Bollettino Storico Pisano

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Bollettino Storico Pisano Anno III - N. 1 1934-XII Periodico Quadrimestrale C. C. Postale BOLLETTINO STORICO PISANO PISA TIPOGRAFIA EDITRICE U. GIARDINI Comitato di Redazione MANCINI Prof. AUGUSTO della R. Università di Pisa MANGHI Mons. Prof. ARISTO PICOTTI Prof. G. B. della R. Università di Pisa MASS ART Prof. EUGENIO della R. Università di Pisa, Segretario SOMMARIO: Articoli. P. L. Consor tini. - Le mura di Volterra . Pag. 7 A . S a v e 11 i. - Due rapporti politici del Provvedie tore dell' /. e R. Università di Pisa, (16 agosto e 10 settembre 1841} al 1 Soprintendente degli studi del Granducato '..................................................... 29 Fonti, Documenti, Indici. E. Schiaffino. - Elenco dei Dottorati di stranieri e di non toscani nell’ Università di Pisa . „ 49 Varietà. M . Luzzatto. - 'Notizie di storia Pisana in docu» menti pratesi................................................................ », 59 Notiziario bibliografico................................................„ 63 Per il Centenario della nascita di Antonio Pacino Iti . „ 69 Necrologie......................................................................... ,, 71 Riassunto degli articoli e delle note . „ 75 Direzione e Amminiitraxione, Via Roma, 19, P. I LE MURA DI VOLTERRA È ormai pacifico che le nostre vetustissime città nei secoli precedenti il VI a. C. non erano difese da cinte murali in pietra, ma solo dall'asprezza delle rocce native o da terrapieni od aggeri rafforzati da opere in legname (’). Così Volterra: ma le prime sue mura non sono tanto tarde, quanto da taluno si afferma (21 ). Quando tutta la gran cerchia mu­ rale abbia avuto inizio e compimento, è vano ricercare nelle fonti letterarie, che sono tutte relativamente tarde. Sembra che alluda alla loro esistenza lo Pseudo-Aristotile (De mir. ause., 94) che la dice città singolarmente difesa e potente, la (1) Gustav Horte, Gli Etruschi, Trad. Pontrandolfi, Firenze, Bar­ bèra, 1909, pag. 47, e Ducati, Arte Etnisca, I. pag. 77. (2) Tra i moderni ritengono tarde le suddette mura il Ghirardini, IV sec. a. C., il Ducati non anteriori al IV, il Toscanelli tra il IV, III e II sec. a. C. Le ritengono più antiche Goffredo Bendinelli ‘ tra il V e IV il Solari tra V e IV, Corrado Ricci tra la fine del VII-IV o III a. C., il Nogara tra la fine dei VII e il VI a. C. E’ probabile siano state iniziate sui primi del VI sec. a. C. e compiute nel V. Non le credo più tarde. 8 P. L. Oonsortini ricorda esplicitamente Strabone (V. 223), che non possiamo del tutto escludere sia stato a Volterra ; mentre la narrazione di Livio (X, 12) della sanguinosa battaglia avvenuta nel 298 a. C. tra Etru­ schi e Romani, ad Volaterras, fa supporre che i Romani, quantun­ que vittoriosi, rifuggissero dall’attaccare Volterra, dove si erano ritirati gli Etruschi, appunto perchè già difesa da quelle potenti barriere che due secoli dopo (81 a. C.) neppur Siila potè superare, con due anni d’assedio. Nel III sec. a. C. dunque erano già in piedi queste mura, e, come vedremo per altri argomenti, in tutta la grandiosità del loro perimetro. Per inalzarle occorsero ben due secoli, essendosi circon­ data prima la parte più alta e ardua dell’altipiano, e quindi la più bassa e più breve, come è confermato da esuberanti prove ar­ cheologiche e tecniche. Il lembo estremo della parte più bassa della gran cinta mu-- rale, detto della Guerruccia, zona importantissima perchè proprio essa ci offre i dati per stabilire la cronologia di tutta la cinta ur­ bica, fu ritrovato contenere nel suo interno oltre tombe Villano­ viane, anche tombe a camera tipiche degli Etruschi, che scendono agli scorci del sec. VI a. C. Ma anche la zona sottoposta ed esterna a dette mura, era occupata dai noti ipogei del sec. 1V-I1I a. C., dei quali è pur necessario tener conto. Nell’interno però della gran cinta murale, mai furono rinvenute tombe o ipogei nè del IV sec. a. C. nè posteriori, ma le sole tombe villanoviane, e quelle a camera del VI-V sec. a. C., localizzate alla Guerruccia. Ora trovandosi le suddette mura costrette tra due zone cimiteriali, l’in­ terna con tombe che scendono agli scorci del VI sec. e 1’ esterna, molto prossima e sottostante, con ipogei dalla suppellettile riferibile al IV sec. a. C., cioè con urnette di tufo e d’ alabastro, è da ri­ tenere che le mura della Guerruccia, che sono le ultime costruite, furono elevate negli anni intermedi a questi due secoli, cioè dalla fine del VI agli scorci del V sec. a. C., essendo all’ esterno limi­ tate da ipogei del IV, Le mura di Volterra 9 Tale dato di fatto importantissimo, che infirma tutte le dotte ma errate opinioni sulla tardità delle mura volterrane, ci porta a ritenere certo quanto intravide Ezio Soiaini : che nel sec. V a C. debba essere stata sospesa la tumulazione nella zona della Guer- ruccia ed insieme emanato l’ordine di sgombrare le poche camere sepolcrali quivi esistenti per non profanarle, nè per aver contro la legge una zona sepolcrale entro le mura che si dovevano costruire. Tale opinione, che non diremo peregrina (J), è peraltro ben suffragata dal fatto che le ricordate tombe sulla Guerruccia si limi­ tano a sole quattordici camere, e tra queste, cosa rimarchevole, una lasciata incompleta dagli scavatori, e due trovate senz’ ombra d’in­ dizi di aver contenuto supellettile sepolcrale (2* ). Anche la natura rocciosa del colle della Guerruccia sta in favore dell’ opinione del Soiaini. Gli Etruschi che avevano su quel colletto abbondante pietra necessaria al lavoro di cinta, non avevano asso­ lutamente bisogno di andare a procurarsela in località più lontane. Quindi è ovvio che prima di manomettere quella limitata e roc­ ciosa zona per l’estrazione della pietra, e di compiere la livellazione del colle per erigervi te mura, necessariamente essi dovettero pro­ cedere a sgombrare lo poche tombe a camera ivi esistenti, le quali in forza dei suddetti lavori, rimasero vuote, una anzi incompleta, e tutte prive dei loro ingressi e di ogni segno esteriore. Nè pre­ fi) A. Minto, Le Scoperte Archeol. nell’Agro Volterrano dal 1891 al 1899 (Da appunti Mss. di G. Ghirardini) in ‘ Studi Etruschi *, IV, p. 56. (2) A. Minto, op. cii.y pp. 32, 36, 38 ; corrispondenti alla tomba II, V, VI. Il piccolo colle della Guerruccia era l’estremo lembo e più recente dell’ arcaica necropoli etrusca con grandi tombe a camera che incominciava dal colle ove è l’attuale chiesa di S. Giusto e si estendeva alla Guerruccia. Nella costruzione del Borgo andarono distrutte le tombe, delle quali però resta qualcuna vuota presso l’attuale Campo Sportivo. 10 P. L. Consortini giudica a tale sgombro l’averle ritrovate dopo 25 secoli, con apertura nelle volte, e le più crollate. Tali devastazioni accaddero quando nel sec. XIV, costruita la nuova cinta murale di Volterra, si ammisero nella zona della Guerruccia lavori agricoli prima vie» tatif1), e perchè si ignorava affatto l’esistenza di queste vuote tombe, essendone spariti da ben nove secoli i segnali. Chi è pratico del posto, sa bene che il fatto si ripete anche ai nostri giorni, perché accade sovente ai coloni volterrani, in occasione di scavar fosse, di sfondare volte di già sgombri e dimenticati ipogei, e di ritrovarvi solo miseri relitti della supellettile sepolcrale, come appunto è av» venuto delle tombe a camera della Guerruccia, esplorate dal Ghi= rardini nel 1897-99. Quanto sopra abbiamo osservato, ci offre altresì lume a intuire che gli Etruschi volterrani del sec. V a. C. inoltrato di qualche lustro, giunti alla costruzione delle mura agli sbalzi sopra la Pèttina e della Penerà (2), ove forse secondo il piano originario avrebbe dovuto aver termine la cinta murale, forse insospettiti e messi in guardia fin dal primo apparire dei Galli in Italia e sopratutto dalle continue molestie dei Liguri e dei popoli pirateschi del Tirreno, per potersi opporre più validamente a sì fieri e selvaggi nemici, non chiusero la cinta urbana nei luoghi sopra indicati, ma la prose» guirono nella parte più bassa dell’ altipiano di Volterra, ove nel sec. VI nemmeno avevano pensato di dover giungere. L’ occupa» zione di questa vasta e bellissima zona era per loro in tal momento (1) Statuti Volterrani del l46Sy curati da A. Ci nei. Volterra, Sborgi, 1&76, p. 408 : ‘Et nessuna persona ardisca dentro alle mura della ciptà di Volterra lavorare terra, ne piantare arbore* ecc. (2) lo ritengo che a detti sbalzi dovesse limitarsi il terreno urbano, perchè subito fuori di essi si incomincia a trovar qualche tomba villanoviana, presso la villetta della Pettina, e tombe e stele etrusche alla Pènera. Le mura di Volterra 11 della massima importanza, poiché di qui potevano con facilità e sicurezza dominare tutti i sentieri più pericolosi che movevano dai valichi dell’ Arno, e difendersi da qualsiasi aggressione. Lavoro com- piuto, anche questo, negli ultimi del V sec. a. C.. come provano non solo i ricordati esterni ipogei del IV sec. a. C. sotto le mura della Guerruccia, ma anche stele etnische, semplicemente inscritte, del sec. Ili, trovate nel campo sottostante delle mura di S. Chiara presso la Pènera, ed alcuni ipogei dello stesso secolo dei precedenti trovati presso le mura della Torricella, ed oggi convertiti in fresche cantine della graziosa e prossima villetta omonima del sig. Giacinto Guerrieri ).(* Che del suddetto prolungamento, f ultimo tratto costruito sia stato quello che recinge il colle della Guerruccia, lo riconobbe lo stesso Ghirlandini (21 ). Anzi la difficoltà che egli affaccia per in® durre la scarsa antichità delle mura più alte, data l’identica tecnica che presentano le più basse ultime costruite, non regge. Si tratta dì costruzione non mai interrotta, e della medesima qualità di pietra usata nel lavoro. Elimina poi ogni obiezione il fatto che nel tratto prolungato per recingere la parte più recente, un qualche lieve tecnico progresso sicuramente si nota ; come nelle due grandi boc­ che di cloache alle mura di S.
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