Lunedì 17 novembre 2 01 4 –Anno 6 –n° 317 Redazione: via Valadier n° 42 –00193 Roma - tel. +39 06 32818.1 –fax +39 06 32818.230 Ma mi faccia e1,40 –Arretrati: e2,00 - Spedizione abb. postale D.L. 353/03 Colonna sonora della settimana w (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 y(7HC0D7*KSTKKQ( +&!=!=!#!/ il piacere Domenico Imperato :“La mia canzone è

Madame Sitrì di Bobo Rondelli, un di Marco Travaglio

pezzo sintesi di bellezza e semplicità” ibrante sdegno. “Non era Vun vibratore, forse un fru- stino, forse manette, ma non un vibratore. Sono io che ho effet- tuato l’acquisto e per un gravis- simo errore lo scontrino è finito fra i rimborsi della Regione. Una spesa mia personale, fatta per acquistare oggetti atti al confeziona - mento di un re- a cura di Martina Castigliani galo-scherzo per un amico che di lì a poco Ascolta su ww w w. i l fa t to q u o t i d i a n o. i t avrebbe compiuto gli an- ni”(Rosario Genovese, collaboratore di Rita Mo- LA GIORNATA DI IERI riconi, consigliera regionale Pd dell’Emilia Romagna, indagata wMALTEMPO wNel capoluogo ligure un cimitero wIN AFFANNO wLa fiducia scende di dieci punti per peculato, 12-11). Tranquillo, frana, ossa e salme nel fiume. E oggi nuova allerta in un mese, quella nel governo di 23 rispetto a giugno Rosario, fra poco potresti lavo- rare nel nuovo Senato. Il giovane favolista. “Renzi a Alluvioni, dopo Genova Pioggia e crisi, Renzi Berlusconi: ‘Il Capo dello Stato lo voteremo insieme ma lo sce- tre morti a Varese e Cuneo affonda nei sondaggi glierò io’” (La Stampa, 15-11). No, guarda, piccino: è il Capo D’Onghia »pag. 2 Feltri »pag. 3 dello Stato che nomina il pre- mier, non viceversa. Strepitoso successo. “Pil, ma- glia nera all'Italia: scende anco- ra dello 0,1%, ma il resto del- l'Europa cresce. Ma Renzi alza LA CANZONE ITALIANA ESISTE ANCORA? la posta: 'Tutto previsto, la fre- nata era nel conto'”( Re p u b b l i ca , Viaggio nell’industria musicale che nel 2000 15-11). Siamo qui apposta. fatturava 576 milioni e oggi solo 179. Una crisi Voce del verbo Schifare/1. “Nel economica e di talenti. Dove sono finiti i cantautori? 2008 su Rai3 mi sentii paragona- re a una 'muffa' da Marco Tra- Intervista a Mogol: “Battisti sapeva suonare il futuro” vaglio per verità inenarrabili sul mio conto. Ha dovuto risarcirmi in sede civile”(Renato Schifani, Ncd, Pa n o ra m a , 19-11). Sì, ma per la muffa, non per le verità sui rap- porti con mafiosi, che non erano inenarrabili, infatti le ho narrate. E infatti erano verità. Voce del verbo Schifare/2. “Piero Grasso disse che avrebbe dato un premio speciale al go- verno Berlusconi per la lotta al- la mafia e non credo abbia cam- biato idea: Quello che ha fatto Berlusconi non ha precedenti” (Schifani, ibidem). Vero: la ma- fia ha ancora le lacrime agli oc- chi per la commozione. Presidente Minorenne.“Napo - litano l'ha ripetuto recente- mente che a numerosi interlo- cutori: l'Italia non avrà un pre- sidente novantenne”(Antonel - la Rampino, La Stampa, 9-11). Pronto un decreto urgente per abolire i compleanni. Presidente Yogurt. “Napolita - no, ora c'è la data di scadenza. Addio il 20 gennaio”(il Giornale, 13-11). A che ora? Presidente Monarca. “Napoli - tano: vorrei cedere il record di governi cambiati”(La Stampa, 13-11). Invece quello dei gover- ni all'insaputa degli elettori me lo tengo stretto. Canti Orfinici. “Basta con l'os- sessione per il Cavaliere. Prefe- rivo il Bersani prima maniera” (Matteo Orfini, presidente Pd, Co r r i e re , 16-11). Quindi l'osses- sione per il Cavaliere ce l'ha chi Inciocchi, Liuzzi e Scanzi wpag. 4 - 7 si oppone al Patto del Nazare- con il racconto di Francesco Guccini no, non chi lo fa. Interessante. Segue a pag. 18 wE D I TO R I A L E wBasta grandi opere wPASSEGGIATA CON wS co p r i re wR E P O RTAG E wSilicon Valley e politici logorati dagli scandali lo scrittore Carofiglio e la sua città svelata da chi ci vive e lavora Caro Renzi, “Io e Guerrieri: “Noi abitanti per la Liguria tra librerie, Pd della casa fatti e non tweet e la nuova Bari” di Google” di Ferruccio Sansa di Alessandro Ferrucci di Gabriella Greison

asta chiacchiere. Basta tweet. Presidente Renzi, se ome (ex) magistrato interroga; come (ex) politico si cene di vita quotidiana nella casa di Google, Bvuole aiutare la Liguria servono fatti. Finanziate il ri- Cinforma, come scrittore approfondisce. Quando si Sdove in ufficio trovi palestre e aree per ri- sanamento di questa terra prima di spendere miliardi in intervista Gianrico Carofiglio bisogna stare attenti a non posare. E poi zone verdi e pensatoi per riflettere. Terzo Valico e Tav. E liberateci da una classe dirigente che finire dall’altra parte del microfono, è lui a domandare, Un paradiso per la creatività o la versione più ha contatti con imprenditori in manette. »pag. 18 non si ferma alla prima risposta, incalza. »pag. 8 - 9 tecnologica del grande fratello? »pag. 14 - 15 4 LUNEDÌ 17 NOVEMBRE 2 01 4 LA MUSICA È FINITA IL FATTO QUOTIDIANO DEL LUNEDÌ LUNEDÌ 17 NOVEMBRE 2 01 4 5

MERCATI Quasi la metà, il Ma il digitale 43% delle vendite, arriva dal di- gitale, cresciuto del 20% fino a +36% 179 MIL 5 0.0 0 0 guadagna 23 milioni. I restanti 30,7 mi- CRESCITA VENDITE FAT T U R ATO COPIE NECESSARIE lioni arrivano dalle vendite dei DEL VINILE D E L L’I N D U ST R I A PER CONQUISTARE dischi (-2%). Il cd rimane il for- IN UN ANNO M U S I CA L E IL DISCO DI PLATINO il 20 per cento mato più diffuso

I DIECI ANNI ORRIBILI. DAL 2000 A OGGI L’INDUSTRIA MUSICALE HA PERSO PER STRADA 397 MILIONI. A RIMETTERCI SONO STATI GLI AUTORI CHE NON HANNO NESSUNO CHE INVESTA SU DI LORO. IL CANTAUTORATO? ORMAI È AL LUMICINO La mia banda non suona più il rock

di Emiliano Liuzzi vero, ma ci sono etichette discografiche che investono, CO P P I A soprattutto sui giovani. Non è solo il nuovo a imporsi, Mina e ifficile pensare cosa resta della musica d’a u- ma la produzione che impone il nuovo. Ricordi edi- Ad r i a n o tore, cinquant’anni dopo. Restano i motivi, zioni musicali, ma anche Rca, Cgd, Emi che segneranno Ce l e n t a n o forse, scolpiti nella memoria, i primi balli e i un momento decisivo. “Io ho iniziato a vendere dal sono gli Dbaci, le serate vuote, riempite da chiacchiere quarto disco”, racconta Guccini, “ma nessuno oggi mi italiani che con gli amici. Ma soprattutto, resta un’industria che permetterebbe tre fiaschi dal punto di vista commer- hanno il non è più considerata tale. Può bastare un esempio solo: ciale. Allora ci credevano, la diversità forse sta solo in re co rd nel 1995 la discografia intera fatturava qualcosa come questo. Oggi o arrivi in classifica al primo altrimenti vendite as- 500 milioni di euro e, cinque anni dopo, erano 576 arrivederci”. soluto: la milioni e 600 mila euro. Gli ultimi dati, quelli relativi al Il trionfo definitivo della canzone d'autore fatta a testo, stima dice 2013, dicono che la cifra è scesa a 179 milioni e cento più che a musica, arriva insieme al vento del Sessan- 150 milioni mila euro. Molto più che dimezzata. Numeri ufficiali, in totto. Non c'è stato ancora il maggio, ma in inverno, a di copie mano alla Fimi, acronimo della federazione industria Sanremo, vince Canzone per te di Endrigo. Non solo. O l yco m musicale italiana. E in quei 179 milioni è compresa Sempre nel 1968 la hit parade è questione di Azzurro, tutto il comparto musica, da quella su disco a quella che cantata da Adriano Celentano e scritta da Paolo Conte, proviene dal digitale. Parlare di crisi è anche ottimi- Applausi dei Camaleonti, Angeli Negri, Vengo anch'io stico. no tu no, Canzone di Don Backy (o Celentano, non si è Un segnale di ripresa c’è e riguarda il buon vecchio mai capito), Insieme a te non ci sto più (ancora Paolo vinile che ha un mercato in espansione e, dopo la scom- Conte), Nel cuore e nell'anima dell'Equipe 84. parsa, va avanti a più 30 per cento, anno su anno. Più 36 Possiamo rivisitarla oggi la classifica, quasi mezzo se- tra il 2012 e il 2013. Ma non basta e la tendenza non è attendibile. Il patrimonio non c’è più Ma cosa è successo? Semplice, l’i n d u- stria digitale ha reso molto più vulne- rabile la musica. Ha tolto etichette e co- pertine. Ha compresso i fatturati. E i fenomeni di oggi durano il lampo di pochi minuti. Non ne troverete di Bat- tisti-Mogol in giro. Magari esistono an- che, ma nessuno è disposto a investire. Il problema è fatturare tutto e subito. Era il 1964. Al festival di Sanremo fece il suo ingresso quella che sarebbe diven- tata la figlia di tutti gli italiani, . Bellissima, pulita. Non ho l'e- tà, cantava. C'era anche con “Una lacrima sul viso”, squalificato per- ché, rimasto senza voce, Solo cantò in playback. Nei porti d'Italia erano attesi altri dischi, quelli dei Beatles, già un fenomeno mondiale, ma che in Italia non erano ancora arrivati. Meglio: suo- BANANA REPUBLIC Lucio Dalla e Francesco De Gregori O l yco m I DUE CORSARI Ezo Jannacci e Giorgio Gaber in tv a Blitz O l yco m SANREMO Un giovanissimo Vasco con e Fabrizio De André narono alla radio, ma i dischi in giro non si trovavano, erano solo a Londra. È l'anno, il 1964, in cui forse la canzone d'autore italiana colo dopo. Troviamo Vasco Rossi, ot- QUELLO CHE FU: Dice Francesco De Gregori che la canzone non è poesia, inizia a cambiare verso. Attorno alla Rca girano dei timo sessantenne, secondo le classifiche ma l’unione di parole intelligenti e musicali che sono ragazzi che portano il nome di Umberto Bindi, Luigi autore di uno dei migliori album di LA CANZONE vive grazie alla musica. Ma questo non vuol dire che Tenco, , Piero Ciampi, Duilio Del Prete, sempre, Bollicine, ma senza la verve di siano meno importanti per le persone. Sono loro, come Fabrizio De André, Bruno Lauzi, Giorgio Gaber e Enzo quando ne aveva 30. C'è ancora Paolo RESTA LEGATA il cinema, a dare forma alla nostra cultura. Ma anche De Jannacci. Saranno loro quelli che manderanno in pen- Conte, la bravissima Fiorella Mannoia Gregori a ogni disco che è una raccolta di vecchi brani, sione gli anni Cinquanta, il cuore e amore, ritornello che però canta gli altri e celebra le sue A MITI LONTANI E dimostra di non aver più molto da dire. E poco fanno cruciale e indispensabile. Ma come in ogni fermento vecchie hit, Laura Pausini e una can- I N T R A M O N TA B I L I anche le trasmissioni televisive come X Factor che nella serve anche un personaggio al quale fare riferimento: si tautrice raffinata, Chiara Civello, ma maggioranza dei casi richiedono grandi interpretazioni chiama Nanni Ricordi e a lui la canzone d'autore deve anche lei con un album che non prevede COME PAOLI, di pezzi altrui. Manca l'invenzione, l'unione tra parole e molto. In quel sottobosco di produttori si muovono sue produzioni, ma vecchi successi di musica che sembra inceppata. Se parliamo del can- personaggi come Franco Crepax, storico collaboratore altri. Ancora pochi altri, ma niente che TENCO, ENDRIGO tautorato vengono in mente anche i nomi come quelli di Ricordi, i fratelli Gian Piero e Gianfranco Reverberi, faccia pensare a una nuova stagione. Il di Ivano Fossati, esiliato da se stesso, perché il mo- ma soprattutto, Vincenzo Micocci. cantautorato è in crisi, crisi di produ- E DE ANDRÉ mento era arrivato. Preferisce scrivere libri anche Fran- La canzone d'autore arriva al massimo della matura- zione (nel senso delle etichette), crisi cesco Guccini: “Mi diverto di più, e non ho iniziato zione e ci resterà per almeno tre decenni successivi, è creativa e di talenti. oggi. Ma era arrivato il momento di smettere”. Gino 4 LUNEDÌ 17 NOVEMBRE 2 01 4 IL FATTO QUOTIDIANO DEL LUNEDÌ LUNEDÌ 17 NOVEMBRE 2 01 4 5 L’ECLISSI DEI CANTAUTORI Non hanno più un ruolo centrale nella società

di Andrea Scanzi

inesatto sostenere che la canzone d’autore italiana è Èmorta, ma è altrettanto errato negarne l’attuale mar- ginalità. I motivi della crisi sono sostanzialmente tre. Il primo è l’implosione della discografia, che ha travolto anzitutto quegli artisti che richiedono un ascolto più at- tento. Nell’era della musica liquida, il cantautorato “clas- sico”appare oltremodo anacronistico: poco accattivante, troppo accattivante. Ivano Fossati, che ha abbandonato dischi e concerti ma che continua a scrivere, si diverte oggi anche a donare canzoni inedite non agli epigoni (sempre più stanchi) dei De André ma a chi è dichiaratamente pop quando non “poppissimo”. Il secondo motivo ha a che fare con la fatale irripetibilità di alcuni talenti. Congiun- zioni astrali e congiunture sociali hanno permesso che, tra i Trenta e i Quaranta, fiorissero figure che nulla hanno da invidiare ai giganti francesi e americani: Gaber, De André, Tenco, Guccini, Jannacci, Conte, Ciampi, Endrigo, Paoli. Eccetera. Anche la seconda metà dei Quaranta e tutti i Cinquanta hanno regalato cantautori rari, da De Gregori allo stesso Fossati. Alla fine degli Anni Settanta la casa discografica Rca pullulava di genietti e geniacci: la meglio gioventù del cantautorato. Un tempo che oggi pare si- deralmente lontano, anche perché nel frattempo la di- scografia non può più permettersi di aspettare l’esplosione commerciale di un talento in nuce (Lucio Dalla conobbe il successo vero al settimo album; oggi uno come lui sarebbe stato buttato via dopo il primo flop). Gli ultimi cantautori più o meno canonici sono nati a fine Sessanta e nei Set- tanta: Bersani, Silvestri, Fabi, Gazzé, Casale, Cristicchi. Sintomatico il percorso di Caparezza, che per trovare la strada del pieno riscontro commerciale ha dovuto ab- bracciare un ibrido tutto suo: l’apparente cazzeg- gio, che cela messaggi ERANO PROFETI spesso incendiari. Una sorta di Rino Gaetano I FRATELLI 2.0. Il caso ispirato e anomalo di Caparezza MAGGIORI CHE aiuta a introdurre il ter- DETTAVANO LA zo motivo della crisi dei cantautori: non hanno LINEA. ORA NON più un ruolo centrale nella società. Non sono SONO NÉ FARI NÉ più né fari né guru. Non generano quasi mai di- GURU. NON pendenza e appartenen- za. Edoardo Bennato, GENERANO PIÙ che nei Settanta ha toc- A P PA RT E N E N Z A cato vette inaudite, iro- nizzava giustamente sul cantautore che non sba- glia mai perché è “one- sto e senza macchia”. Sapeva bene come da un cantautore, in quel decennio, non si cercasse intrattenimento bensì risposte: istruzioni, indicazioni. Il cantautore era il pro- feta, era il fratello maggiore che dettava la linea. Se osava andare laddove nessuno aveva immaginato, veniva con- testato: lo sapeva bene Gaber, massacrato in Polli di al- l eva m e n to perché osava gridare di non essere più “com- pagno né femministaiolo militante”; e lo ricorda nitida- mente De Gregori, addirittura processato sul palco da un manipolo di duropuristi incazzosi. Oggi, se un cantautore “tradisce”, non interessa praticamente a nessuno. Sia per- ché il cantautore post-contemporaneo suole spesso pre- ferire il privato all’invettiva, e dunque si disinnesca da sé, sia perché la sua figura è prossima all’irrilevanza. Se è troppo nuovo viene comunque stracciato in successo dai rapper; se è troppo vecchio, cioè vicinissimo alle ricette del cantastorie, annoia mortalmente. L’Italia è piena di gio- vani musicisti di qualità e molti di loro firmano testi e musiche. Dunque sono a tutti gli effetti cantautori. Il Pan Del Diavolo, Filippo Graziani, eccetera. Nel frattempo però è cambiato tutto. A una velocità tale che, spesso, se n’è andato anche il pubblico.

SANREMO Un giovanissimo Vasco con Dori Ghezzi e Fabrizio De André STRANA COPPIA Renato Zero e Claudio Baglioni O l yco m

Paoli, invece, se ne sta alla guida della Siae, un lavoro da con una citazione: “Benedetto Croce diceva che fino a l'America non riuscirà ad assegnarlo, salvo sorprese nei impiegato e politico, per uno come lui che ha girato il 18 anni tutti scriviamo poesie. Poi restano i poeti e i prossimi due mesi. L'unico disco che ha superato quella mondo con le parole e la melodia. Anche Celentano se cretini. Io precauzionalmente preferirei essere consi- cifra (triplicandola) è quello del film Disney "Frozen", ne sta alla larga da tempo dagli spartiti. derato un cantautore”. ma essendo una colonna sonora non rientra in questo Ma più di ogni altra cosa il cantautorato non ha lasciato Scuola, è vero. Probabilmente maestri fin troppo ve- tipo di conteggio nonostante i 3.2 milioni di copie ven- una scuola. E sfugge anche il motivo. I presupposti ci nerati, come scriveva Edmondo Berselli, quello che l'I- dute (e ovviamente ci si aspetta che con il periodo sarebbero stati anche perché l'italiano non è una lingua talia dall'animo pop l'ha scritta meglio di chiunque natalizio crescano ancora). Altri album che hanno avu- musicalmente facile. Servono dei voli stratosferici per- altro. E un sottobosco fatto di fermento culturale che to buoni risultati sono l'omonimo di Beyoncé e l'e- ché non si incespichi nella banalità. E alla fine, dopo non esiste più. sordio "Pure Heroine" di Lorde, che si sono fermati locomotive, guerre di piero, buone novelle, voci del comunque sulle 800.000 copie. E vengono contati an- padrone, Titanic e Panama, si è tornati alla musica che Non va meglio all’e s te ro che i brani scaricati da internet. Segno che qualcosa non bacia molto, lancia stelle e ti voglio bene, ma tiene a funziona più e che i clienti non vogliono più la me- fatica in piedi un concetto. Quella definizione di poesia In Italia un album diventa Disco di Platino dopo aver diazione e il ruolo svolto dalla casa discografica: si che De Gregori, lo stesso Guccini, De André, hanno venduto 50.000 copie, per gli Stati Uniti invece bisogna sceglie in rete. Tranne che per il mercato del vinile, che sempre rifiutato. “Lei si sente più poeta o cantautore?”, toccare quota un milione. Il parametro è stato intro- è tornato sul mercato. Mania vintage? Non è escluso. chiese una volta Vincenzo Mollica a Faber. E lui rispose dotto nel 1976 e il 2014 sarà il primo anno in cui Serve ancora tempo per dirlo. 6 LUNEDÌ 17 NOVEMBRE 2014 LA MUSICA È FINITA IL FATTO QUOTIDIANO DEL LUNEDÌ

di Max Paiella Mentre, canticchiando "Fare l'amore in tutti i "Negramara" in tutti i sensi. Nel nostro pas- Chi ricorderà luoghi in tutti laghi”, non otterremmo lo stes- sato c'erano: Gaber, De Andrè, Jannacci, og- NON VOLARE PIÙ Cari amici vicini e lon- so risultato, qualcuno aggiungerebbe: con i gi Gigi D'Alessio ed . Ieri le canzoni tani! Diceva Nunzio Filogamo. La musica ita- maghi e l'orso Yoghi, ai danni del povero Sca- Guccini "E corre corre la locomotiva, e sul liana era diversa da oggi? Facciamo una pro- nu. Non c'è un nuovo Modugno, nessuno binario sembrava fosse cosa viva". Oggi Cre- va, mettiamoci in una piazza e intoniamo scrive più "Se telefonando" o "Meraviglioso" monini: "Una come te, ha una valigia per le di oggi? "voooolare" qualcuno risponderà oh-ohhh! al limite possiamo sentirne una versione scarpe, che sembra un aeroplano".

L’I N T E RV I STA Accanto, Mogol. Sotto con Battisti e, a destra, anche con Mogol: “B at t i s t i Mina Ansa e Olycom cosa voglio essere, ogni giorno che cammino su questa ter- ra...’ Restiamo un po’in silenzio, ma capiva il futuro, come nei pezzi rock che ho sentito in mattinata, c’è ora una nuova, improvvisa accelerazione. Mogol mi guarda con gli occhi di un bim- bo birichino e mi chiede se il calcio mi piace. Resto spiazzato e diver- ecco il segreto” tito. Tanto divertito che dopo po- chi minuti mi ritrovo in macchina, il Maestro alla guida, destinazio- di Roberto Inciocchi tastico, e Stefano Pettirossi, il musicista e fo- ne Terni. La Ternana gioca in casa nico che ha dato al lavoro un suono interna- e Mogol non se la perde. Arrivia- uando arrivo dal vialone che porta zionale, abbiamo fuso la musica classica con il mo allo stadio e prendiamo posto alla sua casa, lui è fuori a salutare rock, un incontro affascinante. Ci sono gli ar- in tribuna. C’è il sole, i tifosi can- ammiratori, persone che giungono chi che suonano sotto le chitarre e sostengono, tano, il clima è disteso. Qfin qui per un autografo, o solo con la come in una favola moderna, tutta la struttura. “Adoro il calcio - mi dice men- speranza di incontrarlo. E c’è una ritmica potente: Roby Pellati, ex bat- tre seguiamo rilassati la partita È un sabato di uno strano autunno, uno di terista di Ligabue, è un metronomo vivente, - io sono di Milano ma tifo per quelli che con tenacia restano aggrappati al una mitraglia pazzesca. Le voci poi mi emo- tutte le squadre italiane. Se sole, convincendo fiori e uomini che sia pri- zionano: Deborah Johnson, figlia di Wess e gioca la Nazionale annullo gli mavera, che tutto stia per cominciare. nipote del solista dei Platters, con una voce impegni e guai a chi mi di- Toscolano è un posto quieto, appoggiato in una calda e misteriosa e Randy Roberts, figlio di sturba. Metto il calcio prima valle, tutt’intorno il bosco. Rocky Roberts, col graffio giusto sulle corde delle altre passioni, il cavallo e È l’Umbria dei poeti e dei santi, è terra di gente vocali per cantare rock. le immersioni. La Ternana è la che lavora, che fatica, ma che non ha scordato Musicisti della tua scuola, dunque, hanno lavo- squadra del posto dove e la mappa del buon vivere. rato con te... la seguo con piacere. Il calcio è Mogol mi accoglie con un sorriso normale, un Sì, e sono fiero di questo. Vedi, la promozione il cartone animato dei grandi, abbraccio normale, e penso che la normalità oggi è nelle mani del profitto, i giovani devono lo diceva Osvaldo Soriano mi- dei gesti sia verità: niente orpelli estetici, niente essere artisti per il piacere di esserlo e non per ca io... Insomma, amo questo rituali costruiti, solo la voglia di incontrarsi per una mira precisa. Il rischio è quello di bruciarsi sport perchè è un po’come la condividere. Pochi passi lenti e siamo in casa. Il e restare delusi... Se il successo arriva, bene, vita...’ grande camino del salone è acceso. Oggi fa altrimenti restiamo noi... L’arte ci nutre per E se dovessi con una definizio- caldo, ma quel camino è un affresco che vive di tutta la vita, senza tensione verso la ricerca di Perchè allora non vi siete più sentiti? ne raccontare proprio la tua vita? fuoco. “Le cose non sono quasi mai come sono noi stessi, cosa rimarrebbe dell’uomo... La gente pensa per una questione di , non Posso dire che se non sono morto è stato solo - sorride Mogol mentre cominciamo a sorseg- Cosa penserebbe Battisti di questo lavoro... è vero. Io e Lucio non ci siamo più sentiti per per una continuo ripetersi di miracoli. Una giare un caffè - sono come tu le vuoi, come tu Lucio avrebbe certamente qualcosa da ridire - una questione di principio. Il punto che ci ha volta ero sott’acqua, a 54 metri nelle acque di vuoi che siano...”. Mogol sorride mentre risponde - ma alla fine allontanato non voglio raccontarlo. È un gran- Salina, ero sceso a cercare un amico. Ad un Sono ancora lì a girare il cucchiaino nella taz- sarebbe d’accordo sull’idea di sperimentazio- de dispiacere, ma questo non toglie nulla al tratto ho avuto problemi con le bombole, zina, quando il suono mi ne, di futuro. Lucio era valore della nostra storia professionale e uma- dall’erogatore usciva poca aria e sono andato arriva forte nelle orec- futuro, era un precurso- na insieme. nel panico. Sarei morto se non mi fossi con- chie, dritto nel petto. re, un uomo di una cul- Ascoltiamo l’intero lavoro e alla fine arriva il tempo centrato sui pesci che mi nuotavano intorno. Un giro di chitarra, so- Io e Lucio non ci tura vastissima, che ave- di un pranzo leggero. A tavola parliamo della cultura Poi uno scoglio, insomma proprio un mira- speso al centro del salo- va il talento coraggioso del cibo, dell’olio nuovo che arriva sulla tavola con un colo, e quello scoglio mi ha aiutato a risalire, ne, ipnotico, una batte- siamo più sentiti di scrivere cose oltre il profumo antico, dell’abitudine alla musica fin da come un compagno che ti prende la mano e ti ria che scivola sotto le suo tempo. Talvolta pe- bambini, dell’importanza di far crescere i più piccoli riporta in cima... note metalliche e si fa per una questione di rò fu lui a non compren- con l’esercizio dell’ascolto, del significato della mu- Usciamo dallo stadio prima che la partita fi- largo, quattro giri in cre- dere il tempo, come sica e quello delle parole. Parliamo anche di politica, nisca. scendo e poi via, si parte, quella volta che il pro- lì dove il significato delle parole dovrebbe essere Ora è autunno, la sera porta un’aria pungente. Ci un climax d’entrata, la principio. Il punto che ci ha duttore dei Beatles gli fe- n e t to. rimettiamo in macchina e torniamo a Toscolano. porta di una nuova av- ce una proposta impor- “Questo è un Paese - riflette Mogol - dove la Lungo il tragitto penso che non è la prima volta che ventura. “Battisti era allontanato non voglio tante e lui rifiutò. Io pen- gente troppo spesso dimentica di essere una incontro Mogol e rifletto sul suo essere, ogni volta, avanti, molto avanti. Lu- so ancora oggi che sia comunità. Io continuo a sognare un posto dove disponibile alla conversazione, garbato nell’a cco - cio amava il rock e oggi raccontarlo. È un grande stato un errore, ma tutti pensano al bene collettivo, se lavoriamo glienza, attento nell’ascolto. Roba rara, insomma. Gli quel rock è nelle sue can- ognuno fa le sue scelte. insieme ci sono speranze. La stessa speranza comunico il mio pensiero e lui ride di gusto:“Vedi, zoni, le sue e le mie”. dispiacere, ma questo non Comunque, con Battisti che io nutro in Matteo Renzi, dobbiamo so- mi dice, chi ha storia o potere spesso si gonfia, Alzo gli occhi, guardo c’è stata identità di ve- stenerlo, aiutarlo, dobbiamo avere fiducia. C’è proprio come fanno le rane...” Mogol che mentre parla dute e completezza... Io una parola che significherebbe approdo ed è Mogol mi accompagna alla macchina e mi chiede di suona nell’aria una chi- toglie nulla al valore della ho lavorato con tanti stabilità. Ecco, per questo Paese vorrei final- ascoltare nuovamente il cd durante il viaggio verso tarra invisibile. Il pezzo grandi artisti ma consi- mente stabilità”. Roma. Lo farò Maestro, gli dico abbracciandolo. Lui che ascoltiamo è Anche nostra storia insieme, dero il connubio Batti- E gli anni che passano ti pesano Giulio... mi guarda e lentamente sussurra:“Guarda che per te, la prima traccia di sti-Mogol più della metà Posso risponderti con una sola frase: non so da Lucio sarebbe contento di questo lavoro, io lo un cd-sfida: Le canzoni di umana e professionale” della mia vita. dove arrivo, non so dove andrò, ma oggi so so....”. Mogol Battisti in versione New Era. “Il progetto è durato cinque mesi - racconta Mogol - con musicisti straordinari ci siamo chiusi in sala e abbiamo studiato gli arrangia- menti. La mia preoccupazione era quella di andare a toccare qualcosa di “sacro”, qualcosa di apparentemente inviolabile. Ma poi ho detto ai miei di lavorare senza paura, con coraggio. Ho pregato tutti di lavorare attraverso l’emo- zione prima ancora che con la tecnica. Esat- tamente il modello di didattica che seguo al Cet, la mia scuola. Con un impegno: se il lavoro fosse stato bello saremmo andati avanti, al- trimenti avremmo preso tutto e lo avremmo buttato. Senza paura”. Se non hai buttato tutto è segno che credi di aver vinto la sfida... Oggi sono certo che la sfida è stata vinta. Spero lo dica anche la gente. Con Massimo Satta, arrangiatore raro, Gioni Barbera, pianista fan- IL FATTO QUOTIDIANO DEL LUNEDÌ IL RACCONTO LUNEDÌ 17 NOVEMBRE 2 01 4 7

Dietro le note wScirocco è la storia di un un veliero in ricordo della città che fu VOX POPULI amico, lo incontro in via dei Giudei a marinara. Autogrill è una delle poche La Locomotiva è Bologna e vesto la sua amante in un abito di inventate. Un mio cugino ne fece un video, uscita in venti minuti, percalle perché la musica è un tango e quella ma non capì bene cosa dicevo stoffa usano le ballerine. Poi faccio passare della ragazza “bionda senza averne l’aria” scrivevo una strofa e mi usciva l’altra. È una storia “Scappo Parola di Francesco Guccini vera, raccolta tra anarchici da tal che frequentavano l’Osteria Le mie canzoni Ignazio delle Dame e il mio vicino M a r i n o” di casa, protagonista nate in una notte di Alessandro Ferrucci poi anche del Pensionato” ROMA Tor Sapienza, il Torrino, l’Esquilino. E an- di Francesco Guccini Chi è cio Dalla, Vecchioni, to. E so che le ballerine argentine si vestono con cora, Torre Angela come De André. abiti in percalle. A un certo punto del brano passa Boccea. Quindi la Panda, o, non scrivo più anche un veliero, “e volavan via velieri come in un come dimenticarla? Sì, canzoni. Non credo. IL MAESTRONE SCIROCCO. Una volta porto canale”. Il veliero credo che sia lei. E co- quella rossa del sindaco La chitarra è lì da Francesco Guccini, classe 1940, mi sembra di averlo munque Bologna ha una sua storia marinara. Non Ignazio Marino. Questa tempo, la prendo detto, forse tecnica- lo sa nessuno, ma Bologna ha una passato di città volta è lui il protagonista N è nato a Modena, ma da genito- in città, per questo a chi qualche volta se ci sono amici. È mente è una delle can- marinara, aveva sbocco sull'Adriatica e la ma- uno scherzo. Più facile scrivere ri di Pavana, paese degli Appen- zoni meglio riuscite. rineria bolognese riuscì a sconfiggere quella ve- incontriamo a piazza Vit- libri, con Loriano, inteso come nini che segna il confine tra Nasce quasi per caso, neziana in una storica battaglia. torio, domandiamo: “Co - Loriano Macchiavelli. Gialli am- come spesso avviene sa ne pensa del sinda- bientanti qui, a Pavana. Forse l’Emilia Romagna e la Toscana. nelle canzoni. La mu- AUTOGRILL. Questa è una canzone completa- co? ” non ricordo nemmeno come si fa Si trasferisce ragazzo a Bologna sica la strimpello con mente inventata. Direi una delle pochissime in- Fa b r i z i o, 36 anni, infor- a scrivere una canzone. A me so- Juan Carlos Biondini, sieme al Vecchio e il bambino, che è ovviamente matico. “Ma ci è o ci fa? no sempre venute abbastanza in dove scrive, suona, canta e in- Flaco, giusto per in- fantasiosa. Nella mia testa il pezzo nasce in un Comunque se ne deve fretta. segna. Celebri le sue gare le ga- tenderci. Ci mettiamo posto surreale, sicuramente non in Italia, visto che andà!” re in ottava rima, poesie a brac- a strimpellare e viene si parla di “nichel di mancia”. No, non è una S te fa n o, 46 anni, ban- LA LOCOMOTIVA. Il pezzo che fuori una melodia. La canzone della catena per la ristorazione che si chiere. “Quante parolac- ha chiuso quasi tutti i miei con- cio, contro Umberto Eco e Ro- musica è sua. Di Flaco. trova sulle autostrade italiane che io frequento ce posso dire?”Prov i a m o certi nasce quasi per caso. Era il berto Benigni. E’co n s i d e ra to Io un giorno a Bolo- poco e malvolentieri, non ho neanche la patente. senza? “Allora non te ri- tempo dell'Osteria delle Dame, a gna incontro un ami- Chissà cosa sia. Le tendine in nylon rosa. Bella, s p o n d o”. Bologna. Quelle erano le nostre uno dei più grandi cantautori co. Lui mi dice che de- romantica. Succede che un mio cugino che lavora Simone, 38 anni, osteo- notti. Bellissime. E spesso gira- italiani, ma ora fa lo scrittore ve incontrare la sua in una tivvù locale ne tira fuori un video. Ben pata. “Sta zitto, l’ho pure vano storie sugli anarchici. Una donna in via dei Giu- fatto. Ma non era la canzone. Dietro al banco ci votato. Quasi rimpiango sera viene fuori la storia di questo dei. Conoscevo la sto- mette una biondona prosperosa, ma non c'entra quello de prima”. Pietro Rigosi, lo descrivevano co- ria, lui sposato, lei assolutamente nulla. Io scrivo (e canto) “bionda Giorgia, 29 anni, segre- me un matto che da Poggio Renatico porta la stanca di fare la seconda. Questa molto banal- senza averne l'aria”, proprio perché non deve es- taria. “Ha unito una città. locomotiva verso la stazione di Bologna a tutta mente è la storia. E nel vederlo capisco anche sere necessariamente bionda e soprattutto non Lo detestano tutti”. velocità, cinquanta chilometri all'ora. Si sbraccia- quale sia il finale, e così è stato. Con lei che se ne deve essere biondona. No, diciamo che il video Fa b r i z i o, 41 anni, ricerca- vano i suoi colleghi, gli chiedevano di fermare, ma va. Io la faccio arrivare vestita in un abito di per- non è per niente azzeccato. La canzone sì, ripeto, tore. “Io vorrei capire chi lui continuava a buttare carbone. Un matto, nei calle che le fasciava i fianchi. C'è lo scirocco, nella perché ha un tratto quasi unico, non esiste né il lo ha messo in quel ruolo. racconti. In realtà quando ne luogo né la storia. Solo io ce l'ho in testa O meglio, lo so, ma stan- parlai con il mio vicino di ca- e chi l'ascolta può verniciarla come vuo- no tutti zitti”. sa, il protagonista di un'altra le. Emanuele, 26 anni, stu- canzone, il pensionato, mi dis- dente. “Sono di Torino”. se: “Guarda che non fu né un VORREI. Qui Ennio, 75 anni, pensiona- folle, né un incidente. Rigosi parliamo di un to. “Guarda come è ridot- era un anarchico e quello fu ANNO 1979 Fran - pezzo complica- ta, me piagne er core”. un gesto politico”. Quella stes- cesco Guccini al con- to, ma nasce in Giulia, 41 anni, tassista. sa notte, molte delle mie can- certo per Demetrio dieci anni. E' l'u- “Non ti rendi conto quel- zoni sono nate di notte, mi Stratos O l yco m nica canzone che lo che dicono i clienti che misi a scrivere. In venti minuti ha richiesto così ra cco l go”. c'era La Locomitiva. Una stro- molto tempo, A l e ss a n d ro, 46 anni, fa mi accompagnava verso perché io in genere scrivevo in una notte, operatore ecologico. “Ma l'altra. Alla fine mi accorsi che al massimo finivo il giorno successivo. quando se ne va? Io fe- mancava la strofa iniziale, Vorrei mi ha impegnato molto, la storia steggio. Ma per quello “Non so che viso avesse, nep- la conoscono tutti, è una dedica a mia dopo saranno dolori”. pure come si chiamava”, che moglie che mi ha fatto scontare la can- A ss u n t a , 68 anni, pen- forse fu il segreto della can- zone: è voluta tornare in tutti i luoghi sionata. “È tanto un bra- zone stessa. citati, da Barcellona a Istanbul. Lo sa- vo medico... È vero?”. pevo. Però ne sono fiero. E' un gran bel Ilaria, 34 anni, infermie- IL PENSIONATO. Era il mio pezzo. ra. “Anche qui è uno schi- vicino di casa. La canzone è fo. A volte ho paura di di- quello che era lui, la casa, vi- LA TIETA (O ZIETTA). Anche questa ventare razzista”. vevamo accanto, quando morì rappresenta un caso unico nel mio re- Germana, 33 anni, amica acquistai anche l'altra metà. pertorio. E' la traduzione di un pezzo di di Ilaria. “In piazza è pia- Siamo in via Paolo Fabbri 43. Joan Manuel Serrat. Scrivere in italiano no di topi, non ci mando L'aneddoto curioso. Mi in- non è assolutamente semplice. In inglese più mia figlia”. contrano per strada due si- è molto più facile, tanto è vero che il rock S a ra h , 39 anni, consu- gnore anziane, che vivono al 'n roll in Italia non è mai esistito, im- lente. “Siamo al degrado 45. “Sappiamo che ha dedica- possibile trasformarlo in rima. Ci è riu- più totale, sono anche to una canzone al suo vicino, scito Celentano, “Il tuo bacio è come un caduta dal motorino per- ora i prossimi saremo noi”.E rock, che ti morde col tuo swing, è assai ché scivolata sulle fo- io, che pensavo scherzassero facile al knockout che ti fulmina sul glie”. rispondo: "Certo”. La mattina ring”. Tutta così. Finita. Allora ho pen- B a r b a ra , 42 anni, esper- dopo, che per me voleva dire sato di tradurre La Tieta di Serrat dal ta di comunicazione. notte, forse ero andato a dor- catalano al dialetto modenese, perché ho “Meglio se non lo incon- mire da mezz'ora, non di più, potuto usare le tronche che in dialetto t ro”. squilla il telefono. “Professo - modenese esistono. Il risultato è che il Giuliano, 22 anni, disoc- re”, mi chiamavano così, per- pubblico resta spaesato, forse capisce cupato. “Mio padre dice ché all'epoca insegnavo, “sia - meglio il linguaggio originale che non il sempre che je vole me- mo i signori del 45, ci abbiamo dialetto, ma è bella. Non è mia, per for- nà”. pensato a lungo, ma non ab- tuna o purtroppo. Anche perché è una M a rce l l o, 51 anni, camio- biamo molto piacere ad avere canzone tristissima, si chiude con il fu- nista. “Ho deciso di an- una canzone. Preferiremmo rimanerne fuori”. Io fantasia di chi scrive, in realtà un vento quasi nerale della zietta dove dietro al feretro c'è un dare via da Roma con la ringrazio la signora, torno a dormire. Bellissimo. inusuale per Bologna. Raro, ma quando arriva si amico scoperto un momento fa, che nemmeno lei mia famiglia. Sai perché? È Bologna questa, era la Cirenaica, quel quartiere fa sentire molto bene. Il percalle è invece l'at- sapeva di avere. Mi sono fracassato le lì. Dove a un passo c'era, c'è ancora, l'osteria da mosfera argentina, in realtà io non so neanche (testo raccolto da Emiliano Liuzzi) palle di questo tipo di vita Vito. Ci trovavamo lì, dopo le Dame, da Vito. come sia fatta la stoffa in percalle. Ma dovevamo a l l u c i n a n te ”. Passavano tutti. Morandi, Ron, qualche volta Lu- rispettare la melodia, un tango argentino, appun- Twitter: @A_Ferrucci