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agli organisti, direttori, cantori e suonatori di banda di Castelleone Associazione “M. A. Ingegneri” Scuola Diocesana di Musica Sacra “D. Caifa”

Ettore Rancati Musica sacra per il coro e la banda di Castelleone

Edizione a cura di Marco Ruggeri e Giuseppe Visigalli

N.E.C. Nuova Editrice Cremonese Cremona 2012 autori cremonesi di musica sacra 6

Edizioni di musica sacra della Diocesi di Cremona a cura di don Giuseppe Ferri e Marco Ruggeri

Associazione “M. A. Ingegneri” Scuola Diocesana di Musica Sacra “D. Caifa”

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G e ru on p lle po di Caste LIONS CLUB Associazione Nazionale Alpini Schola Cantorum CASTELLEONE Gruppo di CASTELLEONE “Ettore Rancati” “G. Bergami” Castelleone

Un ringraziamento sincero al prezioso lavoro di collaborazione offerto dal dott. Erik Lundberg nel reperimento dei manoscritti di Rancati e nel lavoro di controllo e ricerca presso la Biblioteca dell’Istituto Musicale “Folcioni” di Crema ed il Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Si ringraziano il dott. Mario Confalone, direttore ammini- strativo del Conservatorio di Milano, e la sig.ra Anna Argentino per la squisita cortesia dimostrata nella consul- tazione dei registri didattici relativi a Rancati; la famiglia Rancati, il presidente dott. Roberto Zanisi e i cantori della Schola Cantorum “E. Rancati” di Castelleone, mons. Amedeo Ferrari e la parrocchia dei SS. Filippo e Giacomo di Castelleone per il sostegno concreto offerto alla realizzazione dell’.

N.E.C. s.r.l. NUOVA EDITRICE CREMONESE Piazza S. Antonio Maria Zaccaria, 5 - 26100 Cremona UFFICIO: via Stenico, 3 - tel. 0372 20666 / 458584 • fax 0372 35721 Prosegue a pieno ritmo la collana degli “Autori cremonesi di musica sacra” promossa dalla Scuola Diocesana e rivolta a riscoprire il patrimonio locale di composizioni musicali sacre. Dopo l’opera omnia dei fratelli Remo e Guido Volpi, ora riemergono i brani scritti da Ettore Rancati, musicista diplomato sul finire dell’Ottocento al Conservatorio di Milano e poi impiegato come organista e direttore di banda presso la chiesa parrocchiale di Castelleone. Fu uno degli ultimi musicisti assunti professionalmente dalle nostre Fabbricerie e svolse il suo lavoro di organista e composi- tore a Castelleone per quarant’anni, dal 1897 al 1936. Fondò la Schola Cantorum, scrisse molta musica per le varie funzioni religiose, in particolare per le processioni che si svolgevano con l’accompagnamento della banda. Ma scrisse anche per voci femminili, le “cantarine”, ponendo le basi per il coro misto che si sarebbe formato dopo di lui e che tuttora è presente. Le sue composizioni rivelano semplicità ed una costante qualità di scrittura; alcune vengono cantate ancor oggi. Con questa corposa edizione vogliamo offrire nuove occasioni di studio e di ampliamento del repertorio ai nostri cori diocesani. Grazie a tutti coloro che hanno collaborato e che hanno offerto il loro contributo concreto alla realizzazione di quest’opera importante per la cultura diocesana.

don Giuseppe Ferri Presidente dell’Associazione “M. A. Ingegneri” Scuola Diocesana di Musica Sacra “D. Caifa”

Cremona, 29 aprile 2012 Ettore Rancati: un musicista per Castelleone

Ettore Rancati nacque a Spino d’Adda (Cr) il 9 febbraio 1869. Compì gli studi musicali al Conservatorio di Milano dall’anno scolastico 1885-86 al 1890-91, studiando Pianoforte, Corno, Organo e Contrappunto. L’iter preciso degli studi e della frequenza presso l’istituto milanese è attestato dal registro didattico che mostra, sostanzialmente, l’avvio degli studi nella classe di Corno e, in seguito, il ai corsi di Organo e Contrappunto. In particolare, nei primi tre anni di studi, Rancati seguì le lezioni di Corno e Pianoforte, oltre alle materie letterarie e musicali di base; dall’anno scolastico 1888-89 e per i successivi due anni, il giovane musicista si dedicò invece allo studio dell’Organo, completato nell’ultimo anno scolastico (1890-91) con l’apprendimento del Contrappunto. I voti conseguiti, sempre attorno all’otto e al nove, confermano buone doti musicali sia nell’esecuzione strumentale che nelle materie teoriche. Durante la frequen- za del Conservatorio, Rancati conseguì menzioni onorevoli, tra cui un attestato come suonatore di Corno nell’orchestra del Conservatorio (18 luglio 1888), oltre ai tre attestati di fine anno scolastico nella classe d’Organo (15 luglio 1889, 18 luglio 1890 e 18 luglio 1891).1 Forte di questi titoli, Rancati lasciò il Conservatorio per dedicarsi alla professione musicale. Dal 1891 al 1897, anno di insediamento a Castelleone, si ha notizia di una sua molteplice attività musicale, come direttore delle corali “”, “Francesca Romana” e “Amilcare Ponchielli” di Milano e come organista ad Olgiate Olona.2 Superò vari con- corsi per il posto di organista (Domodossola, Torino), ma sempre rinunciando agli incarichi. Nel 1897, dopo concorso, venne eletto organista e della banda di Castelleone, impiego che tenne sino al suo ritiro nel 1937. Morì a Crema il 9 febbraio 1945. Fu probabilmente l’emanazione del motu proprio sulla musica sacra da parte di papa S. Pio X Inter sollecitudines nel 1903 a spronare Rancati nell’attività compositiva: prima di tale data la sua produzione è esigua, mentre al 1904-05 risale un corposo gruppo di composizioni sacre per le quali l’autore chiese ed ottenne (il 25 novembre 1905) l’imprimatur dalla Curia di Milano, le raccolte: Canti sacri e Litanie lauretane.

Raccolta Canti sacri (1905): 1 Tantum ergo, a 3 voci (TTB) 7 De profundis, a 4 (SCTB) o 3 v. (TTB); 2 Exsultet orbis gaudiis per processione, a 3 v. (TTB); 8 Litanie del S. Cuore, a 2 v. pari, popolo e organo; 3 Pater superni luminis per processione, a 3 v. (TTB); 9 Haec dies, a 3 v. (TTB) e organo; 4 Pange lingua per processione, a 3 v. (CTB); 10 Ecce sacerdos, a 2 v. (SC) e organo; 5 Responsori dell’Ufficio dei Defunti: Credo quod Redemptor, 11 Litanie lauretane, a 2 v. (SC) e organo Qui Lazarum, Domine quando veneris, a 3 v. (TTB); (cfr. Litanie lauretane, n. 1); 6 Regem cui omnia vivunt, a 3 v. (TTB); 12 Vexilla Regis, ad 1 v. (C) e organo. Raccolta Litanie lauretane (1905): 1 Litanie, a 2 v. pari (SC) e quart. d’ottoni (cfr. Canti sacri, n. 11); 3 Litanie, a 1 v., banda e quartetto d’ottoni; 2 Litanie, a 2 v. pari (SC) e quartetto d’ottoni; 4 Litanie, a 2 v. pari (SC), banda e quartetto d’ottoni.

Di poco posteriore (1911) è la Messa corale a 2 voci virili con accompagnamento d’organo (o armonio), recante la suggestiva indicazione dei destinatari, «per cantori ed organisti di campagna». In essa sono presenti i cinque brani dell’Ordinarium Missae (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei) e una piccola fuga a 3 voci da eseguirsi dopo l’Agnus Dei, quindi durante la Comunione. La struttura è impostata secondo la secolare prassi dell’alternatim: i versetti polifo- nici, infatti, sono intercalati da versetti organistici appositamente composti oppure da versetti gregoriani, armonizzati

1 Si ringrazia il dott. Erik Lundberg per le ricerche compiute presso il Conservatorio di Milano. 2 Apprendiamo questi riferimenti biografici dall’articolo di Mario Maccalli apparso sul «Nuovo Torrazzo» di Crema del 31 marzo 1946 e tra- scritto più avanti (pp. XII-XIII). È questa l’unica fonte consultata, cui aggiungiamo le testimonianze fino ad ora inedite dei citati documenti scolastici del Conservatorio di Milano.

IX dallo stesso Rancati e curiosamente tratti non da una, ma da più messe o brani del Kyriale gregoriano. La trascrizione del canto gregoriano segue qui la prassi notazionale novecentesca, con le note gregoriane scritte come crome, mentre in altre composizioni Rancati si attiene ancora all’uso ottocentesco (riscontrabile nelle edizioni di Ratisbona) di impiegare minime e semibrevi. La Messa non risulta essere mai stata pubblicata, mentre figurano editi due inni processionali Exsultet( orbis gaudiis e Pater superni luminis) dall’editore Bertarelli di Milano nei primi anni del secolo (nn. ed. 3357 e 3358). I contatti tra Rancati e questo editore, tra i più attivi in Italia nella diffusione della musica sacra “ceciliana”, mostrano chiaramente come il Nostro fosse consapevolmente solidale con le indicazioni presenti nel motu proprio di S. Pio X nella restaurazio- ne della musica sacra. Anzi, due iniziative dell’editore Bertarelli, promosse nel 1907, sembrano essere in qualche modo legate a certe scelte compositive di Rancati di poco successive. In quell’anno, infatti, l’editore bandì un concorso per la composizione di una Messa a 2, 3 o 4 voci con accompagnamento d’organo o armonio, scritta secondo le prescrizioni del motu proprio, raccomandando che «la composizione non deve essere arida, nè foggiata sui modelli tedeschi, ma deve presentare le caratteristiche di forma, stile e invenzione propria delle scuole e della natura della composizione italia- na». La Messa corale – che non sappiamo se fu inviata da Rancati all’editore per partecipare al concorso e che, tuttavia, si presenta graficamente molto precisa e completa sia nell’impaginazione che nelle indicazioni musicali di fraseggio, agogica e tempo (ogni movimento ha una propria segnatura di metronomo) – pare comunque riflettere fedelmente le indicazioni del bando di Bertarelli. Sempre nel 1907, l’editore pubblicava il periodico «Il canto nella scuola. Periodico musicale-letterario-educativo».3 È probabile che Rancati ne fosse a conoscenza, o in qualche modo influenzato, vista la successiva abbondante produzione di musica per le scuole, con finalità ricreativa e didattica, legata al lungo periodo di insegnamento del canto presso le scuole elementari. L’attività musicale di Rancati si svolse proficuamente anche sul versante bandistico. Numerose, infatti, sono le com- posizioni scritte dal maestro per la banda di Castelleone, legate sia alle necessità liturgiche (in particolare le processioni del Venerdì Santo, del Corpus Domini e della Madonna della Misericordia) sia a ricorrenze civiche. In questo campo Rancati ottenne dei prestigiosi riconoscimenti: nel 1913 il “Gran diploma con medaglia d’oro” al Concorso internazio- nale di composizioni per banda “Tito Belati” di Perugia con la marcia religiosa Mater misericordiae mentre, nel 1915, a seguito di un non meglio precisato concorso nazionale, l’inno La gioia dei forti fu eseguito a Milano al Teatro alla Scala. La necessità di scrivere brani processionali per banda, e dunque di creare melodie dalla precisa connotazione ritmica, suggerita anche da inni latini con una metrica ben definita, portò Rancati ad utilizzare medesime versioni melodiche per diversi brani. Lui stesso, sottotitolando inni processionali come Deus tuorum militum o i due brani editi da Bertarelli, si premurava di indicare «Inno per metro giambico» (o «per metro saffico», nel caso particolare dell’inno Festivis resonent), a segnalare l’adattabilità del canto a qualsiasi testo avente la stessa struttura accentuativa. Con qualche lieve forzatura – per altro molto abilmente simulata – alcune di queste melodie potevano essere impiegate anche per l’Ave maris stella o addirittura le Litanie lauretane. Abbiamo individuato quattro melodie principali:

- melodia n. 1: Exsultet orbis gaudiis (II/9) altri testi: Deus tuorum militum (II/3), Jesu corona virginum (MS sn), Jesu Redemptor omnium (MS sn), Ave maris stella (V/4), Infen- sus hostis gloriae (MS 95)

- melodia n. 2: Pater superni luminis (II/25) altri testi: Vexilla Regis (II/35)

- melodia n. 3: Festivis resonent (II/10)

- melodia n. 4: Ecce sacerdos magnus (II/8) altri testi: Iste confessor (II/13), Litanie lauretane (V/5: 4)

Un avvenimento importante segnò l’attività organistica di Rancati, ossia la costruzione del nuovo organo Tamburini nel 1925 nella chiesa parrocchiale che causò, purtroppo, lo smantellamento del precedente organo Lingiardi 1875, uno dei più grandi cosiddetti “organi-orchestra” costruiti dalla ditta pavese. Ma l’impeto della “riforma ceciliana” era in quegli anni talmente forte – nei suoi aspetti positivi di risanamento del repertorio musicale ma anche nei suoi risvolti negativi circa lo smantellamento del patrimonio organario ottocentesco – che non risparmiò anche il pur valente e colto Rancati,

3 Cfr. voce “Bertarelli” in Dizionario degli editori musicali italiani 1750-1930, a cura di B. M. Antolini, Pisa, Edizioni ETS, 2000, pp. 69-70.

X la Fabbriceria e la parrocchia di Castelleone. Nonostante questo, tuttavia, non notiamo un particolare mutamento nella scrittura e nella composizione organistica del nostro autore: a parte la citata Fughetta, risalente al 1911, la costruzione del nuovo organo non spinse Rancati a produrre una letteratura specifica: per lui l’organo era strumento liturgico di semplice accompagnamento corale. Proprio nel repertorio vocale si concentrarono le maggiori attenzioni del musicista. Oltre alle raccolte Canti sacri e Litanie lauretane e alla Messa corale, Rancati scrisse una nutrita serie di composizioni destinate a pressochè tutte le funzioni dell’anno liturgico che andavano ovviamente ad integrarsi con brani di altri autori contemporanei. Uno dei pezzi più celebri, ed ancor oggi eseguito, è l’inno popolare Salve, o gran Vergine composto nel 1936 in occasione del 50° anniversario dell’Incoronazione della Madonna della Misericordia (1886). In generale, la produzione sacra di Rancati, che viene qui edita integralmente, rivela un compositore ben preparato, solido nella scrittura, dotato di una vena melodica naturale e controllata. L’organico vocale è quello in uso nella prima metà del Novecento, cioè solo maschile con i pueri per le voci acute (indicate come “contralti”) completate dalle voci adulte dei tenori (primi e secondi) e dei bassi. Raramente si trovano pezzi con voci femminili, anche se nel periodo di Rancati comincia a costituirsi il gruppo delle “cantarine”, cioè il coro delle donne: per esso il musicista scrive alcuni brani a voci pari, da 2 sino a 5 voci, in particolare sui testi mariani delle litanie. Ma i due cori, maschile e femminile, rimangono separati. Solo dopo l’uscita di scena di Rancati, le due sezioni vennero unite a formare il “coro misto” che tuttora è attivo. Nella sua attività, Rancati fu affiancato nella direzione da don Opilio Oneta e, nell’ultimo periodo, da Cesare Bor- sieri in qualità di organista, che poi continuarono nella conduzione della Schola, intitolata a S. Cecilia. Attorno agli anni Cinquanta e sino al 1969 assunse la direzione Franco Ferrari, cui successe il nuovo vicario parrocchiale, don Luigi Parmigiani, che diresse il gruppo negli anni 1970-1976, rinnovando il repertorio con autori di polifonia classica. Riti- ratosi don Parmigiani, a causa del trasferimento ad altra parrocchia, la corale venne guidata per oltre vent’anni da Erik Lundberg (1976-1999) e per iniziativa dello stesso direttore (con l’assenso della Parrocchia), assunse nel 1980 il nome di “Schola Cantorum Ettore Rancati”. Dal 1999 il coro è diretto da Davide Massimo. Quanto alla banda, talvolta indicata dallo stesso Rancati come «piccola banda», essa presenta normalmente un orga- nico composto da: Clarinetti in sib (I-II-III), Flicorni in sib (I-II) sempre uniti alle Cornette in sib (I-II), Genis in mib o Clavicorni (I-II-III), i Tromboni suddivisi in Trombone “di canto” e Tromboni “d’armonia” (I-II-III), i Bombardini (I-II), i Bassi (Flicorni tenore e basso) e la Batteria (Tamburo, Grancassa e Piatti), cui si aggiungono talvolta l’Ottavino in reb e il Clarinetto acuto in mib (detto anche Quartino). A questo organico sovente si affianca, in combinazioni diverse, il quartetto d’ottoni con funzioni di accompagna- mento del canto: nelle processioni, dunque, le introduzioni e gli intermezzi venivano affidati all’organico bandistico completo mentre gli inni (Vexilla Regis per il Venerdì Santo, Pange lingua-Tantum ergo per il Corpus Domini, Litanie e l’inno alla Madonna della Misericordia Salve, o gran Vergine per le feste mariane) erano cantati a voci sole oppure sostenuti da un gruppo ristretto variamente assortito. Solo in rari casi, Rancati impiega strumenti ad arco (ad esempio il Deus tuorum militum, II/3b): ne sono ignote le ragioni, forse rintracciabili in circostanze occasionali di cui non siamo a conoscenza. Il canto dei salmi era realizzato secondo i toni salmodici oppure con l’antica tecnica della polifonia omoritmica cosiddetta «in falsobordone», o entrambi, come nel Miserere III/2a in cui i versetti dispari sono cantati dalle tre voci maschili in falsobordone, mentre per i versetti pari viene utilizzato il IV tono salmodico.

4 Cfr. Serafino Corada, Ricordo del maestro Ettore Rancati, Castelleone, Tip. Tipostile, 2006.

XI Testimonianze

Riportiamo tre testimonianze su Rancati scritte negli ultimi anni della sua vita o appena dopo la morte. Si noteranno alcune inesattezze, tuttavia tali scritti valgono anche per l’affetto e la vicinanza dimostrata dai loro autori verso il mae- stro. I primi due articoli si trovano dattiloscritti nell’Archivio della Schola Cantorum, il terzo è stato reperito nel recente contributo di Serafino Corada.4

1) Discorso pronunciato dal cantore Vittorio Ruggeri ad una festa di commiato al M.° Ettore Rancati il 9 luglio 1939

Signor Maestro, a nome della Vostra Scuola ho l’incarico di pronunciare due parole. Da ragazzo ho letto un opuscolo intitolato “Le due future stelle italiane: Marconi e Perosi”. Ma anche, Amici, qui a Castelleone, il Maestro Rancati per noi è stato una stella che ha molto seminato musicalmente. E dobbiamo tributare giusto onore, di vera cordiale riconoscenza, al lavoratore intelligente e geniale che per quarant’anni senza egoismo istruì quasi gratuitamente la nostra Schola Cantorum ed il Corpo Musicale. RicordateVi, o Amici, che in provincia di Cremona, la Schola Cantorum di Castelleone è stata la prima ad eseguire le Messe Pontificali di Perosi. RicordateVi anche le grandi soddisfazioni avute dalla nostra Schola in Cremona, Soncino e Caravaggio poi- ché il nostro Maestro, unitamente al Direttore, si era preso l’incarico di farci eseguire della bella Musica: come dono immenso limpido come diamante e fine sensibilità a noi Castelleonesi. E tutto questo, per merito di un dotto Maestro. E non per nulla nella nostra bella Chiesa, lo strumento che ha tutte le voci, tutte le ampiezze e tutte le risonanze era suonato dal M.° Rancati che è stato dichiarato il Maestro dell’organo liturgico per capacità e valentia, accompagnando le preghiere così che il popolo di Castelleone sentiva elevarsi l’anima a Dio, invocando il conforto ed il sollievo dal dolore. E noi, o Amici, educati dal Maestro al culto della musica, all’amore del bene e della virtù, con un senso di amoroso rispetto e di profonda ammirazione al nostro Educatore e per riconoscimento alle sue rare doti, unitamente al nostro amato Monsignore, al Clero, alla Fabbriceria, ai Musicisti e simpatizzanti, abbiamo promosso questa festicciola come attestato di venerazione profonda e di sentita gratitudine per il nostro bravo e buon Maestro. Signor Maestro, le Vostre composizioni musicali sono state dichiarate dei gioielli perfetti, classici in liturgia, anche se la Vostra modestia schiva di glorie e onori, ha potuto nascondere a molti i Vostri veri meriti. Eleviamo dal nostro cuore voti e preghiere a Dio perché conservi il nostro Maestro ancora a lungo confortato sempre dall’affetto e dalla stima dei suoi Amici e ammiratori. Evviva il Maestro.

2) Elogio funebre della Schola Cantorum di Castelleone, febbraio 1945

Il 9 febbraio 1945 spirò a Crema, nel suo 76° compleanno, il M.° ETTORE RANCATI

lasciando tanto rimpianto fra coloro che lo conoscevano e gli erano affezzionati; poiché, nel di Lui ricordo, rivive la Sua faceta paterna bonarietà, che unita all’intelligenza modestia ed umiltà, Lo rendevano caro a tutti quelli che Lo avvicinavano. Se i tempi burrascosi non han permesso di tributare alla Sua memoria quanto si sarebbe voluto (in special modo da parte di tutto lo stuolo dei Suoi allievi) i funerali avvenuti l’11 seguente furono ugualmente grande dimostrazione di simpatia e di amici- zia. Fra le tante, è spiccata la partecipazione della Schola Cantorum di Castelleone, che oltre ad accompagnare la Salma, cantò in Chiesa le composizioni funebri dell’indimenticabile buon Maestro. Al Cimitero poi, semplice pura espressione di un grande spontaneo cuore, che in sé riassumeva tutto l’affetto devoto dei cantori e dei Castelleonesi, vibrò la parola di uno dei primi Suoi allievi, Ruggeri Vittorio, che Gli recò l’ultimo saluto con il seguente commiato:

AMATO MAESTRO! Permettete prima che la Vostra Salma sia posta nella Tomba che la amata Schola Cantorum, da Voi creata a Castelleone e che qui Vi fa coronam Vi mandi un suo saluto di ringraziamento per il bene educativo, musicale, morale e religioso che avete inculcato nella mente e nel cuore di tutti noi. Rancati a Castelleone era musicalmente una stella e non è stato meno dei suoi predecessori e colleghi. Nel 1620 Giulio Cesare Monteverdi, celebre organista e compositore; nel 1819 vi fu il grande Direttore della Banda della Guardia Nazionale; dal 1860 si susseguirono i valenti direttori: il Roncaglio, il Perosi (zio dell’Accademico), il Ziglioli (nella Commissione esaminatrice vi era Amilcare Ponchielli); nel 1868 il valente organista Giulio Corbari; nel 1894 il compositore Angelo Balladori. Indi Felice Bassi e nell’aprile dell’anno 1897 entrò nella schiera dei bravi maestri a Castelleone Ettore Rancati, il grande seminatore musicale cono- sciuto dalla città ai piccoli villaggi.

XII SIGNOR MAESTRO! La Vostra musica è stata apprezzata; musica senza gonfiori e soprastrutture cerebrali; non appesantita ed imbolsita da studiati procedimenti dottrinari, ma arieggiata invece di gustosi popolarismi; scorrevole, armoniosa ed aperta, colorita ed accesa di una mistica tutta nuova così che tutti la gustavano ed acclamavano perché facile ad essere ricordata e ricantata. Per esempio il Sov- venite [sic: Subvenite], gli Invitatori, le Messe, ecc. ecc., il Recordare della Madonna della Misericordia che è tutta una preghiera mistica, sono lì, per sempre, a testificare che eravate una stella. La virtù è sempre onorata anche se l’umiltà e la modestia cercano di nascondere i veri meriti; e qui noi tutti della Schola, reve- renti, siamo per dare al caro Maestro l’ultimo saluto. E Voi della famiglia dovete essere orgogliosi di aver avuto un Padre che lascia molti ricordi di bene. Preghiamo per Lui ed arrivederci in Cielo!

La Schola Cantorum di Castelleone

3) Mario Maccalli, Ettore Rancati, cantore nostro (da: «Il Nuovo Torrazzo di Crema», 31 marzo 1946)

Da un anno il Maestro è scomparso. La nostra grande tribulazione nazionale di allora non aveva avuto tempo e luogo di ri- cordarlo. Ora, nell’anniversario primo della morte, un ricordo è necessario e caro. Tanto più che in Lui, il maestro, noi non cele- briamo soltanto l’interprete di una espressione artistica, qualunque, ma il cantore nostro, l’aedo che ha celebrato la nostra epopea umana e terrestre. Entrato appena sedicenne nel Conservatorio “G. Verdi” di Milano, sotto l’illuminata formazione dei maestri Fumagalli e Ma- pelli, il suo gusto venne educandosi a quello stile umano che ha il sentimento del romanticismo, la solennità dell’impostazione classica, la religiosità perenne dello spirito. Con una sola parola il suo stile si può definire: umano. Il nostro popolo ha dentro di sé un mondo lirico e drammatico da esprimere, ha un’anima appassionata e religiosa che vuol parlare. Ma, farraginoso come è, non sa esprimersi sempre con proprietà. Il Rancati ha cantato l’anima del nostro popolo: e il po- polo, così diffidente con i suoi, ha accettato il canto lirico del maestro perché vi ha ritrovato se stesso: le sue passioni, i suoi drammi interiori. Lo stile del nostro maestro è inconfondibile: a sentirne un brano di musica è agevole riconoscerne l’autore. Uno stile popolare senza banalità; facile senza frivolezze; piano e melodioso: sostenuto e scorrevole al tempo stesso. La sua vena era feconda come il suo cuore. I suoi inni sacri, i suoi mottetti, i pezzi religiosi, le marce, i corali, i ballabili, gli scherzi, le fantasie, sono disseminati un po’ ovunque e raggiungono facilmente il centinaio. Il sacerdote che desiderava un mottetto, il poeta che gli sottoponeva le sue rime, un comitato che indiceva una manifestazione, la Suora dell’Asilo che preparava un saggio, un Istituto che allestiva una acca- demia, una lieta brigata che combinava un trattenimento, ricorrevano a lui con la certezza di essere accontentati. Il segreto della fecondità della sua fantasia proveniva da una vivace e fine sensibilità che sapeva percepire le voci più umili delle cose. Nell’estate assolata, in una viuzza pigra e sonnacchiosa, i selciatori interrano i sassi con la picozza. È una monotona che invita al sonno pomeridiano. Il maestro scopre in quella cadenza tre note insistenti: le porta sulla tastiera, poi le note si molti- plicano, si rincorrono, si sbrigliano. L’inno dei Selciatori è nato così. Anche il selciato canta per l’artista. Quattro gocce tardive si ostinano a cadere a intermittenza da una gronda: una goccia ha un suono, un’altra goccia un altro suo- no. Il poeta ne rapisce l’accento malinconico e la voce intima e le gocce, vivificate dalla fantasia, diventano canto, suono, passione. Tre sassi… poche gocce!... poca cosa, come la vita del maestro che trascorre senza scosse e vicende peregrine. Nel 1894 esce dal Conservatorio di Milano con il diploma in organo, corno inglese, composizione, contrappunto e fuga e canto corale. C’è un bagaglio che può già riempire una vita! Dirige a Milano le corali ‘Gioachino Rossini’, ‘Francesca Romano’ e ‘Amilca- re Ponchielli’. Ma l’organo con la sua voce insidiosa lo seduce e passa organista a Olgiate Olona. Consapevole della propria abilità ed esuberante di fantasia e giovinezza, concorre per le sedi musicali di Domodossola, Genova, Torino, riportando tre memorabili vittorie che tuttavia non riuscirono a deciderlo di lasciare la sua terra alla quale era da un’acuta e invincibile nostalgia. Nel 1897 vince il concorso per organista della Chiesa Prepositurale di Castelleone, dove rimane fino al 1936, attaccato come l’edera all’olmo. A Castelleone fonda la cappella corale, la banda municipale e inizia le lezioni di canto nelle scuole elementari e nell’Asilo. Nel 1913 con la marcia religiosa Mater Misericordiae vince il “Gran Diploma con medaglia d’oro” indetto dal concorso bandistico della Casa ‘T. Belati’ di Perugia. Nel 1915 con “La gioia dei forti” vince il concorso nazionale: l’inno, con altri dieci, viene cantato al Teatro alla Scala. Vince anche a Napoli un concorso aperto per una composizione di banda. A Crema fu uno dei consiglieri più attivi e generosi della società ‘Santa Cecilia’. Insegnò organo e pianoforte nell’Istituto Folcioni, nelle Scuole Magistrali, impartì insegnamento privato nel Seminario e in altri Istituti. Attorno a lui venne educandosi un’eletta corona di allievi che lo ricordano, lo rimpiangono, ne continuano onoratamente la tradizione. Fra tutte le espressioni artistiche preferì l’organo e il canto sacro. Spirito religioso, che aveva un culto religioso dell’arte e non un culto venale e mercenario, credeva, cantava, pregava. Le sue preghiere sono ancora vive: sul labbro e nel cuore dei nostri can- tori, in città e in campagna. E tutte le volte che noi porteremo sulle cantorie delle nostre chiese le sue preghiere, esse canteranno un suffragio di gloria. E quando avremo esauriti i nostri repertori musicali, ritorneremo ancora a lui, perché per noi cremaschi, si può dire di lui quello che il D’Annunzio diceva del Verdi «ci nutriremo di lui come del pane».

XIII Cataloghi originali e cronologia delle opere

La presente edizione comprende tutta la musica sacra di Ettore Rancati. I manoscritti autografi, un tempo con- servati presso l’archivio della Schola Cantorum, da alcuni anni sono stati collocati presso la Biblioteca dell’Istituto Musicale “Folcioni” di Crema. Essi sono suddivisi in tre grandi gruppi, ciascuno dei quali munito di un succinto catalogo dattiloscritto, redatto dopo la morte del compositore: il primo gruppo contiene la musica sacra, il secondo la produzione didattica per l’insegnamento, il terzo brani vari (banda, canto e pf). Riportiamo integralmente qui sotto (Tabelle 1, 3 e 4) i tre cataloghi. Il primo – riguardante la musica sacra e che qui abbreviamo con la sigla “MS” – descrive sommariamente i pezzi del repertorio sacro numerati da 1 a 96. La trascrizione del catalogo è stata completata con il riferimento alla presente edizione e alcune note di commento integrative. Manca l’indicazione all’edizione laddove il brano non è stato trascritto: alcuni pezzi, infatti, sono stati esclusi perchè incompleti o perchè denotano un chiaro intendimento didattico, dunque - pur essendo elencati nel catalogo della musica sacra – in realtà appartengono più chiaramente al secondo gruppo delle composizioni, quello riguardante la musica didattica. A queste tabelle, relative ai cataloghi, è stato aggiunto un elenco delle opere di musica sacra secondo l’ordine cro- nologico (Tabella 2).

Tabella 1 – Catalogo della Musica Sacra (MS) N.° Titoli Data Edizione Note

1 Piccolo preludio per organo 3.12.1888 – incompleto 2 Canzoncine per bambini 28.5.1895 – genere didattico, incompleto 3 Ufficio solenne di S.S. Leone XIII 10.8.1903 III/5 4 Ecce sacerdos 1905 II/8a cfr. 5/10 5/1 Tantum ergo n. 1 1905 II/27 5/2 Exsultet orbis gaudiis 1905 II/9 5/3 Pater superni luminis 1905 II/25 5/4 Pange lingua 1905 II/21 cfr. 74 5/5 Ufficio dei defunti 1905 III/4 cfr. 55 5/6 Regem cui omnia vivunt 1905 III/3 cfr. 56 5/7 De profundis 1905 III/1a.b a 4 voci e TTB, cfr. 52 5/8 Litanie facili del S. Cuore 1905 II/17 5/9 Haec dies 1905 II/11 cfr. 94 5/10 Ecce sacerdos 1905 II/8b cfr. 4 5/11 Litanie Lauretane 1905 Va/5.1 cfr. 47/1 5/12 Vexilla Regis 1905 II/33b cfr. 79 6 Quattro canti a 1 voce per le Bambine dell’Oratorio 26.8.1908 – genere didattico 7 Pater superni luminis 1908 II/25 8 Inno al SS. Crocifisso della Cattedrale di Crema 1908 IV/5 9 Recordare Virgo Mater 1911 V/10 10 Adeamus cum fiducia 27.3.1911 II/1 11 Dies irae 1911 – incompleto (manca l’accompagnamento) 12 Preghiera per la pace 1913 IV/9 Ave Maria 10.11.1913 – incompleto (manca l’accompagnamento) 13 Preghiera al Sacro Cuore 3.3.1918 IV/8 14 Stabat Mater (cfr. 43) 20.4.1919 V/11a cfr. 43 15 Domine salvum fac 2.10.1922 II/6 16 Inno Eucaristico Su cantiamo 16.1.1928 IV/6 17 Praeposuit eam 23.8.1929 II/26 18 O Cor Jesu (cfr. 34) 14.3.1932 II/19a cfr. 34 19 Al nuovo parroco 1932 IV/1 20 Festivis resonent 30.4.1933 II/10a.b 21 Inno popolare a S. Luigi 3.9.1934 IV/4a.b 22 Te Deum 16.4.1934 II/32 23 Dedit illi Deus 30.3.1934 II/2 24 Inno Eucaristico a Gesù Cristo Re 25.7.1935 IV/7 25 Salve, o gran Vergine 18.6.1936 VI/2a.b 26 Vergine Santa 26.5.1936 VI/4 27 Inno a S. Angela Merici 31.7.1936 IV/3 28 Ecce quam bonum 9.4.1939 II/7 29 Ninna nanna a Gesù Bambino – – genere didattico 30 Marcia Mater Misericordiae 1913 VII/3

XIV 31 Deus tuorum militum (cfr. 41) – II/3a cfr. 41 32 Iste confessor (cfr. Ecce sacerdos) 1905 II/13 33 Invocazione a Maria – VI/1 cfr. 42 34 O Cor Jesu – II/19b cfr. 18 35 Segnale per la messa dei fanciulli – – incompleto 36 Andantino mosso per la Benedizione (cfr. 45/2) – – cfr. 45/2 37 Venite o buon Gesù – – armonizzazione, incompleto 38 Al Sacro Cuore di Gesù – – manca l’accompagnamento 39 Laudate Dominum – II/16a.b 40 Finale per organo 1911 VII/2 cfr. 68 41 Deus tuorum militum – II/3b cfr. 31 42 Alla Madonna Pallavicina – VI/1 cfr. 33 43 Stabat Mater – V/11b cfr. 14 44 O salutaris Hostia – II/20 45 Due andantini per la Benedizione – – n. 2 cfr. 36 46 Domine ad adjuvandum – II/5 47 Litanie n. 1.1-6 1904, 1908, V/5.1-6 n. 1 = 5/11; n. 4 cfr. 4 1911, 1930 48 Litanie n. 2 20.4.1932 V/6 49 Litanie n. 3 – V/7 50 Litanie n. 4 15.5.1914 V/8 51 De profundis 1905 III/1d 52 De profundis 1905 III/1c cfr. 5/7 53 De profundis 1905 III/1b 53 Miserere (TTB) 1914 III/2a 54 Miserere (banda) 8.6.1914 III/2b 55 Ufficio dei defunti 1905 III/4 cfr. 5/5 56 Regem cui omnia vivunt 1905 III/3 57 Ingrediente Domino 8.4.1922 II/12 58 Concerto di campane (Natale, Pasqua) – VII/1 59 Concerto di campane (Mestizia) 2.10.1939 VII/1 60 Concerto di campane (Allegria) 2.10.1939 VII/1 61 Ave maris stella n. 1 1908 V/1 62 Ave maris stella n. 2 21.4.1928 V/2 63 Ave maris stella n. 3 16.8.1931 V/3 64 Ave maris stella n. 4 1905 V/4 65 Iuravit Dominus dic. 1925 II/14 66 Iuravit Dominus – II/15a 67 Iuravit Dominus – II/15b 68 Messa corale 1911 I/1 e VII/2 con Fughetta finale 69 Messa corale 1918 I/1 con Versetti gregoriani 70 Messa corale 1911 Ia/1 con Versetti per organo 71 Magnificat e Dixit Dominus – II/4b (Dixit) 72 Magnificat e Dixit Dominus 1917 – 73 Magnificat e Dixit Dominus – II/4a (Dixit) V/9 (Magnificat) 74 Pange lingua n. 1 1905 II/21 cfr. 5/4 75 Pange lingua n. 2 5.6.1906 II/22 76 Pange lingua n. 3 2.2.1920 II/23a.b 77 Pange lingua n. 4 4.4.1930 II/24a.b 78 Vexilla Regis – – mancante 79 Vexilla Regis n. 1 6.2.1904 II/33a.b cfr. 5/12 e 12.5.1934 80 Vexilla Regis n. 2 9 e 13.3.1906 II/34 81 Vexilla Regis n. 3 1908 II/35a.b 82 Vexilla Regis n. 4 1910 II/36 83 Vexilla Regis n. 5 17.3.1907 II/37a.b 84 Vexilla Regis n. 6 5.3.1920 II/38a.b 85 Vexilla Regis n. 7 14.3.1933 II/39 86 Vexilla Regis n. 8 8.3.1936 II/40 87 Tantum ergo n. 1 1905 II/27 cfr. 5/1 88 Tantum ergo n. 2 7.2.1907 II/28a.b 89 Tantum ergo n. 3 24.1.1924 II/29 90 Tantum ergo n. 4 22.1.1931 II/30 91 Tantum ergo n. 5 5.3.1944 II/31 92 Lucis Creator optime 1903 II/18 93 Dio sia benedetto – IV/2 94 Haec dies 1905 II/11 cfr. 5/9 95 Infensus hostis gloriae 1905 – stessa musica di 5/2 96 O salutaris Hostia – – armonizzazione di tema popolare sn Salve, o gran Vergine – VI/3 sn Jesu corona virginum - Jesu Redemptor omnium 1905 - stessa musica di 5/2

XV 2. DIO SIA BENEDETTO (MS 93) – Tit. originale: E. Rancati - Nuova melodia pel canto - Dio sia benedetto.

3. INNO A S. ANGELA MERICI (MS 27) – Tit. originale: Ettore Rancati = Inno a S. Angela Merici. A piè di pagina: Crema 31 Luglio 1936 - XIV°.

4a. INNO POPOLARE A S. LUIGI (MS 21) – Tit. originale: Ettore Rancati / Inno popolare a S. Luigi ad una voce / con accompagnamento di Piccola Banda. A piè di pagina: Crema 3 Sett. 1934.

4b. INNO POPOLARE A S. LUIGI (MS 21) – Tit. orig.: Ettore Rancati - Inno popolare a S. Luigi ad una voce / con accomp.to d’Organo o Armonio.

5. INNO AL SS. CROCIFISSO (MS 8) – Tit. originale: Ettore Rancati = Inno al S.S. Crocifisso / che si venera nella Cattedrale di Crema. Foglio dattiloscritto con il testo completo dell’inno; altro esemplare (non autografo) del brano. La data è riportata nel Catalogo dattiloscritto.

6. INNO EUCARISTICO (MS 16) – Tit. originale: Ettore Rancati. / Su cantiamo / Inno Eucaristico ad una voce per Processione / con accompagna- mento d’Organo - Armonio / o Banda. / (Versi del Sac. M. Lameri) / Crema 16 Gennajo 1928.

7. INNO EUCARISTICO A GESÙ CRISTO RE (MS 24) – Tit. originale: Ettore Rancati. / Inno Eucaristico a Gesù Cristo Re / ad una voce con ac- comp.to d’Organo o Armonio / (Versi del Sac. Dr. Antonio Lingiari). Al termine del brano, la data: Crema 25 / 7 / 35.

8. PREGHIERA AL SACRO CUORE (MS 13) – Tit. originale: Ettore Rancati / La Preghiera al Sacro Cuor di Gesù. / Versi del Sac. Dr. Antonio Lingiari). A piè di pagina: Castelleone 3 Marzo 1918.

9. PREGHIERA PER LA PACE (MS 12) – Tit. originale: ETTORE RANCATI / PREGHIERA / PER LA PACE / DI / S.S. BENEDETTO XV / proprietà riservata. Fascicolo a stampa. A pag. 2, in calce: Proprietà F.lli RANCATI - Milano, Piazza Bande Nere N. 3 / Tutti i diritti riservati, per tutto il mondo. A pag. 4, in calce: 1951 - incisoria musicale de toni - milano - viale sabotino, 8. Il Catalogo dattiloscritto riporta la data: 1913.

V. Canti mariani in latino

1. AVE MARIS STELLA n. 1 (MS 61) – Tit. originale: Ettore Rancati / Ave Maris Stella ad una voce media / con Accomp.to di Ottoni / ed Intercalare di Banda / Diritti di esecuzione riservati. Il Catalogo Inventario riporta la data: 1908.

2. AVE MARIS STELLA n. 2 (MS 62) – Tit. originale: Corale / Per la Signorina Iolanda Maruti / Ettore Rancati / Ave Maris Stella a 3 voci. A piè di pagina, la data: Crema 21 Aprile 1928.

3. AVE MARIS STELLA n. 3 (MS 63) – Tit. orig.: Ettore Rancati - Ave Maris Stella a due voci pari. A piè di pagina, la data: Castelleone 16 Agosto 1931.

4. AVE MARIS STELLA n. 4 (MS 64) – Tit. originale: E. Rancati / Ave Maris stella ad una o tre voci dispari. In calce: Accomp.to ad libitum.

5. LITANIE LAURETANE n. 1 (MS 47, 5/11) – Si tratta di un gruppo di 6 Litanie, ciascuno dei quali presenta un proprio frontespizio, titolo e data. Sul frontespizio della prima Litania si trova il timbro e l’imprimatur della Curia di Milano, datato 25 novembre 1905, analogo a quello della raccolta Canti sacri. Riportiamo qui sotto i frontespizi originali di ogni Litania: - Litania n. 1: N.° 1 / Ettore Rancati / Litanie Lauretane a due voci pari per Processione / con accompagnamento di quartetto d’ottoni / (per interca- lare) / [timbro e imprimatur] / Castelleone = Agosto 1904. (questa Litania si trova anche nella raccolta Canti sacri, n. 11); - Litania n. 2: N.° 2 / Ettore Rancati / Litanie Lauretane a due voci pari. S.° A.° / per Processione / con Accom.to di Quartetto d’Ottoni; - Litania n. 3: N.° 3 / Ettore Rancati / Litanie Lauretane ad una voce / per Processione / con Accompagnamento d’Ottoni. / Castelleone 19 Giugno 1908; - Litania n. 4: N.° 4. / Ettore Rancati / Preludio. / Litanie Lauretane ad 1 o 2 voci pari. / per Processione con acc.to di 4.° d’Ottoni. Al termine del brano, la data: Ettore Rancati, 31 Agosto 1904; - Litania n. 5: n.° 5 / E. Rancati / Litanie Lauretane / a due voci pari. A piè di pagina: Castelleone - 12 Settembre 1911; - Litania n. 6: n.° 6 / Litanie Lauretane a 5 voci pari di Ettore Rancati. A piè di pagina: Crema 18 Aprile 1930. I brani n. 5 e 6 furono aggiunti successivamente all’imprimatur del 1905; il brano n. 3, pur riportando la data del 1908, è graficamente coerente con il gruppo delle prime quattro Litanie.

6. LITANIE LAURETANE n. 2 (MS 48) – Tit. originale: E. Rancati / 20 - 4 - 32 / Litanie Lauretane / in onore alla B. V. della Misericordia / (Voci sole per processione).

7. LITANIE LAURETANE n. 3 (MS 49) – Tit. originale: E. Rancati / Litanie Lauretane a 2 voci pari / [dopo il rigo del Kyrie] Canto a 2 voci / per intercalare col popolo.

8. LITANIE LAURETANE n. 4 (MS 50) – Tit. originale: Ettore Rancati / Nuove Litanie Lauretane. Al termine del brano, la data: E. Rancati / 15 Maggio / 1914. Sul retro, il brano è scritto con valori doppi ed è barrato.

9. MAGNIFICAT (MS 73) – Tit. originale: Magnificat a 3 voci dispari. Lo stesso brano si trova in MS 71 a 2 voci virili (trasportato una quarta sopra) e in MS 72 per due contralti.

10. RECORDARE VIRGO MATER (MS 9) – Tit. originale: Ettore Rancati / Recordare Virgo Mater / Offertorio a tre voci disuguali. La data “1911” è riportata nel MS.

11a. STABAT MATER (MS 14) – Tit. originale: Stabat Mater a 2 voci puerili / E. Rancati. A piè di pagina: Pasqua 1919.

11b. STABAT MATER (MS 43) – Tit. originale: E. Rancati / Voci sole / Stabat Mater da alternarsi col Canto Gregoriano - tono VI°.

XXII APPENDICE FOTOGRAFICA

1. Il maestro Ettore Rancati con la moglie.

2. Fotografia giovanile di Ettore Rancati. 3. Ettore Rancati negli anni ‘40. 4. Il registro didattico dell’alunno Ettore Rancati al Conservatorio di Milano (1885-1891).

5. Diploma di benemerenza ad Ettore Rancati, dalla Società Corale “F. Romana” di Milano (1895). 6. Attestato di merito ad Ettore Rancati dalla Società Corale “A. Ponchielli” di Milano (1897).

7. Certificato di “Medaglia d’oro” ad Ettore Rancati del Concorso Musicale “T. Belati” di Perugia (1913). 8. Ettore Rancati alla consolle del nuovo 9. Ettore Rancati al pianoforte di casa. organo Tamburini (1925) della chiesa parrocchiale di Castelleone.

10. Partitura autografa del 11. Partitura autografa del responsorio n. Tantum ergo n. 1 (1905; II/27). 1 Credo quod Redemptor meus per l’Ufficio dei defunti (1905; III/4). 12. La Schola Cantorum di Castelleone negli anni ‘30: al centro il parroco mons. Umberto Maruti, alla sua destra il maestro Ettore Rancati.

13. La Schola Cantorum a voci miste 1963: primo a destra (prima fila, in piedi) il maestro Cesare Borsieri, organista; secondo da destra, in seconda fila, il direttore Franco Ferrari. 14. La Schola Cantorum in un concerto nel duomo di Cremona sotto la direzione di don Luigi Parmigiani (1972).

15. La Schola Cantorum in una trasferta a Roma, S. Maria Maggiore, per l’Anno Santo del 1975. 16. Un concerto della Schola Cantorum “Ettore Rancati” con orchestra, diretti da Erik Lundberg nella chiesa parrocchiale di Castelleone (1998).

17. La Schola Cantorum “Ettore Rancati” sotto la direzione di Davide Massimo (2005). 18. Il maestro Ettore Anelli (1930), organista della Schola Cantorum dal 1968 al 2000, all’organo Tamburini della chiesa parrocchiale di Castelleone.

19. L’organista Daniele Bandirali 20. Il maestro Marco Molaschi, attuale (1961-1987), prematuramente scomparso. organista della Schola Cantorum.