Gennaio Febbraio 2009 N. N. 2/2009 - Sped. in Post. abb. – 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano.

Scialpinismo Valle dell'Isonzo, Escursionismo Monti Liguri, Pasubio Personaggi Cassin compie 100 anni Febbraio Febbraio 2009 Supplemento bimestrale a “Rivista Alpino la del Club Italiano - Lo Scarpone” Gennaio

LR_1_2009 CROMALIN.indd 1 12-01-2009 11:59:06 anz_zzero_210x280_ITA.indd 1 09.10.2008 12:05:10 Uhr LR_1_2009 CROMALIN.indd 2 12-01-2009 11:59:25 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo lata ve ascensioni Il periodo di trapasso ad un nuovo anno è giocoforza per tutti un momento loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista

di bilanci e di programmi per l’avvenire. Se ciò vale per i singoli, a maggior Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura ragione lo è per l’intera nostra grande associazione, il CAI, la quale – come di Pier Giorgio Oliveti spesso appuntiamo – è abituata forse più al “fare” concreto e quotidiano – rifugi o sentieri, corsi di formazione, soccorso o pubblicazioni, che siano – che al “dire”, al riflettere, al confrontare, al condividere. Sappiamo tutti che per le grandi imprese, anche alpinistiche, occorre prima un grande impegno teoretico, un incipit da cui scaturisce l’”idea”, prima ancora che il lavoro programmatico sul terreno. La vocazione costitutiva all’agire Cambio concreto sul territorio in montagna non deve però andare a detrimento della nostra capacità di “pensare”, di progettare strategicamente il nostro presente e futuro. Come direbbero di gli informatici, a forza di occuparci dell’”hardware” rischiamo di rimanere senza “software” ... Parliamoci chiaro: noi che siamo Soci da ben più di un decennio e che operiamo nelle Sezioni, marcia negli attivissimi gruppi di amici e consoci che rappresentano il cuore pulsante del nostro essere club, sappiamo bene che al nostro interno prevale da sempre la fase construens, organizzativa e fattiva; chi “filosofeggia” prestando un volto troppo “intellettuale”, è amabilmente compatito, per non dire snobbato ... Oggi, di fronte ai cambiamenti cui andiamo incontro, all’evidente “accelerazione” dell’epoca che rischia davvero di portare il conto – tutto in una volta – dei nodi irrisolti nel nostro modello di sviluppo degli ultimi decenni, il nostro atteggiamento probabilmente non è più sufficiente, nemmeno per un grande e glorioso club come il nostro. Non lo dico io, sono le risultanze del 98° Congresso nazionale del CAI che si è tenuto a Predazzo nell’ottobre scorso in cui si è parlato,certo, di alpinismo, ma anche e soprattutto di avvenire possibile per il CAI, di cultura come concreto progetto d’azione, di giovani come protagonisti del presente e del futuro, di ambiente non come categoria a sé stante ma come filo rosso di ogni azione per dare concrete opportunità alla montagna e ai montanari, per dare futuro alle nostre attività sull’alpe non alienata. Questo è oramai un comune sentire tanto dei dirigenti e dei Soci, quanto degli osservatori esterni più avveduti. E’ stato di sicuro importante fermarsi due giorni e parlarci, per continuare nel migliore dei modi possibile a “riprogettare” la nostra tradizione “dinamica”. Occorre di certo proseguire in questa direzione “vettoriale” per il CAI, che finalmente si dà una direzione di cammino, legando il momento programmatico con le azioni, il “saper fare” con il progetto a medio e a lungo termine.

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anz_zzero_210x280_ITA.indd 1 09.10.2008 12:05:10 Uhr LR_1_2009 CROMALIN.indd 1 12-01-2009 11:59:35 Il nostro è sempre un dibat- tura” minoritaria. In Italia, per tutti noi. Possiamo dire lità, esercitare davvero la tito aperto, fondato però nonostante la geografia che abbiamo assistito nelle funzione di “sentinella” su solide basi culturali, su ascriva a colline e montagne parole di tanti, dai relatori della montagna come invoca una tradizione ispirata da un po’ più del cinquanta per ospiti ai dirigenti e consiglieri l’amico e collega Paolo Quintino Sella e dai padri cento della superficie nazio- centrali, da tanti presidenti di Rumiz. “No al ludismo” fine fondatori che certo non nale, la cultura dominante GR ai semplici Soci, all’en- a se stesso, dice Salsa, “no al dimentichiamo ma che è del tutto “metropolitano trata definitiva e assordante dopolavorismo”,”no a nuove dobbiamo sempre aggiornare centrica”, costiera per non della “variabile ambiente”. forme di colonialismo econo- senza mai abdicare ai nostri dire balneare. Per di più, in E’ stato lo stesso Annibale mico volte allo sfruttamento principi fondanti. Emerge generale, scontiamo ritardi Salsa nelle parole di chiusura delle (ultime) risorse naturali una nuova consapevolezza che mentre noi ci riuniamo, parliamo, dibattiamo, cambiano gli stili di vita, e cambiano le priorità per milioni di uomini e di donne, per le famiglie, per le imprese ... E’ una società di sicuro in trasformazione, anche se nessuno o quasi sa oggi quale sarà l’approdo. Operiamo inoltre in un contesto nazio- nale ed europeo affatto facile, all’interno del quale però dobbiamo sforzarci di rico- noscere la forza “creativa”, le numerose opportunità che pur ci sono, talune di portata “storica” per il CAI. Vi sono avanti a noi enormi spazi di crescita qualitativa ma più ancora quantitativa culturali e formativi: un a ricordare che “è necessario in montagna”, “sì al turismo che ancora non abbiamo recente report del Censis passare senza indugi dalla culturale rispettoso dei luoghi “interiorizzato”, esplorato, realizzato per conto del Coni, difesa dello spazio ludico a e dei patrimoni storici”, intercettato. Mi riferisco, ad ha evidenziato che il 41% di quello vitale in montagna”, “sì a tutte le attività socio- esempio, al mondo giovanile tutti gli italiani non pratica ricomprendendo in quest’ul- economiche non invasive e nel suo complesso, per il mai alcuna attività sportiva timo l’impegno prioritario da definitive”, “sì allo sviluppo quale nonostante i decennali (primato negativo in Europa): parte delle oltre trecentomila sostenibile “personalizzato” intensi ed encomiabili sforzi un dato alquanto bizzarro famiglie di noi Soci del CAI per gli ambiti montani, riven- dei nostri organi tecnici, per un popolo, il nostro, che per vigilare con competenza dicando una differenziazione stentiamo ad incidere con detiene il record mondiale di e passione sui destini delle tra l’urbs e la montagna”. continuità ed efficacia. Non ore televisive dedicate allo Terre Alte. Se non saremo L’obiettivo per il CAI del dimentichiamo che se siamo sport per anno (oltre 22 mila in grado di diventare fino in futuro è dunque quello di uno dei più grandi club ore ...). Abbiamo, dunque, fondo il “telefono azzurro” portare la montagna al centro alpini al mondo (il secondo un bel da fare per convincere della montagna, il front degli interessi nazionali ed per numero di Soci ...), nel milioni di concittadini “tifosi office che segnala, istruisce, europei, realizzando al nostro nostro paese rappresentiamo da salotto” a lasciare per un sensibilizza, suggerisce la interno un cambio di passo pur sempre una “controcul- giorno il comodo divano con risoluzione di problemi in per abbracciare davvero telecomando e “avventurarsi” montagna da parte degli “la montagna a 360°”, per lungo il sentiero o in parete organi preposti, saremo assicurare alla montagna e o in grotta per “sentire la destinati passo passo ad alle sue comunità abitanti un montagna”, amarla e rispet- una riduzione del nostro avvenire di qualità. Si aprono tarla. Ma da Predazzo – tra ruolo storico prima ancora dunque prospettive nuove e gli innumerevoli stimoli che che operativo. Non è certo di tutto rispetto per il nostro richiederanno mesi ed anni questo quel che vogliamo. club: dobbiamo come sempre per essere tutti esplicitati ed Ma entrare nel merito del saperle cogliere e declinare, eventualmente fatti nostri modello di sviluppo delle tutti assieme nel migliore – è giunto anche qualcosa aree montane significa dei modi. Prossimamente su d’altro, di nuovo e di “poli- per il CAI una prospettiva queste pagine. Excelsior! n ticamente impegnativo” di immensa responsabi- [email protected] 2

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2009 Gennaio febbraio

ve ascensioni Copertina Il Cimone loescursionismo della Bagozza a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica (f. K3 photo agency) erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura

Anno 130 Volume CXXiX 2009 Gennaio Febbraio 44 Direttore Responsabile: Pier Giorgio Oliveti Direttore Editoriale: Vinicio Vatteroni Redazione e Impaginazione: Cervelli in Azione srl Luca Calzolari (Responsabile) Stefano Mandelli, Adalberto Arrigoni Nina Schmalz (Impaginazione) 32 Collaboratore di Redazione: Alessandro Giorgetta Segreteria di Redazione: Editoriale Arrampicata Adalberto Arrigoni, C.I.A. srl Cambio di marcia Varasova Tel. 02/2057231 Pier Giorgio Oliveti 1Alessandro Superti 50 e-mail: [email protected] cai - Sede Sociale: 10131 Torino, Monte dei Cappuccini. Sede Legale - Il tema Alpinismo/Storia 20124 Milano, Via E. Petrella, 19 - Sta nascendo il ciclosentiero italia Bessanese Cas. post. 10001 - 20110 Milano - Claudio Coppola 4 Lino Fornelli 56 Tel. 02/205723.1. (ric. aut.) Fax 02/205723.201. Sotto la lente cai su Internet: www.cai.it Speleologia MargHerita Atacama Telegr. centralcai milano C/c post. Roberto Mantovani 6 15200207 intestato a cai Club Alpino Galliano Bressan 60 Italiano, Servizio Tesoreria Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano. Cronaca Alpinistica Scienza e Montagna Abbonamenti a la Rivista del Club Alpino a cura di Antonella Cicogna Permafrost e Mario Manica 8 Italiano - Lo Scarpone: 12 fascicoli del Jacopo Pasotti 65 notiziario mensile e 6 del bimestrale illustrato: abb. soci familiari: € 10,90; Nuove Ascensioni 66 abb. soci giovani: € 5,45; abb. sezioni, a cura di Roberto Mazzilis 10 Libri di montagna sottosezioni e rifugi: € 10,90; abb. non soci: € 35,40; supplemento spese Letteratura per recapito all’estero: Europa - bacino Arrampicata Premio Mazzotti € a cura di Luisa Iovane del Mediterraneo 22,92 / Africa - Asia - Andrea Rossi e Silvia Metzeltin 70 Americhe € 26,70 / Oceania € 28,20 e Heinz Mariacher 12 Fascicoli sciolti, comprese spese postali: bimestrale + mensile (mesi pari): Personaggi Monte dei Cappuccini soci € 5,45, non soci € 8,20; mensile Cassin ha cento anni a cura del Museo Nazionale della € Montagna e della Biblioteca Nazionale 72 (mesi dispari): soci 1,90, non soci Eugenio Pesci 14 € 3,30. Per fascicoli arretrati dal 1882 al 1978: Studio Bibliografico San Mamolo Ambiente di Pierpaolo Bergonzoni & C. snc, Attualità Sentieri di salute Via Dal Vento Via XX Settembre, 42 - 40050 Dozza (BO) - David Fiacchini 74 tel. e fax 0542/679083 a cura di Stefano Mandelli Segnalazioni di mancato ricevimento vanno e Luca Calzolari 20 indirizzate alla propria Sezione. Alta salute Indirizzare tutta la corrispondenza Scialpinismo Formazione Medica e il materiale a: Club Alpino Italiano Enrico Donegani 76 Ufficio Redazione - via E. Petrella, 19 Valle dell'Isonzo - 20124 Milano. Originali e illustrazioni Michele Tomaselli 24 Sicurezza pervenuti di regola non si restituiscono. Le Mont Dolent uno, due, tre antenne – situazione arva diapositive verranno restituite, se richieste. Sergio Ravoni 28 È vietata la riproduzione anche parziale Maurizio Dalla Libera 78 di testi, fotografie, schizzi, figure, disegni senza esplicita autorizzazione dell’Editore. Escursionismo Attualità Servizio Pubblicità G.N.P. s.a.s. Riviera delle palme gli itinerari di charta itinerum di Nenzi G. & C. Sede: Via Udine, 21/a Piero Bordo 32 a cura della Sezione di 82 31015 Conegliano, Tv pubblicità istituzionale: Monti Liguri Indice del Volume CXXVIII 2008 84 Tel. 011/9961533 - Fax 011/9916208 Andrea Parodi 38 servizi turistici: MontE PAsubio Tel. 0438/31310 - Fax 0438/428707 Giancarlo Mauri 44 e-mail:[email protected] [email protected] Fotolito: AOG SpA - Filago (BG) Stampa: Elcograf - Beverate di Brivio (LC) Carta: bimestrale: 90 gr/mq patinata 56 senza legno; mensile: 60 gr/mq riciclata. 50 Sped. in abbon. post - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano 60 Registrazione del Tribunale di Milano n. 184 del 2.7.1948 - Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa con il n. 01188, vol. 12, foglio 697 in data 10.5.1984. Tiratura: 200.661 copie Numero chiuso in redazione il 30.11.2008

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LR_01_2009.indd 3 14-01-2009 17:43:35 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo Sta nascendo il lata ve ascensioni

CicloSentiero Italia loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura

di Claudio Coppola a fermarmi: nel 2007 con sud, il Turlo, l’Olen, la metri più in alto di Reggio un viaggio ed alcuni sopral- Bettaforca e la Nanaz, sui Calabria e dello Stretto, e qui luoghi insieme agli amici, la quali quasi sempre bisogna inizia l’ultima discesa. ricerca viene completata ed spingere la bicicletta a piedi, Vi chiederete che fine hanno il percorso che ne scaturisce arrampicandosi con fatica fatto Sardegna e Sicilia, e a è davvero magnifico e molto su aspri sentieri: ma anche ragione. Effettivamente nelle Questa storia inizia nel vicino al Sentiero Italia, tanto questo fa parte del cicloescur- due maggiori isole italiane 2001, l’anno di Odissea da battezzarlo CicloSentiero sionismo, proprio come nello il nostro percorso è stato nello spazio, il famoso Italia. scialpinismo si portano gli sci compiuto in senso inverso a film di Kubrick: mentre il in spalla se manca la neve. quello peninsulare, partendo protagonista viaggia verso L’itinerario parte dunque da Dopo il paesaggio seganti- da Palau, scavalcando il la sua meta persa negli Trieste traversando il Carso niano delle vallate di Torgnon Gennargentu e giungendo a spazi siderali, in due stiamo sul lato italiano, poi risale la e di Lignan, ecco sua maestà Cagliari, per poi riprendere viaggiando in Appennino valle dell’Isonzo in territo- il Bianco, che si può ammi- a Palermo e terminare a con le nostre bike, rio sloveno e, oltrepassata rare in tutto il suo splendore Messina dopo aver sormon- alla scoperta delle montagne Tarvisio, segue la cresta delle pedalando in ed tato l’Etna: anche il sentiero del Cilento, del Pollino, Alpi Carniche, a cavallo del in , seguito dalla Italia viaggia in questa dell’Orsomarso, delle Sile confine con l’Austria, sino traversata del Gran Paradiso direzione ed è ovviamente e dell’Aspromonte, in un a Dobbiaco: sono luoghi di per il colle del Nivolet. possibile proseguire lungo lo paesaggio affascinante e in grande suggestione, tra i quali Le Alpi Piemontesi, passando Stivale seguendo a ritroso il mezzo a montagne così belle ricordo la vista del golfo di per il Sestriere e Limone, nostro percorso, ma io avrei da lasciare senza fiato. Trieste, l’azzurro delle gelide portano al mare e qui inizia un sogno, che per una volta Allora non potevo nemmeno acque isontine, la Achomitzer l’Appennino, rivelatosi una un giro ciclistico d’Italia si lontanamente sospettare che Alm, Forni Avoltri, i fischi miniera di luoghi dall’ar- concludesse al Sud anziché 1 quel ciclotrekking sarebbe delle marmotte prima del cana bellezza e dalla grande al Nord, a Reggio anziché stato l’inizio di un’altra passo Silvella; avanti dunque sensazione di selvaggio: a Milano, e questo non per odissea durante la quale con le Dolomiti di Fanes, i ecco dunque scorrere sotto campanilismo, bensì per siamo tornati molto spesso passi Gardena e Sella, saliti le ruote dell’escursionista i dare un segnale preciso di sulla dorsale montuosa penin- per carrarecce, l’alpe di monti Liguri, il crinale tosco- attenzione nei confronti sulare e che ha portato alla Siusi, Bolzano ed il gruppo emiliano, le montagne umbre, dell’attivissimo mondo alpini- nascita di questo itinerario. di Brenta. Spingendo la bici giungendo nel cuore segreto stico centro-meridionale e per Ecco dunque che negli anni rigorosamente a piedi, dal d’Italia, i Sibillini misteriosi, riconoscere all’Appennino seguenti aggiungiamo al lago di Tovel si risale al passo il Gran Sasso dolomitico, la quell’importanza che per nostro carnet la traversata del Grostè da cui si divalla su Majella dea-madre, il Molise troppo tempo è stata negata. della Sardegna (2003), quella splendide discese sino alla val sconosciuto: la Bocca della Perché un Ciclosentiero della Sicilia (2004), la Linea di Sole; Rabbi, lo Stelvio e Selva apre le porte del tanto Italia? I motivi sono molte- Gotica da Genova a Rimini Livigno portano in Engadina, bistrattato Mezzogiorno, rive- plici ma io ne prediligo due. (2005): ed è proprio mentre per aggirare il massiccio del latosi uno scrigno di tesori sto preparandomi per la Bernina sul versante nord, in per la bellezza del Matese, Il primo motivo è l’elogio 2 traversata delle Alpi che un paesaggio incantato. del Taburno, del Partenio, dei dell’andar lento: sincera- scocca la scintilla, perché non Il lago di Como, con la Picentini, degli Alburni e del mente non ne possiamo più studiare e percorrere gli ultimi selvaggia val Codera, Cervati. L’ultima parte, come di gente che, oltre che in tratti mancanti in Appennino, l’elvetico Canton Ticino e la si conviene, è davvero un città, corre anche sui sentieri, dando così vita al più grande Val Vigezzo contraddistin- gran finale: Pollino, Orso- in bicicletta, sulle pareti ... percorso cicloescursionistico guono la parte mediana del marso, Sila Grande e Piccola, capisco dove vi sono pericoli d’Italia? Da quel momento segmento alpino: è il preludio Serre ed Aspromonte portano, oggettivi, come sui ghiacciai questo pensiero diventa il che apre le porte del Rosa, in un crescendo verdiano di o lungo le ferrate, per cui è mio chiodo fisso e non basta da superare attraverso i suoi sensazioni ed emozioni, sulla vitale rispettare un orario, un malanno fisico nel 2006 altissimi colli sul versante vetta del Montalto, duemila ma andare in montagna per 4

LR_1_2009 CROMALIN.indd 4 12-01-2009 12:00:04 stabilire dei record come su di ma soprattutto tra i membri una pista di atletica è quanto del neonato Gruppo Ciclo- di più contrario possa esserci escursionismo MTB della rispetto alla visione clas- Commissione Centrale sica del nostro “andare per Escursionismo di cui son monti”. Da questi presupposti stato chiamato a far parte da scaturiscono: maggio 2008: ed è per questo - la suddivisione in novanta che noi del gruppo MTB tappe dell’itinerario di abbiamo proposto alla CCE 4500 chilometri da Trieste a ed al Consiglio Centrale una Reggio, con una lunghezza grande manifestazione che media di circa cinquanta nell’estate 2009 unisca tutti chilometri ciascuna, in i soci che vanno in mountain modo da distribuire lo bike (e sono davvero tanti!) sforzo in modo ragionevole, in una grande staffetta per linea rossa = Sentiero Italia - la presenza, al termine di pedalare lungo la dorsale linea blu = Ciclosentiero Italia ogni frazione, di un rifugio, alpino-appenninica da Trieste una locanda o un ostello, a Reggio Calabria ed incon- Codice CAI Codice NORBA: per garantire riposo e una trarsi sullo Stretto con un proposto dalla doccia calda, secondo gruppo che attraversi Commissione LPV: 1. Dare la precedenza agli escursionisti - l’utilizzo in alcuni tratti Sardegna e Sicilia: questo a piedi: la gente giudicherà la MTB di stradine asfaltate, che nel sogno si chiamerà PedalaIta- Il CAI annovera la bicicletta tipo dal vostro comportamento. In quanto centro-sud sono pressoché lia e sarà un’occasione unica mountain bike tra gli strumenti adatti novità essa potrebbe non essere all’escursionismo.Il comportamento del vista positivamente dagli altri. deserte, al fine di non per diffondere il cicloescur- cicloescursionista deve essere sempre 2. Rallentare ed usare cautela nell’av- utilizzare passaggi sionismo modello CAI, quello improntato al fine di: “Non nuocere a se vicinare e nel sorpassare altri impossibili per le biciclette, che non pensa alle gare e stessi, agli altri ed all’ambiente”. escursionisti, facendo in modo - un minor impatto sul che rispetta integralmente i che si accorgano della vostra terreno e quindi un minor codici del Cicloescursionismo Norme ambientali presenza in anticipo. 3 4 - I percorsi sono scelti in funzione di 3. Controllare sempre la velocità ed carico ambientale. CAI e del NORBA , in tutto tracciati e/o condizioni ambientali affrontare le curve prevedendo che il territorio nazionale e nei che consentano il passaggio della vi si possa incontrare qualcuno. Secondo motivo: quasi confronti di tutta l’opinione mtb senza arrecare danno al L’andatura va commisurata al tipo di sempre l’attenzione dell’opi- pubblica. n patrimonio naturalistico; evitare di terreno e all’esperienza di ciascuno. uscire dal tracciato. 4. Restare sui percorsi già tracciati per nione pubblica è rivolta - Le tecniche di guida devono essere non arrecare danni alla vegetazione alle grandi imprese, per una ecocompatibili, evitando manovre e limitare l’erosione del suolo volta invece mi piacerebbe dannose quali, ad esempio, la derapata evitando di tagliare per terreni molli. rovesciare questo fascio di 1 Si veda Rivista del CAI, n. 2, 2002 (bloccaggio della ruota posteriore). 5. Non spaventare gli animali, siano luce e puntarlo sull’onesto 2 Si veda Rivista del CAI, n. 2, 2006 - Non fa parte della filosofia CAI essi domestici o selvatici. Date loro 3 servirsi d’impianti di risalita o di mezzi il tempo di spostarsi dalla vostra appassionato di montagne Commissione Cicloescursionismo Ligure-Piemontese-Valdostana, meccanici e poi usare la mtb solo strada. e di biciclette, magari non vedere ultima pagina come mezzo di discesa (il downhill è 6. Non lasciare rifiuti. Portare con più giovane e con un po’ 4 NORBA = National Off Road Bycicle estraneo allo spirito del CAI). sé ipropri e, se possibile, raccogliere di pancetta, come me, che Association, vedere ultima pagina quelli abbandonati da altri. riesce, senza realizzare tempi Norme tecniche 7. Rispettare le proprietà pubbliche e - Il mezzo in uso deve essere in private inclusi i cartelli segnaletici, da record, a salire e scendere condizioni meccaniche efficienti. lasciando i cancelli così come sono Note tecniche (da Trieste a Reggio): dignitosamente dalle monta- - L’abbigliamento, l’attrezzatura e stati trovati. Rivolgersi possibilmente gne che tanto ama: è lo stesso numero tappe: 90 l’equipaggiamento devono essere ai proprietari per chiedere il permesso lunghezza complessiva: 4550 km. adeguati al percorso da affrontare. di entrare nei loro terreni: "Vietato concetto che ha ispirato il media giornaliera: 50,5 km. CamminaItalia dieci anni - Il casco deve sempre essere indossato l'ingresso" spesso significa solo: dislivello totale: 110.000 ed allacciato. "per favore chiedere il permesso". fa, dar spazio a tutti i soci dislivello medio giornaliero: 1230 m. 8. Essere sempre autosufficienti. Meta che non sono superuomini o percentuale asfalto: 35% Norme di sicurezza e velocità media verranno stabiliti in superdonne, unendoli nella ciclabilità: 90% - La velocità di conduzione deve essere funzione dell’abilità personale, realizzazione, questa volta sì, commisurata alle capacità personali, dell’equipaggiamento, del terreno, alla visibilità ed alle condizioni delle condizioni metereologiche di un grande progetto sociale. del percorso, in modo da non creare esistenti e di quelle previste. Pensate alla soddisfazione pericolo per sé e per gli altri. 9. Non viaggiare da soli in zone isolate di percorrere con il proprio - Occorre sempre dare la precedenza e se si devono compiere lunghe bagaglio almeno un tratto agli escursionisti a piedi, che devono distanze comunicare la destinazione di questa grande cavalcata! essere garbatamente avvisati a e il programma di viaggio. distanza del nostro arrivo, a voce o 10. Rispettare la filosofia del cicloescur- Gli apprezzamenti che ho con dispositivo acustico. sionismo tesa al minimo impatto con raccolto su questa idea sono - La scelta dei percorsi deve tenere la natura. Limitarsi a scattare foto- stati sempre unanimi, sia conto delle personali capacità fisiche, grafie e a lasciare impronte leggere da parte di molte sezioni, tecniche ed atletiche. portandosi via solamente bei ricordi. 5

LR_1_2009 CROMALIN.indd 5 12-01-2009 12:00:05 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo Margherita, lata ve ascensioni loescursionismo a sentiero ersonaggi che non poteva radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura

di Roberto Mantovani sorridere

Ci sono storie che hanno le se lassù qualcosa mi fosse dopo il loro ritorno, Celia, E poi bastava guardare la ali. Ti arrivano dritte al cuore estraneo. la sorella di Margherita, sua casa, per decidere di anche se non le cerchi, e poco Eppure è una storia che, s’era ammalata. Era morta di girare alla larga. Margherita importa che tu le abbia vissute quando l’ho ascoltata per la malinconia. In quella casa di era cresciuta in un ghetto al da testimone o ti siano state prima volta, mi ha creato un pietra, che sentiva estranea, di là dell’oceano e se ne era proposte da altri: l’effetto disagio profondo. Eviden- i suoi pensieri e la sua vita ricostruito un altro con le sue che ti provocano, quando ti si temente avevo sfiorata la da prigioniera non trovavano mani, tale e quale a quello che appiccicano addosso, è esat- vicenda senza raccoglierla e giustificazioni per continuare. aveva lasciato e forse anche tamente lo stesso. Ti scavano senza nemmeno immaginarne Margherita, più caparbia, era peggio, perché in valle s’era in profondità, ti costringono a i risvolti. riuscita a resistere. Ma era aggiunta la solitudine. Spessa, misurarti con parole, signifi- Margherita, dunque. Me ne diventata spigolosa, difficile, soffocante, capace di lacerare cati e sentimenti che sem- hanno parlato a bassa voce, insopportabile. Tutt’altro che anche gli ultimi brandelli di brano preparati apposta per con pudore. Era una donna brutta, era però trasandata e si umanità. Perché le montagne te, per farti crescere, per farti che non sapeva sorridere. Non vestiva con quello che le capi- sono belle solo se sei capace vivere un’esperienza nuova. ci riusciva, non si ricordava tava a tiro. Quando anche suo di vederle davvero. E i La storia di Margherita, risale come si faceva. La vita, padre, il “mericàn”, era finito profumi delle erbe, della neve a qualche anno fa. Chi me d’altra parte, l’aveva mal- sottoterra, le era sembrato di e del vento che spira dal mare l’ha raccontata era sicura trattata sin da bambina. Non poter finalmente decidere per e scavalca il triplice contraf- che io mi ricordassi della era nata lassù: suo padre era se stessa, ma non era riuscita forte oltre la riviera diventano protagonista. Insisteva a dirmi partito per l’America poco più spezzare le catene invisibili sberleffi se non ci riesci a che le avevo anche parlato e che adolescente, col fratello che si portava addosso dalla respirarli a pieni polmoni. che, almeno per una volta, ero più vecchio, ed era tornato nascita. Per qualche mese Sono come il sole che arriva riuscito a tirarle fuori qualche superata la cinquantina, con s’era rasserenata, poi alla nella cella di una prigione parola. Ma evidentemente la i polmoni rovinati, vedovo fine era tornata a rinchiudersi dall’inferriata d’una finestra. mia memoria non dev’essere e con due figlie: Margherita nella sua corazza. La scarsa Una maledizione, più che un più quella di un tempo, perché e sua sorella. Due ragazze simpatia della gente nei suoi soffio di libertà. di quell’incontro ho smarrito arrabbiate per la scelta del confronti aveva fatto il resto. S’era bruciata la vita così, ogni traccia. Rammento solo padre, profughe di ritorno in Anche per via di quella sua Margherita. Era diventata una camminata nel tardo una terra in cui non sentivano litigiosità che si accendeva vecchia masticando male- autunno, col sole già basso radici, che parlavano una per poco e poi cresceva, fino dizioni, amarezza e rabbia. sull’orizzonte e le ombre lingua bastarda, un misto di a toccare cose più grandi di Mattina, pomeriggio, notte. lunghe, il gelo serale, le tracce slang dei ghetti degli immi- lei. Stagione dopo stagione, anno di una nevicata precoce e un grati, qualche parola d’ita- Un marito, raccontavano in dopo anno, senza un futuro paio di borgate ormai semi- liano, storpio e sgangherato, paese, l’aveva avuto, e poi da costruire, come se tutto deserte. Ma per quanti sforzi e un dialetto che risaliva a due figli, e anche dei nipoti. fosse già stato deciso da altri faccia, mi ritrovo davanti agli mezzo secolo prima, duro e Ma neppure per loro era stato e lei non potesse più cambiare occhi solo immagini confuse arcaico che solo i più anziani facile amarla. E alla fine si sa nemmeno un momento della e sbiadite. Forse perché nella accettavano. come vanno a finire queste sua esistenza. Con la voglia valle appartata in cui abitava Avrebbero imparato presto a cose: qualcuno comincia di spaccare tutto, di urlare la vecchia Margherita, un farsi capire, diceva la gente, a dire che quella donna ha improperi alle spalle di quelli solco odoroso di mare e inciso ma il rancore per essere state un carattere impossibile, che considerava nemici. Ma tra rive di castagni, ci sono strappate a una storia che che sta bene solo con le sue anche con la consapevolezza stato solo un paio di volte, non avevano scelto e in cui capre, che è una strega, che di dover espiare colpe non senza mai sentirmi davvero si erano dovute inserire, non fa scappare di casa anche i solo sue. in sintonia con i luoghi, come aiutava le ragazze. Pochi anni famigliari... Alla morte, Margherita, 6

LR_1_2009 CROMALIN.indd 6 12-01-2009 12:00:07 doveva averci pensato spesso, avuta una cosa bella: il suo vita ma non cancellata come pre da sola, ma con quella negli ultimi anni. E proba- primo amore. esperienza. Un minuscolo cosa dentro, ben nascosta, bilmente aveva deciso che Provocare stupore doveva barlume capace di rischiarare l’unica che le facesse bene, forse era il caso di lasciar far parte del piano. Cosa il buio della quotidianità. perché sulla sua bocca non capire, a chi sarebbe passato avrebbero detto i lettori del Chi mi ha raccontato questa era più sceso alcun bacio, da quelle parti, che in fondo bollettino parrocchiale che storia, mi assicura che quando quelle mani non avevano più in fondo anche lei provava la conoscevano come una la incontrammo, Margherita toccato, abbracciato. Nem- dei sentimenti e sapeva essere vecchia megera? E i figli, e sembrava più serena, aveva meno il marito, di cui nessuno generosa. Così un giorno i nipoti? Stravaganze di una ricominciato a comunicare, ricordava una buona storia, e aveva preso carta e penna matta? Eppure lei doveva non pareva più la vecchia neanche i figli erano riusciti e, nel suo italiano stentato, averci costruito la sua cattiva che tutti ricordavano. ad aiutarla; anzi, l’avevano aveva inviato un’offerta alla consolazione, sul ricordo di Chissà... condannata ancora di più a parrocchia accompagnandola quell’antico amore: era il suo Deve essere stata una vita una scelta di solitudine e di con un biglietto: «Lascio i riscatto, la sua immagine di pazzesca, la sua. Sempre la rinunce. miei risparmi, lire tre milioni, giovinezza. stessa fatica, gli stessi doveri, Ma in paradiso, sì. In alla mia chiesa, in ricordo Dunque, in definitiva, chi i mille lavori da terminare paradiso, dove va a finire delle mie bestie e del mio altri avrebbe potuto entrare prima di arrivare a sera, un tutto quello che è stato bello e primo amore. Con la morte nel mondo isolato e diffidente corpo da usare come una buono. Lassù, oltre la monta- nel cuore, in attesa di potervi di Margherita? Porte chiuse, macchina a cui non è necessa- gna ostile, quell’abbraccio le riabbracciare tutti in Para- sprangate, una dozzina rio prestare attenzione. E poi i sarebbe stato ancora possibile. diso». di capre e un bastardino passi, su e giù per la monta- Peccato per le sue capre. Ma Nei giorni successivi, la ringhioso che sembrava una gna, milioni di passi, con i le bestie avrebbero trovato donna doveva essersi sentita fotocopia della padrona. Ma carichi sulla schiena, dietro le un altro padrone e alla fine liberata da un grosso peso. a lei, evidentemente, bastava capre, al pascolo, nel bosco, si sarebbero dimenticate di Stava meglio, aveva rimesso quel ricordo di felicità per con la neve e il ghiaccio, lei. n le cose a posto. Era riuscita a andare avanti: una felicità indifferente ai colori e agli dire al mondo che lei l’aveva perduta come condizione di odori delle stagioni. Sem-

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LR_1_2009 CROMALIN.indd 7 12-01-2009 12:00:07 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo lata ve ascensioni loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura L’affilata ed esposta cresta sud del Beka A cura di Brakai Chhok 6940 m. Antonella Cicogna e Foto ©S.Moro Mario Manica (C.A.A.I.) [email protected]

PAKISTAN pensile strapiombante proprio nel così il primo agosto, alle tre del pome- 6047 m, il 19 al campo III. Spostatisi Broad Peak 8047 m bel mezzo della parete. Quell’enorme riggio, eravamo in cima. La via aperta è poi al campo IV a 7150 m, l’attacco e Gasherbrum I 8068 m barriera di ghiaccio alta un centinaio di di 2300 metri, VI, WI 4, M5, 80°, princi- finale è scattato appunto sabato 21, con «Dopo la salita allo Jannu, ho capito metri scarica regolarmente, ma nell’os- palmente su ghiaccio e neve con alcune gli ultimi 1000 metri finali. La vetta è che potevo spingermi più in alto: sugli servare la parete con attenzione dal sezioni di misto e si congiunge alla via stata raggiunta alle due del pomeriggio Ottomila, per vie nuove, tecniche, in stile campo base siamo riusciti a trovare un Yugoslavia del 1978 a 7600 metri». di quello stesso giorno. alpino, con l’equipaggiamento all’osso passaggio», racconta l’alpinista russo e in meno tempo possibile». Questo è naturalizzato in Canada. Nonostante il Broad Peak 8047m Beka Brakai Chhok l’obiettivo che si è voluto dare Valeri tempo pessimo, già al quarto giorno di Alla fine di luglio Mario Panzeri e 6940 m Babanov per il suo futuro verticale. salita (13 luglio), i due scalatori sono a Daniele Nardi hanno raggiunto la cima «Le difficoltà? Molto sostenute su tutta Detto, fatto. Anche se non sempre con 7500 metri con alle spalle il famigerato del Broad Peak. la via e su tutti i terreni: roccia, ghiaccio successo. Nella primavera scorsa infatti, seracco: «punto cruciale della salita». Partiti dal base il 29 luglio la cordata si e misto. Di sicuro un via top category, il Dhaulagiri 8167 m, che Valeri avrebbe Davanti a loro 300 metri di facile salita è diretta al campo II (6100 m), il giorno dove sono necessari sangue freddo e voluto salire per una nuova linea lungo fino a un colle, poi la cima per la cresta. seguente al campo III (7100 m) da dove la capacità di arrampicare agilmente il versante occidentale, gli dà forfait. «Ma il tempo è cambiato improvvi- ha attaccato la parte finale della salita slegati o in conserva anche su tratti Si “accontenterà” così di salirlo, con samente: nevicava senza tregua e con cima alle 8:17 del 31 luglio. molto esposti. È però difficile attribuire Nikolay Totmjanin, per la normale. Ma aspettare poteva risultare una trappola Con questa salita Panzeri è al suo dei gradi precisi di difficoltà alla linea a pochi mesi di distanza, ecco Babanov mortale, la nostra tenda era infatti nella nono e Nardi al suo ottavo Ottomila. aperta. Vie di questo tipo cambiano partire con un nuovo progetto, con lui traiettoria delle valanghe. Sapevamo molto a seconda delle stagioni, degli il russo Victor Afanasief: assieme apri- dei rischi, ma non ci rimaneva che una Nanga Parbat 8125 m anni e delle condizioni meteo.» Simone ranno due linee nuove in tre settimane. sola scelta: traversare l’intero pendio a Alla fine di giugno Daniele Nardi e Mario Moro non vuole sbilanciarsi, ma la Il 9 luglio 2008, i due lasceranno i destra fino a ricongiungerci con la via Panzeri avevano raggiunto la cima del prima salita alla cima (dopo 3 tentativi 4900 metri del campo base per attac- normale». Il 15 luglio è di nuovo il sole. Nanga Parbat. precedenti di altre spedizioni) che lui e care il Broad Peak 8047 m in stile I pendii sono sotto il carico pesante Il 18 giugno erano saliti al campo II a Hervè Barmasse hanno realizzato il 1° alpino, leggero. «L’itinerario aperto si delle recenti nevicate , ma i due alpinisti snoda lungo un bellissimo pilastro sul riescono ad attraversare nonostante la versante ovest, una via mai tentata neve arrivi fino alla cintola. «Per fortuna forse per quell’allucinante ghiacciaio solo due valanghe! Abbiamo raggiunto il Campo 3, a 7100 m, ed eravamo soli». Il giorno seguente arrivano altre spedi- zioni e il 17 luglio, alle 4 di mattina, i due partono per la vetta. Raggiunto il colle a 7800 metri, arriveranno in cima A sinistra: per la cresta alle 19:30 con in tasca la La via aperta da Fazzi e loro nuova linea di 3000 metri, difficoltà Padros alla ovest dell’Ama VI, WI 5, M6, 90°. Dablam 6852 m. A soli nove giorni dal Broad Peak, il 26 Foto © F. Fazzi luglio, Valeri e Victor ripartono per aprire una nuova linea alla sud-ovest del Gasherbrum I 8068 m, sempre in stile alpino. A 6900 metri, la notte tra il 30 In rosso la nuova linea e il 31 luglio, una pietra colpisce Victor aperta da Moro e Barmasse in testa mentre sono in tenda. «Un bel al Beka Brakai Chhok 6940 taglio, avremmo potuto rischiare di m. In verde la via di discesa. brutto, ma Victor ha voluto proseguire e Foto ©S.Moro 8

LR_1_2009 CROMALIN.indd 8 12-01-2009 12:00:22 A sinistra: La nuova linea aperta da Babanov e Afanasief alla sud-ovest del Gasherbrum I 8068 m. Foto ©V. Babanov

Qui accanto: La parete ovest del Broad Peak 8047 m dove sale la nuova linea aperta da Babanov e Afanasief. Foto ©V. Babanov

agosto 2008 all’inviolato Beka Brakai festeggiare i quarant’anni di Marco. una serie di seracchi e arrivare a pedia. Ricercatore del Centro Nazionale Chhok 6940 m, imponente cima di Trascorsa una notte in tenda a 5700 una cresta di ghiaccio a 6200 m che della Ricerca Scientifica in Francia, neve e ghiaccio nel gruppo del Batura metri, siamo partiti lungo una cresta raggiungiamo in 11 ore di scalata su guida alpina, componente del GHM, (Karakoram Ovest), non smentisce la lunga più di tre chilometri, per arrivare neve e ghiaccio con qualche tratto di Bernard era stato anche tra i fondatori volontà di muoversi su “altri” tracciati e in cima alle quattro del pomeriggio del misto. Il 2 maggio attacchiamo la parte della rivista Vertical. Al Festival di Trento in uno stile che dovrebbe essere oramai 16 settembre» alta della parete: i primi 300 metri era stato premiato con la Genziana imprescindibile sulle vette himalayane, prevalentemente su neve e ghiaccio d’oro alla carriera. Ci ha lasciato a a qualsiasi altitudine. «Oltre all’impegno, NEPAL lungo canali e insidiose creste di neve. ottobre, a 63 anni. ED, è lo stile utilizzato, quello alpino, Manaslu 8163 m I secondi 300 metri con le maggiori che ha reso questa salita importante», Il 4 ottobre 2008 Nives Meroi ha difficoltà di misto, poi gli ultimi ripidi Il 30 agosto scorso si è spento Daniele racconta Barmasse. «Ci siamo avvici- raggiunto con Romano Benet e Luca pendii verso la cima che raggiungeremo Chiappa “Ciapin”, indimenticabile prota- nati ai piedi della parete, a quota 4700 Vuerich la cima del Manaslu. Si tratta nel brutto tempo alle cinque del pome- gonista dell’alpinismo lecchese e extra- m, con una piccola tendina perché il del suo undicesimo Ottomila: per riggio. In tutto 12 ore di arrampicata europeo. Nella mitica salita all’inviolata campo base distava qualche chilome- completare la rosa dei 14 rimangono alle spalle». Ovest del Cerro Torre del 1974 c’era tro. Da lì, con pochissimo materiale, Makalu 8845 m, Kanchenjunga 8586 m Piantata la tenda in vetta i due alpinisti, anche lui. Ed era il più giovane. In cima, tre barrette energetiche e un litro di e Annapurna 8091 m. sotto una forte nevicata, riscenderanno e a risolvere la parte terminale della via, tè a testa, siamo partiti per arrivare Il giorno seguente, alle cinque della per la normale il giorno seguente. «Non furono due cordate: La prima formata in vetta in giornata e ridiscendere di mattina, sarà sulla vetta la basca abbiamo informazioni sulla ripetizione da Casimiro Ferrari e Mario Conti. La notte. Purtroppo le difficoltà tecniche Edurne Pasaban, anche lei al suo undi- della via Giapponese dell’85 sulla ovest seconda, appunto, da Daniele e Pino sono progressivamente aumentate e al cesimo Ottomila, dopo aver lasciato il e, secondo le nostre informazioni, non Negri. Così Daniele scriverà di quella tramonto avevamo ancora 300 metri campo III (7400 m) cinque ore e mezza risulta che ci siano altre vie che percor- salita: “Vado avanti nella nebbia finché sopra le nostre teste. Senza tenda, prima. rano il bastione sommitale della parete non trovo più niente davanti al muso: sacco piuma, sacco da bivacco o un Per ultimare l’ascensione di tutti ovest dell’Ama Dablam, giusto sopra mi tiro sulla corda e vedo che siamo sul fornello per sciogliere un po’ di neve, i giganti della terra, alla basca il campo base. Abbiamo così proposto piatto e non più sul verticale. Vedo Miro l’ultima cosa che avremmo voluto fare mancano Shisha Pangma 8027 m, la nostra linea come Free Tibet 2065: (ndr Casimiro Ferrari) che viene da me era di passare una notte a 6500 metri, Kangchenjunga 8586 m e Annapurna 1500m/V+/80°/M5+», conclude Fazzi. piangendo e mi abbraccia forte. Non ma quella era la scelta. Il mattino dopo, 8091 m. riesco bene a capire cosa stia succe- col sole, siamo ripartiti. Ancora un po’ Ci hanno lasciati dendo, non mi rendo conto del valore di faticaccia, sprofondando nella neve Ama Dablam 6852 m Il suo macintosh era uno scrigno di tutto questo. Anch’io piango. Miro e, superato un tratto di misto delicato, Francesco Fazzi e Santiago Padros d’immagini di grandi pareti inviolate e mi fa, singhiozzando: “Hai visto Ciapìn, finalmente la vetta, alle 14.30 del primo hanno aperto una nuova via alla ovest cartine di zone lontane e sconosciute che ce l’abbiamo fatta?”. Continuando agosto». In discesa, per evitare un dell’Ama Dablam 6852 m. che amava tracciare e ricostruire a a piangere recupero Pino. Quando esce secondo bivacco, i due alpinisti hanno «Studiati tutti i versanti della montagna video, per poi metterle a disposizione ci abbracciamo tutti insieme”. Daniele cambiato itinerario. Alle tre del mattino ci accorgiamo che tra le vie Giapponese con generosità e passione della divul- aveva 56 anni, una vita dedicata con sono rientrati al base a 4100 m. 43 ore dell’80 e Giapponese dell’85 c’è una gazione. Provenza, Marocco, Giordania, passione alla montagna e al soccorso in tutto tra salita e discesa della via. bella linea che porta diretta in cima Algeria, Oman, Malawi, Nuova Guinea, alpino. n 2300 i metri di sviluppo della linea. per l’inviolato bastione superiore della Garwhal, Hindu Kush, Hindu Raj, ovest. Il 30 aprile 2008 lasciamo il Groenlandia, sono solo alcune delle Per le relazioni e la personale CINA base con tendina, sacchi a pelo, cibo tante zone che Bernard Domenech collaborazione ringraziamo: Miky Sel 6250 m per quattro giorni e materiale per la aveva esplorato e divulgato con amore. Hervè Barmasse, Francesco Fazzi, Le guide alpine Hervè Barmasse e Fabio scalata -racconta Fazzi-. Dopo un primo Bernard era un punto di riferimento Simone Moro, Valeri Babanov. Salini con Marco Cattaneo hanno salito campo a 5350 metri, il giorno seguente ineguagliabile e speciale per chi volesse in stile alpino l’inviolato Miky Sel 6250 scaliamo la prima parte della parete per avere informazioni dettagliate e accura- m. «L’idea di salire questa montagna una linea a sinistra della via Giapponese tamente documentate sulle montagne nella zona del Muztagata è nata per dell’85, per poi deviare a sinistra sotto del mondo, una vera e propria enciclo-

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LR_1_2009 CROMALIN.indd 9 12-01-2009 12:00:35 abili v

Qui accanto: 1) La Torre del Grosso Mugo con la via “Gioraf” anile 2) La Torre Val Noana con la via Lovat – v De Zordi. a/dossier xtraeuropeo

3) La Torre Trentesimo archi amo

Anniversario con la “Via Incognita”. lata

A destra: La parete Ovest del Sernio (o Crete dal Serenàt) con il tracciato della via Mazzilis. ve ascensioni loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica chiodi, 2 cunei di legno e 2 cordini. Utili mughi, una placca levigatissima ed dal parcheggio presso la diga prima erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio friend fino al 6 e una serie di chiodi. La il soprastante strapiombo (VI+) che della Cascata di Nardis. Discesa lungo Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura scalata è quasi ovunque aerea, con tratti accede al piano di vetta. L’attacco della la via di salita, attrezzata con anelli di A cura di Roberto Mazzilis delicati e difficili (placche, diedri-fessure via si raggiunge partendo dal Passo corda su piante o chiodi sulle rocce nel (C.A.A.I.) e traversi esposti). Difficoltà comples- della Borcola per il sentiero E5 fin lato di sinistra orografica della cascata Caneva di Tolmezzo siva: D+ con tratti di V, V+ sostenuto e quasi a Malga Costa, poi sulla sinistra (faccia a valle). Indispensabili corde da Via per Terzo, 19 - 33028 (UD) obbligatorio. per il “ Sentiero dei Partigiani” fino m 60 e qualche chiodo da roccia. Cell. 3393513816 Tempo impiegato (in autoassicurazione): alla vetta dei Sogli Bianchi. Si scende ore 5.30. Avvicinamento in ore 2.30 per l’evidente canalone ghiaioso sino Torre Trentesimo da Castello di Pontechianale lungo il alla base delle pareti (circa 2 ore). Lo Anniversario (o Alpi OCCIDENTALI sentiero per il Rifugio Vallanta fino al spigolo Campi è quello sul pilastro Torre Nord) - m 2015 Guglia delle bivio per il Bivacco Berardo. Quindi si di sinistra (faccia a monte) ed è Alpi Feltrine – Monte Ramezza Forciolline - m 2861 prosegue per il vallone tra la Guglia delle evidenziato da grandi strapiombi che Il 12 luglio 2008 Aldo De Zordi e Cozie Meridionali – Gruppo Monviso Forciolline e le Rocce Meano. Discesa caratterizzano il fianco destro. Discesa Paolo Lovat sul versante Nord hanno Il 18 agosto 2008 Davide Novelli in lungo la via normale sul versante Nord- per il sentiero di salita E5 che riporta al aperto la via “Incognita”. Arrampicata arrampicata solitaria ha aperto la Est (facile) con rientro per il Bivacco passo della Borcola (circa 1 ora). prevalente in colatoi e placche in sua quarta via nuova (denominata “In Berardo. ambiente selvaggio. 8 tiri di corda per Pilastro Veritas”) sulla bella e selvaggia Pala della Madonna uno sviluppo di m 345. Difficoltà di III, parete Sud/Sud-Est, sfruttando la linea Alpi ORIENTALI m 2533 IV, V e un passaggio di VI-, superati in data dal pilastro posto sulla destra, il Sogli Bianchi - m 1900 Dolomiti – Pale di San Martino – 3 ore. Lasciati alcuni chiodi e cordini. più alto tra quelli che caratterizzano la Monte Pasubio Catena Meridionale Attacco e primo tiro in comune con la parete, ovvero quello posto alla sommità Il 1 maggio 2007 Diego e Norberto Sulla parete Ovest il 28 giugno 2008, via “Gioraf” alla Torre del Grosso Mugo. della falda detritica e con un canale- Campi, in dieci ore, hanno aperto una in due ore, Diego Campi (Sezione C.A.I. La discesa è stata effettuata per la via camino molto profondo che lo separa via nuova lungo lo spigolo Sud-Est di Dueville) e Mara Babolin hanno di salita. Doppie attrezzate. dalla parete. L’attacco è situato sul lato denominandolo “Spigolo Campi”. La aperto la via “Il Colore del Vento”. Si Il 19 agosto 2008 Aldo De Zordi, Sud, sotto la verticale della vetta, presso via si sviluppa per m. 350 e presenta tratta di un itinerario lungo m 300 e Paolo Lovat e Ivan De Zordi sulla un risalto delimitato ai lati da 2 diedri difficoltà di V e VI+, che hanno richiesto con difficoltà dal II al IV+, su roccia a parete Nord – Est hanno aperto la (ometto). Dopo il primo tiro la via devia l’uso di alcuni spit e 35 chiodi, dei quali tratti ottima lungo camini e fessure con “Via Marianna”. Si tratta di una salita verso destra sul versante Est, rossastro sullo spigolo ne sono rimasti piantati brevi strapiombi. L’accesso avviene con difficoltà prevalenti di II, III, IV e e verticale. La roccia (ofiolite) è ottima, 16. Ai ripetitori sono consigliati una per il Sentiero delle Mughe fino alla 2 tratti di V– su colatoi, canalini e a tratti di qualità eccezionale, ma con dozzina di chiodi misti, friend e nut. Forcella, quindi a destra fino alla base placche per 13 tiri di corda, dei quali settori di chiodatura difficile. Sviluppo di L’arrampicata implica il superamento di della parete Ovest della Pala della i primi 6 sono in comune con la via m 160 per 7 tiri di corda. Le soste sono una serie di placche, fessure e diedri Madonna. Si attacca sulla destra di un “Centocinquantesima”. Lo sviluppo tutte comode e marcate da chiodo e che caratterizzano lo spigolo nella parte evidente striscia nera che solca delle complessivo raggiunge i m 630 superati cordino. Lungo la via sono rimasti altri 7 bassa. Seguono una lunga cresta con placche verticali. Discesa in direzione in 4 ore di arrampicata e con l’uso di della Forcella delle Mughe (Nord) con 2 alcuni chiodi e cordini per sfruttare le calate a corda doppia attrezzate (cordini clessidre abbastanza numerose. con anelli su spuntoni) e arrampicando Avvicinamento dal parcheggio della sui tratti più facili (I e II). Val Noana imboccando, prima di un ponticello, la pista forestale che ai bivi Torrion delle si segue svoltando sempre a destra. Rocchette - m 2618 Attraversato un torrentello, dopo Dolomiti – Pale di San Martino - Val alcuni minuti si devia a sinistra, poi si di Genova prosegue diritti fino al termine della Il 20 gennaio 2008 Diego Campi, pista (in tutto circa 2 Km). Si imbocca Mara Babolin e Beppe Cogato hanno sulla destra un sentiero con bolli rossi realizzato la prima ascensione di un che porta alla base di una roccia gialla. couloir definito bellissimo, che si trova Proseguire poi verso sinistra per un sulla destra delle placche granitiche altro sentiero che attraversa tutto il che fanno da basamento al Torrion sottobosco e 2 canaloni. Abbandonare il delle Rocchette. Esposizione Ovest. sentiero e risalire il terzo canalone che Sviluppo m 450 con difficoltà dal IV- al porta alla base della parete. L’attacco IV+ con pendenze fino a 90°. Accesso è lo stesso della via “Gioraf”: al grosso dalla località Todesca proseguendo per mugo a metà canalone, sotto le prime Il versante settentrionale circa 2 Km verso il Rifugio Stella Alpina rocce si attraversa a sinistra. Quindi per del Monte Ramezza con la (dalla strada si intravedono solamente i sentiero di camosci si giunge alla base via “Centocinquantesima” primi m 200 di cascata). Per il bosco si del primo colatoio. La discesa si effettua di De Zordi e Lovat. raggiunge l’attacco. Tre ore di percorso lungo la via De Zordi – Lovat. 10

LR_01_2009.indd 10 14-01-2009 17:44:35 Torre del Grosso sinistra fino a raggiungere un altro pic- (giornata in cui sulla zona si è scatenata Mugo (Top. Prop. – o colo ponte di cemento. Poco prima del una violentissima tempesta di grandine Prima Torre Nord di ponte si imbocca sulla destra tracce di che ha innescato torrenti in piena in tutti Ramezza) - m 1950 sentiero che conducono sotto la parete i colatoi esistenti) da Roberto Mazzilis Alpi Feltrine - Monte Ramezza Nord (ore 1.30). L’attacco si raggiunge e Fabio Lenarduzzi lungo il versante Il 28 giugno 2008 Paolo Lovat e Aldo dal sentiero risalendo il canalone fin Est, costituito da uno slanciato pilastro De Zordi in 1.30 ore sulla parete sotto le rocce, poi a sinistra lungo alto oltre m 500. Lo sviluppo della via, Nord hanno aperto la “Via Gioraf”. una rampa per m 80 circa, fin sotto la su roccia dolomitica nel complesso Arrampicata prevalente in colatoi e verticale dello spigolo. discreta, migliore verso l’alto, è di m brevi paretine. Sviluppo di m 280 per La discesa si compie lungo il canalone 600 circa. Difficoltà di III, IV, V, VI-, con 5 tiri di corda con difficoltà dal II al IV-. tra il sasso Scarnia e il monte Ramezza un tratto di VII- nella parte centrale al L’attacco è posto alla fine del canalone (corda doppia da m 10 al centro del termine della fascia di strapiombi gialli (chiodo con cordino). Usati alcuni chiodi canalone, ore 1). che accedono allo spigolo del pilastro e cordini per le soste utilizzate anche sommitale. Sono stati usati una dozzina per la discesa a corda doppie da m 50. Monte Ramezza di chiodi (quasi tutti lasciati) e qualche m 2250 friend medio-piccolo. Tempo impiegato Torre Val Noana Alpi Feltrine ore 5.30. Avvicinamento alla parete dal (Top. Prop.) - m 2070 Sulla parete Nord il 19 agosto 2008 Rifugio F. Pacherini in ore 0.50 circa, Alpi Feltrine – Monte Ramezza Aldo de Zordi e Paolo Lovat hanno aper- seguendo con una lunga diagonale da Il 19 luglio 2008 Paolo Lovat e Aldo De to la via “Centocinquantesima”. Anche sinistra verso destra una traccia di sen- Zordi hanno raggiunto la cima di questa questo è un itinerario severo sia per tiero ricavata nella vasta e fitta mugheta Il Sasso Scarnia con il tracciato della torre salendo dal versante Nord lungo i la notevole lunghezza dell’arrampicata che colonizza la falda detritica sotto “Via dell’Amico” lungo lo spigolo Nord. primi m 150 della “Via Gioraf” alla Torre che si articola per 20 tiri di corda per le Cime Fantoline. L’attacco è posto del Grosso Mugo, quindi per altri m 210 uno sviluppo complessivo di m. 1000 immediatamente a sinistra del colatoio di arrampicata autonoma per colatoi, sia per le difficoltà tecniche superate che separa lo sperone della Cima Della stica la parete gialla e strapiombante, spigolo e cresta. Sviluppo complessivo nella diciottesima lunghezza di corda Tempesta (quella più rivolta al rifugio) alta una ventina di metri ed incisa da m 310. Difficoltà di III e IV-. Usati alcuni valutate di IV, V, VI+ con un tratto di AO. dalle Fantoline propriamente dette, alla un diedro-camino : un “passaggio chiodi e cordini, utilizzati anche per la Tiro relativo al superamento della prima base di un canale che porta al grande chiave” obbligato su roccia discreta discesa a corde doppie. serie di fessure che si aggiungono agli diedro / rampa iniziale e sovrastato da posto nella parte centrale della via (tale ultimi m. 100 di parete sommitale, di V una fascia di strapiombi gialli. La via di diedro-camino è quello evitato dalla Sasso Scarnia e V-. Il rimanente della via, una sorta di discesa passa per la Cima del Palon e cordata Mario Dalla Marta – Dario Del m 2227 immenso “zoccolo” abbastanza inclinato, sfrutta il grandioso canalone principal- Fabbro – Giorgio Trevisan nell’itinerario Alpi Feltrine – Gruppo del Monte è stato superato sfruttando un lungo si- mente detritico posto alla sua destra 157 d in Guida delle Alpi Carniche Ramezza stema di colatoi e placche con difficoltà orografica (Sud, ore 1.30 al rifugio, tratti – Vol I, itinerario che sale il pilastro Ambiente selvaggio e grandioso domi- di II, III, IV, V-. Avvicinamento alla parete di I, II e III, un paio di calate a corda con diverse deviazioni aggirandone i nato dal possente pilastro settentrionale come per la via “Gioraf” al Torrione del doppia da m 30). settori più verticali e interessanti). La del Sasso Scarnia, scalato lungo lo Grosso Mugo, fino a metà canalone. nuova via è completamente autonoma, spigolo Nord – Est in ore 7.30 da Aldo Sotto le prime rocce si attraversa a Sernio - m 2187 dalla base alla paretina sommitale che De Zordi e Paolo Lovat. La via, deno- sinistra passando vicino ad una grotta, Alpi Carniche – Gruppo del Sernio – supera seguendo un’altra via aperta minata “Via dell’ Amico” è un itinerario poi per sentiero di camosci alla base del Grauzaria da Mazzilis nel 2004. Sviluppo m. 500 molto interessante su roccia buona che colatoio di attacco. Nel centro del possente pilastro circa. Difficoltà omogenee di III, IV e si sviluppa per m 560. Difficoltà dal III al Via di discesa come per il Monte dolomitico che marca la parete Ovest, V-, tratti di V, passaggi di V+ e VI-. Ai VI lungo un sistema di placche e fessure Ramezza. il 20 giugno 2008 Roberto Mazzilis, in ripetitori sono consigliati alcuni chiodi e impostate sulla direttiva dello spigolo arrampicata solitaria e senza corda in una serie di friend medio/grandi, anelli molto marcato ed elegante. Usati alcuni Cima Della Tempesta circa ore 1.30 ha aperto quella che ad di fettuccia per sfruttare le clessidre e chiodi e cordini su clessidre. Avvicina- (top. proposto) - non oggi è sicuramente la via più bella e gli spuntoni individuabili un po’ ovunque mento dal parcheggio della Val Noana quotata consigliabile dell’intera parete e anche (rintracciabili alcuni piccoli ometti). imboccando, prima di un ponticello una Dolomiti D’Oltre Piave – Anticima Est l’ultima possibilità di via nuova sul pila- Avvicinamento alla parete passando pista forestale. Dopo m 300 svoltare a della Cima del Palon – Gruppo delle stro. Roccia incredibilmente appigliata per il Rifugio Monte Sernio in circa Cime Fantoline e solida (migliore di quella della nota ore 2.30. L’attacco è identico a quello La prima ascensione assoluta di questa “Direttissima” alla Cima delle Cenge, indicato nella foto 42 dell’itinerario 157 nuova cima affacciata sulla Val di Suola nelle Alpi Giulie) lungo una successione d. Discesa per l’itinerario 157 g (I e II) in e ben visibile dal Rifugio Flaiban Pache- di placche a tratti anche strapiombanti o ore 1 per tornare alla base della parete. rini è stata realizzata il 1 luglio 2008 solcate da fessure e colatoi. Caratteri- Zordi hanno raggiunto la cima di questa

Guglia delle Forciolline – Parete Sud – Sud – Est - Ultimo Pilastro di destra via “ In Pilastro Veritas “ di Davide Novelli.

A destra: La Cima della tempesta con il tracciato della via di R. Mazzilis e F. Lenarduzzi lungo il pilastro Nord. 11

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ostici, la sedicenne Alexandra Ladurner. a/dossier xtraeuropeo Un appiglio più in basso si fermava la archi amo terza, Manuela Valsecchi (Team Gamma lata Lecco). Se in campo maschile i veterani Zardini e Lella dimostravano di essere La Cima De Lis ancora ben stabili sui gradini più alti Codis con il del podio, in campo femminile il tanto tracciato della via auspicato cambio generazionale era Mazzilis – Picilli ben evidente, con solo tre delle iscritte a ve ascensioni lungo lo spigolo Campitello ad aver superato i vent’anni. loescursionismo a sentiero ersonaggi

La prova di Velocità, prima del circuito, radizioni ’itinerario ecnica

Nord – Ovest. erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista

si svolgeva il sabato sera per una ven- Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura tina di partecipanti, con il favorito Lucas torre salendo dal versante Nord lungo i si sviluppa lungo l’arrotondato pilastro Preti (Never Fall Brescia) davanti a primi m 150 della “Via Gioraf” alla Torre che funge da spigolo “turrito” tra la Matthias Schmidl (AVS St. Pauls), e Sara Luisa Iovane del Grosso Mugo, quindi per altri m 210 parete Ovest ed il versante Nord, sulla Morandi (Arco Climbing) che superava e Heinz Mariacher di arrampicata autonoma per colatoi, sinistra del gran diedro che delimita Anna Gislimberti (X-Fighter Molvena). spigolo e cresta. Sviluppo complessivo sulla sinistra la caratteristica becca Un paio di settimane dopo Campitello m. 310. Difficoltà di III e IV-. Usati alcuni sommitale dell’Anticima Ovest della Foto di Mario Prinoth nove componenti della nazionale chiodi e cordini, utilizzati anche per la Cima De Lis Codis. Anziché terminare giovanile partivano per i Mondiali a discesa a corde doppie. su tale anticima, che in realtà è uno Sidney, Australia, insieme a 310 atleti spallone orizzontale al quale fa capo la provenienti da 36 paesi. Mentre Andrea Creta di Timau - m 2217 parete Ovest, la nuova via esce sulla Pruenster non arrampicava all’altezza Alpi Carniche – Gruppo della creta vetta principale superando direttamente della sua prestazione in Coppa Italia, di Timau anche la breve parete gialla sommitale, Alexandra Ladurner dimostrava di avere Sulla parete Nord (tra la via Mazzilis- dove si trovano, concentrate nei m. i nervi saldi e potenziale in campo Lenarduzzi e l’it. 85 da, descritto nella 50 del dodicesimo e penultimo tiro di internazionale, conquistando una med- Guida delle Alpi Carniche – Vol. I) il 25 corda le difficoltà maggiori. Sviluppo m COPPA ITALIA FASI aglia di bronzo alle spalle di un calibro giugno 2008 Roberto Mazzilis in arram- 650. Difficoltà di IV e V fino all’Anticima Lead e Velocità a Campitello di Fassa. come Johanna Ernst, dominatrice della picata solitaria e senza corda ha aperto Ovest, VII+ e VIII– la parete sommitale. La prima prova del circuito nazionale Coppa del Mondo Lead 2008 (senior!). una nuova via interessante per la qualità Roccia molto buona, discreta solo Lead si svolgeva durante due splendide Alexandra aveva già conquistato una della roccia e l’arrampicata bella e molto in qualche breve tratto, friabile e giornate d’agosto nella ridente località medaglia di‘argento nella sua categoria varia, a tratti esposta ma con marcia strapiombante sul tiro “chiave”, evitabile dolomitica ai piedi del Sassolungo. ai Mondiali in Equador nel 2007. di avvicinamento e di discesa troppo interrompendo la scalata all’anticima, La manifestazione, ormai giunta alla lunghi che ne sconsigliano la ripetizione. dalla quale si imbocca, percorrendola in decima edizione, veniva come sempre MASTER DELLE Sviluppo complessivo m 450/500 con discesa, la via di Kugy. Sono stati usati ottimamente organizzata dai ragazzi DOLOMITI difficoltà di IV e V con tratti di V+ nei una decina di ancoraggi intermedi tra del Val di Fassa Climbing coordinati a Campitello. Dopo due settimane gli primi m 200 nella parte bassa; II e III friend e chiodi, alcuni dei quali sono da Stefano Bonello, e si effettuava atleti in vacanza ritornavano in Val di nella parte centrale; tra le vie “Giulio rimasti in parete. Avvicinamento alla sull’imponente struttura fissa nel Centro Fassa per il tradizionale Master di Dif- Magrini” e Mazzilis-Simonetti IV, III e II. parete da Malga Saisera per il sentiero Sportivo di Ischia, a fianco della Funivia ficoltà, Boulder e Velocità, valido per la 616 per Sella Nabois che si segue del Col Rodella. Ben 39 atleti in campo Classifica Nazionale CNP, e organizzato Cima De Lis Codis fino allo zoccolo strapiombante della maschile e 17 in quello femminile - una da una decina d’anni dal Fassa Climb- m 2380 parete occidentale della Cima De Lis decina dei quali qualificatisi durante ing. Un’intensa giornata senza noiose Alpi Giulie – Gruppo dello Jof Fuart Codis. Giunti alla seconda spalla erbosa l’open del sabato pomeriggio - si attese in isolamento per una trentina Prima ascensione dello spigolo Nord- con mughi (m 1891) si abbandona il confrontavano sulle vie lunghe fino a di ragazzi e una decina di ragazze, che Ovest da parte di Roberto Mazzilis e sentiero per salire verso destra fino ad 15 metri tracciate da Mario Prinoth, iniziava in mattinata con la prova di D. Picilli il 26 giugno 2008 in ore 5.30. una cengia marcata posta sotto uno Riccardo Scarian e Mauro Dorigatti. Un Boulder, stile raduno, su 25 blocchi di Si tratta di un itinerario di notevole strapiombo con caverna alla base (pass aleatorio passaggio di blocco a metà difficoltà crescente, da provare per tre interesse in ambiente selvaggio e molto II, ore 0.50 dal Bivacco Mazzeni, ore della semifinale maschile richiedeva ore a piacere tutti insieme. Divertimento aperto, assai panoramico. La nuova via 2.30 dall’auto). n il massimo anche dai migliori, con il assicurato in atmosfera rilassata, ma cortinese Luca Zardini (Caprioli San Vito con prestazioni ai massimi livelli: Luca di Cadore) a guidare la classifica provvi- Zardini dimostrava che può primeggiare soria. Più arrampicabile la via femminile, anche in una specialità su cui non si con un boulderino appena prima della è mai concentrato per mancanza di catena superato agevolmente da quattro tempo e si portava in testa alla classifica ragazze. Sulla via di finale, intensa ma con 25 boulder, ex-aequo con Nicola di evidente esecuzione, Luca Zardini De Mattia (X-Fighter Molvena). Tra le “Canon” dimostrava la sua decisa su- ragazze Jenny Lavarda, del Gruppo periorità, arrivando quasi alla catena, Sportivo Forestale, in questa sua rara e lasciandosi indietro di un decina di apparizione nazionale, superava prese un sempre fortissimo Donato Lella con 19 passaggi risolti la forte Sara (Sportica Pinerolo), e il sedicenne Rudi Morandi con 18. Un’oretta di pausa Moroder (AVS Merano) di Ortisei, terzo. per dare il tempo ai tracciatori Prinoth Il top della finale femminile richiedeva e Dorigatti di montare le vie sulla La Torre Nord o invece incredibili contorsionismi sotto parete e si riprendeva con la prova di Torre del Trentesimo il tetto, con la quattordicenne Andrea difficoltà. Anche qui Zardini e Lavarda Anniversario con il Prünster (AVS Merano) che toccava mettevano in riga la concorrenza, unici tracciato della “Via l’ultima presa, battendo la sua com- a raggiungere il top delle rispettive vie. Marianna”. pagna di squadra, più favorita dai pron- Li seguivano poco sotto Manuel Coretti 12

LR_1_2009 CROMALIN.indd 12 12-01-2009 12:00:46 Andrea Prünster, vincitrice a Campitello di Fassa.

(Olympic Rock TS) e Manuela Valsecchi. campo maschile sette dei dieci finalisti era quindi la quindicenne trentina Anna a Matthias Schmidl. Eccezionale anche Per entrare nella classifica generale del non riuscivano a completare nemmeno Gislimberti, già da un paio d’anni a la prestazione di un’altra quindicenne Master era però necessario partecipare un blocco, mentre i tre migliori se la ridosso delle migliori, ad aggiudicarsi la terribile, Jessica Morandi, la beniamina alla prova finale della Velocità, ma con giocavano sui tentativi per i due blocchi sua prima prova di Coppa Italia. Davano di casa dell’Arco Climbing, che restava la stanchezza che cominciava a farsi risolti: vittoria di Lucas Preti su Michele così i meritati frutti cinque anni di serio sotto i 17’. Jessica superava di poco sentire erano in molti a ritirarsi. Pieno Caminati (Rock-On! Parma), con il allenamento sulle strutture artificiali e Anna Gislimberti, la stessa che il giorno di energia fino all’ultimo, e da sempre notevole terzo posto del sedicenne Nic- nelle falesie della regione, sempre ac- dopo, nonostante non si fosse certo un ottimo specialista delle combinate, colò Ceria (Pietro Micca Biella) davanti compagnata dai genitori, arrampicatori risparmiata durante la prova di Velocità, Luca Giupponi delle Fiamme Oro si al veterano Stefano Ghidini di Rovereto. sportivi di prima generazione. Manuela avrebbe vinto quella di Difficoltà. La affermava su Michel Sirotti (Equilibrium Aggiungeva prestigio alla riuscita mani- Valsecchi chiudeva quindi seconda, competizione era anche valida come Modena), mentre Sara Morandi batteva festazione la presenza del Consigliere terza Andrea Prünster, e delusa quarta Campionato regionale trentino, e Anna Gislimberti. A Luca Zardini e Jenny Comunale di Roma dott. Federico Guidi Sara Morandi. Tra i ragazzi Luca Zardini assegnava il titolo ad Anna Gislim- Lavarda però bastava un quarto posto nel corso della premiazione, conclusa non aveva problemi di tensione e teneva berti e Luca Giupponi per la Difficoltà e nella velocità per assicurarsi il trofeo con un rinfresco per tutti offerto dagli a bada la concorrenza, aggiudicandosi Jessica Morandi e lo stesso Giupponi del Master, secondi chiudevano Luca organizzatori. la terza vittoria nazionale della stagione. per la Velocità. Anche ad Arco degna Giupponi e Sara Morandi; terzi Manuel Qualche problema si verificava per il conclusione della manifestazione con Coretti e Manuela Valsecchi. COPPA ITALIA FASI resto della classifica, con un “ingorgo” un “pasta-party” per tutti in allegria. Lead e Velocità ad Arco di Trento. La di sette dei finalisti su un volume Con la Coppa Italia si concludeva anche COPPA ITALIA seconda prova del circuito, program- particolare che lasciava spazio a diverse la stagione di apertura al pubblico FASI BOULDER mata da Arco Climbing per la stagione interpretazioni da parte degli atleti e dei della parete del Rock Master, gestita da a Roma. La terza prova del circuito già avanzata, scommetteva (vincendo) giudici. Alla fine il secondo posto veniva Mauro Girardi dell’associazione Friends aveva luogo nella capitale, al’interno sul clima mite della cittadina dell’Alto assegnato a Nicola De Mattia, e Roberto of Arco. Come ogni anno, all’inizio della della struttura di Ecole Verticale sul Garda. E infatti, sulla struttura all’aperto Colonetti (Koren Valgandino) manteneva prossima primavera, verranno tracciati Lungotevere Flaminio. Albert Beretta più alta d’Europa, quella del Rock la terza posizione. Per quanto riguarda da Mario Prinoth nuovi e interessanti e Fiorino Moretti organizzavano come Master, i concorrenti non potevano la prova di velocità, durante la serata del itinerari di varie difficoltà, utilizzati dai sempre un’ottima manifestazione, certo lamentarsi della temperatura, sabato, si poteva ammirare l’imbattibile corsi d’arrampicata e da quelli che favorita dal bel tempo e premiata da perfetta per l’aderenza, sulle bellissime Lucas Preti correre su per la parete di vogliono allenarsi in maniera ottimale grande successo di pubblico. Erano vie tracciate da Loris Manzana e Mario 15 metri in un tempo degno di Coppa per le gare o semplicemente divertirsi 21 ragazzi e 11 ragazze a confrontarsi Prinoth. Due giorni di gare gestiti da del Mondo, sotto i nove secondi, davanti sulla fantastica struttura. n sugli atletici passaggi disegnati dai Tiziano Morandi, con Open e Velocità tracciatori Donato Lella e Alberto Gnerro: il sabato e la prova di Difficoltà la do- lancioni quasi impossibili e movimenti menica, per un’ottantina di partecipanti. estremamente tecnici rendevano la In campo maschile era sempre Luca gara (trasmessa anche in differita su Zardini “Canon” a non lasciare dubbi Raisport) uno spettacolo appassionante. sul favorito della competizione, unico a In semifinale erano Michele Caminati raggiungere la catena della lunghis- e Lucas Preti a guidare la classifica, sima via. Lo seguivano il quindicenne superando tutti e cinque i blocchi. Tra Stefano Ghisolfi e poi terzi ex-equo Luca le ragazze, con quattro passaggi risolti, Giupponi, Roberto Colonetti e Marcello Elena Chiappa (Sportica Pinerolo) domi- Bombardi. Tra le ragazze arrivavano nava su Morandi, Longo e Battaglia con alla stessa presa sotto la catena Anna due. In finale Sara Morandi era l’unica Gislimberti e Sara Morandi, con Manuela a risolvere un blocco in più delle altre, Valsecchi staccata per un soffio. In ma questo non le bastava a colmare finale però era la Morandi a subire il distacco e doveva accontentarsi l’emozione di giocare (e poter vincere) del secondo posto, con Elena che si davanti al pubblico di casa, e mancava aggiudicava la terza vittoria consecu- la catena alla sua portata, catena rag- tiva nel circuito. Terza Roberta Longo giunta invece da Gislimberti, Valsecchi (Olympic Rock) di Fiera di Primiero. In e Prünster. Sulla base della semifinale

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LR_01_2009.indd 13 14-01-2009 17:44:52 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo

Cassin ha lata cento anni,

ve ascensioni ed arrampica ancora loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura

di Eugenio Pesci

Un uomo di cento anni mi è innanzi, e mi scruta, mentre parlo, con occhi azzurri, cristallini e vivacissimi, estremamente espressivi e acuti, per nulla glaciali. Talora, alla fine di ogni mia domanda, compie una lunga pausa, sembra quasi fermar- si, come se per rispondermi dovesse scendere a navi- gare in un mare infinito di ricordi di una vita infinita, per

Qui accanto: Riccardo al Rifugio approdare ad un segno, ad Brentei (Dolomiti di Brenta) per il un gesto, ad uno sguardo, "Duecentenario della scoperta delle Dolomiti" (1988). ad una sensazione ultima che gli permetta di ripartire Arrivare a cento anni è scoppio della Prima Guerra e di riportare alla mente ciò estremamente complesso Mondiale alla catastrofe delle Sotto: Riccardo Cassin in un e richiede un’eccezionale Torri Gemelle, Riccardo momento di riposo durante le prime che è stato. fusione di fortuna, genetica Cassin ha probabilmente ascensioni negli ann Trenta. Allora io stesso, in queste e abilità. Se si pensa alla vita raggiunto la sua vetta delle pause, in attesa di parole pericolosa, estrema ed esposta vette, cioè la composizione di al gioco del fato che molti un’esperienza umana che non che forse non verranno, alpinisti conducono per scelta trova uguali, in campo alpini- cerco di scrutare in quegli e necessità, appare evidente stico, a memoria d’uomo. che il secolo di vita, per un Ma forse ha ragione George occhi quasi volessi in alpinista di livello assoluto, Livanos, il greco, quando in qualche modo cogliere i sia qualcosa di ancor più un celebre libro sostiene che momenti grandi della vita di eccezionale, per molti versi Cassin non è stato solo uno di unico. scalatore eccezionale ma un uno dei più grandi alpinisti Compiendo cento anni ed essere eccezionale. Tutte le del Novecento, di certo il più avendo vissuto in un arco poche volte che ho parlato temporale che ha visto con Cassin mi è parso di grande nella prima metà del passare innanzi ai suoi occhi cogliere fra le pieghe delle secolo. eventi che spaziano dallo sue parole l’essenza sottile 14

LR_1_2009 CROMALIN.indd 14 12-01-2009 12:00:53 che lo ha portato a scalare decantare i fatti al di là del da recuperare, sull’ultimo montagne difficilissime, per loro reale valore. tiro, dopo giorni di battaglia primo, sulle Alpi e altrove: Non si può dunque fermarsi, verticale. Cassin tace, mi una saggezza naturale capace parlando di Riccardo Cassin, guarda, non parla, forse di dare a tutte le cose il al solo aspetto alpinistico di immagina, forse un film in giusto peso, di equilibrare gli quest’uomo, perché l’eccezio- mente, e allora osservandolo eccessi e di riportare ad una nalità del suo alpinismo è lo sono io ad immaginare i suoi “semplice e vera umanità” le specchio preciso di un animo ricordi, in una dimensione azioni delle persone ei fatti particolare, in cui, evidente- che più di ogni altra esprime del mondo. mente, ragione ed esperienza la potenza comunicativa che i In un mondo, anche alpini- sono confluite nella vita grandi personaggi hanno nei stico, dove spesso pigmei pratica in maniera armoniosa. confronti dei loro interlocu- Una foto del 1930 ai Piani Resinelli: si credono giganti e parlano “Io arrampico ancora!” mi tori, diretti ed indiretti. Nel con Riccardo Cassin (il terzo in alto delle loro vicende e delle loro dice con un curioso sorriso, campo dell’alpinismo, come da destra) ci sono – tra gli altri – varie imprese per interesse che va ben oltre il confine in altri, si nasce molto spesso Gino Esposito, il secondo da destra o per vanagloria, Cassin, classico che unisce e distin- per immaginazione, e solo in nella prima fila, e Giuseppe Comi, il dall’alto dei suoi cento anni gue il serio e il faceto, quasi un secondo momento si nasce primo in alto da sinistra. di saggezza, insegna ancora, a voler veramente superare lo sul campo, sulla roccia, sul con qualche sguardo profon- scherzo proiettando il dialogo palcoscenico, sulla tela, sullo do e poche mirate parole, il in una dimensione artistica strumento. senso reale dell’alpinismo e di piacevole complicità Sono dunque cento anni che e della più profonda dignità intellettuale. mandano intorno nell’aria dell’esperienza alpinistica. Gli chiedo se si ricorda dei fiumi di particelle evocative, Ciò, va detto, in linea con una momenti in cui ha messo atomi di vicende vissute che delle tipiche caratteristiche per primo, da quel terribile hanno portato in montagna di buona parte dell’alpinismo versante, le mani e i piedi in migliaia di altre persone, dai lecchese del Novecento, cima alla Walker, settant’anni semplici camminatori ad altri propenso più a fare senza fa esatti. C’era brutto tempo, grandi scalatori ed esploratori. Grigna settentrionale con il Sasso decantare il fatto, che a tormenta, Tizzoni ed Esposito Ma Cassin non solo arram- Cavallo e il Sasso dei Carbonari.

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LR_1_2009 CROMALIN.indd 15 12-01-2009 12:00:56 vivi nella memoria, come la quando l’uso dei mezzi a atletica magrezza di Vitale motore era del tutto seconda- Bramani, amico di Cassin e rio, e camminare due o tre ore indiretto promotore delle sue in più appariva quanto di più prime attività commerciali normale. tramite l’invenzione delle Di tutte quelle guglie scalate Qui accanto: celebri suole scolpite. O in Grigna, forse quella del Riccardo nel 1987 durante la signorile capacità, quasi Sigaro Dones – ottanta metri la ripetizione al Badile neutra, di Comici che, per per uno spigolo marmoreo effettuata a 78 anni quanto fenomenale, apparve a freddo ed austero, sesto grado proprio su quella parete Cassin, in quei giorni lontani con pochi chiodi – potrebbe nord-est che lo consacrò degli anni Trenta al Pian dei essere considerata quella tra i più forti alpinisti del Resinelli – cioè l’altopiano più consona alla creatività secolo scorso. dove c’era il roccolo della di Cassin: una microvia che famiglia Resinelli – del tutto sintetizza alla perfezione lo “normale”, dove per normale spirito di quelle prime salite Qui sotto: si deve intendere intelligente, in Grigna, intese come un La via di salita seguita da ossia capace di insegnare laboratorio dell’estremo per Cassin, Esposito e Tizzoni qualcosa di nuovo senza poi passare alle grandi pareti sulle Grandes Jorasse. minimamente porsi in una alpine. Su una mensola del posizione di superiorità. salotto di casa, nella tran- pica ancora, ma ha ripetuto tra dimensione, la gravitas lo Di quei giorni, per non dire quilla Maggianico, a Lecco, tutte le sue vie, forse più chiamasse ad impegnarsi con mesi e anni, in Grigna, Cassin Cassin conserva proprio un volte, poiché mi racconta forza per superare i vincoli deve avere ancora ben intatti chiodo piantato su quella di aver spesso sognato di della verticalità. quasi tutti i ricordi, anche via nel 1931, quasi fosse arrampicare, su vie note, con i In cento anni una miriade se gli è difficile o impossi- un simbolo di un modo suoi compagni abituali, anche di luoghi, di persone e di bile esprimerli nelle parole. d’intendere l’arrampicata. se non riesce a dirmi quanto eventi forma la coscienza Sorride ancora, quasi bonario, Ma a questa via è legata si sentisse leggero, senza di un uomo secondo una ripensando a quegli avvici- un’esperienza umana più gravità, come spesso accade complessità che è fuori dalla namenti a piedi da Lecco, e a profonda che travalica di gran in quel tipo di sogni, o se al norma, eppure molti parti- paesaggi alpini per molti versi lunga l’alpinismo e le sue contrario anche lì, in quest’al- colari sono estremamente differenti da quelli odierni, luci. Il giovane Cassin dedicò

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LR_1_2009 CROMALIN.indd 16 12-01-2009 12:00:58 Dopo la vittoria sulla parete nord-est del Badile il C.O.N.I. assegna a Riccardo Cassin la medaglia d'oro al valore atletico.

la salita al padre Valentino, camente da bambino in Friuli particolare emerso molto con le prime trappoline e poi di recente e per caso, e mai in seguito sempre tenuta in riportato nelle guide ufficiali. grande considerazione, forse Valentino Cassin emigrato dal stampata in un DNA fami- Friuli nel remoto Canada in liare, passata al figlio Guido cerca di lavoro, morì laggiù in e al nipote, così come quella modo ignoto per un incidente dell’arrampicata, trasmes- da esplosione, insieme ad sa direttamente al figlio un altro emigrato italiano, Pierantonio, “Tono”, uno quando Cassin era ancora dei pochi uomini al mondo bambino. ad arrampicare su difficoltà Molti decenni dopo un figlio di decimo grado avendo di novant’anni si trovò, superato i sessant’anni, e alla evento certo inaspettato nipote Marta, a cui il vecchio ma certo sperato, di fronte Riccardo riesce ancora a dare alla tomba dimenticata ma indicazioni sull’ubicazione di ritrovata, là in Canada, di un qualche chiodo sulle sue vie, padre di poco più di vent’an- magari guardando delle foto ni, a cui sulla più bella guglia ingrandite al computer. della Grigna egli, a ventidue Un uomo che è sempre stato anni, aveva dedicato una delle aperto alle novità tecniche e sue prime scalate. alla possibilità di integrare Ma nella vita del centenario passato e presente, rischio e Cassin la montagna non sicurezza, eroismo e sport. è affatto stata solo roccia, Capace di ripetere la sua via ghiaccio, parete o distesa al Badile a cinquant’anni di neve per le gite di sci dalla prima drammatica salita, alpinismo che tanto gli ma di presenziare, negli stessi piacciono e che tanto ha anni, con occhio smaliziato praticato. La montagna di e attento alle prime gare di Cassin è anche quella della arrampicata di Bardonecchia caccia, degli animali e delle ove gli atleti del verticale loro stagioni, nel segno di si sfidavano sulle nuove una pratica imparata empiri- difficoltà moderne. 17

LR_1_2009 CROMALIN.indd 17 12-01-2009 12:01:07 A sinistra: Riccardo Cassin (archivio Fondazione R. Cassin).

Qualche anno fa per iniziativa che riguarda sia la sua atti- cui uno in uscita proprio in di fine ottobre, mi volto del figlio Guido e di altri vità alpinistica sia quella di questi giorni, ricostruire in verso nord e vedo i Torrioni familiari, con l’immediato imprenditore all’avanguardia maniera dettagliata una vita Magnaghi in un controluce benestare di Riccardo è nata nel campo della produzione che difficilmente trova eguali, di tramonto, diafani, lontani, la Fondazione Cassin, che ha per la montagna, secondo in per esperienze vissute e per quasi irreali. Osservo meglio, preso le mosse dalla volontà e Italia solo a Grivel in ordine il loro peso specifico, non come se mi fossi dotato di necessità di riordinare, divul- di tempo. solo in ambito alpinistico un superpotere da eroe dei gare e sviscerare la grande Attraverso il recupero e ma in generale nel contesto fumetti. Ecco là Cassin, quantità di materiali e di l’interpretazione di quest’am- dell’esistenza umana. centenario, che arrampica documenti che Cassin stesso pia documentazione è stato Uscendo dalla villetta di ancora, felice, poco sotto la ha preservato negli anni, e possibile in due volumi, di Maggianico, in questa sera vetta del Sigaro. n

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Sentieri di salute lata A Riva del Garda (TN) 230 operatori di montagnaterapia fanno il punto sui saperi della montagna che aiuta.

SAT, CAI e Azienda Sanitaria di Trento ve ascensioni loescursionismo a sentiero ersonaggi

gli organizzatori del Convegno internazionale radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Sentieri di salute – i Saperi della Montagna che Aiuta Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Testo e foto di Luca Calzolari e Stefano Mandelli Il pubblico di Riva.

ll convegno di Riva del Garda, anche in rentemente poco conciliabile. In questi virtù del respiro internazionale, ha fatto anni sono stati raggiunti grandi obiettivi il punto sullo statao dell’arte della monta- - forti amicizie e legami di gruppo - e gnaterapia e portato alla luce nuovi scenari la montagna è così diventata parte inte- allargando l’orizzonte verso altre aree di grante del percorso terapeutico, un aiuto disagio: tossicodipendenza, minori, porta- prezioso per chi ne ha più bisogno”. tori di handicap. Alla due giorni di intenso I lavori, seguiti da un pubblico attentis- dibattito hanno partecipato medici, psico- simo, sono entrati nel vivo la mattina di logi, terapisti della riabilitazione, infer- sabato. A parlare dell’alleanza tra psiche Lanfranchi e Francesca Fumanelli che mieri ed educatori professionali, soci e natura, della montagna come luogo di hanno presentato una prima ricerca sulla CAI e semplici interessati. In termini una relazione vera tra uomo e natura, analisi e valutazione dei risultati della numerici il convegno ha superato di gran guidando la platea lungo un percorso di montagna terapia. Il tema della sicurezza lunga le aspettative degli organizzatori ecologia della mente in cui la filosofia si sul sentiero è stato affrontato e introdotto (i partecipanti sono stati 230) a riprova fonde con l’antropologia e la psicologia dal contributo di Dino Ermini. dell’interesse attorno al tema. I lavori analitica è stato il Presidente Generale del Carlo Ancona, magistrato, ha approfon- sono stati aperti dai saluti del Presidente CAI, Annibale Salsa che nella sua profes- dito quali sonoi profili di responsabilità della Società Alpinisti Tridentini, Franco sione di studioso e antropologo si occupa che gli accompagnatori devono tenere Giacomoni, del Presidente della Sezione da anni di questi temi. Salsa, membro presenti durante le escursioni con un SAT di Riva del Garda Marco Matteotti, della rivista di psichiatria ‘Il vaso di gruppo che voglia frequentare la monta- Rosanna Giordani, Assessore alle Politi- Pandora’, ha tenuto diversi corsi di inse- gna a scopo terapeutico. Il loro comporta- che Sociali di Riva del Garda. gnamento presso la Clinica Universitaria mento deve essere uguale a quello di una Dopo i saluti Sandro Carpineta, compo- di Psichiatria e presso la Scuola Profes- qualsiasi situazione in cui ci si assuma nente della Commissione Centrale Medica sionale Infermieri dell’Ospedale Univer- l’onere di guidare delle persone in un del CAI e organizzatore del Convegno, sitario S. Martino di Genova. ambiente potenzialmente a rischio. ha ripercorso le tappe principali che dal Nella sessione ‘In montagna con metodo” Tutte le relazioni sono state accompa- 2003 ad oggi hanno visto gradualmente negli interventi di Angelo Brega e gnate in diretta da un amico del progetto convergere in un progetto comune i Giuseppe Rescaldina e in quello di Gian- Sopraimille, l’illustratore trentino Fabio diversi Gruppi che in Italia si occupano di luca Riccardi e Luigi Varetti sono state Vettori. “montagnaterapia”. Tra questi vi è anche affrontate questioni metodologiche per La giornata di domenica si è aperta con il progetto trentino Sopraimille, nato nel montagna terapia. Alla ripersa dei lavori la presentazione di una serie di espe- 2003 su iniziativa dell’Unità Operativa Vinicio Vatteroni – Direttore Editoriale rienze internazionali (si veda il box di Centro di Salute Mentale di Arco in della stampa sociale e Coordinatore pag.). Erano presenti una delegazione collaborazione con la sezione SAT di Riva Nazionale per la Comunicazione del francese (relatrice Carolin Houal), una del Garda e con il Comune di Riva del CAI – ha parlato dei rifugi del CAI come italo-svizzera (relatore Fabio Lomazzi) Garda. “Questa avventura” raccontano i presidi per la montagnaterapia. Nel suo e una spagnola (relatore Juan Antonio protagonisti “partì quando alcuni opera- intervento Vatteroni ha sottolineato come Carrascosa). tori del Centro di Salute Mentale di Arco la cultura sia il fine del CAI, ed i rifugi La mattinata è proseguita con una tavola suggerirono di inserire nello specifico debbano quindi essere presidi cultu- rotonda di chiusura lavori intitolata ‘... ambito della riabilitazione psichiatrica un rali svolgendo anche il ruolo di presidi i tanti sentieri di salute’ - moderata da nuovo particolare scenario, quello della per la montagnaterapia e rivelandosi in Andrea Bianchi di Mountain Blog - che montagna. L’idea di accostare montagna conseguenza di ciò rifugi di salute. Gli oltre al presidente generale del CAI e a e disagio psichico, era un binomio appa- interventi sono continuati con Fiorella Franco Giacomoni, ha visto la partecipa- 20

LR_01_2009.indd 20 14-01-2009 17:45:42 zione dell’alpinista Fausto De Stefani, di La montagnaterapia in Italia nazionale, che si è evoluto nel tempo ed è per questo Leila Meroi, ricercatrice nel campo delle Intervista a Sandro Carpineta, psichiatra, tra i fondatori che abbiamo preso la decisione di organizzare il del Progetto Sopraimille e componente della Commis- convegno, aprendo le porte a tutti gli interessati, scienze neurocognitive, Alfredo Vival- sione Centrale Medica del CAI non solo agli addetti ai lavori. Possiamo dire che il delli, psichiatra. convegno è stato organizzato su mandato delle varie Positivo il giudizio dei partecipanti alla Lei è stato tra i primi ad interessarsi della macrozone d’Italia.» due giorni, per molti è stata una occasione montagna come terapia. Ci puoi raccontare come in cui riconoscersi, ascoltare le esperienze e quando è nato il progetto Sopraimille? Qual è la tua definizione di “montagnaterapia”? altrui e scoprire l’esistenza di una rete a “Tutto è cominciato il 15 novembre del 2003, quando Personalmente non mi piace l’idea di “montagnate- cui è possibile riferirsi ed essere soggetti abbiamo organizzato la prima uscita sopra Riva del rapia”. Stiamo parlando di un ambito di intervento, Garda al rifugio San Pietro, dove ha preso forma e la mia posizione è: se si sa quello che si fa e si proattivi. l’accordo tra la SAT di Riva e l’Azienda Sanitaria di verificano i risultati ottenuti possiamo chiamarla Terminato il convegno i referenti delle Trento, nello specifico il Centro di Salute Mentale come vogliamo. I temi di oggi che sono quelli macrozone del progetto Sopraimille si di Arco. Nei mesi precedenti avevamo preparato il dell’informazione, del confronto delle metodiche, sono riuniti in un incontro operativo circa terreno, confrontandoci e abbattendo paure e rischi. della valutazione, della formazione, e sono molto le prospettive future della “montagna- Il primo contatto è stato con la SAT a cui abbiamo certamente più importanti del dibattito intorno alla terapia”, tra esigenze di organizzazione, proposto di agire in questa particolare area, i piccoli definizione. comunicazione, formazione, confronto timori iniziali nel tempo sono crollati. Dal 2003 abbiamo cominciato a guardarci intorno, cercando in 230 partecipanti sono un bel successo... delle esperienze e nuovi progetti, tra cui Italia se c’erano persone che facevano qualcosa di Noi ci aspettavamo 80–90 persone, e se invece anche l’ipotesi di un nuovo incontro a simile, da lì sono nati i primi contatti. Io ricordo che sono arrivate così tante persone vuol dire che la livello internazionale. n nel 2004 quando abbiamo fatto il primo incontro al motivazione e la passione verso questo progetto e rifugio Pernici avevamo coinvolto dei gruppi di Roma, questa attività sono fortissime. In ogni incontro che di Portogruaro, di Bergamo, di Bolzano: lì abbiamo abbiamo organizzato, sono sempre arrivate persone Fabio Vettori è da anni noto come disegnatore di cominciato a scambiarci idee. Nel 2005 c’è stato il dalle zone più disparate d’Italia, con esperienze tra qualità, forse a torto conosciuto “solo” per le sue formi- secondo appuntamento al rifugio Pernici, ma la data loro diversissime e la potenza di questi incontri sta chine che – scrivono nel sito di Sopraimille, “invadono che ha fatto la differenza è stata il settembre del proprio nella possibilità di confronto tra tutte queste simpaticamente ogni piega della sua fantasia (e nostra) 2006 quando abbiamo organizzatol’incontro naziona- esperienze. e realtà. È membro del GISM, il Gruppo Italiano Scrittori le al Centro Crepaz del passo Pordoi. Inquell’occasio- di Montagna. Dallo sci al disegno, dalla musica alla ne, la cosa che con difficoltà chiamiamo montagna In sintesi possiamo dire che il convegno di Riva montagnaterapia, lei accompagna questi incontri con le terapia è diventata un fatto chiaro all’interno del rivela che c’è un’attenzione, una pratica, un sue vignette disegnate di getto, sul momento. CAI. Al Pordoi erano arrivati operatori sanitari da tutta fermento sempre maggiore verso la montagnate- Italia, membri del CAI, persone del privato sociale. rapia. Ma l’interesse è anche quello di definirne i Com’è nata questa sua collaborazione con il Da quel momento abbiamo cominciato a pensare a confini e le metodiche... progetto Sopraimille? come metterci in rete e la prima cosa è stata quella Vorrei fare anche un’autocritica, nel senso che vorrei Sono fra i più antichi sostenitori di Sopraimille, di creare delle macrozone con delle suddivisioni terri- dire di stare molto attenti ad una cosa. Temo che ci perché fin dall’inizio Sandro Carpineta mi ha toriali approssimative e con un referente volontario. sia una grande ricerca del nuovo, del moderno, dello coinvolto, a partire dall’ideazione del logo del Non dimentichiamo anche che la SAT di Riva aveva strano, della cosa che sollecita le fantasie. Queste progetto. Il mio ruolo qui a Riva è stato quello di messo a disposizione dal 2005 un sito internet – occasioni servono a dire che non è cosi, nel senso alleggerire l’ascolto delle relazioni interpretando www.sopraimille.org - dove tutti gli interessati hanno che tutte le persone che sono qui non sono venute con delle vignette quello che i relatori raccontavano. cominciato a conoscerci.” per sentire cosa sta succedendo, ma portando dei Ho seguito tutti gli interventi e mi sono piaciuti supporti chiari ed evidenti. Il confronto deve sicura- forse anchè perché conosco sempre di più questo Nel settembre 2006 vi siete quindi dati degli mente continuare, proprio perché la nostra volontà è ambiente. obiettivi che vi hanno portato oggi a fare il punto di non fermarci e proseguire con le nostre esperienze della situazione... sul campo.» Ci può raccontare la vignetta sull’intervento del «Al Centro Crepaz è nato una sorta di coordinamento Presidente Salsa? Straordinario l’intervento del Presidente Salsa, siamo partiti dai sentieri, da questa mente ecologista per arrivare ad essere pastori dell’essere, pastori del buonsenso, dell’essere persone e non macchine.

Per decidere che vignetta fare quali elementi cerca di cogliere? Semplicemente ascolto e cerco di tradurre al meglio cio che mi colpisce di più, un concetto o una suggestione.

Fabio Vettori al lavoro. 21

LR_01_2009.indd 21 14-01-2009 17:45:52 Il commento di...

Franco Giacomoni, raccontate perché non sempre si capisce se non si Presidente della Società Alpinisti Tridentini. entra dentro nelle pieghe nascoste. L'iniziativa, fortemente voluta dal dottor Carpineta, Noi abbiamo avuto la fortuna, il privilegio di aver capito è l'esito di un'idea lungimirante: il successo di che la montagna ci può aiutare a trovare innanzitutto partecipanti lo dimostra, senza mezze misure. La un nostro equilibrio e che possiamo poi trasmetterlo, montagnaterapia è un tema di forte rilevanza e, voglio insieme alle emozioni, ad altri che hanno percorso sottolinearlo, anche la presenza del CAI indica una sentieri diversi dai nostri. capacità di guardare oltre i propri confini, è il segnale Io credo che lo scopo di questo convegno sia proprio di una nuova apertura. Il presidente Salsa ha speso di capire qual è la situazione di un mondo di espe- parole molto precise sul nesso tra CAI e solidarietà: rienze straordinarie e complicate. Il CAI era scoperto su questo fronte, ed è giustissimo Straordinarie perché la montagna porta emozioni ed affermare che la solidarietà e le iniziative collegate esperienze che possiamo usare per aiutare gli altri, devono nascere dentro le sezioni spontaneamente, non complicato perché in una società come la nostra sono per decreto né per Statuto. Con questa logica della richiesti numeri, obiettivi, tempi. Io immagino quelli spontaneità e della gratuità del nobile gesto sono nate che lavorano all’Asl che dicono ‘noi siamo una azienda cose ancora più belle. Questa iniziativa è in linea con vogliamo vedere i risultati misurabili’, ma come si può quanto emerso nel 98° Congresso CAI di Predazzo. pensare di avere dei risultati in termini di numeri? Dopo Predazzo c’è più coraggio nell'affrontare i All’interno di progetti di questo tipo, in contesti in cui si problemi anche fuori dall’autoreferenzialità. E spesso, parla di montagna come ‘strumento terapeutico' il CAI ancora, non dimentichiamolo, la gente là fuori ci è fondamentale, lo ripeto è fondamentale. scambia per gli "alpini". Dobbiamo affermarci e Fortunatamente qui è parte integrante di questi lavorare anche sotto questo profilo. Dobbiamo, se progetti. Io vorrei che lo fosse stato anche in necessario, "fare lobby". Alziamo la voce anche noi, precedenza, e che lo sia anche per il futuro: se come davanti anche a chi dice che il CAI è “un ente inutile”, CAI non affrontiamo anche le tematiche relative a chi magari da sopprimere per decreto. ha avuto meno fortuna di noi, cosa facciamo, dove andiamo? il CAI deve essere parte integrante anzi io direi che dovrebbe urlare di più la montagna, che è Fausto De Stefani, alpinista, impegnato uno strumento straordinario di supporto a queste attivamente in progetti di solidarietà. attività. Per cui i Soci CAI e SAT dovrebbero essere In alto: Fausto De Stefani, alpinista. Sono particolarmente soddisfatto di questo convegno, parte integrante di questi progetti, ma non solo di Qui sopra: il gruppo En passant par ho ascoltato tutti gli interventi perché voglio cercare questi, dovrebbero anche presenti con le istituzioni di capire, voglio toccare le esperienze che sono state nelle scuole e seminare cultura e solidarietà. la Montagne.

Montagnaterapia. Alcune esperienze internazionali En passant par la Montagne - Le Bouchet alla cura del malato psichiatrico. Su iniziativa di due intraprese e i trecento disabili coinvolti dimostrano che di Caroline Houal infermieri specialisti in salute mentale, Vera Tamantini e si può fare, sviluppando uno studio medico-sportivo En passant par la Montagne (EPMM) è un’associazione Fabio Lomazzi, supportati e spronati dal Direttore delle che ha permesso di portare avanti in piena sicurezza fondata nel 1995 dall’alpinista Marc Batard, con la cure infermieristiche, Fiorenzo Bianchi, è stato avviato progetti legati alla montagna con persone portatrici vocazione di agevolare l’uso della montagna nel lavoro un progetto riabilitativo di “montagnaterapia” rivolto sia di differenti handicap: ipovedenti, sordomuti, persone sociale. Da 14 anni, il compito di EPMM è di essere alle persone degenti di un reparto acuto sia a persone senza un arto e con problemi psichici, oncologici e un intermediario tra i professionisti della montagna e che frequentano i centri diurni del Cantone Ticino. I cardiologici. http://semed-femad.blogspot.com gli operatori sociali, per fare sì che le attività sportive metodi e gli obiettivi sono differenti per tipologia di di montagna possano essere utilizzate come uno utenti ma accumunati dalla stessa passione per la Il gruppo En passant par la Montagne strumento pedagogico a favore di pubblici in difficoltà. montagna. Per la realizzazione del progetto anche nella al termine di una escursione. Partendo dagli obiettivi definiti dagli operatori sociali, realtà ticinese risulta fondamentale il supporto e la si costruisce assieme un progetto riabilitativo che collaborazione dell’alpinista Fabio Mondini, e Associa- utilizzerà principalmente l’arrampicata e l’alpinismo, ma zioni (Amici di Marco) estranee al mondo sanitario. anche l’escursione, la gita con le ciaspole, l’arrampica- www.ti.ch/DSS/DSP/OrgSC/ ta su ghiaccio. Sono più di trenta i progetti che vengono realizzati ogni anno con delle strutture sociali in tutta Fondazione Spagnola di Alpinismo e Sport Adattato la Francia: comunità d’accoglienza, carceri, istituti per di Federico Carruccio persone con deficienze mentali, servizi ospedalieri. Da vent’anni la SEMED (Associazione Spagnola www.montagne.org di Alpinismo e Scalata per Disabili) e la FEMAD (Fondazione Spagnola di Alpinismo e Sport Adattato) si O.S.C. Organizzazione Socio-Psichiatrica Cantonale occupa di coinvolgere persone portatrici di handicap in di Mendrisio (CH) di Fabio Lomazzi attività legate alla montagna. Dal 1997 è nato “Progetto All’interno dell’Organizzazione Socio-Psichiatrica scientifico-sportivo-sociale sette cime, sette vulcani Cantonale di Mendrisio organismo che raggruppa le per tutti”, che ha l’obiettivo di realizzare l’ascesa dei strutture stazionarie e ambulatoriali pubbliche preposte sette vulcani più alti del mondo: venticinque spedizioni

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LR_01_2009.indd 22 14-01-2009 17:46:03 Il microfono tra il pubblico

Ignazio Cossu è un operatore del Centro di Salute Sardegna, portando i miei gruppi in escursione per 3 Mentale di San Gavino (VS) tra i responsabili giorni consecutivi all’addiaccio. dell’associazione Andalas de Amistade che dal Nello specifico, la vostra esperienza come si luglio 2006 si occupa di trekking per persone con caratterizza per numeri e tipologie di soggetti disagio mentale. coinvolti? Tra i numerosi interventi del pubblico il suo Il gruppo di lavoro è composto da 15 ragazzi schizofre- poneva un interrogativo sul concetto di dosaggio. nici, dai 18 ai 38 anni: lavorando quotidianamente, mi Vuole spiegarci il senso di questa tua osserva- rendo anche conto che la terapia va differenziata da zione? disagio a disagio. Altra questione metodologica, questa, La mia osservazione è molto semplice e parte da una di fondamentale importanza ... considerazione quasi ovvia. Se la montagnaterapia si E quello che è uscito oggi dalla discussione del caratterizza come vera e propria forma terapeutica, convegno come lo valuta dal suo punto di vista? come tutte le terapie porta con sé le problemati- Dal punto di vista di un operatore, si è fatto il punto che relative a effetti collaterali, controindicazioni, delle esperienze ed è emersa un ancora maggiore dosaggio. Lo dico e lo chiedo anche per capire rischi e consapevolezza del fatto che abbiamo tutti le stesse Da sinistra: Annibale Salsa, Presidente Generale conseguenze delle mie operazioni. Ora, io porto avanti difficoltà. Siamo tutti artigiani alla ricerca di moduli, del CAI; Alfredo Vivaldelli, psichiatra; Fausto De con passione quasi “artigianale” le mie esperienze in analisi e procedure di validazione di ciò che facciamo. Stefani, alpinista.

Montagna e ricerca

Francesca Fumanelli e Leila Meroi, giovani Questo sintomo si chiama anosionosia, e se aggiunto ai in quota. ricercatrici hanno presentato al convegno di Riva il due citati prima si può effettivamente parlare con sicu- Francesca Fumanelli, ricercatrice, si occupa di proprio lavoro. Meroi conduce ricerche sulle pato- rezza di edema cerebrale. Purtroppo uno dei problemi tecnica della riabilitazione psichiatrica presso il logie neurologiche legate all’alta quota, Fumanelli è che l’edema cerebrale è spesso considerato come polo didattico di Rovereto dell’Università degli ha condotto un’indagine sul feedback emozionale una fase acuta del mal di montagna, ma non è così! Il studi di Verona. Nella sua esperienza con pazienti della montagnaterapia. Ad entrambe abbiamo nostro obiettivo è quindi quello di trovare i suoi sintomi affetti da disagio psichico hai introdotto l’utilizzo chiesto di spiegarci meglio il loro lavoro. precoci, al di là dei suoi sintomi tardivi che sono due: di un questionario di autogradimento. l’atassia cioè la “camminata da ubriaco” e le alterazioni Leila Meroi, si occupa di neuroscienze cognitive emotivo-comportamentali. Qual è l’approccio che caratterizza questo e comportamentali, una disciplina nuova e ibrida strumento? che affonda le sue radici nella neurologia e nelle Può darci qualche consiglio per aiutare chi si L’obiettivo era quello di riuscire ad ottenere un feed- scienze cognitive, ma che ha anche relazioni con accorge che un compagno sembra presentare back su quella che può essere la “risposta emozionale” altre discipline importanti come l’ingegneria e elementi di “sospetto”? che le attività di montagnaterapia innescano a livello l’ergonomia... Io sto cercando di realizzare una batteria di test neuro relazionale e corporeo. cognitivi, brevi e facili da somministrare che non Nel dettaglio mi occupo delle patologie di interesse abbiano bisogno di apporti strumentali, come per Quali risultati è riuscita a raccogliere e su quale neurologico legate all’alta quota, meglio note come esempio dei semplici test di orientamento e dei test campione? mal di montagna acuto, edema cerebrale e polmonare di coordinazione. Va naturalmente capito se questi Il gruppo di riferimento era costituito da 100 ragazzi d’alta quota. Io mi interesso di edema cerebrale, e possono essere quelli giusti per comprendere se e ragazze affetti da disagio psichico: nei questionari questa passione è nata grazie ai racconti di mia sorella l’edema sta arrivando, oppure se è necessario trovarne vengono segnalate delle variazioni qualitative su quella Nives, che è una alpinista. È un campo di studi giova- altri. che è la percezione di sè e del proprio stato d’animo. nissimo e per ciò si sa ancora poco di queste patologie, Meno ansia, più soddisfazione, più forza, un incremento anche perché esiste un grado di sovrapposizione molto Come finanzia le sue ricerche? Ci diceva che i dell’aspetto relazionale e del gruppo di amicizie, una forte che determina molta confusione. Se parliamo di problemi non mancano... riduzione delle asimmetrie tra operatore e paziente. mal di montagna sappiamo che i sintomi sono noti, Fare ricerca in quota è importante perché non è diretta facilmente risolvibili se trattati e raramente hanno esito ai soli alpinisti. Ad oggi sono 15 milioni le persone che Le maggiori criticità in quali ambiti sono stati infausto: in questi casi bisogna avere chiari quali sono vivono fra i 3.500 e 5.400 metri di quota, e quindi è riscontrati? i sintomi del mal di montagna - cioè ad esempio un presente una problematica sociale. Rispetto alla corporeità e alla percezione carente persistente mal di testa, nausea, affaticamento musco- Fondamentalmente i problemi sono questi: trovare il della “fisica” del proprio corpo. Rispetto allo spazio, lare - se invece parliamo di edema cerebrale purtroppo, giusto test per valutare le funzioni che mi interessano e al battito cardiaco e al respiro, c’è risposta frammen- se questo non è riconosciuto tempestivamente, l’esito è applicare questo test in condizioni di grande ristrettezza taria, dovuta proprio al deficit di auto-percezione che quasi sempre mortale. e pericolosità; trovare i soggetti sperimentali e per queste patologie portano con sè. Voglio specificare ultimo trovare i fondi. In Italia, ma non solo, è molto che si tratta di una metodologia non scientificamente Quali sono i sintomi dell’edema cerebrale? difficile trovare i fondi per portare avanti qualsiasi tipo validata, ma che consente di raccogliere, quantifi- Una caratteristica dell’edema cerebrale è che chi ne è di ricerca, io sono fortunata perché ho incontrato la care e analizzare dati e informazioni che altrimenti colpito è l’unico che non sa di averlo, quindi chi se ne sensibilità di un imprenditore che con il suo supporto sarebbero osservabili con scarsissima precisione. deve accorgere sono i suoi compagni di cordata. mi ha permesso di partire per tre volte a fare ricerca

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anile SLOVENIA v a/dossier xtraeuropeo archi amo lata ve ascensioni

Nella dell’ loescursionismo fra antiche tradizioni a sentiero ersonaggi

Valle radizioni Isonzo ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura

Testo e foto di Michele Tomaselli www.sciando.it Sezione CAI SAF Udine

facevano di questi luoghi una preferibile dimora di vacanza. Il fiume Soca, conosciuto soprattutto per gli sport acquatici del rafting e del kayak, viene soprannominato per la vivacità dei propri colori "bellezza di smeraldo" e propone nel suo territorio una natura incontaminata ricca di flora e fauna e innumerevoli salti d’acqua . La valle ubicata all’interno delle Prealpi Giulie slovene ricade all’interno di una zona protetta, comprendente i tre comuni di Bovec (Plezzo), Kobarid (Caporetto) e Tolmin (Tolmino), paesi indubbiamente non ancora scoperti dal grande turismo di massa, ma che presentano indimenticabili atmosfere di universi rurali, amene colli- ne e creste di montagne, il tutto nutrito dalla sincera e calorosa ospitalità della gente. Con lo sguardo sempre fisso alla straordi- naria natura potremo goderci gli immensi panorami spazianti dalla laguna di Grado alle Alpi e concludere l’itinerario facen-

ntiche leggende narrano che le montagne di Tolmin - Kobarid racchiuderebbero dentro di A sé arcani misteri magici, sor- genti vive e miracolose, dove l’acqua potrà guarire le malattie e offrire l’elisir dell’eterna giovinezza. Il “mondo” attorno al fiume Soca o meglio l’Isonzo del territorio italiano, così caro ai nostri antenati, attirava già nell’antichità gli abitanti di Trenta alla ricerca di piante miracolose connesse alla preparazione di pozioni ed infusi magi- ci; lì i cacciatori sognavano l’unicorno mentre i pionieri dell’alpinismo si arram- picavano sulle vette più alte. Infine, più prosaicamente, i Veneziani e gli Asburgo 24 gen./feb. 2009

LR_1_2009 CROMALIN.indd 24 12-01-2009 12:01:52 Nella dell’ fra antiche tradizioniValle Isonzo A fronte sopra: Panorama dal Monte Nero.

A fronte sotto: Mappa Matajur.

Sopra: Monte Nero dalla Planina Kuhinja.

Qui accanto: La piana del Monte Nero da Avsa.

doci attirare dall’atmosfera inebriante e Informazioni utili: ITINERARI genuina di una delle tipiche gostilne (trat- La Valle dell’Isonzo slovena è raggiungibile Gli antichi simboli dell’economia agreste che torie), dove degustare i prodotti tipici . dall’Italia attraverso il valico di Stupizza oppu- ci accompagneranno all’inizio di qualche Nei libri di storia le acque del Soca re provenendo dalla città di Gorizia . itinerario quali il senik (piccolo fienile in pietra sono diventate tristemente famose per Si consiglia di abbinare al percorso la visi- con il tetto in scandole di legno) ed il kozolec una delle più sanguinose battaglie della ta della vicina Cividale del Friuli, cittadina (struttura in legno adibita all’essiccazione Prima Guerra Mondiale: “la disfatta di longobarda ubicata sulle sponde del fiume del fieno) senza dubbio parti integrante del Caporetto” dove tra il 24 ottobre ed Natisone a circa 30 km da Kobarid. paesaggio sloveno, testimoniano l’antica il 9 novembre 1917 le truppe italiane Si fa presente inoltre che a Bovec si trova il civiltà rurale che a tutt’oggi continua a vivere in difesa dell’avamposto subirono una centro sciistico d’alta montagna Kanin, dove in queste zone. pesantissima sconfitta ad opera dell’eser- è possibile sciare anche in tarda stagione. E a marzo, neve permettendo, la voglia cito austriaco, nel quale già allora era Per gli appassionati di storia senz’altro merita irrefrenabile di scivolare sulla neve mi presente il giovane tenente Rommel. La una visita il Museo di Kobarid il quale, inau- riporta ad avventurarmi sempre in questi battaglia si concluse con la famigera- gurato nel 1990, illustra ai visitatori la dram- luoghi, soprattutto per la vicinanza da casa, ta ritirata dell’esercito italiano fino al matica rappresentazione della dodicesima evitandomi conseguentemente levatacce. Di fiume Piave. Proprio il celebre Monte offensiva dell’Isonzo, meglio nota come la seguito propongo i più classici itinerari di sci Krn (Monte Nero 2244 m), sovrastante la battaglia di Caporetto. Per pernottare vi sono alpinismo della zona, tutti partenti da quote Valle dell’Isonzo, resterà uno dei ricordi numerose possibilità fra cui diversi affittaca- abbastanza basse. più gloriosi delle nostre armate. mere ed alberghi. Michele Tomaselli www.sciando.it Detto fra noi, questo territorio luminoso Sezione CAI SAF Udine come una tela densa di particolari colori cristallini richiamerebbe proprio a quel senso di avventura necessario per affron- tare le splendide uscite sci alpinistiche qui proposte in un ambiente ancora non troppo conosciuto. Motivo in più per gustare la valle dell'Isonzo. n Qui accanto: Planina Kuhinja. 25

LR_01_2009.indd 25 14-01-2009 17:46:32 Dintorni di Kobarid presenta condizioni ideali. VRH NAD PESKI rocciose e raggiungere sulla sinistra la Poco sopra l’incantevole paesino rurale Dislivello: 1224 m. (Monte Rosso) forcella sotto il Leskovski Vrh.. Da qui di Krn si sviluppano degli itinerari di Difficoltà: BSA una breve discesa (circa 50 m) consen- 2176 m notevole fascino che possono offrire Periodo consigliato: febbraio - marzo te di entrare nel vallone sottostante e Note: Splendido itinerario, con una emozioni indimenticabili con visioni proseguire a destra fino sotto la cima Esposizione: sud discesa sostenuta nel canalone. estese fino alla laguna. per guadagnare la spalla est. Poi in Tempo: 3 ore Rappresenta una valida alternativa al Gli itinerari vanno affrontati con neve Utili ramponi eventuale piccozza breve alla vetta. ben assestata. vicino Monte Nero. Si ricorda inoltre la Descrizione della salita: dalla Planina Descrizione della discesa: Accesso: possibilità di salire al Krn (Monte Nero) Kuhinja salire gli ampi pendii meridionali per l’itinerario di salita Dal paesino di Krn sopra Kobarid pro- sfruttando questo itinerario oltrepas- fino a quota 1400 m dove effettuando seguire in auto per circa un chilometro sando alla sinistra della cima il Krnska un lungo traverso verso sinistra si Dintorni di Tolmin fino al parcheggio della Planina Kuhinja Skrbina. Il rifugio Razor, è racchiuso da uno raggiunge l’ampia spalla sud ovest, poi (1020 m) e qui parcheggiare. Dislivello: 1156 m. splendido anfiteatro caratterizzato da attraversandola senza possibilità d’erro- Difficoltà: BS cime non elevate, ma molto interessanti re, raggiungere il bivacco Gomisckovo Periodo consigliato: febbraio - marzo in caso di sufficiente innevamento. Krn (Monte Nero) Zavetisce. Da qui in breve alla cima. Esposizione: sud ovest - sud Accesso: 2244 m Descrizione della discesa: per Tempo: 3 ore da Tolmin proseguire in auto lungo una Note: Ci sono montagne create apposta l’itinerario di salita oppure, volendo Utili ramponi strada molto stretta per 6 Km fino alla per gli sci alpinisti. Queste sono le paro- scegliere un’alternativa più ripida, si Descrizione della salita: Dalla Planina località di Tolmionske Ravne, (940 m) e le che nella guida "Da San Candido al può scendere fino al centro della parete Kuhinja (1020 m) imboccare a destra la qui parcheggiare. Tricorno" descrivono la bellezza di que- e prendere sulla sinistra un ripido e mulattiera che in circa 30 minuti porta sto itinerario. Una discesa spettacolare stretto canale al centro di due fasce alla Planina Leskovca. Ora, risalendo il Meja 1996 m di quasi 1300 m di dislivello. Un monte rocciose pervenendo sugli ampi pendii ripido canale soprastante, pervenire alla Dislivello: 1056 m. che solo per poche settimane all’anno della parte bassa. conca superiore delimitata da alte pareti Difficoltà: BS Periodo consigliato: fine gennaio - febbraio Esposizione: sud - est Tempo: 3 ore Descrizione della salita: da Tolmionske Ravne seguire, a secon- da dell’innevamento, la mulattiera o il

Sopra a sinistra: Cresta Monte Nero.

Sopra: Scendendo dal Matajur.

Rifugio Dom.na Matajur (1550 m) e sullo sfondo la chiesetta sommitale.

Qui accanto: Itinerari salita rosso Monte Nero blu Monte Rosso. 26

LR_01_2009.indd 26 14-01-2009 17:46:46 sentiero estivo (più rapido) che conduce o il sentiero estivo (più rapido) che al rifugio Razor (1315m). Ora a sinistra conduce al rifugio Razor (1315m). Dal fino ad una prima spalla portarsi al rifugio proseguire a sinistra su ampi centro del vallone, poi con percorso più pendii portandosi al centro del vallone sicuro seguire la spalla di sinistra fino per guadagnare l’evidente spalla che alla cima. scende dalla cima del Meja. Proseguire Descrizione della discesa: quindi verso sinistra per raggiungere la per l’itinerario di salita spalla sud del Vrk nad Skrbino, Da qui in breve alla cima. Descrizione della discesa: Vrk Nad Skrbino 2054 m per l’itinerario di salita Dislivello: 1114 m. Difficoltà: BS Dintorni di Avsa Periodo consigliato: febbraio Poco sopra la frazione di Avsa si erge Esposizione: sud est sul confine italo - sloveno il Monte Tempo: 3 ore Matajur, cima sempre sicura che offre Descrizione della salita: degli splendidi panorami sul vicino Krn e da Tolmionske Ravne seguire a secon- sul mare. Ad ogni modo la quota molto da dell’innevamento la mulattiera bassa di partenza consente raramente

di trovare neve fin da subito. Bibliografia Accesso: scialpinistica: da Idrsko (Idresca d’Isonzo) a due km Da San Candido al Tricorno di Claudio da Kobarid prendere a destra la strada Fava - Matteo Moro ed. CDA che porta a Livek (Luico) e successi- Dai Tauri all’Adriatico di Matteo Moro vamente alla frazione di Avsa (850 m) - ed. CDA dove si parcheggia. Cartografia: Psz 1:50.000 Juliajske Alpe - Tabacco Matajur 1641 m fg. 41 - Psz 1:25.000 fg. 112 Dislivello: 841 m. Bollettino valanghe: Difficoltà: MS http://www.arso.gov.si/ - http://www. Periodo consigliato: febbraio - primi regione.fvg.it/asp/newvalanghe/ di marzo Esposizione: est Tempo: 3 ore Descrizione della salita: dalla fra- zione di Avsa, sopra Livek, seguire la mulattiera che con moderata pendenza porta alla Planina Sleme (1034 m). Sopra: Salire quindi in direzione nord ovest su Sullo sfondo la vetta del Vrh Nad terreno aperto e raggiungere la cima del Peski - Monte Rosso. Mrzli Vrh (Cima Fredda) 1356 m balco- ne panoramico sulla valle dell’Isonzo. Per giungere sulla sommita del Matajur Sotto: scendere verso ovest e risalire per il Planina Leskovca. versante orientale della Glava (1463 m) da dove, proseguendo per la facile dor- sale tenendosi sulla destra, si perviene alla caratteristica chiesetta sommitale. Si ricorda che 90 metri sotto la cima del Matajur si trova il rifugio Dom.na Matajure (1550 m) generalmente aperto durante i weekend. Descrizione della discesa: per l’itinerario di salita Note: lo stesso viene raggiunto preva- lentemente dal rifugio Pelizzo (1325 m) sul versante italiano attraverso un per- corso molto breve lungo gli ex tracciati delle piste da sci.

Qui accanto sopra: Mappa Meja - Vrn Nad Skrbino.

Qui accanto: Mappa Krn. 27

LR_01_2009.indd 27 14-01-2009 17:46:53 abili v

anile MONTE BIANCO v a/dossier xtraeuropeo archi amo Notte al bivacco Fiorio lata ve ascensioni loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura di Sergio Mont Dolent Ravoni

Giuseppe e io avevamo trovato un posto alto: troppi corpi da scavalcare e troppe di risulta, con l’obbligo di dividere lo acrobazie per scendere. Ci sarebbe voluta stesso materasso, proprio sotto il tetto. una liana... Roberto e Gigi non saprei più dire dove. Finalmente venne l’ora di alzarsi. Forse L’aria era già irrespirabile prima che mi ero addormentato proprio nell’im- giungessero altri quattro scialpinisti, minenza della sveglia, sta di fatto che il italiani, i quali, per mangiare, non rinun- Bivacco era completamente vuoto. Erano ciarono a mettere le gambe sotto al partiti tutti ed eravamo rimasti soltanto tavolo. Allo scopo si misero a sbarazzarlo noi quattro e Franco Malnati. Ma da dove di zaini e attrezzature varie, nella coster- veniva fuori Malnati, l’autore di relazioni nazione e nel disappunto di chi li aveva di scialpinismo che avevamo conosciuto meticolosamente ordinati per la partenza al Rifugio di Crête Sèche, in Valpelline? del mattino dopo, alla prima alba. Quindi Una gelida luna verdastra s’attardava accesero un fornellino a gas, che scaldò sì spettrale all’orizzonte. In una strana il loro brodo, ma bruciò anche la residua atmosfera diafana, nella più totale assenza quantità di ossigeno nel locale. Dentro di di rumori, ci avviammo, seguendo me mi associai ai feroci commenti che i miei vicini di cuccetta, dei francesi di Bourg-en-Bresse, indirizzarono ai nostri connazionali. La notte fu un incubo. Non c’era verso di prendere sonno. Il caldo era insopportabile, nonostante fossimo a 2724 metri e tutte le poche finestrucole fossero aperte.

Completamente scoperto, mi giravo e rigiravo su me stesso, attento a non scon- ’ ci era apparsa finare per non disturbare Giuseppe che, da poco, sulla sinistra, a sovra- vicinissimo, aveva la testa dove io avevo stare rocciosa la seraccata del i piedi. Non mi riusciva di digerire una L Ghiacciaio di Pré de Bar, quando briciola del panino che avevo ingollato ci fermammo ad applicare le pelli di in fretta e furia poco prima. Cercavo di foca agli sci per attaccare il ripido ingannare il tempo rivedendo mental- canale che sale al Col du Petit Ferret. mente il percorso del giorno successivo, All’improvviso riemerge un antico, grato dal Bivacco ai 3819 metri del Mont ricordo dai banchi di scuola, quando si Dolent, così come l’avevo studiato sulla imparava che “le Alpi Graie vanno dal carta. Itinerario “O.S.A.”, cioè per “ottimi Moncenisio al ”. Al Bivacco sciatori alpinisti”: “Avrei bisogno di una Fiorio giungemmo piuttosto tardi e lo bella notte di riposo”, mi ripetevo sempre trovammo incredibilmente affollato: più stizzito e sempre più sveglio e in venticinque persone in un locale che preda a un forte mal di testa. Impossibile ne può ospitare diciotto/venti. Ci siste- anche uscire a prendere una boccata mammo in qualche modo. d’aria, incastrato com’ero in fondo e in 28 gen./feb. 2009

LR_1_2009 CROMALIN.indd 28 12-01-2009 12:02:18 Sulla cresta che porta alla vetta. Sullo sfondo i monti della Val Ferret.

Malnati, ad affrontare l’arrampicata alla vertiginoso sul Ghiacciaio dell’A Neuve, larmi e di gridare tutta la mia avversione, cupa piramide dell’Aiguille de Triolet. con passaggi strapiombanti e pendenze ma il mio urlo non usciva, si pietrificava All’Aiguile de Triolet? “Non era previsto. che superano i 65 gradi. Una vera pazzia, nel silenzio, mentre anch’io non potevo Non dovevamo salire al Mont Dolent?” anzi, un suicidio! impedirmi di continuare nelle opera- mi chiedevo, legandomi alla corda di Tentavo di ricordare, dalle mie letture, zioni di preparazione della discesa. Nel cordata. se qualcuno mai avesse affrontato simili cielo un sole obliquo, freddo, dai riflessi “Voglio proprio vedere cosa ci faremo pendenze. Il rischio era mortale. Ma violacei, non cancellava ancora il lugubre sulle rocce dell’Aiguille de Triolet nessuno obiettava, come se si trattasse riverbero della luna tramontata. con gli sci. E comunque è una scalata di tener fede a un accordo chiaramente Finalmente qualcuno parlò. La voce di difficile, che non abbiamo preparato”. stabilito. Sempre nel silenzio più assoluto, Malnati, sorda e lontana come se prove- L’inquietudine mi pervadeva ormai total- i gesti si susseguivano grevi, ovattati, nisse da un’eco, esalava neutri consigli mente mentre ci destreggiavamo tra i meccanici, come se ubbidissero a un sul modo di affrontare la verticalità: si sinistri, profondi crepacci del Ghiacciaio misterioso comando. Stavamo andando applica la tecnica della “curva saltata”, di Pré de Bar, superati con la levità di sicuramente a morire! Cercai di ribel- meglio se “pedalata”. E partiva in silenziosi passi di danza. Mi accorsi allora che eravamo tutti in A fronte a sinistra: silenzio, perfettamente in sintonia Da Arnuva, verso il Col du con l’afono ambiente che ci circon- Petit Ferret. dava. Subito dopo un incredibile vuoto Si montano le pelli per di memoria. Dell’arrampicata non mi risalire il ripido canale che sembra di rammentare che un partico- porta al Col du Petit Ferret. lare tutto sommato insignificante: non i Sullo sfondo la seraccata passaggi e le difficoltà, ma solo il fastidio del de Pré de Bar e del peso e dell’ingombro degli sci legati al l’Aiguille de Triolet. sacco sulla schiena. Certamente avevamo effettuato anche un lungo trasferimento, Qui a sinistra: In salita non riesco ad immaginare per quale sotto al Col du Petit Ferret. curioso tragitto, se ora ci trovavamo Sullo sfondo la Val Ferret. sulla vetta del Mont Dolent, intenti ad apprestarci alla discesa con gli sci dal A fianco: All’interno del terribile versante nord-est, che precipita Bivacco Fiorio. 29

LR_1_2009 CROMALIN.indd 29 12-01-2009 12:02:23 Il Mont Dolent visto da nord-ovest, dal Glacier des Rognons, calando sul Glacier d’Argentière.

Sotto: diagonale, scivolando poi di diversi metri vedevo più attorno a me e mi resi conto Dal Bivacco Fiorio, il percorso del secondo giorno, verso valle al primo cambio di direzione, che non mi ero più preoccupato di loro da lungo il Glacier de Pré de Bar, sormontato dalla scomparendo subito alla vista, divorato diverso tempo. Ma non era certo quello vetta del Mont Dolent. dall’abisso sottostante. Nel tentativo il momento di fare ricerche, anche se la di seguirlo con agli occhi, mi accorsi sensazione di essere solo in un orrido che non si vedeva il fondo di quella angolo ignoto, nel silenzio più profondo, tenebrosa parete di ghiaccio, estrema- in equilibrio estremamente instabile, al mente scoscesa, che sviluppa ottocento sommo di un paretone spaventosamente metri di dislivello. Il mio sguardo si piegato, acuiva il sentimento di angoscia arrestava contro la rivoltante visione di e di orrore. un enorme crepaccio aperto. Mi sentii Il pendio fuggiva sempre più verso l’abis- come paralizzato. Cercai di riacquistare so, diveniva convesso e non scorgevo più il dominio di me stesso, ripetendomi che nemmeno Malnati. Riuscii a controllare il l’unico vero ostacolo era la paura, perché panico per altre due curve fino a quando tecnicamente ero in grado di farcela. Ma una visione agghiacciante mi sconvolse: tutto dentro di me urlava repulsione. Nello Malnati giaceva, immobile e vitreo, steso stesso tempo un irresistibile richiamo mi in fondo a un crepaccio dai riflessi blua- attraeva verso il baratro. Inavvertitamente stri. Accanto a lui un altro corpo inerte, mi trovai in azione. Ecco l’inizio della scuro, mummificato. curva, il salto misurato, la ricaduta e Raccapricciato, trovai tuttavia la forza di la chiusura governata, durante la quale compiere un’altra curva, dopo la quale, realizzavo con terrore che il mio braccio proprio sul punto ove aveva inizio la a monte sfiorava il pendio, tanta era l’in- convessità, potei guardare un po’ più da clinazione, mentre lo slittamento finale vicino e dall’angolazione opposta verso il produceva uno sgradevolissimo sbanda- crepaccio. La macabra e funerea scena mi mento: una sensazione paurosa, come si ripresentò terrificante: accanto ai due essere nel vuoto, librato in aria, eppure corpi senza vita, che ora mi apparivano sinistramente affascinante. adornati di fiori e di ghirlande di neve, Un’altra curva: la mia mente gridava ne giacevano altri due, perfettamente ancora di no, ma mi sentivo quasi rassi- composti in una bara di ghiaccio traspa- curato. Basta non arrestarsi e non bada- rente. Sudai freddo e mi sentii mancare. re tanto al continuo senso di vuoto. E Qualcuno o qualcosa mi avvinghiava sperare che la pendenza non aumenti per le caviglie e mi tirava verso il basso, ancora... E gli altri dove erano? Non li facendomi precipitareeeee! 30

LR_1_2009 CROMALIN.indd 30 12-01-2009 12:02:28 “E svegliati, dai! Ti sei rivoltato tutta la notte e ti metti a dormire adesso che è ora di partire... Il Dolent ci attende.” Aprii gli occhi e scorsi sopra di me, come una liberazio- ne, il viso di Giuseppe. Tutto intorno la concitazione della partenza. E i rumori, finalmente i rumori: il fruscio confortante delle giacche a vento, il tintinnio familia- re dei ramponi e dei moschettoni, il bat- tere degli scarponi. Non mi sentivo bene e avevo senso di vomito. Corsi all’aperto, dove l’aria pura e frizzante dell’alba mi sferzò, rigenerandomi. Provavo un gran desiderio di immagini serene e colorate, di alberi, di fiori, di prati e verdi declivi. Comunque rassicurato, mi accontentai di ritrovare, perfettamente al suo posto, l’Aiguille de Triolet, che mi sorrideva dall’alto dei suoi 3874 metri. I primi gruppi di scialpinisti iniziavano, nel lucore incipiente, la salita al Mont Dolent per il suo versante sud-est, che culmina in un’aerea cresta innevata. Il giorno dopo, a casa, ripensando al mio sogno strampalato e angosciante, ricordai che Malnati era perito un anno o due prima, travolto da una valanga. Controllai anche l’inclinazione della parete nord-est Qui accanto: del Mont Dolent, che non è poi di 65 L’Aiguille de Triolet e la gradi, bensì “solamente” di 55. Infine seraccata del Glacier de qualcosa mi dice che il corpo mummi- Pré de Bar dai pressi del ficato del mio incubo era, chissà perché, Bivacco Fiorio. quello dell’uomo del Similaun. n

Accesso: si superano Aosta e per giungere si arriva al nuovo Bivacco Fiorio (m 2724), situato imme- ad Entrèves. Qui si prende, a destra, la carrozzabile della diatamente nei pressi del Glacier de Pré de Bar e in vista Il Col du Petit Ferret da l'Arnuva. Val Ferret, che si tiene fin dove l’innevamento e lo stato dell’Aiguille de Triolet. della strada lo consentono:normalmente si lascia l’auto Secondo giorno: il percorso per la vetta è sinteticamente nei pressi delle baite di Arnuva (Arp Nouva). visibile dal Bivacco e dà l’impressione di linearità e, soprattutto, di brevità. è perché la pendenza è costante- Dislivello: Primo giorno. Da Arnuva (m 1769) al Bivacco mente sostenuta. Ci si innalza sul Ghiacciaio dapprima Fiorio (m 2724): m 955 verso nord-ovest, quindi verso nord, facendo attenzione Secondo giorno. Dal Bivacco Fiorio (m 2724) alla vetta a qualche largo crepaccio, del resto ben visibile, special- (m 3819): m 1095 mente nel tratto mediano del percorso. Alla crepaccia Tempo di salita: Primo giorno: ore 4 terminale, che si passa a piedi, si lasciano gli sci. Secondo giorno: ore 4.30 Si seguono ancora i dossi nevosi fino alla selletta alla Difficoltà: O.S.A. - ramponi, piccozza e corda. base della cresta sud-est, alla sinistra della quale, su Epoca: metà maggio–giugno terreno innevato, si svolge la salita finale, che tocca Esposizione: sud-est l’anticima e perviene alla vetta, dove è posta una madonnina. Dalla vetta il panorama è avvincente, in Salita: particolare, verso sud-ovest, sul profilo della parete nord Primo giorno: da Arnuva, percorrendo la piatta carro- delle e, verso nord-ovest, sull’Aiguille zzabile, si punta, in direzione nord/nord-est, verso il e sul Ghiacciaio di Argentière. Col du Petit Ferret (m 2490), il cui intaglio, ben presto distinguibile, indica il cammino da lontano. Pervenuti alla Discesa: avviene a ritroso lungo l’itinerario di salita. base del canalone sottostante al Petit Ferret, si impone uno sguardo, a sinistra, alla seraccata del Ghiacciaio di Il Mont Dolent è una grande e complessa montagna Pré de Bar, sormontata dall’Aiguille de Triolet. Si attacca che, sul versante italiano, offre un classico, impegna- quindi il ripido canale, eventualmente con i ramponi in tivo itinerario di scialpinismo primaverile, riservato a chi caso di neve gelata. Prima di giungere al Colle, si devia abbia esperienza dell’ambiente alpino di alta quota. La a sinistra e, su terreno inclinato, a quota 2513 circa, discesa del Ghiacciaio di Pré de Bar è remunerativa, si aggira la cresta che scende da Punta Allobrogia. Si ma richiede cautela per la sua pendenza e la presenza prosegue verso nord e, in salita obliqua, sempre ripida, frequente di crepacci.

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LR_1_2009 CROMALIN.indd 31 12-01-2009 12:02:30 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo Nella Riviera lata ve ascensioni Escursionismo loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio in riva al mare delle Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Testo e foto di Palme Piero Bordo

on partenza da Noli e da Spotorno sono possibili tante C belle escursioni, lungo gli interessanti sentieri che si sviluppano sulla catena di verdi colline che contor- nano le cittadine, transitando tra fasce Qui accanto: coltivate ad ulivo sorrette da pregevoli Cartina di Noli e dintorni. muretti a secco, nella profumata macchia mediterranea, tra siepi lussu- reggianti di rosmarino, pinete formate Sotto: Noli e Spotorno da Sud. da pini d’Aleppo, pini marittimi e lecci: probabilmente era l’ambiente climax dell’antica .

Le escursioni descritte si possono fare in tutti i mesi dell’anno, privilegiando però, nel periodo estivo, le ore del primo mattino e quelle vespertine. Noli non è attraversata dal tracciato della nuova linea ferroviaria. Se questo fatto rappresenta per un certo verso una fortuna, può costituire un limite per gli escursionisti che utilizzano il treno. Ma la stazione ferroviaria di Spotorno dista dal centro di Noli solo 3 chilometri che si possono agevolmente percorrere con due interessanti itinerari, uno escursionistico e l’altro turistico. 32 gen./feb. 2009

LR_01_2009.indd 32 14-01-2009 17:47:22 Qui accanto: Le falesie del Malpasso di Capo Noli dai pressi del Semaforo.

Sotto: Le mura e il torrione (sec XI) del Castello di Monte Ursino.

nizzato dai rovi, ma abbellito dai convol- comunale del Cimitero, pedonale, per voli in fiore. Poco sotto possiamo vedere la quale si scende aggirando, sotto l’antica torre colombara del Comune di il Castello, lo sperone roccioso che Noli, oggi aggredita dai rampicanti, che precede la Cappella della Rocchetta. ha addossati due elementi aggiunti più Sulla roccia un rigoglioso ginepro In basso a sinistra: bassi. Il sentiero prosegue sotto alti muri nasconde la storica croce che la a secco a sostegno di ville, mentre sul tradizione vuole sia stata fatta incidere La finestra d’uscita dal versante a mare ci sono tanti roveti che nel 1227 dal Vescovo di Savona, quel Castello di Monte Ursino. in agosto offrono squisite more. beato Alberto che lanciò l’anatema Sempre in piano si prosegue tra ginestre ai nolesi allorché da qua, volgendosi In basso a destra: e sotto eriche arboree, alaterni, ulivi, a ritroso, vide che avevano dato alle La Torre delle Streghe. ornielli e sorbi domestici, minacciati dai fiamme Spotorno. rampicanti della macchia mediterranea Dopo la cappella si percorre una tra cui primeggia la salsapariglia. È stradina in acciottolato, ripristinata nel presente in abbondanza l’inula viscosa. 2005 contestualmente alla bonifica Gli itinerari escursionistici terizzato in vetta dal Santuario di Nostra Si supera, poco sopra l’antica casa del pendio, sconvolto negli anni prec- Da Torbora (1) a Noli Signora della Guardia, il Monte Gazzo di proprietà della famiglia Pellegrini, la edenti da una enorme frana. Aggirato per la panoramica con le sue ferite escavatorie, Genova, il costola che si butta a mare con la Punta il costolone roccioso successivo, dove Chiariventi Monte di Portofino e, condizioni atmos- Gaveri e si arriva ad un bivio. A destra la c’era l’antica Porta dello Scino (du Scìn), All’uscita di Spotorno verso Sud, feriche permettendo, tutta la Riviera di Strada vicinale del Castello sale ripida che il Vinzoni nelle sue carte chiama dall’Aurelia si sale per Via Torbora Levante sino ai monti toscani. al Cimitero di Noli, noi proseguiamo a Dolzina, passando sotto lentischi arborei, passando davanti ai cancelli d’ingresso Si continua in piano tra ville su un tratto sinistra in leggera discesa, in vista del si arriva alle mura del Castello più dell’ex Villa Ada, la Casa al mare gestita lastricato e si sbuca in una sterrata in Capo di Noli, dapprima su fondo misto basse e quindi all’edificio del Vescovado dalla metà del secolo scorso dall’ordine “Regione Chiariventi” con vista del Capo di cemento e asfalto, poi su selciato, che sopra il portone d’ingresso reca religioso delle Povere Figlie di Maria di Noli e del Castello di Monte Ursino. sempre tra fasce abbandonate dove scolpite le insegne del Vescovo e la Santissima Incoronata. Si continua Attraversato uno slargo, 69 m, si sotto gli ulivi crescono gli arbusti della scritta MDCCLXX. Un sottopasso ci su strada asfaltata, salendo un ripido continua in piano sulla Strada vicinale del macchia. Poco dopo si è in vista dei permette di scendere sulla panoramica tornante: raggiunto il crinale, a quota Groppino, asfaltata. Giunti all’altezza di bastioni del Castello e della sua cinta piazzetta antistante la chiesetta della 44 m, si prosegue in piano tra ville. Il una barca abbandonata che gli invadenti muraria di levante che scende sino ai Madonna delle Grazie (ricostruita nel sentiero, segnalato con punto e linea convolvoli trasformano in bellissima dirupi della costa. Sotto di noi è visibile 1769), dalla bella facciata decorata con gialli, inizia con due giravolte, salendo fioriera, 73 m, si lascia la strada e si la piscina dei Bagni Nirvana. stucchi. Nel timpano lo stemma del poi con gradonate selciate, quindi imbocca a sinistra un sentiero su fascia In leggera salita la strada comunale Vescovo di Noli A. M. Arduini, frances- pianeggia tra fasce con presenza di al limite di un vasto terreno incolto colo- Chiariventi si immette nella Strada cano, da cui scendono ghirlande di frutta mimose, roverelle ed imponenti ulivi. Si ad incorniciare una finestra barocca. A transita sotto alcune villette con bella sinistra il grazioso campaniletto, appena vista retrospettiva sull’insenatura di accennato, protetto dalla falda del tetto. Spotorno, compresa tra il roccioso Capo Nell’esagono in facciata un affresco della del Maiolo e la Punta del Vescovado e Madonna purtroppo trascurato. caratterizzata dall’isolotto di Bergeggi. Incantevole il panorama su Noli, carat- Sullo sfondo i monti del Beigua: ben terizzata dalle sue storiche torri, sulla individuabile l’ampia sella della Gava, i baia racchiusa dal Capo di Noli e sulle due rilievi del Monte Tardia e il Monte verdi colline incise dalle ex cave di Pennone, le cui rocce hanno iniziato Mazén e di Accornero, quest’ultima in molti alpinisti genovesi all’arrampicata. fase di bonifica, sopra la quale spunta il Seguono i due denti di Punta Martìn e campanile a vela dell’antica chiesetta di Punta del Corno, il carat- San Michele. Sullo sfondo l’arso Bric di

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LR_1_2009 CROMALIN.indd 33 12-01-2009 12:02:40 NOLI, la quinta Repubblica marinara “E vedeva aprirsi un picciol golfo e sovr’esso sedere in angusta cerchia una città memorabile, non per le settanta torri che l’abbellano (la più parte ormai A sinistra: Sopra: scapezzate), ma per l’ardimento de’ suoi abitatori, che sparsero il nome di I ruderi delle chiese di Santa Noli dalla vetta del Monte di Noli nelle più lontane regioni”. (2) Margherita e Santa Giulia. Capo Noli. Raccolta nell’insenatura delimitata dalla Punta del Vescovado a Nord e dal Capo di Noli a Sud e contornata da verdi colline, aspre di balze e ricche di I ruderi della chiesa di San Michele. uliveti, la città di Noli (Noi in dialetto) è una delle più belle realtà medioevali della Liguria. Crovi 385 m. All’inizio dell’estate si può di cancello, costituito da due pilastrini di Tre secoli prima della scoperta dell’America, nell’anno del Signore 1192, il anche ammirare la bellissima fioritura mattoni collegati in alto da un dissuasore dei capperi che crescono sui muri e sulle in ferro battuto, risaliamo la mattonata giorno sette del mese di agosto, la comunità di Noli riuscì a riscattare dal mura antiche. tra parietaria, agavi, fichi d’India ed Marchese Enrico II Del Carretto, feudatario del territorio, gli ultimi diritti di cui iris. Si prosegue tra la cinta muraria ancora non godeva. Diritti non da poco: quelli di attracco e della pesca; di Da Noli al Castello e fasce trascurate dove gli arbusti di Monte Ursino della macchia mediterranea (lentisco, giudicare gli adulteri e gli spergiuri; di “far vendette” ed infine quello di fissare (120 m) alaterno, carrubo) contendono lo spazio norme, leggi e pene in modo autonomo. Per buon peso, il marchese cedette L’itinerario parte dalla bellissima Piazza agli ulivi, oggi aggrediti dall’edera. Sulle alla comunità anche tutte le proprietà godute nel borgo di Noli. Dante, raccolta tra storici palazzi e torri, terrazze vegetano anche i pruni che già impreziosita dal pregevole pavimento in a fine gennaio rallegrano l’escursionista La contropartita fu di 1440 lire genovesi in gran parte racimolate, insieme ciottoli bianchi e neri che reca al centro con la loro splendida fioritura. a privilegi politici e commerciali ricevuti da Baldovino re di Gerusalemme, lo stemma di Noli: croce bianca scorciata Si continua sulla mattonata scansando grazie alla collaborazione offerta dalla comunità di Noli: aderendo alla prima in campo rosso. Per Via Castello o Via le pietre che sono crollate dai muretti Transylvania, passando sotto cespugli di a secco ed hanno parzialmente invaso Crociata; partecipando con la propria armata alle battaglie; trasportando capperi abbarbicati alle mura, s’imbocca il percorso. Uno squarcio tra le mura ci truppe, armi e vettovaglie; noleggiando e costruendo nuove imbarcazioni per la stretta scaletta che adduce alla Torre consente una visione piacevole di Noli, i Signori che volevano intervenire alle imprese. di Papone del Sec. XIII che presenta con le sue rosse torri, e un’occhiata alle monofore e bifore gotiche. La torre fu verdi colline che cingono la cittadina, Acquisita la libertà, il Comune di Noli nel 1193 o poco dopo si dette un’inse- eretta per svolgere sia il compito di sino all’arso Bric di Crovi. Sono visibili gna scegliendo la croce bianca in campo rosso. Nel XIII secolo, per evitare avamposto della cinta castellana verso sia la parte superiore di una delle due ex confusione con l’insegna dei Ghibellini, la croce fu scorciata. l’area urbana, sia la funzione di difesa cave di Mazén, che quella che incombe della porta d’accesso alla cerchia muraria sul percorso urbano del Rio Sant’Antonio Da allora Noli fu retta da una forma di governo popolare (alternativa tra cui è collegata con un passaggio aereo. in fase di bonifica. Consoli e Podestà) e nei secoli svolse una lunga attività marittimo-commer- Attraversata la provinciale che conduce Si sale a giravolte tra agavi che a Voze, entriamo attraverso l’arco ogivale sembrano grossi polpi vegetali e si ciale. Nonostante la sua importanza di Repubblica libera ed indipendente, della Porta di Papone (14 m) all’interno arriva all’ingresso di Villa Ulivi, 79 m. Si non è stata compresa nel novero delle grandi Repubbliche marinare in quanto della prima cerchia di mura del Castello. prosegue a destra su gradonate a tratti non ebbe mai né il privilegio imperiale di battere moneta, né possedimenti Al di là della porta, imbocchiamo a scavate nella roccia, fiancheggiando la sinistra la Salita al Castello (senza targa) recinzione della villa e passando vicino propri in Oriente, ma si avvalse prevalentemente di quelli della Repubblica di – che dapprima si presenta con fondo ad un alto ginepro coccolone. Poi il Genova cui fu sempre alleata, ma non suddita, in quanto Genova mai pretese selciato, poi con gradonate scolpite nella sentiero si drizza conducendo al primo che rinunciasse alla sua autonomia. roccia, dopo prosegue a mattonata – e dei ruderi degli edifici rurali medioevali si arriva ad un bivio. A destra la strada compresi nella cinta, detti Casazze. Si Noli celebra ogni anno il riscatto della sua indipendenza con una coinvolgente in piano conduce alla chiesa dedicata a prosegue nella boscaglia trascurata, poi rievocazione in costume, organizzata dal Centro Storico Culturale “Civitas Nostra Sigonra delle Grazie, addossata il sentiero per un tratto taglia in verticale Nauli”, l’associazione che cura la salvaguardia delle tradizioni, dei costumi, al complesso del Vescovado, dal cui i muretti a secco delle fasce, quindi piazzale si gode un bel panorama su piega a sinistra e raggiunge l’estremità delle antiche glorie, delle bellezze e della parlata del territorio nolese. Noli e la sua baia. Noi proseguiamo a di un bastione. Si continua in piano sinistra su gradonate di cemento ed verso Ovest su una fascia costeggiando oltrepassato un ulteriore ingresso privo le mura del bastione. Giunti al di sopra

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LR_01_2009.indd 34 14-01-2009 17:47:35 Noli e Dante Alighieri______Dante visitò la Liguria più volte e la percorse in ogni sua parte. Il Celesia (3), che a tale frequentazione dedicò il suo libro citato in bibliografia, ritiene che la Liguria ispirò all’Alighieri le sue immortali cantiche, nelle quali seppe innestare anche il meglio dell’espressività dei nostri dialetti. Dante cita Noli nel Canto IV del Purgatorio (vv. 25–27): “Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, montasi su in Bismantova e ‘n Cacume con esso i piè, ma qui convien ch’om voli”. Per far capire al lettore l’asprezza della salita della montagna del di un’ulteriore costruzione, priva di tetto ai più giovani che hanno gambe meno Purgatorio, Dante elenca i percorsi più malagevoli da lui conosciuti: le come la precedente (attenti al precipizio), lunghe, è possibile proseguire uscendo salite a S. Leo, alla Pietra di Bismantova, al Monte Caccume e la discesa la traccia da seguire prosegue sempre con molta prudenza dal castello per a Noli, specificando che se per queste imprese terrene erano sufficienti i in piano e conduce all’ingresso della un’apertura del muro di cinta (finestra) cinta muraria occidentale, la cui porta situata vicino alla scala con ringhiera piedi, per compiere la difficile ascesa all’antipurgatorio necessitava volare: è sbarrata da un cancello chiuso con metallica. ossia occorreva la vigoria fisica supportata dalla forza di volontà. catena e lucchetto. Il sentiero, dopo un primo tratto ripido A questo punto merita di essere sottolineata una particolarità: tutti i Svoltiamo a destra e in breve saliamo alle e sdrucciolevole, si sviluppa sotto il commentatori del divin poeta individuano S. Leo nella famosa Rocca grandiose rovine del Castello di Noli, il corpo del Castello nella boscaglia del Montefeltro, io non voglio certo contraddirli, ma solo portare a cono- monumento difensivo meglio conservato dove è presente il pungitopo. Dopo un di tutta la Liguria di Ponente la cui altro passaggio da fare con attenzi- scenza del lettore un dato che valuto importante. A Voze, paese che si esistenza è documentata già dal 1004 one per l’inclinazione e la scivolosità trova sul crinale che divide i bacini idrografici di Spotorno e di Noli, esiste in una sentenza deliberata per dirimere degli appoggi, si arriva al cancello, solo una frazione chiamata San Leo. Sulle mappe catastali del Comune di una controversia. Il castello era una accostato, prospiciente l’incrocio tra Noli è possibile riscontrare sia la “Strada vicinale della Torre di S. Leo”, poderosa costruzione a pianta poligo- la strada del Castello che prosegue sia la “Strada vicinale Torre di S. Leo di Zuglieno”. Pertanto, è perlomeno nale irregolare, con mura merlate guelfe asfaltata per il Cimitero di Noli e la Via rafforzate da torri quadre angolari, recin- Castelpineta. Dal valico, 111 m, volgendo curioso apprendere che ai tempi del sommo vate, come ho verificato, per genti un alto torrione rotondo databile a meridione si scende in breve per la spostarsi da Spotorno a Noli, si dovesse “andare in San Leo e discendere intorno al Sec. XI. Il recinto, in muratura strada asfaltata alla vicina Provinciale a Noli”. a piccoli conci di pietra, è databile alla che collega Noli a Voze e svoltando a metà del XII sec. Ad Est e ad Ovest sono sinistra si continua la discesa per questa. i resti delle due torri più tarde dalle quali Al secondo tornante, 81 m, si imbocca a di trasmettere forti sensazioni di piacere, partono due cortine di mura che in basso destra la stretta Strada del Castello (priva per godere delle quali sono consigliati si raccordano alla prima cinta urbana: di targa) che si inoltra tra muri e dopo più transiti calcolando anche l’importante quella che si sviluppa con direzione Sud, poco si immette nella Strada vicinale fattore costituito dall’incidenza della luce si congiunge nei pressi della Torre di della Chiappella. Si svolta a sinistra e si solare che, variando col passare delle Papone, mentre la cortina che scende scende su selciato, in vista del semaforo ore, è in grado di offrire atmosfere ed Sopra: verso Est si salda con un avamposto di Capo Noli. All’attraversamento di Via aspetti diversi. Il percorso cittadino più sito tra la Cappella della Rocchetta e il Defferrari, fare una sosta per ammirare Particolare del Castello frequentato è quello di Via Colombo che Vescovado. l’imponente e lunga cortina muraria di di Monte Ursino, visibile dalla Porta di San Giovanni, protetta Se il cancello è aperto, assai interes- ponente del castello, intervallata da torri dall’omonima torre in pietra, conduce nelle mura la finestra sante è la visita da fare con un poco di semicircolari parzialmente crollate, che alla Porta di Piazza del sec. XIII situata nei d’uscita. attenzione, salutati dai voli radenti dei conserva restaurato il cammino di ronda pressi sia del Palazzo della Repubblica, queruli gabbiani, degli spazi aperti sotto ed un tratto di merlatura. La stradina il mastio che offrono belle ed ampie a gradini scende quindi tra le case, vedute anche sulle colline a ponente di allietata dalla presenza di fichi d’India, Qui accanto: Noli e sulla frazione di Voze. bouganville, arancini, limoni, mimose, La croce incisa sulla Uno squarcio nelle mura che scendono agavi ed una gigantesca jucca. Nei Rocchetta, raffigurante verso levante apre la vista sull’insenatura pressi dell’asilo comunale, si attraversa l’anatema attribuito di Spotorno, con l’isolotto di Bergeggi nuovamente Via Defferrari in vista, a sullo sfondo del , carat- sinistra, dell’arco aperto nelle mura dalla leggenda al terizzato dalla selva metallica dei ripeti- della seconda cinta (4) per consentire vescovo Alberto. tori; sono anche individuabili tutte le il transito veicolare e ci si immette nel montagne che abbracciano il Golfo di reticolo dei caruggi nolesi Genova e, se l’aria è limpida, anche Il gioiello storico di Noli è costituito dalla i monti della Riviera di Levante, della chiesa di San Paragorio del sec. XI, una costa spezzina e le Alpi Apuane. delle fondazioni più antiche della Liguria, elevata a monumento nazionale, che si La discesa a Noli trova nella parte meridionale della città. La Torre delle Streghe. Per i meno arditi il rientro a Noli è Per raggiungerla non c’è che l’imbarazzo consigliabile avvenga seguendo della scelta perché su tutti i caruggi all’inverso l’itinerario di salita. Per coloro di Noli si affacciano sia antiche case, che invece sono in possesso della cono- che conservano in buona parte il loro scenza delle tecniche alpinistiche e sono severo aspetto medioevale, sia soprat- anche in grado di offrire assistenza agli tutto splendide torri e palazzi nobiliari di escursionisti meno esperti, soprattutto pietra verde e mattoni che sono in grado

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LR_01_2009.indd 35 14-01-2009 17:47:41 Qui accanto: L’isolotto di Bergeggi, il Capo di Noli e la Punta del Maiolo dalla Punta Prédani.

Sotto: La Cappella della Rocchetta.

L’antro del Garbasso dall’Aurelia.

ora sede del Comune, sia della Loggia Vado (Vuê), a causa delle insuperabili visione della costa e dell’Appennino Monti, dalla SP 45, 100 metri dopo la della Repubblica, transitando davanti falesie, transitava nell’entroterra e non Ligure, è costituito dall’isolotto di chiesa di Voze. Segnavia: cerchio rosso all’Oratorio di Sant’Anna e sotto la carat- lungo il mare. Bergeggi, riserva naturale regionale, barrato. Ore di cammino: 0.40. Il Bric dei teristica trapezoidale Torre del Canto, la L’itinerario è la logica prosecuzione del l’antica Insula Liguriæ, alto 63 m al Monti (inti munti) è un importante punto più alta (38 m) delle torri superstiti tra le lungomare di Noli dedicato ai pescatori ed culmine della torre e distante circa 270 di osservazione per lo studio dell’antica settantadue che Noli vantava in passato. inizia sotto i bastioni del Vescovado. Oltre metri dal roccioso Capo del Maiolo. viabilità tra Vado e Magnone (vedi box), Per vedere tutti e quattro gli angoli della la semigalleria, si prosegue passando viabilità che dopo Magnone transitava ai Torre del Canto, occorre posizionarsi alla sotto la Cappella della Rocchetta, poi nei Altre escursioni valichi delle sue dorsali di NW, sicura- base del pilastro di destra della Porta di pressi di Villa Tiscornia, in stile liberty, Al Semaforo del Monte di Capo Noli (276 mente quella diretta alla Val Ponci, il San Giovanni. si supera Punta Gaveri (Gavëri) e quindi m), passando dai ruderi del Lazzaretto luogo in cui si trovano le più monumen- si transita sotto gli acclivi pendii della 73 m, costruito nel XIII sec. dai Cavalieri tali testimonianze dell’intero tracciato Da Noli a Spotorno Regione Chiariventi. Arrivati alla frazione di San Giovanni (o di Malta) per dare ligure della Via Iulia Augusta e di SE, per la litoranea di Torbora, sotto la turrita Villa al mare ricovero e cura ai marinai nolesi che probabilmente quella diretta ad Isasco. La passeggiata che dall’estremità dell’Incoronata, l’ultimo tratto della tornavano in patria affetti da malattie settentrionale della città di Noli conduce passeggiata avviene su terra lungo il retro contagiose. Segnaletica: cerchio rosso Voze (239 m) – “Voze, soave nome che in poco meno di due chilometri alla degli stabilimenti balneari. Purtroppo a barrato. Ore di cammino: 1. si scioglie/in bocca...” Camillo Sbarbaro frazione Torbora, dove c’è il confine Torbora non esistono passaggi pedonali – (5), si può raggiungere a piedi da Noli: amministrativo con Spotorno, si sviluppa che agevolino l’attraversamento della Alla Torre delle Streghe (232 m), antica per la Strada vicinale della Torre di in direzione Nord sul lato a mare della statale ed occorre prestare la massima torre di controllo e sorveglianza, con San Leo oppure per la Strada vicinale Strada Statale 1, recentemente chiamata attenzione per farlo. vista sugli strapiombi del Capo di Noli. della Cappellania, transitando dalla Villa per praticità Via Aurelia, anche se è Il punto focale dell’attenzione durante 10 minuti dal semaforo seguendo il Cappellania. Segnavia triangolo giallo risaputo che la viabilità romana, dopo la passeggiata, sullo sfondo della bella segnavia X rossa. pieno. Ore di cammino: 0.40. per la lunga cavalcata di crinale che Ai ruderi dell’antica chiesa romanica di dal Monte di Capo Noli transita da San Michele (140 m), eretta dai monaci Ronchetti, Piano delle Streghe (Ciàn de di Lérins nel sec. X in stile molto primitivo Strìe), Termine, Piano del Ferro (Ciàn sulla collina omonima alle spalle di Noli, du Fêru), Bric di Crovi (385 m), dove La viabilità romana passando dal Lazzaretto (73 m), da durante l’ultimo conflitto era installata La costiera che protegge dai venti settentrionali l’insenatura di Spotorno Panén e dalla Fossa del cinghiale (225 una potente batteria di cannoni a difesa s’innalza dal promontorio del Maiolo verso il terrazzo dove sommersa dai m circa), percorrendo un tratto dell’ex del Golfo di Genova, Terre Rosse (lo moderni edifici c’è la storica Torre d’Ere, quindi al Monte S. Elena (348 m) Sentiero amico, dotato di cartelli didattici studioso G. Vicino, attraverso l’esame sulla vegetazione della zona. Segnavia: di nuclei di pietra qua recuperati, ha dov’era un castellaro, poi al sellato Monte Mao (440 m), al Passo Stretto cerchio barrato rosso sino al Lazzaretto, accertato la presenza in questa località (Pàssu Stréitu), al Trevo (Treu), al Bric Colombino (431 m), riconoscibile poi bollo blu discontinuo, non facilmente dell’homo erectus) e SP 45. per la presenza di ripetitori radio-telefonici e termina con il Bric Berba (563 individuabile e carente ai bivi. Ore di Segnavia cerchio rosso barrato. m) la cui vista è preclusa a chi percorre la litoranea. L’intero sviluppo della cammino: 1.30. In considerazione dello Ore di cammino: 3. dorsale è ben visibile dalla cima del Bric dei Monti (vedi altre escursioni). stato di abbandono dell’itinerario, la gita è da consigliare agli Escursionisti Esperti Le traversate Anticamente una fitta rete di sentieri collegava tutti i borghi abitati, sia muniti almeno della cartina dei sentieri a Varigotti marini che dell’entroterra, con la viabilità romana. Molti studiosi attestano elaborata dal Gruppo Antincendio Passando dal Monte di Capo Noli, dalla che l’itinerario più frequentato, da Vado raggiungeva Magnone risalendo Boschivo di Noli. Torre delle Streghe e dalla Chiesa di la Valle del Segno. Secondo la ricostruzione proposta da Nino Lamboglia Ai panoramici altopiani (411 m e 442 San Lorenzo vecchio 45 m, posta su e riportata anche da Francesca Bulgarelli, l’antica Via Iulia Augusta da m) ed alla dolina (403 m) del Bric dei un dirupo che domina la baia oggi Vado saliva a S. Genesio, toccava la gola di S. Elena, valico situato tra il monte omonimo ed il Monte Mao, da dove proseguiva per Magnone, congiungendosi probabilmente all’itinerario precedentemente citato, sulle pendici del Bric Berba. Dalla Gola di Sant’Elena partiva un collegamento con Spotorno da dove, per andare a Noli, dovendosi evitare le successive falesie, occorreva dapprima salire alla località San Leo di Voze (Öze in nolese, ö corrisponde all’eu francese) quindi scendere al Castello di Monte Ursino e poi a Noli.

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LR_01_2009.indd 36 14-01-2009 17:47:46 detta dei Saraceni, dove c’era l’antico Malpasso. n porto naturale del Marchesato del Finale, Nota che fu interrato dai genovesi nel 1341. Sono particolarmente grato a Giuliano Moggio, Dal Semaforo segnavia X rossa. Ore di responsabile del Settore Cultura del Centro cammino: 2. Storico Culturale “Civitas Nauli”, profondo cono- scitore della storia, delle tradizioni, della parlata, Passando dal valico dei Ronchetti, sito dell’ambiente di Noli e non solo, per le indispen- ad Est del Piano delle Streghe, e poi sabili informazioni, i preziosi consigli e il pregevole dal Territorio indiano. Segnavia: cerchio materiale forniti; per il controllo del testo e rosso barrato sino ai Ronchetti, poi soprattutto per l’amicizia elargita. Ringrazio per la ci sono tre alternative. Due itinerari collaborazione gli amici Paola Carnevale, Riccardo scendono a Varigotti segnati da due X D’Epifanio e Carlo Orecchia. rosse (questo infatti è il punto più alto di Sono grato alla Provincia di Savona per l’autorizzazione concessaci ad utilizzare la Cartina un itinerario a circuito), il terzo percorso escursionistica (Copryght 2008) in scala 1:50000 è segnato con cerchio rosso con punto al recentemente da loro prodotta. centro. Ore di cammino: 2.30–3. Per la grafia delle parole in dialetto nolese, sono state seguite le indicazioni del vocabolario di Inoltre ci sono altre località molto impor- Moggio citato in bibliografia. tanti sia storicamente, sia per il loro interesse ambientale che si segnalano Per informazioni e per la richiesta per completezza di informazione, ma della mappa della città: che trovandosi esse in terreno privato, è Ufficio IAT Noli possibile che il loro accesso sia impedito Corso Italia 8 o da cancelli o da altri sbarramenti. 17026 Noli (SV) tel. 019.749.9003 Alle rovine delle antiche chiese di Santa fax 019.749.9300 Margherita e di Santa Giulia (107 m), [email protected] situate in pittoresca posizione su un www.inforiviera.it terrazzo del Capo di Noli, presso un romitaggio dei monaci di Fruttuaria. Gruppo A.I.B, Antincendio boschivo di Noli telefono 019.749.9012 All’Eremo del Cap. E. A. d’Albertis (105 Assessorato al turismo, m), sul versante meridionale del Capo Provincia di Savona di Noli. Via Sormano 12 Al Garbasso chiamato anche Caverna 17100 Savona tel. 019.8313326 dei falsari o delle Monete False o del In alto: Bandito, che fora le alte rupi di calcare fax 019.831.3269 Bibliografia: Noli: la torre del Canto e il triassico di tenue color rosa del Capo [email protected] • Emanuele Celesia, Dante in Liguria, di Noli, che strapiombano in mare al www.provincia.savona.it Castello di Monte Ursino. Regio Stabilimento Tipografico di Lodovico Lavagnino, Genova, 1865. NOTE Sopra: • AA.VV., Liguria - Guida d’Italia, TCI, 1967 (1) In passato uno dei commerci più redditizi era e 1982. quello del sale e, tra le altre, anche la spiaggia di Punta Crena e gli appicchi Arturo Borbonese, I sentieri del Finale, Ed. Torbora fu utilizzata per approdi di frodo. I muli del Malpasso dal Semaforo col prezioso carico di contrabbando risalivano la Bacchetta, Albenga. valletta del Rio Torbora e per sentieri alternativi di Capo Noli. • AA.VV., Statuti di Noli, Comune di Noli, a quelli più battuti però anche controllati, 1993. evitavano le postazioni dei gabellieri esistenti ad • Flaviano Carpené, Le “Maraviglie” della ogni passaggio di confine e, raggiunto il crinale Pietra di Finale, arte storia e tradizione, Ed. alpino, per le dorsali delle Bormide e del i Bacchetta, Albenga, 1997. contrabbandieri scendevano in Piemonte. (2)0Emanuele Celesia, Dante in Liguria, pag. 52. • Luigi Caorsi, Noli alla ricerca del passato, (3)0Emanuele Celesia (Finale Ligure SV 1821- Centro Storico Culturale “Civitas Nauli”, 1889), letterato, storico e pedagogista, fu Finalborgo, 1999. professore di lettere all’Università di Genova. • Giuliano Moggio, Pòlle de Noi (Parole (4) La seconda cinta muraria di Noli racchiudeva di Noli) Vocabolario nolese, Ass. Storico il borgo al piano. Dai pressi della Torre di Papone Culturale “Castrum Petræ”, Pietraligure, andava a raccordarsi alla Torre del Canto e al 2000. Fossato del Rio Sant’Antonio che poi seguiva sino al mare dove l’abitato era racchiuso dal monu- • Francesca Bulgarelli, Da Piana Crixia al mentale fronte prospiciente la spiaggia, ancora Promontorio della Caprazoppa, in AA.VV. oggi ammirabile, eretto per proteggere la città dai - Vie Romane in Liguria, Soprintendenza pericoli provenienti dal mare. archeologica della Liguria e Regione Liguria, (5) La mia terra, Ed. Il Secolo XIX, Genova, 1982, Ed. De Ferrari, Genova 2001. pag. 178 • Vittorio Bonora, Adriana Marano Bonora, Mario Codebò, Henry De Santis, Gli orien- tamenti astronomici delle chiese di S. Giulia e S. Margherita di Capo Noli (SV) in Rivista Italiana di Archeoastronomia, II, Ed. Quasar, Sopra: 2004, pagg. 87-94. L’interno del Garbasso con il • Piero Bordo, G. Moggio, La Madonnina di Capo Noli, Bollettino de “A Compagna”, foro di entrata della grotta. Genova, n. 2/2005. • Franco Ferretti, Le genti della Neapolis in Qui accanto: AA.VV., Noli: percorsi storici, Ed. Sabatelli, Voze: la garitta ottagonale e l’antico olmo. Savona, 2005. 37

LR_1_2009 CROMALIN.indd 37 12-01-2009 12:03:02 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo L’Alta Via dei lata ve ascensioni loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura

Sopra: L’Alta Via sul contrafforte di Andrea Monti Liguri sud-ovest del M. Galero. Parodi

Qui accanto: Giganti di Pietra del M. Galero.

sequenze di terrazze coltivate. Così oggi sui monti della Liguria rimangono innumerevoli tracce dell’antica, intensa frequentazione umana: terrazzamenti, cascinali, casoni di pietra, arcaici ripari, chiese, cappelle, fontane e, soprat- tutto, una rete fittissima di mulattiere e sentieri sui fianchi e sulle creste dei monti. Grazie alle forme non troppo aspre Una regione di Liguria è una regione di montagna: delle dorsali montuose, anticamente le montagna affacciata il suo territorio è costituito soprattutto vie principali (per lo più mulattiere) si sul mare da rilievi montuosi; cime non partico- sviluppavano lungo i crinali, mentre i La Liguria è una regione di confine, larmente elevate e quindi percorse e fondivalle, tortuosi anzi di confini: fra Italia e Francia, Alpi abitate dall’uomo fin da tempi remoti. e poco sicuri per frane, allagamenti, e Appennino, Mediterraneo e Pianura Gli antichi Liguri erano un popolo di e agguati di briganti, venivano accu- Padana. La sua particolarissima situa- montanari; avevano trovato rifugio sui ratamente evitati. Lungo le creste dei zione geografica e geologica fa sì che, monti per sfuggire a nemici più forti monti correvano le varie vie “del sale”, in un territorio relativamente ristretto, di loro: prima i Celti e poi i Romani. “del mare” e “dell’olio”, sfruttate fin si trovi una notevole varietà di ambienti E dalle montagne i Liguri hanno da tempi antichissimi per commerci e paesaggi. imparato a trarre sostentamento: e scambi di prodotti alimentari e Famosa per le sue località balneari prima con la caccia e la pastorizia, merci varie tra gli abitanti del versante e per le sue città portuali, in realtà la poi addomesticando le rupi con lunghe marittimo e quelli del versante padano. 38 gen./feb. 2009

LR_1_2009 CROMALIN.indd 38 12-01-2009 12:03:10 Sentieri di crinale Posti tappa, sospesi tra sito internet il Mediterraneo e pali chilometrici e la Pianura Padana Per cercare di rimediare la situazione La situazione è cambiata solo in tempi dei posti tappa, e per promuovere la abbastanza recenti, con l’avvento delle conoscenza e fruizione dell’Alta Via, nel strade carrozzabili e dei mezzi a motore: 1993 la Regione Liguria ha varato una molti sentieri di crinale sono stati abban- legge per costituire l’Associazione Alta donati, rovinati dalle frane e invasi Via dei Monti Liguri, formata da rappre- dalla vegetazione, molti altri sono stati sentanti di CAI, FIE e Unioncamere. Poi, recuperati, ripuliti e segnalati ad opera con finanziamenti messi a disposizione dei volontari del Club Alpino Italiano e dall’Unione Europea, sono stati effettuati della Federazione Italiana Escursionismo Segnavia. numerosi interventi, tra cui la creazione (che ha proprio a Genova la sua sede di nuovi posti tappa: però il problema nazionale). Così le antiche mulattiere, non è stato risolto completamente perché un tempo percorse per necessità da La nascita alcune strutture sono state costruite in mercanti, contadini, pastori e tagliale- dell’Alta Via luoghi isolati, scomodi e poco frequen- gna, oggi sono seguite per diletto dagli tati, perciò non si è trovato nessuno che escursionisti. L’Alta Via dei Monti Liguri (AVML) è volesse gestirle. Il fatto che le montagne liguri non nata ufficialmente nel 1983 da un progetto In compenso, negli ultimi anni sono siano troppo alte ed imponenti potrebbe congiunto del Centro Studi dell’Unione nate spontaneamente altre strutture sembrare un difetto, specie se parago- Camere di Commercio Liguri, del CAI ricettive, soprattutto agriturismi e bed and nate acriticamente alla grandiosità del e della FIE. In realtà, già in prece- breakfast, magari non proprio sull’Alta Monte Bianco o all’eleganza delle vette denza esisteva un itinerario di crinale che Via, ma raggiungibili con deviazioni rela- dolomitiche. In realtà, le quote relativa- percorreva lo spartiacque principale dal tivamente brevi. mente modeste e la vicinanza del mare Passo di Cento Croci in provincia della Dal 2004 l’AVML ha anche un sito rendono queste montagne accessibili in Spezia al Colle Scravaion in provincia di ufficiale (www.altaviadeimontiliguri.it), tutti i periodi dell’anno, e conferiscono Savona, realizzato dalla FIE e segnalato dove si trovano parecchie informazioni: loro un fascino assai particolare, per con due bolli blu. L’Alta Via è stata inte- schede delle tappe con i profili altimetrici, la commistione di elementi mediterra- ramente segnalata con segnavia rosso- sentieri di raccordo, strutture ricettive, nei, alpini e appenninici: qui camosci bianco-rossi, con la scritta AV nel mezzo. punti d’interesse naturalistico, storico, e marmotte arrivano a pochi chilometri Ufficialmente è divisa in 43 tappe, ma archeologico, fotografie, consigli per chi dal mare e le stelle alpine convivono con buoni escursionisti la possono percorrere vuole percorrere l’Alta Via in bicicletta, il timo e la lavanda. tutta in una ventina di giorni (facendo in a cavallo, ecc. Si possono anche avere Spina dorsale della rete escursionistica media 22 km al giorno). informazioni personalizzate, scrivendo a ligure è la famosa Alta Via dei Monti Nel 1983 è stata pubblicata anche la prima [email protected]. Liguri, spettacolare itinerario escursio- guida dell’Alta Via, a cura dell’Unione nistico lungo 440 km, che percorre tutto Camere di Commercio, che ha avuto l’arco di montagne della regione, da subito un notevole successo. Ceparana nei pressi della Spezia fino a Il problema iniziale dell’AVML è stato Ventimiglia (o viceversa). La partico- quello dei posti tappa, che erano carenti larità dell’Alta Via, il fatto che la rende e poco organizzati, cioè non c’era la unica, è che si sviluppa quasi integral- mentalità, come c’è in altre regioni mente (tranne brevi e poco rilevanti italiane quali la Valle d’Aosta e l’Alto deviazioni) lungo lo spartiacque che Adige, e in altre nazioni alpine come Salendo al M. Gottero. delimita il versante costiero ligure. la Francia, la Germania e la Svizzera: Nelle regioni alpine un itinerario del mancava la mentalità giusta per creare genere sarebbe inconcepibile, perché le una rete di posti tappa al servizio degli montagne sono troppo alte e impervie, escursionisti. C’erano alcuni rifugi (che e seguire lo spartiacque comporterebbe il più delle volte erano incustoditi e notevoli difficoltà alpinistiche. Sull’Alta quindi bisognava procurarsi le chiavi Via, invece, si cammina senza difficoltà in fondovalle …) e vecchi alberghetti, su sentieri di crinale sospesi tra due che poi in molti casi sono stati chiusi mondi diversi: il Mediterraneo da un per raggiunti limiti d’età. Perciò gli lato e dall’altro la Pianura Padana con escursionisti, soprattutto i tedeschi, dopo le Alpi innevate sullo sfondo. Inoltre si un primo entusiasmo per quest’alta via attraversano bellissime aree protette: i a ridosso del mare, vista la carenza e parchi naturali dell’Áveto, del Béigua e disorganizzazione dei posti tappa, hanno delle Alpi Liguri. rapidamente preso le distanze. 39

LR_01_2009.indd 39 14-01-2009 17:48:08 Sopra: Panorama dal M. Zatta.

Sotto: Scendendo da Prato Rotondo verso Negli ultimi due anni sono stati effet- segue tutto l’arco delle Alpi da Trieste a Sciarborasca. tuati dalla Regione Liguria e dalle Montecarlo. Non si pensi però che l’AVML province ulteriori lavori per il migliora- sia solo un itinerario riservato agli amanti In basso: Il rifugio sul M. Cáucaso. mento dei sentieri e della segnaletica, con delle lunghe traversate (che in Italia sono nuovi cartelli indicatori ad ogni croce- piuttosto rari). Percorrendo tutto l’arco A fronte: Verso il M. Reixa (Gruppo del Beigua). via e, addirittura, pali di legno lungo della Liguria, l’Alta Via incrocia tutte le tutta l’AVML, con indicati i chilometri strade e i sentieri che mettono in comuni- progressivi da Ventimiglia a Ceparana. cazione i centri costieri con quelli dell’en- Infine, quest’anno, sono stati avviati i troterra e con la Pianura Padana: una fitta nuovi Centri Servizi Alta Via, sette strut- rete di itinerari segnalati che copre tutto ture dislocate su tutto l’arco dei monti il territorio regionale, offrendo innumere- liguri, che forniscono servizi di trasporto voli possibilità di escursioni e passeggiate da e per l’Alta Via e accompagnamento per tutti i gusti e tutte le stagioni. Si può lungo i sentieri mediante guide ambientali salire in auto ai valichi sullo spartiacque escursionistiche. ed effettuare in poche ore panorami- che escursioni fino alle cime più vicine. Passeggiate ed escursioni Oppure si possono compiere in giornata per tutti i gusti spettacolari giri ad anello, concatenando Fuori dai confini della Liguria, l’AVML i sentieri di raccordo con tratti dell’Alta si collega con altri importanti itinerari Via. O ancora in un solo giorno si possono di lunga percorrenza: ad oriente con la effettuare interessanti traversate, usando i Grande Escursione Appenninica (GEA) mezzi pubblici per l’accesso e il ritorno. e ad ovest con la GTA piemontese, Oltre alle informazioni contenute nel sito diventando quindi parte del lunghissimo internet, si possono trovare dettagliate “Sentiero Italia” che percorre tutte le descrizioni dei percorsi nella nuova guida montagne della nazione. Inoltre, nella “L’Alta Via dei Monti Liguri e i principali parte occidentale della Liguria, l’Alta Via sentieri ad essa collegati”, pubblicata nel si congiunge con la “Via Alpina”, itine- 2008 dall’autore dell’articolo (vedi www. rario escursionistico internazionale che parodieditore.it). n 40

LR_1_2009 CROMALIN.indd 40 12-01-2009 12:03:34 Quattro nord-est (segnavia bianco-rosso). cima rocciosa del Monte Castellaro (945 spartiacque appenninico. L’erosione, Superate alcune villette, la strada m), dove si vedono ancora i basamenti molto più rapida sul dirupato versante itinerari diventa sterrata e sale diagonalmente di antichissime fortificazioni. marittimo, provoca un progressivo d’esempio sul fianco nord-ovest della dorsale, Discesa: dal Monte Castellaro si scen- spostamento dello spartiacque verso il Proponiamo qui quattro tra folti boschi con prevalenza di pini. de fra erba e rocce verso sud-est fino letto dell’Áveto: perciò è molto probabile itinerari d’esempio scelti tra Giunti ad un bivio a quota 747, si lascia a ricongiungersi con l’antica mulattiera, che, in un futuro non troppo lontano, le innumerevoli possibilità a sinistra il sentiero segnato con la poco lontano dalla Foce del Castellaro. il Torrente Áveto verrà “catturato” dal striscia bianco-rossa (che si seguirà a Giunti al valico si lascia a sinistra il sen- Rio Málvaro che scende verso il Mar di passeggiate, escursioni ritorno), per proseguire a destra sulla tiero che sale sul Monte Dragnone, per Ligure. Tale sorte è già capitata al Rio e giri ad anello sull’Alta carrareccia che s’innalza ripida in una proseguire a destra sulla vecchia mulat- dell’Acquapendente, il quale, come dice Via e sui sentieri ad essa bellissima pineta, sul contrafforte sud- tiera segnalata con la striscia bianco- il nome, presenta una brusca variazione collegati. ovest del Monte Dragnone. Lasciando rossa. La mulattiera scende verso ovest di pendenza nel punto in cui è avvenuta 1) Pieve di Zignago a sinistra le precipiti rocce del versante tra i pini con alcune svolte, poi piega a la cattura. - Monte Dragnone - nord-ovest, si giunge sull’erbosa vetta sinistra e taglia quasi orizzontalmente Accessi stradali: a) Dal casello di Monte Castellaro del Dragnone (1010 m), dove sorge una il ripido versante nord-ovest del Monte Lavagna dell’autostrada Genova-Livorno Difficoltà: E chiesa in splendida posizione dominante Dragnone, attraversando gli sfasciumi di si va a Carasco, dove si prende a Dislivello in salita: 458 m e panoramica (1–1.15 ore da Pieve di una gigantesca paleofrana. Passati sotto sinistra la rotabile che rimonta la Val Tempo di salita: 1.30–1.45 ore da Zignago). Si scende lungo una mulattie- una barra rocciosa si sale brevemente, Fontanabuona; giunti a Monleone, si Pieve di Zignago al Monte Castellaro. ra per il ripido contrafforte nord, prima poi si prosegue in dolce discesa tra gli gira a destra per Favale di Málvaro, poi È un’escursione molto bella e varia con qualche zigzag tra rocce franose, alberi, fino ad incontrare a quota 747 la si sale al Passo della Scoglina. che si svolge in Val di Vara, su un poi tra i pini, fino alla piatta Foce del sterrata già percorsa in salita. b) Da Piacenza si segue la strada per sentiero di collegamento con l’Alta Via Castellaro (865 m), dove sorge una Genova che risale la Val Trébbia; giunti dei Monti Liguri. Da Pieve di Zignago, cappelletta utilizzabile come riparo. 2) Passo della a Montebruno si prende a sinistra la che prende il nome da un’antica pieve, Qui si ritrova il sentiero segnalato con Scoglina - Monte diramazione per Barbagelata e il Passo si sale in cima al Monte Dragnone, la striscia bianco-rossa che aveva aggi- Cáucaso - della Scoglina. dove sorge una chiesetta in splendida rato a nord-ovest il Monte Dragnone. Barbagelata - Passo Itinerario: dal crocevia del Passo della posizione panoramica. Si visita poi il Lasciando a destra una strada sterrata, della Scoglina Scoglina (926 m) s’imbocca una carra- vicino Monte Castellaro, dove sono stati si va verso nord sulla vecchia mulattiera Difficoltà: E reccia diretta verso sud-ovest (segnavia: ritrovati importanti reperti archeologici, che taglia il fianco orientale del roccioso Dislivello in salita: 450 m circa tre pallini rossi e due cerchi blu pieni). che testimoniano la presenza di un Monte Castellaro. La mulattiera conduce Tempo di percorrenza: 3 ore circa Si prosegue lungo un sentiero che insediamento preistorico risalente all’età in breve alla sella di Casa Castellaro È un giro ad anello assai interessante percorre con alcuni saliscendi l’ondulato del Bronzo. (906 m) dove passa la strada che colle- e poco faticoso, consigliabile per spartiacque, tra gli alberi che lasciano Accesso stradale: usciti al casello di ga Suvero alla Foce di Croce. (Se dalla la bellezza del paesaggio e per lo qualche spazio a spettacolari panorami Brugnato-Borghetto di Vara dell’auto- Casa Castellaro si prosegue verso nord straordinario panorama offerto dal sulla sottostante Valle Málvaro. Giunti strada Genova-Livorno, si gira a destra sulla strada, si arriva in mezz’ora circa Monte Cáucaso. Proprio sotto la al Passo Volta (972 m, traliccio dell’alta e, passati per Brugnato, si prosegue alla Foce di Croce, o Sella delle Quattro vetta del Cáucaso si trova un nuovo tensione) si gira a destra e si scende in per Rocchetta di Vara. Qui si prende a Strade, 1021 m, sullo spartiacque tra rifugio gestito. Per salire sul Monte breve nella valletta del neonato Torrente sinistra la strada che sale a Pieve di Vara e Magra, dove passa l’Alta Via dei Cáucaso si passa nella bella valletta Áveto. Risalendo la suggestiva valletta Zignago. Monti Liguri). sospesa dove nasce Torrente Áveto. coperta di faggi, si attraversa più volte Itinerario: dal crocevia di Pieve di Lasciando a destra la strada, si sale a Quest’ultimo, prima di piegare a il piccolo torrente, poi si sbuca in una Zignago (632 m) si prende una strada sinistra per una ripida traccia fra rocce sinistra verso la Pianura Padana, scorre conca d’erba e cespugli dove l’Áveto asfaltata che s’innalza sul crinale verso e detriti e si giunge in breve sull’aerea per un tratto quasi “in bilico” sullo prende origine. Risalita la conca si ritorna sullo spartiacque, dove la vista si apre fino al mare. Si prosegue a destra in ripida salita, fino ad un bivio. Qui si lascia a destra il sentiero segnalato con i due cerchi blu, che sale diretta- mente al Passo del Gabba: si prende invece la diramazione con i tre pallini rossi, che taglia a sinistra e poi scende ancora a sinistra nella valletta sospesa dell’Acquapendente. Attraversato il rio, s’incontra il sentiero contrassegnato da un triangolo rosso pieno, proveniente da Cicagna. Seguendo il triangolo rosso, si sale a destra nel bosco, prima in diago- nale e poi direttamente tra pini e faggi, fino a sbucare sulla cupola erbosa del Monte Cáucaso (1245 m), dove sorge una cappelletta (1.30–1.45 ore dal Passo della Scoglina). Il Cáucaso è un notevole monte di arenaria che, staccandosi dallo spartiacque appenninico, si sporge verso sud sul lato marittimo della catena. Come i vicini monti Ramaceto e Zatta, ha una conformazione asimmetrica: a sud rivolge verso la Val Fontanabuona un ripidissimo 41

LR_1_2009 CROMALIN.indd 41 12-01-2009 12:03:44 pendio d’erba e rocce, mentre a nord quota tra i faggi con varie svolte, fino scende dolcemente coperto da una a sbucare sulla rotabile che collega la bella faggeta. La vetta è una cupola Val d’Áveto al Passo della Scoglina. erbosa che offre un panorama circolare Seguendo la strada verso destra si straordinario: nelle giornate limpide ritorna in breve al crocevia del Passo la vista spazia dalla costa ligure alle della Scoglina. cime dell’Appennino, dal mare all’arco delle Alpi. Pochi metri sotto la vetta, 3) Arenzano - Passo sul ripido versante sud, sorge il nuovo della Gava - Cima Rifugio Monte Cáucaso (tel. gestore: Pian di Lerca - 347.3011016). Prato Rotondo - Discesa: dalla cappelletta del Monte Sciarborasca Cáucaso si scende verso ovest nord- Difficoltà: E ovest per ripida mulattiera, giungendo in Dislivello in salita: 1250 m circa breve alla sella tra la cima principale e Tempo di percorrenza: 6.30–7.30 ore l’Anticima Ovest. Qui si lascia a sinistra Lasciando alle spalle le spiagge il segnavia “rombo rosso vuoto” diretto di Arenzano, s’incontra subito un a Neirone, per proseguire a destra sul paesaggio aspro e montuoso: qui, sentiero segnalato con il triangolo rosso infatti, lo spartiacque principale del nord-ovest su un contrafforte, fra rada dotato di tavoli e panche. Pochi metri pieno, che taglia in piano verso nord sistema alpino-appenninico registra vegetazione e detriti, con bella vista su più in basso c’è una fonte. entrando nella faggeta. Si continua in la minima distanza dal mare, con Arenzano e sul mare. Giunti ad un cro- Dal Passo della Gava si prende a dolce discesa sulla dorsale coperta di vette rocciose alte più di mille metri cevia si continua dritti in salita. Si passa sinistra un sentiero segnalato con tre faggi, fino al Passo del Gabba (1109 m) a soli cinque chilometri dalla linea di sotto un elettrodotto e, procedendo fra pallini rossi, che sale gradatamente dove s’incontra la diramazione segna- costa. La salita è piuttosto lunga, ma arbusti e giovani pini, si arriva all’ampia verso ovest, tagliando i contrafforti lata con i due cerchi blu, proveniente nelle giornate limpide lo spartiacque insellatura detta Pian del Curlo (292 m). meridionali del Monte Réixa e della dalle sorgenti dell’Áveto. Seguendo offre panorami straordinari: la vista Da qui si ha una bella vista sui monti Rocca Vaccaria. Si supera la Fonte sempre il triangolo rosso, si procede in spazia libera dal mare, che si stende Sciguelo, Rama e Argentéa. Si attra- Leone (858 m) e si passa nei pressi direzione nord nord-est su una carra- quasi sotto i nostri piedi, fino ad versa la strada asfaltata proveniente da dell’ex Rifugio Bunicu, poi si arriva reccia quasi pianeggiante, lasciando a abbracciare gran parte delle Alpi. La Terralba e si sale lungo una mulattiera ad un bivio, dove si prende a destra destra una diramazione. La carrareccia particolare posizione geografica ha fra arbusti e rocce, fino a sbucare nuo- la diramazione che sale direttamente taglia quasi in piano il versante sud- però anche conseguenze negative: vamente sulla strada, ora in terra battu- alla Cima Pian di Lerca (1091 m, ovest dello spartiacque, fino ad un il vento spesso soffia fortissimo e la ta. Oltrepassata una sbarra, si lascia a 3.30–4 ore da Arenzano). Sulla cima crocevia dove si trova una lapide in nebbia può arrivare improvvisa. Lungo il sinistra la diramazione che conduce alle tondeggiante, in splendida posizione memoria di due partigiani caduti nel cammino s’incontrano alcune strutture Case Forestali, e si continua a salire per panoramica, sorge il Rifugio Argentéa 1945. Qui si piega a destra scavalcando che possono offrire riparo in caso di un centinaio di metri lungo la sterrata. che dispone di un locale sempre aperto, il crinale. Si scende per un breve tratto, maltempo: Casa Gava, Rifugio Argentéa, S’imbocca quindi a destra il sentiero con caminetto, tavolo e panca. poi si sale diagonalmente tra gli alberi Riparo Cima del Pozzo, Albergo Prato segnalato con i due cerchi rossi, che Piegando a settentrione sul versante sul fianco sud-est del Monte Larnáia. Rotondo. s’innalza fra rocce e radi pini. Lasciata padano, si raggiunge in breve l’Alta Tagliando a mezza costa il versante Accessi: a) In treno (linea Genova- a destra la diramazione per il Riparo Via dei Monti Liguri e, seguendola orientale della montagna, si arriva ad Ventimiglia) fino alla stazione di Scarpeggin, il sentiero prosegue verso verso ovest, si scende all’ampia sella un bivio dove s’incontra l’Alta Via dei Arenzano. b) In automobile si esce al nord tagliando i tornanti della strada erbosa del Passo Pian di Lerca (1034 Monti Liguri. Andando a destra, si passa casello di Arenzano dell’autostrada sterrata. Giunti a quota 590 circa, nei m). Il valico si apre tra l’alta valle del accanto ad un monumento ai partigiani Genova-Savona e, girando a sinistra, si pressi del Rifugio Lisêu, si lascia a sini- Torrente Orba e il selvaggio vallone del “trucidati con piombo fascista” su que- raggiunge la stazione ferroviaria. stra la sterrata principale, per seguire Rio di Lerca, che si tuffa verso il mare sti monti, e subito dopo si sbuca sulla Itinerario: fino al Passo della Gava si verso destra una carrareccia che sale insinuandosi fra le moli rocciose dei strada provinciale che collega il Passo segue il percorso segnalato con due diagonalmente. Dopo alcune centinaia monti Argentéa e Rama. della Scoglina a Barbagelata. Si segue cerchi rossi pieni. Dalla stazione ferro- di metri si svolta a sinistra, e si continua Da qui l’Alta Via sale verso occidente tra la strada verso nord-est e, dopo mezzo viaria di Arenzano (18 m) si percorre il a salire su un sentiero che contorna a erba e massi, lasciando poco a sinistra chilometro circa, si arriva al villaggio di sottopassaggio e, sbucati a monte dei sud-est il Bric Gavetta. Tagliando in dia- la rocciosa Cima Giassetti. Superata una Barbagelata (1115 m). Prima di entrare binari, si segue verso sinistra via Carlin. gonale fra arbusti e rocce, si guadagna piccola sella, si scavalca l’ampio dorso nell’abitato si abbandona la strada per Si continua in salita per via Terralba e, la marcata insellatura del Passo Gavetta della Cima del Pozzo (1103 m), poi si prendere il sentiero dell’Alta via dei giunti su un dosso, s’imbocca a destra (717 m), che si apre tra il Bric Gavetta scende dolcemente fra radi pini, fino ad Monti Liguri che scende a destra. Il via Inipreti, che s’innalza fra case e e il Monte Tardía Ponente. Il sentiero incontrare il Riparo Cima del Pozzo, che sentiero rovinato dall’erosione perde muri. Lasciato a sinistra un cancello, la segnalato con i due cerchi rossi pro- sorge addossato ad un masso. Si tratta strada si trasforma in viottolo cemen- segue a mezza costa in direzione nord, di una piccola costruzione in pietra, al tato, che passa in una galleria sotto fino a raggiungere a quota 736 la ster- cui interno si trovano: un tavolo, alcune l’autostrada. Girando a destra si arriva rata che sale al vicino Passo della Gava panche e una stufa a legna. Con una sulla rotabile che congiunge Arenzano (752 m, 2.30–3 ore da Arenzano). breve discesa si raggiunge il Passo alla frazione Terralba. Si segue la strada Il passo, che si apre tra le valli Lerone Notua (1065 m), poi si riprende a salire verso sinistra per pochi metri, poi si sale e Cerusa, è nodo di antiche mulattiere tra pini e faggi per scavalcare la Rocca a destra per una scalinata (via Inipreti). che collegano Arenzano e Voltri con la Fontanassa. Si sbuca quindi su un vasto La scalinata s’innalza fra case e orti, poi Valle dell’Orba. Il nome Gava deriva da altopiano cosparso di massi. Davanti confluisce in una strada asfaltata che si un tema prelatino gava/gaba “torrente”, a noi, oltre il dorso del Bric Damè, si percorre in salita (località Gasca). Giunti “canalone” e anche “passo montano”, scorgono i ripetitori radiotelevisivi posti al termine della rotabile, si sale lungo dal quale trae origine anche il francese in cima al Monte Béigua. Procedendo un sentiero tra arbusti e pini bruciati gave “torrente”. Duecento metri a sud- sull’altopiano ai margini della pineta, lasciando a destra una costruzione in ovest del passo, poco lontano dalla a quota 1160 s’incontra il segnavia cemento (quota 149). strada sterrata, si trova il piccolo rifugio “rombo giallo vuoto” proveniente da Il sentiero segnalato s’innalza verso detto “Casa Gava”, sempre aperto e Vara Inferiore. Si prosegue a sinistra 42

LR_1_2009 CROMALIN.indd 42 12-01-2009 12:03:52 in discesa fra i pini, si contorna ad e si arriva alla chiesa di Sciarborasca centinaia di metri la strada per Mónesi, Partendo dalla Bocchetta di Altare, è la occidente il roccioso Bric Resonáu, e (210 m). quindi si prende una diramazione asfal- prima vetta dello spartiacque principale si giunge sul bordo orientale del Prato Ritorno: dalla piazza della chiesa si può tata che sale a sinistra. La rotabile s’in- delle Alpi a superare i duemila metri Ferretto (quota 1091). L’AVML piega a prendere l’autobus delle autolinee ATP nalza con qualche tornante e, superate di quota. Si scende verso sud-ovest destra su una carrareccia che percorre (www.atp-spa.it) che porta alla stazione alcune villette, diventa sterrata. Subito lungo la cresta e si arriva in breve al il vasto altopiano verso occidente. ferroviaria di Cogoleto. dopo s’incontra un bivio e si va ancora Passo Frontè (2090 m). Da qui l’AVML Poco più avanti la sterrata si sposta a sinistra, lungo un sentiero che sale prosegue verso meridione sul lato dalla sul dirupato versante marittimo, per 4) Colle San sul boscoso spartiacque fra Arroscia e Val Tanarello. Salendo invece dritti lungo aggirare a sud la Cima Frattin con Bernardo di Tanarello in direzione sud-ovest. Giunti il crinale si arriva in breve in cima al splendida vista sulla costa e sul mare. Mendática - ad un altro bivio si lascia a destra la Monte Frontè (2153 m), bella vetta Lasciando a sinistra il rifugio e la Margheria Garlenda diramazione per la località Reggioso, triangolare situata nel punto d’incontro cappelletta degli Alpini, si raggiunge - Monte Frontè e si continua a salire nel bosco. Dopo fra le valli Tanaro, Arroscia e Argentina. l’ampia depressione di Prato Rotondo Difficoltà: E una lunga salita, il sentiero taglia a Sulla sua panoramicissima sommità si (o Pra Riondo, 1096 m, 5–5.45 ore Dislivello in salita: 950 m circa destra pressoché in piano sul lato della trova una grande statua della Madonna. da Arenzano). Da qui in breve si sale Tempo di salita: 2.40–3 ore Val Tanarello, fino ad una biforcazio- A questo punto, chi non è ancora all’albergo-ristorante “Prato Rotondo” Siamo nel settore più alpestre della ne. Salendo a sinistra si sbuca nella stanco può proseguire il cammino, (tel. 010.9133578) posto lungo la Liguria: si segue un tratto di Alta Via conca erbosa del Rio Rabbioso, dove scendendo per cresta dal Monte Frontè strada asfaltata che collega il Monte in comune con la “Via Alpina”. Dal si trova la Margheria Garlenda (1593 al vicino Passo Garlenda (2021 m) Béigua a Piampaludo. Colle San Bernardo si sale prima tra m). Con il vocabolo “margheria”, assai e continuando poi verso occidente Da Prato Rotondo si prende il sentiero folti boschi sul lato della Val Tanarello, diffuso sulle montagne di Mendática, sull’Alta Via, fino al e segnalato con un quadrato rosso pieno poi si prosegue sul panoramicissimo Triora e Pigna, sono indicate le sedi ancora fino al , che che attraversa il pianoro erboso verso spartiacque erboso a più di duemila d’alpeggio. Lasciando a destra la con i suoi 2200 m è il punto più elevato sud-est e poi scende con alcune svolte metri di quota. malga, si rimonta l’ampio avvallamento di tutta la Liguria (1.15 ore circa dal fra erba e rocce. Procedendo verso Accessi stradali: a) Usciti al casello prativo colonizzato da radi larici. Giunti Monte Frontè). oriente si attraversano i bei ripiani alla di Albenga o a quello di Imperia Est nella vasta radura superiore si piega Discesa: per ritornare al Colle San testata del vallone del Rio Acquabona, dell’autostrada Genova-Ventimiglia si a sinistra e si sale diagonalmente tra Bernardo si può seguire un itinerario si lasciano a sinistra i sentieri segnalati raggiunge Pieve di Teco; si continua gli alberi in direzione est. Si arriva così alternativo; dal Monte Frontè si ritorna con il rombo rosso vuoto e si arriva verso il Colle di Nava fino ad Acquetico, all’erbosa Goletta di Garlenda (1855 al passo omonimo, poi si scende a alla Sorgente Montebello, situata in un poi si prende a sinistra la diramazione m) sulla cresta spartiacque. Da qui si destra verso est nord-est lungo il sen- punto panoramico a quota 750 circa. per Mendática e il Colle San Bernardo. ha uno splendido panorama sulla Valle tiero vecchio dell’Alta Via che perde Continuando in discesa verso sud per b) Usciti al casello di Ceva dell’auto- Arroscia. Piegando a destra si sale nei quota fra i pascoli, confondendosi fra le l’antica mulattiera dal fondo roccioso, strada Torino-Savona si gira a destra pressi dello spartiacque, in gran parte tracce lasciate dal bestiame. Nei pressi si passa subito a monte dei Torrioni di e si segue la strada per Imperia fino a nel bosco. Più in alto il crinale diventa delle Case Penna (1568 m) s’incontra la Sciarborasca, frequentata palestra di Nava; qui si prende a destra la dirama- erboso e poco inclinato, e offre vasti strada che collega il Colle del Garezzo roccia, poi si sbuca su una carrareccia. zione che sale al Colle San Bernardo di panorami. Procedendo sul crinale tra al Colle San Bernardo di Mendatica. Si Perdendo quota, la carrareccia si Mendática. erba e roccette si guadagna la sommità prosegue verso nord sulla strada prima trasforma in stretta strada asfaltata. Ai Itinerario: dal Colle San Bernardo di erbosa della (2141 m), sterrata e poi asfaltata e si arriva al bivi si segue sempre il quadrato rosso Mendática (1263 m) si segue per poche sormontata da un ometto di pietre. Colle San Bernardo.

A fronte sopra: Sull’impervio sentiero che sale al M. Pagliaro.

Sotto: Scendendo da Prato Rotondo verso Sciarborasca.

Qui accanto: Sull’Alta Via fra Prato Rotondo e Prato Ferretto. 43

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anile PREALPI VENETE v a/dossier xtraeuropeo archi amo lata ve ascensioni loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura

di Monte Pasubio Giancarlo Mauri

rappresentare istinti indirette. Infine, preannunciato da alcune più che interessi, a guerre preparatorie in Africa e in Spagna, mettere le mani sui poco più di vent’anni dopo arriverà il meccanismi statali di secondo conflitto mondiale, universal- controllo dell’econo- mente considerato la naturale conclu- mia e della politica. sione del primo. Nel coinvolgimento di massa nel massa- Pian delle Fugazze cro crollava tutto Nei pressi della stazione degli autobus il vecchio ordine di Schio si aprono le porte del cimitero morale dell’Europa. militare della Santissima Trinità, dove Si misero insieme sono sepolti circa tremila soldati e uffi- macchina politica ciali morti nei combattimenti del Monte e adesione entusia- Ciove, del Monte Novegno e del Passo di stica di massa, e si Campedello. ottenne un prodotto Si continua per la SS 46 – direzione nuovo, di cui la Rovereto – risalendo la Valle del Leogra. guerra fu il banco Si passano Torrebelvicino, Valli del di prova: il totalita- Pasubio (già Valli dei Signori, punto rismo. Comunismo, di partenza notturna dei nostri soldati l facile accesso da Pian delle fascismo e nazismo sono nati lì, dal mandati a combattere sanguinose batta- Fugazze al Rifugio Achille Papa – fallimento della pace, della ragione, delle glie, ma anche punto d’arrivo dei carri che in gran parte percorribile comoda- rappresentanze politiche, del pluralismo; ne trasportavano i feriti). A Sant’Antonio mente seduti sui sedili dei minibus nell’emergenza di una politica brutale e (567 m) la statale prende a salire ripida. I che risalgono la Val di Fieno fino violenta, già sovvertita, più che sovver- Dopo il secondo tornante, ai due lati della alla Galleria d’Havet – fa sì che nel siva. Dieci milioni di morti: un massacro strada s’innalzano le mura della Tagliata, periodo estivo il movimentato altipiano infame per risolvere problemi dopo tutto opera fortificata risalente al 1896, ora (acròcoro) del Pasubio sia sempre affol- limitati di equilibrio di potere fra le diroccata ma un tempo munita di ponti lato da una miriade di turisti dediti a potenze, scatenato da un semplice atten- levatoi e cortili. Al termine di una serie vocianti picnic oppure intenti a spalmarsi tato terrorista. Fu il suicidio dell’Europa, di tornanti si è al Ponte Verde (901 la crema solare. un colpo decisivo alla sua presunta supe- m), con la deviazione per Colle Xomo. Ma altre ragioni possono spingere un riorità intellettuale e morale, che prima Proseguendo per la SS 46 si passa a lato escursionista a raggiungere quest’area era stata sbandierata con buona coscienza dolomitica: ovunque lo sguardo si posi paternalista”. sono sempre visibili le tracce di quel Per l’esattezza, nella Grande Guerra grande massacro noto come Prima “caddero” otto milioni e mezzo di mili- Guerra Mondiale. Scriverà Paolo Viola: tari (secondo alcuni storici; dieci milioni “Morivano più i poveri, ma per la prima secondo altri, di cui 2 milioni erano volta morivano in guerra anche i borghesi, russi, 1,8 tedeschi, 1,4 francesi, 1,3 i laureati, che nelle trincee diventavano austro-ungarici, 0,7 inglesi, 0,6 italiani). leader naturali delle comunità di combat- A loro si devono aggiungere un numero tenti, intenzionati a sovvertire gerar- imprecisato (ma per taluni studiosi quasi chie sociali e controlli istituzionali, a simile) di civili, morti per cause dirette o 44 gen./feb. 2009

LR_1_2009 CROMALIN.indd 44 12-01-2009 12:04:03 A fronte: La Tagliata.

A fronte, sotto: Ossario, interno.

Qui accanto: Il Monte Pasubio visto dall'Ossario.

Sotto: Ossario, esterno.

In basso a destra: L'Incudine e l'ex rifugio militare.

del ristorante Rifugio Nerone Balasso successivo accoglieva già le prime 2000 stre del 1917 (contemporaneamente alla (983 m), costruito sul posto della centra- salme provenienti dai cimiteri di guerra Strada della Prima Armata o delle Galle- lina elettrica di guerra. Tutt’intorno, da del Pasubio (ora sono 5077, compresi rie) perforando 11 gallerie per superare i giugno a settembre pascolano le mucche 60 austro-ungarici). L’inaugurazione punti più impervi; da qui nasceva l’origi- del Lino, che col loro latte produce ufficiale, presente il “re vittorioso”, si naria definizione complessiva di Strada dell’ottimo burro e formaggio (la sua ebbe il 29 agosto 1926. Le sue misure: delle 63 Gallerie. Tale mulattiera venne malga è subito dietro il Balasso). il basamento a terra ha un fronte di 21 ampliata negli anni 1937/38, soppri- Oltrepassato il segnale dei 1000 metri di metri mentre quello della terrazza è di m. mendo alcune piccole gallerie ed alzando quota, a sinistra vi è il Giardino alpino 14,50; la torre è larga m. 10,50 alla base e e allargando le altre per renderle agibili al San Marco. Segue l’Albergo Dolomiti alta m. 31,50, mentre l’altezza totale è di traffico automobilistico, ora giustamente (ora solo ristorante-pizzeria) ed infine il 35 metri. L’intero monumento è rivestito soppresso. passo di Pian delle Fugazze (1162 m), con marmo bianco e nero proveniente dal Condizioni atmosferiche permettendo, punto geografico che fino all’anno 1918 Monte Cornetto o dalle cave di Magrè e la vista dal Rifugio Papa è stupenda: in era confine tra il regno d’Italia e l’impero di Piovene. Una scala porta alla cuspide, basso la sassosa Val Canale; di fronte, austro-ungarico, mentre oggi separa la punto estremamente panoramico. Sempre sull’altro versante della Val Leogra, il provincia di Vicenza da quella di Trento. restando nel recinto dell’Ossario, merita caratteristico Monte Cornetto (anche lui Schio dista ormai venti chilometri. una visita il piccolo museo. ricco di manufatti di guerra, tra cui uno splendido sentiero d’arroccamento); a L’Ossario L’acrocoro terminale destra la franante Pria Favella e il Soglio Al passo (un albergo e due ristoranti) Per salire al Rifugio Papa vi sono nume- dell’Incudine. vi sono le indicazioni per il Sacello rose tracce, più o meno ripide. La più Ossario del Pasubio (1217 m.), il primo facile è la già citata strada di Val di Fieno, Poco lontano, nella roccia si apre la larga costruito in Italia per ospitare i resti che inizia da Pian delle Fugazze e termina breccia di Porte del Pasubio: la traccia che dei morti della Prima guerra mondiale. alla galleria dedicata al generale Giuseppe si ha di fronte porta a Colle Xomo percor- La prima pietra venne cementata il 1° d’Havet (1797 m), strada interdetta al rendo in discesa la Strada delle Gallerie, luglio del 1920 e il 26 agosto dell’anno traffico motorizzato, fatta eccezione per mentre a sinistra la vecchia camionabile le navette operative nei mesi estivi; per militare prosegue in direzione di Sette i pedoni sono disponibili numerose scor- Croci (lasciando subito a destra la larga ciatoie. Passata la galleria – costruita nel Strada degli Scarubbi). Alcune centinaia 1917 per mettere in comunicazione la Val di Fieno con la Val Canale – si continua per la Strada degli Eroi fino al rifugio Papa (1928 m; da Pian delle Fugazze sono circa 10 km), il cui primitivo manufatto venne costruito sui resti di una baracca di guerra e inaugurato il 2 luglio 1922, poi ampliato ed ora vistosamente dipinto. Ricordo che la Strada degli Eroi – dedi- cata il 26 giugno 1938 a coloro che si guadagnarono la medaglia d’oro al valor militare, i cui nomi sono ricordati da appositi medaglioni – in origine era una mulattiera, completata nel terzo trime- 45

LR_01_2009.indd 45 14-01-2009 17:49:01 Il sentiero tricolore Da Porte del Pasubio, con facile salita (segnavia 105) si arriva alla Zona Monumentale all’altezza dell’ex Rifugio Militare (2200 m) del Cògolo Alto. Dietro il rudere si apre la galleria che ospitava Discesa alla Selletta Damaggio. l’artiglieria da montagna puntata verso Cisterna per acqua. il Cosmagnòn; al suo interno è tuttora visibile un serbatoio per l’acqua potabile. Piegando verso nord si arriva sulla Cima Palòn (2232 m; traliccio metallico), il punto più alto del Pasubio. Aiutati da una tavola d’orientamento, possiamo vedere gran parte di questo teatro di sanguinosis- sime battaglie: Cosmagnòn, Monte Corno, Monte Testo, Ròite, Col Santo, Dente Sotto a sinistra: Austriaco, Dente Italiano. L’orizzonte è Di qui non si passa. chiuso dalle cime dell’Adamello e dalle Dolomiti di Brenta. A destra: Sotto la vetta merita di essere visitata la Sul Dente Italiano. galleria dedicata al generale Papa, scavata per il transito delle truppe dirette al di metri dopo s’innalza un’asta in ferro Italiano e la Selletta dei Denti, escludendo Dente Italiano, con numerose feritoie per battuto segnalante l’ingresso al brullo per ragioni di bassezza umana il Dente cannoni, mitragliatrici e lanciafiamme. cimitero di guerra dei “Di qui non si Austriaco. passa”, dove vi erano sepolti i 164 ragazzi Per accedere a quest’area (detta anche L’incredibile guerra di mine morti nei combattimenti a Sette Croci del Zona Sacra) vi sono due possibilità: da Si continua per la cresta e in pochi minuti settembre 1916. Ovunque, cippi e lapidi Porte del Pasubio per la larga mulattiera si scende alla selletta che porta il nome del ricordano quei tragici giorni. Una per che risale il versante orientale del Cògolo tenente Salvatore Damaggio (2200 m). Di tutte: Alto, oppure dal cimitero dei “Di qui non fronte, una scalinata tagliata nella roccia si passa” si continua per il Passo di Sette porta in cima al martoriato Dente Italiano Ai fanti della Brigata Liguria Croci e al bivio si prende verso sinistra. (2220 m), un risalto roccioso che distava che Di norma si sale per il primo sentiero un centinaio di metri da quello nemico. sul Pasubio e si scende per il secondo, e così farò Qui la follia umana ebbe uno dei suoi Termopili d’Italia anch’io con il racconto. Anche se questi momenti topici: scavando una galleria contro il nemico incalzante itinerari sono facili, una raccomandazione in direzione del Dente Austriaco, i mina- verso l’agognata pianura è d’obbligo: in caso di nebbia – frequente tori italiani predisposero una mina di 12 fatta barriera dei lor validi petti – evitare il più possibile di aggirarsi tra le tonnellate di gelatina esplosiva, detona- spartanamente caddero pietraie del Pasubio! tore di 70 kg di fulmicotone, intasamento alto levando il grido “Di Qui Non Si Passa”

Durante la guerra quest’area era un un solo grande cimitero di morti sepolti sbrigativamente. “Italiano caduto per la Patria” era la scritta ricorrente, senza un nome o un qualsiasi altro segno distintivo. Ora i loro anonimi resti riposano nei colombari dell’Ossario del Pasubio.

La zona monumentale La curva di livello dei 2200 metri segna l’inizio della Zona Monumentale del Pasubio, dichiarata Monumento Nazio- nale con Regio Decreto Legge il 29 ottobre 1922. Trenta cippi di pietra bianca, che portano incisi i nomi delle 12 Medaglie d’Oro e dei reparti che vi hanno combat- tuto circondano il Cògolo Alto, la Cima Palòn, la Selletta Damaggio, il Dente 46

LR_01_2009.indd 46 14-01-2009 17:49:12 con 30 mila sacchi di terra. Il brillamento ore 13:35 del 21 gennaio: 600 kg di venne fissato per gli ultimi giorni di gelatina, ma non si dette notizia di perdite settembre dell’anno 1917, ma il destino umane. La risposta austriaca, 3800 kg volle altrimenti. Alle 2 di notte del 29 d’esplosivo, arrivò il 2 febbraio, alle 3 settembre furono gli austro-ungarici a far di notte: “Gli spettatori di uno di questi brillare 500 kg d’esplosivo, che uccisero i titanici avvenimenti – scrive il generale capitani del genio Miotti e Melchiorri, 17 Vincenzo Traniello (Il Pasubio e la guerra genieri e 13 soldati del 157° fanteria; nelle di mine, pag. 42) – assicurano che fu visto operazioni di salvataggio dei feriti altri 5 sollevarsi il monte e poi cadere a suo ufficiali e 56 militari rimasero intossicati posto come un immenso cappello spinto dai gas. Il successivo 2 ottobre, ore 9:20, verticalmente in alto e quindi lasciato gli italiani fecero brillare 13 mila kg cadere per inerzia”. I rapporti ufficiali di gelatina, creando fra i due Denti un parlarono di qualche morto e di 10 feriti. imbuto largo 40 metri e profondo 20. Alle ore 16:45 del 13 febbraio, giorno Morirono 2 ufficiali, 6 minatori e 10 festivo per l’arma del Genio, scoppiò la Kaiserjager, mentre altri 10 ufficiali e 40 quarta mina italiana, la quale, per feno- soldati austro-ungarici rimasero feriti o meno di consenso, provocò l’esplosione intossicati. di una contromina; un incendio provocato Non bastò. Alle ore 16:30 del 22 ottobre da queste esplosioni in contigue gallerie scoppiò la seconda mina italiana, una austriache produsse il violento getto di gas tonnellata d’esplosivo che, si disse, non infiammati che investì un gruppo di mina- provocò morti. Forse per questa ragione, tori italiani uccidendone alcuni. “Il Dente il comando italiano fece subito allestire Austriaco apparve per alcune ore avvolto una nuova mina con 1700 kg di gela- in nembi rosseggianti di fumo, nel mentre Qui sopra: tina, fissandone il brillamento per il 24 risuonava tetramente di boati; spettacolo Sotto la Cima Palon. dicembre. Credibile perché vero, anche veramente fantastico nel bianco scenario stavolta furono preceduti dal nemico: la circostante, in cui le montagne sembra- mattina della vigilia di Natale, alle ore vano mirare attonite il furioso accani- Sotto: 5 e 6 minuti, gli austriaci fecero brillare mento degli uomini” (Amedeo Tosti, Dente Italiano. due mine che causarono notevoli lesioni La guerra sotterranea 1915–1918, pagg. al Dente Italiano e la morte di 51 uomini: 228–9). La quinta mina italiana brillò il lavoro del piccone nemico – davano 2 erano aspiranti ufficiali, 29 sottuffi- alle 17:30 del 5 marzo, mentre all’aperto per certo che una nostra contromina si ciali, il resto erano militari del genio e infuriava una tormenta di neve. trovava proprio al centro di alcune mine della brigata Piceno, più alcuni mitra- Ed eccoci al 13 marzo 1918, la giornata austriache. Intasati 1500 kg di gelatina, il glieri appostati nello sbocco Cadorna. più tragica di questa guerra di mine, quella comando italiano ne stabilì l’accensione Venticinque minuti dopo, nella galleria in cui il dramma sotterraneo ebbe il suo per le ore 8 del 13 marzo. “Tutta la notte Zero gli italiani facevano brillare una epilogo. Le ascoltazioni italiane – nelle trascorse in una spasmodica attesa. Non volata di 12 mine, inoffensiva. gallerie, il diaframma roccioso era ormai era ancora comparsa l’alba che, alle ore La successiva mina italiana scoppiò alle così sottile che si percepiva distintamente 5:27, quella zona minata deflagrò per opera degli Austriaci, scuotendo nelle sue più profonde latebre l’intera monta- gna. L’istantaneo, profondo scuotimento del terreno ed un cupo tuono dimostra- rono riuscito il brillamento; seguì poi con un forte frastuono la fuoruscita di masse di pietrame dalle pareti laterali del Dente italiano, e lo scotimento della parte superiore di esso. Con la eruzione del pietrame si manifestò anche la straor- dinaria potenza dei gas d’esplosione, che sorpassò ogni manifestazione della guerra di mine sul Pasubio. L’intero massiccio del Dente sembrò un mare di fiamme, dal quale emergevano vampe fino a 30 metri di altezza. Il getto delle fiamme, che durò circa 30 minuti, si manifestò attraverso i vani e le gallerie non intasate, anche sul Dente austriaco e si diffuse negli scavi aperti. Esse colpirono una pattuglia di Kaiserjager avanzatasi troppo presto” 47

LR_1_2009 CROMALIN.indd 47 12-01-2009 12:04:30 Qui accanto: Il Dente Austriaco dalla Salletta dei Denti.

Sotto: Le Sette Croci.

A destra: Il cratere della Salletta dei Denti.

In basso: Selletta dei Denti.

(Tosti, op. citata, pagg. 229–30). Fu questa impianti per l’illumi- la più imponente mina di tutta la guerra: nazione e il riscalda- 55 tonnellate d’esplosivo, suddiviso in mento. Può ancora due cariche distanti 26 metri l’una dall’al- capitare di scorgere un tra. Le urla dei soldati intrappolati tra i osso umano affiorare massi si udirono per i due giorni succes- dai sassi: con mani sivi. Le vittime accertate (dati non uffi- pietose lo si porti al ciali) furono 537: un ufficiale e 4 soldati cippo e lo si deponga morti (e 2 feriti) nell’arma del genio; un accanto agli altri, non ufficiale e 485 soldati morti (e 21 feriti) dimenticando che è nell’arma di fanteria, brigata Piceno; 15 tutto ciò che resta di un essere umano – e resti di trincee italiane si valica la austro-ungarici uccisi dalle fiamme di morto per difendere la sua Patria, anche se Selletta Comando (2075 m), poco distante ritorno. “Il Dente italiano, tuttavia, rimase a quel tempo da noi ritenuta nemica. dalla chiesetta votiva di Santa Maria del nostro, saldo ed incrollabile, anche se Continuando in direzione nord si scende Pasubio, costruita nel 1961. Per comoda sconvolto e mutilato, sino al termine della alla protuberanza del Naso, dove è possi- strada si giunge all’Arco Romano, eretto guerra. All’imbocco di una galleria di bile una breve deviazione verso destra per nel 1935 sul luogo dove vi era il cimitero esso, per ricordare questo ultimo, triste visitare alcune gallerie austro-ungariche. dei “Di qui non si passa”, ed infine a Porte episodio della lotta di mine, fu murato Proseguendo, dopo pochi metri si è alla del Pasubio e al Rifugio Papa. un piccolo tabernacolo con un’immagine Selletta che separa il Naso dal Piccolo della Vergine (detta, ora, la Madonnina Ròite: qui si lascia la traccia diretta al Strada della Prima Armata del Pasubio) e questa scritta: Ave Maria! Rifugio Vincenzo Lancia per deviare verso o Strada delle Gallerie Qui mi posero custode i fanti della brigata destra (est), e già nella prima conca sono (segnavia 366). Piceno” (Tosti, op. citata, pagg. 230). visibili i resti delle caverne delle centrali Da Ponte Verde (901 m - sulla SS 46, a che fornivano l’energia elettrica al Dente 17,5 km da Schio e 28,5 km da Rovereto) Sette Croci Austriaco. Sempre continuando verso est ha inizio la strada nazionale del Pasubio, Per facile sentiero dopo alcuni saliscendi si è ai resti della una delle rare camionabili di guerra attrezzato, dal Dente cisterna Sette Croci. Alla Selletta (2077 ancora percorribili, purché con cautela Italiano dapprima si m) sul crinale che dà verso la Borcola (è asfaltata, ma stretta). Passando sotto le scende alla Selletta si deve prendere a destra (sud, segnavia verticali pareti dei Sogli Rossi (con vie di dei Denti (2175 m), 120) e con una breve discesa si è alle roccia di prim’ordine) dopo 5,5 km si è al dove una lapide Sette Croci, un tempo di rozzo legno Colle Xomo (1058 m; ristorante), dove ricorda i soldati infisso nel terreno, ora trasformate in un s’incrociano le strade che arrivano da italiani rimasti sepolti monumento di ferro cementificato che Pòsina e da Santa Caterina. sotto questi massi, ricorda una tragica faida tra povera gente In tempo di guerra, per rifornire le prime e poi si rimonta il del XVI secolo, quando pastori di Pòsina linee questa camionabile continuava Dente Austriaco e di Trambileno si uccisero per il possesso per gli Scarubbi, con arrivo a Porte del (2203 m). Sul suo di questi magri pascoli; da allora in poi i Pasubio, ma essendo troppo esposta al tiro pianoro sommitale viandanti usano gettare, con gesto carico del nemico e troppo pericolosa d’inverno, sono visibili i resti di arcaico simbolismo, un sasso ai piedi nel febbraio del 1917 il comando genio di trincee, gallerie, di queste croci. Passando tra cucuzzoli – del V corpo d’armata – col. brig. d’Havet, uffici, magazzini, teatro dei fatti di guerra dell’agosto 1918 coadiuvato dal cap. Leopoldo Motti – inca- 48

LR_01_2009.indd 48 14-01-2009 17:49:31 Strada delle Gallerie.

Il re d'Italia a Schio, agosto 1926.

ore su 24), l’opera progredì velocemente: la roccia durissima, aggirarla spesso su finita nel dicembre 1917, nei primi mesi cornici anguste e vertiginose, e talvolta, del 1918 questa strada venne percorsa da per evitare canaloni troppo profondi, girare re Vittorio Emanuele e da re Alberto del a spirale entro la montagna, passando due, Belgio. tre e fin quattro volte su se stessi, per uscire ricò il tenente di complemento Giuseppe Per corretteza storica, ricordo che ai primi ove la montagna consentisse di avanzare Zappa, ingegnere, di studiare la realizza- di dicembre 1917 il capitano Picone e la con minore pericolo. (…) Questa strada zione di una mulattiera che consentisse una sua compagnia si dovettero trasferire in fu giustamente definita un’impresa da maggior libertà al trasporto dei materiali Val Chiampo, lasciando così al plotone giganti, che nessuna altra opera eguaglia e al transito delle truppe. Nonostante la autonomo della 25° Minatori il compito su tutta la fronte italiana; per arditezza, presenza di molta neve, verso metà marzo della definitiva rifinitura della strada e lo per difficoltà, per concezione, è certo una Zappa dislocava a Bocchetta Campiglia la scavo delle attuali gallerie 48 e 49 (dove delle maggiori meraviglie dell’ingegneria sua 33° compagnia Minatori, creando una Picone, invece, passò a monte, all’aperto). militare nell’arte della guerra”. sorta di campo base. I lavori iniziarono Scrive Tosti (op. citata, pag. 211–14): Oggi quest’itinerario è frequentatissimo, quasi subito, ma senza un progetto chiaro “Sul Pasubio sono state costruite opere soprattutto nelle notti di luna piena dei in mente. Un mese dopo il tenente Zappa tali, che un secolo di vita normale non mesi estivi, quando alcune centinaia di venne trasferito alla direzione dell’aero- potrebbe dare ad un’altra regione. (…) persone salgono al Rifugio Papa creando nautica di Torino e al suo posto subentrò Ma quella che rappresenta un vero mira- con le loro torce elettriche un’ininter- il capitano Corrado Picone, un ingegnere colo di potenza e di ardimento è la grande rotta striscia di luce. Come già scritto, la di Napoli, che subito si servì delle buone strada a gallerie che da Bocchetta Campi- Strada delle Gallerie ha inizio a Bocchetta doti alpinistiche del tenente Ruffini e del glia giunge fino sull’alto del Pasubio, Campiglia (1216 m); è lunga 6300 m (di sottotenente Cassina per esplorare il terri- dal versante sud, irto di pareti nude e di cui 2300 in galleria) e richiede circa 3 ore torio sovrastante. Avendo ora capito come burroni spaventosi. Per costruire questa di percorrenza. La torcia elettrica è indi- meglio procedere (e lavorando a turni 24 strada bisognò intaccare per chilometri spensabile. Chi ha lasciato il suo mezzo di trasporto a Bocchetta Campiglia (o al Colle Xomo) può seguire in discesa la Strada degli Scarubbi (segnavia 370 - 9,4 km, ma scorciatoie possibili, segnalate con vernice bianco-rossa). n

A sinistra: Nelle trincee.

Qui accanto: Ossa umane sul Dente Austriaco. 49

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anile GRECIA v a/dossier xtraeuropeo archi amo lata ve ascensioni

Varasova loescursionismo Testo e Foto di a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica Alessandro erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Superti Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura

Varasova è un toponimo che sta a indicare la grande dorsale calcarea, lunga ben sette chilometri, che separa a est la baia di Kato Vassiliki da quella, a ovest, di Kryoneri: piccolo centro turistico-balneare il primo, minuscolo villaggio di pescatori il secondo, fino a qualche decennio fa raggiunto da una linea ferroviaria, utile per i traffici commerciali da e per il mare, sulla Vista dalla cima direttiva di Patrasso. Della strada ferrata sul golfo di Patrasso.

rimane il lungo tracciato in mezzo ai Al di là del mare una striscia di terra stretta di Marsiglia, Paklenica, Finale Ligure, il campi coltivati, ma è stata smantellata e ripida, fino alla roccia: il secondo genius Circeo, il Muzzerone e mille altri luoghi la stazione, visibile solo su qualche loci, oltre al mare. Non si tratta di una sco- ancora; ma è meno nota di Kalymnos, la perta recente: di fianco alla foto in bianco meta privilegiata dai climbers europei alla vecchia fotografia. e nero della ferrovia, eccone una che ritrae ricerca di sole, relax e svago. Oggi Kryoneri (nome che deriva dalla un Bonatti giovane, alle prese con una Ma se Kalymnos è soprattutto l’isola delle sorgente di acqua fredda che sgorga fessura in dülfer. Mitologia o invenzione? falesie, Varasova è il principale centro di Nella terra degli dei non bisogna cercare vie lunghe e d’arrampicata tradizionale a pochi metri dalla spiaggia) ha troppe risposte: è meglio cogliere nell’at- più che sportiva in tutta la Grecia. aggiunto alla vocazione peschereccia mosfera le suggestioni del tempo passato e A pieno titolo. La roccia è un calcare tra avvertire brividi sottili. i migliori mai incontrati: ruvida, lavorata qualche timido accenno di sviluppo Sta di fatto che la lunga e articolata barra (soprattutto con fessure e rigole), perfino turistico, con alcune case di vacanza calcarea, che sale mille metri sopra il tagliente. Verticale ma non troppo, costitu- e taverne, la cui apertura è limitata mare, attira da parecchi decenni arrampi- ita da placche spettacolari, ma soprattutto catori greci, tra cui si sono distinti in tempi intatta. Vuoi per la scarsa frequentazione al periodo estivo. Il mare è quello recenti per l’intensa attività esplorativa o per la discreta selettività degli itinerari, azzurro-trasparente e inconfondibile Yannis Aliyannis, Aris Theodoropoulos, mai estremi ma piuttosto alpinistici; vuoi Dimitris Korres, M. Vantiropulos e G. perché d’estate fa troppo caldo e l’inverno della Grecia, ma con bassi fondali, che Michailidis. Ma non solo greci, se è vero è troppo freddo o ventoso. Ma a Varasova verso Messolonghi assumono aspetto che – oltre alla foto di Bonatti – leg- non si fa la coda nemmeno nelle mezze di laguna. Tuttavia oggi la contrazione giamo di una via di Hasse (si, proprio stagioni, anche perchè ci sono talmente quello delle Lavaredo e di Meteora), due tante possibilità che ognuno può trovare economica (che ha intaccato la già dei fratelli Mailander (noti per l’attività ciò che più gli aggrada. debole economia ellenica) sembra nelle Retiche) e ancora la firma di Paolo Penzolato e Sara Gojak (attivissimi nelle La struttura è molto articolata: il crinale avere decretato un arresto nello Carniche e a Paklenica) e del fuoriclasse principale è sospeso 1000 metri sopra sviluppo dell’area, in una sorta di Christoph Heinz. il mare, di cui settecento abbondanti di effetto fotogramma: una realtà fissa e roccia. Non si tratta di una parete com- Varasova appartiene a quel mondo sospe- patta, bensì di una serie di salti alti fino sonnolenta, serena ma appartata. so tra mare e cielo, come Le Calanques a trecento metri, intervallati da terrazze. 50 gen./feb. 2009

LR_01_2009.indd 50 14-01-2009 17:49:47 L’esplorazione, per quanto pluridecennale, denominata Rubicon (nome mutuato anche è ancora agli inizi: restano molti spazi da in questo caso della via dei Mailander). scoprire e, per chi ha la volontà di farlo, si Itinerari di grande impegno, poco protetti, possono aprire molte vie nuove. considerato lo sviluppo ragguardevole e Dicevamo della stretta striscia di terra che pertanto molto severi, sia per la ricerca separa il mare dalla verticalità: è un piccolo della linea che per le caratteristiche pretta- mondo a se stante, un microcosmo, regno mente alpinistiche. incontrastato della fauna e della flora loca- Unica eccezione è rappresentata dalla via li, invadenti e invasive. Su tutto domina aperta dalla cordata Pezzolato-Gojak, in la salvia: un profumo intenso che addol- occasione del 120° anno di fondazione cisce l’aria, con il verde opaco e le foglie della Società Alpina delle Giulie, attrez- carnose che sfiorano il procedere verso zata sistematicamente e percorribile con la roccia. Meno simpatica ma innocua la velocità e senza grosse difficoltà di orien- presenza di una miriade di ragnatele, stese tamento. diligentemente tra gli arbusti spinosi da laboriosi operai, capaci di allungare le loro Nel 2005 tutta l’area di Varasova è stata trame incredibilmente per metri e metri. interessanti di Varasova. Innanzitutto soggetta a un’intelligente opera di riat- C’è anche qualche tartaruga, probabilmen- la placconata compatta, denominata trezzatura, legata alla necessità di sosti- te stanca della fredda acqua della sorgente Afrikanas (dal nome di una delle prime tuire gli ancoraggi obsoleti, resi precari sottostante, che annaspa sul ripido terreno vie aperte) percorsa da fessure e rigole dalla corrosione marina. Non sono state sassoso alla ricerca del cammino smarrito. anche di notevoli dimensioni, alta fino a aggiunte altre protezioni, ma sono state Il vero pericolo è costituito dalle vipere, trecento metri e percorsa da molti itinerari, sostituite quelle esistenti e anzi si è cercato riguardo alle quali sia gli abitanti che gli talora un po’ sovrapposti. L’arrampicata di razionalizzarle. Il grosso lavoro, che arrampicatori abituali mettono in guar- è tecnica, assicurata da soste a prova di evidentemente ha avuto anche la finalità dia: sarà fortuna o esagerazione, ma non bomba, lungo i tiri qualche inox che, fatta di promozione turistica, è culminato nella ne abbiamo incontrate. La loro presenza eccezione per le zone di placche compatte, realizzazione di una guida all’arrampicata lascia comunque col fiato in sospeso tutte è sempre da integrare con dadi e friends: (bilingue, greco/inglese), la terza in ordine le volte che si cammina tra la vegetazio- questo dà alla progressione caratteristiche di tempo dopo quelle del 1991 e del 1996, ne o si mettono le mani in una profonda a metà strada tra l’alpinismo e l’arrampi- che viene distribuita gratuitamente in loco. fessura. Per cui attenzione, ma nessuna cata sportiva e la rende assai remunerativa. Caso unico, se pensiamo ai costi sempre paranoia: semmai, se proprio non si è L’itinerario talora è da cercare, da intuire più proibitivi delle nostrane pubblicazioni tranquilli, dotarsi preventivamente di siero e nulla è mai scontato. Anche su difficoltà di settore. anti-vipera. Il pericolo di incontrare il classiche non si ha mai la sensazione di Non tutte le vie sono state oggetto di revi- rettile, oggettivamente, non pare superiore rincorrere gli spit. sione: sono state scelte quelle più adatte; a quello presente nelle nostre montagne. talora si è preferito lasciare intatto il con- Inusuale infine l’incontro con capre sel- Oltre il settore Afrikanas vi è la colossale testo originario per gli amanti del “terreno vatiche, assolutamente inavvicinabili, ma parete percorsa dagli itinerari più lunghi, d’avventura”. n onnipresenti, a giudicare dai resti trovati un po’ dappertutto e col solitario camo- scio, più robusto rispetto a quello alpino, ma altrettanto agile e abile a inerpicarsi per gli anfratti più improbabili.

Partendo dal lato mare, dove la parete sprofonda nell’acqua, si ha la zona consi- derata palestra per principianti, che offre itinerari di tre-quattro lunghezze, facili e ben attrezzate, su roccia incredibilmen- te erosa. Un poco a sinistra la parete si impenna, offre linee di debolezza solo in corrispondenza di fessure, diedri e camini, percorsi da vie classiche, inframmezzati da muri verticali risaliti da itinerari di uno o più tiri, di alto livello tecnico: è l’unica zona sportiva, ma per sportiva non biso- Sopra: L’uscita dal tiro gna intendere uno spit ogni metro, perché chiave di Ellinimania. a Varasova l’ingaggio è sempre presente, anche in falesia. Qui accanto: Giornate Oltre la sorgente d’acqua dolce, che crea ventose al riparo della un curioso habitat, iniziano i settori più roccia di Afrikana. 51

LR_1_2009 CROMALIN.indd 51 12-01-2009 12:05:06 Sopra: Qui accanto: Vista d’insieme e tracciato della via di discesa dalla vetta. Tracciato della via Pyrgos.

Settore Spasmena: Accesso e avvicinamento raggiungibile anche dal mare. La scarsa è collocato a ridosso della spiaggia, La strada asfaltata che conduce profondità del fondale non consente 1) Pyrgos: 5 lunghezze, parzialmente all’estremità destra della struttura a Kryoneri termina sul litorale. Si tuffi. Sviluppo di poco superiore a 100 attrezzate a fix – difficoltà massima V e costituito da placche inclinate parcheggia e si sale in un minuto alla m. grado. caratterizzate da una roccia molto base delle vie, sopra una sorta di balza lavorata a scaglie e reglettes rocciosa (traccia evidente). Gli attacchi Settore Pyrgos: prende Settore Afrikanas: solidissime. Sono stati attrezzati sono contrassegnati da una scritta a il nome dalla cosiddetta “Torre” (Pyrgos) è la porzione più appariscente e sistematicamente molti itinerari facili, vernice. staccata che forma con la parete un interessante dell’intera struttura, spesso utilizzati dalle locali scuole facile ed evidente camino, percorso da di compattezza monolitica. Alta da d’arrampicata e dai principianti per fare Esposizione e materiale necessario una via classica, su roccia ottima, mai duecento a trecento metri, è una lunga pratica su vie di più tiri. Le lunghezze Sudovest. Sono sufficienti setto–otto impegnativa, con soli due passaggi placconata, a tratti inclinata, a tratti non superano mai i 30 metri, per rinvii e una corda singola da 60 metri. che sfiorano il V grado. È necessario verticale, solcata da fessure, diedri cui possono essere salite anche in Per i meno esperti qualche friend medio prestare molta attenzione perché il e grandi rigole scavate dall’acqua. moulinette. Da tre a cinque tiri al è utile per integrare eventualmente le tracciato, soprattutto nella parte alta e Proprio lungo le rigole si svolgono i massimo, con possibilità di spostarsi protezioni, che nella parte alta sono lungo le calate, incombe sulla strada tratti di arrampicata più originali. Le vie facilmente da un itinerario all’altro. più distanziate. Casco consigliato, sottostante, per cui qualsiasi movimento hanno un carattere a metà strada tra lo soprattutto in caso di affollamento deve essere ben valutato, onde evitare sportivo e l’alpinistico, con attrezzatura (qualche detrito sulle cenge di sosta la pericolosissima caduta di pietre, che varia a seconda della difficoltà e può essere smosso, soprattutto in presenti peraltro solo sulle terrazze. della conformazione del percorso. In discesa). A destra del camino sono presenti alcuni casi troviamo attrezzate solo le altri itinerari di carattere sportivo, soste, mentre i tiri sono interamente Discesa decisamente più sostenuti e atletici, da proteggere; in altri attrezzatura In doppia lungo le vie. Oppure, al chiodati abbastanza lunghi e perciò mista, in altri ancora (generalmente termine delle difficoltà, dove la struttura assai delicati. sulle vie più impegnative lungo le si abbatte, continuare per una fascia di placche) protezioni quasi sistematiche blocchi e rampe piegando verso destra Accesso e avvicinamento a fix. Molte vie sono state riattrezzate, (est - viso a monte) fino a individuare La strada asfaltata che conduce rispettando la chiodatura originale, un evidente canale di discesa, a Kryoneri termina sul litorale. Si mai troppo generosa. È bene, prima contrassegnato da bolli rossi. A metà parcheggia e, risaliti dieci metri di di intraprendere una salita, consultare della discesa, che avviene a lato della prato sassoso, si raggiunge l’attacco, bene la guida, che riporta (molto parete (da qui non visibile), si traversa contrassegnato da una scritta a vernice. sommariamente) il numero di protezioni verso ovest (destra viso a valle) e si esistenti e lo stato (eventuale) di scende per una rampa-diedro (passi di Esposizione e materiale necessario conservazione (ovvero riattrezzatura). II-III grado) fin nei pressi della spiaggia, Sudovest. Setto–otto rinvii, due corde da in prossimità dell’attacco. 50–60 metri, qualche friend medio per integrare le protezioni, che nell’ultimo 1) Loufa: 3 lunghezze, max IV+ tiro sono assenti. Casco consigliato, attrezzata a fix con soste ad anelli per soprattutto in presenza di altre cordate la calata. (qualche detrito sulle cenge di sosta 2) Anastasia: 3 lunghezze max IV+ può essere smosso, soprattutto in attrezzata a fix con soste ad anelli per discesa). la calata. 3) traverso: si mantiene generalmente Discesa 4–5 metri sopra l’acqua, non ha In doppia lungo la via. Tutte le soste Sopra: passaggi obbligati e non oppone sono attrezzate con anelli di calata. Se Le vie del settore Spasmena. difficoltà particolari (dal II al IV-). si dispone di due corde da 60 metri Qualche anello resinato, possibilità bastano due doppie dalla quinta e dalla Qui accanto: di integrare facilmente. Termina in terza sosta (si scende dapprima in piena prossimità di una spiaggetta isolata, parete, poi nel canale-camino). Tracciato della via Afrikana. 52

LR_1_2009 CROMALIN.indd 52 12-01-2009 12:05:19 Sotto: Lungo il camino d’attacco di Pyrgos.

La roccia è la migliore che si possa legata alla totale assenza di protezioni, Afrikana e anche più impegnativa. In immaginare, sempre ruvida e solida, eccettuate le soste: è quindi necessario qualche tratto l’attrezzatura a fix è quasi compatta: asciuga in fretta e presenta posizionare friends e dadi, che le sistematica, in altri è indispensabile Qui accanto: pochissime zone realmente disturbate fessure accolgono oggettivamente con integrare le protezioni. Arrampicata dalla vegetazione, che pur è presente e, facilità. Abbiamo percorso solo i primi tecnica con tratti fisici lungo muri Afrikana rigole. a prima vista, sembrerebbe abbastanza due tiri, causa la tarda ora. Il terzo verticali e diedri. Particolarmente bello e invadente. L’arrampicata è tecnica di appariva parecchio disturbato dall’erba, caratteristico il terzo tiro, che si svolge piedi e di movimento, talora atletica mentre il quarto dovrebbe essere il più quasi interamente lungo una grande dove la roccia si impenna in lunghi bello. Calate in doppia sulla via, con rigola scavata dall’acqua, che forma diedri e brevi strapiombi. soste attrezzate ad anelli. Cartellino una sorta di canale svasato, da risalire rosso alla partenza. Portare una serie utilizzando i bordi e in opposizione. Accesso e avvicinamento completa di dadi e friends, 10-15 rinvii. L’ultima parte è meno interessante; Prima che la strada asfaltata arrivi 2) Afrikana, 7 lunghezze a metà del quinto tiro, invece che al litorale e prima del piccolo ponte (prevalentemente V e VI): magnifica deviare a destra, ci si può raccordare sulla sorgente di acqua dolce, si successione lungo fessure e diedri, con un ostico tratto in placca alla via parcheggia nei pressi di un piazzale con qualche tratto di raccordo in Afrikana. Cartellino rosso col nome alla abbandonato. Si raggiunge la parete e placca. Attrezzatura sporadica a fix, partenza. Portare una scelta di friends, si risale un breve tratto terroso franato, da integrare regolarmente; tutte le privilegiando le misure medie, 10–14 proseguendo per il sentiero tra la soste sono attrezzate per la calata. invii. Tiri lunghi e continui. vegetazione che costeggia le placche. Via logica ed entusiasmante, nel suo In tempi compresi tra 10 e 15 minuti si genere una delle più belle di Varasova; Settore Roubicon: arriva all’attacco delle vie. vista magnifica sul golfo di Kryoneri. così denominato in riferimento La progressione è sempre intelligente, dell’omonimo itinerario aperto da una Esposizione mai forzata ed è caratterizzata da un cordata elvetica sul finire degli anni Ovest. pizzico di incertezza e aleatorietà, per il ‘70, non è costituito da un’unica parete fatto che bisogna capire dove passare e bensì è la successione di due grandi Discesa come proteggersi, per cui, malgrado la balze, inframmezzate da un giardino In doppia lungo le vie. Tutte le soste vicinanza al paese e al mare, ci si sente sospeso, un’amena valletta popolata sono attrezzate con anelli di calata. completamente immersi nel mondo da capre inselvatichite, arbusti tenaci 1) Gonià, 5 lunghezze (dal V+ al verticale. Cartellino rosso col nome alla e – così riferisce qualche ripetitore – VI+): itinerario interessante ma di partenza. Portare una serie completa di serpentelli di vario tipo, tra cui la vipera. non immediata individuazione nel suo dadi e friends, 10–12 invii. La grande pala terminale, denominata andamento pur logico lungo fessure, 3) Ellinomania, 7 lunghezze (fino a 6b): Well sulla guida di Aliyannis, sfiora diedri e strapiombini. La difficoltà è via a carattere più sportivo rispetto ad i 1000 metri: un dislivello notevole Qui accanto: Il primo tiro della via Afrikana.

A sinistra: Sulla terza lunghezza di Ellinomania.

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LR_01_2009.indd 53 14-01-2009 17:50:25 Qui accanto da sinistra a destra: Tracciato della via Ellinomania.

Tracciato della via Taxidi ton Argonauton.

considerato che si parte dal mare. Non ha pretese alpinistiche (come invece una villa di colore rosa, collocata sul rossi; lo si abbandona nei pressi del è la vetta culminante, che in realtà è l’adiacente Fotinò monopàti, ovvero lato sinistro. Si parcheggia e individuata colletto stesso (grossa scritta ERVOS più spostata verso l’interno ed è meta, Sendero luminoso: un quarto degli un traccia non sempre marcata, si risale su una sasso), piegando in direzione crediamo assai negletta, di lunghi spit utilizzati su difficoltà superiori e direttamente, tra pietraie e vegetazione sud ovest, verso un ampio vallone. itinerari escursionistici di qualche più continue, ritenuta una delle più spinosa, in direzione dell’attacco, La traccia dopo poco si fa incerta; ci appassionato locale. Da Kryoneri si impegnative vie lunghe della Grecia) e facilmente individuabile per la presenza si mantiene sul lato sinistro (faccia afferra solo in parte la maestosità della va presa per quello che è: una lunga di un grande arco rovescio nerastro a valle) e alcuni ometti conducono parete: per avere una percezione reale cavalcata, con tratti tecnici ma sicuri, (sotto il quale iniziano anche Notios in una valletta (anche qui ometti), fin delle dimensioni bisogna andare verso cui forse manca un po’ di ingaggio anemos e Spasmeno fterò). Scritta in sul bordo di una zona terrosa ripida e Messolonghi. Allora apparirà l’intero e di continuità. La prima parte è vernice nera “Argonaftiki ekstrateia” franosa. La si evita tornando a destra, massiccio, complesso e poderoso, con sicuramente la più interessante, su sul crinale, scendendo per rocce facili tutti i suoi settori e i suoi crinali. Le vie roccia compattissima e lavorata, Esposizione e materiale necessario ma taglienti, fino a aggirare la frana e terminano sulla cresta, da cui si ha una dall’andamento un po’ zigzagante Ovest. Due corde da 55 m almeno, rientrare nella valletta su menzionata magnifica vista sul golfo di Patrasso alla ricerca delle porzioni di roccia diciotto rinvii. (blocco con vernice rossa e qualche e sulla sottostante costa, selvaggia e migliore, collegate da brevi cenge ometto). Scendere ulteriormente, senza inaccessibile se non dal mare. La parete erbose. Singoli passaggi tecnici, ben Discesa farsi attirare dall’ampia valle sul lato ha un’esposizione a ovest, per cui si protetti e divertenti. Sarebbe un vero Si può optare per due soluzioni, destro (sempre viso a valle), fino a può effettuare la salita per buona parte peccato fermarsi qui perché la parte entrambe complesse, per cui non ci reperire un passaggio obbligato, che all’ombra e se qualche nuvola avvolge superiore, anche se meno interessante, sentiamo di esprimere una preferenza. consente di scavalcare l’imponente la cima, come capita spesso, aiutati si svolge in un ambiente unico, 1) discesa in doppia lungo la via: crinale che contorna una parete rossa anche dalla quota si ha la fortuna di imponente e consente di gustare un tutte le soste sono attrezzate con contraddistinta da grandi cavità. concludere l’ascensione senza patire bellissimo panorama. Dopo la prima anelli di calata. La vegetazione e la Superato un anfratto utilizzato dalle troppo il caldo. La discesa, sia in doppia balza c’è un tratto di raccordo lungo presenza di qualche blocco può rendere capre, si raggiunge il fondo della che a piedi, è lunga e complessa. la valle sospesa, che si percorre a difficoltoso il recupero delle corde. Il valletta e si aggirano sul lato sinistro L’ambiente, salendo, si trasforma piedi, preferibilmente sul lato sinistro tratto intermedio va percorso a ritroso, idrografico le placche lisce, divallando da prettamente marino a montano idrografico, lungo pietraie e placche facendo attenzione nei brevi tratti per crinale erto, al termine del quale e ricorda il Supramonte, sia per la lisciate. Quando ricominciano le di arrampicata. Almeno tre ore per si traversa ancor più verso sinistra, vegetazione che per le grandi bancate placche, progressivamente più rientrare alla base. entrando in un’altra valletta. Finalmente calcaree, erose dagli agenti atmosferici. inclinate e inizialmente coperte da un 2) a piedi, lungo un sentierino solo a le tracce si fanno più marcate e i bolli caratteristico ma scivoloso lichene tratti marcato a bolli rossi e 1) To taxidi ton Argonafton (il viaggio bianco, riprende l’arrampicata (fix ometti, con alcuni passaggi degli Argonauti) 16 lunghezze (6a+ di partenza). Si superano le placche obbligati e andamento tortuoso, obbligatorio): insieme alle altre vie che fino a un difficile muro (superabile richiedete intuito e cautela. Il percorrono la parete dalla base fino in A0 oppure in libera con difficoltà vantaggio è dato dal fatto che al vertice, è una delle più lunghe della comprese tra 7a e 7b) oltre il quale si evitano le lunghe e laboriose Grecia. Sicuramente ha il primato di la via perde un po’ in estetica, perché calate e si ha una visuale sviluppo tra quelle sportive, essendo percorre alcuni pilastri disturbati dalla competa sul gruppo montuoso attrezzata sistematicamente a fix vegetazione, su rocce meno compatte. e sull’habitat naturale. (120, soste escluse), al punto che non In definitiva una via moderna di ampio Sconsigliato se non si ha una necessita di alcun tipo di integrazione. respiro, sicuramente abbordabile per certa abnegazione e capacità Opera della cordata italiana Pezzolato- chi arrampica su un livello compreso di sopportare, dopo una lunga Gojak-Crosato, ha in comune con tra 6a e 6b, a patto di essere veloci ed salita, ancora un po’ di stress la pre-esistente Spasmeno fterò, il avere completa esperienza alpinistica, e di fatica. secondo tiro. Taxidi ha riscosso – in che serve più nella discesa e nei tratti Percorso indicativo: dal termine ragione dell’attrezzatura sistematica di raccordo, che non sulla parete vera della via si risale il crinale in – un successo maggiore rispetto alle e propria. direzione della sommità, verso altre vie, pur discostandosi dall’etica nord, su blocchi curiosamente di arrampicata prevalente da queste Accesso e avvicinamento erosi. Oltre la sommità si parti, dove l’ingaggio e la rarefazione Prima di entrare nel villaggio di digrada verso il colle che delle protezioni fisse sono una costante. Kryoneri, superate le prime due case la separa dalla vera vetta In definitiva si tratta di una bella via sulla destra (tra cui la Domatia di culminante, assai distante, per moderna, in puro stile plaisir, che non proprietà di Vasilis Plis) si raggiunge sentierino ben tracciato a bolli

54 Ellinomania quarto tiro: placche tecniche.

LR_1_2009 CROMALIN.indd 54 12-01-2009 12:05:48 più evidenti. Traversando ancora a consentito il campeggio libero sulla stanno sviluppando interessanti aree di (reperibile alla locanda Bratsos di sinistra si raggiunge l’attacco della via spiaggia. Oppure si può trovare alloggio arrampicata tradizionale. Kryoneri). Contemporaneamente e di qui il parcheggio. Due ore e mezza presso una “Domatia”. I prezzi variano Per i patiti della roccia il Peloponneso viene costruito il sito www.varasova. dalla vetta, salvo imprevisti. dai 30 ai 40 € al giorno, per stanze offre alcune falesie, non distanti da gr, al momento in cui scriviamo con 3-4 posti letto (un indirizzo su Patrasso, tra cui la più rinomate sono purtroppo solo in greco, che ricalca tutti: Vasilis Plis, prima casa a destra Kalogria e Santameri. sommariamente la monografia Generalità all’ingresso di Kryoneri, che mette a dell’Aliyannis. Come arrivare disposizione un cucinino per colazione Bibliografia: Molte interessanti relazioni si trovano a Varasova: e merenda). L’assenza di bagni pubblici La prima guida di Varasova, a cura anche sul sito www.routes.gr. La soluzione più comoda è arrivare nei pressi della spiaggia rende la di Dimitris Korres (uno dei primi Tenere presente che la valutazione delle in aereo ad Atene (distante 240 km soluzione del campeggio libero poco valorizzatori e l’apritore – tra le altre – difficoltà è generalmente stretta. da Varasova), noleggiare una vettura ecologica e fruibile, anche perchè i della via Afrikana) è del 1991; segue all’aeroporto, (consigliabile prenotare in dintorni dell’area litoranea rischiano “Varasova Rock climbing guide” una Quando andare: anticipo) e raggiungere Patra (Patrasso) di essere oggetto di veloce degrado. sorta di versione aggiornata, a cura il periodo ideale è costituito dalle lungo l’autostrada, in circa due ore, È auspicabile che l’amministrazione di Aris Theodoropoulos e dell’Alpine mezze stagioni. Non sono infrequenti i passando per Corinto. Attraversato il pubblica colmi questa grossa lacuna Club di Aharnes (Atene). Queste due temporali e le perturbazioni. La Grecia nuovo ponte che collega Rio ad Antirio, installando quanto prima dei bagni. guide sono praticamente introvabili. Nel continentale ha un clima meno secco gioiello di architettura contemporanea La presenza di una grossa sorgente di 2006 esce la più recente pubblicazione e più piovoso di quella insulare. Per ben inserita nel contesto ambientale acqua dolce a pochi metri dalla spiaggia “Varasova climbing guide” a cura valutare preventivamente le condizioni € (11,2 di pedaggio) che ha sostituito e dalla roccia, dall’acqua purissima di un altro mostro sacro della zona, meteo, si possono consultare i seguenti l’intenso traffico di ferryboat che e cristallina, non deve in alcun modo Yannis Aliyannis, che viene distribuita indirizzi: www.hnms.gr e www.meteo.gr caratterizzava lo stretto (qualche invogliare a un uso sconsiderato per gratuitamente a scopo promozionale Alessandro Superti imbarcazione in realtà opera ancora, docce e abluzioni personali. con prezzi competitivi rispetto al ponte), si seguono le indicazioni per Dove mangiare: Messolonghi. Il lungomare offre qualche ristorante di Dopo una ventina di minuti si raggiunge livello medio-buono, a prezzi accettabili. a sinistra il bivio per Kryoneri, poco La locanda Bratsos, unica ad essere prima del ponte sul fiume Evinos e aperta tutto l’anno, offre pesce dell’omonimo centro di Evinohori. freschissimo (10–15 € a persona), per In cinque chilometri si arriva alla il fatto che il proprietario tutte le sere va minuscola località costiera. al largo col suo peschereccio. Bratsos, In alternativa all’aereo si può ricordiamolo, è anche la locanda che raggiungere Patra via mare, con i distribuisce gratuitamente le guide traghetti che partono ogni giorno da d’arrampicata. A Messolonghi la scelta Ancona e Brindisi, ma solo se si ha è più ampia, di discreto livello, a prezzi a disposizione un lungo periodo di un poco più alti. vacanze; altrimenti è una soluzione sconsigliabile perché richiede quattro Nei dintorni: giorni di viaggio tra andata e ritorno. Provenendo da Atene è giocoforza, se Tenere presente che da Patrasso un non lo si è già fatto precedentemente, servizio regolare di pullman collega visitare almeno l’Acropoli e il Museo Messolonghi, da cui parte qualche rara Nazionale. Lungo l’autostrada per corsa per Kryoneri (altrimenti si può fare Patrasso valgono una breve deviazione Sopra: l’autostop al bivio). le rovine di Corinto, commistione L’inizio del tiro chiave di La vicinanza delle strutture di greco-romana di stili e strutture. A Taxidi e arrampicata alla strada e al villaggio solo due ore di auto da Kryoneri, La seconda parte di Taxidi. rende non indispensabile avere un infine, è collocata Delfi, celeberrimo mezzo di trasporto proprio. centro di culto dell’antichità, in un contesto ambientale e storico-artistico Qui accanto: Dove alloggiare : di incomparabile bellezza. Tra l’altro Giuseppe Bonfanti sui tiri Non esistono campeggi, ma è nella zona montuosa circostante si centrali di Taxidi. 55

LR_1_2009 CROMALIN.indd 55 12-01-2009 12:06:01 abili v

ALPIanile Graie MeridioNALi v a/dossier xtraeuropeo archi amo lata ve ascensioni loescursionismo a sentiero Bessanese ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura

Testo e foto di Lino Fornelli

Il versante W della Bessanese col piccolo villaggio d'Averole - a sinistra di profilo la cresta Rey (cresta Nord)

el numero di settembre/ottobre 2007 di questa rivista è apparsa N una bella descrizione del Giro della Bessanese, a firma di Bruno Visca. In occasione delle cele- brazioni del centocinquantesimo anni- versario della prima ascensione della

Bessanese e di altre importanti vette “Dalla lunga cresta che corre, alquanto Per la precisione va ricordato che la quota della Val d’Ala di Lanzo (TO), e poiché sinuosa e con andamento generale da di 3604 metri assegnata dalle carte alla il Tour (qui lo chiamano così) sta ora NW a SE, tra il Passo del Collerin e il Bessanese si riferisce al segnale Tonini, Colle d’Arnas, emerge quasi nel suo mentre la vetta vera e propria (segnale portando la zona a conoscenza di molti punto di mezzo, ardita ed elegante, la Baretti) dovrebbe essere attorno ai 3620 alpinisti ed escursionisti, vorrei illustrare mole della Bessanese. La vetta è formata metri. da una lama sottile lunga forse 150 metri, Fino al secondo dopoguerra, nelle Valli brevemente questa bella montagna, culminante quasi al centro, ma un po’ di Lanzo, assieme a turisti e villeggianti, visibile anche da Torino, che sbarra la verso sud, con il segnale Baretti, mentre affluivano fior di alpinisti ed escursio- testata della Val d’Ala, sulla cresta di simmetricamente, a nord e a sud di questo nisti, soprattutto dalla vicina Torino e dal e di poco più bassi, sorgono due modesti Canavese. Ora i tempi sono cambiati: i confine, con la sua mole turrita e incon- rilievi: il segnale Rey e il segnale Tonini. ghiacciai si sono ridotti (come in tutto il fondibile. Queste due denominazioni, pur non indi- mondo) e il fascino della zona ne ha forse cando vette a sè, ma delle semplici spalle, un po’ risentito, ma anche la relativa faci- La Bessanese è un po’ la montagna hanno per la storia ed anche per la topo- lità attuale di conoscere zone più lontane simbolo degli alpinisti torinesi, come grafia una certa importanza, sicché è ha ridotto il numero dei frequentatori ebbe a scrivere E. Andreis in una bella e utile e comodo mantenerle, anche a parte della zona. Tuttavia va detto che, a diffe- la considerazione un po’ maligna che, per renza di altre montagne, la Bessanese, dettagliata monografia apparsa su Scàn- chi arrivato alla spalla meridionale – o montagna totalmente rocciosa, non ha dere 1951 “non vi è, io credo, montagna per le cattive condizioni degli ultimi metri mutato il suo aspetto a causa del ritiro dei o per altre ragioni – non se la sentisse di ghiacciai e le sue vie di salita si presen- che più della Bessanese faccia parte del raggiungere la vetta, parrà più soddisfa- tano ora tali e quali cento anni fa. patrimonio spirituale degli alpinisti tori- cente poter dire di aver salito il segnale Era l’anno 1857: il CAI non era ancora nesi”. Seguiva poi una precisa descri- Tonini, che non dover confessare di aver nato e l’alpinismo era ai suoi primi raggiunto un punto, non meglio identifi- germogli. Un giovane ingegnere del zione topografica della sommità: cato, a poca distanza dalla vetta.” Catasto di Susa, di origine ticinese, si 56

LR_01_2009.indd 56 14-01-2009 17:50:52 Qui accanto: La Bessanese e il vecchio Rifugio Gastaldi.

Sotto: Antonio Castagneri "Toni di Tuni".

porta nelle Valli di Lanzo con l’intento Bisogna arrivare al 1873 perché Martino quello della Portia raggiunse Usseglio, di eseguire dei rilievi. Vi erano altri topo- Baretti, dopo un primo tentativo fallito dove trova guida e portatore, ed il giorno grafi impegnati nell’esplorazione delle per il maltempo, riuscisse a raggiungere seguente attraverso il lago della Rossa ed Alpi Graie, ma in Tonini per spingersi su la vetta estrema: quella che da allora si il Col d’Arnas si reca a bivaccare sulle queste vette doveva essere presente anche chiamerà: “Segnale Baretti”. È divertente morene dell’omonimo ghiacciaio. L’indo- un prepotente spirito d’avventura ed al leggere oggi la descrizione del passaggio mani, il 24 luglio, sono in vetta. Nella sua tempo stesso doveva possedere un innato finale, con levata di scarpe, spinta dal relazione Baretti afferma. “di aver incon- intuito alpinistico per individuare subito basso, con il cliente che si aggrappa ai trato difficoltà inferiori a quanto mi era le vie di salita possibili. piedi nudi del portatore. Baretti aveva per figurato”: malgrado questo nei successivi Fatto sta che in una breve stagione riuscì guida Giuseppe Cibrario detto “Vulpot” 20 anni si contano solo 15 salite, perché a compiere le prime ascensioni: della (il capostipite della famosa dinastia evidentemente la fama di difficoltà della Bessanese a m. 3604; della Ciamarella a di guide locali), portatore era un alpi- Bessanese era rimasta tale e quale. m 3676; della Croce Rossa a m 3566; del giano detto “Pertus”. Notare che Baretti Tuttavia l’alpinismo aveva ormai iniziato Collerin a m 3475; ed altre minori. era partito da Borgone in Val di Susa, e la sua marcia evolutiva, e nel 1875 il Chiaramente allora non esistevano rifugi, attraverso il Colle Colombardo e poi pittore Alessandro Balduino con Antonio ma non esistevano ancora neanche le Castagneri (Toni di Tuni, che doveva guide alpine e Tonini non trovò nessuno divenire in seguito una della più forti e del luogo disposto ad accompagnarlo: per quotate guide italiane del suo tempo, con cui non gli restò altra scelta che costringere 43 prime ascensioni al suo attivo), inizia il suo canneggiatore, di nome Ambrosini, l’attività di ricerca con una nuova via di ad accompagnarlo pena il licenziamento! ascensione sulla parete est. Era l’inizio La fama di Tonini come alpinista abilis- di una lunga serie di realizzazioni che simo, ma temerario, si sparse in fretta, portarono nel tempo alla completa esplo- e questo, unito all’aspetto severo della razione di tutti i versante del monte. Bessanese, fece sì che per i successivi Qui non voglio tediare chi legge con una 16 anni nessuno osasse più avventurarsi lunga serie di nomi e di date, mi limiterò su quel monte. Ormai la Bessanese si era a segnalare alcuni itinerari che ritengo fatta la fama di “Cervino della Val d’Ala”, possano far conoscere questa montagna fama certamente eccessiva, perché, anche anche a chi non conosce la zona. se non facile, non era certo da paragonare Praticamente tutti gli itinerari sono effet- alla “Gran Becca”. tuabili con base il Rifugio Gastaldi. n 57

LR_01_2009.indd 57 14-01-2009 17:50:56 I - La via normale esposizione può presentare problemi se È la via dei primi salitori; facile e in cattive condizioni. Dal rifugio Gastaldi frequentata, può presentarsi delicata, seguire una traccia verso NW su di un se in cattive condizioni, nel passaggio mammellone di erba e detriti sino a quota dal segnale Tonini al segnale Baretti. Dal 2921 (IGM). Una breve discesa porta alla Rifugio Gastaldi scendere in direzione superficie del ghiacciaio o di quel che ne sud sino ai laghetti di Arnas a m 2577, resta: risalirla verso NW in direzione del abbandonare la traccia e puntare a canalino che conduce al colle. Questo destra. Per un dosso di scaglioni e cenge canalino, alto 200 metri, è innevato ad erbose e una pietraia, si giunge alla inizio di stagione, con un’inclinazione base del facile canale, nevoso ad inizio di 45°, altrimenti si presenta con detriti stagione, che porta al colle d’Arnas. Dal e roccette instabili sino al colle della Gastaldi: ore 1.30. Dal colle scendere Bessanese, ore 2.00. Qui ha inizio la sul versante francese lungo il Glacier cresta nord: salire facilmente il primo d’Arnès, prestando attenzione ad alcuni dente acuminato; superati altri tre o piccoli crepacci, sino a quando il ghiac- quattro denti minori si perviene alla base ciaio si restringe (dal colle: 20 min). di un secondo dente più pronunciato: Lasciare il ghiacciaio e risalire a destra il un lastrone, spaccato in senso longitu- pendio detritico su una piccola traccia ed dinale e ripidissimo, permette, con diffi- alcuni ometti. Ci si trova ora all’inizio del coltà, di vincerlo. Segue una semplice Vallone delle Pareis; risalirlo tenendosi discesa quindi ci si trova davanti ad inizialmente sulla sinistra (attenzione a un altro torrione. Superato questo si non lasciarsi attrarre dalle Rocce Pareis) continua senza difficoltà fino alla base e puntare in seguito ad un evidente di tre marcatissimi denti al termine canale obliquo a destra (a volte può del primo tratto di cresta. Superato il essere innevato) che porta sulla cresta primo si guadagna la vetta del centrale SE della Bessanese. Salire per il canale o costituita da una sottile lama rossastra; per le rocce rotte a destra sino alla cresta arrampicata interessante sul terzo dente, e per questa raggiungere una paretina poi facile discesa al colletto della Bouta rocciosa, superarla senza grandi diffi- (la Bottiglia). Questa la si vince per lo coltà, anche grazie ad alcuni ancoraggi stretto versante francese: un bellissimo (utili in caso di maltempo), quindi proseg- lastrone con piccoli ma buoni appigli, alto uire per facili roccette al segnale Tonini, circa 25 metri (III); discesa pressapoco dove è collocata una statuetta della per la stessa via, e si giunge alla base sul filo dello spigolo ed è molto logica, dovettero usare parecchi chiodi, infine la madonna. Scendere al piccolo intaglio dell’ultima parte. La cresta si fa più ripida evidente e sicura, con roccia buona. via Sigismondi, facile e percorsa spesso successivo e seguire una cengia orizzon- e uniforme, priva di denti e spuntoni. Dal rifugio Gastaldi dirigersi verso NW anche in discesa. Sul versante francese tale di 25/30 metri sul versante ovest, L’arrampicata sino al segnale Rey non su detriti ed erba sino alla quota 2921, la parete ovest, alta circa 400 metri, sino ad afferrare la cresta nord con la è difficile, mentre da quest’ultimo sino attraversare il ghiacciaio o quel che ne ripida, è raramente in buone condizioni quale si guadagna il segnale Baretti. Dal al segnale Baretti vi sono ancora alcuni rimane sino all’opposta sponda, ai piedi per cui le vie su questo lato sono forse rifugio: ore 4/4.30. spuntoni con qualche difficoltà. Dal Colle del salto roccioso che sta alla base della le più impegnative. Si segnalano qui le della Bessanese: ore 5.00 – 6.00. parete est della Bessanese. Superare il vie Valbusa del 1900 (II e III), la Balzola- II - La cresta nord salto per roccette e ripidi detriti sino alle Dionisi- Marchese del 1955 e la Sanvito (cresta Rey) III - Lo Spigolo Murari terrazze detritiche o innevate che stanno -Negro. Strada inaugurata il 2 settembre 1889 Nelle vecchie relazioni era spesso alla base della parte più compatta della Non è fuori luogo ricordare qui un da G. Rey con A. Castagneri, i quali definito come crestone o cresta, ma il parete est. Piegare a destra sul cengione episodio curioso e tragico, ma non di contornarono quasi tutti i torrioni sulla suo aspetto affilato e la ripidezza lo fanno sino alla base dello spigolo: iniziare tipo alpinistico, avvenuto su questa destra (W). Il percorso integrale della apparire effettivamente più uno spigolo l’arrampicata un po’ a destra. Il primo montagna. Il 9 ottobre 1893 un pallone cresta fu realizzato da G. A. De Petro da che una cresta. La prima ascensione fu passaggio, verticale e mal stratificato aerostatico, sul quale viaggiavano il solo, il 3 settembre 1916. effettuata da U. Murari Bra con A. Bricco (30 metri) si presenta piuttosto delicato. cinquantenne capitano Charbonnet, la Classica e discretamente frequentata, (Travinel), il 23 agosto 1920. È la via più Segue un tratto di spigolo assai inclinato sua sposa diciottenne Anna Demichelis a tratti difficile; le difficoltà si possono bella e interessante, anche se non la più e facile, sino ai due caratteristici denti e i signori Giuseppe Botto e Costantino contornare per la destra (W). Per la sua difficile. La salita si svolge interamente rossi all’altezza della cengia Martini (una Durando, si alza in volo da Piòbesi (To). evidente cengia sulla parete est). Questo Poco più tardi si scatena un bufera che è il passaggio più difficile: superarlo un li sballotta sino a 6000 metri di quota, po’ sulla destra (II e III+ e IV). Seguire mandandoli a sbattere, dopo molte peri- Sopra: poi il filo dello spigolo su ottimi lastroni pezie, contro la montagna, in un punto fessurati; gli ultimi cento metri sino al imprecisato del versante orientale. Dopo Sullo spigolo segnale Rey appaiono difficili data la un primo bivacco in parete il giorno Murari. loro verticalità, per cui molti, qui giunti dopo scendono, ma il Charbonnet che piegano a sinistra per raggiungere al momento dell’urto ha ricevuto un forte l’intaglio tra il segnale Rey e il Baretti, colpo in testa, giunto sul ghiacciaio della ma è consigliabile e non troppo difficile Bessanese precipita in un crepaccio continuare direttamente sino al segnale profondo 20 metri e i compagni non Rey (III). Dalla base: ore 3.30. Dal rifugio: possono soccorrerlo privi come sono di Qui accanto: ore 5.00. Dalla vetta del segnale Rey per qualsiasi attrezzatura. Dopo un secondo la Croce Rossa, cenge sul versante W sino al segnale bivacco raggiungono, laceri e contusi la punta Maria, Baretti. il Piano della Mussa. Il corpo del Char- Si hanno poi numerosi itinerari sulle pareti bonnet sarà recuperato due giorni più la Punta d'Arnas NNE, segnatamente le vie Dumontel-Santi tardi da una squadra di 9 persone. e alle spalle del e Rosenkratz-Corti. Sulla parete est si Una completa e dettagliata descrizione Rifugio Gastaldi le segnalano le vie Murari-Travinel (diretta) di tutti gli itinerari si trovano nel volume: Rocce Pareis. e la via Rosenkrantz, dove i primi salitori Alpi Graie Meridionali di Berutto e Fornelli 58

LR_1_2009 CROMALIN.indd 58 12-01-2009 12:06:18

Sotto: della collana “Guida dei Monti d’Italia” del raggiunge la Rocca Venoni, (due massi CAI-TCI 1980. (Questo volume è ancora giganteschi sotto cui vi sono una stalla ed reperibile presso la Sede Centrale del CAI una baita per l’alpeggio estivo). Si lascia in via Petrella a Milano). la Venoni a sinistra e si segue l’evidente sentiero che si inerpica sul ripido pendio, Riportiamo ora gli itinerari di accesso ai tra bassi arbusti, avendo a destra il rifugi interessati sia per la Bessanese, profondo “Canalone delle Capre”. Dopo sia per il Tour. Per il Rifugio Gastaldi: da molti tornanti si raggiunge il “Piano dei Torino verso W attraverso Venaria, Lanzo, Morti” o “della Naressa”, dal nome di Ceres, Balme sino al Piano della Mussa, due baite soprastanti che non si raggiun- Km 60 circa. È questo un vasto altipiano gono. Con un lungo percorso diagonale sui 1800 metri, base di partenza per verso sinistra, e trascurando, presso un masso, una deviazione a destra verso il Rifugio Gastaldi ed ascensioni alla Pian Ghias, si raggiunge l’inizio di una Ciamarella e ad altre vette minori. È il lunga serie di grandi tornanti seguendo fondo di un antico lago, ricco di pascoli e i quali si raggiunge infine il piano su cui rere il lungo piano sino alla borgata raggiunge infine in Pian Sabiunin dove di acque, tanto che da un secolo fornisce si erge, in un bel quadro alpino, il rifugio. Villaretto. Subito dopo il ponte seguire sorge il rifugio; dal parcheggio ore 3.30. un’ottima acqua potabile a Torino. Vi Dal piano della Mussa: ore 2.15. a destra una carrozzabile che toccando si trovano alcuni alpeggi, un rifugio (il le frazioni di Castello, Arnas inferiore e Rifugio d’Avérole Ciriè) della omonima sezione CAI, due Rifugio Luigi Cibrario superiore giunge ad un bivio: lasciare a m 2210. Proprietà CAF, Sezione di Lione. alberghetti ed è frequentatissimo nella al Peraciaval m 2616, (Sezione di destra la strada che sale al lago Dietro la La nuova costruzione è stata inaugurata stagione estiva. Qui nel 1927 Toni Ortelli Torino; gestione Sezione di Leinì), tel. Torre e scendere a sinistra ad un piccolo nel 1976 e dispone di 100 posti. Locale ebbe l’ispirazione per comporre il celebre 0123/83737. Costruito nel 1890 ed parcheggio a m. 1450 ca. Qui termina la invernale sempre aperto con 40 posti. canto “La Montanara”. ampliato più volte in seguito. Dedicato strada carrozzabile: proseguire a sinistra, Aperto e custodito da aprile a metà

a Luigi Cibrario, eminente studioso delle attraversare il torrente su di un ponte in settembre. Tel. 79052282, Serve per Il Rifugio Bartolomeo Valli di Lanzo. Serve per ascensioni a: legno e seguire il sentiero tra una distesa ascensioni a: Albaron, Punte du Grand Gastaldi, (uno dei fondatori Croce Rossa, Monte Lera, Punta Soulè, di cespugli attraversando in seguito il Fond, M.Collerin, Bessanese, Punta del CAI), 2659 m, (Sezione di Torino) Punta Valletta e traversate al Rifugio tracciato della decauville. Oltre questa si Maria, Punta d’Arnas, Croce Rossa, tel. 0123/565008; da sempre molto Gastaldi, al rifugio Avérole,e al Rifugio trova la “Fontana della Lera” e il sentiero Charbonnel. Traversate al rifugio Des frequentato, ha avuto un’esistenza Tazzetti. Aperto nei fine settimana da proveniente da Margone. Attraversato Evettes, al Gastaldi, al Cibrario. travagliata: costruito nel 1880 divenne metà giugno a fine settembre, continu- il Rio della Lera salire con pendenza Accessi: da Torino per la statale 25 a ben presto insufficiente per cui la ativa da inizio luglio al primo week-end accentuata sulla sponda destra or. del Susa, poi al Colle del Moncenisio 2084 sezione proprietaria provvide, nel 1904, di settembre. vallone, verso la gola dove scorre il Rio m. Discesa a Lanslebourg, quindi a destra a costruire un nuovo e comodo fabbri- Accessi: da Torino seguire come per Peraciaval. Raggiunta l’opposta sponda, per la valle dell’Arc a Bessans, poco cato a tre piani che nel dicembre 1908 il Gastaldi sino oltre Lanzo, oltrepas- il sentiero si innalza a svolte sul terreno oltre prendere a destra per la Goula e andò completamente distrutto da un sata ancora Germagnano attraver- erboso, lascia a destra una diramazione, continuare sino al parcheggio con divieto incendio provocato involontariamente da sare la Stura su di un ponte e seguire e continua sulla sponda sinistra or. del m. 1800 ca. Lasciata l’auto, proseguire un gruppo di alpinisti. a sinistra per Viù – Lemie – Usseglio. vallone, avendo sull’altro versante l’alta per la strada toccando Vincendiéres e Dopo solo due anni venne ricostruito Raggiunta quest’ultima località percor- e lunga parete rocciosa “Le Prigioni”. Si raggiungere il Plan du Prè. Si incontra come prima. Nel 1938 venne ancora una recinzione privata, passare breve- ristrutturato ed ampliato, ma nel 1944 mente a destra e con alcune svolte un venne completamente distrutto dai nazi- ripido sentiero raggiunge il rifugio. Dal fascisti. Da allora riprese a funzionare parcheggio: ore 1.45. il vecchio rifugio fino al 1970, quando Variante: è anche possibile, appena finalmente venne realizzata l’attuale oltre il parcheggio, attraversare a destra costruzione su progetto dell’Ing. Alvigini. il torrente e seguire un sentiero (un Rifugio moderno e funzionale, ma negli po’ esposto) sulla sponda sinistra o anni successivi e sino ad oggi sono stati passando alla base dello Charbonnel, ma ancora effettuati numerosi e importanti vi è qualche pericolo di caduta seracchi. lavori di ristrutturazione ed ammoderna- mento: copertura tetto e parziali facciate, Opere consultate: impianti gas, acqua, reflui, servizi, docce, • Alpi Graie Meridionali del CAI-TCI; fotovoltaico, uscita di sicurezza ed altro. • un’interessante monografia di E.Andreis su È un buon rifugio aperto da fine giugno a Scàndere 1951 (ormai introvabile); settembre ed anche in primavera per lo • una bella e dettagliata descrizione della prima parte della storia alpinistica della Bessanese sci alpinismo. Nelle immediate vicinanze di Enzo Bragante sul Bollettino GEAT 2007 esiste ancora il vecchio, primitivo rifugio, (GEAT, sottosezione del CAI Torino); attualmente rifugio invernale sempre • G. Gugliermetti e C. Santacroce, Lassù sulle aperto, ed una parte di questo adibito Montagne, IL PUNTO; a museo con foto e documenti storici. • Marco Blatto, 70 normali nelle Valli di Lanzo, Collana “In Cima”, BLU EDIZIONI, Peveragno, Serve per le ascensioni a: Punta Maria, Cuneo. Rocce Pareis, Bessanese, M. Collerin, Albaron di Savoia, Piccola Ciamarella, Punta Chalanson, Uja di Ciamarella. Sopra: Traversate al rifugio Cibrario, all’Avèrole, al Des Evettes. L'ultimo tratto della via normale. Accesso: dal Piano della Mussa (vedi sopra) al termine della strada, in piano sotto il Rifugio Ciriè, una palina indica un Qui accanto: sentierino che dirigendosi a sinistra (SW) La Bessanese e il Rifugio Gastaldi. 59

LR_1_2009 CROMALIN.indd 59 12-01-2009 12:06:26 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo lata ve ascensioni loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica Atacama erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio speleo-archeolgia Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Testo di Galliano Bressan nel deserto di sale Foto di G. Bressan Qui accanto: E. Sluga Panorama della Cordillera de la Sal.

Sotto: Operazioni per attrezzare un pozzo nella roccia salina.

A completamento delle spedizioni avvenute negli anni precedenti, che avevano lasciato alcune questioni irrisolte, tra i mesi di novembre e dicembre dell’anno 2007 è stata organizzata da parte dalla Commissione Grotte E. Boegan una spedizione nel Salar di Atacama, in Cile, con lo scopo di portare a termine

l’esplorazione nella Cordillera de la La catena montuosa interessata dall’esplo- Marmol. La sua linea di sviluppo princi- Sal, nonchè testare alcuni materiali razione è la Cordillera de la Sal, che pale, da nord-est a sud-ovest, è interessata per ancoraggi idonei al tipo di “roccia” scende dalle falde dei vulcani andini da un piano sommitale impermeabile, Licancabur, Sairecabur, Putana e si di scorrimento delle acque meteoriche, locale. sviluppa distendendosi per più di settanta orientato da nord a sud e da nord-ovest chilometri, separando il Salar de Atacama a sud-est. dal Llano de la Paciencia. La zona è tra le più aride della terra – La formazione della Cordillera detta di il Tropico del Capricorno attraversa al S. Pedro si è formata tra l’Oligocene e il centro il Salar – le precipitazioni medie Miocene (36–9 milioni di anni fa), e si sono di un millimetro di pioggia all’anno. compone di sedimenti di marne, arenaria, Tuttavia sono possibili violenti temporali conglomerati, sale e gesso. Sopra questa in alcuni periodi del cosiddetto inverno formazione, nella parte più settentrio- continental boliviano che va da dicembre nale della Cordillera, troviamo i depositi a marzo, e che possono aumentare la vulcanici di San Bartolo (9–7 milioni di portata negli alvei anche fino a un metro anni fa) ed ancora la più recente forma- cubo al secondo. zione di Vilama con depositi di polvere, La carsificazione si sviluppa principal- ghiaia e sabbia, con la formazione delle mente nei depositi di sale e in minor attuali dune. parte in quelli gessosi ed è avvenuta in La Cordillera de la Sal si alza dalla base un periodo, sicuramente più piovoso di del Salar de Atacama da una altezza di questo, compreso tra i 15000 e i 6000 circa 2400 m per raggiungere la massima anni fa. elevazione a 2660 m con il Cerro El Le grotte che si sviluppano in questo 60

LR_1_2009 CROMALIN.indd 60 12-01-2009 12:06:33 A sinistra: La zona delle operazioni, al confine fra Cile e Bolivia.

Qui accanto: Risalita verso la Cueva dei vasi.

Sotto: Il “Cervino” nella valle della Luna.

ambiente sono quasi sempre dei trafori belga), fondatore del locale museo nel e solo in parte ingrottati, possono essere idrici, cioè di attraversamento: sono quale oggi si possono ammirare, insieme considerati facenti parte dei un unico orientate principalmente da nord ovest ai più importanti manufatti che tracciano sistema. La pubblicazione di rilievi, con a sud est e si aprono tra i 2500 m e i la storia del luogo negli ultimi 10.000 i dati catastali delle cavità, farà parte 2400 m. anni, anche i resti mummificati della di una dettagliata relazione che verrà Il dislivello tra l’entrata e l’uscita è famosa Miss Cile, una mummia di donna pubblicata su “Progressione”, il supple- di norma di alcuni metri: pertanto le con ancora ciuffi di capelli e pelle rinsec- mento semestrale di Atti e Memorie della cavità sono interessate da una circola- chita, conservatasi grazie all’aria secca e Commissione Grotte E. Boegan della zione d’aria, soprattutto nelle ore più rarefatta del deserto. Società Alpina delle Giulie. Sommando calde della giornata, che porta l’ambiente La spedizione ci ha portato alla scoperta questi dati a quelli delle spedizioni prece- al suo interno a una temperatura sui e al rilievo di più di dieci grotte. È in fase denti, si vorrebbe creare una sorta di 23 gradi centigradi. Pochi sono i pozzi di completamento la stesura degli elabo- catasto delle grotte cilene, dato che in che interessano le grotte che presentano rati, da cui si rileva la complessità dello quel paese, per quanto ci risulta, non invece alcuni camini, con comunicazioni scorrimento esterno delle acque tempo- esiste il catasto né alcun gruppo speleo- molto strette verso l’esterno là dove ranee (quebrada**, forra, solco), i cui logico. l’ingrottamento non si sviluppa a molta percorsi, prevalentemente a cielo aperto La scoperta più interessante è stata distanza dalla superficie. Solo poche grotte hanno dimensioni note- voli, tra queste possiamo ricordare quelle siglate sp2 (L. 350, p. 20), sp3 (L. 350, p. 30), sp4 (L. 670, p. 45), sp8 (L. 540, p. 35)*, esplorate e rilevate dalle precedenti spedizioni del 2002 e 2003. Due di queste grotte vengono anche usate, nella loro parte iniziale, a scopo turistico dalle guide del posto che vi accompagnano i clienti a gustare il refri- gerio dato dalla circolazione dell’aria. Il piano di calpestìo di tutte le grotte è formato da sedimenti compatti di sale, a volte anche molto resistenti, mentre nelle parti alte delle gallerie e nelle pareti la “roccia”, cioè il sale, è inconsistente, cosa che fa sorgere il problema di trovare eventuali buoni ancoraggi per gli armi. Alcune grotte sono arricchite da concre- zioni e cristalli di sale e gesso e alcune, come più avanti descritto, sono state abitate e frequentate dall’uomo fin dai tempi più remoti. A questo proposito, nel comune di S. Pedro de Atacama si è sviluppata una consistente attività archeo-antropologica iniziata dall’ar- cheologo Gustavo Le Paige (sacerdote 61

LR_1_2009 CROMALIN.indd 61 12-01-2009 12:06:45 Qui accanto: Panorama del deserto.

Sotto: Segnalazione di campo minato.

In basso: Pozzetto nella Cordillera de la Sal.

fatta nei primi giorni. Dopo una risalita nale, nemmeno togliendo i frammenti di eseguita in libera su di una parete che coccio che chiudevano l’imboccatura dei in totale arriva quasi a 20 metri, siamo vasi, per cui a tutt’oggi non sappiamo entrati in una grotta nel cui interno, quale sia il loro contenuto. Del ritrova- su di un terrazzino, abbiamo trovato mento sono state informate le autorità cinque vasi in terracotta di manifattura del luogo, dal municipio ai responsabili Atacamena e Incaica. La grotta è, come del museo. È stato così possibile concor- del resto tutte le altre, di attraversamento dare con l’archeologa del museo, Flora ed ha una sviluppo di 50 metri con un Vilches Vega, un sopralluogo, durante dislivello positivo (da dove siamo entrati il quale sono state fatte diverse ipotesi per la prima volta) di 10 metri. L’ingresso su quale potesse essere stato verosimil- a monte consiste in un notevole portale mente l’utilizzo del sito in epoca Inca. Si da cui, superando alcuni salti, si giunge è supposto più probabile l’utilizzo quale sull’altopiano della Cordillera de la Sal. deposito di vivande, piuttosto che come In esso si immette una quebrada, alla luogo adibito a funzioni funerarie. Dopo base della formazione della cavità. Il sito aver parlato con l’archeologa, la grotta da archeologico si trova a circa trenta metri noi inizialmente chiamata Cueva dei Vasi dall’ingresso “basso” ed è circa 1,5 m o del Aribalo (aribalo, nome del vaso sopra l’attuale piano di scorrimento delle inca) sarà chiamata, Cueva degli Italiani acque. I vasi sono posati su di un ripiano e dopo gli studi del sito, probabilmente, pensile delle dimensioni di metri 4 x 1,5, verrà adottata la moderna filosofia di non distanziati tra di loro ed appoggiati alla rimuovere gli oggetti dal luogo originale, parete. Due di essi, della stessa fattura ma di trasformare la grotta in una succur- Atacamena, sono sovrapposti e contornati sale del museo di S. Pedro, adottando le da una sorta di rete di corda, uno è rotto opportune misure di salvaguardia e prote- in parte sulla pancia (anche qui si notano zione. I vasi non andranno ad abbellire dei residui di corda), uno piccolo è situato il museo della cittadina ma rimarranno al centro del sito; l’altro, dal collo lungo, nella grotta, che verrà messa al centro di è di fattura Incaica. Da una misurazione un percorso archeologico turistico, all’in- sommaria risultano di dimensioni note- terno del costruendo Parco Nazionale. voli: 60 x 40 cm quello Inca, 50 x 45 cm Per quanto riguarda il test sui vari mate- l’Atacameno. Il vaso più piccolo, privo riali di armo, la scarsa consistenza della di qualsiasi chiusura, è risultato vuoto, “roccia”, cioè il sale, ci ha fatto subito come pure evidentemente vuoto era il scartare l’uso dei vari spit e fix, provati vaso con un ampio settore mancante. Per comunque, così pure lo star fix, non non compromettere le successive indagini provato, dando subito la preferenza alle archeologiche, il sito non è stato in alcun viti dette multimonti. Eseguiti i fori con modo modificato nel suo assetto origi- trapano a batteria e punta da 8 mm, l’in- 62

LR_1_2009 CROMALIN.indd 62 12-01-2009 12:06:53 fissione delle viti ha dato ottimi risultati meni di assorbimento, notando ancora più trattenere l’acqua in occasione delle rare di tenuta. I fori sono stati eseguiti sul a sud la presenza di contrafforti di sale piogge. La possibilità di movimento con piano di scorrimento, su cui i vari depo- alquanto alti e consistenti, che non sono il fuoristrada ci ha anche dato l’opportu- siti di sale danno una seppur minima stati raggiunti data la notevole distanza da nità di avvicinarci a grotte esplorate da compattezza, e la trazione del tiro è percorrere, benché fossimo dotati di un altri gruppi (francesi e statunitensi), che stata eseguita in senso laterale. Riteniamo buon fuoristrada. I percorsi fatti a piedi ci abbiamo visitato in quanto di interesse che l’esecuzione dei fori con una punta hanno consentito la scoperta di altri siti di speleologico. di un diametro più piccolo anche di interesse archeologico: in pieno deserto Dalle nostre esplorazioni risulta che le un millimetro porti la vite ad una più ci siamo imbattuti in una struttura circo- grotte della Cordillera de la Sal non profonda filettatura del foro, garantendo lare simile ad una casa indigena come sono frequentate da insetti o animali. Gli così una maggiore compressione della quelle Atacamene, con intorno dei cocci unici indizi certi della frequentazione vite e quindi una migliore tenuta dell’an- di vaso concrezionati nel sale, e in un da parte di animali, sono costituiti da coraggio. tratto di massicciata a blocchi, evidente “boli di rigurgito”, trovati presso le parti La ricerca, l’esplorazione e il rilievo di residuo di un’antica strada affiorante dalle iniziali di alcune cavità, a volte in quan- altre cavità hanno impegnato il gruppo sabbie, che noi abbiamo chiamato “passo tità notevoli, che possono far pensare alla per i giorni rimanenti. Sono state fatte Inca”. Infine, all’uscita di una quebrada, presenza di gufi o civette. Nella Cueva dei innumerevoli battute nell’area della abbiamo trovato delle vasche (tre, in Vasi è stato invece rinvenuto una parte di Cordillera del la Sal, raggiungendo dei successione una sotto l’altra), costruite scheletro di un piccolo mammifero delle punti a sud ancora inesplorati. Ci siamo attaccando alle pareti fango e paglia, dimensioni di un coniglio (viscaccia?). A imbattuti in campi minati e in strani feno- per renderle impermeabili allo scopo di conclusione delle osservazioni, si sono

In alto sinistra: Cartina del Salar de Atacama, con gli apporti idrici, attivi solo in occasione delle rarissime piogge (edita da JLM Mapas).

In alto: Un raro esempio di oasi andina.

Qui accanto: Passaggio di una duna formata del vento. 63

LR_1_2009 CROMALIN.indd 63 12-01-2009 12:07:08 notate tracce di passaggio di fuoristrada autorità del luogo e in particolare con il anche nei punti più impensati e desertici personale del Conaf che gestisce tutti i della Cordillera e privi di qualsiasi attrat- Parchi pubblici Cileni, e nel nostro caso tiva turistica. Questo ci fa pensare che il Parco della Cordillera de La Sal e Valle stia prendendo piede in modo indiscri- della Luna. minato il deleterio hobby dell’avventura- Le notevoli scoperte effettuate ci devono safari per saggiare la propria abilità alla dare lo stimolo ad un concreto contri- guida di un 4x4. Il piano sommitale della buto per la tutela e la conservazione di Cordillera, fatto di sale e sabbia, invoglia quell’ambiente così unico e che, anche molti turisti a cimentarsi in sciocche se molto lontano da noi, è una parte corse, tipo attraversamento dei deserti, non trascurabile del patrimonio mondiale ad imitazione di una quanto mai avvilente dell’Umanità. n Parigi-Dakar. Si spera che l’istituendo Parco Nazionale riesca a bloccare questo Partecipanti alla spedizione 2007 nuovo e cretino scempio, che non può Bressan Galliano che danneggiare questo ambiente ancora Padovan Elio integro e incontaminato. La presenza Sluga Elena di “homo abilis” è stata invece rilevata Zuffi Nicolò con certezza all’ingresso di una breve grotta, dove abbiamo trovato due paia *Cfr. Elio Padovan, Il sistema carsico di scarpe di foggia sportiva moderna, della Cordillera de la Sal nel deserto ben cristallizzate dall’onnipresente sale. di Atacama, Progressione n°48, pagg. Ci risulta inspiegabile come i proprie- 37–49, Trieste, giugno 2003. tari (probabilmente una coppia) abbiano ** Quebrada è un termine spagnolo indi- potuto tornare alla loro “auto?” senza cante un solco vallivo, con o senza scor- le calzature, dovendo percorrere diverse rimento d’acqua. centinaia di metri a piedi nudi. Riteniamo Bressan Galliano: G.S.M. Malo; C.G.E.B. che per spedizioni in quella zona sia utile Trieste; C.A.I. Dolo prendere contatto sin dall’inizio con le

In alto a sinistra: Qui sotto: Schizzo topografico della Cueva Curioso e raro fenomeno di una dei vasi. dolina nel Llano della Paciencia.

Dall'alto: Rare concrezioni eccentriche di sale.

Il sito dei vasi.

I vasi scoperti durante la spedizione.

Qui accanto: Concrezioni calcaree, fra le poche esistenti in queste grotte. 64

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v Permafrost

La fusionea/dossier “fredda” xtraeuropeo archi amo lata

Un tratto del trekking dei Re.

ve ascensioni dei ghiacciai del Rosa: la fusione del ferro appena estratto dalle miniere in cui nessun luogo è veramente ghiaccio nel terreno rende i sentieri di Kiruna marciavano pesantemente lontano. E ciò che avviene nei terreni loescursionismo a sentiero ersonaggi sempre più insicuri. Presto tutti coloro verso Narvik, il porto norvegiese da di Svezia o della Siberia ci riguarda da radizioni ’itinerario ecnica vicino. Secondoerre Alte Margareta e molti altri Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V che frequentano la montagna dovranno cui si sarebbero imbarcate verso Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura “adattarsi” ad una maggiore instabilità le industrie di mezza Europa. Non scienziati, ormai un certo riscaldamento della montagna, diceva in una recente lontano da qui parte uno dei trekking è inevitabile, ma riducendo le immissioni Testo intervista sul sito internet Montagna.tv più importanti e meglio organizzati del di gas serra, possiamo ancora evitare il di Jacopo il glaciologo Claudio Smiraglia, docente nord Europa: il Kungsleden; ogni anno peggio. n Pasotti alla Universita Statale di Milano. arrivano in centinaia a percorrere il E questi sono i fenomeni più vistosi sentiero immerso nella tundra artica. che avvengono dietro a casa nostra. Un gran traffico, insomma, per essere Ringraziamenti Ma un altro aspetto della fusione del oltre il circolo polare artico. “Qui il L’incontro con Margareta Johansson Il permafrost sta permafrost, meno eclatante, ma non terreno sarebbe un acquitrino in cui i è stato possibile grazie all’Ente del meno drammatico se visto su scala batteri rilascerebbero metano – spiega Turismo svedese www.visitsweden.com scomparendo. globale, è il degrado del permafrost Margareta – ma il permafrost mantiene Il punto di partenza per il trakking del Sentiero dei Re è l’Abisko Tourist Station Quali potrebbero nelle regioni circumpolari. il metano intrappolato nel ghiaccio.” Una studiosa che da anni si occupa Come gas serra, il metano ha un pregio: (www.abisko.nu) essere le conseguenze del problema è Margareta Johansson, è raro. E per fortuna, perchè il metano E’ una totale immersione nel silenzio e della Università di Lund, in Svezia. Ho ha anche un difetto: è un gas serra nei colori della tundra boreale. sull’ambiente? incontrato Margareta in Lapponia, in un circa 20 volte più potente del biossido di Più difficile visitare l’Abisko Scientific prato di cuscini di muschio e licheni, carbonio. Ora basta fare un esercizio di Research Centre, ma con un pò di faccia Il permafrost si degrada, e la ai piedi della maestosa Lapporten, nel logica per immaginare un circolo che si tosta … conseguenza più immediata per il parco naturale di Abisko, in Svezia. Qui auto-alimenta: il riscaldamento globale www.linnea.com/~ans/ans.htm nostro territorio, abbracciato dalle Alpi, c’è un centro di ricerca che ospita un scongela il permafrost, che libera il Un ringraziamento a Crispi per il è probabilmente l’instabilità dei pendii. Il centinaio di scienziati. Immerso in un metano intrappolato da millenni, che supporto tecnico (www.crispi.it). permafrost è un suolo o una roccia che bosco di larici che all’inizio dell’autunno rende ancora più efficace l’effetto serra, rimane ghiacciato tutto l’anno, si trova erano gialli dorati, al centro si fanno che scongela il permafrost, che libera nelle regioni circumpolari o nelle catene ricerche sul clima, l’ecologia, la biologia nuovamente metano... montuose dove particolari condizioni delle regioni artiche. Il centro ospita La comunità scientifica è preoccupata climatiche ne favoriscono la formazione. anche fisici ed astronomi che studiano perché il permafrost ricopre un quarto Il ghiaccio nel terreno è un legante, una l’aurora boreale. Nelle notti invernali delle terre emerse. In Siberia ci sono sorta di colla, che da millenni cementa l’aurora crea una spettacolare danza aree vaste quanto la Francia in cui il La ricercatrice Margareta Johannson, i pendii e le pareti rocciose alpine. Da cromatica. Margareta stava estraendo permafrost ha imprigionato il metano all’opera mentre recupera alcuni qualche decennio però il permafrost si dei termometri digitali che aveva per migliaia di anni (circa 70 milioni di termometri dal terreno. sta degradando, tanto che alcune pareti sistemato un anno prima a diverse tonnellate di metano pronti ad essere rocciose di dimensioni gigantesche profondità nel terreno. “Vuoi sentire il immessi nell’atmosfera). La Siberia, sono collassate come un castello di permafrost?” mi ha chiesto sorridendo. tra l’altro, è uno di quegli hot-spot in carta. Questi eventi non passano certo Sentire il permafrost? “Gira questo”, ha cui il riscaldamento atmosferico sta inosservati, anche perché possono detto indicando quello che somigliava ad galoppando. “Se questo metano dovesse causare danni di milioni di euro in un cavaturaccioli per giganti. Ho girato il finire nell’atmosfera, contrastare il pochi istanti, e finiscono sulle prime grande cavaturaccioli che si è immerso riscaldamento globale sarà ancora pagine dei quotidiani. Se lo ricordano nel terreno. Dopo circa cinquanta più arduo”, dice Margareta, che con bene a Grindelwald, in Svizzera, dove centimetri, “bump”, il cavaturaccioli si questa terra ha un attaccamento nella estate del 2006 erano precipitati è bloccato, come se avessi urtato un profondo. Viene al centro di ricerca sul ghiacciaio circa 600’000 metri blocco di granito. Niente da fare, non anche in pieno inverno, appena il sole cubi di roccia sollevando un’enorme c’era modo di procedere. “Hai raggiunto si riaffaccia sopra le montagne. Siamo nuvola di polvere. Il fenomeno aveva il permafrost”, ha detto estraendo lo a duecento chilometri a nord del circolo attirato molti spettatori perché era strumento, che intanto aveva prelevato polare, qui in inverno il sole rimane distante dalla zona abitata. Questa un campione di terra per le analisi sotto l’orizzonte per diversi giorni. Ad estate sono avvenuti nuovi crolli e, di laboratorio. La parte superiore del ascoltare i suoi racconti, di incontri con prima o poi, secondo i ricercatori ci sarà terreno congela in inverno e sgela in i Sami, di gite con gli sci e pasti a base una nuova grande frana. Sul versante estate, ma a mezzo metro l’acqua è di carne di renna affumicata, sembra meridionale delle Alpi la situazione non congelata tutto l’anno. “Questo non di ascoltare saghe di un mondo e di è migliore. Sono già alcuni anni che il è un prato come tanti altri, qui sotto un tempo remoto. Ma una delle lezioni Comitato Glaciologico Italiano avverte gli ci sono metri e metri di permafrost, che abbiamo appreso con la scoperta escursionisti di fare attenzione ai sentieri che ora sta fondendo”, diceva. Alle del cambiamento globale è che tutto che salgono zigzagando sulle morene sue spalle sessanta vagoni carichi di sommato viviamo su un piccolo pianeta, 65

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“fortuna” se non fosse stata ture e le proprie emozioni.” tore riesce a mostrare il lato meritatamente indotta dal Un libro veramente impor- comico, talvolta ridicolo delle

anile Nostro non solo attraverso tante, perché non si limita a vicende e dei comportamenti v la carriera alpinistica, ma fare il punto sulla storia di degli alpinisti senza mai altresì grazie alla sua tenacia un personaggio, ma altresì scadere nel volgare o nello a/dossier xtraeuropeo imprenditoriale e al suo fa il punto attraverso le sue sguaiato, ma anche eccelle archi amo impegno civile, determinan- imprese sulla storia di un nel riportare con sottile vena lata done una personalità “umani- epoca cha anche mediante umoristica quei pensieri che stica” a tutto tondo, certa- l’alpinismo ha spostato in attraversano la mente dello mente contribuisce a spostare avanti il limite delle possibi- scalatore nei momenti della i limiti della conoscenza delle lità umane. scalata. possibilità umane in termini Alessandrove ascensioni Giorgetta Se il testo si riallaccia a J.K. di relazione e realizzazione. Jerome, i disegni, quasi tutti loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica

Tutto ciò, e dite se è poco, di Roberto Dragosei, che erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio viene perfettamente messo illustrano ogni racconto del Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura a fuoco e organizzato per libro e strappano un ulteriore a cura di un’agevole e piacevole lettura sorriso al lettore, ricordano il Alessandro in questa antologia di cento disegnatore di montagna per Giorgetta testimonianze che raccontano eccellenza, ossia Samivel. il ruolo avuto da Cassin nella Insomma un libro assoluta- storia del XX secolo. mente piacevole e divertente, Nulla è più idoneo a rendere che nella ormai vasta lettera- il contenuto del volume tura di montagna, soprattutto pubblicato in occasione per quanto riguarda la memo- del centesimo compleanno rialistica, si inserisce molto del protagonista della sua bene nella ristretta cerchia epigrafica presentazione che della letteratura umoristica. E testualmente recita: “Le mie ogni tanto sorridere fa bene. montagne e la mia famiglia Roberto Scala sono raccontate in queste pagine. Insieme a loro ci sono gli amici, i compagni Roberto e Francesco di allenamento, di cordata, di Dragosei spedizione e anche gli antago- CORDE GEMELLE nisti. Numerose persone che CDA & VIVALDA Ed., Torino, 2008 hanno condiviso questa felice collana "I Licheni", e fortunata salita che è la mia 176 pag., Euro 16,00 vita.”. La dimensione umana Un gustoso libro che descrive , Laura di Cassin emerge anche in chiave satirica la storia Melesi, Daniele Redaelli solamente dalla rilevanza dei autobiografica di una coppia RICCARDO CASSIN nomi di alcuni degli autori di gemelli patiti di alpinismo. Cento volti di un grande alpinista dei brani a lui dedicati: basti Un alpinismo di buon livello Bellavite Editore, pensare a John Fitzgerald che spazia dalle Dolomiti Missaglia (LC), 2008 Kennedy, Dino Buzzati, Rein- al Monte Bianco al Delfi- 240 pagg.; 239 x 280 mm; hold Messner, Aurelio Garob- nato, offrendo al lettore foto col. - b/n Euro 42,00 bio, George Livanos, Yves un immagine sicuramente Ballu, Vittorio Varale, Lucien antieroica delle imprese dei Per quanto le statistiche ci Devies, Tita Piaz, Kurt nostri protagonisti insieme NANGA PARBat confermano che nel mondo Diemberger, Fosco Maraini. ai loro amici, anche nelle La montagna del destino cosiddetto occidentale l’età Accompagnano i testi le situazioni rischiose, senza che Mondadori Electa S.p.A., media si allunga sempre più fotografie quasi tutte storiche questo ne sminuisca il valore. Milano, 2008 e le cronache sottolineano il che, come ben mettono in Nell’introduzione, il libro 292 pag.; 27 x 30 cm; numero crescente di ultracen- evidenza i curatori, contribu- viene paragonato al celeber- foto col.; Euro 39,00 tenari, non è facile trovare iscono a produrre “un quadro rimo Tre Uomini in barca di persone di questa età la cui unico, proprio grazie a questa J.K.Jerome e chiudendo le Il libro, che è stato presentato storia personale sia stata pluralità che diventa coralità ultime pagine con rimpianto, dall’Autore in anteprima nella documentata come quella nella centenaria esistenza di ci si rende conto che il trasmissione “Che tempo che di Riccardo Cassin. Tale un fuoriclasse che ha sempre paragone non è assolutamente fa” del 9 novembre scorso, sorte che si potrebbe definire condiviso le proprie avven- fuori misura. Non solo l’au- come un volume basato e 66

LR_1_2009 CROMALIN.indd 66 12-01-2009 12:07:51 realizzato essenzialmente puntuale monografia storico- sulle immagini fotografiche, alpinistica del Nanga Parbat, in realtà è molto di più in che inizia dal 1895 con la quanto è il documento attra- spedizione di Mummery ed verso il quale Messner mette arriva alla via diretta del 2005 la parola fine alle vicende che sulla parete di Rupal di Steve lo hanno legato per sempre House e Vince Anderson. nella vita e nella morte (del Pure troviamo un ulteriore fratello Günther) al Nanga approfondimento autobiogra- Parbat: “la montagna del fico laddove Messner rivela destino”, appunto. i retroscena dell’ambiente La vicenda è nota: nel 1970 culturale e familiare della dopo l’ascensione alla vetta sua infanzia e dei suoi fratelli in stile alpino del versante e come di conseguenza le nord di Rupal, nel corso montagne divennero il regno della drammatica e obbligata segreto suo e di suo fratello discesa lungo lo sconosciuto Günther per sottrarsi alle versante opposto di Diamir, brutalità del padre e alla Günther scompare quasi mentalità provinciale e soffo- Sebastiano Raciti mentati da splendide imma- al termine della parete. La cante dei sudtirolesi. ETNA gini, prodotti nell’atmosfera, tragedia scatenò polemiche Questi i contenuti di elevato Tra i silenzi del gigante di fuoco dalle scure nubi piroclastiche e accuse a più riprese (dal valore umano e tecnico. SR Photo Editor, alle candide fumarole, vortici 1970 al 2003) anche suscitate Ci sono poi le immagini di Pedara (CT), 2008 e pennacchi, fino agli incredi- dai risentimenti personali da questo volume di grande 192 pagg.; 26,5 x 22,5 cm; bili anelli di vapore. parte di alpinisti (ampiamente formato, molte a doppia 233 foto col. Euro 35,00 Pure ben documentati riprese dai media) che mette- pagina che rendono alla sono gli effetti geologici vano in dubbio la veridicità perfezione la grandiosità A distanza di sei anni dal permanenti, come i dicchi, della versione di Reinhold dell’ambiente, la rarefazione libro “Obiettivo Etna” l’au- le cordate laviche, i basalti sulla morte del fratello e la purezza dell’aria “sottile” tore propone questa nuova colonnari, i tufi e via dicendo. attribuendogliene la colpa, delle altissime quote, o ancora monografia fotografica dedi- Ottima la qualità delle imma- inventando la storia della l’atmosfera da incubo e di cata alla Grande Montagna. gini anche a piena pagina, separazione e dell’abbandono pericolo continuo ed immi- Se il volume precedente come l’accuratezza della durante la discesa, in sostanza nente delle immani seraccate attraverso le splendide foto stampa. accusandolo di fratricidio. incombenti. alle quali Raciti ci ha abituati, Alessandro Giorgetta Nel 2005 Reinhold organizza È il libro che ci si aspettava ha reso un’immagine statica una spedizione al versante da Messner, all’altezza della dell’Etna, ecco che questo Diamir nel corso della quale sua meritatissima fama, ma libro ce ne presenta l’aspetto vengono recuperati i resti di soprattutto (al di là della sua dinamico, di montagna “viva” Günther ritrovati da gente del cultura) della sua statura in tempi storici e non geolo- luogo in un sito che conferma morale, dei suoi ideali e dei gici, con tutte le interazioni assolutamente la versione suoi principi. Mi sia consen- che produce con la sua attività di Messner, mettendo così a tita un’ultima considerazione. sull’ambiente circostante. tacere ogni polemica, passata, Per una beffarda coincidenza, Inquadrate dall’introduzione presente e futura. e per una sorta di contro- scientifica del Prof. Salvatore Per inciso, è una storia che canto, mentre questo libro Cucuzza Silvestri, docente trova un singolare paralle- era in preparazione la storia di Vulcanismo Etneo presso lismo in un’altra vicenda che sul Nanga Parbat continua l’Università di Catania, ha scosso il mondo alpini- e sembra perpetuarsi: ne è le immagini corredate da stico, e giudiziario, quella riprova la tragedia consuma- esaustive didascalie accompa- che dagli anni ’50 ad oggi tasi l’estate scorsa sui due gnano visivamente il lettore ha legato indissolubilmente versanti, Rupal e Diamir, con tra gli effetti, taluni dei quali il nome di un alpinista e di la morte di Karl Unterckir- veramente stupefacenti, che una montagna: Bonatti e il cher e la drammatica discesa gli eventi eruttivi hanno K2, pure sulla quale è stata di dei due sopravvissuti. Solo prodotto e continuano a recente posta la parola fine, che oggi la tragedia è stata produrre sul terreno dando riconoscendo pienamente e trasformata in farsa da malde- luogo ad un ciclo naturale ufficialmente la versione e le stre operazioni mediatiche, dove, dopo anni e distruzioni ragioni di Bonatti. tipiche espressioni del nostro riprende rigogliosa la vita. Il libro tuttavia non è solo tempo. Altrettanto stupefacenti sono questo ma è una completa e Alessandro Giorgetta gli effetti, anche qui docu- 67

LR_01_2009.indd 67 14-01-2009 17:52:33 Intervista a Bruno Quaresima, direttore editoriale di Versante Sud

Da questo numero prendono il via le interviste di Alessandro Giorgetta ai responsabili delle principali case editrici specializzate in pubblicazioni dedicate alla montagna e all'alpinismo. Siamo convinti che questa rubrica possa essere un ulteriore strumento per conoscere e orientarsi nella pubblicistica di settore.

Vuole illustrare ai lettori avvicinarsi a questo mondo: ci sono stati parecchi che chiedono notizie più il contenuto del vostro allenamento fisico e mentale, mutamenti. Ai tradizionali approfondite e non solo, catalogo? infortuni dell’attività modi di andare in montagna per esempio, la semplice Attualmente abbiamo tre specifica, approcci psico- si sono affiancati nuovi e relazione di un itinerario. Di collane. La prima, “Luoghi fisici alla scalata, tecniche, spesso rivoluzionari approcci conseguenza il “filtro” che Verticali”, si compone di materiali eccetera. in tutte le discipline. Penso una casa editrice applica alle guide di itinerari che vanno Infine il nostro gioiellino: al freeride e allo snowboard, notizie da pubblicare deve dall’arrampicata sportiva “UP”, una rivista annuale per quanto riguarda la neve, essere più attento e crescere in falesia, all’alpinismo che racconta il meglio oppure al dry-tooling sul di autorevolezza proprio per classico e moderno su roccia dell’alpinismo europeo, misto, ma soprattutto, nel affiancare al meglio la rete. e cascate di ghiaccio, al redatta da un team di campo della scalata su roccia, È logico che non possiamo bouldering, con piccole giornalisti-alpinisti di al bouldering, alle vie lunghe che restare influenzati ma significative intrusioni prim’ordine, pubblicata attrezzate come dei tiri in da questi mutamenti e di nel mondo della mountain- in due edizioni, italiano e falesia oppure, al contrario, conseguenza adeguare le bike, dello scialpinismo e inglese (forse quest’anno all’attuale riscoperta nostre proposte editoriali e, dell’escursionismo alpino. anche in tedesco), distribuita dell’arrampicata tradizionale, come detto sopra, anche gli Quasi tutti i volumi hanno in tutta Europa e apprezzata pulita, con protezioni ridotte standard con cui trasmettere traduzione a fronte e alcuni dai più forti climber europei. all’osso, rischiosa e su informazioni (testi, disegni, sono pubblicati in edizione difficoltà molto elevate. foto, impaginazione). inglese e/o tedesca. Da quanti anni operate Inoltre la rivoluzione Il nostro impegno in questa La seconda, “I Rampicanti”, nel settore e in tale digitale ha portato nuovi direzione è testimoniato si prefigge di raccontare periodo avete notato strumenti come internet, che dallo strettissimo contatto le storie e i personaggi cambiamenti nel mondo permettono di aumentare che abbiamo col mondo della che hanno segnato e della frequentazione la conoscenza dei luoghi montagna e dell’alpinismo segnano tutt’ora la storia della montagna tali da ma anche lo scambio di in particolare. Gli autori che dell’alpinismo in tutte le influenzare le vostre scelte informazioni tra appassionati. pubblicano con noi e i nostri sue forme, con particolare editoriali? Si sono modificate quindi collaboratori, dai grafici ai riguardo alle ultime In dieci anni di attività le esigenze dei lettori, traduttori, sono tutti alpinisti, generazioni. Pubblichiamo biografie, autobiografie, romanzi d’alpinismo, Titoli i n libreria racconti, saggi, che scegliamo Elisée Reclus Marino Michieli tra le proposte che ci Storia di una Montagna Ricordi di Guerra Alpina 2 arrivano o che “scoviamo” Tararà Edizioni, Verbania 2008 I racconti degli alpini della Prima Guerra Mondiale direttamente dai cataloghi Collana “di monte in monte” Casa Editrice Panorama, Trento, 2008 di case editrici estere 176 pagg.; 11,5 x 18 cm; Euro 17,00 414 pagg.; 17 x 24 cm; foto e dis. b./n. Euro 13,00 selezionandole secondo una linea editoriale ben precisa e che privilegia un certo modo Steph Davis Andrea Ballotti di raccontare l’alpinismo, il Tra vento e vertigine Inutile e blu più possibile vicino ai tempi Edizioni Versante Sud, Milano, 2008 Romanzo che viviamo e alle forme di Collana “I rampicanti” Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce, 2008 comunicazione che sentiamo 198 pagg.; 12,5 x 20 cm; foto b./n. Euro 18,00 174 pagg.; 14,5 x 20,5 cm; Euro 16,00 più nostre. La terza, “Performa”, è una Aldo Frezza, Alberto Osti Guerrazzi Manuela Curioni collana di manuali tecnici e Bambini in Appennino Il Suonatore di Bottiglie vuole trattare un po’ tutte le Con 7 favole e un gioco per diventare giovani alpinisti Racconti di viaggi e montagne problematiche che devono Edizioni Il Lupo, Sulmona (AQ), 2008 Kellermann Editore, Vittorio Veneto (TV), 2008 affrontare le persone che 220 pagg.; 15 x 21 cm; foto col. Euro 18,00 134 pagg.; 17 x 24 cm; dis. b./n. Euro 13,00 arrampicano o che vogliono 68

LR_1_2009 CROMALIN.indd 68 12-01-2009 12:07:54 guide alpine o comunque mediamente giovane (dai 25 appassionati di montagna. ai 45 anni), praticante, spesso assiduo, in molti casi un Dal vostro catalogo emerge vero “malato” di alpinismo. quindi attualmente una Naturalmente esistono le scelta orientata verso eccezioni anagrafiche: i argomenti soprattutto più giovani che apprezzano tecnici, completata le guide di boulder o i dalle biografie dei big più anziani che fanno dell’alpinismo mondiale. scialpinismo o vie classiche È una scelta che risponde in montagna (o viceversa...). a una vostra vocazione Anno dopo anno aumentano editoriale oppure a una però i giovani che attraverso precisa esigenza del la collana “I Rampicanti” Versante Sud è una casa editrice indipendente nata a Milano mercato? si avvicinano alla storia nel 1998 con lo scopo di creare una linea di guide tecniche Le due cose sono strettamente dell’alpinismo con beneficio sull'arrampicata e l'alpinismo al passo coi tempi e coi mutamenti legate. La nostra passione per per tutto il settore editoriale sia tecnici che culturali del mondo verticale. l’alpinismo e la montagna ci di montagna. Alle guide si sono aggiunte con gli anni una collana di narrativa e ha spinto a fondare una casa Per quanto riguarda saggistica e una di manuali rivolti al climber. editrice che fosse realmente l’acquirente del libro di vicina ai frequentatori della montagna in generale, non La peculiarità della casa editrice è indubbiamente quella di essere montagna; che desse delle essendo un librario, non vicina al mondo della montagna in particolar modo a quello risposte giuste a quello che posso approfondire più alpinistico/arrampicatorio. chi vive questi sport cerca, di tanto l’analisi. La mia adeguando in continuazione impressione è che il lettore La produzione editoriale è affidata ad autori e collaboratori inseriti le forme e i contenuti di sia più indirizzato verso le a tutti gli effetti in questo mondo; essi sono spesso guide alpine, questa comunicazione. guide e i manuali (nonostante fotografi professionisti specializzati o comunque praticanti anche Le esigenze del mercato, che o grazie a internet), molto preparati. per noi è internazionale, sono piuttosto che alla narrativa quindi le nostre esigenze, tradizionale. Non esiste Lo staff interno è composto da persone con competenze quelle dei nostri amici e via però nessun’altra disciplina tecniche elevate nel campo dell'alpinismo e della montagna in via quelle che i protagonisti così strettamente legata al generale, che garantiscono un severo controllo di qualità sia sulle e gli autori che man mano libro come l’alpinismo. Da informazioni che sui modi e le forme editoriali. incontriamo ci suggeriscono, sempre gli alpinisti hanno soprattutto per discipline raccontato le proprie imprese I libri di Versante Sud hanno ricevuto svariati premi letterari sia nuove o diverse. e credo che continueranno per guide tecniche che per opere narrative a riconoscimento Detto questo non possiamo a farlo (magari usando dell'impegno e della competenza che questa piccola casa editrice negare che il mercato anche altri mezzi come i dedica al proprio lavoro. privilegia maggiormente i video autoprodotti e messi libri con contenuto tecnico su Youtube), e il libro come guide o manuali, rimarrà ancora per un po’ rispetto agli altri. Ma noi lo strumento più adatto allo crediamo che nell’ottica di scopo perchè è quello che più e di editing. Per quanto È difficile rispondere una strategia globale, ricca fa sognare. ci riguarda continueremo a una domanda su un di collegamenti e riferimenti, Credo però che ricercare sulla strada della stretta “concorrente”. Sono troppo le guide e i manuali possano troppo il consenso del collaborazione col mondo coinvolto per esprimere un “trainare” anche i volumi mercato a scapito della della montagna e sulla ricerca giudizio indipendente ma di narrativa o le biografie. qualità e soprattutto di nuovi autori che sappiano credo che così come sono È questa la sfida... perchè dell’autorevolezza delle interpretare l’alpinismo state pensate, le guide grigie l’alpinismo non è solo proposte sia alla fine attuale conoscendone, magari oggi non avrebbero il peso e arrivare in cima a un monte o controproducente per anche in maniera critica, il l’importanza che hanno avuto a una sosta di monotiro. l’editoria di montagna. passato. nel XX secolo. La Guida dei Nel futuro vedo guide e Monti è stata un po’ la madre Può fare un profilo libri sempre più complessi, La Guida dei Monti d’Italia di tutte le guide, un faro per dell’acquirente tipo delle fatti da veri esperti del ha coperto un secolo di tutti gli alpinisti, ma non ha vostre pubblicazioni e più settore, studiosi preparati alpinismo. Ritiene che in saputo (o voluto) rinnovarsi, in generale del libro di e soprattutto vagliati questo nuovo secolo sia aprirsi alle nuove esigenze montagna? attentamente dalle case attuabile e abbia senso degli alpinisti, adottare nuovi Come ormai si sarà capito il editrici con un grosso lavoro iniziare una pubblicazione standard che altre guide nostro acquirente tipo è di età di coordinamento editoriale di un’opera simile? invece hanno imposto. n 69

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anile Il Premio letterario v a/dossier xtraeuropeo archi amo lata Gambrinus

ve ascensioni "Giuseppe Mazzotti" loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura XXVI edizione

Silvia Metzeltin presidente della giuria del premio "Gambrinus Giuseppe Mazzotti" racconta a "La Rivista" l'edizione appena conclusa.

Giuseppe Mazzotti era personalità protezionismi di stampo conservatore, poliedrica di grande impegno culturale, CIPRA offre oggi una ben testimoniata e come tale il suo ricordo ed esempio serie di esempi concreti realizzati viene rinnovato e riproposto con il nell’arco alpino per coniugare il premio letterario a lui dedicato. La legittimo interesse economico degli sua passione alpinistica si riflette abitanti con l’uso ragionevole delle tutt’ora nel mondo della montagna, risorse. e fra le cinque sezioni del premio – Benché il premio a Viaggio in Himalaya quest’anno onorato da 208 volumi di di Giancarlo Castelli sia stato attribuito 99 case editrici – quella dedicato alla nella sezione “Esplorazione”, il viaggio montagna nel suo complesso è rilevante narrato riguarda la spedizione alpinistica che collega la montagna al mare, Bruno Dolcetta, Pier Francesco Ghetti, e anche di particolare interesse per i della SUCAI Roma che nel 1959 ha le foreste delle Venezie alle vicende Alessandro Gogna, Enrico Rizzi e Paolo soci CAI. L’eterogeneità dei volumi in raggiunto la vetta del Saraghrar Peak. della Serenissima, il tutto basato sulla Rumiz, si è così espressa. concorso in questo settore, spazianti La ricostruzione, in base agli appunti costruzione dei remi, da quelli impugnati da guide a racconti, rende sempre un di diario, riporta discussioni che si dai galeotti sulle galee a quelli delle SEZIONE “MONTAGNA” po’ imbarazzante la valutazione delle dipanavano tra i partecipanti – fra cui odierne competizioni di voga. E’ un A Andy Cave per il volume IMPARARE opere; tuttavia il bel volume di Andy Fosco Maraini – intorno alla vita delle artigianato di nicchia che sopravvive A RESPIRARE, EDIZIONI VERSANTE Cave Imparare a respirare, nell’ottima popolazioni incontrate. Sono trascorsi adattando con intelligenti innovazioni SUD, con la seguente motivazione: traduzione di Antonella Cicogna, ha cinquant’anni e le spedizioni di oggi gli antichi saperi alla modernità, e “Racconto di come, tramite la propria raccolto d’immediato la preferenza dei non sono più viaggi alpinistici: se c’è conduce lungo un percorso culturale e forza di volontà e l’impegno, si giurati. Allo stesso volume è andato stato progresso sul piano sportivo, ciò naturalistico insospettato, basti pensare possa passare dalle dure condizioni anche il premio della consulta dei 40 è andato a discapito di arricchimenti alla fluitazione dei tronchi lungo il Piave. di un lavoro in miniera alle grandi lettori, che sceglievano il preferito tra e stimoli culturali. Il corposo volume è Tralascio per ragioni di spazio altre imprese in montagna, imparando i premiati delle 5 sezioni, con altri un pezzo di storia dell’alpinismo e può interessanti opere riguardanti la quindi a ‘respirare’ in ambienti di pari 5000 euro offerti da Veneto Banca. suscitare non solo riflessioni, ma anche montagna e concludo con il Premio inospitalità. Ed è lo stupendo esempio Il giovane inglese, riscattatosi da qualche rimpianto. Mazzotti Juniores, offerto da Veneto di come, giorno per giorno, si possa un destino di minatore di carbone Tuttavia, diversamente da edizioni Banca per coinvolgere le nuove realizzare un progetto di vita, per poi tramite l’arrampicata e l’alpinismo precedenti, la montagna non ha generazioni nella cultura del territorio. tornare ancora alle origini in aiuto di ha conquistato una laurea in socio- spadroneggiato fra le opere in concorso. Il livello delle opere premiate, presentate chi è stato un po’ meno fortunato o linguistica ed è diventato anche guida L’attenzione generale per i cambiamenti poi di persona alla cerimonia dai due dotato di volontà. Una vita pienamente alpina. Nello stile e nel contesto, il climatici si è manifestata nella sezione studenti degli istituti superiori di Agordo vissuta, magistralmente raccontata e volume richiama un altro bestseller “Ecologia” con un considerevole numero e di Schio, ha stupito per capacità perfettamente tradotta dall’inglese”. alpinistico, Tempo per respirare di testi, alcuni dei quali di grande pregio espressiva e profondità emozionale. Il di Reinhard Karl, e appare come e di autori famosi. Il premio non è però testimone culturale lasciato da Mazzotti SEZIONE “ESPLORAZIONE” espressione di un giovane nuovo andato a Latouche o Morin, o ai “Nobel” sta passando in buone mani e direi che A Gian Carlo Castelli Gattinara per alpinismo senza clamori di ribalta, Fo e Al Gore, bensì al volume della nota si tratta di una ulteriore funzione felice il volume VIAGGIO IN HIMALAYA. Un che non è slegato dalla linea evolutiva divulgatrice scientifica Sylvie Coyaud, del Premio Gambrinus. n agnostico, un comunista, un cattolico dell’alpinismo classico. che ha immerso con alta professionalità discutono durante un’ascensione nelle Per il mondo della montagna è di le informazioni scientifiche sulla I premi montagne dell’Hindu Kush, EDITRICE impatto anche il volume segnalato Noi misteriosa scomparsa delle api negli La Giuria del Premio GAMBRINUS MARIETTI 1820, con la seguente Alpi. E’ il 3° rapporto della CIPRA sullo avvenimenti sociali e politici sul piano “GIUSEPPE MAZZOTTI”, presieduta da motivazione: “Racconto rimeditato di stato delle Alpi e si contraddistingue mondiale. Silvia Metzeltin Buscaini e composta un viaggio di spedizione alpinistica per la sua impostazione costruttiva: Dalla montagna al mare: “L’arte dei da Franca Anselmi Tiberto, Margherita effettuato negli anni ’50. L’ascensione allontanandosi da precedenti remèri” è una splendida carrellata Azzi Visentini, Ferruccio de Bortoli, ad una montagna difficile ancora da 70

LR_1_2009 CROMALIN.indd 70 12-01-2009 12:07:55 esplorare rimane sullo sfondo del essa è stata concepita.[...] Corredato quindi l’opera dell’inglese Cave si è confronto con la quotidianità delle di esaurienti note e di una ricca imposta nettamente: un giudizio che popolazioni incontrate. I colloqui riportati bibliografia, il volume si rivolge, con la premia il racconto autobiografico di dall’autore testimoniano le riflessioni sua prosa scorrevole e le numerose una grande “scalata”, non solo come derivanti dagli interrogativi suscitati illustrazioni, oltre che agli specialisti, ad alpinista, ma come uomo. tramite le diverse convinzioni sociali un più ampio pubblico, che guida alla e religiose dei partecipanti. Il libro scoperta di una Venezia fino ad oggi In questa edizione la Giuria, visto il valore spalanca una finestra sulle possibilità pressoché ignorata, ricca di fascino e di molte opere, sempre con unanime di sperimentare un viaggio oltre il puro di sorprese”. parere, ha ritenuto opportuno segnalare raggiungimento di una qualunque meta i seguenti volumi: NOI ALPI! Uomini e proposta”. Il premio “Veneto donne costruiscono il futuro. 3° rapporto Banca – la voce dei sullo stato delle Alpi, a cura di Andreas SEZIONE “ECOLOGIA” lettori” Goetz, CIPRA ITALIA / CDA VIVALDA A Sylvie Coyaud per il volume LA I 40 lettori componenti la Consulta EDITORI; ERA SPAZIALE. La scoperta SCOMPARSA DELLE API. Indagine (comprendente studenti del Triveneto, dello spazio dallo sputnik al viaggio verso sullo stato di salute del nostro pianeta, esponenti del mondo della cultura, Marte, di Giovanni Caprara, EDIZIONE ARNOLDO MONDADORI EDITORE, con dell’associazionismo ambientalistico MONDADORI ELECTA; MEMORIA VERDE. la seguente motivazione: “Trattasi di e turistico, del giornalismo) hanno Nuovi spazi per la geografia, di Roberta un bel libro in cui le api svolgono il espresso una netta preferenza Cevasco, EDIZIONI DIABASIS; COSCIENZA ruolo di indicatori sensibili dello stato di per l’opera vincitrice della sezione E CONOSCENZA DELL’ABITARE IERI E salute del nostro Pianeta. Fin dall’inizio Montagna IMPARARE A RESPIRARE DOMANI. Trasformazione e abbandono l’autrice ricorda una frase di Albert Dagli infernali abissi di una miniera degli insediamenti nella Val Belluna, a cura Einstein: ‘Quando spariranno le api, alle abbacinanti visioni dalla cima del di Andrea Bona, Adriano Alpago Novello, all’umanità resteranno quattro anni di Changabang, in Himalaya, Edizioni Daniela Perco, EDITRICE PROVINCIA vita’. Sulla base di questa suggestione Versante Sud. Ciascun membro della DI BELLUNO; IL SOGNO FRIULANO e servendosi di una documentazione consulta ha votato una delle cinque DI PASOLINI. La vera storia de I giorni vasta e coinvolgente, l’autrice descrive e opere premiate dalla giuria nelle sezioni del lodo De Gasperi, di Paolo Gaspari, argomenta i vari sintomi, invitando tutti in cui si articola il Premio. Con 15 voti GASPARI EDITORE. a darsi una mossa per individuare le cause e suggerire le terapie adeguate”. Edizione importante quella del 2008 per il Premio Gambrinus “Giuseppe SEZIONE “ARTIGIANATO Mazzotti”. Grandi numeri, come ci racconterà il Presidente di Giuria Silvia DI TRADIZIONE” Metzeltin, che confermano come l’appuntamento di San Polo di Piave (TV) A Giovanni Caniato, curatore del abbia guadagnato un posto di rilievo nel panorama dei premi letterari italiani. volume L’ARTE DEI REMERI. I 700 Un premio che annovera tra i vincitori delle passate edizioni personalità del anni dello statuto dei costruttori calibro di Konrad Lorenz, Cesare Maestri, Luis Sepulveda, Tiziano Terzani, di remi, CIERRE EDIZIONI, con la Reinhold Messner, Vandana Shiva e Giuseppe Cederna. A conferma di seguente motivazione: “Storia di un’arte questo, e dopo le celebrazione dello scorso anno per il venticinquesimo rimasta vitale nei secoli, documentata anniversario quest’anno oltre alla consegna dei consueti cinque premi da specialisti e in veste editoriale – divisi nelle sezioni “Montagna”, “Esplorazione”, “Ecologia”, “Artigianato pregevole. Un testo affascinante per di Tradizione”, e nel premio speciale “Finestra sulle Venezie” – il Consiglio scoprire la complessità di vicende della Direttivo dell’Associazione “Premio letterario Giuseppe Mazzotti”, con il Serenissima, dalla gestione forestale parere unanime della Giuria ha deciso di insignire il poeta Andrea Zanzotto alla fluitazione del legname, alle del Premio “Honoris Causa” 2008. Leggiamo nella motivazione ufficiale attività dell’Arsenale e dei laboratori. che la particolare qualità artistica di Zanzotto “si è sempre associata ad Dalle antiche battaglie navali fino una grande sensibilità per il paesaggio, l’ambiente e più in generale il alle moderne competizioni di voga, contesto naturale e antropico che ci circonda. Erano queste le attenzioni nelle trasformazioni epocali rimane e le preoccupazioni su cui, fin dall’inizio, si sono sviluppate l’amicizia e determinante e indispensabile il sapere l’intesa tra il poeta, Giuseppe e Nerina Mazzotti [...] Questo sentimento è costruttivo tramandato”. diventato sempre più doloroso negli anni, al crescere delle trasformazioni e delle distruzioni, avvertite come una lacerazione personale, come una offesa PREMIO “FINESTRA insopportabile. Andrea Zanzotto ha allora iniziato una continua, determinata, SULLE VENEZIE” strenua battaglia per difendere dalla minaccia ogni lacerto di natura [...]. A Wolfgang Wolters per il volume E’ questa testimonianza umana che la nostra Associazione, composta in ARCHITETTURA E ORNAMENTO. larga parte da conterranei e contemporanei di Andrea Zanzotto, intende La decorazione del Rinascimento evidenziare con la solennità di un premio d’onore dato alla coerenza e veneziano, CIERRE EDIZIONI, con la all’onestà della produzione letteraria e della presenza civile”. Zanzotto con seguente motivazione: “Risultato del la sua prolifica e complessa produzione poetica ha attraversato tutto il lavoro di una vita, affronta per la prima Novecento, inserendosi a pieno titolo tre le eminenze più alte che la cultura volta scientificamente, basandosi su un italiana del secolo scorso sia riuscita a esprimere. E non poteva esserci attento esame dei manufatti, integrato occasione migliore per un premio Honoris Causa, proprio perché l’opera del con una scrupolosa lettura delle fonti, poeta di Pieve di Soligo corre parallela a quella di Giuseppe Mazzotti e di archivistiche e a stampa, conosciute e un altro grande della cultura italiana, Mario Rigoni Stern, premiato anche lui inedite, il problema della decorazione in passato con il premio Honoris Causa. La loro costante attenzione verso pittorica e plastica degli edifici sacri e la sensibilizzazione e la salvaguardia delle bellezze naturali e dei frutti della profani nella Venezia del Rinascimento, civiltà, unita a una tenace passione per la montagna, li ha resi portavoce considerata come parte integrante delle della cultura della propria terra e delle montagna tutta. architetture per le quali e con le quali

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Il libro alla metà dell’Ottocento le Analyse d’un voyage dans l’Himalaya società geografiche europee

anile exécuté en 1821 par MM. Gerard promossero importanti v officiers anglais. spedizioni e ne divulgarono i Nel raro opuscolo di 39 risultati; verso la fine del XIX a/dossier xtraeuropeo archi pagine stampato intorno al secolo entrarono in scena amo 1822, il curatore Larenaudiere cacciatori e alpinisti. lata propone una libera traduzione I primi sistematici esploratori commentata del resoconto, dell’area himalayana furono tratto dagli atti dell’Asiatic i topografi militari britannici Society, di uno dei viaggi in India; in competizione ve ascensioni dei fratelli James, Patrick e con i russi che avevano mire Alexander Gerard. Ufficiali al espansionistiche verso sud loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte servizio dell’Indian Survey, est, percorsero valli e colli Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte originariAmbiente/etnografia di Aberdeen inEtnografia affrontandoMontagna ostacoli Alta salute naturali Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Scozia, il più noto fra loro e l’ostilità delle popolazioni A cura di come esploratore e naturalista locali 1828 i fratelli individuarono Museo Nazionale è Alexander (1792–1839) che Le esplorazioni dei Gerard e quotarono con il barometro della Montagna - CAI Torino conseguì presto il grado di si concentrarono sulla catena numerose altre cime fra 5200 Biblioteca Nazionale CAI capitano e per vent’anni fu himalayana occidentale e 5800 m. impegnato nel rilevamento accessibile dal territorio cartografico dei distretti britannico a est di Simla e Notizie settentrionali dell’India. si arrestarono alle porte del 1. Nel 2008 le raccolte della I precursori occidentali nelle Tibet. Perlustrarono zone BN si sono arricchite di 800 regioni montuose dell’Asia vicine a quelle che negli libri, 204 annate di riviste erano stati i missionari come stessi anni esplorava anche e 22 carte topografiche. Si Oderico da Pordenone, nel il leggendario e sfortunato segnala l’acquisto di Swit- tardo medioevo, e Ippolito William Morcroft, primo zerland. Scenes and Incidents Desideri da Pistoia, nel primo inglese a visitare il Ladakh. of Travel in the Bernese quarto del Settecento. Intorno Il loro racconto è ricco di Oberland drawn from nature notizie scientifiche ma anche and on stone, 1843, splendido descrizioni del paesaggio, album di Gorge Barnard, con sporadiche notizie sui contatti 26 tavole litografiche, con con le popolazioni locali, paesaggi d’alta montagna e informazioni pratiche sul scene di vita dell'Oberland percorso. bernese. Tra i libri recenti I Gerard sono citati da Marcel figurano, fra la produzione Kurz nel Saggio di cronolo- editoriale meno nota: Sanna, gia dei record d’altitudine Ingegneria naturalistica (traduzione italiana sulla nei territori montani, 2008; “Rivista mensile” CAI 1952). Grandi Lassù i primi, la Nel 1818 i fratelli tentarono montagna che vince, 2008; l’ascensione del Leo-Pargial, Bocco-Cavaglià Flessibile cima relativamente facile come di pietra: tattiche di del Garhwal Himalaya. Non sopravvivenza e pratiche salirono in cima (raggiunta di costruzione nei villaggi poi oltre un secolo dopo dallo montani, 2008. scozzese Marco Pallis), ma giunsero alla quota di circa 2. Grande impegno di acqui- 5.800 m battendo il record di sizioni ha come d’abitudine Humboldt sul Chimborazo coinvolto le altre strutture del 1802. di documentazione del Nel 1828 uno dei fratelli Museomontagna. Nel Centro sostenne di aver salito una Documentazione importanti cima di 6220 metri nella album e fondi fotografici dai stessa zona ma non fu possi- primordi della fotografia di bile identificarla e Kurz non montagna agli anni Venti del ritenne di poterla omologare secolo scorso, oltre a impor- come prima vetta di 6000 tanti materiali iconografici m raggiunta. Tra il 1818 e il (manifesti e carte varie); nella 72

LR_01_2009.indd 72 14-01-2009 17:52:50 Cineteca Storica pellicole rarissime che si sono aggiunte ai circa 3000 titoli disponibili. In totale alcune migliaia di nuovi pezzi. Novità in libreria Film delle montagne. Manifesti, a cura di Aldo Audisio e Ange- lica Natta-Soleri (2008) è il primo di una serie di volumi dedicati al Centro Documen- tazione del Museo Nazionale della Montagna, un progetto nato dalla collaborazione tra il Museo stesso e la Regione Piemonte con l’editore Priuli & Verlucca (Edizione italo-inglese. 392 pagine, 660 immagini, Euro 45,00). Ogni Museo ha il suo doppio. Sono le raccolte che il visitatore non vede, quelle nei depositi o riservate alla consultazione. Anche il Museomontagna non fa ecce- Il “viaggio” offerto dal chiuso da una ricca sezione di percorso temporale, dalle zione. Nell’Area Documenta- volume si articola su due “Apparati”. origini ad oggi, e senza limiti zione si conserva un patri- livelli di lettura: immagini Sfogliando il volume si potrà geografici. Dal confronto monio conosciuto a livello e testi. Gli scritti sono di comprendere l’importanza emerge il condizionamento mondiale. Quest’opera nasce J.L. Capitaine, G. Saglio, R. della collezione di manifesti dettato alla comunicazione per presentare al pubblico Mantovani, R. Serafin e G. di cinema del Museomon- dalle condizioni economiche, i pezzi più significativi del Bozza. Il tutto è preceduto tagna, unica nel genere, politiche e culturali differenti. Centro Documentazione: da un saggio dei curatori e che spazia lungo un ampio Questi fattori hanno influito manifesti di film, turismo, sui costumi e sulle aspettative commercio; fotografie e della gente tanto da dare oggetti di collezionismo molteplici letture grafiche vario. di uno stesso film. Sono Il primo volume, con 660 nati tanti film, questa volta riproduzioni di manifesti di di carta, idealizzati come film, è dedicato al cinema e l’immaginario di ogni Paese li alla sua immagine mediata avrebbe voluti. Tante soluzio- dalla promozione delle prin- ni per comunicare, al meglio, cipali pellicole su montagna, un solo prodotto! Questo è alpinismo e esplorazione. il “mondo” meraviglioso del Spesso nei grandi affissi è manifesto di cinema, nello raccontata un’altra storia, in specifico del cinema delle alcuni casi più avvincente di montagne. quella della pellicola. Una A questo volume seguiranno: storia che si può scoprire con Fotografie delle Montagne un lungo viaggio, dai primi (fine 2009) e Immagini delle ciak a oggi, attraverso le Montagne – Collezionismo pagine del libro. cartaceo (fine 2010). Questo volume, pensato per un ampio pubblico, si Le immagini concentra sull’iconografia e Fotobusta americana del film non sulla storia del cinema e Annapurna (1953), primo l’ampia selezione, tratta dai documentario sulla salita di circa 8.000 pezzi appartenenti un 8000 e gioco, sulla stessa al Museo, consegue a questa spedizione, con la dedica di scelta. M. Herzog. 73

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Eolico selvaggio nell'Appennino loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio umbro-marchegiano? Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura

Testo di David Fiacchini Presidente CR-TAM CAI Marche [email protected]

Si è svolta domenica 23 novembre tra Colfiorito (Foligno-PG) e Monte Cavallo (MC) una partecipata mani- festazione interregionale in difesa dell’Appennino Umbro- Marchigiano minacciato dalla costruzione di grandi centrali eoliche in aree montane di I crinali interessati rilevante interesse paesaggi- dal progetto eolico: stico, naturalistico e storico- sullo sfondo culturale. i Monti Sibillini L’iniziativa, organizzata (Foto M. Bacchiani). da numerose associazioni e comitati, tra cui CAI, TAM Marche, Mountain Wilderness, Italia Nostra, Adriatico. proponenti come “sostenibili” affonda le radici sul genero- Pro-Natura, Lipu, Comitato Si tratta di luoghi da sempre e “economicamente vantag- sissimo sistema dei “certificati Nazionale del Paesaggio, ha vocati alla pastorizia, all’al- giosi” per la comunità locale. verdi”, che in Italia incentiva visto oltre 100 partecipanti levamento e alla silvicoltura, Nelle sole Marche sono 13, a profumatamente le energie in escursione alle pendici del rimasti ancora miracolosa- tutt’oggi, i progetti di grandi da fonti rinnovabili. L’eolico Monte Tolagna (1404 m slm), mente intatti, privi di vere e centrali eoliche in fase di italiano, come emerge chia- rilievo che fa da spartiacque proprie aggressioni antropi- autorizzazione e ve ne sono ramente anche da un recente tra la Valnerina, i Piani di che; luoghi che custodiscono altrettanti pronti per essere studio di Nomisma Energia Colfiorito e la Val di Chienti, preziose testimonianze del venduti, con astute forme di (2007), si regge solo grazie a fino a raggiungere il simbo- passato (resti di fortificazioni ricatto, al piccolo comune questi contributi, garantiti per lico presidio ambientalista medievali, terrazzamenti, montano di turno e quindi 20 anni, che provengono dalle costituito dalla “tenda gialla” ecc.), tesori architettonici in attesa di essere presentati nostre tasche: il produttore di di Mountain Wilderness. nascosti (chiese rupestri, ufficialmente negli uffici energia rinnovabile, infatti, La giornata particolarmente borghi rurali), prodotti della regionali per essere sottoposti oltre ad incassare vendendo limpida ha permesso agli terra di qualità (dalle famose alla procedura di Valutazione al gestore della rete l’energia escursionisti di ammirare gli lenticchie alle rinomate patate, di Impatto Ambientale. Si elettrica prodotta, a circa 6 straordinari panorami che senza dimenticare formaggi, tratta di una vera e propria centesimi di euro per chilo- si aprono in ogni direzione, ricotte e salumi) e veri e proliferazione selvaggia wattora, ne ricava addirittura con lo sguardo in grado di propri “hot-spot” di biodiver- (per ammissione degli stessi il doppio (circa 12 centesimi/ catturare le evidenti cime del sità (con presenze come Lupo progettisti, dato che la “morta- KWh) dalla vendita dei “certi- Monte Subasio e del Monte e Aquila reale); luoghi che lità” dei progetti presentati è ficati verdi” ai produttori che Pennino, fino a raggiungere oggi rischiano di essere deva- elevata, occorre investire sulla utilizzano fonti energetiche la catena dei Sibillini già stati per sempre da velleitari progettazione di almeno 5–7 convenzionali. incappucciati di neve e, progetti di industrializzazione centrali eoliche per vedersene Questa golosità economica all’orizzonte verso est, il Mare della montagna dipinti dai approvata almeno una) che spiega meglio di qualunque 74

LR_1_2009 CROMALIN.indd 74 12-01-2009 12:08:22 altro dato la corsa all’eolico stati esclusi per le incidenze per i Beni Architettonici e del selvaggio degli ultimi anni negative sulla fauna, mentre Paesaggio delle Marche, eser- (sono circa 3000 gli impianti per altri 11 la realizzazione citando i poteri previsti dalle installati in Italia, soprattutto viene di fatto sospesa poiché vigenti normative (art. 146 e nel centro-sud, fino ad oggi) si rendono necessari appro- 159 del Decreto Legislativo e giustifica anche impianti fondimenti ulteriori su aspetti n. 42/2004), ha annullato i realizzati o proposti, in siti certamente non secondari due decreti regionali addu- con una produttività minima, (rischio idrogeologico, mitiga- cendo motivazioni forti e a volte anche inferiore a zioni, ecc.); giuridicamente rilevanti, 1000 kWh / kW, valore che le 24 torri, alte circa 110 metri quali la mancanza di una esprime un funzionamento (e, quindi, come un gratta- valida motivazione e di una a potenza nominale di 1000 cielo di almeno 30 piani!), compiuta verifica delle opere ore / anno, cioè poco più di saranno ubicate in zona di da realizzare in rapporto alla un mese all’anno: impianti crinale a quote anche superiori salvaguardia dei beni tutelati che nei Paesi europei capofila ai 1.300–1.350 metri, con dalla legge, un impianto dello sviluppo dell’eolico elevata visibilità dell’impianto tecnico-giuridico carente in non verrebbero nemmeno dai principali centri abitati, relazione alle ragioni che I manifestanti in prossimità progettati. dalla palude di Colfiorito e dai possono comportare irrever- di uno degli anemometri collocati La Regione Marche, con i due sentieri escursionistici della sibile alterazione dello stato in previsione degli impianti decreti emanati dal Servizio zona (compreso il Sentiero dei luoghi sottoposti a tutela, (Foto A. Antinori). Ambiente e Paesaggio, Italia del CAI); l’illegittimità dell’atto che di n. 96/VAA e 97/VAA del sono previsti circa 8.000 m3 fatto si traduce in una deroga 12.09.2008, ha espresso di cemento per almeno 14.000 al vincolo imposto dalla giudizio positivo di compati- m3 di scavi (plinti di fonda- norma statale. bilità ambientale, concedendo zione), alcuni km di nuove Nel corso dell’iniziativa di di fatto l’autorizzazione strade in quota e oltre 600.000 fine novembre, i manifestanti paesaggistica per i primi due m2 di aree naturali (praterie, hanno voluto esprimere il loro impianti eolici industriali pascoli, boschi, scarpate, ecc.) appoggio alla Soprintendenza ubicati nei comuni di Monte sacrificate per zone-cantiere, per i Beni Architettonici e Cavallo, Pieve Torina e strade, scavi, tubi, cavi e cavi- del Paesaggio delle Marche, Serravalle di Chienti, vicini dotti, piazzole temporanee, l’unico baluardo pubblico che, al Parco naturale regionale manufatti, movimento terra; seppur faticosamente, tenta di di Colfiorito, alla Riserva l’area di intervento è bloccare i numerosi tentativi Bibliografia Statale di Torricchio e al contigua a Siti di Interesse che mirano alla distruzione Nomisma Energia (2007) Parco nazionale dei Monti Comunitario, Zone di della preziosa risorsa- Le nuove fonti rinnovabili per l’energia Sibillini. Si tratta nello speci- Protezione Speciale, aree paesaggio. I funzionari della elettrica in Europa. 164 pp fico di due progetti, uno di protette, siti di nidificazione Soprintendenza sono stati www.nomismaenergia.it iniziativa pubblica (presentato di specie animali di interesse peraltro oggetto, nei giorni www.sibillando.org/joomla dalla Comunità Montana di conservazionistico (come successivi all’annullamento http://admontes.blogspot.com/ (qui si può trovare una specifica petizione Camerino) e l’altro privato l’Aquila reale), ed è sottoposta dei decreti di autorizzazione in difesa dell’Appennino Umbro- (gruppo Sorgenia-Anemon), ai vincoli ambientali e paesag- paesaggistica, di un fortissimo Marchigiano) per complessivi 24 aerogene- gistici dettati dal D.Lgs. n. “attacco mediatico” da parte CAI –EOLICO Documento di indirizzo ratori. 42/2004 per il notevole inte- di politici della Regione del CC -29.3.2008. Questi i principali punti resse pubblico, e al vincolo Marche e della Comunità Lo Scarpone, maggio 2008, 12–13. critici, alcuni dei quali, idrogeologico di cui al Regio Montana di Camerino, per peraltro, vengono già sottoli- Decreto n. 3267/1923; essersi macchiati della “colpa” neati nel documento generale in fase di VIA sono stati di aver doverosamente prov- Elenco delle associazioni che hanno promosso l’iniziativa del 23 novembre CAI-EOLICO: espressi pareri contrari veduto alla bocciatura degli la produzione di energia (Direzione Regionale per i atti regionali confermando CR TAM CAI Marche – CAI Sezione Terni elettrica dei due impianti, in Beni Culturali e Paesaggistici peraltro i pareri negativi già – Comitato Nazionale del Paesaggio – condizioni anemologiche otti- delle Marche), giudizio espressi nel 2003. Mountain Wilderness Italia – Mountain mali (dato che l’area presenta parziale (Provincia di Le Associazioni che hanno Wilderness Umbria – Federazione valori minimi per ciò che Macerata) e un parere favo- dato vita all’iniziativa conti- Nazionale Pro Natura – Pro Natura riguarda la velocità dei venti, revole condizionato all’eli- nueranno nell’azione di Marche – ALTURA – Comitato Don pari a poco più di 5 m/s), minazione di 7 torri eoliche informazione e sensibilizza- Chisciotte Terni – Lista Acqua Pubblica e Forum umbro dei Movimenti per i Beni non raggiungerebbe l’1% del (Regione Umbria). zione delle popolazioni locali, Comuni – Italia Nostra Consigli Regionali fabbisogno di energia elettrica avviando una campagna Marche e Umbria – LIPU sezioni regionali delle Marche; nel corso della Nel novembre 2008 con un informativa sulle vere energie Abruzzo e Umbria – LIPU Pesaro – procedura di VIA, 3 aerogene- atto tanto coraggioso quanto rinnovabili a misura di citta- Comitato No Tubo – WWF (adesione dei ratori sugli originari 27 sono prezioso la Soprintendenza dino e... di montagna! n gruppi locali) 75

LR_1_2009 CROMALIN.indd 75 12-01-2009 12:08:29 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo Formazionelata ve ascensioni

medica loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte il XIII Corso di Aggiornamento per Medici Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna di TrekkingAlpinismo nel mondo Mineralogia e Spedizioni Extraeuropee Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura

di Enrico Donegani presidente Commissione Centrale Medica del CAI

Qui a fianco: da sinistra a destra, Alessandro Aversa (Commissione sario investimento etico e Medica CAI) con Giampaolo Calzà e umanistico, sempre neces- Omar Oprandi (guide Alpine di Arco sario per l’approccio alla montagna. di Trento). Una montagna che vista in controluce attraverso questi evidente la consapevolezza studi, è un composito e che accanto al ruolo cultu- grande cosmo, dove l’uomo rale e scientifico di base e la donna, delle Alpi o determinato dalle ricerche delle Ande o dell’ Himalaya, scientifiche effettuate, possiedono alcuni tratti in vadano affrontati anche comune, la fatica genetica, problemi di trasferimento il confronto con la natura dei risultati a livello madre, il rispetto per l’am- locale e di diffusione delle biente che è sempre la nostra La Commissione Centrale manifestazioni sportive o competenze tecniche. casa comune. Medica del CAI, con iniziative per difendere e I medici, per troppo tempo promuovere il territorio guardati con timore e La validità e l’efficacia delle l’organizzazione del XIII oppure ancora, come in considerati incomprensibili, ricerche effettuate ai nostri corso di aggiornamento, questo caso, diffondendo hanno ormai compreso la giorni, con mezzi ben diffe- la ricerca e la divulgazione necessità di spiegare alla renti ma con l’identico spirito prosegue con questa scientifica. gente con termini semplici avventuroso dei padri fonda- tradizione che rappresenta Riprendendo le parole del la scienza e l’arte della tori del CAI, dimostra quanto ormai un appuntamento Presidente Generale Annibale medicina. Se è vero che essi videro giusto nel voler Salsa, l’interesse scientifico la prevenzione è meglio e saper fondere la cultura importante per tutti gli è all’origine del nostro essere della cura, allora la miglior dell’ambiente montano e appassionati di medicina Club Alpino e un corso di prevenzione si costrui- delle alte quote con l’am- sce sulla comprensione pliamento delle conoscenze di montagna. aggiornamento come questo sa unire le due motivazioni del funzionamento del scientifiche. Se da una parte che ci muovono come soci proprio organismo. Il modo questo enorme volume di del CAI: l’esplorazione migliore per stare bene è esperienze acquisite torna Il successo ottenuto sta a cha qualcuno chiama anche conoscere come e perché sicuramente a vantaggio di dimostrare il notevole inte- avventura e la scienza, che è funziona il proprio io indi- chi frequenta la montagna, resse che la medicina di conoscenza, prevenzione ma viduale e i medici – almeno dall’altra l’interesse specula- montagna incontra nell’am- anche terapia. La “medicina alcuni – devono accet- tivo ricade sull’intera comu- bito della comunità scien- di montagna” come disciplina tare il dovere e il piacere nità scientifica internazionale. tifica, la quale peraltro può olistica, che sa tradurre e di aiutare le persone a contare a livello nazionale su preservare in termini tecnico- comprendere. I medici di E il Club Alpino Italiano è ben poche altre simili occa- scientifici il benessere montagna, mediatori di un consapevole e fiero di poter sioni di pari valore. psico-fisico che ci restituisce sapere mai banale, talvolta partecipare alla realizza- Anche in questo caso il CAI l’esperienza nelle Terre Alte mitizzato, oggi riportato zione di un vasto progetto al si trova in prima linea come del mondo. nell’alveo dell’approccio servizio di una divulgazione sempre quando si tratta di Nel corso degli ultimi anni illuminista ed empirico, medico-scientifica sempre più “montagna”, organizzando si è quindi fatta sempre più non disgiunto da un neces- ampia. n 76

LR_01_2009.indd 76 14-01-2009 17:53:13 Si è tenuto lo scorso 18 in piano e in discesa aumenta. ottobre al Palamonti di Conducendo degli studi sul movimento nei portatori Bergamo il tredicesimo nepalesi, Minetti ha osservato corso di aggiornamento che sono più efficienti degli europei nel camminare con per medici di trekking e pesanti carichi sulle spalle, e spedizioni organizzato dalla ciò non solo per un miglior Commissione Centrale adattamento cardiocircolato- rio e un più alto consumo di Medica del CAI. ossigeno. Sarebbe l’abilità motoria dei portatori nel Oriana Pecchio bilanciare il carico sui fianchi presidente Società Italiana Medicina di Montagna a diminuire il costo energe- tico della loro marcia. Da Andrea Rossanese, del Dopo il saluto del presi- centro di malattie tropicali In alto: Andrea dente della sezione CAI dell’ospedale di Negrar, Rossanese, Centro di Bergamo Paolo Valoti, Verona, sono arrivate le Malattie Tropicali, i lavori sono stati intro- indicazioni per medici e viag- Ospedale di dotti dal presidente della giatori riguardo alle malattie Negrar (VR). Commissione, Enrico infettive e tropicali. Il medico Donegani, che ha annunciato dovrebbe essere consultato Qui a destra: per il prossimo anno l’uscita dal viaggiatore (trekkers e Alberto Minetti, della nuova edizione del alpinisti inclusi) da tre mesi a fisiologo “Manuale di medicina di quattro settimane prima della dell’Università montagna”. partenza e devono essere di Milano. La prima sessione, mode- accuratamente valutati la rata da Adriano Rinaldi, si meta, la durata del viaggio è aperta con la relazione sul e la tipologia, la stagione e costo energetico del movi- la quota dove si soggiorna. ma molte sono quelle consi- l’abbigliamento. Una buona mento nell’attività fisica in La malaria è l’unica malattia gliabili come quelle contro parte della discussione è stata montagna, di Alberto Minetti, tropicale che può rappresen- difterite e tetano dopo dieci dedicata al dilemma: piumino fisiologo dell’Università di tare un’emergenza medica anni dall’ultima dose (e se sì – piumino no. I vantaggi Milano che da anni conduce e quindi bisogna calcolare i si hanno meno di 65 anni), sono la leggerezza, la compri- ricerche sui modi per rendere rischi di infezione e attuare una dose di vaccino antipolio mibilità e il potere isolante ottimale il movimento tutte le misure di preven- Salk, quelle contro l’epatite A e termico, lo svantaggio è della macchina umana sia zione contro le punture di e B e l’antitifica. Soprattutto costituito dalla difficoltà ad in condizioni normali, sia zanzare e contro l’infezione. è importante essere consa- asciugare. In sostanza ognuno quando si fa uso di attrezzi Per esempio l’uso dei repel- pevoli che anche per gli deve sperimentare su se (per esempio bici o sci), sia lenti deve essere adeguato, alpinisti le malattie infettive stesso il tipo di sacco letto e infine in condizioni parti- i prodotti devono contenere e tropicali potrebbero essere gli strati di abbigliamento per colari come l’alta quota. Il almeno il 30% di principio un problema, anche se il mantenere il calore del corpo costo minimo della marcia in attivo (sia DEET/ dietiltolua- soggiorno a bassa quota è e non sudare troppo. Una salita si osserva con pendenze mide sia Icaridina), occorre spesso di breve o brevissima regola che vale per tutti è di intorno al 25-30%, esatta- indossare abiti coprenti e durata. non indossare strati di fibre mente quella dei sentieri di di colore chiaro e di notte Il convegno si è concluso con artificiali con strati di fibre montagna, che disegnano dormire sotto zanzariere un intervento di Alessandro naturali; il cotone durante tornanti per mantenerla tale impregnate di Permetrina, Aversa, della commissione l’attività fisica in montagna se il terreno è più ripido. un repellente per i tessuti. medica del CAI, coadiuvato dovrebbe essere evitato. Riguardo all’utilizzo dei Riguardo alla profilassi con dalle guide alpine di Arco Larga la partecipazione dei bastoncini nella marcia l’ana- antimalarici, deve essere il di Trento Omar Oprandi e medici di montagna che si lisi di Minetti è stata diretta medico a consigliare quando Giampaolo Calzà. La rela- ritrovano ogni diciotto mesi a capire se il giovamento e come farla. Da ricordare zione, dopo un excursus circa a questo importante soggettivo derivi da un minor per gli alpinisti che la meflo- sui congelamenti, sulla loro appuntamento fin dal 1989. consumo di energia. Dati china può avere effetti colla- classificazione e sulle possi- Il Palamonti e la Sezione di sperimentali suggeriscono terali che mimano il mal di bilità di recupero in base Bergamo hanno offerto la che in salita con pendenze montagna acuto. Quando ci all’estensione e alla profon- consueta ospitalità a tutti i n intorno al 20% il consumo si reca all’estero poche sono dità delle lesioni, ha preso in convenuti. energetico diminuisce, mentre le vaccinazioni obbligatorie, esame i materiali tecnici per 77

LR_1_2009 CROMALIN.indd 77 12-01-2009 12:08:33 abili v

anile La ricerca v a/dossier xtraeuropeo archi in Valanga amo lata una, due o tre antenne... facciamo il punto sulla situazione ARVA

ve ascensioni particolare riferimento alle viduazione della direzione apparecchi con due antenne loescursionismo nuove versioni di software. e della distanza dell’appa- e più recentemente con tre a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica antenne in modo da operare

erre Alte recchio da ricercare devono Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Un po’ di storia Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo essere desunteLetteratura dall’intensità sulle tre coordinate spaziali. Dopo un periodo durato del suono emesso dall’appa- Il passaggio a sistemi con a cura di Maurizio circa venti anni in cui gli recchio ricevente che, grosso più antenne è stato accompa- Dalla Libera ARVA (Apparecchi per modo, aumenta al diminuire gnato anche dall’utilizzo di Presidente della la Ricerca dei travolti in della distanza a parità di tecnologia digitale per elabo- C.N.S.A.S.A. VAlanga) indossati dagli sci orientamento dell’apparec- rare il segnale radio captato alpinisti, e solo raramente chio ricevente. Senza voler dall’apparecchio ricevente da altri frequentatori della entrare ora nelle complesse ai fini di individuare con più La Commissione Nazionale montagna in inverno, erano tematiche relative alla ricerca facilità gli apparecchi sepolti Scuole di Alpinismo, Scial- praticamente identici tra loro mediante apparecchi analo- anche attraverso l’indicazione pinismo e Arrampicata libera a prescindere dal costruttore; gici ad una sola antenna, visiva di direzione e distanza tramite la Scuola Centrale di negli ultimi anni si è assistito cosa questa che esula dalle dell’apparecchio o degli Scialpinismo ha promosso ad una piccola rivoluzione finalità di questo articolo, si apparecchi da ricercare. all’inizio del 2008 un’ana- dettata dall’ingresso della vuole solo evidenziare come lisi delle prestazioni degli tecnologia digitale. Gli ARVA questi apparecchi presen- Le prove in campo apparecchi ARVA digitali di di prima generazione erano tassero alcune difficoltà, in Alle sessioni di prova hanno ultima generazione in quel tutti basati su tecnologia particolare per persone poco partecipato sia ricercatori con momento disponibili sul analogica con la quale il addestrate, nella ricerca buona o ottima conoscenza di mercato (Mammut PULSE, segnale veniva emesso, ad multipla (2 o più apparecchi questi apparecchi che ricerca- Ortovox S1, PIEPS DSP). una frequenza di 457 KHz, da posti in un raggio di 7–10 m) tori con nessuna conoscenza Lo scopo di questa iniziativa una sola antenna. La stessa o in quella in profondità (1 degli stessi. Nelle prove sono è quello di raccogliere una antenna veniva poi utiliz- apparecchio sepolto per oltre stati impiegati gli ultimi serie di informazioni utili per zata per ricevere il segnale 2 m). modelli dei tre apparecchi informare i soci del sodalizio durante la fase di ricerca Per ovviare a queste diffi- digitali a tre antenne attual- e di mantenere aggiornate le degli ARVA sepolti. Con la coltà i costruttori di ARVA mente più diffusi sul mercato proprie strutture didattiche tecnologia analogica l’indi- hanno introdotto prima e che sono: Pieps DSP V 5.0 sulle caratteristiche di questi nuovi apparecchi. In partico- lare la campagna di prove, a cui ha collaborato il Servizio Valanghe Italiano del CAI, ha l’obiettivo di verificare le funzionalità proposte quali la facilità di localizzazione del sepolto, la precisione in caso di seppellimenti profondi e la gestione della ricerca di più travolti dotati di ARVA che trasmettono contempo- raneamente. In seguito si intende realizzare, con l’aiuto delle Scuole del Club Alpino Italiano e di operatori del SVI, una seconda sessione di prove più mirate alle presta- Fig. 1: Le tre classi di ARVA zioni degli apparecchi con a) Analogici 1 Antenna b) Analogico/Digitali 1-2 Antenne c) Digitali 3 Antenne 78

LR_01_2009.indd 78 14-01-2009 17:53:16 come il tempo medio di ritro- vamento rappresenti un’indi- cazione non particolarmente significativa delle prestazioni richieste ad un apparecchio che deve essere utilizzato in casi di reale emergenza quali sono quelli delle operazioni di autosoccorso.

Numero di sepolti Ogni modello di RX fornisce a display l’indicazione del numero di TX sepolti all’in- terno del campo di ricerca. Le prove effettuate con TX analogici hanno evidenziato come spesso tale indicazione Figura 2: Tempi medi di localizzazione. non corrisponda alla realtà. La figura 3 mostra le percen- (DSP), Mammut (Pulse), e Risultati delle prove per la localizzazione della tuali di casi in cui l’apparec- Ortovox S1 (S1). di ricerca di due zona di scavo. chio in prova ha fornito sul Le prove degli apparecchi trasmettitori vicini La figura 2 mostra i tempi display l’indicazione di un digitali a tre antenne sono Sono state effettuate nume- medi di localizzazione per la numero di TX diverso, più state effettuate nelle seguenti rose differenti rilevazioni ricerca multipla di 2 TX su frequentemente superiore, da condizioni: delle prestazioni e dei un campione di 26 prove. In quello dei TX effettivamente problemi evidenziati durante questa prova si è evidenziata presenti nel campo di ricerca. a) Campi di ricerca di super- le prove di ricerca, di seguito una netta differenza tra le Di nuovo risulta importante ficie pari a 50 m x 50 m per la vengono riportati i risultati prestazioni di Pulse e quelle evidenziare come questa ricerca di 2 trasmettitori (TX) più significativi ai fini di S1. È però da segnalare come, anomalia possa avere riper- e 20 m x 30 m per la ricerca questo articolo. per tutti gli apparecchi, i cussione nel caso di opera- di 3 TX. tempi medi rilevati abbiano zioni di ricerca in casi reali. b) Profondità di seppelli- Tempi di presentato un sensibile scosta- mento dei TX non superiore localizzazione mento attorno al valore medio Perdita della a 50 cm. Il primo e più interessante di ciascun RX con due casi, marcatura c) Rispetto il più possibile parametro di valutazione, ai sempre per S1, in cui il tempo Gli apparecchi a 3 antenne rigoroso nelle operazioni fini della possibilità di recu- di localizzazione del secondo offrono la possibilità di di ricerca, delle indicazioni perare i travolti ancora in vita, TX ha superato i 10 min. È distinguere (“marcare”) i fornite sul display dagli è di certo il tempo necessario altresì importante rilevare TX già localizzati da quelli apparecchi. d) Per le prove di localiz- zazione in profondità si è utilizzato l’espediente di posi- zionare il TX su un sostegno posto a 2,5 m di altezza. e) Stato di carica delle batte- rie ad inizio test del 100% per tutti gli apparecchi. f) Utilizzo di TX con scosta- mento di frequenza nei limiti previsti dalle norme (457 kHz +/- 80 Hz)

Figura 3: Percentuale di indicazioni erronee circa il numero di TX sepolti. 79

LR_1_2009 CROMALIN.indd 79 12-01-2009 12:08:37 rilevati durante le prove.

Ulteriori prove Oltre alle prove illustrate in precedenza, sono state effet- tuate numerose altre prove tra le quali: Portata massima e portata minima Ricerca di un TX profondo Ricerca di 3 TX (digitali) vicini i cui risultati vengono per brevità raccolti nelle conclusioni. La ricerca di 3 TX analogici vicini non è stata effettuata in modo metodico in base ai risultati non esaltanti di quella di 2 TX analogici. Le Figura 4: Percentuale di perdita della marcatura del TX già localizzato. prove comunque effettuate hanno evidenziato con ancor maggior intensità le anomalie ancora da localizzare, in ricevuti. Senza voler entrare Perdita completa registrate per il caso di 2 TX modo da rendere più agevole ora negli aspetti tecnici legati dei segnali dei TX analogici. la ricerca di questi ultimi, al tema della separazione dei Sempre per i motivi legati cosa questa di particolare segnali, interessa qui rilevare alle elaborazioni effettuate Conclusioni utilità per ridurre i tempi di come questa occorrenza possa dal microprocessore, accade Gli ARVA digitali a tre localizzazione nel caso di comportare un effetto nega- talvolta che l’apparecchio antenne provati risolvono in ricerca multipla. tivo sul ricercatore che viene “perda” completamente i modo assolutamente affi- Anche in questo caso però a sentirsi “impotente” nei segnali e dia indicazione sul dabile la ricerca di un solo sono state rilevate delle confronti delle operazioni che display di ripartire con la travolto anche nel caso di segnalazioni erronee per sta svolgendo e che, in casi modalità di ricerca del primo seppellimento profondo sia ciascun RX, nelle percentuali reali, sono legate al salvatag- segnale. Anche questo feno- per quanto riguarda la dimen- riportate in figura 4. Per S1, gio di persone. La figura 5 meno ha un effetto frustrante sione della zona di sondaggio in 3 casi su 4, questo feno- mostra la percentuale di acca- sul ricercatore per gli stessi (sempre inferiore a 1 metro meno ha comportato il ritorno dimento di questo fenomeno motivi indicati al punto prece- quadrato anche nel caso di su di un TX già localizzato in per ogni RX provato. dente. TX analogico) che, soprat- precedenza. La figura 6 illustra gli acca- tutto, per la completa elimina- dimenti di questo fenomeno zione dei falsi massimi, con Indicazione di arresto della ricerca Il microprocessore che opera sui segnali ricevuti dalle tre antenne richiede, dei tempi di elaborazione dei segnali stessi. Qualora, nel caso di ricerca multipla, il microprocessore non riesca a distinguere tra i vari segnali in ingresso, l’apparecchio fornisce sul display l’indi- cazione di arrestarsi fino a quando non risultano nuova- mente distinguibili i segnali

Figura 5: Percentuale di indicazione di arresto della ricerca. 80

LR_1_2009 CROMALIN.indd 80 12-01-2009 12:08:39 continua ad avere la ricerca vista – udito sulla superficie della valanga. Questa moda- lità non va abbandonata solo perché si pensa di avere un apparecchio che risolve tutti i casi; si deve mantenere alle- nata la capacità di esplorare, soprattutto con gli occhi, per cogliere segni che mostrino la presenza o il passaggio del travolto. Riteniamo che non sia ancora il momento di abbandonare gli ARVA analogici; sono apparecchi che richiedono costante allenamento ma che garantiscono risultati soddi- Figura 6: Percentuale di perdita completa dei segnali sfacenti. Si conferma utile, (indicazione di ritorno alla ricerca del primo segnale). dopo alcuni anni di utilizzo, una revisione presso la casa qualsiasi posizione del TX. quanto ciascuno ha mostrato suggerito dai manuali degli madre per evitare riduzioni di Nelle ricerche di 2 TX analo- lacune in uno o più aspetti apparecchi stessi, nel caso di potenza nella trasmissione e gici tutti gli ARVA provati che incidono in modo signi- seppellimenti vicini di 4 o più in alcuni casi la difficoltà di hanno presentato un grado ficativo sull’efficacia delle sepolti, deve essere comun- ricezione durante la fase di di affidabilità differente da operazioni di ricerca. que adottata una strategia di localizzazione del sepolto. modello a modello per quello In particolare interessa qui ricerca classica (microgreca o Resta fondamentale eserci- che attiene la correttezza delle evidenziare che, a differenza metodo dei 3 cerchi). tarsi con il proprio ARVA informazioni fornite e la loro di quanto avveniva con gli In definitiva si può conclu- nella ricerca di uno e due fruibilità in condizioni di apparecchi analogici, con dere dicendo che il tentativo apparecchi sepolti. stress. Nelle ricerche di 2 TX quelli digitali non è possibile di risolvere i problemi di digitali i problemi elencati definire e standardizzare delle ricerca multipla mediante gli Nei corsi sezionali, organiz- in precedenza non si sono metodiche di ricerca per la ARVA a tre antenne di ultima zati dalle scuole, oltre a conti- presentati a motivo, probabil- fase di ricerca secondaria, generazione non ha ancora nuare ad insegnare l’impiego mente, della miglior qualità nella quale ci si dovrebbe prodotto i risultati sperati e degli apparecchi tradizionali, del segnale emesso dai TX affidare completamente che i metodi insegnati nei si dovrà progressivamente stessi, che consente un’elabo- alle indicazioni fornite corsi delle Scuole del CAI introdurre l’uso di questi razione più efficiente da parte dagli apparecchi. In linea di mantengono tuttora al loro nuovi ARVA: nei corsi base si del microprocessore degli principio è lecito ritenere che validità a prescindere dal tipo potrà effettuare la ricerca di apparecchi riceventi. l’obiettivo principale degli di apparecchio utilizzato. un solo travolto, mentre nei Nelle ricerche di 3 TX digitali apparecchi di nuova gene- La Commissione Nazio- corsi avanzati ci si eserciterà sono stati evidenziati in razione sia proprio quello di nale Scuole di Alpinismo, anche con la ricerca multipla misura più limitata alcuni dei mettere a disposizione degli Scialpinismo e Arrampicata e con quella profonda. n problemi rilevati nel caso di 2 utenti apparecchi sempre più libera intende proseguire con TX analogici. semplici, in modo da evitare le prove in campo tenendo Nelle misure di portata la necessità di conoscere le anche conto delle più recenti Ringraziamenti minima si sono evidenziati tecniche di ricerca anche nel versioni disponibili del La C.N.S.A.S.A. vuole per l’apparecchio Pulse, caso di situazioni complesse software. ringraziare: valori sensibilmente inferiori, come quelle dei seppellimenti Con l’auspicio di fornire Le aziende importatrici circa la metà, rispetto a quelli multipli e/o profondi. È però un contributo in direzione di ARVA presenti di DSP e S1. Con 5 TX analo- importante notare come dello sviluppo di apparecchi all’aggiornamento di La gici dei 6 provati la portata sia nella fase di ricerca del sempre più affidabili e di Thuile: minima rilevata per Pulse è primo segnale che in quella facile utilizzo confidiamo nel Ortovox Italia risultata inferiore a 20 m. di localizzazione finale risulti proseguimento della coopera- Socrep S.r.l. per Mammut ancora necessaria la perfetta zione con le aziende italiane Tofisch per Pieps; Sulla scorta delle prove conoscenza dei protocolli di principali importatori di la Scuola Centrale di effettuate, risulta difficile ricerca classici (greca o linee ARVA digitali. Scialpinismo; indicare quale degli apparec- parallele per il primo segnale, Per quanto riguarda le stra- l’Istruttore di Scialpinismo chi esaminati sia da conside- metodo a croce per la localiz- tegie di ricerca si desidera Gianni Perelli Ercolini per rare il migliore in assoluto, in zazione finale). Inoltre, come sottolineare l’importanza che la collaborazione. 81

LR_1_2009 CROMALIN.indd 81 12-01-2009 12:08:40 abili v anile

v interreg iii a a/dossier xtraeuropeo archi amo I Sentieri in rete lata

attivato il sito di ve ascensioni loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia Lettera alla rivista T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Charta Itinerum Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura

A cura di M. Brenga, G. Vassena, Planetek Italia

Qui accanto: Fare di rilevamento di un sentiero.

Mentre si stanno ultimando le operazioni effettuare. tinerum sono presenti informazioni di “beta test” (cioè di verifica finale di Al fine di permettere una efficace e cartografia relativa unicamente ad tutte le funzionalità), sono già state comunicazione tra rilevatori e il gestore alcuni territori di Regione Lombardia, ma inserite numerose tratte rilevate dal del portale web, è possibile comunicare gradualmente il sistema informativo in CAI Regione Lombardia, in accordo con attraverso le indicazioni riportate rete verrà esteso alle rimanenti regioni con Regione Lombardia ed ERSAF sul sito www.chartaitinerum.org oppure italiane. Le operazioni di rilevamento all’interno di un progetto finanziato dalla contattando direttamente il coordinatore possono sia sfruttare sistemi di Commissione Europea Interreg IIIa. del gruppo di lavoro SIT CAI tramite posizionamento satellitare, sia utilizzare Comincia dunque la tanto attesa fase di comunicazione via e-mail all’indirizzo il puntamento in cartografia digitale, raccolta dei dati rilevati sul territorio da [email protected] oppure per tramite strumenti software opportuni da parte dei volontari del CAI. Il portale è via telefonica al telefono 030-3711236. concordare con il gestore del portale. Si anche aperto ai contributi di operatori ed CAI Regione Lombardia ha affidato stimola dunque a contattare i riferimenti enti esterni al sodalizio, che desiderano l’inserimento e aggiornamento delle indicati, al fine di acquisire le informa- condividere sul portale ChartaItinerum le informazioni georeferenziate dei sentieri, zioni necessarie affinché il rilevamento informazioni rilevate sul campo, ma che ad una Spin Off (Gexcel) dell’Università realizzato risulti nel formato compatibile contemporaneamente siano in grado di degli Studi di Brescia che fino alla fine con il portale sentieri del CAI e per avere garantire i livelli qualitativi di rilevamento del 2009 provvederà a curare la fase di i riferimenti territoriali per effettuare in Superata la fase test, il nuovo richiesti dal nostro sodalizio. partenza del servizio. Contattando via moo coordinato, le attività di rilevamento Rilevare un sentiero non consiste infatti mail o telefonicamente il gestore del sul campo. Prima che il portale possa portale dei sentieri italiani, nella mera operazione di messa in portale, è possibile richiedere informa- fornire un servizio esaustivo agli sviluppato dal CAI Regione cartografia del percorso del sentiero, ma zioni tecniche riguardanti le modalità più escursionisti in particolare del nostro bensì nella suddivisione del percorso in opportune per procedere al rilevamento sodalizio, sarà necessario aspettare che Lombardia in accordo con tratte distinte a cui vengono associate le delle tratte di sentieri, che seguono le a SIT CAI vengano inviate dalle sezioni informazioni che descrivono il sentiero indicazioni redatte dagli organi tecnici e dagli organi tecnici impegnati nelle Regione Lombardia è ora medesimo, quale lo stato di conserva- già impegnati nelle operazioni di rileva- attività di rilevamento, le informazioni attivo. Il progetto, deno- zione dei cartelli di segnalazione, lo stato mento. I rilevamenti, per essere inseriti rilevate sul campo. Desiderio del CAI è del fondo, la posizione di emergenze nel portale, dovranno uniformarsi al quello di rilevare con cura e attenzione minato SIWGREI (Sistema ambientali, di fonti e rifugi. Quello che formato dati ProtSIS (Protocollo Sistema i sentieri e le informazioni di dettaglio Informativo Web GIS Rete dunque si va a realizzare è un “sistema Informativo Sentieri) sviluppato negli legate ad ogni singola tratta; maggiore informativo territoriale” dei sentieri, utile anni dal gruppo di lavoro della comitato cura è data alla qualità del dato e Escursionistica Italiana) è al CAI e agli enti preposti, per program- di presidenza del Club Alpino Italiano dunque al suo stato di aggiornamento, mare e stimare i costi degli interventi denominato SIT CAI (Sistema Informativo rispetto alla rapidità e numero di infatti completato è il portale di manutenzione ordinaria e in parte CAI). Il protocollo è scaricabile dal web, informazioni raccolte. A tal fine, ad ogni www.chartaitinerum.org è ora straordinaria della rete escursionistica, nel settore “documenti” del portale singola tratta inserita nel portale, è ma anche al semplice escursionista per ChartaItinerum prima già citato. In associato un così detto metadato, che accessibile via web. pianificare e scegliere il percorso da questo momento sul portale Chartai- contiene come informazioni caratteri- 82

LR_1_2009 CROMALIN.indd 82 12-01-2009 12:08:45 stica di ogni singolo settore di sentiero, • La possibilità di gestire grandi moli di (http://earth.google.com) che consente di percorrenza delle tratte che lo quale socio o sezione del CAI ha rilevato dati, permettendo al sistema di gestire la navigazione tridimensionale delle compongono. L’attuale sistema CHARTA quella tratta di percorso escursionistico, non solo i dati lombardi ma quelli di mappe dell’intero pianeta. L’interazione ITINERUM gestisce l’ordinamento delle realizzando una specie di fidelizzazione tutta Italia. è completamente dinamica e non tratte secondo l’ordine di inserimento tra rilevatore e tratta di sentiero. necessiterà di nessuna fase preventiva in fase di creazione dello stesso. di elaborazione dei dati geografici. L’obiettivo di quest’aggiornamento è NOTA TECNICA: Ogni utente che accede al Portale può quello di fornire agli amministratori del LE MIGLIORIE dunque scegliere di consultare i dati sistema un supporto per poter gestire REALIZZATE cartografici forniti dal sistema attraverso l’ordinamento delle tratte. Tale funzio- Rispetto alla prima versione pubblicata l’interfaccia del CHARTA ITINERUM o a nalità permette di modificare l’ordine in rete, il sistema ha subito numerose scelta, cliccando sull’icona di Google delle tratte eliminando la dipendenza migliorie strutturali in quanto in ambito Earth, consultare la stessa informazione dall’ordine di inserimento. informatico si fa presto ad invecchiare! cartografica in visualizzazione tridi- •0 Ottimizzazione della banca dati: La crescente mole di dati che, col mensionale su Google Earth. Attraverso l’obiettivo di quest’aggiornamento è passar del tempo, il sistema si è trovato Google Earth sarà possibile, pertanto, accelerare il più possibile la visualizza- a gestire e l’avvento di nuove tecnologie visualizzare tutti i sentieri gestiti dal zione dei dati su web. Per poter fare ciò per la gestione dei dati geografici sistema. Infatti saranno mostrate non sarà fatta un’analisi per poter meglio hanno reso necessario un adeguamento L’attuale struttura informatica si basa, solo la posizione della segnalazione e strutturare la banca dati, sia quella di del design architetturale del sistema. come schematicamente rappresentato le informazioni, ma anche le schede sfondo che i dati sentieristici. A valle L’idea di fondo è quella di voler gestire in figura, nell’utilizzo di software descrittive associate alle tratte in cui è di tale analisi verranno attualizzate le dati vettoriali (cioè linee, punti e aree) denominato in gergo Open Source, suddiviso il sentiero. Il funzionamento azioni per poter migliorare la fruibilità della rete sentieristica, fino a questo cioè il cui utilizzo non è a pagamento. del modulo richiede l’installazione del attraverso internet dei dati. momento maneggiati con una unica I software impiegati, ben noti agli client Google Earth ed è subordinato alla • Criteri di ricerca: struttura di dati gestiti con un unico specialisti, sono MapServer UMN disponibilità del servizio Google Earth, Il sistema, sia in homepage che in fase “file” informatio (in formato shape), in sviluppato dall’Università of Minnesota, fornito dalla società Google Inc. di consultazione della cartografia, strutture dati basate su una struttura PostgreSQL e PostGIS. propone dei criteri di ricerca per informatica detta di GeoDatabase individuare rapidamente le informazioni (GeoDB). Il Geodatabase è un database Modulo multilingua: proposte dal WebGIS. Tali criteri di (cioè un sistema informatico per gestire Originariamente il sito supportava una ricerca devono però essere rivisti grandi moli di dati) di tipo relazionale, singola lingua, l’italiano. Anche in questo sulla base delle nuove esigenze e cioè appositamente progettato per settore si è intervenuti predisponendo dei cambiamenti dei dati proposti dal memorizzare, interrogare ed utilizzare il portale per una visualizzazione a sistema stesso. A tale scopo verranno dati geografici (cioè le mappe digitali e più lingue, in ossequio alla vocazione implementate ed aggiornati gli attuali le informazioni di senti eristica rilevate transfrontaliera del sistema e per criteri secondo le esigenze degli e posizionate su tali rappresentazioni favorirne l’utilizzo e l’accessibilità utenti escursionistici. Le modifiche da cartografiche). Il principale vantaggio del anche da parte di escursionisti stranieri, apportare al modulo di ricerca verranno passaggio al geodatabase è consistita valorizzando l’offerta turistica a cui il concordate con i tecnici della Commit- nel fatto che il Sistema Informativo, con portale chartaitinerum è dedicato. tenza in farse di design. questa modifica, memorizza i propri L’intero sistema sarà dunque a breve • Aggiornamento terminologia: dati non più sparsi in un unico grande predisposto per la visualizzazione dei Verrà effettuato un intervanto sulla file, ma gestiti in modo più strutturato contenuti sia in lingua italiana che in ULTERIORI MIGLIO- terminologia utilizzata nel sistema, e ad albero, il che comporta, in parole inglese, con la possibilità di gestire in RAMENTI al fine di eliminare ogni tecnicismo e semplici, una maggiore velocità di visua- futuro anche altre lingue. Per poter soddisfare le nuove esigenze rendere il sistema di facile compren- lizzazione e gestione dei dati. degli utenti del sistema CHARTA sione, in linea con le attuali terminologie I punti di forza nell’aver migrato verso Google Earth: ITINERUM sono già state effettuate o utilizzate dagli utenti. queste nuove tecnologie sono: In fase di consultazione è possibile sono in atto una serie di modifiche e di • Gestione coordinate: • Una maggiore velocità nel reperimento visualizzare la cartografia e gli elementi aggiornamenti, di seguito elencate: Attualmente il sistema, sia in input che dei dati e nell’effettuare delle query. rilevati tramite il diffuso applicativo • Riprogettazione delle modalità di in output, gestisce le coordinate dei • Un miglioramento delle operazioni di Google Earth. Si ricorda che Google inserimento dati: punti in proiezione metrica (WGS84- caricamento e di scarico dei dati dal Earth è un’applicazione gratuita molto una delle principali caratteristiche UTM32) così come i dati cartografici portale. diffusa tra gli internauti che descrive un percorso è il senso serviti dal sistema. L’obiettivo di questa funzionalità è di fare si che il sistema possa scambiare le coppie di coordinate dei punti con proiezione geodetica, secondo i comuni formati utilizzati dai moderni strumenti GPS. •0 Aggiornamento grafico altimetrico: Il sistema in fase di creazione e visua- lizzazione del grafo altimetrico propone un’immagine bidimensionale che risulta di non facile lettura. L’aggiornamento del grafo mira alla realizzazione di un profilo modellato in 3D su sfondo quadrettato, per una più immediata interpretazione dei valori di quota e distanza. Il grafico altimetrico realizzato riporterà contestualmente al grafo anche i valori di quota massima, minima e lunghezza totale. n 83

LR_1_2009 CROMALIN.indd 83 12-01-2009 12:08:47 Geografia La Rivista del Club Alpino Italiano VOLUME CXXVIII 2008 - BIMESTRALE

ARTICOLI E RELAZIONI Vivere l’ambiente 2007, 86. MARCO BLATTO: Tra Vanoise e Gran Paradiso, 56. IN ORDINE DI PUBBLICAZIONE GIUSEPPE BORZIELLO: Colcervèr, 61. Gennaio – Febbraio Maggio – Giugno PIERGIORGIO REPETTO: La Capanna Osservatorio PIER GIORGIO OLIVETI: Est medium in rebus, 1. ANNIBALE SALSA: Relazione morale del Presidente Regina Margherita, 64. MAURO MANFREDI: Scialpinismo e terza età, 16. Generale, 1. GIOVANNI BADINO: Incidenti in grotta, 68. ENRICO CAMANNI: Guido Rossa, 17. ROBERTO MANTOVANI: Ripensare la montagna, 8. AMEDEO BENEDETTI: Enciclopedia Italiana ANNIBALE SALSA: Alpinismo e società, 18. NICO MASTROPIETRO: Gasherbrum IV 1958, 20. Treccani, 71. SABINA ROSSA: Guido Rossa, mio padre, 19. LUCIANO SANTIN: Kugy, Vittorio Sella, 26. MICHELE TITTON: I caschi da alpinismo, 78. LUCIANO SANTIN: Julius Kugy, 23. VITTORINO MASON: Preti Duranno, 30. MATTEO PAONE: Il Museo etnopreistorico al Castel TOMMASO CECCATO: Sul Pelmo, d’inverno, 26. MARCO BLATTO: Cima Leitosa la montagna che dell’Ovo, 84. GIULIANO MAININI e PIERFRANCESCO RENZI: Sui non c’è, 36. JACOPO PASOTTI: La scalata delle piante, 86. Monti Sibillini, 32. SIMONE GUIDETTI: Concorso fotografico del CAI ENRICO DONEGANI: Come prevenire il mal di FRANCO GIONCO: In Cordillera Blanca, 38. Centrale 2007, 43. montagna, 88. SERGIO RAVONI: La “lunga marcia” dell’Alta Val GIANCARLO GUZZARDI: Monti Sibillini, 48. Nure, 42. MASSIMO GIULIBERTI: Khan Tengri, 54. Novembre - Dicembre PIERO BORDO: Sentiero Frassati della Liguria, 46. BACCHIANI, CANETTA, VITALE: Monti Urali, 60. PIER GIORGIO BALDRACCO: Incidenti, media e GUIDO BARINDELLI: Ande Peruviane, 50. PIERGIORGIO REPETTO: I Rifugi Tuckett e Sella, Soccorso alpino, 1. MATTEO GAROFANO e CHRISTIAN ROCCATI: 63. PEPPINO CICALÓ: La Rete Escursionistica della Arrampicata e litologia, 55. JACOPO PASOTTI: Incamminiamoci, 76. Sardegna, 6. CARLO BALBIANO D’ARAMENGO: La Grotta GIANCELSO AGAZZI: Bambini in montagna, 78. ROBERTO MANTOVANI: Le tribù arrampicanti, 8. dell’Orso, 60. LUCIANO SANTIN: ...e per finire la parola a Kugy, MICHELE CLAUDIO CASSINELLI: Montagna Madre, Luglio – Agosto 20. 63. STEFANO TIRINZONI: La “Argeo’s Charter”, 1. ANDREA GADDI: Nino Oppio e la Sfinge, 24. Gambrinus “Giuseppe Mazzotti” XXV edizione, 68. ROBERTO MANTOVANI: Natura tra idea e realtà, FRANCESCO CARRER e LUCIANO DALLA MORA: VITTORIO BEDOGNI e ELIO GUASTALLI: Cordini 14. Lesachtal, 34. per alpinismo, 72. LUCIANO SANTIN: La “dimora dell’anima” di Kugy, GIAN CARLO PALAZZINI: In Val Maira, 42. JACOPO PASOTTI: Un cronometro geologico, 76. 23. LORENZO NADDEI: Racchette da neve: a nord GIOVANNI DEL TREDICI: Gli Itinerari di Charta GIOVANNI PADOVANI: Il 56° Trento Filmfestival, 26. qualcosa di nuovo, 46. Itinerum, 82. GIULIO FRANGIONI: Bognanco, il paese delle 100 LUCA BRIDDA: Schiara, 50. cascate, 32. ANTONIO PRESTINI: Eiger parete nord, 56. Marzo – Aprile DAVIDE CHIESA: Presanella e Vermiglio, 38. ALDO TARDITO: Ponte di Muro, 59. PIER GIORGIO OLIVETI: “Tornare alla sapienza del ANTONELLA FORNARI: , 42. ANDREA GADDI: Masino Bregaglia. 62. limite”, 1. SIMONE GUIDETTI: Concorso fotografico del CAI SERGIO ROSSI: La foresta boreale, 68. MAURIZIO DALLA LIBERA: Snowboard alpinismo, 6. Centrale 2007, 47. GIORGIO FONTANIVE: Il rifugio Bruto Carestiato SPIRO DELLA PORTA XYDIAS: Montagna e PIER GIORGIO OLIVETI: Arêches-Beaufort, 52. 1946-1950, 71. alpinismo, 14. TARCISIO BELLÓ: Karka 2007, 57. GIOVANNI BADINO e ITALO GIULIVO: La Cueva de ROBERTO MANTOVANI: Montagna e città, 16. IRENE AFFENTRANGER: Tibet orientale, 62. los Cristales Naica, 74. LUCIANO SANTIN: Julius Kugy scrittore, 18. ROBERTO VALSECCHI: Monte Pilastro, 66. FRANCO GHERARDINI: Fiori in quota oltre i 2200, DAVIDE CHIESA: Cima di Pejo, 28. MARCO BARONCINI: Piani Eterni!, 71. 84. PAOLA CARPENTER: Polvere canadese, 32. GIUSEPPE PASCHETTO: Escursione al DAVID FIACCHINI e ALESSANDRO ROSSETTI: Il ARTURO PELLEGRINI: Le montagne della Gennargentu, 84. ritorno dei grandi mammiferi, 86. Vallelonga, 36. JACOPO PASOTTI: Una montagna di pericoli, 86. ENRICO DONEGANI: La ricerca scientifica, 87. CHRISTIAN ROCCATI: Il cantico del Sud, 40. FABIO ANGELI: Il Gallo cedrone, 88. SAVERIO BOMBELLI: Scout e CAI, 89. SIMONE GUIDETTI: Concorso fotografico del CAI SANDRO CARPINETA: Il sonno in alta quota, 90. Centrale 2007, 45. AUTORI IN ORDINE ALFABETICO ALESSANDRO GOGNA: Air, 40 anni dopo, 52. Settembre - Ottobre AFFENTRANGER I.: Tibet orientale, 62.4. MAURIZIO OVIGLIA: Quale futuro per il “vecchio” VI PIER GIORGIO OLIVETI: Aprire ai giovani, 1. AGAZZI G.: Bambini in montagna, 78.3. grado?, 58. ROBERTO MANTOVANI: Tempi di crisi e “selezione AIMAR L., MARIANI M., MERAZZI M., PREMAZZI A.: VITTORIO PACATI: Il Rifugio Ponte di Ghiaccio, 62. naturale”, 12. Ingresso Fornitori, 71.2. RICCARDO D’EPIFANIO: Alla scoperta dello LUCIANO SANTIN: Kugy e la guerra, 20. ANGELI F.: Il Gallo cedrone, 88.4. Chaberton, 66. GIUSEPPE BURLONE: Nadelgrat, 24. BACCHIANI, CANETTA, VITALE: Monti Urali, 60.3. LUANA AIMAR, ALESSANDRO MARIANI, MARZIO STEFANO MENEGARDI: Stösser e la Tofana di BADINO G. e GIULIVO I.: La Cueva de los Cristales MERAZZI, ANTONIO PREMAZZI: Ingresso Fornitori, Rozes, 28. Naica, 74.6. 71. FABIO CAMMELLI: Monte Cristallo, 32. BADINO G.: Incidenti in grotta, 68.5. MICHELE MORNESE: Il Museo delle Alpi, 80. MIMMO PACE: Lungo i crinali di Montea, 40. BALBIANO D’ARAMENGO C.: La Grotta dell’Orso, JACOPO PASOTTI: Storie di Clima e di Grotte, 82. SIMONE GUIDETTI: Concorso fotografico del CAI 60.1. ANTONELLA BERGAMO: Come “salvare la pelle” in Centrale, 43. BALDRACCO P.G.: Incidenti, media e Soccorso montagna, 84. ROLANDO LARCHER, ELIO ORLANDI e FABIO alpino, 1.6. MARIA GRAZIA BRUSEGAN e GUIDO FURLAN: LEONI: Paine el gordo, el flaco y l’abuelito, 50. BARINDELLI G.: Ande Peruviane, 50.1.

84 BARONCINI M.: Piani Eterni!, 71.4. MANFREDI M.: Scialpinismo e terza età, 16.1. Libri di montagna, 66.1, 75.2, 68.3, 74.4, 74.5, 78.6. BEDOGNI V. e GUASTALLI E.: Cordini per alpinismo, MANTOVANI R.: Le tribù arrampicanti, 8.6. Ambiente, 78.1, 86.2, 65.3, 88.4, 68.6. 72.1. MANTOVANI R.: Montagna e città, 16.2. Arrampicata, 14.1, 26.2, 16.3, 16.4, 18.5, 30.6. BELLÓ T.: Karka 2007, 57.4. MANTOVANI R.: Natura tra idea e realtà, 14.4. Cronaca alpinistica, 10.1, 22.2, 12.3, 18.4, 14.5, BENEDETTI A.: Enciclopedia Italiana Treccani, 71.5 MANTOVANI R.: Ripensare la montagna, 8.3. 26.6. BERGAMO A.: Come “salvare la pelle” in montagna, MANTOVANI R.: Tempi di crisi e “selezione naturale”, Nuove ascensioni, 12.1, 24.2, 14.3, 20.4, 16.5, 84.2. 12.5. 28.6. BLATTO M.: Cima Leitosa la montagna che non c’è, MARIANI A., MERAZZI M., PREMAZZI A., AIMAR A.: Il tema, 4.1, 6.2, 6.3, 12.4, 6.5, 6.6. 36.3. Ingresso Fornitori, 71.2. Scienza e montagna, 76.1, 82.2, 76.3, 86.4, 86.5. BLATTO M.: Tra Vanoise e Gran Paradiso, 56.5. MASON V.: Preti Duranno, 30.3. Alta salute, 80.1, 84.2, 78.3, 90.4, 88.5, 87.6. BOMBELLI S.: Scout e CAI, 89.6. MASTROPIETRO N.: Gasherbrum IV 1958, 20.3. BORDO P.: Sentiero Frassati della Liguria, 46.1. MENEGARDI S.: Stösser e la Tofana di Rozes, 28.5. ILLUSTRAZIONI DI COPERTINA BORZIELLO G.: Colcervèr, 61.5. MERAZZI A., AIMAR L., MARIANI M., PREMAZZI A.: 1. Il Pelmo d’inverno (J. Ferrando) Bregaglia M.: 62.6. Ingresso Fornitori, 71.2. 2. Verso la Palla Bianca (L. Brunello) BRIDDA L.: Schiara, 50.6. MORNESE M.: Il Museo delle Alpi, 80.2. 3. Il fiume Tenna, Sibillini (G.C. Guzzardi) BRUSEGAN M.G. e FURLAN G.: Vivere l’ambiente NADDEI L.: Racchette da neve: a nord qualcosa di 4. Lago Tschawiner, Bognanco (G. Frangioni) 2007, 86.2. nuovo, 46.6. 5. Paine: R. Larcher sul 4° tiro (E. Orlandi) BURLONE G.: Nadelgrat, 24.5. OLIVETI P.G.: “Tornare alla sapienza del limite”, 1.2. 6. La Gusela del Vescovà (L. Bridda) CAMANNI E.: Guido Rossa, 17.1. OLIVETI P.G.: Aprire ai giovani, 1.5. CAMMELLI F.: Monte Cristallo, 32.5. OLIVETI P.G.: Arêches-Beaufort, 52.4. ILLUSTRAZIONI Nel Testo CANETTA, BACCHIANI, VITALE: Monti Urali, 60.3. OLIVETI P.G.: Est medium in rebus, 1.1. Gennaio – Febbraio CARPENTER P.: Polvere canadese, 32.2. ORLANDI E., LARCHER R. e LEONI F.: Paine el Il Pian della Mussa, 5. CARPINETA S.: Il sonno in alta quota, 90.4. gordo, el flaco y l’abuelito, 50.5. I Partigiani alla Bessanese, 7. CARRER F. e DALLA MORA L.: Lesachtal, 34.6. OVIGLIA M.: Quale futuro per il “vecchio” VI grado?, I nuovi montanari e il neoruralismo, 8. CASSINELLI M.C.: Montagna Madre, 63.1. 58.2. Panoramica delle guglie della Miyar Valley, 10. CECCATO T.: Sul Pelmo, d’inverno, 26.1. PACATI V.: Il Rifugio Ponte di Ghiaccio, 62.2. Il Kahn Tengri, 10. CHIESA D.: Cima di Pejo, 28.2. PACE M.: Lungo i crinali di Montea, 40.5. La parete nord di Rachu Tangmu, 11. CHIESA D.: Presanella e Vermiglio, 38.4. PADOVANI G.: Il 56° Trento Filmfestival, 26.4. L’Igor Brakk, 11. CICALÓ P.: La Rete Escursionistica della Sardegna, PALAZZINI G.C.: In Val Maira, 42.6. La parete ovest della Croda del Porton, 12. 6.6. PAONE M.: Il Museo etnopreistorico al Castel La Torre Arianna, 12. D’EPIFANIO R.: Alla scoperta dello Chaberton, 66.2. dell’Ovo, 84.5. Il versante meridionale della Cima de Lis Codis, 13. DALLA MORA L. e CARRER F.: Lesachtal, 34.6. PASCHETTO G.: Escursione al Gennargentu, 84.4. Daniele Picilli sulla via Robys di Mazz, 13. DEL TREDICI G.: Gli Iinerari di Charta Itinerum, 82.1. PASOTTI J.: Incamminiamoci, 76.3. La parete Nord-Est della Sfinge, 13. DALLA LIBERA M.: Snowboard alpinismo, 6.2. PASOTTI J.: La scalata delle piante, 86.5. Flaminia Capezzuoli, 14. DELLA PORTA XYDIAS S.: Montagna e alpinismo, PASOTTI J.: Storie di Clima e di Grotte, 82.2. Flavio Crespi, 14. 14.2. PASOTTI J.: Un cronometro geologico, 76.1. Rabbi, Rossa, Salsa, Pinciroli, 18. DONEGANI E.: Come prevenire il mal di montagna, PASOTTI J.: Una montagna di pericoli, 86.4. Rossa con la figlia Sabina, 19. 88.5. PELLEGRINI A.: Le montagne della Vallelonga, 36.2. Guido Rossa, 20. DONEGANI E.: La ricerca scientifica, 87.6. PREMAZZI A., AIMAR L., MARIANI M., MERAZZI M.: Guido Rossa al Passo del Gosaitand, 21. FIACCHINI D. e ROSSETTI A.: Il ritorno dei grandi Ingresso Fornitori, 71.2. Il monumento a Kugy, 23. mammiferi, 86.6. PRESTINI A.: Eiger parete nord, 56.6. Kugy con Oitzinger, 24. FONTANIVE G.: Il rifugio Bruto Carestiato RAVONI S.: La “lunga marcia” dell’Alta Val Nure, Il giovane Kugy, 24. 1946-1950, 71.6. 42.1. Il Tricorno da Nord-Est, 24. FORNARI A.: Monte Castello, 42.4. RENZI P. e MAININI G.: Sui Monti Sibillini, 32.1. Kugy “alpine referent”, 25. FRANGIONI G.: Bognanco, il paese delle 100 REPETTO P.: I Rifugi Tuckett e Sella, 63.3. Kugy in età avanzata, 25. cascate, 32.4. REPETTO P.: La Capanna Osservatorio Regina Tramonto sul Sorapiss, 26. FURLAN G. e BRUSEGAN M.G.: Vivere l’ambiente Margherita, 64.5. Giochi di neve, 26. 2007, 86.2. ROCCATI C. e GAROFANO M.: Arrampicata e Il Pelmo da sud, 26. GADDI A.: Masino Bregaglia. 62.6. litologia, 55.1. Ultimi metri della Cengia di Ball, 27. GADDI A.: Nino Oppio e la Sfinge, 24.6. ROCCATI C.: Il cantico del Sud, 40.2 Cengia di Ball, 27, 28. GAROFANO M. e ROCCATI C.: Arrampicata e ROSSA S.: Guido Rossa, mio padre, 19.1. Raggi di sole alla Cengia di Ball, 28. litologia, 55.1. ROSSETTI A. e FIACCHINI D.: Il ritorno dei grandi Alla fine del Valón, 29. GHERARDINI F.: Fiori in quota oltre i 2200, 84.6. mammiferi, 86.6. Pordón, 29. GIONCO F.: In Cordillera Blanca, 38.1. ROSSI S.: La foresta boreale, 68.6. Inizio del Valón, 30. GIULIBERTI M.: Khan Tengri, 54.3. SALSA A.: Alpinismo e società, 18.1. “Vant”superiore, 30. GIULIVO I. e BADINO G.: La Cueva de los Cristales SALSA A: Relazione morale del Presidente Generale, Ultimi metri prima della cima, 31. Naica, 74.6. 1.3. In cima, 31. GOGNA A.: Air, 40 anni dopo, 52.2. SANTIN L.: ...e per finire la parola a Kugy, 20.6. Monte Argentella, 32. GUASTALLI E. e BEDOGNI V.: Cordini per alpinismo, SANTIN L.: Julius Kugy scrittore, 18.2. Il profilo del Castello fa da sfondo a uno sciatore, 33. 72.1. SANTIN L.: Julius Kugy, 23.1. Immagine patagonica del tratto precedente la cima GUIDETTI S.: Concorso fotografico del CAI Centrale SANTIN L.: Kugy e la guerra, 20.5. del Pizzo Berro, 33. 2007, 43.3. SANTIN L.: Kugy, Vittorio Sella, 26.3. La discesa del canale est di Pizzo Tre Vescovi, 34. GUIDETTI S.: Concorso fotografico del CAI Centrale SANTIN L.: La “dimora dell’anima” di Kugy, 23.4. Salita alla Cima Nord, 35. 2007, 45.2. TARDITO A.: Ponte di Muro, 59.6. Valle di Panico, 35. GUIDETTI S.: Concorso fotografico del CAI Centrale TINZONI S.: La “Argeo’s Charter”, 1.4. Panoramica della salita al Monte Bove Nord, 35. 2007, 47.4. TITTON M.: I caschi da alpinismo, 78.5. Neve al versante est del Monte Priora, 36. GUIDETTI S.: Concorso fotografico del CAI Centrale VALSECCHI R.: Monte Pilastro, 66.4. Verso il canale di San Lorenzo, 36. 2007, 43.5. VITALE, BACCHIANI, CANETTA: Monti Urali, 60.3. Nei pressi del Rifugio Zilioli, 37. GUZZARDI G.: Monti Sibillini, 48.3. La linea di cresta che chiude il Ghiaione sud-est, 37. LARCHER R., ORLANDI E. e LEONI F.: Paine el RUBRICHE Il Fosso di Colleluce e l’Infernaccio di Pianelle, 37. gordo, el flaco y l’abuelito, 50.5. Lettere alla rivista, 6.1, 12.2, 8.4, 8.5. Occhi peruviani, 38. LEONI F., LARCHER R. e ORLANDI E.: Paine el Sotto la lente, 8.1, 16.2, 8.3, 14.4, 12.5, 8.6. Incontri durante il Trekking di Santa Cruz, 38. gordo, el flaco y l’abuelito, 50.5. Monte dei Cappuccini, 70.1, 78.2, 70.3, 76.4, 76.5, Puja gigante nel deserto Andino, 38. MAININI G. e RENZI P.: Sui Monti Sibillini, 32.1. 82.6. Momenti di emozione sulle nevi peruviane, 39.

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LR_1_2009 CROMALIN.indd 85 12-01-2009 12:08:54 L’Alpamayo, 39. Salita su ghiacciaio in Valpelline, 10. Aroua, Torre Zeni, 53. Nevi sulla Cordillera Blanca, 40, 41. Kugy e Corsi, 18. Arasko, scalata alla gran duna, 54. Trekking al ghiacciaio Pastoruri, 40. Kugy a Valbruna, 18. Djado, torre di Orida, 54. In vetta al Pisco prima della grande discesa, 41. Kugy, Croux. Zurbriggen e De Amicis, 19. Verin sulla terza lunghezza della Teneré Crack, 55. Sulla vetta del Nevado Pisco, 41. Il Jôf Fuart, 19. Grand in Bodenam da Sud a Sud Est, 56. Testata dell’Alta Val Nure, 42. Il castello di Miramar con le Alpi, 20. Tramonto sulla Torre di Orida, 57. Sentieri ombreggiati tra il M. Osero e il M. Aserei, 42. La parete nord del Montasio, 20. Grand in Bodenam, 57. La testata dell’Alta Val Nure appena a sud del Monte Kugy e Lager e una nipote, 20. La via Motti-Grassi a Rocca Sbarua, 58. Osero, 43. Humar sulla cresta est dell’Annapurna, 22. Diedro del Mistero, 58. Segnaletica nei pressi di Ciregna, 43. Humar alla parete sud dell’Annapurna Est, 22. Il traverso sotto il pancione di CAVALCARE LA Verso il Passo del Mercatello, 43. Via aperta da Babanov e Kofanov al pilastro ovest TIGRE, 59. Il controllo del Passo del Mercatello, 44. del Jannu, 23. L’Aguglia di Goloritzè, 59. I prati sommitali del Carevolo, 45. Babanov in arrampicata, 23. La LACEDELLI GHEDINA alla Cima Scotoni, 60. Franco all’arrivo al Rifugio Stoto, 45. Edmund Hillary, 23. Verdon. La fessura di “Necronomicon”, 60. Cuscino di Cerastio utriense, 46. La Rocca di Piancavallo, 24. La via CASTIGLIONI DETASSIS alla Brenta Alta, 61. Santuario di N.S. di Acquasanta e parte iniziale del Cima Clapet, 24. Genepi, 62. Sentiero, 46. Cima Brenta, 25. Il Rif. Ponte di Ghiaccio, 63. La , 47. Cima Molveno, 25. Il Rif. Ponte di Ghiaccio fino al 1975, 64. La Punta Pietralunga, 47. Primo Apostolo, 25. Messner, Kammerlander con la signora Maria e il Guglieri durante la realizzazione della segnaletica, 47. Quota 2367, parete nord, 25. figlio Thomas, 65. Sentiero dalle Cave alla Roccia Belvedere, 48. Luca Zardini, 27. L’edificio con il gruppo del CAI Fiume, 65. La Cappellina sul Costolone Baiardetta, 48. Angelika Rainer, 27. La vetta del Monte Chaberton, 66. Il “becco d’anatra” sul Costolone Biardetta, 49. Il Rifugio dei Forni al tramonto, 28. Veduta esterna della batteria, 66. Le Cenge della cresta settentrionale del Costolone Il Ghiacciaio di Forni, 28. Le torri dello spalto, 67. Baiardetta, 49. Cima Taviela e le Cime di Pejo, 29. La galleria principale, 67. Incontri nella valletta di Callejon Huaylas, 50. Inizio della diagonale nella parte centrale della salita, Il corridoio principale della batteria, 67. Veduta panoramica con il tracciato della salita, 50. 29. Il sorgere del sole, 68. Cerro De Censi e Cerro Esino, 51. In discesa lungo i pendii della parte centrale, 30. Cristalli di ghiaccio, 68. I bambini di Copa Cico, 51. Meraldi guida il gruppo al Monte Sobretta, 30. La rampa di discesa al livello 2, 68. Tramonto dal Campo Amici, 52. La corda doppia attrezzata per scendere nel Veduta d’insieme della galleria principale, 69. Salendo alla cima, 52. canalino, 30. Porta di accesso al collegamento, 70. L’ultimo pendio sotto la cresta della vetta, 53. Sotto le seraccate della parte centrale, 31. Uscita sul versante est, 70. La meta non raggiunta, 53. Cima di Pejo, 31. L’ingresso della grotta, 71. Il Campo Amici, 54. Cornice al Little Sifton Col, 32. Le gallerie Motobecane che portano verso In vetta al Cerro Esino, 54. Strani incontri a Field, 32. l’Armagheddon, 71. 74. Luca Fida sulle pareti del Finalese, 55. Polvere all’Ursus Minor Bow, 32. Risalita di un ambiente del settore Afrika, 72. , 55. Bow Lake, 33. Scorcio delle gallerie Rosso del Barba, 72. La parete striata di calcare del Muzzerone, 56. Field welcomes you, 33. Immagine satellitare del triangolo lariano, 72. Calcari del finalese, 56. Salendo al Little Sifton, 33. Vista di un lato della sala del Nodo, 73. Arrampicata a Punta Manara, 57. Num-Ti-Jach Lodge, 34. Veduta generale del Forte di Bard, 80. I conglomerati del Reopasso, 57. Icefield Park way, 34. L’ascensore che collega i vari livelli, 80. Guglia di protogino al du Tacul, 57. Il Rifugio Coppo dell’Orso, 36. Allestimenti interni del Museo, 81. Sulle rocce del Gruppo di Voltri, 58. Verso il Coppo dell’Orso, 36. Sezione di stalagmite, 82. Roccati su un passaggio “poppins” su rocce Nella Valle del Tasseto, 36. Prelievo di campioni di concrezioni calcaree, 82. serpentiniche, 59. Panorama sul Monte Marsicano, 37. Ol Donio Lengai, 85. La galleria che scende al primo sifone, 60. La cresta di Capra Giuliana. 37. Sul Col Cornier-Montagna dei Ragazzi, 86. Speleo-subacquei davanti all’ingresso della grotta, 60. Verso il Monte Breccioso, 37. Corno Occidentale, 88. La galleria fossile, 61, 62. Verso Schiena d’Asino, 38. Corno Occidentale e Centrale, 89. Concrezioni subacquee, 61. Sulla Serra Lunga, 38. Pannello didascalico del Sentiero Geologico, 89. Il bozzetto di Cassinelli, 63. La Fonte Astuni, 38. Moore “Reclining figure”, 63. Salendo al Monte Serrone, 39. Maggio – Giugno Altra immagine del bozzetto di Cassinelli, 65. Verso sud, 40. Pluviometro, e la nuova capanna Marco e Rosa, 6. Giuria e autori premiati, 68. Montel al Pulo di Altamura, 40. Pluviometro con, a sinistra, la vecchia capanna Pignalosa raccoglie campioni sul massiccio del Pierpaoli a vista sulle gravine, 40. Marco e Rosa, 7. Sempione, 76. Montel su Interstellar Overdrive, 41. Tecnici di ARPA al lavoro, 7. Passo del Sempione e Monte Leone, 77. Simeone “Disgaggio” Dissoni a Laterza, 41. Alessandro Beltrami, 12. Foto di gruppo delle Apuane, 77. Fida sfida la gravità ad Altamura, 42. La parete nord del Fitz Roy, 12. Attività in aula e all’aperto nel Corso Nazionale di Felix a vista al Pulo di Altamura, 42. Il gruppo del Torre, 13. aggiornamento per operatori TAM, 79. Fida a vista nella gravina di Statte, 42, 44. Il Sergent, 14. Accoglienza scozzese ai congressisti, 80. La chiusura di Fida, 43. Punta Bertani, 14. Lhotse, 81. Pierpaoli al tramonto sulla roccia di fuoco, 43. Monte Matto, 14. La chiesa di San Rocco in inverno, 82. Rossella “Roxy” Burroni sulle bianche torri in gravina, Monte Camoscere, 14. La frazione Laghetto ed il Monte Legnone, 83. 44 Cima Ultimo Spirito, 15. Il Laghetto di Piona, 83. Gravine..... un’oasi unica, 44. Rochèta de Ruiobes, 15. Il lago, lungo il Sentiero dei Forti, 83. Il ghiacciaio della Tribolazione, 45. Monte Peralba, 15. La panoramica chiesetta di San Rocco di Dorio, 84. La Val Cedec e il ghiacciaio dei Forni, 45. Stella Marchisio, 16. Il gruppo di Mischabel e il laghetto presso Christian Core, 16. Marzo – Aprile Kreuzboden, 45. Il Gasherbrum IV, 20. Salita in cresta alla cima La Vierge, 6. Cime della Valle Leventina, 45. Il muro di ghiaccio sulla seraccata degli Italiani, 20. Salita su cresta in Valpelline, 6. Salendo al Col de l’Eveque, 45- Il Campo III, 21. In salita verso l’Eveque, 8. Salita al Monte Leone, 45. La piramide finale, 21. Discesa in Valpelline, 8. Djado, alba nei pressi del campo, 52. Sulla cresta NE, 22. Salita verso la Palla Bianca, 9. Alba sui monti di Aroua, 52. Riccardo Cassin, 22. In salita verso la Punta Marcel Kurz, 9. Aroua, cima Sud Est, 53. , 22.

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LR_1_2009 CROMALIN.indd 86 12-01-2009 12:08:55 Carlo Mauri, 23. Centrale eolica di Accadia, 65. La cima della Furcia Rossa, 42. Difficili passaggi in misto e roccia, 24. Aerogeneratore, 65. Il Monte Castello, 43. Vittorio Sella, 26. Costruzione del basamento in cemento armato per Sul sentiero della Pace, 43. Il Monte Rosa con il Gornergletscher, 27. aerogeneratore, 67. Alba dal Bivacco della Pace, 44. Julius Kugy, 27. La casa delle maestranze boeme dell’Antica Vetreria, Dalle postazioni del M. Vallon Bianco, 44. Albert Bois de Chesne e Julius Kugy, 28. 72. Ricovero a Monte Castello, 45. Lo stambecco, 30. La sede dei corsi 2008, 72. Il Monte Castello, 45. Il Duranno visto dal Sentiero “Osvaldo Zandoneta”, La classe al forno, 73. Tofana di Rozes, 45. 30. Galanterie di cristallo delle Vetrerie di Carisolo, 74. Crocus al disgelo, 47. Cima dei Preti e Punta Comòl, 31. Villa Rosa, 74. Volpe nel Parco del Gran Paradiso, 47. Sulla cresta erbosa che conduce alle Pale dell’Aio, 31. Segnaletica dei sentieri del Triangolo Lariano, 80. Farfalla su stella alpina, 47. Il Duranno visto dal Monte Cornetto, 31. Sul crinale del Monte Barro, 80. Due farfalle in accoppiamento, 47. Il versante Sud del Duranno, 32. Veduta dei Corni di Canzo, 82. Tarantola, 47. Sul canale terminale di Cima Duranno, 32. Il Corno occidentale, 82. Cucciolo di leopardo delle nevi, 47. Le Madonnete, 33. Arêches, 52. Il camino terminale di Cima dei Frati, 33. Luglio – Agosto Pascoli al Col du Pré, 52. Punta Compòl e Cima dei Preti, 34. L’effetto del riscaldamento globale, 12. Plan Villard e Pierra Menta sullo sfondo, 52. Cima dei Frati, 34. I ghiacciai dell’Antartide, 12. Lungo la via ferrata al Roc du Vent, 53. Cima Laste, 35. La parete della Coppa del Mondo Velocità a Trento, 16. Passaggio dei concorrenti in vetta alla Pierra Menta, Visione d’insieme del versante NO di Cima Leitosa, Elena Chiappa, 16. 53. 36. La portaledge utilizzata alla Torre del Paine, 18. Lac Brassa e Pierra Menta, 54. Grassi su “Le nebbie di Avalon”, 37. Via aperta dagli italiani alla Torre del Paine, 18. Lac Tournant, 54. Grassi in doppia, 37. La parete nordovest del Cerro Piergiorgio, 18. Verso il Grand Mont, 54. Sul 2° tiro di Gemma Fortuna, 38. Cesarino Fava, 18. Il Rifugio Arolles, 55. Blatto sulla Via Meneghin, 38. Il Cerro Escudo, 19. A Plan Villard, 55. Blatto sullo spigolo NO della Punta Centrale, 39. Sulla cima de la Silla, 20. Beaufort, le “Prince des Gruyeres”, 55. Cresta della Cittadella, 40. L’acuminata guglia del “Dente di Ligonto”, 21. Il Monte Bianco, 56. Blatto su “I bastioni di Maracaibo”, 40. La parete nord del Monte Lastroni, 21. L’Alpage Treicol, 56. Le vie sul Torrione del Gallo, 40. Il Torre della Cresta di Mezzo, 22. Verso Mirantin, 56. Primo e Secondo Torrione della cresta NO, 42. Il Torre della Madre dei Camosci, 22. Il Campo Base, 57. Quota 2550 della cresta NO, 42. La “Piccola Sfinge”, 22. Karka e Quinto Peak, 57. Panorama della Roda di Vael, 43. Claudio Magris, 23. Sul seracco del Karka, 57. Alta Valtrebbia, 43. Julius Kugy, 23. Somerset Ski Club Peak, 58, 60. Sassolungo e Sassopiatto, 43. Monte Nevoso, 24. Sulla nord del Somerset Ski Club Peak, 58. Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Kugy a Valbruna, 24. Il Karka Peak, 58. 43. Il Tricorno, 25. Colle della Truna, 59. Val Duron, 43. Incisione ottocentesca raffigurante le Rojenice, 25. Sul seracco del Karka, 59. Monte Piglione, 43. Da “The Beckoning silence”, 26. Cima Alpinisti Vicentini, 59, 61. Il solco della Val d’Ambro e il Pizzo Balzo Rosso, 48. Da “Au delà des cimes”, 27. Karka Peak, parete nord, 60. La cascata del Rio nella Valle di Tenna, 48. Silvia Vidal, 27. Agha Khan Peak. 60. Il lago di Pilato, 48. Hansjog Auer, 27. Quinto Peak, 61. Il versante sud del Monte Vettore, 49. Da “Au delà des cimes”, 28. Sul Karka, 61. Il versante est del Pizzo del Diavolo, 49. Remy Tezier, 28. Chendu, 62. La grotta dei Frati, 50. Da “4 Elements”, 28. Passaggio dal torrente nella valle del Ting Chu, 62. Ambiente selvaggio nella Gola del Fiastrone, 50. Da “Il neige à Marrakech”, 30. Un colle a 4750 metri, 63. Nella Gola dell’Infernaccio, 51. Alexander Ochinstinov, 30. Il lago Xinluhai, 64. La parete del Monte Priora sulla Val di Tenna, 51. Marchi, Destivelle e Mazeaud, 30. Chola Shan, 65. Acque di Val di Tenna, 51. Pavel Shabalin, 31. Arrivo al villaggio di Xiega, 65. Salti d’acqua del torrente Ambro, 52. Zandonella, Nichetti e Golin, 31. Valle di Prada, 66. L’eremo di San Leonardo, 52. Il Rifugio Gattascosa, 32. Porta di Prada, 66. Ponticello sul Fiume Tenna, 53. La valle Bognanco, 32. Monte Pilastro, 67. Il campo base, 54. Laghi Tschawiner, 33. Cresta di Piancaformia, 67. Il Khan Tengri, 54. Stalla sotto un grosso masso, 33. San Pietro di Ortanella, 68. Sul ghiacciaio Engilcek, 55. Il trittico del Sempione, 34. Il Frate e la Monaca, 68. Verso il Campo II, 55. Laghi di Campo, 34. Pizzo d’Eghen, 68. Sulle prime corde fisse, 56. Passo di Pontima e Pizzo Andolla, 34. Palagia e Pilastro, 69. Verso il campo III, 56. I tre laghi di Paione, 35. Rifugio Bogani, 70. Nella truna del campo III, 56. Salendo verso l’oratorio di San Bernardo, 36. Monte Croce, 70. Fredda alba sulla cresta Ovest, 57. Uno dei tre laghi di Campo, 36. La faglia del PE10, 71. Traverso verso il gran couloir, 57. Il bivacco Marigonda, 36. La Forra dei Poeti, 72. Nel gran couloir, 58. Verso il Passo di Fornalino, 37. La Galleria DC, 72. Giuliberti e Mosca, 58. Alpe Vallaro, 37. La Locanda del Bucaniere, 73. Sulla cresta finale, 59. Il rifugio Alpe Laghetto, 37. Parete nord della Presanella, 78. In vetta, 59. Rifugio d’Enza, 38. Un casco dopo un impressionante volo, 80. Case e servizi igienici alla Base Zhelannaia, 60. Sulla nord della Presanella, 38. Sci ripido, 83. Ambiente di tundra con fioritura di Epilobi, 60. La bastionata nord della Presanella, 38. Momenti della salita, 84. Stivali e copricapo con zanzariera: elementi Cordate sull’attacco della nord Presanella, 39. Gruppo di ragazzi presso la croce in vetta, 85. essenziali per escursioni in ambienti di tundra, 61. Nella parte centrale della parete Nord, 39. Colate di fango in Val di Blenio, 86. Le case della Base Zhelannaia con sovrastante zona Parte centrale di “Hasta Luego Eika”, 40. Il villaggio di Goldau, 86. di miniera, 62. Sui primi tiri della cresta NE, 40. Frana di ghiaccio, 87. Camion Ural, 62. Verso la Bocca d’Amola, 40. Gallo cedrone, 88. Il “primo” Tuckett, 63. Chiesa sulla parete nord, 41. L’habitat ottimale del Gallo cedrone, 88. I due rifugi attuali, 64. La bastionata nord della Presanella, 41. Femmina di cedrone, 88. Il Rifugio con la Vedretta di Brenta, 64. Baraccamenti di Monte Castello, 42. L’arena di canto principale, 89.

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LR_1_2009 CROMALIN.indd 87 12-01-2009 12:08:55 La portaledge utilizzata sulla Torre del Paine, 90. Larcher sul quarto tiro, 51. Novembre - Dicembre Bivacco ai tempi di Whymper, 91. Leoni sul nono tiro, 51. La sede della “Comunità Fraternità” di Ospitaletto, Rilevatore in azione, 92. Casa dolce casa, 52. 14. Vista sulle Grigne e Corni di Canzo, 93. Larcher sul 17° tiro, 52. “Ciaspolata” ai Campelli, 14. Bambini sui prati di Prim’Alpe, 93. Il vuoto sopra il campo dei Trombettieri, 53. Grotta del Frassino con la Sottosezione del CAI di La fontana e il tiglio di Second’Alpe, 94. Larcher sul 20° tiro, 53. Casorate Sempione, 17. Verso il Rifugio Grassi, 94. Leoni e Orlandi salgono lungo le fisse, 54. “Buco della Carolina”, 18. Leoni, Orlandi e Larcher in vetta, 54. Attività con il Gruppo AG di Melzo a Traversella, 18. Settembre - Ottobre Larcher con il gagliardetto delle Fiamme Oro, 54. Passaggio all’interno della Grotta del Frassino, 18. Escursione nel gruppo dell’Adamello, 6. Adios Torre Central!, 55. Kugy, 20. L’esilio di Dharamsala, 8. Tracciato e relazione della via, 55. Kugy con amici triestini a Valbruna, 20. Il Broad Peak in inverno, 14. Orlandi sull’11° tiro, 55. Kugy con la pianista Simoni, 22. Moro e Qudrat, 14. Stambecco al Colle della Piccola, 56. Kugy con la governante Malalan, 22. Dave Lucas, 15. Colle perduto tra Levanna orientale e Levannetta, 56. Nino Oppio, 24. Sul settimo tiro della Via Aria Salata, 15. Lago del Dres, 56. Punta della Sfinge, 24. Il Golden Sentinel, 15. Le tre Levanne, 57. Ichimura in arrampicata su Slovak, 26. La parete Nord del Cimon della Pozza, 16. Il pianeggiante e tranquillo Glacier des Sources de Gli apritori di Climbing is believing, 26. Via “L’Alfa e l’Omega”, 16. l’Arc, 57. Ichimura sul 16° tiro di Climbing is believing, 26. Via “Generazioni”, 16. Dune glaciali del Col du Grand Mean, 57. Di Batista nella prima ripetizione di Season of the Versante sud della Torre Cridola, 17. Il Col de Trieves e il Gruppo della Vanoise, 59. Sun, 27. Versante meridionale della Torre Molaro, 17. Colle delle Lose, 60. Scorcio sulle pareti della Brooks Range, 27. La parete Sud della Torre Spinotti, 17. Scendendo dal Colle delle Lose, 60. La parete occidentale del Sasso Piatto, 28. Coppa Italia nel Boulder Park di Gandino, 18. Il campanile della chiesa dei SS. Ermagora e Il tracciato della via “Il Volo del Cuculo”, 28. Anna Stöhr, 18. Fortunato, 61. La Torre della Scortegade, 29. Kugy sulla Cengia degli Dei, 20. Dal Colcervèr vista verso la Gardesana. 61. La parete Nord-Ovest della Cima dei Camosci, 29. La Scotti Hütte, 20. L’ingresso in paese per il vecchio sentiero, 62. La Torre Nord di Punta Cereda, 29. I ruderi di casa Oitzinger, 21. Le vecchie stalle, 62. David Lama, 30. Cima Burgruine, 22. Le case di Colcervèr e il San Sebastiano, 63. Gabriele Moroni, 31. La strada militare del Vrsic, 22. La Capanna Margherita, 64. Per l’accoglienza dei piccoli pennuti, 34. Ursula Pitzer con il marito, 22. La regina Margherita con il suo seguito al Colle del Liesinger Hochalm, 34. Maquillage ai piedi prima della partenza, 24. Lys, 64. Sui versanti settentrionali del Runseck, 34. La Bordierhütte, 24. La nuova Capanna Margherita, 65. Obergailer Alm, 35. Stecknadelhorn, Nadelhorn e Lenzspitze, 25. L’ampliamento del 1898 con la costruzione della Discesa in neve fresca, 35. Prime luci sulla cresta del Durrenhorn, 25. torretta, 65. Baite dei Seitenwiesen, 36. Passaggi aerei verso il primo 4000 della traversata, 26. Momenti della costruzione della nuova capanna, 66. Sui pendii dell’Auf der Mussen, 36. Il Riedglescher, 26. Attrezzature scientifiche, 66. Salendo al Mussenhohe, 37. Verso il gendarme del Nadelhorn, 27. Il primo laboratorio scientifico, 66. Il crocifisso dell’Oberrasterhalm, 37. La cresta del Galenjoch, 27. Esperimenti scientifici effettuati presso la Capanna La stradina dell’Obergailer Tal, 38. In arrampicata su roccia grigia, 28. Margherita, 67. Salita all’Obergailer Joch, 38. Il tiro di chiave in traverso di VII, 29. La conca di Piaggiabella, 68. La piccola Bodenhütte, 38. Sul primo tiro, 30. Trasporto dell’infortunato con barella, 68. La capanna della Nostra Alm. 39. Il pilastro centrale della parete Sud, 31. La barella con l’infortunato esce dalla Carsena del Arrivo all’Oberrasterhalm, 39. Piz Popéna e Monte Cristallo, 32. Pas, 69. Discesa a telemark in neve fresca, 40. Alpinisti sulla Cengia Inferiore, 33. Il trasporto in barella richiede molti operatori, 69. Veduta verso le Alpi Carniche, 40. Marcell Jankovics, 33. La capanna Saracco, 70. Cima del Grifitzbichl al tramonto, 40. Val Fonda e Monte Cristallo, 34. Spedizione Dainelli al Karakorum, 71. Salita verso la Mahdalpe, 41. Cristallo e Lago di Landro, 34. Jannu e il suo ghiacciaio occidentale, 72. Panorama sui Monti di Volaia, 41. Strada d’Alemagna, 35. Séracs du Glacier du Géant, 72. Arrivo al Passo Gardetta, 42. Cristallino e Monte Cristallo, 35. Il Cervino, 73. Salita al Passo Gardetta, 42. Il piccolo cimitero di Passo Tre Croci, 36. Cella di carico con step di lettura, 78. Verso il Rifugio Gardetta, 43. Il Sorapiss, 37. Struttura connessa al pavimento a nido d’api, 78. Inizio strada Colle della Cavallina, Colle di Sampeyre, Cippo alla memoria del sottotenente Camillo Masset, Apparecchiature per le prove di assorbimento di 44. 37. energia di impatto, 78. Vetta del Cugn di Goria, 45. Il Passo del Cristallo, 38. Percussore sferico in acciaio, 78. Panoramica dal Passo Gardetta, 45. Lungo la Cengia Superiore, 38. Testa di prova in legno, 78. Quasi in vetta alla Punta d’Arbola, 4. Passaggio per arrivare sullo spigolo S del monte, 38. Sistema di guida con tubo in PVC, 79. Sul ghiacciaio dell’Aletsch, 46. In cresta, sopra il “Bastòn del Ploner”, 39. Tiranti che permettono di mettere in asse il tubo Dalla Galisia, sullo sfondo il Cervino, 47. In discesa verso il Passo del Cristallo, 39. guida, 79. Vedute della traversata nell’Oberland Bernese, 48. La carovana del CAI si muove, 40. Posizionamento della sfera per la caduta libera sul Il Bivacco Sperti, 50. Montea, veduta generale, 40. punto d’impatto, 79. La Valle dell’Ardo, 50. Su per il crinale di vetta, 40. Momento dell’impatto, 79. La Gusela all’alba, 51. L’arco naturale nel monolito di Pietra Portusata, 41. Sistemazione del casco sulla testa di prova, 81. Le Pale di San Martino, 51. Loricati e faggi, 41. Vetrine con i reperti dell’Età del Bronzo e del Ferro, Il Burel, 52. Il Dito del Diavolo, 42. 84. In arrampicata sugli ultimi tiri della via “Cusinato- Cime di Montea, 42. Ingresso al Museo, 84. Rossi”, 52. Il monte dell’Arca, 43. Vetrine dell’Area Etnografica, 84. La Talvena, 52. Nevado Artesonraju, 43. Larici e abeti, 86. Pietro in arrampicata sulla Gusela, 53. Pietra ed acqua dal Montenegro, 43. Ranunculus Glacialis, 87. La Gusela del Vescovà, 53. Lago Rosa, 43. Lo Z8, 6050, 89. La parete sud dello Schiara, 54. Alba sulla Vignemale, 43. Monte Legnone, 91. Il traverso del secondo tiro, 54. Ruwenzori, tra pioggia, fango e sudore, 43. Il Resegone al tramonto, 92. La Gusela del Vescovà al tramonto, 55. Preparando il materiale, 50. Veduta della Grigna Meridionale, 92. Il tracciato della via “Cusinato-Rossi”, 55. Larcher e Leoni, 50. Il monte Serva, 55. La parete Est della Torre Centrale del Paine, 50. Sulla “Traversata degli dei”, 56.

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LR_1_2009 CROMALIN.indd 88 12-01-2009 12:08:55 Camosci (Cima dei), 29.6. Nadelgrat, 24.5. Sulla traversata Hinterstoisser, 56. Canzo (Corni di), 82.3. Nibbio (Corni del), 92.6. Il “Budello di ghiaccio”, 57. Canzo, 88.2. Nure (Val), 42.1. I pendii sopra le fessure terminali, 58. Castel Manardo (Monte), 34.1. Obergailer Alm, 35.6. Nella "Rampa", 58. Castello (Monte), 42.4. Orso (Grotta dell’), 60.1. Le Crete di Gleris, 59. Cedec (Val), 45.2. Panico (Valle di), 35.1. Il Zuc dal Bor, 59. Cengalo (Pizzo), 64.6. Pejo (Cima di), 28.2, 29.2. La parete Pègaso, 60. Cengia di Ball, 27.1. Pelmo, 26.1. Il Canale Solero e il Torrione Tardito, 60. Cereda (Punta), 29.6. Peralba (Monte), 15.3. Pizzo Badile, 63. Cervino, 47.6. Piancaformia (Cresta di), 67.4. Cima di Zocca, 63. Chaberton (Monte), 66.2. Piancavallo (Rocca di), 24.2. Punta Allievi, 63. Cimon della Pozza, 16.5. Pierra Menta, 53.4. Pizzo Cengalo, 64. Clapet (Cima), 24.2. Pietralunga (Punta), 47.1. , 64. Colcervèr, 61.5. Piglione (Monte), 43.3. Sasso Manduino, 66, Como (Lago di), 92.6. Pilastro (Monte), 66.4. Punta della Sfinge, 66. Comòl (Punta), 31.. Piona (Laghetto di), 83.1. Cavalcorto, 67. Costolone Baiardetta, 48.1. Plan Villard, 52.4. Pizzo Badile, 67. Cristallo (Monte), 32.5. Ponte di Ghiaccio (Rifugio), 62.2. La foresta boreale, 68. Croce (Monte), 70.4. Ponte di Muro, 59.6. Renne nella stagione fredda, 69. Croda del Porton, 12.1. Pontima (Passo), 34.4. Veduta invernale di una radura paludosa, 70. Dente di Ligonto, 21.4. Prada (Porta di), 66.4. Primi lavori al Col dei Pass, 71. Diavolo (Pizzo del), 49.3. Prada (Valle di), 66.4. Stato dei lavori all’inverno 1947/48, 72. Duranno (Monte), 30.3. Presanella, 38.4, 78.4. Direzione lavori alla costruzione del Rifugio, 72. Duron (Val), 43.3. Preti (Cima dei), 31.3. Bruto Carestiato, 72. Durrenhorn, 25.5. Priora (Monte), 36.1, 51.3. Il nuovo Rifugio Carestiato, 73. Eghen (Pizzo d’), 68.4. Resegone, 92.5. Inaugurazione del Rifugio, 73. Eiger, 56.6. Riedgletscher, 26.5. La Sierra Naica, 74. Eveque (Col de l’), 45.2. Rochèta de Ruiobes, 15.3. Attacco naturale su mega-cristallo, 74. Eveque, 8.2. Roda di Vael, 43.3. Catena di pompe e centrale elettrica, 74. Fasce (Monte), 55.1. S. Marino (Pale di), 51.6. Penelope Boston, 75. Fornalino (Passo di), 37.4. Sasso Piatto, 28.6. Al centro della sala principale, 75. Forni (Ghiacciaio dei), 28.2, 45.2. Sassolungo, 43.3. Zone della grotta, 76. Forni (Rifugio dei), 28.2. Schiara (Gruppo della), 50.6. Cristallo sospeso nell’aria, 77. Frassino (Grotta del), 17.6. Sella (Rifugio). 63.3. Massimo Mila, 82. Frati (Cima dei), 34.3. Sempione (Massiccio del), 76.1. Merenda di Natale a Haganes, 83. Gennargentu, 84.4. Sergent, 14.3 La Campanula di Moretti, 84. Glacier des Sources de l’Arc, 57.5. Serra Lunga, 38.2. La Duglasia vitaliana, 85. Gran Paradiso, 56.5. Serrone (Monte), 39.2. L’Androsace multiflora, 85. Gran Sasso (Parco Nazionale del), 43.3. Serva (Monte), 55.6. La Campanella nana, 85. Grand Mean (Col du), 57.5. Sfinge (Cima della), 13.1. La Primula vischiosa, 85. Grifitzbichl (Cima del), 40.6. Sfinge (Punta della), 24.6, 66.6. Camoscio appenninico, 86. Grigna Meridionale, 92.5. Sibillini (Monti), 32.1, 48.3. Cervo europeo, 86. Grignetta, 91.6. Sorapiss, 37.5. Veduta delle guglie della Grignetta, 91. Jôf Fuart (Gruppo dello), 19.2, 22.4. Taviela (Cima), 29.2. Il Bivacco Ferrario in cima alla Grignetta, 91. Kurz (Punta), 9.2. Tofana di Rozes, 45.4, 28.5. I Corni del Nibbio, 92. La Vierge (Cima). 6.2. Trenta (Val), 23.1. Veduta del Lago di Como, 92. Laga (Monti della), 43.3. Tribolazione (Ghiacciaio della), 45.2. Il Monte Medale, 93. Laquinhorn, 34.4. Tricorno, 24.1, 25.4. Laste (Cima), 35.3. Trieves (Col de), 59.5. INDICE DEI LUOGHI Lastroni (Monte), 21.4. Tuckett (Rifugio), 63.3. IN ORDINE ALFABETICO Legnone (Monte), 83.1, 91.5. Urali (Monti), 60.3. Aletschorn, 48.6. Leitosa Cima), 36.3. Vallelonga, 36.2. Allievi (Punta), 63.6. Leone (Monte), 77.1, 45.2, 33.4. Valpelline, 8.2. Alpe Laghetto (Rifugio), 37.4. Lesachtal, 34.6. Valtrebbia, 43.3. Alpe Vallaro, 37.4. Leventina (Valle), 45.2. Vanoise, 56.5. Alpi Carniche, 40.6. Liesinger Hochalm, 34.6. Vermiglio (Cima), 38.4. Andolla (Pizzo), 34.4. Lis Codis (Cima de), 13.1, 22.5. Vettore (Monte), 37.1, 49.3. Ararat (Monte), 43.5. Lose (Colle delle), 60.5. Vignemale, 43.5. Arbola (Punta d’), 46.6. Lys (Colle del), 64.5. Volaia (Monti di), 41.6. Ardo (Valle dell’), 50.6. Maddalena (Cima), 16.5. Weissmies, 34.4. Arêches, 52.4. Maira (Val), 42.6. Zilioi (Rifugio), 37.1. Argentella (Monte), 32.1. Manara (Punta), 57.1. Zocca (Cima di), 63.6. Arianna (Torre), 12.1. Marsicano (Monte), 37.2. Badile (Pizzo), 63.6, 67.6. Martin (Punta), 47.1. Altri luoghi Barro (Monte), 80.3. Matto (Monte), 14.3. Agha Khan Peak (Pakistan), 60.4. Bertani (Punta), 14.3. Medale (Monte), 93.6. Air (Niger), 52.2. Blenio (Val di), 86.4. Mischabel (Gruppo di), 45.2. Alpamayo (Perù), 39.1. Bognanco (Valle), 32.4. Molveno (Cima), 25.2. Alpinisti Vicentini (Cima - Pakistan), 61.4. Bordierhütte, 24.5. Montasio (Gruppo del), 20,2, 22.4. Ande Peruviane, 50.1. Bove (Monte), 35.1. Monte Bianco, 56.4. Annapurna (Nepal), 22.2. Breccioso (Monte), 37.2.. Monte Nevoso, 24.4. Antartide (Ghiacciai), 12.4. Brenta (Cima), 25.2. Montea, 40.5. Bear’s Tooth (Cima - ), 27.6. Burgruine (Cima), 22.5. Mussa (Pian della), 4.1. Bow Lake (Canada), 32.2. Camoscere (Monte), 14.3. Muzzerone (Monte), 56.1. Bow Pass (Canada), 32.2. Segue a pag. 92 89

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LR_1_2009 CROMALIN.indd 90 12-01-2009 12:09:03 Informazione pubblicitaria

Le stagioni del lago Trasimeno: Trekking delle Ginestre, Mattine d’estate, Sentieri d’autunno. Camminando tra memorie e desideri

Il lago Trasimeno, con le dolci colline sono già lunghe e il clima giusto, si può coperte di boschi e olivi che lo circondano, iniziare questo vagare lento e curioso con è senz’altro uno degli ambienti più il "Trekking delle Ginestre – Camminate interessanti dell’Umbria. Tutto il territorio nel maggio odoroso", tre fine settimana è coperto da una fitta trama di sentieri, da dedicati a una lunga escursione a tappe antiche strade bianche di collegamento tra che fa il giro dei rilievi e dei piccoli i poderi, orlate da caratteristiche siepi di borghi che contornano il lago. In estate prugnolo, corniolo, biancospino: percorsi si prosegue con "Mattine d’estate al della memoria che portano a chiese di Trasimeno" dieci camminate, tra metà campagna, a torri di avvistamento, a piccoli giugno e fine agosto, alla scoperta di borghi, luoghi colmi di storie, racconti, storie, sapori e sentieri da esplorare. Dopo tradizioni. Ogni stagione dà i suoi preziosi una breve pausa, arrivati all’autunno ci frutti, la primavera ricopre queste colline visite a fattorie e degustazioni, e lì, nei si può dedicare all’olio extra-vergine e al di ginestre dal giallo caldo e rassicurante luoghi dove si custodisce la tradizione, si vino. e dal profumo che stordisce, di cisti possono ascoltare le storie degli uomini Nei primi due fine settimana di novembre multicolori, di prati di eriche che colmano e delle donne che in queste terre vivono si organizza "Sentieri d’autunno", d’olio, di di pace. Camminando intorno al lago, dalla e lavorano. La ruralità diffusa in questa vino, di bosco: sono previste escursioni cima di ogni collina, sbucando da boschi parte dell’Umbria rappresenta la trama sulle colline intorno al lago con soste e di lecci secolari, roverelle, cerri, carpini, che tiene insieme la storia e le narrazioni. degustazioni presso le cantine e frantoi. sorbi, ornielli o dal vicolo o dalla piazzetta Di storia rurale è intessuta la memoria, Nel corso di tutto il 2009, per le diverse di un borgo medievale, si apre la vista sul di tecniche, di oggetti di lavoro, di lotte manifestazioni proposte, è prevista l’offerta lago azzurro e le sue tre isole, Maggiore, di emancipazione, di canti e di racconti. di condizioni molto vantaggiose presso Minore, Polvese, microcosmi da sempre Essenziale, per entrare in contatto le diverse strutture di ospitalità: alberghi, abitati dall’uomo. Tutta l’Umbria è colma di profondo e consapevole con un paesaggio agriturismo, campeggi, villaggi-vacanza, questa misura, di questo equilibrio diffuso, così ricco, è attraversarlo senza fretta, ostelli. di questa bellezza intima, qui se ne può camminando, in una lenta deriva tra cogliere senza dubbio una delle dimensioni storia e natura. Un camminare però che più dolci e aperte. Le qualità dei terreni, dovrebbe qualificarsi non come semplice la loro esposizione, il clima ottimale, esercizio fisico, non solo come avventura hanno da sempre accompagnato l’uomo dei piedi, ma come avventura della mente nella coltivazione della vite e dell’olivo. e delle emozioni, dei suoni e delle parole, Olii e vini di ottima qualità vengono oggi del gusto e dei sapori. Camminare è aprirsi proposti e si sposano con la genuinità di al mondo, a un modo diverso di vedere, altri prodotti tipici come la fagiolina o lo lento e profondo, è porsi in ascolto dei zafferano. Di questi straordinari risultati, suoni che spesso non percepiamo perché frutto dell’incontro felice tra gli uomini e distratti dai rumori artificiali, è inseguire la terra, si può fare esperienza attraverso gli spazi, le forme, i desideri. Per godere di queste atmosfere, per ascoltarne le storie, per fare esperienza della ricchezza Informazioni: dei prodotti agricoli, della bellezza e della CAI – Sezione di Perugia storia millenaria di borghi come Città della Tel e Fax: 0755730334 Pieve, Panicale, Paciano, Castiglione del e-mail: [email protected] Lago, Tuoro, Passignano, Castel Rigone, Magione e Corciano la Comunità Montana Servizio Turistico Territoriale del Trasimeno Trasimeno-Medio Tevere in collaborazione Tel. 0759652484 Fax 0759652763 con il CAI di Perugia propone, nel corso del e-mail: [email protected] 2009, una serie di manifestazioni dedicate Guide in Umbria al trekking. In primavera, a maggio, quando Tel. 0755732933 tutto è colorato e profumato, le giornate e-mail: [email protected]

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LR_01_2009.indd 91 14-01-2009 17:53:48 GennaioFebbraio_2009 19-12-2008 15:27 Pagina 2 GennaioFebbraio_2009 19-12-2008 15:27 Pagina 3

PORTO AZZURRO - CAPOLIVERI CAPOLIVERI MARETTIMO Elba Elba NAREGNO - MARGIDORE - LE CALANCHIOLE Continua da pag. 89 e Portoferraio è il Hotel - Residence e S“capoluogo” Resort “LE ACACIE”: Bradley (Mt. - Alaska), 27.6. dell’Elba, nodo stra- a ridosso del Parco Broad Peak (Pakistan), 14.5. dale e marittimo, Naturale dell’Arcipelago Callejon Huaylas (Valletta di - Perù), 50.1. Porto Azzurro è il cen- Toscano, un’oasi di Chola Shan (Tibet), 65.4. tro storico più carat- verde, sulla spiaggia di Cordillera Blanca (Perù), 38.1. De Censi (Cerro - Perù), 51.1. teristico, con la sua Naregno. Spiaggia pri- Engilcek (Ghiacciaio - Kirghizstan), 55.3. bella piazza, il lungo- vata di sabbia, piscina, Escudo (Cerro - Cile), 19.4. mare, il passeggio, le baby-piscina, idromas- Esino (Cerro - Perù), 54.1. bancarelle, i negozi e saggio-open-air, tennis, Fitz Roy (Argentina), 12.3. un pizzico di allegra scuole sportive, anima- Gasherbrum (Tibet), 20.3. mondanità che non zione, mini-club, junior- Golden Sentinel (India), 15.5. guasta. A pochi passi club, mini-market con Igor Brakk (Pakistan), 11.1. dal centro di Porto rivendita giornali e Jannu (Nepal), 23.2. Azzurro sorge l’Hotel Due Torri, un elegante tre stelle recentemente ristruttu- tabacchi, parcheggi Karka Peak (Pakistan), 57.4. rato. Aperto tutto l’anno, dispone di 26 confortevolissime camere più 4 riservati, scuola diving Khan Tengri (Kirghizistan), 10.1, 54.3. appartamenti con servizi privati, telefono, e vela convenzionati Kilimangiaro (Vetta - Kenia), 12.4. televisore, riscaldamento e aria condizionata. sulla spiaggia. McKinley (Alaska), 26.6. Il ristorante offre una cucina casalinga e Specializzato per bambini e adolescenti, attrezzato per disabili. Miyar Valley (India), 10.1. molto gustosa. Poco più a sud, a 3 Km in loca- L’ALBERGO: camere con telefono diretto, TV sat, ventilatore a soffitto, bal- Nevado Artesonraju, 43.5. lità Naregno, il Residence Elba accoglie i suoi concino o piccolo patio, aria condizionata. Ristorante di ottimo livello con Nevado Pisco (Perù), 41.1. ospiti in una incantevole area ricca di verde: cucina marinara ed internazionale, a buffet: piccola colazione, antipasti, irettamente sulla spiaggia di Margidore, nella meravigliosa cornice Ol Donio Lengai (Tanzania), 85.2. 22 mini appartamenti con doccia, angolo cot- contorni e dessert; per la cena servizio a tavola con una scelta di primi e creata dal verde intenso della macchia mediterranea e dalle sfuma- Paine (Cile), 18.4, 50.5. tura, balcone vista mare e posto macchina secondi, attrezzato per diete particolari e mini-menù per bambini. D ture turchesi del mare di Capoliveri, si affaccia il complesso del Residence Pastoruri (Ghiacciaio - Perù), 40.1. coperto. Accogliente pineta con ampio gaze- IL RESIDENCE: appartamenti e villette, mono-bi-trilocali che usufruiscono Piergiorgio (Cerro - Cile), 18.4. Casa del Golfo. Sono 26 appartamenti, tutti con vista sul Golfo Stella: bo, barbecue, panche e tavoli; spiaggia attrez- di tutte le attrezzature dell’albergo. Telefono diretto, cassaforte, TV sat (in Quinto Peak (Pakistan), 61.4. monolocali, bilocali e trilocali da 4, 5 e 6 posti letto, dotati di soggiorno- zata a 300 metri con scuola di vela. alcuni barbecue), parcheggio riservato, biancheria con cambio settima- Rachu Tangmu, 11.1. cucina, bagno con doccia, terrazza, telefono e TV. Il residence offre servi- Prenota prima avrai il 10% di sconto nale, pulizia finale. Il complesso è curato personalmente dai proprietari. Roger Pass (Canada), 32.2. zio di: internet point, lavanderia, asciugatura a gettone e stireria, servizio B&B da 33,00 a 60,00 Prenotate la Vostra “casa al mare”, nell’isola più suggestiva del Tirreno! Ruwenzori (Uganda), 43.5. € € di spiaggia e noleggio gommone. Ha parcheggio privato e accetta ani- Sierra Naica (Messico), 74.6. Mezza pensione da € 50,00 a € 79,00 Mezza pensione da € 69,00 a persona al giorno mali. Nelle immediate vicinanze si trovano negozi, pizzerie, ristoranti, Sifton Col (Canada), 32.2. Appartamenti in residence da € 40,00 a € 92,00 al giorno, tutto compreso Appartamenti da € 308,00 campi da tennis. Si possono noleggiare attrezzature da sub. Silla (Cima de la - Argentina), 20.4. SCONTO A SOCI C.A.I. 10% sul pernottamento in Hotel Particolare attenzione (anche economica) per i soci CAI, a partire dal 4%, periodi da definire. SCONTO A SOCI C.A.I. 5% esclusi Luglio e Agosto Somerset Ski Club (Pakistan), 58.4. ���� ��� esclusa Pasqua, Luglio e Agosto e ponti HOTEL RESIDENCE “LE ACACIE” 57031 Capoliveri (LI) RESIDENCE CASA DEL GOLFO ��� Tibet Orientale, 62.4. HOTEL DUE TORRI ��� Porto Azzurro (LI) � 0565-966111 fax 967062 Centro prenotazioni numeri diretti: Torre (Gruppo del - Argentina), 13.3. Capoliveri (LI) Località Margidore � 0565-964347/8 fax 964349 Via XXV Aprile 0565-95132 fax 957797 � Mara 0565-966122 Cristiana 0565-966123 E-mail: [email protected] www.casadelgolfo.it E-mail: [email protected] www.duetorri.da.ru E-mail: [email protected] www.acacie.it

l contatto con la natura che caratterizza il campeggio o la plendido camping village, affacciato direttamente sul mare nel Icomodità tipica di un appartamento confortevole? Casa dei SGolfo Stella, con spiagge sabbiose e scogliere. Dispone di 274 piaz- Prati è la risposta giusta a entrambe le esigenze: in una zona zole ombreggiate con allaccio luce, servizi igienici ben curati, docce tranquilla e panoramica, immerso nella macchia mediterranea, calde, parcheggi ombreggiati. Appartamenti da 4/5 posti tutti climatiz- offre servizi eccellenti, ideali per le zati con ogni servizio; bungalow da 4/5/6 posti; case mobili e caravan a Pensione Villa Rodriguez, a Naregno di Capoliveri, ha qual- famiglie desiderose di tranquillità con bagno privato. Bar, pizzeria, ristorante, cosa di esotico, a partire dal nome della famiglia che ne è pro- e rapporti cordiali. Bar, market, self-service, edicola, market, macelleria, L prietaria e la gestisce. Poi c’è la posizione: fronte mare con spiag- giochi per bambini, due piscine, tabacchi, box frigo, bancomat e Wi-Fi zone. gia privata, circondata da ricca vegetazione che la rende “un’oasi calcetto, pallavolo, bocce, ping Animazione e miniclub per i bambini. Per la verde”. È aperta da Aprile a Ottobre, per farvi scoprire come qui pong, lavanderia rendono più con- sera spettacoli di cabaret, giochi, feste a l’autunno è rivale delle isole esotiche. La pensione, molto confor- fortevole la vacanza dei campeg- tema e balli. Si organizzano escursioni in tevole, ha 31 comode camere con servizi privati, aria condiziona- giatori, mentre per chi preferisce la barca. Tennis a circa 500 metri. Alaggio e ta, riscaldamento, telefono e TV. La cucina, curata personalmente privacy di una casa vi sono comodi appartamenti da 1 a 3 came- ormeggio per natanti, diving interno e molte dalla proprietaria, offre un’ampia scelta di piatti internazionali ed re con soggiorno, angolo cottura, bagno e TV color. altre cose. Aperto da Pasqua ad Ottobre. NOVITA’ PISCINA elbani, ottimi quelli a base di pesce. Parco giochi attrezzato. Nelle Campeggio da € 8,50 a € 12,50 a persona/giorno SUPER OFFERTE IN BASSA STAGIONE vicinanze: scuole di vela, scuola sub, windsurf, equitazione. Appartamenti da € 60,00 a € 160,00 secondo stagione e sistemazione SCONTO A SOCI C.A.I. 5% escluso Agosto e non cumulabile con altre promozioni Mezza pensione da € 49,00 pensione completa da € 52,00 SCONTO A SOCI C.A.I. 10% TUTTA LA STAGIONE CAMPING VILLAGE “LE CALANCHIOLE” ��� 57031 Capoliveri (LI) SCONTO A SOCI C.A.I. 10% fino al 28/06/2009 e dal 06/09/2009 in poi ��� CAMPING APPARTAMENTI CASA DEI PRATI �� Loc. Le Calanchiole � 0565-933488/933494 fax 940001 PENSIONE VILLA RODRIGUEZ 57031 Capoliveri (LI) Località Naregno 57031 Capoliveri (LI) Loc. Lacona � 0565-964060 inv. 915266 fax 915266 Recapiti invernali � 0565-95137/920049 E-mail: [email protected] www.lecalanchiole.it � 0565-968423 fax 935024 E-mail: [email protected] 92 E-mail: [email protected] www.casadeiprati.it www.serviziovacanze.it www.serviziovacanze.it

LR_01_2009.indd 92 14-01-2009 17:53:54 GennaioFebbraio_2009 19-12-2008 15:27 Pagina 2 GennaioFebbraio_2009 19-12-2008 15:27 Pagina 3

PORTO AZZURRO - CAPOLIVERI CAPOLIVERI MARETTIMO Elba Elba NAREGNO - MARGIDORE - LE CALANCHIOLE e Portoferraio è il Hotel - Residence e S“capoluogo” Resort “LE ACACIE”: dell’Elba, nodo stra- a ridosso del Parco dale e marittimo, Naturale dell’Arcipelago Porto Azzurro è il cen- Toscano, un’oasi di tro storico più carat- verde, sulla spiaggia di teristico, con la sua Naregno. Spiaggia pri- bella piazza, il lungo- vata di sabbia, piscina, mare, il passeggio, le baby-piscina, idromas- bancarelle, i negozi e saggio-open-air, tennis, un pizzico di allegra scuole sportive, anima- mondanità che non zione, mini-club, junior- guasta. A pochi passi club, mini-market con dal centro di Porto rivendita giornali e Azzurro sorge l’Hotel Due Torri, un elegante tre stelle recentemente ristruttu- tabacchi, parcheggi rato. Aperto tutto l’anno, dispone di 26 confortevolissime camere più 4 riservati, scuola diving appartamenti con servizi privati, telefono, e vela convenzionati televisore, riscaldamento e aria condizionata. sulla spiaggia. Il ristorante offre una cucina casalinga e Specializzato per bambini e adolescenti, attrezzato per disabili. molto gustosa. Poco più a sud, a 3 Km in loca- L’ALBERGO: camere con telefono diretto, TV sat, ventilatore a soffitto, bal- lità Naregno, il Residence Elba accoglie i suoi concino o piccolo patio, aria condizionata. Ristorante di ottimo livello con ospiti in una incantevole area ricca di verde: cucina marinara ed internazionale, a buffet: piccola colazione, antipasti, irettamente sulla spiaggia di Margidore, nella meravigliosa cornice 22 mini appartamenti con doccia, angolo cot- contorni e dessert; per la cena servizio a tavola con una scelta di primi e creata dal verde intenso della macchia mediterranea e dalle sfuma- tura, balcone vista mare e posto macchina secondi, attrezzato per diete particolari e mini-menù per bambini. D ture turchesi del mare di Capoliveri, si affaccia il complesso del Residence coperto. Accogliente pineta con ampio gaze- IL RESIDENCE: appartamenti e villette, mono-bi-trilocali che usufruiscono Casa del Golfo. Sono 26 appartamenti, tutti con vista sul Golfo Stella: bo, barbecue, panche e tavoli; spiaggia attrez- di tutte le attrezzature dell’albergo. Telefono diretto, cassaforte, TV sat (in monolocali, bilocali e trilocali da 4, 5 e 6 posti letto, dotati di soggiorno- zata a 300 metri con scuola di vela. alcuni barbecue), parcheggio riservato, biancheria con cambio settima- cucina, bagno con doccia, terrazza, telefono e TV. Il residence offre servi- Prenota prima avrai il 10% di sconto nale, pulizia finale. Il complesso è curato personalmente dai proprietari. zio di: internet point, lavanderia, asciugatura a gettone e stireria, servizio B&B da 33,00 a 60,00 Prenotate la Vostra “casa al mare”, nell’isola più suggestiva del Tirreno! € € di spiaggia e noleggio gommone. Ha parcheggio privato e accetta ani- Mezza pensione da € 50,00 a € 79,00 Mezza pensione da € 69,00 a persona al giorno mali. Nelle immediate vicinanze si trovano negozi, pizzerie, ristoranti, Appartamenti in residence da € 40,00 a € 92,00 al giorno, tutto compreso Appartamenti da € 308,00 campi da tennis. Si possono noleggiare attrezzature da sub. SCONTO A SOCI C.A.I. 10% sul pernottamento in Hotel Particolare attenzione (anche economica) per i soci CAI, a partire dal 4%, periodi da definire. SCONTO A SOCI C.A.I. 5% esclusi Luglio e Agosto ���� ��� esclusa Pasqua, Luglio e Agosto e ponti HOTEL RESIDENCE “LE ACACIE” 57031 Capoliveri (LI) RESIDENCE CASA DEL GOLFO ��� HOTEL DUE TORRI ��� Porto Azzurro (LI) � 0565-966111 fax 967062 Centro prenotazioni numeri diretti: Capoliveri (LI) Località Margidore � 0565-964347/8 fax 964349 Via XXV Aprile 0565-95132 fax 957797 � Mara 0565-966122 Cristiana 0565-966123 E-mail: [email protected] www.casadelgolfo.it E-mail: [email protected] www.duetorri.da.ru E-mail: [email protected] www.acacie.it

l contatto con la natura che caratterizza il campeggio o la plendido camping village, affacciato direttamente sul mare nel Icomodità tipica di un appartamento confortevole? Casa dei SGolfo Stella, con spiagge sabbiose e scogliere. Dispone di 274 piaz- Prati è la risposta giusta a entrambe le esigenze: in una zona zole ombreggiate con allaccio luce, servizi igienici ben curati, docce tranquilla e panoramica, immerso nella macchia mediterranea, calde, parcheggi ombreggiati. Appartamenti da 4/5 posti tutti climatiz- offre servizi eccellenti, ideali per le zati con ogni servizio; bungalow da 4/5/6 posti; case mobili e caravan a Pensione Villa Rodriguez, a Naregno di Capoliveri, ha qual- famiglie desiderose di tranquillità con bagno privato. Bar, pizzeria, ristorante, cosa di esotico, a partire dal nome della famiglia che ne è pro- e rapporti cordiali. Bar, market, self-service, edicola, market, macelleria, L prietaria e la gestisce. Poi c’è la posizione: fronte mare con spiag- giochi per bambini, due piscine, tabacchi, box frigo, bancomat e Wi-Fi zone. gia privata, circondata da ricca vegetazione che la rende “un’oasi calcetto, pallavolo, bocce, ping Animazione e miniclub per i bambini. Per la verde”. È aperta da Aprile a Ottobre, per farvi scoprire come qui pong, lavanderia rendono più con- sera spettacoli di cabaret, giochi, feste a l’autunno è rivale delle isole esotiche. La pensione, molto confor- fortevole la vacanza dei campeg- tema e balli. Si organizzano escursioni in tevole, ha 31 comode camere con servizi privati, aria condiziona- giatori, mentre per chi preferisce la barca. Tennis a circa 500 metri. Alaggio e ta, riscaldamento, telefono e TV. La cucina, curata personalmente privacy di una casa vi sono comodi appartamenti da 1 a 3 came- ormeggio per natanti, diving interno e molte dalla proprietaria, offre un’ampia scelta di piatti internazionali ed re con soggiorno, angolo cottura, bagno e TV color. altre cose. Aperto da Pasqua ad Ottobre. NOVITA’ PISCINA elbani, ottimi quelli a base di pesce. Parco giochi attrezzato. Nelle Campeggio da € 8,50 a € 12,50 a persona/giorno SUPER OFFERTE IN BASSA STAGIONE vicinanze: scuole di vela, scuola sub, windsurf, equitazione. Appartamenti da € 60,00 a € 160,00 secondo stagione e sistemazione SCONTO A SOCI C.A.I. 5% escluso Agosto e non cumulabile con altre promozioni Mezza pensione da € 49,00 pensione completa da € 52,00 SCONTO A SOCI C.A.I. 10% TUTTA LA STAGIONE CAMPING VILLAGE “LE CALANCHIOLE” ��� 57031 Capoliveri (LI) SCONTO A SOCI C.A.I. 10% fino al 28/06/2009 e dal 06/09/2009 in poi ��� CAMPING APPARTAMENTI CASA DEI PRATI �� Loc. Le Calanchiole � 0565-933488/933494 fax 940001 PENSIONE VILLA RODRIGUEZ 57031 Capoliveri (LI) Località Naregno 57031 Capoliveri (LI) Loc. Lacona � 0565-964060 inv. 915266 fax 915266 Recapiti invernali � 0565-95137/920049 E-mail: [email protected] www.lecalanchiole.it � 0565-968423 fax 935024 E-mail: [email protected] E-mail: [email protected] www.casadeiprati.it 93 www.serviziovacanze.it www.serviziovacanze.it

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COSTA DEL SOLE COSTA DEL SOLE FETOVAIA Elba Elba SECCHETO - POMONTE - CHIESSI - COLLE D’ORANO - PATRESI a vicinanza alla spiaggia (a soli “LA TUA VACANZA NELLA NATURA” L30 mt.) lo rende luogo ideale A pochi passi dal mare cristallino, la famiglia per vacanze sullo splendido mare Galeazzi, che gestisce l’albergo dalla fine dell’Elba. La gestione familiare assi- degli anni ‘40, vi aspetta nel grazioso Hotel cura un trattamento speciale all’in- nato attorno ad una casa colonica di fine segna della cortesia e dell’ ospitali- ‘800. Fiore all’occhiello dal 2008 sono le COSTA DEL SOLE tà. I servizi offerti e il comfort delle camere “buenos aires”, testimoni di un seco- COSTA DEL SOLE camere con aria condizionata, lo di storia elbana. Tutte le camere sono nel Parco dell’Arcipelago Toscano bagno, frigo bar, TV SAT e telefono dotate di ogni comfort: frigo, climatizzatore, accesso internet Wi-Fi. Punto forte garantiscono un soggiorno rilas- è la cucina legata al territorio: marmellate di frutta biologica, fatte in casa come sante. L’ Hotel da Italo sorge a Seccheto, tipico paesino elbano dove l’entro- una volta, piatti tipici come cacciucco, spaghetti alla margherita, sarde e acciu- terra incontra il mare: punto di partenza per per escursioni, trekking e immer- ghe vi faranno dimenticare la fatica alla fine di una giornata passata lungo i per- sioni. Cucina tradizionale a base di pesce nella sala da pranzo climatizzata. corsi che arrivano fino al monte Capanne. Ogni giorno un sentiero diverso: Mezza pensione da € 42,00 a € 87,00 (comprende colazione e cena no pranzo) infatti l’Hotel è base di partenza/arrivo della GTE e di numerosi altri itinerari. SCONTO A SOCI C.A.I. 10%, dal 15/06 al 15/09 - 5% Mezza pensione da € 40,00 pensione completa da € 50,00 HOTEL DA ITALO ��� 57030 Seccheto (LI) SCONTI PER GRUPPI Via Montecristo, 10 � 0565-987012 fax 987271 HOTEL CORALLO ��� Pomonte (LI) Via del Passatoio, 25 E-mail: [email protected] www.hoteldaitalo.it � 0565-906042 fax 906270 E-mail: [email protected] Pomonte, in una stupenda cornice di sco- ognate vacanze all’Elba in Agliere e macchia mediterranea (Parco Sgruppo, con gli amici o in dell’Arcipelago Toscano), direttamente sul mare, famiglia? La scelta ideale per ecco l’Hotel Sardi, costruzione di recente ristrut- voi è la Pensione Annamaria: turazione. Le camere sono tutte dotate di aria con- situata lungo la splendida dizionata, servizi, telefono, TV SAT, phon, frigo, Costa del Sole, offre il calore riscaldamento centrale e alcune hanno la terraz- della gestione familiare, una za sul mare. È punto di partenza ideale per itinera- posizione tranquilla a soli 150 ri di trekking, per bellissime escursioni e per tutti mt. dal mare e un comodo Vi offriamo le spiagge e le scogliere più belle dell’Isola e Vi invitiamo a gli appassionati di immersioni subacquee. accesso per le escursioni Mezza pensione a partire da € 44,00 verso l’interno (partenza del camminare lungo i sentieri millenari sulle tracce di contadini, carbonai, pastori, pensione completa a partire da € 54,00 sentiero C.A.I. n° 3). È una SCONTO A SOCI C.A.I. 10% in bassa stagione struttura nuova, con camere invasori moreschi e cavatori....una miniera di sorprese ed emozioni. HOTEL DA SARDI ��� dotate di servizi, TV sat e aria condizionata. Cucina casalinga con ottimi menù a scelta. Pomonte - Marciana (LI) Mezza pensione da € 34,00 a € 65,00 pens. comp. da € 40,00 a € 75,00 � 0565-906045/906280 fax 906253 PENSIONE ANNAMARIA Loc. Chiessi - Costa del Sole Isola d’Elba www.costadelsole.itwww.costadelsole.it E-mail: [email protected] � e fax 0565-906032 � abitaz. 906091 cell. 328-8419956 - 349-8876932 www.hotelsardi.it www.pensioneannamaria.it ’ ecoalbergo ’Hotel n una meravigliosa posizione LGalli, a 300 LMontemerlo, I panoramica all’interno del Parco mt. dalla spiag- gestito dalla dell’Arcipelago Toscano, l’albergo a con- gia di Fetovaia, è famiglia duzione familiare, offre 17 camera con tutti dotato di 29 Palmieri, è com- i comfort fra cui aria condizionata/riscal- confortevoli posto da 4 carat- damento, TV sat, mini frigo, telefono e camere differen- teristici edifici phon. Ideale per gli amanti della natura, ziate per tipolo- immersi nel dello sport e della tranquillità, il nostro gia e tariffa verde intenso albergo offre un servizio curato, cucina (Fetovaia, della macchia tipica per soggiorni indimenticabili dalla Glicine, mediterranea primavera all’autunno. Parcheggio privato Bouganville, del Parco (coperto per moto e bici), piscina con idromassaggio, ristorante e veranda vista mare. Portico, Golfo e Nazionale. L’ Hotel Mezza pensione da € 40,00 a € 88,00 - B&B da € 35,00 a € 78,00 Famiglia). A si trova a circa SCONTO A SOCI C.A.I. secondo stagione - OFFERTE SPECIALI PER GRUPPI gestione familia- 400 mt. dalla HOTEL VILLA RITA ��� re con cucina rinomata Località Colle d'Orano - Marciana (LI) semplice e cura- spiaggia di � 0565-908095 fax 0565-908040 ta, è situato nel Fetovaia (sabbia fine e bianca) e a poca distanza dalle “Piscine”, insenatu- E-mail: [email protected] www.villarita.it cuore della Costa re famose per la trasparenza dell’acqua. Le camere, di recente ristruttura- otel in collina, a 800 mt dal mare, del Sole: meta zione, sono dotate di servizi, telefono, TV SAT, aria condizionata, riscalda- 24 camere con servizi, TV, telefono; ideale per chi mento, phon e cassaforte. 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LR_1_2009 CROMALIN.indd 94 12-01-2009 12:09:20 GennaioFebbraio_2009 19-12-2008 15:27 Pagina 4 GennaioFebbraio_2009 19-12-2008 15:27 Pagina 5

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