Febbraio 2013
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I colori del cinema, caleidoscopio di mondi di Gian Piero Brunetta Il cinema, nel corso della sua storia, come ha anche guardie dalle origini agli anni Quaranta. Sempre gra - per ottenere il massimo del coinvolgimento dei cinque raccontato i colori del mondo? O come si è servito del zie a Montanaro sono stati immaginati, soprattutto sensi dello spettatore e per traghettarlo in spazi ulterio - colore per creare nuovi mondi e cercare di fissarne sul - per un pubblico di bambini in età prescolare, tre pro - ri rispetto a quelli del visibile. La dilatazione della la pellicola o sul digitale le dimensioni del non visibi - grammi di cinema d’animazione italiano, francese e gamma cromatica non è legata solo all’evoluzione tec - le? Ha contribuito a mutare la nostra percezione del americano. Quest’anno, per la prima volta, abbiamo nologica, quanto proprio alla scoperta di poter usare il colore immergendoci da più di cent’anni, in mondi pensato di rivolgerci a tutti i pubblici possibili, dai tre colore per esplorare insieme realtà materiali e immate - artificiali? Il tema del Carnevale 2013 mi ha stimolato ai cent’anni. riali: i colori del mondo e i colori dei sentimenti, i co - a pensare a una selezione di opere cinematografiche Il colore ha ingaggiato una sua battaglia corpo a corpo lori delle stagioni e i colori dei sogni, i colori dell’arco - rappresentative della sua intera storia che potessero con la pellicola in bianco e nero e ci sono voluti molti baleno e i colori della paura, i colori del cielo e del ma - rientrare nello spazio di alcune di queste domande ge - decenni prima che i rapporti di forza volgessero inte - re e i colori della speranza, i colori delle note musicali nerali. ramente a suo favore. Già all’indomani dell’invenzio - e quelli dei movimenti reali e dell’inconscio. Il cinema Nell’impossibilità di ripercorrere tutti i momenti in ne dei fratelli Lumière il cinema si propone come luo - si è servito dei colori per guidare milioni di spettatori cui il colore ha giocato un ruolo decisivo sul piano del - go della meraviglia, specchio del mondo, ma anche lungo i percorsi della storia, della natura, del fantasy, l’avanzamento tecnologico, stilistico di un autore, come creatore di mondi. Il colore viene ad essere un dell’avventura, delle passioni travolgenti, degli incubi, espressivo di un movimento o di una cinematografia, valore emozionale aggiunto, ma anche un ponte e una delle percezioni della morte e della velocità della luce, ho cercato di pensare a un’articolazione del program - via d’accesso a realtà parallele, a nuovi mondi possibi - dell’immaginazione di altri mondi. ma il cui cuore e nucleo fondamentale fossero alla Ca - li. Méliès illusionista e mago cerca di aggiungere da su - I film selezionati per la Casa del Cinema, oltre a voler sa del Cinema, ma di cui le altre due sedi, l’Istituto Ve - bito alla magia e ai trucchi delle sue affabulazioni fan - riunire un piccolo insieme di opere che si possono neto di Scienze Lettere ed Arti e la Fondazione Queri - tastiche anche la magia del colore. I procedimenti e i considerare come pietre miliari nella storia del colore ni Stampalia, fossero a loro volta luoghi necessari e in - tentativi di colorazione della pellicola, a mano, per im - al cinema, dal Pirata nero al Segreto del bosco vecchio , tegrati per la percezione della ricchezza della rete di bibizione, a pouchoir, che si succedono fin dal 1898 passando per Becky Sharp e Il mago di Oz , intendono connessioni che volevamo stabilire. grazie alla Pathé, alla Gaumont, a Méliès in Francia e offrire degli esempi di come il colore sia stato usato in Parlo al plurale perché il programma di quest’anno è via via agli altri esperimenti che vengono fatti in Gran funzioni diverse da quelle mimetiche e come la ricerca stato possibile anche grazie alla collaborazione di Car - Bretagna, Giappone, Stati Uniti, hanno nomi noti, del colore sia andata di pari passo col tentativo di crea - lo Montanaro, storico e collezionista veneziano, che come Kodachrome o Technicolor o l’Agfacolor. O del re concordanze e corrispondenze tra le variazioni dei possiede una delle più ricche collezioni private di cine - tutto sconosciuti o dimenticati, come il procedimento colori e quelle dei sentimenti ed emozioni. Oltre a ma d’avanguardia e d’animazione. Il programma si Colcim giapponese, il Kinemacolor, lo Zoechrome o il rendere omaggio ad alcuni titoli che nella storia del ci - inaugura all’Istituto Veneto con un incontro con Fran - Polichromide, inventati in Inghilterra, o gli esperi - nema o nella filmografia di un regista hanno un ruolo co Piavoli, il regista che nel modo più originale, pro - menti francesi del sistema Keller-Dorian Berthon, o il fondamentale proprio per l’uso del colore, abbiamo febbraio fondo e ad ampio spettro, ha cercato di raccontare i Francita-Remita, i Procedimenti Bush e Horst, il Ro - scelto in particolare tre film italiani i cui direttori del - colori del mondo - addirittura dall’indomani del Big tacolor e l’UFA color, brevettati in Germania, il Cine - la fotografia sono stati Gianni di Venanzo ( Giulietta Bang ad oggi col Pianeta azzurro - e che presenterà il color americano, o il Procedimento Sirius brevettato degli Spiriti di Fellini), Vittorio Storaro ( Il conformista 2013 suo più recente lavoro Lo zebù e la stella che, come nei Paesi Bassi. di Bertolucci) e Dante Spinotti ( Il segreto del Bosco vec - sempre, ci restituisce l’incanto delle sue capacità di La tavolozza del cinema primitivo è limitata e conce - chio di Olmi) che ci piace pensare come tre moschet - creatore di cosmogonie a kilometri zero. Ancora al - pita quasi ripartendo dai colori primari e dalle larghe tieri, o tre portabandiera di quella grande scuola della l’Istituto Veneto sono stati immaginati due program - campiture di colore dei fondi oro e dei cicli di affreschi fotografia italiana che ha insegnato agli operatori di mi, con materiali molto rari, sulla magia del colore nel della pittura medioevale, ma il colore sembra, da subi - tutto il mondo le infinite possibilità della cinepresa di cinema delle origini e sul colore nel cinema delle avan - to, un elemento necessario, come del resto il suono, dipingere con la luce. Patrice Leconte, grande impostore di Cristina Morello Il cinema popolare e quello d’autore si incontrano re la sua “versione” su due temi classici del cinema: il Con il nuovo millennio arrivano, tra gli altri, il curio - spesso nel percorso di Patrice Leconte, uno dei registi voyeurismo e l’amore assoluto. Tema ricorrente, que - so L’amore che non muore (con il trio Binoche/Kustu - francesi di oggi più conosciuti e insieme più difficili st’ultimo, in tutta la sua filmografia, caratterizzata da rica/Auteuil), la bizzarra storia di uno scambio di vite da classificare. Regista di indubbio talento, Leconte è quel che Truffaut definiva “il soggetto dei soggetti”, il in L’uomo del treno e Il mio miglior amico , commedia decisamente raffinato e prezioso nel suo stile. Non protagonista ombra di tutti i racconti possibili. Gli che indaga sul valore dell’amicizia. Patrice Leconte è manca mai del nécessaire che lo rende un Autore: pic - anni Novanta sono gli anni di conferma del suo stile anche un maestro dei contrari, da sempre. Amore e cante, ideale, sobrio, completo. Dopo aver mosso i e della sua vena intimista: con Il marito della parruc - indifferenza, vita e morte, chi ascolta e chi parla, chi primi passi nella commedia leggera e d’intratteni - chiera (con l’attore/feticcio Jean Rochefort che, con prende i treni e chi li guarda si alternano in una dan - mento, dai primi goliardici lungometraggi ( Les Bron - Daniel Auteuil, sarà essenziale protagonista del suo za di sequenze che hanno caratterizzato il suo cinema. zés e Le Bronzés font du Ski ) ai film realizzati a cavallo cinema) ottiene finalmente il successo internazionale Un cinema che è arte della simulazione, dove ricalca - degli anni Settanta e Ottanta che non trovano distri - da sempre rincorso. Quello di Leconte è anche un ci - re e riprodurre situazioni che attingono ad un imma - buzione in Italia, Leconte cambia direzione per intra - nema che parla di seduttrici fatali ( Il profumo di Yvon - ginario teatrale. È il fascino dell’ impostura che, come prendere un cammino più personale e autoriale. La ne , 1994) e di quell’aristocrazia che si va spegnendo in un gioco di specchi, permette di riflettersi e dare svolta nella carriera arriva con Tandem (1987) e attira come ben dimostra Ridicule , film in costume con cui un’immagine di sé variabile all’infinito. Grazie alle l’attenzione della critica con L’insolito caso di Mr. Hi - fa incetta di premi in patria e all’estero I rapporti sue ambientazioni non immediatamente riconducibi - re (presentato al Festival di Cannes e tratto dal ro - umani sono costantemente al centro della sua narra - li a contesti e epoche definiti, Leconte crea universi a manzo di Georges Simenon Les fiançailles de monsieur zione, vista come occasione per indagare l’intimità, sé stanti, frutto della sua originale creatività. Hire e remake di Panico di Julien Duvivier del 1946) spesso problematica, dei personaggi che riempiono la in cui Leconte crea un proprio universo noir dove da - scena ( La ragazza sul ponte , Confidenze troppo intime ). Due amori: il cinema e Venezia di Aldo Lado Anno XXVII n. 1 febbraio 2013 Dei proiettori giganteschi, li chiamavano “bruti”, spara - amorosa che lo aveva coinvolto… ma vent’anni dopo di più sconosciuta ed inedita della città, mi lasciai convin - Autorizzazione Tribunale di Venezia vano una luce violenta sul viso degli attori, per bilancia - lui! Quindi tutte le vicende narrate nel libro mi faceva - cere a preferire la Venezia classico-turistica, un po’ da n.