo Fila, Antonio Torresin, Davide Bragato, Ignazio Privitera, Fernando Broggi e Sergio Violini. Risultò eletto sindaco Silvio Zanzi. Furono nominati assessori: Alberto Buzzetti, assessore anziano, Orlando Galli, assessore effettivo, e Davide Bragato e Giuseppe Riva, assessori supplenti.

Subito Sergio Violini eccepì con una mozione l’ineleggibilità di Ezio Masini e di Mario Rivetta. Motivi della richiesta : - Masini era ineleggibile perché concessionario di servizio pubblico per trasporto di alunni alle scuole; - Mario Rivetta aveva dato in ritardo le dimissioni da componente del Comitato amministrativo dell’ECA due giorni dopo la sottoscrizione e autentica della firma sulla dichiarazione di accettazione della candidatura a consigliere. Ci fu una lunga discussione, specialmente tra Violini e Orlando Galli, alla fine della quale la maggioranza respinse la mozione e convalidò le nomine di Masini e di Rivetta. Successivamente, Fernando Broggi presentò presso il Tribunale di Varese due ricorsi contro tale convalida. Nel ricorso a lui relativo si affermava che Masini era ineleggibile avendo goduto di un finanziamento a lungo termine erogatogli dal Comune. Il tribunale di Varese rigettò il ricorso Broggi in data 2 Ottobre per i seguenti motivi: - 1) Il servizio di trasporto alunni fu istituito su richiesta di Masini, essendo il Comune impossibilitato a continuare il servizio gratuitamente; fu il Comune a fissare tratte da percorrere e tariffe, non orientate a criteri di speculazione industriale. – 2) Il finanziamento destinato all’acquisto dell’automezzo fu garantito da ipoteca, doveva essere rifuso in 4 annualità, senza interessi perché la mancata corresponsione di essi trovava piena compensazione nell’impegno dell’impresa nel provvedere al servizio; dunque non si trattava di impresa a scopo di lucro Avverso a tale sentenza Fernando Broggi inoltrò ricorso presso la Corte di Appello di Milano che annullò la sentenza del Tribunale di Varese, dichiarando Ezio Masini ineleggibile e proclamando eletto al suo posto Adalberto Manzoni. Così deliberò in data 5 Febbraio 1971 il Consiglio Comunale.

Anche per Mario Rivetta il Tribunale di Varese respinse il ricorso, dichiarandolo eleggibile. Di parere 139 contrario fu anche questa volta la Corte di Appello di Milano, che dichiarò non eleggibile Mario Rivetta, indicando in sua vece come consigliere Stefano Masini. Il Consiglio Comunale dovette accettare questo verdetto.

Il cambio di connotazione politica della maggioranza provocò una serie di nuove nomine in seno all’ECA, al Consorzio di Segreteria, e nell’Assemblea consorziale per il Servizio veterinario.

Attività dell’Amministrazione Essendo finalmente giunta la conferma di un finanziamento statale di L. 61.800.000 per la costruzione della nuova scuola elementare (progetto dell’arch. Carlo Segre dello Studio DAU di Varese) il Consiglio Comunale approva il progetto stesso e la previsione di un mutuo di L. 58.200.000 a copertura delle spese preventivate. L’aumento della popolazione (1960 residenti) richiede, oltre al potenziamento dell’acquedotto, all’estensione della rete idrica e fognaria e degli impianti di illuminazione pubblica, anche l’assunzione progressiva per concorso di alcuni impiegati e inservienti. Il concorso per applicato-tecnico è vinto dal geom. Bruno Vita da tempo esercitante tale attività in prestito. L’incremento del numero di pratiche burocratiche richiede un migliore coordinamento e una ripartizione dei compiti dei membri della Giunta. Un avviso al pubblico del 2 Novembre 1971 rende noti i giorni e gli orari nei quali gli amministratori saranno a disposizione del pubblico ed elenca anche giorni ed orari di apertura degli uffici comunale.

La minoranza consiliare manteneva un controllo assiduo e critico dell’operato della Giunta. Fra le altre interpellanze, una che criticava i metodi usati per la determinazione dell’imposta di famiglia suscitò il 6Agosto 1871 una discussione definita dal verbale “vivace e tumultuosa” su lamentate “evidentissime sperequazioni” e sulla “giustezza degli accertamenti”. Alla fine, Violini chiese la costituzione di una commissione paritetica per esaminare le tassazioni. Ancora il 28 Settembre Violini chiede quale decisione abbia presa la giunta sulla commissione proposta, e il Sindaco gli risponde che non se ne ravvisa l’opportunità per il corrente anno. Nella stessa seduta Galli lamenta la diffusione di un volantino distribuito dalla minoranza democristiana sulla seduta consiliare di Agosto, con un titolo offensivo per la maggioranza. Critica il comportamento della minoranza che “non trova altra giustificazione se non nell’intendimento di prendere la mano alla maggioranza” la quale, in quell’occasione intendeva soltanto di limitare la discussione agli argomenti all’ordine del giorno. … ..”…..un’opposizione preconcetta da parte della minoranza DC rimasta agli anni ‘50” non rende “possibile una collaborazione con la minoranza “.

Lavori in Parrocchia Il 19 Novembre 1971 una tromba d'aria asportò il tetto della parte orientale dell'Oratorio e si dovette ricorrere a pronte riparazioni. Nel frattempo si diede inizio ad una serie di restauri esterni ed interni della Chiesa parrocchiale. I restauri furono radicali soprattutto all'interno, asportando tutta una serie di sovrapposizioni di elementi di varie epoche (per esempio, la balaustra davanti all'altare maggiore) che la facevano sembrare più un museo di "kitsch" che un luogo di raccoglimento e di preghiera. In tal modo, oltre ad un miglioramento estetico, si rese l'interno più funzionale e più aderente alle rinnovate istanze religiose. La fine dei lavori interni avvenne con l'inaugurazione, il 6 Ottobre 1974. Invece la facciata sarà restaurata nel 1975, mentre nel 1977 saranno eseguiti lavori di manutenzione del campanile.

Progetto di un nuovo edificio comunale Anche con le continuate dilazioni del contratto di affitto con la Parrocchia di 6 – 7 locali da destinare alla scuola elementare, l’edificio comunale, costruito nel 1901 per la scuola appariva angusto e con una distribuzione irrazionale dei vari uffici. 140

Pertanto, a fine Dicembre 1972 il Consiglio Comunale diede mandato all’arch. Segre di preparare un progetto per la costruzione di un nuovo edificio comunale. Il gruppo di maggioranza consiliare riteneva non conveniente eseguire adattamenti, dati i costi e l’impossibilità di raggiungere la dovuta funzionalità. I gruppi di minoranza diedero subito parere negativo. La Giunta, che aveva proposto questa idea, pensava di erigere un nuovo Municipio su terreno di proprietà comunale contiguo alla scuola elementare in fase di costruzione, fronteggiando in parte i costi con l’alienazione dell’area e dell’attuale edificio e in parte con l’accensione di un mutuo. La questione è ripresa in considerazione quando in seduta consiliare del 2 Febbraio 1973 è presentato il progetto Segre che prevede un costo per i lavori di £. 25.998.800. L’arch. Bragato, assessore ai lavori pubblici, ribadisce la necessità di costruire il nuovo edificio, poiché in quello attuale gli uffici comunali e l’archivio sono sistemati in una superficie a suo tempo studiata per essere aula scolastica, con evidenti disagi e problemi di funzionalità: basta pensare che le sedute consiliari sono tenute nel ristretto locale ad uso ufficio. Interviene Adalberto Manzoni annunciando la contrarietà della minoranza che non ravvisa impellente necessità, mentre ritiene indispensabile la costruzione di una palestra per le scuole e l’esecuzione di altre opere pubbliche. L’adeguamento dell’attuale edificio costerebbe meno. Anche Fernando Broggi ritiene più necessaria la rettifica e l’ampliamento di Via Cavour per facilitare e rendere più sicuro l’accesso dei bambini alle nuove scuole. Bragato risponde che per Via Cavour è già stato iniziato il rilievo topografico. Per la palestra, già prevista nel progetto originale per la scuola, la mancanza di fondi ha costretto allo stralcio dei lavori. Interviene l’assessore Galli che propone un rinvio della discussione e la nomina di una commissione (Sindaco, Bozzetti, Bragato, Masini) per approfondire il progetto e presentare una relazione al Consiglio. Approvazione unanime.

Nella seduta consiliare del successivo 23 Marzo, si dà lettura di una mozione presentata dalla minoranza in relazione alla ventilata costruzione di un nuovo Municipio. In sintesi essa riporta: - le necessità di rendere prioritarie altre opere pubbliche più urgenti: viabilità, urbanizzazioni, fognatura; l’inesistenza di un finanziamento mirato, non predisposto nel bilancio preventivo 1973; - la mancanza di informazioni alla cittadinanza per metterla al corrente di una decisione così importante; - il restauro e l’adattamento dell’attuale edificio consentirebbero una notevole economia da destinare ad altri impegni. Al termine della lettura il sindaco fa notare che la differenza fra il costo del nuovo edificio, 28 milioni, e quello di un riattamento alla meglio, 17 – 19 milioni, è talmente limitata da non presentare alcuna opportunità e convenienza. I lavori cominceranno depo reperimento dei fondi necessari. Quanto alla mancata inclusione nel bilancio preventivo dell’onere di 28 milioni, la Giunta non poté materialmente eseguirla, essendo allora appena iniziato lo studio del progetto Masini critica l’abitudine della maggioranza di presentare progetti per opere pubbliche senza tenere conto che i relativi oneri li renderanno irrealizzabili. E Broggi ritiene impossibile trovare un acquirente disposto ad acquistare per 15 milioni un vecchio edificio, che a detta della maggioranza richiederebbe altri 17 – 19 milioni per risistemarlo. Con 34 milioni si può costruire un edificio di civile abitazione con caratteristiche molto superiori. Brigato replica a Masini che l’Amministrazione deve sempre possedere elementi concreti nella realizzazione di opere pubbliche anche per un lontano futuro, allo scopo di chiedere interventi statali o regionali. E Galli sostiene che “la costruzione del nuovo palazzo comunale investe anche ragioni di prestigio perché l’attuale sede è carente in ogni sua funzione ed è per di più indecorosa” Infine Manzoni chiede che venga indetta una riunione dei capifamiglia per stabilire la priorità di esecuzione delle opere pubbliche. La seduta termina con la presa d’atto dell’insoddisfazione della minoranza. Nei mesi successivi il progetto Segre è inviato alla Sezione Provinciale di controllo e al Genio Civile 141 per i relativi pareri e approvazioni. La Sezione Provinciale richiede chiarimenti sul metodo di finanziamento (vendita del vecchio edificio più mutuo bancario). In sede di Consiglio del 5 Luglio, in occasione della lettura dei verbali precedenti, ancora una volta si alzano le voci di dissenso della minoranza. Si decide l’invio dei chiarimenti richiesti.

Istituzione della farmacia Un altro lungo iter burocratico contraddistingue la delibera consiliare del 31 Ottobre 1972, chiedente l’istituzione di una farmacia nel Comune. Attualmente – recita la delibera – gli abitanti sono costretti a recarsi alla farmacia di Azzate, distante due km, oppure, in caso di chiusura o anche soltanto per essere sicuri di reperire farmaci, a rivolgersi in farmacie di Varese. Questa situazione reca disagi alla popolazione, specialmente nel periodo invernale. Da tempo la cittadinanza insiste reclamando la soluzione del problema. Oltre a rispondere a quanto stabilito dalla Legge sulla distanza minima, anche l’altro vincolo necessario, un minimo di 2.500 abitanti, sarà molto probabilmente raggiunto entro il 1973, dato il grande sviluppo abitativo in atto. A prescindere da queste due condizioni, non si può negare il diritto degli amministrati di avere in loco una farmacia privata sul territorio. Comincia la trafila burocratica. La delibera, subito inviata all’Ufficio del Medico Provinciale, passerà lentamente al Consiglio Provinciale di Sanità, poi all’Assessorato Regionale della Sanità, e di là alla Giunta Regionale. Finalmente il 18 aprile 1974 giunge copia della delibera di istituzione.

Il 16 Settembre 1975 è indetto un pubblico concorso per titoli ed esami per il conferimento di varie sedi farmaceutiche in provincia. Il 28 Giugno 1978 un Decreto della Regione conferisce la titolarità della sede farmaceutica unica di Buguggiate al dott. Luigi Bianchi. La farmacia, classificata “rurale” sarà aperta il 21 agosto, con grande soddisfazione dei 2.682 abitanti a quella data. La farmacia è classificata “rurale” e la legge prescrive che al titolare siano assegnate dal Comune L. 80.000 annue per “disagiate condizioni”. Quanto alla “ruralità” a quell’epoca, è un po’ dubbia: restavano, in tutto, 5 allevamenti di bovini e gli occupati in agricoltura erano 14.

Elezioni politiche del 7 Maggio 1972 Per la Camera dei Deputati: elettori iscritti 1264, votanti 1236 (97,7 %, ancora una chiara dimostrazione di sentimento democratico ). Ripartizione dei voti: Democrazia Cristiana, 410; Partito Comunista, 248; Partito Socialista, 209; Partito Socialista Democratico, 64; Partito Liberale, 57; Movimento sociale, 50; Partito Socialista di Unità Proletaria, 24; Partito repubblicano, 23;, Movimento Popolare Lavoratori, 12; Servire il Popolo, 11; Manifesto, 10

Per Il Senato: elettori iscritti 1152, votanti 1130 (98 %). Ripartizione dei voti: Democrazia Cristiana, 369; Partito Socialista 292; Partito Comunista, 232; Partito Socialista Democratico, 64; Partito Liberale, 51; Movimento Sociale, 43; Partito Repubblicano, 23.

Notizie varie A fine Gennaio 1973 l’arch. Davide Bragato dà le dimissioni da Assessore delegato, a causa della sua nomina a membro del Consiglio direttivo dell’Ordine Provinciale degli Architetti. Egli resterà consigliere, membro della Commissione edilizia e offre di continuare la sua collaborazione nella stesura del Piano Regolatore.

Nello stesso anno il dott. Carlo Zanzi, Ufficiale Sanitario Comunale, è nominato Medico Condotto del Consorzio Medico di Azzate, Brunello e Buguggiate. 142

Il 9 Luglio 1973 si invia alla Parrocchia disdetta dell’affitto di 7 locali dell’Oratorio ad uso aule scolastiche, essendo già stati ultimati i lavori per la costruzione del nuovo plesso scolastico ed acquistati mobili ed attrezzature necessari. . In una seduta consiliare straordinaria del 17 gennaio 1974 il Sindaco Zanzi legge una dichiarazione di replica ad affermazioni, ritenute”provocatorie e insultanti” , contenute in una dichiarazione di voto espressa da Adalberto Manzoni a nome della minoranza in una precedente seduta. Zanzi afferma di avere pensato a dimettersi ma di avere receduto da questo proposito riflettendo che tale atto avrebbe giovato alla minoranza e non alla comunità, che egli ha cercato di servire il meglio possibile. Respinge anche le insinuazione di “conflitto di interessi” fra la sua carica e la sua professione di geometra. Quest’ultimo punto è sottolineato anche da Davide Bragato, che sottolinea che la Commissione di Edilizia non ha mai fatto favoritismi al sindaco, anzi gli ha respinto alcuni progetti. Manzoni ribatte di non avere mai pensato di offendere. L’intervento della minoranza è stato mal interpretato; non si intendeva parlare di abusi ma dell’esistenza della legge “ponte” in attesa del piano regolatore.

Abbozzi di Piano Regolatore Ecco le grandi linee del Regolamento Edilizio con Piano di Fabbricazione presentate in seduta consiliare nella primavera del ’74. Tenendo presente l’incremento demografico dello scorso decennio, è prevista una popolazione di 5.000 abitanti nel 1982. Qundi, i progettisti dovranno prevedere: - il contenimento dello sviluppo edilizio tenendo presente detta previsione, limitando le superfici edificabili; - gli indici di edificabilità; - la destinazione delle piccole industrie e dell’artigianato in apposite aree, separate dal tessuto residenziale; - la creazione di un insieme residenziale con elevate qualità ambientali e ricco di verde; - la protezione e la valorizzazione delle aree boschive, boschive/lacuali e lacuali per la loro destinazione pubblica; - la valorizzazione degli insiemi aventi valore storico ed ambientale, mediante una normativa che vieti ristrutturazioni parziali; l’individuazione di aree per attrezzature comuni (specialmente nella zona al lago); la salvaguardia delle zone collinari di interesse panoramico.

Dipendenti comunali in quell’anno: un tecnico-applicato, una applicata, un messo comunale, 2 stradini (uno dei quali anche necroforo), una bidella. Si decide di assumere un aiuto-applicato.

Un’ampia discussione avviene in sede di esame ed approvazione del bilancio preventivo 1975 nella seduta consiliare del 11 Marzo 1975. Per cercare di orientare il bilancio verso il pareggio nonostante previsioni di spese più che raddoppiate rispetto all’anno precedente a causa di arretrati sugli stipendi e maggiori oneri dovuti alla società esattrice delle imposte (Macchi di Cimbro), occorre ottenere qualche economia, “nella speranza che l’attuale congiuntura avversa che travaglia il Paese si risolva in breve tempo”. Per potere finanziare le spese pubbliche indispensabili, Bragato propone di diminuire la spesa di raccolta rifiuti da 11 a 8 milioni cessando di fornire i sacchi di plastica gratuitamente, addebitandone il costo di acquisto agli utenti. I 3 milioni risparmiati potrebbero servire a copertura di interessi di un mutuo di 25 milioni per finanziare opere di fognatura. L’indennità di carica del sindaco resta immutata a £ 180.000 annue.

Referendum Popolare del 12 Maggio 1974 Elettori iscritti 1,408, votanti 1.296 (92 %) Sì, 455; No, 800.

Vicende cittadine Tra il 1973 e il 1974 hanno luogo molte riunioni consiliari per studiare la fornitura di gas metano. Il 143

14 Gennaio 1974 il Consiglio Comunale conferma l’istituzione, con diritto di privativa, del servizio di distribuzione, e ne approva il regolamento.

Purtroppo, nel 1974, un grave delitto, un tragico evento, venne a gettare in un lutto senza fine una industriosa famiglia e a turbare la tranquillità del nostro Comune. Nel pomeriggio del 14 Ottobre, mentre tornava da scuola, fu rapito Emanuele Riboli, appartenente ad una famiglia di industriali carrozzieri. Nonostante il pagamento di un riscatto chiesto dai sequestratori, il giovane non fu restituito ai suoi cari. Di lui non si seppe più nulla. Fu così tolto ai suoi famigliari anche l’estremo conforto di potere portare un fiore sulla sua tomba.

Elezioni amministrative del 15 Giugno 1975 Elettori iscritti, 1612, votanti 1493 (92,6 %)

Elezioni comunali Furono presentate 4 liste, che ottennero i seguenti voti: Lista n° 1, 395; lista n° 2, 174; lista n°3, 496; lista n° 4, 92. Risultarono eletti 12 consiglieri della lista n° 3 e tre della lista n° 2.

Elezioni per il Consiglio Provinciale voti validi 1378, così ripartiti: Partito Comunista, 429; Democrazia Cristiana, 414; Partito Socialista, 248: Socialismo, 165; Movimento Sociale, 64; Partito Repubblicano, 33; Partito Liberale, 25.

Elezioni per il Consiglio Regionale voti validi 1392, così ripartiti: Democrazia Cristiana, 448; Partito Comunista, 428; Partito Socialista 270, Socialismo, 122; Movimento Sociale, 62; Partito Repubblicano, 29; Partito Liberale, 21; Democrazia Proletaria, 12.

Notevole è l’affermazione del Partito Comunista.

Il nuovo Consiglio Comunale è composto da: Alberto Balzarini, Camillo Martignoni, Lucio Cantù, Giancarlo Baratelli, Alberto Buzzetti, Bruno Palombi, Franco Lomazzi, Orlando Galli, Corrado Santini, Giordano Broggi, Bruno Nicora, Vincenzo Lemma, Mario Rivetta, Learco Bardelli, Anna Roncuzzi. Il 29 Giugno sono eletti: Sindaco Orlando Galli, assessore anziano Camillo Martignoni, assessore effettivo Alberto Bozzetti, assessori supplenti Corrado Santini e Lucio Cantù. La Giunta Municipale è nettamente orientata a sinistra. Il Sindaco Galli è iscritto al Partito Comunista ed è fortemente indottrinato. La minoranza consiliare è rappresentata da Mario Rivetta, Learco Bardelli e Anna Roncuzzi.

Differenze di gestione La precedente gestione comunale era stata orientata dalla Giunta presieduta da Silvio Zanzi verso programmi di ampio respiro, tesi a migliorare nettamente l’aspetto della città, le condizioni di studio dei bambini, l’efficienza e la razionalità dell’Amministrazione. Di questi sforzi e progetti fanno fede il nuovo edificio scolastico, i molteplici e perduranti lavori pubblici, il progetto di un nuovo edificio comunale. Invece, la gestione degli affari comunali da parte della nuova Giunta presieduta da Orlando Galli assume subito, e manterrà per tutta la durata del mandato, un atteggiamento più prudente e pragmatico. Inoltre, rispetto alle passate gestioni, Orlando Galli distribuisce ampiamente i compiti amministrativi con un certo numero di deleghe. Daniele Martignoni, assessore anziano, è delegato per gli Uffici di Stato civile e di Anagrafe, Lavori Pubblici, Edilizia pubblica e Finanze; Alberto Buzzetti è delegato per l’Urbanistica, viabilità ed edilizia privata; Corrado Santini per l’Istruzione Pubblica, cultura, sport, affari legali; Lucio Cantù per l’ecologia, igiene, sanità, assistenza e 144 beneficenza. Infine, mentre in precedenza in sede di Consiglio Comunale si era quasi sempre dato poco spazio alla politica, proprio la matrice politica del sindaco farà sentire il suo influsso. Tutti gli avvenimenti politici nazionali e internazionali più importanti e capaci di colpire l’opinione pubblica saranno oggetto di commenti in sede consiliare e di invii di vibranti telegrammi a nome dell’Amministrazione alla Presidenza della Repubblica, al Capo del Governo, ecc.,. Ne fanno testo le “Comunicazioni del sindaco” all’Ordine del Giorno del 10 Ottobre ’75. : Il sindaco ricorda ai presenti quanto è successo in Spagna con la fucilazione di “antifranchisti”e legge il testo del telegramma inviato al Presidente della Repubblica, On. Giovanni Leone: “ Giunta Municipale Buguggiate – Varese – interprete profondi sentimenti antifascisti popolazione chiede Vostro autorevole intervento presso Generale Franco affinché sentenza condanna morte contro patrioti spagnoli pronunciata da tribunale militare espressione feroce dittatura franchista non vengano eseguite et amico popolo spagnolo riacquisti libertà et democrazia, F.to il Sindaco Galli Orlando” Propone poi ai presenti di deliberare un ordine del giorno da inviare al Presidente del Consiglio Regionale ed a tutti i capigruppo regionali dei partiti dell’arco costituzionale, per denunciare la particolare grave situazione del Comune. La mancata concessione di mutui da parte di istituti bancari causa l’impossibilità di realizzare alcune opere pubbliche indispensabili, come il potenziamento delle risorse idriche e la costruzione della rete fognante. Alla fine della seduta Franco Lomazzi propone l’approvazione del seguente ordine del giorno: “Il Consiglio Comunale di Buguggiate,…..dopo ampio e approfondito esame della situazione civica, con particolare riferimento ai problemi dei rapporti sociali e dell’ordine pubblico: RILEVATO come tali problemi tendano ad assumere aspetti sempre più preoccupanti a causa del diffuso senso di perturbamento conseguente sia ai recenti fatti criminosi, sia all’insediamento incontrollato nella piccola comunità locale e nelle località viciniori di persone la cui presenza non appre giustificata né da ragioni di lavoro né da altri motivi apprezzabili….. RILEVATO altresì che il Comune non dispone, né può disporre di adeguati strumenti per far fronte ai complessi e delicati problemi che tali presenze comportano, o quantomeno contribuiscono a rendere più acuti, FA VOTI perché le competenti Autorità…….operino una vasta ed approfondita azione tendente ad eliminare una situazione di disagio e di preoccupazione ormai diffusa in tutta la popolazione e si astengano altresì dall’assegnare al Comune persone colpite da provvedimenti di polizia per l’accertata loro pericolosità.

Entrambi gli ordini del giorno sono approvati all’unanimità

E qui, occorre creare una parentesi sui fattacci. Il 29 Gennaio ’76 il Sindaco deplorava la situazione dell’ordine pubblico. “oggetto di riprovevoli fatti, quali taglio di gomme delle auto degli amministratori, sparatorie notturne,…”. Bisogna rassicurare i cittadini. La Autorità superiori hanno promesso iniziative a tale riguardo e l’aumento dell’organico dei Carabinieri ad Azzate Tra Aprile e Maggio’76, Galli invia una lettera a tutti i consiglieri confermando un’assemblea popolare, nella quale esprimere solidarietà al Garbui.

Il 13 Maggio ’76 si ritorna sull’ordine pubblico. L’on. Zamberletti l ha informato il Sindaco che alla Stazione Carabinieri di Azzate sarà assegnata un’autovettura munita di radiotelefono. Il Sindaco deplora ancora l’episodio di violenza avvenuto al “Garbui”. Anche il 16 Novembre deplora episodi di violenza avvenuti negli ultimi giorni in zone circostanti e soprattutto su un fatto del quale hanno parlato i giornali

Fine del Consorzio di Segreteria 145

La sempre aumentante attività amministrativa richiede l’apporto giornaliero a tempo peno di un segretario comunale. Il Comune di Azzate, consorziato, non accetta una ripartizione diversa delle presenze fra i tre Comuni. E’ dunque necessario, con decorrenza 1 Febbraio 1976, ricorrere allo scioglimento del Consorzio di Segreteria. Se ne discute in sede consiliare l’11 Dicembre ’75. Mario Rivetta chiede quale potrà essere l’onere per il Comune e se non sia il caso o di insistere con Azzate per modificare la ripartizione, oppure di cercare un consorzio con un altro Comune. Corrado Santini ribadisce la necessità del tempo pieno e precisa che la spesa sarà di poco superiore a quell’attuale, poiché la Prefettura assegnerà un segretario con qualifica inferiore. Deliberato lo scioglimento con 10 voti favorevoli e 3 contrari. La Prefettura convaliderà lo scioglimento in data 10 Marzo 1976.

Attività del 1976 Provvedimenti del Sindaco: - protesta presso la Giunta Regionale perché da un contributo erogato alla Provincia di £.168.824.700 per la Pubblica istruzione, soltanto £ 1.710.000 sono state assegnate a Buguggiate; - richiesta di contributo di 250 milioni al Ministero della Pubblica Istruzione, a valere su uno stanziamento di 2 mila miliardi per l’edilizia scolastica, per l’ampliamento del plesso scolastico (già tre classi sono sistemate nello scantinato)) e la costruzione della palestra. Il 26 Febbraio il Consiglio Comunale apprende che la richiesta è stata accolta ottenendo un contributo di 150 milioni.

Due provvedimenti importanti per gli sviluppi futuri. Si delibera di ratificare due assunzioni di impegno finanziario prese della Giunta, una relativa alla costruzione di una nuova scuola materna, e l’altra per l’istituzione di una Sezione staccata di Scuola Media nel Comune. Per il momento si pensa di sistemarne le tre classi nei locali dell’Oratorio.

In sedute consiliari successive inizia la discussione sul testo del Piano Generale Regolatore (PRG) e relativo Regolamento. La bozza che sarà approvata sarà ulteriormente discussa con le categorie interessate, con i sindacati e con la cittadinanza.

All’inizio dell’estate ci si rende conto che, per cause imprecisate, il pozzo in località Bergora si è impoverito e l’acqua scarseggia. Si tampona la situazione acquistando acqua dal comune di Azzate Alla fine di Novembre si dà inizio alla trivellazione di un pozzo artesiano tra le odierne viale XXV Aprile e via Indipendenza. Entrerà in funzione verso la fine del 1977.

Sono stati rilevati numerosi abusi e modifiche arbitrarie in costruzioni edilizie private tra gli anni ’70 e ’75. Pertanto, si nomina una commissione formata da Alberto Balzarini e Franco Lomazzo per la maggioranza e Mario Rivetta per la minoranza. Coadiuvata dall’ing. Mario Gervasini, essa avrà il compito di controllare quali costruzioni siano state eseguite non in conformità con i nulla-osta ottenuti.

La Regione approva il progetto generale esecutivo per la rete fognaria, £ 247.500.000, autorizzando un mutuo ventennale con la Cassa di Risparmio, al quale la Regione parteciperà versando una quota di interessi del 5%. Il Consiglio Comunale approva il progetto di massima per estensione e completamento della rete viaria di illuminazione, chiedendo contributo regionale sull’importo previsto di £ 38.160.000.

In sede di approvazione del bilancio preventivo 1976, si discute poco di bilancio e si parla molto, ancora una volta, di politica. Il Sindaco illustra il momento difficile di lunga crisi economica, di attacchi selvaggi all’occupazione, di troppe fabbriche in mano a capitale straniero. Il vuoto di potere determinato dalle dimissioni del Governo”accentua in modo esasperante la situazione, tanto da 146 ritenere possibile ogni soluzione, anche la più reazionaria”. Occorre la massima vigilanza popolare perché si provveda ad un programma che salvi l’economia e l’occupazione; bisogna che vi sia una “volontà politica di fare uscire l’Italia dal marasma economico-politico-sociale e morale; che non vi siano elezioni politiche anticipate con conseguente lunghissimo vuoto di potere, con assalti alla stabilità della Lira e immobilismo nella concessione di contributi finanziari”. La situazione degli Enti locali è disastrosa. La cosiddetta riforma tributaria ha ridotto le entrate proprie degli Enti, e quelle sostitutive sono insufficienti. I Comuni sono autorizzati a stipulare mutui per rimediare allo squilibrio fra mezzi e compiti, ma la Cassa Depositi e Prestiti deve ancora erogare mutui degli anni ’71 –’72 e ’73. Questa situazione fa sì che il Comune non ha altra alternativa se non l’indebitamento per fare fronte alle esigenze: acqua, fognature, scuola materna ed elementare, strade, illuminazione, edilizia economica e popolare. Riducendo all’osso le esigenze, da un previsto deficit di 60 milioni si può ridurlo a 9 milioni.

Si disdice il contratto di affitto dell'Ufficio Poste destinando il locale che occupa ad Ufficio Tecnico. La Giunta concede ad Enti, Associazioni e Partiti politici l'uso dei locali delle Scuole elementari. Viene estesa l'illuminazione pubblica alle Vie Monterosa ed Indipendenza, con il contributo del 50 % a carico degli abitanti.

Si dà inizio ai corsi di attività parascolastiche integrative. Su indicazioni del Consiglio interclasse (docenti e rappresentanti dei genitori) si decide lo svolgimento pomeridiano di martedì e di venerdì per due mesi dei Corsi di : - educazione fisica, - attività espressiva e drammatizzazione, - lingua inglese, - corso di sostegno.

Comune e Parrocchia raccolsero £ 1.261.800 a favore dei terremotati nel Friuli, destinandole al Comune di Trasaghis, martoriato dalla terribile calamità.

Si dispone un rilievo aerofotogrammetrico di tutto il territorio comunale.

Al Ministero degli Interni, Direzione Generale Amministrativa del Genio Civile si invia una richiesta di contributo straordinario di 10 milioni per potere rimediare ai danni arrecati a strade e abitazioni dai violenti nubrifagi nei giorni 18, 19 e 29 – 30 Agosto. Dallo stanziamento regionale di un miliardo per ripristino urgente dei danni recati da alluvioni, al nostro Comune giunge soltanto un milione per lavori di ripristino di un tratto franato in via Piave..

Elezioni Politiche del 19 giugno 1976 Per la prima volta funzionano tre sezioni Elezioni per il Senato Elettori iscritti 1434, votanti 1370 (95,5 %) Risultati: Democrazia Cristiana, voti 517; Partito Comunista,, 428; Partito Socialista, 192; Partito Socialista Democratico, 48; Partito Repubblicano, 46; Movimento Sociale 45; Partito Socialista di Democrazia Proletaria, 18, Partito Liberale , 13; Partito Radicale 13.

Camera dei Deputati Elettori iscritti 1657, votanti 1576 (95,1 % ) Risultati: Democrazia Cristiana, voti 578; Partito Comunista, 504; Partito Socialista, 215; Partito Socialista Democratico, 59; Partito Repubblicano, 50; Movimento Sociale, 46; Partito Socialista di Democrazia Proletaria, 37; Partito Liberale, 18; Partito Radicale, 16. Il Partito più votato per entrambe le Assemblee fu la Democrazia Cristiana, ma il Partito Comunista dimostrò una forte tenuta. I risultati complessivi non si discostarono apprezzabilmente da quelli delle precedenti elezioni politiche del 7 Maggio 1972. 147

Bilancio preventivo 1977 Lo si approva in Consiglio Comunale il 10 Febbraio 1977. Il Sindaco Galli ricorda la grave crisi economica in atto… . Come da impegno politico preso, il bilancio preventivo è già stato discusso in un’assemblea popolare. Purtroppo le entrate sono sempre le stesse, mentre sono sempre in aumento le spese urgenti a carattere obbligatorio. Basti pensare che sono stati previsti solamente 15 milioni di spese facoltative. Da ciò si deduce che se si vuole fare fronte almeno alle spese inderogabili, bisogna indebitarsi. Di fronte alla diminuzione delle entrate, non basta assicurare la sopravvivenza dei Comuni, perché in tal modo si bloccano le attività, creando tensioni e malumori, che talvolta esplodono in modo drammatico, come successe l’estate scorsa quando mancò l’acqua e non c’erano fondi per cercare nuove fonti, e anche ultimamente, quando non eravamo in grado di assumere e pagare operai per lo sgombero della neve. Detto ciò, è approvato un bilancio di previsione con un deficit di £ 43.259.795, da coprire con un incremento di £ 500.000 della tassa sui cani, e il resto con un mutuo con la Cassa depositi e Prestiti. Sarà chiesto, e ottenuto, un mutuo di £ 35.960.000 a copertura del disavanzo.

Problemi scolastici Scuola elementare Nell’anno scolastico 1976/77, 60 bambini frequentavano l’Asilo, 240 la Scuola Elementare suddivisi in 11 classi di tre sezioni, e 125 la Scuola Media consortile di Azzate. A parte la precarietà di alcune aule, le classi elementari presentavano anche problemi di sovraffollamento . Infatti, il 16 Maggio 1977 ventisei genitori scrivevano al Sindaco per lamentare che le terze classi A e B erano composte da 28 alunni, contrariamente a quanto disposto dalle normative. Tale numero non consentiva un normale espletamento delle attività didattiche. Pertanto si invitava a prendere gli opportuni provvedimenti per ritornare a normale situazione. Il Sindaco rispondeva che occorreva trovare una soluzione e chiedeva anche alla Direzione Didattica di Azzate di dare, al momento dell’accettazione delle iscrizioni, precedenza agli alunni iscritti all’anagrafe del Comune. Questo concetto era ribadito in una seconda lettera agli stessi destinatari, nella quale si sottolineava lo sforzo enorme dell’Amministrazione comunale per assicurare la disponibilità di aule per la Scuola Elementare, con spese sottratte ad altre opere pubbliche necessarie. Successivamente, la Direzione Didattica chiedeva al Comune se, nell’eventualità di ampliamento dell’organico dei posti di insegnante elementare per l’anno 1977/78 si potesse contare su un’aula in più. Il Comune garantiva la disponibilità di un’altra aula, completa di mobilio e di attrezzature, presso l’edificio parrocchiale. Scuola materna Da tempo si pensava di edificare una nuova Scuola Materna e si era pensato di situarla accanto al campo sportivo di Via Giovanni XXIII°. Tuttavia, quando la Giunta Municipale decise che l’ Asilo, gestito dall’ECA, offriva locali inadeguati ed ormai insufficienti, la futura sede fu cambiata.. Acquistato il terreno, fu dato incarico all’arch. Carlo Segre di preparare un progetto di massima, che previde una spesa di £ 243.260.000, per le quali fu richiesto contributo al Ministero della Pubblica Istruzione. Scuola Media Alla fine di Gennaio 1977 un Consiglio interclassi per le 4a e 5a elementari propose di istituire una sezione staccata di Scuola Media nel Comune, ottenendo risposta favorevole dal Sindaco, che tuttavia prospettò un lungo iter burocratico. In Marzo il Consiglio Comunale delibera in tal senso e parte la richiesta al Provveditorato per gli Studi di Varese, che il 28 Luglio fa sapere esserci già in corso un benestare del Ministero della Pubblica Istruzione.

In una seduta del Consiglio Direttivo del Consorzio Scuola Media in Azzate, il Comune di 148

Buguggiate manifesta l’intendimento di recedere dal Consorzio per istituire una sezione staccata. Il Consiglio esprime parere favorevole , continuando fino a costituzione della sezione staccata a ritenere il Comune di Buguggiate partecipante al Consorzio, purché esso provveda a rimborsare parte delle spese di gestione per la quota riferita al numero di ragazzi di Buguggiate frequentanti la Scuola Media in Azzate. Il nostro Comune accetta, anzi, tenendo presente che la Sezione staccata è per ora limitata soltanto alla 1a classe, comunica la sua intenzione di uscire dal Consorzio soltanto quando la nuova Sezione sarà completata con le altre due classi.

Il Provveditorato agli Studi di Varese assegna la sezione staccata alla Scuola Media “ Anna Frank” di Varese. La 1a classe, con due sezioni, comincerà a funzionare con l’anno scolastico 1977/78 in 3 locali più servizi e uso di palestra presi in affitto presso l’edificio parrocchiale.

Attività amministrative nel 1978 Un confronto fra le autorizzazioni e le licenze di esercizio rilasciate alla fine del 1976 e del 1977 consente di rilevare una contrazione nel loro numero. Si può notare: la scomparsa dell’unica drogheria, di una trattoria, di un bar e di un negozio di alimentari. Probabilmente è l’inizio di una progressiva scomparsa di piccoli esercizi.

Dopo la lettura ed approvazione di una mozione che condanna la scarcerazione di elementi fascisti ed ”esprime delusione, viva preoccupazione e vibrata protesta per l’assoluta mancanza di volontà da parte dei pubblici poteri di fare rispettare il dettato costituzionale”, il Consiglio Comunale nella seduta del 28 Gennaio 1978 approva un Regolamento di Polizia Amministrativa (una nuova Legge affidava tale compito agli Enti locali) e nomina Consigliere incaricato a questo Servizio Camillo Martignoni. Contemporaneamente, a parziale copertura del deficit comunale, si approva l’aumento del 100 % delle imposte sui cani, sulla pubblicità, sull’occupazione di spazi ed aree pubblici e del 25,93 % sull’imposta di raccolta e trasporto rifiuti urbani. Inoltre, non avendo la Snam Agip s.p.a. provveduto ad installare la rete di trasporto metano entro i temini fissati in una convenzione stipulata il 4/1/1974, si decide di affidare il servizio alla Soc. Metanifera Prealpina s.r.l. Una delibera di Giunta del 26 Gennaio fissa in 29 anni la durata di tale concessione.

Il bilancio preventivo 1978 è approvato il 30 Marzo. E’ molto ristretto a causa delle scarse risorse finanziarie e prevede un passivo di £. 35.007.859. La minoranza esprime voto contrario.

Il 17 Aprile si provvede all’acquisto di un orologio per la torre campanaria della Chiesa Parrocchiale, stanziando 1 milione di Lire e con un contributo di altre 600.000 da parte di privati

Trentasette cittadini firmano il 9 Maggio una petizione al Sindaco, nella quale, dicendo di essere venuti a conoscenza dell’intenzione di disattivare il lavatoio pubblico “Ravasa”, chiedono di soprassedere data la sua utilità specialmente per molte massaie. Il Sindaco risponde di non sapere chi abbia messo in giro tale diceria, non essendo mai stata discussa tale eventualità: Anzi il Comune, soltanto se avesse i mezzi finanziari necessari, vorrebbe renderlo più decente e più funzionale.

Il Consiglio Comunale nella seduta del 27 Giugno delibera che la piazza denominata abitualmente “Piazza del Comune” sia intitolata “ Piazza Aldo Moro e Caduti del 16 Marzo” volendo così onorare la memoria del grande Statista barbaramente trucidato ed il sacrificio della scorta nell’eccidio di via Fani a Roma. 149

Il 21 Agosto apre la nuova farmacia “rurale”. Il 31 dello stesso mese si approva un contratto per la costruzione di altre quattro aule e di una palestra nel plesso scolastico. La spesa prevista è di 150 milioni, finanziati in parte con 90 milioni concessi dalla Regione

Per l’anno scolastico 1978/79 occorre affittare altri tre locali più servizi presso la Casa Parrocchiale per ospitare le seconde classi medie, e provvedere anche agli acquisti dei relativi arredi scolastici.

La morte del consigliere Vincenzo Lemma il 19 Luglio e le dimissioni del consigliere Alberto Balzarini il 2 Ottobre, per ragioni di lavoro, lasciano il Consiglio Comunale composto da 13 elementi.

La Prefettura di Varese risponde negativamente il 31 Ottobre ad una richiesta di provvedere alla sistemazione del torrente Valciasca per evitare inquinamento delle acque del lago ed esondazioni sulla strada provinciale sud-lacuale. Infatti, l’Amministrazione Provinciale fa conoscere: - 1) l’inquinamento delle acque del torrente è da addebitare al Comune; - 2) non essendo il torrente classificato come “acqua pubblica , vigono le norme seguenti: a) le eventuali opere di regolamentazione spettano al Genio Civile; – b) le operazioni periodiche di pulizia spettano ai frontisti, ciascuno per l’estensione del proprio fronte, mentre all’ Amministrazione Provinciale spetta la pulizia dell’attraversamento della provinciale (sempre inutilmente effettuato se non si pulisce l’alveo a valle affinché le acque possano defluire nel lago); – c) mancando , come in questo caso, la pulizia da parte dei privati, è il Comune a dovere provvedere, direttamente o con azione coercitiva sui privati.

Popolazione residente al 31 Dicembre 1978 : 2.708.

Referendum popolari del 11 Giugno 1978 Argomenti : il finanziamento ai Partiti e l’ordine pubblico. Elettori iscritti1814, votanti 1587 (87,4 % ).

Favorevoli alla partecipazione dello Stato nel finanziamento dei Partiti 683, contrari 787. Contrari ai quesiti esposti sull’ordine pubblico 1151, favorevoli 326.

Autorizzazioni di Polizia Amministrativa In seguito al decentramento di pratiche di polizia amministrativa, cominciano a comparire agli atti, e continueranno fino ai nostri giorni, richieste ed autorizzazioni per festeggiamenti nell’ambito del Comune. Così, ogni anno, saranno celebrate feste dei vari Partiti, la “Festa del Cacciatore”, la “Festa del Circolo”, la “Festa degli Anziani” ecc.,.

A conoscenza che alla Commissione Regionale è stata presentata 1l 13 Maggio 1978 una domanda per l’apertura di un supermercato in Azzate, la Commissione Intercomunale di Azzate e l’Unione Commerciale di Varese invitano i sindaci dei Comuni rappresentati nella stessa Commissione ad esprimere parere negativo, sia per la mancanza di un Piano regionale che preveda insediamenti di questo tipo in Azzate, sia per gli scompensi sociali ed economici che ne deriverebbero alle categorie interessate. Si propone l’invio di un telegramma all’Assessore Regionale Presidente della Commissione Regionale per il Commercio, chiedendo che la domanda sia respinta e che decisioni che investono ampie zone di utenza siano assunte previa consultazioni di tutti i Comuni interessati. Aderiscono i Comuni di Azzate, Bodio Lomnago, Brunello, Buguggiate, Castronno, Daverio, Galliate Lombardo,. Gazzada-Schianno e Morazzone.

Il Comune nel 1979 150

Ancora una volta Orlando Galli eleva la sua protesta. Questa volta deplora “con lunga e scoraggiante analisi” la fuga del neofascista Ventura dal soggiorno obbligato di Catanzaro. Ritiene che, insieme con quella precedente di Freda, la fuga sia “un vergognoso e scandaloso oltraggio alla memoria delle vittime della strage di Piazza Fontana, del popolo italiano e delle istituzioni democratiche”,. Conclude dichiarando che non è possibile accettare i fatti accaduti e propone al Consiglio Comunale di inviare telegrammi alle massime autorità dello Stato per un loro eventuale intervento. Proposta accolta all’unanimità il18 Gennaio 1979.

Il 28 Febbraio si passa all’esame e all’approvazione del Bilancio Preventivo per l’anno in corso, con un disavanzo di £ 26.188.560. da trasferire a carico dello Stato. Saranno stipulati due mutui: 100 milioni per aule e palestra della scuola elementare, (con la Cassa di Risparmio, estinguibile in 15 anni, tasso d’interesse 15 %) e 60 milioni per la sistemazione di strade (con la Cassa Depositi e Prestiti, estinguibile in 35 anni, tasso d’interesse 9 %). Voto contrario della minoranza che non condivide né il Bilancio di previsione, né la ripartizione dei mutui.

Attualmente i dipendenti comunali, escluso il Segretario, sono 9: 4 amministrativi, 1 tecnico, 2 operai e due ausiliari. Consentendolo la legge, si decide l’assunzione di un vigile urbano, uno stradino, un bidello/necroforo stradino.

Costretto dalla penuria di liquidità, il povero Sindaco Galli cerca tutte le strade per migliorare lo stato degli uffici comunali. Infatti, agli atti è una sua lettera del 21 Aprile ’79, con la quale inoltra istanza alla Cassa di Risparmio . Direzione generale di Milano, per ottenere attrezzature d’ufficio. Fa presente: - che l’edificio comunale ha oltre 60 anni; - che in pochi locali deve ospitare anche l’Ufficio Postale e l’ambulatorio; - che non esiste una sala consiliare; - che le suppellettili degli uffici sono in pessimo stato d’uso. Tutto ciò “a causa di annosa mancanza di disponibilità per opere straordinarie”. Nel frattempo, continuano le sue recriminazioni politiche all’inizio di sedute consiliari. Una volta (6 Settembre) esprime sdegno “per la vergognosa scarcerazione dell’ex Ministro Mario Tanassi”, ritenuto colpevole di corruzione nello scandalo Lockeed, un’altra volta se la prende con il Governo (6 Dicembre) .In quest’ultima occasione richiama tutti a una seria riflessione qualsiasi siano le opinioni politiche individuali. Non è possibile chiudere gli occhi davanti ai gravi problemi del Paese. Da due mesi i sindacati aspettano un incontro con il Governo che non governa. …”fisco, casa, occupazione giovani, ecc., NON SONO PROBLEMI…” . Cinque anni fa, eravamo… ”come Ente locale, in pessime condizioni. Siamo oggi in condizioni peggiori. Come faremo bilancio ?……però: Governo e classe dirigente pensa e fa perdere tempo per i missili. Dovremo spendere 400 miliardi.”…. Non bastava lo scandalo Lockeed per svergognare questa classe dirigente, adesso c’è lo scandalo ENI. “ ….giacché siamo tanto ricchi di “greggio” andiamo a perdere 10 milioni di tonnellate per tangenti pagate – e se non pagate – dovranno essere pagate anche se non riceveremo il petrolio e sono 140 miliardi (al confronto Tanassi è un angioletto). Tutto ciò perché, occorre dirlo, abbiamo un governo che si sta dimostrando irresponsabile ed incapace di difendere gli interessi nazionali…” “Per questo diciamo che non c’è alcuna differenza con quella classe dirigente….. che esaltava i valori della Patria, i colli fatidici di Roma e poi mandavano NOI al macello con carri armati di latta e scarponi di cartone. Allora, però, non c’erano banche svizzere pronte a ricevere il denaro sporco”.

Il crescente volume di pratiche amministrative da sbrigare e le ristrettezze finanziarie comunali che limitano le possibilità di assunzione di personale obbligano all’impiego di molte ore straordinarie. Il Comitato Regionale di Controllo (Coreco) richiede chiarimenti integrativi, e il Sindaco sbotta, scrivendo a margine: “Questi rompono veramente…”. 151

La Giunta Municipale esamina ed approva la bozza del Piano Regolatore Generale (PRG) il 4 Ottobre, deliberando di presentarlo al Consiglio Comunale e di dare inizio a consultazioni con le categorie interessate.

Una curiosità. Il Sindaco scrive a Lucio Cantù., Giordano Broggi e Giancrlo Baratelli che la Giunta vorrebbe incontrarli per conoscere la loro attività come membri del Comitato Sanitario di zona e la funzionalità dello stesso. In calce alla lettera data 18 Maggio, evidentemente tempo dopo, è scritto a mano: “Nadia, fare sollecito perché non rispondono. Galli”e ancora “8-9 Ovviamente nessuno ha risposto. Galli”.

Elezioni politiche e per il Parlamento Europeo del 10 Maggio 1979 Elettori iscritti per la Camera dei Deputati e per il Parlamento Europeo, 1901

Parlamento Europeo Votanti 1680 (88,3 %) Risultati. Voti: Democrazia Cristiana, 552; Partito Comunista, 416; Partito Socialista 259; Partito Liberale, 99; Partito Radicale, 80; Partito Socialista Democratico, 77; Partito Repubblicano, 47; Movimento Sociale, 45; Partito Democratico di Unità Proletaria, 18; Democrazia Proletaria, 11; Democrazia Nazionale, 10.

Le maggiori preferenze a Giancarlo Paletta (PCI), Sergio Pinin Farina (PLI) e Benito Zaccagnini (DC).

Camera dei Deputati Votanti 1785 (93,9 %) Risultati. Voti: Democrazia Cristiana, 623; Partito Comunista, 483; Partito Socialista, 252; Partito Socialista Democratico, 83; Partito Radicale, 72; Partito Repubblicano, 52; Movimento Sociale, 48; Partito Liberale, 42; Partito Democratico di Unità Proletaria, 24; Democrazia Nazionale, 13; Nuova Sinistra Unita, 6.

L e maggiori preferenze a Giuseppe Zamberletti, Luigi Galli e Paolo Caccia, tutti DC:

Senato Elettori iscritti, 1638, votanti 1547 (94, 4 %) Risultati: Voti ai rappresentanti dei partiti: Democrazia Cristiana, 544; Partito Comunista, 432; Partito Socialista, 226; Partito Socialista Democratico, 72; Partito Repubblicano, 46; Partito Liberale, 45; Movimento Sociale, 42; Partito Radicale, 39; Democrazia Nazionale, 9; Nuova Sinistra Unita, 3.

In complesso, la solita elevata affluenza di elettori e risultati che non si discostano da quelli delle due precedenti tornate di elezioni politiche.

Scuole e palestra Nell’anno scolastico1978/79, una riorganizzazione stabilita dal Provveditorato per gli Studi di Varese elimina la Direzione Didattica di Azzate e crea il Distretto Scolastico N° 5 di Gazzada, dal quale dipende la scuola elementare del nostro Comune. Oltre a fornire tutto il materiale didattico, il Comune provvede a distribuire gratuitamente libri di testo scolastici ai fanciulli di famiglie, il reddito delle quali è sotto un determinato livello. Per esempio, una fattura del “Bazar” di Giusepppina Ferrario elenca: 22 letture I, 25 letture II, 38 letture III, 31 letture IV, 34 sussidiari V, per un totale di 855.444 Lire. 152

In questo anno scolastico, 64 bambini frequentano la Scuola Materna, 242 l’Elementare e 121 quella Media inferiore, in parte ancora in 6 ambienti/aula nell’edificio parrocchiale. Da fine Ottobre ‘78 è possibile fruire della palestra.

A tale proposito, già dai primi giorni il Sindaco raccomanda alla Preside della Scuola Media “Anna Frank” di Varese di impartire disposizioni agli insegnanti di Educazione Fisica affinché sorveglino che gli alunni usino scarpe da ginnastica, per evitare danni alla speciale pavimentazione, e non sporchino gli ambienti, come già si è verificato, con cartacce, gomme americane e mozziconi di sigarette. La Preside risponde di avere subito avvertito gli insegnanti e da questo avvertimento nasce un caso di conflitto. Comincia il Segretario Comunale, dott. Pietro Scotti, con un esposto al Sindaco: “Verso le ore 10 del 6.11.79 sono entrati nel mio ufficio un uomo e una donna che, senza qualificarsi, hanno iniziato a contestare un presunto operato del Comune in merito alle loro prestazioni professionali. Arrivato a capire trattarsi di due insegnanti di Educazione Fisica, ho cercato di spiegare loro a fatica che l’Amministrazione Comunale ha un preciso rapporto con la Presidenza della Scuola e non con i singoli insegnanti, e che unico intento dell’amministrazione è garantire un uso corretto della palestra e non quello di sindacare l’operato professionale degli insegnanti di Educazione Fisica. Niente da fare. Ero accusato di essere stato promotore ed esecutore di telefonate provocatorie ed intimidatorie nei loro confronti. E, per finire, i due signori “hanno preso dello sporco raccolto negli spogliatoi della Palestra (sporco legato ai lavori dell’impresa Scremin) e l’hanno rovesciato gridando, e minacciato provvedimenti di inagibilità della Palestra”. “Mentre mi accingevo a chiamare a testimoni le impiegate degli uffici comunali, i due insegnanti di ginnastica” si allontanavano profferendo minacce.

L’episodio e l’esposto del Segretario provocarono una comunicazione del Sindaco alla Preside della Scuola Media. Si imputava la responsabilità di un deterioramento della situazione locale a menzogne sull’uso della palestra addebitabili a Vincenzo Cardelli, insegnante di Educazione Fisica. Tali falsità avevano fatto credere alla comunità che il mancato uso della palestra fosse da addebitare all’Amministrazione, tanto più constatando che alcuni bambini si erano ammalati perché costretti dagli insegnanti a fare ginnastica all’aperto mentre la palestra era agibile dal 10 Ottobre. Tenendo conto del resoconto del Segretario comunale e delle proteste dei genitori, si chiedeva alle Autorità scolastiche competenti provvedimenti intesi a ristabilire la normalità, eliminando ostacoli e posizioni soggettive. Contemporaneamente fu emesso un comunicato ai genitori degli studenti della Scuola Media e a tutta la cittadinanza nel quale si ribadiva che la palestra era disponibile dal 10 Ottobre e che il mancato suo utilizzo era da considerarsi ingiustificato.

Intanto, un verbale del Distretto Scolastico di Gazzada programmava che la Sezione staccata di Scuola Media di Buguggiate diventasse sezione Staccata della Scuola Media consortile di Azzate. A nome della Giunta, il Sindaco richiedeva la sospensione di ogni atto inteso a rendere esecutivo il provvedimento, senza darne prima comunicazione all’Amministrazione Comunale interessata. Fra l’altro, il passaggio ad Azzate avrebbe significato l’assunzione di quota parte dei costi di acquisto del terreno e della costruzione dell’edificio di una nuova Scuola Media

Problemi dell’acquedotto Due relazioni , una dell’Ufficio tecnico comunale, l’altra dello Studio Pilati-Gervasini di Varese, mettono in luce le carenze della rete di distribuzione idrica, fonti di continue lamentele 153 specialmente durante i mesi caldi. I due pozzi Belgora (portata 5-6 l/s) e Indipendenza (portata 10 l/s) sarebbero in grado di assicurare l’erogazione di un quantitativo d’acqua giornaliero sufficiente anche nel periodo estivo,. Inoltre, un collegamento a due vie con l’acquedotto di Azzate può garantire la portata d’acqua necessaria a pagamento (72 Lire/mc) in caso di problemi ad uno dei due pozzi. Gli inconvenienti lamentati dalla popolazione dipendono da due limitazioni. La prima è la capacità del bacino di raccolta, pari a un terzo del fabbisogno giornaliero, insufficiente a garantire sia l’erogazione tutto il giorno, sia la compensazione in rete. La seconda è costituita dall’insufficiente portata della rete distributiva, vecchia di 50 anni, basata su tubazioni di 70 mm. che dovrebbero essere completamente sostituite con altre di diametro maggiore. Infatti, afferma la relazione Pilati-Gervasini, esiste una situazione paradossale. L’acqua ci sarebbe, ma non viene consumata perché non si riesce a farla arrivare agli utenti, e così nascono le carenze estive.

Il problema metano In virtù della convenzione fissata, dal 1976 in poi, la Società Metanifera Prealpina ha continuato a posare tubazioni per l’erogazione di gas metano, ma ancora, a fine 1979, non ne è stato distribuito un solo metro cubo. La ragione di ciò è il continuo tergiversare della ditta fornitrice, la SNAM, che ai continui solleciti del Comune e della Metanifera risponde, tra ’77 e ’79, con scuse tipo: “….si è ben lontani, anzi più lontano che mai, da quella normalizzazione dei prezzi che…..può costituire la sola premessa per l’estensione del servizio a nuove aree geografiche. Per il momento, e prevedibilmente per un certo periodo di anni futuri, i nostri sforzi rimangono limitati……” a mantenere i contratti attualmente in vigore; oppure “….impossibile accogliere la richiesta di allacciamento in quanto l’attuale situazione caratterizzata da domanda invernale di gas superiore alle disponibilità non consente nuovi allacciamenti civili”. Forse, sotto sotto, c’era una rivalsa della SNAM per averle il Comune tolta la concessione nel 1974 per affidarla alla Metanifera Prealpina. Infatti gli abitanti di Via Erbamolle residenti nel Comune di Azzate, e quelli di Castronno, Gazzada e Brunello stavano ricevendo il metano dalla SNAM.

La crisi in Comune del 1980 All’inizio della seduta consiliare del 7 gennaio 1980 il Sindaco Oreste Galli annuncia le proprie dimissioni, dovute al mancato accordo con la componente socialista del Gruppo di maggioranza su determinati punti del Piano Regolatore Generale. Il Consiglio ne prende atto. In un successivo Consiglio straordinario, accogliendo l’invito di tutti i membri della maggioranza, Galli accetta di ritirare le dimissioni essendo stata superata la crisi e ritornata l’unità di intenti, confermata anche dalla lettura di una comunicazione di Corrado Santini che gli conferma la fiducia dei socialisti e la loro approvazione del PRG. Nel proseguimento della stessa seduta, il Consiglio accetta in gran parte un ordine del giorno preparato dalla Lega per le Autonomie locali. Esso denuncia il ritardo del Ministero degli Interni nell’erogare le somme per ripianare i bilanci provinciali e comunali. Ciò crea difficoltà di Tesoreria e progressivi indebitamenti per fronteggiare esigenze di cassa. Osserva che il rifiuto del Governo a stralciare dalla Legge Finanziaria le norme per la finanza locale 1980 costringerà ad arrivare alle prossime elezioni senza approvazione dei bilanci, con blocco totale delle spese. Chiede pertanto: - un provvedimento stralcio che consenta di predisporre i bilanci; - che il volume delle entrate tenga conto del tasso di inflazione dell’ultimo anno; - una tempestiva erogazione delle quote; - e che sia consentito di ricorrere anche ai mercati finanziari per gli investimenti.

Con atto n° 12 del 8 Febbraio 1980 entra in vigore il Piano Regolatore Generale, successivamente pubblicato sul F.A.L. n° 642 del 21 Giugno 1980. 154

Il 29 Febbraio, a causa di precarie condizioni di salute, Alberto Bozzetti rassegna le dimissioni da consigliere.

Con delibera consiliare del 21 Aprile 1980 è istituita la Biblioteca Civica.

Elezioni amministrative del 8 Giugno 1980 Elettori iscritti 1963, votanti 1849 (94, 1 %) Elezioni comunali Furono presentate due liste: N° 1, PCI- PSI-Indipendenti e N° 2,DC- Gruppo Indipendenti. Votazione: Lista N° 1, voti 640, lista N° 22, voti 663. Candidati con numero di preferenze più elevato: Orlando Galli, 86; Cristina Alunni, 66; Alessandro Monti, 59; Fernando Broggi, 56; Sigismondo Calella, 52, Vincenzo Fonti, 49.

Elezioni per il Consiglio Provinciale Risultati della votazione: Democrazia Cristiana, voti 635; Partito Comunista, 467; Partito Socialista, 238; Partito Socialista Democratico, 146; Movimento Sociale-Destra Nazionale, 67; Partito Liberale, 55; Partito Repubblicano, 41; Partito Democratico di Unità Proletaria, 18.

Elezioni per il Consiglio Regionale Risultati della votazione: Democrazia Cristiana, voti 681; Partito Comunista, 478; Partito Socialista, 257; Partito Socialista Democratico, 84; Movimento Sociale-Destra Nazionale, 68; Partito Liberale, 53; Partito Repubblicano, 39; Partito Democratico di Unità Proletaria, 23; Democrazia Proletaria, 13; Liste civiche, 10.

Insediamento del nuovo Consiglio Comunale L’esigua differenza di soltanto 23 voti dimostra quanto incerta fu, fino al termine dello spoglio, la competizione per la conquista del Comune. Prima delle elezioni, il 28 aprile, il Sindaco Galli aveva inviato una lettera ufficiale all’ on. Marte Ferrari per ringraziarlo per l’assistenza data per ottenere finanziamenti e contributi dagli Enti romani. Subito dopo l’esito negativo per la sua lista, esprimeva allo stesso destinatario il rammarico per avere perduto per una ventina di voti, ma lo pregava di continuare nell’opera di assidua assistenza per i finanziamenti in atto o richiesti alla Cassa Depositi e Prestiti essendo essi già iscritti nel bilancio preventivo del 1980. E’ una riprova dell’onestà e della dedizione alla cosa pubblica di un uomo che ha lasciato di se un grato ricordo nella cittadinanza.

La prima seduta consiliare ha luogo il 5 Luglio 1980. I consiglieri eletti sono: Sigismondo Calella, Mario Rivetta, Giorgio Niada, Ettore Calcaterra, Alessandro Monti, Maria Cristina Alunni, Fabrizio Broggi, Giordano Broggi, Angelo Broggini, Claudio Buzzi, Paolino De Marco, Vincenzo Fonti, Orlando Galli, Mario Pozzi, Franco Volpe. Esperite le formalità burocratiche si procede all’elezione del Sindaco e successivamente a quella degli assessori. Risultano eletti: Sigismondo Calella, Sindaco; Mario Rivetta, assessore delegato vicesindaco; Giorgio Niada, assessore anziano; Ettore Calcaterra; e Alessandro Monti, assessori supplenti. Rivetta avrà delega per i lavori pubblici, Niada delega per l’istruzione, sport e tempo libero, Calcaterra per l’urbanistica e l’edilizia, Monti per le finanze. Maria Cristina Alunni sarà incaricata di gestire l’assistenza, la sanità e la sicurezza sociale.

Esaurite le nomine, ha inizio una serie di dichiarazioni. Il neoeletto Sindaco ringrazia la precedente Amministrazione. Promette un modo nuovo di fare 155 politica, basato sul dialogo e sul rapporto schietto tra amministratori e singoli cittadini accettandone la collaborazione anche se hanno convinzioni politiche diverse. A sua volta Vincenzo Fonti tesse gli elogi dell’Amministrazione uscente, invita a dimenticare i piccoli screzi verificatisi durante la campagna elettorale. Lealmente preannuncia che non starà in Consiglio a “scaldare la sedia”, e non sarà sempre prono a dire “si”, ma conscio di votare qualche volta scheda bianca nell’interesse della collettività. Segue un intervento di Paolino De Marco, che ringrazia il segretario di sezione DC per avergli proposto di fare il Sindaco, e i colleghi che insistettero perché facesse parte della Giunta. In entrambi i casi non ha accettato. Rivolge un velato attacco alla Giunta, lamentando che, contrariamente a quanto programmato nel volantino distribuito alla cittadinanza, nel quale si parlava di collaborazione ampia, leale ed aperta a tutti, non siano stati almeno interpellati tutti i consiglieri del gruppo di maggioranza nella preparazione delle dichiarazioni programmatiche. “Perché soltanto a cinque persone è stata affidata la responsabilità di tali decisioni ? Credete forse che 23 voti di più vi dispensino dal chiedere, non dico il parere ella minoranza, che pur sarebbe doveroso richiedere, ma i pareri di tutti i consiglieri di maggioranza e magari con il concorso della cittadinanza riunita in assemblea? Pertanto, mi regolerò nelle votazioni a seconda delle vostre risposte e certamente secondo la mia coscienza. Mi regolerò secondo il vostro modo di amministrare”. A nome della minoranza Consiliare Orlando Galli legge una lunga dichiarazione di voto. In sintesi, rivendica il fatto che se l’attuale maggioranza ha ottenuto il 50,88 % dei voti, la minoranza è praticamente altrettanto forte con il suo 49, 12 % di consensi, dati da quasi la metà degli elettori. Quindi, i consiglieri di minoranza saranno pronti a dare il loro contributo di idee e di attività quando ci sarà da risolvere problemi come: strade, acquedotto, fognatura, metano, scuole, edificio comunale, case popolari, ecc., . Invece, la loro opposizione sarà ferma, decisa, intransigente qualora si verificassero fenomeni di speculazione, favoritismi e clientelismi, con la conseguente denuncia all’opinione dei concittadini.

Galli mantenne la promessa, con interrogazioni, mozioni o richieste di chiarimenti praticamente in ognuna delle sedute consiliari. Ancora a suo merito di oculato amministratore: il conto consuntivo 1979 risulterà a pareggio.

La nuova Amministrazione Comunque, l’attività dell’Amministrazione si mostra subito copiosa ed efficiente. Agli atti sono 84 delibere di Giunta nei primi sei mesi .e 162 alla fine del 1980.

Esiste agli Atti una denuncia del Sindaco al Comando Carabinieri di Azzate e alle Società di assicurazioni UNIPOL e TORO ASSICURAZIONI per un incendio, di presumibile origine dolosa, avvenuto il 9 Luglio 1980 alle ore 22.30 in prossimità del magazzino del Municipio. I danni provocati sono: distruzione completa della tettoia adiacente al magazzino, di alcuni cartelli di segnaletica stradale, di una scala aerea in legno, di circa 400 kg di sale anti-ghiaccio; deterioramento della lama spartineve, di alcuni tubi per acquedotto e dell’automobile del vigile urbano usata per servizio e posteggiata nel cortile del magazzino E’ rintracciabile soltanto la risposta della TORO ASSICURAZIONI: i danni non sono risarcibili perché la polizza in atto non riguarda il magazzino e le attrezzature indicate. Inoltre, per quanto riguarda la Responsabilità Civile verso terzi, invocabile per il danneggiamento dell’auto del vigile, la polizza R.C. in atto riguarda il fabbricato del Municipio e non l’Ente Comunale. Probabilmente spinto anche da questo evento doloso, il Sindaco Calella chiede ed ottiene un colloquio con il Prefetto. Questi gli scrive il 21 Luglio presso a poco: Nell’ultimo incontro Lei ha richiesto una più assidua presenza delle forze dell’ordine nel suo Comune, per scoraggiare una sempre crescente criminalità. Desidero farle sapere che dall’inizio dell’anno sino al 30 giugno, a 156

Buguggiate sono stati commessi 17 reati, 7 furti in abitazioni, 6 furti su autovetture, 2 furti di autovetture (una delle quali è stata ricuperata), 1 furto di ciclomotore,1 furto in pubblico esercizio. “Come Lei stesso può constatare, la media di 2,5 reati al mese non è da ritenere allarmante”. !!! “Comunque ho dato disposizioni in Questura e al Comando di Gruppo Carabinieri di intensificare la presenza di volanti in zona”.

A nome del Consiglio ed interpretando i sentimenti della cittadinanza, il Sindaco Calella depreca e condanna il sanguinoso attentato alla Stazione ferroviaria di Bologna nel corso della seduta consiliare del 26 Agosto. Si discute un’interrogazione del consigliere Galli, nella quale si chiede: - cosa intende fare il Sindaco per garantire le ordinanze già emesse; - a che punto sono le pratiche gas metano, trasporti, fognature; che il segretario assicuri che le opere iniziate dalla precedente Giunta avevano copertura finanziaria. Interviene Volpe con una lunga esposizione per chiarire che dopo la vittoria di misura non sono stati sottovalutati i perdenti, anzi è richiesta la loro collaborazione. Giordano Broggi ha rilevato – egli dice - che nella maggioranza “tira aria di fronda”. In fondo, è vero, perché un principio di base per l’adesione di alcuni candidati alla Lista n° 2 è stato il riconoscimento della facoltà di assumere comportamenti svincolati da imposizioni di gruppo. Infine critica l’attuale atteggiamento conformista del Partito Comunista “caratterizzato ancora da numerose contraddizioni di fondo” che gli impediscono di diventare “un PCI diverso, occidentale, nitidamente democratico”. Bisogna aiutarlo nel suo lento processo di democratizzazione. Ribatte Galli, invitando Volpe, prima di criticare, a studiare in modo più approfondito la storia e gli sviluppi politici del Partito Comunista in Italia.

Il Consiglio Comunale approva il 13 Ottobre un progetto per un Campo Sportivo, e una convenzione con la Parrocchia per l’affitto di due locali da adibire a biblioteca e di un seminterrato ad uso magazzino. E nella seduta del 11 Dicembre si legge e si discute un’altra interrogazione di Oreste Galli In sintesi: - domanda: notizie sulla concessione da parte della Regione di £ 200 milioni in conto capitale per costruire un 2° tronco di fognatura – risposta: pratiche pronte da inviare, o portare alla Cassa Depositi e Prestiti; - domanda: notizie sulla richiesta al Ministero degli Interni di contributo per la sistemazione e ristrutturazione del Municipio – risposta: richiesta già inoltrata, sarà sollecitata dal Segretario a Roma; - domanda: concessione da parte della Cassa Depositi e Prestiti di un mutuo di £. 667 milioni per il completamento della rete fognaria – risposta: pratica perfezionata, ma con dubbi sull’esito favorevole, considerando i tagli recentemente effettuati dalla Cassa Depositi e Prestiti; - domanda: stato delle trattative con ASPEM di Varese per trasporti urbani verso e da Varese – risposta: sondaggio effettuato, con esito negativo. Il Sindaco annuncia di avere denunciato alla Pretura di Varese il consigliere Angelo Broggini per avere costruito un piccolo rustico per attrezzi da giardino senza avere atteso il rilascio della concessione, sulla quale la Commissione per l’edilizia aveva già espresso parere favorevole. La denuncia è stata sollecitata dallo stesso Broggini, che ritenendo di avere agito in buona fede, intende rivalersi su chi lo ha male consigliato.

Nel corso della seduta consiliare del 24 Ottobre, si incarica Oreste Galli di commemorare la figura di Luigi Longo, Presidente dal Partito Comunista Italiano. Antifascista, Egli affrontò la dura prova della clandestinità, si recò in Spagna dove combattè in difesa della Repubblica e fu nominato Ispettore Generale delle Brigate Internazionali. Partecipò alla Resistenza e dal 1964 fu nominato Segretario Generale del Partito comunista e negli ultimi anni, Presidente La stessa seduta consiliare approva un progetto di campo sportivo in Via Monte Rosa, presentato dalla Parrocchia. Con quest’ultima si proroga a tre anni l’affitto di due locali per la Biblioteca, istituita il 21 Aprile, ed un altro per uso magazzino 157

Nel 1980 si procede a trattativa privata al potenziamento della meccanizzazione dell'Ufficio Anagrafe.

Continua una notevole mole di lavori di fognatura. Si acquista una Scuolabus da 25 posti e si prende in leasing un motocarro. Durante tutto l’anno è evidente una persistente penuria di liquidità della Cassa comunale. Ne fanno fede le lamentele di qualche Ente pubblico e di parecchi fornitori, alcuni dei quali ricorrono a vie legali per il ricupero di crediti ed interessi maturati.

Situazione scolastica Poco prima dell’inizio dell’anno scolastico 1980/81 il Consiglio di Circolo ha autorizzato la suddivisione del plesso scolastico in modo da recepire alcune classi della Scuola Media. Il servizio di Scuola Materna - ex ECA - è trasferito a carico del Comune. Si procede all'assunzione a tempo determinato di un'insegnante e di una cuoca. Quasi contemporaneamente è stipulata una convenzione con la “Congregazione delle Suore del Preziosissimo Sangue” di Monza. La Congregazione mette a disposizione una Suora educatrice con funzioni di direttrice. Come compenso percepirà la sola indennità integrativa speciale dei dipendenti degli Enti Pubblici, ma godrà diritti identici a quelli del personale laico. Poiché la Norma della Congregazione richiede la presenza di una comunità religiosa, altre due Suore vengono ad abitare nell’edificio della Scuola, con diritto a vitto ed alloggio. Alla Scuola, frequentata da 72 bambini, prestano servizio due insegnanti ed una cuoca.

Nella notte tra il 10 e l’11 Dicembre avviene un furto con scasso, denunciato dalle Suore. Manomessa la porta d’ingresso su via Trieste, scassinate le serrature delle porte delle camere e degli armadi, messi sossopra i cassetti, il bottino è risultato piuttosto gramo:7 kg di caffè e 9.000 Lire.

I problemi del metano Non avendo la SNAM concessa l’erogazione del gas metano, il 31 Dicembre 1979 era automaticamente scaduta la convenzione tra il Comune e la Società Metanifera Prealpina. Ri prendono le trattative e il Comune richiede: - inizio dei lavori di posa tubazioni in Via Cavour entro Settembre; - aumento fino a 7.000 m dell’estensione iniziale della rete di distribuzione entro primavera del 1981. Il 18 Settembre si comunica a tutti i proprietari di case sulle vie Monte Rosa, Cesare Battisti e Cavour che entro il giorno 30 inizieranno i lavori per posare le tubazioni. Poiché è prevista l’erogazione entro la prossima primavera, per evitare ulteriori lavori stradali o ritardi negli allacciamenti, si chiede di segnalare la volontà di fruire del servizio compilando e restituendo i moduli allegati.

Aiuti ai terremotati Già nei primissimi giorni dopo la serie di scosse di terremoto che colpirono in modo tremendo le comunità tra Campania e Basilicata, anche nel nostro Comune si manifestò un impeto di solidarietà umana. Agli Atti esiste un promemoria del 13 Gennaio 1981 che riepiloga le offerte in denaro della nostra comunità, allora formata da 2.715 residenti, riuniti in 880 famiglie. 23.11.80 Sottoscrizioni di privati… … … … … … . £ 6.795.000 Contributo della Parrocchia… … … … … ” 1.000.000 £ 7.795.000 Destinazione Acquisto di due roulotte… … … … … … . £ 5.350.000 Versate su c/c n. 120212 Prefettura… … ” 2.445.000 158

£ 7.795.000

Viveri e generi di vestiario furono raccolti in Parrocchia inviati direttamente con le roulotte e in parte tramite Croce Rossa Italiana.

Ancora il 30 gennaio 1981 la Croce Rossa riceveva da Buguggiate 47 colli contenenti pasta, riso, zucchero, biscotti, cioccolato, latte, olio, scatolame vario, biancheria intima per adulti e bambini, indumenti per adulti e bambini, oggetti di vestiario, coperte, lenzuola, cuscini, sacchi a pelo, maglieria, candele.

Attività comunali del 1981 Orlando Galli, capogruppo della minoranza consiliare, scrive il 21 Gennaio 1981 all’assessore alle Finanze, Alessandro Monti: …” ho dato comunque il mio voto favorevole per l’applicazione dell’addizionale di L 10 sui consumi di energia elettrica, come stabilito dalla Legge 901 del 30/12/80, solo ed esclusivamente perché non si possa dire che “l’opposizione comunista è latitante quando trattasi di prendere decisioni impopolari” e a carico dei ceti meno abbienti”….”ma permettono all’Ente locale, purtroppo sempre meno autonomo nelle sue scelte e decisioni, di realizzare qualche opera pubblica nell’interesse generale…..” “Spero che nell’attuale discussione della L. 901 in Parlamento sia possibile introdurre qualche emendamento migliorativo. Di fronte alla consuetudine dei governi DC di presentare ogni anno una legge finanziaria che nella pratica costringe gli Amministratori locali ad amministrare secondo il volere del potere centrale anziché provvedere con opportune leggi alla Riforma delle Finanza locale, ritengo superfluo avanzare proposte concrete e circostanziate sul bilancio 1981.” “Credo, invece, auspicabile che l’Assessore alle finanze presenti all’approvazione della Giunta un ordine del giorno che esprima, a nome dell’intero Consiglio Comunale, il parere negativo per questa Legge Finanziaria”.

Una lettera di Orlando Galli del 21 Gennaio propone di introdurre nell’ordine del giorno del Consiglio del 31 successivo un dibattito politico sul terrorismo per potere arrivare all’approvazione di un documento unitario in appoggio all’”assoluta fermezza che le Istituzioni…debbono mantenere nei confronti delle forze criminali che… mirano a destabilizzare il nostro Stato democratico”. Così, il Sindaco apre la seduta proponendo una mozione d’ordine che invoca la fermezza che tutti, ma specialmente coloro che esercitano funzioni pubbliche, debbono mantenere per sostenere le istituzioni contro i tentativi di sovvertimento esercitati dalle “Brigate Rosse” con atti di violenza contro rappresentanti delle istituzioni e della stampa. Anche Fernando Broggi presenta una mozione a nome della locale sezione DC. Gli omicidi, gli attentati e le stragi forniscono alle opposizioni occasioni per esaltare la loro linea aggressiva contro il Governo, imputandogli scarse capacità di reagire. . Al contrario, occorre esprimergli pieno appoggio ed esprimere solidarietà alle forze dell’ordine: sia l’uno, sia le altre stanno procedendo con senso di responsabilità. Non si deve consentire che un giustificato smarrimento di fronte ai tentativi di eversione, al quale si aggiungono inflazione, angoscia giovanile, terremoto, porti ad invocare nuovamente un regime totalitario. Galli ritiene che alle azioni criminali in atto si aggiungono torbide strumentalizzazioni miranti alla caduta del Governo e a nella speranza di nuove elezioni, per “raggranellare qualche voto a sinistra del PCI e a destra della DC, con lo scopo di riprodurre l’alternativa socialista o socialdemocratica, e dimostrare l’incapacità del PCI di presentarsi come reale, efficiente alternativa alla DC….Negli eventi degli ultimi giorni intravede sotterranee acquiescenze di alcuni settori politici. Comunque, appoggerà la mozione d’ordine presentata dal Sindaco. Così avviene, dopo alcuni altri minori interventi, all’unanimità. 159

Importante per lo sviluppo economico della comunità, nella seduta consiliare dell‘11 Aprile 1981 si discute l’istituzione di una Cassa Rurale e Artigiana in Buguggiate. L’iniziativa è partita da un gruppo di artigiani locali e ha ottenuto grande successo nella cittadinanza. Buguggiate conta circa 60 aziende artigiane e 10 medie imprese. Nel PRG è prevista una zona industriale di 40.000 mq per insediamenti artigiani. Pur essendo contigua a Varese, Buguggiate ha una propria struttura produttiva ed autonoma. Il Consiglio all’unanimità esprime parere favorevole.

Un’altra seduta consiliare importante è quella del 29 Maggio. Dopo l’apertura, De Marco comunica di essere stato nominato capogruppo della maggioranza. Galli gli augura buon lavoro, tanto più che “in Buguggiate è in atto una grave crisi di carattere economico, politico e sociale”, e pertanto si augura che al più presto si possa superarla. Si passa poi alla discussione del Bilancio Preventivo 1981, che dovrebbe chiudere a pareggio. In particolare Niada parla della richiesta di due mutui, uno di 60 milioni per la Scuola Elementare, l’altro di 35 milioni per la Scuola Materna, entrambi destinati ad adeguamenti dei servizi igienici e all’isolamento termico dei locali, tuttavia a saldo di lavori arretrati. Anche Rivetta illustra la richiesta di un mutuo di 130 milioni per la sistemazione di 5 lotti stradali in pessimo stato. Chiede allora la parola Galli, che legge la lettera inviata all’assessore alle Finanze il 21 Gennaio e restata senza risposta. (chiedeva che il Consiglio esprimesse parere negativo sulla Legge finanziaria ’81 e sull’addizionale sui consumi di energia elettrica). Continua affermando che la composizione dell’attuale maggioranza non convince i comunisti che quanto riportato a bilancio “sarà portato a termine con energia, tempestività e risolutezza, così come la situazione politica ed economica e le pastoie burocratiche richiedono. Siamo già in Giugno e con ogni probabilità il bilancio diventerà esecutivo solo alla fine di Luglio e pertanto ……diventerà un bilancio dei pii desideri. Nel 1981 si riuscirà a vedere qualcosa di concreto solo se la Giunta si muoverà a presentare le sue proposte per l’utilizzo dei 200 milioni di contributo per fogne lasciati a disposizione dalla precedente amministrazione. Comunque, i comunisti vogliono ancora concedere un altro anno di rodaggio alla Giunta, sempre che essa si impegni seriamente e concretamente a portare a termine i problemi ancora insoluti “. A fine discussione, Galli precisa che, considerate le assicurazioni della maggioranza sulle intenzioni di portare a buon fine un certo programma, non voterà contro, ma si asterrà. Il bilancio preventivo è approvato con 12 sì, un astenuto e 2 no (Buzzi e Giordano Broggi). Sarà inviato a tutti i capifamiglia un questionario per conoscerne il parere circa la necessità di costruire appartamenti di Edilizia Economica Popolare.

Ulteriori provvedimenti Dai verbali di ulteriori seduti consiliari ricordiamo le decisioni più importanti. - Il Ministero degli Interni ha stanziato un fondo perequativo di 200 miliardi a favore dei Comuni con numero di abitanti inferiore a 200.000. Al nostro Comune sono state assegnate £ 82.341.822. A norma di legge Monti propone di impiegare la somma per la ristrutturazione del Municipio, la costituzione della Biblioteca, l’attivazione del servizio scuolabus, il potenziamento dell’Ufficio tecnico. - - L’indagine conoscitiva sul fabbisogno di case popolari lo ha quantificato in trenta alloggi. Volpe ritiene che tale cifra sia solo indicativa e che in realtà le esigenze siano più elevate. - Uno dei punti qualificanti del programma dell’Amministrazione riguarda la ristrutturazione del Municipio, considerato del tutto insufficiente per la funzionalità dei vari servizi, provocandone l’inefficienza. Riprende l’esame di un progetto esecutivo degli arch. Luigi e Dario Crugnola, già illustrato in modo informale. Le opere, secondo quanto approvato dal Consiglio Comunale, sono di notevole consistenza; scavi – fondazioni e strutture portanti in cemento armato – solai in strutture miste - muri perimetrali –tetto in tegole marsigliesi – intonaci - pavimentazioni - rivestimenti – verniciature e tinteggiature - opere in ferro – rimozione e ricostruzione della scala, dei servizi igienici 160 e dell’impianto elettrico. La spesa prevista in 250 milioni sarà finanziata con 62 milioni di fondi propri, 30 milioni di contributi già concessi, il restante con un mutuo da chiedere alla Cassa Depositi e Prestiti. - In fase di ratifica di delibera della Giunta per affidare l’incarico del progetto di ristrutturazione del Municipio a un professionista , Giordano Broggi critica che tutti gli incarichi professionali ora vengano attribuiti a professionisti dell’area cattolica, seguendo il cattivo esempio delle precedenti Amministrazioni che sceglievano professionisti secondo la loro fede politica, ed erano criticate dalla minoranza che adesso, diventata maggioranza, adotta lo stesso metodo.Il Sindaco sostiene che la Giunta ha affidato l’incarico soltanto in base a criteri di valutazione professionale. - Finora tutti i servizi municipali erano stati effettuati con automezzi di proprietà dei dipendenti. Il lievitare dei costi di gestione e di manutenzione e l’esiguità dei compensi chilometrici hanno spinto i dipendenti a chiedere mezzi di trasporto comunali. Si delibera l’acquisto di un’autovettura usata Renault 4. - - Alle 11.45 del 8 Novembre si procede alla solenne inaugurazione del servizio di Biblioteca Civica, festeggiata anche nel pomeriggio con uno spettacolo folkloristico all’Oratorio, con la partecipazione del gruppo “I bosini” di Varese. Si rivolge invito a tutti gli insegnanti a visitare la Biblioteca per prendere visione dei titoli disponibili e suggerire l’acquisto di titoli utili al sostegno di attività scolastiche e di ricerca. - - Il 23 Novembre si dà mandato al Sindaco di inoltrare al Ministero per la Pubblica Istruzione una domanda per ottenere che nell’anno scolastico 1982/83 la sezione staccata della Scuola Media “Anna Frank” di Varese di Buguggiate diventi Scuola autonoma. Avendo una popolazione inferiore al minimo richiesto, sono scarse le probabilità di ottenere l’ autorizzazione. - l'assunzione a carico del bilancio comunale degli oneri inerenti l'istituzione di una Scuola Media autonoma.

Referendum nazionali del 17 Maggio 1981 Elettori iscritti 1971, votanti 1723 (87,4 %)

I quesiti referendari nazionali erano quattro: sull’ordine pubblico, sul mantenimento dell’ergastolo, sul porto d’armi, sull’interruzione della gravidanza (sdoppiato in due richieste). Contemporaneamente in Lombardia si votava anche un referendum sui trasporti regionali. I risultati furono. Per l’ordine pubblico, 172 SI e 1373 NO; per l’ergastolo, 257 SI e 1335 NO; per il porto d’armi, 209 SI e 1364 NO; per l’interruzione della gravidanza, 1° quesito 183 SI e 1362 NO; 2° quesito 55O SI e 1036 NO. Il referendum regionale sui trasporti ottenne 187 SI e 1270 NO.

Dibattito per realizzare un campo sportivo Virgilio Tesser, Valerio Della Torre e Lorenzo Carabelli fanno presente al Sindaco che l’area destinata dal PRG a parco per il gioco e lo sport, di proprietà del Beneficio Preposituale della Parrocchia di S. Vittore in Varese, è assolutamente insufficiente per la realizzazione di un impianto sportivo comprendente anche un campo per il calcio con annessi spogliatoi. Si suggerisce di ampliare e ridefinire la zona per l’impianto sportivo includendovi anche un’area adiacente, sempre di proprietà ecclesiastica, definita “a destinazione a zona agricola”. Inoltre, cosa molto importante, la Parrocchia potrebbe gestire sia la costruzione, sia la gestione degli impianti, avvalendosi del contributo di privati, in tal modo evitando all’Amministrazione le lungaggini e l’onerosità delle pratiche per l’esproprio e le difficoltà della gestione. La proposta è oggetto di un lungo e vivace dibattito nella seduta consiliare del 20 Ottobre 1981. Dopo un’introduzione dell’argomento da parte di Ettore Calcaterra, assessore delegato, il Sindaco fa presente che, secondo quanto stabilito dall’art. 18 delle norme tecniche di attuazione del PRG, 161 l’accettazione della rettifica proposta comporterebbe un obbligo della proprietà di garantire l’uso pubblico delle attrezzature. Propone di deliberare a favore della modifica, poiché si consentirebbe alla popolazione di fruire di strutture che le presenti condizioni finanziarie del Comune non permettono di realizzare, se non sacrificando altri importanti interessi pubblici. Prende la parola Giordano Broggi proponendo a nome del PSI il rinvio della discussione perché l’argomento richiede “una maggiore e più approfondita valutazione di tutti gli aspetti implicati nell’apposizione sul terreno di cui sopra di un vincolo di uso pubblico”. De Marco, a nome della maggioranza, formula una dichiarazione di voto che respinge la proposta di rinvio, essendo già stata la minoranza ampiamente informata ed in possesso delle assicurazioni richieste, garantite dalle norme tecniche di attuazione del PRG. Interviene ancora lungamente Broggi, ribadendo che l’argomento merita più approfondita valutazione in incontri tra le varie componenti del Consiglio comunale, sia per i risvolti che l’operazione presenta, sia per la dotazione di servizi aperti a tutta la comunità, sia ancora per i metodi da seguire perché il PRG preveda uno sviluppo ordinato del territorio. Critica il comportamento della Giunta per non avere tentato prima un dialogo di collaborazione sui principali problemi interessanti tutta la cittadinanza, limitandosi a discuterne con la sua “scarsa”maggioranza. Pertanto, esprime voto contrario all’accettazione di domanda di rettifica per due motivi: - 1) non è stato giustificato lo sviluppo di opere parrocchiali e oratoriali a tutto scapito delle attrezzature pubbliche sportive al servizio di tutta la cittadinanza, delle quali la Giunta Municipale propone la soppressione lasciando tutti gli abitanti del centro storico “senza una struttura aperta a chiunque” a prescindere dalla loro posizione ideologica; - 2) la proposta della Giunta è soltanto “un ingenuo raggiro della normativa di PRG e di Legge per non dotare l’Amministrazione pubblica di attrezzature da destinare a tutta la popolazione. Anzi, si potrebbe addirittura pensare che si voglia favorire solo un Ente, la Curia, che pur con i meriti che il PSI le riconosce, non può rappresentare tutti gli interessi che solo un’Amministrazione pubblica può tutelare e garantire”. Volpe contesta quanto affermato da Broggi. Il PRG adottato prevede già, oltre a quella di proprietà ecclesiastica, un’altra area destinata ad impianti sportivi. Anche dando parere favorevole non si preclude la possibilità di realizzare altri impianti sportivi comunali. Inoltre, occorre tenere conto che l’approvazione della rettifica significa non gravare sulle finanze del Comune e consentire a tutti l’uso dell’impianto. Messa ai voti, la proposta di rinvio è respinta con 12 No ed un SI. Chiede la parola Monti, dicendo che il terreno in questione è da tempo usato come campo sportivo dai ragazzi, anche se privo di attrezzature. Queste saranno realizzate da un gruppo di cittadini, senza esborso di denaro pubblico, “cosa della quale non si può non tenere conto se si considera che con i mezzi finanziari comunali non si riesce ad estinguere un debito di 70 milioni con la ditta costruttrice della palestra, contratto dalla precedente Amministrazione di sinistra”. Interviene Fonti “per smorzare i toni di una discussione diventata troppo accesa”. Comprende i timori di Broggi che nel futuro, essendo costruito su terreno della Parrocchia, l’impianto sportivo possa non essere aperto a tutti, ma ribadisce che quanto disposto dall’art. 18 del PRG costituisce un vincolo forzante. Si augura che Broggi muti il suo voto contrario in una benevola astensione. Volpe aggiunge di ritenere che “la dichiarazione di voto del consigliere socialista esprima posizioni precostituite, assunte prima dell’adunanza consiliare, e non scaturite da aperto e franco dibattito”. Si va ai voti e si delibera con 12 SI e 1 NO la proposta di rettifica al PRG per realizzare l’impianto sportivo.

Dati del censimento Alcuni dati estrapolati dal Censimento della popolazione e del Commercio e iIndustria del 25 Ottobre 1981: Popolazione, 2779 – famiglie, 893 – abitazioni, 846 – camere 861 – Imprese industriali/artigianali, 60 con 433 addetti – imprese commerciali, 50 con 191 addetti – altre 162 attività, 17 con 35 addetti . Numero totale di addetti, 659.

Attività comunali nel 1982 Finalmente, il 5 febbraio, la SNAM decide di fornire gas metano a Buguggiate, previo versamento in due rate di £ 29.500.000 + IVA per le spese di trasporto del gas al punto di consegna. Tempo previsto per i lavori: dieci mesi. Il Sindaco avverte la soc. Metanifera Prealpina pregandola di versare sollecitamente quanto sopra, per potere rispettare l’inizio dell’erogazione, previsto nel periodo invernale 1982/83. Nel frattempo accetta tutte le condizioni poste dalla SNAM, informandola che tutte le fatture andranno intestate alla Soc. Metanifera, ferma restando la responsabilità del Comune nel debito verso la SNAM.

Alessandro Monti presenta il Bilancio di Previsione 1982 durante la seduta consiliare del 2 Aprile. Premessi gli inconvenienti dovuti alla quasi totale dipendenza dallo Stato per le fonti di finanziamento e al contenimento obbligatorio delle spese correnti entro il 16 % del bilancio, si cercherà di ridurre le spese superflue e di individuare possibili risparmi, effettuando investimenti con i mezzi disponibili e mantenendo tutte le iniziative socio-culturali, ricreative, sportive, sanitarie, ecc,. Aumentando le entrate extratributarie si mira ad equilibrare entrate ed uscite realizzando un bilancio a pareggio. I 55 milioni di maggiori introiti saranno destinati ad investimenti pubblici, senza chiedere contributi a pareggio allo Stato, anzi provvedendo a saldare vecchi debiti. A proposito di entrare extratributarie, dopo l’approvazione del Bilancio Previsionale si delibera l’aumento delle tariffe del servizio scuolabus e delle rette per la Scuola Materna.

Il 7 Aprile 1982 centoventuno Soci fondatori firmano l’atto costitutivo della “Cassa Rurale ed Artigiana di Buguggiate”, che inizierà la propria attività il 9 Maggio dell’anno successivo, con sede in viale XXV Aprile.

Si conferisce all’architetto Crugnola l’incarico per la redazione di un piano di ricupero del patrimonio edilizio e per la ristrutturazione del Municipio.

Compare in Comune il primo computer.

Durante la seduta consiliare del 7 Luglio, il Sindaco commemora la figura del consigliere Orlando Galli, recentemente deceduto. Il consigliere Fonti ricorda, commosso, che questa è la prima seduta nella quale Galli manca veramente perché durante la lunga malattia aveva continuato con comunicazioni scritte la sua strenua collaborazione. Ritiene di non dovere aggiungere nulla alle parole del Sindaco, ma sottolinea ancora le doti umane, la conoscenza dei problemi amministrativi e l’onestà dello scomparso. Con lui è venuta meno una voce autorevole del PCI, un’opposizione non pregiudiziale, ma mirante a stimolare la maggioranza. Giordano Broggi presenta un’interpellanza mirante a conoscere quali siano, dopo cinque anni dalla sua costituzione, i risultati della Commissione consiliare d’inchiesta sugli abusi edilizi. Calcaterra gli risponde che i rilievi eseguiti dalla Commissione erano stati effettuati “in maniera poco seria” obbligando il Tecnico Comunale a rifarli tutto. Attualmente si è in fase di valutazione degli accertamenti e di erogazione di sanzioni e si spera di potere dare gli esiti durante la prossima seduta (In realtà, se ne riparlerà soltanto il 19 Settembre quando si verrà a sapere che per ogni pratica di abuso edilizio il Segretario Comunale aveva preparato una scheda riportante infrazioni e provvedimenti, ma aveva appena finito questo lavoro quando nuove norme in materia di sanatoria degli abusi edilizi ne avevano reso necessaria la revisione. Comunque, il numero di provvedimenti repressivi più gravi risulterà inferiore a quanto previsto, e per il 50 % delle pratiche non sarà possibile adottare alcun provvedimento). 163

Notevole è la mole di lavori pubblici appaltati nei primi 11 mesi, oltre 493 milioni di Lire, un centinaio dei quali per sistemazione strade, il rimanente per tronchi di fognatura. Nel frattempo la Cassa Depositi e Prestiti ha concesso due mutui per complessive £ 287.710.000 per lavori di fognature, un altro mutuo di 150 milioni per lavori stradali, un quarto mutuo di 158 milioni per la ristrutturazione del Municipio. Il Comune richiede allo stesso Ente erogatore l’accensione di un mutuo di 150 milioni per ampliamento del plesso scolastico

Si provvede alla firma di una convenzione tra il Beneficio Parrocchiale di S: Vittore in Varese e il Comune circa l’uso degli impianti sportivi da costruire: - uso gratuito consentito tutte le mattine feriali dei giorni scolastici; - 12 giornate non consecutive per manifestazioni; - concessione in uso o godimento ad Associazioni sportive per attività sportive almeno due volte la settimana; - concessione in uso o godimento ad Associazione o gruppi spontanei per attività creative o sportive almeno due volte al mese; - spazi verdi in uso al Comune. Durata: 25 anni

Il 25 Ottobre si procede alla firma del contratto per la fornitura di gas metano nel Comune.

Ancora difficoltà per la Scuola media Ci sono difficoltà per ottenere l’autonomia della Scuola Media. Il 1° marzo è trasmessa al Provveditorato per gli Studi a Varese copia della delibera consiliare ratificante una decisione della Giunta Municipale circa l’assunzione a carico del bilancio degli oneri inerenti all’istituzione di una nuova Scuola Media autonoma..Il 5 Maggio la Commissione Regionale, Assessorato all’Istruzione, esprime parere negativo alla concessione di autonomia, anzi propone l’accorpamento con la Scuola Media di Azzate. L’Amministrazione comunale reagisce facendo presente le difficoltà e gli svantaggi derivanti da tale proposta ed esprime ancora volontà di autonomia. Esiste agli Atti copia di una lettera del Sindaco ad una Sig.ra Franca Mataldi, presso il Ministero della Pubblica Istruzione:…” tramite l’0n. Claudio Lenoci Le esposi la necessità del Comune di avere una propria Scuola Media autonoma. Dietro Suo consiglio abbiamo avanzato domanda di autonomia che presto sarà esaminata dal Suo Ministero. Pertanto Le richiedo il Suo interessamento”….. La Sig.ra Mataldi risponde il 6 Luglio di essere “spiacente di comunicare che il Ministero non accorda l’autonomia perché nello stato di previsione delle spese del Ministero non sono stati previsti stanziamenti per il funzionamento di nuove classi e l’istituzione di nuove Scuole Medie per l’anno 1982/83. Per tale settore è stato formulato un piano di assetto estremamente limitato a particolari gravi situazioni che non comportino spese”.

Ma l’Amministrazione non demorde e sfrutta ogni occasione. Vista l’ordinanza dello stesso Ministero in data 26 Ottobre recante disposizioni per l’istituzione di Scuole ed Istituti per l’anno 1982/83, si invia, il 10 Dicembre, tramite Provveditorato per gli Studi, una nuova richiesta di concessione dell’autonomia.

Elezioni politiche del 26 Giugno 1983 Elezioni per il Senato Elettori iscritti 1777, votanti 1618 (91 %)

Voti attribuiti ai candidati dei vari Partiti: Democrazia Cristiana, 471; Partito Comunista, 396; Partito Socialista, 225; Partito Repubblicano, 144; Movimento Sociale-Destra Nazionale, 66; Partito Liberale, 61; Partito Socialista Democratico, 54; Partito Radicale, 39; Partito Nazionale Pensionati, 23; Democrazia Proletaria, 21; Lista Civica Lombarda, 7; Partito Cristiano d’Azione, 3. 164

Elezioni per la Camera dei Deputati Elettori iscritti 2037, votanti 1918 (94,1 %)

Risultati della votazione: Democrazia Cristiana, 549; Partito Comunista, 459; Partito Socialista, 261; Partito Repubblicano, 170; Movimento Sociale-Destra Nazionale, 95; Partito Socialista Democratico, 71; Partito Liberale, 65; Partito Radicale, 58; Democrazia Proletaria, 38; Partito Nazionale Pensionati, 20; Lista Civica per Trieste, 8.

Ancora una lodevole alta frequenza alle urne. Posizioni dei Partiti invariate.

Attività del Comune nel 1983 Continuano le difficoltà di liquidità per la Cassa Comunale. Lavori di ampliamento del plesso scolastico appaltati l’11 Ottobre 1977 alla Oslad di Busto Arsizio non sono ancora stati pagati, tanto che l’impresa ha richiesto ben £ 43.430.333 di interessi per l’enorme ritardo. Dopo lunghe e laboriose trattative, si concorda un pagamento di £ 29.200.000 a saldo. Il Comune avverte il 3 febbraio di avere trasferito uffici, biblioteca e ambulatorio in Via Monte Rosa 3, in locali affittati presso la Parrocchia. Infatti sono iniziati i lavori di ristrutturazione del Municipio. Ai primi di Maggio sono stanziate £ 500.000 per l’acquisto dello stendardo del Comune, che verrà assegnato in custodia ogni anno alla contrada vincitrice del Palio delle Contrade organizzato dall’Associazione Sportiva Buguggiatese. In questo anno ha luogo la 1a edizione.

La sistemazione provvisoria degli uffici comunali presso l’ Oratorio crea un mucchio di problemi specialmente per la ristrettezza degli spazi a disposizione. Per fare un esempio, durante questo periodo le sedute consiliari sono tenute nell’atrio della Scuola elementare. A metà Agosto si sollecita la ditta che ha preso in appalto i lavori, ricordandole la promessa formale di ultimarli entro Ottobre. Si deve, invece, pazientare fino al 16 Dicembre, data storica, per ricordare la prima seduta consiliare nell’edificio Comunale completamente restaurato. Comunque, completati i vari servizi ed acquistati tutti gli arredamenti necessari, l’inaugurazione ufficiale avverrà il 3 Giugno 1984, alla presenza del Ministro per la Protezione Civile on. Zamberletti e di numerose Autorità e politici a livello Regionale e Provinciale.

Durante l’anno comincia un primo sviluppo della raccolta differenziata di rifiuti solidi. Compaiono i primi due contenitori per raccolta di vetro. In Consiglio inizia lo studio per il ricupero di edifici fatiscenti nel centro storico.

Piano per Edilizia Economica Popolare Una delibera consiliare del 22 Aprile approva la redazione del PPA (Piano Poliennale di Attuazione) del PEEP (Piano per Edilizia Economica Popolare). La prima realizzazione di Case Popolari sarà attuata fra via Garibaldi e via Risorgimento, già in possesso dei servizi essenziali, su 3.750 mq (2.400 per minimo 30 - massimo 50 alloggi, 390 mq per parcheggi, 960 mq di strade). Entità stimata del fabbisogno decennale: 280 vani, pari a 28.000 mc. Considerate tali qualità ed ubicazione dette aree potranno essere cedute a privati a £ 10.000 al mq, comprendenti anche oneri fiscali e finanziari, ma non le quote di urbanizzazione che resteranno a carico degli acquirenti. Successivamente è approvato uno schema di convenzione per trasferire in proprietà, o concessione di diritto di superficie, aree situate in zona PEEP. Ancora più avanti, il 4 Novembre, tenendo conto delle richieste di imprese e cooperative per l’assegnazione dell’area già destinata, il Consiglio Comunale decide all’unanimità di assegnarla alla “Cooperativa Edilizia Buguggiate 81 s.r.l.”.

E si passa al 1984 165

Purtroppo sta diffondendosi l’uso di sostanze droganti e anche la nostra Amministrazione è pronta a fare quanto è possibile per lottare contro questa minaccia. Per esempio, si procede a stanziare la somma necessaria per acquistare manifesti, materiale informativo per le scuole, ecc., per un Convegno del 7 Giugno nella palestra, organizzato con la collaborazione con il Lyons Club di Varese e l’Associazione Italiana contro la diffusione della droga.

Per non dilungare troppo questo serie di azioni del Comune nel settore dell’assistenza ci limiteremo ad enunciare che da sempre, nei limiti delle proprie disponibilità finanziarie, l’Amministrazione ha provveduto, e provvederà in futuro ad elargire contributi. Ogni anno, sono elencate elargizioni all’ A.S. Buguggiatese (basate su un contributo fisso sul numero di atleti affiliati), al Circolo Cooperativo, alla Scuola Materna (oltre a sostenere buona parte dei costi di insegnamento, gestione e manutenzione, mensa e trasporto), contributi per il soggiorno marino di anziani e di bambini e ad associazioni con scopi culturali o filantropici, oneri per assistenza e trasporto persone con menomazioni fisiche, ricoveri in case di riposo o in istituti, pagamenti di stipendi a personale per assistenza domiciliare, ecc.,. Durante l’amministrazione Comunale 1981 – 85 ha inizio un processo di aggregazione delle persone anziane. Sotto lo stimolo della Sig.ra Cristina Donnini, consigliera delegata ai Servizi Sociali, presso l’Oratorio comincia a radunarsi un nucleo di anziani. Sono organizzate gite, piccole conferenze e in Ottobre si presenta un “Mercatino dell’Anziano”, che espone lavoretti eseguiti dagli anziani stessi, il ricavato dei quali è destinato all’autofinanziamento di piccole spese. L’iniziativa ha un rapido successo, tanto che ne vedremo più avanti gli sviluppi.

Il conto consuntivo 1983 è stato chiuso con un attivo di £ 101.980.043.

Sono stati approntati i Piani di Ricupero del patrimonio edilizio per le zone di via Sardegna e di Montalbo.

Piano di Sviluppo Commerciale Il 16 Novembre è approvato all’unanimità un Piano di Sviluppo e di Adeguamento del Commercio 1984 - 1988. La situazione attuale nel Comune è la seguente: - esistono 23 esercizi ed un supermercato con una superficie totale di 1.122 mq (media 48,80 mq); - esiste un esercizio ogni 119 abitanti ( contro una media nazionale di 159); - nel settore alimentari ci sono 9 esercizi con 18 addetti, superficie totale 300,67 mq; - il settore abbigliamento comprende 5 esercizi con 6 addetti, 124, 23 mq; - il settore articoli vari consta di 9 esercizi con 29 addetti, 700,89 mq; - 14 negozi sono di proprietà, 9 in affitto. La delibera afferma: Non è mai esistito un piano di sviluppo del commercio a livello comunale, né le caratteristiche socio-urbanistiche di anni addietro ne prefiguravano l’esigenza. Il Piano mette in evidenza lo scollamento fra realtà urbana e dotazione di infrastrutture commerciali. Pertanto, il presente Piano non sortirà gli effetti desiderati a breve termine, ma servirà come introduzione per mutare le attuali condizioni. Il Piano presuppone, come previsto dalle Leggi, uno sviluppo pilotato da contingenti di superficie. Prevede superfici minime di vendita, a garanzia di qualità dei servizi. La presenza nel territorio comunale di grandi arterie di traffico potrebbe indurre l’insediamento di esercizi per la vendita di generi di stretto consumo, specie se saranno creati assi attrezzati (piazzette, spazi verdi, parcheggi, ecc.,).

Poco più di un mese dopo è approvato un Programma Pluriennale di Attuazione 1985 – 1987. Quasi tutto il territorio comunale è sottoposto a vincolo ambientale, tranne una striscia verso Gazzada. Sono state individuate due aree per PEEP, una in fase di attuazione per l’insediamento di 120 166 abitanti. Per la residenza è previsto un solo Piano di lottizzazione di ridotte dimensioni, Per gli insediamenti industriali sono previsti due piani di lottizzazione, uno tra autostrada e confine con Gazzada, e l’altro (a carattere artigianale) tra le vie XXV Aprile, Garibaldi e Risorgimento. Lo sviluppo edilizio disordinato degli ultimi anni, senza alcuna pianificazione e con l’assenza di adeguati servizi, richiederà il realizzo di opere pubbliche per sovvenire a necessità arretrate e fare fronte allo sviluppo nel triennio.

Attività comunali nel 1985 Nei giorni 14, 15 e 16 Gennaio un’eccezionale nevicata ha bloccato ogni attività nel Comune. E’ stato chiesto, inutilmente, l’intervento dell’esercito. Si è cercato di rimediare assumendo tre persone per spalare la neve almeno nelle zone antistanti gli uffici pubblici e nei punti causanti problemi alla circolazione.

In sede di esame ed approvazione del Bilancio Preventivo 1985, presentato da De Marco, assessore delegato, nasce a margine una discussione in merito alla previsione di realizzare un nuovo impianto sportivo con un costo di 300 milioni. Intervengono quasi tutti i consiglieri. Giordano Broggi: ce n’è già uno privato, funziona bene, non vale la pena di spendere tanti soldi. Niada: non sarà un doppione, potrà consentire altre attività. Sindaco: c’è la possibilità di ottenere un finanziamento dal CONI. De Marco: plaude all’iniziativa, con l’aiuto del CONI si potrà sviluppare un centro con campi da tennis. Volpe: lamenta che le enunciazioni del bilancio preventivo non siano state discusse e concordate in precedenza e vorrebbe stanziamenti più elevati nel campo sociale (anziani, bambini, minorati). Sindaco: in questo settore abbiamo già fatto quanto possibile. Fonti: è d’accordo con la relazione De Marco. Il bilancio preventivo è approvato con l’inclusione del nuovo centro sportivo.

Il 23 Marzo 1985 il Sindaco svolge una dichiarazione sul consuntivo di cinque anni di attività, ringraziando la cittadinanza e tutti i consiglieri per i rapporti rimasti sempre corretti e rispettosi. Abbiamo sempre cercato il bene comune, forse non siamo riusciti a fare “tutto quello che il paese si aspettava e non l’abbiamo certamente fatto al meglio, però possiamo assicurarvi che questa nostra spinta ideale è rimasta sempre intatta”. Giordano Broggi prende la parola per affermare che il gruppo PSI di minoranza è riuscito a collaborare per migliorare la qualità di vita in Buguggiate specialmente grazie alla volontà di lavoro positivo svolta da alcuni indipendenti. Ringrazia il Sindaco, e soprattutto il vicesindaco, De Marco, il primo perché ha saputo condurre con oculatezza un Consiglio non molto omogeneo, il secondo per l’impegno assiduo come assessore ai Lavori Pubblici. Talvolta la minoranza non è stata rappresentata in qualche Commissione e quindi si è trovata un po’ impreparata a fattive discussioni in Consiglio. Augura ai cittadini di potere avere nel prossimo quinquennio amministratori altrettanto validi, ma meno settari e più disponibili in modo che il Comune sia gestito con maggiore apertura e minore sforzo. Niada ringrazia la DC per avergli consentito questa esperienza e, oltre ad altri risultati ottenuti, mette in risalto la creazione del campo sportivo e l’istituzione della Banca di Credito Rurale ed Artigiana. Fonti considera una scelta felice l’unione fra DC ed indipendenti ed è soddisfatto dei risultati ottenuti. Calcaterra ringrazia i colleghi di Giunta e spera di avere dato un fattivo contributo tecnico. Volpe non può nascondere di essere emozionato ed è lieto che non ci siano state scissioni interne. Cristina Alunno ringrazia Dio per averle concesso un’esperienza così ricca di rapporti umani. Si finisce con i ringraziamenti del Sindaco al Segretario comunale e a tutti i dipendenti.

Elezioni Amministrative del 12 Maggio 1985 Elettori iscritti, 2194, votanti 1994 (94,7 %) 167

Consiglio Regionale Voti attribuiti ai candidati dei Partiti: Democrazia Cristiana, 668; Partito Comunista, 420; Partito Socialista, 299; Movimento Sociale/Destra Nazionale, 113; Partito Repubblicano, 75; Lega Lombarda, 59; Lista Verde, 49; Partito Liberale Italiano, 44; Partito Socialista Democratico, 43; Democrazia Proletaria, 30; Partito Nazionale Pensionati, 8; Partito Democratico Autonomia Ecologia, 5. I candidati più votati: Giuseppe Adamoli, DC; Sergio Martelli, PSI.

Consiglio Provinciale Voti attribuiti ai candidati dei Partiti:Democrazia Cristiana, 706; Partito Comunista, 408; Partito Socialista, 323; Movimento Sociale/Destra Nazionale, 119; Partito Repubblicano, 83; Partito Socialista Democratico, 56; Lega Lombarda, 54; Partito Liberale, 46; Democrazia Proletaria, 12; Partito Nazionale Pensionati, 12.

Nelle due votazioni, nessun spostamento di rilievo nelle preferenze degli elettori. Tuttavia, comincia a mettersi in evidenza un nuovo schieramento, quello della Lega Lombarda

Consiglio Comunale Sono state presentate due liste: La lista n° 1 è composta da comunisti, socialisti, repubblicani ed indipendenti di sinistra; la lista n° 2 da democristiani ed indipendenti di centro-destra.

La lista n° 2 ottiene una larga maggioranza di voti. Consiglieri eletti per la maggioranza: Sigismondo Calella, Mario Rivetta, Ettore Calcaterra, Fabrizio Broggi, Vincenzo Fonti, Giorgio Niada, Stefano Masini, Natalino Castelli, Enrico Calza, Franco Volpe, Francesco Guerci, Vittorio Canziani; per la minoranza, Francesco Gheritti, Bruno Nicora e Maria Pia Santini.

L’ing. Sigismondo Calella è rieletto Sindaco all’inizio della seduta consiliare del 31 Maggio. Dopo avere ringraziato la popolazione per un consenso così numeroso alla lista e all’operato della precedente Amministrazione accetta” anche se con qualche titubanza, la carica di Sindaco per la seconda volta per potere continuare a portare a termine….alcune opere”che ritiene “fondamentali nel nostro paese, …e per consolidare il processo di moderna socializzazione della comunità”. Cercherà di meritare la fiducia accordatagli. Si procede alla nomina degli assessori. Risultano eletti: Franco Volpe, Mario Rivetta, assessori effettivi, Ettore Calcaterra e Natalino Castelli, assessori supplenti.

Attività del nuovo Consiglio Comunale All’inizio della seduta del 12 Luglio Maria Pia Santini dichiara che il gruppo di minoranza sarà sempre disposto a collaborare, ma con intransigenza, perché a tutti i cittadini siano assicurati i loro diritti. Sarà chiesto all’Amministrazione di attuare, nei limiti del possibile, i punti essenziali (sanità, anziani, giovani, casa, cultura, pubblica istruzione) indicati nel programma della minoranza. Bruno Nicora ha presentato le dimissioni da consigliere preferendo operare nella circoscrizione n° 6 del Comune di Varese. Gheritti cerca di giustificarle dicendo che la decisione è stata travagliata e discussa, ma che sono prevalsi gli interessi del Partito. Una votazione (10 sì, 2 astenuti) accetta le dimissioni dopo alcuni interventi critici di membri della minoranza, che accennano a mancanza di rispetto verso i risultati delle votazioni e al fatto che un gruppo di minoranza completo sarebbe stato utile per mantenere ampio e costruttivo il dibattito. Con 5 sì e 7 no è respinta la richiesta di Giuseppe Spinelli per ottenere l’autorizzazione ad aprire una sala giochi. Si arriva a questo risultato dopo che, avendo notato un certo disagio psicologico di alcuni consiglieri, Volpe, che aveva richiesto una votazione palese, rinunzia e si procede a votazione 168 segreta. Si motiva il diniego affermando che una sala giochi potrebbe esercitare ripercussioni negative sulla quiete pubblica e sulla giovane età dei probabili frequentatori.

All’inizio di una successiva seduta del 13 Settembre, Volpe comunica che il Sindaco è restato vittima di un grave incidente durante una battuta di caccia subacquea nel mese di Agosto e ha poco fa telefonato per ringraziare quanti hanno preso parte alla sua sofferenza e gli hanno espresso auguri. Poi si rimprovera la minoranza per la diffusione di un volantino di critica sulle condizioni della Scuola Materna. Infine si approva il conto consuntivo 1984 che registra un attivo di oltre 49 milioni.

Il Sindaco è rientrato e l’8 Novembre ringrazia quanti hanno condiviso con lui la triste esperienza e comunica che il 30 dello stesso mese sarà inaugurato il nuovo Ufficio Postale. La Santini presenta un’interpellanza per sapere se l’Amministrazione è al corrente che l’Istituto Autonomo Case Popolari dispone di fondi per la costruzione di alloggi. Parte di detti fondi potrebbe essere destinata al nostro Comune per costruire 10 –12 appartamenti, nell’area già destinata dal PRG o in altro luogo da destinarsi. Le si risponde che la Giunta ha già compiuto i passi necessari.

Nel corso di altre due riunioni del Consiglio (13 e 31 Dicembre) la minoranza chiede a che punto siano le annose trattative con l’Azienda Varesina Trasporti per estendere a Buguggiate il servizio della linea “A”. Già nel 1982 il Presidente aveva espresso la disponibilità dell’azienda, riconfermata a fine 1983, ma una richiesta formale otteneva una risposta del Direttore Generale nella quale si affermava essere “linea di tendenza” dell’ATV l’espansione del servizio all’esterno dell’ambito comunale di Varese. Tuttavia le scelte erano subordinate all’esame di molteplici problemi, risolti i quali, si sarebbe preso contatto con le Amministrazioni comunali interessate. Critiche della Santini sulla gestione della Biblioteca in occasione di una modifica, approvata, all’art. 4 dello Statuto della Biblioteca stessa, con aumento da 5 a 7 dei membri del Consiglio di gestione (tre consiglieri di maggioranza, due di minoranza, 2 rappresentanti dell’assemblea degli utenti maggiorenni, oltre al Sindaco e all’assessore delegato soltanto con voto consultivo). La Biblioteca sarebbe stata gestita da pochi volenterosi, senza alcun apporto concreto, deludendo le aspettative di chi sperava in aiuti e appoggi. Quel poco di crescita verificatosi non è merito o demerito della trascorsa Amministrazione.

Referendum Popolare del 9 Giugno 1985 Elettori iscritti 2120, votanti 1851 (87,2 %)

Risultato:592 SI, 1777 NO

Attività amministrative 1986 La Giunta Municipale respinge un assegno circolare di £ 10 milioni inviato dalla Cooperativa Risparmiatori Lombardi “Il Nuovo Mercato Rosso” a favore della Scuola Materna. Infatti, contrariamente a quanto asserito nella lettera accompagnatoria, l‘articolo 4 dello Statuto della Cooperativa riguardante la destinazione degli utili netti ne stabilisce la ripartizione in non meno del 20 % a riserva ordinaria, il rimanente a fondo sociale, senza menzionare opere di beneficenza. £ L’atto della Giunta porta la data del 12 Aprile. A due consecutive interrogazioni di Maria Pia Santini intese a conoscere quali provvedimenti l’Amministrazione intenderebbe prendere per risolvere la carenza di alloggi per cittadini non aventi la possibilità di acquistare un’abitazione, il Sindaco risponde che ad una precedente telefonata dello IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) richiedente una risposta immediata di concessione di un’area all’Istituto stesso, fu risposto che non esisteva alcun Piano in fase di attuazione rispondente a tale esigenza. Il 30 Maggio, nell’imminenza del 40° Anniversario della fondazione della Repubblica il Sindaco fa 169 distribuire 300 bandierine tricolori a tutti i bambini e ragazzi dei tre ordini di scuole, inviando loro il seguente indirizzo:”Cari alunni e studenti, nel 40° anniversario della coraggiosa scelta fatta dai nostri padri e dai vostri nonni per un’Italia repubblicana e libera da ogni sovranità precostituita,, l’Amministrazione comunale di Buguggiate desidera, donandovi il simbolo della costruzione della nostra Patria, ricordare a tutti voi che la democrazia, anche se imperfetta e da migliorare, è comunque un bene da difendere contro ogni forma di violenza e di coercizione atta a limitare tale fondamentale traguardo della nostra civiltà”. Ed ecco la risposta scritta degli alunni della Scuola Elementare: “Al sig. Sindaco e all’Amministrazione Comunale. Gli alunni della Scuola Elementare hanno capito e compreso il messaggio della gradita bandiera. Oggi, tornando presso le proprie famiglie, ciascuno avrà in cuore lo spirito di festa di piccoli cittadini di un grande Paese, Grazie”.

Il 18 Luglio il Consiglio Comunale approva il conto consuntivo 1985 chiuso con un avanzo di £. 142.650.309. E’ esaminata anche la Relazione Previsionale e Programmatica al Bilancio di Previsione 1986. Sono previsti lavori di manutenzione alla Scuola Materna, ormai ai limiti di abitabilità, con volontà di reperire fondi per costruirne una nuova; rifacimento di serramenti e lavori per isolamento termico alla scuola elementare; migliorie all’acquedotto sotto forma di impianti di filtrazione e flocculazione, sollevamento e pompaggio acque presso i due pozzi; volontà di predisporre un impianto semaforico all’incrocio tra viale XXV Aprile e via Cavour; riparazione di strade rovinate dalle abbondanti nevicate dell’inverno ‘85/’86; continuazione delle opere di fognatura ed allacciamento con il collettore del lago; costruzione di colombai e completamento della camera mortuaria e volontà di reperire spazio per l’ampliamento del cimitero; slittamento di un anno del progetto globale di 300 milioni per realizzare un campo sportivo. Contrariamente al solito, si passa all’approvazione senza verbale chedescriva il dibattito, definito “vivace”.

A fine Settembre il Consiglio Comunale approva un progetto definitivo per il ricupero di edifici in via Sardegna, delegando allo IACP gli interventi di ricupero (progettazione, appalti, realizzazione e collaudi).

Iniziative contro le droghe Una comunicazione del Sindaco del 18 Luglio informa che il Consiglio Provinciale e la Giunta Municipale si sono riuniti per concordare un piano di lotta contro il dilagare delle droghe “che da alcuni mesi attanaglia anche la comunità di Buguggiate”. Per mettere in guardia la cittadinanza, ai primi di Settembre sarà pubblicato un manifesto. Inoltre, prima del periodo di ferie estive avviene un incontro tra il Sindaco e membri del Consiglio Pastorale, durante il quale si concorda: - di offrire ai genitori l’aiuto di esperti per riconoscere dai primi sintomi se i figli sono caduti vittime delle droghe; - di incontrare i genitori di ragazzi della 3a Media e 1a classe superiore per metterli in guardia essendo i ragazzi di quell’età i più suscettibili all’adescamento. Più avanti, in Novembre, l’assessore Castelli constaterà con rammarico che poche sono state le risposte o le reazioni dei genitori alle comunicazioni rivolte alle famiglie. Tuttavia, si decide, come fanno anche altri Comuni, di aderire all’iniziativa “Progetto Uomo”, propugnata dall’Amministrazione Provinciale.. L’iniziativa si propone di promuovere aiuti ed azioni a favore di residenti che si trovano, per cause diverse, in situazioni di emarginazione e disadattamento rispetto al contesto sociale, e di svolgere attività particolari a favore di tossicodipendenti, con il sostegno a strutture di accoglienza, a comunità terapeutiche e a centri di reinserimento. La quota associativa, di £ 100 per abitante, assomma per il nostro Comune a £ 2.795.000

Il Comune nel 1987 Comunicazioni del Sindaco del 27 Febbraio: Da alcuni giorni funziona il nuovo impianto di filtrazione, clorazione e flocculazione delle acque dei 170 due pozzi realizzato in zona Bergora. Ringrazia la Ditta ASTRA CONTATORI per la fornitura gratuita di un nuovo misuratore di portata dell’acqua munito di visualizzatori. E’ il primo apparecchio realizzato in Italia, sarà pubblicizzato sulle riviste del settore, così contribuendo a fare conoscere il nostro Comune anche fuori dall’ambito provinciale. Finalmente, dopo lunghe ed estenuanti trattative con il Comune di Azzate e con il Consorzio del Lago di Varese, si è giunti all’accordo per l’immissione della fognatura nel collettore circumlacuale in territorio di Azzate. All’inizio di Luglio cominceranno i lavori di allacciamento.

Il 30 Maggio è approvato il conto consuntivo 1986, recante un avanzo di £ 263.176.138.

All’inizio della seduta consiliare del 16 Ottobre il Sindaco ringrazia con parole riconoscenti e commosse, anche a nome della cittadinanza, il dott, Carlo Zanzi, collocato a riposo dopo un’attiva, solerte ed esemplare attività professionale come Ufficiale Sanitario e poi Medico Condotto consortile. Per manifestargli la sua particolare riconoscenza il Consiglio Comunale gli tributa un encomio solenne e gli consegna una medaglia d’oro ed una targa commemorativa. Si dà lettura di una lettera della Parrocchia che ringrazia per il contributo di £ 12 milioni deliberato dalla Giunta Municipale a titolo di concorso nelle spese per l’adeguamento del cinema- teatro dell’Oratorio alle norme di sicurezza, offrendone la disponibilità all’Amministrazione Comunale.

La Relazione Previsionale e Programmatica al Bilancio di Previsione 1988 è discussa ed approvata in ritardo nella seduta consiliare del 14 Novembre. Prevede, fra l’altro, l’acquisto dell’area necessaria per la costruzione di una nuova Scuola Materna, la sistemazione di Via Piave, e di viale XXV Aprile nella parte verso Azzate, e alcune varianti al PRG..

Critiche alla Biblioteca Il quotidiano “La Prealpina” pubblica il 27 Gennaio il seguente trafiletto. BUGUGGIATE Polemico intervento del commissario Savoca Una biblioteca in <> <> - Che cosa si può fare

Buguggiate – (frari) – La Biblioteca di Buguggiate avrebbe un piede nella fossa. Considerazione non nuova, in verità, per definire un ente che non ha mai saputo fare veramente breccia nel cuore dei buguggiatesi. Se ne fa portavoce oggi Giuseppe Savoca, componente della Commissione di gestione, militante attivo del Partito Comunista. Cause storiche sono alla base di questa situazione che, sottolinea Savoca, neppure l’arrivo di un bibliotecario a breve potrà risolvere. Questo poiché il nuovo assunto avrà tanti altri compiti nell’ambito municipale, così da non poter provvedere continuativamente alla Biblioteca. E’ la denuncia di un preciso stato di degrado in cui versa l’istituto, nonostante l’impegno delle persone che lo gestiscono. Le responsabilità sono a monte. <>. Le cause del malessere sono più d’una, ma non così complesse da non essere eliminabili. Negli ultimi mesi si è avuto un progressivo declino: irregolarità nell’apertura al pubblico o chiusure totali solo in parte giustificate, deficienze del servizio e della gestione dei libri. Con i tre milioni di contributo comunale non si può poi fare molto, in questa istituzione che nel rapporto libri-cittadini si trova statisticamente molto in basso. Le proposte avanzate da Savoca possono essere condensate nella richiesta di affidare questo lavoro a una persona qualificata, di mettere mano a una catalogazione ordinata dei libri, provvedendo all’acquisto di nuovi volumi e all’apertura di una sezione riviste e periodici. Ma, più in generale, Giuseppe Savoca invoca aiuti precisi perché la Biblioteca possa concretare quel ruolo di promozione culturale che le spetta, a rischio altrimenti di vedersela svanire tra le mani. Prenderà servizio tra pochi giorni l’impiegato assunto con l’ultimo concorso comunale. Nulla da dire sulla persona, ma l’organizzazione del lavoro secondo il rappresentante della biblioteca non può dare buoni frutti. <> <>.

Tra i documenti di quei giorni in archivio esiste anche una comunicazione intitolata “La biblioteca agonizza a Buguggiate” non firmata. Essa esprime, su per giù, le critiche espresse sull’articolo del giornale locale. Dopo la pubblicazione dell’articolo, l’Amministrazione comunale preparò una lettera di risposta, ma prima di inviarla convocò Savoca, il quale affermò che le sue intenzioni non erano quelle espresse nell’articolo. Fu allora invitato a richiedere a “La Prealpina” una rettifica. “Poiché essa non è mai stata richiesta, abbiamo ritenuto di non dare corso alla nostra lettera di risposta”. ( !!) Bozza di questa lettera di risposta è allegata agli atti. Ammette che l’attività della Biblioteca ha subito qualche pausa. Prima di tutto è stata completamente rinnovata la Commissione di gestione. Ora c’è un addetto a tempo determinato nominato con regolare concorso, in grado di catalogare i nuovi volumi, procedere al riordino, al disbrigo dei prestiti, ecc.,. La nuova Commissione ha già dato corso ad iniziative valutate positivamente dagli utenti, e sta formulando un valido programma per l’anno in corso, tanto che l’Amministrazione potrà esaminare la possibilità di integrare il contributo di 3 milioni, il quale, occorre notare, non comprende la spesa per il personale ed è esclusivamente destinato ad acquisti di libri, riviste e a realizzazione di iniziative. “Bando, dunque, alle polemiche e a pessimismi ingiustificati”.

Il 2 Marzo Savoca rassegnava le dimissioni da membro della Commissione di gestione della Biblioteca scrivendo:”…Constato con rammarico che le mie idee sono considerate nebulose. Così, non volendo più intralciare il decorso democratico della Commissione in cui io sono presente, rassegno le mie dimissioni”.

Elezioni politiche del 14 Giugno 1987 Per la prima volta, dato l’aumento del numero di elettori, funziona una Sezione n: 4

Camera dei Deputati Elettori iscritti 2232, votanti 2126 (92,25 %) Risultati della votazione: Democrazia Cristiana, 575; Partito Socialista, 420; Partito Comunista, 399; Lega Lombarda, 183; Movimento Sociale, 108; Partito Repubblicano, 69; Partito Radicale, 69; Lista Verde, 63 ; Partito Liberale, 50; Partito Socialista Democratico, 42; Democrazia Proletaria, 26; Liga Veneta, 16; 4 Profili bendati, 4; Alleanza Popolare, 2.

Senato Elettori iscritti 1880, votanti 1785 (94,9 %) Voti attribuiti ai candidati dei vari partiti: Democrazia Cristiana, 496; Partito Socialista, 361; Partito Comunista, 354; Lega Lombarda, 135; Movimento Sociale, 82; Partito Radicale, 56; Partito r Repubblicano, 52; Verdi, 41; Partito Socialista Democratico, 39; Partito Liberale, 38; Democrazia Popolare, 19; Liga Veneta, 16; Alleanza Popolare Pensionati, 2;

In entrambe le votazioni si nota il sorpasso del PSI sul PCI e si verifica una notevole affermazione di un nuovo Partito: la Lega Lombarda.

Referendum Popolari del 8 Novembre 1987 Elettori iscritti 2253, votanti 1667 (74 %) 172

Risultati dei referendum: sulla responsabilità civile del giudice, SI 1167, NO 262 sulla composizione della Commissione inquirente, SI 1247, NO 195 sull’individuazione delle aree da destinare ad impianti termonucleari, SI 1125, NO 305 su contributi a Regioni e Comuni sedi di impianti termonucleari, SI 1103, NO 319 sulla partecipazione dell’ENEL alla realizzazione di impianti termonucleari,SI 968, NO 483

Un momento di commozione Trascriviamo una lettera indirizzata al Sindaco da un detenuto (vedi fotocopia)

Ivrea, 20/4/87 Caro Signore, La prego di perdonare il disturbo di questa mia ma non so resistere alla tentazione di scriverLe anche perché nella Sua città ho trascorso l’unico periodo felice della mia vita. Sono detenuto e da tre anni tesso un sudario di rimorsi che spero servirà a liberarmi dal passato come da un abito sporco. L’unica cosa che mi rende cara la vita è mio figlio Massimo di 13 anni, a cui sono molto teneramente affezionato. La sorte non potrà riservarmi un dolore più amaro di quello che ho provato lasciandolo. Il 15 Maggio sarà il suo compleanno. Darei qualsiasi cosa per mandare a quel bambino un piccolo regalo e dei fiori sulla tomba della Mamma. Sono completamente solo e sprovvisto di ogni mezzo.Lei per piacere, potrebbe darmi una mano? Non rabbrividisca ! So che oggi, con quello che succede, è traumatizzante ricevere una richiesta d’aiuto da dietro le sbarre… Creda, però, che ho scontato la mia colpa a goccia di gronda e fra due anni, finita la pena, inizierò una nuova vita. Se vorrà inviarmi una piccola somma, sia pure per telefonare soltanto a quel figlio che mi vive lontano, gliene sarò grato per tutta la vita. In caso contrario non se ne dia pensiero, tanto la solidarietà umana è un frutto fuori stagione, qui nel giardino dei crisantemi rossi. Mi scusi se dico ciò ma da tre anni vedo l’ombra di Dio proiettata dalla Croce a sigillare tombe di creature murate vive e il desiderio della libertà è simile al rampicante richiamo di sole dell’edera sulla cinta. Ho ricevuto lettere listate a lutto che perdevano inchiostro di lacrime e tenebra di tufo e ho visto tanti sogni colare a picco come vecchi relitti sotto cieli rovesciati… Poter vedere ancora sorridere mio figlio è una bruciante carezza di mille notti turbate d’angoscia e per questo ho trovato il coraggio di scriverLe. Mi perdoni ancora. Con fiducia ed ossequio profondo.

L M Senza commenti.

Attività amministrative del 1988 L’Amministrazione Comunale partecipa ufficialmente alle esequie del Parroco don Marco Bertoni e in quella triste occasione elargisce un’offerta alla famiglia dello scomparso. I famigliari ringraziano sia per l’offerta, sia per la viva partecipazione della cittadinanza di Buguggiate. Anche il nuovo Parroco, don Gianfranco Pozzi scrive ringraziando il Sindaco per le onoranze funebri e per le manifestazioni di cordoglio della popolazione. Don Bertoni ha espresso la volontà di essere sepolto nel nostro cimitero.

Si autorizza l’esercizio provvisorio fino al 30 Aprile, non essendo stato preparato in tempo utile il Bilancio Preventivo 1988. Lo si approva proprio la sera precedente. Durante la stessa seduta Francesco Gheritti, a nome della minoranza, chiede al Sindaco a quale titolo l’assessore all’edilizia 173 privata partecipa alle riunioni della Commissione per l’Edilizia, quando il regolamento prescrive che membri di diritto sono: il Sindaco o suo delegato, l’assessore all’Urbanistica o ai Lavori Pubblici, il Tecnico comunale,e il Segretario comunale. Il Sindaco risponde che durante le scorse legislature un’unica persona era delegata all’Urbanistica e all’Edilizia Privata, mentre la nuova legislatura ha sdoppiato le due funzioni. Riconosce che occorre modificare l’art. 10 del Regolamento (la modifica sarà effettuata il 24 Giugno successivo). Il prezzo di cessione di aree incluse nel quadro di un 2° PEEP è fissato in £ 14.000/mq con i voti contrari dei due consiglieri di minoranza che ritengono tale prezzo troppo elevato. Si esamina e si approva la Relazione Previsionale e Programmatica al Bilancio Previsionale del 1988 con i seguenti obiettivi: acquisto del terreno per la nuova Scuola Materna – manutenzioni al plesso scolastico – potenziamento dei servizi di socio-assistenza - varianti al PRG e al PEEP – continuazione del ricupero del centro antico, specialmente ristrutturando uno stabile acquistato in via Sardegna per realizzare otto alloggi di edilizia residenziale pubblica.

Il 14 Maggio la Giunta Municipale approva un progetto degli arch. Fagiani e Cinguetti di Varese, per la realizzazione di un complesso sportivo, comprendente: piscina coperta, campo polivalente coperto, campi polivalenti scoperti, spogliatoi e servizi, da costruire anche in lotti separati, per un importo di £ 2.060.000 da finanziare con contributi regionali, e mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, Credito Sportivo, ecc.,.

Dopo la lettura da parte di Franco Volpe di una mozione d’ordine della Giunta il Consiglio Comunale delibera il 24 Giugno di sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal Movimento Federalista Europeo per associare all’elezione per il Parlamento Europeo del 1989 un referendum per attribuire al Parlamento stesso il mandato di elaborare la Costituzione dell’Unione Europea.

Variazioni al PRG sono discusse e decise il 15 Luglio. Pur essendo corretto nell’impostazione, il PRG in vigore “svolgeva un’azione frenante ad uno sviluppo urbanistico idoneo alle esigenze attuali”e proponeva “alcune ipotesi evolutive ritenute ora poco opportune”: per esempio, impedire lo sviluppo urbanistico lungo l’asse di viale XXV Aprile, e l’individuazione di “un polo di sviluppo artigianale fra le vie Garibaldi e Risorgimento, in un contesto già consolidato di edilizia residenziale”. Si ritiene opportuno di confermare la già spiccata caratteristica residenziale di Buguggiate, con uno sviluppo di nuovi vani di almeno il 16 %. La zona artigianale sarà individuata in area adiacente agli insediamenti produttivi già esistenti al confine con il Comune di Gazzada. Le zone commerciali saranno individuate ricuperando le aree destinate ad artigianato ed industria lungo via Garibaldi. Non sarà compromesso il patrimonio agricolo-boschivo, anzi sarà individuata una zona agricola non solo con fini produttivi, ma “con impatto naturale” sull’ambiente, tra la strada sud-lacuale ed il lago

Il conto consuntivo 1987 è stato chiuso con un avanzo di £ 162.704.876, successivamente diminuito dal Coreco di £ 100.471.000, quindi praticamente dovuto al residuo attivo del 1986.

Il Comune nel 1989 La Relazione Previsionale e Programmatica al Bilancio 1989 si discosta poco da quelle degli anni precedenti: - solita volontà di costruire la nuova Scuola Materna, con il reperimento dei fondi necessari per l’acquisto del terreno; - soliti lavori di manutenzione nel plesso scolastico; - servizi socio-scolastici e socio-assistenziali basati su corso di nuoto e attività integrative scolastiche, insegnanti di sostegno, soggiorni climatici per anziani, assistenza domiciliare, ristrutturazione del centro storico creando nuovi alloggi per la terza età, per minorati fisici e bisognosi; - lavori di viabilità e fognature; ultimazione del ricupero dell’edificio in via Sardegna. 174

Causa il ritardo nella definizione del Bilancio di Previsione 1989, anche quest’anno si adotta l’esercizio provvisorio. Si discute e si adotta un Piano di Edilizia Economica Popolare (PEEP) in località Valciasca. Agli atti della seduta consiliare del 24 Febbraio sono la relazione illustrativa, il regolamento attuativo e l’analisi dei costi, L’area, 9.100 mq, corre parallela dietro via Cavour fino alla strada per Valciasca. Sarà divisa in tre zone abitative ed una zona centrale a verde. Le unità abitative saranno divise in blocchi residenziali di 7, 9 e 10 unità a schiera. Ogni unità avrà due piani ed un seminterrato ad uso autorimessa/cantina ed un piccolo giardino privato. 10 abitazioni saranno date in proprietà, 16 cedute con diritto di superficie. Il costo di urbanizzazione sarà di 40 milioni.

A nome della minoranza, Maria Pia Santini comunica con una lettera al Sindaco (letta durante la seduta del 21 Aprile) di non condividere la proposta di stanziare una somma notevole per migliorare alcune strutture della palestra, a vantaggio praticamente soltanto di un gruppo di professionisti, fra l’altro non residenti, svolgenti un’attività di campionato che potrebbe anche durare soltanto un anno. Sarebbe meglio destinare i fondi ad una ristrutturazione generale della palestra, attualmente in cattive condizioni e all’attuazione di misure di sicurezza, la mancanza delle quali impedisce manifestazioni sportive dei bambini..Già in passato le varie forze politiche avevano mostrato contrarietà e”lascia pertanto quantomeno perplessi la decisione dell’Amministrazione ……di proporre formalmente l’approvazione della spesa per nuovi spogliatoi interrati”.

Proprio a causa della contrarietà a realizzare tali spogliatoi Mario Rivetta, Assessore ai Lavori Pubblici aveva rassegnato, due giorni prima, le proprie dimissioni da assessore, motivate da insoddisfazione per non avere ottenuto le modifiche richieste ai lavori di intervento sulla palestra e sul suo utilizzo da parte delle Società sportive e “non condividendo la somma stabilita nel Bilancio Preventivo 1989 per spese che non approvo”. Confermava di restare consigliere rispettando l’impegno assunto verso i concittadini che lo avevano votato. Egli si sentiva in modo particolare parte in causa per quanto riguardava i lavori (spogliatoi) da realizzare in palestra, essendo Presidente dell’Associazione Sportiva Buguggiatese, che gestiva per conto del Comune la palestra.

Successivamente, dopo un accordo scritto tra il Sindaco e lui stesso, Rivetta ritirerà le dimissioni avendo ricevuto assicurazioni in merito ai lavori per nuovi spogliatoi, alla gestione della palestra, alle iscrizioni ai vari corsi, alle attività riservate a soggetti esterni e alle spese di illuminazione e di riscaldamento della palestra.

Il conto consuntivo 1988 presenta un avanzo di £ 173.775.634.

Elezioni per il Parlamento Europeo – Referendum popolare del 18 Giugno 1989 Elettori iscritti 2294, votanti 2008 (87,5 %)

Voti attribuiti ai Partiti: Democrazia Cristiana, 477; Partito Socialista, 364; Partito Comunista, 339; Lega Lombarda, 275; Movimento Sociale/Destra Nazionale, 81; Sole ridente (Verdi d’Europa), 70; Partito repubblicano, 66; Verdi Girasole, 60; Partito Socialista Democratico, 33; Partito Nazionale Pensionati, 30; Democrazia Proletaria, 21; Rosa antiproibizionismo, 18; Lettera con 8 simboli (Federalismo), 5.

Ancora una volta eccellente la frequenza alle urne. Il Partito Socialista conferma il sorpasso sul Partito Comunista, ma il risultato più evidente è l’ulteriore notevole progresso della Lega Lombarda.

Il referendum popolare riguardava l’assenso a trasformare la Comunità Europea in una Unione, con 175 mandato al Parlamento Europeo di redigere un progetto di Costituzione da sottoporre a ratifica degli Stati membri. Risultati: SI 1551, NO 263.

Agli inizi dell’anno un gruppo di cittadini di Azzate aveva inviato al loro Sindaco, e per conoscenza a quello di Buguggiate e a “Italia Nostra”, una lettera di protesta per i continui vandalismi sui container per rifiuti solidi sistemati in località Valciasca. In particolare, segnalavano incendi di immondizie con sviluppo di fumi tossici. Chiedevano o la recinzione del sito, o la sospensione del servizio o comunque uno sbarramento atto a impedire lo scarico di rifiuti fuori dai container. “Italia Nostra” inviava copia dell’esposto alla Procura della Repubblica che a sua volta chiedeva ai due Sindaci quali provvedimenti fossero già stati adottati. Il Sindaco di Buguggiate rispondeva che il Comune fruiva di una convenzione per l’uso della discarica, ma il sito della raccolta era in territorio di Azzate. Comunque, era intenzione del Comune di organizzare in proprio il servizio in luogo recintato e sorvegliato. A fine anno, disdiceva la convenzione.

Buguggiate sta crescendo e la popolazione mostra notevole aumento.Al 31 Dicembre 1989 era arrivata a 2903 persone, ripartite in 1011 famiglie.

Nel 1989 si approva il progetto relativo al completamento della rete fognaria in sistema separativo del bacino del lago di Varese. Si effettua l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica. Si ricupera un fabbricato per n. 8 alloggi in via Sardegna. Notevoli sono anche le attività integrative dell'anno scolastico 89/90, con corsi di inglese, di nuoto, di disegno e trasporti pre- e post- scolastici gratuiti.

A proposito di attività assistenziali, occorre menzionare, attorno a questi anni, il servizio di assistenza a domicilio, le colonie climatiche marine per minori, le ammissioni gratuite alla Scuola Materna, i soggiorni estivi per anziani, i ricoveri in case di riposo, i buoni libro per alunni non abbienti, i contributi a varie associazioni, ecc.

Cosa avvenne nel 1990 Già il 21 Gennaio la Giunta Municipale prepara la Relazione Previsionale Programmatica al Bilancio Preventivo 1990. Si tratta di un piano di attività che mira a portare a termine nell’anno gli interventi compresi nel programma amministrativo esposto prima delle elezioni nel 1985. A tale scopo saranno destinate tutte le spese correnti per le quali l’amministrazione ha libertà di decidere. Pertanto saranno eseguiti tutti i lavori di manutenzione della Scuola Materna, mentre sono già a buon punto le pratiche per l’acquisto del terreno per la nuova sede (infatti già il 10 Marzo sarà redatto il frazionamento di due mappali, 8.000 mq in Via Costituzione, di proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del Clero da acquistare a £ 10.000 al mq). Resteranno garantiti i servizi di trasporto alunni e di fornitura di libri per le scuole elementare e media. Saranno assicurati e potenziati i servizi socio-assistenziali: soggiorni climatici, contributi a bisognosi, assistenza domiciliare, ricoveri in istituti, elargizioni ad associazioni benefiche, culturali e sportive, ristrutturazione del centro storico con assegnazione assistenziale di locali, e continuazione delle pratiche per l’attuazione del PEEP in via Bellini. Particolare cura sarà data alla rete idrica e all’illuminazione pubblica, e alla ricerca di aree da strutturare a parchi, giardini ed arredo urbano.

Il 3 Marzo la Giunta individua formalmente le aree tra Via Bellini e zona Valciasca da destinare ad Edilizia Economica Popolare e procede alla loro assegnazione provvisoria alla “Cooperativa Buguggiate 87” e alla “MG Costruzioni Edilizie” di Spinelli Pietro e C. (40 % del volume in proprietà, 60 % in diritto di superficie). 176

Relativamente a queste assegnazioni, giunge una sola osservazione: Camillo Martignoni chiede che il prezzo delle aree da espropriare sia fissato in £ 50.000 al mq: L’osservazione è respinta perché “…l’Amministrazione non può acquisire aree, occorrenti per l’attuazione dei progettati interventi, ai prezzi di mercato, ma deve avvalersi della procedura espropriativa nel caso di infruttuosa acquisizione bonaria delle stesse”.

Alla fine di aprile in seduta di Giunta è approvato il conto consuntivo 1989, chiuso con avanzo di £ 101.859.399. Si procede, inoltre, ad un’ampia ristrutturazione e riqualificazione della pianta dell’organico del personale dipendente dal Comune (15 persone). Con un numero inalterato di persone e quattro nuove qualifiche funzionali saranno ottenute economie di gestione e miglioramento dei rendimenti dei singoli uffici.

Quanto al Consiglio Comunale, il 25 Febbraio eroga un contributo straordinario di 10 milioni, richiesto da Mario Rivetta, per il drenaggio del campo di calcio e per saldare le spese dell’A.S.Buguggiatese nel 1989.

Il 16 Marzo Franco Volpe svolge una relazione sulle attività svolte dall’Amministrazione nel corso dei cinque anni di legislatura ormai alla fine. Ringrazia gli altri consiglieri “sia per il vostro assenso che per il vostro dissenso nei riguardi delle mie impostazioni progettuali ed operative”. Nel primo caso la stima confermatami mi ha confortato”, nel secondo caso “le vostre opinioni difformi dalle mie hanno invece contribuito, nella dialettica della loro accettazione, al corretto e doveroso manifestarsi delle diversità nella pluralità. …..Tutti insieme abbiamo cercato di conoscere il volto dei bisogni diffusi nella nostra comunità” scegliendo le esigenze prioritarie. “ci auguriamo che l’impegno e la capacità profusi siano stati all’altezza delle necessità e delle aspettative”. Augura buon lavoro, discernimento, scelta di buone strategie ai futuri consiglieri, assicurando il proprio consenso “se si porranno con lealtà ed onestà al servizio della popolazione….”.

A sua volta, durante la successiva seduta consiliare del 20 Marzo, il Sindaco fa un lungo resoconto delle realizzazioni del quinquennio. Esse sono in gran parte frutto dello spirito di gruppo e di reciproco rispetto che, a parte qualche nube affiorata negli ultimi tempi, ha caratterizzato l’attività comune. - Programmazione urbanistica e sviluppo del territorio: l’ultima revisione del PRG consente un lieve incremento dell’edificabilità; è stato individuato un asse di sviluppo residenziale/commerciale/terziario dal semaforo di Viale XXV Aprile fino alle Vie Garibaldi e Risorgimento. – Problema casa: nonostante i 32 appartamenti di Edilizia Convenzionata realizzati nella passata legislatura, resta elevata la richiesta di abitazioni, appena alleviata dalla ricostruzione di un caseggiato in Via Sardegna con otto appartamenti assegnati a famiglie in particolare disagio abitativo, e due locali per le riunioni di Associazioni. Lo stesso obiettivo si propone il II° Piano di edilizia convenzionata di via Bellini. – Servizi: in zona Valciasca collegamento con il collettore del lago, realizzazione del sito di discarica rifiuti solidi ingombranti e ripristino del ponte e dell’argine. - - Acquedotto: costruzione di un bacino intermedio automatizzato di raccolta in via Giovanni XXIII°. – Costruzione di 100 loculi al cimitero. – Scuole: rinnovo di serramenti e imbiancature, acquisto del terreno per la Scuola Materna. – Impianti sportivi: costruiti nuovi spogliatoi ed adeguati i sistemi di sicurezza per la palestra; progettazione di una piscina coperta con impianto polivalente in via Manzoni, purtroppo non realizzabile avendo il CONI negato finanziamenti. Alla fine di questa esposizione il Sindaco (Sigismondo Calella) esprime il suo rammarico perché, da quando ha fatto conoscere di non essere disponibile per la sua rielezione a Sindaco, è stato di fatto estraniato da qualsiasi forma di collaborazione nelle scelte per la futura lista elettorale. “Mi è sembrato che tale mia scelta sia stata di enorme sollievo per qualcuno, ma bastava almeno non farlo notare, non fosse altro per qualche merito acquisito, non fosse altro per ragioni di eleganza e 177 di buon gusto” Chiede scusa per questo sfogo e ribadisce il suo affetto per il paese che lo accolse, dieci anni fa, con qualche riluttanza, ma gli diede enorme soddisfazione con il gran numero di consensi non sollecitati nella seconda legislatura, a conferma del suo agire, improntato esclusivamente all’interesse della collettività, e non a caccia di notorietà. A nome della minoranza, Maria Pia Santini si rammarica che, dopo un primo fattivo periodo la collaborazione tra maggioranza e minoranza sia andata deteriorandosi, perché argomenti importanti erano sottoposti al Consiglio dopo essere stati già approvati dal gruppo di maggioranza, in tale modo non consentendo quel confronto dialettico che avrebbe potuto conseguire risultati più proficui.

Elezioni amministrative del 6 Maggio 1990 Elettori iscritti 2321, votanti 2185 (94,1 %)

Consiglio Regionale, circoscrizione di Varese Voti assegnati ai Partiti dei candidati: Lega Lombarda/Lega Nord, 552; Democrazia Cristiana, 494; Partito Comunista, 297; Partito Socialista, 280; Autonomia Alleanza Lombarda, 91; Verdi Sole ridente, 82; Movimento Sociale/Destra Nazionale, 53; Partito Repubblicano, 50; Verdi Arcobaleno, 35; Partito Socialista Democratico, 31; Partito Nazionale Pensionati, 29; Democrazia Proletaria, 25; Antiproibizionisti sulla droga, 17; Partito Liberale/Liberali Democratici Europei, 11;

Nonostante l’azione di disturbo certamente esercitata dalla lista dell’Autonomia Alleanza Lombarda, avanza irresistibile la Lega Lombarda/Lega Nord, che ottiene il maggior numero di voti.

Consiglio Provinciale, Collegio di Azzate Voti assegnati ai Partiti dei candidati: Lega Lombarda, 596; Democrazia Cristiana, 472; Partito Comunista, 291; Partito Socialista, 284; Verdi Arcobaleno, 123; Movimento Sociale/Destra Nazionale, 55; Partito Repubblicano, 49; Partito Nazionale Pensionati, 36; Partito Socialista Democratico,30; Democrazia Proletaria, 28; Antiproibizionisti sulla droga, 23; Liberali Democratici Europei, 14; Movimento Federalista Europeo, 12.

Anche in queste elezioni la Lega Lombarda/Lega Nord ottiene il numero più elevato di suffragi.

Referendum nazionali In origine i referendum sui quali il popolo Italiano doveva esprimere il proprio parere erano quattro: - N. 1, la necessità di giusta causa per i licenziamenti; - N.2, la disciplina della caccia; - N. 3 consentire o meno ai cacciatori l’accesso a fondi privati; - N. 4 , la disciplina dell’impiego di pesticidi.. All’ultimo momento veniva ritirato il quesito N.1.

I risultati: Referendum N. 2, SI 1215, NO 96; Referendum N. 3, SI 1220, NO 100; Referendum N.4, SI 1224, NO 93

Elezioni Comunali Furono presentate una Lista N.1 (democristiani, socialisti, indipendenti), una N. 2 (civica), ed una N. 3 (comunisti ed indipendenti di sinistra) La vittoria premia la lista N. 1. Segue la N. 3. I candidati che ottengono più preferenze sono, nell’ordine: Mario Rivetta, Natalino Castelli e Lorenzo Carabelli. Risultano eletti per il gruppo di maggioranza: Mario Rivetta, Lorenzo Carabelli, Vincenzo Fonti, Stefano Masini, Natalino Castelli, Daniela Casartelli, Enzo Papa, Giovanni Landonio, Dante Bernasconi, Giorgio Nada, Francesco Guerci, Fabrizio , per il gruppo di minoranza, Sigismondo Calella, Virgilio Tesser e Gianfranco Lotti. 178

La nuova amministrazione comunale nel 1990 Si procede alla nomina del Sindaco nella prima seduta consiliare del 25 Maggio. A nome del gruppo di maggioranza,Giorgio Niada e Enzo Papa propongono la nomina di Lorenzo Carabelli a Sindaco. Prende la parola Sigismondo Calella che dopo avere ringraziato il Partito Comunista per averlo accettato come indipendente nella lista senza porgli alcuna condizione, e avere ricordato quanto realizzato dalla scorsa legislatura, annuncia scheda bianca, cioè astensione. Subito dopo Gianfranco Lotti, a nome del “Gruppo Orizzonti”, dichiara che non farà alcuna dichiarazione di voto poiché per alcuni consiglieri esisterebbe l’ipotesi di incompatibilità con la carica e in tale caso la votazione sarebbe invalidata. Sarebbe opportuno che i consiglieri che si trovano in tali condizioni chiarissero le loro posizioni. Prende la parola Carabelli, precisando di avere già presentate le dimissioni dalla carica di membro del Consiglio di Amministrazione della Cassa di Credito Rurale ed Artigiana. Esse saranno poste all’ordine del giorno dell’Assemblea dei Soci il prossimo 1° Giugno. Fonti annuncia di votare Carabelli come Sindaco, anche se pensa che sarebbe stato più opportuno attendere a fare questa nomina dopo il 1° Giugno, a situazione di conflitto di interessi già chiarita. Subito, allora, Lotti propone di sospendere le nomine di Sindaco e assessori fino a quel momento. Non avendo altri chiesta la parola, Rivetta , consigliere anziano, dichiara chiusa la discussione e si va ai voti: votanti 13, a favore di Carabelli 9, di Niada 1, tre astenuti. Il nuovo Sindaco ringrazia la cittadinanza per il consenso dato alla DC, e il Consiglio per la sua nomina. Punti essenziali del suo programma saranno: - facilitare il rapporto fra cittadini ed istituzioni; - una partecipazione attiva di tutto il Consiglio nelle Commissioni consiliari; una migliore efficienza della burocrazia comunale per potere mantenere le promesse elettorali.

Il 9 Luglio il Sindaco comunica le deleghe assegnate: Lavori Pubblici a Rivetta; Cultura e Pubblica Istruzione a Fonti; Edilizia privata a Papa; Economia. Bilancio e Commercio a Guerci; Sport a Niada; Salute Pubblica a Castelli, Urbanistica ed Ecologia a Landonio. La minoranza comunica di avere eletto capogruppo Calella. Ad un interrogazione di Lotti e Tesser sulla qualità dell’acqua potabile, il Sindaco precisa che si è verificato un piccolo inconveniente, dovuto alla presenza di una pellicola di muffa e di sabbia impura in un serbatoio: Si sta già provvedendo alla pulizia. Quanto ad un’istanza presentata da Lotti e Tesser e alcuni elettori e riguardante ancora l’incompatibilità di un consigliere, non era stata inclusa nell’ordine del giorno della,attuale seduta perché si riteneva necessario comprenderne l’esatta configurazione giuridica. Lotti esprime stupore per tale dichiarazione e trasforma l’istanza in un intervento L’istanza non può essere oggetto di semplice dichiarazione del Sindaco, ma deve essere oggetto di argomento all’ordine del giorno soggetto a votazione, altrimenti trattasi di palese violazione di atti dovuti per legge. Il primo e unico organo a livello locale tenuto a decidere sul quesito è il Consiglio Comunale, poi, eventualmente, interverranno Tribunale e Corte d’Appello. Non esistono intenti personali contro alcuno, e non si vuole soltanto porre ostacoli, ma si desidera soltanto chiarire una situazione per evitare che il futuro operare dell’Amministrazione possa essere oggetto di dubbi o di attacchi. Si decide di rimandare la discussione alla prossima seduta del 31 Luglio.

In questa occasione, Lotti, a nome di Tesser e di alcuni elettori, precisa che la loro istanza riguarda l’incompatibilità con la carica di consigliere di Giorgio Nadia, essendo egli membro del Comitato esecutivo della Tesoreria Comunale, affidata alla locale Cassa di Credito Rurale e Artigiana. Su richiesta del Sindaco, il Segretario Comunale esamina l’ipotesi avanzata di incompatibilità, e Lotti conferma che essa è applicabile anche a chi è soltanto Socio. Chiamato in causa, Niada avanza il sospetto che tutta la questione adombri soltanto un attacco personale e precisa che il contratto tra la Cassa ed il Comune, proprio per le sue modalità, esclude qualsiasi possibilità di ingerenza. Inoltre richiama l’esistenza, a suo favore, di una sentenza della 179

Corte di Cassazione. Sulla base di questo strumento di Cassazione, il Segretario propone che si voti sul seguente quesito: << Sussiste l’incompatibilità lamentata dai consiglieri Lotti e Tesser e da un gruppo di elettori a carico del consigliere Nadia ?>> Assente Nadia, si vota: presenti 12, votanti 12, Si 2, No 9, astenuti 1. Il 28 Settembre il Sindaco risponde a due interrogazioni presentate da Lotti e Tesser. La prima chiede: essendo avvenute le nomine del Sindaco e della Giunta prima dell’entrata in vigore di una Legge che stabilisce che esse debbono avere corso soltanto dopo la presentazione di un documento programmatico presentato da 1/3 dei consiglieri, non sarebbe doveroso presentare ugualmente un programma, anche delimitato ad un anno, prima della formulazione ed approvazione del previsto Statuto? La risposta del Sindaco: c’è l’intenzione di istituire una Commissione per formulare lo Statuto, di essa faranno parte la minoranza e potranno contribuire anche cittadini competenti. La seconda interrogazione riguarda la mancanza di un asilo nido locale. Quello di Giubiano, appartenente al Comune di Varese, sarebbe disposto a ricevere bambini provenienti da Comuni limitrofi. Anche qualche famiglia di Buguggiate potrebbe considerare necessario affidare i propri piccoli a tale servizio. Pensa l’Amministrazione di trattare una convenzione con il Comune di Varese? La risposta: Varese ha richiesto £ 5.200.000 annue per ogni bimbo: Tenendo conto che sono pervenute 10 richieste, 52 milioni rappresenterebbero un onere non reperibile nell’attuale bilancio. Inoltre, attualmente l’asilo nido sarebbe impossibilitato anche a soddisfare tutte le richieste delle famiglie di Varese.

A fine anno, sotto la presidenza di Vincenzo Fonti è istituita la Commissione per la formulazione dello Statuto Comunale e del relativo Regolamento,.

Lotti e Tesser chiedono che prima della seduta del Consiglio Comunale convocato per il 21 Dicembre per l’esame e approvazione del Bilancio di Previsione 1981 sia consentito ai rappresentanti di minoranza un incontro con la Giunta per essere messi a conoscenza del contenuto delle proposte. La Relazione Previsionale e Programmatica al bilancio Preventivo 1991 è approvata il 13 Dicembre: Fra i punti che possono costituire novità rispetto alle Relazioni del passato si può citare: - affidamento a cooperativa di Varese del servizio di assistenza domiciliare ad anziani e a minori portatori di handicap; - avvio alla progettazione della Scuola Materna e ricerca di fondi per la sua costruzione; - individuare quale sia l’Ente proprietario della chiesetta di via Erbamolle per promuoverne un progetto di restauro.

Il conto consuntivo 1989 ha lasciato un avanzo di £ 192.071.326.

Si riduce sempre di più l’attività agricola. Rispetto al precedente Censimento del 1982, che elencava 20 aziende agricole, il 4° Censimento Generale del 1990 ne riporta soltanto 5, per un totale di ha 18,76.

Il Comune nel 1991 In Febbraio la Giunta Municipale approva un piano finanziario per l'acquisto di un nuovo elaboratore elettronico e inizia la relativa trattativa privata, e garantisce gli impegni di spesa per acquistare un telefax, attrezzatura per la palestra comunale e una nuova elettropompa sommersa per il pozzo n. 2. Il giorno 12 dello stesso mese condanna l’invasione irachena del Kuwait, auspica la ricerca di una soluzione diplomatica della crisi in seno all’ONU, afferma che l’uso spregiudicato di prigionieri da parte dell’Irak è contrario alla coscienza umana e alle convenzioni internazionali sullo stato dei prigionieri, conferma la sua solidarietà con le Forze armate impegnate a ristabilire l’ordine e la pace, sollecita tutti gli uomini del Governo e delle Camere a ricercare un dialogo politico e diplomatico che sostituisca la guerra in corso. 180

Il Consiglio Comunale esamina ed approva il 28 Gennaio un Regolamento per l’erogazione di contributi, sovvenzioni e sussidi. Interventi ordinari con erogazioni di denaro sono previsti - a sostegno di attività di rilevanza sociale, culturale ricreativa, artistica, turistica, sportiva e di promozione dell’occupazione locale; a favore di soggetti in stato di bisogno. Interventi straordinari consistono in contributi “una tantum” a sostegno di iniziative straordinarie di Associazioni o Enti richiedenti contributo. Il Comune può consentire l’uso ricorrente od occasionale, gratuito od agevolato, di immobili o strutture pubbliche da parte di associazioni ed enti non aventi scopi di lucro, ma fini di promozione delle attività su ricordate. E’ prevista un’assistenza economica di “minimo vitale” a tutti i cittadini, in particolare se anziani, inabili, persone o nuclei “a rischio”, vedove o assimilabili con figli minori di 15 anni (18 se studenti) ed extracomunitari, purché fruenti di reddito non superiore al minimo vitale. Per essi l’intervento ordinario consiste nell’integrare il loro reddito fino all’importo della pensione minima INPS. Nel caso di nuclei famigliari tale integrazione spetta al capo famiglia, al 2° membro spetta il 50% dell’importo erogato al capofamiglia, al 3° il 25 %., al 4° il 25 %, al 5° e successivi importi mensili equivalenti a quelli degli assegni famigliari. Gli interventi straordinari sono basati sulla valutazione del reale stato di bisogno e comprendono ricoveri di anziani e di portatori di handicap in strutture attrezzate, rette di ricovero di minori in istituti e di frequenza alla scola materna, contributi per assistenza domiciliare, contributi a privati o enti impegnati nella lotta contro la tossicodipendenza.

Una lettera del 27 Gennaio di Niada al Sindaco critica un accordo tra il Comune e il Supermercato “Tigros”. Niada pensa di ricordare che in sede consiliare si era parlato di una cessione gratuita di un’area al Comune, come contropartita all’ampliamento dell’area commerciale esistente in prossimità del lago. Ora, invece, a fronte di una cessione al supermercato di 4.500 mq di terreno come zona commerciale, il Comune si impegna ad acquistare per 26 milioni un’area boschiva vincolata e fuori mano, che restituisce subito allo stesso privato con una convenzione a scadenza indeterminata (30 – 50 anni ?), garantendone l’uso alle Associazioni di Buguggiate. E’ evidente che il Comune potrebbe acquistare l’area allo stesso prezzo con l’esproprio e non come contropartita ad una variante di 4.500 mq a zona commerciale. Inoltre, considerando che tale area è utilizzata solo 3 o 4 domeniche all’anno da due sole Associazioni (Circolo e Cacciatori) può sembrare un regalo al privato a scapito della pubblica utilità. Credo che se effettivamente si volevano contropartite per quella variante si potevano trovare soluzioni più intelligenti” Niada fa seguito a queste considerazioni per chiedere “se non è il caso, visto che gli accordi con i quali il Consiglio Comunale l’approvò ( la variante) sono stati completamente elusi, di richiamare dalla Regione detta variante per ridiscutere l’importo complessivo”. Inizia, così il tormentone “Tigros”.

Discussioni sul PEEP Agli atti esiste una lettera del 31 Dicembre1990 inviata dal capogruppo della minoranza, Sigismondo Calella a Enzo Papa, nella sua doppia qualità di Assessore all’edilizia privata e segretario della locale sezione del Partito Socialista. Calella notava che nonostante le assicurazioni e le attese di 30 famiglie l’argomento assegnazione del PEEP di via Bellini non era iscritto all’ordine del giorno. Ricordava che proprio Papa a suo tempo si era opposto ad una variante a quell’area richiesta da uno dei proprietari dell’area, asserendo che questi aveva acquistato 6.800 mq di terreno agricolo, probabilmente convinto che avrebbe ottenuto lo svincolo. Non per niente quel proprietario aveva cercato per conto della DC un’alleanza pre-elettorale con il PSI nella speranza che la coalizione gli avrebbe concesso lo svincolo o almeno rimandato alle calende greche gli atti necessari per avanzare il PEEP. Il Consiglio Comunale del 28 gennaio dà atto che Calella ha già “ottenuto le attese delucidazioni” prima della seduta e pertanto l’argomento non è preso in discussione. 181

Calella torna a sollecitare la pratica PEEP durante la tornata consiliare del 23 Maggio asserendo che gli sembra che all’Amministrazione manchi la volontà di procedere. Infine, il 20 Giugno legge la seguente dichiarazione: << Con la presente comunico a codesta Amministrazione che intendo da questa sera astenermi da tutte le votazioni del Consiglio Comunale come forma di protesta contro la volontà dimostrata di volere rimandare “sine die” l’assegnazione della zona PEEP di via Bellini per le note ragioni da me più volte denunciate, assegnazione che viene rimandata da più di un anno”. Effettivamente, manterrà tale decisione, tranne nel caso di un’approvazione di variante al PRG, trattandosi di pratica della sua precedente Amministrazione.

Gli obiettori di coscienza Nel corso della stessa seduta, Natalino Castelli informa che in seguito ad una richiesta del Comune di potere usufruire del servizio civile di obiettori di coscienza il Ministero della Difesa ha inviato uno schema di convenzione da esaminare ed approvare. Su sua proposta si decide di richiedere l’invio di almeno due obiettori. Saranno alloggiati al 1° piano della Scuola Materna, avranno diritto anche a vitto e a vestiario. I loro servizi saranno destinati a: Biblioteca comunale, assistenza ad anziani, portatori di handicap e tossicodipendenti, attività integrative parascolastiche e servizi ecologici.

Discussione sull’approntamento dello Statuto comunale Sempre nella stessa seduta, la Commissione incaricata per l’elaborazione dello Statuto comunale svolge un rendiconto del lavoro svolto dopo la sua istituzione del 18 Marzo. Il Sindaco nota con soddisfazione che molte persone hanno mostrato interesse a questo argomento. Prende la parola Vincenzo Fonti, Presidente della Commissione incaricata, spiegando che nell’ambito fissato dalla Legge sulla riforma delle autonomie locali lo Statuto stabilisce le norme fondamentali per l’organizzazione degli Enti, le attribuzioni degli organi, l’ordinamento degli uffici e dei servizi, le forme di collaborazione fra Comuni e Province, la partecipazione popolare, il decentramento, l’accesso dei cittadini alle informazioni e ai procedimenti amministrativi. Dovendo operare nel quadro dei principi fissati dalla Legge, la Commissione, in concordia e armonia tra ,maggioranza e minoranza, tra membri esterni ed interni, ha cercato di definire, nei limiti precisati così ristretti e tenendo conto delle limitate disponibilità finanziarie, strumentali ed umane utilizzabili, “qualcosa che potesse veramente far risaltare l’autonomia del nostro Comune”. Formula l’augurio che i consiglieri suggeriscano sia quanto è stato omesso nel lavoro della Commissione, sia le rettifiche che ritengono opportune. Infine illustra gli articoli dello Statuto. Niada propone di inserire nella prima parte un cenno sulla tipologia ed origine della locale comunità. Tutti d’accordo. Poi, lui e Lotti consigliano di meglio determinare il concetto di integrazione e partecipazione. Alcuni consiglieri chiedono una migliore definizione delle figure dell’Assessore anziano e del vicesindaco. Si sviluppa un’ampia discussione sulla possibilità di nominare assessori esterni. Papa è contrario. Quanto all’istituzione del Difensore Civico, alcuni vorrebbero abolirlo, altri lo vorrebbero consorziare con altri Comuni, non essendo localmente disponibili i mezzi finanziari e le strutture necessari. Non si giunge ad alcuna decisione e il Segretario comunale propone di rivedere insieme con la Commissione i punti relativi alle sue funzioni ed attribuzioni e all’organizzazione degli uffici.

Con piccole modifiche concordate con i consiglieri, lo Statuto Comunale sarà approvato il 18 Ottobre. Il conto consuntivo 1990 ha mostrato un avanzo di £ 104.908.000.

Critiche della minoranza al bilancio preventivo. In sede di discussione della Relazione Previsionale Programmatica e del Bilancio Preventivo 1992, aspre sono le critiche del gruppo di minoranza. Dopo che il Sindaco ha esposto i vari capitoli finanziari del Bilancio di Previsione che mira ad un pareggio tra entrate ed uscite, Fonti si sofferma 182 sull’argomento “personale” che considera in numero di unità inferiore alla pianta organica, con gravi disagi per il raddoppio della mole di lavoro causata da nuove normative. Occorrerà una sua ristrutturazione. Dopo altri interventi minori , Lotti legge una mozione. In succinto, lamenta innanzi tutto che ancora una volta ci si trova di fronte all’approvazione di proposte della Giunta e non alla discussione, a norma di legge, su punti di competenza del Consiglio Comunale. Quanto alla Relazione: - non è previsto alcun intervento per l’assistenza sociale e gli asili nido, nonostante i buoni propositi, le proposte della Commissione per l’Assistenza Sociale e le richieste di 33 famiglie per inviare bimbi all’asilo nido di Varese; - non si trova traccia del monitoraggio idrico nonostante l’assessore delegato avesse convenuto per la sua opportunità; - le opere pubbliche sono previste senza alcun criterio logico. Dovrebbero essere convocati gli Enti interessati a servizi fruenti del sottosuolo per fissare programmi di interventi, l’ultimo dei quali sarebbe la pavimentazione senza dovere continuamente disfarla, con notevoli risparmi economici; - manca qualsiasi previsione per primi interventi ed assistenza agli extracomunitari. Chiede pertanto: - che il Consiglio si pronunci con un intervento per l’assistenza alle famiglie dei piccoli che sarebbero ospitati all’asilo nido di Varese; - che sia previsto uno stanziamento a favore degli extracomunitari; - che tutto il settore dei lavori pubblici sia compendiato in poche voci riassuntive: - in subordine, di utilizzare lo scorcio di seduta per i vari interventi, rimandando la votazione ad ulteriore seduta. Calella ritiene che alcune voci di bilancio (nuova Scuola Materna, il cui bando di concorso fu approvato e pubblicato il 18 Marzo) siano “fumo negli occhi”. Niada è contrario ad un’iniziativa per l’asilo nido di Varese, ritenendola un scelta delle famiglie e non concorda con Lotti per intraprendere iniziative di accoglienza agli extracomunitari. Prende la parola il Sindaco rispondendo a Lotti: - per la convenzione con il Comune di Varese per usufruire dell’asilo nido c’è la volontà di realizzarla e Castelli ha già ricevuto l’incarico, ma non si intende modificare in questa sede il bilancio; - per gli extracomunitari il Comune ha già dimostrato sensibilità, ospitando una famiglia di albanesi, tuttavia sarà studiato un regolamento; - gli interventi ed investimenti riguardanti le opere pubbliche sono chiari e dettagliati. Pertanto la maggioranza non ritiene di aderire alla mozione d’ordine Lotti., che è respinta con 11 NO e 3 Si. La successiva votazione sulla Relazione Programmatica e sul Bilancio Previsionale ottiene un analogo risultato.

Il “Gatto nero” Sul numero di Dicembre del “Gazzatino della Valbossa” è apparso un articolo di un anonimo siglato “GATTO NERO” nel quale si insinua che un tronco di fognatura previsto per il 1992 nasconderebbe “la volontà del “sistema” di innescare un processo di urbanizzazione, così da consentire un’attività speculativa”. Il Sindaco risponde chiedendo al mensile di pubblicare che il tronco in questione deve allacciare al collettore circumlacuale il tratto di fognatura esistente lungo via Trento, che raccoglie gli scarichi fognari di circa 200 abitanti del centro storico, le scolmature di via Cavour e via Sardegna e quelli contigui di via Rossigni. Attualmente tutti questi reflussi finiscono nella roggia Pizzavacca e di qui nel lago. E’ dunque un’opera indispensabile e a tale proposito le critiche che le risorse necessarie potrebbero essere destinate a finalità sociali non hanno ragione di essere, poiché l’opera sarà finanziata con un mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti, utilizzabile soltanto per lavori di fognatura, depurazione ed acquedotto.

Il 6 Dicembre è approvato in Consiglio Comunale uno schema di convenzione con il Comune di Varese per la frequenza di bimbi all’asilo nido di Giubiano. Onere per il Comune £ 5.200.000 per ogni posto fino a determinazione dei rimborsi da parte delle famiglie utenti, fissati sulla base dei 183 relativi redditi.

L’Associazione “Nuovi Orizzonti” L’Associazione “Nuovi Orizzonti” presenta al Comune l’atto costitutivo e lo Statuto datato 17 Agosto. Firmatari sono Enzo Fiore, Elisabetta Raffaeli, Gianfranco Lotti, Leonardo Tomassoni, Anna Maria Garavelli, Vittorio Maria D’Asta, Arnaldo Ratto, Maria Reso, Emilia Giuseppina Zonda, Achille Angelo Bardelli, Maria Magnaghi. E’ un’associazione a carattere volontario, senza fine di lucro, avente lo scopo di promuovere attività socio-culturali sollecitando la partecipazione popolare, l’impegno civile e sociale dei cittadini senza distinzione di partito. Al centro delle attività, sono studio, ricerca, dibattito, iniziative editoriali, aggiornamenti culturali nella politica locale, nazionale ed internazionale, nell’economia, nei problemi sociali e nel tempo libero.

Provvedimenti amministrativi importanti del 1992 La Giunta Municipale provvede il 17 Marzo a depositare presso la Cassa Depositi e Prestiti le indennità provvisorie per esproprio di terreni nell’area PEEP di via Bellini non ritirate o rifiutate dagli attuali proprietari. Nello stesso giorno decide la pubblicazione dello Statuto Comunale, reso esecutivo il 19 Febbraio. Alle prime 1.000 copie distribuite succederà una seconda ristampa di pari quantità.

E’ interessante menzionare in succinto il volume di iniziative assistenziali di quel periodo. Da una convenzione con la Cooperativa “Monsignor Enrico Manfredini” di Varese, relativa all’assistenza domiciliare di soggetti minori per 5 giorni la settimana durante 10 mesi, si apprende che erano assistite quattro famiglie, comprendenti due bambini tra 6 e 10 anni e sei ragazzi tra 11 a 14 anni. Erano coinvolti nel servizio un coordinatore, quattro educatori ed una educatrice.

L’ A.S. Buguggiatese riceve dalla Giunta un contributo straordinario di 6 milioni per la sistemazione del terreno di gioco del campo di calcio, per dare inizio alla costruzione di una piccola tribuna da 200 posti e preparare una festa gastronomica e danzante a celebrazione del decennale dalla fondazione.

Il 27 Ottobre la Giunta prepara la Relazione Previsionale e Programmatica al Bilancio di Previsione 1993, partendo con una premessa. Il ciclone monetario che ha travolto la Lira costringe il Governo ad effettuare tagli nelle spese. I provvedimenti del Ministero del tesoro prevedono aumenti dell’età pensionabile, adeguamenti nei trattamenti pensionistici pubblici e privati, contributi degli utenti nel servizio sanitario, blocco delle assunzioni nel pubblico impiego. Durante l’anno sono stati sospesi i mutui della Cassa Depositi e Prestiti per i Comuni con meno di 5.000 abitanti . Per Buguggiate tutto ciò ha causato il congelamento di 130 milioni di investimenti, il blocco delle assunzioni e la riduzione dei trasferimenti di parte corrente. Questo quadro impone una qualificazione della spesa e una scelta degli investimenti, anche perché pare che, rispetto al 1992, non ci sarà nel ’93 per i trasferimenti di parte corrente un aumento uguale all’indice di inflazione programmato, ed è anche in forse il contributo per lo sviluppo degli investimenti rappresentato dall’onere degli interessi a carico dello Stato. Quanto alla nuova imposta ICI del 4 %° , il Comune dovrà versarla all’Erario, essendo mantenuta integrale la corresponsione erariale 1993: Quindi, il Comune potrà contare, in via ordinaria, soltanto sulla media dei trasferimenti INVIM dell’ultimo triennio, elevandone di 1 punto l’aliquota. Spese correnti: quelle per il personale più 8 milioni per gli obiettori, le progettazioni, 60 milioni, le attività parascolastiche, la biblioteca, i servizi sociali. Investimenti: prioritario quello per costruire la Scuola Materna, l’istituzione della mensa alle Scuole Elementare e Media richiesta dalla Legge, il potenziamento della rete fognaria, la realizzazione di 184 parcheggi, l’acquisizione dell’area contigua alla chiesetta di via Erbamolle.

Lo Statuto Comunale Lo Statuto Comunale approvato dal Consiglio Comunale il 29 Gennaio è suddiviso in 7 Titoli o Capitoli. Il Titolo 1° tratta i principî fondamentali: il Comune, il territorio, la sede, il gonfalone, gli obiettivi, i servizi. Il Titolo 2° considera in una prima parte l’ordinamento strutturale del Comune: - il Consiglio e sue attribuzioni, compiti e doveri, - i gruppi di maggioranza e minoranza, - le commissioni consiliari, - le delibere. Nella seconda parte tratta: - la composizione della Giunta, - - l’elezione del Sindaco e degli assessori, - le dimissioni del Sindaco e di oltre la metà degli assessori, - il funzionamento, le attribuzioni e le delibere della Giunta, - la figura , le attribuzioni di amministrazione, di vigilanza e di organizzazione del Sindaco. Il Titolo 3° tratta l’ordinamento degli uffici e dei servizi comunali. Il Titolo 4° riguarda l’ordinamento finanziario, il controllo interno e le attribuzioni dei Revisori dei Conti. Il Titolo 5° enuncia l’organizzazione territoriale e le forme associative, - le organizzazioni sovracomunali : cooperazioni, consorzi, unione di Comuni, accordi di programma. Il Titolo 6° stabilisce i criteri di: - partecipazione, accesso ed informazione dei cittadini, mediante Consulte comunali, Comitati di gestione,- diritto di accesso ed interventi nei procedimenti amministrativi, - pubblicità degli atti, - istanze, petizioni e proposte, - referendum e loro effetti, la figura e le attribuzioni del Difensore Civico,. Il Titolo 7° enuncia : - disposizioni transitorie e finali, - funzioni vicarie del Sindaco, - norme abrogative, - il vigente ordinamento finanziario e contabile e le sue applicazioni, - l’adozione dello Statuto.

Delibere consiliari importanti Oltre all’approvazione dello Statuto, il Consiglio esamina ed approva anche il Regolamento di Contabilità. Successivamente, il 28 Febbraio procede alla nomina di una Commissione giudicatrice per un Concorso di idee “Progetto architettonico per la Scuola Materna” La riforma delle autonomie locali che impone ai responsabili dei vari servizi di formulare un parere tecnico su ogni proposta di delibere della Giunta e del Consiglio, l’incremento delle normative, il trasferimento ai Comuni di funzioni socio-assistenziali rendono opportuno l’ampliamento della Pianta Organica del personale da 16 a 20 unità e la ristrutturazione dei vari servizi. Il Consiglio delibera in tal senso il 28 Maggio, provvedendo anche a fissare i singoli compiti, le qualifiche ed i titoli di studio necessari per le singole unità.

Il conto consuntivo 1991 ha mostrato un avanzo di £ 144.555.258..

Con l’astensione del gruppo di minoranza si delibera di concedere, durante l’anno scolastico 1992/93, quattro aule in affitto al Comune di Azzate che si trova nella necessità di reperire aule per la sua Scuola Elementare. Canone annuo, £ 10.000.000.

L’arch. Giovanni Landonio annuncia l’11 settembre le sue dimissioni da consigliere. La sua decisione è maturata “per avere constatato con rammarico che questa Amministrazione Comunale, con riferimento alla Maggioranza, nei momenti decisionali più importanti e concreti per il Paese manca di carattere e pragmatismo, rinviando spesso le scelte e lasciandosi coinvolgere nelle trame interessate della Minoranza”. Le dimissioni sono aspramente criticate da Calella. 185

Il 23 Novembre si delibera l’adesione a un sistema bibliotecario intercomunale proposto dal Comune di Viggiù, al quale fa capo. Aderiscono anche i comuni di , Azzate, , , , Casciago, Castronno, , Luvinate, Malnate, Morazzone. Il sistema si ripromette di creare: - una rete integrata di strutture e di servizi bibliotecari, - il coordinamento dei servizi biblioteca con altre istituzioni culturali comunali, - il coordinamento di acquisizioni, conservazione e pubblica fruizione dei beni librari, - la promozione di attività culturali correlati con beni librari e documentari.

Il 15 Dicembre sono esaminati e approvati la Relazione Previsionale Programmatica ed il Bilancio Preventivo 1993. Per la prima volta, Castelli annuncia che si intende affrontare il problema della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Lotti chiede chiarimenti su alcune voci di entrate ed uscite, fa rilevare che non sono previsti interventi per il ricupero del patrimonio edilizio, non è soddisfatto del bilancio, comunque voterà a favore. Calella lo ritiene “un Bilancio di ordinaria amministrazione, privo di fantasia”.

Elezioni politiche del 5 Aprile 1992 Elezioni per il Senato Elettori iscritti 2049, votanti 1934 (94,3 %)

Voti attribuiti ai candidati dei singoli Partiti: Lega Nord/Lega Lombarda, 602; Democrazia Cristiana, 422; Partito Socialista, 226; Partito Democratico della Sinistra 158; Partito Comunista, 83; Partito Repubblicano, 64; Verdi, 61; Movimento Sociale/Destra Nazionale, 48; Partito Liberale, 45; Lega Alpina/Pensionati, 30; Sì, Referendum, 18; Lista Panella, 18; Autonomia Alleanza Lombarda, 17; Lega Casalinghe/Pensionati, 16; Lombardia Europea Terra Libera, 13; Pensionati, 10; Partito Socialista Democratico, 6; Libertà, 3; Caccia, Pesca, Ambiente, 1; Federalismo, 0.

Elezioni per la Camera dei Deputati Elettori iscritti 2352, votanti 2226 (94,6 %)

Voti attribuiti: Lega Lombarda/Lega Nord, 782; Democrazia Cristiana, 412; Partito Socialista, 278; Partito Democratico della Sinistra, 175; Partito Comunista, 92; Verdi, 69; Partito Repubblicano, 61; Movimento Sociale/Destra Nazionale, 50; Partito Liberale, 43; ”La Rete”, 36; Lega Casalinghe/Pensionati, 30; Sì, Referendum, 29; Lista Marco Panella, 21; Partito Socialista Democratico,19; Pensionati, 16; Caccia, Pesca, Ambiente, 4: Federalismo, 0.

Associazioni esistenti nel Comune nel 1992 Associazioni esistenti nel Comune: “Farsi Prossimo” – Karatè- Cacciatori – “La Focale” –A.S. Buguggiatese – Circolo Cooperativo – A.S. Ginnastica – A.S. Calcio – “Nuovi Orizzonti” - Atlas Basket.

Problemi con il Progetto Scuola Materna Agli inizi del 1992, il Sindaco aveva prorogato i termini fissati nel bando di Concorso per la presentazione di elaborati per la progettazione della Scuola Materna (ore 12 del 18 Dicembre 1991). Contro questa proroga il 13 febbraio 1992 avevano presentato ricorso al TAR tre degli architetti concorrenti: Luca Ranza, Vincenzo Montaldo e Raffaele Selleri. Successivamente, il 13 Novembre, il Consiglio Comunale deliberava un’ulteriore proroga di 30 giorni a partire dalla data di approvazione del CORECO (Comitato Regionale di Controllo) a questa stessa delibera. La proroga valeva soltanto per i 68 partecipanti al Concorso già ammessi. Questa 186 decisione provocava un nuovo ricorso al TAR del 20 Gennaio 1993 da parte degli stessi tre ricorrenti. La Giunta decideva due giorni dopo di costituirsi in giudizio per la difesa. Con sentenza del 9 Febbraio il TAR accoglieva la richiesta di annullamento della delibera consiliare. La Giunta decideva di costituirsi in appello presso il Consiglio di Stato.

Dal verbale della seduta consiliare del 22 Luglio si apprende che il Consiglio di Stato respinse l’appello del Comune contro la decisione presa dal TAR a favore del ricorso dei tre architetti contro la sospensione dei termini di presentazione degli elaborati. Il Consiglio constatava che erano da ritenere validi ed efficaci soltanto gli atti della procedura concorsuale, senza possibilità di proroghe oltre il termine fissato nel bando di Concorso. Pertanto, Guerci e Niada chiedevano alla Giunta di attivarsi per potere disporre della progettazione entro la fine dell’anno, chiedere i finanziamenti e deliberare in tal senso. Lotti, al quale si associavano Calella e Tesser, annunciava il suo voto contrario perché “comunque vada”l’iter del concorso “darà adito a nuovi ricorsi da parte degli esclusi, con richiesta di danni”. Invitava tutti i consiglieri ad accettare la sua posizione: occorreva prudenza, visto come erano andate a finire analoghe situazioni in concorsi indetti da altri Enti. Otto voti favorevoli e tre contrari a proseguire il più rapidamente possibile la pratica di progettazione.

Il Comune nel 1993 La Giunta Municipale stabilisce nel 5%° l’aliquota ICI per il 1993, demandando al Segretario comunale la gestione di questa nuova imposta. Approva corsi serali di origami, traforo, tessitura, pittura su stoffa organizzati presso la Biblioteca. Concede un contributo straordinario all’A.S. Buguggiatese per posa in opera di transenne nel campo di calcio.. Approva il conto consuntivo 1982 chiuso con un avanzo di £ 153.465.468. Esamina e approva uno schema di scrittura privata con l’Associazione “Farsi prossimo” per l’uso in comodato di due locali al 1° piano della Scuola Materna per la risoluzione d’urgenza di emergenze di problemi abitativi a favore di residenti nel Comune o di chiunque si trovi in stato di bisogno e in attesa di stabile soluzione abitativa. In Settembre concede il via ad un bando d’asta per una notevole mole di lavori al cimitero (loculi, ossario, cappella) per un importo di £ 265 milioni.

Il 2 Novembre prende atto dei verbali della Commissione giudicatrice del Concorso di idee “Progetto architettonico Scuola Materna”. Dopo avere esaminato tutti i progetti pervenuti, la Commissione ha deciso la seguente graduatoria: 1°classificato il Gruppo dell’arch. Raffaele Selleri; 2* classificato lo Studio GA Architetti Associati; 3° ex-aequo il Gruppo Architetti Pietro Galli e il Gruppo Architetti Maurizio Carones. Al 1° classificato sarà corrisposto un premio di 5 milioni, 2.5 dei quali come acconto degli onorari per la progettazione; al 2° classificato saranno corrisposti 3 milioni, ed al 3° 2 milioni. Immediatamente è esaminato ed approvato il progetto di massima, recante un importo complessivo di 1,3 miliardi, finanziabili con 200 milioni di fondi comunali ed un mutuo di 1,1 miliardi con la Cassa di Credito Ruraleed Artigiana.

Ai sensi della LR. n° 20/92, che fissa che almeno l’8%° degli oneri di urbanizzazione secondaria siano devoluti a interventi su edifici destinati al culto e ad attrezzature per servizi religiosi, su richiesta della Parrocchia le si accreditano £ 6.316.615.

I capigruppo consiliari sono: Stefano Masini, per la maggioranza (DC-PSI e Indipendenti), Gianfranco Lotti (Lista Civica “Nuovi Orizzonti”) e Sigismondo Calella (PC I e Indipendenti). 187

Nella seduta del 27 Gennaio del Consiglio Comunale, non senza avere fatto prima rilevare che tale ritardo non è imputabile all’Amministrazione, ma a remore burocratiche, il Sindaco informa che essendo trascorsi infruttuosamente i tre anni di tempo previsti dalle leggi per l’inizio dei lavori per il PEEP zona Valciasca sarà necessario riattivare la procedura di occupazione d’urgenza. Nel frattempo la “Cooperativa Buguggiate ‘87”, pre-assegnataria , ha ottenuto un contributo regionale e possiede i requisiti necessari per l’assegnazione definitiva delle aree individuate, per la parte già ottenuta in cessione bonaria da parte dei proprietari. Prima della discussione si assentano Fonti, Presidente della Cooperativa e Lotti, membro della stessa. Calella si dichiara soddisfatto trattandosi di un’iniziativa voluta dalla passata Amministrazione, ma ritiene che la Cooperativa non abbia dato “sufficiente garanzia e fiducia, anche se le responsabilità non sono da una parte sola”. Si delibera l’assegnazione alla Cooperativa del Lotto A con diritto di proprietà e dei lotti B e C con diritto di superficie, mentre sempre con diritto di superficie saranno assegnate le aree restanti. In successive sedute consiliari continuerà l’attacco delle minoranze. Nonostante le assicurazioni che si sta cercando di definire il più presto possibile l’iter burocratico, Calella definerà la situazione del PEEP Valciasca “ridicola” e “patetica” , accuserà di incapacità la Giunta esprimendo il suo personale dissenso sul modo con il quale è stata gestita l’iniziativa. Anche Lotti insisterà che l’Amministrazione deve concludere al più presto la pratica. Purtroppo, sia gli sforzi dell’Amministrazione, sia gli stimoli della minoranza risulteranno inutili. Il !5 Ottobre il Sindaco deve comunicare di essere stato informato che il CORECO ha annullato il progetto di PEEP Valciasca con motivazioni ancora non note.

Ritornano di attualità le dimissioni da consigliere di Giovanni Landonio. In un’istanza discussa il 25 Giugno, Lotti ritiene scorretto il comportamento dell’Amministrazione in quell’occasione e chiede che “tutti abbiano il coraggio di dimettersi per manifesta incapacità nel condurre l’azione amministrativa del paese”. Calella si associa “rimarcando l’incapacità amministrativa del gruppo di maggioranza”. Il Sindaco risponde enumerando tutti gli obiettivi raggiunti, illustrando l’impegno costante e gravoso dell’Amministrazione e chiedendo a tutti i consiglieri di partecipare alle attività amministrative. Successivamente anche il Gruppo “Nuovi Orizzonti” interviene sulle dimissioni del consigliere Landonio pubblicando un articolo. Commentandolo, il Sindaco afferma che, anche se il testo della lettera di dimissioni potrebbe indurre in errore, in realtà furono motivi di lavoro a causarle. Ritiene che le critiche espresse da Calella nei confronti di Landonio “furono estremamente pesanti e allo stesso tempo inopportune…”: Calella risponde con sdegno che un Consigliere comunale ha il diritto, nel rispetto della democrazia, di essere libero nel manifestare le proprie opinioni. Nella stessa serata, si discute il rinnovo del contratto di affitto di 4 aule al Comune di Azzate per la sua Scuola Elementare. Il Sindaco propone di rinnovarlo alle stesse condizioni, ma con aumento del canone annuo a 15 milioni di Lire. Tuttavia, prima Tesser domanda se è possibile sapere se il Comune di Azzate ha intenzione di costruire aule per rendersi autosufficiente, poi Calella interviene per fare presente che 15 milioni all’anno sono insufficienti per coprire le spese, e Lotti propone di portare l’importo a 20 milioni tenendo presente la lievitazione generale dei prezzi dovuta all’inflazione e l’usura del mobilio. Tuttavia, poiché Fonti aveva verbalmente già preso l’impegno per un affitto di 15 milioni, la questione è rimandata ad altra seduta.

Il Piano finanziario per la costruzione della Scuola Materna è definitivamente approvato il 15 Ottobre. La spesa totale è prevista in 1,5 miliardi. Duecento milioni saranno immessi dal Comune con fondi di bilancio e sotto forma di oneri di urbanizzazione. Per i restanti 1,3 miliardi sarà stipulato un mutuo con la Cassa Rurale e Artigiana, estinguibile in 12 anni al tasso del 9,50 %, con concorso statale del 7 %. 188

A fine 1993 la popolazione era salita a 2937 unità.

Finiti i lavori di restauro in Via Sardegna, in uno stabile di proprietà Comunale due locali sono messi a disposizione del Centro di Aggregazione Anziani e della “Focale”.

I referendum popolari del 18 Aprile 1993 Erano state presentate 10 proposte di referendum, ma prima del giorno delle votazioni i referendum n° 6 (interventi straordinari nel Mezzogiorno) e n° 7 (elezione dei Consigli Comunali) furono aboliti. Pertanto, si andò a votare i Referendum: - n° 1 sulle competenze delle U.S.S.L.; - n° 2 sul possesso di stupefacenti e sostanze psicotrope; - n° 3 sul finanziamento pubblico dei Partiti; - n°4 sulle Casse di Risparmio e Monti di Pietà; - n° 5 sull’abolizione del Ministero per le Partecipazioni Statali; - n°8 sulle modalità di elezione del Senato: - n° 9 sull’abolizione del Ministero dell’Agricoltura; - n°10 sull’abolizione del Ministero per il Turismo e lo Spettacolo.

Elettori iscritti 2373, votanti 2115 (89,1 %) Risultati: Referendum n° 1, SI 1820, NO 221; Referendum n°2, SI 1061, NO 975; Referendum n° 3, SI 1955, NO 95; Referendum n° 4, SI 1939, NO 112; Referendum n° 5, SI 1960, NO 94; Referendum n° 8, SI 1882, NO 158; Referendum n° 9, SI 1634, NO 411; Referendum n° 10, SI 1875, NO 178.

Elezioni del Consiglio Provinciale del 21 Novembre 1993 Elettori iscritti 2395, votanti 2135 (89,1 %)

Risultati per la Presidenza: Massimo Ferrario, Lega Nord voti 1013; Livio Ghiringhelli, Patto Italia Nuova/DC, 293; Fernando Fasolo, Rete/AD/PDS. 257; Attilio Capra de Carrè, Lega Alpina Lombarda, 159; Cesare Revelli, PCI/Verdi 152. Risultati per il Consiglio, voti attribuiti ai candidati dei vari Partiti: Lega Lombarda/Lega Nord, 1093: Democrazia Cristiana, 239; Lega Alpina Lombarda, 159; Partito Democratico della Sinistra, 147; Partito Comunista, 81; Sole che ride/Verdi, 71; Alleanza Democratica, 59; Patto per un’Italia Nuova, 54; La Rete, 51

Ballottaggio: votanti 1805 (75,3 %) Voti attribuiti a Massimo Ferrario, 1283; a Lino Ghiringhelli, 387.

Vittoria schiacciante per la Lega Lombarda/Lega Nord Avvenimenti del 1994 Il 6 febbraio 1994 la “Cassa Rurale ed Artigiana” cambia la sua denominazione in “Banca di Credito Cooperativo di Buguggiate”. Imponenti, dal 1983.,sono stati i suoi progressi come numero di clienti ed importanza di portafoglio. Il 1° Maggio è inaugurata la sua nuova sede in Via Cavour, 17.

L’architetto Vittorio Salmoiraghi era stata l’unica persona che aveva inoltrato un ricorso al TAR dopo la chiusura dei termini alla presentazione degli elaborati di progetto per il Concorso relativo alla realizzazione della Scuola Materna. Ancora una volta, il TAR aveva emesso sentenza a lui favorevole. Anche per non creare ancora ostacoli nell’iter amministrativo della procedura di esecuzione dei lavori, la Giunta aveva cercato una composizione bonaria. Fallito questo tentativo, a causa di richieste eccessive di “risarcimento” da parte del ricorrente, si decideva l’11 di Aprile di riammetterlo al Concorso. Dopo averne esaminato gli elaborati la Commissione giudicatrice del Concorso riteneva che essi non fossero da includere nella graduatoria stilata il 28 Ottobre 1993. Se ne dà notizia all’interessato. 189

Elezioni Politiche del 27 Marzo 1994 Camera dei Deputati Elettori iscritti 2406, votanti 2173 (90,3 %)

Parte uninominale Voti attribuiti: Roberto Maroni (Forza Italia, Lega Nord, Centro Cristiano democratico, Unione di Centro), 1505; Angelo Guerraggio (Progressisti), 328; Pier Maria Morresi (Patto per l’Italia), 210; Luigi Federiconi ( Alleanza Nazionale/MSI), 130

Parte proporzionale Voti attribuiti: Lega Nord, 841; Forza Italia, 515; Partito Democratico della Sinistra, 186; Partito Popolare Italiano, 152; Alleanza Nazionale/MSI, 110; Patto Segni, 85; Lista Panella, 84; Partito Comunista, 80; Lega Alpina Lumbarda, 55; La Rete, 26; Partito Socialista, 11.

Senato Elettori iscritti 2134, votanti 1911 (89,5 %) Voti attribuiti ai candidati dei vari Partiti: Forza Italia/Lega Nord, 1074; Progressisti, 272; Patto per l’Italia, 192; Alleanza Nazionale/MSI, 130; Lega Alpina Lombarda, 108; Lista Panella, 68; Pensionati, 32; La Lega di Angelo Bossi, 27; Partito della Lega Naturale, 8.

Entrambe le votazioni confermano l’ormai indiscusso predominio delle preferenze di voto per la Lega Lombarda,e in minor misura per il nascente raggruppamento di Forza Italia, il drastico ridimensionamento delle due espressioni comuniste e la scomparsa della Democrazia Cristiana.

Uno studio per il rilascio di licenze La Giunta ha fatto eseguire uno studio per potere valutare il numero di licenze per attività di somministrazione di alimenti e bevande compatibile con la popolazione presente e con il suo futuro aumento. Lo studio, affidato al dott. Mauro Anziani di Milano, basandosi sul progressivo incremento dei residenti e sul confronto con la media provinciale di esercizi del settore (rapporto abitanti/esercizi) indica una sovrabbondanza del numero di bar (Provincia: 1 bar ogni 504 abitanti, Buguggiate: 1 bar ogni 370) e un numero massimo di 4 esercizi per la vendita di alimenti. Tenendo conto delle moderne tipologie di vendita di bevande ed alimenti, lo studio indica per Buguggiate i seguenti numeri ottimali di licenze: somministrazione di alimenti, esistenti 3, ottimali 4; somministrazione di bevande, esistenti 8, ottimali 9. Di conseguenza, ancora un’autorizzazione per ciascuna delle due categorie.

In sede di esame e approvazione della Relazione Previsionale Programmatica e del Bilancio Previsionale 1994, in Consiglio Comunale si apre una lunga discussione. Inizia Calella annunciando la sua astensione e lamentando un forte aumento delle spese correnti a scapito degli utenti e denunciando i numerosi piccoli sprechi da lui notati nelle enunciazioni della Relazione. Continua Lotti che pur ritenendo corretta l’impostazione tecnica del Bilancio di Previsione nota che esso mostra una palese insensibilità per i problemi sociali e per quelli della gioventù. “Ciò è avvilente – afferma – si rimane ancora chiusi nel nostro piccolo, senza affrontare i gravi problemi che angustiano il mondo (Somalia, Mozambico, ex-Jugoslavia) ed anche il problema della tossicodipendenza. Infine, chiedo se sia ancora il caso di investire nella Scuola Materna, data l’evoluzione anagrafica negativa”. Sempre in riferimento ai ricorsi presentati da vari professionisti in merito alle proroghe della data di chiusura del Concorso per il progetto della Scuola Materna presenta un’interpellanza con la quale chiede la conferma che le eventuali richieste di danni avanzate da professionisti ricorrenti contro la nota sospensiva dei termini di concorso saranno coperte da 190 assicurazione. Naturalmente il Sindaco, Guerci e Fonti difendono l’impostazione del Bilancio, sottolineando l’importanza degli interventi previsti. Fonti, in particolare, nega che esista un decremento demografico che possa fare pensare inutile la realizzazione della nuova Scuola Materna. Già ora l’aumento della popolazione richiederebbe l’istituzione di una quarta sezione, resa impossibile nell’attuale sede.. Rigetta anche le critiche comparse sul “Gazzatino della Valbossa” affermanti che il Consiglio comunale è un consiglio di “convitati di pietra”. La discussione in atto prova il contrario. Alla fine del dibattito Relazione e Bilancio Previsionali sono approvati con dieci SI, un’astensione e due NO.

La convenzione con il “Tigros” Lo schema di convenzione per la realizzazione di un’area pubblica da passare in gestione al Supermercato Tigros è lungamente discusso, ed avversato dalle minoranze, durante una seduta consiliare del 24 Febbraio. Tuttavia, non sono soltanto i membri della minoranza a dissentire, perché il Sindaco, introducendo l’argomento, legge una lettera di dimissioni di Guerci dalla carica di assessore. Pur confermando di restare consigliere, il dimissionario scrive che la sua decisione è dovuta alla sua contrarietà, già espressa in sede di Giunta e di Consiglio, all’insediamento di una struttura (“dancing, ristorante o club che dir si voglia”) nella zona standard del lago. Avrebbe preferito che l’area fosse attrezzata con una struttura leggera, panchine, piattaforma per il ballo, servizi, da usare d’estate soltanto per feste popolari. Iniziata la discussione sullo schema di convenzione con il “Tigros”, Lotti legge una dichiarazione controfirmata da Tesser, nella quale fa una cronistoria delle trattative che hanno portato alla redazione dello schema. La passata Amministrazione (vedi pag. 178) aveva preso l’impegno di cambiare destinazione ad un’area boschiva, acquistandola e cedendola in gestione al Supermercato che l’avrebbe attrezzata co“in modo minimale” con panche, tavoli, una parte pavimentata, servizi igienici, pagando un canone annuo e consentendo lo svolgimento di alcune manifestazioni nei fine settimana estivi. Invece, ora si discute della creazione di un’attrezzatura fissa, locale per ballo e spettacoli, ristorante, ecc. che il “Tigros” gestirà tutto l’anno pagando un canone d’affitto, limitandone l’uso comunale a soli cinque fine settimana. “E’ chiaro che la costruzione di strutture fisse tende a creare un sito di trattenimento e di spettacolo che sarà di tutto vantaggio solo per il “Tigros”. Il Comune detrarrà soltanto il canone d’affitto mentre la collettività vedrà ridotte la zona a verde e le aree destinate a bambini e ad anziani. E poi, quale utilità avrà per Buguggiate la creazione di un’altra discoteca, tale sarebbe in definitiva il locale da ballo, a distanza di soltanto 500 m dalla discoteca “Il caminaccio” ? Quali potrebbero essere i controlli del Comune su tale iniziativa quanto ad ordine pubblico, droga, AIDS, orari, inquinamento acustico, ecc, ? Non sarebbe opportuno interpellare la popolazione per conoscerne l’opinione su questo insediamento? Per la minoranza, la soluzione migliore resta quella minimale iniziale. Altrimenti, i firmatari esprimeranno voto contrario”. Segue un dibattito, durante il quale il Sindaco, Fonti , Papa e anche Calella affermano: - che la convenzione porta vantaggi alle Associazioni e a tutta la popolazione; che sarà fissata una chiusura notturna alle ore 24; - che saranno disposti controlli assidui. Associandosi a Lotti e Tesser, Brebbia enuncia voto contrario. Lo schema di convenzione è approvato con 8 SI e 3 NO.

Si prende atto delle dimissioni da assessore del consigliere Guerci, lo si ringrazia per l’operato svolto con passione e rigore. Si procede alla nomina, in sua surroga, di Natalino Castelli.

Anche il “Gazzatino della ValBossa” dedicò parecchio spazio nei Numero di Giugno e Luglio/Agosto agli avvenimenti di Buguggiate, in particolare alla convenzione fra Comune e “Tigros”. Concordando pienamente con le critiche espresse in Giugno a firma “Buzz” , nel numero di 191

Luglio Lega Ambiente “Circolo Baia del Re” esprime gli stessi dubbi e perplessità. “Questo assurdo progetto ci ha lasciato talmente di sasso che anche dal profondo del nostro cuore non sale nessuna domanda. Lasciateci prendere fiato”.

Situazione del PEEP Valciasca Durante la stessa seduta, il Sindaco comunica che la Giunta ha concesso una proroga di 30 giorni alla ”Cooperativa Buguggiate ‘87” e all’impresa “MG Costruzioni” di Pietro Spinelli per la firma della bozza di convenzione e la presentazione degli elaborati di progettazione. Se tale termine sarà trascorso inutilmente, il Consiglio Comunale prenderà le debite misure conseguenti. Successivamente, il 10 Giugno, si constata che il termine ultimo del 27 Aprile è da tempo scaduto senza che la “Cooperativa Buguggiate ‘87” e la “MG Costruzioni” abbiano presentato la convenzione firmata per accettazione e gli elaborati. Il Sindaco propone la revoca delle due pre-assegnazioni. Su richiesta di Calella, che ha avuto incontri con i responsabili della Cooperativa e dell’impresa edile, per un’ulteriore proroga, il Sindaco concede, come termine ultimo perentorio, la data dell’11 Luglio 1994.

Tuttavia, il 27 Luglio si apprende che due coniugi comproprietari di terreno interessato dal PEEP hanno presentato ricorso contro la delibera del Consiglio Comunale del 3 Novembre 1989. Si decide di sospendere “in toto” ogni iter procedurale ed amministrativo attinente il PEEP in questione e si trasmette copia dell’esposto alla Procura della Repubblica di Varese.

Elezioni per il Parlamento Europeo del 12 Giugno 1994 Elettori iscritti 2409, votanti 1990 (82,6 %)

Voti espressi ai candidati dei vari partiti: Lega Nord, 673; Forza Italia, 584; Partito Democratico della Sinistra, 141; Partito Popolare, 121; Alleanza Nazionale , 95; Partito Comunista, 68; Verdi, 61; Patto Segni, 39; Lista Panella, 37; Lega Alpina Lombarda, 19; Lega d’Azione Meridionale, 17; Partito Socialista/Democratici per l’Europa, 8; Partito Repubblicano, 8; La Rete, 8; Liberali, 7; Partito Socialista Democratico 4; Federalismo, 1;

Predominio assoluto di voti per Lega Nord e Forza Italia.

Il Gruppo di Protezione Civile Il Consiglio Comunale esamina ed approva un Regolamento per la costituzione di un gruppo di cittadini volontari per la Protezione Civile. Gli interessati possono presentare domanda al Sindaco, al quale, come responsabile unico del Gruppo, spetta l’accettazione. Il Sindaco nomina anche un coordinatore del Gruppo. I volontari sono addestrati, a cura della Prefettura, da tecnici dei Vigili del Fuoco, del Corpo Forestale e di altri Enti idonei, I volontari mantengono i loro posti di lavoro, trattamenti economici e previdenziali. Durante le loro attività volontarie sono coperti da assicurazione stipulata dal Ministero per le Partecipazioni Statali. Godono di rimborsi spese. Possono rifiutare di eseguire lavori o compiere azioni da loro giudicati pericolosi, o per quali non si ritengono idonei.

Iniziative benefiche L’assessore Castelli riferisce il 24 Giugno sugli interventi effettuati o da effettuarsi a favore di profughi jugoslavi. Nella prossima seduta di Giunta proporrà un contributo di 1 milione a favore di 14 ragazzi bosniaci ospitati presso famiglie di Buguggiate. Comunica anche che la Giunta ha erogato £ 800.000 alla “Fraternità Mir” per la Jugoslavia. Giungeranno i ringraziamenti di questa Associazione che impiegherà la somma per ricostruire quattro case distrutte dagli eventi bellici. 192

In data 2 Dicembre è aperto un conto corrente presso il Credito Cooperativo per la raccolta di somme da destinare agli alluvionati di Castelnuovo Belbo . La Giunta stanzia £ 500.000. I cittadini di Buguggiate offrono denaro, oggetti di vestiario, viveri, che saranno portati sui luoghi colpiti da 5 autocarri gestiti dal Gruppo di Protezione Civile.

La Cooperativa ABAD “Abad servizi e lavoro” è una Cooperativa Sociale, senza fine di lucro. E’ stata promossa dall’organizzazione “Farsi prossimo”, associazione di Volontariato del Decanato di Azzate. La Cooperativa ABAD è stata fortemente propugnata, con azione instancabile di persuasione, da don Franco Pozzi, il compianto Parroco di Buguggiate, tanto che la sua sede legale è in via Trieste n. 31. E’ stata formalmente costituita il 18 Giugno 1994. “ABAD” è un verbo ebraico usato nella Bibbia con il significato di “lavorare, servire” Scopo della Cooperativa, che ha la sede operativa a Daverio, è la lotta contro il disagio sociale: - di persone con problemi di varia natura, non in grado di sostenere attività lavorativa in normale ambiente competitivo; - di giovani in difficoltà alla ricerca di un primo lavoro; - di persone uscite da situazioni ed esperienze particolarmente pesanti, che cercano di reinserirsi nella società; - di stranieri che faticano a trovare inserimento ed integrazione. L’attività della Cooperativa consiste nel gestire lavori di piccolo artigianato, di assemblaggio, di ricamo e di assunzione di servizi di pulizia. Sono previste anche la formazione professionale, la produzione e la vendita di prodotti elaborati dai propri lavoratori. I Soci sono divisi in soci cooperatori, soci volontari, soci sovvenzionatori, soci azionisti di partecipazione, soci Enti pubblici e privati. E’ merito e vanto della Cooperatva se parecchi giovani sono stati distolti dall’uso di droghe e reinseriti nel contesto della società, e se parecchi ragazzi con minorazioni psichiche o fisiche hanno trovato nel lavoro artigianale o manuale una ragione per il loro sostentamento.

Il conto consuntivo 1993 ha riportato un avanzo di £ 253.597.395.

L’alluvione del 12 – 13 Settembre Una forte perturbazione atlantica provocò una serie di nubifragi torrenziali che raggiunsero il culmine nella notte fra il 12 ed il 13 Settembre. Malauguratamente il nostro Comune fu investito da una vera e propria alluvione, con inondazione provocata da ristagno di acqua nei cantieri dell’ANAS per la realizzazione della bretella autostradale verso Varese. Oltre ad inondare cantine e pianterreni di abitazioni private, la massa d’acqua provocò lo scoppio di tubature della fognatura, non in grado di trasportare volumi di acqua troppo elevati. La Giunta impartì subito disposizioni d’urgenza all’Ufficio Tecnico comunale perchè si provvedesse alla riparazioni più urgenti. I danni a manufatti (strade, fognature, ecc.) e beni comunali furono valutati in 60 milioni, mentre i danni a privati ammontarono a 1,5 miliardi di Lire. La responsabilità di tutti i danni era imputabile all’ANAS, sia per i ritardi nei lavori per la bretella, sia per non avere predisposto opere di smaltimento di un tratto dell’autostrada costituente una specie di bacino. L’Amministrazione Comunale si attivò prontamente, dando disposizione all’Ufficio Tecnico e al Gruppo di Protezione Civile di compiere immediatamente i provvedimenti più urgenti. Nel frattempo, si cominciava a pensare ad eventuali richieste di danni all’ANAS per la mancata realizzazione di opere che avrebbero potuto evitare gli ingenti danni subiti dalla collettività.

Ecco cosa ne pensava un articolo comparso sul quotidiano “La Prealpina” alcuni mesi dopo, precisamente il 12 Aprile 1995,: “Se si fossero spesi trecento milioni in più forse si sarebbero risparmiati danni per un miliardo e mezzo. A tanto ammontano i guai causati dalla furia delle acque a Buguggiate nell’alluvione dello 193 scorso Settembre. Un disastro che magari poteva essere di proporzioni inferiori se le opere idrauliche lungo il raccordo dell’autostrada fossero state eseguite in altro modo. E comunque, il rischio è che anche in futuro possano verificarsi guai seri in caso di piogge critiche. E’ questa, in sintesi, la tesi sostenuta dall’Amministrazione civica di Buguggiate che ha avviato una causa per danno temuto nei confronti dell’ANAS, con richiesta di ordine all’ANAS di pronta sistemazione idraulica. Su due km di raccordo, 1,8 sono in territorio di Buguggiate. Per cirac un km il tracciato presenta un avallamento profondo dove confluiscono le acque delle precipitazioni sull’autostrada e a monte. Da questo bacino lee acque cadono da un sovrappasso su una strada consortile, e di qui sulla provinciale 17 e confluiscono in varie strade comunali. Scartata l’ipotesi di farle confluire nella fognatura comunale mperchè non in grado di convogliare forti precipitazioni, si potrebbe convogliarle in una roggia, con una serie di manufatti (spesa 303 milioni). Carabelli dice:< Per adesso chiediamo all’ANAS che termini i lavori concordati nel ’91, poi potremmo anche chiederle risarcimento dei gravi danni (60 milioni per l’Amministrazione, 1,5 miliardi per i privati, finora rimborsati solo 150 milioni !).

Il 18 Dicembre, alla presenza del Ministro per l’Interno Roberto Maroni e di altre autorità politiche regionali è stata posta la prima pietra della nuova Scuola Materna.

Buguggiate nel 1995 Secondo quanto stabilito dalla Legge 9/5/92 ( 8 % degli oneri di urbanizzazione secondaria da assegnare a un fondo per interventi su edifici destinati al culto e a relative attrezzature) su richiesta del Parroco don Franco Pozzi per opere di ordinaria e straordinaria manutenzione della chiesetta di S. Giovanni, stimate in 30 milioni, in data13 Gennaio la Giunta provvede all’assegnazione di £ 12. 412.871, pari al 9,5 % degli oneri riscossi.

Il Consiglio Comunale si raduna per l’ultima seduta della legislatura amministrativa il 13 Marzo. Si discute la creazione di un parcheggio in Viale XXV Aprile, allo scopo di evitare congestione del traffico. La minoranza non è d’accordo. Lotti e Tesser annunciano voto contrario non ritenendo utile il parcheggio che risulterà vantaggioso soltanto per il privato che concederà il terreno. Calella si astiene perché pensa che si poteva chiedere al privato più di 25 milioni. Pap controbatte insistendo che metà area sarà destinata a verde attrezzato e che la convenzione avrà durata 15 anni.

L’Amministrazione Comunale intende promuovere e incentivare le attività sportive, specialmente nelle fasce di attività giovanile. Si è consapevoli che l’A.S. Buguggiatese esplica attività con squadre iscritte a varie Federazioni ed Enti, ma deve sopportare oneri finanziari (spese di gestione, manutenzione impianti, trasporti, ecc.) diventati così gravosi da comprometterne la continuità. Pertanto all’unanimità si approva una convenzione con la stessa Associazione che fissa per il periodo 1° Luglio 1995 al 30 Giugno 2005 due contributi annui di £ 2.000 per abitante al 31 Dicembre precedente, e di £ 100.000 per ogni atleta tesserato residente. I due contributi saranno annualmente rivalutati sulla base dell’Indice ISTAT di aumento del costo della vita. Per il primo anno si impegna la somma di £ 14 milioni.

Si discute e si approva una convenzione per l’affidamento in esclusiva del servizio acquedotto all’ASPEM di Varese. Lotti e Tesser si astengono perché avrebbero preferito avere più tempo per esaminare la convenzione. Calella annuncia voto contrario perché “…sicuro che il Comune di Varese, tramite l’ASPEM, detterà condizioni che noi non potremo rifiutare; vi è un sicuro aumento del costo delle tariffe dell’acqua; la gestione dell’acquedotto funziona: perché cambiare ?”

Al termine del mandato amministrativo, il Sindaco afferma che i grandi stravolgimenti socio-politici 194 verificatisi nella Nazione hanno fatto sì che anche l’Amministrazione Comunale risentisse nelle sue attività dell’incertezza politica, tanto che solo alla fine del mandato è stato possibile concretare i programmi. Ringrazia il Consiglio, il Segretario ed il personale. Lotti annuncia che il suo gruppo non si presenterà alle prossime elezioni e spera che la futura Amministrazione nomini Commissioni consiliari con membri in grado di farle funzionare Soliti ringraziamenti di rito. Calella dice di non volere fare polemiche nell’ultimo Consiglio, ma ribadisce che alcuni ultimi esiti di problemi hanno avvalorato le sue preoccupazioni. “Sono stato poco ascoltato”. Soliti ringraziamenti. Fonti spera di rivedere tutti in Consiglio. Ringrazia i membri della minoranza per l’opposizione costruttiva, signorile, non preconcetta e soprattutto senza acredine. Ringrazia tutti.

Elezioni amministrative del 23 aprile 1995 Elezione del Consiglio Regionale Elettori iscritti 2440, votanti 2162 (88,6 %)

Parte maggioritaria Voti attribuiti ai Partiti: Forza Italia/Alleanza Nazionale/Partito Popolare/Centro Cristiano Democratico, 791; Lega Nord/Lega Lombarda, 692; Lombardia Democratica, 326; Partito Comunista, 123; Lista Panella/Riformatori, 34; Pensionati, 19. Parte proporzionale Voti attribuiti ai Partiti: Lega Nord/Lega Lombarda, 583; Forza Italia/Il Polo, 499; Partito Democratico della Sinistra, 151; Alleanza Nazionale, 138; Partito Comunista, 95; Partito Popolare, 44; Patto dei Democratici, 43; Verdi e Democratici, 41; Centro Cristiano Democratico, 38; Pensionati, 19; Laburisti, 4.

Continua l’affermazione della compagine Lega Nord/Lega Lombarda e dei Partiti del Centro/destra.

Elezioni comunali Stesso numero di elettori e votanti. Presentate 3 Liste: Lista n. 1 “Insieme per Buguggiate”, Lista n. 2 Lega Nord e Indipendenti, Lista n. 3 Lista Civica per Buguggiate.. Voti riportati: Lista n.3, 761, Lista n. 2, 637, Lista n. 1, 604.

Risultato in sospeso fino alla fine del conteggio dei voti date le esigue differenze.

La nuova Amministrazione 1995 La prima convocazione del nuovo Consiglio Comunale avviene il12 Maggio. I consiglieri eletti sono: per il gruppo di maggioranza, Lorenzo Carabelli, Vincenzo Fonti, Mario Rampi, Salvatore Mammano, Natalino Castelli, Dante Bernasconi, Enzo Papa, Ettore Carinella, Antonio Marcello; per il gruppo di minoranza, Mario Rivetta, Sigismondo Calella, Pier Maria Trevisin e Alessandro Vedani. Su proposta di Fonti, Consigliere anziano, la maggioranza elegge Sindaco Lorenzo Carabelli. Questi ringrazia gli elettori che hanno votato la lista n.3, promettendo che sarà fatto tutto il possibile per non deludere la fiducia da loro accordata. Porge un cordiale saluto ai vecchi e nuovi colleghi e anche a coloro ai quali il responso delle urne fu sfavorevole, in particolar modo alle candidate, rammaricandosi che nessuna di esse faccia parte del Consiglio. Ricordando che fra lo scioglimento del precedente Consiglio e la convocazione di quello nuovo sono trascorsi due importanti anniversari: 50 anni dalla liberazione e dalla fine della 2a Guerra Mondiale, chiede che sia osservato un minuto di silenzio per ricordare Coloro che agli ideali di libertà e di pace sacrificarono la vita. Si procede alla nomina a vicesindaco di Fonti e ad assessore di Papa e poi all’illustrazione del programma di massima, del quale si riassume i punti più salienti. 195

- Pubblica istruzione: creazione di un asilo nido consortile con altri Comuni nell’area annessa alla Scuola Materna; allestimento di laboratorio linguistico e servizio mensa per la Scuola Media. - Servizi sociali: ristrutturazione della vecchia scuola materna in Centro sociale per anziani; assegnazione di locali per riunioni e momenti di vita associativa autogestiti, finanziamenti di attività culturali e ricreative. - Casa e risanamenti: rivalutazione dei centri storici favorendo l’intervento di privati; acquisizione di fabbricati sfitti o abbandonati per destinarli ad anziani o a famiglie bisognose, ricerca di fondi per il restauro di S. Caterina in Erbamolle e per il ricupero dell’0ratorio di S. Giovanni. - Urbanistica: oltre ad opere di viabilità, illuminazione pubblica, ecc., un vasto programma di sviluppo urbanistico secondo il PRG. - Ambiente ed ecologia: completamento della rete fognaria, miglioramento della pulizia delle strade e della raccolta differenziata, rispetto dell’ambiente e delle aree boschive.

Vedani comincia una lunga serie di interrogazioni che caratterizzeranno l’intero arco della presente legislatura. La prima di esse riguarda la mancata copertura del tratto finale di 100 m della roggia Valciasca. Otterrà risposta completa, ritenuta soddisfacente, in una prossima seduta. Vedani è il capogruppo per “Lega Nord/Indipendenti”, Rivetta per “Insieme per Buguggiate”, Castelli per il gruppo di maggioranza.

In successive sedute durante il mese di Novembre, quando il Sindaco comunica che è stato respinto un Piano di Lottizzazione in Via Bellini proposto da privati e fa illustrare all’arch. Landonio un Progetto esecutivo industriale in via Montello, Vedani si dichiara contrario a rettifiche parziali del PRG, ne critica l’impostazione errata nelle scelte urbanistiche,, e chiede alla maggioranza cosa ne pensi di una revisione totale. Nel fatto specifico del piano di lottizzazione di Via Montello ravvisa una “carenza di beneficio pubblico” poiché sia la strada, sia l’area a verde non saranno utilizzate dal pubblico. Inoltre, c’è sproporzione fra valutazione delle monetizzazioni delle aree e la valutazione economica dei futuri insediamenti. Il Sindaco risponde che in fase di progetto esecutivo saranno risolti molti problemi, anzi presenterà anche lui eventuali osservazioni durante il periodo di deposito previsto dalla legge Per questo si asterrà dall’approvare il P.L. in questione che passa con 8 SI, 2 NO (Vedani e Trevisin) e 1 astensione (Carabelli).

Da una lettera di don Franco Pozzi del 10 Ottobre si apprende che da oltre un mese la chiesetta di S. Caterina è chiusa al pubblico a causa del suo grave dissesto. Sono stati tagliati 5 alberi ad alto fusto che ne minacciavano l’assetto statico. Contemporaneamente sono stati iniziati i lavori di ricupero.

A fine anno 1995 i residenti erano 2977, che con 34 persone all’estero superavano per la prima volta le 3.000 unità , ripartite in 1071 famiglie. I pensionati dell’INPS erano 304.

Referendum popolari dell’11 Giugno 1995 Elettori iscritti 2436, votanti tra 1692 e 1713 ( 69,4 – 70, 3 %)

Risultati: Referendum sulla liberalizzazione delle rappresentanze sindacali, SI 338, NO 595 Referendum sulle rappresentanze sindacali nelle contrattazioni collettive, SI 985, NO 529 Referendum sulla contrattazione collettive nel pubblico impiego, SI 1029, NO 480 Referendum sul soggiorno cautelare, SI 1329, NO 272 Referendum sulla privatizzazione della RAI, SI 1OO7, NO 562 Referendum sulle autorizzazioni al commercio, SI 585, NO 974 Referendum sulle trattenute per i sindacati, SI 984, NO 550 Referendum sulla legge elettorale per i Comuni con oltre15.000 abitanti, SI 798, N0 739 196

Referendum sugli orari dei pubblici esercizi commerciali, SI 614, NO 968 Referendum sulle concessioni per le radiodiffusioni televisive, SI 730, NO 937 Referendum sulle interruzioni dei programmi televisivi, SI 740, NO 936 Referendum sulla raccolta della pubblicità radiotelevisiva, SI 768, NO 894

Attività nel 1996 Su parere conforme della Commissione per il Bilancio, Affari generali e Commercio, la Giunta Municipale stabilisce un’aliquota I.C.I. del 5,8%° per il corrente anno ed un aumento dell’80% dell’imposta per lo smaltimento rifiuti per ottenere una copertura quasi totale dei costi del servizio.

Il Comune inizia un procedimento contro l’ANAS per il ricupero dei danni conseguenti all’alluvione del 13 – 14 Settembre 1994, presentando un esposto alla Pretura di Varese, che nomina ed invia un perito, per un sopralluogo alla presenza di tecnici dell’ANAS.

Mozioni politiche sulla Lega Nord Approvato il Piano di adeguamento e sviluppo della rete distributiva giornali e riviste. Si ritiene che esso consenta la concessione di una seconda licenza di rivendita di giornali e riviste. Tuttavia, poiché il bacino utenti non è tale da garantire un giusto profitto ad un’edicola di tipo esclusivo l’autorizzazione dovrà consentire caratteristiche promiscue. L’ubicazione migliore è l’area del centro di Buguggiate, attualmente sprovvista di questo genere d’offerta. Nella stessa seduta consiliare del 29 Febbraio, Sigismondo Calella legge una mozione sulla proposta di Legge presentata dalla Lega Nord sulla riforma dello Stato in senso federalista. Ammette che la Lega Nord ha contribuito al passaggio da un sistema clientelare inefficiente ad un nuovo sistema del quale si intravedono i primi sviluppi. Pur avendo denunciato che bisogna dare fine ai sofismi dei politicanti, all’inefficienza di un enorme apparato burocratico, alle sovvenzioni clientelari, ecc., la Lega Nord non è passata ad una fase propositiva, limitandosi a chiedere una riforma federalista senza precisarne contenuti e modalità di attuazione. Inoltre, temendo di perdere la forte presa emotiva sui suoi elettori del nord, la Lega sta avanzando una serie di minacce che possono portare a mettere in discussione le ragioni profonde di cento anni di unità nazionale. A questa mozione risponde subito Alessandro Vedani, presentando una contromozione. Allora il Sindaco assicura che entrambe saranno esaminate durante la prossima seduta consiliare.

Infatti il 14 Marzo inizia la discussione con Calella che ritiene che la sua mozione possa costituire un monito a Bossi perché cambi metodo di guida del suo gruppo, dato che “chi non è allineato viene eliminato politicamente”. Vedani controbatte dicendo che non riesce a capire quale sia il nuovo sistema politico in essa propugnato. Dopo altri interventi, Calella propone di superare la sua mozione e di vedere chi accetta la proposta di federalismo tramite iter parlamentare, e chi invece vuole la secessione. “Ognuno di noi esprima parere favorevole o contrario ad una proposta per uno Stato federalista che sia vagliata ed approvata con normale iter parlamentare”. Tutti si professano favorevoli La mozione del Gruppo Lega Nord afferma che la crisi dello Stato, espressa dalla crisi di rappresentatività dei Parlamenti nazionali e dalla massiccia presenza dello Stato nell’economia, e le difficoltà degli Enti locali a fare fronte alle necessità delle comunità rendono urgente l’elaborazione di una nuova Costituzione con indirizzo federalista. Soltanto il federalismo consente un alto livello di autodeterminazione. Una riforma federalista dovrebbe comprendere il principio di sussidiarietà con un fondo di perequazione per gli scompensi fra le Regioni, e una Camera delle Regioni per armonizzare tali differenze. Il Consiglio Comunale dovrebbe invitare il Parlamento a redigere un nuovo testo costituzionale che percepisca, fra gli altri più generali, i principî enunciati nella parte narrativa della mozione. Si discute la mozione iniziando con la dichiarazione del Sindaco che la approva. Carinella auspica 197 che la riforma per il federalismo sia accompagnata da norme che risolvano tutte le problematiche del sistema pubblicistico. Mammano teme che continui la minaccia di recessione, approva i concetti espressi sul federalismo dal Cardinale Martini, ma è contrario alla mozione di Vedani. Questi gli fa presente che la proposta Martini esprime soltanto concetti di “decentramento”, mentre la sua proposta ha per obiettivo finale quel federalismo concepito da Cattaneo e da altri studiosi europei. Altri interventi mirano ad approvare la mozione, previa esclusione della premessa. Si va ai voti, e la mozione del Gruppo Lega Nord è respinta con 6 NO (Bernasconi, Mammano, Carinella, Rampi, Marcello e Papa, 4 astensioni (Rivetta, Calella, Fonti e Castelli) e tre SI (Carabelli, Vedani e Trevisin).

Elezioni politiche del 21 Aprile 1996 Elezioni per il Senato Elettori iscritti 2180, votanti 2007 (92,06 %)

Voti attribuiti ai candidati dei Partiti: Lega Nord, 786; Polo per la Libertà, 567; L’Ulivo, 452; Movimento Sociale/Fiamma Tricolore, 38; Lega per l’Autonomia/Alleanza Lombarda, 31; Lista Panella/Sgarbi, 22; Insieme per l’Italia, 11.

Elezioni per la Camera dei Deputati Elettori iscritti, 2449, votanti 2260 ( 92,28 %)

A) Parte uninominale, voti attribuiti ai candidati dei partiti: Lega Nord, 972; Forza Italia, 648; Lista Dini/Rinnovamento Italiano, 498; Movimento Sociale/Fiamma Tricolore, 44. B) Sistema proporzionale, voti attribuiti ai Partiti: Lega Nord, 917; Forza Italia, 441; Partito Democratico della Sinistra, 187; Alleanza Nazionale, 174; Partito Popolare, 102; Centro Cristiano Democratico, 88; Partito Comunista, 84; Lista Dini, 70; Verdi, 49; Lista Panella/Sgarbi, 28; Movimento Sociale, 19.

Ancora netto predominio della Lega Nord, e buona tenuta di Forza Italia.

Altri provvedimenti 1996 Con parere negativo della minoranza, che ritiene ingiusto addossare debiti a future amministrazioni, il 29 Febbraio è approvata una proposta della Cassa Deposito e Prestiti di rinegoziazione dei mutui pendenti (oltre 950 milioni) , da estinguere in 40 rate semestrali al tasso del 9 %, più 0,2 % del capitale rinegoziato come commissione per la stessa Cassa Depositi e Prestiti. In Aprile si procede alla devoluzione parziale di un mutuo di 600 milioni stipulato con la sede locale del Credito Rurale e Artigiano per il finanziamento dell'acquisto di arredi per la Scuola Materna.. In Maggio, si stipula con il Banco di Sicilia un altro mutuo di £ 200 milioni per la sistemazione delle strade comunali. In Dicembre, ancora: un mutuo di £ 15 milioni con la Cassa Depositi e Prestiti per i lavori di fognatura in via Puccini e un mutuo di £ 21.500.000 con la Banca Popolare di Bergamo-Credito Varesino per l'informatizzazione del servizio demografico.

Si discute anche la Relazione Previsionale Programmatica ed il Bilancio Previsionale 1996. Punti principali: la tendenza al pareggio, limiti nell’assunzione di mutui per non gravare il bilancio con ulteriori interessi passivi e la devoluzione di mutui per il completamento e l’arredamento della Scuola Materna. Il primo intervento è di Calella, che legge un documento controfirmato da Rivetta. Lamenta un aumento vertiginoso delle spese correnti, specchio dell’indifferenza dell’Amministrazione per gli sprechi e le inefficienze, dei quali fa un lungo elenco. Inoltre, secondo lui la fine dei lavori per la Scuola Materna è“ diventata un miraggio”e “….sembra incerta per il nuovo anno scolastico”. Fa 198 anche notare “…l’indelicatezza formale di fare costringere i consiglieri a votare la delibera precedente di rinegoziazione dei mutui e subito dopo il Bilancio, per cui se la prima non fosse stata approvata, il Bilancio non poteva essere adottato, con conseguente rischio di commissariamento del Comune, ma siamo anche contrari alla sostanza della cosa, che significa rinviare i nostri debiti che restano sul gobbo delle Amministrazioni future, proprio quello che tutta l’Europa critica al Governo italiano. Tutto ciò per finanziare quell’opera faraonica che risulterà l’Asilo che poteva già essere stata conclusa con minore spesa se non fossimo stati affetti da megalomania. Ci dispiace, quindi, in definitiva riscontrare che nonostante i nuovi consiglieri volessero portare un soffio di aria nuova, le cose vanno come prima, e peggio di prima”. A queste critiche risponde il Sindaco sostenendo che per l’Asilo non sono state fatte spese oltre quelle previste nel primo progetto e non si può parlare di megalomania. I tempi di realizzazione sono rapidi. Interviene Vedani criticando ancora la rinegoziazione dei mutui e la relativa delibera prima della discussione del Bilancio di Previsione. Dichiara di essere pessimista circa gli introiti previsti per le sanzioni I.C.I., per le infrazioni al Codice della Strada e per le concessioni edilizie: Ritiene insufficiente il canone di concessione per il Tigros. Ritiene che le grandi spese che la nuova Scuola Materna richiederà renderanno necessario accollare allo Stato parte degli oneri di gestione. Preannuncia voto contrario del gruppo Lega Nord. Fonti difende il progetto della Scuola Materna, facendo presente che le sue tre sezioni sono appena sufficienti per soddisfare le richieste. Le spese di gestione spettano al Comune, eventualmente si valuterà se passare allo Stato le spese per il personale. Anche Rivetta annuncia voto contrario.La delibera è approvata con 9 SI e 4 NO.

Il 20 Giugno è esaminato il conto consuntivo 1995 chiuso con un avanzo di £ 42.512.015. Vedani ne dà un giudizio negativo, non tanto sulle cifre, quanto sul metodo di gestione amministrativa che rende inutile il Consiglio Comunale, dato che le decisioni sono prese da altri Organi, rendendo inutili i contributi propositivi. “Analoghe situazioni si presentano anche nelle varie Commissioni comunali, tanto che pensiamo di dimetterci da quelle nelle quali siamo membri Basta pensare che tutti i Piani di Lottizzazione, dibattuti e contestati, sono stati alla fine approvati”. Il Sindaco, Fonti e Castelli contestano le affermazioni di Vedani, sostenendo che le Commissioni, due delle quali presiedute da membri della minoranza, lavorano libere da vincoli o imposizioni:.

La seduta deve essere stata dichiarata chiusa in un modo poco ortodosso, non rilevabile dal verbale. Infatti, il giorno successivo Alessandro Vedani annuncia le sue dimissioni da Presidente della Commissione Edilizia/ Lavori Pubblici/ Edilizia Privata motivandole “per divergenze insanabili di opinioni, mentalità e valori nei confronti degli attuali vertici della maggioranza consiliare”. “Ritengo – egli scrive – grave e inammissibile che si chiuda il Consiglio Comunale mentre un consigliere, nella fattispecie il sottoscritto, sta esprimendo la propria opinione” Lo segue immediatamente anche Pier Maria Trevisin, con le sue dimissioni da Presidente della Commissione Affari Sociali/Ecologia “.. ritenendo grave e inammissibile il modo con cui sono stati chiusi i lavori del Consiglio Comunale del 20 Giugno mentre il consigliere Alessandro Vedani, capo gruppo della Lega Nord,…stava esprimendo una sua opinione”.

Riflessi delle Elezioni Politiche Dopo avere comunicato che il Comune è stato inserito nell’elenco dei Comuni della Provincia che otterranno rimborsi dei danni provocati dall’alluvione del Settembre ‘95, il Sindaco fa riferimento ad un articolo comparso sul quotidiano “La Prealpina” per smentire che si sia mai pensato di fare diventare statale la Scuola Materna. Si era soltanto ipotizzato di addossare allo Stato le spese per l’insegnamento, ma in parte il problema è già stato risolto con l’assunzione di un pedagogo che sovrintenderà e coordinerà l’operato delle docenti. 199

A questo punto Vedani, chiamato in causa dall’articolo in questione, afferma di non avere concesso alcuna intervista, e di avere soltanto inviato un articolo a nome del Gruppo Lega Nord. Poiché, lungi dal pubblicarlo, “La Prealpina” ha stravolta la verità, lui stesso ha inviato al giornale una lettera di smentita chiedendone la pubblicazione o una rettifica, nessuna delle due comparsa sul giornale. Comunque, il Gruppo Lega Nord non auspica l’intervento statale nella gestione dell’Asilo. Chiarita la questione, il Sindaco esprime il suo compiacimento per la vittoria dell’Ulivo nelle ultime elezioni politiche del 21 Aprile. Gli fa eco Calella, soddisfatto che per la prima volta ci sia la sinistra alla guida del Paese, battendo la destra che in alcune sue componenti destava preoccupazioni negli ambienti internazionali. Il programma politico dell’Ulivo è la soluzione dei tre grandi problemi nazionali: Mezzogiorno, criminalità organizzata e lavoro. Agli amici della Lega “che hanno avuto il merito di fare pulizia” dice che è dovere del Paese la soluzione del problema del lavoro nel Meridione. Non lo risolveranno né lo Stato, né la grande impresa, che finora hanno sprecato enormi risorse finanziarie. Saranno le piccole e medie imprese che, con interventi mirati, daranno la svolta al problema dell’occupazione. Ha la parola Vedani. “Come prologo al mio intervento, visti i risultati elettorali, il nostro Gruppo accetterebbe di buon grado le dimissioni del Sindaco e della Giunta”. In generale la Lega non è razzista verso il Sud, ma vuole che cessino quei foraggiamenti per il Sud erogati per ottenere in cambio favori elettorali. Mammano interloquisce dicendo di essere favorevole al decentramento ma ritiene che il metodo scelto dalla Lega è errato. Tante dichiarazioni dei suoi leader mostrano irresponsabilità che potrebbero creare disordini. E Vedani risponde: Sono metodi e slogan che assicurano al nostro Gruppo il 40 % dei voti senza creare disordini.

Il Centro di Aggregazione Anziani può trasferirsi dai locali di Via Sardegna, diventati troppo angusti per l’accresciuto numero di Soci, oltre 300, nei locali dell’ex-Asilo infantile in Via Trieste, condividendoli con gli addetti alla Protezione Civile.

La seduta consiliare del 4 Ottobre è riservata alla lettura di una lunga interpellanza del gruppo Lega Nord e alle risposte del Sindaco alle sette richieste in essa contenute. Sotto l’aspetto finanziario, la più importante riguarda le cosiddette “monetizzazioni” degli standard urbanistici, che secondo gli interpellanti sono state contraddistinte da “elevatissimo grado di discrezionalità” sia nelle concessioni, sia nelle loro quantificazioni. Nel caso del Piano di Lottizzazione Montello, non sono state aumentate (fino al 30 %, per una cifra rilevante) come concesso da una delibera del Consiglio Comunale del 29 Settembre ’95. L’aumento è stato richiesto solo dopo un casuale controllo in Commissione Edilizia, invece lo si sarebbe dovuto chiedere preventivamente. Si è deciso l’aumento soltanto dopo modifiche richieste dalle osservazioni della Regione. Inoltre, una modifica all’art. 11 del PRG sanciva il divieto di chiedere monetizzazioni, ciò nonostante si è proceduto alla monetizzazione degli standard. Pertanto, si richiede per iscritto: a) l’elenco dei concessionari monetizzanti tali aree standard durante il periodo di divieto; b) l’importo della monetizzazione caso per caso; c) i criteri delle loro quantificazioni se presentano valori diversi. Il Sindaco risponde minutamente ad ogni richiesta. Per quanto riguarda le monetizzazioni delle aree standard ammette che la regolamentazione comunale è un po’ contradditoria e nel passato ha subito alcune varianti. Presenta una tabella riassuntiva di tutti i Piani di Lottizzazione approvati, recante i nomi dei concessionari, le quantificazioni e i criteri di monetizzazione. Vedani dichiara la propria insoddisfazione.

Durante la seduta consiliare del 13 Dicembre, Vedani e Trevisin, in risposta a critiche fatte alla Lega per la progettata creazione di un proprio servizio di Polizia, osteggiata da magistrature locali, dichiarano, a titolo di provocazione, di appartenere rispettivamente alla 6a e 5a Compagnia Armata della Padania. 200

Lotta per la sopravvivenza della Scuola Media Una nota del Provveditorato agli Studi di Varese riguardante la riorganizzazione delle scuole in ambito provinciale anticipava la soppressione della sezione staccata di Scuola Media “Gorini” esistente in Buguggiate. A tale proposito, in seduta di Giunta del 10 Marzo 1997 il Sindaco leggeva una lettera da lui inviata due giorni prima al Provveditorato, nella quale faceva presente che la Sezione registra un aumento continuo delle iscrizioni in relazione sia all’incremento demografico, sia alle attività complementari gestite nella Sezione. Ad attirare iscrizioni è anche la presenza di un laboratorio linguistico costato 25 milioni, di un laboratorio di informatica, di un’aula per apparecchiature audiovisive con videoregistratore, televisione, antenna satellitare e di una biblioteca interna. Da tenere presente che la Sezione fruisce di una palestra ed ha un servizio mensa per le classi soggette ad orari a tempo prolungato. Il Comune eroga da molti anni un contributo per un corso di nuoto facoltativo. I membri della Giunta fanno proprie le motivazioni del Sindaco e dispongono che il Consiglio Comunale tenga una seduta per approvare un ordine del giorno sull’argomento. Infatti, il 19 Marzo il consigliere Marcello illustra ai colleghi le iniziative già prese per evitare la soppressione. Fonti ha ottenuto un colloquio al Provveditorato ma si dichiara amareggiato per l’esito. Calella critica il ritardo con il quale ci si è mossi, controbattuto sia da Fonti che afferma che ci si è mossi in anticipo e da Marcello che addebita al Preside della Scuola Media di avere comunicato in ritardo la notizia. Vedani osserva che in fin dei conti due bozze di decreto attuativo non debbono creare allarme. Poi, all’unanimità, visto il verbale di un’assemblea dei genitori interessati, ritenuto che la proposta del Provveditorato non sembra essere confortata dalle istruzioni ministeriali che prevedono la possibilità di deroga a criteri puramente matematici, ritenuto non razionale sopprimere una Sezione staccata funzionante per inglobarla in un plesso non avente né pari dotazioni tecnico-didattiche né palestra, ritenuto che la soppressione porterebbe non a risparmi ma ad aggravi di spesa (istituzione di servizio di trasporto, aassunzione di autista, ecc., per circa 50 milioni), invita il Provveditorato agli Studi ed il Consiglio Scolastico Provinciale a procedere al riesame della proposta della Giunta del Consiglio Scolastico Provinciale prima della decisione definitiva, determina di adottare contro eventuali decisioni ritenute lesive per la comunità buguggiatese ogni forma di protesta legittima e/o ricorsi amministrativi/gerarchici presso gli Organi Superiori competenti, con oneri a carico dell’Amministrazione Comunale, di inviare copia del presente provvedimento al Sig. Ministro della Pubblica Istruzione, al Sig. Ministro del Tesoro, al Sig. Ministro della Funzione Pubblica.

Notizie salienti del 1997 La Giunta approva il 27 Ottobre un viaggio del Gruppo di Protezione Civile in Umbria per portare a terremotati oggetti di vestiario nuovi e generi alimentari. Il successivo giorno 12 approva uno schema di cessione di opere al Comune e uno schema di concessione in uso di infrastrutture con il Supermercato “Tigros”. Il “Tigros” pagherà per la concessione della durata di 12 anni un canone annuo di £ 30 milioni + IVA, con adeguamenti annui all’indice del costo della vita ISTAT.

Il 31 Gennaio, in sede di approvazione dei verbali di sedute precedenti, Vedani chiede di correggere la delibera consiliare n. 78 del 31 Dicembre 1996 , perché il suo intervento non fu “a mo’ di provocazione”Ed inoltre la sua appartenenza alla “Compagnia Armata”va integrata nel verbale con “a cavallo”, e quella del consigliere Trevisin “a piedi” . Inoltre, chiede che nel verbale della deliberazione n. 69 sia integralmente riportato l’intervento del consigliere Calella.: “Mio figlio, che opera al Sud, ha cambiato targa, denunciandone lo smarrimento, non vero, per non vergognarsi della targa di Varese”. Il Sindaco legge una lettera di dimissioni da consigliere di Marco Rampi, a causa sia di impegni universitari a Milano, sia di proposte professionali che non gli consentono di seguire le vicende 201 amministrative con la dovuta frequenza e costanza. Ringrazia Rampi per l’opera prestata, gli augura proficuo lavoro e propone di accettarne le dimissioni. Ricorda che il primo tra i non eletti nella lista n. 3 risulta essere Francesco Guerci. Guerci surroga Rampi con voto unanime ed essendo presente nella sala è invitato a prendere posto tra i consiglieri. Si approva una mozione della Lega Nord contro l’applicazione di IVA al 19 % sui consumi di gas per usi domestici e per riscaldamento nelle Regioni del Nord mentre da Latina e Frosinone fino all’estremo Sud e nelle isole l’aliquota è fissata al 10 %. Inoltre l’IVA è applicata anche sull’imposta di consumo e sull’imposta addizionale regionale diventando così una doppia tassa.

Il Comune di Galliate ha disdetto il Consorzio per il Segretariato comunale. Si decide di continuare a due il Consorzio con il Comune di Bodio.

L’esame e l’approvazione della Relazione Previsionale Programmatica e del Bilancio Previsionale 1997 avvengono il 28 Febbraio. Il Sindaco elogia e ringrazia gli estensori della documentazione: Carinella, il sSegretario D’Agata e la sig.ra Masini. Vedani si unisce agli elogi per l’impostazione tecnica d bilancio ma preannuncia voto contrario per protesta contro il Governo centrale che ancora una volta ha disatteso le aspettative degli Enti locali in materia di autonomia finanziaria. Calella ribadisce la necessità di oculatezza in tutte le spese. Riscontra un onere elevato previsto per il pagamento di interessi passivi sui mutui stipulati nel ’96 e sollecita cautela nel contrarne altri nel futuro. “Voglio – egli aggiunge – comunque in questa sede biasimare il comportamento del consigliere Vedani che siede a questo tavolo con la banda verde al braccio in dispregio, secondo il mio parere, all’intero Consiglio Comunale”. Il Bilancio Previsionale è approvato con 11 Si e 2 NO (Vedani e Trevisin).

L’11 Maggio è inaugurata la nuova Sede del Centro di Aggregazione Anziani, al quale aderiscono oltre 300 persone.

Si discute sulla forma di governo Due giorni dopo, i consiglieri appartenenti al Partito Popolare Italiano o suoi simpatizzanti (Carabelli, Castelli, Mammano) presentano un ordine del giorno sui lavori della Commissione Bicamerale incaricata di elaborare proposte di riforme istituzionali e di stabilire la forma ed il sistema di governo. In sintesi, l’ordine del giorno ribadisce la linea scelta dal PPI per un federalismo solidale e cooperativo nell’ambito della nomina di un Presidente con il sistema del “Cancellierato”, a somiglianza del sistema elettorale vigente in Germania. Pertanto si propone di prendere atto con soddisfazione dell’avvio dei lavori della Commissione Bicamerale e di impegnare il Parlamento ad accettare la forma di governo con il cancellierato. Vedani chiede chiarimenti tecnici sul “federalismo solidale e cooperativo”. Carinella risponde che si deve discutere sul significato globale del documento e non su problematiche tecniche. Vedani allora afferma che non voterà mai un documento del quale non conosce il significato. Segue una serie di dichiarazioni di astensione: Guerci e Bernasconi perchè credono necessari ulteriori approfondimenti, Fonti perché fautore di un sistema di governo come quello inglese, Marcello perché fautore di un sistema presidenzialista. L’ordine del giorno è respinto con 3 SI e 8 astensioni..

Approvazione del conto consuntivo 1996 L’esame e l’approvazione del conto consuntivo 1966, chiuso con un avanzo di £ 194.952.817 è occasione di un altro, ormai consueto, vivace dibattito. Dopo i ringraziamenti del Sindaco a Carinella, estensore del documento, Fonti sottolinea che gli obiettivi prefissati sono stati conseguiti, oltre che contabilmente, anche sotto l’aspetto politico, 202 poiché l’avanzo è dovuto ad entrate straordinarie a conferma che le somme stanziate sono state spese. Poi, con un affondo improvviso aggiunge: “Non capisco ancora come mai si insista da parte di consiglieri a presenziare al Consiglio Comunale in camicie verdi sgargianti”. Si riferisce ai due esponenti di Lega Nord. Calella si associa nel biasimare la presenza di consiglieri in camicia verde a riunioni pubbliche del Consiglio. Ritiene egregio il lavoro svolto per la preparazione del conto consuntivo, anche perché mette in risalto che alcuni aspetti della gestione (costo dell’acqua, aliquote di tasse ed imposte) potrebbero essere migliorati, dato che c’è un avanzo d’amministrazione. Guerci si associa, prospettando particolarmente una riduzione dell’aliquota I.C.I. Vedani apprezza il lavoro svolto da Carinella ma annuncia voto contrario, non avendo completa fiducia negli attuali gestori. Infatti non sono state fatte scelte chiare in alcuni nodi di gestione. Replicando a Fonti per il rimprovero per la camicia verde dice: “Ribadisco che abbiamo un altro concetto di liberalità, le nostre opinioni politiche sono combattute con leggi speciali e la Magistratura colpisce ormai il nostro movimento senza più alcun ritegno. E’ vergognoso che ad ogni Consiglio Comunale i Carabinieri vengano a controllare il nostro operato invece di dedicarsi a problematiche di carattere pubblico più importanti”. Calella ribatte: “E’ il vostro comportamento che ha provocato ciò e ci vorrebbe più fermezza nel colpire le vostre iniziative. I fatti recenti di Venezia lo dimostrano” . E Trevisin, sempre rispondendo a Fonti conferma: “ Nessuno potrà impedirmi di presenziare il Consiglio Comunale con la camicia verde e continuerò a farlo. Devo, però, dedurre che con questo abbigliamento Fonti non mi rispetta”. Calella si asterrà ritenendo che la Giunta abbia ottenuti risultati inferiori ai costi sostenuti. Nove SI, due NO e un’astensione.

Referendum popolari del 15 Giugno 1997 Elettori iscritti 2457, votanti 1036 (42,16 %)

Risultati: Referendum sulle privatizzazioni di Enti pubblici,. SI 762, NO 164 Referendum sull’obiezione di coscienza, SI 719, NO 223 Referendum sull’abolizione della caccia, SI 766, NO 181 Referendum sulla carriera dei magistrati, SI 809, NO 111 Referendum sull’Ordine dei giornalisti, SI 624, NO 275 Referendum sugli incarichi extragiudiziari di magistrati, SI 819, NO105 Referendum sull’abolizione del Ministero per le Politiche Agricole,, SI678, NO 227.

Per la prima volta, si nota un’affluenza scarsa alle urne.

Una seduta consiliare movimentata E’ quella durante la quale Vedani legge una mozione del Gruppo Lega Nord inviata l’11 Luglio al Sindaco. MOZIONE IN FAVORE DEL POPOLO SARDO “Alla cerimonia di inaugurazione dei 29i Giochi della Gioventù tenutasi a Cagliari mercoledì 2 Luglio, con la presenza del Presidente Scalfaro, era previsto che venissero issate sui pennoni oltre alla bandiera Italiana quella Sarda, quella Olimpica e quella dei Giochi. Il cerimoniale ha impedito che venisse issata la bandiera Sarda. L’assessore regionale Efisio Serrenti ha duramente protestato, davanti ad oltre 20.000 spettatori atleti di tutta l’Italia, gridando:< E’ STATO OFFESO UN POPOLO>. Il Consiglio Comunale di Buguggiate Esprime tutta la propria solidarietà a tutto il popolo Sardo Condanna fermamente ogni atto tendente a negare l’identità di un popolo 203

Esprime la propria preoccupazione ravvisando in questi atteggiamenti un asvolta autoritaria.

Vedani prosegue con un argomento da lui considerato attinente alla mozione. Cita un decreto del Ministero dell’Interno del 10 Ottobre 96 sanzionante la rimozione di un assessore del Comune di Biandronno per avere, in risposta ad una interrogazione consiliare, dichiarato: “ L’Italia è uno Stato inteso come organizzazione giuridica, e quello tenetevelo pure !… Lo Stato in cui ci costringete a vivere non è di certo una nazione…” . E termina con le parole “fascisti – bastardi”, parole giuste per chi la pensa in questo modo , si calpestano le idee… .. Il Sindaco lo interrompe bruscamente affermando che l’espressione di pensiero deve comunque rispettare la legalità e invita a riprendere gli argomenti all’ordine del giorno. Vedani insiste che non si può imporre la bandiera. “Ognuno ha diritto di amare la propria bandiera. Non si può vietare di esporre il vessillo sardo o altri (vessilli). La Costituzione non è un dogma. Dal mio punto di vista considero innaturale pagare le tasse a questo Stato”. Il Sindaco gli controbatte:che comunque questo Stato gli permette la libera espressione di pensiero. Interviene Mammano dicendo che comunque ciò che gli preme è il rispetto della legalità. Invita a trasmettere il verbale del presente punto alle autorità competenti. E Calella rincara la dose: “Il consigliere Vedani deve vergognarsi, deve essere espulso da questa aula. Lo invito ad allontanarsi”. E Vedani risponde: “Lei non può permettersi di dirmi di andare fuori”. Interviene Castelli:” Vorrei sottolineare come ogni pretesto sia un’occasione per favorire il discorso della secessione. Siete il partito dei fax. Bisogna essere più presenti e più costruttivi. Per Buguggiate non serve la vostra missione, protestate, se volete, a Roma:Voteremo contro la mozione proposta, in quanto la bandiera ufficiale dello Stato Italiano è il tricolore”. Il Sindaco ribadisce che nelle manifestazioni ufficiali devono essere presenti le bandiere ufficiali. La mozione della Lega Nord è respinta con 2 SI e 10 NO

Il Segretario Comunale D’Agata trasmetterà copia di questa delibera alla Procura della Repubblica. Alessandro Vedani sarà convocato dal Comando dei Carabinieri di Azzate.

Elezioni del Consiglio Provinciale del 16 Novembre 1997 Elettori iscritti 2472, votanti 1940 (78,4 %)

Candidato Presidente: Graziano Maffioli per CDU/CCD, Forza Italia e Alleanza Nazionale, voti 403 (24 %) Sergio Caramella per Socialisti Repubblicani, PCI, PDS (Quercia) e PPI), voti 446 (26 %) Orlando Zanatto per Verdi/Alternanza Solidale, voti 32 (2 %) Massimo Ferrario per Lega Nord voti 827 (48 %)

Ballottaggio del 30 Novembre 1997 Elettori 2472, votanti 1325 (53,6 %) Risultato: Massimo Ferrario, voti 812 (66,61 % ) – Graziano Maffioli, voti 447 (33, 39 %)

Il Comune nel 1998 Attività della Giunta Uno dei primi provvedimenti della Giunta Municipale è l’approvazione del conto consuntivo dell’anno precedente, chiuso con un avanzo di £ 73.425.434, nonostante i costi per il miglioramento dell’informatizzazione degli uffici, acquisti di un autocarro, un’affrancatrice postale, un sollevatore montaferetri, attrezzi per il parco giochi dell’Asilo, la dotazione di computer alla Biblioteca, i lavori per l’area verde all’esterno della Scuola Materna. Alla fine del 1996 il Comune contava 2993 abitanti, suddivisi in 1090 famiglie. Scolari e studenti erano 256: 75 alla Scuola Materna, 127 alle Elementari e 54 alla Scuola Media. 204

E’ messa all’asta la concessione del servizio per le refezioni scolastiche da anni affidata alla ditta ENNEGI di Daverio. Le offerte migliori sono quelle della”Ristorazione s.r.l.” di Gazzada. mentre il servizio mensa per i dipendenti comunali è assegnato alla GECOM. di Varese. Al Centro di Aggregazione Anziani è concesso un contributo straordinario di L: 4 milioni per la realizzazione di un campo per il gioco delle bocce nel cortile dell’ex- Asilo.

In Aprile, allo scopo di meglio organizzare e migliorare l’efficienza del complesso si approva un Regolamento Comunale di Organizzazione degli Uffici e Servizi. Le attività sono divise nei seguenti Servizi: - Segreteria Comunale; - Affari generali; - Finanziario; - Territorio, Lavori Pubblici e Attività tecnico/manutentive; - Attività amministrative e demografiche; -Polizia municipale.

A metà Giugno si dà incarico alla Medilabor s.a.s. di Gallarate, specializzata nel settore, per la sorveglianza sanitaria dei dipendenti comunali. Saranno suoi compiti: - eseguire:accertamenti sanitari preventivi e periodici; - formulare giudizi di idoneità alle mansioni affidate; -compilare cartelle sanitarie e di rischio; - controllare la sicurezza degli ambienti di lavoro; - effettuare visite mediche di dipendenti solo sotto il profilo di rischi professionali; - comunicare ai visitati i risultati degli accertamenti; - fornire informazioni anonime al responsabile per la sicurezza.

Si assegna un contributo di L: 10 milioni alla Parrocchia per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria della Chiesa di S. Vittore.

Si comincia ad introdurre l’Euro, la nuova moneta comunitaria, nel bilancio annuale e pluriennale, nei mandati e nelle riversali 1999, nel conto del Bilancio e patrimoniale 2000, nel conto economico, negli accertamenti e riscossioni di entrate tributarie e patrimoniali del 2001. In mancanza di quotazione ufficiale, l’Euro è provvisoriamente valutato pari a L: 1.950.

La causa intrapresa contro l’ANAS per i danni provocati dall’alluvione del settembre 1995 è stata conclusa con un accordo bonario tra le parti e la costruzione da parte dell’ANAS di opere di drenaggio e canalizzazione idonee a smaltimento di forti portate d’acqua.

Si istituisce un riconoscimento da assegnare a persone meritevoli per attività svolte a favore della comunità. Esso è costituito da una statuetta in bronzo, denominata “Pultat”.

Problemi per il servizio mensa Sessantotto genitori scrivono il 3 Novembre al Sindaco, e per conoscenza all’ASL n. 1 di Varese, lamentando la cattiva cottura e le non soddisfacenti qualità e quantità dei cibi preparati dalla “Ristorazione s.r.l.” di Gazzada per la mensa della Scuola Materna. Essi chiedono un pronto intervento ricordandogli che essendo egli il responsabile della pubblica salute deve prendere provvedimenti prima che si verifichi qualche tossinfezione (vedi il pesce rifiutato dai bambini perché maleodorante). Eseguiti debiti controlli, il giorno 13 l’Amministrazione invia alla “Ristorazione” un telegramma di sospensione del servizio ottenendo come risposta che”le emotive decisioni assunte da codesta Amministrazione…” condizionano “non poco il proseguimento del servizio”. A questo punto, cinque giorni dopo la Giunta Municipale revoca definitivamente il servizio di ristorazione affidandolo nuovamente alla Ennegi di Daverio, con un aumento di £ 950 per pasto, che richiede un ritocco al costo dei buoni pasto per le famiglie.

Attività del Consiglio La parte che da due anni riguarda quanto avviene in sede di Consiglio Comunale è sempre più preponderante, a causa della vivace opposizione del Gruppo Lega Nord. 205

Agli inizi dell’anno passano abbastanza facilmente l’esame e approvazione del Bilancio Previsionale 1998, che lascia invariate le aliquote delle tasse e delle imposte.

Dopo l’approvazione dell’esercizio provvisorio del Bilancio Previsionale, il Sindaco propone l’approvazione di un ordine del giorno che tenendo conto che l’attuale Stazione dei Carabinieri di Azzate è dislocata in edificio vetusto ed inadeguato chieda allo stesso Comando della Stazione di trasferirsi in una nuova dislocazione più idonea e provveda ad un potenziamento dell’organico. L’o.d.g. potrebbe essere inviato ai Consigli Comunali di Azzate, Bodio Lomnago, Brunello, Crosio della Valle, Daverio, Galliate Lombardo e Gazzada per l’adozione di una delibera simile.. Vedani si dichiara contrario perché ritiene che “in un clima negativo come l’attuale in Italia non si debba rafforzare un braccio armato del potere” che dovrebbe intervenire per operazioni prettamente di sicurezza pubblica. L’o.d.g. è approvato con 10 SI e 2NO.

La Malpensa ai varesotti Esaurito l’esame e l’approvazione della creazione di un impianto sportivo con previsione di spesa di £ 500 milioni, il 26 Marzo si passa alla discussione di un o.d.g. presentato dal Gruppo Lega Nord. Esso ricorda che più di un anno prima un gruppo di Deputati della Lega Nord presentò una proposta di legge “Norme per favorire l’occupazione a seguito dell’apertura dell’aeroporto Malpensa 2000”, con la quale si propone di riservare per tre anni i relativi posti di lavoro a residenti da almeno cinque anni in Comuni della Provincia di Varese e dell’asse del Sempione. La Commissioni Affari Costituzionali e quella delle Politiche Comunitarie dell’Unione Europea hanno cominciato gli esami preliminari di legittimità costituzionale e di compatibilità con la normativa comunitaria. Si teme che l’emissione di tali pareri rallenti molto l’esame della proposta di legge. “Si impegna quindi il Sindaco, tramite questo ordine del giorno ed ogni altro mezzo ritenuto opportuno, a sollecitare le Commissioni interessate ad esperire nel più breve tempo possibile, e con esito positivo, l’esame affinché la proposta di legge sia discussa e approvata dal Parlamento”. Durante la discussione, il Sindaco, pur essendo preoccupato per la grave disoccupazione locale, non ritiene che la proposta di legge possa essere accettata avendo caratteristiche incostituzionali. Bernasconi non è del tutto contrario: la concessione di lavoro ai residenti compenserebbe i gravi danni arrecati dall’insediamento dell’aeroporto. Carinella, Fonti e Papa pensano che l’accettazione soltanto di residenti in loco impedirebbe l’acquisizione di personale con l’alta professionalità richiesta da molte mansioni. Rivetta ritiene che spetterà a vari Enti definire le varie professionalità dei richiedenti e ricercarle, se necessario, in altre zone. Guerci è contrario a causa della forte discriminazione presente nella proposta. Mammano dichiara che la proposta è discriminante, dimostrando “la ristrettezza mentale del movimento che la propone”. Vedani ribatte che “siamo caduti nella banalizzazione del problema”, imostrando di non avere capacità di analisi. La proposta non è razzista. Il Governo ha approvato leggi ben più discriminanti, basta pensare ai fondi destinati al Sud, perennemente sprecati. Occorre tutelare e difendere gli interessi della nostra zona con proposte concrete. Messo ai voti, l’o.d.g. è respinto con 2 SI, 8 NO e un’astensione.

In sede di esame e approvazione del Conto consuntivo ‘97, chiuso con avanzo di £ 183.425.434, Vedani annuncia l’astensione del suo Gruppo per principî generali: mancato intervento regionale e statale anche in casi obbligatori quali le calamità naturali, l’istituzione di Tesoreria unica inconcepibile per piccoli Comuni, disparità nella tutela dell’interesse pubblico rilevabile in alcune decisioni della Giunta.

A fine Novembre due sedute consiliari sono quasi tutte dedicate a discutere modifiche alla convenzione in scadenza stipulata con il “Crazy Bull”, il locale con sala da ballo, ristorante, bar, 206 sorto sull’area assegnata al Comune nel quadro degli accordi presi a suo tempo con la convenzione di acquisto e scambio di terreni e di gestione con il supermercato “Tigros”. Il gestore del “Crazy Bull” ha installato 5 grandi tendoni denominati “gazebo” e non ha provveduto a toglierli secondo gli accordi.che ne consentivano l’installazione dal 1° Giugno al 30 Settembre Inoltre, sono nate difficoltà per l’utilizzo delle strutture in occasione di Feste di Associazioni locali previste nel numero massimo di cinque. In seno al Consiglio esistono opinioni diverse. C’è chi non vuole concedere una proroga, chi vuole concederla per tre anni, chi per un anno solo, chi richiede che i gazebo siano installati soltanto d’estate, chi vuole ad ogni modo arrivare ad un accordo, avendo il gestore minacciato il licenziamento di 25 persone qualora non gli sia concessa proroga. Alla fine si vota per tre anni di proroga, eventualmente prorogabili, con il permesso di tenere i gazebo installati tutto l’anno, un canone d’affitto di £ 15 milioni + IVA, diritto di tenere cinque manifestazioni di Associazioni locali senza possibilità che il locale distribuisca cibi e bevande, e il versamento di una fideiussione di £ 50 milioni. A testimonianza delle diversità di opinioni, la delibera è approvata con ristretta maggioranza di voti: 6 SI e 5 NO (Bernasconi, Vedani, Trevisin, Marcello, Mammano).e 2 astenuti (Calella e Guerci).

Contrasti e dimissioni in Consiglio A conferma dell’esistenza di qualche contrasto fra i consiglieri del gruppo di maggioranza, il 27 Novembre Mammano e Marcello presentavano un’interrogazione, letta e discussa durante la seduta consiliare del 16 Dicembre. Gli interroganti chiedevano chiarimenti: - sulla “ingiustificata” revoca alla “Ristorazione “ di Gazzada dell’appalto servizio mensa per le scuole Materna e Media; - sulla programmazione didattica ed educativa adottata dalle insegnanti della Scuola Materna; -sullo “stravolgimento” dei punti all’ordine del giorno preparato da Fonti per l’assemblea dei genitori presso la Scuola Materna in data 12 Novembre; - sui motivi per i quali, pur disponendo di quattro obiettori, non si era riusciti ad aiutare dalle 8 alle 8.05 una persona handicappata; - sulle spese sostenute per gli ultimi dossi posti nelle vie Cavour e Garibaldi, ed i motivi per i quali essi erano stati abbassati. Per il primo quesito il Sindaco rimandava alle delibere di Giunta prese d’urgenza per la cattiva qualità e insufficiente quantità dei pasti. Continuava punto per punto: - la coordinatrice assicurava che il programma concordato e noto ai genitori era in fase di regolare svolgimento; - nessun stravolgimento dell’ o.d.g. del 12 Novembre, ma soltanto adesione da parte di Fonti ad una richiesta, accolta dall’assemblea, di anticipare la discussione di un argomento; - non risultava alcun rifiuto da parte degli obiettori ad accompagnare una persona minorata, due di essi erano assenti giustificati e i rimanenti certamente impegnati in altre incombenze; - la fresatura dei dossi era costata £ 490.000, ed era stata resa necessaria perché l’altezza dei dossi di 10 cm prevedeva un’asfaltatura di 3 cm, rimandata per penuria di fondi provenienti da oneri di urbanizzazione. Seguiva una breve discussione, alla fine della quale i due interroganti si dichiaravano insoddisfatti.

La crisi latente diventava palese il 16 Dicembre, quando Mammano e Marcello presentavano le loro dimissioni dall’appartenenza al Gruppo di maggioranza. Mammano le motivava sia menzionando un invito verbale del Sindaco“a dimettersi se non era d’accordo”, sia “perché l’assessore non aveva mai consentito che funzionassero le deleghe affidate, intralciando tutto ciò che tentavamo di costruire”. Rimproverava al Sindaco di avere preferito di non intervenire “lasciando tutto allo sbaraglio”. Criticava anche la soluzione della vertenza con il “Crazy Bull”“dove è netta ed evidente da parte della Giunta di voler tutelare a tutti i costi l’interesse del privato”. Quanto al PRG, si accorgeva che “si è voluto tutelare l’interesse di pochi”essendo “le varianti… il frutto di richieste avute da alcuni e pochi informati cittadini”. Marcello scriveva di ”impossibilità di poter continuare a lavorare a questo modo” …”di molteplici incomprensioni, di superficialità e mancanza di attenzione ai problemi da parte del Sindaco che non ha mai preso delle posizioni precise, forse l’unica volta è stato quando ci ha consigliato di 207 dimetterci da questa maggioranza”.

Interventi sull’Oratorio di S. Giovanni Una comunicazione del Parroco Don Franco Rossi del 10 Ottobre informava il Comune che nel muro prospiciente Via Diaz dell’Oratorio di S. Giovanni si era aperta un grossa fenditura che minacciava l’equilibrio statico dell’edificio. Subito un’ordinanza del Sindaco stabiliva di interdire l’accesso all’interno, al sagrato e alle aree circostanti e chiedeva di provvedere ad idonee protezioni e puntelli. Inoltre, a tutela della pubblica incolumità e per evitare ulteriori degradi, ingiungeva alla Parrocchia di iniziare, previa presentazione di documentazione dei lavori, entro 10 giorni tutte le opere di consolidamento necessarie. Il 5 Novembre la Sovrintendenza per i Beni Ambientali dava il nulla osta limitatamente alle sole opere di somma urgenza. Nel proseguimento dei lavori si rinveniva nel soffitto un cumulo di detriti di un precedente restauro, causa probabile del cedimento, e si provvedeva a rimuoverlo aprendo il tetto e approfittando dell’occasione per sostituire molte tegole rotte. A questo punto l’Ufficio Tecnico comunale ordinava la sospensione dei lavori, ritenendo che l’apertura del coperto e la sostituzione di tegole assumevano l’aspetto di restauri e non quella di interventi necessari per rifacimento di tetto crollato. Don Rossi reagiva al provvedimento essendo dell’opinione che l’apertura del tetto, necessaria per smaltire i detriti, e la sostituzione di tegole dovevano essere considerate opere urgenti e non restauri, e chiedendo chi doveva essere considerato responsabile dell’attuale situazione con il tetto scoperchiato in piena stagione invernale, a rischio di pericolosità e di ulteriori degradi interni, dopo l’unilaterale decisione di fare sospendere i lavori.

I restauri di S.Caterina Dopo il sopralluogo all’Oratorio di S. Giovanni per controllare l’entità dei danni e dare benestare all’esecuzione dei lavori indispensabili, i funzionari della Sovrintendenza ai Beni Ambientali debbono essersi recati anche alla chiesetta di S. Caterina in Via Erbamolle. Lo si desume da una sua lettera del 21 Novembre al Sindaco con la quale si comunicava di avere riscontrato che l’edificio quattrocentesco di S. Caterina era stato completamente restaurato con intervento alle fondamenta, alla muratura e agli affreschi senza avere prima informato la Sovraintendenza e richiesto il suo benestare. Chiedeva immediate delucidazioni al riguardo e informazioni sulla proprietà dell’edificio riservandosi di procedere a termine di legge sia contro il Comune sia contro la proprietà. Il Sindaco rispondeva di avere autorizzato lavori con procedura d’urgenza per salvaguardare un patrimonio artistico minacciato da una fessura dal colmo fino alla base della facciata. Le opere di restauro erano state rese necessarie data l’incuria nel tempo. Bastava osservare una documentazione fotografica del 1937 che consentiva di constatare come da allora fossero scomparsi gli affreschi che avevano adornato la facciata per rendersi conto del progredire del degrado Vari furti avevano asportato un fontanile per pellegrini, un affresco all’interno e varie suppellettili. Varie Commissioni istituite negli anni ’80 avevano trovato difficoltà nel reperire fondi per i restauri. Quanto alla proprietà dell’edificio, era stata rivendicata dalla famiglia Cottalorda di Azzate sulla base di un’iscrizione catastale. Invece alcune ricerche avevano appurato che la famiglia Cottalorda possedeva soltanto il terreno adiacente alla chiesetta, che soltanto per un errore agli inizi del ‘900 era stata inclusa nella proprietà nonostante restasse definita con un proprio simbolo catastale. L’ultima titolare della famiglia Cottalorda, pur avendo un testamento includente la chiesetta, aveva riconosciuto l’errore e dichiarato di non essere interessata al possesso, anzi, con atto successivo, aveva ceduto al Comune di Buguggiate anche il terreno circostante. Gli Archivi Diocesani di Milano l’avevano sempre riconosciuta come “oratorio pubblico” con responsabilità dei Parroci sia per gli atti di culto, sia per la conservazione e manutenzione. Se non si era provveduto ad interessare la Sovrintendenza, non era stato per trascuratezza o cattiva volontà, ma per la necessità di un intervento inderogabile. 208

Avvenimenti del 1999 Attività della Giunta fino alle elezioni amministrative La Giunta Municipale fa pubblicare un bando d’appalto per i lavori di sistemazione di Piazza A. Moro, finanziabili con mutuo di £ 400 milioni. Inoltre stanzia £ 2 milioni per acquisto di generi alimentare da inviare alla popolazione del Kosovo tramite la Caritas. In Aprile decide notevoli modifiche nell’organico dei dipendenti, istituendo nuove aree di servizi e un piano triennale di assunzioni. E’ costituita una Segreteria per gli Affari Generali separandola dall’area demografica/amministrativa. Conseguentemente, è decisa una serie di concorsi interni per soli titoli per la copertura dei posti creati dai passaggi di categoria

Il 9 Aprile, nel corso di una bella cerimonia viene assegnato al dott. Carlo Zanzi la statuetta del “Pultat” in riconoscimento dell’opera assidua, preziosa e disinteressata prestata per tanti anni come Medico condotto consortile e Ufficiale Sanitario del Comune.

Il 26 Maggio si procede all’assegnazione di 18 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica in via Sardegna.

Attività del Consiglio Comunale fino alle elezioni In seguito ad annullamento da parte del T.A.R. del Piano di Edilizia Economica Popolare per l’area Via Bellini /Valciasca e alla successiva conferma della Corte di Appello, provocati da ricorsi di alcuni proprietari di terreni interessati, è necessario adottare per l’area in questione un Piano Attuativo Residenziale. Calella, principale artefice del progetto PEEP annullato, dichiara di astenersi per non intralciare l’adozione. Vedani spera che l’adozione a risoluzione di un contenzioso non comporti richieste di risarcimento da parte di privati nei confronti dell’Amministrazione. Il Sindaco propone i parametri di costruzione per l’area accettati con 7 SI e 5 N0. L’adozione è approvata con 10 SI e 1 astensione.

Nella stessa seduta (11 Gennaio) comincia una discussione su varianti al PRG. Subito Vedani contesta il metodo di impostazione delle varianti, la mancanza di comunicazioni e di documentazione, il fatto che le varianti non sarebbero necessarie, l’assenza di contenuto realistico e di omogeneità degli standard.. Mammano critica che gli standard individuati sono troppi e non hanno destinazione specifica: “Le varianti proposte non sono suffragate da necessità impellenti, vengono adottate su richiesta di privati, il lavoro che ne scaturisce è una variante generale “fatta male ”, non serviva accontentare tutti i privati, ma bisognava agire con programmazione”. Il Sindaco ribatte: “Solo due anni fa eri d’accordo sulle varianti, quando non è stata appoggiata una tua iniziativa hai cambiato idea” e la risposta è: “ L’accusa è grave, ma ripeto che io ho capito di sbagliare, mentre Lei, signor Sindaco non l’ha capito”. Segue la consegna di un documento preparato da Mammano e Marcello, nel quale si ripetono i motivi di contrarietà all’adozione delle varianti proposte. La seduta è rimandata alla sera seguente.

Quella sera, improvvisamente, pur facendo parte del gruppo di maggioranza, Mammano e Marcello presentano un’interrogazione, articolata su 5 richieste. Potrebbe essere l’indizio di uno scollamento all’interno del gruppo. Le richieste di informazione riguardano: - i motivi per la mancata assegnazione delle abitazioni comunali in Via Sardegna e i criteri di assegnazione; - la destinazione di un locale sotterraneo della Scuola Materna e lo stato dei pagamenti alla ditta costruttrice; - i motivi di chiusura della discarica in Valciasca e quali provvedimenti saranno presi per ovviare al disagio dei cittadini; - i motivi della mancata realizzazione di barriere architettoniche negli edifici pubblici, 209 nonostante l’esistenza dei relativi fondi. Il Sindaco risponde punto per punto, ma gli interroganti si ritengono insoddisfatti.

Nella seduta del 22 Febbraio si prende in esame il rinnovo e alcune modifiche della convenzione con la Società “Metanifera Prealpina s.r.l.” per il servizio di distribuzione del gas. Mammano e Marcello ritengono troppo lungo il prolungamento della convenzione fino al 2011 proposto dalla Giunta, perché impedirebbe nel frattempo di fruire di offerte più vantaggiose da ditte concorrenti. Anche Calella si associa pur ritenendo che le altre condizioni prospettate siano vantaggiose anche per il Comune. Vedani pensa che il prolungamento della convenzione porti ad una situazione di monopolio e afferma che “con questa operazione si vuole raschiare fino in fondo il barile per cercare risorse” Il Sindaco spiega che l’estensione della rete di distribuzione del gas alla zona industriale e artigianale sulla via per Gazzada richiederà alla “Metanifera Prealpina” un investimento di 347 milioni, ammortizzabile solo in un lungo periodo di tempo data la scarsa consistenza dell’utenza locale (circa 800 utenti) Questo è il vero motivo del prolungamento fino al 2011. Inoltre, la Società erogatrice è disposta ad aumentare dal 5 all’8 % l’aliquota dell’utile lordo industriale da accreditare al Comune, versandone un anticipo di £ 170 milioni, e ad assumersi le spese di asfaltatura e di opere accessorie su strade comunali fino ad un importo di £ 120 milioni. Messa ai voti la delibera risulta approvata con stretta maggioranza: 7 SI e 6 NO (Calella, Rivetta, Mammano, Marcello, Vedani e Trevisin). Da notare il fattoMammano e Marcello votano in modo difforme rispetto al resto dei membri della maggioranza.

Si decide di abbassare l’aliquota I.C.I. dal 5,8 %° al 5 %° e di mantenere invariate le aliquote di tutte le altre imposte e del servizio acquedotto. Vedani osserva che tale decisione è soltanto una manovra pre-elettorale, come la volta precedente. Papa gli risponde che non è vero, perché contemporaneamente si deve deliberare un’ addizionale IRPEF dello 0,2 %° che Carinella propone di estendere anche per l’anno 2000, salvo ridurla allo 0,1 %° nel 2001. Vedani insorge:“E’ la solita fregatura, prima restituiscono l’Eurotassa e poi costringono i Comuni ad aumentare o istituire tasse. Questo Governo catto/comunista pensa di prendere in giro gli Italiani, ma ormai tutti hanno capito i loro intenti!”. Delibera accolta con 9 SI e 4 NO (Mammano, Marcello, Vedai e Trevisin) E si discute a lungo anche per l’esame e l’approvazione della Relazione Previsionale e Programmatica e del Bilancio Previsionale 1999. Numerose sono le richieste di chiarimenti e le critiche a singoli capitoli di spesa. Fra l’altro Mammano ribadisce che “l’accordo con la Società Metanifera Prealpina è una presa in giro” e Vedani annuncia che su quella convenzione avanzerà un esposto all’Antitrust.

La seduta del 26 Aprile è dedicata all’approvazione del Piano Attuativo Residenziale C1 (via Bellini). In relazione ad esso, un solo cittadino aveva presentato e poi ritirato un’osservazione. Calella chiede che ne sia data ugualmente lettura, e poi a sua volta legge una dichiarazione nella quale afferma che l’osservazione era stata forse ritirata in seguito “a minacce e coercizione”mentre invece era basata su motivi seri. Comunque si decide e si delibera di consentire un coefficiente di abitabilità di 0,7 mc per mq. Si passa all’esame di 11 osservazioni pervenute sulle varianti proposte al P.R.G.. Vedani e Mammano lamentano il mancato coinvolgimento della massa dei cittadini, la mancanza di pianificazione e di omogeneità delle varianti, alcune delle quali proposte in base a “simpatia o antipatia” . Secondo Mammano, “le scelte sono state imposte dal Sindaco al proprio gruppo: alcuni hanno accettato, altri no”. Cinque osservazioni sono parzialmente accolte, 6 respinte. Durante la stessa seduta il Gruppo Lega Nord presenta una mozione sull’immigrazione. Essa richiama il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che consente il permesso di soggiorno a cittadini extracomunitari entro una quota massima, aggiuntiva a quella già fissata, di 38.000, non 210 comprendente le richieste di ricongiungimenti famigliari. Inoltre rammenta le dichiarazioni di esponenti governativi tendenti a non espellere i clandestini non compresi nei 38.000, anzi a dare vita ad un’ennesima sanatoria. La mozione impegnerebbe il Consiglio Comunale “a condannare la vergognosa politica lassista dell’attuale governo nell’insistere in “insostenibili sanatorie”, e ad inviare al Presidente della Repubblica, ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato, al Presidente del Consiglio dei Ministri l’invito a rivedere in senso restrittivo la Legge Turco/Napoletano inserendo il reato di ingresso e soggiorno illegali, a chiedere le dimissioni del Ministro dell’InternoRosa Jervolino che “con irresponsabili dichiarazioni promuove l’arrivo dei clandestini in Italia”. Ultimata la lettura, Calella dice che forse unico scopo della mozione è “fare solo rumore”. Mammano e Carinella sono contrari perché la mozione nega quello spirito umanitario che tutti dovrebbero sentire. Il Sindaco auspica un maggior controllo dell’immigrazione ma è anche lui contrario alla mozione. Vedani legge alcuni versetti del Corano che lanciano invettive ed esprimono accanimento contro gli infedeli. La mozione è respinta con 7 NO, 3 SI ( a Vedani e Trevisin si aggiunge Marcello) ed un’astensione (Rivetta).

Referendum popolare del 18 Aprile 1999 Elettori iscritti 2461, votanti 1271 (51, 65 %)

Titolo: Indizione del referendum abrogativo di talune disposizioni del Testo Unico delle Norme per l’elezione della Camera dei Deputati.

Risulatato: SI 1090, NO 120

Ultima seduta prima delle elezioni L’ultima seduta del Consiglio Comunale prima delle elezioni amministrative è dedicata al Conto consuntivo 1998 chiuso con un avanzo di £ 171.627.214. Dopo la lettura della relazione, Rivetta preannuncia la sua astensione non in relazione ai dati esposti, ma per una sua contrarietà alla convenzione con l’ASPEM per la gestione dell’acquedotto. Vedani esprime voto contrario riscontrando nel documento evidenti toni pre-elettorali riferiti alle gestioni degli anni precedenti. Fonti ribatte che i riferimenti agli anni precedenti non sono inclusi a scopo di lode, ma costituiscono un’analisi doverosa alla fine del mandato. Allora – obietta Calella - in un rendiconto dovrebbero essere inclusi anche gli obiettivi non raggiunti. Riprende Vedani dicendo che l’esperienza che ha conseguito è stata positiva per “tutto il negativo riscontrato nelle vostre scelte e nei vostri comportamenti”. Si dice preoccupato anche per il recente contenzioso creatosi nell’area dell’ex PEEP di via Bellini: Spera che la futura Amministrazione cambi radicalmente. Il Sindaco comunica che contro la richiesta di risarcimento è stato già presentato ricorso, poi ringrazia tutti coloro che hanno condiviso i 9 anni di mandato: Gli si associa Fonti, che informa che non si ricandiderà. Ringraziamenti generali di altri Consiglieri Ma Vedani chiude: <” Non mi associo al coro dei “buonisti”, ringrazio la Lega Nord per la fiducia accordatami, anche se mi sono candidato soltanto per le continue sollecitazioni di amici e collaboratori”.

Elezioni per il Parlamento Europeo del 13 Giugno 1999 Elettori iscritti 2479, votanti 2097 (84,59 %)

Voti attribuiti ai Partiti: Lega Nord, 537; Forza Italia, 524; Emma Bonino, 297; Democratici di Sinistra (La Quercia), 122; I Democratici (in Europa con Prodi e asinello), 115; Patto Segni/Alleanza Nazionale, 100; Rifondazione, 47; Verdi, 34; Movimento Sociale, 26; Comunisti Italiani, 26; CDU, Cristiani Democratici Uniti, 26; CCD Cristiani Democratici di Centro, 22; Partito Popolare, 21; 211

Pensionati, 18; Democratici Liberali Repubblicani per l’Europa, 13; Lista Dini, 12; Socialisti Democratici, 7; Federalismo in Europa, 4; Consumatori, 3; UDEUR, 2; Lega di Azione Meridionale Cito, 2; Partito Umanista, 0.

Ancora predominio di Lega Nord e di Forza Italia

Elezioni amministrative comunali Elettori iscritti 2479, votanti 2097 ( 84,59)

Sono state presenta 4 Liste: Lista n.1, Vivere Buguggiate ,lista civica, candidato Sindaco Natalino Castelli – Lista n.2 Bilancia, candidato Sindaco Sigismondo Calella – Lista n.3, Insieme verso il 2000, candidato Sindaco Salvatore Mammano – Lista n.4, Lega Nord-Impegno Civico, candidato Sindaco Alessandro Vedani.

Risultati: Lista n. 4, voti 715; Lista n. 2, voti 624; Lista n, 1 voti 424; lista n. 3, voti 212.

Il nuovo Consiglio Comunale è composto da: Alessandro Vedani, Dionisia Caldirola, Maurizio Galimberti, Enrico Mario Bistoletti, Giovanni Bosone, Marco Caramella, Alessandro Bernasconi, Gilberto Alberti, Antonio Della Ragione per il Gruppo di Maggioranza, e Natalino Castelli, Enzo Papa, Sigismondo Calella, Mario Rivetta per quello di minoranza.

Nella prima seduta del nuovo Consiglio Comunale (2 Luglio), è eletto Sindaco Alessandro Vedani e sono nominati assessori Antonio Della Ragione, vicesindaco con delega ai Lavori Pubblici e Maurizio Marcolli, assessore esterno con delega per il Bilancio. Le disposizioni di Legge in atto limitano a due il numero degli assessori. Si attende l’approvazione di una nuova Legge per nominarne altri.

Il nuovo Sindaco enuncia gli indirizzi generali di governo per il quinquennio 1999 – 2004.: - accurata analisi degli investimenti con tagli agli sprechi; - migliore accessibilità agli atti pubblici; - miglioramenti nell’organizzazione dei servizi alla cittadinanza; - riqualificazione dell’arredo urbano; - tutela delle aree a verde; -riscoperta delle tradizioni cittadine; - rivalutazione del centro storico; - tutela delle fasce di popolazione deboli; - potenziamento dell’assistenza a persone bisognose; - realizzazione di obiettivi strategici per consolidare il senso di appartenenza alla comunità. Mentre i membri del gruppo di maggioranza si limitano ad approvare il programma, Rivetta annuncia la sua astensione ritenendo che al di là dei principi generali enunciati occorrerà giudicare come opererà la nuova amministrazione. C Castelli si associa, pur offrendosi di operare con spirito di collaborazione: Calella la pensa come Rivetta ma nota che si vedrà già dai prossimi punti all’ordine del giorno che la collaborazione con la minoranza è già cominciata male. Il Sindaco conferma che, a prescindere dalla presente seduta che dovrà discutere di argomenti di estrema urgenza, sarà cercata la massima collaborazione con il gruppo di minoranza nel rispetto dei ruoli reciproci. 9 SI e 3 astensioni..

Si passa a discutere una modifica all’art. 4 del Regolamento della Commissione per l’Edilizia, illustrata dal Sindaco come necessaria per consentire l’ingresso di soggetti esterni al Consiglio. Castelli e Calella criticano il fatto che nella Commissione non figurerà alcun rappresentante della minoranza, a scapito della trasparenza dei suoi lavori, ma il Sindaco ribadisce che la Commissione per l’Edilizia è un organo puramente tecnico che tale deve rimanere. Infatti, in sede di Giunta, il giorno successivo saranno nominati membri di detta Commissione: l’arch. Ambrogio Mazzuchelli di Gazzada, esperto in beni ambientali, l’arch. Roberto Martignoni esperto di , l’arch. Carlo Minazzi, di Induno Olona, esperto in beni ambientali, Dalle Sasse 212

Daniele, di Buguggiate, esperto in barriere architettoniche. E’ evidente l’estromissione dei consiglieri comunali e la nomina di tecnici del settore, allo scopo di ottenere elaborati tecnici “super partes”, scevri da dubbi di preferenze o di interessi di parte. E’ uno strappo rispetto alle vecchie consuetudini di nominare soltanto Consiglieri come membri di una Commissione così importante e così suscettibile di critiche e di pressioni. Nel corso della stessa seduta, oltre all’approvazione di un Regolamento per la costituzione di un gruppo di volontari a scopi di pubblica utilità, è da notare la richiesta di Calella di sapere perché dal gruppo di maggioranza sia stato estromesso, benché regolarmente eletto, Moreno Passuello. Il Sindaco risponde che è stata una scelta difficile e dolorosa, resa indispensabile per la necessità di avere nel gruppo di maggioranza un tecnico esperto come Della Ragione..

Contrarietà alla fusione della Cassa di Credito Fra questa seduta e quella del 3 Settembre si procede alla nomina di tutte le Commissioni consiliari e di quella della Biblioteca Civica. In quest’ultima seduta si discute vivacemente su una mozione presentata dal gruppo Lega Nord in merito ad una ventilata fusione fra la locale Banca di Credito Cooperativo e l’omonima banca di Busto Garolfo. La mozione chiede che l’ Amministrazione si impegni ad elaborare e a divulgare un documento che illustri le ragioni per le quali tale decisione è da considerarsi non opportuna (- la larga partecipazione della cittadinanza alla fondazione della ex- Cassa Rurale e Artigiana come realtà locale, confacente ai bisogni e alle aspettative dei cittadini, ispirata a concetti mutualistici; - la fusione proposta porterebbe a forte disparità fra le due unità; - gli sviluppi e l’espansione della sede di Buguggiate; - la decisione è da considerarsi irrazionale essendo la fusione considerata determinante ai fini della sopravivenza dell’istituto). Calella ritiene che la scelta di fusione non sia irrazionale ma consideri il futuro. Occorre considerarla senza prevenzione. Il Sindaco obietta che la Banca è un bene di tutta la comunità e la sua fusione comporta una perdita; inoltre il prossimo giorno 11 sarà ratificata una scelta già fatta privando delle sue prerogative l’Assemblea generale dei soci..Rivetta pensa che non si tratta della prima fusione fra Casse Rurali e che l’unione fa la forza. Bosone enuncia voto a favore squisitamente politico, per difendere interessi, tradizione e cultura di Buguggiate. Il Sindaco si associa: la vicenda interessa il paese ed è giusto che l’Amministrazione se ne occupi. La mozione è approvata con 8 SI e 4 NO.

Tuttavia, nonostante le contrarietà del Consiglio Comunale e di molti Soci, in un quadro di fusioni del gruppo ICCR la “Banca di Credito Cooperativo” viene fusa con un analogo istituto bancario, assumendo la denominazione di “Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate”. Nel frattempo è stata superata la soglia di 100 miliardi di raccolta complessiva.

Essendo sta promulgata la Legge 3 Agosto 1999 che stabilisce nuovi criteri per il computo del numero di componenti della Giunta, si procede a rettifica della nomina del vicesindaco e delle competenze degli assessori: Dionisia Caldirola è nominata vicesindaco con delega ai Servizi socio-assistenziali, Enrico Pistoletti, assessore con delega alle Manutenzioni dei Beni Pubblici, Antonio Della Ragione con delega all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici, Maurizio Barcolli, assessore esterno con delega alle Finanze.

II Primi provvedimenti I più importanti: Si discute se dare priorità ai lavori di rettifica dell’incrocio tra via Trieste e Via Matteotti o alla sistemazione di Piazza Moro. Anche Papa concorda con la priorità dei primi e così pure Calella che tuttavia chiede di conoscere se sia stato abbandonato il vecchio progetto per la Piazza. Il Sindaco glielo conferma suscitando le rimostranze di Castelli che dichiara essere prioritari i lavori per la Piazza. Perentoria la risposta del Sindaco che afferma essere altre le priorità, aggiungendo che il 213 vecchio progetto era uno strumento pre-elettorale “e la vostra responsabilità è quella di avere dato corso ad un appalto che non doveva essere effettuato, voglio estendere su questo un velo pietoso…”.

Si deve decidere se gestire direttamente gli alloggi ed i locali di proprietà comunale oppure se sia più conveniente affidarne la gestione all’AIER , Ente che è succeduto allo IACP. Si esamina una bozza di convenzione inviata dallo stesso AIER e si decide di chiedere alcune modifiche. Qualora non fossero accettate, si passerebbe a gestione diretta.

Si approva il progetto preliminare di sistemazione di area a verde pubblico in zona Bergora.

E’ nominata una Commissione per la revisione dello Statuto Comunale.

Durante la seduta consiliare del 27 ottobre è esaminato ed approvato un progetto di ristrutturazione del vecchio Asilo in Via Trieste. Calella lamenta che si stanno ripetendo i vecchi errori del passato perché il progetto è stato elaborato e presentato troppo in fretta, Si sarebbe potuto dare precedenza all’ampliamento del Municipio con ritorno dell’ambulatorio nel centro urbano.. Pertanto, si asterrà. Il Sindaco replica che è stata data priorità ad adeguare un edificio che ospita 300 persone anziane iscritte al Centro di Aggregazione. Quanto al Municipio, la struttura non reggerebbe il sopralzo di un altro piano. Per l’ambulatorio, è questione di abitudini, anch’esso è in posizione centrale ed è anche stato dotato di un timer. Il progetto è approvato con la sola astensione di Calella.

Bilancio dei primi 100 giorni Alcuni punti di un rendiconto del Sindaco sulle attività svolte dall’Amministrazione nei primi 100 giorni dall’insediamento: - obiettori, è stato ricuperato un rapporto con i cittadini molto deterioratosi, evadendo oltre 40 richieste di interventi più o meno lunghi; prestano i seguenti servizi: pre- e doposcuola, scuolabus per scuole materna ed elementare, mensa della scuola media, spesa per la scuola materna, altre collaborazioni con il personale comunale; - Centro anziani, con i trecento soci è stabilito un cordiale rapporto, alcuni di loro stanno iniziando un corso di apprendimento all’ascolto telefonico per tossicodipendenti e alcoolisti; - lavori pubblici, gli obiettivi sono la rotatoria tra le vie Matteotti e Rossini, le modifiche dell’area adiacente al Municipio e all’incrocio fra le vie Trieste e Matteotti, la sistemazione a verde pubblico attrezzato in zona Bergora, la ristrutturazione del vecchio asilo, la sistemazione dell’ex discarica in Valciasca con la costruzione di una tettoia per la custodia di materiale comunale;- uffici, miglioramenti nella correlazione fra i vari servizi, selezione dei fornitori, abbreviazione di tutti i pagamenti, la preparazione per la pubblicazione di un “Informatore Comunale” trimestrale.

L’emendamento all’art. 1 dello Statuto Il 20 Dicembre sono in discussione alcune modifiche dello Statuto Comunale. Prima della lettura Castelli e Calella si limitano a suggerire che lo Statuto modificato sia pubblicato al più presto., ma la situazione cambia non appena Bosone legge una proposta di emendamento all’art. 1 dello Statuto presentata dal gruppo Lega Nord nel quale il Comune proclama e promuove principî di autonomia, autodeterminazione e federalismo: “Ogni popolo ha il diritto di stabilire il proprio regime politico interno. Il Comune tutela il patrimonio linguistico locale, la lingua locale ha pari dignità della lingua italiana e il Comune attua iniziative finalizzate al sostegno, conoscenza, apprendimento e diffusione della lingua locale, che i cittadini possono usare nei rapporti con l’Amministrazione locale. Oltre alla segnaletica regolamentare, cartelli in lingua locale indicheranno le denominazioni delle località componenti il territorio comunale”. Insorgono i gruppi di minoranza: “ .. è una forzatura che mira solo a fare baccano, seguite una 214 linea politica e obbedite agli ordini, neppure in Commissione l’emendamento sarebbe stato approvato, ecc.,”. Calella esprime ancora “il suo grande dissenso per l’emendamento” , lancia accuse di “antidemocrazia”e annuncia che in segno di protesta non parteciperà più alle riunioni delle Commissioni delle quali è membro. Il Sindaco gli ribatte di non accettare accuse di antidemocrazia. L’assemblea è sovrana e può cambiare tutto ciò che è stato deciso in sede di commissioni. L’emendamento è approvato con 9 SI e 3 NO (Calella, Rivetta, Castelli).

Nel 1999 Il Centro di Aggregazione Anziani riceve dall’Associazione Provinciale Anziani il benestare per diventare, con i relativi benefici di legge ed agevolazioni, il Centro Anziani di Buguggiate. I Soci sono oltre 350.

Capitolo 6° Buguggiate all’inizio del 3° millennio

Boschi e prati, sia pure con minori estensioni rispetto ad un non lontano passato, caratterizzano ancora il panorama dell’odierna Buguggiate. Alle viuzze del vecchio centro storico, raccolte ad occidente della Chiesa Parrocchiale, fanno contrasto molte moderne costruzioni., in particolare grandi ville costruite sull’ampio terrazzamento che guarda sul lago, al cospetto dell’anfiteatro collinare dominato dal Campo dei Fiori. Piccoli quartieri residenziali sono sorti nella parte nuova, a lato del plesso scolastico, nella località Bergora e sulla via Erbamolle. Dappertutto fa mostra di se un grande amore per i fiori e le piante, nell’insieme di una gara silenziosa per evitare che… “l’erba del vicino sembri più verde”. Esistono alcune impresa a carattere industriale, e non mancano piccole imprese edilizie ed artigianali, ma la posizione panoramica, la vicinanza a Varese, capoluogo di provincia, la comodità di accesso all’autostrada per Milano, stanno sempre più rendendo Buguggiate un centro residenziale. Molti tra gli abitanti lavorano nelle numerose imprese di paesi vicini o di Varese, ma parecchi sono anche i pendolari che in auto, o approfittando della presenza di due linee ferroviarie, si recano giornalmente a Milano per lavoro o per affari. Il volto del paese sta lentamente trasformandosi. La vecchia cascina Sardegna è ormai solo un ricordo attestato su vecchie carte ingiallite. L’unica testimonianza rimasta è la bella Corte Caffi, che ancora offre un’idea della vita serena dei signori dell’epoca, Specialmente gli immigrati hanno messo mano a calce e mattoni, trasformando catapecchie, fienili e stalle in abitazioni decorose, degne di una cittadina in pieno sviluppo economico. Una trasformazione analoga sta avvenendo anche nel nucleo di caseggiati della frazione di Montalbo.

L’agricoltura, un tempo caposaldo indispensabile della vita paesana, in pratica non esiste più. Qualche trattore che romba sulle strade della nostra cittadina sembra una reliquia di altri tempi, quasi un oggetto di antiquariato. Ormai sono spariti gli agricoltori. Il piccolissimo gruppo di coltivatori diretti è dedito per lo più all’allevamento di bestiame, approfittando dell’ancora notevole estensione di prati che assicurano due o tre tagli d’erba all’anno. Tuttavia, anche per loro la fatica è diventata molto più sopportabile, rispetto a quanto dovevano prodigarsi, anche soltanto cinquanta anni fa, i contadini, armati di zappa, rastrello e forcale. A parte i trattori, oggi ci sono erpici, voltafieno, imballatrici, tutti meccanizzati. Un’iniziativa del Comitato di gestione del Centro Anziani ha fatto arrivare nel cortile delle Scuole un monumento vivente: la mucca Carolina, forse l’unica rimasta nel territorio comunale. Qualche bambino non aveva mai visto una mucca, quasi tutti non l’avevano mai vista così da vicino. Hanno assistito con autentica curiosità e un po’ di meraviglia alla mungitura e alla successiva produzione di burro estratto dal latte con una zangola: due pratiche millenarie qui ormai in disuso e diventate un ricordo di secoli di un’agricoltura faticosa ed avara su terreni poco generosi. 215

Buguggiate non ha grandi opere architettoniche. La Chiesa Parrocchiale, dedicata a S. Vittore Martire ha un’origine ignota. Non si sa né quando fu costruita, né chi fu il costruttore; probabilmente risale al 1250 – 1330. Fu notevolmente rimaneggiata nel 1711, più volte riparata, ampliata nel 1912 conferendole un aspetto neo-classico e finalmente restaurata nel 1971. All’interno fino a qualche anno fa figuravano arredi e dipinti di qualche pregio attribuiti alla scuola del Morazzone, ma una serie di furti, culminati con l’asportazione dei dipinti nel 1998, ha spogliato la chiesa, addirittura asportando i calici contenenti sacre reliquie. E miglior sorte non ha avuto anche la chiesetta di S. Caterina in frazione Erbamolle, dalla quale sono stati asportati un dipinto di Madonna su tela ed alcuni arredi. S. Caterina è sorta in data imprecisata (1458 ?) come oratorio romanico e dedicata a S. Caterina di Alessandria d’Egitto, patrizia romana martirizzata, probabilmente ad opera di un pellegrino recatosi nel Sinai dove sorge un Monastero dedicato alla Santa. L’originario, piccolo locale fu ampliato e allungato nel Seicento e successivamente anche dotato di un piccolo campanile. All’interno è possibile ammirare alcuni affreschi, uno dei quali è datato 1404, attribuiti a Galdino da Varese. Anche la facciata era stata affrescata, ma l’incuria degli uomini ha lasciato che i dipinti fossero deteriorati e dilavati dalle intemperie.Un ultimo, recente restauro ha permesso di salvare sul lato sinistro dell’edificio una bella Madonna con Bambino e ha compiuto notevoli lavori di consolidamento dell’edificio.

L’Oratorio di S. Giovanni Battista, costruito nel 1636, presenta un notevole stato di degrado. All’interno è visibile un’effige lignea del Santo, un’acquasantiera ottagonale in pietra, un tabulario con il nome dei confratelli della “Scuola del Santissimo Sacramento”.

Da menzionare anche una casa con corte in via Sardegna, ex Carnevali, comunemente chiamata “Corte Caffi”. Costruita con pianta a “U” nel 1650 come cascina, fu trasformata in casa padronale alla fine del 1700. Presenta soffitti a cassettoni ornati da pregevoli dipinti, un piccolo giardino all’italiana ed un bel colonnato sul cortile..

In complesso, in Buguggiate si nota un generale stato di relativo benessere, documentato anche dai dati statistici offerti dall’Amministrazione Comunale.

Dati statistici al 1° Gennaio 2001 Popolazione residente, 3fossero072 di età fra 0 e 17 anni 495 ( 271 maschi e 224 femmine) di età fra 18 e 60 anni 1859 ( 899 maschi e 960 femmine) ultrasessantenni 718 ( 323 maschi e 395 femmine)

Numero di iscritti alle liste elettorali 2564 ( 1120 maschi e 1344 femmine) Numero di pensionati, 589 Numero di aziende industriali: 3 Numero di aziende artigianali 31 Numero di aziende commerciali 37

Scuola materna : 4 insegnanti e 76 frequentanti suddivisi in 3 classi. Scuola elementare: 9 insegnanti titolari + 2 di sostegno, 103 scolari suddivisi in 6 classi. Scuola media: 13 insegnanti, 59 studenti suddivisi in 3 classi.

Questi dati da soli, confrontati con tutte quelle notizie frammentarie che è stato possibile raccogliere e scrivere in questa cronistoria, fanno capire quanto sia stato lungo e faticoso, ma alla fine coronato da successo, il cammino di una piccola comunità come la nostra verso l’affrancamento da vecchie 216 consuetudini e verso il benessere.

Rettori della Parrocchia di Buguggiate

1567 – 1593 Francesco Mantigli anni 24 1593 – 1623 Giovanni Battista Rossi anni 30 1624 – 1629 Cesare Righetti anni 5 1630 – 1650 Paolo Francesco Perruconi anni 20 1651 – 1652 Francesco Maria Cesati anni 1 1652 – 1661 Francesco Binda anni 9 1661 – 1682 Giovanni Battista Negri anni 21 1682 – 1728 Carlo Antonio Crespi anni 46 1729 – 1733 Pietro Antonio Grandi anni 4 1733 – 1743 Carlo Chiesa anni 30 1774 – 1794 Antonio Maria Bardelli anni 20 1794 - 1799 cura vacante anni 5 1799 – 1805 Giuseppe Caldani anni 6 1805 – 1809 Francesco Bianchi Moranti anni 4 1809 – 1817 Francesco Vincenti anni 8 1817 – 1835 Andrea Corradini anni 18 1835 – 1877 Pietro Torniamenti anni 41 1877 – 1878 Antonio Pagliani anni 1 1878 – 1903 Nobile Achille Dralli anni 25 1904 – 1913 Antonio Bricchi anni 9 (rinuncia alla Parrocchia) 1913 – 1937 Carlo Genoni anni 24 1938 – 1958 Pozzoni Vincenzo anni 20 1958 – 1974 Marco Bertoni anni 16 1974 – 1984 Giancarlo Ferrari anni 10 1984 – 2001 Gianfranco Pozzi anni 17

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