Castelli, Rocche E Fortezze
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Castelli, rocche e fortezze Castelli, rocche e fortezze La zona intorno a Camerino è una zona di castelli, fortezze, rocche, risalenti al periodo dal 1200 al 1700. Moltissime delle costruzioni antiche sono state abbandonate, distrutte per recuperarne i materiali e quasi di- menticate. Alcune sono state restaurate da privati, alcune dagli enti pubblici. Qualcuna è visitabile per il pubbli- co. Se vi spostate di pochi chilometri dalla nostra locanda, ne potete vedere qualcuna, alcuni resti si possono scoprire solo per caso, passeggiando per la campagna. Rocca d’Ajello, Camerino Il sistema di fortificazione del territorio dello Stato di Camerino (secc. XIII-XVI): dall'Intagliata alle residenze rinascimentali All'assetto morfologico della Marca di Camerino, già natural- mente conformata come un territorio strategicamente sicuro, Severino, i Chiavelli a Fabriano, i Trinci a Foligno, i Brunforte elevato sulla sinclinale e protetto dalla chiostra dei contrafforti ad Amandola. della dorsale appenninica, la politica del casato dei Varano Giovanni Spacalferro è l'artefice dell' Intagliata, la linea di che vi esercita la signoria fra il XIII ed il XVI secolo unisce un difesa costituita mediante l'abbattimento di alberi e la palifica- valido baluardo artificiale, costituito da un complesso sistema zione per una lunghezza superiore ai dieci chilometri nel com- di fortificazioni. parto settentrionale controllato da Camerino, dalla Porta di Già nel 1240 il cardinale Sinibaldo Fieschi, il futuro pontefice Ferro ad Ovest fino alla Torre Beregna ad Est, attraverso le Innocenzo IV, aveva provveduto in veste di Legato pontificio rocche di Lanciano, Torre del Parco, Aiello, collegate median- ad emanare un diploma destinato a circoscrivere l'area d'in- te segnalazioni a vista. Oltre la Torre detta Porta di Ferro, da fluenza della città di Camerino: il territorio sottoposto al con- cui erano controllate le saracinesche che regolavano il flusso trollo camerte era solcato dal Chienti e dal Potenza, da Serra- delle acque oltre la gola di Pioraco, il castello di Lanciano valle a Belforte, da Fiuminata ad Ancaiano, delimitato ad o- costituisce la prima rocca allineata lungo la barriera difensiva riente dal Fiastra, da Cessapalombo fino a Bolognola, era progettata da Giovanni di Berardo. costellato da castelli, come Fiuminata e Sorti ad ovest, Prola- In precedenza, Lanciano era stato annoverato fra i possedi- queum, Agellum, Terraimundi, Crispiero a Nord, Borianum, menti varaneschi nel testamento di Gentile II, redatto il 28 Caldarola, Vistignanum, Moricum ad Est, Caspriano e Caprilia gennaio 1350: si trattava ancora di un borgo rurale, caratteriz- a Sud. zato dalla presenza di un mulino. Il diploma del cardinale Fieschi consente di avere un quadro La rocca fortificata di Lanciano, che un documento del 1468 sostanzialmente ben articolato e dettagliato riguardo all'appa- annovera fra le tredici arces del territorio di Camerino, verrà rato difensivo che intorno alla metà del XIII secolo si era so- trasformata in residenza signorile dopo il 1492, quando Giulio vrapposto e si era integrato alle difese naturali sul territorio Cesare Varano ne fa dono alla moglie Giovanna Malatesta. scandito dalla sinclinale: già in età comunale, dunque, la città Si protende verso Castelraimondo, prossima al corso del Po- di Camerino si era venuta dotando di un sistema complesso tenza, la poderosa Torre del Parco, alta 24 metri, denominata di fortificazione, destinato ad essere integrato e potenziato un per la sua natura eminentemente difensiva Salvum me fac: secolo più tardi, al tempo della signoria dei Varano. accanto ad essa, erano i mulini ed i caseggiati dei contadini, Già nel 1234, al tempo delle contese fra Guelfi e Ghibellini, passati al tempo della reggenza di Caterina Cybo alla Confra- presso il consiglio del Comune di Camerino è accreditato il ternita del Sacramento. Lo sbarramento dell'Intagliata prose- giudice Ridolfo Varano. Ai tristi eventi del 12 agosto 1259, guiva verso Est con la Rocca d'Ajello, eretta già al tempo di quando la città fu fatta preda delle truppe ghibelline di Manfre- Gentile I, nella seconda metà del XIII secolo. L'antica fortifica- di, seguì un periodo di tregua, fino a quando i fuoriusciti non zione era costituita da due torri di avvistamento collegate me- furono in grado di riorganizzare le fila e rientrare in possesso diante una galleria. Giovanni di Berardo ne fece una rocca delle loro case. vera e propria, inglobando i più antichi corpi di fabbrica delle Fu Giovanni di Berardo detto Spacalferro, a dedicarsi in linea torri in una struttura complessa, allestita poi come palatium da prioritaria all'opera di fortificazione dello stato signorile che Giulio Cesare Varano intorno alla fine del XV secolo. veniva consolidandosi ai danni delle casate che controllavano La linea di difesa giungeva fino alla Torre Beregna, o Torre i territori limitrofi, gli Ottoni a Matelica, gli Smeducci a San Troncapassi, eretta a guardia del territorio prospiciente i belli- Castelli, rocche e fortezze è quanto Giulio Cesare compie nel 1464 a Beldiletto, il cui castrum viene riallestito co- me villa fortificata, e Giovanna Malatesta realizza dopo il 1492 a Lanciano. Il castello di Beldiletto, in cui due sale a pianterreno conservano traccia degli affre- schi del XV secolo, fu utilizzato dunque co- me casino di caccia. "Giovanna Malatesta, come ch' emulasse il marito, faceva alzare intorno à quei tempi sù le sponde del fiume Potenza la Fortezza col Palazzo di Lanciano. Era questa formata da una gran corte principalmente, e da una gran sala ornata di pitture, e de' ritratti delle Donne Illustri" . L'aggressiva politica messa in atto da Ales- sandro VI mediante la campagna militare di Cesare Borgia sconvolse la corte di Cameri- Torrette di Crispiero no, così come gli stati minori dell'Umbria, delle Marche e della Toscana: nell'arco di cosi centri di Matelica e Sanseverino. pochi decenni, le autonomie locali sarebbero state assorbite dallo Stato della Chiesa, L'intensa attività di fortificazione compiuta fin dal 1350 ad ope- cristallizzando così ogni espressione locale ra di Giovanni di Berardo comprende, oltre alla realizzazione nel campo dell'architettura e delle arti figura- dell'Intagliata, la fortificazione dei castelli di Sentino, di Beldilet- tive in genere. to e di Appennino, che a distanza di un secolo saranno oggetto di sistematici interventi di restauro e di trasformazione in resi- denze fortificate. Nel 1468, dopo un decennio di oculato gover- no e dopo aver militato al servizio della Chiesa, Giulio Cesare Varano ottenne da papa Paolo II un diploma di investitura della signoria di Camerino. Tratto da: Il documento, redatto dalla Cancelleria Vaticana, enumera ben Ileana Tozzi sessanta luoghi fortificati all'interno del territorio controllato dal Le Marche dei Da Varano. Storia di una dinastia Varano. dell’Italia Mediana Il decreto di investitura, che consolidava i rapporti fra il Pontefi- Macerata, Fondazione Cassa di Risparmio delle ce ed il signore di Camerino, chiariva inoltre inequivocabilmen- Provincia di Macerata, 1999 te il problema dinastico della successione, prevedibile alla mor- te di Giulio Cesare che non aveva eredi maschi legittimi. Al tempo di Giulio Cesare Varano, quando lo Stato di Cameri- no aveva vissuto per qualche decennio in una condizione di stabilità amministrativa e di benessere economico e la corte signorile aveva saputo rappresentare un centro vivace della cultura protorinascimentale, le antiche fortificazioni erano state ingentilite negli arredi ed adattate architettonicamente a nuove funzioni di ospitalità e residenza civile. Vita pubblica e vita privata si fondono, a Camerino, presso le abitazioni dei Varano, secondo una prassi diffusa presso le corti minori del Rinascimento italiano presso imitate dalle casa- te regnanti d'oltralpe. La vita vi si svolgeva lieta ed animata, il tempo passava "in suonare, cantare, ballare, pazzeggiare" secondo la testimo- nianza autobiografica della Santa Camilla Battista: erano fre- quenti le feste, le giostre, le cacciate, così come le visite di ospiti di riguardo, per parentela o per diplomazia . La corte era frequentemente allietata dalla presenza di suona- tori e cantori, dal ricco repertorio musicale: particolarmente apprezzate erano le canzoni a ballo eseguite con gli strumenti a corda, come viole, arpe, citare, liuti. Non minore era l'atten- zione verso le humanae litterae. Non siamo in grado di individuare con sufficiente esattezza i termini della forma urbis che Giulio Casare Varano, autentico signore rinascimentale, doveva aver previsto per modellare Camerino come città ideale: il suo progetto fu violentemente interrotto dagli eventi del 1502. Il disegno culturale, politico ed artistico di sottrarre il territorio alle asperità della natura ed alle esigenze della storia fu mani- festo nella trasformazione di alcuni elementi del sistema difen- sivo dei secoli passati in amene residenze: Rocca d’Ajello, Camerino Castelli, rocche e fortezze Castelli e fortezze dei da Varano intorno a Camerino Rocca d’Ajello Castelli, rocche e fortezze pochissime informazioni. Sappiamo che la torre faceva parte dell’ “intagliata” costruita da Giovanni, detto il Spaccaferro, alla fine del XIII. secolo. A Castelraimondo, il cosiddetto Cassero, era un’altra delle torri di avvistamento fatte edificare dalla signoria dei Da Vara- no a difesa della città di Camerino, per un tratto di 12 km da Pioraco fino a Torre Beregna, durante le guerre con i paesi vicini di Matelica e San Severino. La torre, merlata ed