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Anno IV n. 25 - febbraio 2015 Il cinema per il cambiamento Cinema, immagine, poesia Lavoro - Dignità - Uguaglianza Sinfonia d’immagini: Roma. Piazza San Giovanni Laterano. 25 ottobre 2014. governo Renzi. Una manifestazione cui parte- il cinema di Franco Manifestazione per il lavoro, per il rinnovo dei contratti, cipa un vasto pubblico, non solo quello che si Piavoli per l’art. 18, contro la precarietà. “25 ottobre 2014” è an- identifica col “sindacato” e con quello storico che un film collettivo ideato e coordinato da Francesco sindacato della sinistra. Il gruppo di filmma- Tre parole che dipingo- Maselli kers che lo realizza è facilmente identificabile, no da sole il ritratto di e si connota come una sinistra storica di una uno dei registi tra i più Ho visto alla Casa del certa generazione, dall’ “anziana” (ma giova- sensibili, originali, soli- Cinema di Roma, in nissima quanto ad energie) documentari- tari nella sua creatività una serata piena di sta Cecilia Mangini (passata alla storia, tra che il mondo italiano vecchie glorie del ci- l’altro, per “All’armi siam fascisti”) allo sce- della celluloide cono- nema italiano, “25 Ot- neggiatore Giorgio Arlorio, dai veterani sca, Franco Piavoli. Pia- tobre 2014”, un film dell’Anac (ora messi da parte da una nuova Patrizia Masala voli è autore di grande collettivo ideato e co- segue a pag. successiva spessore che guarda ordinato da France- l’immagine come puro segno poetico e tratta la Vito Zagarrio sco Maselli.1 Un film materia cinema in modo totalizzante. Nella sua capace di provocarmi arte, desueta ma esteticamente inconfondibile, una grande emozione, su cui vorrei riflettere si fondono pittura, musica, fotografia, poesia. un momento. Si tratta di un documentario re- In tutti i suoi cortometraggi “Stagioni” (1961), alizzato in occasione della grande manifesta- “Domenica sera” (1962), “Emigranti” (1963), zione organizzata dalla CGIL il 25 ottobre del “Evasi” (1964),” Lucidi inganni” (1986) e i suoi ‘14, appunto, contro il “jobs act” proposto dal lungometraggi “Il Pianeta Azzurro” (1982), “No- stos - Il ritorno” (1989), “Voci nel tempo” (1996), “ 1 Anteprima di Mercoledì 14 gennaio, ore Al primo soffio di vento” (2002) Piavoli con 20,30, Casa del cinema, largo Marcello Mastroianni 1, sguardo contemplativo, che sa andare oltre il vi- Roma. Il documentario è prodotto da “Il cinema per il sibile, riesce ad incantare lavorando sugli stessi cambiamento”, ed è diretto da Giorgio Arlorio, Gioia Be- elementi. La sinfonia d’immagini alle quali ab- nelli, Giovanna Boursier, Marco Dentici, Sabina Guzzan- bandonarsi, la delicatezza e la profondità dei ti, Fabiomassimo Lozzi, Cecilia Mangini, Tomaso Man- sentimenti, la narrazione - quasi sempre senza noni, Francesco Maselli, Sara Olivieri, Moni Ovadia, parole - nel rapporto tra uomo, tempo e natura, Enzo Rizzo, Nino Russo. Al film hanno dato la loro solida- il concerto di suoni e la musica colta, l’espressi- rietà anche molti altri registi, me compreso, i cui nomi fi- vità pittorica carica di poesia di visi e corpi, af- gurano nei titoli di coda del film. “Adieu” di Pierfrancesco Uva freschi di raro lirismo. Cinema non facile quello di Piavoli ma facilmente riconoscibile che fin dall’inizio ha fatto la scelta di dedicarsi alla ri- Francesco Rosi, “cittadino” cerca espressiva fondata sopratutto e fonda- mentalmente sull’immagine e sui suoni. Rinun- L’eredita’ morale di un grande maestro del cinema tra ciando quindi ai canoni correnti di un cinema che si poggia invece sul teatro filmato o del me- impegno civile e denuncia sociale lodramma. Un cinema sinfonico, polifonico Francesco Rosi, nato a le riprese in Sicilia de “La terra trema”, nel perchè si affida, un po’ come la musica- stru Napoli il 15 novembre 1948, e poi, nel 1954, durante la lavorazione di mentale, prevalentemente alle emozioni, anche 1922, è morto a Roma “Senso”. Il mio primo approccio “consapevole” magari astraendole dalla realtà, affidandole al il 10 gennaio 2015, con il nome di Francesco Rosi è avvenuto nel veicolo delle immagini in movimento, quale è il all’età di 92 anni; ma, 1962, quando una mattina, dopo aver “marina- cinema. Tutto il cinema di Piavoli è imperniato anche se ci ha lasciato, to” la Scuola, mi recai ad una “mattinata cine- sulla forza della poesia delle immagini. Questa di lui rimangono (per matografica”, a vedere un film il cui titolo mi è la cifra stilistica che rende unici i suoi film. In- sempre) le opere fil- aveva attratto perché si trattava di un “bandi- somma un cinema, quello di Piavoli, che ti fa ri- miche, che costitui- to” siciliano la cui figura, in un certo senso, flettere, ti cambia la vita, ti insegna a vivere a Nino Genovese scono un significativo mi affascinava: “Salvatore Giuliano”. Così, in dimensione d’uomo. Lontano dal clamore me- “spaccato” della storia d’Italia, dal dopoguerra quell’occasione, assistetti non ad una rico- diatico di festival artificiali, multisale da cine- ai nostri giorni, e in cui dominano la denuncia struzione fantasiosa e mitizzata della figura ma usa e getta dove tra una colonna sonora e sociale, l’indagine, la moralità, insieme con di Salvatore Giuliano (come avrebbe fatto, poi, l’altra si insinua lo sbattere di mascelle che ma- una lucida rabbia e una fremente passione ci- nel 1987, Michael Cimino con il suo “Il Sicilia- sticano popcorn e il sibilo gassoso delle lattine vile: la stessa che gli aveva fatto iniziare la no”), ma a un’indagine accurata e approfondita, di coca cola aperte. E’ tutta un’altra storia, un “carriera” accanto a Luchino Visconti, durante segue a pag. 4 altro cinema, quello di questo autore; con un segue a pag. 3

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sege da pag. precedente di Susanna Nicchiarelli dal romanzo di Wal- generazione) Nino Russo e lo stesso Maselli, ter Veltroni “La scoperta dell’alba”, in cui un da Sabina Guzzanti a Moni Ovadia. Confesso telefono sembra collegare, tipo “Ai confini che ero andato a vedere il documentario quasi della realtà”, il giorno d’oggi con il passato de- per dovere, aspettandomi di vedere un reper- gli anni di piombo. Anche qui, il film coordi- to della sinistra vetero-comunista. E invece nato da Maselli sembra collegarsi come in un ecco la sorpresa: nonostante l’inevitabile ri- plot di fantascienza a un altro tempo e a un’al- schio di retorica, il film messo insieme dal tra dimensione. Simile, per esempio, è lo gruppo di “Cinema per il cambiamento” tocca schema narrativo del docu (la partenza du- delle corde profonde, anche per il modo sa- rante la notte, l’arrivo di treni e navi, l’avvio piente della sua messa in scena: un montag- della manifestazione, il comizio) rispetto a un gio ben fatto che costruisce una storia, l’uso altro film collettivo, realizzato per registrare della musica che fa della manifestazione di la manifestazione del ’94 contro il governo piazza una sorta di musical della sinistra, il Berlusconi (“24 novembre 1994”, film colletti- ricorso a slogan estetico-ideologici inediti. Ad vo, prodotto da Cgil, Cisl, Uil, a cura di Fran- esempio, voglio sottolineare l’utilizzo della cesco Maselli, 1995); e simile è l’atmosfera che Turandot di Puccini, all’inizio e nel climax del Il regista Citto Maselli, tra l’altro facente parte del si respira, rispetto al più tardo progetto rea- film. Il “nessun dorma” pucciniano viene pre- Comitato di Consulenza e Rappresentanza di Diari di lizzato da un corrispondente gruppo di film- so come slogan “pubblicitario” per chiamare a Cineclub makers per documentare i fatti di Genova del Stewart ritrova i petali di sua figlia e scopre di 2001 (“Un altro mondo è possibile”). “Noi che essere ancora vivo. E mi chiedo perché. Una non abbiamo paura della memoria”: così defi- ragione sta nel déclic estetico che evidente- nisce la piazza Susanna Camusso. Ed ecco mente il film riesce a provocare, cogliendo live che il suo comizio, al di là dell’inevitabile reto- alcuni momenti della manifestazione, se- rica oratoria, pone un problema importante: guendola apparentemente in modo “realisti- quello della memoria e della paura verso di co” e invece manipolando (lo dico in senso essa. Operazione nostalgica vetero-comuni- positivo) le immagini facendo capire quanto il sta, allora, o esempio di “impegno post mo- cinema, come dice Paolo Bertetto, sia una derno”, secondo la definizione di Pier Paolo raccolta il popolo della sinistra, per dargli una “macchina sinestetica”.2 Si può parlare di Antonello? Pongo sul tappeto la questione “sveglia” e chiedergli di “vegliare”. L’aria di questi argomenti – tiene a dire Nino Russo, come elemento di riflessione”. Certo che “25 “Nessun dorma” solo orchestrata è la colonna storico membro dell’Associazione degli Auto- ottobre 2014” invita a pensare che cosa sia sonora dell’incipit del film, che ricostruisce, l’“antifascismo” oggi, se una posizione etica o con i toni di un videoclip, la partenza delle co- un modo di intervenire sulla società. lonne di militanti durante la notte, per treno, per pullman, per nave. E la stessa aria, stavol- Vito Zagarrio ta cantata dal coro dell’Opera di Roma che so- lidarizza con la manifestazione, trionfa nella E’ professore ordinario di Cinema, Fotografia e Televisio- piazza San Giovanni affollata di giovani, da ne presso l’Università Roma Tre, dove dirige un Centro di volti percorsi di lacrime, mentre miriadi di Produzione Audiovisivi e il Master “Professioni e Lin- palloncini rossi restano sospesi in cielo. Tra guaggi Cinema Televisione e Video”. Ha pubblicato vari queste due arie pucciniane, si svolge il lungo libri sul cinema americano e su quello italiano. Monogra- corteo della manifestazione, contrappuntato fie su Francis Ford Coppola, su Frank Capra e John Wa- da suoni diegetici e da musiche. Si sente an- ri e co-regista del film – in “modo moderno”. ters. Come regista, ha realizzato, tra gli altri, “La donna che la vecchia “Bandiera rossa”, ma è arran- L’altra ragione, però, sta forse nella “nostal- della luna”, “Bonus Malus” e “Tre giorni d’anarchia”. giata con una musica spezzata dai clarinetti, e gia”, che fa capolino dietro l’operazione ideo- prevalgono i tamburi africani, mille suoni di- logica del film: nostalgia per un “come erava- mo” della sinistra, per un Paese che avrebbe potuto essere diverso (ma è un mero esercizio di contro-storia), per una metafora di felicità che il popolo della sinistra ha (e in particolare alcune delle sue generazioni) provato nella piazza e tra la gente. Ho ritrovato di fronte a quelle immagini (ed anche partecipando per- sonalmente alla manifestazione) gli stessi bri- vidi di quando gli Inti Illimani suonavano a Piazza Signoria a Firenze nel 1974. Anche per- versi che danno davvero l’idea di un film mu- ché, ripeto, a quella manifestazione parteci- Le foto dell’articolo sono di Fabiomassimo Lozzi, uno sicale. Il montaggio segue spesso la musica pavano non soltanto i militanti della CGIL e dei registi del film (soprattutto all’inizio del film, dove il montag- non soltanto quelli della sinistra che ce l’ave- gio sulle battute musicali è evidente), e il gu- vano con Renzi; c’era un più vasto bisogno di Il film ha immediatamente ricevuto l’adesione di registi ed sto è più quello dei concerti rock che non quel- felicità, un desiderio di sinistra che ricollega- intellettuali quali, fra gli altri, Stefano Rodotà, Ermanno lo del “cinema civile”, un po’ come aveva fatto va quella gente ad anni lontani. Ho ripensato Rea, Ken Loach, Andrea Camilleri, Giancarlo Ruocco, Ga- un lontanissimo – ma tuttora attuale - Marco a una cosa che ho scritto3 a proposito del film briele Salvatores, Luca Bigazzi, Daniele Vicari, Mimmo Ferreri in “Perché pagare per essere felici” Calopresti, Emma Dante, Aurelio Grimaldi, Wilma Laba- 2 Cfr. P. Bertetto, Le macchine sinestetiche e (1971). Un certo punto del climax, quando il te, Salvatore Maira, Laura Muscardin, Paolo Pietrangeli, l’identificazione. A proposito di cinema, sensazione, emo- coro intona il suo “Vincerò!”, confesso che mi Marco Pozzi, Costanza Quatriglio, Mariano Rigillo, Edo- zione, in Giorgio De Vincenti, Enrico Carocci (a cura di), è spuntata una lacrimuccia, come mi capita ardo Sala, Isabella Sandri, Pasquale Scimeca. Il cinema e le emozioni. Estetica, espressione, esperienza, quando rivedo per l’ennesima volta “La vita è Edizioni Fondazione Ente dello Spettacolo, 2012. alla memoria. Riflessioni su cinema italiano e terrorismo, meravigliosa” di Frank Capra, quando James 3 Rimando a Vito Zagarrio, Staccare la spina in «Bianco e Nero», n. 3, settembre-dicembre 2012. 2 [email protected]

segue da pag. 1 suo pubblico attento, civile, impegnato. Lui dal suo eremo di Pozzolengo, produce grande cinema, con i tempi lunghi che lo contraddi- stinguono, in sintonia con i tempi della natura. Come pochi altri autori cura personalmente ogni aspetto del processo creativo che fa na- scere un film. “Tengo perfino l’amministra- zione”, “Sono un autarchico, un contadino del cinema: poto, innaffio, il resto lo fanno gli amici” ha dichiarato in occasione dell’uscita nelle sale de “Al primo soffio di vento”. In tutte le sue opere è presente l’anima profonda del suo cinema, i temi fondanti. La realtà sottopo- sta al microscopio non della tecnologia ma dallo sguardo che indaga, l’uomo ricondotto alla sua caratteristica di elemento della natu- ra, frammentato per poter essere analizzato. Ma questa analisi non è quella del freddo Franco Piavoli scienziato e nemmeno quella del caldo poeta, è quella del cineasta che è la figura moderna mutamenti che esercitano sul ciclo della vita. volto dei tifosi. “Volevo far vedere le reazioni di del pensatore, cioè di colui che è capace di Domenica sera di Franco Piavoli (1962, 12’). questi uomini che durante la settimana sono compiere una sintesi di poesia e scienza. In Gli incontri dei giovani di campagna in una oppressi dal lavoro, alienati, e vanno allo stadio questa sintesi non vi è l’arroganza di sapere e pista da ballo all’aperto: le ragazze che arriva- per sfogare le energie imprigionate liberando il di volere spiegare tutto della vita, ma la con- no in bicicletta; i giovani che si pettinano con loro istinto di aggressività” (Piavoli). vinzione, tutta metodologica, che per scoprire estrema cura; quelli più intraprendenti che Lo zebù e la stella di Franco e Mario Piavoli bisogna guardare diversamente. Tutto il lavo- subito invitano a ballare sotto gli occhi invi- (2007, 18’). ro di Piavoli è un intrinseco omaggio al cine- diosi dei più timidi. Alla fine alcuni tornano a Lo zebù è un animale immaginario che i bambi- ma ed è bene precisare che, al contrario di co- casa cantando, felici per una promessa, altri ni disegnano e dipingono guidati dal Maestro. me si potrebbe pensare, Piavoli non è un approfittano del buio per fare l’amore. D’un tratto sparisce: tutti sono delusi e smarriti. ingenuo cantore della natura ma è autore di Emigranti di Franco Piavoli (1963, 12’). Quando lo ritrovano nel bosco riprendono a di- un cinema che va iscritto alla migliore avan- Gli emigranti del Meridione, arrivati alla sta- pingere al ritmo di un’ arpa. Liberi e felici si im- guardia. Costruito con attenzione, pensato, zione di Milano carichi di valigie, corrono a brattano mani e volti con tutti i colori. strutturato, montato. Egli ha inventato un prendere le coincidenze per la Germania, la Frammenti di Franco Piavoli (2012, 10’) linguaggio che si armonizza con un’inquadra- Stati d’animo espressi esclusivamente con im- tura non consueta, che ci fa vedere il mondo magini e suoni. A Bobbio, un gruppo di turisti come non lo abbiamo mai (o ancora o più) vi- stanno ammirando l’Abbazia di San Colombano sto. E per fortuna non ha faticato ad imporre quando alcuni si staccano dal gruppo. Un giova- all’attenzione della critica più attenta la sua ne corteggia inutilmente una ragazza mentre qualità di pittore della luce, di inventore del una coppia suggella l’incontro amoroso nell’in- cinema e (azzardo a dire) della vita. Tutta la canto del bosco. Un altro giovane, inseguendo i rassegna stampa che ha accompagnato il suo suoi pensieri e i suoi sogni, percorre da solo le lavoro di inventore del cinema dà ampia testi- strade del borgo. monianza di un’attenzione, mai superficiale, I film che ha accomunato la critica straniera e italia- Il pianeta azzurro di Franco Piavoli (1982, 88’) na. Basti pensare al giudizio di Andrej Tar- Il film si svolge su tre piani. Sul fondo, appena kowskij per il quale “Il Pianeta Azzurro è un accennata, l’evoluzione biologica: le acque, le poema, viaggio, concerto, su la natura e l’uni- “Emigranti” di Franco Piavoli piante, gli animali, gli uomini. Su un piano più verso, la vita” o ancora quello di Tullio Kezich Svizzera, il Belgio. Altri, sperduti e stanchi, si ravvicinato l’avvicendarsi dei giorni e delle sta- “questo film bisognerebbe farlo vedere per abbandonano nella sala d’aspetto in attesa di gioni. Su un altro ancora la vita nei momenti più legge a tutti gli italiani, ma senza perdere altre partenze. elementari: il gioco e l’amore, il lavoro e il riposo, tempo; perchè isola in vitro qualcosa di cui ab- Evasi di Franco Piavoli (1964, 12’). la convivenza e l’aggressività… biamo un estremo bisogno. L’alfabeto perdu- Una folla di tifosi durante una partita di cal- Come gli animali, anche gli uomini usano un to della realtà”. linguaggio il cui senso va cercato nel codice dei Patrizia Masala suoni e dei comportamenti prima che nella grammatica: una lingua universale, come il Le opere di Franco Piavoli pianto o le urla, il ridere o il gemere, cui ricorria- I cortometraggi mo anche oggi per esprimere i sentimenti fon- Ambulatorio di Franco Piavoli (1954, 4’) damentali. Inedito lavoro giovanile, girato da Piavoli Nostos – Il ritorno di Franco Piavoli (1989, 87’) nell’ambulatorio del padre, medico di paese Personale rivisitazione del mito di Ulisse. “No- nelle campagne bresciane degli anni Cin- stos” esprime le nostre paure, i rimorsi, le dispe- quanta, che offre una preziosa testimonianza razioni, ma anche le illusioni, gli incanti e so- sugli incontri e le figure di quel mondo ormai prattutto il bisogno di ripararsi nella casa della scomparso. memoria e degli affetti più cari. Le stagioni di Franco Piavoli (1961, 25’). Voci nel tempo di Franco Piavoli (1996, 86’) Un’osservazione prolungata della natura in “Evasi” di Franco Piavoli Il fluire delle cose e il corso del tempo. Lo scor- grado di condensare sulla superficie di un’in- cio. Nessuno distoglie lo sguardo dal campo. rere delle stagioni in un villaggio italiano va in quadratura il susseguirsi delle stagioni, con i Poi scoppia una rissa. «L’obiettivo è solo sul segue a pag. successiva 3 n. 25

segue da pag. 1 morte annunciata” (1987), dal romanzo di Ga- segue da pag. precedente condotta con la tecnica innovativa dei fla- briel Garcia Marquez; “Dimenticare Palermo” parallelo con il filo biologico della vita umana sh-back non in ordine cronologico, che sem- (1990) dal romanzo omonimo di Edmonde dall’infanzia alla vecchiaia. Girato con gli abi- brava quasi un reportage giornalistico per Charles-Roux; e, infine, nel 1997, il suo ultimo tanti di Castellaro, è intessuto di microstorie e di emozioni emergenti in un volto, in un gesto, in un piano d’ascolto.

“Nostos - Il ritorno” di Franco Piavoli

Al primo soffio di vento di Franco Piavoli (2002, 85’) «Una casa di campagna nel caldo soffocante dell’estate, un uomo chino sui suoi libri, una donna persa nelle sue fantasie, una ragazza che scopre l’amore. E fuori, osservati e osser- immagini: insomma, una sorta di lezione di film, girato all’età di 75 anni, “La Tregua”, dal vanti, due africani spingono grandi balle di pa- storia contemporanea, che sarebbe rimasta romanzo di Primo Levi. Quando incominciai glia: sono loro i nuovi sfruttati, l’ultima chance impressa nella mia mente e che – con tutto il ad interessarmi di Francesco Rosi, ovviamen- per il rinnovamento del mondo? Franco Piavo- rispetto per il Liceo classico che frequentavo e te non avrei potuto neanche lontanamente li non dà risposte, ma la sua macchina da pre- per quelle discipline che avrei continuato a immaginare che, nel 1991, grazie agli “Incontri sa, consapevole di Lucrezio e della scienza studiare all’Università e, successivamente, con il cinema” di Aci Catena (Catania), lo contemporanea, sa dare il giusto valore ad avrei anche insegnato - non esito a considera- avrei frequentato per un’intera settimana, ogni singolo gesto. Sa raccontare l’incanto del- re superiore a una giornata di Scuola. Come durante le proiezioni dei suoi film, da lui stes- la natura e il suo sotterraneo dolore, sa carica- dicevo, fu il mio primo incontro “consapevole” so sempre presentati, presso le Antiche Terme re un sospiro di sottilissimo erotismo e sa con il grande regista, perché di lui avevo già Romane di Santa Venera al Pozzo; successiva- esprimere l’ambivalenza, fra attrazione e ti- visto il primo film, “La sfida” (1958), che si svol- mente, l’avrei incontrato e salutato in altre oc- more, di uno sguardo. E tutto senza sprecare ge nei mercati ortofrutticoli di Napoli domi- casioni, tra cui anche quella del 31 agosto 2012, nati dalla camorra, e “I Magliari” (1959), am- a Venezia, quando, all’età di 90 anni, un po’ in- bientato tra venditori di stoffe ai limiti della certo sulle gambe, amorevolmente accompa- legalità; ma l’avevo fatto senza associare i due gnato da Giuseppe Tornatore, aveva ricevuto film – che pure mi avevano colpito per la tema- il meritato Leone d’oro alla carriera; ed allora tica e lo stile con cui erano stati realizzati – al aveva concluso così il suo breve discorso di ac- nome dell’autore; cosa che, invece, dopo la vi- cettazione del prestigioso riconoscimento: sione di “Salvatore Giuliano”, avrei incomin- «Voglio essere ricordato solo con queste paro- ciato a fare, interessandomi di lui, anche criti- le: Francesco Rosi cittadino»; una frase che camente. Ed ecco un altro film di inchiesta e sintetizza il suo percorso artistico, culturale di denuncia, un capolavoro come “Le mani ed umano, la sua visione del cinema (inteso sulla città “(1963), Leone d’oro a Venezia, scrit- anche come “politica”) e della vita: ché Rosi è to con Raffaele La Capria, che potremmo defi- stato uno degli ultimi, grandi “maestri” del ci- nire quasi “profetico”, dato che anticipa i pro- nema (non solo italiano, ma mondiale), ha blemi della speculazione edilizia e dell’intrigo cambiato il modo di fare cinema, abbattendo i tra affari e politica; quindi, tanti altri film, co- confini tra documentario e fiction, tra imma- me “Il momento della verità” (1965) sul mondo ginazione e fatti realmente accaduti, lascian- dei toreri; “Il caso Mattei” (1972) e “Lucky Lu- doci grandi valori e un’eredità morale, intel- ciano” (1973), che hanno in comune un grande lettuale ed artistica che si spera le giovani attore come Gian Maria Volontè; una splendi- generazioni (anche di registi) siano in grado da “Carmen” (1984) di Georges Bizet; e quelli di assimilare e fare propria… tratti da opere letterarie: “C’era una volta” Nino Genovese parole. Un film intenso, da vedere e ascoltare (1967), ispirato a varie novelle de “Lo cunto de Francesco con grande cura» (Luca Mosso). li cunti, ovvero Lo trattenimiento de’ picciril- Rosi sul set Affettuosa presenza di Franco Piavoli (2004, le” di G. B. Basile; “Uomini contro” (1970), da di “C’era 65’) “Un anno sull’altopiano” di Emilio Lussu, fe- una volta”, La vita e le poesie di Umberto Bellintani sulla roce critica della grande guerra; “Cadaveri ec- 1967 con scia della corrispondenza epistolare intercor- cellenti” (1978), da “Il contesto” di Leonardo Sophia sa tra il poeta mantovano e il poeta fiorentino Sciascia; “Cristo si è fermato ad Eboli” (1979), Loren Parronchi. Dalle lettere traspare la fraterna dall’omonimo romanzo di Carlo Levi; “Tre fra- e Omar confidenza che univa i due amici e nel contem- telli” (1981), liberamente ispirato a un raccon- Sharif po il profondo sentimento dell’universo che ha to di Andrej P. Platonov; “Cronaca di una ispirato i versi di un grande poeta. 4 [email protected] In viaggio con Cecilia Miracolo Un film di Mariangela Barbanente, Cecilia Mangini. cinematografico Documentario, durata 74 min. Italia 2013. Le due registe, attraverso un film on the road tra Taranto e Brindisi, ci raccontano com’è cambiata la Puglia delle loro origini. Un viaggio tra le contradizioni di un presente da comprendere, durante i giorni infuocati dell’Ilva.

Il documenatrio di Ma- film, invece, parla di un presente difficile, da riangela Barbanente e mostrare per decifrarlo, in qualche modo. Co- Cecilia Mangini è stato sa è diventata Taranto e la sua “Ilva”? La classe proiettato a Cagliari, du- operaia degli anni sessanta ha cambiato la rante le giornate del Con- cultura di quella parte del meridione, ma ha gresso della FICC, nel di- pagato, spesso, con la vita, la “fedeltà” alla fab- cembre scorso. Il luogo brica. Ora, durante gli scioperi che hanno dell’evento era la Bibliote- aperto la strada a un drammatico dilemma (o Sulla mia mappa, ho guardato, Elisabetta Randaccio ca dell’Università che, lavoro o salute), gli operai non parlano, non Sulla mia mappa, ho trovato. quella sera, si è riempita fanno dichiarazioni, solo durante le manife- Ho scoperto il mondo, e i miei paesi di sogni. di un pubblico eterogeneo, dove, finalmente, i stazioni si uniscono alle parole dei leader. I paesi, li ho attraversati. giovani prevalevano sugli altri spettatori. A Nelle cittadine dove l’architettura industriale Erano lontane le distanze da raggiungere questo punto, si può subito notare come Ceci- Alti i preventivi per recarmici. lia Mangini, classe 1927, sia amata da chi l’ha Gli oceani! seguita nella sua carriera di documentarista, I mari! sia dai ragazzi che si sono avvicinati recente- I fiumi e i laghi, mente alla sua opera, così importante per il ci- Sono così profondi nema italiano del dopoguerra. Si capisce per- E le loro distese infrangono i sogni. ché: seguendo spesso le proiezioni dei suoi Ma, film, partecipa alle presentazioni, alle discus- Io viaggio sempre! sioni con una passione coinvolgente, con spi- Visito sempre i più bei monumenti rito critico, con una capacità di analizzare gli Le piazze più antiche ideali del passato prossimo e la società del E vado per isole e penisole. presente. La Mangini è l’intellettuale ideale, Da sx Mariangela Barbanente e Cecilia Mangini da senza snobismi, vicina alla quotidianità e ci si una scena del film “In viaggio con Cecilia” Innovazione nei paesi, può solo rammaricare che la sua produzione Ne vedo costantemente. non sia vasta. D’altronde, a scorrerla, la sua fa da paesaggio inquietante, si può trovare Ciò, grazie al cinema opera è una testimonianza straordinaria delle qualcuno che, passeggiando su una spiaggia Che con le sue ali possenti percorre gli spazi; trasformazioni, nel bene e nel male, del nostro inquinata, racconta un’infanzia di boom eco- Ciò, grazie alla settima arte paese. Dai “ragazzi di vita” pasoliniani ripresi nomico e un presente di disoccupazione. Una Che, filmando dall’alto e dal basso a giocare nelle marane, alle prefiche che into- delle sequenze più interessanti è quella dove Riesuma la cultura, l’arte e la tecnica. nano, in un Sud ancora profondamente con- Cecilia fa una passeggiata nei luoghi della Questo i cinéclubs tadino, le litanie per i morti, dalle periferie “movida” di Brindisi. Con la sua curiosità in- Lo riconducono a me delle grandi città dove i migranti del Meridio- terroga adolescenti e ragazzine, le quali aspet- Storia e filosofia ne vivevano in condizioni indecenti ai pugili tano il sabato per “divertirsi”. I giovani inter- Scienza e politica di tutte queste lontane con- sardi che combattevano nelle piccole palestre vistati risultano anime morte, senza nessuna trade. alla ricerca del benessere economico. E poi, le speranza di cambiamento o voglia di ribellio- Tutto ciò di cui ho bisogno, donne impegnate a liberarsi dalla condizione ne: sorridono, bevono, rispondono come se il Grazie al cinema, io lo acquisisco! oppressiva e quelle che raccontano, come nel mondo dovesse finire in quel momento, senza Il cinema , è l’albero della cultura. modello pasoliniano, nuovi comizi d’amore. I nessuna prospettiva o coscienza del contesto documentari della Mangini sono così perfetti sociale. Questo irrita Cecilia nel film, ma è so- Casimir Yameogo perché danno spazio a uomini e donne con lo una delle varie conseguenze di una igno- storie comuni e, nello stesso tempo, esempla- ranza indotta, di una indolenza di chi sa come Segretario aggiunto - groupe Afrique - FICC Federazione ri; hanno una forza documentaria speciale. tutto sia inutile. Ma Cecilia e Mariangela an- Internazionale Circoli del Cinema Anche in “In viaggio con Cecilia” ne vengono cora ci credono ed ecco continuare il viaggio utilizzati dei brani per sottolineare come sono tra dubbi, discussioni, ricordi. “In viaggio con * Traduzione dal francese di Patrizia Masala cambiate alcune delle persone ritratte in quel- Cecilia” è un documentario originale, dove la le pellicole. E’, infatti, nella ricerca di cosa sia Barbanente riesce a sintetizzare l’estetica e successo nella zona tra Taranto e Brindisi, che l’etica della Mangini, omaggiandola con affet- si trova la chiave di lettura del film di Barba- to e rispetto, riprendendola mentre la quoti- nente e Mangini. Era stato pensato come un dianità scorre e lei ha voglia ancora di cam- viaggio, forse, nella memoria di due registe biarla in un mondo migliore. lontane d’età, ma nate nello stesso paese (Mo- la di Bari) e saldate dalla passione per il cine- ma e dal desiderio di documentare il reale. Il Elisabetta Randaccio 5 n. 25

Anniversari Divagazioni per i settant’anni di Roma Città Aperta (1945) Il film che inaugura il cinema moderno non versario. aperta”, che il film costituisce un esempio di poteva essere dedicato 2. Genesi di un capolavoro opera realizzata rispettando norme, codici, che a una città, luogo deputato del futuro e del Su “Roma città aperta” esistono molti aned- regole del cosiddetto “metodo di rappresen- progresso. doti, anche del tutto leggendari. Per esempio, tazione classica”: le sequenze sono molte e Marco Melani quello che – essendo Rossellini diventato, in piuttosto brevi, si susseguono attraverso pre- 1. Introduzione. Un ri- seguito, un cineasta poco amante delle lun- cisi raccordi, amalgamano momenti comici e cordo ghe, dettagliate, normative sceneggiature – momenti drammatici, i personaggi sono Nel 1987, durante il anche questo suo primo film resistenziale fos- sempre al centro dell’inquadratura, il loro mio secondo quin- se basato su un rapido canovaccio invece che profilo psicologico è costruito con estrema sa- quennio di assessore su sceneggiatura compiuta. Stefano Roncoro- pienza, si fa un largo uso della dissolvenza, la alla cultura del comu- ni, nel documentatissimo “Storia di Roma vicenda è narrata in maniera fluida e coinvol- ne di San Giovanni città aperta”, ha dimostrato invece che la sce- gente anche grazie a una ricca struttura di Valdarno, proposi di neggiatura del film fu a lungo elaborata, quale simmetrie e variazioni rigorosamente fonda- Stefano Beccastrini intitolare una piazza frutto dell’instancabile lavoro di revisione re- te su una ferrea sceneggiatura. Tutto vero. della città a Roberto Rossellini, in occasione so necessario dalle discussioni ideologiche Eppure, fin dal suo uscire sugli schermi, il del decimo anniversario della sua morte. Il all’interno del gruppo – politicamente alquan- pubblico ebbe la netta sensazione di vedere giorno dello scoprimento della targa - con to eterogeneo, seppur unanimemente antifa- qualcosa di mai visto sino ad allora: Otto Pre- tanto di banda musicale cittadina e di riprese, scista - che lo ideò e realizzò. Tutto cominciò minger, valoroso esponente del cinema classi- con la proposta, fatta a Sergio Amidei – sce- co hollywoodiano, affermò che la storia del ci- neggiatore di fede comunista - da un produt- nema improvvisamente si divideva in due ere: tore napoletano, di preparare il copione per prima e dopo “Roma città aperta”. Cos’era, un film sul fenomeno della borsa nera. Ami- dunque, ciò che non si era mai visto “prima”? dei ne parlò con Rossellini e con il giornalista Un film in cui i vari personaggi parlavano o in Alberto Consiglio. Rossellini pensò di farne dialetto o in tedesco; ove l’eroina moriva a un film a episodi, che immaginava intitolato metà del film stesso; per buona parte girato “Storie di ieri”, affiancando a quello sulla bor- in strada; capace di mostrare situazioni d’e- sa nera anche un episodio sulla vicenda – ispi- strema scabrosità; narrante con stile docu- rata alle figure storiche di don Pietro Pappa- mentaristico, ma tutt’altro che oggettivante e gallo e di don Giuseppe Morosini, entrambi spassionato, cronache di quotidiana tragicità sacerdoti schierati con la Resistenza ed en- ad un pubblico che, di quelle cronache, era per “Fuori orario”, da parte di RAI 3 - erano trambi fucilati dai tedeschi, l’uno alle Fosse stato fino al giorno prima diretto protagoni- presenti varie personalità, a Rossellini ed al Ardeatine e l’altro al Forte Bravetta – di un sta. Per questo André Bazin – certamente, poi suo cinema legate, quali la prima moglie Mar- prete/resistente. Amidei pretese allora – con con Adriano Aprà, il più profondo esegeta eu- cella De Marchis; Renato Nicolini, l’inventore giusto spirito ciellino - che un ulteriore episo- ropeo di Rossellini – parlò di “umanesimo ri- delle celeberrime “estati romane”; Carlo Liz- dio fosse dedicato alla storia di un partigiano voluzionario”. Marco Melani – che per primo zani, che di Rossellini era stato aiuto regista comunista e un altro ancora all’uccisione, da mi ha fatto conoscere il pensiero cinemato- in “Germania anno zero”; il figlio indiano di parte di un soldato tedesco, di una donna del grafico sia di Bazin che di Aprà – ha scritto: Sonali Das Gupta; Marco Melani, critico cine- popolo modellata sulla figura di Teresa Gulla- “Fu allora che Roma divenne l’anti-Hollywo- matografico di convinta e geniale fede rossel- ce, la popolana che i nazisti ammazzarono in od: quando, con un unico gesto, il regista de liniana oltre che sangiovannese di nascita. A viale Giulio Cesare e la cui morte crudelmente “L’uomo della croce” scoprì una nuova estetica parte qualche buffo imprevisto – per esempio terroristica suscitò un’ondata di sdegno in e un nuovo spazio per il cinema. Quel gesto è il fatto che il sindaco, nel suo discorso, scam- tutta la città. A questo punto, allo stesso Ros- storicamente conosciuto come “Roma città biò Rossellini con Fellini - fu una magnifica sellini venne in mente un episodio di cui fosse aperta”. giornata. A cerimonia finita, mentre stavo protagonista un gruppo di ragazzini vogliosi 4. Topografia di “Roma città aperta” uscendo, con i nostri ospiti, dalla sede dell’as- di diventare “partigiani in erba”. Alla fine, tut- Ha scritto, in alcuni versi proprio a “Roma sessorato in Palazzo Corboli, la moglie di Ni- ti concordarono sul fatto che sarebbe stato città aperta” dedicati, Pier Paolo Pasolini: ”... colini - che di professione faceva l’attrice e mi meglio intrecciare queste tante vicende tra lo- ecco... la Casilina/ su cui tristemente si apro- pare si chiamasse Patrizia - d’improvviso si ro, abbandonando l’idea del film a episodi e no/ le porte della città di Rossellini... /Ecco l’e- mise a correre, con il braccio destro dispera- lavorando invece a rendere sempre più stretti pico paesaggio neorealista,/ coi fili del tele- tamente proteso in alto ed in avanti, urlando i legami tra i vari personaggi. Anche il brutto grafo, i selciati, i pini,/i muretti scrostati, la “Francesco, Francesco”. Poi precipitò dram- titolo inizialmente proposto da Rossellini mistica/folla perduta nel daffare quotidiano,/ maticamente ma dolcemente a terra, sul sel- cadde, sostituito prima da un “Città aperta” e le tetre forme della dominazione nazista.../ ciato di via Alberti, come una povera e nera poi, finalmente, da quel “Roma città aperta” Quasi emblema, ormai, l’urlo della Magnani,/ colomba colpita da un vile cacciatore. Re- con cui l’opera divenne famosa, una volta rea- sotto le ciocche disordinatamente assolute,/ stammo tutti di stucco, attoniti eppoi com- lizzata, nel mondo intero. Storie di ieri non risuona nelle disperate panoramiche/e nelle mossi. Avevamo epifanicamente rivissuto la sarebbe stato il titolo più appropriato per un sue occhiate vive e mute/ si addensa il senso scena più indimenticabile di Roma città aper- film che, come scrive Jacques Lourcelles, della tragedia.” Il neorealismo fu anche, e for- ta: Patrizia era diventata Anna Magnani, San esprime il desiderio di superare per sempre se soprattutto, la necessità trasformata in vo- Giovanni Valdarno era diventata Roma, via un cinema a vocazione passatista - macchina lontà, ossia la costrizione logistica trasforma- Alberti era diventata via Montecuccoli, ove per trasformare il presente in passato - e di ta in intenzionalità poetica, di scoprire ed Rossellini aveva collocato l’abitazione della esaltare invece un cinema che vuole rappre- esplorare un “epico paesaggio” ossia di smet- sora Pina. Questo meraviglioso ricordo mi è sentare il presente e nient’altro che il presen- tere di filmare nel chiuso degli studios – dove riaffiorato alla memoria mentre scrivevo, per te. trovare studios attrezzati nella miserrima Ro- “Diari dei Cineclub”, alcune riflessioni sul ca- 3. Fra classicità e modernità ma del 1945? – e scendere a filmare in strada. polavoro di cui ricorre nel 2015 il LXX anni- Scrive David Bruni, nel suo “Roma città segue a pag. successiva 6 [email protected]

segue da pag. precedente crudelmente dagli oppressori, con la compli- Figure illustri er questo il grande film rosselliniano è anche cità dei traditori, come Gesù Cristo sul Golgo- un commovente viaggio alla scoperta di Roma, ta. Per la sora Pina, il Golgota diviene una Roma ha avuto un dei suoi luoghi famosi ma anche di quelli na- strada, via Montecuccoli, ove una mitraglia “sindaco di tutti” scosti, appartati, marginali (si veda, in meri- nazista l’abbatte nel corso di un rastrellamen- to, “La Roma di Roma città aperta” di Flami- to compiuto congiuntamente da crudeli sol- Documentario-omaggio al nio Di Biagi). Il film si apre in Piazza di dati tedeschi e vili miliziani fascisti. Per l’in- Spagna, con lo sfilare d’un gruppo di soldati gegner Manfredi diviene la cupa e famigerata Sindaco Petroselli di Andrea tedeschi sullo sfondo di Trinità dei Monti e sede romana della Gestapo – che si trovava in Rusich della Barcaccia. Poi si sposta sui tetti di Roma, via Tasso ma nel film è stata ricostruita in stu- tramite cui uno dei capi della Resistenza - l’in- dio al numero 30 di via degli Avignonesi - al gegner Manfredi, dai tedeschi ricercato - termine di un lungo interrogatorio - che ri- Un film su Petroselli è sfugge all’arresto, con il Cupolone in lonta- corda lontanamente ma chiaramente quello ancora attuale? Serve? nanza. Si trasferisce quindi in via Montecuccoli, di Mario Cavaradossi nella “Tosca” puccinia- E a chi? Agli anziani di nel rione Pigneto, ove abita la sora Pina. Si spo- na - nel corso del quale viene torturato a mor- oggi, quelli che sono sta poi all’Oratorio di Sant’Elena ed in via te ma non rivela alcunchè ai suoi aguzzini. stati il futuro di ieri? Avellino. Poi sulla Circonvallazione Casilina, Per don Pietro – reo di essersi schierato con la La foto in bianco e nero lungo il fossato della ferrovia, eppoi in via Resistenza e di aver gridato ai torturatori, da- dei ricordi è forse il po- Margutta e sul Ponte Tiburtino. Di nuovo in vanti al corpo ormai privo di vita di Manfredi, sitivo del negativo dei via Montecuccoli, per la sublime scena del ra- “Maledetti, maledetti!” - diviene il Forte Bra- giorni che oggi stiamo strellamento nazifascista e dell’uccisione di vetta (ma, come si è detto, la scena fu invece Gaetano Buscemi vivendo? Dell’oggi dei Pina. Poi al Ponte di via delle Tre Fontane, girata al Forte Trionfale) ove viene fucilato. vari mondi di mezzo lungo via Ostiense: qui, con il Palazzo della Tre Figurae Christi, tre martiri della giustizia dove gli estremi si toccano e le coscienze si an- Civiltà del Lavoro dell’EUR sullo sfondo, i par- e della libertà, in Italia e nel Mondo. nebbiano? E’ possibile trovare ancora oggi un tigiani liberano con un agguato gli uomini ar- 6. L’ultima scena del film. Conclusioni Luigi Petroselli o dobbiamo accontentarci del restati nel rastrellamento. A questo punto, Lo vedremo, Pina, un mondo migliore nome di una via? Il film racconta della giovi- una lunga e cupa sequenza del film è girata e soprattutto lo vedranno i nostri figli nezza viterbese, della figura del padre e dell’in- “in studio” (in realtà, così come per le altre ra- (Francesco a Pina) fluenza che ebbe sul giovane Luigi Petroselli. re scene girate in interni, fu utilizzato un ap- Un’opera che aveva tra i suoi principali perso- Il padre Giulio, noto comunista antifascista partamento di via degli Avignonesi, ove oggi naggi un comunista, auspicava una collabora- che trasmise al figlio la passione, l’integrità ed si può leggere una lapide commemorativa) zione politica tra marxisti e cattolici, parlava il desiderio di aiutare i disagiati. Luigi lo sor- per rappresentare l’interrogatorio, le torture e di droga e di lesbismo, filmava torture e sadi- prende ed entra in seminario. Ma la sua voca- la morte cui va incontro Manfredi, il dirigente smi, risultava – per una necessità storica di- zione profonda di aiutare gli altri sente forte il comunista. Alfine, la fucilazione di don- Pie ventata scelta estetica - girata quasi tutta in richiamo all’azione sociale e meno quello alla tro: al Forte Trionfale, che nella finzione filmi- strada facendo d’una città martoriata ma in- preghiera individuale. Dismette così la tonaca ca rappresenta il famigerato Forte Bravetta domita la propria vera protagonista, non po- e a 19 anni è alla testa delle lotte contadine per ove furono passati per le armi decine e decine teva non apparire travolgente. Quella città era l’assegnazione di terre di latifondi incolti e ab- di eroici resistenti. Ultima sequenza: i ragazzi stata, ipocritamente, dichiarata “aperta”. Non bandonati. Arrestato, passa 40 giorni in pri- di don Pietro che, lungo via Trionfale e dopo lo era affatto, in quegli anni di strazio. Era gione. Decide così di diventare “professionista aver assistito alla sua fucilazione, tornano della politica”, termine che dagli anni ’80 è di- gonfi d’angoscia in città.. venuto simbolo di ciò che andava spazzato via 5. Cristologia di Roma città aperta dall’Italia. Ma un funzionario di partito, in Roma città aperta non è un film politico (sem- quei giorni, viveva in modo quasi sacrale la sua mai è un film pre- o post-politico, segnato da funzione. Il lavoro di Andrea Rusich, regista e un antifascismo integrale e sovra-partitico) produttore del film, sembra uscire dai soliti bi- bensì – come sempre, nella filmografia rossel- nari della pura celebrazione; manca ad esem- liniana – un film etico, un Morality Play. Esso pio la voce fuori campo, mentre ci sono quelle mostra la lotta del Bene contro il Male, della di chi l’ha conosciuto. Ritroviamo i loro volti e gente “perbene” contro la gente “permale”, le loro risposte ma non le domande del regista, degli “agnelli di Dio” contro i servitori di Sata- che il regista sceglie di escludere dal film. Bella na. In tal senso, è anche un film cristologico, questa intuizione. Solo una sequenza di volti e un Passion Play, una Via Crucis al termine una città calpestata e prigioniera, quotidiana- di testimonianze. Raccontano del sindaco, del della quale i tre protagonisti – la sora Pina, mente offesa, chiusa in una morsa di soffocan- compagno e nel raccontare del lavoro fatto in- l’ingegner Manfredi, don Pietro – vengono te oppressione. L’unica scena del film in cui Ro- sieme, raccontano di loro stessi, della sua e lo- tutti e tre, l’uno dopo l’altro, ammazzati ma appare “aperta”, quanto meno a un futuro ro vita, della sua e loro Roma, delle sue e loro migliore, è quella finale, con i ragazzini di don borgate, della sua e loro Estate Romana, del Pietro – appena fucilato - che tornano, con lo suo e loro Foro Romano. Il film “ è così meno sfondo del Cupolone, verso il centro della città. bibliografico, meno documentarista, pur non Vanno incontro davvero a una Roma destinata tecnicamente perfetto”, ci dice il regista. Non è a un gaio futuro? Una buona parte del successi- un film neutro. Il regista cerca l’essenza vo cinema italiano – da Fellini a Pasolini, da dell’uomo, si schiera a fianco delle sue idee, Scola a Monicelli, da Bolognini a Moretti – nar- della sua concezione di servizio, dell’impegno rerà gli anni confusi e spesso dolenti cui quei volto a far si che il migliorare la vita di tutti sia ragazzini – oggi ottantenni - andranno incon- un obiettivo etico di ognuno. “Non avevo 10 an- tro. Presto, qualche film racconterà anche della ni al momento dei suoi funerali, tutta Roma era Roma ridotta a feudo nelle mani della mafia e attonita, o almeno quella che vidi. Sono dunque della corruzione. Non per questo erano morti partito dalla perdita comune a tutti i romani e la sora Pina, l’ingegner Manfredi e don Pietro. L’ing. Giorgio Manfredi (Luigi Ferraris) torturato e Don sono andato a ritroso”. E quest’approccio l’ha Stefano Beccastrini Morosini (Aldo Fabrizi) segue a pag. successiva 7 n. 25

segue da pag. precedente la città. Quelle notti sono ponte anch’esse e seguito anche nel montaggio, che solo negli grazie anche ad esse si va verso un’idea di cit- Scano Boa, una storia ultimi giorni ha acquisito l’attuale sequenzia- tà, di socialità, di vivere civile che unifica. Tra- lunga un Po lità. Si arriva così al 1976 quando si presenta bocca amore, passione e stima dalle parole di come capolista a Roma e prende più Aurelia, la moglie, che ci racconta del loro pri- Fra laguna e mare, fra l’uomo e mo incontro, delle numerose poesie che le de- dicava o delle numerosissime lettere che le la natura, una lunga presenza scriveva. Il regista ci restituisce così Petroselli sullo schermo di Scano Boa, attraverso le parole, gli sguardi di Aurelia, ma anche dall’orgoglio di chi la casa l’ha comprata una terra di confine grazie ad un mutuo, che ha finito di pagare qualche anno fa. Era un romantico, racconta Lo “Scano Boa” cine- Aurelia e mi declama una poesia che sa a me- matografico ha un’am- moria. La domanda circa l’attualità di un film pia storia che non si li- su Petroselli trova di certo qui più di una ri- mita soltanto all’ormai sposta. E’ forse inattuale il problema dell’asse- mitico documentario del 1954 di Renato Cover del documentario “Il Sindaco Petroselli” di Andrea Dall’Ara. Che fu realiz- Rusich. Il docufilm - nato da un’idea dell’Assessore zato nell’ambito del Paolo Masini e del regista Andrea Rusich e realizzato Cineclub Rovigo e do- po la sua presentazio- dall’Associazione culturale SAFADOFILM, in co- Paolo Micalizzi produzione con Aamod (Archivio Audiovisivo del ne al Concorso Nazio- Movimento Operaio e Democratico) - disegna i tratti nale di Montecatini della Fedic dove si fondamentali della storia del Sindaco di Roma Luigi classificò primo assoluto nella categoria Sog- Petroselli (1979-1981) getto ebbe numerosi riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale. Le riprese del preferenze di Giulio Andreotti. Elezione a sin- film furono realizzate, mi ricordava Renzo daco assicurata ai giorni nostri. Ma allora il Ragazzi che ne è stato l’aiutoregista, dall’1 al 24 sindaco lo eleggeva l’assemblea capitolina, su maggio 1954 e il montaggio finì l’11 giugno. indicazione del partito di maggioranza. E Nacque da un’inchiesta di Dall’Ara, Ragazzi, quindi toccò a lui indicare il nome del sinda- Lauro Bergamo, Antonio Ferrari e Lamberto co, (Argan) e quello degli assessori. Non anco- Morelli che poi ne sarà anche interprete nel ra sindaco, ma certo teneva le leve in mano e le ruolo del Sacerdote, effettuata in un villaggio usava. Mirabile nel film la descrizione che ne di pescatori del Delta del Po, nella zona di Pun- fa Tonino, il suo tuttofare e autista e soprat- Andrea Rusich ta Maistra. L’ambientazione è a Scano Boa, un tutto compagno di passione e di romantici- luogo di pochissime case di paglia desolato ma smo! Ci parla in modo diretto e schietto delle gnazione delle case popolari o dell’integrazio- pieno di fascino come ho avuto modo di con- borgate e delle domeniche a piedi, anche que- ne? In quegli anni i “borgatari” erano visti statare personalmente negli anni ’80, un luogo ste trovano in Petroselli l’origine, crisi petroli- come sono visti oggi dai loro figli e da molti visitato (arrivò in elicottero) anche dalla famo- fere escluse. Ci parla di emancipazione cultu- italiani gli immigrati extra-comunitari. Di- sa Star americana Sharon Stone che fu inter- rale e di unificazione. Parola quest’ultima che versi, distanti, certamente non romani. Credo prete di uno spot pubblicitario. La vicenda si ritrova spesso nel film come caratterizzante davvero che per vedere questo documentario dell’opera è ormai nota ed ha come momento dell’azione di Petroselli. Infine il film tratta non sia necessario essere stato iscritto o aver di grande emozione il viaggio in barca di un degli anni da sindaco dal 1979 al 1981, la morte simpatizzato per il PCI, né che lo si debba aver uomo, un prete ed una cassa da morto che con- e il funerale, con la sequenza dei tanti volti fatto per il PD. Credo che lo si possa vedere, tiene una persona da trasportare al cimitero commossi dei romani che lo salutano per l’ul- anche se il PCI lo si è combattuto ed il PD lo si del paese annegata dopo una drammatica lot- tima volta o col pugno alzato, o col segno della combatta ora, perché questo film è l’esaltazio- ta per catturare un enorme storione. Nel tra- croce o semplicemente coi loro sguardi di per- ne commossa e che commuove della onestà, gitto, un uomo posto sugli argini del fiume sone diverse per estrazione culturale, sociale, pulizia morale, senso del dovere che ogni uo- chiede aiuto, affinchè una donna in preda alle economica ma unificati tra loro nella stima, mo dovrebbe avere per potersi sentire parte di doglie del parto sia trasportata al paese vicino. nel rispetto, nel dolore. In questo film scopri- una comunità e di una socialità. Il sole è altissimo e la donna partorirà una rete che il giovedì a Roma chiunque volesse, bambina in mezzo alla valle, cosi come si ap- poteva andare a trovarlo per parlargli. Fu sin- Gaetano Buscemi prenderà alla fine del film che si conclude con daco solo per un biennio, ma la sua azione si la notizia del drammatico avvenimento pub- dipanò per tutto il quinquennio dal ’76 all’81. Il blicata sulla pagina di un giornale. Un evento, regista ci porta a conoscere il sindaco urbani- Nasce a Sassari da genitori siciliani e vive a Roma. Ha come fu sottolineato allora, che solo in una si- sta e ciò che è stato da lui realizzato in quel po- scritto quasi un centinaio di poesie che un giorno proverà tuazione come quella di Scano Boa poteva ve- co tempo. Erano quelli gli anni in cui Pasolini a pubblicare. Ama il teatro e recita anche in modo davvero rificarsi. Un’opera che il regista Alessandro Bla- ci raccontava delle storie di periferia e di bor- amatoriale, nel senso più letterale del termine, cioè non setti ebbe a considerare una delle più belle del gata. Erano gli anni delle marrane e delle case necessariamente scarso, ma indubbiamente fatto con neorealismo italiano. Il film ,in 16 mm., fu gon- senza acqua, senza luce, senza strade, senza amore. Scrive tre testi teatrali, due dei quali sono stati re- fiato in 35 ed ebbe circolazione nelle sale cinema- mezzi pubblici, senza scuole. L’intervento nel- citati, seppur una volta sola. Uno di questi è rappresentato tografiche in questo formato. Su Scano Boa le borgate voleva costruire un “ponte cultura- da un atto unico, da recitare in piccoli ambienti e con la scrisse un libro Gian Antonio Cibotto, che aveva le” tra le periferie ed il centro, non bastavano collaborazione del pubblico. Di un altro va molto fiero per come momento importante della storia la cattu- le fognature, l’elettricità, ci volevano scuole, la tematica trattata. La pièce è stata rappresentata nel ra degli storioni. E Dall’Ara stesso ne realizzò nel cinema, teatro, circoli perché quel luogo fosse Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio a Firenze ed è 1961 un film dal titolo “Scano Boa-Violenza sul percepito come “casa”. Non è un caso che la intitolata “I Terremoti dell’Anima”. Ama il cinema e lo fiume” dove gli storioni, per comodità di ripresa, “Estate Romana” abbia inizio in quegli anni. frequenta con assiduità insieme con la sua amatissima furono realizzati elettromeccanicamente da Quell’evento ha la capacità di far sentire “casa” moglie. segue a pag. successiva 8 [email protected] segue da pag. precedente Festival Carlo Rambaldi, futuro mago degli effetti spe- ciali premiato nella sua carriera con ben 3 Oscar. Erano tre storioni della lunghezza me- Passaggi d’Autore: intrecci mediterranei dia di tre metri, e nel film funzionarono egre- 2014 giamente come se fossero veri. Il film ha per protagonista il pescatore Alain Cuny che insie- Un viaggio lungo dieci anni nelle culture del Mediterraneo me alla figlia Clara (Carla Gravina) ritorna a Scano Boa dopo dieci anni di assenza. I nuovi Il festival “Passaggi L’edizione 2014 venuti non sono visti di buon’occhio dagli abi- d’Autore: intrecci me- Il cartellone della decima edizione ha propo- tanti, che non esitano ad attribuire a loro la diterranei” nel 2014 ha sto un ricco programma di “intrecci mediter- causa di ogni disgrazia e soprattutto il manca- compiuto dieci anni. ranei”, con cortometraggi provenienti da di- to arrivo degli storioni, principale fonte del lo- Per un festival cine- ciassette Paesi. Cinque giorni che hanno reso ro guadagno. Intanto Clara viene violentata da matografico sono dav- la cittadina sulcitana un importante centro di Baroncello (Josè Suarez), un bellimbusto del vero un bel traguardo, scambio culturale. Diversi gli eventi speciali: luogo, e tiene la cosa segreta. Un giorno nelle un premio alla costan- uno dedicato al cinema dei Paesi Baschi e una za del “Circolo del ci- acque di Scano Boa compaiono gli storioni e Gianmarco Murru nel tentare di catturarne uno il padre, inesper- nema Immagini” di to e schivato da tutti, finisce con l’annegare. Sant’Antioco, che in questi anni lo ha organizzato. Un lavoro di ri- cerca e di conoscenza attraverso la visione di migliaia di film, centinaia di incontri con regi- sti, attori e produttori provenienti dai Paesi del Mediterraneo che dal 4 all’8 dicembre di- ventano i protagonisti della vita culturale del- la città sarda. Un po’ di storia Nato nel 2005 ad opera del Circolo del Cinema “Immagini” (F.I.C.C. Federazione Italiana dei Circoli del Cinema) come rassegna di corto- metraggi e documentari di autori sardi, a par- tire dalla seconda edizione, grazie alla colla- borazione con l’associazione “Le Ultime Carla Gravina in una scena drammatica di “Scano Boa. Carovane” di Milano e l’Association Culturelle giornata dedicata al cinema d’animazione ita- Violenza sul fiume” ( 1961) di Renato dall’Ara Afrique-Méditerranée di Sousse (Tunisia), la liano contemporaneo. Non sono mancate, co- manifestazione ha affiancato alla cinemato- me da tradizione, le opere dei registi sardi. Il 4 Durante il trasporto del feretro in barca, Clara grafia isolana quella dei Paesi dell’area medi- e il 5 dicembre il festival è partito con “Intrecci dà alla luce un bambino e Baroncello decide di terranea. Nel 2005, anche a Hergla in Tunisia, mediterranei”, il cuore del festival, dove le sto- sposarla. Film dai toni fumettistici, con una è nata una manifestazione analoga, “Les Ren- rie trovano spazio in un incontro continuo di fotografia molto suggestiva, dove i personag- contres Cinématographiques de Hergla”, cu- culture: una pluralità di suoni e immagini che gi, ritratti con un po’ di artificiosità letteraria, rata dal regista Mohamed Challouf, presiden- raccontano il Mediterraneo contemporaneo. si confondono con il paesaggio che su di essi te dell’associazione “Le Ultime Carovane”. I Sedici film provenienti da: Turchia,- Bo ha il sopravvento. Una descrizione lirica della due eventi culturali hanno seguito negli anni snia-Erzegovina, Francia, Egitto, Spagna, Ita- natura, in un bianco e nero pastoso e morbido un percorso parallelo che prosegue ancora og- lia, Slovenia, Siria, Libano, Tunisia, Croazia, che ben si adatta a quel territorio inconsueto. gi con un impegno comune volto a promuove- Marocco, Cipro. Tra i cortometraggi proietta- Il sogno di catturare gli storioni è anche al cen- re le opere di giovani registi di cortometraggi, ti: “Lievito madre” di Fulvio Risuleo, che ha tro di “Scano Boa. Dannazione”(1996) di Gian- anche attraverso lo scambio reciproco di auto- vinto il terzo premio Cinéfondation al Festival carlo Marinelli, anch’esso ispirato al libro di ri e opere. In particolare, nell’edizione 2009 la di Cannes 2014; “Godka Cirka” di Antonio Ti- Cibotto, scrittore che appare anche nel film. La collaborazione e lo scambio tra le due manife- baldi e Alex Lora selezionato al Sundance Film vicenda è sempre quella di un vecchio pescato- stazioni si sono concretizzati con la parteci- Festival 2014 e il documentario “Om Amira” re, detto Caverzerino, che torna a Scano Boa pazione di studenti sardi e tunisini ad un la- dell’egiziano Naji Isamil in concorso alla Ber- dopo alcuni anni, insieme alla nipote (e non la boratorio cinematografico tenuto nell’ambito figlia, come avviene nel film di Dall’Ara). Insie- dei due eventi. Durante le varie edizioni il fe- me a loro c’è un cane. La ragazza (Giorgia Bon- stival ha visto crescere il numero di Paesi gioanni) sarà sedotta da un giovane pescatore coinvolti, con la proiezione di cortometraggi e la storia procede secondo un plot già noto. di registi provenienti da Francia, Spagna, Ita- Nel ruolo del vecchio pescatore si cala con in- lia, Grecia, Cipro, Algeria, Marocco, Tunisia, tensità l’attore pasoliniano Franco Citti e Egitto, Libia, Turchia, Croazia, Slovenia, Ko- all’autore di “Ragazzi di vita” s’ispira forte- sovo, Bosnia-Erzegovina, Palestina, Israele, mente lo stile del film che mira molto anche Siria, Libano. Si è anche data ampia visibilità “The Chicken” all’aspetto estetico, di grande fascino, del pae- alla cinematografia delle minoranze di alcuni saggio. Da segnalare, infine, che l’aspetto sug- di questi Paesi (Paesi Baschi, Kurdistan Tur- linale 2014; The Chicken di Una Gunjak che ha gestivo di questo villaggio alle foci del Po ha co, Catalogna). Numerosi sono stati i registi vinto i più importanti festival del Mediterra- ispirato anche il documentario “Scano ospiti della manifestazione che hanno parte- neo; “La vita adesso” di Salvatore Mereu pre- Boa-Vento e palude” realizzato nel 1955 da cipato alle proiezioni e dialogato con il pubbli- sentato al Torino Film Festival 2013. Hanno Alessandro Jacovoni. co in sala. Fra questi i vincitori di importanti parlato dei loro film i registi Léa Mysius, Ado premi internazionali,come il Premio César in Hasanović, Mokhtar Beyrouth, Mohamed Ben Francia, il Premio Goya in Spagna, la Palma Attia e Mahassine El Hachadi. Giovani registi Paolo Micalizzi d’oro a Cannes, il David di Donatello, ecc... segue a pag. successiva 9 n. 25

segue da pag. precedente del padre dopo la morte della madre. Una tra- del laboratorio di educazione all’immagine “La a volte al loro primo lavoro, alcuni premiati in ma debole, mitigata dalla bravura degli attori. magia del cinema”. Il festival si è chiuso con i film diversi festival internazionali, altri ritenuti Due film capaci di farci sorridere: “Studio provenienti da Israele, Algeria, Francia, Croazia, così importanti da guadagnare la borsa di stu- Beyrouth”, del regista libanese Mokhtar Grecia, Turchia e Italia. Tra i film da segnalare: dio per una delle migliori scuole al mondo, os- Beyrouth, presente in sala, e “5 Ways to Die”, “Ou je mets ma pudeur” di Sébastien Bailly in sia il Centro Sperimentale di Cinematografia della regista cipriota Daina Papadaki. Il film concorso al Sundance Film Festival 2014 e nomi- di Roma. E’ il caso di Ado Hasanovic con il suo più importante, per tematica e forza, è stato nato ai Cesar 2015; “Red Hulk” di Asimina Proe- “Selma” del regista tunisino Mohamed Ben drou vincitore del Drama Film Festival 2013; Attia, presente in sala a rispondere alla do- “Aïssa” di Clément Tréhin-Lalanne in competi- mande del pubblico. La Tunisia post rivolu- zione al festival di Cannes 2014. Il bilancio della zione vuole cambiare la società, a partire dalla decima edizione è sicuramente positivo. Decine “questione femminile”, il regista ci dice che “le di giovani registi hanno potuto presentare le loro donne in Tunisia sono la parte più forte e pro- opere durante il festival, vivendo insieme nel ter- positiva, anche quando in casa stanno in di- ritorio per cinque giorni in una sorta di residenza sparte, in realtà hanno un ruolo importante. artistica a Sant’Antioco. Si è parlato dei film, di Ciò che frena la capacità di emancipazione politica, di tecniche di ripresa, di scelte stilistiche, delle donne, a volte sono le donne stesse con il di società, di ispirazione, di cooperazione, di for- rispetto di tradizioni fuori tempo massimo”, mazione con il Centro Sperimentale di Cinema- afferma Mohamed Ben Attia. La storia parla tografia, Dipartimento Animazione di Torino. “Lievito Madre” di Fulvio Risuleo Secondo Bruno Di Marino si può parlare addirit- “Mama”, presentato a Sant’Antioco dallo stes- tura di scena italiana del genere, l’animazione so regista. Un film che affronta il tema della esce dal contesto cinematografico ludico ed entra violenza domestica, ormai presente in tutte le a far parte del cinema vero e proprio. L’animazio- case del mondo. Altro film da sottolineare il ne ha la stessa dignità, competenze e capacità di docu-film egiziano “Om Amira”, di Naji racconto pari a quelle del cinema “tradizionale”. Il Ismail. Racconta la situazione post rivoluzio- giornalista e critico cinematografico Bruno Di ne, che non riesce a risolvere i problemi atavi- Marino, uno dei maggiori esperti di animazione ci della povertà diffusa nella grande metropoli in Italia, ha anche presentato il suo libro “Il mou- del Cairo. L’unico film italiano, “Lievito- ma se e la matita”, inserendo una novità nel cartello- dre” di Fulvio Risuleo, racconta una storia “Selma” di Mohamed Ben Attia ne degli eventi del Festival del cortometraggio, fantastica, surreale. A suo modo, forse, comu- ossia i libri che parlano di cinema. Un’occasione nica qualche significato intrinseco. In sala la di tre generazioni di donne, madre, figlia e di capire il cinema attraverso le parole e gli scritti regista francese Léa Mysius che presenta “Les suocera. Tre figure che in tutte le parti del degli esperti. Poi ci sono i lavori dei ragazzi delle Oiseaux-tonnerre”, il suo lavoro di tesi. Una mondo si scontrano, in modo particolare nel scuole: il laboratorio di educazione all’immagine bella fotografia, ma la trama forse non ha la Mediterraneo. Una piccola storia, in mezzo a “La magia del cinema” che ha prodotto il corto stessa potenza. La storia tormentata del rap- migliaia di storie positive della sponda sud del animato “Nina e il brigante”, la sezione Cortoam- porto tra due gemelli. Un mondo costruito co- Mediterraneo. Grande interesse per la giorna- biente, dedicata all’educazione ambientale attra- me “una gabbia”, che viene rappresentata sia ta dedicata ai migliori cortometraggi dei regi- verso film e documentari per le scuole seconda- dal gioco che piaceva fare ai ragazzi (la caccia sti baschi. Otto cortometraggi d’autore, che rie, e l’attività di traduzione e sottotitolatura dei agli uccelli con una rete), sia dal formato con raccontano il cinema basco, dai capolavori film. Un lavoro importantissimo, che ha coinvol- cui viene girato il film, un formato quadrato, storici come “Mirindas asesinas” di Álex de la to i ragazzi del Liceo linguistico e studenti univer- che da l’idea appunto di una gabbia. La gior- Iglesia, per arrivare ai corti contemporanei sitari, coordinati dalla docente di traduzione di nata del 5 dicembre è stata ricca di spunti sul- come il geniale “Abstenerse agencias”, di lingua inglese dell’Università di Cagliari Isabella la tragicità: la distruzione delle opere d’arte a Gaizka Urresti (vincitore del Premio Goya), o Martini. Tutti i cortometraggi sono in lingua ori- causa delle guerre - giustamente meno citata l’originale “Don Miguel, di Kote Camacho”, ginale e sottotitolati in italiano e inglese. Tutto delle vittime umane- nell’interessante corto- entrambi presenti in sala a rispondere alle do- metraggio iniziale “War on famous canvas”, mande del pubblico. Un bel successo la gior- del regista siriano Amjad Wardeh; lo squallo- nata sull’animazione italiana contempora- re del mondo della prostituzione, e della lotta nea, al punto che verrà riproposta anche per la sopravvivenza tra le ragazze immigrate nell’edizione 2015. Il Centro Sperimentale di che si vendono per 15 euro e quelle locali che Cinematografia, Dipartimento Animazione lavorano a costo “sindacale”, nel film “La con- di Torino, la più importante scuola di cinema tre-allée”, della francese Cécile Ducrocq; un pu- d’animazione italiana, ha proposto in apertu- gno allo stomaco nel bel cortometraggio “The ra una selezione di cortometraggi dei loro al- chicken”, della regista croata Una Gunjak, gira- lievi presentati da Chiara Magri, coordinatri- to nella Sarajevo del 1993, quando anche una ce didattica del dipartimento. Presente Silvia gallina poteva rappresentare una ricchezza, Capitta, giovane sarda diplomata al CSC, che “Studio Beyrouth”, del regista libanese Mokhtar difesa anche a costo di rischiare la vita. Da se- presenta “Ritornello d’amore”, il suo lavoro di Beyrouth gnalare l’impegno della giovanissima regista diploma realizzato insieme ad altri suoi colle- questo avviene a Sant’Antioco, la cittadina del marocchina Mahassine El Hachadi (presente ghi di studio. Durante tutta la serata si sono Sulcis-Iglesiente, dove al ponte reale che la unisce in sala) con il suo “Carte Postale”. Una cartoli- potuti ammirare i migliori lavori dell’anima- alla Sardegna si è aggiunto un ponte immagina- na che ritrae il Marocco meno turistico, a suo zione italiana contemporanea. Fra questi an- rio verso altri Paesi e altre culture. L’antichissima dire “quello più autentico, dove le tradizioni che due bravissimi autori sardi: Michela Aned- cittadina di Sulci, recentemente scoperta come vengono ancora rispettate e dove la comunità da con “Cogas” e Paolo Zucca con “Bella di città più antica d’Italia, per una settimana all’an- berbera conserva la sua naturale personalità”. Notte”. Nell’ultima giornata del festival sono no diventa la casa ideale del cortometraggio me- Invece poco convincente è sembrato l’ultimo stati protagonisti anche i bambini, con la pro- diterraneo. Una bella avventura che promette lavoro di Salvatore Mereu, “La vita è adesso”, iezione del cortometraggio “Nina e il brigante” una edizione 2015 ancora più ricca! una storia di degrado familiare, dove un bam- realizzato dagli alunni della classe III A della bino cerca di gestire da solo la disperazione Scuola Primaria di Sant’Antioco, nell’ambito Gianmarco Murru 10 [email protected] Al Cinema Cinema e letteratura in giallo Il sale della terra La Dalia Azzurra Pizzica il titolo, come Salgado, intervistato dal regista e raccontato da se la terra evocasse fe- suo figlio Juliano. Wenders acquistò due sue fo- Un film noir del 1946 rite della notte dei to delle quali si innamorò, fino a voler capire co- diretto da George Marshall tempi. E in effetti il me si potesse immortalare lo sguardo cieco di documentario su Se- una donna tuareg, immagine che apre il film e con Alan Ladd, Veronica bastiao Salgado è una che sembra caratterizzare tutto il senso della Lake, William Bendix, Doris mostra su pellicola pellicola. È la personificazione della sofferenza, della sofferenza con- dell’incomprensibile. E allora, da lì, la necessità Dowling, Howard Da Silva Virginia Saba centrata in remoti an- di ripercorrere la vita del fotografo, inseguirlo, George Marshall fa goli di mondo, dove i sin dal principio per capire come arrivare a tro- parte di quella schiera visi dipinti dall’obiettivo del fotografo di fama vare arte nella fotografia. Tutto è iniziato con di registi hollywoodia- mondiale sembrano usciti dal pennello del una carriera promettente in economia stroncata ni che hanno fatto una Goya. “Il sale della terra” a tratti fa piangere e da un regalo: una macchina fotografica. La pas- lunga gavetta, iniziò attorcigliare lo stomaco, e lo fa senza usare sione che cresce, l’appoggio di una donna, sua infatti facendo la com- troppo le parole, mortificate davanti ai fatti moglie Leila che lo spinge a seguire quello che parsa, poi sale rapida- che hanno cambiato il mondo negli ultimi de- mente la scala gerar- cenni. Scatena un odio e amore per la fotogra- Giuseppe Previti chica per approdare fia, perché cattura attimi che sono tragici e al- alla regia nei film -co lo stesso tempo artistici, così da sembrare mici, nel 1932 dirige Stan Laurel e Oliver Har- crudele, spietata, il veicolo per rendere cinica- dy in “Il Compagno B.”. Poi si alternerà alla mente estetico l’orrore. Il risultato è che temi direzione di film western, comici, musicali e come la carestia, genocidio, morte, denutri- thriller di successo. Vogliamo appunto ricor- zione infantile, corpi ammassati, arrivano dare “La dalia azzurra” (The Blue Dahlia) usci- perfetti in bianco e nero e piatti su pellicola a to nel 1946, un’opera che affrontava un tema turbare impeccabili lo spettatore. Un esperi- particolarmente scottante per quei tempi, mento ben riuscito al regista Win Wenders, cioè il problema dei reduci del dopoguerra, che insieme al figlio del fotografo Juliano Ri- con i loro traumi psicologici e le loro disillu- beir Salgado, ricostruisce le tappe della vita di sioni. Johnny è un capitano di marina appena Salgado regalando secondi di vita alle sue foto tornato dalla guerra . Scopre putroppo la mo- scattate in tutti i continenti del mondo. Other glie tra le braccia del suo amante il gestore del Americas, Sahel, The end of the Road, Wor- night club La Dalia Azzurra. La moglie di John- kers, Exodus e Genesis sono i titoli dei suoi ny è alcolizzata e depressa e durante una violen- lavori che l’hanno portato a calarsi in più di Wim Wenders visto da Pierfrancesco Uva ta discussione con il marito gli rivela di aver per- cento realtà diverse, fino a fotografarne l’es- so il figlio in un incidente stradale da lei stessa senza, gli eventi. Come l’esplosione dei pozzi sembra essere il suo destino, raccontare gli eventi provocato. Il mattino successivo la donna viene petroliferi del Kuwait, la spossante ricerca più sconvolgenti del mondo. Partendo magari trovata morta e dell’omicidio viene sospettato il dell’oro nella miniera brasiliana a cielo aperto. proprio dall’economia che ha cambiato il mondo marito. Sarà Joyce, la moglie dell’amante di He- Ma c’è anche spazio anche per l’uomo primor- fino a distruggerlo senza pietà. Ma restando alla len, una donna misteriosa, ad aiutare Johnny a diale dell’Amazzonia quanto per gli animali e vita del fotografo è proprio il rapporto amoroso scagionarsi dalla grave accusa. George Marshall la natura che, scampati alle mani dell’uomo, il tra Sebastiao e Leila, basato sul rinnovamento ricorse per questo film a una coppia assai di mo- sale della terra appunto, che tutto distrugge, personale e supporto reciproco, ha fatto sì che da in quel tempo, AlanLadd e Veronica Lake che regalano ancora speranza e meraviglia. Rina- Salgado diventasse il fotografo sociale più noto al erano reduci del successo de “La chiave di vetro”, scita. L’occasione per non abbattersi è osser- mondo. Insomma, anche Salgado senza la sua avevano girato insieme anche “Il Fuorilegge”, e vare la forza della natura, proprio nei luoghi metà non sarebbe probabilmente diventato ciò che rivedremo anche in “Saigon”. Il duo Ladd/ in cui è cresciuto Salgado. Documenta come che è oggi. E mentre il film scorre con le immagi- Lake fu uno dei punti di forza del successo della quel pezzo di Brasile disboscato e arido sia ri- ni scelte, rigorosamente in bianco e nero al fine di pellicola come pure la sceneggiatura di Ray- uscito a resuscitare con nuove piantine, sem- spogliarle di tutto lasciando emergere la forza de- mond Chandler che scrisse questo soggetto ap- pre più rigogliose e casa di una fauna miraco- vastante di forme e espressioni, il regista Wen- positamente per il film, il che gli valse una nomi- losamente rinata. Ma alla fine il documentario ders insegue con la voce esterna, Juliano raccon- nation all’Oscar per la sceneggiatura. “Non è stato realizzato per far conoscere la storia di ta, Sebastiao ricorda. E dice come «una foto non dovrebbe accogliere sconosciuti quando è sola”. parla solo di chi è ritratto, ma di chi ritrae». Luci e “Ma tutti quelli che conosco erano degli scono- ombre dell’umanità. «La storia folle dell’umani- sciuti al principio....”. Bastano queste battute tà». Quella che il figlio del fotografo ha voluto as- per rivelare l’arte di Chandler, uno dei più rino- solutamente raccontare. Per capire a sua volta a mati scrittori di gialli a livello mondiale. Tutto il fondo le avventure di un papà molto assente, ma film si concentra sulle atmosfere, un night club memorabile da ascoltare e abbracciare durante i alla moda, squallidi hotel per chi ha pochi dolla- ritorni. Dall’amore alla distruzione, dalla vita alla ri, le note allucinanti della musica jazz, i segreti crudeltà dell’uomo, quella più inenarrabile. Il dei vari personaggi, e poi lo stile “hard-boiled” film dell’indicibile, quindi, che ha saputo trionfa- dei “duri” che popolano la storia. In origine l’as- re facendo parlare le fotografie. Pochi secondi sassino doveva essre Buzz, il reduce “ suonato” ciascuna sullo schermo, perché restino impresse (un eccellente William Bendix) ma la Marina si “Il sale della terra” è un film documentario del 2014 ed entrino nel profondo di chi le osserva. Il risul- oppose, Chandler dovette riscrivere il finale che scritto e diretto da Juliano Ribeiro Salgado e Wim tato finale è una devastazione, ma anche vera ar- non è meno bello, grazie anche a una regia Wenders. Il film ritrae le opere del fotografo brasiliano te. Il crudele binario de “Il sale della terra”. non sopraffina ma assai intensa, al “neon”, Sebastião Salgado Virginia Saba segue a pag. successiva 11 n. 25

segue da pag. precedente che sempre illumina la scena che, fateci caso, Quaderni Gitani appunto non è mai nel buio assoluto ma nem- meno splende, quasi a caratterizzare un mon- Trilogia sui Rom rumeni di Bari do che è una sorta di limbo. Ottimi gli inter- Si tratta di un DVD figli di tutti, che sono una nostra responsabilità, preti, Alan Ladd, il duro in miniatura, con un contenente tre corto- come ci ricorda l’Art. 2 della Convention on the doppio petto da una taglia in più, e Veronica metraggi, realizzato Rights of the Child – CRC. La Romfobia segna Lake, una bionda mozzafiato. Completa il cast dal regista Giovanni l’indice di civiltà di questa nazione. E ci priva di anche la brava Doris Dowling. Famosa un’altra Princigalli che vedono conoscere una cultura ricca di tradizioni, di arte, battuta sarcastica: “...Signori e signore dovete come protagonisti i di musica. Come racconta Santino Spinelli, Rom andarvene: mio marito vuole restare solo con Luciana Manco Rom del quartiere Ja- abruzzese, musicista, insegnante e saggista, il me. Forse vuole picchiarmi…” “La Dalia azzur- pigia di Bari, accom- flamenco spagnolo, il jazz manouche francese, ra” resta un piccolo gioiello del noir, costruito pagnato da un libricino che raccoglie articoli la pizzica a scherma salentina ed altre musiche e sui traumi e le disillusioni di una America ap- sull’argomento ed interviste all’autore in ven- danze tradizionali, sono state inventate dai pena uscita dalla seconda guerra mondiale. dita on line su “Distribuzione dal basso” e “Li- Rom. Molti personaggi di fama mondiale sono “Black Dalia” era un famoso romanzo di Ellroy breria universitaria”. Segue la docufiction “La di origine Rom. La lingua Rom è tra le più ricche ispirato al caso di Elizabeth Short barbara- mela rossa” (20 min., 2014), girato nella stessa e antiche del mondo. Un’altra cosa che probabil- mente assassinata a Los Angeles. Elizabeth comunità, e che racconta il primo giorno di mente non si sa è che il 60% dei Rom in Italia so- durante la sua permanenza a Long Beach ven- scuola dei due bambini protagonisti, il loro rap- no italiani, discendenti dalle prime popolazioni ne soprannominata La Dalia Nera, un nomi- porto sia con loro stessi e con il mondo esterno, rom giunte dal 1400 in poi. Ma a finire nei campi a volte estraneo. E poi c’è “Ligia” (21 min., 2014), è il restante 40%, costituito da i Rom provenienti ritratto della moglie di Dainef Tomescu, porta- dall’ex Jugoslavia e dalla Romania. L’appellativo voce della comunità Rom di Bari, intervistata di “zingaro” molto spesso viene utilizzato come dallo stesso regista, in un moto di desideri e ri- un insulto. Il tasso di romfobia in Italia è il più cordi di donna e madre. Non è un lavoro “di par- elevato d’Europa. Grazie a “Quaderni Gitani” si te”, non esiste una parte della verità. E’ un punto ha la possibilità di conoscere un pochino di più di vista interno, una testimonianza di chi ha vis- questa realtà a noi preclusa, per una nostra scel- suto da dentro la vita dei Rom, e che può descri- ta, per una nostra volontà. E se fossimo noi quel- verla, raccontarla, meglio di li costretti a non conoscere, se chi si ferma invece dietro ad fosse la paura, la disinforma- uno schermo di qualsiasi tipo zione, a chiuderci gli occhi di per giudicarla. Non si tratta di fronte ad un nuovo mondo? In essere favorevoli o contrari. Si un’intervista all’interno del li- “La Dalia Azzurra” (The Blue Dahlia), un film del 1946 tratta di conoscere. Ci sono co- bro, Giovanni Princigalli cita di George Marshall con Alan Ladd (Johnny Morrison) e se che leggerete, che ascoltere- proprio Pasolini, nel ricordare Veronica Lake (Joyce Harwood) te, che vi sorprenderanno. For- che in nome del progresso e se non sapete, ad esempio, che dell’universalismo divoriamo gnolo che univa la passione per il film “La dalia i Rom, i Sinti, non sono neces- la diversità culturale. “La digni- azzurra” (che indubbiamente aveva fatto ten- sariamente nomadi. Spesso tà rinasce proprio dove non c’è denza) alla sua passione per vestire in nero. Un’ sono costretti ad esserlo. Non più dignità.” Princigalli, come ultima annotazione visto che questa rubrica vuo- scelgono di vivere nel campo. Pasolini. Ogni passo verso la le collegare cinema e letteratura. Raymond Questa è una cosa che noi conoscenza è una rivoluzione. Chandler era uno scrittore a tempo pieno e lavo- “ospitanti” abbiamo in qualche Infine, vale la pena di ricordare rava per la rivista di detective story “Black Mask”. modo voluto pensare, per giu- che il libretto che accompagna Fu al suo quinto romanzo, “Killer in the rain”, che stificare la nostra volontà di te- il DVD, raccoglie articoli di do- inserì il personaggio di Marlowe che gli darà fa- nerli comunque lontani. Emarginandoli anche centi di storia del cinema di quattro università ma e ricchezza. Apparirà in nove romanzi tra cui quando crediamo di non farlo. Il campo è una canadesi, del critico cinematografico Roberto “Il grande sonno”, considerato una pietra miliare forma di segregazione razziale. Come racconta- Silvestri, del sociologo Franco Cassano, del poli- dell’hard boiled. Collaborò con Hollywood, ma no bene nell’introduzione Onofrio Introna e tologo Ivan Scarcelli, di personalità rom (tra cui non vi si trovava a suo agio, pur apprezzandone i Franco Cassano, la Puglia è da sempre pronta ad Santino Spinelli), oltre che di Onofrio Introna, vantaggi economici, i produttori d’altra parte ne accogliere l’altro, il nuovo, avendo vissuto sulla Presidente del consiglio della regione Puglia e di diffidavano, i suoi romanzi “ scottanti” trattava- pelle l’abbandono di generazioni di persone care Rosangela Paparella, Garante dei diritti dei mi- no di sesso, di corruzione, pornografia, omoses- costrette ad emigrare per sostenersi. Eppure la nori in Puglia. Questo prezioso cofanetto, al sualità. A lui si deve la maturità del noir america- questione Rom continua ad essere una questio- tempo stesso politico, antropologico e cinema- no, fu l’inventore del poliziesco d’azione, l’hard ne irrisolta. Poca informazione, e quindi paura, tografico, è stato realizzato grazie al contributo boiled in cui domina la figura del detective tanto e quindi discriminazione. Giovanni Princigalli della Teca del Mediterraneo e del Garante dei “ duro” quanto umanamente complesso. Hol- sente l’esigenza di sapere, prima di tutto in pri- diritti dei Minori del Consiglio della Regione Pu- lywood usò molti dei suoi soggetti, intrisi di vio- ma persona, e poi di raccontare ciò che ha visto, glia, e dell’Università degli studi Aldo Moro di lenze ma anche di denunzie sociali, con sullo che ha sentito, attraverso il senso di amicizia, Bari. sfondo scenari che oscillano tra la miseria dei questo valore che ha portato con sé e con il quale Luciana Manco bassifondi e l’opulenza dei quartieri alti. Al giallo è stato ricambiato. Parla attraverso l’occhio della Scrive per il Wall Street International Magazine, Losthi- tradizionale veniva imputata la mancanza di re- telecamera. Noi raccogliamo ogni dettaglio e ghways, Picame ed altri siti e riviste. Ha pubblicato un alismo, ecco allora Chandler che crea personaggi scopriamo quello che fino in quel momento ab- libro per Frigidaire e tiene laboratori di scrittura creativa forti, determinati, veri e propri...duri. Le donne biamo solo immaginato, passando metri distan- in Puglia. Si occupa di web marketing e scrive testi musi- invece erano ninfomani, corrotte, assassine, tut- ti da uno dei tanti campi rom italiani, senza sa- cali te con una caratteristica, erano per lo più bionde. pere cosa accade dentro, immaginando più cose Questo è l’uomo che ha scritto il soggetto de “La losche che cose dolci, meravigliose, rare. Senza *Il cofanetto contiene i 3 documentari e un libretto distri- dalia azzurra”! pensare ai diritti universali, ai bambini di qual- buito da La libreria universitaria e Distribuzioni dal Giuseppe Previti siasi etnia, provenienza o direzione, che sono basso. 12 [email protected] Festival 33 anni di esperienza di cinema al Valdarno Cinema Fedic San Giovanni Valdarno (Arezzo). Il Bando prevede la partecipazione di opere prodotte dal 1 gennaio 2014. La deadline è il 4 marzo. Su www.cinemafedic.it il regolamento

Anche quest’anno a dimenticare il fondatore del festival Marino denti; San Giovanni Valdar- Borgogni cittadino di San Giovanni Valdarno Simone Emiliani, Direttore Artistico; no, la città in cui nac- e dirigente della Fedic che ci ha lasciato nel Silvio Del Riccio, Direttore Organizzativo; que il Masaccio, il pit- 2012 consegnando in eredità ad uomini e Serena Ricci, Responsabile Scuola del Festi- tore che fu tra gli donne di buona volontà questo festival che è val; iniziatori del Rinasci- un patrimonio culturale non solo per la città Barbara Fabbri, assessore alla scuola del Co- mento a Firenze, sarà ma per tutto il cinema indipendente, fratello mune di San Giovanni Valdarno celebrata la trentatre- minore, ma non meno importante di quello Giacomo Bronzi, Daniele Corsi, Roberto Mer- esima edizione del commerciale. Nel corso della sua amministra- lino, Antonio Tosi, Stefano Bonchi, Elisa Nal- Valdarno Cinema Fe- zione tante sono le personalità che sono state dini, Stefano Pratesi, Giulio Soldani, Jacopo Angelo Tantaro dic. Uno dei festival ospiti del festival, non li citiamo tutti per non Fontanella, Carlo Menicatti. più importanti del ci- fare un elenco telefonico ma sicuramente nema indipendente e proprio in questo ambi- possiamo nominare , Collaborazioni e Consulenza: to che la manifestazione ha acquisito una Giuliano Montaldo, Ettore Scola, Mario Mo- competenza di 33 anni consecutivi e, mentre nicelli, Liliana Cavani, Giuseppe Bertolucci, Martina Manzuoli, collaborazione all’orga- alcuni festival sono purtroppo in crisi per la Luigi Magni, , Roberto Andò nizzazione; progressiva e inarrestabile diminuzione di e…. tanti, tanti ancora oltre ad attori e critici Chiara Ferretti, web master, social network fondi da destinare ad eventi culturali, il Val- cinematografici di rilievo, veramente -i rap darno Cinema Fedic rilancia, non per mag- presentanti del miglior cinema italiano. Lo Blanket Studio (Lo- giori contributi, anzi…ma per un rinnovato, possiamo dire che a Valdarno Cinema è pas- renzo Donnini, Ro- caparbio e rafforzato impegno del Comitato sata parte della grande storia del Cinema ita- berto D’Adorante, Organizzatore supportato da un’ illuminata liano. La grande capacità organizzativa di Rossano Dalla Barba, Amministrazione Comunale della città di San Marino Borgogni nel fondare un festival del Chiara Donato) Giovanni Valdarno e dalla Fedic - Federazione genere e a farlo crescere ogni anno nonostan- www.blanketstudio. Italiana Cineclub che con i suoi numerosi ci- te le richiamate graduali difficoltà finanziarie it neclub sparsi su tutto il territorio nazionale, è è ormai motivo di vanto per tuttto il territorio. una delle qualificate nove associazioni nazio- Ora spetta a noi, suoi eredi, affrontare la sfida nali di cultura cinematografica riconosciuta per rilanciare una manifestazione di libera dal MiBACT. Siamo così pronti, insieme alla espressione artistica di tanti punti vista che, Fedic e al Comune, a festeggiare questa edi- narrati tramite il cinema, diventano universa- zione che metterà in campo interessanti e sti- li e, alcune volte ci divertono, altre ci fanno ri- molanti iniziative per aggregare la popolazio- flettere ma sempre ci appassionano. Tanti au- ne locale e tutti gli ospiti che perverranno da tori, alcuni anche molto giovani, attaverso il tutta Italia, riempiranno alberghi e ristoranti, cinema che realizzano, il più delle volte con che per l’occasione saranno convenzionati budget leggeri, aspettano ogni anno di incon- con il Festival. Si, sarà proprio una festa ma trarsi qui a Valdarno per far vedere la loro che non durerà solo dal 6 al 10 maggio ma tut- opera e aspettare il verdetto del pubblico e di to l’anno con impegni nelle scuole, valorizza- una giuria sempre più qualificante. Quest’an- zione dei luoghi del cinema nel Valdarno, ci- no i registi provenienti dalla Fedic avranno neforum al Cinema Teatro Masaccio. San un’opportunità in più. Tutte le loro opere in- Giovanni Valdarno è anche la città di Marco serite nello “Spazio Fedic” saranno commen- Melani, che ci ha lasciato nel 1996, regista, sce- tate, oltre che dal pubblico, anche dal regista neggiatore, organizzatore di rassegne e festi- Franco Piavoli che appunto proviene dalle file val, critico cinematografico, ideatore e cura- della Fedic. Visioni di cortometraggi, docu- tore di trasmissioni televisive quali “Blob mentari, lungometraggi, dibattiti, convegni, Valdarno Cinema FEDIC (programma televisivo)” e “Fuori orario. Cose un momento di grande aggregazione cultura- Via Alberti, 17 (mai) viste”. Dal 2006 ogni anno viene conse- le e di crescita sia per gli autori presenti, sia 52027 SAN GIOVANNI VALDARNO gnato un premio importante, con la collabo- per il pubblico, dal 6 al 10 maggio nel cuore Tel/Fax 055.940943 razione di Enrico Ghezzi, il “Premio Marco della Toscana. [email protected] Melani” che in diversi anni ha visto ritirare il Angelo Tantaro www.facebook.com/valdarnocinemafedic premio, tanto per citarne alcuni, Alberto Grifi, Il Comitato twitter (@valdarnocinema) Franco Maresco, Otar Ioseliani, Mario Marto- Stefano Beccastrini, Presidente; *Valdarno Cinema Fedic è un festival di eccellenza ed è sup- ne. Ma in questo contesto non vogliamo Angelo Tantaro e Fabio Franchi, Vice Presi- portato da Diari di Cineclub che ne seguirà tutto il percorso. 13 n. 25 Parole con gli dei “E’ tempo di saper guardare l’altro e iniziare un dialogo”. Intervista con il regista Guillermo Arriaga, ideatore del film corale “Words with Gods” Nove registi per un grande ammirazione che abbiamo per il loro film che parla di spiri- lavoro. In secondo luogo perché hanno una ci- tualità mostrando ap- nematografia molto personale, originale e im- procci sfaccettati con pegnata. E in terzo luogo, abbiamo voluto re- nove differenti fedi gisti che credono nella religione che religiose. I cineasti ritraggono o che siano molto vicini cultural- coinvolti in “Words mente o sociologicamente ad essa. Non vole- with Gods” (Parole vamo punti di vista estranei ma al contrario “True Gods” di Warwich Thompson (Veri Dèi) con gli Dei) hanno una posizione impegnata sulla religione. L’u- Michela Manente spiegato di aver tutti nica regola era quella di essere rispettosi nei lavorato ai propri cor- confronti di quella religione. tometraggi separatamente, senza avere idea Il suo corto sul tema dell’ateismo mostra in realtà di cosa avrebbero realizzato i loro colleghi; ma che una divinità, un dio c’è e si può manifestare in alla fine, miracolosamente è il caso di dire, i modo apocalittico… lavori si sono amalgamati alla perfezione e Sono cresciuto come un ateo privo di radici non sfuggono allo spettatore le numerose religiose. Mio padre era agnostico, mia madre “The Man That Stole a Duck” di Héctor Babnco coincidenze che stanno alla base dell’univer- diceva di essere cattolica ma non lo era… io da (L’uomo che rubò un’anatra) salità del tema affrontato: il rapporto tra uo- piccolo non ho mai sentito la parola peccato. A mo e Dio, del sacro nella quotidianità. Per casa mia e nella mia famiglia i termini prega- spiegare meglio il genere di questo film, pre- re, Gesù o senso di colpa, non facevano parte cisiamo che è una pellicola collettiva firmata del nostro vocabolario quotidiano, né nella da grandi cineasti conosciuti a livello mondia- mia scuola. Quel “io non credo” non significa le che hanno girato i loro contributi nel loro che non sento profondo rispetto per coloro Paese d’origine: c’è ad esempio l’episodio della che pensano che ci sia un creatore o un essere regista indiana Mira Nair intitolato “God Ro- superiore. Il mio lavoro non vuole convincere “God room” di Mira Nair (La stanza di Dio) om” che, in una Bombay segnata da una netta nessuno a diventare ateo. Al contrario, ho cer- separazione tra ricchi e poveri, segue una fa- cato di fare un piccolo film molto ambiguo do- miglia benestante che litiga per la suddivisio- ve chiunque può trovare una propria e perso- ne di un appartamento ultramoderno a ridos- nale lettura. so degli slum. Solo gli occhi disincantati di un Nel suo corto intitolato “Sangue di Dio” si vede una bambino sapranno scorgere la divinità che si scena in cui dal cielo comincia improvvisamente a nasconde in mezzo a loro. A parlarci della reli- piovere sangue a seguito del suicidio di un uomo che gione cristiana troviamo il corto tragicomico aveva sentito Dio parlargli del suo desiderio di mo- “Sufferings” di Hideo Nakata (Sofferenze) del regista spagnolo Alex de la Iglesia, uno rire. Un tema certamente complesso e una metafora spaccato noir su un tema importante per i cat- potente. Ci spiega meglio il significato del diluvio di tolici quale la confessione. Nel suo breve lavo- sangue nella parte finale dell’episodio? ro racconta la storia di un killer che viene Volevo essere il più ambiguo possibile e con- scambiato per un prete cattolico e alla fine si fondere lo spettatore. Non voglio emettere confesserà a un anziano signore in fin di vita una sentenza sull’argomento: ho voluto susci- al quale doveva impartire l’estrema unzione. tare dei sentimenti e far sorgere delle doman- A chiudere la pellicola è stato inserito l’episo- de. L’idea è di fare un appello sia agli atei che a “The book of Amos” di Amos Gitai (l libro di Amos) dio dell’ideatore del progetto Guillermo Arria- chi crede cercando anche di confondere en- ga che abbiamo intervistato per conoscere i trambi con il significato di certe immagini motivi di questo lavoro corale presentato fuo- forti. ri concorso alla 71esima Mostra Internaziona- Nei prossimi anni lavorerà alla serie di film “Hear- le d’Arte Cinematografica di Venezia, nel ten- tbeat of the World” (Il battito del mondo) che inclu- tativo di capire il significato di un film dalla derà uno sguardo sull’identità sessuale, uno sulle tematica non semplice da scomporre con la dipendenze da alcool e da droghe e uno sulla politi- settima arte. ca. Sta pensando a un cinema utile, con storie che “The confession” di Alex de la Iglesia (La confessione) Come è nato il progetto di “Words with Gods”? parlano di persone, di relazioni e che sia da stimolo Il progetto è parte della serie di film “Heartbe- al dibattito pubblico sui temi proposti? at of the World”, quattro pellicole che voglio- Come dicevo “Words with Gods” è il primo ca- no trattare di tematiche delle quali non parlia- pitolo di questa serie di quattro film su argo- mo mai con gli amici a tavola perché ci menti impegnati. E’ un ambizioso progetto porterebbero a degli scontri: religione, ses- cinematografico che mette insieme un dream sualità, politica e sostanze stupefacenti. Pen- team, cioè utilizza talenti internazionali in so che non dovremmo bisticciare mai più su quattro film socialmente connessi, in quanto questi argomenti e che sia tempo che ognuno si prevede che ogni film sia composto da dieci “Our life” di Emir Kusturica (La nostra vita) di noi venga rispettato e ascoltato. Come dice cortometraggi, nei quali ogni regista dovreb- Scheda su “Words with Gods” il motto del film: “E’ tempo di saper guardare be esprimere le proprie opinioni sul tema, Titolo originale: Palabras con Dioses;Anno: 2014; Produ- l’altro e iniziare un dialogo”. senza condizionamenti né forzature. zione: BN Films; Nazione: Messico, USA; Durata: 129 Come ha scelto gli importanti registi coinvolti? min.; Genere: drammatico;Data Uscita: N.D. Abbiamo scelto questi cineasti prima per la Michela Manente segue a pag. successiva 14 [email protected] segue da pag. precedente I dimenticati Marcella Mariani

La storia registra curio- dovuto essere la madre di un’attrice che le era se evenienze: per esem- più piccola di statura. L’ultimo film che inter- “Sometimes Look Up” di Bahman Ghobadi (A volte pio, se nel febbraio del pretò, nel ruolo di Camilla, fu «Mai ti scorderò» alza lo sguardo) ’54 Sophia Loren aves- di Giuseppe Guarino nel ’56: e non fece in tem- se accettato l’invito di po a vederlo uscire. Come detto, accadde infat- rappresentare l’Italia a ti che venne chiamata a rappresentare il cine- una kermesse sul cine- ma italiano a Bruxelles; e al termine di tale ma organizzata a Bru- impegno, ansiosa di rientrare a Roma dove l’at- xelles, forse sei anni tendeva il fidanzato, l’attore Ennio Girolami, il Virgilio Zanolla dopo non avrebbe vinto 13 febbraio s’imbarcò sul primo volo disponibi- l’Oscar e oggi non si tro- “GodsBlood” di Guillermo Arriaga (Sangue di Dio) verebbe ancora lietamente tra noi. Ma essa non volle o non poté prendervi parte: e il suo Basato su un’idea di Guillermo Arriaga con supervisione a posto passò a una bellissima ragazza dicianno- cura del premio Nobel Mario Vargas Llosa e musica origi- venne alta 1,70, dai capelli castani con sfuma- nale di Peter Gabriel (il quale ha composto anche la colon- ture ambrate e dagli intensi occhi azzurri, che na sonora de “L’ultima tentazione di Cristo”), “Words with allora muoveva con successo i primi passi da- Gods” è un film a più mani che si interroga sui vari credi vanti alla macchina da presa: si chiamava Mar- religiosi. In ordine di sequenza appaiono sul grande scher- cella Mariani, era nata a Roma l’8 febbraio del mo gli episodi dell’australiano Warwich Thompson dal ti- 1936 e fino a tre anni prima il cinema lo cono- tolo “Veri Dèi” sulla spiritualità aborigena, dell’argentino sceva solo perché lavorava come cassiera in naturalizzato brasiliano Héctor Babnco “L’uomo che rubò una sala cinematografica dell’Urbe. Iscritta un’anatra” sul culto animistico umbanda, dell’indiana quasi controvoglia ad alcuni concorsi di bellez- Mira Nair “La stanza di Dio” sull’induismo, del giappone- za, conquistò uno dietro l’altro i titoli di Miss se Hideo Nakata “Sofferenze” sullo shintoismo/buddhi- Cinema Roma, Miss Roma e Miss , finché smo, dell’israeliano Amos Gitai “Il libro di Amos” sul giu- appena diciassettenne, nel settembre ’53 a daismo, dello spagnolo Alex de la Iglesia “La confessione” Cortina d’Ampezzo, sbaragliò le altre trentatré sul cattolicesimo, del bosniaco Emir Kusturica “La nostra agguerrite concorrenti imponendosi come vita” sul cristianesimo ortodosso, dell’iraniano di etnia nuova Miss Italia, e a porle la corona sul capo curda Bahman Ghobadi “A volte alza lo sguardo” sull’isla- fu Alberto Sordi. Il cinema le spalancò le porte: mismo e per concludere del messicano Guillermo Arriaga quell’anno ella debuttò interpretando se stes- “Sangue di Dio” sull’ateismo. In questo cortometraggio sa in uno dei quattro episodi del film «Siamo l’autore messicano propone la difficile storia di un ingegne- donne» di Alfredo Guarini, apparendo quindi in re minerario messicano che discute con suo padre sull’esi- uno dei cinque di «Se vincessi cento milioni» di stenza di Dio. Ogni episodio che fa parte del film è unito Carlo Campogalliani e Carlo Moscolini e in uno Marcella Mariani agli altri da una sequenza animata creata dal messicano dei sei di «Villa Borghese» di De Sica; seria, un le, un Bruxelles-Leopoldville della Sabena che Maribel Martinez e dalla colonna sonora originale di Peter po’ timida e con la testa sul collo, decise di stu- prima di raggiungere il Congo faceva scalo a Gabriel “Show Yourself”. Arriaga, in qualità di curatore e diare recitazione e si iscrisse al Centro Speri- Roma Ciampino; l’aereo, un Douglas DC-6, par- produttore del progetto, ha potuto guardare in anteprima mentale di Cinematografia. Gli impegni succes- tì alle 16:17 dall’aeroporto di Haren con a bor- tutti i corti prodotti e li ha sistemati in modo tale che aves- sivi misero in luce la sua autentica bravura do 29 persone, 8 membri dell’equipaggio e 21 sero un collegamento, ognuno con il successivo, seguendo d’attrice: nel ’54, dopo i ruoli di Marina ne «Il passeggeri; in gran ritardo, lei fu l’ultima a sali- l’ordine storico del rapporto fra l’uomo e Dio, partendo cioè cantante misterioso» di Marino Girolami e di re, tanto che per giustificarsi d’averla attesa pa- dal contatto con la natura - il miracolo della nascita - per Margherita in «Donne e soldati» di Luigi Maler- re che il comandante commentasse: «Non si passare poi alle religioni più antiche fino alla negazione ba e Antonio Marchi, Visconti le offrì la prima può lasciare a terra Miss Italia!» - Ma dopo Fi- della divinità con l’ateismo. vera occasione in «Senso»: interpretò Clara, renze, per il forte vento l’aereo deviò dalla rotta l’avvenente popolana veronese amante dell’uf- senza che i piloti se ne avvedessero; credendo Scheda su Guillermo Arriaga ficiale austriaco Franz Mahler (Farley Granger), di trovarsi in prossimità di Viterbo, essi avviaro- Non solo regista ma anche scrittore, sceneggiatore e pro- che con lei tradisce la contessa Livia Serpieri no le procedure d’atterraggio, convinti che i se- duttore cinematografico, Guillermo Arriaga (nato a Città (Alida Valli); coi capelli che Visconti volle im- gnalatori di posizione dell’aeromobile fornisse- del Messico nel 1958) è conosciuto per la nomination agli biondirle, a dispetto della parte piuttosto esi- ro dati inesatti a causa delle avverse condizioni Oscar per il film “21 grammi – il peso dell’anima” di cui ha gua ella fornì un convincente ritratto del perso- metereologiche; né dalla torre di controllo scritto la sceneggiatura (assieme alle altre due pellicole che naggio. Tanto che per il suo film d’esordio, «Le giunsero avvisi in tal senso. Alle 19.53, a 1.600 formano La trilogia della morte di Alejandro González ragazze di San Frediano», tratto dal romanzo metri d’altitudine, l’aereo si schiantò all’im- Iñárritu) e per il premio vinto a Cannes nel 2005 per la di Vasco Pratolini, il regista Valerio Zurlini la provviso contro il costone dell’Acquasanta alle sceneggiatura del film “Le tre sepolture” di Tommy Lee Jo- chiamò a interpretare Gina, accanto ad Anto- pendici del monte Terminillo (Rieti), in località nes. Nel 2008 ha debuttato come regista con il film “The nio Cifariello, Rossana Podestà, Giovanna Ralli, Costa dei Cavalli presso il comune di Cantalice; Burning Plain” (Il confine della solitudine) interpretato da Corinne Calvet e Giulia Rubini. La sua bravura e non ci furono sopravvissuti: i 29 corpi vennero Charlize Theron e Kim Basinger e presentato a Venezia. la fotogenia colpirono Anna Magnani, che af- rinvenuti soltanto dopo nove giorni di ricerche, Come autore di romanzi ha pubblicato “Retorno 201”, “Il fermò: - «Con quel viso straordinario potrebbe avvolti in lastre di ghiaccio. Marcella aveva di- bufalo della notte”, “Un dolce odore di morte”, “Pancho Vil- diventare la mia erede - . Per il suo «La voce del ciannove anni e cinque giorni. la” e lo “Squadrone Ghigliottina”, tutti editi in Italia da silenzio» le fece un provino anche il grande re- Fazi. Al momento sta lavorando al progetto “Heartbeat of gista austriaco Georg Wilhelm Pabst, preferen- the World” e sta scrivendo un nuovo libro. dole un’altra solo perché, nella trama, ella avrebbe Virgilio Zanolla 15 n. 25

Associazionismo Nazionale di Cultura Cinemtografica Poetiche Dopo Il congresso la Ficc rilancia la politica Amore dopo amore sui Diritti del Pubblico Direttivo FICC - Federazione Italiana Circoli del Cinema fissato a Roma l’ 8 febbraio 2015

Dopo i risultati di po- generale e fare una valutazione politica com- litica culturale ampia- plessiva dei risultati del Congresso, l’incontro mente soddisfacenti di Febbraio dovrà affrontare una serie di in- scaturiti dalla XXVIII combenze urgenti e importanti. Il nuovo Di- Assemblea Nazionale rettivo infatti dovrà deliberare sul bilancio svoltasi nel dicembre consuntivo 2014 e sul bilancio preventivo scorso in terra sarda, il 2015. Su questo versante è auspicabile per Direttivo nazionale tutti quanti noi la conclusione dei pesanti della Federazione Ita- condizionamenti del passato. Il riferimento è Tempo verrà in cui, con esultanza Marco Asunis liana dei Circoli del Ci- rivolto alle croniche incertezze sui tempi e nema (FICC) si è dato sulla effettiva consistenza dei finanziamenti saluterai te stesso arrivato appuntamento a Roma l’8 febbraio p.v.. Il da parte ministeriale, al fine di poter realisti- alla tua porta, nel tuo proprio specchio, nuovo Direttivo uscito dalle elezioni dell’ulti- camente lavorare sulla certezza dei program- e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro, mo Congresso ha nella sua composizione con- mi culturali annuali, se non addirittura plu- e dirà: Siedi qui. Mangia. notazioni decisamente meridionalistiche, an- riennali se riferiti a progetti comuni tra tutte Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io. zi più precisamente isolane. Caratteristiche le Federazioni. Gli impegni ultimi che sono Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore che certamente rientrano almeno in parte nel- arrivati dal fronte MiBACT ci inducono ad un a se stesso, allo straniero che ti ha amato la peculiarità della FICC, se riferita in partico- moderato ottimismo, fino a sperare di uscire per tutta la vita, che hai ignorato lare alla forte presenza storica di circoli del ci- definitivamente dalle indeterminatezze degli per un altro e che ti sa a memoria. nema in Sardegna e in Calabria. Stavolta il ultimi cinque anni. Al momento, avendo come Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore, particolare disequilibrio tra nord e sud nella base di riferimento il contributo ministeriale le fotografie, le note disperate, composizione del gruppo dirigente ha avuto ricevuto nel 2014, circa 110.000 euro, provere- sbuccia via dallo specchio la tua immagine. maggiore rilevanza in conseguenza di un fat- mo a coinvolgere tutte le forze interne, a par- Siediti. È festa: la tua vita è in tavola. to esterno contingente, lo sciopero dei tra- tire dai nostri circoli del cinema, per raccoglie- sporti che ha impedito la presenza al Congres- re e rilanciare progetti culturali importanti per Derek Walcott so di un consistente numero di delegati del l’anno in corso. Progetti quindi che rispettino centro nord. Trovare il modo per non far pesa- tutte quelle direttive ministeriali riferite alla Abbiamo ricevuto re questo dato di insufficiente rappresentan- valutazione sulle attività delle Federazioni e za in aree importanti del nostro territorio na- che in sintesi riguardano: la percentuale di zionale, sarà compito di tutto il gruppo film italiani o europei programmati, la- fre dirigente eletto, la cui composizione è di sei quenza delle proiezioni, le politiche di incen- sardi (Marco Asunis, Patrizia Masala, Valenti- tivazione verso il pubblico, la programmazio- na Origa, Martina Mulas, Pasqualino Ariu e ne in zone poco servite dal circuito Alessandro Fiorina), tre siciliani (Tiziana Spa- commerciale, le attività varie di diffusione daro, Gino Interi e Laura Mancuso), due cala- della cultura cinematografica, la qualità e bresi (Tonino De Pace e Giorgio Lo Feudo), un quantità di eventuali pubblicazioni e i proget- campano (Vincenzo Esposito) e uno friulano ti organizzati in comune tra le associazioni. (Marino Bergagna). Ai tredici eletti, inoltre, si Queste sono le speranze e gli auspici che muo- aggiunge Elisabetta Randaccio che entra di veranno il lavoro del nuovo gruppo dirigente diritto nel Direttivo nazionale in quanto rap- della FICC, che in continuità col passato si at- presentante FICC nella International Federa- tiverà in modo unitario per rafforzare il ruolo tion of Film Societies. Quest’ultima parteci- e la funzione dell’associazionismo di cultura perà inoltre di diritto anche all’Ufficio di cinematografica nel nostro Paese per l’orga- Presidenza, che è completato da Tonino De nizzazione e la difesa dei diritti del pubblico. Pace, Vincenzo Esposito, Patrizia Masala e Ti- Marco Asunis ziana Spadaro, oltre che da chi vi scrive. Fa- Presidente FICC cendo uno strappo allo Statuto, Marino Ber- gagna, in quanto unico rappresentante eletto dell’area del centro-nord, sarà invitato perma- nente alle riunioni dell’Ufficio di Presidenza seppure senza diritto di voto. Il ruolo dei re- sponsabili dei centri regionali, che partecipe- ranno di norma come invitati permanenti alle F.I.C.C. Federazione Italiana dei Circoli del Cinema riunioni del Direttivo, sarà importante e di www.ficc.it Un romanzo di Floria Aprea grande rilievo per sopperire a questa lacuna e per evidenziare problematiche e bisogni spe- Via Romanello da Forlì 30 - 00176 Roma Formato: 14x21, brossura, pp.: 228; ISBN: cifici dei territori non rappresentati. Oltre che Telefono: 06.86328288 Fax: 06.45492902 978-88-97905-81-3; edito dalla Homo Scrivens approfondire questa condizione organizzativa [email protected] segue a pag. successiva 16 [email protected] segue da pag. precedente Associazionismo Nazionale di Cultura Cinematografica LA STORIA - Ellen Parker, una fancy quaran- tenne newyorkese, famosa critica di vini statu- nitense, si reca a distanza di molti anni in Ita- L’Assemblea Nazionanle della Fedic lia, ospite di una tenuta in toscana dove si produce vino; l’occasione è la presentazione del loro Brunello di Montalcino. Qui incon- Dal 27 febbraio al 1° dell’ “inno FEDIC”, scritto dal poeta Miriano trerà Gaia, una bellissima diciannovenne stu- marzo 2015 avrà luogo Vannozzi, musicato dal compositore Giovan- dentessa universitaria cresciuta e allevata nel- a Montecatini (PT) ni Scapecchi ed intonato dalla cantante Petra la tenuta da tre anziani: Virginia, l’austera l’Assemblea Nazionale Magoni. Altra importante novità sarà la con- nonna paterna e proprietaria dell’azienda, FEDIC, alla quale par- segna dei “Contributi di fine anno”: ai tre Club Maria la fidata governante e Donato l’anziano tecipano i Presidenti che hanno conseguito i più alti punteggi (con fattore. Gaia, intraprenderà insieme ad Ellen dei Cineclub associati, criteri standardizzati) verranno corrisposti un improvvisato tour visitando alcune terre il Consiglio e tutta una buoni-acquisto per materiale tecnico, con un del vino. Le due donne non potrebbero essere serie di “figure” che, in valore complessivo di 3.000,00 euro. Il passo più diverse tra loro; Ellen è estroversa, flirta maniera diversa, con- successivo sarà quello di illustrare l’attività con gli uomini e adora il vino; Gaia è timida in- Roberto Merlino tribuiscono alla vita e svolta, con una relazione del Presidente e gli troversa e paradossalmente è astemia. Questo all’organizzazione interventi dei responsabili dei settori operati- viaggio servirà ad avvicinarle e in un bizzarro della Federazione. Già dallo scorso anno l’As- vi. A seguire ci sarà spazio per domande, pre- intreccio di destini legati al passato e all’uva semblea ha avuto una sorta di “svolta” a livello cisazioni, richieste, critiche, suggerimenti, Gaia, scoprirà il sorprendente e reale scopo di impostazione, nel senso che -oltre agli im- ecc. Assieme all’operato del Consiglio verrà di- della visita di Ellen alla tenuta. prescindibili momenti burocratici e ammini- scusso e messo in approvazione anche il bilan- L’autrice strativi- venne dato ampio spazio agli input cio. Dopo cena, esaurito il biennio di compe- Floria Aprea culturali e al confronto. Succederà qualcosa di tenza, il Consiglio Direttivo rimetterà il da Milano si simile anche quest’anno, seppure con modali- mandato ai Presidenti dei Cineclub, che deci- trasferisce a tà e indirizzi differenti. I lavori inizieranno deranno, tramite elezioni, chi dovrà reggere il Roma, dove nel pomeriggio di venerdì 27 con una riunione timone-FEDIC nei prossimi due anni. Nell’ul- lavora nel tra il Consiglio Nazionale, i membri della tima mattinata, domenica 1° marzo, il nuovo campo della Commissione Scientifica della Cineteca FE- Consiglio avrà modo di incontrarsi con i Pre- produzione DIC e i responsabili di “Carte di Cinema” (rivi- sidenti, per uno scambio di opinioni sulle televisiva e sta on-line della Federazione). L’incontro sarà strategie culturali e gestionali da portare teatrale per coordinato dal Responsabile della sezione FE- avanti. poi al cine- DIC Cinema, Paolo Micalizzi. Dopo cena, Roberto Merlino ma. Oltre al- sempre alla presenza del Consiglio FEDIC, la produzione, ha partecipato alla stesura di avrà luogo un confronto tra i responsabili dei Presidente Fedic soggetti e sceneggiature sia per la televisione Festival FEDIC (attualmente 12), condotto da che per il cinema e ha scritto alcuni lavori: sua Luca Castellini, coordinatore dell’apposita www.fedic.it è la serie tv “Angeli nella notte” e la sceneggia- “rete dei Festival”, in funzione da un paio [email protected] tura del lungometraggio “Petali bruciati”, una d’anni, con l’intento di creare sinergie e colla- crime story che tratta del traffico di prostitu- borazioni atte a fornire opportunità di visibi- zione minorile dall’est Europa all’Italia. lità ed incontro per i nostri Soci. La mattina del 28 si riunirà il Consiglio Nazionale. Nel primo pomeriggio avrà inizio la parte più im- portante, con l’arrivo di tutti i Presidenti. Ol- tre al piacere di trovarsi tra vecchi e nuovi amici, sarà il momento giusto per distribuire 27 febbraio - 1° marzo 2015 Quirinarie e Diari le tessere associative e materiale vario (riviste, Assemblea Fedic pubblicazioni, gadget, bandi di concorso, Hotel Belvedere di Cineclub ecc.). Da sempre risulta particolarmente utile Viale Fedele Fedeli, 10, 51016 Montecatini Terme - Pistoia, Luciana Castellina, militante, giornali- e gradita la consegna di una serie di dvd, con i Italia sta, ex parlamentare italiana ed europea, “corti” della selezione-UNICA, di FEDIC-Scuo- 0572 70251 scrittrice, compagna delle arti e del cine- la e dei migliori film relativi al Valdarno Cine- ma, in occasione delle sedute destinate­ ma e a Filmvideo Montecatini. Dallo scorso all’elezione del nuovo pre­si­dente della anno, inoltre, viene fornito anche il “Video- Repub­blica è stata più volte indicata col giornale-FEDIC” (realizzato dal regista Gior- voto da decine di parlamentari. Tutti i gio Sabbatini), che raccoglie e amalgama i collaboratori di Diari di Cineclub sono fe- contributi filmati provenienti dai vari Cine- lici di questo riconoscimento ed orgo- club, a documentazione di un anno di attività. gliosi di avere Luciana Castellina nel Co- Sempre in questo contesto, le realtà più “pro- mitato di Consulenza e Rappresentanza duttive” offriranno compilation con i loro mi- della rivista. Salutano nel contempo, a gliori cortometraggi, affinché vengano proiet- conclusione del suo mandato presiden- tati e discussi in diversi Cineclub e in ziale, Giorgio Napolitano che Diari di Ci- differenti contesti. Terminati gli arrivi ed neclub ha avuto il piacere e l’onore di ave- esaurite le consegne, verrà presentato il Cine- re come ospite sul n. 12 . Dicembre 2013. giornale FEDIC 2014 e ci sarà un intervento di Infine, i migliori auguri vadano al nuovo Andrea Mugnai che parlerà, con cognizione di Presidente della Repubblica italiana Ser- causa (visto che ha realizzato in proposito la www.belvehot.it gio Mattarella sua tesi di laurea), delle “origini della FEDIC”. La novità assoluta di quest’anno sarà l’esecuzione 17 n. 25 E dopo Carosello…tutti a nanna Moviementu Rete Cinema Sardegna Firenze e i “cortissimi” di Carosello Lo stato dell’arte “La fantasia è un posto Grazia Radicchi; “Maria Rosa e Olivella” per la delle rivendicazioni dove ci piove dentro”, Bertolli, oppure il video del “Cynar”, dove Er- ad inizio 2015 scriveva Italo Calvino nesto Calindri brinda contro il logorio della nelle “Lezioni Ameri- vita moderna, affiancato dal giovane fiorenti- Il 2014 è andato via: un cane”; è dunque un nissimo attore Sergio Forconi, poi destinato a anno che per noi pro- luogo dove nel “den- una lunga carriera teatrale e cinematografica. fessionisti del cine-au- tro” può starci di tutto Ricordiamo i nomi di alcuni di quei protago- diovisivo sardo si è perché è aperto al nisti: Renzo Tarchi (produttore) e Francesco aperto con una previ- mondo. Ci sono rumo- Misseri (animatore) tra i fondatori dello “Stu- sione di bilancio della giunta Cappellacci (cen- Lucia Bruni ri, odori, sapori, c’è quello che ci mettiamo trodestra) che ci desti- dopo averci pensato su. Nell’arte “di celluloi- nava 2,9 mln di euro, de”, cosa meglio dello spot pubblicitario (con- cifra che poi, con la centrato di immagini dinamiche, parole, suo- Antonia Iaccarino nuova giunta Pigliaru ni, sensazioni) esprime questo concetto? Da (centrosinistra), con qui al minuscolo mondo di Carosello il passo è un primo taglio in sede d’assestamento si ri- breve. Carosello, parola dai vari significati e duceva a 1,4 mln, e a novembre era di 960.000 che in senso figurato il dizionario definisce: euro: a fronte di ciò, a dicembre eravamo an- “cose, anche astratte, che diano l’impressione cora senza bandi. Pressata dalle nostre richie- di un movimento turbinoso e vivace”. Ecco ste in merito, l’assessore alla Cultura Claudia che la nostra TV degli Anni Cinquanta, certo Firino ci prometteva che, a costo di farlo du- meno agile e meno seducente di quella attua- dio K”, vero fulcro dell’intera operazione fio- rante l’ultima riunione utile di Giunta, i fondi le, ma forse un tantino – consentiteci - più in- rentina e autore di numerosi film di anima- sarebbero stati ufficialmente impegnati, e -fi telligente, trovò il modo di inserire il messag- zione in stop-motion, il milanese Franco Godi nalmente sarebbe stato nominato – come da gio pubblicitario chiamandolo con quel nome per le musiche (“Bidi bodi bu” per Ondaflex), il ordine del giorno del 29 dicembre – il nuovo la cui memoria, dopo oltre mezzo secolo di vi- regista Paolo Pratesi e Massimo Pratesi per il CdA della Sardegna Film Commission, da me- ta, sembra ritornare ancora attuale. Carosello montaggio; e ancora Pino Marchi, Antonio si acefala e costretta al disbrigo della sola am- nacque nel 1957; iniziava dopo il Telegiornale Tamburini e Lanfranco Baldi (anche pittore ministrazione ordinaria. Queste le promesse, della sera, presentato dalle signorine Rai co- informale) impegnato nell’animazione crean- ribadite anche in risposta a una nostra lettera me un vero e proprio programma. E dopo di do le immagini con pongo, cera o sabbia. Tutti di diffida prenatalizia consegnata nelle mani lui, tutti i piccoli a nanna. Era un contenitore pionieri nella sperimentazione di nuovi lin- dello stesso Assessore.Ebbene, il 2015 arriva e di filmati pubblicitari, durava intorno ai dieci guaggi espressivi (in questo caso, il film d’ani- il 2 gennaio, riunito il direttivo di Moviemen- minuti e raggruppava 4 o 5 animazioni o fil- mazione), promotori di soluzioni grafiche e tu, prendiamo atto che i fondi effettivamente mati pubblicitari, vale a dire piccole storie interpreti convinti della ricerca tecnologica. impegnati corrispondono all’inequivocabile compiute, recitate o animate (non solo per Verso la fine degli anni Sessanta, l’attività di cifra Zero. Contemporaneamente, in quanto mezzo del disegno, ma anche con plastilina o Carosello, da Firenze emigra pian piano al al CdA della Film Commission, sul sito della pupazzetti), nelle quali l’articolo pubblicizza- nord dove trova maggiori opportunità e in- to era nominato solo alla fine. Prende vita in gaggi da parte della committenza. Molti regi- tal modo l’animazione italiana (tra gli altri, sti famosi hanno lavorato per Carosello, come Bruno Bozzetto, Emanuele Luzzati, Bonvi, Ar- Luciano Emmer, con l’impiego di attori altret- mando Testa), che poi nei decenni successivi tanto famosi: Totò (Mi faccio un brodo? Ma non avrà ulteriore sviluppo soffocata dai pro- me lo faccio doppio!), Panelli (Ercolino sem- dotti statunitensi e giapponesi. In quegli an- pre in piedi), Noschese (Un Ramazzotti fa ni, ancora una volta Firenze, offrì a Carosello sempre bene), il Quartetto Cetra (Tricofilina? il suo fattivo e importante contributo. Questo Sì, si!), Marisa Del Frate (Voglio la caramella microcosmo di immagini che si rivolgeva agli che mi piace tanto); e ancora Gilberto Govi, adulti ma piaceva anche ai piccini, era fatto di Gino Bramieri, Vittorio Gasmann, Lia Zoppel- immagini mediate dal cinema, e molti di quei li, Franco Volpi, Giorgio Albertazzi, solo per mini spettacoli di un minuto e mezzo che di- darne un cenno. Anche e soprattutto a Firen- vertirono l’Italia dal 1957 al 1977, furono pensa- ze, dunque: “dopo Carosello, tutti a nanna!”. ti e realizzati proprio a Firenze, dove avevano Lucia Bruni trovato terreno fertile sia per la presenza di un vivace locale ambiente teatrale, sia per tra- Curiosità smissioni radiofoniche regionali di successo Contro il logorio della vita moderna, bevete Cynar Vignetta tratta dalla pagina fb di Moviementu www. (come “Il Grillo canterino”), che favorivano lo Ernesto Calindri: “che stress stare nel traffico del facebook.com/Moviementu: sviluppo di una vera scuderia di voci recitanti Cynar “Quando andava in onda quella pubblicità, “Stanno per uscire i fondi del 2015 per fare i film del (Vanda Pasquini, Milena Francini, Renato che fu trasmessa per 18 anni – ammise l’attore-, ero 2014!!!” - “Presto accendi la DeLorean e torniamo Moretti, Corrado De Cristofaro). Il tutto partì molto famoso. Come posso dimenticare quei filmati indietro!!! dall’idea di alcuni giovani che puntando su girati seduto al tavolino, in mezzo al traffico... Alle creatività e ingegno, seppero cogliere il mo- mie spalle partivano 60 automobili che dovevano RAS clicchiamo e riclicchiamo sull’icona corri- mento giusto e, specializzandosi nella produ- girare a destra o a sinistra e uscire di campo. “Piu’ spondente alla delibera relativa alle nomine zione di video pubblicitari di animazione, riu- vicini, sfioratelo!” urlava il regista. Immaginatevi previste: il documento non si apre. Come dire scirono a creare personaggi diventati icone di la mia paura. Avevo persino stipulato due assicura- che la delibera è stata fatta, sì, ma al contempo quegli anni: “Susanna tutta panna”, mascotte zioni, una contro gli infortuni e una sulla vita, in non esiste. Sa proprio tutto di beffa – a voler dei formaggini Milione, con la vocina dell’attrice favore di mia moglie”. segue a pag. successiva 18 [email protected]

segue da pag. precedente stato di allerta per monitorare lo sviluppo de- usare un eufemismo: nella sostanza tutte le gli eventi e reagire in tempo reale. Non ricer- promesse risultano evase. Moviementu-Rete chiamo il gesto eclatante né tantomeno pro- Cinema Sardegna, associazione che com- vocatorio: convinti come siamo della giustezza prende la maggior parte dei lavoratori del set- sostanziale delle nostre istanze, come degli tore in Sardegna, non ci sta e il 7 gennaio de- argomenti necessari a rispondere ai ritardi, nuncia in conferenza stampa la grave alle ignavie e alle arroganze di certa politica, situazione in atto, proclamando l’apertura di non ricerchiamo una contrapposizione a tutti i costi, ma vogliamo in maniera serrata ri- spondere pro positivamente, con la forza stes- Il pubblico presente alla conferenza stampa di sa di ciò che da tempo ripetiamo: il Cinema, Moviementu presso la Mediateca del Mediterraneo di inteso e finanziato come una vera e propria Cagliari (foto di Alberta Raccis) industria, rappresenta una realtà non solo culturale, ma anche di sviluppo economico dissestate come quelle dei nostri territori. La del territorio. E vogliamo che lo sappiano gli politica non può non ascoltarci. La politica or- appassionati di cinema, la gente che passa per mai conosce le potenzialità dell’industria ci- strada, gli studenti che frequentano la Media- nematografica. Lo stesso presidente Pigliaru teca del Mediterraneo che abbiamo eletto a ha condiviso la Piattaforma di Moviementu, nostro quartier generale: vogliamo continua- basata proprio sulla necessità di una nuova re a diffondere la cultura dell’audiovisivo, ali- definizione del panorama di investimenti del- mentando così la grande curiosità che sempre la RAS perché includa il grande progetto che il pubblico manifesta quando gliela si offra promuoviamo. Mentre la Finanziaria 2015- Luca Melis vicepresidente di Moviementu, Antonia con la passione che ci anima; vogliamo anche 2017 fa il suo iter tra le sale del Consiglio Re- Iaccarino presidente e il socio Marco Benoni durante dialogare con gli organi di informazione, ab- gionale, noi di Moviementu – in attesa di esse- la conferenza stampa del 7 gennaio (foto di Alberta bellire con le locandine dei film di registi sardi re supportati e accompagnati da tutti gli altri Raccis) le pareti vetrate della sala che la Cineteca Sar- operatori del settore per formare un’unica en- uno stato di mobilitazione permanente. Con- da ci mette a disposizione, e rendere familiari tità per un comune scopo – continuiamo la temporaneamente, con un comunicato stam- ai nostri concittadini le foto scattate sui set nostra battaglia, e lo facciamo con decisione pa l’Assessore annuncia che la cifra prevista della loro isola, i costumi di scena impiegati, perché sappiamo che ciò che rivendichiamo per il 2014 sarà inserita in bilancio 2015 con le nostre sceneggiature, i nostri materiali vi- non è solo un nostro personale diritto al lavo- spendibilità “retroattiva”. Ringrazio quella deo, i nostri progetti schizzati su fogli volanti, ro, né tantomeno finanziamenti che possano che reputo personalmente un sincero gesto di e accogliere almeno una volta alla settimana anche lontanamente somigliare a forme di as- impegno di Claudia Firino nei nostri confron- nella “nostra” sede chiunque voglia partecipa- sistenzialismo purtroppo ancora diffuse e ti: sta di fatto però che la retroattività, per la re agli appuntamenti che organizziamo su praticate: noi sappiamo che il Cinema, soste- produzione cinematografica, è un concetto questioni che è bene siano sempre più note: la nuto da investimenti pubblici adeguati, ispi- che non esiste: per noi esiste anzi la necessità Legge Cinema, le prerogative delle Film Com- rati a una visione autenticamente industriale, di una programmazione. E così tiriamo dritti mission, il Tax Credit, il Cinema inteso come può contribuire di fatto a cambiare l’econo- per la strada che abbiamo imboccato.Mobili- nuova industria, pulita, sostenibile e cultura- mia dell’isola e risollevarla dallo stato di col- tazione permanente, sì: ma nessuna ricerca di le, ma autenticamente industria, capace – co- lasso a cui è ridotta: la nostra battaglia è per effetti speciali, né di visibilità mediatica a tut- me altre realtà nazionali ed estere sperimenta- tutti. ti i costi. La nostra mobilitazione è un costante no e attestano – di rianimare economie Antonia Iaccarino

Al Cinema Solidarity forever! Pride, Un film di Matthew Warchus. Con Bill Nighy, Ben Schnetzer, Imelda Staunton, Dominic West, Paddy Considine, George MacKay. Drammatico, durata 120 min. - Gran Bretagna. 2014. - Teodora Film Da sempre la scelta dei l’ambìto politico e lo influenza (e ne è influenza- espresso parole di grande elogio per questa ope- film da recensire per to). Per questa ragione ho deciso che avrei parlato razione (rimpiangiamo che Loach stesso nel suo questo appuntamento di Pride e non di American Sniper (come avevo in ultimo Jimmy’s hall abbia tralasciato la solita e mensile con i Diari è in- mente) perché questo piccolo film inglese -pro meravigliosa verve che invece qui abbonda, per fluenzata e determinata dotto da una casa indipendente, insieme alla sposare un’elegia che non premia) che racconta non da un criterio este- BBC UK è un film importante e “utile” se letto in dopo 30 anni e finalmente, una battaglia che vide tico o da gusti personali, chiave affermativa (e non mortifera), in quanto contrapporsi l’allora primo ministro britannico quanto soprattutto dal esalta una serie di princìpi solidaristici e preva- Margaret Thatcher e i minatori del Regno Unito, desiderio di indagare la lentemente non violenti con grande semplicità, minacciati di perdere il loro posto di lavoro. War- realtà, prendendo alcu- molta tenerezza e qualche malizia di troppo (sen- chus semplifica la vicenda mettendo al centro ni spunti che emergono za strafare). Autore di questo film uscito in Italia della storia un piccolo gruppo di attivisti gay che Giulia Zoppi nella visione di un’ope- da poco è Matthew Warchus, solida formazione si riuniscono intorno ad una libreria di Londra/ ra piuttosto che un’altra teatrale come da migliore tradizione inglese, insi- Brixton, impegnati a diffondere la loro politica e a parimenti interessante o significativa per il no- gnito dei premi più importanti e attuale direttore difendersi dai pregiudizi omofobi ancora in stro tempo presente. Mai come in questo periodo del celeberrimo Old Vic (il tempio del teatro bri- voga nel 1984, animati da un sentimento mili- peraltro la rappresentazione del mondo è inserita tannico) qui alla sua seconda opera cinemato- tante molto spiccato e capeggiati da Mark in un contesto simbolico che ricade e pervade grafica. Sappiamo che lo stesso Ken Loach ha segue a pag. successiva 19 n. 25

segue da pag. precedente bravura due mostri sacri del teatro/cinema Ashton (Ben Schnetzer, un magnifico attore inglese Bill Nighy e Imelda Staunton) accetta dallo sguardo profondo e intelligente), mem- questa insolita accoppiata e smontando paure bro attivo del movimento del Gay Pride, impe- e pregiudizi, inizia una battaglia che qualche gnato politicamente (un “comunista gay”, per tempo dopo porterà dentro il Parlamento in- citare una battuta del film), dotato di una bel- glese il sindacato dei minatori unito a quello lezza e di una sensibilità molto intense. Sotto per il diritto degli omosessuali e delle lesbi- che. Nasce così il movimento LGSM (Lesbians and Gays Support The Miners) che crea un discloses precedente unico, quello di unire due realtà For the people hear us singing, bread and roses, bre- massimamente emarginate ed opposte, nella ad and roses ”, lotta per l’unione di tutti con tutti, come reci- o quello in cui veniamo a scoprire i primi casi ta la canzone con cui il film si apre, Solidarity di Aids in Europa, di cui Mark cadrà vittima a Forever. E’ vero, Mike Leight o Ken Loach soli 27 anni. Una cosa è certa, questo piccolo avrebbero spinto il film verso lidi meno dan- film indie riesce a raccontare con leggerezza e zerecci (alcune scene esilaranti mostrano le- struggimento non solo una pagina importan- zioni di dance in cui impacciati minatori e te e dolorosa degli anni ’80 in Gran Bretagna mogli annoiate e timide riprendono vita) e (che finì con una bruciante sconfitta dei -mi più impegnati, avremmo visto più sofferenza natori a favore del governo), ma propone ed la spinta e l’entusiasmo di Mark, gli amici di e meno risate, più comizi e molta più politica esalta la lotta vissuta e agita nell’ottica dell’in- sempre, tra cui una ragazza (naturalmente le- ma il film è comunque costellato di momenti clusione e dell’affermazione di sentimenti sbica) decidono di abbandonare la lotta per struggenti come quello in cui una componen- condivisi e nobili quali quelli dell’amicizia e l’autoaffermazione in favore della causa dei te del comitato gallese intona la celebre can- della solidarietà. Anche se niente in questa lavoratori, scegliendo di appoggiare e finan- zone Bread and Roses, inno del movimento pellicola sorprende per inventiva e spericola- ziare attraverso una raccolta di fondi, l’unica suffragista inglese del 1911 (ripresa negli anni tezza (la regia è prevedibile e a tratti scontata) comunità di minatori che sembra accettare ’60 del secolo scorso dal movimento femmini- ciò che la rende efficace e riuscita è la forza e l’appoggio di una minoranza a cui molti si sta): l’energia che un manipolo di attori bravissimi vergognano di venire affiancati. Seppure tra “ As we go marching, marching, in the beauty of the e credibili restituiscono, insieme ad un senso equivoci e difficoltà scaturiti da timori e diffi- day di speranza in cui, come recita l’inno di que- denze, il minuscolo enclave gallese di minato- A million darkened kitchens, a thousand mill lofts sta battaglia “l’unione fa la forza”. ri e delle attiviste e degli attivisti del comitato gray cittadino di supporto (nel quale emergono per Are touched with all the radiance that a sudden sun Giulia Zoppi

Registe, dalla Puglia nel Mondo Si parla di registe e un – invece - alla volta di Los Angeles (Westwo- contributo alla cate- od) e dedica il suo documentario «Le macerie. goria proviene anche The Rubble. Baracche ribelli», ad un posto oc- dalla Puglia, dove la cupato nella sua regione, poi realizza «Wake» parola d’ordine è ed «Another Day» a New York, dove lavora co- «Viaggio». Ad affian- me accademica e montatrice. Belle immagini Adriano Silvestri care la decana Cecilia sono girate in Norvegia dal collettivo di regi- Mangini, la sua con- ste «Flowing», di cui fa parte Maria Alba, con- cittadina Mariangela Barbanente si è distin- venute con l’assistenza dello scrittore Marco ta, oltre che nel documentario «In Viaggio Bertozzi nel Paese nordico, per girare «Senza con Cecilia» (road movie lungo i territori della Velo», ed affron- Regione), nel precedente lavoro «Ferrhotel», tare l’incontro Brunella Filì, regista barese girato in un ricovero notturno per ferrovieri, tra Giovanni Jua- presso la stazione centrale di Bari, ma abban- nito Berrittella e tempo lavora al progetto «Tripolitalians» per donato ed occupato da esuli e profughi. E pre- Alessandro Cre- la costruzione di un documentario ed anche senta queste opere con la stessa sensibilità sia sci, che ripercor- di un archivio multimediale della comunità li- che si trovi a discutere con gli studenti del Li- rono le tappe del bico-italiana, che ceo «Fermi» di Bari, sia che raggiunga Londra loro sogno d’a- abbandonò il per una masterclass e un film screening, du- more: si sposano nord Africa dopo rante una serata presso l’Italian Cultural In- ad Oslo con una il colpo di stato di stitute. Va in giro per il mondo anche la gio- cerimonia che uf- Geddafi nel 1970. vane cineasta barese Brunella Filì, che ha Viola Piccininni ficializza la -cop Una coproduzio- scritto e diretto «Emergency Exit, young Ita- pia. Poi rivivono ne italo- irlandese lians abroad» con storie di giovani italiani tutti i più bei momenti, quando possono rive- è «Controra. Hou- all’estero, docutrip con la partecipazione stra- dere il loro filmino, proiettato in anteprima a se of Shadows», ordinaria di Bill Emmott (ex direttore «The Bari. Ci porta – invece – in Libia la giovane ar- opera prima di Economist»). Racconta - in un viaggio a tappe tista padovana Martina Melilli, residente a Rossella De Venu- attraverso le maggiori città Europee ed oltre- Bari, autrice del documentario «La Sfida di to, di famiglia pu- oceano - sei storie di ordinaria separazione Venezia», reduce dalla mostra fotografica gliese. Film gira- Mariangela Barbanente dall’Italia. Il documentario è stato premiato al «Walk#2» tenuta a Bruxelles. La ricerca è visi- to tra Molfetta, Madrid International Film Festival 2014. La va e concettuale e si focalizza sulla linea di un Giovinazzo ed Altamura, con Fiona Glascott, filmaker barese Chiara Armentano parte viaggio, un percorso. E con questa storia da segue a pag. successiva 20 [email protected]

segue da pag. precedente che ha sconvolto tutta la marineria pugliese. Ray Lovelock, il barese Marcello Prayer e la Tante registe operano in Puglia e realizzano giovane cantante tarantina Federica Carropa. opere filmiche: Rina La Gioia con il corto «Do- Una artista irlandese che vive a Dublino con ve il silenzio fa molto rumore» con protagoni- suo marito, un architetto italiano emigrato in sta Lando Buzzanca. E poi Rosa Ferro che ha Irlanda anni prima. Tornati in Puglia per trat- presentato all’ultimo Bif&st il documentario tenersi brevemente per occuparsi della vendi- «Non per scelta», in memoria del Comitato di ta di una dimora di famiglia, decidono però di solidarietà del quartiere San Paolo di Bari, ove restarvi tutta l’estate, trasferendosi proprio la stessa è stata animatrice del Cine Teatro nell’antico palazzo ereditato. Sarà qui che la «Fantarca». Giorgia Cecere (di Castrignano del Capo), dopo la collaborazione con Edoar- do Winspeare e dopo «Il primo incarico», ope- ra prima presentata alla Mostra internaziona- Rossella De Venuto gira in Puglia “Controra” le d’arte cinematografica di Venezia nel 2010, sta lavorando alla regia del lungometraggio di tanti percorsi, due registe che i viaggi li «Un posto Bellissimo», girato ad Asti a no- hanno messi nel titolo delle loro opere filmi- vembre scorso. La storia di una giovane cop- che: apprezzato e applaudito il corto dal titolo pia, con una vita normale e felice, che affronta «Il Viaggiatore», della giovane filmaker barese il baratro di un tradimento e lo supera, cre- Viola Piccininni, realizzato in viaggio con dendosi più forte di prima; ma -quando la Giuliano Giuliani nel quartiere della Fiera del tempesta sembra alle spalle - qualcosa di ina- Levante, intorno alla Galleria delle Nazioni. Donatella Altieri sul set in Puglia spettato li allontana di nuovo. All’inizio Anna Rita Pinto si è cimentata nel docu-film dell’anno è uscito «Friends Forever in Love», «Viaggiare Dentro» (regia, soggetto, sceneg- donna si troverà di fronte ad apparizioni ed opera prima dell’attrice barese Doris Simone, giatura) realizzato durante un laboratorio eventi terrificanti. La filmaker Donatella- Al che è riuscita con mezzi ridottissimi a confe- sperimentale di cinema e scrittura creativa. tieri racconta un fatto vero accaduto nel 1994 zionare un film per la tv (trasmesso da Sky) Interpreti sono gli ospiti della Comunità Bea- nello specchio d’acqua lungo le coste del Mon- con buona volontà, impegno, praticità, amore to Longo, che si sono cimentati nelle vesti di tenegro. Cinque marinai, salpati dal porto di per il rischio e con la capacità di assumere di- attori seguendo la tematica del viaggio. Molfetta scompaiono a bordo dell’imbarca- versi ruoli tecnici e artistici. Un viaggio, que- zione «Francesco Padre» e nasce un mistero sto, tutto all’interno della sua Città. In chiusura Adriano Silvestri

Mostre Sguardi del Viandante Prima Edizione, Evento-Esposizione-Incontri Nomadismo romantico - Bellezza e miseria del contemporaneo Chissà se possiamo considerare Adamo co- me il primo “viandan- te” sulla crosta terre- stre, colui che, vivendo prima in simbiosi con la natura nel mitico paradiso, dopo la cac- ciata necessariamente Brunella Filì, regista barese Giovanni Papi inizia a volgere lo sguardo ad un mondo estraneo ed ostile che si dispiegava davanti ai suoi occhi, abbandonandosi alla vita di noma- de e divinando sul suo destino. Dal tempo dei tempi fin dai nostri antenati preistorici l’uo- mo insegue nelle tante epoche vissute e nelle tante civiltà il sogno irraggiungibile e ad in- termittenza del “trionfo sulla natura”, sogno che inevitabilmente si rifà, nelle numerose declinazioni, a quella perdita di possesso pa- “Viandante sul mare di nebbia” (Der Wanderer über dem Nebelmeer) è un dipinto a olio su tela di Caspar David radisiaco del nostro primo uomo. Probabil- Friedrich realizzato nel 1818. È attualmente esposto al Hamburger Kunsthalle nella città di Amburgo. mente ci sono stati nella nostra civiltà occi- dentale (civiltà che riveste l’uomo nella sua quando parliamo di paesaggio, oggetto di mare di nebbia” dipinto nel 1818 da C. D. Frie- globalità con una pelle molto sottile) forse al- tanti scempi, inconsciamente evochiamo drich ne è l’emblema. L’uomo nel suo lungo cuni periodi di “pacificazione culturale” con la sempre il paradiso. Così anche nelle visioni viaggio non è più il signore della natura, sicu- natura, come l’Ellenismo e il Rinascimento, sublimi dei pittori romantici dell’Ottocento, ramente non lo è mai stato, ma nel tempo che quando si aveva una presa diretta con la realtà dove l’artista si inginocchiava di fronte alla viviamo della scienza moderna ci si illude og- presente. Il rapporto con la natura è da sem- grandiosità delle forze naturali e all’immensa gi di avere il “possesso della terra” ed essere al pre fondamentale per l’essere umano e quan- divina bellezza del creato in segno di profon- “centro dell’etere” tramite una super-technè do parliamo di natura parliamo di paesaggio e do e mistico rispetto. “Il viandante sopra il segue a pag. successiva 21 n. 25

segue da pag. precedente è più “terra di conquista” e quella sottile astu- YouTube Party #5 che non vuole lasciare più soste al viandante zia, la Ragione occidentale, ha finito negli ulti- meditativo e riflessivo, che viene continua- mi tempi per ingigantire e potenziare un appa- mente influenzato da un massiccio bombar- rato della technè (tecnocrazia) che, nata per Mr. Trololo Original damento mediatico. Lo sguardo del viandante dare all’uomo maggior disponibilità di tempo, Upload è la metafora dell’uomo contemporaneo, di finisce adesso per rubarglielo completamente. colui che, erede di una cultura umanista e se- Già nell’Ulisse di Joyce, nel racconto tragicomi- Visualizzazioni - Incalcolabile. dimentando valori al limite del nichilismo at- co di un irlandese nel cui inconscio risuonano tivo, scruta le cose che passano animandole e rumori, strepitii, pensieri e percezioni della cit- Più di 20 milioni (link) illuminandole, assimilando ciò che vede, nu- tà, l’autore ci narra di un frastuono cittadino in La trama - Il baritono un mondo privo di direzione. Il viandante mo- Eduard Khil, tra le derno non è un asceta, un mistico, colui che principali popstar so- persegue un vagabondaggio mentale o intellet- vietiche tra gli anni ’60 tuale autoreferenziale dove magari si annulla o e ’70, si esibisce in una si previene la stessa esplorazione fisica, ma co- gaudente interpreta- lui che qualsiasi strada intraprenda la conside- zione di “Sono felice, ra essa stessa una via sacrale, che appartiene a perché sto finalmente lui soltanto per un certo tempo e rimane uno Massimo Spiga tornando a casa”. Il dei tanti e vari itinerari di culto possibili, rima- brano, eseguito da Khil nendo “connesso” con la propria identità e ac- nel 1976, reinterpreta un classico nazionale; cettando il confronto e l’incontro con il Diverso privo di un vero e proprio testo, è un esempla- Idoli votivi dal “tempio dell’occhio” IV millennio a.C. che è semplicemente un altro Se stesso. E il ba- re della tradizione musicale non-verbale (Mesopotamia-Siria). Più giusto sarebbe rinominarlo “vokaliz”, simile allo scat americano o al gran- “tempio dello sguardo”, fa capire al lettore la dimensione melò italico. Tuttavia, nel flusso acustico sono dello sguardo (cioè la visione sulle cose e in avanti) nettamente distinguibili i termini «TROLL» e alla quale nell’antichità era stato dedicato addirittura un «LOL», ripetuti in una litania satura di gioia. tempio. Inutile aggiungere che, per questa sua peculia- rità e per la sua generale eccentricità, il brano trendosi però solo di quanto gli è necessario performato da Khil, presto ribattezzato “Tro- per continuare il proprio percorso fino alla so- lolo” dalle masse, è ora divenuto l’inno nazio- sta successiva e attraversare il deserto che cre- nale di internet. sce. Per l’uomo contemporaneo non c’è più “il ritorno ad Itaca”, nel suo viaggio di esplora- L’esegesi - Penso che, per comprendere il valore zione del mondo non ci sono più mete, appro- del “Trololo”, sia necessario partire da una del- di, rifugi; esistono solo soste dove non ha più le componenti ideologiche intrinseche al po- polo di internet fin dai suoi esordi, ovvero l’a- Stele “del viandante”, così battezzata dall’autore narchismo dadaista tipico dei movimenti di dell’articolo, VII sec. A.C. (Gargano - Italia) protesta anni ’70. La connessione è naturale, perché, soprattutto negli USA, sono state pro- stone del viandante è l’unico elemento necessa- prio le sottoculture cyberpunk ed hacker a rea- rio per il proprio orientamento (lontano dalle lizzare l’infrastruttura tecnica che sfocerà nel nevrosi delle tante mode di auto potenziamen- World Wide Web tecnoutopistico degli anni to tecnico), simbolo anche di quella tecnica ne- ’90. Le tracce di questa impostazione mentale cessaria ed essenziale che non mina l’identità e sono evidenti; per fare un esempio celebre, il respiro culturale e pulsionale dell’uomo. nell’esercito di hacker Anonymous, il cui mot- Viandanti per eccellenza sono gli artisti e gli to “essoterico” resta improntato alla giustizia scienziati che hanno sempre rivelato e rinnova- sociale e alla lotta antiautoritaria globale, to con il loro sguardo sperimentale sul mondo mentre il suo motto “esoterico” è da sempre panorami e visioni possibili e impossibili. “In it for the lulz” («Facciamo quel che faccia- Viandanti sono gli artisti del Gran Tour che mo per farci una risata»). Altri esempi si pos- hanno per secoli illuminato squarci della natu- sono trovare nella comunità 4chan, una ster- ra ricordandoci l’origine mitica del paradiso; minata distesa di spazzatura pop, manifesti viandanti sono i registi del Novecento che con antisistema e battutacce dissacranti, e nel fe- la loro macchina da presa hanno fatto vedere nomeno dei cosiddetti “meme” (termine quan- sogni e realtà, insieme a tragedie e commedie, tomai improprio) che colmano infiniti server “Ulisse e le sirene” di Leon Auguste Belly, quadro (come) con un ideale sguardo dall’alto che regi- di assurdità variegate. Questa follia anarcoide esposto al museo de Hotel Sandelin stra gli ultimi tanti “passi” dell’umanità; vian- e trash ha, tuttavia, un lato oscuro che rispec- danti sono i personaggi della beat-generation chia le caratteristiche del suo presunto nemi- modo di abitare, quindi non vive più in nes- che sognavano fughe in spazi sterminati e nuo- co, ovvero il capitalismo. «Quando parlo di sun luogo e il suo peregrinare, allegoria di un ve praterie del possibile e On the road (che si- merda, non è una metafora» scrive Felix Guat- percorso interiore di agostiniana memoria, si gnifica Viandante) rimane il loro manifesto. tari «Il capitalismo riduce ogni cosa in merda, abbandona di rimando alla magica sinfonia Oggi lo “Sguardo del viandante” è il nostro nuo- ovvero allo stato di un flusso indifferenziato e del creato. Ulisse non è più il simbolo della vo manifesto viaggiante aperto alle utopie pos- decodificato a cui ognuno prende parte in pri- modernità che compiendo un viaggio per ma- sibili di un mondo nomade. vato e con un certo senso di colpa». Sotto que- re (inconscio collettivo) e sconfiggendo -mo Giovanni Papi sta luce, possiamo capire come mai il “Trololo” stri e creature fantastiche si impone con la sua Evento-Esposizione-Incontri a cura di Giovanni Papi con Pa- sia divenuto la “Marsigliese” di internet: pur sottile astuzia: simbolo dell’uomo razionale trizio Torosani, Aprilia - 20 .12. 14-31.01.15. Finissage. Promos- essendo un pezzo di pattume folk, mantiene in che sconfigge la paura irrazionale della Natu- so da Archeoclub d’Italia. Alla mostra- evento hanno partecipa- sé una folle vitalità antagonista e anacronistica ra. La Terra nella nostra contemporaneità non to numerosi artisti - maestri e allievi - di Roma e del Lazio. segue a pag. successiva 22 [email protected]

segue da pag. precedente Teatro che lo pone in direzione contraria rispetto alla musica mercificata e lo rende una precisa rap- presentazione della “coincidentia opposito- Uomini senza donne rum” alla base dell’ideologia di internet. Dopo- tutto, non celebra il consumo o l’individualismo, Due scapoli che convivono e fanno delle donne il loro ma una persona qualsiasi, con una strana pet- principale argomento di conversazione tinatura e degli occhi pazzi, che, intonando il suo trollaggio spensierato, torna finalmente a casa. Torna sino al 22 febbraio come autore e regista fra cinema e teatro con, al Teatro Golden di Ro- specie in passato, parecchie puntate sul picco- ma in un nuovo allesti- lo schermo “Anche se vengo dalla realtà del mento “Uomini senza palcoscenico, per me da sempre sono due donne”, uno dei più for- mondi che dialogano fra loro. Quando scrivo tunati testi di Angelo un testo teatrale, mi viene naturale pensare già Longoni, che è pure il in questa fase alla sua possibile trasposizione produttore, assieme ad cinematografica: questo doppio sguardo credo Andrea Maia, e regista alla fin fine che aiuti. D’altra parte questo pas- dello spettacolo. Lon- sare da un mezzo all’altro mi ha aiutato poi an- Giuseppe Barbanti goni nasce con il tea- che quando mi son dovuto misurare con tro, è diplomato alla Ci- tutt’altra cosa, come le vite di Caravaggio e Ti- Il baritono Eduard Khil, morto a San Pietroburgo nel vica Scuola d’Arte drammatica Piccolo Teatro berio Mitri. Credo fra l’altro di essere uno dei giugno 2012 di Milano, ma nella sua carriera ha frequentato pochi autori teatrali ad avere portato un pro- a lungo i set cinematografici e televisivi sia per Il pubblico - Tra i 62.749 commentatori, molti si la trasposizione per il piccolo e grande scher- interrogano sullo status biologico e morale di mo di opere nate per il palcoscenico che per la Eduard Khil, chiedendosi se sia un «robot in realizzazione di produzione ideate per cinema acido» oppure un «pervertito». Un numero pa- e tv. “Anche da “Uomini senza donne” nel ri di spettatori si rammarica per la scomparsa 1996, dopo un premio, traduzioni in francese e del baritono russo, avvenuta nel 2012 (come tedesco, una rappresentazione parigina e una rappresentante della categoria, citiamo Dmi- lunga tournée italiana ben accolta da pubblico try Shvetsov ed il suo «T.I.P. Troll In Peace»). e critica, ho tratto nel 1996 un film interpreta- In generale, tutti paiono pervasi dalle ondate to fra gli altri da Alessandro Gassmann e Gian di allegrezza emanate dal brano. Taluni, ebbri Marco Tognazzi – ricorda Angelo Longoni – Il di queste emozioni, si vantano di usare il pez- testo teatrale è stato poi ripreso più volte ed zo per trollare i vicini di casa, sparandolo dal ora mi sono deciso a riscriverlo integralmente balcone a tutto volume. Quest’ultima pratica ci pur mantenendone intatta la struttura e in Da sx Ludovico Fermonr, Angelo Longoni e Valerio consente di spiegare come il “Trololo” sia an- questa nuova versione è in scena al Teatro Gol- Morigi che impiegato come arma di offesa goliardica: den. Spontaneo chiedersi cosa sia cambiato prio testo, “Le madri”, in televisione” C’è qual- mischiando le tecniche di trollaggio del “cli- rispetto alle precedenti messe in scena .“Conti- che rimpianto quando passa dal teatro al cine- ckbaiting” e quelle del “rickrolling”, è divenuto nua a restare la storia di due scapoli che convi- ma e alla televisione? ”Il teatro continua a uso comune proporre ai propri amici dei link vono e fanno delle donne il loro principale ar- restare il luogo della “libertà” nel senso che, dai titoli accattivanti (ad es. «NON CREDERAI gomento di conversazione - prosegue Longoni probabilmente perché i costi sono inferiori, gli A QUEL CHE HA FATTO LA KKKASTA OGGI» – Sono due creativi uno in campo musicale, interventi delle produzioni sono quasi inesi- o «BELEN NUDA» o simili) i quali, una volta l’altro in ambito letterario con preminente at- stenti, comunque molto meno pressanti che al cliccati, li consegnano nelle braccia accoglienti tenzione per la sceneggiatura. Il musicista é cinema e alla televisione”. Al teatro, Longoni fi- di Mr. Trololo. Segnaliamo, inoltre, le migliaia emotivo, timido, romantico , autoironico, sfor- nisce con il tornare sempre, anzi ci è sempre ri- di remix e reinterpretazioni del brano che af- tunato in amore e un po’ trascurato con pro- masto. È, infatti, vicepresidente del CENDIC follano la rete, talvolta amplificandone la sur- pensione ad eccedere nell’alcool, mentre lo (Centro Nazionale Drammaturgia Italiana Con- realtà fino a vette inconcepibili. In conclusio- scrittore - sceneggiatore é estroverso, bello, ai- temporanea). “E’ una realtà cui ho contribuito ne, anche noi celebriamo la straordinaria arte tante, salutista, miete successi femminili, sicu- a dar vita. Dopo la soppressione di Ente Teatra- popolare di Khil, cantando il Trololo con una ro di sé, un po’ cinico, e pratica il pugilato a li- le Italiano e Istituto del Dramma Italiano, si era mano sul cuore e gli occhi al cielo, verso il Sole vello dilettantistico. Agli inizi il clima è creato un preoccupante vuoto istituzionale dell’Avvenire. amichevole, cordiale quasi di complicità fra i per quel che riguarda promozione e sostegno due soli interpreti della pièce, poi la situazione della nostra produzione drammaturgica, non Massimo Spiga si indurisce, diviene spigolosa: nelle precedenti solo in Italia ma anche all’estero - conclude versioni quasi esclusivamente per l’immaturità l’autore e regista lombardo – Stiamo lavoran- dei due giovani uomini, tradita dalla difficoltà do su più fronti. Anzitutto realizzare un sito a relazionarsi non solo con le donne, di cui stra- web per consentire di accedere a teatranti e parlano, ma soprattutto fra loro, in questa nuo- studiosi ad un repertorio di testi italiani con- va edizione contestualizzo il loro rapportarsi al temporanei. Stiamo anche pensando a dar vita mutato contesto socio-economico, che rende ad un centro di traduzioni dei testi italiani per tutto più difficile”. In questo allestimento il -mu favorirne la conoscenza all’estero e incentivar- sicista (l’uomo basso) è Ludovico Fremont e lo ne così la rappresentazione” sceneggiatore (l’uomo alto) è Valerio Morigi. Nel film del 1996 i loro ruoli erano interpretati nell’ordine da Gian Marco Tognazzi e Alessan- dro Gassmann. Da decenni Longoni spazia Giuseppe Barbanti 23 n. 25

Al Cinema Perfidia: il ritratto di un paese e di una generazione dalla provincia sassarese Continua in giro per l’Italia la programmazione dell’esordio di Bonifacio Angius, presentato in concorso all’ultimo Locarno: un piccolo gioiello cinematografico che si inserisce direttamente nella rosa dei (pochi) grandi film prodotti in Italia nel 2014

Mentre “in casa” conti- nua la solita situazione amministrativa ed eco- nomica che esaspera gli operatori cinemato- grafici del territorio, dove i finanziamenti appositi per un’indu- Giulia Marras stria che freme per di- ventare grande arrivano un anno dopo, esclusi- vamente per i film che sono stati già realizzati, e non per quelli che devono, premono e urgono di essere girati, “in continente” prosegue il ricono- scimento unanime della qualità delle pellicole sarde, di quella Nouvelle Vague che ha investi- to dal nulla e improvvisamente la stasi imma- ginativa del cinema italiano contemporaneo. Bonifacio Angius è solo l’ultimo (e solo al pri- mo lungometraggio) di un’ondata, seguente provincia, nello trascorrere il tempo al bar del drastica, ammazzando l’illusione regalata quella letteraria (con autori come Niffoi, Agus paese (Sassari come Rieti come Barletta, an- dalla nascita (dalla Madre) della protezione o Fois), di registi che hanno riportato lo sguar- che per merito della fotografia dello spagnolo eterna, dell’adolescenza infinita, del continuo do del pubblico e della critica alla produzione Pau Castejón Úbeda che oscura la città e le do- rimandare l’ingresso nella vita adulta. Non c’è isolana, dopo anni sia di silenzio che di indif- na l’universalità del non-luogo) e nel masche- solo cruda realtà, ma anche momenti onirici ferenza. Nomi quali Colombu, Marco Antonio rare la solitudine con la durezza; non mostra particolarmente ispirati, che si collegano per- Pani, Mereu, Cabiddu, Pau e adesso Angius solo il dramma di una generazione, assente hanno dimostrato la profonda coscienza in- nell’assenza completa di direzioni, sogni o tellettuale e cinematografica di un territorio prospettive concrete, forse vittima della crisi troppo spesso considerato chiuso e lontano occupazionale ed economica degli ultimi qua- dal movimento italico; disattendendo così la rant’anni, forse colpevole della propria stessa considerazione comune, il cinema sardo è di- rassegnazione precoce; “Perfidia” non si ridu- venuto uno dei più sofisticati; non più italia- ce neanche all’incontro/scontro tra padre (in- no, ormai europeo. Tale è il respiro di “Perfi- terpretato da Mario Olivieri, dalla bravura dia”, che ha conquistato prima Locarno, come commovente) e figlio (Stefano Deffenu), nella unico film italiano in concorso, a Dicembre ha loro incomprensione verbale e pratica ma con una disperazione di fondo comune (così si sfoga Peppino: “c’è troppa luce in questo mon- do di merda”). Se il tutto è più della somma Il cast di “Perfidia” a Locarno accompagnati da Nevina della sue parti, “Perfidia” è più dell’insieme Satta direttrice della Fondazione SARDEGNA Film dei suoi personaggi, delle sue storie e delle sue Commission suggestioni. Angelino non è solo figlio di Pep- fettamente a un discorso sull’irrazionalità pino: è il figlio di un’epoca, in cui gli impulsi umana contemporanea: se normalità signifi- culturali e sociali vecchi e nuovi si scontrano ca adattarsi alla follia e alla perfidia quotidia- tra loro, cancellando le basi per la crescita ge- na, se non ci si adatta ad essa allora l’unica so- nerazionale. Religione e politica, raccoman- luzione è rinunciarvi. “La vita è tutta un dazione e disoccupazione, materialismo e di- imbroglio e tu per vivere bene devi stare in struzione, famiglia e isolamento. Per questo imbroglio”: Angelino non ci sta, ma ca- Il regista Bonifacio Angius al SardiniaFilmFestival Angelino, se Gesù – laddove Gesù è l’imperso- de in altre spirali malsane. Angius firma così poi sconvolto le programmazioni dei princi- nificazione infantile di un Dio lontano, nomi- l’esordio cinematografico più interessante pali cinema d’essai di Roma e Milano (Nuovo nativo a cui appellarsi – è troppo occupato a prodotto quest’anno in Italia, dimostrando Aquila e Beltrade) mentre a Gennaio è stato impegnarsi con i cattivi affinchè divengano che, anche con una grave mancanza di risor- proiettato in altre numerose città del paese. Il buoni, i buoni sono dimenticati, e diventano se, il fermento creativo non si ferma, anzi vie- film di Angius, primo lungo dopo il mediome- cattivi. Non c’è salvezza; soprattutto dopo l’ul- ne maggiormente stimolato. traggio “sa Grascia”, mettendo in scena la vita timo tentativo di aggrapparsi a un appiglio di del trentenne Angelino e il suo rapporto con il realtà, ma sempre ai limiti con l’immagina- padre Peppino, dopo la morte della mamma, zione, tramite l’avvicinamento impacciato a non racconta solo l’apatia della vita di una ragazza. La risoluzione non può che essere Giulia Marras 24 [email protected] Festival X. SardiniaFilmFestival International Short Film Award. Sassari- Quadrilatero Università 22 I 27 Giugno 2015. Deadline 15 febbraio. Intanto il 26 Febbraio il Presidente e il Direttore artistico a Tallinn in Estonia per presentare una selezione di corti del SFF C’è tempo fino al 15 feb- Scuola, Vetrina Italia, Vetrina Sardegna) se ne braio per partecipare aggiunge un’altra intitolata Ritorno alla terra. alla decima edizione del La sezione, si legge nel bando, è riservata “ad Sardinia Film Festival, opere di qualsiasi genere e durata che abbiano che si terrà a Sassari dal come tema il ritorno alla terra, un’importante 22 al 27 giugno. Il ban- riscoperta per migliorare la qualità della no- do è partito a metà di- stra vita, dove il cibo, il vino e tutti i prodotti cembre e fin dalle -pri dell’agroalimentare vengono interpretati co- me settimane nella me importanti mezzi per valorizzare il ter- sede del festival sono ritorio, la cultura e la tradizione”. Da quest’an- Grazia Brundu arrivati centinaia di no il Sardinia Film Festival inaugura un cortometraggi da tutto Premio speciale riservato ai giovani registi il mondo. Non è una novità, visto che, edizio- esordienti. È intitolato a Federico Lubino, il ne dopo edizione, in dieci anni di vita il Sardi- giovane film maker sassarese scomparso nel nia si è guadagnato l’interesse e la stima di Organizzato da Cineclub Sassari 2012, pochi giorni prima di vincere il concorso tantissimi film maker, oltre a numerosi patro- Via Bellini, 7 – 07100 Sassari “Il cinema racconta il lavoro”, indetto dall’A- cini istituzionali, a partire da quello dell’Une- genzia regionale per il lavoro e dalla società sco ed Expo 2015. Le vere novità sono invece www.cineclubsassari.com Umanitaria Cineteca Sarda. Nel 2014, proprio quelle, numerosissime, messe a punto dallo www.sardiniafilmfestival.it dalla sceneggiatura di Federico intitolata “Cu- staff per festeggiare col botto la tappa fonda- mail: [email protected] lurzones” è stato realizzato un cortometrag- mentale dei dieci anni. Senza svelare tutto PEC: info@pec. gio interpretato da Carlo Delle Piane. Infine, prima del tempo, non si può, però, non fare sardiniafilmfestival-it continua l’espansione sul territorio del Sardi- qualche anticipazione. Tanto per iniziare, nia Film Festival, con una sezione speciale de- sembra che in giuria arriverà un importante dicata all’animazione, che si terrà a Bosa il personaggio del cinema internazionale, an- School di Tallinn, con la quale collabora il gio- prossimo settembre e che affiancherà quella che se per il momento c’è il massimo riserbo vane regista sardo Giampietro Balia, tra i vin- del Documentario Italiano, ospitata già dal sul nome, che sarà svelato solo tra qualche citori del Sardinia Film Festival 2012. La colla- 2013 a Villanova Monteleone. mese. Intanto, il festival organizzato dal Ci- borazione con l’Estonia è la prima di una serie neclub Sassari scalda i motori già dal 26 feb- che il Sardinia sta stringendo con altri festival Grazia Brundu braio. In quella data il Sardinia, con il presi- internazionali, per creare un circuito condivi- dente Angelo Tantaro e il Direttore artistico so di esperienze, conoscenze e possibilità for- Carlo Dessì volerà in Estonia, per presentare mative e di lavoro. Le novità della decima edi- una selezione di cortometraggi a un evento zione non finiscono qui. Da quest’anno, alle * Sardinia Film Festival è un festival di eccellenza ed è patrocinato dall’Ambasciata italiana in Esto- tradizionali sezioni in concorso (Fiction, Docu- supportato da Diari di Cineclub che ne seguirà tutto il nia e organizzato dalla Baltic Film and Media mentario, Animazione, Sperimentale, Videoarte, percorso

Il Sardinia Film Festival è patrocinato da Unesco e Expo 2015. Patrocinio dell’Ambasciata Italiana in Estonia per l’evento SFF del 26 Febbraio al Baltic Film and Media School di Tallinn 25 n. 25 Storie scellerate Mi chiamo Sergio Citti, racconto storie Sto seduto in penom- bra, in ultima fila. Un silenzio magico mi av- volge. Le braccia ap- poggiate sui braccioli della poltroncina e gli occhi in asse, sullo schermo bianco. Vol- go lo sguardo verso destra e incrocio i miei occhi con quelli Alessandro Macis di Marilyn Monroe. Vengo trafitto dal suo magnetismo: labbra carnose, percorse da una striscia di rossetto rosso carminio; occhi lan- guidi e biondi capelli vaporosi. Ho un tuffo al cuore. Cerco le parole adatte per rompere il ghiaccio, attaccare discorso, ma James Dean mi fulmina. Ancora un gioco di sguardi. Lui sorride sornione, irridente, con una paglia tra le labbra e le mani incrociate poggiate sul grembo. E’ seduto sul cofano della mitica Por- sche 550 Spyder color alluminio, che chiama- va affettuosamente Little bastard, con la quale il 30 settembre del 1955 (che combinazione, il mio anno di nascita!) si schiantò contro un’al- Sergio Citti e Silvio Orlando sul set del film “I magi randagi” un film del 1996, scritto e diretto da Sergio Citti tra vettura, sputando l’anima che schizzò fuo- ri tra i denti spezzati e una boccata di sangue. Copro gli occhi con entrambe le mani e mi dedicato una retrospettiva e una monografia. morti di fame. Proletari, sottoproletari delle inebrio del buio e del silenzio della sala, inspi- Monografia che ho appena ritrovato negli borgate romane dove egli stesso era cresciuto rando e espirando ritmicamente. Ruoto la scaffali della libreria del Centro culturale. e aveva trascorso buona parte della sua vita, poltroncina di 180° e come facevo da bambino L’associazione lo ha ospitato a più riprese a che non riuscivano, sequenza dopo sequenza, lascio scorrere lentamente le mani lungo il vi- Cagliari per una serie di incontri-dibattito e se non in rarissime occasioni, a mettere insie- so allontanandole dagli occhi, per permettere per la presentazione del libro. A Sergio si è de- me il pranzo con la cena. Ne “I magi randagi” alla luce di inondarmi iridi e pupille. Metto a ciso unanimemente di intitolare la saletta ci- i tre protagonisti, tre poveri diavoli, sono alla fuoco sul pannello che delimita la piccola sala nematografica del Centro. Mi dirigo verso la disperata ricerca di un po’ di cibo e una volta cinematografica tre fotografie: la prima è libreria e frugando tra gli scaffali individuo il tanto si trovano seduti, nella scenografia di dell’ANSA e riproduce Sergio e Franco Citti settore dove sono custoditi i suoi film in for- un presepio vivente, vestiti da Magi, attorno a durante una pausa di lavorazione del film a mato DVD, che sono riuscito a reperire con una tavola imbandita con ogni ben di Dio. Ma episodi, realizzato per RAI 2, “Sogni e biso- grande fatica. Li sfilo ad uno ad uno e li porto è un fatto del tutto episodico, eccezionale. La gni”. Acquisisco la posizione eretta e mi avvi- nella saletta. Accendo il videoproiettore, il let- normalità continua a essere la mancanza di cino al pannello per vedere più da vicino la fo- tore. Lo schermo bianco si illumina. Scorro i cibo, una vita precaria sempre vissuta alla to. Insieme a Sergio e Franco c’è una terza titoli e rigiro tra le mani “Mortacci”. Infilo il giornata. Ne “Il minestrone” la storia si ripete. persona che non riconosco e la data in cui è disco nel lettore e schiaccio il tasto di avvio. Citti avrebbe voluto intitolare il film “La fame”, stata scattata la foto sul set. E’ il 5 ottobre del Mentre scorrono le prime immagini non rie- segue a pag. successiva 1985. Le altre due, una a colori l’altra in bianco sco a trattenere un sorriso. Improvviso affiora e nero, scattate sul set de “I magi randagi”, ri- il ricordo di una delle tante chiacchierate fatte producono nell’ordine: Silvio Orlando nella con Sergio. “Mortacci” ha come scenario un parte di Melchiorre, Patrick Bauchau nella cimitero ed è in questo spazio che le anime parte di Baldassarre e Rolf Zacher nella parte dei morti, protagoniste del film, sono costret- di Gaspare. Tra le mani tre cofanetti con i do- te finché qualcuno, tra i vivi, si ricorderà di lo- ni da portare al piccolo Gesù. Nell’altra si in- ro. Citti si divertiva a minacciare scherzosa- travede Sergio Citti intento a dare indicazioni mente amici e conoscenti:«Quando non ci a Silvio Orlando che regge tra le braccia Gesù sarò più non sognatevi di darmi riconosci- bambino: sullo sfondo Rolf Zacher. Un raggio menti o dedicarmi retrospettive post mortem. di luce si insinua tra le veneziane mal chiuse e Altrimenti la mia anima vagherà per chissà va a sfiorare la copertina di un libro poggiato quanto tempo in qualche camposanto, senza sul pavimento, che stavo sfogliando un attimo trovare pace». Ogni volta che in un tamburino prima e che fa riemergere vecchi ricordi ar- si nomina la sala a lui dedicata per una proie- “Il minestrone” un film di Sergio Citti del 1981 chiviati. Su uno sfondo nero c’è un bel primo zione, ricordo i suoi scherzosi ammonimenti. interpretato, tra gli altri, da Roberto Benigni, Ninetto piano di Sergio, con l’eterna sigaretta tra le di- Metto in pausa il lettore e cerco tra i DVD, non Davoli, Franco Citti e Giorgio Gaber. Presentato in ta; a caratteri bianchi il titolo del volume “Mi a caso, “I magi randagi” e “Il minestrone”. In gara alla 31ma edizione del Festival internazionale del chiamo Sergio Citti, racconto storie.” Questa ogni occasione conviviale, Citti ricordava che cinema di Berlino. Nella foto, Benigni, Citti e Ninetto sala è anche un po’ la sua. La sua e dell’associa- in tanti suoi film c’erano dei personaggi sem- Davoli” zione L’Alambicco che, nel lontano 1999, gli ha pre affamati, alla disperata ricerca di cibo. Dei 26 [email protected]

segue da pag. precedente di dare ai protagonisti il volto dei loro attori ma il produttore lo dissuase, sostenendo che preferiti o di ambientare la storia in luoghi e era improponibile un film con un titolo così spazi conosciuti e riconoscibili. Lo ha fatto a avvilente. Nessuno sarebbe andato a vederlo. Cagliari, nell’aprile del 2000, in occasione del- Nello spazio scenico si muovono tre perso- la presentazione del volume che l’associazio- naggi, perennemente con lo stomaco vuoto, ne gli ha dedicato. Al cine–teatro Nanni Loy, che intraprendono un lungo viaggio alla di- sala strapiena. A tanti anni di distanza ricor- sperata ricerca di qualcosa da mettere sotto i do ancora, perfettamente, la serata. Rimase denti. Inventandosi soluzioni creative per po- ad ascoltare con gli occhi socchiusi gli inter- ter mangiare. Chi ha avuto la fortuna di segui- venti dei relatori, poi quando toccò a lui mi re la rassegna cagliaritana che ha proposto le guardò per un attimo, guardò il cartello che pellicole reperibili, si è reso conto che questi vietava tassativamente di non fumare, si voltò personaggi sono presenti in tutti i film del re- verso il pubblico e disse:«Se non mi fate fuma- Franco Citti in una scena di “Accattone” di Pier Paolo gista. Addirittura interpretati dagli stessi at- re non parlo». Il pubblico annuì e i responsa- Pasolini del 1961 tori: il fratello Franco Citti, Ninetto Davoli e bili della sala gli diedero il permesso. Solo a lui riflette nello specchio d’acqua. Lei è una zoc- nel film in questione Roberto Benigni agli naturalmente. Accesa la sigaretta e aspirate coletta, lui un ladro. Dall’anno santo vogliono esordi della sua fortunata carriera. Comun- un paio di boccate, incominciò a raccontare trarre profitto. Intanto in Vaticano il Papa que, quando il film uscì nelle sale, Sergio per uno dei suoi tanti film mai impressionati su gioca a briscola, con la sua corte. Pur di vince- osservare le reazioni del pubblico andò a ve- pellicola, di cui aveva scritto il soggetto, o re, bara spudoratamente. E’ preoccupato, per- derlo in sala, sedendosi in ultima fila. Davanti semplicemente immaginati. Il titolo a cui ave- ché insieme ai pellegrini, a Roma sono arriva- a lui una signora accompagnata dal figlio. va pensato era “Santa città-Indulgenze scelle- ti ladri, borseggiatori… Checco, intanto, Due pesi massimi. Commentavano il film a rate”. «Ricordo che partii da un fatto storico, confuso tra la folla sfila portafogli dalle tasche voce alta. Si lamentavano continuamente: un ricatto che aveva privato Roma di tutte le dei pellegrini. Un frate che chiede la carità, lo «Ma che film è questo, non si mangia mai. Co- prostitute durante l’Anno santo, relegandole tiene d’occhio e, quando sta per allontanarsi me si fa a proiettare questa roba?». Alla fine alle Frattocchie… Mi divertirei a girarlo, tor- ammiccante, gli fa capire di aver visto e gli del primo tempo si alzarono e andarono via. nando alle atmosfere di “Storie scellerate”. chiede la sua parte. Checco, da uomo di mon- Sergio ci rimase male. Talmente male che de- Oppure no, lo rifarei in chiave moderna. Ma do, comprende l’antifona e divide il malloppo. cise di non girare mai più un film. Proposito sento che non è un film da due lire, ci vorreb- Anche Orlandina, vinta ogni timidezza, fa af- per fortuna rientrato. Madre e figlio, ipernu- bero tanti soldi, magari gli americani. Ed è fari d’oro. Intanto il Papa, attorniato dai suoi triti, non avevano mai provato i morsi della improbabile che trovi un produttore pazzo consiglieri discute, disserta. L’argomento ruota intorno alle puttane romane. Sono trop- pe. I turisti invece di andare in chiesa, prega- re, preferiscono appartarsi con loro. Checco, nel tentativo di liberare un suo collega dalla gogna riceve un sacco di legnate. Ferito, viene curato e accudito dal frate con il quale ha divi- so il frutto dei suoi borseggi. Orlandina sedu- ce un prefetto amico del Papa e sogna di siste- marsi. Ma arrivati al dunque, l’uomo si rivela impotente e accusa Orlandina di non riuscire ad eccitarlo. Il prefetto accusa Orlandina del suo fallimento e per vendicarsi, ordina ai gen- darmi di identificare tutte le zoccole di Roma e confinarle alle Frattocchie. Tra queste c’è an- che Orlandina che cerca di ribellarsi, inutil- mente. Intanto Checco, perfettamente guari- to, grazie alle cure del frate, è di nuovo per le vie di Roma. La città gli appare strana. Gli uo- mini sono tristi, i mariti litigano con le mogli. Presto scopre il motivo. A Roma non c’è più una mignotta. Scopre che sono state tutte de- portate alle Frattocchie. Vi si reca immediata- mente e incontra Orlandina, depressa, sfidu- I magi randagi sul set . Da sx Rolf Zacker (Gaspare), Silvio Orlando (Melchiorre) e Patrick Bauchau (Baldassarre) ciata. Le ridà coraggio proponendole di lavorare insieme e di organizzare, insieme al- fame. Quindi “Il minestrone” non poteva toc- che mi dica di sì». «La storia, ambientata a Ro- le sue colleghe, una marcia su Roma. Dopo care le corde della loro sensibilità. Sergio al ma, racconta dell’arrivo in città di pellegrini una memorabile mangiata e una sbornia co- contrario l’aveva provata, mitizzandola e dan- da tutto il mondo per il Giubileo. Tra questi c’è lossale, decidono di mettersi in viaggio. Tra- dole anche una valenza positiva. «Mi ricordo Checco che a tarda sera, dopo una lunga cam- vestite da signore per bene, monache, dame che la fame mi metteva voglia di vivere. Quan- minata, giunge sul lungotevere, in una specie di carità, durante la notte rientrano a Roma. do riuscivi a mangiare eri felice, oggi non c’è di bassifondo. Vi trova un pullulare di varia La mattina, il Papa e la sua corte escono dal più questa felicità». Aveva un suo modo di rac- umanità: curiali, maniaci, lenoni, travestiti, Vaticano per una scampagnata. All’improvvi- contare le storie che catturavano il pubblico. ladri, assassini, venditori di souvenir porno- so, da dietro i cespugli, escono tante belle ra- Sia le storie che trasformava in immagini, sia grafici. Le mignotte stanno davanti ai falò. Ce gazze in abiti succinti. E’ uno scandalo. Chie- quelle che rimanevano come possibili futuri n’è una molto giovane, ingenua, che Checco dono di poter ritornare dall’esilio. Checco è progetti. Aveva un chiodo fisso: quello di fare adocchia. Si chiama Orlandina. Si accordano alla testa delle puttane. Il prefetto riconosce un film raccontandolo al pubblico invece di sul prezzo e scendono verso il Tevere, vicino Orlandina e capisce tutto. Ordina alle guar- girarlo. Un film vocale, senza immagini. Sti- all’acqua. Lei ha poca esperienza e chiede a die svizzere di arrestare Checco e le ragazze. molando la fantasia degli ascoltatori. Capaci Checco di dirigere il gioco d’amore. La luna si segue a pag. successiva 27 n.3 25

segue da pag. precedente A Trastevere le mignotte vengono, tra il ludibrio del popolo, fustigate sulle Diari di Cineclub chiappe e rispedite alle Frattocchie. Checco viene condannato a morte. Ma Periodico indipendente di cultura e informazione cinematografica gli affari languono, le puttane sono indispensabili per l’economia della cit- Responsabile Angelo Tantaro tà. Pagano le tasse e sono fonte di introiti. Bisogna trovare un escamotage Via dei Fulvi 47 – 00174 Roma [email protected] per farle tornare. Comitato di Consulenza e Rappresentanza Checco viene grazia- Cecilia Mangini, Giulia Zoppi, Luciana Castellina, Enzo Natta, Citto Anno IV to dal Papa per l’An- Maselli, Marco Asunisn. 25 - febbraio 2015

no santo e le mignot- a questo numero ha collaborato in redazione Maria Caprasecca te fatte rientrare in la pagina di facebook è curata da Patrizia Masala città. E’ festa grande Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri: www.cineclubromafedic.it e in segno di ricono- La testata è stata realizzata da Alessandro Scillitani scenza le mignotte Grafica e impaginazione Angelo Tantaro fanno l’amore gratis La responsabilità dei testi è imputabile esclusivamente agli autori. con tutti. Mogli e ma- I nostri fondi neri: riti si riconciliano e Il periodico è on line e tutti i collaboratori sono volontari. Checco e Orlandina Il costo è zero e viene distribuito gratuitamente. riprendono i loro af- Manda una mail a [email protected] fari, certi di siste- per richiedere l’abbonamento gratuito on line. Sergio Citti regista e sceneggiatore Il suo nome è legato al marsi e vivere felici e Edicole virtuali sodalizio artistico con Pier Paolo Pasolini. Morto nel 2005 contenti». Dopo la ventesima sigaretta (elenco aggiornato a questo numero) a Ostia (Roma) dove poter leggere e/o scaricare il file in formato PDF la storia finisce e il pubblico ne vuole un’altra. Ma Sergio ha fame ed è stanco. Ci rifugiamo in www.cineclubromafedic.it un ristorante del centro città. Il flusso di ricordi si interrompe, il rombo di www.ficc.it un aereo in fase di atterraggio mi fa sobbalzare. Siamo a due passi dall’ae- www.cinit.it roporto di Elmas. Esco dalla sala, spalanco la porta di ingresso. Fuori è not- www.fedic.it te. La strada è illuminata dai lampioni. Come in un flashback mi rivedo a www.cineclubsassari.com Fiumicino, in una serata di fine ottobre. Una giornata trascorsa a casa di Sergio Citti a chiacchierare e raccogliere materiali per il volume a lui dedi- www.umanitaria.ci.it cato, che stavo curando con il giornalista Sergio Naitza. Citti, a un certo blog.libero.it/Apuliacinema punto, non resistette alla tentazione di farci vedere il primo montaggio del www.ilquadraro.it film a cui stava lavorando, “La pietà di Cosa” che sarebbe uscito poi nelle www.cgsweb.it sale con il titolo “Vipera”, probabilmente imposto dalla produzione. D’im- www.sardiniafilmfestival.it provviso, si ricordò che doveva andare in ospedale a far visita a suo fratello www.arciiglesias.it Franco, colpito qualche settimana prima da un’ischemia cerebrale. Ci con- www.associazioneculturalejanas.com gedò con qualche imbarazzo, scusandosi di non poterci accompagnare in www.youtube.com/user/JanasTV1 aeroporto. Restò sull’uscio di casa a osservarci mentre ci avviavamo alla ri- www.babelfilmfestival.com cerca di un mezzo che ci trasportasse all’aerostazione. L’ultima volta che ci www.lacinetecasarda.it siamo incontrati, in occasione della presentazione del libro a Cagliari, mi www.retecinemabasilicata.it/blog ha confessato: «Mi sono sentito in colpa, la sera in cui a Fiumicino vi ho www.tysm.org fatti andare via da www.cinemafedic.it soli, senza accompa- www.moviementu.it gnarvi. Vi ho guar- www.giornaledellisola.it dati mentre andava- www.lifeafteroil.org te via da casa mia. www.storiadeifilm.it Eravate spersi, ab- www.passaggidautore.it bandonati. Ho prova- www.cineclubalphaville.it to tenerezza nei vostri www.consequenze.org confronti. Sembrava- www.educinema.it te personaggi dei www.cinematerritorio.wordpress.com miei film o perso- www.retecinemaindipendente.wordpress.com naggi chapliniani. www.alambicco.org Sbattuti per caso in www.centofiori.de un mondo troppo www.sentieriselvaggi.it grande e ostile. Ho www-pane-rose.it immaginato un’in- www.circolozavattini.it quadratura: voi due www.aamod.it/links ripresi di spalle, che www.ilpareredellingegnere.it con passo caracol- f Diari di Cineclub lante, lungo una www.sardegnaeventi24.it strada dritta, senza www.bencast.it fine, vi avviate verso www.gravinacittaaperta.it l’ignoto». www.ilclub35mm.com Alessandro Macis www.suurbanacollegno.it www.anac-autori.it Copertina del volume “Mi chiamo Sergio Citti, racconto storie” collana L’alambicco www.officinavialibera.it cinema, Cuec Cooperativa Universitaria Editrice Cagliaritana, cm 15×21, pp. 186, € 13,00 ISBN 88-87088-85-3 di Alessandro Macis e Sergio Naitza

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