EMIR KUSTURICA & the NO SMOKING ORCHESTRA Live SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO
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TEATRO SAVOIA CAMPOBASSO Inaugurazione STAGIONE 2017-2018 DOMENICA 26 NOVEMBRE ore 21.00 EMIR KUSTURICA & THE NO SMOKING ORCHESTRA live SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO Il Molise ospita per la prima volta Emir Kusturica, regista, attore, musicista e sceneggiatore serbo, che accompagnato dalla No Smoking Orchestra sancirà l’avvio ufficiale delle attività del Teatro Savoia a Campobasso. Un preludio straordinario in vista della presentazione della nuova stagione teatrale organizzata dalla Fondazione Molise Cultura e promossa dalla Regione Molise. Fresco della candidatura alla 73ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia con il suo “On the milky road” (Lungo la Via Lattea), Emir Kusturica è protagonista del film insieme a Monica Bellucci, curando anche la regia e la colonna sonora con la sua No Smoking Orchestra, gruppo nato a Sarajevo nel 1980 nel quale, oltre a curare tutta la parte scenografica dei concerti, canta e suona la chitarra elettrica. Come regista esordisce nel 1981 con “Ti ricordi di Dolly Bell?”, che conquista il Leone d'oro per la Migliore opera prima alla Mostra del cinema di Venezia. Nel 1985, con “Papà...è in viaggio d'affari”, si aggiudica la Palma d'oro al Festival di Cannes. Nel 1989 dirige “Il tempo dei gitani” che vince il Gran Premio della regia a Cannes. Nel 1992 dirige il suo primo e unico film americano, “Arizona Dream”. Nel 1995 è autore di “Underground”, premiato con la Palma d'oro a Cannes. Con il famoso “Gatto nero, gatto bianco” vince, nel 1998, un Leone d'Argento alla Mostra del cinema di Venezia. Il 2004 è l'anno di “La vita è un miracolo”, un adattamento balcanico della storia di Romeo e Giulietta girato sulle montagne di Mokra Gora. Lì, con la troupe costruisce un villaggio in legno, Kustendorf. Il villaggio, da allora aperto al pubblico, vince nel 2005 il premio europeo di architettura Philippe Rotthier. Nel 2007 esce il film “Promettilo” e nel 2008 il documentario “Maradona” (Feltrinelli Real Cinema) e il suo lungometraggio “Cool Water” nel 2012. Il suo primo libro - un romanzo a sfondo autobiografico - è pubblicato nel 2011 da Feltrinelli e si intitola “Dove sono in questa storia”. Nel 2016 esce, sempre per la stessa casa editrice, “Lungo la Via Lattea”. Emir Kusturica ha inoltre curato la direzione artistica del progetto multimediale “Magna Grecia” presso l’Arena Sinni sul lago artificiale dell’invaso di Montecotugno, a Senise in Basilicata nel giugno 2016. Nello scorso agosto è stato uno dei protagonisti dello Sponz Fest di Calitri, diretto da Vinicio Capossela. La No Smoking Orchestra parteciperà inoltre alla realizzazione del progetto internazionale cinematografico e musicale “Verdiana” con la regia dello stesso Emir Kusturica, in collaborazione con il Teatro La Fenice di Venezia. Biglietti in prevendita dal 20 novembre presso il botteghino della Fondazione Molise Cultura, Palazzo Gil, Via Milano 15 a Campobasso. Ulteriori informazioni: www.fondazionecultura.it INFO E PREVENDITE Descrizione Settore INTERO Platea Platea € 35,00 1° Ordine Sedie Palco, settore A € 30,00 2° Ordine Sedie Palco, settore B € 25,00 3° Ordine Sedie Palco, settore C € 20,00 4° Ordine Sedie Palco, settore D € 15,00 1° Ordine Sgabelli Galleria, settore A € 15,00 2° Ordine Sgabelli Galleria, settore B € 15,00 3° Ordine Sgabelli Galleria, settore C € 10,00 4° Ordine Sgabelli Galleria, settore D € 10,00 Orario botteghino Giorno Mattina Pomeriggio LUNEDI' 10:00 - 13:00 15:00 - 18:00 MARTEDI' 10:00 - 13:00 *** MERCOLEDI' 10:00 - 13:00 15:00 - 18:00 GIOVEDI' 10:00 - 13:00 *** VENERDI' 10:00 - 13:00 *** SABATO *** *** DOMENICA* *** *** * Il giorno dello spettacolo apertura botteghino in Piazza Prefettura ore 18:00 Per informazioni scrivere a: [email protected] TEATRO SAVOIA CAMPOBASSO STAGIONE 2017-2018 12 e 13 DICEMBRE 2017 ore 21.00 MARIANGELA D’ABBRACCIO - GEPPY GLEIJESES FILUMENA MARTURANO di Eduardo De Filippo con Nunzia Schiano Mimmo Mignemi e con Ylenia Oliviero Elisabetta Mirra Agostino Pannone Gregorio De Paola Adriano Falivene Fabio Pappacena scene e costumi Raimonda Gaetani regia LILIANA CAVANI Filumena Marturano – forse la commedia italiana del dopoguerra più conosciuta e rappresentata all’estero – ha un ruolo centrale nella produzione di Eduardo De Filippo, collocandosi tra i primi testi di quella Cantata dei giorni dispari che, a partire da Napoli milionaria!, raccoglie le opere più complesse e problematiche in cui si riversano i drammi, le ansie e le speranze di un Paese e di un popolo sconvolti dalla guerra. Nel dramma di Filumena, che rifiuta di rivelare all’amante quale dei tre figli da lei messi al mondo sia suo, De Filippo dichiarava di aver inteso rappresentare un’allegoria dell’Italia lacerata e in larga misura depauperata anche moralmente, e prefigurarne la dignità e la volontà di riscatto. Ispirato da un fatto di cronaca dal quale Eduardo ha costruito una delle più belle commedie dedicata alla sorella Titina. È la storia di Filumena Marturano e Domenico Soriano: lei è caparbia, accorta, ostinata contro tutto e tutti nel perseguire la propria visione del mondo, con un passato di lotte e tristezze, decisa a difendere fino in fondo la vita e il destino dei suoi figli: è la nostra “Madre Coraggio”. Lui borghese, figlio di un ricco pasticciere, “campatore”, amante e proprietario di cavalli da corsa, un po’ fiaccato dagli anni che passano e dalla malinconia dei ricordi, è stretto in una morsa dalla donna che ora lo tiene in pugno e a cui si ribella con tutte le sue forze. Ma è soprattutto la storia di un grande amore. La commedia porta al pubblico il tema, scottante in quegli anni, dei diritti dei figli illegittimi. Il 23 aprile 1947, infatti, l’Assemblea Costituente approvò l’articolo che stabiliva il diritto-dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare anche i figli nati fuori dal matrimonio, mentre otto anni più tardi, nel febbraio del 1995, venne approvata la legge che abolì l’uso dell’espressione “figlio di N.N.”. Nel ruolo di Filumena e Domenico due grandi protagonisti della scena italiana: Mariangela D’Abbraccio che ha iniziato la sua carriera diretta da Eduardo nella Compagnia di Luca De Filippo e Geppy Gleijeses, allievo prediletto di Eduardo che per lui nel ’75 revocò il veto alle sue opere. A dirigere la commedia la più grande regista di cinema al mondo, italiana e donna, Liliana Cavani, che con questo allestimento ha debuttato nella Prosa. Secondo la più lunga, meticolosa e bella didascalia mai scritta da Eduardo, la più celebre eroina del suo teatro appare in scena, mentre le ultime luci del giorno dileguano. È in piedi sulla soglia della camera da letto, le braccia conserte in atto di sfida; in camicia da notte, piedi nudi nelle pantofole scendiletto, capelli in disordine, con qualche filo grigio che denuncia tutti i suoi quarantotto anni e un «atteggiamento da belva ferita, pronta a spiccare il salto sull’avversario». Domenico Soriano è nell’angolo opposto della stanza e del palcoscenico, come in un ideale ring di pugilato. È un bel cinquantenne solido e giovale, che s’è goduto la vita grazie ai soldi della pasticceria lasciatagli dal padre. Da giovanotto lo chiamavano don Mimì (come il gaudente figlio di Eduardo Scarpetta) ed era famoso per i cavalli, le donne e i capricci. Ora se ne sta lì, pantaloni e giacca di pigiama sommariamente abbottonati, «pallido e convulso di fronte a Filumena, a quella donna “da niente” che per tanti anni è stata trattata da lui quasi come una schiava e che ora lo tiene in pugno». Agli altri due angoli della stanza, in attesa – sembrano i “secondi” dei pugili che stanno per affrontarsi – ci sono Rosalia Solimene, una donna del popolo che da sempre aiuta Filumena, e Alfredo Amoroso, «che riassume tutto il passato del suo padrone». Domenico è furente perché Filumena, una ex prostituta che da anni vive con lui come la più paziente e sottomessa delle mogli, è riuscita a strappargli un matrimonio, facendogli credere che era in punto di morte. Poi, dopo quelle nozze in articulo mortis, era balzata dal letto, guaritissima e ferocemente soddisfatta di aver ripreso il suo posto legittimo nella casa che per tanti anni aveva contribuito a far prosperare. A quello stratagemma estremo s’era risolta perché, dopo mille avventure da lei sopportate in silenzio, il suo uomo voleva ora darle il benservito, per sposare una ragazza di vent’anni. E non era tutto, perché con una sorprendente rivelazione aveva raccontato di avere tre figli segreti, già grandi, e per giunta cresciuti a balia grazie ai denari rubati a Soriano. Questi va su tutte le furie, dichiara che il matrimonio gli è stato carpito con l’inganno e ne ottiene l’annullamento. Allora l’indomabile Filumena ripiega su un altro più sottile espediente: uno dei tre giovanotti è figlio di Domenico. Quale? La donna lascia la casa, la sua casa, portandosi via il segreto. Domenico, attanagliato dalla più angosciosa curiosità, la supplica di rivelargli la verità; ma intanto riscopre tutte le qualità umane di quella donna. E per non lasciarsi sfuggire il figlio, acconsente a liberarsi della fidanzata, a sposare – questa volta davvero – Filumena e a prendersi in casa i tre giovani. Ma nemmeno diventata moglie Filumena svelerà il segreto. Madre di tutti e tre, non accetterà che uno di loro goda di qualche privilegio. Così, alla fine, Domenico li accetterà tutti serenamente, ripetendo le parole di lei: «’E figlie so’ ffiglie… E so’ tutte eguale… Hai ragione Filume’, hai ragione tu!». Maurizio Giammusso da “Vita di Eduardo”, Edizioni Minimun Fax TEATRO SAVOIA CAMPOBASSO STAGIONE 2017-2018 21 GENNAIO 2018 MASSIMO DAPPORTO UN BORGHESE PICCOLO PICCOLO Tratto dall’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami Adattamento e Regia Fabrizio Coniglio con Susanna Marcomeni, Roberto D’Alessandro, Fabrizio Coniglio, Federico Rubino Musiche originali Nicola Piovani Scene Giuseppe Di Pasquale Costumi Sandra Cardini Assistente alla Regia Alessandro Marmorini Assistente ai Costumi Alice Rinaldi Perché riprendere un capolavoro del passato e riproporlo nel nostro tempo? Una semplice spinta commerciale o forse una storia tremendamente attuale? “Un borghese piccolo piccolo” è un romanzo straordinario di Vincenzo Cerami da cui è stato tratto, in un secondo tempo, il capolavoro cinematografico di Monicelli.