La Memoria Del Tempo... Il Tempo Della Memoria
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GIANO BIFRONTE La memoria del tempo... il tempo della memoria a cura di Leo Lecci - Santiago Montero Herrero - Maria Federica Petraccia RICERCA Giano Bifronte 2 Collana diretta da Leo Lecci (Università di Genova) Maria Federica Petraccia (Università di Genova) Comitato scientifico Luca Beltrami (Università di Genova) Alberto Beniscelli (Università di Genova) François Chausson (Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne) Francesca Gallo (Sapienza, Università di Roma) Francesca Ghedini (Università di Padova) Santiago Montero Herrero (Universidad Complutense de Madrid) Laura Stagno (Università di Genova) La memoria del tempo... il tempo della memoria a cura di Leo Lecci - Santiago Montero Herrero - Maria Federica Petraccia è il marchio editoriale dell’Università degli Studi di Genova Il volume raccoglie una selezione di saggi redatti a margine del congresso internazionale La memoria del tempo ... il tempo della memoria, tenutosi il 26 - 27 novembre 2015 presso la Scuola di Scienze umanistiche dell’Università di Genova. È stato finanziato con i fondi UniGE - DIRAAS (L. Lecci - M. F. Petraccia). Redazione a cura di Valentina Casella, Elisabetta Colagrossi, Andrea Daffra. Il presente volume è stato sottoposto a double blind peer-review secondo i criteri stabiliti dal protocollo UPI © 2020 GUP I contenuti del presente volume sono pubblicati con la licenza Creative commons 4.0 International Attribution-NonCommercial-ShareAlike. Alcuni diritti sono riservati. Realizzazione Editoriale GENOVA UNIVERSITY PRESS Via Balbi, 6 - 16126 Genova Tel. 010 20951558 - Fax 010 20951552 e-mail: [email protected] http://gup.unige.it ISBN: 978-88-97752-84-4 (versione a stampa) ISBN: 978-88-3618-035-6 (versione eBook) Stampato da De Ferrari Editore®/ Janua Srls per conto di Genova University Press presso E. Lui Tipografia S.r.l. nel mese di ottobre 2020 Questo libro è dedicato ad Angela Donati (Bologna 1942 - 2018) la quale, dopo aver seguito il convegno La memoria del tempo ... il tempo della memoria, ne ha tratto le interessanti considerazioni conclusive raccolte in questo volume che, purtroppo, non ha potuto veder pubblicato. Esse costituiscono l’estrema testimonianza della sua curiosità intellettuale e della sua non comune apertura mentale. INDICE Introduzione 11 Alessio Quaglia 13 Note sulla preistoria del culto dei morti: Parentalia vs. Lemuria? Giulia Tozzi 46 “Fermati un poco, apprendi”: l’epigramma sepolcrale greco e il tempo della memoria Maria Federica Petraccia 63 Noctes atque dies patet atri ianua Ditis Santiago Montero Herrero 83 Indovini e libri sacrati: la concezione del tempo Cecilia Ricci 93 Dictatores nel Latium vetus. Testimonianze epigrafche tra la tarda repubblica e l’età imperiale Ana Mayorgas Rodríguez 101 Un imperio de rústicos. Memoria e imaginación histórica en el libro I de Tito Livio Valentina Casella 114 Mendacem memorem esse oportet. Possedere una buona memoria nella Roma antica Federico Frasson 133 Erbe curative, medicina e medici a Luna Antonella Traverso, Guido Borghi, Aurora Cagnana, Paola Chella 154 Marta Conventi, Patrizia Garibaldi, Eugenia Isetti, Irene Molinari Giulio Montinari, Anna Maria Pastorino, Maria Federica Petraccia Guido Rossi, Roberto Scevola Ripensando Postumia. Per una revisione dei dati archivistici, bibliografici, epigrafici e un inquadramento delle nuove evidenze archeologiche sulla via Postumia Giulia Salvo 162 … saltata poemata … Memorie iconografiche nelle rappresentazioni pantomimiche Donato Fasolini 177 Bache Bene Venies ... Sopravvivenza e rinascita di Dioniso tra antichità e rinascimento nel disegno RF 524 attribuito a Jacopo Bellini Lauro Magnani 187 Il tempo dei Balbi nel salone affrescato da Valerio Castello in Palazzo Balbi Senarega Laura Stagno 198 Il Padre Tempo nell’arte genovese. Variazioni sul tema Leo Lecci 217 Tempo e memoria nell’arte concettuale: l’opera di Roman Opalka e On Kawara Luca Malavasi 231 Dimenticare le immagini: cinema, storia e memoria collettiva Carlo Modesti Pauer 242 Il cinema italiano e la lotta armata Graziano Bellio 274 Memoria, memorie traumatiche e dipendenze Salvatore Finocchiaro 291 Tempo, memoria e sport Alessandra Coppola 300 La Grecia classica nella memoria moderna: viaggiatori italiani del dopoguerra Massimo Guarnieri 313 Fili di seta intrecciati nel tempo dalle tombe del IV millennio a.C. ai computer digitali Elisabetta Colagrossi 330 La memoria tra Paideia, Humanitas e Bildung Roberto Celada Ballanti 339 L’Università come luogo della memoria Angela Donati 346 Conclusioni Introduzione Il volume raccoglie i saggi presentati in occasione del congresso internazio- nale La memoria del tempo … il tempo della memoria svoltosi il 26 e 27 novembre 2015 presso la Scuola di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Genova. Già nel titolo si percepisce una sorta di gioco linguistico e di chiasmo dialettico dei due termini ‘memoria’ e ‘tempo’, scandagliando la sovrabbondanza semantica di questi vocaboli e le innumerevoli possibilità di declinarli all’interno delle più diverse situazioni e delle più varie discipline. Le tematiche affrontate hanno spa- ziato attraverso contesti storici molto differenti fra di loro, utilizzando metodologie specifiche legate ad aree disciplinari non esclusivamente pertinenti alle cosiddette ‘scienze umane’ quali l’arte, la filosofia, la letteratura e la storia. In questa raccolta di scritti, il riferimento specifico alle problematiche ‘scientifiche’ proprie dei diversi ambiti rende consapevoli in modo esemplare della necessità di un approccio multidisciplinare e interdisciplinare non solo per percepire la pluralità delle tematiche affrontate nel convegno, ma anche per la comprensione dei concetti intorno ai quali ruotano i singoli contributi. La loro diversità, la gamma degli approcci e la complessità dei riferimenti offrono un quadro suggestivo e provocano una riconsiderazione dei termini stessi di cultura, di interdisciplinarità e di memoria. Di per sé cultura è un processo dinamico che si sostanzia delle relazioni della persona con ciò che di vitale, socialmente e culturalmente costruito, trova intorno a sé e che a sua volta dovrà ‘coltivare’, come suggerisce l’etimologia, per cui ‘cultura’ deriva dal latino colere con il significato di coltivare… come fa il contadino che coltiva, prendendosi cura di ciò che ha seminato. A sua volta il prefisso inter non fa che rafforzare il significato di uno stretto collegamento o addirittura scambio e reci- procità tra le diverse discipline. Proprio la interdisciplinarità evita che le discipline nascano e vivano di vita propria, rischiando di perdere di vista la comprensione globale della realtà a cui si rivolgono, addirittura arrivando al paradosso del progresso dell’ignoranza descritto in modo lucidissimo dal filosofo Evandro Agazzi: “Se lo specialista è colui che sa sempre di più a proposito di sempre meno (ossia di un settore sempre più ristretto di competenza), spingendo al limite tale situazione giungeremmo a riconoscere che il perfetto specialista è colui ‘che sa tutto su niente’”1. 11 Infine, non ultima, la memoria. È nostra convinzione che sia dovere imprescindi- bile degli ‘uomini di scienza’ condividere con un uditorio sempre più numeroso i risultati delle ricerche accademiche, giacché solo la conoscenza del passato - fino ad arrivare a quella del presente in cui viviamo - può generare consapevolezza. Il pensiero critico, la metodologia scientifica, che è propria di tutte le scienze, sono un alimento indispensabile per la crescita di ciascuno. Dallo sfondo del passato emergono parole e immagini consegnate ai secoli successivi, suscitando nuove suggestioni e affascinanti reinterpretazioni. Memoria, tempo. Ma cosa è la memoria? Cosa è il tempo? Sono due realtà – per riprendere alcune parole scritte da Angela Donati nelle Conclusioni – con le quali dobbiamo cimentarci quotidianamente. Passato, presente, futuro si confrontano sempre con la memoria, anche in forma inconscia: così avviene oggi, così avveni- va anche nel passato, perché ogni cosa nuova suscita attenzione e avversione; cosa c’è di meglio, quando ci si trova di fronte al nuovo, del ricercare nella memoria le esperienze passate? Leo Lecci Santiago Montero Herrero Maria Federica Petraccia 1E. Agazzi, Cultura scientifica e interdisciplinarità, Brescia 1994, p. 103. 12 ALESSIO QUAGLIA* Note sulla preistoria del culto dei morti: Parentalia vs. Lemuria? Riassunto Nel calendario romano di 12 mesi che la tradizione attribuisce al re Numa sono presenti due ‘feste dei morti’ – i Parentalia di febbraio e i Lemuria di maggio –, di norma spiegate in termini di opposizione e complementarietà (morti buoni vs. morti malvagi; morti con discendenza vs. morti senza discendenza; inhumati vs. insepulti; ecc.). Con il presente contributo cercheremo di dimostrare i limiti del modello fondato sulla polarizzazione e proporremo un’interpretazione costruita sulla diacronia e sul- la progressiva evoluzione delle concezioni inerenti alla morte e ai morti: ai Lemuria, placatio della totalità dei defunti (tutti i manes: parentes e morti anzitempo), vagantes che periodicamente tornavano tra i vivi, si sarebbero successivamente affiancati i Paren- talia, dies dedicati alla commemorazione selettiva e individuale degli antenati, onorati come di parentes presso i tumuli. Parole chiave: Lemuria, lemures, Parentalia, di parentes, manes, antenati, revenants, parentatio. Abstract In the Roman 12-month calendar that is traditionally attributed to king Numa, we find two ‘festivals of the dead’ – the so-called Parentalia in February and Le- muria in May. These festivals