Alligator Nail
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CICLOSTILATO IN PROPRIO - DISTRIBUZIONE GRATUITA - FANZINE D’ ACQUA DOLCE - Anno XII - N°120 SETTEMBRE 2011 - N. 120 ALLIGATOR NAIL MARMOTTE, LUPI & ALLIGATORI Abbiamo trascorso le “meritate” vacanze estive a Degioz, incantevole paesino tra le montagne della Valle D’Aosta. Quindici giorni in un paradiso incontaminato, con le marmotte a pochi metri dalla porta di casa, senza TV, con un po’ di Radio (Rai-Radio 1) e buona musica (gli Alligator Nail – che vedete sopra). I figli all’inizio hanno protestato per la mancanza della tv. Poi hanno “imparato” il ritmo della radio e, di colpo, la tv ha smesso di essere il “nocciolo” delle richieste. Si vive bene con poco, nell’immenso spazio della tranquillità senza chiasso, senza eccessi. In fondo la montagna (questo tipo di montagna) insegna che per vivere bene serve solo l’indispensabile. Le diverse fontane del paese sono preziose per il rifornimento d’acqua potabile e quando gli abitanti del posto mi hanno visto camminare per il paese con il cestello d’acqua minerale “Levissima” nelle bottiglie di plastica sorridevano (a ragione) sarcastici. L’acqua era sempre stata lì, alle fontane … gratis … e (probabilmente) più “sana “ della mia … di marca. Lì a Degioz, poco prima della primavera appena passata, hanno avvistato un lupo in paese… un evento raro che depone sulla “straordinarietà” del posto. Tra i richiami delle marmotte, il lupo e la musica degli Alligator Nail mi sono veramente rigenerato al freschino di quei 1500 metri. Poi è bastato tornare in Brianza con i 37 gradi della settimana più calda d’estate … e mi son già esaurito!! (RM) DISCHI DEL MESE ALLIGATOR NAIL “GERIZON” di Rho Mauro “New Orleans Blues” : questo fanno gli ALLIGATOR NAIL. E lo fanno maledettamente bene. Tanto che, se nessuno vi avvertisse prima che arrivano da quel di Verona, sfido chiunque a non crederli autentici artisti della Louisiana. Attivi dall’ottobre 2005 gli ALLIGATOR NAIL hanno ben chiare sin dall’origine le coordinate di quella che è la loro avventura musicale: l’intenzione è quella di offrire uno spettacolo dinamico e coinvolgente dal repertorio ricercato in un blues contaminato da influenze soul, cajun e zydeco. Un programma decisamente impegnativo, per niente facile, perché per suonare questa musica occorre calarsi completamente negli umori del luogo, sin nelle paludi della Louisiana. Non bisogna temere i coccodrilli, gli stregoni delle paludi e i loro riti voodoo. Tra i misteriosi riti degli stregoni delle paludi vi è quello che porta la guarigione … non solo magia nera e sortilegi, quindi. E gli ALLIGATOR NAIL lo sanno bene. Tanto bene da aver intitolato il loro ultimo lavoro proprio così: GERIZON che in lingua creola significa proprio GUARIGIONE. In questo contesto spicca la figura della vocalist leader del gruppo Stephanie Ghizzoni. Sul palco addobbato con dipinti, oggetti e amuleti che richiamano proprio tutte le tipiche tradizioni creole la Ghizzoni guida il gruppo indossando abiti e cappelli stravaganti che rievocano i colori e tutta l’allegria delle strade di New Orlenas, quando la attraversano i cortei carnevaleschi. Dietro le luci e le ombre del palco il ritmo della musica degli ALLIGATOR NAIL ci trasporta veramente in un’altra dimensione e, senza tema di essere smentiti, possiamo ben ritenere che siano pochi, in Italia, a poter proporre questo genere di spettacolo meglio dei nostri. Nel gennaio del 2007, dopo che il gruppo si è esibito dal vivo in diversi paesi d’Europa (Germania e Svizzera, in particolare), ecco arrivare il primo disco (autoprodotto): “LIVE DONATION” è un disco dal vivo contenente sette tracce. Quindi nel gennaio 2009 i nostri danno alle stampe la loro seconda fatica discografica: “SURFIN’ON THE BIG EASY” (che potete trovare senza fatica sulla piattaforma I-Tunes) è un album dedicato alla città di New Orleans e alla sua tradizione musicale, una tradizione legata alle feste carnevalesche, ai colori e alle sfilate del Mardi Gras, un lavoro arricchito anche dalla presenza di amici musicisti originari proprio della cittadina statunitense. Ed eccoci, quindi all’ultimo disco, appena uscito e oggetto della nostra attenzione: GERIZON si compone di nove tracce distribuite in 37 minuti e rotti di splendida musica che abbraccia tutte quante le direttive musicali che il gruppo ha nel suo programma. Delle 9 tracce del disco otto sono composizioni originali degli ALLIGATOR NAIL mentre una canzone HOUND DOG è una cover di un vecchio brano di J. Lieber e M. Stoller). Partendo dall’iniziale LADY CROCODILE con i suoi ritmi paludosi ed inoltrandoci nella successiva IVECO ZYDECO zeppa di ritmi festosi abbiamo già una buona idea di quella che è la straordinaria capacità degli ALLIGATOR NAIL di far propria questa tradizione musicale di New Orleans e di diffonderla alle masse. Proprio perché in calce a questo numero vi racconterò di un “Grande”, che proprio a New Orleans ha abitato per parecchio tempo, vi dirò anche che questo “Grande” avrebbe apprezzato moltissimo questi suoni e questo disco. Il Grande Willy De Ville con il suo VICTORY MIXTURE raccontò la “sua” New Orleans… e questo GERIZON gli sarebbe piaciuto. In PLEASE COME TO ME JESUS la fa da padrone il gospel, ed è sempre un grande festa. Molto più riflessiva è, invece, la canzone seguente THANK YOU CLAUDY. I BROKE MY FEMUR BUT I’M HAPPY (BECAUSE OF A MORPHINE) è, sin dal titolo, un pezzo molto ironico che mischia al blues ritmi più consoni alle ballate country in old-style. Nelle più “nostrane” PEPERONI e ZIO BEPPE i ritmi spaziano ancora tra il soul-blues della prima e il rock-blues della seconda regalandoci momenti di vera delizia. La cover HOUND DOG è eseguita in maniera superba, come da manuale, e lo standard classico della canzone risulta essere esaltato dall’interpretazione vocale della Ghizzoni. A chiudere il cerchio non poteva che esserci una canzone d’amore dedicata a New Orleans. Così è ancora la splendida voce di Stephanie “Ocean” Ghizzoni a regalarci emozioni con NEW ORLEANS’ CALL. Ma gli ALLIGATOR NAIL non sono solo la Ghizzoni … i ragazzi che ci danno dentro e hanno contribuito a rendere questo disco un puro, semplice e sincero concentrato di NEW ORLEANS BLUES sono: Giorgio Peggiani alla voce e all’armonica, Marco Xeres al basso, Paolo Xeres alle percussioni, F. Palmas, S. Boffa, C. Kaufmann e G. Cerpelloni alle chitarre. Per chiudere questo nostro viaggio nelle paludi della Louisiana, non mi resta che consigliarvi, caldamente, di andare ad ascoltare la loro musica sul loro MYSPACE … oppure cercare su I-Tunes le loro canzoni … le canzoni di GERIZON ma anche le stupende WORRIED WIFE BLUES e COFFE IN THE COFFIN … pezzi unici … che vi trasporteranno proprio lì, nelle feste del Mardì Gras … ma occhio ai coccodrilli … Musica altamente contagiosa … e non diteci che non vi avevamo avvisati. Foto tratte dal sito www.myspace.com/alligatornail Link: www.myspace.com/alligatornail BEPPE DONADIO “FIGURINE” di Fabio Antonelli Concludendo di Figurine dico che è proprio un gran bell’album! No, non sto scherzando, non si tratta di un gioco di parole da settimana enigmistica, è solo la pura verità e se comincio dalle conclusioni è perché ormai viviamo quotidianamente in un mondo in cui si ha sempre fretta e non si trova più il tempo di andare oltre un titolo, oltre le prime due righe di un testo, oltre le apparenze. In un tale contesto è allora difficile riuscire a cogliere tutta l’umanità e la sensibilità che sta dietro ad un disco che è prezioso sin dalla copertina realizzata da Mordillo e dal libretto che lo accompagna. Ha forse ragione Beppe Donadio quando in “Piano piano”, una dolcissima canzone in cui tenta un primo bilancio della propria esistenza dice che “le canzoni sono come delle conchiglie che ognuno poi ci sente il mare che preferisce”. Io, non potendo ovviamente farvi ascoltare il disco, cercherò allora di trasmettervi cosa ho sentito o, meglio, cos’ho provato nell’ascoltarlo a cominciare dalla tenerissima “Il primo uomo sulla neve”, cantata da Beppe in coppia con Fabio Concato, un’incantevole fotografia della grande nevicata del 1985, le auto irriconoscibili sotto la coltre di neve e la sensazione di muovere i primi passi assoluti su terreni immacolati, proprio come quelli della luna, ma soprattutto una grande nostalgia, come s’intuisce dalle ultime amare parole “e bianche sono le cose, anche se non sono bianche / e cambiano le cose: adesso sono grande”. Il passato è più che mai presente anche in “Figurine” che si apre con la telecronaca della finale del mondiale in Spagna del 1982 dall’indimenticabile voce di Nando Martellini e ci conduce poi tra le pagine dei ricordi personali di Beppe “piccole cose, tutte le piccole cose che ci hanno fatto cambiare, crescere e andare”. Sergio Mancinelli, nella contro copertina del disco, ha scritto che le “Figurine” di Beppe “raccontano un mondo ancora pulito dentro e fuori” ed è vero, basta ascoltare “La stanza dei bottoni”, in cui racconta in maniera esemplare il rapporto di amore, fiducia e reciproca stima vissuto dai suoi genitori. Quale sarà la ricetta segreta, vi chiederete, nessuna stranezza, perché come Beppe canta alla fine del brano “fortuna che mio padre, che mi ha insegnato a perdere con stile / ha rispettato mia madre, in cambio del suo sole / e non esiste un senso, un fine naturale / l’amore regalato è l’amore normale” e scusate se è poco, in questa era dominata dal bunga bunga. Alla sfera dell’intimità appartengono anche “La fine del mondo” e la conclusiva “Il girotondo (figurine doppie)”, la prima stilisticamente pop è un canto d’amore, apparentemente legato alla quotidianità che in realtà guarda oltre, perché “la vita cambia sempre e non è mai finita / è solo una partita, non la fine del mondo”, mentre la seconda è una delicata canzone legata ai ricordi ed è suonata al pianoforte, in punta di dita, dallo stesso Beppe e, devo ammettere, mi ha lasciato con un velo di commozione.